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La filiera del comprensorio lapideo apuo

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La filiera del comprensorio lapideo apuo
INTERNAZIONALE
MARMI E MACCHINE
CARRARA S.p.A.
La filiera del comprensorio lapideo apuo-versiliese mantiene
valore e competitività anche dopo la grande crisi internazionale.
Dal 2006 ad oggi sono cambiati profondamente i “pesi” delle componenti marmo/granito ma il
territorio ha salvaguardato il valore delle esportazioni investendo e producendo innovazione.
Carrara, 7 novembre 2013
Anche se non è ancora sancita l’uscita dalla crisi che, a partire dal 2007, produce effetti pesanti
sull’economia internazionale il lapideo italiano, pur subendo significativi ridimensionamenti su alcuni
mercati, è riuscito a mantenere, almeno in parte, le sue posizioni anche in presenza di nuovi
“competitor” sempre più aggressivi.
In questo scenario il comprensorio Apuo-Versiliese, protagonista storico del settore a livello
internazionale, è riuscito ad affrontare l’impatto della crisi sulle aziende mantenendo sostanzialmente
inalterata la filiera produttiva e trovando nuovi equilibri fra marmo e granito i due segmenti che
avevano caratterizzato il comparto a partire dalla seconda metà del secolo scorso.
L’Internazionale Marmi e Macchine, attraverso il suo Ufficio Studi, elaborando i dati storici acquisiti nel
corso degli anni sia nelle elaborazioni statistiche dell’import export sia con le indagini nazionali e locali,
ha realizzato uno studio finalizzato a valutare non solo l’impatto della crisi ma anche lo scenario
attuale confrontando i dati relativi al periodo pre-crisi 2005-2007 con l’ultimo anno disponibile, il 2012.
Lo studio è stato impostato per poter valutare le variazioni del numero delle imprese e degli addetti, la
situazione del comparto del granito, l’internazionalizzazione delle aziende, la progressiva
specializzazione del comparto del marmo e la valutazione dell’export di settore riferito al periodo
considerato e al distretto toscano.
Nel periodo esaminato le aziende del comprensorio apuo-versiliese (sedi legali) erano 726 nel 2006,
sono diventate 639 nel 2010 con un calo del -12% (Fonte INPS) mentre il numero degli addetti, che
era di 6.099 nel 2006, a fine 2010 (ultimo anno disponibile) è stato di 5.353 unità registrando un calo
del -12,23% (vedi tavola 1). Si tratta di un ridimensionamento che ha colpito uniformemente sia il
comparto estrattivo, sia quello della trasformazione (rispettivamente -11%, -12,6%), ma in misura più
contenuta rispetto alla variazione nel settore lapideo nazionale: complessivamente pari al -14%.
Tavola 1
NUMERO DI DIPENDENTI A FINE PERIODO - COMPRENSORIO (MS-LU-SP)
2006
2010
VAR% 2010/2006
ESTRAZIONE
1.517
1.351
-10,94
LAVORAZIONE
4.582
4.002
-12,66
TOTALE
6.099
5.353
-12,23
Fonte: Osservatori statistici INPS, rielaborazione IMM; NB fa riferimento ai settori estrazione lavorazione minerali non metalliferi
La contrazione è la conseguenza diretta della pesante crisi internazionale che ha provocato
dinamiche opposte della domanda interna e internazionale di lapidei.
La domanda interna ha subito, in questi anni, una pesante contrazione, come risulta dalle indagini
congiunturali IMM, mentre la domanda internazionale ha avuto un forte incremento ed ha premiato le
aziende che hanno saputo internazionalizzarsi, innovare e realizzare lavorazioni di particolare
pregio.
L’export complessivo di materiali di pregio del comprensorio apuo-versiliese è aumentato,
rispetto al 2006, sia in quantità (+2,66%) che, soprattutto, in valore (+6,77%).
Confrontando il 2012 con la media dei tre anni pre-crisi 2005-2007 (vedi tavola 2) si può procedere ad
una valutazione della dimensione del fenomeno avvenuto perché mentre le quantità di materiali
esportate (marmo + granito) sono rimaste invariate, il valori sono aumentati di quasi l’8% grazie
all’export di marmo sia grezzo (blocchi e lastre) sia lavorato.
Internazionale Marmi e Macchine Carrara spa – Viale G. Galilei, 133 – Carrara – www.immcarrara.com
Ufficio Stampa Lorenzo Marchini – tel +39 0585 787963 [email protected]
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MARMI E MACCHINE
CARRARA S.p.A.
In parallelo si è avuta una vera e propria crisi nel comparto del granito iniziata nei primi anni 2000
(vedi Figura 1), che si è amplificata negli ultimi anni e l’export di granito lavorato, che nel periodo
pre-crisi faceva mediamente registrare un valore di 161,5 milioni di euro, nel 2012 fa registrare solo
67 milioni con un calo del 58,4% nei valori e del 67% nelle quantità (vedi Tavola 2).
Tavola 2
COMPRENSORIO (MS - LU - SP)
Media 2005-2007/2012
MARMO BLOCCHI E LASTRE
MARMO LAVORATI
Subtot MARMO
GRANITO BLOCCHI E LASTRE
GRANITO LAVORATI
Subtot GRANITO
TOTALE
Tavola 2) Fonte: ISTAT, rielaborazione IMM
Media 2005-2007
Tonn
Euro
470.284
70.069.887
306.763,7
256.435.017
777.047,7
326.504.904
16.404,33
7.562.926
171.979,3
161.556.140
188.383,7
169.119.066
965.431
495.623.970
EXPORT
2012
diff. % 2012/2011
Tonn
Euro
% Q.ta' % Val.
637.360
136.666.696
35,53 95,04
260.134
327.678.431
-15,20 27,78
897.494
464.345.127
15,50 42,22
9.029
2.446.630
-44,96 -67,65
56.951
67.233.935
-66,88 -58,38
65.980
69.680.565
-64,98 -58,80
963.474
534.025.692
-0,20
7,75
Grafico-Figura 1
Comprensorio apuo-versiliese:
Valore delle esportazioni
350000000
300000000
Euro
250000000
200000000
150000000
100000000
50000000
0
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012
MARMO BLOCCHI E LASTRE
GRANITO BLOCCHI E LASTRE
MARMO LAVORATI
GRANITO LAVORATI
Fonte: ISTAT, rielaborazione IMM
È evidente che il distretto toscano si è progressivamente e autonomamente specializzato nel
segmento del “marmo” di cui, grazie alla presenza della materia prima e macchinari e
tecniche di lavorazione sempre più innovativi e performanti, è stato aumentato il valore medio
unitario all’export di circa il +23%, con esportazioni che nel 2012 solo state di oltre 464 milioni di
euro, con una crescita dei valori del +42% rispetto alla media del periodo pre-crisi.
Nella composizione dell’export l’incidenza percentuale in valore dei lavorati sul totale esportato
(blocchi, lastre e lavorati) passa da una media del 84,3% nel periodo pre-crisi al 74% nel 2012. È una
quota ancora importante nonostante la pesante riduzione dell’export di granito e questo grazie al
fatto che tale riduzione è stata compensata dall’aumento dell’export di lavorati in marmo (vedi grafico
figura 2).
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Analizzando la composizione dell’export in termini di quantità, nel periodo pre-crisi mediamente quasi
la metà dell’export era costituita da lavorati; oggi tale percentuale scende a un terzo, ma occorre
sottolineare che la riduzione sarebbe stata ben più rilevante se la contrazione dell’export di
“granito lavorato” non fosse stata compensata dal “marmo lavorato”.
Figura 2
% sull'export tot di materiali di pregio
Composizione dell'export del comprensorio apuo-versiliese
(dati in valore)
100,00
12,59
90,00
32,60
80,00
70,00
60,00
50,00
61,36
51,74
40,00
30,00
0,46
20,00
1,53
14,14
10,00
25,59
0,00
Periodo pre-crisi (media 2005-2007)
MARMO BLOCCHI E LASTRE
GRANITO BLOCCHI E LASTRE
2012
MARMO LAVORATI
GRANITO LAVORATI
Nella tavola 2 è evidente anche l’aumento dell’export di marmo in blocchi e lastre, che passa da
470 mila tonnellate di media esportate nel periodo pre-crisi a 637 mila tonnellate registrate nel
2012. Il valore medio dell’export di marmo in blocchi e lastre nel periodo pre-crisi passa da 70 milioni
di euro a 136,6 milioni di euro nel 2012 con un valore praticamente doppio grazie a una crescita dei
valori medi unitari iniziata a partire dal 2009 e causata dal forte aumento della domanda
internazionale di marmo ad opera di paesi emergenti fra i quali la Cina protagonista assoluta. Per una
corretta lettura della tavola è, tuttavia, necessario considerare che nella voce “blocchi e lastre”
sono compresi sia i blocchi grezzi propriamente detti sia le “lastre” che sono, di fatto,
prodotto di trasformazione locale con la creazione di valore aggiunto.
A livello nazionale, peraltro, la quota di lastrame all’interno della voce “blocchi e lastre” pesa, nei valori,
circa il 50%; a livello locale al momento tale voce non è purtroppo disaggregabile.
Non è difficile ascrivere anche a questo elemento collegato alla trasformazione la “tenuta” delle
aziende che hanno mantenuto quote di mercato anche in relazione alla possibilità di fornire materiali
semilavorati a prezzi competitivi grazie agli impianti di trasformazione esistenti sul territorio.
La progressiva specializzazione delle aziende toscane nel comparto del marmo ha favorito la tenuta
dei valori dell’export di lavorati ed ha compensato, almeno parzialmente, la riduzione delle
esportazioni di granito, mentre l’elevato grado di internazionalizzazione ulteriormente aumentato
negli ultimi cinque anni, ha permesso di far fronte, con l’export, al crollo della domanda interna.
“Dalla valutazione di dati certi normalmente elaborati e diffusi da IMM Carrara – dice il presidente
Fabio Felici - emerge che il distretto lapideo ha saputo affrontare una crisi difficile che ha portato ad
una pesantissima riduzione del peso del granito sull’economia complessiva compensando le relative
perdite sui mercati internazionali con una crescita complessiva dell’export del “marmo” con un deciso
aumento anche delle quote di lavorato. L’immagine finale è dunque quella di un settore vitale e di una
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filiera che si è rafforzata e che ha risposto alla crisi con la valorizzazione del prodotto locale e delle
capacità aziendali, che in questi anni ha fatto ricerca e puntato sulle tecnologie e sull’innovazione e si
conferma competitivo pur dovendo fronteggiare la progressiva perdita di peso di un settore fino a ieri
centrale come quello del granito mentre il comparto, in una situazione di estrema difficoltà è riuscito a
mantenere i livelli occupazionali. In presenza di questo quadro che può essere assunto come
elemento condiviso nei suoi elementi da tutti gli attori in campo – conclude Felici - devono essere
risolti i nodi che generano instabilità per dare certezze al comparto e accompagnarlo nel processo di
valorizzazione della materia prima e dell’innovazione con una moderna condivisione degli strumenti e
degli obiettivi”.
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