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Il Private Equity prima e dopo la crisi
Il Private Equity prima e dopo la crisi Alessandro Poli Amministratore Delegato Perennius Capital Partners Agenda 1) Perennius Capital Partners 2) Il Private Equity in uno scenario che cambia 3) I macro temi di investimento 2 Chi è Perennius Capital Partners Perennius Capital Partners SGR è stata costituita nel luglio 2007 da un gruppo di soci italiani, in joint venture con Partners Group (multinazionale svizzera leader mondiale nel settore degli investimenti Private) per proporre sul mercato italiano programmi di Private Equity con un’ottica globale PARTNERS GROUP ▪ Primo operatore mondiale nel settore del Private Equity,con asset pari a CHF 25,7 mld SOCI ITALIANI PERENNIUS CAPITAL PARTNERS ▪ Strutturazione, promozione, Exchange (Market Cap di CHF 4,0 ml) gestione e vendita di fondi mobiliari chiusi di diritto italiano dedicati al Private Equity globale ▪ 370 professionisti in 11 uffici ▪ Propone i propri prodotti ad ▪ Quotata al Swiss Stock operativi nel mondo ▪ Annovera tra i suoi clienti alcuni tra i maggiori investitori istituzionali a livello mondiale investitori qualificati italiani ▪ Maggiori società assicurative, casse professionali e holding finanziarie italiane tra i suoi sottoscrittori ▪ Tutti indipendenti ▪ Importante track record nel mondo professionale e della finanza italiana ▪ Elemento di garanzia per l’elevata professionalità e reputazione ▪ Management team con background diversificati e forte esperienza nel settore ▪ Soggetta alla vigilanza ed autorizzazione di Banca d’Italia 3 Consiglio di Amministrazione Giampio Bracchi (Presidente) Sandro Salvati (Vice Presidente) ▪ Presidente di RDB, Intesa Private Banking, Milano-Serravalle, ▪ Presidente del Comitato Consultivo dell’ANIA AIFI, Fond. Politecnico di Milano e board member CIR, Amplifon, Banca del Sempione, ABI ▪ Consigliere Presidenza del Consiglio (94-96) ▪ Vice Presidente di Banca Intesa, board member Cariplo, INPS, Treccani ▪ AD di Toro Assicurazioni (2005-06), Alleanza Assicurazioni (199804), Lloyd (1991-98), Allianz Italia (1991-98) e DG RAS (1991-98) ▪ Senior executive Zurich (1988-91) e SAI (1970-87) ▪ Board member Antonveneta e Banca Intesa ▪ Professore di Sistemi Informativi (Politecnico Milano) Roberto Poli (Consigliere) Luigi Carnelli (Consigliere) ▪ Presidente dell’ENI dal 2002 ▪ Dal 1977 al 2006 in Banca Commerciale Italiana (ora Intesa San ▪ Presidente, board member e/o sindaco in importanti società, tra cui: IRI, Enichem, Merloni, Banca Commerciale Italiana, Fondazione Cariplo, Mondadori, RCS, Fininvest ▪ Fondatore nel 1969 della Poli e Associati ▪ Professore di Finanza (Università Cattolica Milano) Paolo), con responsabilità di varie filiali (Londra, Tokyo, Toronto) e, dopo il 2000, delle attività internazionali della banca ▪ Board member Sudameris, VUB, Wiese Sudameris, SEB, CentralEuropean International Bank, CLS Bank NY ▪ Università Bocconi (Milano) Marcel Erni (Consigliere) Alessandro Poli (Amministratore Delegato) ▪ Co-fondatore di Partners Group (nel 1996) e Vice-Chairman e ▪ AD/DG di Poli e Associati (dal 2002) e co-fondatore e AD Chief Investment Officer della società Longitude (2000-01) ▪ Private banker in Goldman Sachs (1994-96) ▪ Consulente in Bain & Company (1997-00) ▪ Consulente in McKinsey (1992-94) ▪ M&A Advisory in JP Morgan (1993-96) ▪ MBA presso University of Chicago ▪ KPMG Int’l Tax (1992-93) ▪ Doctorate and Master Degree in Finance and Banking (St. ▪ Università Bocconi (Milano), HEC (Parigi) Gallen, CH) ▪ Dottore commercialista e Revisore Contabile 4 Chi è Partners Group Track record di Partners Group¹ Uffici di Partners Group nel mondo Europa (IRR netti 1997-2009) Global Headquarter Londra Zurigo 14,8% Milano 9,4% Guernsey Partners Group Thomson Reuters Lussemburgo Nord America (IRR netti 1997-2009) Tokyo 14,3% 8,5% Partners Group Thomson Reuters AUMs CHF 25,7 mld Capitalizzazione CHF 4,0 mld Professionisti 370 Pechino New York Sydney San Francisco Singapore Hub per Real Estate Hub per Asia ¹ Track record al 31/12/2009. Dati al netto delle commissioni riconosciute ai gestori dei fondi sottostanti, ma al lordo delle fees spettanti a Partners Group. Ai fini di benchmark si è fatto riferimento al dato medio elaborato da Thomson Reuters per il periodo 1997-2006 5 Agenda 1) Perennius Capital Partners 2) Il Private Equity in uno scenario che cambia 3) I macro temi di investimento 6 Il mercato del Private Equity Evoluzione della raccolta e degli investimenti a livello globale (1998-2009) in US$ Mld 500 459 450 Capitale raccolto 437 Capitale investito 450 400 350 300 262 235 250 191 200 150 100 297 277 154 123 133 177 103 70 216 189 157 93 87 117 88 2002 2003 134 112 96 50 0 1998 1999 2000 2001 2004 2005 2006 2007 2008 2009 Nel 2009 si è assistito ad un crollo della raccolta e del capitale investito Fonte: PwC Global Private Equity Report 2008; IFSL; UBS Private Equity Market Update 2010 7 I trend nell’industria del Private Equity ▪ I gestori large e mega-cap buyout diventano ricchi con le commissioni di gestione 1 e non, come avveniva in passato, con le commissioni di performance ▪ Nel 2006, solo 18 buyout firms guadagnavano più di US$ 100 mln di commissioni di gestione mentre nel 2009 sono 61 ▪ A differenza dei mega fondi (che sono ormai degli alternative asset manager), i 2 fondi growth e mid-market sono tornati a focalizzarsi sulla attività “core”, cioè l’investimento nelle aziende ed il loro miglioramento operativo ▪ Spaccatura “ideologica” tra grandi LBO funds ed il resto del mercato ▪ Il Congresso americano potrebbe decidere che le banche siano obbligate ad 3 uscire da hedge funds e Private Equity ▪ Direttiva AIFM prevede l’irrigidimento della normativa sul Private Equity sulla falsariga di quanto impostato in Italia dieci anni fa dalle autorità di vigilanza ▪ Asia e mercati emergenti destinati a pesare in maniera predominante sui mercati 4 internazionali ▪ Focalizzazione del Private Equity su segmenti precedentemente considerati di nicchia (energy / infrastrutture / real estate) 8 Analisi relativa di mercato H1-2006 Nord America Buyout Venture/Growth Europa Asia / Mercati emergenti Large Mid Small Large Mid Small Large Mid Small Manager Financial Manager Financial Manager Financial Mid Mid Large Small Large Small Large Mid Small Venture Manager Venture Growth Financial Growth Venture Manager Venture Growth Financial Growth • Fuori dai fondi di large-cap buyout (eccesso di leva, speculazione, bolla) Venture Manager Venture Growth Financial Growth Primari Secondari Diretti/Co-invest. Primari Secondari Diretti/Co-invest. H1-2010 Nord America Buyout Venture/Growth / / Europa Venture Manager Venture Growth Financial Growth Venture Manager Venture = Underweight / strong underweight Growth Financial Growth Venture Manager Venture Growth Financial Growth • Forte focus su Asia e piccoli fondi specializzati in Europa • Rientrare nei buyout e nel growth capital con coinvestimenti diretti e mezzanino Asia / Mercati emergenti Mega Large Mid Small Mega Large Mid Small Mega Large Mid Small Manager Financial Manager Financial Manager Financial Mega Large Mid Small Mega Large Mid Small Mega Large Mid Small • Sottopesare i secondari (transazioni a premio sul NAV) Primari Secondari Diretti/Co-invest. Primari Secondari Diretti/Co-invest. • Focus su secondario ancora forte ma in rapida diminuzione dopo boom 2008/09 • Asia e mercati emergenti sempre più al centro della strategia globale = Overweight / strong overweight Un approccio di attrattività relativa permette di investire esclusivamente nei segmenti giudicati di volta in volta più promettenti 9 Dispersione dei rendimenti Dispersione delle performance dei gestori nel mercato statunitense¹ 44,9% 10x 9x Differenza nel rendimento tra i fondi migliori ed il totale dei fondi in Europa² US Venture Capital US Other Private Equity 11,1% 8x 34,6% 33,8% TVPI 7x 13,2% 6x 5x 17,8% 4x 11,5% 3x 2x 6,3% 1x 11,4% 11,6% 9,6% 2,0% 0x -100% -80% -60% -40% -20% 0% 20% 40% 60% 80% 100% IRR [%] Top Quartile Totale Settore La crisi aumenterà la dispersione dei rendimenti, rendendo ancora più cruciale la capacità di selezionare esclusivamente i migliori gestori ¹ Fonte: Thomson Reuters; Ranked Statistics Report al 31.12.2008 ² Fonte: Pan-European Survey of Performance – 2006 10 I rendimenti nel Private Equity Rendimenti storici del Private Equity e del mercato azionario¹ USA EUROPA 3 anni 5 anni 10 anni 20 anni Venture Capital -2,8% 5,7% 9,9% 17,2% Buyout -0,3% 5,9% 4,7% 9,1% S&P 500 -6,3% -0,2% -2,4% 6,4% Venture Capital -1,6% 1,0% -1,3% 1,6% Buyout 0,8% 7,7% 9,1% 11,8% -11,2% -0,8% -0,2% n.d. Euro STOXX 50 I rendimenti dei buyout e del venture capital hanno sistematicamente battuto quelli ottenuti dai mercati azionari su tutti gli orizzonti temporali… ¹ Indici azionari (S&P 500 e Euro STOXX 50) al 31 Marzo 2010; Buyout e Venture Capital al 30 Giugno 2009 Fonte: Thomson Reuters (Investment Horizon Performance Report), Bloomberg 11 I rendimenti degli asset reali Rendimenti storici dei real assets e del mercato azionario Rendimenti netti annualizzati 3 anni 5 anni 10 anni Volatilità a dieci anni Private natural resources 13,8% 27,0% 19,7% 12,1% Private infrastructure 8,5% 12,0% 11,7% 6,4% S&P 500 -6,3% -0,2% -2,4% 18,1% … ma alcuni segmenti di mercato hanno fatto ancora meglio, ottenendo rendimenti corretti per il rischio sensibilmente superiori a quelli dei mercati azionari Nota: S&P 500 al 31 Marzo 2010; Private Infrastructure e Natural Resources al 31 Marzo 2009 Fonte: Cambridge Associates; Colonial First State; Bloomberg 12 Cosa è cambiato Primari / Diretti “Old World” ▪ ▪ ▪ ▪ ▪ Contributo di equity fino al 25% Covenant flessibili Debito disponibile a basso costo Grandi operazioni e Public-to-Private Mercato principale Stati Uniti, poi Europa, infine paesi emergenti ▪ Multipli di entrata elevati ▪ Holding period brevi (2 anni), grazie a exit markets “New World” ▪ ▪ ▪ ▪ ▪ ▪ Pochi fondi in fundraising, pochi deal conclusi Focus su mid-market e growth capital Contributo di equity > 50% (fino al 100%) Difficoltà ad ottenere finanziamenti Reintroduzione di covenants tradizionali Focus su creazione di valore a livello operativo nelle aziende partecipate ▪ Holding period più lunghi (da 4 a 6 anni) Secondari favorevoli ▪ ▪ ▪ ▪ ▪ Prezzi di acquisto elevati, spesso a premio sul NAV Elevata domanda per gli investimenti secondari pochi compratori) Aste competitive Pochi portafogli di alta qualità “Sellers’ market” ▪ Prezzi ridotti con forti sconti sul NAV ▪ Squilibrio tra domanda e offerta (molti venditori ▪ Spread tra bid e ask consente di chiudere solo una frazione dei trade potenziali ▪ Larga prevalenza di distressed sellers e portafogli di alta qualità in vendita ▪ “Buyers’ market” Il mondo del Private Equity è tornato ai fondamentali (finalmente!) 13 Le operazioni prima e dopo la crisi Enterprise value US$ 2,0 mld Dato mediano transazioni di Private “Old World” Equity pre-crisi Dato mediano transazioni di Private Equity post-crisi “New World” US$ 0,3 mld Multipli di entrata (EV/EBITDA) 9,5x Livelli di debito Debito in percentuale della capitalizzazione - 32% Debito su EBITDA 6,5x 60% 6,0x 2,3x 35% Acquisizione di società di minori dimensioni, a prezzi di mercato più contenuti e con un minore utilizzo della leva finanziaria Fonte: Partners Group; dati pre-crisi su 2005-2008, post-crisi su 2009 14 I drivers nel Private Equity Multiplo 2004 - 2006 2007 - 2009 2010 - ? Δ tra entrata e uscita ☺ ☺ Holding period ☺ ☺ ☺ ☺ ☺ ☺ Aspetti operativi Crescita per via interne ed esterne Rapporto di leva Aspetti finanziari Tassi Il Private Equity è una asset class aciclica poiché presenta elementi che contribuiscono in maniera positiva ed altri in maniera negativa ad ogni fase del ciclo economico 15 “New World”: un caso concreto 2004 2006 H2 08 - H1 09 H2 09 - H1 10? EBITDA della società (EURm) Multiplo effettivo al closing (EV / EBITDA) Enterprise value all’entrata (EURm) Debito totale/ EBITDA 100 8,0x 800 5,0x 100 10,0x 1.000 7,0x 90 85 5,0x 425 3,0x Debito da rimborsare (EURm) 500 700 Equity richiesto (EURm) 300 300 Holding period Crescita dell’EBITDA (p.a.) EBITDA all’exit (EURm) Aspettativa di prezzo all’exit (EV / EBITDA) Enterprise value all’exit (EURm) 4 10% 146 8,0x 1.171 3 10% 133 10,0x 1.331 Capacità di rimborso del debito(% of EBITDA p.a.) Debito totale all’exit (EURm) Equity (EURm) 25% 372 799 25% 609 722 15% 174 575 2,7x 28% 2,4x 34% 3,4x 28% Entrata N O Margini Multipli Debito 255 170 Exit 5 8% 125 6,0x 749 D E A L Holding Period Δ MOL Rendimenti Multiplo IRR Deal activity Multiplo IRR Con la crisi cambia il contributo di ciascun fattore alla creazione di valore, tuttavia i rendimenti rimangono significativi 16 ≈ Il mercato secondario Evoluzione dello sconto / premio sulle operazioni di secondario (2003-2009)¹ % del NAV 120% Forecast ▪ Venditori distressed in rapida diminuzione Premio sul NAV 100% Sconto sul NAV 80% Average high Average median 60% 40% Average low 20% 0% H1 H2 H1 H2 2003 2004 2005 2006 2007 H1 2008 2008 2009 2009 2010 ▪ NAV trimestrali hanno ormai pienamente recepito le nuove condizioni macroeconomiche ▪ Maggiore visibilità / prevedibilità del quadro economico generale e delle performance dei singoli gestori ▪ Chiusura del delta tra domanda e offerta La finestra di opportunità per acquistare partecipazioni in Private Equity sul mercato secondario a forti sconti si sta rapidamente chiudendo ¹ Fonte: Cogent Partners, Secondary Pricing Analysis Update, January 2010 17 Agenda 1) Perennius Capital Partners 2) Il Private Equity in uno scenario che cambia 3) I macro temi di investimento 18 Temi di investimento per i prossimi anni CO-INVESTIMENTI IN SETTORI DIFENSIVI ▪ Focus sulle operazioni a carattere “industriale” ▪ Particolare attenzione ai settori aciclici che risentono in misura inferiore o nulla degli effetti della crisi economica ▪ Operazioni “all-equity” (leva finanziaria solo in presenza di alta stabilità dei cash flow) ASSET REALI ▪ Possibilità di capitalizzare su trend “secolari” ▪ Protezione dall’inflazione ▪ Eccellente profilo di rendimento ponderato per un livello di rischio basso ▪ Crescita sostenuta del PIL grazie al progressivo aumento della classe media ASIA E MERCATI EMERGENTI ▪ Stabilità politica e forte crescita economica nei maggiori paesi (Cina, India, Brasile, Corea) ▪ Il Private Equity è lo strumento migliore per investire nelle aziende asiatiche e “catturare” la crescita dell’area 19 Co-investimenti in settori difensivi SETTORI Medicale / case di cura Retail e Alimentare Reti e Telecomunicazioni Settori con alte barriere all’entrata China Forestry BARTEC ▪ Elevata stabilità e prevedibilità dei flussi di cassa Tutti questi settori condividono: ▪ Ridotto grado di correlazione con il ciclo economico ▪ Limitato utilizzo della leva finanziaria 20 Perché investire in asset reali ▪ Grazie al legame diretto con i prezzi, gli asset 1 reali rappresentano un modo particolarmente efficiente per salvaguardare il proprio portafoglio in uno scenario di elevata inflazione ▪ Storicamente, le risorse naturali e le 2 infrastrutture sono state in grado di ottenere rendimenti corretti per il rischio maggiori rispetto a quelli dei mercati azionari ▪ Si tratta di un asset class che, basandosi su 3 asset “fisici”, ha natura difensiva ed offre una significativa diversificazione al portafoglio complessivo Gli asset reali dovrebbero essere sempre inclusi nei portafogli degli investitori istituzionali! 21 Perché investire in Asia e nei paesi emergenti (1 di 2) Sviluppo della classe media¹ Crescita del PIL a breve e lungo periodo² Crescita del PIL attesa (% ) Milioni di persone 1.140 227 Est Asiatico Asia del Sud Asia New Europe America Latina Middle Est Africa Dimensione relativa del PIL ai tassi di cambio di mercato (USA base 100) 2010 2011 2007 2050 USA 3,1 2,9 100 100 Cina 9,7 8,2 23 129 India 7,7 8,0 7 88 Indonesia 5,6 5,9 3 17 Brasile 5,0 4,5 8 26 Russia 3,5 4,3 8 17 Italia 0,7 1,1 14 10 Germania 1,6 1,6 22 14 Francia 1,5 1,6 17 14 UK 1,3 2,1 18 14 L’Asia ha davanti un percorso di crescita di lungo periodo che nei prossimi decenni ne farà la principale area economica del pianeta ¹ Fonte: Global Economic Prospects – “Managing the Next Way of Globalization 2007 ” – World Bank ² Fonte: Economist; PWC – “The World in 2050: Beyond the BRIC’s” 22 Perché investire in Asia e nei paesi emergenti (2 di 2) Cina India Fondi di Private Equity raccolti ed investiti in Cina Fondi di Private Equity raccolti ed investiti in India US$ mld US$ mld 20 20 15 15 10 10 5 5 0 0 2001 2002 2003 2004 2005 Fondi raccolti 2006 2007 2008 2009 2001 2002 2003 Fondi investiti 2004 2005 Fondi raccolti Australia 2006 2007 2008 2009 Fondi investiti Brasile Fondi di Private Equity raccolti ed investiti in Australia Fondi di Private Equity raccolti ed investiti in Brasile US$ mld US$ mld 20 8 15 6 10 4 5 2 0 0 2001 2002 2003 2004 2005 Fondi raccolti 2006 2007 Fondi investiti 2008 2009 2001 2002 2003 2004 2005 Fondi raccolti 2006 2007 Fondi investiti Fonte: AVCJ; LAVCA; EMPEA 23 2008 2009 Conclusioni I criteri chiave per investire con successo in questa asset class ▪ Presenza geografica globale ma conoscenza dei singoli mercati ▪ Capacità di co-investire con i migliori gestori del mondo ▪ Trasparenza degli investimenti e controllo stringente sul gestore ▪ Disciplina nell’attività di risk management e monitoraggio degli investimenti Le risposte per gli investitori Uffici nei diversi continenti con professionisti locali Approccio integrato (primari + secondari + diretti) Utilizzo di strumenti regolati da Banca d’Italia e gestiti da SGR italiane Team dedicati all’analisi ex-ante ed al monitoraggio 24