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Lectio vangelo - Nuova evangelizzazione

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Lectio vangelo - Nuova evangelizzazione
Matteo 4, 1-11
Tentazione nel deserto
1 In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto,
per essere tentato dal diavolo. 2 Dopo aver digiunato quaranta giorni
e quaranta notti, alla fine ebbe fame. 3 Il tentatore gli si avvicinò e gli
disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di' che queste pietre diventino pane». 4
Ma egli rispose: «Sta scritto: "Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di
ogni parola che esce dalla bocca di Dio"». 5 Allora il diavolo lo portò
nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio 6 e gli disse:
«Se tu sei Figlio di Dio, gettati giù; sta scritto infatti: "Ai suoi angeli
darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché
il tuo piede non inciampi in una pietra"». 7 Gesù gli rispose: «Sta
scritto anche: "Non metterai alla prova il Signore Dio tuo"». 8 Di nuovo
il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni
del mondo e la loro gloria e gli disse: 9 «Tutte queste cose io ti darò se,
gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». 10 Allora Gesù gli rispose:
«Vàttene, satana! Sta scritto infatti: "II Signore, Dio tuo, adorerai: a lui
solo renderai culto"». 11 Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli
gli si avvicinarono e lo servivano.
( Bibbia Cei: versione 2008 )
LETTURA (=leggere con intelligenza e comprendere con sapienza)
Matteo 4, 1-11
In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato
dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame.
Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di' che queste pietre
diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: "Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di
ogni parola che esce dalla bocca di Dio"». Allora il diavolo lo portò nella città santa,
lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gettati giù;
sta scritto infatti: "Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle
loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra"». Gesù gli rispose: «Sta
scritto anche: "Non metterai alla prova il Signore Dio tuo"». Di nuovo il diavolo lo
portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e
gli disse:
«Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi
adorerai».Allora Gesù gli rispose: «Vattene, satana! Sta scritto infatti: "II Signore,
Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto"».Allora il diavolo lo lasciò ed ecco angeli
gli si accostarono e lo servivano.
( Bibbia Cei: versione 1971 )
Esegesi
La tentazione di Gesù, segna la soglia che immette nell’attività pubblica di Gesù.
Colui che è stato proclamato Messia nel Battesimo, avvenuto poco prima, ( Mt 3, 17 ) si
prepara nel deserto, sotto l’ispirazione dello Spirito di Dio alla sua attività pubblica.
L’episodio è appena accennato da Marco ( 1, 12-13 ); è narrato con dovizia di particolari da
Luca ( 4, 1-13) che descrive Gesù come il nuovo Adamo vincitore nella prova ( 3, 38 ) con la
sola inversione delle due ultime tentazioni rispetto a Matteo, che presenta Gesù come colui
che rivive in sé la storia d’Israele, in particolare l’Esodo e le tentazioni del deserto, e le
respinge, uscendo vittorioso.
E’ un fatto che Gesù fu messo a dura prova e sottoposto a pressione violenta,
durante la sua vita pubblica. Gli avversari gli chiedevano di compiere miracoli spettacolari
per dimostrare la sua missione messianica ( 12, 38; 16, 1 ); le folle avevano attese
messianiche; Pietro cercò di distoglierlo dall’intraprendere il viaggio vero Gerusalemme ( 16,
21-22 ). Questo racconto delle tentazioni precedenti l’attività pubblica di Gesù, secondo
alcuni è costruito come un midrash aggadico su due testi del VT: Gn 3 e soprattutto Dt 6-8,
citato più volte nel testo del racconto. Per altri è la drammatizzazione del ricordo di quanto
Gesù ha dovuto lottare per essere fedele esecutore della volontà del Padre. Le tre tentazioni
sono tutte in relazione alla missione messianica.
FU CONDOTTO DALLO SPIRITO (1 )
E’ lo stesso Spirito di Dio, che era disceso su Gesù nel Battesimo (3,16 ). Anche
del popolo eletto si dice in Dt 8, 2 che fu condotto nel deserto per essere messo alla prova. Il
“deserto” è quello di Giuda, che si estende dalla valle del Giordano presso Gerico fino a
cinque chilometri da Gerusalemme, con un dislivello di quasi mille metri, un paesaggio
lunare con profondi wadi e molte grotte. Secondo la concezione giudaica il deserto è il luogo
dei demoni ( Mr 1, 12 ; Mt 12, 43 ), ma anche il luogo dell’elezione e della purificazione
del popolo ( At 7, 29-50 ).
PER ESSERE TENTATO (1 )
“Tentare” nel linguaggio biblico ha due significati: “ mettere alla prova, saggiare”
e “ far deviare dalla retta via”. Matteo insiste sull’intenzione di Dio: questa tentazione è
una prova attraverso la quale deve passare Gesù;
non è quella della purificazione
attraverso la quale deve passare ogni giusto, ma la prova per rivelare chi egli è. Il
“diavolo” (in greco “diàbolos da “diaballo” = accusare, calunniare, ingannare, mettere
male fra due ), è nella Bibbia un personaggio annoverato tra gli esseri creati ( Gn 3, 1 ),
menzognero e omicida fin dal principio ( 1 Gv 8, 44), non è una figura, ma una persona (
Mt 6, 13 ). Lo scontro tra Satana e Cristo, anche se non in modo visibile occupa un posto
tutt’altro che marginale nella vicenda evangelica.
DOPO AVER DIGIUNATO (2 )
La totale astensione dal cibo sostenuta da Gesù per quaranta giorni, ricorda il
digiuno di Mosè sul monte Sinai ( Es 24, 18 ) e quello di Elia nel deserto ( 1, Re , 19, 8 ) ed
è modello del nostro digiuno quaresimale.
IL TENTATORE (3 )
Il diavolo fa leva sulla fame di Gesù per la prima prova. Satana invita Gesù a fare il
miracolo con la formula: “Se tu sei il Figlio di Dio”. E’ la stessa formula che si ritrova in
bocca al rappresentante del gran Consiglio e dei crocifissori sotto la croce. “Figlio di Dio”
qui
inteso nel senso dell’AT., di figliolanza morale, è un titolo che il giudaismo
contemporaneo messianico attribuiva al Messia. ( Sl 2, 7; Mt 3, 17; 17, 5 ) Gesù è invitato
ad operare un miracolo per se stesso. Qui è questione di vedere se Gesù può usare il suo
straordinario potere a proprio vantaggio almeno nei momenti critici. La risposta è : la
volontà di Dio ha prescritto a Gesù la via dell’amore totale fino alla passione e alla
morte per la salvezza del mondo.
EGLI RISPOSE: “ STA SCRITTO (4 )
Gesù risponde citando Dt 8, 3 , che si riferisce all’insegnamento rivolto al popolo
sul significato della manna e in cui è detto che è più importante l’obbedienza a Dio.
La
risposta di Gesù va intesa quindi in questo senso. Il cibo di Gesù è la volontà di Dio ( Gv
4, 34 ) L’adempimento della sua volontà gli dona la forza per espletare il suo compito.. E
alla tentazione della fame Gesù risponde con la ferma fiducia che hanno i figli di Dio
nell’onnipotenza provvidente della parola di Dio.
Questa prima tentazione sollecita Cristo ad usare a proprio vantaggio gli strumenti
che Dio ha dato per realizzare il suo compito. Gesù la respinge affermando che l’uomo vive
per l’onnipotenza della parola di Dio e quindi ad essa deve attenersi e non pretendere di
essere autonomo.
ALLORA IL DIAVOLO ( 3 )
Il luogo della seconda tentazione è la “città santa”, cioè Gerusalemme. Il punto
esatto, il “pinnaccolo del Tempio”, non è stato localizzato con certezza, ma molti studiosi
pensano indichi il muro dell’angolo di SE, dove il terreno degrada rapidamente verso il
Cedron.
STA SCRITTO “ AI SUOI ANGELI..” ( 3 )
Il tentatore cita Sl 91, 11-12 presupponendo che se Gesù è “Figlio di Dio”,
Messia, deve rimanere illeso nel recinto sacro per un intervento miracoloso di Dio. La
tentazione è più sottile della precedente, perché il Salmo assicura un’azione protettiva di
Javhé, ma l’inganno di satana sta nell’invitare ad una fiducia tanto eccessiva in Dio da
metterlo addirittura alla prova.
NON TENTARE ( 7 )
Gesù risponde citando la Bibbia ( Dt 6, 16 ) che condanna severamente di mettere
alla prova Dio.
La seconda tentazione, che scopertamente invita a un gesto clamoroso di
ostentazione, è vinta col richiamo alla fede e quindi a non cercare di obbligare Dio a
intervenire, quasi che non ci si fidi di lui e si abbia bisogno di metterne alla prova la fedeltà
e l’onnipotenza (=tentare Dio ).
DI NUOVO IL DIAVOLO ( 8 )
Questa terza tentazione è situata su un “monte altissimo”. Incerta è l’identificazione
di questo monte: per alcuni è l’Ermon, il monte più alto della regione siro-palestinese ( 2814
metri ), altri pensano al Tabor o al monte Nebo, da dove Mosè contemplò la terra promessa.
Di questo monte parla solo Matteo.
PROSTRANDOTI MI ADORERAI ( 9 )
Il tentatore svela il suo pensiero recondito; egli non vuole tanto informarsi sulle
qualità di “figlio di Dio”, di Gesù, quanto farlo deflettere dal piano divino inducendolo a
scegliere la via di un messianismo terreno. Ma, seguire un messianismo politico, sognare
un impero messianico sopra “tutti regni del mondo” in fondo è servire satana. All’inizio
dell’attività di Gesù, Satana era ancora “signore del mondo”. Con la sua attività e
soprattutto con la morte in croce, Gesù ha infranto tale potere e ha strappato gli uomini alla
tirannia di satana ( Mt 12, 22-30; 27, 51-55 ). Dalla sua risurrezione in poi il Risorto detiene
ogni potere ( 28, 18 ).
ADORA IL SIGNORE DIO TUO (11 )
Gesù risponde opponendo a satana il grande principio del monoteismo ebraico, il
riconoscimento e il culto da prestare a Javhé quale unico Dio e sovrano Signore del mondo.
La terza tentazione, che apertamente propone il baratto tra adesione a Dio e
gloria mondana o che sollecita a rinunziare al piano di Dio e quindi a Dio stesso
(adesione a satana ) nella pretesa di avere subito la sovranità messianica del mondo è
respinta con la riaffermazione che l’unica cosa che conti è la sottomissione a Dio in
atteggiamento di concreta adorazione, cioè riconoscimento del suo sovrano dominio.
IL DIAVOLO LO LASCIO’ ( 11 )
Il diavolo si ritira vinto. Matteo non parla come fa Luca di un altro momento di
lotta ( Luca 4, 13 : per ritornare al tempo fissato ).
ED ECCO ANGELI LO SERVIVANO (11 )
Il servizio degli angeli a cui Marco aggiunge l’amichevole compagnia delle fiere (
Mc 1, 13 ) è indice e simbolo insieme del paradiso terrestre riconquistato, mediante la
rivincita del Messia su satana. Luca ricorda la presenza degli angeli durante l’agonia di Gesù
nell’orto, un altro momento forte della tentazione ( Lc 22, 43; vedi pure Giovanni 12, 29 ).
MEDITAZIONE (=meditare con attenzione e ascoltare con amore)
LE TENTAZIONI DEL REDENTORE
Non era indegno del nostro Redentore il voler essere tentato, lui che era venuto per
essere ucciso. Era anzi giusto che vincesse le nostre tentazioni con le sue tentazioni, dato
che era venuto a vincere la nostra morte con la sua morte. Ma dobbiamo sapere che la
tentazione passa per tre stadi: la suggestione, la dilettazione e il consenso. Noi, quando siamo
tentati, cadiamo per lo più nella dilettazione o addirittura nel consenso, perchè siamo nati da
una carne di peccato e portiamo in noi stessi ciò che ci muove tante battaglie. Ma Dio, che
s`incarnò nel grembo della Vergine, venne nel mondo senza peccato e non provò in sè
alcuna contraddizione. Egli poté dunque essere tentato per suggestione, ma l`anima sua non
provò la compiacenza del peccato. Pertanto tutta quella tentazione diabolica fu all`esterno,
non all`interno….. Bisogna fare attenzione a quello che segue, che cioè gli angeli lo
servivano dopo che il diavolo se ne fu andato. Cos`altro si ricava da ciò se non la duplice
natura nell`unità della persona? E` un uomo, infatti, colui che il diavolo tenta, ma è anche
Dio colui che è servito dagli angeli. Riconosciamo dunque in lui la nostra natura, in quanto se
il diavolo non l`avesse conosciuto uomo, non l`avrebbe tentato, adoriamo in lui la divinità,
in quanto se non fosse Dio che è al di sopra di tutte le cose, gli angeli non lo servirebbero.
(Gregorio Magno, Hom. 16, 1-6)
NON C’INDURRE IN TENTAZIONE
«E non c`indurre in tentazione» Signore. C`insegna forse il Signore a pregare di non
essere mai tentati? Perché dice altrove: "L`uomo non tentato non è provato" (Sir 34,10; Rm
5,3-4) e di nuovo: "Considerate fratelli suprema gioia quando cadete in diverse tentazioni"
(Gc 1,2)? Però entrare in tentazione non è farsi sommergere dalla tentazione. Infatti la
tentazione sembra come un torrente di difficile passaggio. Alcuni che nelle tentazioni non si
lasciano sommergere l`attraversano. Sono bravi nuotatori che non si fanno trascinare dal
torrente; gli altri che tali non sono, entrati ne vengono sommersi. Così, ad esempio, Giuda
entrato nella tentazione dell`avarizia non la superò, ma sommerso materialmente e
spiritualmente si impiccò. Pietro entrò nella tentazione di rinnegamento, ma superandola
non ne fu sommerso. Attraversò [il torrente] con coraggio e non ne fu trascinato. Senti
ancora in un altro passo il coro di santi perfetti, che ringrazia di essere scampato alla
tentazione. "Tu ci hai provato, o Dio, come l`argento ci passasti al fuoco. Tu ci hai spinto
nella rete, tu hai posto sulle nostre spalle le sofferente; tu hai fatto passare gli uomini sulle
nostre teste. Abbiamo attraversato il fuoco e l`acqua e ci hai sospinto verso il refrigerio" (Sal
66,10-12). Vedi che parlano della loro traversata senza essere andati a fondo? (cf.Sal 69,15).
E tu «ci hai sospinto al refrigerio». Entrare nel refrigerio è essere liberato dalla tentazione.
(Cirillo di Gerus., Catech. V Mistag. 17)
QUARESIMA
Nessuno creda che l`astinenza da sola possa bastargli dal momento che il Signore
dice per bocca del Profeta: "Non è forse maggiore di questo il digiuno che bramo?",
aggiungendo: "Dividi il pane con l`affamato, e introduci in casa tua i miseri, senza tetto;
quando vedrai uno nudo, soccorrilo, e non disprezzare la tua carne" (Is 58,6.7). Dio dunque
gradisce quel digiuno che una mano piena di elemosine presenta ai suoi occhi, quel digiuno
che si congiunge all`amore del prossimo ed è ornato dalla pietà. Ciò che togli a te stesso,
dallo a un altro, affinché ciò di cui si affligge la tua carne serva di ristoro alla carne del
povero. Così infatti dice il Signore per bocca del Profeta: "Quando avete fatto digiuni e
lamenti, forse avete digiunato per me? E quando avete mangiato e bevuto, forse non avete
mangiato e bevuto per voi stessi?" (Zc 7,5-6). Infatti mangia e beve per sé chi prende i cibi
del corpo, i quali sono donati a tutti dal Creatore, senza parteciparli ai bisognosi. E digiuna
per sé chi non distribuisce ai poveri quelle cose di cui si è privato temporaneamente, ma
anzi le serba per darle al suo ventre in altra occasione. Perciò è detto per bocca di Gioele:
"Santificate il digiuno" (Gl 1,14; 2,15). Santificare il digiuno significa offrire un`astinenza
dalle carni degna di Dio, dopo aver aggiunto altri doni. Cessi l`ira, si plachino i litigi. Invano
la carne è afflitta, se l`animo non si frena nei suoi malvagi desideri. (Gregorio Magno, Hom.
16, 1-6)
LE TENTAZIONI DI GESU’
E’ lo stesso Spirito di Dio, disceso su Gesù nel momento del Battesimo, che “lo
conduce nel deserto per essere tentato dal diavolo”. Ciò significa che la tentazione rientra
nel disegno di Dio sull’uomo, su ogni uomo, e quindi anche su Cristo come uomo libero: vi
rientra come necessario meccanismo che rende possibile l’azione della libertà e il suo
esprimersi. Il v. 1 riecheggia le parole di Mosè a Israele: “ Ricordati di tutto il cammino che
il Signore tuo Dio ti ha fatto percorrere in questi quarant’anni nel deserto, per umiliarti e
metterti alla prova per sapere quello che avevi nel cuore”. Gesù fu messo alla prova, come
Adamo, come Israele. La tentazione dei pani è la tentazione del messianismo terrenista,
legato alla materialità delle cose. La salvezza voluta da Dio e portata agli uomini non si
esaurisce ( non di solo pane ) nella realizzazione e promozione esclusivamente terrene e
mondane dell’esistenza. Come dire che l’uomo non è soltanto un “uomo economico”. La
tentazione del buttarsi innocuo dal pinnacolo del tempio è la tentazione del messianismo
taumaturgico, magico, pubblicitario, che sbaglia la grandezza con la grandiosità, la
gloria col plauso, il libero assenso con il consenso pubblicitario. La tentazione dei segni
ottenuti con il prezzo dell’adorazione del diavolo è la tentazione del potere mediato
dall’idolatria, la tentazione del messianismo politico cercato e raggiunto mediante il
compromesso con le potenze del mondo, sempre disposte ad offrire la loro diabolica
collaborazione. ( Riflessioni di Valerio Mannucci )
L’ULTIMA TENTAZIONE
Nell’ultima tentazione sono concentrate tutte le altre. La proposta del diavolo.
riecheggia la tentazione primordiale dell’Eden. La condizione è sostituire l’adorazione
dell’unico Dio e Signore con quella di colui che promette il potere assoluto. Gesù
smaschera questa pretesa idolatrica del diavolo: “ Vattene satana!”. Alla fine egli, come
Figlio fedele, nella prova suprema della morte sarà reso partecipe della signoria di Dio e
riceverà ogni potere in cielo e in terra. Non c’è bisogno di fare molti sforzi per vedere
l’attualità di questo messaggio. Il dramma della libertà con i suoi esiti di peccato e morte sta
davanti agli occhi di tutti. Gesù, come nuovo Adamo e Figlio fedele, non è solo un modello
da seguire, ma la possibilità offerta all’incontro di ogni essere umano con il Dio della vita.
(Rinaldo Fabbris )
LE TENTAZIONE NELLA CULTURA ATTUALE
Oggi non si parla più di tentazione: si è persuasi che ogni idea che si presenta, ogni
impulso che si avverte, ogni stimolo al di fuori o di dentro si fa sentire, può essere soddisfatto
proprio perché c’è, è dentro di noi e quindi è “vero”. L’idea di valutazione, di
discernimento, di decisione, e quindi di libertà, cioè di scelta voluta perché conforme al
progetto autentico della persona, è una posizione quasi del tutto cancellata nella mentalità
comune. Oggi ci si lascia condurre dal sentimento, dalle correnti più diffuse, dal risultato
immediato che si spera. Solo la coscienza cristiana parla ancora di tentazione, cioè di
proposte che insorgono nella persona e debbono essere valutate, misurate, giudicate per
essere poi accettate o respinte: perciò spesso la coscienza cristiana viene rimossa come un
sorgente di disturbo, di malessere, che impedisce una situazione tranquilla. (G. Basadonna)
NEL DESERTO
Gesù “è condotto nel deserto per essere tentato dal diavolo”. C’è un progetto di Dio
nella necessità di “andare nel deserto”, di prendere le distanze, di ritrovarsi soli con la
propria coscienza, e così mettersi di fronte le proprie scelte già fatte o da farsi. E’ il
progetto del nostro vivere quotidiano; è la realtà di tutti e di ciascuno. E’ necessaria la
riflessione, il silenzio, il deserto, per rivedere il nostro comportamento, giudicarlo e
decidere di conseguenza, Il primo risultato sarà quello di interrogarsi e analizzare
coraggiosamente quello che siamo e che facciamo, proprio per renderci liberi, cioè
padroni di noi stessi e tesi a quella pienezza di vita che tutti desideriamo. L’impegno di
valutare e di metterci in questione esige un punto di riflessione, un criterio, un’unità di
misura: esige un atteggiamento di ascolto della parola di Dio, che sola può indicare la
verità del nostro essere uomini, le linee che Dio stesso ha segnato creando l’uomo. Le
scelte quotidiane, quelle comuni, quelle della comunità cristiana, quelle più personali vanno
misurate sul messaggio evangelico e non sulla facilità, sulle abitudini o sul risultato
effettivo che è conseguito. La lotta contro il peccato non è mai finita, la tentazione è realtà
quotidiana, e la debolezza e l’illusione dell’uomo sono esperienza di tutti: la certezza della
vittoria sul male viene da Cristo, il nuovo Adamo nel quel già siamo inseriti e nel quale ci
ritroviamo con la preghiera e i sacramenti. ( Giovanni Basadonna )
L’UOMO NEL PROGETTO DI DIO
( Genesi 2 )
Alla domanda : “ Che cosa è l’uomo ?”, la Bibbia ne preferisce un’altra : “ A che cosa
l’uomo è chiamato ?”. E’ l’unica creatura responsabile, chiamato a rispondere, capace di
rispondere. Risponde nel bene e per il bene : e’ ; risponde nel male e per il mele : non è.
Questo in sintesi è il messaggio di Genesi 2-3 ( 1° lettura ). In Genesi 2 è scritto il progetto di
Dio su “Adam”, sull’uomo : il primo uomo appena creato da Dio, ogni persona umana,
ognuno di noi. ( Mannucci )
RISPOSTA NEGATIVA DELL’UOMO
( Genesi 3 )
Adam, “mangiando dell’albero della conoscenza del bene e del male” contro il volere
di Dio, che lo ha creato e gli ha offerto l’alleanza e l’amicizia, “vuol diventare come Dio”.
Questo è il peccato delle origini, ma è anche il peccato di sempre.
Peccando noi
rifiutiamo il nostro essere creature di Dio, rifiutiamo di dipendere da Lui e di ricevere da
Lui il nostro compimento, pretendiamo di prendere il posto di Dio, ci auto deifichiamo.
Vogliamo “ diventare come Dio, conoscendo il bene e il male” : pretendiamo di dominare
il “bene e il male” cioè “tutto”, con un dominio assoluto e dispotico, prescindendo dagli
altri, calpestando i fratelli. Questa è la radice profonda del male morale ; il peccato fontale
delle origini e di sempre, che rompe le relazioni con Dio e distrugge l’uomo . ( Mannucci )
IL DRAMMA DEL PECCATO
Il problema del male da sempre ha angustiato il cuore dell’uomo. La riflessione
mai è riuscita a chiarirne a fondo l’enigma. Solo il messaggio biblico ne ha diradato le
tenebre ; anzitutto indicandone la radice : il peccato, cioè il male morale. E’ questa la fonte
inquinata da cui sgorga il fiume limaccioso di tutto il male che c’è nel mondo e nella
storia. Questo oscuro dramma è sullo sfondo della liturgia odierna. Il peccato dei nostri
progenitori nell’Eden è solo il primo anello di una triste catena di cui non vediamo la fine.
Quell’atto aveva in sé una carica esplosiva, che ha segnato profondamente tutta la storia. Per
togliere il peccato c’è voluto che Dio mettesse nelle nostre mani il suo Figlio incarnato, che
permettesse lo sfogarsi su di Lui di tutte le passioni degli uomini, fino alla purificazione
tragica. Tra peccato e Croce c’è una proporzione. Dio non fa nulla senza ragione. Se l’ha
fatto vuol dire che la proporzione era questa. Per questo il peccato è un ”mistero” : ha le
dimensioni del divino. Ed è appunto l’ombra della croce, da cui esso è segnato che ne rivela
tutte le dimensioni. ( Mariano Magrassi )
LA TENTAZIONE DI GESU’
Come Messia Gesù si scontra con Satana. Gesù respinge gli inviti a vivere
nell’abbondanza e nella sicurezza illusoria creata dai beni materiali e di percorrere la strada di
un messianismo miracolistico o politico, fondato sul potere e sul dominio. La vittoria di
Gesù deriva dalla perfetta e incondizionata fiducia in Dio, espressa nell’appello alla
parola della Bibbia : “ Sta scritto”. Non possiamo leggere questa pagina immaginando che
Gesù non sia stato realmente tentato, ma abbia solo voluto darci un esempio. Gesù ha
realmente condiviso in tutto la nostra condizione umana, rendendosi veramente solidale con
l’umanità e subendo la tentazione. Egli, Figlio di Dio, e perfettamente immacolato e senza
nessun peccato, ha voluto affrontare le difficoltà, le lotte, le illusioni della nostra condizione
umana, rendendosi veramente solidale con l’umanità e proprio per la sua totale innocenza e
per la sua perfetta disponibilità a Dio, ha superato la prova. Soltanto con la morte e la
risurrezione terminerà la lotta di Gesù con Satana, con la sconfitta definitiva di
quest’ultimo. ( A. Bonora)
ESISTENZA TENTATA
L’episodio della tentazione di Gesù è un racconto chiave che presenta la condizione
pienamente umana nella quale Gesù vive la relazione con il Padre.
Si hanno qui le prime avvisaglie di una prova che attraversa tutta la vita di Gesù fino
al momento culminante della croce. Tra il battesimo del Giordano e il battesimo della Croce
si apre e si snoda un cammino di progressiva fedeltà alla vocazione ricevuta. La triplice
insinuazione diabolica : “Se sei Figlio di Dio.” fa da contrappunto alla dichiarazione del
Padre al battesimo di Gesù. La tentazione dunque va alla radice della condizione filiale di
Gesù. Se Cristo avesse eluso la “povertà” della condizione umana e avesse percorso la
“scorciatoia” del successo facile, non sarebbe stato autenticamente uomo, né Figlio di Dio.
In fondo questa è la tentazione di ogni uomo, e il cristiano deve fare i conti con una simile
realtà che diventa il banco di prova della sua fede e della sua esistenza filiale. (Messalino
LDC )
TENTAZIONI NOSTRE
La tentazione fa parte della nostra esperienza quotidiana.
La tentazione di rivolgerci a Dio soltanto per chiedergli beni materiali : il cibo, il
lavoro, la salute, il buon esito negli affari, la promozione agli esami o a un buon concorso. La
parola di Dio è : “Non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di
Dio “. La prima cosa da chiedere a Dio è che ci aiuti a fare, ogni giorno, la sua volontà :
questo è il primo cibo.
La tentazione di andare in cerca del miracoloso, delle rivelazioni, delle
apparizioni, e poi magari scivolare nei maghi e negli oroscopi per ottenere quello che
vogliamo. E’ la tentazione di pretendere il miracolo da Dio per credere, piuttosto che
chiedere nell’oscurità il dono della fede ; pretendere di piegare la sua volontà alla nostra per
tirarci fuori da qualche pasticcio o farci evitare la strada della croce. L’espressione di Gesù è
fortissima : “ Non tenterai il Signore Dio tuo”.
La tentazione di cadere in ginocchio davanti agli idoli moderni del denaro e del
potere. Gli dei moderni ( denaro, potere, piaceri, usura, droga...) sono più crudeli di quelli
adorati dagli antichi. Adorare significa subordinare la propria vita a quella degli altri, a questi
idoli, vivere per essi, servirli. Non è la realtà di molte persone di oggi ? Si credono libere e
sono schiave. ( G. Nervo )
LA FORZA DELLA PAROLA
La vita cristiana è vita di fede. E’ fondata sulla Parola di Dio e si nutre di essa.
Esemplare, quindi, il ricorso di Gesù alla Parola per vincere le tentazioni. La vittoria consiste
nel dare ascolto alla parola di verità e credere in essa. Rifiutando le parole di menzogna. Urge
dunque riascoltare il vangelo della verità, perché rafforzi in ciascuno di noi una coscienza di
verità. S’impone una nuova evangelizzazione. I vescovi italiani, a Loreto, hanno scritto : “
Dalla parola di verità è anzitutto plasmata la coscienza personale. Affinché la coscienza
personale sia coscienza di verità, bisogna dunque operare per la formazione di personalità
adulte, capaci di lasciarsi giudicare e possedere dalla Verità, per diventare testimoni, con la
trasparenza della vita”. ( A. Ambrosiani )
QUARESIMA
La Quaresima anticamente era il periodo durante il quale i Catecumeni si
preparavano a ricevere il battesimo, nella notte di Pasqua. Entrando nel tempo quaresimale, la
liturgia ci invita a rinnovare e ravvivare nel nostro cuore le disposizioni con cui a Pasqua
pronunzieremo di nuovo le promesse del nostro battesimo. Tutta la Quaresima è tempo
privilegiato della conversione, del combattimento spirituale, del digiuno medicinale e
caritativo. La Quaresima è anche e soprattutto tempo di ascolto della Parola, di una
catechesi più approfondita, che richiami ai cristiani i grandi temi battesimali in preparazione
alla Pasqua. Battezzati nella morte e risurrezione di Cristo, viviamo secondo una morale di
battezzati, seguendo non una legge astratta, ma l’esempio di Cristo nella sua obbedienza
al Padre. (Messalino LDC )
CAMMINO QUARESIMALE
La Quaresima ci propone e ci invita a fare un cammino. Anzi la Quaresima è un
cammino : il cammino del popolo di Dio che nella “nube del battesimo” attraversò il deserto
e tutti mangiarono e bevvero attingendo a Cristo che li accompagnava ( 1 Cor 10, 1-4) ; la
Quaresima è ogni anno il cammino battesimale che la Chiesa, nuovo popolo di Dio,
propone ad ogni battezzato, perché possa ripercorrere e rivivere il sacramento dell’iniziazione
cristiana per una rinnovata partecipazione al mistero pasquale. Un cammino da fare con una
disponibilità interiore a perseverare nella fede e maturare in essa.
PREGHIERA
(=pregare la parola )
• Lode a te o Cristo, re di eterna gloria! Lode a te che non hai opposto resistenza allo Spirito
che ti ha condotto in luoghi di infinita solitudine. Lode a te che ci hai mostrato come vincere
la prova con la spada della Parola e della fede pura. Lode a te, vittorioso Signore, che ti sei
fatto solidale fratello di ogni nostro lottare e patire. Lode a te, o Cristo, re d’eterna gloria.
( Suore trappiste )
• Antiche e gravose proposte che sono il peso di tutta la terra, ti sono cadute addosso a ondate
come un mare di nere acque, Signore, e tu a resistere, tu solo a dire no; Signore, benché non
capiamo, noi ti crediamo per questo: perché sei tentato come uno di noi e tu per noi hai
vinto, da solo. Signore, fa che anche noi diciamo no, che dica di no almeno la tua chiesa.
( David Maria Turoldo )
• Figlio, se ti presenti per servire il Signore, preparati alla tentazione. Abbi un cuore retto e
sii costante, non ti smarrire nel tempo della seduzione. Sta unito a lui senza separartene,
perché tu sia esaltato nei tuoi ultimi giorni. Accetta quanto ti capita, sii paziente nelle
vicende dolorose, perché con il fuoco si prova l’oro e gli uomini ben accetti nel crogiolo
del dolore. Affidati a lui ed egli ti aiuterà. (Siracide 2, 1-6 )
• Signore, tu hai affrontato le difficoltà e le hai superate. Le prove che hai voluto affrontare
sono anche le mie prove: a me non compare il demonio ma compaiono nelle circostanze e
nelle difficoltà, che mi deviano con tutta facilità, se non sono vigilante. Ti ringrazio che mi
mostri come si supera la prova: si supera col coraggio e con la decisione; mi insegni che
devo combattere con certezza di vittoria perché in fondo combatto per la fedeltà a te,
combatto al tuo fianco, con la tua grazia. ( Andrea Gasperino )
• C’è una fame nel mondo più grande della fame di pane: è il desiderio di intimità con te, o
Padre, il desiderio di vivere da figli, perché “ci hai fatti per te, e il nostro cuore è inquieto
finché non riposa in te”. Fa o Signore, che tutti comprendono il senso di questo desiderio e
vengano a te.
• Aiutaci, Signore, a convincerci delle verità espresse in questo prefazio del V secolo: ” Nessun
male può colpirci dal di fuori se sappiamo controllare il nostro intimo. Nessun nemico può
sottometterci se abbiamo la pace dentro di noi. Noi siamo i primi responsabili dei nostri
errori e delle nostre sconfitte. Tutte le difficoltà spariscono se prima sappiamo guidare noi
stessi”
• O Dio, che conosci la fragilità della natura umana ferita del peccato, concedi al tuo popolo di
intraprendere con la forza della tua parola il cammino della Quaresima per vincere le
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seduzioni del maligno e giungere alla Pasqua nella gioia dello spirito. ( Colletta 1 di
Quaresima : A )
Signore della mia vita, allontana da me lo spirito dell’ozio, della tristezza, dell’amore per il
dominio e le parole vane. Accorda al tuo servo lo spirito di temperanza di umiltà, di
perseveranza e la carità che non verrà mai meno. Si, mio Signore e mio re, concedimi di
vedere i miei peccati e di non giudicare il fratelli. Perché tu sei benedetto nei secoli dei
secoli. ( Efrem il Siro )
Signore Gesù Cristo, proteggimi perché non sia vinto dalla tentazione. La vana gloria non
mi faccia perdere la condizione di figlio di Dio, non mi allontani dal rigore della penitenza.
Ma, con la tua parola di verità muta per me in pane questi rigori della penitenza, che il
tentatore chiama pietre e muti in pietre i godimenti che chiama pane. Egli non mi ponga sul
pinnacolo del tempio, facendomi stimare me stesso migliore degli altri. Non mi trasporti
sulla montagna dell’ambizione; e , sotto la spinta della cupidigia, non lo adori piegando
davanti a lui le ginocchia del mio cuore, della mi volontà e della mia intelligenza. Scaccia
lontano da me tutto ciò che si oppone, affinché adori te, mio Signore, e non serva altri
all’infuori di te. ( S. Alberto Magno )
In cambio della triplice vittoria quando fosti tentato nel deserto, fa` che l`infausto principe io
vinca, il tiranno che rendesi invisibile. Sulla parola del tuo comandamento ch`io cammini
sull`aspide e la vipera; ch`io schiacci sotto la pianta dei piedi la testa del drago attorcigliato.
(Nerses Snorhalì, Jesus, 343-344)
O Maria, tutta pura, senza il segno di una sola macchia, fa che io ti lodi con cuore mondo e
sereno. Fa che io rimanga casto, modesto, dolce, generoso, sobrio, devoto, leale, scaltro e
nello stesso tempo semplice. Fa che io sia colto e rafforzato dalla Parola di Dio, sempre
attento e fedele nel seguire il Signore. Vergine santa, guarda quanti pericoli dobbiamo
sempre affrontare, sostienici, affinché abbiamo a rimanere sempre saldi e sicuri. Proteggi e
aiuta il popolo cristiano, ottieni pace, affinché i tempi cattivi non ci turbino. ( Gregoriano )
CONTEMPLAZIONE (=silenziosa accoglienza della parola di Dio)
AZIONE
(=assunzione di impegni concreti)
La vita cristiana è vita di fede; è fondata sulla parola di Dio di essa si nutre. Diamo
ascolto alla Parola di verità, rifiutiamo le parole di menzogna: si rafforzerà in noi
la “coscienza di verità” e saremo vittoriosi nelle tentazioni.
1 Domenica di Quaresima : A
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