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In Alto i Cuori

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In Alto i Cuori
Massimo Bubola "In Alto i Cuori"
( Eccher Music- 2013)
Canzone per canzone
tutti i testi e le musiche sono di Massimo Bubola tranne Analogico-digitale scritta con
Beppe Grillo
1. HANNO SPARATO A UN ANGELO
E' una potente instant-song che si ispira ad un episodio realmente accaduto a
Roma a Tor Pignattara in via Alò Giovannoli il 4 gennaio 2012. Due rapinatori
hanno sparato e ucciso sotto il portone di casa Zhou Zeng, 32 anni, e la
figlioletta di nove mesi Joy che teneva in braccio. La moglie dell’uomo e
madre della piccola, Zenghlia, 27 anni, è rimasta ferita.
Questa ballata narra la vicenda passo per passo, come una steadicam portata a
spalla e pone una riflessione profonda da una parte sull'eterna strage degli
innocenti
" Hanno ammazzato un angelo che era ancora in piume
hanno sparato a un angelo e a un po' di eternità"
sulla paternità tragica
" Hanno sparato a un angelo in braccio al suo papà
e non possiamo credere che morta sia Pietà"
sul valore della vita umana
" Hanno sparato a un angelo, come si spara a un topo
come si spara a un sogno, come si spara al vuoto".
sulla perdita della cultura del dolore. Una pietà.
" Noi che non sappiamo stare ai piedi della Croce".
2. UN PAESE FINTO
" Vivevo in un paese finto
sognavo in un paese finto
ed era tutto quanto finto anche i miei sogni "
Così inizia questa intensa ed allucinata ballata. In un clima surreale si fa la
disamina di questo paese che stenta ormai a riconoscersi e ad avere credibilità
al suo interno prima che all'estero. Tutto sembra finto: i sentimenti, le
lacrime, le parole.
" Finti politici e finti preti
ed era tutti quanti finti anche i poeti
finti ribelli e finti gendarmi
l'unica cosa vera eran le armi".
Sul ruolo tragico della tv che viene identificata come la vita reale, anzi più
vera della vita.
"E' un paese finto, finto anche il sole
così finto che non riesci più a capire
Che cosa è finto, la Verità è nemica
finta più della TV, è ormai la vita
la nostra vita".
3. CANTARE E PORTARE LA CROCE
Passare il deserto dei giorni più duri
Delle ombre che non hanno futuro
E' una visionaria ballata elettro-acustica su questi tempi in cui ai terremoti
geologici, finanziari, sociali, alla lenta erosione delle coscienze da parte di una
sottocultura egemonica e infine della perdita progressiva di spiritualità. A
tutto questo si contrappone il patrimonio e la ricchezza della memoria,
Bisogna aver buoni ricordi
E un po’ d’infinito negli occhi
della (ri)conoscenza, della coerenza, della lealtà e del sacrificio.
Ogni pietra nasconde una goccia di sangue
Un eterno, una vita, un instante
4. AL CAPOLINEA DEI SOGNI
Sei mai arrivato al punto di non ritorno
quando si ghiacciano le parole
e non riesci più a staccare la polvere
da sopra il tuo cuore
E l'anima stride come una cancello aperto
nel vento là sul confine
e la tristezza ti rotola accanto
come un cespuglio di spine
E' una sanguinante ballata tex-mex e l’autoritratto di un uomo che guarda alla
sua generazione che aveva coltivato grandi ideali, aspettative ed progetti di
cambiamento della società e del mondo ed ha continuato a superare delusioni
e sconfitte giorno dopo giorno fino ad arrivare al capolinea dei sogni con
dignità e senza abiure sotto la livida luce di un talent show.
Da ragazzo avevi visto il mondo cambiare
o almeno avevi creduto
di averlo visto cambiare colore
come le foglie d'autunno
il tuo sentiero finisce laggiù
al capolinea dei sogni
5. LACRIME PARALLELE
Sono lacrime parallele quelle che stan scendendo piano
sono come due sorelle che si tengono per mano
E' una brano su un argomento ormai desueto: la montagna. Un amico è morto,
cioè è andato avanti, come si dice nella lingua alpina,
sono lacrime parallele quelle che adesso noi vediamo
perché tu sei andato avanti, perché sei già così lontano
non ti possono accompagnare né tua moglie, né il tuo bambino
né i tuoi amici, né i tuoi boschi e nemmeno un po' di vino
ed ha lasciato dietro di se una moglie, un figlio degli amici desolati ed il suo
rimpianto.
sono lacrime parallele le rotaie del nostro cuore
che ci seguono fino in fondo, oltre la curva del dolore
Niente può consolare questo dolore tranne le immagini della sua vita che non
si cancellano né si esauriscono.
si consumano le candele più veloci delle preghiere
quante lacrime rimaste orfane che dormiranno nella neve
6. ANALOGICO-DIGITALE
scritta e composta da Massimo Bubola e Beppe Grillo
Analogico è il legno, sulle pietre il disegno
il passare del tempo, son le frecce ed il cerchio
E' un blues funereo, derivato da riflessioni fatte da Massimo con Beppe Grillo
qualche anno fa, sulla fine della cultura contadina, quella del segno, della
ritualità, delle stagioni.
Nel percorso parallelo, delle strofe dispari, le analogiche e quelle pari, le
digitali, si contrappongono due culture: una plurimillenaria e duratura ed una
recentissima precaria e aleatoria, virtuale e surreale. Allo sforzo di una
comunità, al sogno collettivo e alla cultura della fatica e del miracolo, si
sostituiscono le visioni artificiali, l'ipercomunicazione, la precarietà dei
riferimenti e i sentimenti rarefatti. Alla cerimonia collettiva e condivisa dei
rituali del lavoro, del rito, del tempo e della terra (vedi i bassorilievi dei mesi
nel battistero di Parma dello scultore romanico Benedetto Antelami), si
contrappongono le non stagioni, e le amicizie su face book, le aggregazioni nei
centri commerciali, la perdita delle radici e di un percorso tra tante
generazioni. E' un eterno presente, senza passato e con un futuro breve a
vista.
I suoni e le frasi di chitarra elettrica più solide e rilassate nelle strofe
analogiche si contrappongono frasi di chitarra tese e più isteriche nelle strofe
digitali, a sottolineare la colonna sonora di questo lento, strano e dolente
blues.
Digitale è inodore, digitale è insapore
digitale è aleatorio, digital-provvisorio
7. A MORTE I TIRANNI
Il 15 di marzo
al centro del Senato
cadeva Giulio Cesare
più volte pugnalato
E quando disse a Bruto
- Tu figlio, mi condanni!I congiurati urlarono
col sangue sulle mani
A morte i tiranni!
E' una rock ballad elettrica sulla libertà dai tiranni e sui tirannicidi. I nostri
tempi vedono ancora l'imperversare dei dittatori e dei despoti, ma
l'invocazione viene da lontano. Le strofe del brano parlano dei sommovimenti
delle masse che abbatterono gli oppressori fin dall'antichità, dell'assassinio di
Giulio Cesare, della presa della Bastiglia e delle moderne dittature.
14 di luglio
assalto alla Bastiglia
la gente di Parigi
scatena il parapiglia
le teste cominciarono
a cadere sopra i panni
e fu la Ghigliottina
la hit per molti anni
A morte i tiranni!
8. TASSE SUI SOGNI
Tasse
Tasse
Tasse
Tasse
Tasse
Tasse
su Venere, tasse su Bacco
sul peccato, tasse sull'alcool
sulle scommesse, tasse sui vizi
per la politica e i vitalizi
per le ostriche e per lo Champagne
per le inondazioni e per la siccità
La canzone, un elettrico e scabro rock & roll, è un elenco ironico, drammatico
e sarcastico di imposte, contributi, balzelli e gabelle, reali e surreali che si
snodano in un folle elenco che sembra non avere fine. In un paese che sta
diventando uno di più tartassati al mondo e dove una delle maggiori
spiegazioni che il governo frappone è che la gran parte dell'aumento delle
tasse è dovuto proprio all'evasione delle tasse. Un gatto che si morde la coda
come un giro di r'n'r
9. UNA CANZONE CHE MI SPACCA IL CUORE
C’è una canzone che mi spacca il cuore
segreta e misteriosa
la radio sta brillando al buio
sotto un cielo pericoloso
Tu dove sei? Dove sarai? Senza di me? Stanotte?
E' uno slow scuro dove le chitarre accarezzano e stridono a rappresentare una
notte piovosa di città.
E' un girovagare in auto tutta la notte alla ricerca della donna amata che
sembra introvabile. Intorno la città intanto diventa sempre più feroce
sovrastata da una luna pericolosa e famelica. E' la sequenza di un film che
continua a girare intorno, tra mille dubbi e visioni. La gelosia si allunga come
le luci sulla strada e la ricerca si fa certezza.
C’è una canzone che mi spacca il cuore
l’hai scritta tu
crudele e fredda come un silenziatore
una 44 magnum super blue
Tu con chi sei?
Con chi starai
Lo scoprirò
Stanotte.
10 RIDAMMI INDIETRO
Le chitarre elettriche aprono questa lirica amorosa, con una richiesta ed un
rimpianto.
Ridammi quei risvegli nei giorni senza sole
Le risa che rimbalzano come sassi sopra il mare
Ridammi quella musica che s'impiglia tra i capelli
Canzoni che riparano dalla pioggia come ombrelli
E' una canzone d'amore, di un amore smarrito nel tempo. E' una canzone sui
ricordi di un bell'amore che è apparentemente perduto e dormiente.
Ridammi quelle nebbie che si alzano mentre parli
Gli angeli alla finestra che aspettano che tu li guardi
Con quei tuoi occhi scuri che attraversano le pagine
Con quei tuoi occhi scuri di polvere e di lacrime
e' un amore tra persone in là negli anni che hanno commesso uno scempio
lasciandolo morire e che lo capiscono tardi, ma lo capiscono amaramente
Ridammi quei ricordi che non hai cancellato
Ridammi quelle lettere che poi non hai bruciato
Nascondimi sul tuo seno come una piccola foto
Come una madre insonne che culla un letto vuoto
ma il tempo non si può ridonare è l'unica cosa che non si può rifondere, anche
se l'amore può perdonare il tempo anche quando il tempo è stato rubato.
Ridammi indietro il tempo un altro non ne ho
Ridammi indietro il tempo e te lo renderò
11. IN ALTO I CUORI
In alto i cuori quando il sole scende
ed il buio copre la città
In alto i cuori quando senti più freddo
e non c'è niente che ti scalderà
E' la canzone che chiude l'album. Un soul, una sorta di preghiera sul futuro.
Un' invocazione lucida per un paese che non splende.
In alto i cuori se l'anima è spenta
e resta accesa solo la TV
In alto i cuori quando tutto è silenzio
in un paese che non brilla più
Organo hammond, con un lungo solo di chitarre beneagurante accompagnano
il nostro sguardo su un paesaggio infinito e albeggiante. con una nota di
speranza
In alto i cuori se poi senti lontano
ridere e piangere e ridere di più
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