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Nessun "avviso" su quel cancello: tutti colpevoli
[CIRCONDARIO 29] LA PROVINCIA MERCOLEDÌ 23 FEBBRAIO 2011 LA VICENDA Quattro anni fa l’incidente nel cantiere La piccola Beatrice Locatelli, di soli cinque anni, fu schiacciata dal pesante cancello in ferro di tre quintali, uscito dal binario di scorrimento poco prima delle 15.30 di sabato 12 maggio 2007, nel cantiere edile di via Magistris, a pochi passi da casa. In particolare, come aveva sottolineato il medico legale Paolo Tricomi, erano risultate fatali le ferite che la bambina aveva subito alla testa. Emilio Brioschi era difeso dagli avvocati Riccardo Spreafico e Elio Verdi; Franco Brioschi dai legali Riccardo Spreafico e Stefano Pelizzari; Matteo Bugatti era difeso da Vito Zotti, Mar- ta Mauri e Giacomo Fustinoni; Davide Dell’Oro dagli stessi legali; Giuseppe Monti e Maurizio Monti, avevano come avvocati Marilena e Patrizia Guglielmana; Teresa Rusconi, avvocati Spreafico e Pelizzari. Mario Celestino Locatelli e Laura Riva, genitori di Beatrice, erano assistiti dagli avvocati Biagio Pignanelli e Dilillo, i nonni dagli avvocati Giuseppe Rusconi e Fabio Agostoni. La pena è sospesa per Franco ed Emilio Brioschi, Maurizio Monti e Rusconi Teresa. Tutti i condannati dovranno risarcire anche le spese legali sostenute dalle parti civili. [ VALMADRERA ] Nessun "avviso" su quel cancello: tutti colpevoli La piccola Beatrice, di appena 5 anni, non aveva avuto scampo. La pena più dura al fabbro: 2 anni e 4 mesi VALMADRERA Tutti colpevoli. Dopo quasi due ore di camera di consiglio il giudice Paolo Salvatore non ha avuto dubbi e ha condannato i sette gli imputati, accusati a vario titolo di concorso in omicidio colposo per la morte della piccola Beatrice Locatelli, la bambina di cinque anni morta il 12 maggio del 2007 dopo essere stata travolta da un pesante cancello in ferro. La pena più pesante, 2 anni e 4 mesi, è stata decisa nei confronti di Giuseppe Monti, il fabbro che aveva montato il cancello, secondo l’accusa, senza aver rispettato le necessarie misure di sicurezza per evitare che il cancello potesse cadere. Condannato a un anno e due mesi il figlio Maurizio che lo aveva aiutato nei lavori e che per il giudice ha avuto quindi responsabilità minori nella tragedia. Per i due fabbri il pubblico ministero Paolo Del Grosso aveva chiesto la condanna maggiore: due anni ciascuno, considerandoli i principali colpevoli del tragico incidente del 12 maggio. «Quel cancello era stato inserito sulle guide ma senza il dispositivo di fermo corsa. E il filo di ferro con il quale era stato legato non era sufficiente a garantirne la sicurezza - ha detto in sintesi il pubblico ministero -. Davanti a quel cancello non era stata sistemata alcuna recinzione o un cartello che segnalasse il pericolo e non erano state prese misure per evitare che qualcuno aprisse o muovesse quel cancello, ad esempio sistemando catene con lucchetti». Dalla discussione in aula, infatti, è emerso che quel cancello era stato montato dai due fabbri nella giornata di venerdì in attesa che il lu- IL DRAMMA La piccola Beatrice Locatelli e i fiori posti da una mano pietosa poco dopo il tragico incidente nel cantiere di via Magistris nedì successivo venissero completati i lavori, ma il giorno dopo l’installazione (quello della tragedia) diverse persone erano comunque entrate e uscite dal cantiere proprio muovendo quel cancello prima che travolgesse Beatrice. Il giudice Paolo Salvatore ha condannato in maniera pesante anche Davide Dell’Oro, responsabile della sicurezza di quel cantiere (due anni la pena decisa nei suoi confronti) e Matteo Bugatti, direttore dei lavori (un anno e sei mesi). Per i due tecnici il pubblico ministero aveva chiesto la condanna a un anno e otto mesi, spiegando come non fossero state rispettate le misure di sicurezza previste dalle varie normative del settore e non fossero stati effettuati gli adeguati controlli dopo che era stato quel pesante cancello in ferro «che sistemato in quel modo avrebbe potuto in ogni caso costituire un grosso pericolo, non solo per i passanti ma anche per gli stessi operai e muratori del cantiere» ha sottolineato sempre il pm Paolo Del Grosso nella sua requisitoria. Condannati, infine, anche i tre committenti dei lavori, vale a dire i proprietari della villetta di via Magistris nella quale erano in corso i lavori. Emilio e Franco Brioschi so- [dopo la sentenza ] L’abbraccio e le lacrime dei genitori VALMADRERA Sempre insieme, sempre uno vicino all’altra. I genitori di Beatrice in tutti questi mesi non hanno mai perso una parola di ogni udienza. Ma il momento più toccante di tutti, che ha commosso, anche alcuni presenti, si è avuto ieri sera quando il giudice Paolo Salvatore è rientrato dalla camera di consiglio per leggere la sentenza. Marito e moglie, in piedi, si sono stretti in un forte abbraccio, aspettando di ascoltare quali erano state le decisioni prese dal giudice. E quando il giudice ha letto le condanne di tutti e sette gli imputati non sono riusciti a trattenere le lacrime, abbracciati dai loro avvocati che li hanno seguito passo dopo passo. Non hanno voluto però rilasciare alcun commento: «È troppo presto, adesso - si è limitato a dire il padre - magari fra qualche giorno». Ma la tensione era davvero palpabile nell’aula al piano rialzato del palazzo di giustizia. Tesi, ovviamente, anche i sette imputati che hanno atteso con apprensione la sentenza, ma anche i loro avvocati che hanno provato nelle loro arringhe a contestare le accuse mosse ai loro assistiti dal pubblico ministero Paolo Del Grosso nella sua lunga requisitoria della mattinata. «Non sono state rispettate le misure di sicurezza nei lavori» ha detto il pm Del Grosso no stati condannati a un anno e dieci mesi, Teresa Rusconi ad un anno. Per loro il pm aveva chiesto la condanna a un anno e otto mesi per non aver controllato il rispetto delle norme di sicurezza dei lavori e per non aver rispettato il più generale obbligo di custodia del loro immobile. Nella sentenza, letta ieri sera pochi minuti dopo le 18, il giudice ha anche disposto il risarcimento dei danni che dovrà comunque essere definito in separata sede. Complessivamente le parti civili che si sono costituite nel processo avevano chiesto agli imputati risarcimenti per circa 3 milioni e mezzo. Il giudice, per il momento, ha disposto il pagamento di una provvisionale di 157 mila euro da pagare in solido ad entrambi i genitori, 39 mila euro per la sorellina della piccola Beatrice e 15.750 euro per i nonni. Dopo aver letto la sentenza, infine, il giudice Paolo Salvatore si è riservato 90 giorni di tempo per depositarne le motivazioni. P. Gia.