PRIVATE EQUITY: RUOLO E POLITICHE DI INVESTIMENTO DEI
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PRIVATE EQUITY: RUOLO E POLITICHE DI INVESTIMENTO DEI
0100.art_A_513_0100.art_A_513.qxd 17/09/13 15.30 Pagina 49 economia & management 5 - 2013 conca - pisani PRIVATE EQUITY: RUOLO E POLITICHE DI INVESTIMENTO DEI LIMITED PARTNER ITALIANI Valter Conca Professore associato di Economia e Gestione delle Imprese, docente SDA Bocconi e direttore del Laboratorio Private Equity e LBO della SDA Bocconi [email protected] Raoul Pisani Professore ordinario, Facoltà di Economia, Università di Trento QUESTO ARTICOLO ESAMINA LA RELAZIONE FRA LIMITED PARTNER E GENERAL PARTNER NEL MERCATO ITALIANO DEL PRIVATE EQUITY. LO SCOPO È ANALIZZARE I CRITERI DI ALLOCAZIONE DELLE RISORSE E IL GRADO DI SODDISFAZIONE DEGLI INVESTITORI ISTITUZIONALI NEL CONTESTO DI UN MERCATO CHE VEDE UN FORTE RIDIMENSIONAMENTO DEI [email protected] RENDIMENTI. L’ANALISI SUL SETTORE È STATA REALIZZATA SUL DATABASE CONI MENTRE L’INDAGINE SULLE ESIGENZE DEI LIMITED PARTNER È STATA REALIZZATA TRAMITE UN QUESTIONARIO INVIATO AI PRINCIPALI LIMITED PARTNER ITALIANI I CUI RISPONDENTI SPIEGANO IL 52% DEI FONDI INVESTITI. 49 © RCS Libri SpA - TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI DEL LABORATORIO PRIVATE EQUITY & LBO DELLA SDA BOC- 0100.art_A_513_0100.art_A_513.qxd 17/09/13 15.30 Pagina 50 v. conca, r. pisani economia & management 5 - 2013 pe: ruolo e politiche di investimento dei limited partner italiani PRIVATE EQUITY: ROLE AND INVESTMENT POLICIES OF ITALIAN LIMITED PARTNERS This article examines the relationship between Limited Partners and General Partners in the Italian private equity market. The aim is to verify the policy of allocation criteria, and the LP’s satisfaction in a context of volatile performances. The analysis of the market trends was performed on the basis of the SDA Bocconi Laboratorio Private Equity and LBO database, while the survey about the Limited Partners demands was based on a questionnaire sent to the major Italian Limited Partners, and their answers accounted for 52% of the funds invested. © RCS Libri SpA - TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI π π π INTRODUZIONE L’attuale situazione di contrazione del mercato creditizio e l’andamento dell’economia reale si associano al ridimensionamento dei rendimenti degli operatori di Private Equity (PE) creando difficoltà nella fase di fundraising. Negli ultimi tre anni, nonostante la lieve ripresa nel numero di nuovi investimenti effettuati in Italia, il volume della raccolta ha subito un significativo rallentamento, come testimoniato dai dati AIFI (2011), peraltro in linea con il trend del mercato europeo (EVCA 2011).1 Secondo la definizione di Gompers e Lerner (2000), l’attività degli operatori di PE è caratterizzata dalle tre classiche fasi di raccolta, di investimento e di dismissione. In questo contesto gli attori principali sono i Limited Partner (LP) e i General Partner (GP). I LP rappresentano coloro che in qualità di investitori finanziano l’attività di PE, i GP selezionano e gestiscono le singole operazioni di investimento. Queste categorie di attori sono diversamente regolamentate sulla base del contesto giuridico nazionale di riferimento (Cumming et al. 2009):2 negli USA, per esempio, non esiste obbligatorietà di reporting e il legame tra LP e GP è basato su libere regole di mercato, mentre nel contesto italiano la natura di servizio finanziario implica il rispetto della normativa di vigilanza settoriale. A prescindere dal contesto normativo, il rapporto tra LP e GP si caratterizza anche per una fitta rete di legami economici e finanziari. Tale relazione è stata spesso analizzata mediante il framework rappresentato dalla teoria dell’agenzia specificamente per il PE (Reid, Smith 2003; Gifford 1997). Il LP (principal) delega il potere decisionale al GP (agent) il quale agisce nell’interesse dello stesso LP. Tale legame, tuttavia, non segue schemi uniformi e non vi è sempre contezza delle regole che definiscono la relazione tra investitori e società di gestione del fondo (Caselli 2010). In alternativa all’at- 50 1. Il lavoro sintetizza i risultati di una ricerca svolta in collaborazione con Alvarez & Marsal, Di Tanno Associati, EpYon, BEN - Business Engineering Network, Pedersoli e Associati, Experis, Clessidra e discusse nel convegno “Il ruolo e il comportamento dei Limited Partners italiani” tenutosi il 7 luglio 2011 presso l’Università Bocconi. 2. Come si evidenzia dal lavoro di Cumming: “In the United States, there are no mandatory financial reporting rules or privately-held firms. While firms are therefore, in principal, free to choose how and on which grounds they want to provide financial reporting, most of them rely at least to some extent on the guiding principles of U.S. Generally Accepted Accounting Principles (GAAP). The fact that they to some extent voluntarily adhere to the existing U.S. GAAP guidelines is mainly due to two factors.[...] Hence, there is a minimum standard in the European Union thereby differentiating the reporting requirements from their counterparts in the United States, as they are based on a binding legal re- 0100.art_A_513_0100.art_A_513.qxd 17/09/13 15.30 Pagina 51 pe: ruolo e politiche di investimento dei limited partner italiani quirement and not on voluntary disclosure, or an agreement between a company and its investors/funds”, Cumming D., Gill A., Walz U., “International PE Valuation and Disclosure”, Northwestern Journal of International Law & Business, 29, 2009, pp. 617-642. conca - pisani tivazione di meccanismi di controllo basati sulla teoria dell’agenzia (anche al fine di mitigare i relativi conflitti), alcuni autori (Teti, Dell’Acqua, Zocchi 2012) hanno recentemente indagato la relazione fra l’adozione di criteri di responsabilità sociale nella selezione degli investimenti e performance ottenuta dai fondi verificando l’esistenza di una relazione positiva. Secondo gli autori citati, l’adozione di criteri di responsabilità sociale nella politica di investimento da parte dei GP sembra produrre un aumento del livello di trasparenza fra GP e LP mitigando le asimmetrie informative e riducendo i costi di agenzia. Alcune ricerche (Kaplan, Schoar 2005) nel recente passato hanno dimostrato come gli investitori selezionino i GP sulla base delle performance precedenti e come all’aumentare del grado di liquidità del LP diminuisca l’incentivo al monitoraggio attuato dallo stesso verso il GP (Bhide 1993; Aghion et al. 2000). Parimenti altri autori (Lerner, Schoar 2003) dimostrano che per i GP essere finanziati da investitori liquidi rappresenta un beneficio per la ricerca di nuovi fondi. Un ulteriore contributo sui meccanismi di selezione e controllo degli investimenti dei PE funds è poi offerto da un recente ulteriore articolo (Caselli, Garcia-Appendini, Ippolito 2012). Nell’ultimo decennio diversi autori (Gompers, Lerner 1999) hanno analizzato i fattori che influenzano il funding, rilevando che gli investimenti dei LP dipendono principalmente dai vincoli di vigilanza prudenziale, dal trattamento fiscale degli investimenti medesimi e dalla domanda di fondi da parte delle imprese finanziate (che risulta dipendere dal tasso di crescita del PIL e dagli investimenti in R&D). Altri studi (Jeng-Wells 2000) hanno individuato come determinanti per attrarre investimenti da parte dei LP nel mercato del PE e del Venture Capital (VC) il numero e la frequenza di IPO. Mayer et al. (2005) hanno mostrato come la maggiore presenza di investitori istituzionali in un paese non determini automaticamente l’ampiezza del locale mercato del PE e del VC. Ulteriori studi (Groh, Liechtestein, Lieser 2010), confermando l’attitudine a investire a livello internazionale, evidenziano come la capacità di un paese di attrarre investimenti in società non quotate dipenda in primo luogo da specificità giuridiche del paese medesimo in termini di regole di investor protection e di corporate governance a tutela dei fondi investiti e in secondo luogo dall’ampiezza del proprio mercato dei capitali. Peraltro, circa l’importanza assunta dalle regole di investor protection, altri contributi (Nahata 2008) avevano rilevato come la reputation dei GP fosse un fattore particolarmente cruciale per attrarre investimenti da parte dei LP. Alla luce degli spunti emersi dalla letteratura precedentemente citata sono state individuate le seguenti ipotesi di ricerca: come si sta evolvendo il mercato del PE e quali elementi ne caratterizzano il profilo strutturale? Quali sono le principali motivazioni che spingono i LP a investire e come si articola il loro grado di soddisfazione? Come vengono allocate le risorse? Quali fattori condizionano la scelta di destinare risorse verso un determinato GP e quali sono i requisiti di controllo e di disclosure richiesti? La capacità di un paese di attrarre investimenti in società non quotate dipende da norme di investor protection 51 © RCS Libri SpA - TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI economia & management 5 - 2013 0100.art_A_513_0100.art_A_513.qxd 17/09/13 15.30 Pagina 52 v. conca, r. pisani economia & management 5 - 2013 pe: ruolo e politiche di investimento dei limited partner italiani π π π METODOLOGIA DELLA RICERCA La ricerca ha analizzato il comportamento dei LP italiani, costituito da investitori istituzionali (in prevalenza banche, compagnie di assicurazione, casse di previdenza e fondazioni) caratterizzati da differenti modelli di vigilanza prudenziale, quindi di autonomia/libertà nell’effettuare investimenti nel settore del PE. I dati sono stati raccolti attraverso un’analisi di bilancio cui si è aggiunto un questionario che, sulla base degli spunti emersi nella letteratura di riferimento, ha inteso indagare nel contesto italiano i rapporti fra LP e GP, le modalità di selezione di questi ultimi da parte dei primi, l’importanza della reputazione nel processo di selezione, il grado di soddisfazione/insoddisfazione degli investimenti sin qui realizzati. Il questionario è stato inviato ai principali LP italiani selezionati all’interno del database del Laboratorio PE & LBO della SDA Bocconi.3 La ricerca è stata avviata nel secondo semestre del 2010: le informazioni raccolte sintetizzano i primi risultati di un’analisi che sarà ripetuta nei prossimi anni. I dati sono stati elaborati attraverso metodologie di statistica descrittiva e interpretati alla luce dei più recenti trend di mercato. Il lavoro ha permesso di confermare alcuni spunti emersi dalla letteratura internazionale e di cogliere l’interrelazione tra l’attuale trend di mercato, le strategie dei GP e il conseguente rapporto con i LP. L’analisi del mercato si è basata sulle operazioni effettuate e rilevate annualmente nel database del Laboratorio PE & LBO. Per meglio contestualizzare il comportamento dei LP e dei GP si è ritenuto opportuno dapprima esporre i risultati relativi al trend di mercato e successivamente, anche alla luce di tali dati, illustrare i risultati provenienti dall’indagine sui LP. 3. I ritorni del questionario hanno dimostrato una copertura di circa il 52% del mercato. © RCS Libri SpA - TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI π π π IL TREND DI MERCATO La lettura del mercato del PE è meglio interpretabile se verificata su orizzonti di lungo periodo, infatti solo i dati in serie storica riescono a evidenziare gli elementi strutturali da quelli contingenti (Banca d’Italia 2009). Nonostante le attuali difficoltà di mercato e il forte rallentamento dal 2008 a oggi, autorevoli studiosi (Lerner 2008) hanno dimostrato che nel lungo periodo le società venture backed non falliscono più delle altre, confermando la capacità di adattamento del settore. Per quanto concerne il mercato domestico, peraltro in linea con la situazione di altri mercati europei, le evidenze empiriche segnalano con particolare riferimento agli anni 2009 e 2010: Ω una stabilità nel numero di nuove acquisizioni, assai lontano dai livelli precedentemente raggiunti; Ω una forte criticità dei processi di disinvestimento; Ω un crescente allungamento della durata delle partecipazioni in portafoglio (holding period); Ω una lieve ripresa dei prezzi in ingresso; Ω una seria difficoltà a finanziare le operazioni a leva. Dopo la fase di grande sviluppo chiusa nel 2008 il mercato italiano si è sostanzialmente stabilizzato al ribasso Dopo la fase di grande sviluppo chiusasi nel 2008 il mercato italiano si è sostanzialmente stabilizzato attorno a valori contenuti nel numero di operazioni effettuate, anche se si può rilevare una lieve e costante ripresa dal 2009 al 2011. 52 0100.art_A_513_0100.art_A_513.qxd 17/09/13 15.30 Pagina 53 pe: ruolo e politiche di investimento dei limited partner italiani economia & management 5 - 2013 conca - pisani Ai nuovi investimenti si devono poi aggiungere le acquisizioni cosiddette di add-on, ovvero le acquisizioni successive alla prima operazione (Hoffmann 2008). Una volta acquisita una società, la strategia del fondo è sempre più frequentemente orientata a un processo di aggregazione con altre entità al fine di raggiungere dimensioni più efficienti ed economicamente più rilevanti. L’obiettivo è di facilitare la successiva strategia di uscita disponendo di una società più appetibile per terzi compratori. La criticità delle exit strategy è ben visibile dal confronto tra i flussi in entrata e in uscita pari a quarantuno disinvestimenti totali a cui si aggiungono nove disinvestimenti parziali nel 2011. Ne consegue che le difficoltà di uscita si riverberano sulla durata dell’holding period: delle 797 società in portafoglio, più della metà sono detenute da oltre quattro anni e poco più di un terzo da oltre sei anni. tabella 1 il mercato italiano: stock e flussi in/out Mercato italiano 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 135 99 95 96 89 106 129 126 162 68 77 84 3 0 2 3 1 5 6 21 22 14 11 6 138 99 97 99 90 111 135 147 184 82 88 90 N. disinvestimenti totali 23 33 37 47 44 55 72 78 73 43 34 41 Ω detenute da oltre 4 anni 0% 15,2% 5,4% 17% 18,2% 29,1% 40,3% 39,7% 32,9% 44,2% 38,2% 43,9% Ω detenute da oltre 6 anni 0% 0% 0% 2,1% 2,3% 5,5% 6,9% 14,1% 11% 30,2% 14,7% 12,2% Ω durata media way-out (anni) 1,4 2,4 2,4 2,7 3,2 3,5 4 4,1 3,5 4,7 4,3 4,3 4 2 6 8 11 11 10 14 10 6 13 9 261 325 383 432 471 519 570 613 700 721 755 797 Ω detenute da oltre 4 anni 7,7% 7,4% 14,9% 19,9% 34,2% 39,5% 40,4% 40,1% 39% 44,1% 51,8% 59,1% Ω detenute da oltre 6 anni 0,4% 1,2% 3,4% 4,6% 9,8% 13,9% 23% 26,3% 26,7% 28,7% 32,7% 36,9% Variazione partecipazioni in portafoglio - 24,5% 17,8% 12,8% 9% 10,2% 14,2% 3% 4,7% 5,6% Società acquisite Operazioni di add-on Totale operazioni N. disinvestimenti parziali N. partecipazioni in portafoglio 9,8% 7,5% 4. Non vi è dubbio che se prima del 2008 la profittabilità degli investimenti di PE è stata ottenuta per l’effetto congiunto dei vantaggi legati al differenziale positivo tra prezzi pagati in entrata e prezzi realizzati (arbitraggio sui multipli) e dalla possibilità di minimizzare l’investimento in equity (arbitraggio da leva finanziaria), dopo il 2008 le strategie di creazione del valore si fondano principalmente sulla capacità di generare valore operativo (Conca 2010, p. 356). Le prospettive per il futuro vedono non solo una sostanziale stabilità del mercato, ma soprattutto una diversa enfasi nei driver di valore (Berg, Gottshalg 2005) su cui si è fondata la strategia dei fondi sino ad oggi. Infatti, delle tre classiche leve del valore (arbitraggio sui multipli, arbitraggio da leva finanziaria, arbitraggio da performance), almeno nel medio periodo, le performance dei fondi saranno sempre più condizionate dalla capacità di lavorare sulle leve di operative improvement (Conca 2010).4 π π π L’ORIENTAMENTO AL MID-MARKET La scelta del segmento dimensionale sul quale operare e della tipologia di operazione con cui intervenire è particolarmente critica poiché condiziona il rapporto con i LP, dal momento che l’ammontare del capitale apportato vincola fortemente le strategie di impiego. 53 © RCS Libri SpA - TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI fonte: laboratorio pe e lbo sda bocconi, research update, 2012 0100.art_A_513_0100.art_A_513.qxd 17/09/13 15.30 Pagina 54 v. conca, r. pisani economia & management 5 - 2013 tabella 2 pe: ruolo e politiche di investimento dei limited partner italiani la struttura del mercato italiano Tipologia Numero operazioni % sul mercato Valore totale (€ mln) Buy-out/Buy-in 13 19,1 2.819 Secondary buy-out 2 2,9 331 Totale LBO 15 22,1 3.150 Expansion 37 54,4 383 Replacement 7 10,3 134 Turnaround 9 13,2 187 Totale altre tipologie 53 77,9 704 TOTALE OPERAZIONI 68 100 Operazioni di add-on 14 ANNO 2009 π π π LE DIFFICOLTÀ DI EXIT STRATEGY ANNO 2010 Buy-out/Buy-in 21 27,3 1.790 Secondary buy-out 10 13 1.947 Totale LBO 31 40,3 3.738 Expansion 40 51,9 625 Replacement 3 3,9 11 Turnaround 3 3,9 51 Totale altre tipologie 46 59,7 687 TOTALE OPERAZIONI 77 100 Operazioni di add-on 11 © RCS Libri SpA - TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI ANNO 2011 Uno degli attuali punti deboli per gli operatori del settore concerne le difficoltà di ottenere profittevoli strategie di uscita: tale considerazione, in aggiunta all’analisi dei prezzi che seguirà, non è di poco conto poiché impatta direttamente sulla capacità di attrarre i capitali dei LP. Già da tempo si osserva all’interno del portafoglio complessivo delle partecipate un ingessamento strutturale di dimensioni significative, come è stato misurato applicando il modello PERR (Conca, Riccardi 2010). Le modalità di uscita, come evidenziate dalla tabella 3, sono riconducibili alle seguenti tipologie: cessione a investitori istituzionali, cessione a operatori industriali (trade sale), quotazione in borsa (IPO), cessione ai vecchi soci, azzeramento della partecipazione (write-off). tabella 3 trend delle tipologie di uscita Buy-out/Buy-in 26 31 4.621 Secondary buy-out 9 10,7 3.522 Totale LBO 35 41,7 8.144 Expansion 41 48,8 367 Cessione a investitori istituzionali Replacement 4 4,8 433 IPO Turnaround 4 4,8 19 Totale altre tipologie 49 58,3 819 TOTALE OPERAZIONI 84 100 Operazioni di add-on 6 fonte: laboratorio pe e lbo, sda bocconi 54 Dal 2009 in poi il mercato sembra stia mutando fisionomia e le tabelle seguenti ne danno un immediato riscontro: i dati vanno letti incrociando la tipologia (LBO, expansion, replacement, turnaround), il numero e il valore delle operazioni. Incrociando i dati con le sei fasce di mercato5 si nota come nel 2011 cresca notevolmente il peso del mid-market, dove tra 10 e 250 milioni di enterprise value si colloca ben il 59% del numero di operazioni (Capizzi, Giovannini, Pesic 2010). Decisamente importante è la conoscenza di questi dati per i LP che possono indirizzare le loro risorse verso gli operatori che occupano gli spazi di mercato ritenuti più interessanti e meno rischiosi.6 Tipologia exit 2008 2009 2010 2011 32 5 6 9 3 2 0 0 Cessione ai soci 13 8 6 9 Trade sale 22 13 16 17 Write-off 1 14 6 6 N.d. 2 1 0 0 fonte: laboratorio pe e lbo, sda bocconi 0100.art_A_513_0100.art_A_513.qxd 17/09/13 15.30 Pagina 55 pe: ruolo e politiche di investimento dei limited partner italiani economia & management 5 - 2013 π π π L’ANDAMENTO DEI PREZZI La radiografia del mercato non può ignorare infine il tema dei prezzi, nella duplice dinamica in/out, ovvero in caso di investimento iniziale e in caso di uscita. Tale dinamica, determinata come da prassi operativa in termini di multiplo dell’EBITDA, è infatti oggetto di particolare attenzione non solo per i gestori dei fondi (i GP), ma soprattutto per i LP, le cui prospettive di rendimento (misurate in termini di IRR o di money multiple) sono direttamente collegate proprio al differenziale tra i due prezzi. Le tabelle seguenti danno contezza di tale andamento. Nella prima sono riportati i prezzi medi transati sul mercato in tutte le operazioni sia di entrata sia di uscita. Al calo tipico del biennio 2008-2009 fa riscontro una ripresa dei prezzi nel 2010 e un assestamento nel 2011. Il motivo di tale inversione di tendenza risale alla scarsità di opera- figura 1 trend medio dei prezzi pagati nel pe 8,5x 7,9x 8,0x 7,6x 7,5x 7,0x 7x 6,8x 6,6x 6,5x 6,9x 6,8x 6,1x 6,0x 5,5x 5,0x 2004 2004 2006 2007 2008 2009 2010 2011 EV/EBITDA 2009 2010 2011 < 4x 9,7% 2,4% 3,8% 4x-6x 45,2% 29,3% 45,3% 6x-8x 32,3% 46,3% 26,4% > 8x 12,9% 22% 24,5% Campione totale 31 41 53 N. deal con EV/EBITDA >10x 2 3 6 © RCS Libri SpA - TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI prassi professionale sulla base dell’enterprise value come segue: Ω small-market < 10 mln; Ω lower mid-market 10-50 mln; Ω mid-market 50-250 mln; Ω upper mid-market 250-500 mln; Ω large-market 500-1000 mln; Ω big-market > 1000 mln. 6. A questo proposito, i dati indicano che l’orientamento verso target di minori dimensioni (imprese con enterprise value entro i 50 mln) rappresenta oggi una strategia seguita da molti operatori, anche se si deve rilevare che il segmento delle PMI, pur essendo ricco in Italia di aziende con elevate performance, presuppone un lavoro di analisi e di valutazione non indifferente e talvolta non incentivante per le strutture snelle degli operatori di PE. Infatti, le imprese più grandi dispongono di piani strategici più facilmente valutabili, di dati più stabili e più facilmente interpretabili, di strutture di controllo formale più efficienti che ne facilitano la valutazione. Al contrario, le imprese minori, essendo meno strutturate, accentrate nella figura dell’imprenditore, e spesso scarsamente dotate di funzioni manageriali, rappresentano obiettivi molto più time consuming e di conseguenza meno attrattivi. 7. È pur vero che in linea di massima le strategie di efficientamento che motivano numerose acquisizioni sono assai più difficili proprio nei secondary buy-out che non sempre manifestano ampi spazi per ulteriori sinergie. Il mercato in uscita premia prevalentemente le operazioni di cessione a un operatore industriale condotte con la logica di un progetto sinergico, e ciò vale anche per eventuali secondary effettuati congiuntamente da un fondo insieme a un partner industriale.7 Al contrario, le cessioni ai vecchi soci sono realizzate generalmente a forte sconto. Le difficoltà palesate nelle strategie di uscita sono dovute a due situazioni specifiche assai differenti tra loro: Ω il caso di società industrialmente inefficienti (ovvero con una gestione caratteristica palesemente negativa); Ω il caso di società con buoni margini operativi ma con livelli di debito caricati al momento dell’acquisizione non più sostenibili. EV/EBITDA 5. Tali fasce sono definite come da conca - pisani fonte: laboratorio pe e lbo, sda bocconi 55 0100.art_A_513_0100.art_A_513.qxd 17/09/13 15.30 Pagina 56 v. conca, r. pisani economia & management 5 - 2013 pe: ruolo e politiche di investimento dei limited partner italiani zioni interessanti (società con redditività significativa e stabile), scarsità che ha fatto lievitare le richieste dei venditori, consapevoli di trovarsi nelle condizioni di price maker. Significative sono le conclusioni cui porta la figura 2: il trend dei prezzi dimostra come il multiplo dell’EBITDA sia in quasi tutti i periodi direttamente correlato alle dimensioni della target. In altri termini, all’aumentare dell’enterprise value cresce anche il multiplo pagato, a dimostrazione che il mercato riconosce un premium price per le operazioni di maggiore dimensione. Questa regola non trova evidenza nei prezzi pagati per operazioni nello small-market per via del ridotto valore assoluto dell’EBITDA tipico di tali situazioni. Sotto questo profilo emerge chiaramente come la capacità di chiudere acquisizioni “a sconto” rispetto alla media di mercato sia valutata dai LP come un asset di importanza strategica nella scelta dei partner. figura 2 la relazione tra prezzi e fasce del mercato di riferimento 14x 13,1x EV/EBITDA 12x 9,8x 10x 8x 6,8x 6,7x 6x 4x 2x 0x 9,6x 8,9x 5,4x 5,8x 5,5x 6,5x 6,5x 6,8x 7x 6,8x 7,6x 6,5x 9,2x 7,5x 7,4x 6,3x 6,1x 6,1x 4,2x 2 0 0 8 2 0 0 9 2 0 1 0 Small market 2 0 1 1 2 0 0 8 2 0 0 9 2 0 1 0 2 0 1 1 Lower mid-market 2 0 0 8 2 0 0 9 2 0 1 0 2 0 1 1 Mid-market 2 0 0 8 2 0 0 9 2 0 1 0 2 0 1 1 Upper mid-market 2 0 0 8 2 0 0 9 2 0 1 0 2 0 1 1 2 0 0 8 2 0 0 9 – Large market Big market Large market Big market 2 0 1 1 © RCS Libri SpA - TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI MARKET SIZE NUMERO OSSERVAZIONI Mid-market Upper mid-market Anno Small market Lower mid-market 2008 7 47 31 5 9 5 2009 4 10 12 2 2 1 2010 2 18 16 1 4 0 2011 5 24 12 5 2 5 fonte: laboratorio pe e lbo, sda bocconi π π π L’ANALISI SULLE MOTIVAZIONI E SULLE SCELTE D’INVESTIMENTO DEI LP I LP coinvolti nell’indagine sono eterogenei per dimensione dell’attivo di bilancio, per tipologia di investimento e per settore di provenienza (tabella 4). L’analisi ha preso in considerazione fondamentalmente tre aspetti. In primo luogo sono state esaminate: a. le motivazioni in base alle quali i LP sono entrati nel mercato del PE; b. le soddisfazioni maturate dai LP in seguito all’entrata in tale mercato. 56 0100.art_A_513_0100.art_A_513.qxd 17/09/13 15.30 Pagina 57 pe: ruolo e politiche di investimento dei limited partner italiani economia & management 5 - 2013 tabella 4 In secondo luogo, in merito alle allocazioni di fondi da parte dei LP sono state verificate: a. l’insieme delle allocazioni nel recente passato in termini quali-quantitativi (investimento diretto, investimento in fondi chiusi, investimento in fondi di fondi chiusi); b. la tendenza delle future allocazioni. la tipologia degli lp Investito (€ mln) Valori % 157 1,8 SGR 1.004 11,4 Fondazioni 1.102 12,5 Compagnie 3.000 34,0 Casse previdenza conca - pisani In terzo luogo, sono stati analizzati i criteri di scelta utilizzati dai LP con particolare riferimento a: a. il ruolo degli advisor; Banche 3.563 40,4 b. alcuni criteri di scelta dell’investimento (reputazione Totale 8.825 100,0 dei GP, track record di risultati realizzati dai GP, esistenza di relazioni consolidate fra LP e GP, strategie di fonte: elaborazione originale investimento adottate dai GP e livello delle remunerazioni caricate ai LP); c. la disponibilità di un flusso informativo trasparente fra GP e LP nel monitoraggio del portafoglio. π π π I RISULTATI: LE MOTIVAZIONI DI INVESTIMENTO DEI LP La ricerca ha mostrato come le principali motivazioni di entrata nel settore siano riconducibili alle prospettive di redditività riconosciute al settore del PE e alla sua capacità di essere diversificante rispetto agli altri investimenti realizzati dai LP (tabella 5). In modo particolare, la motivazione della redditività sembra essere particolarmente manifestata dalle banche, mentre il riconoscimento della capacità diversificante degli investimenti nel PE è manifestata da compagnie, casse di previdenza e fondazioni. Per le SGR specializzate la presenza nel settore è riconducibile a motivazioni istituzionali e alla redditività riconosciuta al settore. Osservando poi le tipologie di allocazione emerge nettamente l’investimento in quote di fondi chiusi, seguiti dai fondi di fondi e dall’apporto diretto. Dalla tabella 6 si può notare come: motivazioni di investimento Investito (€ mln) Casse previdenza MOTIVAZIONI Valori Redditività Diversificazione Oggetto sociale Altro % % % % % 157 1,8 40 60 0 0 SGR 1.004 11,4 40 20 40 0 Fondazioni 1.102 12,5 38 50 13 0 Compagnie di assicurazione 3.000 34,0 33 67 0 0 Banche 3.563 40,4 60 20 0 20 Totale 8.825 100,0 42 42 12 4 © RCS Libri SpA - TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI tabella 5 fonte: elaborazione originale 57 0100.art_A_513_0100.art_A_513.qxd 17/09/13 15.30 Pagina 58 v. conca, r. pisani economia & management 5 - 2013 tabella 6 pe: ruolo e politiche di investimento dei limited partner italiani tipologie di investimento TIPOLOGIE DI INVESTIMENTO Diretto Fondi chiusi Fondi di fondi % % % Investito (€ mln) Valori % 157 1,8 0,0 50,0 50,0 SGR 1.004 11,4 40,0 60,0 0,0 Fondazioni 1.102 12,5 11,1 55,6 33,3 Compagnie di assicurazione 3.000 34,0 33,3 33,3 33,3 Banche 3.563 40,4 33,3 50,0 16,7 Totale 8.825 100,0 20,7 51,7 27,6 Casse previdenza fonte: elaborazione originale Ω le fondazioni siano molto orientate verso i fondi chiusi (55,60% vs. 51,7%) e così anche le SGR (60% vs. 51,7%), anche se per esse le motivazioni istituzionali sono senz’altro più importanti; Ω le casse di previdenza, le fondazioni e le compagnie siano orientate verso fondi di fondi (rispettivamente 50%, 33,3% e 33,3% vs. 27,6%). Viceversa i fondi di fondi non sono particolarmente utilizzati da banche e SGR (16,7% e 0% vs. 27,6%); Ω le SGR specializzate, le banche e le compagnie siano invece fortemente orientate verso l’investimento diretto (rispettivamente 40%, 33,3% e 33,3% vs. 20,7%). © RCS Libri SpA - TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI π π π I RISULTATI: IL GRADO DI SODDISFAZIONE DEI LP Il grado di soddisfazione manifestato dai rispondenti è riassunto nelle tabelle 7a e 7b. Esso è stato valutato facendo ricorso alla scala Likert che rappresenta diversi livelli di soddisfazione (1 = bassa soddisfazione, 7 = alta soddisfazione). Le variabili considerate sono: Ω il grado complessivo di soddisfazione; Ω la soddisfazione circa le dimensioni del mercato del PE cui i LP si rivolgono; Ω l’adeguatezza: Ω del team di gestione, Ω delle commissioni, Ω del rendimento, Ω della volatilità, Ω della rapidità di conseguire rendimenti, Ω dell’informativa. Per quanto concerne i risultati, prevale un atteggiamento di “medio-alta” soddisfazione, con riconoscimenti di professionalità ai team di gestione (5,06), mentre si esprime una maggiore criticità, soprattutto da parte delle SGR specializzate, circa le dimensioni del mercato ritenute modeste (3,94), la volatilità dei rendimenti (3,88) e la rapidità di ritorno degli investimenti (4,07), segno evidente che anche i LP hanno percepito il 58 0100.art_A_513_0100.art_A_513.qxd 17/09/13 15.30 Pagina 59 pe: ruolo e politiche di investimento dei limited partner italiani economia & management 5 - 2013 conca - pisani generalizzarsi di queste condizioni. In questo contesto è opportuno sottolineare la posizione critica manifestata dalle banche soprattutto in merito alle ultime due variabili ricordate, cui si aggiunge anche l’adeguatezza dell’informativa (rispettivamente 2,50 vs. 3,88, 3,00 vs. 4,07 e 2,75 vs. 4,56). Al di là dei valori medi è molto importante sottolineare la dispersione dalla media evidenziata dalla standard deviation. Come si può notare, emergono spiccate dispersioni delle risposte con riferimento alle dimensioni del mercato (2,03) – e in questo contesto le SGR specializzate tendono a essere più critiche – alle competenze del team (1,65), all’adeguatezza dell’informativa (1,99) e del rendimento (1,36). Questi aspetti tendono a confermare la percezione di una maggiore selettività del mercato rispetto al passato, che conduce alla ricerca di GP caratterizzati da maggiore reputation avvalorata da competenze specifiche, come peraltro emerso nella letteratura (Nahata 2008; Dai 2007). tabella 7a grado di soddisfazione manifestato (valori medi) Generale Dimensioni Team Commissioni Rendimento Volatilità Rapidità Informativa mercato di ritorno Casse previdenza 2,50 5,50 6,50 5,50 5,50 5,00 5,00 4,50 SGR 4,67 2,67 5,33 5,00 4,67 4,33 4,33 5,67 Fondazioni 5,00 4,20 5,20 4,60 5,40 4,20 4,40 5,60 Compagnie di assicurazione 4,50 5,50 1,00 5,50 4,50 4,00 4,50 4,00 Banche 5,25 3,00 6,00 4,00 4,25 2,50 3,00 2,75 Totale 4,57 3,94 5,06 4,75 4,88 3,88 4,07 4,56 fonte: elaborazione originale tabella 7b grado di soddisfazione manifestato (deviazione standard) Casse previdenza 2,50 0,50 0,50 1,50 0,50 - 1,00 0,50 SGR 1,89 2,49 0,47 0,82 1,89 0,47 0,47 0,47 Fondazioni 2,53 1,60 0,98 1,85 1,20 1,17 1,20 1,02 Compagnie di assicurazione 0,50 5,50 1,00 0,50 0,50 - 0,50 - Banche 0,83 1,73 0,71 1,22 1,09 1,50 0,71 2,77 Totale 2,24 2,03 1,65 1,53 1,36 1,36 1,12 1,99 © RCS Libri SpA - TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI Generale Dimensioni Team Commissioni Rendimento Volatilità Rapidità Informativa mercato di ritorno fonte: elaborazione originale 59 0100.art_A_513_0100.art_A_513.qxd 17/09/13 15.30 Pagina 60 v. conca, r. pisani economia & management 5 - 2013 pe: ruolo e politiche di investimento dei limited partner italiani π π π I RISULTATI: I CRITERI DI ALLOCAZIONE DELLE RISORSE DEI LP Al di là delle valutazioni puntuali, le principali riflessioni che si desumono dall’analisi riguardano: Ω una forte dispersione dei valori allocati da parte dei singoli LP in un range che varia da un minimo di 5 mln a 2850 mln; Ω le allocazioni negli ultimi cinque anni rappresentano mediamente una percentuale molto modesta del totale dell’attivo di bilancio mostrando una forte dispersione del relativo valore tra i diversi investitori; Ω poco meno del 50% dei LP hanno segnalato l’orientamento verso GP esteri, e in questo gruppo di investitori le misure di dispersione sopra accennate sono ancora più avvertite. Come si desume dalla tabella 8, gli investimenti in PE sembrano essere indirizzati verso iniziative collocate in paesi europei o Nord America, mentre ancora scarsa è l’allocazione di fondi dichiarata verso strumenti che investono in paesi emergenti. Tale strategia sembra essere colta prevalentemente da compagnie di assicurazione e casse di previdenza. Viceversa, le SGR specializzate (pur esprimendo importi relativamente limitati) sono i principali investitori nei paesi emergenti (59,5% dei fondi rispetto a un dato medio del 6,4%). tabella 8 area geografica di allocazione delle risorse Investito (€ mln) Valori % Italia % Europa/NA % Emergenti % 157 1,8 3,6 95,2 1,2 SGR 1.004 11,4 0,0 40,5 59,5 Fondazioni 1.102 12,5 45,7 51,1 3,2 Compagnie di assicurazione 3.000 34,0 2,4 96,4 1,2 Banche 3.563 40,4 95,9 2,0 2,1 Totale 8.825 100,0 38,6 55,0 6,4 Casse previdenza © RCS Libri SpA - TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI fonte: elaborazione originale Per quanto concerne le previsioni sull’allocazione delle risorse, emergono due gruppi distinti che adottano strategie differenziate. Un primo nucleo di investitori (poco meno del 50% del totale) riferibile alle fondazioni e ad alcune banche non prevede in futuro sostanziali incrementi nelle allocazioni, ipotizzando talvolta anche qualche ridimensionamento. Un secondo gruppo di investitori, riferibile a casse di previdenza e ad alcune SGR specializzate, è orientato invece a rafforzare la presenza nel mercato del PE sia per incrementare precedenti investimenti di modeste dimensioni sia per aumentare il grado di diversificazione internazionale su paesi emergenti. Con riferimento alle tipologie di investimento (tabella 9), emerge una prevalenza sulle operazioni di buy-out (in modo particolare nel caso di SGR, fondazioni e compagnie), seguite da quelle di expansion (espresse prevalentemente da banche e compagnie assicurative). La maggior parte delle risposte si concentra su investimenti in fon- 60 0100.art_A_513_0100.art_A_513.qxd 17/09/13 15.30 Pagina 61 pe: ruolo e politiche di investimento dei limited partner italiani economia & management 5 - 2013 conca - pisani di chiusi tipicamente multisettoriali; si rileva altresì che in tali casi l’investimento riguarda il primo fondo lanciato dalla SGR (53% dei LP intervistati), e spesso a seguito del primo investimento segue anche la sottoscrizione di un successivo fondo (68% dei LP intervistati). Ciò conferma la criticità del track record del primo fondo inteso come indicatore di qualità della gestione, secondo anche evidenze emerse nella letteratura che dimostrano come le performance del fondo successivo siano positivamente correlate con la performance del fondo precedentemente lanciato dalla medesima società di gestione (Kaplan, Schoar 2005). tabella 9 tipologie di investimento dei fondi chiusi Investito (€ mln) Valori % Buy-out % Espansion % Ristrutturazione % 157 1,8 45 13 19 SGR 1.004 11,4 62 27 8 Fondazioni 1.102 12,5 61 35 11 Compagnie di assicurazione 3.000 34,0 50 50 0 Banche 3.563 40,4 34 41 0 Totale 8.825 100,0 50 33 8 Casse previdenza fonte: elaborazione originale π π π I RISULTATI: I CRITERI DI SCELTA DEI GP E IL MONITORING DEGLI INVESTIMENTI Generalmente la scelta dell’investimento è stata effettuata in via diretta senza l’intervento di advisor, salvo per strutture di minori dimensioni che non dispongono di collaboratori specializzati per la selezione degli investimenti. Le tabelle 10a e 10b riportano i criteri di scelta rilevati, evidenziando rispettivamente il dato medio e la deviazione tabella 10a criteri di scelta degli investimenti - medie Casse previdenza CRITERI DI SCELTA DEGLI INVESTIMENTI Valori Reputazione Track Relazioni Strategia Commissioni % GP record personali 157 1,8 6,33 6,67 4,00 6,67 5,33 SGR 1.004 11,4 7,00 6,67 4,33 6,67 4,00 Fondazioni 1.102 12,5 6,80 5,00 3,40 6,20 4,80 Compagnie di assicurazione 3.000 34,0 6,00 6,00 6,00 6,00 6,00 Banche 3.563 40,4 6,50 6,25 4,00 5,75 2,25 Totale 8.825 100,0 6,53 6,00 4,06 6,24 4,24 © RCS Libri SpA - TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI Investito (€ mln) fonte: elaborazione originale 61 0100.art_A_513_0100.art_A_513.qxd 17/09/13 15.30 Pagina 62 v. conca, r. pisani economia & management 5 - 2013 pe: ruolo e politiche di investimento dei limited partner italiani tabella 10b criteri di scelta degli investimenti - deviazione standard Investito (€ mln) Casse previdenza CRITERI DI SCELTA DEGLI INVESTIMENTI Valori Reputazione Track Relazioni Strategia Commissioni % GP record personali 157 1,8 0,94 0,47 1,41 0,47 1,25 SGR 1.004 11,4 - 0,47 0,47 0,47 2,16 Fondazioni 1.102 12,5 0,40 2,10 0,80 0,75 2,14 Compagnie di assicurazione 3.000 34,0 0,50 - 0,50 - 0,50 Banche 3.563 40,4 0,50 0,43 2,45 1,64 2,28 Totale 8.825 100,0 0,70 1,37 1,55 1,00 2,26 © RCS Libri SpA - TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI fonte: elaborazione originale standard sulla scala Likert (1 = bassa soddisfazione, 7 = alta soddisfazione) riportata in precedenza. Come si può notare dalla tabella 10a, valori particolarmente importanti riguardano la reputazione dei GP (come già illustrato da Nahata 2008) e la strategia che i GP intendono perseguire confermando precedenti contributi già apparsi nella letteratura (Cumming, Fleming, Suchard 2005). Grande importanza assumono variabili che attengono al track record delle performance storiche (già osservato da Kaplan, Schoar 2005), mentre assumono minore rilievo l’esistenza di relazioni consolidate o il livello delle commissioni richieste (salvo per le compagnie di assicurazione). Osservando poi la dispersione delle risposte emerge come la reputazione dei GP, da un lato, e la strategia, dall’altro, siano le variabili che si caratterizzano per la minore deviazione standard (il che tende a rendere centrali queste due variabili).8 Al contrario, una forte dispersione delle risposte riguarda le commissioni. Nel 37% delle risposte il livello commissionale è percepito come cruciale elemento di scelta, mentre nel 31% risulta poco rilevante. Da notare che il riconoscimento delle commissioni come criterio di scelta non determina automaticamente una criticità delle medesime in termini di insoddisfazione avvertita (tabella 7a). tabella 11 tempi della reportistica Per quanto concerne il monitoraggio degli inveMensile Trimestrale Semestrale Annuale % % % % stimenti effettuati, il campione intervistato ha Casse previdenza 66,7 33,3 0,0 0,0 espresso una maggiore SGR 33,3 66,7 0,0 0,0 esigenza di informazioni. Fondazioni 16,7 66,7 16,7 0,0 Il 42% degli intervistati Compagnie 0,0 100,0 0,0 0,0 (con particolare riferidi assicurazione mento alle banche) espriBanche 80,0 20,0 0,0 0,0 me l’esigenza di disporre Totale 42,1 52,6 5,3 0,0 di flussi di informazioni mensili e il 53,6% al masfonte: elaborazione originale simo trimestrali. 62 8. Peraltro l’importanza del team di gestione è stata rilevata anche in termini di livello di soddisfazione e di standard deviation di tali dati. 0100.art_A_513_0100.art_A_513.qxd 17/09/13 15.30 Pagina 63 pe: ruolo e politiche di investimento dei limited partner italiani economia & management 5 - 2013 conca - pisani π π π LE IMPLICAZIONI MANAGERIALI: L’ORIENTAMENTO VERSO LA DELEGA CONTROLLATA Se la prima e la terza implicazione non comportano particolari problemi di fattibilità, le implicazioni ai punti 2 e 4 richiedono necessariamente un incremento del livello di know-how e di competenze in capo ai LP al fine di poter valutare le scelte effettuate o proposte dai GP. Per contro, in seguito alla attuale crisi finanziaria, si stanno introducendo nuovi schemi di vigilanza prudenziale volti a rafforzare il livello di patrimonializzazione degli intermediari finanziari (in particolare di banche e compagnie di assicurazione), soprattutto se orientati verso strumenti illiquidi (come nel caso del PE). Se questo scenario dovesse essere confermato, ne deriverebbero ulteriori conseguenze: Ω la necessità di realizzare in modo ancora più pressante quel rafforzamento fra GP e LP identificato nei precedenti punti; Ω o, in alternativa, l’opportunità di immaginare strumenti più mediati e più liquidi (quali, per es., i fondi di fondi o le Special Purpose Acquisition Company quotate) volti a diluire l’illiquidità dell’investimento. 63 © RCS Libri SpA - TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI 9. Per operating partner si intendono figure professionali con precedenti esperienze imprenditoriali e manageriali. Da quanto sopra emerso, il rapporto fra LP e GP in Italia sembra riprendere in parte alcuni spunti emersi dalla letteratura più recente, segnatamente per quanto concerne la necessità di una maggiore trasparenza (Nahata 2008; Dai 2007; Cumming, Fleming, Suchard 2005; Kaplan, Schoar 2005). La reputazione del GP resta fondamentale per il LP (Rajarishi 2008; Thillai 2010) che in aggiunta chiede un rafforzamento del nesso fiduciario fra le controparti. I LP intervistati vogliono essere coinvolti nel processo di selezione dei GP: la minore delega verso gli advisor e l’esigenza di frequenti informazioni relative al monitoraggio svolto dai GP vanno in questa direzione. Peraltro, l’allungamento della durata media degli investimenti rafforza l’esigenza di una maggiore trasparenza. Infine, la complessità relativa alla selezione delle società target richiede figure professionali specializzate: di qui l’orientamento verso il fondo chiuso e la conferma verso la reputazione dei GP. I LP sembrano avvertire che le dimensioni del mercato italiano sono relativamente ridotte e quindi, soprattutto per le nuove allocazioni di fondi, puntano anche verso soluzioni di investimento estere che richiedono un ulteriore rafforzamento delle competenze dei GP. In sintesi, si può affermare che il rapporto tra LP e GP vada nella direzione di una “delega controllata”. L’evoluzione verso la delega controllata comporta alcune implicazioni manageriali a diversi livelli: 1. una dettagliata esplicitazione preventiva ai LP dei criteri di composizione del portafoglio investimenti, unitamente a una condivisione del rischio attraverso un investimento diretto dei GP nelle singole partecipazioni; 2. successivamente, durante il periodo di investimento, una più analitica rendicontazione della performance e un coinvolgimento nelle logiche di liquidazione degli investimenti realizzati; 3. una modificazione del modello organizzativo classico dei GP (competenze prevalentemente finanziarie) mediante l’introduzione della figura dei c.d. operating partner;9 4. un nuovo modello di gestione del rapporto tra LP e GP, dove ai LP è concessa la possibilità di decidere l’allocazione dei fondi sul singolo deal (modello dei c.d. pledge fund). 0100.art_A_513_0100.art_A_513.qxd 17/09/13 15.30 Pagina 64 v. conca, r. pisani economia & management 5 - 2013 pe: ruolo e politiche di investimento dei limited partner italiani Il ricorso a fondi di fondi e alla SPAC potrebbe determinare minori assorbimenti di capitale “regolamentare” a carico dei LP interessati (banche e compagnie di assicurazione) ma, per contro, configurerebbe una soluzione opposta rispetto al rafforzamento della relazione fra GP e LP. π π π π RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI Aghion P., Bolton P., Tirole J. 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