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inquietante destino - Questa è la pagina di Pierantonio Marone

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inquietante destino - Questa è la pagina di Pierantonio Marone
Pierantonio Marone
INQUIETANTE DESTINO
Nella miniera del pozzo vuoto
Romanzo
1
Personaggi
Alexandre Doukas
Monike Stratonik
Alos Kàlonis
Nikos - Ettore
donna Sotiria Kyriak
Pilagrios Grintoris
Kiros Grintoris
Orestes Stopolis
Cosmas Papalos
Basilisko Trados
Helena Spiros
Phocas Depiros
Miros koperis
Adonis Zakos
Cinzia
Kosimors
Cosmis Uzaki
Hermas - Nardòk
Nado Cikos
Odo Lastis
Volosik Avridos
Kristos Stropoliko
Serafin e Adele
Adelaide
Ines Pitton
Hadonis Zados
Fazios Madres
ingegnere minerario - mikanicòs
insegnante scolastica - didàscalos
capocantiere minatori
minatori - meialleftis
tenutaria terriera - stoli
commerciante - èmporos
sindaco di Trikala - dimarkos
banchiere azionista - trapesiticòs
governatore Tessaglia - chivernìtis
giudice ispettore - dicastis
avvocato ministeriale - dìchigoros
procuratore capo - issaghèlefs
ministro del tesoro in Atene
comandante polizia SP tesoreria
amica guida turistica a Trikala
custode alla diga idroelettrica Pili +
capo polizia distretto a Trikala
poliziotto - astimonicòs
tenente polizia a Trikala
brigadiere polizia a Trikala
geologo statale gheològos
giudice procuratore inquisitore
oste e consorte a Megala Kalivia
padrona ristorante a Mouzàki
segretaria tesoriere di stato
colonnello capo sicurezza PL
capo cancelliere ministero
2
piantagioni di cotone
-
3
una miniera d'oro
4
Introduzione
L'ingegnere minerario Alexandre Doukas si sentiva a disagio seduto sulla
poltroncina, nel salotto di donna Sotiria Kyriak, nell'azienda a Solfades.
Abbastanza preoccupato, nel capire tardi lo sbaglio fatto in buona fede,
nell'essersi lasciato raggirare dalla scaltra signora e i suoi complici senza
scrupoli. Da far di lui poi, il capo espiatorio, in quella breve avvisaglia di
sentore intuita sulla sua pelle. Pertanto il giovane ingegnere, doveva per
forza ritornare di volata al cantiere minerario, per salvare i suoi operai al
lavoro sotto terra nelle gallerie della miniera. Con estrema difficoltà era
riuscito a riavere permessi e autorizzazione per la ripresa dei lavori e da
pochi giorni riavviata a scavare nel sottosuolo della nazione ellenica.
Nell'estrarre il minerale prezioso appena scoperto. Sebbene in ritardo
l'ingegnere Alexandre capiva che erano in molti a non voleva la riapertura
della miniera. Perciò doveva sbrogliare velocemente l'intricata matassa,
creata apposta da chi stava dietro le quinte e continuamente tentando di
sabotare e bloccare il suo lavoro e dei suoi validi operai, accorsi al nuovo
lavoro oltretutto ben pagati dal governo. L'ingegnere tentava nel rimettere
in sesto la produzione alla miniera in fase di ripresa, dopo anni di
abbandono e incuria per la scarsa materia prima scavata dal sottosuolo.
Purtroppo non bastava nemmeno a pagare le spese della struttura, oltre le
paghe degli operai messi in cassa integrazione o licenziati dalla precedente
amministrazione mineraria disinteressata a proseguire. Ma fortunatamente,
proprio il giorno prima, dopo una piccola carica esplosiva, avevano trovato
una buona vena d'oro, da poter sfruttare quel filone a ridare benessere e
prosperità, in quella valle tra le montagne della Tessaglia greca. Non
avendo ancora diffuso la notizia della nuova scoperta prosperosa, da
controllare per bene prima. Quella vecchia miniera avrebbe sfornato delle
belle pepite d'oro da risollevare e pagare le spese di produzione, oltre il
morale dei poveri minatori abitanti nella vallata Portaikòs, da anni in attesa
di un lavoro sicuro e una buona paga duratura.
Ma in mezzo a quell'euforia mineraria, ancora non divulgata, era sorto
all'improvviso quel nuovo stratagemma creato da altri e stava diventando
grave se non si interveniva in tempo a fermare l'improvvisata alluvione per
nulla annunciata in tutta la vallata e la pianura. L'avrebbe allagata così
rapidamente come il passare di un bel tornado e poi ritornare il sole a
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splendere e contare i tanti gravi danni lasciati alle spalle. Perciò in quel
frangente di falsi avvisi non diramati ovunque, vi sarebbero state delle
ignare vite umane, in mezzo ai tanti conflitto d'interessi lucrosi e scoppiati
così all'improvviso e senza preavviso. Ma bene preparati dagli interessati,
immaginando che: La miniera dal pozzo vuoto, così veniva chiamata ad
Aytapià. Non ancora attiva e all'interno non vi fossero degli operai al
lavoro, doveva essere scordata. Cancellata? Dalle informazioni ammezzate
e con la complicità delle autorità compiacenti del posto a spartirsi poi il
ricavato guadagno per la chiusura a spese di ignari minatori spazzati via di
colpo, spariti così miseramente per niente. Senz'altro poi, qualcuno
avrebbe pagato il grave danno provocato, finendo diritto in galera. Quella
era la situazione finale al momento immaginata con apprensione.
Perciò se il giovane ingegnere non arrivava in tempo a fermare l'ambigua
operazione di svuotare la diga su a Pili, e ad evitare il presunto crollo,
annunciato sotto voce e creato apposta. Con false simulazioni di pericolo
incombente e che la stampa compiacente avrebbe il giorno dopo, descritto
ampiamente l'accaduto. Costernati della tragedia capitata con tante vittime
innocenti al centro del disastro perpetrato. Nessuno si sarebbe accorto
prima, l'immane tragedia che sarebbe avvenuto tra poche ore nell'ampia
vallata. Se non erano già iniziate le aperture delle porte su alla diga, ad
allagare la vasta valle e per caso, bloccare i tanti operai al lavoro sotto terra
nella miniera d'oro appena riattivata. Ma senza nessun avviso annunciato
per tempo da segnalare lo svuotamento del bacino nella piccola diga di Pili
più su a monte tra le montagne di Kerkètion. Era proprio un bel gesto
criminale propinato a dovere. Poi, senz'altro altri da bravi e solidali
compari, tutti quanti pronti ad incolpare qualcuno che non centrava proprio
per niente. Ma colpevole di distrazione e negligenza, senza poter provare
che era all'oscuro di tutto, per il disastro capitato da un silenzioso
complotto ben impostato che restavano nascosti a vedere poi l'opera finale.
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Capitolo Primo
L'ingegnere Alexandre Doukas, aveva buttato a terra la borsa con dentro
vari progetti, contrariato all'accaduto, il treno delle ore 17,00 si stava
allontanando dalla piccola stazione di campagna a Solfades. Perciò al
giovane viaggiatore incavolato, restava solamente aspettare il mattino del
giorno dopo, per prendersi la prossima vaporiera della tranvia di passaggio
e l'avrebbe riportato vicino al suo complesso minerario, alla stazione di
Megàla Kalivia. Restavano un paio di km di strada da fare a piedi, in attesa
che venga ripristinata la vecchia fermata del treno proprio sopra la miniera.
Partendo dalla città di Làrissa il capoluogo regionale, il treno, un tempo
tranvia, attraversando tutta la regione della Tessaglia e tra le cittadine di
Kaldista e Trikala, c'era la vecchia miniera. Poi il treno proseguiva fin su
al rinomato sito le Meteore, luogo di una certa importanza turistica, da
vedere e visitare per i concittadini e gli stranieri di passaggio in quel
pittoresco luogo, dove sette vecchi monasteri situati su strapiombi
vertiginosi, sulle cime di colonne di roccia. Un tempo si saliva mediante
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montacarichi di corde con cesti. Ora adoperato solo per le provviste.
Purtroppo al momento il giovane Alexandre era arrivato tardi alla piccola
stazione, per la lentezza dell'auto di donna Sotiria, la padrona dell'azienda
agricola cotoniera, situata a Solfades nella vasta tenuta in pianura. L'aveva
appena incontrata poche ore prima, per mostrarle il progetto richiesto della
donna manager della sua azienda in espansione, avendo raccattato altro
terreno da aggiungere al suo ed era riuscita a coinvolgere il giovane
ingegnere a farle un buon progetto. Alexandre aveva compreso tardi
quell'intoppo capitato di proposito, che si stava rivelando fatale nel trovarsi
bloccato e ben lontano dalla sua miniera che si trovava in grave pericolo.
Altri mezzi di trasporto al momento non cerano per risolvere il suo
problema da sbrogliare la faccenda velocemente e ad evitare poi il peggio
su alla miniera con i suoi operai all'interno. Quello era il guaio capitato e
incombente da spaventarlo tanto? Pensando ai padri e figli appena assunti,
contenti di aver appena trovato un posto di lavoro abbastanza faticoso ma
sicuro. Dai suoi calcoli esatti, la miniera avrebbe fruttato molto oro estratto
in futuro. Perciò al momento e senza un avviso, sarebbero affogati tutti la
sotto terra, nelle lunghe gallerie minerarie. Così miseramente senza saper
chi dover ringraziare del ben servito. Se non s'interveniva subito? Già per
strada prima aveva provato a telefonare, ma nulla da fare non c'era campo.
Impossibile! Imprecava, rammaricandosi deluso, nel capire che l'avevano
incastrato per bene. Anche la sua auto giorni addietro era stata sabotata,
incendiata su nel piazzale della miniera. Non avendosi dato troppo peso
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alle minacce, ma ora nel ripensare al tutto si trovava fortemente
amareggiato e contrariato a non poter proprio far nulla. Capendo che era
stato un piano ben congegnato per bloccarlo lontano? Nel ripercorrere
mentalmente quell'immaginaria giornata iniziata bene senza problemi. Non
volendo essere scortese e nel pensare sempre alle cattiverie, aveva risposto
a quella chiamata dalla signora Kyriak tenutaria di un vasto appezzamento
di terreno nella piana ai piedi della valle tra le montagne. Nell'apprezzare
speranzoso l'invito ad un buon affare e a presentare il suo progetto
richiesto mesi prima, dove la donna voleva sfruttare il proprio terreno
attiguo alla fattoria per impiantare una fabbrica per tessitura, avendo
attorno molti ettari di terreno, coltivati in piantagioni di cotone. Al tempo
stesso usufruendo per il raccolto, la popolazione della valle disoccupata e
per forza dovevano accettava quel misero lavoro offerto, per sfamare la
famiglia. Ecco perché la tenutaria, le disturbava la riapertura della miniera,
portandole via la manovalanza presa in nero e a poco prezzo. Avendo i
minatori trovato una paga migliore, invece di prendere i pochi euro
stagionali che l'avara donna elargiva a loro, in un lavoro veloce e
massacrante, solo nei mesi del raccolto e poi via tutti a casa.
L'ingegnere minerario aveva accettato di preparare quel progetto ben
impostato, per il buon vivere assieme nel circondario. Perciò pensò di fare
una capatina col treno locale e rientrare in giornata su alla miniera, dato
che il treno passava proprio sopra l'impianto della miniera e avrebbe poi
servito come ai tempi addietro, nel trasportare il prezioso carico alla
capitale, estrapolato dalla terra e trasformato in lingotti d'oro. Dai calcoli
effettuati al momento, la miniera con quel nuovo e buon filone aurifero,
avrebbe prodotto un buon quantitativo di valore, eliminando lo scarto e
scorie, almeno trenta, quaranta lingotti d'oro puro al giorno e per la
nazione era una piccola manna caduta dal cielo, con la crisi mondiale.
Alexandre aveva già preparato i tanti documenti da presentare a giorni al
parlamento ad Atene, da coinvolgere il governo e al ministro del tesoro
mostrare ciò che quel nuovo filone poteva offrire allo stato, oltre le tante
spese di gestione e rinnovo della struttura su alla miniera, rinomata nella
zona come: “La miniera dal pozzo vuoto” Dov'erano ancora tutti ignari
della nuova scoperta ad evitare una male interpretazione del quantitativo
estratto e con probabili interferenze contrarie al suo progetto esposto. Oltre
ripristinare la fermata della vecchia tranvia ferroviaria per un bel servizio
di trasporto merci sotto scorta, dal posto di estrazione e produzione a
riempire le casse dello stato semivuote, da risollevare la nazione....
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In quell'incontro con donna Sotiria Kyriak, nella sua tenuta a solfades. Il
giovane ingegnere trovava la signora un po' troppo espansiva nei suoi
riguardi, con moine allusive nel scordare il progetto che il giovane le
voleva mostrare. Ma lei furbescamente tergiversava con la scusa del caldo
e proponeva delle bibite ghiacciate da prendere fuori in veranda. Mentre si
scusava e andava a cambiarsi d'abito per il troppo caldo estivo.
Alexandre aveva sentito pervenire da basso nel salone i bisbigli delle
donne di casa, da annusare dei sotterfugi strani, che aleggiavano nell'aria
in quella lussuosa casa fattoria. Nell'attesa di presentare il suo progetto,
ascoltava e captava dalla servitù chiacchierona, che la tenutaria teneva di
nascosto una tresca con un certo ricco commerciante, arrivato in zona a
comperare terreni. Il discusso uomo, di nome Pilagrios Grintoris, arrivato
da Thessaloniki, e si stava imponendo nella regione a raccattare e
comperando un po' di tutto a poco prezzo. Dalle voci in zona, si sentivano
le stesse chiacchiere sul signore facoltoso che se ne approfittava, rubando
la buona fede dei poveri contadini che per pochi soldi mostrati sul tavolo
di casa, si facevano per bene infinocchiare vendendo i loro poveri poderi a
occhi bendati per tre euro buttati.
In quel breve colloquio alla fattoria e al ritorno di donna Kyriak con un
abito succinto, Alexandre aveva intuito che c'era dell'altro sotto e di
nascosto. Capendo che donna Sotiria, l'aveva preso in giro e stava divagata
sulla sua idea di un valido progetto da impiantare lì nella sua tenuta.
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Comprendendo che in tutto quell'ambaradan esposto al momento, la furba
donna stava solamente tentando di portarselo a letto il giovane ingegnere
minerario. presumibilmente come ricompensa per la visita richiesta da fare
urgentemente quel giorno, così le aveva chiesto per telefono al mattino...
Purtroppo, come un allocco Alexandre c'era cascato per bene. Captando
strani discorsi nell'intrigosa messinscena creata dalla prosperosa donna
d'affari e non per nulla chiari. Nell'intuire che la richiesta per un valido
progetto era servito soltanto per farlo allontanare dal suo ufficio. Senza
immaginarselo di dover avvisare qualcuno di un pericolo imminente. Era
stata un attimo prima, appena accennata da un bracciante della donna il
fatto pronto all'avvio? Il suo fidato uomo, per la premura d'avvisarla non
immaginando chi fosse l'ospite quel giorno, uno dei tanti. Perciò nel
bisbigliare del suo uomo, l'ospite captò l'avviso. Subito la donna, reagiva
con un cipiglio per la scorrettezza del suo personale indiscreto, a dover
dire all'ingegnere con fare leggermente preoccupata: < Sarà meglio che ne
riparliamo del suo progetto, dopo lo svuotamento della diga ad evitare che
mi danneggi il mio raccolto allagando la pianura. Per fortuna in questo
periodo di siccità non è poi male un po' d'acqua in più per il terreno...
Mah! Non si sa mai? E allora addio guadagni! > espose muovendo le
braccia. < Sarà meglio rimandare il suo bel progetto ingegnere!... Ne
riparleremo... Al momento ho altro da preoccuparmi. Ne riparleremo! >
< Come mai vogliono svuotare il bacino su alla diga? > domandò il
giovane ingegnere preoccupato: < Io non ho avuto avvisi di tale manovra a
svuotare il bacino? > pensando all'istante, nell'essere poi incolpato di
negligenza e abbandono del suo posto di lavoro a scapito di qualcos'altro
ben più grave, di un'impensabile vendetta preparata a puntino da qualcuno
interessato che la miniera chiuda per sempre. Definitivamente? Immaginò.
< L'ho appena saputo anche io... come vede!... Pare ch'è pericolante la
diga di Pili? Staremo a vedere... > espose la donna, nel commentare
maliziosamente: < Vedo che è tutto sudato, si può togliere la maglietta da
far asciugare al sole in un attimo... > consigliò maliarda.
< Non ho niente da togliere. Anzi, nemmeno il disturbo chiria signora
Kyriak! Devo rientrare subito! > rispose deciso. Quello era il risultato
finale... Con una catastrofe incombente!? Si stava domandando Alexandre
fortemente incavolato con se stesso. Immaginando la posizione della
miniera posta a una decina di metri sopra al livello del torrente nella stretta
gola di roccia viva e la massa d'acqua incanalata con forza, avrebbe invaso
senz'altro le gallerie e tutto sarebbe finito per sempre e malamente.
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Guardando alla fine la donna con durezza, nel rispondere, deciso: < Mi
faccia riportare subito al treno! Questa manovra è un bel tiro mancino!
Non ho forse ragione donna Kyriak? > sbottò sull'incavolato uscendo
dall'abitazione e montava in auto, nell'aspettare che l'autista riceva l'ordine
dalla donna a riportarlo di fretta alla stazione ferroviaria.
< Tranquillo ingegnere! Sono soltanto voci. Poi è solo un po' d'acqua.
Tu, porta l'ingegnere alla stazione... Arrivederci! > alzando la mano
svogliata e con il viso sorridente per la burla perpetrata. Mentre Alexandre
tentava col cellulare di telefonare... Ma nulla da fare, mancava il segnale.
Con una buona scusa per la strada sconnessa, l'autista con un sorriso
ruffiano, andava molto piano con le marce basse da far rumore col motore
imballato a far confusione, ma la velocità sul terreno era lenta.
Alla fine arrivati davanti all'entrata, trovarono il treno che stava già
partendo dalla piccola stazione di campagna. E l'autista appena l'aveva
mollato a terra era sgusciato via velocemente come il vento.
Alexandre incavolato tentava di telefonare col cellulare alla miniera, ma
invano?... La linea non c'era per niente da quelle parti, il cellulare non
trovava il segnale in quel posto di campagna: < Troppo strano? > sbottò.
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Capitolo Secondo
Stava pensava incavolato a come evitare che diventi oltretutto qualcosa di
un: Inquietante destino. Per quella valle senza salvezza per nessuno, in
quel poco che aveva appreso amaramente. Una tragedia non annunciata e
malamente esposta da lasciare poi un sacco di dubbi sul finale. Colpa di?
Ormai gli sembrava molto chiaro, il guaio si stava perpetrando, ed era
ormai tardi? Forse se fosse stato ventilato molto prima l'inghippo capitato,
magari rimaneva una speranza? Così poi altri, avrebbero riferito alla
magistratura a indagini aperte, nel redigere una inchiesta approfondita e
arrestare poi i sordi babbei, che non avevano ascoltato per bene l'annunciò
diramato dalla società appaltatrice dei lavori, nell'aprire le porte della diga
di Pili a 900 mt. di quota. Situata a nord della valle interessata dove
scorreva il torrente Portaikòs nella vasta regione della Tessaglia. Qualcuno
doveva rispondere poi e prendersi tutte le colpe per tutto il casino fatto. Ed
era ciò che sarebbe successo a lui il direttore della miniera tra poche ore, al
massimo il giorno dopo.... Era l'unico responsabile del disastro capitato.
L'ingegnere Doukas, aveva tentato invano nel chiamare al telefono le parti
interessate su alla miniera, nel sperare di parlare con il capo cantiere Alos
Kàlonis, sempre disponibile e contento per la vena d'oro scoperta in
miniera, da avere il lavoro assicurato lui e i suoi uomini fidati. Ma nulla da
fare, da quelle parti non c'era campo con il suo cellulare per poter
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comunicare o con qualcuno nella valle ad evitare il peggio e tentare di
salvare sopratutto delle vite umane, ma invano? E con il passare delle ore
si stava peggiorando la situazione nella valle, che sembrava muta e
tranquilla, addormentata senza valide e speranzose notizie.
Anche nella piccola stazione ferroviaria fatiscente, il telefono era al
momento fuori servizio. < Strano, molto strano? > borbottava il
capostazione, ma nessuno rispondeva alla sua chiamata che a sua volta si
stava preoccupando per la sua linea ammutolita da poche ore, e non poteva
comunicare nulla, nemmeno alla prossima stazione a trenta km.
impossibile? Capendo la preoccupazione del viaggiatore più che agitato e
altrettanto a sua volta il vecchio capostazione, rispondeva al giovane molto
preoccupato: < Non ho avuto notizie delle aperture su alla diga, nel far
defluire l'acqua ed allagare in parte la vallata e la pianura sottostante. Il
mio collega di Megalà Calivia me l'avrebbe detto prima al telefono con
l'arrivo del treno? > informando il passeggero incavolato: < L'altro giorno
col temporale un fulmine a tranciato un traliccio. Forse era un ripetitori per
i cellulari? Ma adesso anche il mio telefono di servizio?.. Accidentaccio! >
sbottò il capostazione preoccupato, per fortuna non doveva passare nessun
treno fino al mattino dopo. Stava rimuginando sull'incavolato quesito il
capostazione disorientato di quel fatto mai capitato prima.
Anche Alexandre imprecava da solo, capendo che solo a dorso di mulo
poteva ripercorrere la strada sterrata e risalire la valle, ma dove trovare un
mezzo a quell'ora di sera? Poteva farsi prestare la bicicletta del ferroviere,
ma non avrebbe potuto percorrere velocemente la salita e i 40 km di strada
da fare? L'auto di donna Kyriak che l'aveva riportato alla stazione e se ne
era andato via di volata. Era stata tutta ben congegnata la burla preparata a
suo discapito. Pertanto mancava un mezzo per spostarsi e nemmeno i
telefoni normali non funzionavano. Era tutto un po' strano. Troppo? In
quella giornata nata piacevole e divenuta storta dopo, mentre le ore a
disposizione volavano via davanti velocemente, da non poter evitare una
immaginata tragedia incombente?... Ma veritiera da un momento all'altro.
La paura più grande è che il tutto capiti e incomba proprio sulla miniera
situata proprio nella stretta gola e l'acqua della diga incanalata con
prepotenza potrebbe invadere le gallerie e provocato l'annegamento dei
suoi minatori al lavoro e ignari del pericolo incombente sopra di loro. E il
tutto per colpa sua, nell'aver abbandonato il posto di lavoro. Sperando e
magari, forse, qualcuno avrà telefonato su alla miniera con un telefono
funzionante da avvisare l'apertura delle porte su alla diga di Pili? < Magari
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fosse vero!..> esplose a voce alta amareggiato, per la sua stupidaggine nel
cercare sempre di appianare ogni controversia per il buon vivere attorno
alla valle. Dandosi nuovamente dello stupido ad aver ascoltato la richiesta
di una signora del posto, che aveva bisogno del suo aiuto. Una proposta
per fare un progetto di un impianto manifatturiero e dare del lavoro a
molta gente nei dintorni. Ma il tutto si era rivelato una bufala. La donna
voleva sopratutto una intima collaborazione con il giovane ingeniere
scapolo. Ma lo scopo principale era di allontanarlo dalla miniera e
permettere ad amici compiacenti di manipolare e creare un grosso
incidente da far chiudere la vecchia miniera per sempre. Da essere
assorbita poi da chi aveva altri interessi molto più ampi. Poi se su nella
miniera ci fossero dei lavoratori a raccogliere le ultime bricciole d'oro
rimaste a terra da molto tempo, non importava nulla se per caso qualcuno
crepava la dentro. Era in disuso da molto tempo senza speranza in futuro.
Per sicurezza non avendo informato ancora nessuno del nuovo filone d'oro
appena scoperto. Dopo quell'approfondita verifica, Alexandre prospettava
che avrebbe in futuro, fruttato milioni in lingotti d'oro allo stato ellenico.
Pertanto al momento di una gravità inimmaginabile, pensare al dopo era
veramente pericoloso. Quel frangente supposto, di una catastrofe
programmata e creata senz'altro a tavolino? Era ciò che immaginava
Alexandre amareggiato a non poter e saper cosa fare al momento? Con la
miniera che si trovava a 40 km. e impossibile farla a piedi e in fretta.
Almeno poter telefonare e magari avere un elicottero da andare su alla diga
e fermare al momento l'apertura delle porte? Magari, ma coi magari non
serviva a nulla? Poter far defluire l'acqua più lentamente da dare il tempo
di salvare delle vite umane? Sperando sempre che non succeda nulla a quei
poveri minatori intrappolati all'interno delle lunghe gallerie in miniera?
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Capitolo Terzo
Senz'altro qualcuno poi risponderà alle domande pressante al ministero
della giustizia e la procura interessata al disastro avvenuto si interrogherà?
Perché mai la diga è stata aperta e la miniera è stata invasa dall'acqua
con la perdita di persone umane e del minerale prezioso? E chi sono i
responsabili? I colpevoli di quella operazione, fatta senza dei permessi e
autorizzazioni confermate dalla legge ministeriale? Quella era senz'altro le
prime domande fatte, e lui era il primo a dover rispondere chiaramente.
Perciò senza pensarci su due volte Alexandre, aveva preso la decisione di
percorrere la stradina di campagna a piedi e da poter arrivare ad un'arteria
più frequentata e magari trovare qualche auto, anche di turisti e poter
usufruire di un passaggio, con la speranza in cuore di poter far presto....
Poi e per fortuna un auto stava giungendo, senz'altro diretta alla cittadina
di Fanàri a pochi km. Alexandre allungò deciso il braccio nel fermare
l'auto sulla strada polverosa. Con sorpresa la vettura si fermò al suo fianco,
e dal finestrino abbassato una voce gentile e sorridente gli chiedeva, nel
capire il problema del giovane appiedato: < Perso il treno?.. Dai, salga! >
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< Ha perfettamente ragione signorina despinis! > aprendo lo sportello
nel dire: < La ringrazio tanto! Sono Alexandre Doukas il direttore su alla
miniera a Megàla e ho il cellulare che non ha campo da queste parti... >
< Sì! Anche il mio è muto in questa zona... Monika Stratonik.
Piacere!... > porgendo la mano e Alexandre rispondeva deciso a quella
stretta di mani e sull'agitato si spiegava meglio: < Se mi lascia al prossimo
villaggio mi fa un grande favore. Devo andare su alla miniera a far uscire i
miei minatori da sotto terra. Stanno aprendo le porte su alla diga di Pili e
c'è il pericolo che la mia miniera si allaghi con dentro i miei bravi operai
che stanno riprendendo a scavare e rimettere in sesto la miniera
abbandonata ormai da anni. Comprende la mia preoccupazione signorina
Monike?... > l'informò Alexandre sull'agitato e incavolato.
< Come? Quella piccola diga la devono svuotare così di fretta...
Strano? Ero pochi giorni fa su con la scolaresca a fotografarla e mi
sembrava in buona salute. Oltretutto gli addetti che mi avevano rassicurata
che è una struttura molto solida. Strano, molto strano? > raccontò
tranquilla la giovane automobilista apparsa provvidenzialmente.
< Ma da quel poco che ho capito, sono venuto a conoscenza poche
ore fa? Qualcuno stava ipotizzando che aveva trovato qualche crepa nella
diga. Ed è per questo che la svuotano velocemente senza aver avvisato
nessuno nella valle e attorno. E' tutto un po' strana la faccenda?
Comprende signorina. Io sono convinto che c'è dell'altro sotto e il tutto per
mettere in pensione la vecchia miniera ch'è d'imbroglio per altri, che al
momento non conosco, ma sicuramente centrano? Questo è quello che
penso io! > esclamò: < Solo che al momento mi preoccupano i miei
uomini nelle gallerie a scavare ? Dato che le perforazioni fatte a suo tempo
nelle lunghe e vecchie gallerie, vanno verso il fondo in discesa, con un
dislivello di bel dieci metri dall'entrata. E se ci arriva l'acqua della diga
tutta assieme c'è veramente il pericolo che affoghino tutti la dentro come
dei topi in gabbia. Questo è il mio guaio! E non poter essere sul posto a
farli uscire prima del disastro? Senz'altro i miei operai, non sono stati
avvisate da nessuno del pericolo incombente alle spalle?... Accidentaccio
boia!... Per gli Dei dell'olimpo, che stupido sono stato! > sbottò adirato.
< La comprendo signor Alexandre. La porto io su alla miniera.
Oltretutto, era già una cosa che volevo fare uno di questi giorni, venire su a
vedere e se era possibile portare la mia scolaresca a visitare la vecchia
miniera. E visto che lei è il direttore ci metteremo d'accordo se possibile
visitarla in sicurezza con i miei scolari abbastanza curiosi, ma educati... >
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< Certamente signorina Monike! Appena sistemata questa faccenda,
con la speranza che non hanno già aperto tutte le porte della diga, da far
defluire rapidamente l'acqua fuori e da salvare la miniera appena riavviata.
Grazie per il passaggio! E' veramente la santa provvidenza che la inviata
da queste parti, con la speranza di salvare delle vite umane... Grazie! >
< Pensa veramente che qualcuno sta facendo una carognata? >
< Per farsi la grana facile non guardano in faccia a nessuno. Mi creda
signorina Monike! > espose Alexandre un po' rassicurato per il fortuito
passaggio provvidenziale.
< Mi chiami soltanto Monike, tra coetanei va meglio. Oh mi scusi!
Forse lei è già sposato ed io mi prendo certe confidenze così amichevoli.
E' l'ha la brutta abitudine di dialogare con i ragazzini in classe che mi trovo
a dare del tu a tutti... > rispose mostrando un bel sorriso infantile.
< Hai perfettamente ragione Monike! Al momento non sono
impegnato, ho solo questo grosso problema dei miei uomini nella miniera.
Appena sistemato la faccenda, mi troverai più disponibile e faremo in
modo che tu possa portare i tuoi alunni a visitare la miniera che tenta di
risollevarsi... Lo spero vivamente signorina, insomma Monike! > confermò
il giovane, guardandola per bene in viso, era bellissima da stupirsi da solo
per la sorpresa ritardata. Era talmente preso che non ci aveva fatto caso
prima della giovane, in mezzo ai suoi tanti pensieri aggrovigliati assieme.
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Mentre lei tranquilla rispondeva: < Finalmente ho un passeggero che mi
sprona a premere il pedale dell'acceleratore... Ho sempre avuto amiche che
mi pregavano di rallentare, non si fidavano di una donna... E' la verità! >
< Tranquilla Monike, sei formidabile!... > suggerì Alexandre guardarla
per bene. Doveva essere alta e slanciata, bella da far mancare il fiato, con
una massa di capelli castani, quasi biondi e gli occhi azzurri come il cielo.
Ma al momento il cielo fuori, non era del colore giusto, forse, presagiva un
bel temporale in arrivo e ci mancava solo quello ad aumentare la sua ansia
di terrore nell'attesa spasmodica. Avrebbe voluto dirle di accelerare
l'andatura già veloce, ma la fretta era incombente dentro al suo petto in
apprensione. Rallegrandosi un poco nel trovarsi accanto una così stupenda
creatura, oltretutto molto disponibile in quel momento preoccupante per
lui, con un sacco di problemi in testa da risolvere velocemente e proprio
alla svelta tutti assieme. Era il suo pressante pensiero fisso.
In quella mezz'ora di strada, l'auto condotta dalla giovane procedeva
discretamente veloce e sembrava prendersi a cuore la faccenda appena
sentita dal suo passeggero con tanto di borsa diplomatica al seguito. Da
immaginare in quel giovane forestiero, dall'accento e dalla voce piacevole,
sembrava uno straniero. Forse e magari, era un attore hollywoodiano con
un doppio lavoro, o magari in quel momento impersonava una sequenza
cinematografica d'azione, impiantata li nella sua Tessaglia a beneficio della
sua fervida immaginazione. Se lo scrutava di tanto in tanto, attenta però
alla sua guida sul veloce. Monike era rimasta veramente affascinata dal
giovane ingegnere, dal viso cupo e molto preoccupato per un grosso
problema in arrivo, da quel che le aveva raccontato strada facendo. Ma in
fondo a tutto era interessante quella presenza calda e viva al suo fianco.
Con quell'affannosa corsa tra curve e sobbalzi e il piede di Monike
pigiato sull'acceleratore, alla fine erano arrivati finalmente alla miniera, nel
trovare il piazzale antistante l'entrata, gremito di gente del posto accorsa a
vedere cosa stava capitando con quel torrente in piena da sembrare un
fiume dall'aspetto pericoloso. Persone che in buona parte erano i famigliari
dei minatori in apprensione in attesa di una svolta. In attesa di vederli
uscire dalla miniera? Sulle loro facce smunte nel guardare quella marea di
acqua che cresceva così velocemente sui bordi dell'alveare del torrente da
spaventarli tutti quanti. Ad ogni onda più vigorosa le loro ansie si facevano
sentire: < Oh mio Dio! Si sta alzando ancora di più il fiume!? > urlavano.
19
Capitolo Quarto
Si erano radunati lì tutti assieme i pochi paesani del posto e parenti in
trepidante attesa che capito qualcosa di buono a rincuorarli un poco. Quei
famigliari spaventati dal fragore del fiume che entrava nella stretta gola e
faceva impressione e paura, dove gli spruzzi giungevano sui loro visi
preoccupati. Erano tutti lì in silenzio e stavano guardando il torrente ormai
un fiume che ribolliva fragorosamente, aumentando il livello dell'acqua
fangosa, da lambire la riva ed entrare nel breve piazzate. Proprio lì
antistante l'entrata della galleria principale, e all'interno si diramava varie
sezione di gallerie, più o meno lunghe e già il capo cantiere minerario Alos
Kàlonis, aveva inviato all'interno degli uomini ad avvisare gli altri
minatori ad uscire fuori ed evitare di morire affogati come topi la dentro ai
lunghi tunnel nelle vecchie gallerie, che si apprestavano a riattivarle.
Alexandre si prodigò subito a dare ordini di preparare dei sacchi di terra e
sabbia per fare un muraglione a difesa dell'entrata, ad evitare che il fiume
aumentando così troppo rapidamente e potrebbe infilarsi dentro e addio
uomini e miniera, persi per sempre. Sorpresi, ma contenti dell'arrivo del
direttore alla miniera a predisporrere un piano di salvataggio e spiegare
cosa stava accadendo? Mentre aspettavano trepidanti che i minatori
avvisati dai compagni corsi all'interno, escano velocemente tutti dalla
miniera, più in fretta possibile. Poi si sarebbe pensato a fermare con chiuse
a sbarramento l'entrate della miniera per preservare poi, il proprio posto di
lavoro e si sarebbe perso per sempre con l'acqua infilata all'interno della
miniera, allagata definitivamente. Quello era il pensiero apprensivo di
tutti, oltre del direttore veramente preoccupato a salvarli tutti.
Monike era rimasta lì al fianco di Alexandre in apprensione nel vedere
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quella turbolente massa di acqua del fiume che incominciava a straripare e
uscire dagli argini minacciosa. In un momento di sosta a riprendere fiato
Alexandre consigliò alla ragazza: < Monike dovresti portare la tua auto più
sopra accanto ai binari del treno. Mi sa che qui tra poco avremo l'acqua
alta. Speriamo di poter proteggere con dei sacchi e altro, l'entrata della
galleria. Altrimenti sarà tutto perduto?.... Eccoli!.. Meno male che gli
uomini stanno uscendo dalla miniera... Presto ragazzi mettetevi al riparo! >
consigliò il direttore preoccupato, come tutti in quel momento di panico.
< Aiutiamo gli altri a sbarrare alla meglio e cercare di deviare l'acqua!
Tentare d'incanalarla da un'altra parte... Accidenti a quei maledetti, che
hanno aperto le chiuse su alla diga!... > borbottava Alexandre arrabbiato.
E qualcuno lì accanto chiedeva stupito e sorpreso del fatto: < Cosa hanno
fatto su alla diga? Capo? > sbottarono adirati guardandosi tra loro stupiti.
< Alos! In quanti erano e ci sono ancora all'interno? > domandò
Alexandre al capo cantiere meialleftis, intento assieme agli operai a
riempire sacchi di terra e sabbia. < Manca ancora la quinta squadra! Sono
in sei ancora la dentro?... Speriamo che arrivino fuori in fretta. Con questa
maledetta acqua! Ma non c'è stato nessun temporale tra le montagne oggi
pomeriggio? > sbottò sull'adirato a sua volta.
< No! Hanno aperto le porte della diga di Pili... Lo saputo anch'io
tardi e meno male che ho trovato la signorina che mi ha dato un passaggio.
C'è qualcuno che cerca di bloccarci il lavoro. Questo è il guaio? >
< Ecco perché, dopo che ho visto passare sopra treno e lei non si è
visto poi arrivare a piedi qui dal paese... Avevo pensato che fosse andato a
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casa e lo chiamato sul cellulare ma ho capito che sono tutti muti senza
linea, anche dall'ufficio il telefono non funziona... Cosa sta succedendo
capo? Non ci stanno preparando ad una guerra ad Atene? > domandò.
< Non sono ben sicuro, ma mi hanno raggirato, tentando di tenermi
lontano da qui? Quel progetto che ho preparato, era una buona scusa per
farmi allontanare e meno male che nessuno sa della nuova scoperta di
quella vena d'oro trovata. O forse qualcuno è venuto a conoscenza e sta
tentando di sbarazzarci di noi, per un piano ben diverso e con altri scopi
che non ho per bene evidenziato ancora e potrebbero fare al caso?
Comprendi Alos? > si spiegò Alexandre, mentre tutti quanti si davano da
fare ad aiutarsi per fermare quell'aumentare rapidamente del fiume
Portalkòs troppo burrascoso e prepotente da far tanta paura.
Era già molto tardi e la notte stava avanzando, mentre loro, tutti quanti
stavano lavorando alacremente sotto le luci dei riflettori d'emergenza ad
alzare una buona barricata a frenare quella marea di acqua e fango.
Finalmente erano riusciti tutti assieme nella loro dura fatica a fare una
bella barricata davanti all'entrata della galleria e fermare il flusso del fiume
rigurgitante e minaccioso. Le ore passavano via velocemente, ma l'acqua
nel bacino della diga era tanta e senz'altro ci voleva molto tempo, almeno
un altro giorno per lo svuotamento e sprecare quel benessere per la zona.
Mentre il capo cantiere borbottava incavolato: < Qualcuno dovrà poi
rispondere alle autorità dello stato ellenico, per questo spreco di acqua
preziosa, per il capriccio di qualche furbetto, o tanti messi assieme da
pensare una simile sciocchezza inventata di sana pianta. Che gli vengano
un colpo secco! > e un altro minatore commentava: < Senz'altro anche giù
nella piana questa massa d'acqua creerà un sacco di danni e chi li
ripagherà? Sperando poi che non ci scappi anche il morto... Cavolo! >
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Alexandre stava immaginando pensieroso, nel dire poi al capo cantiere e
all'insegnante immersi nell'acqua fino al ginocchio: < Sono proprio curioso
di sapere dopo che raccolto di cotone farà donna Kiriak? >
< Quella tenutaria dispotica centra qualcosa con tutto questo? >
domandò Monike incuriosita, da sentirsi in parte immischiata, d'altronde
lei ci stava rimettendo un bel paio di scarpe, appena comperate l'altra
settimana, nel dire ancora: < E' proprio una vigliaccata combinata bene. E
per cosa? > domandò arrabbiata, mentre saliva su dei gradini e si guardava
le sue belle scarpe, miseramente alluvionate: < Accidentaccio boia! >
Alexandre gli veniva da ridere nel vederla cosi agitata e partecipe al
disastro, nel rispondere: < Hai distrutto le scarpe Monike... Vorrà dire che
te ne compro un paio per sdebitarmi per l'aiuto provvidenziale e un invito a
cena. E' il minimo che posso per ringraziarti per l'aiuto dato... >
< Li avevo appena comperate. Ma in mezzo a questo disastro non si
va a pensare a salvare le scarpe nuove. Cambierò modello! Comunque la
cena la posso accettare. In verità adesso ho molta fame. Ma mi sembra che
al momento l'acqua non sale più... è costante l'altezza quanto sembra? >
< Ci vorrà una giornata buona, se non chiudono le serrande su alla
diga. E' un peccato sprecare dell'acqua a questo modo e con la siccità
averla adoperata per bene a bagnare i terreni secchi attorno, oltre servire la
centrale elettrica. Un vero peccato! > provò a dire Alos il capocantiere.
< Hanno fatto solo grossi danni e null'altro. Io sono sicuro che tutto
questo ambaradan era per fermare la riapertura della nostra miniera? >
espose Alexandre convinto: < Devono avere un piano in mente? >.
< Lo pensa veramente capo? > domandò Alos incavolato: < Abbiamo
sudato per rimetterla in sesto e c'è qualche carogna che vuole rimetterci sul
lastrico? Figli di cani! > sbottò arrabbiato, dando un calcio nell'acqua.
< L'unica cosa di positivo che non abbiamo avuto perdite umane qui
nella nostra miniera... Poi non si sa se con questa onda di piena, giù oltre la
valle, nella pianura qualcuno non si è trovato intrappolato e non ci ha
lasciato le penne per davvero. E' un vero peccato? Speriamo bene! >
espose Alexandre muovendo il capo di disappunto.
Monike afferrando il braccio del giovane si mise a gridare, allungando il
braccio ad indicare qualcosa che scorreva tra le acque turbinose del fiume
in piena: < Guardate! C'è un cadavere che scende a valle... Oh, mio Dio! >
Subito degli uomini si diedero da fare con bastoni e altro per tirare verso
di loro il povero cadavere che la corrente l'aveva sospinto tra i gorghi da
quella parte e fermarsi in quell'insenatura creata al momento nei riflussi.
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Alla fine dopo vani tentativi tra i rami, veniva recuperato quel corpo a
mollo, con lo stupore di tutti per quella prima vittima innocente.
Il tizio annegato era un addetto alla diga e conosciuta da buona parte dei
valligiani: < Mah, è Kosimors! > confermarono parecchi minatori. Anche
Monike l'aveva riconosciuto subito, esclamando spaventata e dispiaciuta
per l'accaduto: < Oh, poveretto! L'ho conosciuto l'altra settimana e gli
avevo parlato su alla diga ed è proprio lui che mi aveva rassicurato che la
diga era più che solida... Accidentaccio! Era un brav'uomo?... Peccato! >
borbottava dispiaciuta appoggiandosi al giovane ingeniere che se la
stringeva contro dispiaciuto a sua volta: < Questa vittima non ci voleva
proprio? > espose e poi di colpo Alexandre si abbassò a guardare meglio
l'annegato messo su delle tavole più in alto, e notò stupito qualcosa sulla
fronte, nel dire deciso: Questa povero uomo gli hanno sparato! Guardate
quel foro in fronte?... L'hanno fatto secco. Gli hanno sparato! > chiamando
un giovane dipendente: < Nikos per favore vai in città ad avvisa la polizia
di un morto recuperato qui alla miniera... Mi raccomando!... Fai attenzione
per la strada accanto al torrente, può averla rosicata via l'acqua? >
Lasciando un po' tutti ammutoliti per la tragedia che si stava consumando
davanti ai loro occhi, in mezzo a quella marea di acqua e fango, che li
minacciava col frastuono e prepotenza e con un morto per iniziare la
giornata in arrivo. Prometteva nulla di buono in quell'albeggiare e più che
mai incominciata storta. Tutti avrebbero pensato diversamente, ma non a
quel modo con un cadavere che galleggiava tra le acque scure e impetuose.
Qualcuno borbottava amaramente: < Dio che tragedia! >
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Capitolo Quinto
Erano alle prime luci dell'alba, quando arrivava il maresciallo Cosmis del
distretto di polizia a Trikala, avvisato dal giovane Nikos. Il poliziotto
ancora trasognato con i suoi gendarmi ad ispezionare il cadavere del
povero guardiano della diga e nel chiedere informazioni dettagliate dei
fatti accaduti? Avendo già ricevuto diversi avvisi a voce avendo il telefono
e i cellulari del distretto ammutolito. Immaginando che l'acqua abbia
divelto da qualche parte i pali della linea telefonica. Ed ora lì a constatare
il cadavere raccolto dal fiume, improvvisamente in piena da far paura.
Trovandogli addosso i suoi documenti e da identificare per bene la povera
vittima capitata in mezzo al disastro fatto su ordinazione, così sembrava.
Oltre la polizia a informarsi su quell'improvvisa alluvione che aveva già
fatto un sacco di danni più giù a valle e sperando che non ci siano altri
morti in mezzo? Chiedendo preoccupato al direttore: < Allora ingegnere
Doukas lei mi sa spiegare qualcosa? Che diavolo mai sta succedendo! >
< Qualcuno su alla diga di Pili ha aperto le porte da far defluire
l'acqua rapidamente? Altro non so darle spiegazioni, visto il cadavere del
guardiano, l'unica cosa pensare e non era capitata all'improvviso? >
< Lei mi fa presente che senz'altro qualcuno su alla diga hanno aperto
le paratie e sparato al guardiano? Sarà poi il medico legale a fare l'autopsia
a spiegare meglio se è un foro di un proiettile quello che s'intravvede sulla
fronte della vittima? Ma per cosa e perché questo svuotamento rapido della
diga? > domandava il maresciallo incavolato per il tutto?..
< Anche io me lo sono domandato e per quali ragioni? Nessuno mi ha
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avvisato di questa rapida decisione, e in un primo momento avevo
immaginato che la diga fosse crollata, ma il disastro sarebbe stato più
grande e grave. Ma ora vedendo quel povero uomo ucciso, ho capito che
qualcos'altro era ed è successo malamente su alla diga di Pili? >
< Allora lei non era al corrente? Noi in centrale non abbiamo mai avuto
avvisi a segnalarci qualcosa di strano? Mai sentito dire, di un pericolo
imminente su alla diga di Pili? Accidentaccio! Sta diventando un caso
oscuro al momento? Non sarà per caso un sabotaggio di sovversivi contro
lo stato? Oggigiorno vanno tanto di moda... Poi questa interruzione nel
pomeriggio delle linee telefoniche, non mi è per niente chiara questa
faccenda? > sbottò il maresciallo della polizia greca, grattandosi il capo
sotto la visiera molto preoccupato. Dando ordini di chiamare via radio la
centrale della polizia regionale se a loro avessero avuto la segnalazione di
un pericolo su alla diga. Nel cercare di capire meglio la faccenda di
quell'inondazione improvvisa e da chi è stata provocata? Si domandava
fortemente irritato il maresciallo, non sapendo nulla di preciso, oltre avere
i telefoni fuori uso nella provincia. E chi era il colpevole?
Mentre Alexandre commentava: < Io personalmente ho già avuto dei danni
e minacce nei giorni scorsi e la mia denuncia esposta l'altra settimana lo
conferma. Con la mia auto laggiù incendiata da vandali, ignoti piromani?
Ma al momento non posso dire qualcosa in più. Se il tutto è da allacciarsi
alle varie faccende sovversive che stanno capitando in regione. Forse, ma
non credo?.. > evitando di far presente che l'avevano allontanato apposta
con l'inganno dalla miniera. Ma così su due piedi, non poteva accusare
nessuno di preciso e non voleva che il maresciallo incominci ad indagare
su dei percorsi ancora troppi oscuri?.. Inserendo dei fatto gravi che si
stavano ammucchiando di giorno in giorno e nelle ore prestabilite di un
avvenimento sopra l'altro? Notando per altro il progredire velocemente
della situazione che si aggravava in zona... Al momento era meglio non dir
nulla e vedere poi cosa saltava fuori alla luce del sole, nelle indagini in
avvio e se per caso poi, saltava fuori qualcuno da dentro, anche nell'ambito
della polizia? Era tutto un susseguirsi da tener ben presente, che magari
qualcuno tentava di spostava le indagini altrove? E quella era un'altra cosa
da tenere bene in mente oltre che presente? Se qualcun'altro aveva degli
interessi da sbrogliare in fretta, si sarebbe fatto sentire in qualche modo.
Poi ora, già con un morto era un impiccio forse premeditato? Stava
pensando Alexandre, prima di dire altro al maresciallo Cosmis in attesa di
una sua dichiarazione: < Comandante! > provò a dire alla fine Alexandre
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sotto voce: < Forse c'è qualcuno che a dei rancori con qualcun'altro,
magari con lo stato ellenico un po' assente nella nostra regione. Qualcuno
giù in pianura che volevano dare un avviso un po' a tutti? Nel dimostrare
chi è che comanda e tira le file dei burattini nella nostra zona e regione un
po' troppo abbandonata a se stessa? A me fa questa impressione. E voi
della polizia col personale ridotto non potete controllare proprio tutto. Non
ho forse ragione maresciallo? > notando un cipiglio dal viso del
maresciallo Cosmis, nel continuare a dire avanti tranquillo: < Immagino al
momento, che sia questo il movente dirompente e messo in atto nel farsi
sentire così malamente e a sprecare a questo modo quest'acqua così
preziosa? E' una sporca vigliaccata!... Altro al momento non posso dire e
spiegarle diversamente maresciallo? E meno male che noi qui siamo
riuscite a fermare quest'acqua da non entrare nelle gallerie della miniera.
Allora sì! Che avremmo dato l'addio al lavoro tanto sudato dei miei
minatori, per rimetterla quanto prima in piedi.... Per la miseriaccia! >
sbottò decisamente incavolato il direttore Alexandre, guardando i suoi
uomini stanchi nell'aver lavorato sodo per salvare il proprio lavoro.
< Già, ha perfettamente ragione! Forse a qualcuno non piace questa
miniera? Lei cosa ne pensa?... Dopo il tanto tribolare prima, e io sono per
bene al corrente delle traversie per avere i permessi e sopralluoghi fatti e
noi in mezzo a controllare il buon esito per tutti. Eravamo contenti, che si
ridava un po' di lavoro qui nella vallata. Sebbene faticoso il lavoro nella
miniera, ma pur sempre un lavoro e una paga discreta... Giusto direttore? >
commentò il maresciallo più che convinto dei fatti esposti.
< Ha perfettamente ragione comandante! I miei uomini hanno sgobbato
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come muli per ripristinare questa miniera e spero presto possa fornire allo
stato ellenico, i frutti racchiusi in essa da rendere un po' di più prosperosa
questa valle un po' troppo abbandonata. Io sono speranzoso! > guardando
di sott'occhio il suo capocantiere al fianco in ascolto, nel capirsi sulla loro
scoperta di un bel filone d'oro appena ritrovato. Certamente qualche
operaio in buona fede avrà menzionato della scoperta di quel filone d'oro.
E senz'altro a molti farà gola? Immaginò Alexandre più che convinto.
Dove si intersecavano varie faccende, ma tutte avevano uno scopo ben
prefisso, farsi la grana facile e solo da una parte?.. Da qualsiasi parte
avvenga l'ostruzionismo nato al momento. Certamente però al momento
erano soltanto illazioni pensate e ripensate, ma ancora niente?
< Stia tranquillo ingegnere! Troveremo i colpevoli che hanno
combinato 'sto casino!. > espose perentorio il maresciallo Cosmis.
Nel frattempo il comandante s'impegnava, assieme ai suoi aiutanti e
prendevano le varie deposizioni dei minatori e cittadini accorsi lì sul posto
a guardare curiosi il disastro per niente annunciato prima, o qualcuno
doveva veramente morire per aver ragione dopo?
Poi alla fine dei controlli della polizia e fatte varie foto del posto e del
povero annegato, così sembrava a prima vista, oltre fotografare il fiume in
piena che stava devastando la valle con l'inondazione improvvisa.
Infine su un loro mezzo, non avendo altro al momento a disposizione,
caricarono il morto nel portarlo al reparto patologico della polizia a
Trikala. Avvisando chiunque avesse notizie sui fatti accaduti, nel farle
pervenire anche a voce dato il perdurare del mutismo telefonico.
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Capitolo Sesto
Nella parte alta, dentro ai vecchi magazzini e uffici nel complesso
minerario, si stava già sistemando alla meglio ciò che avevano preso
prima, per tamponare i primi danni avuti, appena lambiti dall'invasione
dell'acqua e fango. In un a grande confusione a capirci meglio.
Alexandre ne approfittava per ringraziare i suoi operai che si erano
prodigati a salvare in extremis la miniera, dall'essere sommersa da quella
marea d'acqua e fango scaricata dalla diga di Pili: < Grazie a tutti voi, di
aver salvato la baracca, ragazzi! > espose riconoscente.
Monike stava assistendo con interesse e fervore quella famigliarità che il
giovane ingegnere aveva con i suoi uomini, uniti nella battaglia. Lei si era
avvicinato ad Alexandre nel dire convinta: < Vi siete prodigati tutti quanti,
per salvare il proprio posto di lavoro. Hai fiducia nei tuoi operai e loro ti
ricambiano. E' bello vedere un direttore che non da solo ordini, ma si
rimbocca le maniche al momento del bisogno... Posso dirtelo? Sei bravo! >
< Penso che al momento non possiamo fare altro qui... Aspetta un
momento Monike... > chiamando il capocantiere: < Alos! Puoi lasciare
qualcuno a turno a rimanere qui a tenere d'occhio il fiume e gli altri
possono andare a casa a riposare e appena il fiume è rientrato si farà la
conta dei danni e riprenderemo il nostro lavoro. Comunque, prima
ricontrolleremo assieme le gallerie se non sono state intaccate da qualche
infiltrazione d'acqua. Giusto? > espose mentre diversi minatori si erano
affiancati ad ascoltare quel piano di ripristino e il recupero del posto di
lavoro. Poi il capo minatori rispondeva soddisfatto: < Tranquillo capo!
Vada anche lei a riposare qui ci penseremo noi a tener d'occhio questa
marea d'acqua... Che gli venga un colpo a quei miscredenti! >
< Grazie! So che posso fidarmi di voi ragazzi. Grazie di tutto! >
prendendo sotto braccio la maestrina e avviandosi verso l'auto della donna,
nel chiedere sotto voce: < Per cortesia mi daresti ancora un passaggio? >
< Certamente! Poi non posso perdermi un invito a pranzare assieme,
quando troverai del tempo libero, s'intende... Quella laggiù è la tua auto
bruciata? > chiese Monike guardandola mentre montavano in auto.
< Già! Dei vandali o altri mi hanno dato subito il benvenuto, arrivato
qui a rimettere in sesto la miniera... Come vedi Monike sono caldamente
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amato e ancora prima di conoscermi. Meno male che gli operai della
vallata mi hanno accettato per quello che sono e rappresento il loro
benessere qui alla miniera. Dopo aspre battaglie con il governo a chiedere
per loro e riducendomi il mio stipendio da direttore, a dimostrare l'amore e
l'interesse per i miei uomini, ho ottenuto di fargli avere una paga discreta
per il lavoraccio che fanno sotto terra. Avrei voluto di più. Ma per il
momento devono accontentarsi. Spero in futuro, se la miniera si rimette a
funzionare al meglio e sfornare qualche pepita d'oro di valore nei carati,
potrò discutere nuovamente nel fargli avere un buon aumento... Certo che
al momento, con questo sporco lavoraccio fatto da qualcheduno o tanti
furbetti, c'era veramente il pericolo di chiudere la baracca per sempre. E a
questo punto devo ringraziare te che ti sei prodigata a portarmi
velocemente qui alla vecchia miniera e tentare di salvarla. Temevo di
perdere i miei minatori annegati all'interno... Che puttanata! > sbottò
adirato: < Sono di più adirato per la mia scempiaggine fatta ieri mattina,
nel cercare di avere dei buoni rapporti con il circondario... Invece ho
sbagliato proprio tutto? Accidentaccio boia!... Hai fame Monike? Laggiù
c'è una trattoria tractèr sempre aperta... Ti va di far almeno colazione? Io
ho fame a fare le nottate a mollo col fango addosso. Accidenti come siamo
conciati! Sembriamo due evasi dalle paludi della Louisiana. >
< Urka! Come evasa ho una fame e anche sonno. In verità non sono
abituata a fare le nottate e poi trovarmi in mezzo ad una simile disgrazia è
proprio da criminale chi ha aperto le chiuse su alla diga e quel povero
uomo, ci ha rimesso la vita... Che figli di puttana!... Meno male che oggi
non ho la scuola e studenti da istruire, altrimenti mi addormenterei sulla
cattedra dal sonno... > commentò confusa Monike, mentre accostava l'auto
al marciapiede e infine traballanti entrarono nella trattoria a prendersi
qualcosa di caldo. Il gestore Serafin conoscendo l'ingegnere, che talvolta di
passaggio si fermava, gli domandò sull'agitato: < Buon giorno ingeniere!
Ma cos'è mai capitato su da voi alla miniera? > gli domandò preoccupato.
< Non è troppo un buon giorno, che ricambiamo... Qualche deficiente
ha aperto le chiuse su alla diga di Pili, da creare questo pandemonio.
Peccato che il guardiano della diga è morto annegato. E noi per fortuna
non abbiamo avuto perdite umane e la miniera è salva... Noi avremmo
fame. Avete qualcosa di pronto, oltre un buon caffè caldo? >
< Subito dottore!.. Adele porta quello che hai in dispensa!. >
domandava alla moglie, mentre borbottava per i primi ragguagli sul
disastro capitato e aveva già sentito dire, che più giù a valle erano successi
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altri disastri provocati da quella piena non immaginata. Nel brontolare
avanti: < E' proprio vero che non c'è più religione in questo mondo da
cani! > mentre Serafin preparava la tavola agli avventori mattinieri in
terrazza e la moglie stava già portando qualcosa da mangiare: < Vi può
andare bene del salame e formaggio locale, con una bella fetta di torta con
i frutti freschi del nostro giardino? Da bere, del vino bianco leggero, per
accompagnare il dolce e un bel caffè caldo? Altrimenti dovreste aspettare
che metta sul fuoco qualcos'altro bistecche o uova per fare in fretta... miei
cari signori? > condensò Adele di ciò che aveva.
< Per me va bene così!.. Monike ti basta?... > le domandava
Alexandre con un leggero sorriso di complicità per l'occasione capitata.
Monike rispondeva un po' stanca e assonnata: < No, no! Va benissimo
tutto questo, tanto per tappare i buchi dalla fame... Poi in fondo ho
abbastanza sonno... Grazie signora Adele! Va tutto bene per la fame che
abbiamo... > rispose mentre già spiluccava qualcosa, cercando di non
pensare al disastro e al morto trovato di poche ore prima. Poi da buoni
amici, e chiacchieravano amichevolmente, si riempivano un poco la pancia
vuota dalla fame accumulata dal pomeriggio del giorno prima.
Discorrevano piacevolmente tra loro due, come se fossero stati amici fin
dall'infanzia, dall'affiatamento acquisito così di fretta, in mezzo a quelle
ore di tensione e paura, messe tutte assieme confusamente. Alexandre ad
un certo punto gli confessò: < Sono felice di averti incontrata Monike! >
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< In verità è la stessa cosa per me. Avevo sentito parlare del nuovo e
affascinante direttore della miniera... Ed ora al vederti di persona è
tutt'altra cosa, sei veramente un tipo bello e intrigante, di piacevole
compagnia. E non lo dico perché adesso ho bevuto un po' di vino. Perché è
vero! Sei un bravo ragazzo e farai contenta la tua ragazza... >
< Grazie per il gentile complimento! Ma non dovrebbe essere al
contrario? Il maschio dovrebbe proporlo nel dirlo alla sua donna. Dirle ch'è
stupendamente carina da fargli girare la testa... Con o senza vino per l'aiuto
dato ad esporrere la questione sentimentale... Sei veramente una ragazza
interessante Monike! > espose sorridendo Alexandre. Mentre lei arrossiva.
Perciò tra un brindisi e un altro per calmare tutto lo stress accumulato in
quelle rapide ore alluvionate. Ma oltretutto dopo il loro primo incontro e
proprio per caso si stava già consolidando così reciprocamente senza
immaginarselo per bene il loro affiatamento sentito da entrambi.
Alexandre si sentiva appagato in quel momento di quiete, guardando la
giovane maestrina un po' assonnata e senz'altro quel mezzo bicchiere di
vino bianco le stava già facendo effetto. Tentando di deviare i loro discorsi
ad altro. Alexandre provava a chiederle se abitava lontano: < Monike abiti
laggiù in città a Trikala, ho da un'altra parte? Io ho trovato casa a Kanàri e
mi è andata bene, anche senza l'auto bruciata, ho il treno sotto casa che mi
porta su alla miniera, come un bravo pendolario. >
< Però? Si, io abito a Trikala a pochi passi dalla mia scuola... Sarà
meglio che andiamo, mi viene sonno... Scusami Alexandre, non sono di
compagnia adesso. Poi in verità questo vinello mi ha un po' stordita... >
< Te la senti di guidare la tua auto? Altrimenti posso aiutarti... >
< Tranquillo mio bell'ingegnere! Ho promesso che ti porto a casa.
Fidati della sottoscritta... amico mio! > bisbigliò sorridendo felice.
< Certamente Monike! > mentre lui, pagava il conto: < Grazie per la
colazione ci ha rimesso in sesto! > nel seguire Monike verso il parcheggio.
< Grazie a lei ingegnere e signorina! La nostra trattoria è sempre a
vostra disposizione signori... Buon viaggio! >
< Ritorneremo se ci tratta così bene e con poca spesa. Grazie ancora e
arrivederci alla prossima! > rispose Alexandre all'oste, mentre seguiva
Monike e ripensava sorridendo contento, per quel bell'incontro avuto.
Poi appena montati in auto, lei provò a dire sorridendo al compagno
intento ad allacciarsi la cintura di sicurezza: < Che nottata ragazzi!.. Ma
sono contenta di averti conosciuto Alex! > borbottò assonnata, mentre
infilava la chiave nell'avviamento dell'auto. Poi si fermò pensierosa
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fissando il vuoto davanti a pensare in mezzo alla sua euforia a base di vino
bianco. Qualcosa l'aveva fermata. Ed era qualcosa che le frullava in testa.
Mentre Alexandre le rispondeva: < Già! In verità a chi lo dici... E' stato
anche per me un bell'incontro con te... Sebbene movimentato. > ma non
poté finire di parlare lei lo prese per il bavero e l'attirò vicino. Poi lo baciò
decisa, era felice nella sua piccola sbronzatura di vino e sonno che
s'amalgamava così bene al tutto, in quel preciso momento un po' magico...
Restarono per un lungo momento appiccicati nel baciarsi avanti senza
restrizione di tempo, felici entrambi nel farlo in quel preciso momento.
Poi un auto di passaggio li riprese col clacson a contenersi dallo
sbaciucchiarsi a quel modo. Riprendendosi da quel bel sogno dove si erano
avventurati. Mentre lei confusa borbottava a scusarsi: < Sarà meglio che
andiamo. Non volevo creare scompiglio. Ma in verità mi è piaciuto farlo. >
< Guarda che qui nessuno sta reclamando qualcosa di diverso. E' una
cosa piacevole far di mattina... Dovremmo riprovare domani? >
Mentre Monike metteva in moto l'auto, rispondeva confusa: < Non
dovevo bere quel bicchiere di vino... Non sopporto l'alcol. Scusami se ho
preso il sopravvento della situazione e mi è sfuggita di mano... >
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< Te l'ho già detto prima e lo ripeto. Possiamo riprovare domani se è
la stessa cosa e a quel punto non potrai poi dire che è stato il vino locale. >
< Già hai più che ragione! Sono io una sciocca... Ho avuto un desiderio
mai provato prima d'ora, a voler baciare un giovane senza chiedere il
permesso e in verità, non posso dire diversamente, mi è piaciuto farlo. Ed
ora puoi arrabbiarti se ho preso io il sopravvento e comando?... >
< Guarda che io non 'sto reclamando, anzi... > prendendola decisa nel
baciarla con intenso ardore, da lasciarla stordita dalla mossa repentina.
Alla fine Monike si annodò i capelli dietro la nuca e stava per ripartire,
ma decisa, spense il motore per assaporare meglio quel divino momento
d'intimità a due. Appoggiandosi al giovane al suo fianco, nel trovarsi a
piangere, da non saper bene se era per disappunto, o una strana felicità
trovata proprio per caso in quel giovane ingegnere affascinante.
Alexandre si trovò ad accarezzarla con tenerezza, capendo l'imbarazzo
della giovane confusa, con la complicità di quel bicchiere di vino. Nel
provare a dire sotto voce: < Il vino ti ha fatto girare la testa ragazza mia! >
< Può essere vero. Ma presumo che il tuo fascino da straniero mi
abbia sedotta da lasciarmi andare e baciarti. Scusa ma non avrei dovuto
aggredirti. Sono stata una sciocca ragazzina, che si è presa una cotta
improvvisa e il vino mi ha dato la spinta a fare ciò che il pensiero lo
desiderava fare fin dal primo momento. Quando ti sei appoggiato al mio
sportello per chiedermi un passaggio. Ecco tutto qui il casino che ho
combinato, ma in verità non mi pento è stato il più bel bacio che ho
ricevuto da un affascinante straniero prima... D'incontrarti insomma! >
< Wauh! Questa è proprio bella... Di solito è sempre l'uomo che si
spinge troppo avanti e poi magari si scotta. Ma tu mi hai spiazzato e in
verità te ne sono grato della tua sincerità al vino bianco. Grazie per la tua
spontaneità Monike! In verità mi piaci tanto e ho apprezzato la tua
solidarietà di restare al mio fianco in mezzo al pericolo. > alzandole il viso
rigato dalle lacrime di tanta confusione e passione scoppiata proprio
all'improvviso, nel dirle a sua volta, mentre la baciava con dolce tenerezza:
< Vuoi tu mia dolcissima Monike essere la mia donna, nel bene e nel male
fin che ci farà comodo continuare ad amarci per davvero? >
Monike alzò di botto il volto a guardarlo in viso e scoppiò a piangere più
fortemente dalla contentezza, mentre se lo sbaciucchiava in continuazione.
Alla fino provò a dire timidamente: < Veramente Alexandre, ci tieni che
diventi la tua ragazza ufficiale? Questa si che è una bella cosa già di primo
mattino, nel ricevere un invito da un probabile e aitante amante.... >
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< Pensi che potremmo impostare una bella unione noi due assieme? >
< Io l'avevo già immaginato appena mi hai risposto di aver perso il
treno. Mi sono innamorata di te perdutamente Alexandre! >
< In verità questa mattinata è tutta una piacevole scoperta. Si mi piaci
veramente tanto Monike! Non lo posso negare, per la prima volta mi sto
innamorando veramente di una meravigliosa e sincera maestrina. Wauh! >
< A questo punto penso sarà meglio andare alle nostre proprie casa
nel dormirci sopra e soppesare meglio le parole dette e spinte dal vinello
intrigante su questo bel dialogo fatto con parole sincere e oneste. Io ci
credo all'amore ch'è scoppiato tra noi due. Ma non voglio crearti dei
problemi se per caso ai dei ripensamenti. Tu sei d'accordo? > espose lei.
< Ma perché complichi la vita? Tu mi ami io ti amo e allora casa ci
manca per essere felici? Certamente al momento io mi trovo in una
situazione un po' difficile con dei vandali o altro, ma tutto questo non
comporta che ci rendiamo la vita difficile già di per s'è complicata. Mia
cara Monike io mi sono sinceramente innamorato e anche tu me l'hai
appena confermato. Allora cosa ci facciamo qui a discutere, invece di
baciarsi e null'altro... > prendendola deciso da baciarla con forza a far
capire che tra loro era scoccato qualcosa di positivo che poteva essere
duraturo se lo si voleva con fervoroso intento. < Ti desidero tanto amor
mio! > le sussurrò Alexandre felice più che mai.
Monike commossa bisbigliava sotto voce: < Anch'io amore. Tanto! >
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Capitolo Settimo
Da trovarsi storditi entrambi da tanta euforia scoppiata così all'improvviso
tra loro due. Era scoppiato l'amore, ma quello vero! Come un impetuoso
uragano di ormoni messi di colpo in azione. Mentre i baci perduravano
avanti con la paura di smettere, e perdere quella nuova e giovane fantasia
capitata così dal nulla, ma desiderata tanto in quel momento.
Con difficoltà poi a staccarsi da quei baci dati a profusione, non
avrebbero mai voluto smettere... Si sentivano felici di averci provato.
< Dio, come sono felice! > urlò Monike avviando la vettura.
Avevano ripreso la marcia verso casa e nell'approssimarsi della frazione
di Kanàri. Alexandre la invitò ad entrare in casa per bere e rinfrescarsi un
poco e nel farsi una doccia. Monike accettò felice quell'invito: < In verità
ho una certa arsura in bocca e qualcosa di fresco da bere non la rifiuto. >
seguendo il giovane dentro casa, nel trovarsi a dire: < Mi sa che hai un
sacco di lavoro da fare per rimetterla un poco a posto, questa tua casa... >
guardandosi attorno incuriosita a capire come viveva in affitto quel suo
bell'ingegnere. Nel portarla fuori in terrazzo nel sottotetto di campagna,
con dei materassi ammucchiati contro la parete a far da divano, mettendosi
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seduti sui materassi a rilassarsi almeno un poco. Mentre lui le offriva
qualcosa da bere: < Ti va una spremuta di cedro con ghiaccio? > nel
trafficare a prepararla e lei annuiva: < Sì! Va benissimo con ghiaccio... In
fondo è piacevole guardare la campagna attorno. Meno male che
l'alluvione non è arrivata fin da questa parte... > commentava appoggiata al
suo petto e lui le indicava dov'era la doccia: < Tanto per capirsi la dietro
c'è la doccia. certamente dopo appena aver bevuto. Giusto? >
Poi senza immaginarselo, ma contenti che stesse capitando si trovarono a
baciarsi senza fretta e a godere felici nella loro sincera vicinanza.
Alla fine decisero di farsi quella benedetta doccia e darsi una bella ripulita
dopo una dura nottata a mollo nel fango e a discutere sul problema
inondazione perpetrata. Alla fine rimessi a nuovo e con la mente più sobria
ritornarono in terrazzo a godere di quella frescura che lambiva i loro corpi
nudi a contatto che si provocavano a vicenda ad eccitarsi maggiormente e
nel fare poi all'amore senza fretta ma con intensità cosciente.
Sotto quel porticato fatiscente, dove la temperatura era piacevole da
permettere di sentirsi liberi nel godere a rimirarsi a vicenda e quella
piccola bava di frescura da rianimarli nel baciarsi con tanto desiderio e
ardore mai provato prima da entrambi. Tutto si stava consumando senza la
minima fretta, felici in quel rapporto a due, iniziato alla luce del sole.
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Contenti di essersi incontrati proprio per caso o era il fatale destino
nell'avere dato una mano e proprio in quel giorno benedetto dalla santa
provvidenza capitata di proposito?.... Proprio di tutte era capitato.
I baci correvano sulla loro pelle levigata e ancora umida dalle gocce
d'acqua della doccia, da eccitarli maggiormente in quel momento sublime
per loro due. Poi lì alla luce del giorno tutto era diventato più chiaro e
sublime e quell'amore appena nato, che presagiva essere duraturo in futuro.
Nel tardo pomeriggio dopo aver riposato un poco, Monike e Alexandre
ritornarono su alla miniera nel vedere come proseguiva la faccenda
inondazione lasciata al mattino, evidenziando e contando i danni avuti.
Trovarono che l'acqua stava defluendo via poco a poco, da non essere più
un pericolo per la miniera, rimasta al riparo dai sacchi di terra e sabbia
accatastati da sbarrare l'infiltrazione dell'acqua all'interno da creare seri
problemi. Mentre i minatori di turno rimasti, assieme agli altri ritornati da
casa, erano la tutti a spalare il fango e ghiaia all'entrata della miniera.
Intanto su alla diga di Pili, si presumeva che la polizia accorsa a
controllare, e far chiudere le paratie, da bloccare lo svuotamento della
diga? Dov'era rimasta ancora con metà acqua nel grande bacino di raccolta
a 900 metri di quota.
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Capitolo Ottavo
I telefoni avevano ripreso a funzionare regolarmente, da sembrare fossero
tornati alla normalità di sempre. Qualcuno asseriva che era saltata una
centralina importante, da lasciare mezza città e due valli senza telefono.
Anche Alexandre cercava di riordinare per bene le idee e ricontrollare le
sue scartoffie in ufficio da presentare nei prossimi giorni il verbale sui
danni subiti e sulla scoperta di quel nuovo filone d'oro al ministero del
tesoro, con una buona relazione, da poter far proseguire il lavoro alla
miniera. Monike era rimasta con lui a fargli compagnia, avendo la giornata
prefestiva libera, con l'accordo che all'indomani sarebbero per bene andati
assieme a pranzo, con una gaia tranquillità desiderata.
Mentre dalla capitale stavano giungendo un sacco di chiamate, da
impegnare Alexandre a spiegare ed esporrere le difficoltà capitate in quella
settimana travagliata, ma per il momento erano irrilevanti i danni subiti e
avrebbero ripreso subito il lavoro nella miniera. Dopo la brutta notizia di
quella tragedia capitata, senza che nessuno l'avesse programmata e ancora
non si sapeva bene chi aveva dato l'ordine di aprire le chiuse su alla diga,
ma il guaio era ormai capitato, con tanto di morto al seguito.
Dall'ufficio amministrativo della capitale, lo informavano che a giorni
sarebbero arrivate le paghe per i dipendenti da alzare almeno un poco il
morale smunto da quella mancata tragedia e per fortuna risolta bene.
Al momento solo il povero custode della diga era perito così malamente
per mano criminale e senza un colpevole da consegnare alla giustizia.
Ma anche giù in pianura c'era stato un'altra vittima, provocata da quella
improvvisa inondazione; un povero contadino era morto annegato nel suo
orto rimasto intrappolato nello scantinato della casa. Era successo un vero
pandemonio e ancora non si sapeva chi era il responsabile del grave fatto
provocato nella vasta zona in quell'ampia regione della Tessaglia?
La televisione e i giornali davano ampiamente risalto alla faccenda
capitata, dove i reporter erano arrivati in quantità a documentare e a
domandare ai cittadini il perché di quel disastro semi annunciato?
Ventilando a delle frange sovversive nel paese che, lo stesso governatore
della Tessaglia giudicava cose barbariche da sopprimere velocemente.
Telecronisti erano già arrivati nella parte allagata della cittadina di Trikala
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riprendendo il disastro creato e lo smarrimento della popolazione nella
zona alluvionata. Con danni anche ai negozianti allagati dal torrente
Portaikòs esondato, da sembrare un pericoloso fiume in pena a devastare le
tante coltivazioni variegate della zona, pronte ormai al raccolto in pianura.
La magistratura si era messa in moto a capire per bene quei fatti accaduti
e dove tutti quanti, erano diventati muti come pesci alle domande
pressanti. Già si provava ad immaginare e vociferare in giro, che la colpa
era del custode della diga di Pili che aveva aperto le chiuse. Ma per
sfortuna che aveva quel foro in testa, con tanto di pallottola dentro,
constatata dal perito necrologio la sua morte, provocata da un proiettile
calibro 7. Pertanto l'insinuazione dei furbetti di turno veniva subito scartata
e pronti a trovare l'artefice del misfatto altrove?.. Da presumere che si
stava creando una congiura di sovversivi nel paese, con subbugli e paure
attorno al caso, era il primo pensieri concepito dalla paura, un po' da tutti.
L'ingegnere Alexandre aveva ormai ben capito che era ben altra la
faccenda che tutti tentavano di travisare e spostare su altre vie traverse?
Pertanto era lui che doveva scavare e capire per bene la questione finale?
Era lui e la sua miniera che era al centro del bersaglio e d'imbroglio a
qualcuno o tanti, contro il suo mandato a direttore della miniera, nel
tentare di riattivarla? Quella doveva rimanere come l'avevano denominata
per anni da tutti, rinominata: “La miniera dal pozzo vuoto”.
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Il maresciallo Cosmis era arrivato nuovamente su alla miniera, a verificare
su eventuali danni e trovare altre informazioni sul caso aperto dalla
magistratura interessata e la polizia doveva fornire prove certe sui presunti
mandanti, al momento sconosciuti? Era tutta una baraonda che s'infangava
per bene, come il fango secco sotto le scarpe dopo l'alluvione.
Alexandre stava domandando al maresciallo come procedevano le
indagini sul dopo disastro e se per caso la padrona dell'azienda cotoniera
aveva riscontrato dei problemi: < Maresciallo, anche la piantagione di
donna Kyriak ha avuto dei grossi danni? Immagino seri, con l'esondazione
del torrente? > domandò Alexandre un po' incuriosito della storia infinita.
< E' stata fortunata la tenutaria, nei giorni scorsi aveva appena fatto
fare un grosso canale d'irrigazione nel suo terreno, ed ha attutito un poco la
piena, lambendo in parte il suo terreno con il cotone pronto e maturo da
raccogliere, senz'altro il mese prossimo o l'altro. > si spiegò il maresciallo.
< Meno male! Ha avuto proprio fortuna, donna Sotiria Kyriak. > provò
a rispose Alexandre, mentre s'immaginava più che mai convinto. Se la
miniera sarebbe rimasta bloccata per sempre, i minatori e famigliari oltre i
valligiani dei dintorni, per potersi sfamare le proprie famiglie, sarebbero
andati a raccogliere il cotone il prossimo mese da donna Kyriak. E il tutto
per pochi euro di paga giornaliera, presi oltretutto in nero. Quello era
senz'altro il piano accordato da donna Sotiria, con altri compari a creare
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quella bella trovata della diga incrinata?... Sbottò Alexandre, da solo, nel
trovandosi ad imprecare contro degli oscuri fantasmi. Nel riprendere a
dire: < Che brutta puttanata hanno creato nella nostra regione maresciallo?
Ha ragione Alos il mio capocantiere, nel dire che sono delle vergognose
carogne! > guardando il maresciallo che muoveva la testa ad approvare il
suo discorso: < Già! Proprio così... devo fare altri controlli. Arrivederci
direttore! > e si metteva in auto nell'andare via seguito deciso, dalle altre
auto della polizia con tanto di lampeggianti accesi, a controllare e fare altri
sopralluoghi nella zona disastrata della provincia di Trikala.
Alexandre chiamò Alos e i minatori a raccolta nel suo ufficio, per un
consulto su eventuali danni avuto. Già prima il capocantiere aveva
ispezionato le gallerie della miniera nel controllare se tutto era in ordine e
nessuna infiltrazione di acqua del torrente fosse presente. Facendo un
rapporto al momento: < Qui è tutto in ordine capo! Perciò potremo
riprendere il nostro lavoro e scavare l'oro sulla vena aurifera trovata... >
consigliò tranquillo, guardando una parte dei compagni presenti.
< Benissimo ragazzi! Quelle poche direttive giuntami da Atene vi
faccio partecipi della situazione e segnalazione avute. Dovrò recarmi al
ministero per sveltire le ultime pratiche. Dovremo fare la massima
attenzione se vogliamo che la nostra miniera rimanga aperta. Anche contro
le avversità sapremo difenderci al meglio. Il prezioso materiale che scavate
fuori dalla montagna, sarà poi inviato alla capitale a lavoro ultimato. Al
momento il poco materiale estratto, l'abbiamo ammucchiato in un angolo
sui vagoncini al sicuro nella galleria. Giusto! Avremo tra breve anche il
treno per il trasporto; ripristinato come un tempo e si fermerà sopra la
miniera, per agganciare un carro merci e sistemeremo all'interno il
prezioso materiale, da voi tirato fuori dalle viscere della nostra montagna e
spedirlo belle e pronto in lingotti. Sotto scorta che ci fornirà lo stato. Vi è
tutto chiaro ragazzi? > si spiegò deciso il direttore.
< Certamente capo! Cercheremo di non lasciarci tentare dall'oro! >
< Questa è una buona risposta giudiziosa, pensando al dovere. >
Monike era rimasta presente in ufficio, ed era così attenta alle spiegazioni
del suo uomo a far raccomandazioni di una maggior prudenza da evitare
che qualcuno trovi da ridire e far chiudere la miniera: < Mi raccomando
ragazzi, siate prudenti e onesti. Nel maneggiare tra le mani quelle tante
pepite d'oro, fanno gola ad intascarne qualcuna. Ma sapiate bene che il
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governo diramerà ispezioni attorno ai vari orafi e grossisti ad evitare che
qualcuno si impossessi del materiale estratto dalla miniera e lo venda al
mercato nero sotto banco. Perciò mi raccomando! Appena segnalerò il
ritrovamento del nuovo filone d'oro, senz'altro il governo manderà delle
guardie e ispettori qui alla miniera, a controllare un po' tutto e scortare il
prodotto estratto dalla miniera che verrà tenuto sotto stretta sorveglianza
fino alla spedizione del materiale estratto. Perciò saremo controllati per
bene tutti quanti. Purtroppo è inevitabile! E a quel punto io insisterò per
farvi aumentare lo stipendio da poter aumentare il vostro tenore di vita
famigliare. Intesi ragazzi? Ora potete riprendere il vostro lavoro e
speriamo che non capiti più nulla a bloccare il nostro avvenire lavorando
onestamente. Ancora grazie! > e il tutto spiegato per bene ancora prima
che il direttore Doukas arrivi ad Atene a discutere con i vari ministri oltre
quello del tesori per esporre la faccenda di quel nuovo filone d'oro appena
scoperto e avrebbe fruttato molto alla nazione ellenica.
Appena usciti fuori gli operai salutando il capo con un sorriso augurale.
Monike provò a chiedere al suo uomo; Il direttore minerario: < Ecco
perché vogliono sabotarvi! Avete scoperto una vena d'oro e siete pronti a
scavare con maggior stimolo. Certo che sarà una buona risorsa per la valle
un po' abbandonata... Vi auguro che vada tutto bene e possiate continuare a
lavorare... Te lo devo confessare ragazzo mio; Avevo presupposto al primo
tuo sguardo dal mio sportello, che impersonavi un Dio greco sceso
dall'olimpo. Una volta era sovente dire: Che la tua tenacia e costanza ti
conservi ad affrontare il nemico che s'annida negli anfratti oscuri. Io ti
faccio solamente gli auguri più fervidi amore! >
< Grazie o mia dolce maestrina Monike, ti aspetto a giorni con la
tua scuola, prima che arrivino le guardie e sarà poi, tutto più difficile dopo.
Per i capillari controlli che lo stato pretenderà da noi poveri lavoratori a far
l'impossibile onestamente... Ti è chiaro il mio impegno?... >
< Benissimo capo! In settimana se non avviene un'altra alluvione,
porterò la mia classe a visitare questa vecchia miniera che non è mai
morta, e presto sfornerà un sacco di oro luccicante. Grazie capo! >
< Grazie a te e del tuo sostentamento! Passi più tardi a prendermi
per cortesia?... Ah, una cosa! Volevo chiederti, se domani mi porteresti
all'aeroporto, devo andare ad Atene al ministero, a discutere? >
< A discutere sulla vostra scoperta? Senz'altro capo! > le rispose
Monike contenta di essergli di aiuto. Stava per uscire fuori, quando ci
ripensò e torno accanto al suo uomo nel dire a mezza voce: < Certamente
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capo! Anzi perché non andiamo in auto e ci facciamo al tempo stesso una
bella gita turistica strada facendo... Cosa ne dici? >
< Sono perfettamente d'accordo di passare del tempo assieme. Ok! >
< Ti voglio bene Alexandre, a dopo... > dandogli un bacio sulla
guancia, da farlo sorridere felice. Poi di colpo, si batte la mano sulla fronte
a dire: < Accidenti! Mi stavo scordando di aver preso un impegno oggi,
nel sostituire l'amica Cinzia, nel portare una comitiva di turisti, che
arrivano stamattina in città a Trikala, per visitare gli scavi dell'acropoli
Kastro e i famosi bagni turchi la vicino. Speriamo che l'alluvione non
abbia intaccato gli scavi nella pianura desertica... Ciao vado! Sono in
ritardo.... Più tardi passo a prenderti!.. > l'avvisò Monike andandosene via.
Poi senza problemi alluvionali in quella zona tra i tanti reperti antichi,
Monike con tanto di cartello in mano come guida turistica esperta, guidava
la piccola comitiva di turisti incuriositi la seguivano a visitare le antica
vestigia greche, rimaste sepolte da millenni in quelle parti della Tessaglia
rinomata. Trovandosi alla fine sorpresa da sola, per la bella esposizione
che aveva sciorinati ai turisti nel spiegare il meglio della sua cultura, sulla
storia passata del suo paese millenario, dalle grandi vestigia impresse nel
tempo dimostrate dai tanti manufatti a ricordo.
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Capitolo Nono
Monike era finalmente arrivata alla miniera a prendere il suo uomo. Lo
trovò indaffarato a riordinare l'azienda mineraria nel prepararla al riavvio
per bene. Dopo aver ricevuto una telefonata dalla tesoreria di stato, aveva
avvisato i lavoratore che presto dalla capitale sarebbero arrivati gli stipendi
per tutti, da dare una spronata a continuare con più vigore il lavoro in
miniera. Rimasta un po' alluvionata da rimetterla in sesto, oltre far una
buona impressione ai controllori che verranno a giorni dalla capitale.
Monike si avvicinò al suo uomo e gli diede un bacio sulla guancia, nel
bisbigliare piano: < Buona sera mio bel lavoratore! >
< Ciao e ben tornata amore! In mezzo a tutto 'sto casino la tua
presenza mi rassicura, nel capire che è avvenuto qualcosa di magico tra noi
e te ne sono molto grato. Spero che non arrivino altre beghe e rogna da
sciupare il nostro bel rapporto. Ti amo! > stringendola tra le braccia felici.
Poi stavano per uscire dall'ufficio quando il telefono si mise a squillare,
nel far brontolare Alexandre a dire: < E' tutto il pomeriggio che strilla. >
mentre alzava la cornetta a rispondere: < Sì! Qui è la direzione della
miniera del pozzo vuoto... Ah è lei maresciallo! Mi racconti tutto... Come,
vuole che venga su alla diga.... Adesso?.... Certo certo!.. Aspetti un
attimo... > guardando Monike che aveva già compreso e acconsentiva ad
andare: < L'autista è disposta a portarmi... Veniamo! > rispose chiudendo il
telefono. Spiegando a Monike quella telefonata: < Hanno trovato qualcosa
che mi appartiene... Cosa sarà mai lassù su alla diga e chi ce la portato?
Questa mi è proprio nuova?... > rispose pensieroso.
< Quando sei stato su alla diga? > domandò Monike curiosa.
< In verità, mai! Questa poi... Cosa possono aver trovato di mio? >
< Dai andiamo giovanotto e scopriremo il mistero? > consigliò lei,
mentre uscivano dal fatiscente ufficio secolare e Alexandre brontolava con
la porta che faticava a chiudersi per bene: < Qui è tutto da rimettere in
ordine e occorreranno tanti euro per sistemare qualcosa... Accidenti! >
< Appena riceverai lo stipendio ti farai una porta nuova. Andiamo! >
< Mi sono già ridotto lo stipendio per far vedere ai dirigenti della
baracca, oltre quelli statali del tesoro che partecipo al risparmio. Bisogna
investire un bel po' soldi per riattivare la miniera. Faròventilare l'idea che
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qui sotto d'esserci un bella traccia d'oro redditizia. Dai sedimenti estratti si
presumeva una buona risorsa e sarà proprio così! Abbiamo spostato di due
metri la perforatrice e alla fine con una piccola carica al punto giusto. Ecco
che abbiamo trovato questa grossa vena aurifera nascosta. Dal taglio
effettuato frutterà un bel po' d'oro. E dai primi rilievi fatti è di una purezza
sorprendente a 24 carati... Immagino che qualche operaio è andato
sicuramente in giro euforico, a dire che abbiamo trovato dell'oro e
qualcun'altro a raddrizzato subito le orecchie... Comprendi i tanti ostacoli
messi davanti bonariamente? > espose serio Alexandre.
< Allora avete trovato una buona vena aurifera? > constatò mentre
montavano in auto. E lui provava a spiegarsi meglio: < E' una vena che
scende verso il basso e pertanto dovremo scavare e seguire il suo percorso.
Lasciando ogni tanto una colonna a sorreggere la galleria nell'ampliarla. >
< Ho compreso! > rispose mentre prendeva un tornante decisa e via
verso la diga con estrema premura, da esperta guidatrice senza sbavature.
Ai pedi della diga s'intravvedeva ancora l'acqua che usciva dalla bocca di
scarico e immettersi nel torrente: < Mi sembra che non l'hanno chiuso del
tutto. > commentava Alexandre scuotendo il capo. < E' proprio un vero
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peccato sprecare dell'acqua preziosa a questo modo. Vedremo appena
arrivati sopra la diga? Mi ero promesso che un giorno o l'altro, sarei venuto
quassù a vederla ed è arrivato il momento... Purtroppo non felice per il
povero guardiano crepato?.... Ah, peccato! > sbottò dispiaciuto.
< Già hai ragione. E' un vero peccato. Era un così brav'uomo... >
Poi su accanto alla casamatta, trovarono il maresciallo Cosmis che li
aspettava impaziente: < Meno male che siete arrivati, prima del buio. >
< Cosa voleva farmi vedere maresciallo? > s'informò Alexandre.
< Venite a vedere! Dovrebbe ricordarselo cosa ha lasciato qui? >
< Prima ancora di proseguire il discorso maresciallo! Guardi che io
qui è la prima volta che ci metto piede? Intendiamoci bene! Non ci sono
mai stato fin'ora, e lo stavo spiegando prima alla signorina Stratonik.
Avrei voluto venire a vederla, ma o sempre rimandato la gita. Fino ad
adesso e sulla sua precisa richiesta inquisitrice... Giusto maresciallo? >
< Come? Non è mai venuto qui sulla diga? Allora come si spiega che
c'è qui della sua roba che ha ordinato dalla bolla di accompagnamento
ancora infilata dentro?.. Guardi qui! Questa sua cassetta con dentro dei
detonatori per la miniera e con tanto di cartello appiccicato per il
destinatario, inviato dalla fabbrica di artificieri al suo indirizzo personale.
Con tanto di nome e cognome e la restante copia della bolletta a ricevuta e
firmata da lei. Questa non è la sua firma ingegnere Doukas? > strombazzò
deciso il maresciallo Cosmis sull'agitato e un po' irritato.
< Mi faccia vedere! Si l'indirizzo è di casa mia a Fanàri, ma io non ho
mai ordinato fin ora della dinamite e questa sulla copia non è la mia
firma... Poi penso, che l'avrei fatta arrivare direttamente alla miniera e non
a casa mia? Oltretutto dal mio insediamento ancora non ho fatto nessun
ordine di materiali, perlopiù esplosivi, che in cantiere ne abbiamo ancora
un poco lasciata dalla vecchia amministrazione e messo il tutto sotto
chiave!?... Non ho mai ricevuto qualcosa a casa e la signora padrona della
mia topaia, pretenziosa, me l'avrebbe subito detto di una cassetta, con tanto
di etichetta esplosiva?... Figuriamoci! Qualcuno sta facendo un sporco
gioco? Ancora non so bene dove vogliono arrivare per far chiudere la
miniera, ma lo scopo è quello! Ma lo scoprirò presto? Porcaccia la misera
buona! > sbotto stanco e incavolato da quelle ultime riverazioni.
< Allora c'è qualcuno che voleva far saltare in aria la diga? > provò a
dire Monike allarmata. Anche il maresciallo era preoccupato, giù a valle
aveva la sua famiglia e tre figli e al pensiero gli stava venendo un colpo.
< Non l'hanno fatto, perché qualcuno giù nella piana avrebbe perso
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tutto... Con una massa d'acqua tutta assieme e di colpo. Perciò avranno
pensato di aprire le chiuse e dare abbastanza acqua nel torrente da allagare
la mia miniera, avendo la stretta gola da far aumentare il livello dell'acqua
in fretta. Ma senza dare troppo fastidio giù in pianura?... Penso che questo
sia il risultato finale del loro piano criminale... Figli di carogne! > sbottò.
< Già, ha ragione ingegnere! Ci hanno ripensato, nel capire che il
disastro sarebbe stato grave e avrebbe rovinato qualcuno di loro? A questo
punto penso che abbia ragione! E' andata proprio così 'sta porcata!... >
espose il maresciallo, nel dire poi ai suoi ragazzi: < Caricate l'esplosivo in
auto e facciamo ancora una bel controllo attorno. Ritorneremo qui domani
e ci sarà il responsabile dell'impresa a ristrutturare la diga e vedremo cosa
diranno. Gli operai qui erano tutto all'oscuro dei fatti e hanno detto che
erano arrivati qui degli uomini in tuta, con tanto di scritta sulla schiena,
dicendo che erano stati mandati dalla direzione idroelettrica e dovevano
controllare il lavoro che stavano facendo gli operai negli anfratti della
diga... Stiamo già verificando chi potevano essere quegli esperti?... Signori
mi dispiace che vi ho fatto perdere tempo, ma dovevamo verificare per
bene. Ci vediamo domani. Passerò alla miniera? > si scusò il maresciallo.
< Tranquillo maresciallo! Siamo in ballo tutti assieme.. Arrivederci! >
Appena la polizia aveva lasciato la diga con la refurtiva e ritornare di
volata giù al proprio distretto rionale a consultare la direzione centrale.
Alexandre provò a dire: < Io ho una fame! Pensi Monike che possiamo
trovare un buco piacevole da queste parti, da poter cenare? > prendendo la
cartina stradale nel cercare e Monike le rispondeva: < Possiamo andare al
paese di Mouzàki, qui poco lontano dalla diga. Avevo visto quel giorno
che sono venuta con la scolaresca e avevo notato un piacevole ristorante
turistico. Probabilmente aperto da poter cenare con qualcosa di sostanzioso
da mettere nello stomaco vuoto. Andiamo! > rispose lei felice.
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Mentre lui se la prendeva in braccio da farla girare baciandola con affetto
e amore: < Mi hai fatto girare la testa amore mio. Ti Amo! > confermò il
suo desiderio sincero.
< Ti prego ci stanno guardando... le mucche. Ti voglio bene! >
Poi senza indugi, risaliti in auto e appena dopo pochi km. avevano
individuato e trovato la trattoria tra le case del villaggio alpestre.
La padrona sotto il pergolato, stava servendo una piccola comitiva di
turisti serali, rispondendo poi alla loro richiesta: < Sono Adelaide, cosa
posso servirvi ragazzi? Ho ancora qualcosa in cucina, da sfamarvi ragazzi
miei. Si vede che avete fame, da come guardale le mie pietanze... >
< In verità in questi giorni abbiamo fatto un po' la fame... >
< Vi andrebbe bene, un bel piatto di Mussakas, fatto con melanzane,
carne e un sughetto al Tzatzki con Tiri saganaki al formaggio e assieme
dell'insalata di pomodori, con erbette di montagna?.. Con il pane appena
sfornato e accompagnato da un leggero vinello locale, dolce da saziarvi il
palato. Vi va bene ragazzi miei, il mio modesto menù? A dimenticavo ho
ancora una bella orata. Il pesce del nostro laghetto su alla diga l'ho
terminato, e qualche malandrino la sta svuotando?.. Pensateci su cosa
preferite... > espose sorridendo la signora Adelaide, nel dire: < Mettervi
dove volete... > indicando i tavoli ancora liberi. Mentre ritornando al suo
forno alla brace a sfornare altre pagnotte di pane fresco a richiesta.
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Dato il maggior consumo per la sua bontà e profumo casareccio che si
diffondeva attorno nel locale rumoroso dal ciacolare dei clienti serali...
< Va benissimo signora Adelaide, per la fame che teniamo!... >
risposero scegliendo un angolo del piacevole locale rustico. In mezzo al
fragoroso ciacolare dei turisti in giro a scoprire angoli suggestivi del paese.
Nell'appoggiare il golfino rosa sulla sedia e una veloce lavata di mani e
via a tavola nel gustare gli abbondanti piatti fumanti e messi davanti ai
loro occhi affamati. Il vinello rossi era piacevole e leggero da sorseggiare
tra battute spiritose che riuscivano a dirsi, evitando di pensare ai problemi
della diga e miniera, nel confermare la loro genuina amicizia, capitata
proprio per caso: < Chi l'avrebbe mai detto, dopo tutto questo pandemonio
ci saremmo trovati qui tra le montagne a cenare... > espose Monike.
< Già hai veramente ragione Monike. E' stata per me una vera fortuna
incontrarti e ancora di più che ci siamo compresi subito, che eravamo fatti
l'un per l'altra. Sembra impossibile a credersi. > confermò Alexandre,
alzando il bicchiere a brindare entusiasta a quell'incontro capitato per caso.
Era ormai tardi quando i rumorosi turisti stavano lasciando alla chetichella
la trattoria canticchiando. Loro nel frattempo tubavano come tortore
innamorate e pensarono al momento di chiedere alla padrona: < Signora
Adelaide, lei potrebbe indicarci dove possiamo trovare un albergo o
pensione per dormire stanotte? Senza dover tornare giù in città....>
< Qui, ho una stanzetta. Altrimenti a 4 km troverete una pensione per
turisti e magari hanno una camera libera di questa stagione... >
< Va benissimo qui da lei! Con la piena del torrente non abbiamo
chiuso occhio la notte scorsa... > si spiegò Monike confidandosi.
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< Già! Veramente, cosa è mai successo giù oltre la valle? >
< E' successo un bel casino! Hanno combinato con l'apertura delle
porte della diga. Il povero custode è annegato e giù in pianura un
contadino è affogato nella sua cantina di casa... Roba da criminali! >
commentò Alexandre sull'incavolato.
< Mah, oh mio Dio!... Non lo sapevo, che il povero Kosimors è
annegato? Madonna mia! Che tragedia è mai capitata... Annegare così?..
Ah, parliamo d'altro ragazzi! Venite che vi mostro la cameretta se vi può
andare bene... Povero Kosimors. > borbottava ancora, Adelaide era più che
mai dispiaciuta. < Ecco la camera è piccola ma pulita, ragazzi miei! >
< Va benissimo signora! Lei si alza presto... Potrebbe eventualmente
svegliarci alle sette per cortesia! Ci aspetta il lavoro giù a valle. >
< Siete forestieri e lavorate giù in vallata? > domandò curiosa.
< Io sono Alexandre Doukas, direttore della miniera senza fondo. Lei
è la maestra elementare a Trikala, e domani abbiamo i nostri impegni. >
< Felicissima di conoscervi ragazzi! Avevo sentito dire che c'era un
bel direttore nuovo alla miniera, ma non l'immaginavo così giovane e
interessante... Eh! Dai, andate a dormire ch'è tardi... Buona notte! >
< Buona notte a lei signora Adelaide! > risposero assieme.
< Dai ragazzi, lasciate perdere la signora. Sono soltanto Adelaide.
Buona notte e non preoccupatevi vi sveglierò alle sette... > andando via
borbottando da sola... < Povero Kosimors... >
La cameretta era piccola ma graziosa. Monike provò a dire: < Mi faccio
una doccia... Anzi possiamo farla assieme e faremo prima. Altrimenti
domani non ci svegliamo più dalla stanchezza... > annodandosi i capelli.
< Hai perfettamente ragione! Acceleriamo e via a letto stretti stretti! >
baciandosi felici nel svestirsi velocemente e buttare i vestiti sulla sedia e
poi via, sotto la doccia, con l'intenzione di rinfrescarsi e tra gli spruzzi di
acqua nel giocare a strofinarsi l'epidermide da eccitarsi maggiormente
come ragazzini nei primi approcci amorosi, per bene felici del risultato. Il
desiderio li stava aggredendo fortemente dal trovarsi sul letto nudi a far
l'amore senza restrizione di qualsivoglia. Nell'unire l'anima e il corpo in
una cosa sola. Poi nel riprendere fiato Alexandre si alzò a bere dell'acqua
e lei borbottò da sotto il piumino per gioco: < Mi stai rendendo veramente
felice Alexandre! > guardando il suo uomo sul pensieroso, si era seduto a
guardare oltre la finestra aperta e la luna che faceva capolino ad
illuminarlo per intero. Alla fine lui rispose girandosi a guardarla e sentirsi
anch'egli felice: < A chi lo dici. Ho di te, una immagine di felicità trovata
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proprio per caso. Ti Amo amore! > rispose tranquillo e rilassato.
Alle sette del mattino, la signora Adelaide li aveva svegliati e aveva
preparato una deliziosa colazione da rinvigorirli, poi dopo aver pagato il
conto, l'asciarono la trattoria con un cordiale saluto ad Adelaide contenta di
quei giovani innamorati e felice che sarebbero ritornati a trovarla ancora.
< Arrivederla e grazie di tutto Adelaide! > risposero contenti.
Con tranquillità da bravi ragazzi innamorati, ripresero il percorso di
ritorno giù per la valle, nel fermarsi per strada un momento a contemplare
il paesaggio attorno con una nuova cognizione nel vedere la situazione.
Poi e appena arrivati alla miniera, Monike con un bacio di conforto lasciò
l'ingegnere davanti alla struttura, essendo già tardi per recarsi alla scuola a
Trikala nel dire: < Ciao, sono in ritardo! > nel provare al tempo stesso a
telefonare prima ed avvisare la direzione, che sarebbe arrivata in ritardo
alla scuola. Dalla segreteria però, l'avvisavano che la scuola rimaneva
chiusa per qualche giorno, dovuta all'esondazione del torrente Portalkòs.
Trovandosi Monike a guardare Alexandre sorpresa nel dire poi: < La
scuola è alluvionata! Rimarrà chiusa qualche giorno... A questo punto... Se
posso esserti di aiuto?... Sono libera! > espose sorridendo più che contenta
di passare qualche ora in più con il suo uomo.
< Mi va giusto bene la tua disponibilità amore. Dopo i fatti aggiunti di
ieri sulla diga con tanto di dinamite?... Non mi piace affatto la piega che ha
preso la situazione. Sta diventando scottante tutto questo casino.... > sbottò
sull'adirato per la situazione criminale programmata.
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Capitolo Decimo
Ne chiedere alla sua donna: < Perciò se mi porteresti ad Atene al
ministero del tesoro, alla sezione mineraria? Invece dell'aereo. Così
potremo fare quella nostra gita e stare un giorno in più assieme. Tu cosa ne
pensi? > domandò felice all'idea espressa.
< In verità te l'avevo già proposto ricordi? Avrei preso un giorno di
permesso. Perciò, per me va benissimo! Quando partiamo? >
< Devo presentare subito la scoperta di quella grossa vena d'oro,
prima che subentri altri contrasti e dal parlamento blocchino un po' tutta la
faccenda da queste parti... Con quest'altro casino appena successo? Poi
tenterò di scoprire chi c'è dietro alle file che tramano nell'ombra con questi
sabotaggi a ripetizione? Sono sicuro che donna Sotiria centri qualcosa? >
< si veramente che quella tenutaria, così dicono dispotica centri? >
< Certamente amore! Quella a le mani in pasta dappertutto, oltre chè
molto amica del governatore e quello è un azionista di questa miniera e
vorrebbe chiuderla. Comprendi, gli interessi in comunione? >
< Perfetto amore! Oltretutto ne approfitto per far delle compere in città
ad Atene e a salutare una lontana parente, è da tempo che dovevo recarmi a
farle visita.... > si spiegò Monike contenta della gita alla capitale.
Velocemente Alexandre raccattava dal suo ufficio i vari documenti e dava
degli ordino al capocantiere: < Alos per cortesia devi tenere d'occhio la
situazione qui. Se arriva il maresciallo Kosmis, digli pure che sono andato
ad Atene al ministero, per avvisare la direzione mineraria della scoperta di
questa nuova vena d'oro, trovata proprio in questi giorni. Giusto! Gli puoi
mostrare i due carrelli di materiale aurifero da lavorare e appena verrà
ripristinata la fonderia e la fermata del treno da spedire il prodotto finito.
Cioè i lingotti d'oro che produrremo mettendo in sesto la nostra fornace....
Comprendi Alos? Vado ha sbrogliare velocemente la nostra situazione. C'è
troppa gente che tenta di sabotarci? Ad evitare che arrivi prima
un'ingiunzione dal ministero e mettere i sigilli. Nel chiudere tutta la
baracca... Mi raccomando niente intrusioni straniere che potrebbero
sabotare la miniera? Ne va del posto di lavoro e lo stipendio perso per
sempre, amico mio!... Siamo in ballo e balliamo. Noi intanto andiamo! >
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< Tranquillo capo! Li affogo prima io, nel torrente quei cani!... >
< Ma non tenerli troppo sott'acqua. Se poi sono e per caso gli
esecutori dell'attentato? Ci servono vivi per farli poi cantare come dei
fringuelli... Bene, noi andiamo! > salendo in auto nel salutare: < Se c'è
qualcosa di strano chiamami sul cellulare. Arrivederci! > nel partire per la
capitale e sperare di avere poi un buon risultato finale. Quello era il
problema se riusciva a farsi ascoltare dai ministri non troppo disponibili?
< Fate buon viaggio e un buon affare d'oro al parlamento! > consigliò
Alos preoccupato, accompagnato dai compagni attorno in apprensione.
Arrivati alla città di Lamia, prima d'imboccare la superstrada per Atene si
fermarono per pranzare: < Cosa ne dici se mangiamo qualcosa in un
ristorante piacevole qui vicino sul mare? > propose l'autista abbassando gli
occhiali per vederlo meglio il proprio passeggero che dormicchiava...
< Per me va benissimo! Purché si mangia... Ho fame! > rispose lui.
Poi nel pranzare in terrazza con vista mare, si trovarono a giocare tra loro
a imboccarsi il cibo, nel gustare a viceversa le varie specialità del posto.
Alla fine, via verso la capitale, la strada era ancora lunga, quasi trecento
chilometri da fare. Ma l'auto bruciava i km. molto bene e di fretta.
Quando arrivarono alla periferia di Atene, erano già le ventitré di sera
passate, perciò decisero si fermarsi a dormire in un piccolo motel sulla
superstrada e in mattinata Alexandre, si sarebbe recarsi al palazzo del
parlamento a colloquio coi ministri, senza avvisare nessuno prima, per
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prudenza. Troppe cose storte erano successe in quei giorni. Quai come una
guerra di logoramento a sfiancare il rivale agguerrito.
Quella notte la dormirono malamente per il grande rumore del traffici
stradale la di fronte. Erano abbastanza stanchi da tutte quelle traversie
capitate. Perciò dopo un bacio consolatorio, tentarono di dormire. Ma non
si addormentarono per niente girandosi nel letto arrabbiati e stanchi, da
arrivare al mattino stufati. Nel fare una veloce colazione e scappare via
dispiaciuti da quel motel più che rumoroso e immettersi nella grande
metropoli anch'essa congestionata sulle sue grandi arterie cittadine.
Monike l'aveva accompagnato fino davanti al palazzo del parlamento,
alla sezione infrastrutture e lavori geologiche montane.
Alexandre nel ringraziarla, gli avrebbe poi telefonato sul cellulare appena
terminata la sua missione salvataggio: < Ti telefono appeno ho finito! >
Mentre lei ne approfittava per fare un po' shopping in città e andare a far
vista ad una lontana parente per salutarla e pranzare assieme nel
raccontarsi vecchie storie delle loro famiglie abbastanza lontane tra loro e
con poche telefonate a salutarsi ognuna.
Davanti al parlamento greco stazionavano le guardie d'onore, erano
un'attrazione simbolica per la Grecia, nel far oltretutto contenti i tanti
turisti che li fotografavano a ricordo del viaggio fatto nella capitale
ellenica a curiosare le proprie usanze ed abitudini...
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Capitolo Undicesimo
Alexandre sperava di trovare all'interno del palazzo del ministero,
qualche dirigente minerario confacente e vedere con chi poteva discutere
la faccenda spinosa? E se possibile parlare con il ministro del tesoro Miros
koperis che conosceva molto bene e sembrava un tipo disponibile ad
aiutare lui e la miniera a risorgere. Sapendo che c'erano molti azionisti e
ministri contrari compreso il governatore della Tessaglia a non voler
riattivare il complesso minerario, più che convinti ormai, che era rimasto
soltanto un debito insanabile quella: la miniera dal pozzo vuoto. Forse?
Alexandre appena aveva messo piede in parlamento le guardie all'ingresso
lo controllarono per bene se non avesse armi addosso, poi chiamarono
l'ufficio del ministro ad ottenere l'autorizzazione, nel farlo accompagnare
con tanto di permesso e cartellino appeso alla giacca.
Alla fine di tutto quel perditempo, entrato nella grande sala riunioni, e
Alexandre si trovò a salutare vari ministri e azionisti della miniera.
Presentato dal ministro Miros Koperis, con veloci strette di mano a far
conoscenza con l'azionista di spicco, il banchiere Oreste Stopolis, inoltre il
ministro governatore della Tessaglia Cosmas Papalos, e la dottoressa
Helena Spiros dell'avvocatura ministeriale, donna tenace e restrittiva. Per
così dire a voler velocizzare l'incontro fortuito a dimostrare il prezioso
tempo messo a disposizione al nuovo direttore della dimenticata: “La
miniera del pozzo vuoto”. Loro aveva cose importanti da discutere e la sua
presenza non prenotata dava un po' di disturbo alla loro riunione seria. Per
fortuna, il ministro Koperis aveva acconsentito di ascoltarlo. Pertanto alla
fine chiedevano unanimi di presentare alla svelta la sua richiesta e se
possibile accontentarlo al meglio, dato le diverse tensioni succedute in
Tessaglia in quei giorni, oltre l'esondazione del torrente con altri danni.
Avevano preso posto attorno al tavolo e si erano messi seduti in riunione
nel tentare di voler discutere sulla proposta presentata e scoperta di
un'inimmaginabile filone d'oro. Che era affiorata da sotto la montagna in
quei giorni febbrili, oltretutto di subbugli nella nazione, con varie
dimostrazioni sovversive capitate, oltre lo svuotamento della diga Pili e
non era cosa da poco, tutto quel trambusto da creare un sacco di danni.
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Alexandre con tranquillità tirava fuori dalle tasche e mostrava il risultato
dello scavo fatto con piccole pepite d'oro messe la davanti, da sbalordirli
come prova tangibile e collaborativa esposta cosi visivamente per bene.
Oltre dimostrare la sua correttezza e dei suoi minatori a non rubare di ciò
che appartiene allo stato ellenico di diritto.
Pertanto i ministri e dirigenti dopo aver toccato e soppesato i pezzetti di
oro luccicante e poi messi in cassaforte al riparo, gli avevano concesso di
tentare a riabilitare la struttura fatiscente per una buona produzione in
avvenire. Ma pronti a chiuderla definitivamente se non dava dei risultati
confacenti, almeno da pagarsi le spese che dovrebbero affrontare ogni
giorno. Quella era l'agguerrita discussione che si dibattevano ognuno a
quel tavolo. Quasi tutti a sfavore, pensando che era troppo tempo
abbandonata ed era impossibile che adesso sforni delle belle pepite d'oro?
Il ministro del tesoro Koperis, dopo aver chiuso la cassaforte, era rimasto
entusiasta della rivelazione da accantonare la chiusura della miniera, come
invece molti azionisti presenti la volevano chiudere subito e quelle pepite
non li convincevano troppo. Da eseguire così velocemente senza discutere
altro e risparmiare gli stipendi ai lavoratori della valle non producenti.
Alexandre a fatica spiegava che con quella nuova e abbondante scoperta,
la miniera avrebbe fatto rimpinguare le casse dello stato che al momento
sembravano abbastanza vuote. Nell'aver trovato dell'oro e far aumentare il
suo valore e le quotazioni in borsa europea.
L'ingegnere minerario esponeva convinto e deciso la sua tesi, che presto la
miniera avrebbe fruttato allo stato ellenico milioni in oro puro a 18 carati,
dalle prime analisi fatte da Alexandre in privato e davanti ai fatti esposti.
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Alla fine accettarono con riserva, se non dava i risultati sperati, tutto finiva
per sempre e definitivamente. Quello era l'ultimatum concesso alla fine.
Finalmente alle diciotto di sera e a malincuore per taluni, approvarono il
proseguimento dei lavori alla struttura mineraria con l'attivazione della
fonderia e della fermata della ferrovia e ridurre così le spese di trasporto
del materiale estratto e lavorato. Mettendo subito dei controllori speciali di
polizia doganale a controllare il manufatto estratto, ad evitare che
chiunque sottragga del materiale prezioso in fase di estrazione e
lavorazione, oltre il trasporto blindato dell'oro in lingotti luccicanti alla
tesoreria dello stato ellenico in Atene.
Al momento in parlamento sembrava procedere bene e Alexandre era
abbastanza soddisfatto di aver tenuto duro e ottenuto il riavvio ai lavori.
Tutto era successo così rapidamente che nemmeno Alexandre ci credeva
del buon risultato ottenuto, avendo intuito che molti dei dirigenti scettici
per altre ragioni tenevano duro. Erano più che ben comprese le loro
posizioni e cosa avrebbero poi voluto fare di preciso? Non volevano per
niente il ripristino della miniera. Punto e basta!...
Alla fine della riunione il ministro del tesoro l'aveva invitato a fermarsi a
cenare assieme, ma Alexandre gli stava spiegando: < Mi perdoni dottore
ma sarà meglio che torni su alla miniera a controllare per bene che non
succedano altri guai da bloccare un po' tutto la nostra buona riuscita. La
terrò informato per bene su ogni movimento. Grazie e arrivederci! >
< Arrivederci ingegnere e auguri per il buon esito in miniera! >
Alexandre alla fine della riunione, telefonava a Monike: < Sono al bar nel
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piazzale davanti al parlamento. Tu ai terminato le tue compere in città...
Allora passi a prendermi, ti aspetto? > ordinado una bibita.
Monike era arrivata a piedi al bar difronte al parlamento: < Ciao! Ho
lasciato l'auto parcheggiata nella via qui accanto. Tutto bene allora? >
< Ciao! Prendi qualcosa da bere? Io ho preso una limonata. >
< Prendo anche io una limonata Signorina despinis... Allora sei
riuscito ad ottenere qualcosa? > domandò, incuriosita nel sedersi di fronte.
< Ho dovuto insistere duramente, ma ce lo fatta! > nel spiegare
ancora, abbastanza euforico: < Ho ottenuto la prima vittoria contro il
tentato ostruzionismi di qualche azionista contrario. Duri da mollare l'osso.
Una proroga sudata, da poter continuare i lavori su alla miniera... >
< L'immaginavo che ci saresti riuscito nell'intento. Nessuno resiste
al tuo fascino nordico... Anzi da dove vieni di preciso? >
< Vengo da Krete... e la mia discendenza si perde in quell'isola...
Comunque per ritornare sul discorso di prima. Ci sono nel governo degli
azionisti contrari e magari centrano qualcosa con il voler chiudere la
miniera? Ancora non sono riuscito ad individuare da che parte stanno
quelli dai sorrisi ambigui? Non capiscono nulla di miniere, o fanno finta di
sapere tutto, nel far dell'ostruzionismo. Accidenti a loro! Ma appeno gli ho
messo davanti quelle piccole pepite, si che hanno capito subito che era
proprio oro vero!... E non pirite, nel prenderle in mano a soppesarle e il
dottor Koperis per prudenza, lì ha messi poi via, subito in cassaforte.
Comprendi com'è stramba e alla riversa certa gente? >
< Insomma, ti stanno dando del filo da torcere, quanto sento?... >
< Già! Comunque, mentre t'aspettavo che arrivi, ho telefonato su alla
miniera e Alos mi ha detto che è tutto tranquillo al momento. Il maresciallo
Cosmis gli ha solo telefonato che passerà forse domani per altri controlli
da fare... Quali altri controlli da fare? Accidenti! Non lo so bene, ma
immagino e magari il maresciallo ha avuto qualche ordine dalla polizia
centrale, qui ad Atene? Di perlustrare per bene e se per caso la miniera non
è per ben sicura, bloccare tutto. Mettendo magari, dei bei sigilli e far
contento chi sta dietro le quinte a dirigere la faccenda oscura? Questa idea
mi sta assillando tremendamente da ore? Accidenti! Per tutti gli dei della
Grecia! > sbottò Alexandre sull'incavolato.
< Pensi veramente che c'è qualcuno o tanti che tirano le file al
comando di polizia qui ad Atene e quelli trasmettono gli ordini ai
subalterni nei vari distretti locali, obbligandoli nel farli eseguire. E poi sarà
difficile scogliere i tanti nodi, con il rimpiattino di ognuno ad altri? Mentre
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le settimane e mesi passano e qualcos'altro subentrerà a fermare per bene
tutta la faccenda. Alla fine addio al tuo lavoro e dei tuoi uomini?... >
espose più che seria Monike. Poi riprese a dire con fare decisa: < Perché
senza aspettare il dopo, non andiamo subito noi, dal maresciallo a Trikala e
gli mostri questi tuoi documenti che in parlamento la società mineraria
statale, ha approvato il tuo piano di lavoro già messo in sicurezza prima e
avviseranno poi le varie procure? > guardando il suo uomo con simpatia.
< Hai perfettamente ragione! Se per caso il maresciallo ha avuto
ordini dai suoi capo nel far chiudere la miniera? Ma prima dovrà verificare
almeno un poco e verbalizzare il tutto, e non essere immischiato se per
caso poi, salta fuori qualcos'altro e poter dire poi che il posto non è troppo
sicuro da eseguire l'ordine ricevuto contro voglia. Ma se gli mostro che il
parlamento mi ha ha autorizzato la continuazione del lavoro, non possono
bloccarlo prima di aver chiesto al parlamento una rettifica di una
chiarificazione parlamentare, sulla situazione e blocco immaginario della
miniera senza verifica ministeriale? Certo che poi, dipenderà dal
maresciallo Cosmis a dire la sua versione e controllo della situazione
attuale e nel voler far perdere il lavoro a dei poveri operai bisognosi di un
lavoro e un posto sicuro per sfamare le proprie famiglie in vallata?..
Capendo che la miniera non centra nulla con lo svuotamento della diga e
trovare prima chi ha dato quell'ordine scellerato ad aprire le chiuse, oltre
che aver progettato di far saltare in aria la diga di Pili? Accidenti! >
< Dai ragazzo mio, paga il conto e andiamo, l'auto è qui dietro
l'angolo del palazzo alle nostre spalle... > alzandosi decisa, mentre lui
pagava alla signorina accorsa al suo gesto: < Grazie efcharistò despinis! >
Saliti in auto e via decisi verso il posto di polizia a Trikala. Con
l'intenzione di viaggiare tutta la notte, così sarebbero arrivati in mattinata.
Perciò Monike provò a dire: < Dovresti telefonare al maresciallo che ci
aspetti in caserma, prima che vada da altre parti per servizio? >
< Ma se gli ordini di bloccare tutto, li avrà già ricevuti? >
< Tu incomincia ad ingrandire la faccenda per telefono... Spiegando
che il parlamento unanime a approvato a proseguire i lavori su alla vostra
miniera, più che in ordine e arriveranno dei funzionari doganali a
controllare un po' tutto attorno... Tu prova intanto! >
Mentre Alexandre componeva dei numeri sul cellulare e appena dopo,
proprio il maresciallo Cosmis rispondeva sul preoccupato.
< Salve maresciallo! Sono Doukas da Atene. Scusi l'ora. Volevo solo
avvisarla che domattina saremo li da lei in caserma, a mostrarle i
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documenti approvati del parlamento per il proseguire i lavori su alla
miniera... Arriverà anche la polizia doganale e tributaria a controllare il
tutto... Comunque le spiegherò per bene, appena arriviamo da lei....
Arrivederci maresciallo! >
< Ok! Vi aspetto alle otto... Siete in auto?... Fate buon viaggio! >
Erano le sei del mattino quando si fermarono nella città di Kardìtsa a far
colazione: < Sveglia amore! Facciamo colazione e così per le otto saremo
a Trikala in commissariato. > suggerì Alexsandre, accarezzando la
compagna al fianco assonnata, che reagiva a rispondere decisa: < Sì!
Guido io adesso! > capendo l'inghippo detto: < Sì, hai ragione! Scusa
dormivo così bene. Anzi poi, passiamo da casa mia che ci facciamo una
doccia e cambiarmi d'abito... Mi sento frastornata e tu hai guidato tutta la
notte... Non sei stanco? > avvicinandosi nel dargli un bacio di conforto.
< Non ho tempo al momento per pensare a riposare. Sono molto
preoccupato!.... Ho uno strano presentimento addosso? Ah, lasciamo
perdere! Dai andiamo a far colazione. Mi manco un bel caffè bollente! >
Dopo la veloce colazione fatta, da sentirsi un po' meglio da riprendere la
marcia. Monike sarebbe passata lei alla guida. Alexandre la stava
rimirando con interesse seduto al posto di guida, avendo la camicetta
slacciata da permettere una piacevole vista della sua scollatura al sole del
mattino. Nel dirle: < Sei meravigliosa con i capelli al vento amore! >
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Capitolo Dodicesimo
Avevano da fare ancora quei 26 km. mancanti e poi erano arrivati
finalmente a Trakala. Nel recarsi velocemente al proprio appartamento e
con decisione appena entrati in casa, farsi una bella doccia ristoratrice e
cambiarsi d'abito. Monike si ricordò di avere una maglietta grande da
uomo, che gli era stata regalata in visita scolastica ad una fabbrica di
maglierie maschili. Perciò obbligò il proprio ragazzaccio a indossala,
calzava abbastanza bene al suo uomo, proprio di proposito, gli donava il
rosso. Poi di volata al comando di polizia locale, erano già le otto e trenta
del mattino, quando arrivarono al comando, il piantone li faceva passare
subito: < Prego il comandante è nel suo ufficio! >
Quando entravano nell'ufficio trovarono il maresciallo Cosmis che lì
attendeva, ansioso di avere notizie nuove e fresche dalla capitale, dopo le
tanti tensioni ancora in fibrillazione.
< Buongiorno maresciallo! Siamo arrivati di volata da Atene e non
vogliamo farle perdere altro tempo... > mentre il maresciallo li faceva
accomodare indicando le sedie di fronte: < Buongiorno a voi, prego! >
Alexandre senza perdere tempo, apriva la sua borsa diplomatica e tirava
fuori i tanti documenti a dimostrare il buon risultato e l'ordine di ripresa
dei lavori: < Come vede maresciallo, i vari ministri in accordo mi hanno
autorizzato a riprendere il lavoro, avendo scoperto che in miniera abbiamo
trovato un bel filone d'oro e pertanto domani arriveranno di già, i tanti
funzionari doganale e la polizia tributaria a controllare i lavori di
estrazione dell'oro e la relativa lavorazione da farsi. Oltre la riattivazione
della vecchia fonderia, per la produzione di lingotti d'oro luccicanti. Anche
la ferrovia verrà ripristinata la fermata sopra la miniera da spedire con
vagoni blindati, il prodotto fatto sotto scorta alla capitale. E senz'altro dal
parlamento le verrà chiesto di fare un maggior controllo della zona. Magari
dalla polizia centrale le manderanno altri poliziotti a sostegno. Dato il
grande interesse che avrà la miniera nella nostra zona... Sa, ho voluto
avvisarla per primo almeno saprà come organizzarsi al meglio, dopo la
tanta confusione capitata in zona. Ci saranno ispettori doganali e guardie
speciali a controllare i carichi preziosi di oro grezzo... >
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< Accipicchia! Mi è tutto nuovo, da quel che mi avevano prospettato
dalla centrale di polizia regionale? E' ben diversa la faccenda... Questa poi,
cambia ogni cosa, dettami prima! > sbottò Cosmis sul confuso.
< Ah! Le avevano già menzionato di un rinforzo di uomini nel suo
distretto e dall'altro distretto dall'altra parte della città verranno in suo
aiuto? Molto bene maresciallo! > commentò tranquillo Alexandre.
Monike provò a commentare a sua volta: < Come hanno fatto presto ad
avvisare la polizia locale, a far da guardia alla miniera per la prestigiosa
scoperta che frutterà milioni d'oro allo stato ellenico. Ecco, vedi
Alexandre, quando vogliono i ministri, sono rapidi nelle cose che gli
renderanno molto bene in futuro... Zacchete super veloci! > espose lei con
la sua risata solare di stupirli.
E il maresciallo non comprendeva bene, ma capiva che altri gli avevano
dato ordini diversi. Mettere dei sigilli dappertutto? Nel spiegare a
malincuore ai presenti che li riteneva persone oneste: < In verità, ho
ricevuto degli ordini al contrario. Proprio così e già dall'altro giorno...
Avrei dovuto verificare per bene subito e sigillare fino a nuovo ordine?
Ma in verità aspettavo che lei tornasse dalla capitale per un sopralluogo
assieme e verificare un po' tutto e mettere poi i sigilli. Per poi spiegare alla
direzione della nostra regione a Larissa la situazione?... Così mi era stato
ordinato prima di furia e pare che l'ordine veniva dal palazzo del
governatore?... Comprende ingegnere in che situazione balorda mi hanno
messo i miei superiori qui a Trikala e da Larissa la centrale della polizia
regionale, che premeva a far presto. E' tutto troppo strano? Persino io
l'ultima ruota di scorta lo capisco bene che qualcosa non quadra? >
< Ma guardi maresciallo, che uno degli azionisti contrari alla
riattivazione della miniera è il governatore qui della Tessaglia. Ma
controvoglia ha poi approvato con gli altri ministri a dare il consenso e la
ristrutturazione della miniera? Senz'altro a lui gli farà comodo avere una
provincia che gli frutterà ricchezza, una tale risorsa a valorizzare meglio
tutta la nostra regione con questa scoperta uscita fuori dal sottosuolo... E'
stata una fortuna trovare proprio quella bella vena auriferi. Mi creda!
Magari adesso dopo l'estrazione dell'oro. Anche il governatore sul restio
cambierà idea> espose tranquillo Alexandre.
< Incomincio a capire un po' meglio! E dietro c'è qualcuno che non
vuole tutto questo e hanno creato quella alluvione con ben due morti. E
ancora noi non abbiamo scoperto nulla sulla tresca impiantata?...
Accidentaccio! Ci sono troppi furbi? > sbottò Cosmis sull'incavolato.
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< Come la comprendo maresciallo! Adesso si trova fra l'incudine e il
martello. Lei dovrà essere obbiettivo a non cadere nella tresca, per poi
doversi prendersi tutte le colpe di non aver fatto bene il proprio dovere e le
sta diventando tutto troppo difficile? Ecco perché sono venuto subito da lei
a spiegare la faccenda e così potrà rendersene conto della responsabilità
dei fatti che succederanno avanti?... Lei lo sa bene che la miniera non è in
pericolo e con quella muraglia di sacchetti abbiamo scongiurato una
chiusura totale per l'acqua. Ma ora giù al parlamento sapendo di questo
nuovo filone di oro appena trovato e che frutterà tanti lingotti d'oro allo
stato. Non vogliono perderci sopra. Perciò se la prenderanno malamente se
qualcuno bloccherà anche per poco tempo il ripristino e la produzione?...
Succederà un pandemonio! E vorranno poi la testa di qualcuno? Il
colpevole che ha frainteso il proprio dovere da fare ...>
< Questo è più che vero. Io avrei dovuto fare un controllo veloce e
bloccare tutto fino a nuovo avviso? Così mi era stato dato l'ordine. Ma se
poi arrivando gli ispettori doganali e verificheranno che la miniera non ha
nulla per essere chiusa? Sarei belle che fregato e messo a riposo
rapidamente per aver trascurato dettagli nel mio rapporto, nel far presto per
accontentare altri che dopo negheranno proprio tutto? Accidenti! >
< Già! Sarà perfettamente così... Sarà un funzionario irresponsabile a
voler bloccare un presunto guadagno allo stato ellenico e pertanto silurato
velocemente e rimpiazzato con altri più confacenti... Giusto e detta tra noi
maresciallo! Questa losca faccenda è troppa ingarbugliata? > commentò
Alexandre più che convinto dei fatti ancora troppo oscuri.
< Già proprio così! Quello che mi capiterà sulla testa dopo? Accidenti!
Meno male che ho attardato a far dei veloci controlli, come mi era stato
ordinato di fare subito e presto?... Per gli Dei! Ha qualcuno gli serviva un
capo espiatorio per salvarsi la faccia dopo... Accidenti! > battendo i pugni
sulla scrivania. < Bene! Ora che sappiamo bene com'è la faccenda...
Adesso andiamo tutti su alla miniera e facciamo un bel controllo e poi
redigerò un bel verbale in triplice coppia a scanso di equivoci e staremo a
vedere chi è verrà a reclamare poi sul risultato fatto e rifatto? Giusto! >
Alla fine della veloce riunione, uscirono fuori e ognuno sulla propria auto
e via di volata alla miniera. Gli operai e minatori era la a presidiare il
complesso, in attesa di chiarificazioni sulla ripresa della miniera. Avendo
Alexandre telefonato poco prima ad Alos il capocantiere che arrivavano
con buone notizie riguardanti la ripresa del lavoro alla miniera.
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Capitolo tredicesimo
Appena le auto della polizia e dell'ingegnere si fermarono nel ristretto
piazzane della miniera, gli operai accorsero in torno a sentire le ultime
novità, sulla loro situazione nell'azienda mineraria.
Alexandre con un bel sorriso aperto, si spiegò subito ai suoi minatori in
attesa: < Ragazzi da domani si riprende a lavorare e avrete un aumento di
paga. Ma dovrete fare un bel lavoro pulito e non lasciarsi tentare a voler
intascare dei pezzettini di oro scavati in miniera. Tutto sarà sotto il più
stretto controllo dalla stato. Pertanto mi raccomando? Siate onesti e sarete
ricompensati delle vostre fatiche. Domano verranno qui dei funzionare
statali a controllare ogni granello d'oro. Oltre la rimessa in moto della
fonderia a preparare i lucenti lingotti d'oro e spedirli poi alla capitale. >
< Veramente ci aumenteranno la paga? > domando uno nel gruppo.
< Dovrebbe arrivare domani l'ufficiale pagatore e con il prossimo
anno, se la miniera fretterà per bene, sono riuscito a farvi avere un grosso
aumento di paga del 30% in più. Così potrete ottenere un mutuo dalla
banca e farvi una casa migliore, per chi è in affitto. Dobbiamo essere tutti
solidali ed onesti e lo stato ci premierà la nostra fiducia... Ora con il
maresciallo Cosmis del distretto di polizia, controlleremo per bene tutto il
complesso e vedere se vi sono dei punti da mettere in sicurezza. Grazie per
l'attenzione ragazzi! Perciò chi non è di servizio può andare a casa a
riposare. Domani alle sette si ricomincia per bene. Grazie per la vostra
collaborazione ragazzi! > li spronò Alexandre a convincerli.
< Grazie ingegnere! > risposero un coro e il capocantiere provava a
dire ai colleghi: < Ve lo sempre detto ragazzi. Da quando è arrivato il
nuovo direttore le cose sarebbero andate meglio. Ed ecco che si stanno
avverando veramente e in meglio. Grazie direttore! >
< Va tutto bene. Buona giornata ragazzi! > commentò il direttore
Doukas. Poi mentre gli operai se ne andavano ai propri lavori Alexandre si
era rivolta a Monike: < Se devi far visitare la miniera ai tuoi ragazzi della
scuola lo devi fare oggi al pomeriggio. Perché da domani tutto sarà sotto la
più stretta sorveglianza della polizia tributaria... Puoi organizzarti una
veloce visita. Oltretutto mi pare che sono ancora a casa per il ripristino
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dall'esondazione del fiume Portalkòs, penso di sì! Giusto? >
< Già hai ragione direttore! Ci provo. Vado subito a vedere si riesco ad
organizzarmi una visita con gli alunni. Ciao vado e ti farò sapere! >
montando in auto e via ritornando verso la città.
Alexandre assieme al Alos e il maresciallo si apprestavano a visionare per
bene tutta la struttura ad evidenziare anche i lavori al completo da
predisporrere per la riattivazione del complesso minerario. Capendo tutti
quanti che la scoperta avrebbe portato benessere in tutta la valle.
Appena dopo il tam tam della notizia in mattinata. che si erano diffusi
velocemente e di volata erano stati raggiunti su alla miniera, da varie
personalità del posto, esponenti di spicco della città, sindaco compreso.
Seguiti dalla televisione e giornalisti a registrare quella notizia esplosa
così di colpo. Colpa del distretto di polizia dove le ciaccole aveva già
preso il volo, parlando con i funzionari del comune, spargendo la notizia
su larga scala. E per tutti, alti funzionari della città, era caduta sui loro capi
a sorpresa e senza preavviso quella notizia dell'oro trovato nella miniera
della loro provincia. Perciò a malincuore dovettero tutti quanti accettare le
direttive arrivate dal parlamento di Atene e non per le solite vie traverse di
trafile lungaggini e burocratiche, nel poter nascondere qualcosa. E a quel
punto dovevano per forza ingoiare l'amaro e accettare ciò che dal
parlamento greco aveva decretato, con i bollettini pervenuti in mattinata
via fax alla regione e al comune e la prefettura segnalando che: La miniera
dal pozzo vuoto, veniva riattivata con la presente direttiva e con la
presenza a giorni di funzionari doganali statali. Pertanto all'indomani
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sarebbero già iniziavano i lavori in tutti i campi. Controlli sull'estrazione
del materiale aurifero, con il più stretto super controllo doganale.
Persino la presenza del governatore Cosmas Papalos, arrivato in aereo
direttamente da Atene e trasferitosi sul posto a presenziare l'evento,
sorridente a tutti. Aveva suscitato scalpore tra i presenti accorsi ai primi
squilli di telefono e nel vederlo arrivare sorridente e cordiale, da sembrare
molto amico, col direttore Doukas, nel congratularsi per la provvidenziale
scoperta fatta nella miniera, da far aumentare il prestigio della sua regione.
Tra le personalità accorse a vedere e rimaste poi a sbirciare e curiosare
ancora, c'era persino la tenutaria della piantagione cotoniera in pianura.
Donna Sotiria Kyriak e nel trovarsi accanto all'ingegnere Doukas si
congratulò con un vago e distratto sorriso d'approvazione: < Vedo
ingegnere ch'è poi riuscito a salvare la miniera dall'acqua. Meno male!
Altrimenti non avrebbe trovato tutto quell'oro, da quel che dicono le voci,
a rinvigorire poi lo stato ellenico. Spero che non si esaurisca presto la vena
d'oro trovata. Altrimenti dovrete andare alla fine, tutti a casa?... Sarebbe un
vero peccato per i poveri operai della vallata senza lavoro! > biascicò con
un falso e indefinito sorriso malizioso.
< Proprio ieri abbiamo catturato una vecchia cornacchia e presto
canterà alla giustizia chi è che ha fatto questi strani e sporchi giochetti! >
s'intromise a dire Alos di getto e la donna ebbe un sussulto nel nominare la
giustizia. Alexandre provò a dire a sua volta mitigando: < Sono contento
per lei, donna Sotiria, ha schivato l'esondazione sul suo raccolto che è
pronto da raccogliere in questi giorni. Certamente a lei non interessa se la
miniera esiste. Non ha nulla a che fare e sarà contenta che nella nostra
regione aumenterà il benessere per tutti. Pertanto gli industriali del posto,
per il proprio fabbisogno dovranno aggiornarsi e regolarizzare i propri
dipendenti. Ma certamente non è una cosa che le riguarda. Lei, senz'altro è
da tempo che ha regolarizzata la sua manodopera ai contratti nazionali.
Giusto donna Sotiria Kyriak? > espose sorridendo Alexandre.
< Non ho nulla da nascondere! I miei lavoratori li pago molto bene.
Scusate ma devo rientrare, ho del lavoro d sbrigare alla fattoria... Ancora
complimenti ingegnere! Quando vuole si potrà riparlare per la mia fabbrica
da farsi. Arrivederci! > scivolando via velocemente sulla sua auto che
l'attendeva nel ristretto piazzale davanti alla miniera.
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Capitolo Quattordicesimo
Alle dodici passate, Monike aveva telefonato per avvisarlo che era
riuscita a rastrellare i suoi alunni e alle tre del pomeriggio sarebbero
arrivata sul bus scolastico. Con tutta la scolaresca a visitare la miniera,
accompagnati dal direttore scolastico e altri insegnanti incuriositi dalla
notizia sulla scoperta dell'oro in miniera.
Perciò appena arrivati e scesi dal bus scolastico, tutti quanto grandi e
piccini incuriositi, e velocemente seguivano il capocantiere e un paio di
minatori, che mostrava a loro le viscere della miniera e il suo prossimo
sviluppo nell'estrazione del minerale prezioso. Dove tutti lo potevano
toccare con mano l'oro, ancora impresso sulle pareti tra la roccia
luccicante, quell'oro ricercato e tanto decantato in quel giorno annunciato
proprio a sorpresa per tutti.
Mentre i ragazzini cercavano a terra dei granellini si sabbia luccicante, ma
gli operai avevano per bene scopato via tutto ad evitare controversie dopo.
Tutto era più che pulito. Solo vedere era assolutamente vietato asportare.
Quella era la raccomandazione fatta prima a priori.
Alle diciassette avevano finito la visita guidata, ed erano tutti contenti di
aver appreso e visto cose rimaste per anni nascoste e soltanto ora in quella
scoperta lo potevano ammirare dal vivo e non viste alla televisione in
documentari interessanti. Con mille ringraziamenti per l'ospitalità fatta ai
giovani alunni e insegnanti curiosi.
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Poi il pulmino della scuola li riportava in città gli alunni contenti della gita
fatta di furia, ma molto istruttiva. Monike aveva caricato gli alunni sul bus
della scuola assieme agli altri insegnanti nel riportarli alle proprie casa e
lei si era fermata a parlare col direttore della miniera nell'esprimersi
contenta per la sua disponibilità dimostrata: < Non speravo che andasse
tutto cosi bene come inizio. Ho notato prima alla visita curiosa di tutte le
personalità della regione. Un sacco di personalità amareggiate per essere
state snobbate e accantonate da prendere loro certe decisioni importanti.
L'ho captavo dai discorsi ammezzati e sotto voce tra di loro. Forse tra i
presenti c'è chi ha tramato nell'ombra e fatto uccidere il povero custode su
alla diga? Troppe persone sono invidiose e avide per non aver in mano la
nuova situazione da sfruttare a loro piacere?... Ma staremo a vedere... Lei
ingegnere cosa può dirci, del risultato di questa giornata non organizzata,
ma ben riuscita e lo stupore a sorpresa creato tra i cittadini di Trikala? >
< Andresti proprio bene come reporter! Certamente adatta a far
interviste e nessuno si tirerebbe indietro e farsi intervistare da una giovane
e avvenente giornalista. Comunque, dovremo stare in guardia d'ora in
avanti. Senz'altro i malandrini, detto così alla buona, si faranno vivi
senz'altro dopo questa prima sconfitta plateale... > commentò Alexandre
sorridendo. Poi deciso riprese a dire ai presenti: < Mi dispiace ma adesso
vado a dormire sono giorni che chiudo solo un occhio. Vi saluto tutti! Alos,
ci pensi tu a dare una controllata e disporrere una specie di guardia? >
< Tranquillo capo! Vada a riposare. Domani deve essere presente e
sveglio, quando arrivano gli ispettori e relative guardie di sicurezza... >
< Maresciallo, ci vediamo domani, sarà presente?.. Arrivederci! >
salendo in auto e prontamente Monike salutando tutti si avviava, direzione
casa. Nel chiedere al compagno abbastanza stanco: < Casa mia o la tua? Ti
vedo stressato... > appoggiandole la mano sul braccio a conforto.
< Hai perfettamente ragione Monike! Vai dove vuoi, basta che ci sia
un buon letto per dormirci sopra... Cosa avrei fatto senza una così provetta
autista a concezione privata?... > borbottò sottovoce era stanco.
< Ti saresti preso un bel taxi e tutto era belle che sistemato mio bel
giovane ingegnere!... Sarà meglio passare da casa tua ragazzo, devi
cambiarti d'abito. Domani devi fare una bella presenza come direttore
minerario. Dopo andremo a casa mia così al mattino siamo più vicini. >
< Ok! Ma prima fermati dai coniugi Serafin e Adeles, io ho fame! >
< In verità anche io non ho pranzato per la premura di raccattare i
miei alunni per la visita guidata alla: La miniera del pozzo vuoto. >
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< Hai perfettamente ragione ragazza mia! E qui che ci siamo baciati!
Anzi mi hai baciato per la prima volta e non la potrò dimenticare la
piacevole sensazione che ho provato... Acciderbola che bello! >
< Immaginavo che te la fossi scordata quella mia pessima figura,
decisa a volerti baciare... > mormoro spegnendo il motore.
< Fossi matto a scordami le cose più belle! Dai entriamo ho fame... >
Più tardi dopo aver mangiato qualcosa in trattoria e salutato l'oste per il
pasto frugale sul veloce, nel rassicurare Serafin che sarebbero ritornati da
loro con più calma a pranzare: < Torneremo per fare un pranzo come Dio
comanda. Arrivederci signora Adele! > provò a dire Monike.
< Arrivederci e grazie figlioli miei! > rispose Adele assieme al marito
contenti dell'affrettata visita a ristorarsi nella loro locanda.
Erano finalmente arrivata davanti casa e l'intenzione era di entrare e
buttarsi subito sotto la doccia nel rinfrescarsi per bene. Essendo tutte e due
stanchi e sudati, ma non desistevano nel trovare il tempo per sbaciucchiarsi
un altro poco. Dopo tutto quel tribolare fatto in successione, in quei giorni
così movimentati e difficili da decodificare per bene. Da esserne felici
egualmente da ritrovarsi persino nei pensieri eguali senza dover parlare.
Bastava solo guardarsi negli occhi per capirsi cosa desiderava fare i loro
cuori assetati d'amore, in quel preciso momento d'intimità capitata così...
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E senza indugio Alexandre, la prendeva tra le braccia nel baciarla con
desiderio e tanta passione, spigionata fuori dal suo cuore innamorato. Nel
bisbigliare piano al suo orecchio: < Ti amo perdutamente amore! >
< Ti amo tanto anch'io amor mio! > rispose lei aspettando un altro
piccolo bacio d'incoraggiamento a proseguire nel prolungato abbraccio.
A quel punto non avevano più fretta a muoversi e tutto procedeva più che
bene assieme ai propri pensieri: < Dobbiamo muoversi, la tua casa è poco
più avanti... > riuscì a dire solamente Alexandre baciandola ancora.
Complice il tutto, in quella loro stretta vicinanza e convivenza capitata così
casualmente, nel comportarsi come una copia matura e coscienziosa. A
discorrere pacatamente tra un bacio ed un altro, sulle cose più futili che
frullavano nelle loro teste in quel preciso momento di felicità ritrovata.
Poi, dopo la tonificante doccia rinfrescante e senza immaginarselo nel
trovarsi ancora bagnati tra le lenzuola sul letto sfatto dal giorno prima, a
far all'amore tranquillamente rilassati. Finalmente poi si ripresero a dire, in
simultanea, abbastanza stanchi e assonnati, dove le voglie erano ancora
tante da non esaurire il desiderio di entrambi. Ma capirono che era
abbastanza tardi nel perdersi a giocare e decisi si vestirono e via felici
verso l'altra casa a Trikala.
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Capitolo Quindicesimo
Appena entrati in casa si svestirono con calma, nell'acquietarsi un
momento in silenziosa meditazione, distesi sul letto, ma di botto si
addormentandosi felicemente abbracciati tra loro coi visi rasserenati al
contatto. Erano proprio stanchi, sebbene le voglie erano ancora tante.
Erano le quattro del mattino quando il cellulare di Alexandre si mise a
ronzare nel svegliarlo di soprassalto da spaventare anche Monike che
mugugnava sorpresa: < Ma è ancora buio fuori... >
Alexandre alzatosi a sedere sul letto nel rispondere alla chiamata
preoccupato: < Sì! Alos cos'altro è succede?... Cosa!? Una bomba sui
binari del treno sopra la miniera.... Accidenti!... Arriviamo subito!.... Per
gli Dei dell'olimpo!.. Ci mancava anche una bomba sui binari del treno...
Porcaccia la miseria! > blaterò incavolato.
Monike si era già alzata e si stava vestendo velocemente in silenzio,
mentre Alexandre si stava passando la mano tra i capelli arruffati e
pensieroso sui nuovi sviluppi e quesiti da sbrogliare. Poi deciso nel vestirsi
alla meglio e via di fretta in auto verso la miniera, erano veramente
preoccupati: < Che puttanata! Non mollano. Tengono proprio duro a voler
farci chiudere la baracca... che figli di puttana! > brontolò amareggiato.
Nell'avvicinarsi alla miniera, notarono il lampeggiare dell'auto della
polizia e pompieri già arrivati sul posto a constatare i danni fatta
dall'esplosione di sopra accanto alla vecchia ferrovia.
Alexandre era corso sopra sulla strada ferrata nel guardare attorno e
parlare con il maresciallo di polizia molto preoccupato di quel nuovo fatto
dinamitardo: < Salve maresciallo! Da quel che vedo, volevano creare un
danno maggiore, > indicando un grosso masso: < Se la carica fosse stata
sistemata meglio. Avrebbe fatto crollare quella parete rocciosa, sulla
fonderia di sotto e addio lavori da iniziare proprio stamattina? Accidenti!
Qualcuno vuole seppellirci sotto tutti quanti?... Che figli di cani!.. Dal
come si manifesta la faccenda e con maggiore frequenza, nel salutare per
bene l'inizio dei lavori... Per gli Dei greci! > sbottò molto amareggiato.
< Ingegnere presume che quella roccia ha trattenuto la montagna dal
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cadere per la deflagrazione? Altrimenti il disastro non è solo un binario
divelto, ma ben più grave la faccenda di questo pazzo criminale? > ma
venivano interrotti da un pompiere che li chiamava a vedere da quella
parte sopra il binario di scambio dove c'era un cadavere poco distante,
mostrando alla polizia il risultato della deflagrazione: < Sembra sia stato
colpito alla schiena assieme da un masso proiettato dallo scoppio. Forse
maresciallo era lui il dinamitardo? > espose il vigile del fuoco pensieroso.
< Qualcuno di noi lo riconosce? > mentre provavano a girare la vittima,
messo supino tra la sterpaglia piegata dallo spostamento d'aria.
< Mai visto prima? > guardandogli il viso illuminato dalle loro torce.
Il capocantiere Alos, si avvicinò e provò a dire: < Mi sembra di averlo già
visto... Certo!... Ora ricordo... Era assieme a quel nuovo faccendiere che
bazzica da queste pardi da mesi, a comperare per pochi soldi i terreno qua
attorno. Come si chiama quello?.. Un commerciante un po' furbetto e pare
se la intende con donna Kyriak. Da quel che si dice in giro? Dovrebbe
provenire da Salonicco. Ah, sì! Adesso ricordo il nome... è Pilagros
Grintoris. Proprio così! E questo qui stecchito, era un suo tirapiedi
sbruffone... Peccato che non ha calcolato la distanza dallo scoppio... Un
vero peccato! Sembra giovane... > borbottò Alos scrollando il capo e
tornando giù di sotto a controllare la struttura della miniera.
< Allora se questo è un tirapiedi di quel nuovo pseudo industriale, che
si spaccia per commerciante e va in giro a raccattare terre qua attorno, cosa
centra con la miniera?.. Dovrò fare due chiacchiere con questo nuovo
terriero? > commentò il maresciallo sull'incavolato, guardando Alexandre
nel sentire una sua opinione. < Lei ingegnere cosa ne pensa di questa
nuova e macabra vicenda, che gira attorno alla vostra miniera? >
< In verità mi sembra strano, che vogliono chiuderla? Ora più che
mai, e l'abbiamo messo alla luce del sole, spiegando che qui sotto terra c'è
un sacco di oro da recuperare. Invece vogliono sotterrarla per sempre?
Cosa strana da interpretare, che proprio nessuno pensi a impossessarsi
della miniera e farsi l'oro facile da smerciare dopo, senza dicitura del
proprietario?... Strano, proprio strana, 'sta vicenda più che losca? >
commentò Alexandre pensieroso. Oltretutto incavolato più che mai,
capendo che la posta in gioco era ormai tanta e palese. Borbottando
ancora: < Ma per cosa non vogliono che funzioni questa miniera? > mentre
si allontanavano e il maresciallo rispondeva: < Già ha proprio ragione
ingegnere? Indagheremo a fondo. Accidenti! Vado a far portare il cadavere
all'obitorio di patologia in città... > avviandosi da quella parte a parlare con
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i colleghi della polizia e pompieri nel consultarsi con il perito dottore
nell'esame post-morte, appena arrivato sul posto.
Alexandre spostandosi tra gli alberi, alla prime luci del mattino, noto
qualcosa? Indicandola a Monike che lo seguiva in silenzio. C'era qualcosa
la a terra tra i sassi e i binari dello scambio per la sosta dei vagoni a suo
tempo, qualcosa d'interessante: < Guarda un po' cosa c'è qui! > rimanendo
sorpreso per l'oggetto luccicante tra i sassi, mentre si abbassava a
raccoglierlo nel dire stupito: < Sto pensando dove lo già visto questo
medaglione sportivo? > facendolo agitare per la catenella spezzata.
mentre se lo guardava per bene e Monike avvicinatosi provava a guardare
l'oggetto; era un medaglione con un pezzo di catenella strappata, inciso
sopra una figura sportiva e una data impressa a conferirla come premio al
vincitore: “Gara di tiro al piattello 1984”.
< Tu sai già a chi appartiene? > domandò Monike incuriosita e un po'
spaventata di tutte quei morti che si stavano ammassando in quei giorni.
< Se la mente non m'inganna... Sai dove lo già visto? Era al collo
dell'autista di donna Sotira Kyriak... Quell'autista imbranato e distratto che
mi ha fatto perdere il treno apposta, quel giorno? Per fortuna, sei passata
da quella strada e mi hai raccattato su. Accidenti! Ero veramente disperato
in quel momento... Credimi Monike! > espose positivamente.
< Già ricordo bene! E io, in un primo momento avevo pensato che
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avevi perso veramente il treno per Meteora... Sembravi un turista spaesato.
Ma allora, quel morto laggiù, non è quell'autista? >
< E' senz'altro un socio delle merende. Cosa facevano da queste parti?
E donna Sotiria dovrà dare spiegazioni alla polizia, cosa faceva il suo
autista tutto fare e proprio da queste parti? Quello dal modo di fare quel
giorno, non mi sembrava che faceva soltanto l'autista privato? >
< Sarà venuto con l'auto a portare l'altro, assieme al tritolo per far
saltare la montagna. Immagino io. Vero? > espose Monike pensierosa e
riprendendo a dire: < Adesso cosa intendi fare? Spiegare al maresciallo le
tue supposizioni su questi individui misteriosi della tenutaria in pianura? >
< Sì, sarebbe la cosa giusta. Ma al momento sono solo supposizioni
senza prove e questo medaglione non prova nulla? Al maresciallo gli
servono prove tangibili e non supposizioni?... Questo è il guaio! Perciò al
momento siamo proprio all'oscuro di tutto. Oltretutto non sappiamo ancora
bene, per cosa vogliono far chiudere la miniera? Non basta una semplice
piantagione di cotone a sconvolgere tutta la regione... Non lo capisco
proprio il perché di tutto 'sto casino inscenato? Ma non intendo arrendermi.
Tenterò di capire meglio la faccenda, molto strana al vedersi? > avviandosi
incavolato verso la vecchia stazione ferroviaria da riattivare al più presto.
< Ti prego Alexandre non t'arrabbiare! Non serve al momento mangiarsi
il fegato, senza un perché ben definito?.. Vedrai che riuscirai nell'intento!
Abbi pazienza e magari il nemico sentendosi al sicuro uscirà allo scoperto,
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da beccarlo con le mani in pasta... > espose Monike, mettendogli le braccia
al collo a confortarsi entrambi dalla situazione strana e misteriosa.
< Già hai ragione! Dovrò rivedere un po' tutto. Dai scendiamo giù
alla miniera. > si spiegò Alexandre mentre salutavano il maresciallo da
lontano nel scendere dalla ferrovia alla miniera, il sole stava sbirciando da
dietro la montagna, con un buon giorno molto esplosivo quel mattino.
Tutto procedeva molto malamente di quel passo e tra poche ore sarebbero
arrivati da Atene i tanti funzionari e polizia tributaria a controllare il poco
carico di oro ancora da lavorare e sistemato sui carrelli coperti di tela ad
evitare le ruberie iniziali. Per poi coordinare i lavori e sistemare i turni
delle guardie che occorrevano per controllare tutto il perimetro attorno al
complesso minerario: La miniera del pozzo vuoto.
Monike pensò bene di andare a casa sua a mettersi in ordine e passare
dalla scuola e vedere se per caso avevano già riattivata l'apertura in quel
giorno. Salutando con affetto il suo uomo indaffarato con carte e cartelle in
ufficio: < Mi telefoni più tardi? Vado a casa e poi a scuola... Ci sentiamo.
Ciao! > dandole un bacio sulla guancia da far sorridere Alos aiutante.
< Tranquilla ragazza, ti telefono poi. Ciao e buona giornata!... > rispose
Alexandre mettendosi il casco e seguendo Alos nell'andare nella galleria a
verificare i primi inizi dei lavori per scavare il minerale tanto prezioso.
Trovando i suoi uomini che discorrevano con una pepita in mano: < Con
questa grossa pepita cosa si potrebbe comperare? > domandò Nikolas.
< Io mi farei una bella barca. > e un altro rispondeva: < Poi la
metteresti su nella diga a navigare, mentre pascolano le mucche di tuo
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suocero attorno? Dai non è roba per noi poveri lavoratori... Vedere e non
toccare, la prima regola da fare... Buon giorno capo! > rispose sorridendo
Ettore il più anziano del gruppo.
< Buon giorno a voi ragazzi! Tra poco arriveranno i controllori dalla
capitale e sarà al principio un po' dura per tutti. Ma per una buona paga a
fine mese, dovremo tener duro. Mi raccomando! > espose serio.
< Posso esprimere una mia opinione direttore? > avendo il consenso
affermativo del capo, nel dire avanti: < Personalmente la devo ringraziare
direttore. Lei si sta prodigando tanto per tenerci uniti e un posto sicuro.
Faticoso sì, ma oggi giorno sono un po' tutti i lavori faticosi e difficile da
trovare con la crisi. Ma almeno portiamo a casa una buona paga. Grazie! >
espose convinto Nikos il più giovane dei minatore nel gruppo.
< Vi comprendo ragazzi. Siamo un po' tutti sulla brace che scotta.
Perciò bisogna mettercela tutta per essere più che a posto, e non lasciarsi
tentare dal luccicare dell'oro. Questa è la parte più difficile. Ma se tutto va
bene, mi darò da fare, per farvi avere un buon salario da poter cambiare
tenore di vita. Ve lo prometto!... Ora vediamo di accordarci per bene sui
nostri compiti da svolgere e dimostrare che siamo più che all'altezza del
nostro lavoro. Ad evitare che vogliono sostituirvi con altri? Perciò teniamo
duro! > mettendosi a controllare per bene ogni galleria. Spiegando ai suoi
dipendenti: < In special modo queste due diramazioni, dove si trovavano le
grosse vene minerarie di oro... Dai rilievi che ho fatto e studi geologici
approfonditi. Abbiamo trovato e scoperto questa grossa vena aurifera quasi
pura all'ottanta per cento. Una vena mai capitata cosi grande in Europa. Da
far invidia a molte nazioni. Perciò dobbiamo tenercela ben stretta la nostra
produzione. Avremo sì, i guardiani col fiato sul collo, perciò mi
raccomando niente tentazioni ragazzi? Dobbiamo dimostrare che siamo
all'altezza della situazione capitata a beneficio nostro e della nazione.
Buon lavoro ragazzi! Adesso vado ad aspettare gli ufficiali doganieri che
arrivano dalla capitale al controllo giornaliero che faranno qui fin ch'è c'è
dell'oro. Un avviso ragazzi! Se per caso tra amici in valle sentite qualcosa
di strano sugli attentati che tentano di toglierci il lavoro e il pane di bocca
alle nostre famiglie... Occhi e orecchie ben aperte... Venite direttamente da
me a parlarne e vedremo di stanarli questi cani rognosi.... Per adesso buon
lavoro ragazzi! > li confortò con affetto.
< Buon lavoro a lei direttore! > risposero in coro, fiduciosi.
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Capitolo Sedicesimo
Alle dieci del mattino, uno stuolo di auto diplomatiche arrivavano nel
piazzale, erano cariche di gente altolocata e con la puzza sotto il naso: si
stava esprimendo Alos al direttore, che sorrideva, andando loro incontro.
Quei funzionari statali, arrivati lì un po' spaesati del posto tra le montagne,
erano lì per poter coordinare le varie misure di sicurezza da impostare per
una buona collaborazione con il personale lavorativo della miniera.
Il direttore con fare cordiale, riceveva i tanti funzionari da poter discutere
i tanti lavori per una bella collaborazione assieme, mentre si facevano le
varie presentazioni di prammatica: < Signori ben arrivati! Dovrete al
momento sistemarvi al meglio, per una buona collaborazione, sperando di
far presto a rimettere al meglio la struttura da tempo abbandonata, ma con
le risorse che produrrà la miniera, sarà più facile rimettere a nuovo e
aumentare la produzione. Buon proseguimento! > con altre strette di mani
da affiatarsi al meglio e al posto che sembrava più che disagiato.
Poi il procuratore capo Phocas Depiros, che gli era stato affidato dal
ministro del tesoro Miros Koperis, la mansione di supervisore del
complesso minerario e curare scrupolosamente l'estrazione del minerale
prezioso. Coadiuvato dall'avvocato Helena Spiros, nel gestire la situazione
finanziaria. Con un gruppo di fidati specialisti e guardie fidate statali.
Insomma un bel gruppo di rompiscatole a guardare dei poveri operai che si
sarebbero fatto un culo notte e giorno per scavare il tanto e caro prodotto
prezioso. Lavorarlo e spedirlo poi sul treno in bei lingotti d'oro zecchino,
luccicanti se esposti al sole, da far gola a molta gente nei dintorni.
Alexandre tentava di tenere tutto sotto controllo, assegnando degli uffici
ancora in disuso dalla vecchia amministrazione mineraria. Nel sistemare al
meglio un po' tutti quei nuovi guardiani dell'oro. Il procuratore Depiros
stava dicendo che all'indomani sarebbero arrivati dei tecnici delle ferrovie
statali a riattivare la vecchia stazione al più presto, da evitare il trasporto su
strada, essendo l'attuale arteria piccola e stretta da percorrere quasi a senso
unico. Alexandre s'intrometteva ad avvisarli: < Dottore, ha già saputo
dell'attentato di stanotte, qua sopra alla ferrovia? Per fortuna non grave... >
< Cosa! C'è stato un attentato? Ma la polizia locale dov'è e cosa fa? >
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< Stanno già investigando e presto sapremo chi è che si burla dello
stato... Tranquilli signori! > Evidenzio serio Alexandre. Capendo che quei
signori se la facevano già sotto, dal come si guardavano attorno un po' tutti
spaventati dalla notizia. All'infuori dell'avvocato donna, che cercava un
angolo piacevole con vista sulla valle, per sistemarsi al momento l'ufficio.
< Non ci avevano avvisato, di attentati alla nostra incolumità? Dio
santo! > espose un altro funzionario sull'agitato. O forse pensavano di farsi
una scampagnata e prendersi un sacco di straordinari da aumentare la
propria paga? Immaginò Alexandre sorpreso ma non troppo. Mettendosi ad
accompagnare il capo delle guardie appena arrivato per ben armato e con
tanto di medaglie e lustrini a dimostrare di essere un vero duro nel suo
lavoro da comandante. Nel coordinare dove piazzare le guardie fidate e
super pagate per un lavoro capillare di controllo, che non sfugga fuori di
nascosto nemmeno un granellino d'oro. Quello era il motto imposti.
Poi Alexandre si portò con Alos alla fonderia dove gli operai stavano
sistemando un po' tutto e provavano a riattivare il vecchio forno, ancora
efficiente e provare a fare poi alle temperature alte, tra giorni le prime
prove di colate dell'oro fuso.
Insomma era tutto un grande baraonda, dove un po' tutti tentavano di dare
ordini per una buona collaborazione da ambo le parti. Così sembrava.
Seguiti scrupolosamente dal capo delle guardie Adonis Zakos, dal viso
squadrato da cane boxer sempre in azione. Spiegando che la prossima
settimana sarebbero arrivare delle altre guardi con dei cani ammaestrati a
controllare tutto il perimetro della miniera che sarebbe stata risistemata la
recinzione attorno, essendo al momento abbastanza fatiscente.
Finalmente alle diciotto di sera, avevano smesso il lavoro gli impiegati
statali, nel lasciare le guardie a controllare tutto il perimetro, come un
campo militare sotto stretta sorveglianza, d'ora in avanti.
Anche Monike era passata a prenderlo dopo la sua telefonata e si era
fermata fuori dal cancello appena riattivato. I funzionari statali erano già
partiti per la città nel sistemarsi in albergo messo a disposizione dallo
stato.
< Ciao amore! Allora hanno sistemato i controllori ai propri posti? >
< Ciao! Sì, sistemati tutti. > uscendo dal cancello in mezzo al detector
che rilevare ogni metallo al passaggio: < Che piacere rivederti dopo tutte
queste ore di lontananza. Mi manchi! Qui è tutto un bel casino. Ma c'è una
cosa che ho notato... Anzi proviamo andare dal maresciallo Cosmis, vorrei
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fagli vedere un paio di facce nuova e vedere se per caso sono nel database
della polizia? > guardando il suo cellulare a rimirare le varie foto registrate
nel cantiere minerario in avvio: < Sono più che sicuro?! > borbottò.
Mentre lei metteva in moto l'auto e salutava le guardie al cancello.
Avevano già istallato velocemente un doppio congegno detector per
metalli, da controllare chiunque esca con le tasche proprie vuote. Oltre le
rituali perquisizioni giornaliere ai dipendenti, impiegati e lavoratori.
< Cosa hai trovato che non quadra? < domando imboccando la stretta
strada che portava giù in città. Poi di colpo Alexandre urlò deciso alla sua
donna: < Attenta!! Sterza sul sentiero lì a sinistra!! Presto? > e decisamente
Monike eseguiva proprio in tempo ad evitare un grosso camion che saliva
di volata e li avrebbe travolti senza remissione. Sparendo poi via
decisamente, senza nemmeno fermarsi: < C'è qualcuno che ce la con noi!
Presto fai la retro. Quello tra poco tornerà indietro? >
< Pensi che non è uno sbaglio?... Qui la strada è stretta... >
< Vai via, velocemente e di filata al comando di polizia! A qualcuno
gli sto sulle palle! E vorrebbero poi, far sembrare ad un semplice incidente
stradale per la strada stretta e tortuosa... Giusto? Premi l'acceleratore! >
< Hai ragione eccolo di nuovo che ritornato indietro il grosso camion,
senz'altro rubato un qualche cantiere, dopo l'alluvione? > provò a dire
Monike, per niente spaventata, ma arrabbiata, mentre accelerava decisa.
< Meno male che la mia donna, sa il fatto suo e non si lascia
intimorire da nessuno. Ti adoro ragazza mia! > dandole un veloce bacio.
< Accidenti! Io corro, ma quello non demorde. Vorrei vedere come
prenderà la prossima curva a questa velocità... Stiamo a vedere? >
< Avevi perfettamente ragione Monike. Il grosso camion in quella
stretta curva, l'ha presa proprio male e track! Il parapetto la bloccato da
travolgerlo per il botto. Accidenti! e' volato proprio di sotto!?... Da finire
diritto nel burrone, con un bel volo di una quarantina di metri, senza
potersi fermare. Uno vero sfacelo! Porcaccia la miseriaccia! > sbottò
Alexandre più che mai sorpreso. Ma ripresosi subito dallo stupore, stava
già chiamato col cellulare il maresciallo, e in poco tempo sarebbe poi
arrivato lassù a constatare l'incidente del camion finito nel burrone.
Sentendo Alexandre il borbottare del maresciallo al telefono, per le tante
chiamate in giornata. Spiegandosi che dalla direzione centrale di Larissa
gli stavano mandando dei rinforzi, assieme un suo superiore venuto a
dirigere la sua sezione rionale cittadina. Si stava spiegando velocemente il
comandante della polizia: < Con la riattivazione della vostra miniera
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ingegnere. Sono belle che inguaiato! Mi hanno messo un superiore in
ufficio a dare ordini e il sottoscritto e colleghi a correre, peggio che essere
al gran premio internazionale dell'ippica. Accidenti!... Beh', e allora?
Cos'altro è mai successo adesso da quelle parti direttore Doukas? >
domandava incavolato sul viva voce del cellulare di Alexandre.
< Qualcuno a tentato di farci fuori e per un pelo la signorina Monike
è riuscita a svincolare via e quello è volato fuori come un imbecille!... >
< Ma dove diavolo siete finiti adesso? E la despinis si è fatta male?>
domando preoccupato il maresciallo Cosmis, imprecando da solo.
< Siamo a 15 km dalla città. Località Belvedere... Sarà meglio che
veniate a vedere... Con i pompieri! > si spiegò Alexandre.
Il maresciallo Cosmis, urlò sull'incavolato in risposta: < Arriviamo!
Accidenti anche un camion si è messo in mezzo? >
< Sì, un'autocarro ci voleva buttare di sotto, invece si è fregato da solo
volando fuori nel burrone... Venite presto a controllare se è ancora vivo nel
camion spiccicato sulla roccia nel burrone.... Ci vogliono delle funi per
scendere da basso nel precipizio... Fate presto! Vi aspettiamo. >
< Ce l'hanno proprio con noi! > borbottò Monike a voce alta...
< Va bene arriviamo al più presto! > rispose Cosmis borbottando
incavolata da tante storte situazioni irrisolte.
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Capitolo Diciassettesimo
Mezzora dopo erano arrivati sul posto la polizia, assieme ai pompieri per
vedere se ancora qualcuno era vivo all'interno del camion finito nel
burrone sotto di loro. Calandosi subito con corde, prima che sopraggiunga
il buio. Nel constatare poi, che l'autista era rimasto schiacciato e morto
all'istante la sotto: < Al momento ci risulta sconosciuto l'autista morto la
dentro... E' senza documenti e solo dopo il prelievo delle impronte, forse
potremo saperne qualcosa in più? Se è poi un personaggio conosciuto alle
forze dell'ordine. Vedremo? Dalla centrale ci avvisano che il camion era
stato rubato giorni addietro, dalla denuncia di un cantiere edile. C'era da
immaginarselo... > espose il maresciallo sull'incavolato, per non aver
risolto ancora nulla, di tutti quei quesiti gravi da sbrogliare al più presto.
< Maresciallo, la faccenda s'infittisce e tentano di stringere i tempi? >
< Questo è vero!.. Appuntato, prenda intanto la loro deposizione. >
Dopo la rituale deposizione rilasciata da Alexandre e Monike, finalmente
rientrarono in città, stanchi e arrabbiato. Nel chiedere al compagno: < Non
dovevi far vedere qualcosa al maresciallo, dal tuo cellulare? >
< Sì, avrei voluto farlo. Ma dato che il maresciallo ci ha spiegato che
in centrale c'è un nuovo comandante mandato dalla polizia regionale da
Larissa?... Da dove proviene il governatore e che non era troppo d'accordo
in parlamento a riattivare la miniera? Ma alla fine dalle votazioni è stato
costretto ad accettare. Perciò vedi che ci sono troppi intoppi a priori... Mia
cara Monike! Dovrò rivedere un po' tutto il scenario di questo passo. In
verità non trovo il nesso e mi è difficile comporre il paso al momento?... >
< Ecco, perché tra la gente alla presentazione di ieri, ho sentito
bisbigliare, dei discorsi che menzionavano su un certo commerciante ch'è
arrivato da Salonicco, ma che proviene dalla Polonia e sembra che fa capo
a delle industrie di ricerca mineraria nel mondo? Pertanto per cosa è qui in
Tessaglia a comperare tutta questa terra attorno alla tua miniera? >
< Questa mi è proprio nuova! > commentò Alexandre sorpreso.
< Cosa volevi mostrare al maresciallo. Hai delle prove allora? >
< Avevo sentito dire, tra quei controllori appena arrivati da Atene,
che il governatore Papalos, aveva voluto accodare delle sue guardie fidate,
per aiutare i responsabili del controllo. E tra i quali ho notano due facce
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non nuove, ma dubbiose?.. Gente di Larissa al servizio del governatore
ancor prima, da quando era ministro ad Atene. Perciò non mi è chiara
quella presenza di mettere dei suoi uomini in miniera? Quelle facce in
borghese erano l'altro giorno su alla diga? Semplici gitanti, ma curiosi dal
come ci osservavano assieme al maresciallo a discutere. Ricordi, per quella
cassa di dinamite? Capisci! Beh, quelle facce li ho riprese in miniera
vestiti da guardiani. Eccole qui sul cellulare... > mostrandole alla sua
donna e dopo un momento lei si ravvede e sbotta decisa: < Accidenti!
Mah, quello era proprio su alla diga l'ho visto bene? Mentre tu discutevi
col maresciallo, proprio quest'altro è venuto a chiedermi, se sapevo se si
poteva visitare l'interno della diga di Pili... Ho risposto no al momento...
Sì, proprio questo! L'altro non l'ho mai visto da altre parti? In verità nel
piazzale della miniera alla presentazione, non li ho incontrati vestiti da
guardie di polizia tributarie. Forse se ne stavano in disparte ad evitare di
essere in qualche modo riconosciuti. Giusto ?... > espose lei decisamente.
< Vedi che ho ragione di dubitare del governatore. Ad Atene in
parlamento era uno dei duri sostenitori, dicendo che non valeva la pena di
continuare a tenerla aperta la miniera. Spiegando infervorato che quel
piccolo strascico di vena trovato non avrebbe pagato le tante spese da
sostenere e col pericolo che si esaurisca presto il minerale... E da quel che
ho saputo è molto amico dei famigliari di donna Kyriak? Insomma ha le
mani in pasta con diversi affaristi? Così vanno dicendo la gente... >
< Allora il cerchio si stringe. E le sue guardie all'interno della miniera,
sono solamente lì a curiosare o e vedere cosa salta fuori da sotto terra?
Pensi che vuole prendersi una bella fetta del ricavato? > espose seria
Monike, mentre si sistema i capelli raccolti sul capo e guardata con
curiosità da Alexandre, sorridendo, nel dire: < Sei meravigliosa! > nel
rispondere al discorso: < Fila liscio come l'olio la tua idea. Magari fanno
parte di quel gruppo di sovversivi che creano confusione a confondere le
idee e poi con un bel attentato mirato, seppellire la miniera con chi c'è
dentro a lavorare?... Così alla fine il governo spronato dal governatore, non
sapendo bene se il filone d'oro che ho prospettato con calcoli veritieri,
possa rendere e investire altri soldi. Non spenderà altri danari per spostare
la montagna caduta sopra e alla fine, magari ci sarà chi preleverà tutto il
territorio comperato per poco. E poi a proprie spese proverà a scavare
l'oro. Ma mostrando poi e consegnando al governo un po' di bricciole, a
dimostrare che hanno tentato il tutto, ma le spese sono troppe, oltre le tante
guardie fidate e la resa è poca, così il governo non guarderà troppo per il
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sottile e si accontenterà di ciò che passeranno di tanto in tanto, oltre piano
piano sostituire i vari funzionari doganali statali con uomini suoi fidati e il
guadagno sotto banco sarebbe doppiamente assicurato. Comprendi il
presunto sistema per infinocchiare per bene il governo? Oltretutto al
governo non ci sono più uomini duri e decisi, magari un po' ficcanasi come
un tempo. Nessuno vuole fastidi e rogne se non si intasca nulla alla fine? >
< Mah, e dei minatori? Come li controllano. Potrebbero poi parlare,
raccontare ciò che si estrae da sotto terra? > provò a dire Monike dubbiosa.
< Ci scommetto che arriveranno dall'estero, uomini fidati e muti. E
quelli della zona, donna Sotiria l'impegnerà nel suo raccolto di cotone e
poi con altri lavori di poca spesa, ma da tenerli occupati tutto l'anno e
lontani dalla miniera recintata per bene, da sembrare abbandonata a se
stessa. Ma custodita da esperte guardie fidate e il gioco è fatto.... >
< Perciò non potranno dire che la miniera frutta molto oro. Nessuno
sa nulla e vedere cosa fanno all'interno. > commentò Monike.
< Certamente! Avendo dei funzionari corrotti e ben pagati, che
tacceranno allo stato ellenico. Poi, e magari furbescamente il governatore e
quel furbo industriale userà la fonderia per creare oggetti di poca spesa a
dimostrare che tenta di tirare avanti a pagarsi le tante spese e tasse. Mentre
intanto l'oro scavato e per ben pulito i lingotti, finirà nei cavò svizzeri per
sovvenzionare altre attività redditizie altrove. Io lo farei in questo modo e
la spartizione fatta per bene tra compari sarà molto redditizia?.. Già
proprio così! Mi sto convincendo da solo, su cosa faranno quelli? Poi il
governatore possiede già quell'isola vicino a Chio. Al confine con la
Turchia, si chiama Kis, un isola che era di un famoso magnate ellenico,
sparito poi all'improvviso in mare, dicono che fu soppiantato da conoscenti
del governatore... Questo sono le voci che talvolta si sentono girare tra la
gente. Ma vere! > espose serio Alexandre.
< Sai che è più che esatta, la tua esposizione immaginaria della
situazione in avvenire qui nella valle e a far credere poi, che è proprio:
Una miniera dal pozzo vuoto. Ma vuoto!... > commento Monike.
Stringendosi al suo uomo, che le sorrideva appoggiando i propri capi
contro a confermare le loro opinioni più che esatte: < Al pensarci bene,
sembravano cose che s'immaginano veritiere, soltanto nei film intrigosi ed
oscuri, ma alla fine sono vere. > confermò Monike più che sicura.
Mentre Alexandre le bisbigliava: < Sei per me la cosa più importante
al momento e tutto il resto non conta. Ti voglio bene mia dolce Monike! >
< Ma cosa vai a pensare in questi momento così difficili. Abbiamo
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appena schivato di finire noi nel burrone... Ragazzo mio! >
< Certamente, hai più che ragione! Ma hai dimenticato che ho una
esperta automobilista come autista.... Perciò non devo temere nulla.
Dobbiamo vivere alla giornata e il domani verrà da solo. Ti amo tanto! >
Mentre scendevano dall'auto, poco distante dalla casa, non si trovava
parcheggio nei paraggi. Monike decisa, lo prendendolo per mano ed
entrarono un un ristorante le vicino per cenare: < Vengo sovente qui a
mangiare. > si spiegò Monike: < Non si mangia male e il prezzo è modico.
Dai entriamo, io ho fame dopo tutte queste guerre in fermento a non finire.
Altro che film d'azione? Roba da burrone... >
< In verità ho anch'io fame! Sebbene mi prudono le mani a voler
prendere qualcuno a schiaffi dalla rabbia. Per gli dei dell'olimpo! >
< Dai coraggio! Ragazzo mio! > lo spronò lei fissandolo amorevole.
Lui non perse tempo se la prese e le alzò il viso, nel dirle guardandola
intensamente: < Ti amo veramente tanto! O mia adorata Monike... >
Poi all'interno si sistemarono in un angolino tranquillo, a cenare tentando
di pensare ad altro. Mangiarono cose leggere, mentre discorrevano su cose
del passato di ognuno. Lei provò a chiedere un po' curiosa: < Allora viene
da Krete. Ma di preciso dove, abitavi per caso in città ad Iràklion? >
< Vengo da una piccola località, Miran, nella piana del Mesara. I miei
coltivavano la terra e fino a diciott'anni li ho aiutati. Poi come figlio unico
mi hanno mandato ad Atene a studiare all'università. Volevano che studi
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per farmi una posizione migliore dal coltivare la nuda terra. E ho scelto la
facoltà d'ingegneria geologica, per lo più mineraria che mi appassionava
maggiormente. Poi scoprendo all'università, che c'era questa miniera
abbandonata e ho approfondito gli studi a capire che forse la miniera aveva
ancora qualcosa da dare. Perciò dopo varie domande, sono riuscito a farmi
assegnare come direttore alle prime armi a tentare di dirigere e riattivare la
nostra miniera. Ecco tutto qui quello che ho combinato a ventisette anni!..
Tu invece, hai sempre vissuto a Trikala? > domando prendendole la mano
sulla tavola nel sentire il calore del contatto. Guardandola dritto negli
occhi azzurri un po' incupiti nei suoi pensieri. Poi lei provò a rispondere
tranquilla: < Sì! Sono cresciuta qui. I miei genitori adottivi, già anziani, li
ho persi tre anni fa. Purtroppo in poco tempo uno dopo l'altra, se ne sono
andati e mi è rimasto solo un bel ricordo e la casa, datomi dal loro grande
affetto nei miei confronti. Ho studiato da insegnante e faccio la maestra qui
nella scuola accanto. Come vedi nulla di travolgente. Due anni fa avevo un
ragazzo, ma nulla di serio. All'infuori di questa nostra avventura
burrascosa da far tenere il fiato sospeso. Speriamo che finisca presto.
Vero? > le domandò ripagandolo con lo sguardo pieno di amore. Nel dire
sotto voce: < Ti voglio bene! >
< Altrettanto! Tu sei la mia ancora di salvezza, ha infondermi la
fiducia e la forza di continuare. Ti amo tanto Monike! >
Poi alla fine un bel gelato a rinfrescare l'ugola, il conto e via diretti a
casa, forse a riposare. Quello era il proponimento espresso senza parole.
Era ormai tardi quando lasciarono il ristorante, Alexandre ebbe un
presentimento di sentirsi osservato. Ma non si voltò a guardare. Era così
sentita la sua sensazione da capire che erano ormai sotto tiro? Comunque
non disse nulla a Monike, essendo arrivato ormai al portone di casa sua e
poi erano veramente stanchi e desideravano buttarsi sul letto e poter
dormire almeno qualche ora senza pensare a nulla al momento. Lasciando
tutto i tanti e grossi problemi al domani.
Finalmente entrati in casa senza intoppi e subito dopo aver buttato i
vestiti un po' ovunque, una bella e veloce doccia, Con un lungo bacio e via
a letto, tentando di addormentarsi subito, essendo stressati, stanchi e agitati
entrambi, ma tentando di non farlo pesare alla persona accanto la propria
arrabbiatura interiore. Purtroppo era una cosa che al momento ci dovevano
convivere giornalmente... Fino a nuovi sviluppi chiarificatori?
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Capitolo Diciottesimo
Era quasi mattino quando sentirono un forte boato in strada, da svegliarli
di soprassalto. Monike blaterò assonnata: < Vuoi vedere che mi hanno
fatto saltare in alto l'auto? Quel colpo è di una bomba e non un tuono di
temporale... > saltando giù dal letto tutte e due nudi, nel portarsi alla
finestra ad osservare poco lontano, dove avevano parcheggiato l'auto. C'era
del gran fumo nero e delle fiamme sotto che si alzavano alte e
avvolgevano ciò ch'era rimasto della sua auto: < Ho mio Dio! L'ho detto
per ridere ed invece è successo veramente? Miserabili criminali!!.. > urlò
Monike più che incavolata. < Bastardi vandali!! > continuò senza ritegno.
Era furibonda nel vedere la sua bella auto in un cumulo di lamiere avvolta
dalle fiamme e stavano già intaccando le altre vetture accanto e le case.
Alexandre era dispiaciuto, oltreché furente, nel tentare di confortare la
sua donna arrabbiata: < La colpa è mia. Non dovevo coinvolgerti in questa
storia che si sta facendo sempre più scottante e pericolosa di ora in ora.
Accidenti! Questa vigliaccata non ci voleva proprio!... > imprecò avanti.
Mentre in lontananza si sentivano già le sirene dei pompieri in arrivo,
qualcuno li avevano avvisati subito. Ma il danno era ormai fatto,
coinvolgendo altre auto attorno e col pericolo alle case affiancate.
Dalle finestre si stavano affacciando increduli gli ignari cittadini assonnati
e spaventati, dagli eventi criminali che incombevano, senza immaginarselo
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minimamente il perché succedeva proprio da quelle parti della città.
Loro si vestirono velocemente, mentre Alexandre stava telefonando alla
polizia: < Mi perdoni maresciallo se lo svegliato! Sono sempre io
l'ingegnere Doukas... Hanno fatto saltare in aria l'auto della signorina
Monike, immagino come avvertimento? Altrimenti avrebbero aspettato che
fossimo a bordo per fare un bel colpo al completo... Qui assieme ai
pompieri è già arrivata la polizia municipale a verificare i danni provocato
dallo scoppio.... Lei parteciperà ai rilievi maresciallo? > domandò
Alexandre sul calmo.... < Arriviamo! Intanto non avrei potuto dormire, per
cercare chi è che guidava il camion finito nel burrone.... E' un pregiudicato
che viene da Smirne in Turchia. Così ha confermato l'interpol ad Atene.
Pare sia stato reclutato assieme a diversi operai di cave dismesse per
scavare dei fossati qui in Grecia. Ma dove non si sa bene e dove sono
finiti. Spariti? Poi se sono veramente entrati in Grecia è da ricontrollare?...
Comunque aspettate che arriviamo a controllare la vostra situazione che
non mi piace affatto... Anzi per niente? Voi come state... Siete feriti? >
domandava preoccupato il maresciallo Cosmis.
< No, tutto bene! > rispose decisi Alexandre, mentre terminava di vestirsi
e alla fine uscire fuori casa e dare delle spiegazioni alla polizia municipale
oltre le proprie generalità di Monike, proprietaria dell'auto ridotta in un
cumulo di lamiere arrostite dalle fiamme. Una bella costata abbrustolita.
I pompieri erano indaffarati a tentare di salvare altre auto implicate
nell'incendio e assicurare che le fiamme non intacchino le case accanto,
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avendo già messo in fuga gli abitanti spaventati dal grosso rogo scoppiato
in piena notte. Dove le urla e le ingiurie non si sprecavano tra i cittadini.
Appena dopo il maresciallo Cosmis della polizia statale, era arrivato sul
posto mentre i pompieri terminavano di spegnere l'incendio alle auto
bruciate accanto, la via era piena di curiosi del vicinato a reclamare le
proprie auto danneggiate dall'incendio vandalico, così sembrava fosse.
Nel frattempo Monike stava spiegando ai vigili urbani il danno ricevuto
da vandali piromani in azione nottetempo: < Dio la mia auto! >
Mentre i pompieri appena domato in parte l'incendio, stavano constatando
cosa aveva creare i danni alle auto e le case accanto. Da aumentare il
disappunto della gente a inveire contro i dimostranti che protestavano da
giorni nelle varie città della regione Tessaglia e il governatore era assente
ad intervenire con misure drastiche, lasciando che la polizia se la sbrighi.
Il maresciallo Cosmis si era messo a dialogare sui fatti con il capo
squadra dei pompieri e capire la dinamica dell'incendio. Poi s'incontrò con
Alexandre per un consulto a quattrocchi, dopo la veloce segnalazione
telefonica: < Quanto vedo, ce l'hanno proprio con lei ingegnere... Prima la
sua auto, ora quella della signorina?.. Questo è un avviso belle è buono ad
avvisandovi di farvi da parte? Purtroppo le indagini si sono un po' arenate
al momento. Non si trova un piccolo appiglio. Nessuno sa niente? >
< Lei per caso, conosce molto bene il governatore della Tessaglia, il
dottor Cosmas Papalos? > domando Alexandre deciso.
< No per niente! L'ho appena intravvisto qualche volta che arrivato in
città con tanto di guardie di scorta, da sembrare il presidente della nazione.
Ma perché me lo domanda e cosa centra in tutto questo? >
< Mi è venuto in mente, per il fatto che ha sistemato delle sue guardie
del corpo private in miniera? Comunque e senz'altro a spese dello stato,
insomma nostre. Ha messe due sue guardie personali in miniera al
momento, assieme alle guardie doganali a controllare la produzione
avviata nell'estrazione dell'oro. Comprende?... >
< E perché mai ha inviato delle sue guardie? Non si fida dello stato
ad Atene e degli ispettori doganali statali? Questa mi è nuova... >
< Già è quello che ho pensato anche io! Perché mai? > espose
Alexandre strofinandosi la barba un po' lunga...
< Lei ingegnere sa qualcosa che io non so. Vero? > domandò Cosmis
incuriosito da quelle confuse affermazioni, dubbiose, appena accennata?.
< No, è solo una curiosità! Per caso l'ufficiale appena arrivato al suo
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reparto è in confidenza con il governatore a Larissa? > domandò serio.
< Perché gli deve domandare qualcosa di particolare, che possa aiutarlo
in miniera?... So che il tenente Nado Cikos, è nativo dall'isola di Kis e ha
lavorato ad un caso per il governatore ed è per questo che l'ha inviato qui a
Trikala per aiutarmi in questi casi irrisolti... Comunque non mi sembra che
sia tanto intenzionato a darmi una mano. Se ne sta tranquillo in ufficio a
parlare al telefono coi dei parenti lontani a Smirne in Turchia... >
fermandosi nel guardare Alexandre che aveva avuto un cipiglio di
disappunto. < Cos'altro pensa che ci possa essere.... Lei sa qualcos'altro
che io non so per niente? Vero! > domandò curioso.
< Lei mi ha appena detto che quello viene dall'isola di Kis, vicino alla
Turchia e a pochi km dalla cittadina di Smirne. Kis non è l'isola del
governatore Papalos della Tessaglia e allora è proprio un caso che il suo
tenente viene da quell'isola e ha i parenti a Smirne. E proprio tutti vengono
da quelle parti e vicini all'isola di Kis? E' proprio uno strano caso?... >
< Accidenti! Questa cosa non l'avevo collegata. Adesso pensandoci
bene, il tenente ha fatto un sacco di telefonate a quei presunti parenti.
Strano? Sono proprio così importanti da far lunghe telefonate a salutare un
po' tutti quanti i parenti numerosi dai nomi che faceva nel salutarli? >
< Beh', visto che siamo in confidenza e spero che ponderi per bene
ciò che vorrei esporrere. E' roba di questi giorni... Vorrei che rimanga
confidenziale, non sapendo bene ancora con chi abbiamo a che fare?... >
< Vada avanti che incomincia ad interessarmi alla sua storia e se mi
sarà possibile smascherare i criminale che bazzicano qui attorno... >
< Ricorda maresciallo l'altro giorno su alla diga a mostrarmi la cassa
con la dinamite? Beh', la cerano due turisti? Non so se lei ha fatto caso e
uno chiedeva alla signorina Monike se la diga si poteva visitarla?...
Insomma senza farla lunga. Quelli sono in miniera con tanto di divisa da
polizia tributaria inviati dal governatore della Tessaglia? >
< Cosa mi sta raccontando ingegnere? > esplose sbarrando gli occhi.
< Ecco, sono questi, li ho fotografato col cellulare su alla miniera. >
mostrando le foto dei due infiltrati, memorizzate sul cellulare.
< Allora siamo proprio in un bel guaio ingegnere? > rispose a mezza
voce il maresciallo Cosmis, togliendosi il cappello per grattarsi il capo.
< Già lo può dire forte! > rispose Alexandre, mentre Monike si
avvicinava a loro, nel dire incavolata: < La polizia urbana dice che la mia
assicurazione deve risarcire i danni a tutti. Roba da matti! >
< Penso sia meglio così Monike! Tu telefona alla tua assicurazione
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che s'interessino per risarcire i danni... Facciamo finta che non sappiamo
nulla e staremo a vedere cosa salterà fuori dopo. Lei cosa ne pensa
maresciallo? Dovremo fare una nostra indagine separata e lei per primo
dovrà far credere che non ha concluso ancora nulla, sulle questioni in
corso nel chiedere un parere al suo tenente e vedere poi come reagisce il
suo diretto superiore nel sentire in che direzione le prospetta a indagare.
Almeno incomincerà a capire da che parte sta il suo tenente? >
< S,ha, che ha proprio ragione ingegnere! Dovrò fare un po' il tonto e
chiedere un aiuto al tenente Cikos, nel capire da che parte sta quello? >
Il brigadiere Lastis che l'accompagnava come autista si stava avvicinando
ad avvisarlo: < Maresciallo ha segnalato via radio il tenente Cikos, per
chiedere cosa ha scoperto sullo scoppio della bomba all'auto parcheggiata,
della despinis, la signorina Stratonik qui accanto? >
< Puoi riferire al tenente che i pompieri stanno ancora spegnendo le
fiamme e sembra che un'auto ha avuto un corto circuito e ha preso fuoco.
Riverisci questo al tenente... Poi appena rientreremo in caserma faremo il
nostro verbale dettagliato... > mentre l'appuntato ritornava all'auto e
segnalava in centrale. Il maresciallo stava borbottando da solo: < Io non ho
detto in centrale che lei mi ha avvisato che vi avevano fatto saltare l'auto?
Perciò come fa a saperlo il tenente che c'era una bomba nell'auto sua? Se
non era già stato informato da altri e da chi?...> sbottò arrabbiato, nel
dubitare seriamente dei suoi colleghi in caserma....
< Mi scusi maresciallo se insisto. Ma bisognerà d'ora in avanti
muoversi coi piedi di piombo. E al momento raccontare solo fregnaccie, da
far capire che siamo un po' tutti tonti. E almeno così si muoveranno più
tranquillamente e sicuri quelli.... Bisogna cambiare tattica. >
< Lo penso anche io, che ci stanno prendendo per i fondelli? >
Monike provò a dire in mezzi a quei tanti dubbi saltati fuori: < Alexandre
hai provato a spiegare al maresciallo la tua supposizione sul come andrà a
finire la faccenda alla miniera? > guardano il suo ragazzo e il maresciallo.
< Cosa dovrebbe dirmi l'ingegnere, despinis signorina Monike? >
< Beh', in verità avevo immaginato, dato la tensione scoppiata, che
temo fortemente di un attentato per bene alla miniera, con una frana
maggiore di seppellire un po' tutto ciò che non serve e magari anche
qualche ispettore che non socializzi col progresso e senz'altro poi lo stato
non si darà troppo da fare a tentare di salvare la miniera? Visto che avevo
prospettato un lauto guadagno in futuro. Ma non provato alla fine?
Pertanto non saranno ben sicuri in parlamento se ho ragione o faccio il
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furbo? Avendo diversi azionisti contrari e pertanto non si daranno da fare a
riattivare la miniera con altri investimenti. Poi ci sarà qualcuno che ha
comperato un sacco di terre da questa parte e magari proverà a poco prezzo
comperarsi quello che rimane della miniera mezza sepolta. E alla fine, con
i propri funzionari privati e ben pagato, dimostrerà che sotto la montagna
c'è ben poco e nessuno del governo verrà a controllare se è esatta
l'operazione dell'estrazione dell'oro dall'azienda privata che lavora per lo
stato ellenico?... Oltretutto con minatori portati dall'estero e non del posto
che potrebbero vedere e parlare di ciò che si estrae da sotto terra... Mi
comprende maresciallo l'inghippo? > espose velocemente Alexandre.
< Ma dei poveri minatori del posto? > domandò Cosmis.
< Ci penserà donna Kiriak che ha bisogno di mano d'opera a poco
prezzo e tenerli occupati tutto l'anno? Non è forse amica di famiglia del
governatore Papalos? Perciò tra amici si spartiscono poi la torta... >
< Accipicchia! Come fila bene la storia che si profila all'orizzonte? >
< Già, proprio così! Pertanto poi, possono smerciare l'oro ricavato
senza controlli capillari, da un'altra parte più redditizia e senza che nessuno
reclami la veridicità delle cose capitate e fatte alla luce del sole?.... >
< Accipicchia! Fila come l'olio la faccenda? Non l'avevo nemmeno
immaginato. Accidenti! E il governatore & company se la rideranno per
bene sul risultato finale al loro scopo lucroso?... Per gli dei dell'olimpo! >
Alexandre provava a dire ancora: < Tanto per cambiare discorso e il suo
brigadiere ci tiene d'occhio... Dato che la scuola qua accanto è rimasta
chiusa al momento per il pericolo d'incendio e la maestra qui presente è
libera. Essendo a piedi al momento. Lei maresciallo ci porterebbe su alla
miniera e così potrà vedere i nuovi guardiani, che senz'altro saranno la sul
posto a controllare cosa facciamo e magari con addosso dei bei occhiali
scuri sul viso da nascondersi alla nostra presenza in miniera... Lei cosa ne
pensa. Possiamo fare una visita di cortesia? >
< Ha perfettamente ragione faremo un po' i tonti e la faccenda rimarrà
tra noi, nemmeno con l'autista che ho adesso, me la messo il tenente a
sostituire l'altro appuntato in permesso, senza che io lo sappia. Sto
scoprendo che i tanti tasselli mancanti che vanno ognuno al proprio
posto... Accidenti! Mi hanno proprio inguaiato per bene. Che figli di... ! >
< Tranquillo maresciallo! Staremo a vedere il seguito... L'unica cosa
che mi preoccupa è che non succeda nulla ai miei operai in miniera. Quei
miserabili corvi si prendano pure la miniera... Ma alla fine capiterà che
qualcuno farà un passo falso? > parlava portandosi accanto all'auto della
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polizia nel borbottare avanti, poi deciso cambiava tono, nel parlare alla sua
donna su quell'incendio capitato alla sua auto: < Cara Monike, dovevi far
vedere l'impianto elettrico dell'auto! Lo dicevo che c'era qualcosa che non
andava e ora la tua assicurazione gli verrà un colpo con un così grosso
danno provocato dall'incendio... Acciderbola! > guardando il brigadiere
accanto che rizzava per bene le orecchie per ascoltare meglio la faccenda.
Tutto si faceva sempre più interessante e misteriosa la faccenda. Da far
commentare il maresciallo spiegandosi dispiaciuto per l'accaduto: < Siete
proprio sfigati signori miei! Prima la sua auto andata a fuoco dai vandali
sovversivi e contrari al progresso, quanto sembra e adesso questa della
despinis da rimanere proprio a piedi? Un vero peccato! >
< E' una questione di fortuna maresciallo! > sbottò Monike, mentre
stavano per montare in auto della polizia: < Avrei voluto altrimenti? >
sbottò remissiva e il maresciallo ordinava al brigadiere: < Lastis, andiamo
ad accompagnare i signori su alla miniera. Sono rimasti appiedati,
purtroppo. > si spiegò tranquillo ma non troppo.
Il brigadiere sulla sua finta distrazione, faceva segno alla chiamata via
radio e prontamente il maresciallo lo lasciava fare e quello a monosillabe
rispondeva dall'auto della polizia: < Sì, centrale! Qui va tutto bene... Noi
andiamo su alla miniera... Avvisate il tenente... Passo e chiudo! > rispose
con un risolino nascosto, guardando il superiore, e il maresciallo Cosmis
approvava con un cenno del capo salendo in auto tutti quanti e via su per la
valle, in direzione: “La miniera del pozzo vuoto”.
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Capitolo Diciannovesimo
Mezz'ora dopo erano davanti ai cancelli della miniera, che si aprivano a
far passare l'auto della polizia. L'ispettore doganale il dottor Trados,
dall'espressione preoccupata, stava venendo loro incontro, gesticolando.
Nel dire affannato: < Meno male ch'è arrivato ingegnere! Stanotte mi
hanno telefonato in albergo le guardie di qui, per avvisarmi e sembra che
nella galleria n°2 si sono verificati dei crolli e allora io ho dato l'ordine di
evacuare tutti ad evitare che qualche minatore rimanga ferito all'interno? >
< Ha fatto benissimo dottor Trados! E' meglio prevenire prima. Poi si
controllerà per bene la situazione... Ma gli operai dove sono adesso? >
< Al momento li abbiamo mandati a casa a riposare fin che non si
controlla bene la situazione. L'avevano cercata ma lei non rispondeva al
telefono? > si spiegava il dottore sul preoccupato. Mentre Alexandre si
toglieva il cellulare dalla tasca, nel dire distratto, ma convinto del fatto
suo: < Accidente ho la batteria scarica!... Meno male che lei ha sistemato
la faccenda. Molto bene dottore! Adesso controlleremo cosa sta
capitando?.. > rivolgendosi al maresciallo al suo fianco rimasto in silenzio,
ma attento: < Maresciallo, non doveva andare su alla ferrovia a vedere
quel particolare da controllare ai binari? > e prontamente Cosmis
affermava al suo compito da svolgere: < Ero venuto apposta per un
controllo. Ad ognuno i propri compiti! > espose andando via seguito dal
brigadiere ficcanaso. Monike preveniva a dire ai presenti: < Io aspetto qui
all'ingresso visto che hanno messo una bella macchinetta per il caffè. Ti
aspetto qui Alexandre! Intanto chiacchiero con il signore che ho incontrato
l'altro giorno su alla diga... > rivolgendosi alla guardia seduta dietro il
divisorio che tentava di non farsi notare e lei tranquilla, l'interrogava: < E'
poi riuscito a visitare l'interno della diga? > mentre l'ingegnere e il
maresciallo se ne andavano via facendo finta di nulla e Monike si stava
avvicinando al distributore di caffè cercando nella sua borsa una monetina.
Subito il tizio, il turista alla diga, si era alzato offrendo una monetina, nel
rispondere alla donna: < Tenga la monetina. Si ho provato a chiedere, ma
non si poteva dato il pericolo di un crollo su alla diga. Sarà per la prossima
volta appena ripristinata dal pericolo di un crollo... Ho saputo che lei e la
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sua scolaresca era poi riuscita a visitarla la diga giorni addietro. Esatto? >
espletò sul curioso, con un vago ghigno di sfida.
< Sì! Ero ha fare una gita scolastica lassù alla diga... Mi scusi la
curiosità. Ma qui la pagano bene? Ho sentito dire che lo stato ellenico è un
po' restino ad aumentare le paghe ai suoi dipendenti statali?... >
< Sì, ha ragione è un po' restio. Ma io dipendo dalla regione. E' pur
sempre un posto sicuro. > tornando al proprio posto un po' più tranquillo,
nell'intuire che la donna non immaginava nulla dei sotterfugi attorno.
Monike si era portata fuori a sedersi sotto il vecchio pergolato, mentre si
sorseggiava il caffè, contenta di prendersi il sole in viso rilassata, da
tranquillizzare i guardiani che erano un po' tutto sulle difensive.
Alexandre nel frattempo si era incamminato verso la miniera
accompagnato da una guardia e il dottore doganiere sul preoccupato, di
quella sua mansione non prevista nelle sue istituzioni doganali da svolgere
abitualmente. Tutto diventava difficile nel dire all'ingegnere al suo fianco,
preoccupato: < Ho fatto male ad accettare di venire qui a controllare questa
miniera che fa acqua da ogni parte... Ma il governatore mi ha tanto pregato
di mettermi a disposizione dello stato.... Mah! >
< Purtroppo le medaglie hanno sempre due facce. Tenga duro! >
Poi davanti all'entrata della miniera c'erano due guardie e Alexandre
domandava deciso: < Mah! il mio capocantiere, dov'è finito? > e subito
una guardi l'informò, che erano andati tutti a casa a riposare in attesa di un
controllo approfondito? Alexandre domandava ancora: < Allora all'interno
non c'è più nessuno?... Meno male! > capendo che già avevano piazzato
qualche congegno a timer da far brillare al momento giusto e allora addio
alla miniera e magari al sottoscritto... Pensava più che preoccupato? Forse
c'era una piccola carica all'entrata, da far pensare che la montagna è caduta
per bene, o poi quando le acque e il clamore si saranno calmate e
qualcun'altro poi si farà avanti ha prelevare il tutto e la faccenda sarà belle
che sistemata, senza troppi danni. Pertanto al momento non era al caso di
entrare all'interno a controllare col pericolo che ci rimanga dentro e far
contento tutti quanti. Ma restare fuori a vedere cos'altro combinavano?
Rifiutando il casco che una guardia per caso aveva in mano nel rispondere
tranquillo: < Ma è inutile che controlli l'avete già fatto voi validi aiutanti.
Grazie! Dottore dovremo per primo avvisare la commissione parlamentare
del problema che ci troviamo qui di fronte. Bisognerà rivedere un po' tutto
la faccenda... > mentre si allontanavano tranquilli. Ma non troppo al
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momento? Alexandre aveva un tal prurito addosso, che non riusciva a
decifrare per bene? Mentre il dottore Trados approvava contento a non
entrare in galleria: < Certo, certo! Farò subito un rapporto dettagliato al
governo e al governatore della Tessaglia che s'impegni a risolverla 'sta
faccenda?... Andiamo in ufficio ingegnere e redigeremo un bel verbale!
Che barba di questa questa miniera! > commentò infastidito.
Si erano allontanati appena in tempo, che appena dopo un boato sordo
che proveniva alle loro spalle e dall'interno della miniera e li fece voltare a
guardare, spaventati. Strano? Le guardie davanti all'entrata non c'erano
più, si erano allontanate prime del botto, stava pensando Alexandre? Ho
loro stessi avevano in mano il telecomando da far brillare la carica e
bloccare l'entrata della miniera che per un attimo s'intravedeva la
fuoriuscita di fumo e calcinacci, dello scoppio e poi la caduta di una parte
della montagna in un grande polverone alzato, a chiudere e nascondere
l'entrata per sempre. Mentre delle altre guardie nuove, mai viste prima,
stavano accorrendo fuori dalla casamatta ad inscenare l'accaduto: < Presto
allontanatevi tutti!! E' crollata la galleria! > Erano delle guardie del
governatore inviate lì in aiuto e stavano diffondendo il panico al momento
giusto. Mentre le altre le guardie e gli impiegati statali, ch'erano di turno
di giorno, erano tutte a riposare in pensione in città a Trikala.
Alexandre se la stava quasi ridendo dalla bella messinscena esposta.
Raggiunto da Monike spaventata e il maresciallo, che ritornava indietro,
non era ancora arrivato sopra alla ferrovia, a chiedere stupiti del disastro
capitato: < Accidenti! Ci sono dentro ancora degli operai per caso? >
< Tranquilli amici! > rispose Alexandre, parlando più piano: < Stanno
affrettando il loro piano, A.B.C. Io e il dottore Trados saremmo dovuti
entrare. Ma con una scusa ho declinato di farlo... Altrimenti saremmo
rimasti intrappolati all'interno... Capite? Vedete che quelle guardie sono
alle dipendenze del governatore. Le altre governative, oltre gli impiegati
sono a riposare in albergo, dopo il trasferimento faticoso da Atene, con uno
scambio amichevole, fatto a puntino. Così non c'è spargimento di sangue e
dover poi scavare per recuperare i corpi. Perciò tutto rimarrà così. Lo stato
non spenderà dei soldi per un cumulo di sassi da spostare e la bella storia
finisce qui.... Vi è molto chiara la faccenda! > sbottò sotto voce.
Una decina di guardie statali in servizio al presidio lontano erano arrivate
di volata e si stavano predisponendo ad evitare un'eventuale attentati, non
essendo per bene al corrente degli intrighi nati all'interno del complesso
minerario. Mentre le altre fedeli al governatore erano indifferenti nel
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continuare a dire che era crollata la galleria interna della miniera, ma il
boato sordo sentito era di uno scoppio prima del crollo finale con un bel
polverone attorno, da coprire ogni cosa e prova. Quelli era il risultato.
< Accipicchia che casino! > sbottò Monike, contenta che nessuno si
era ferito e morto sotto la montagna. Il maresciallo era stupito nel pensare
al teorema spiegato prima dall'ingegnere ed era risultato vero al cento per
cento, l'accaduto. Proprio davanti ai suoi occhi: < Per gli dei dell'olimpo! >
< Già! Proprio così maresciallo? Per gli dei dell'olimpo! > rispose
Alexandre, guardandosi tra loro negli occhi e capirsi al volo come
procedeva per bene la faccenda studiata a tavolino? Da immaginare che
erano troppi da affrontare da soli al momento. Non sapendo bene di chi si
potevano fidare?.. < Pertanto al momento bisognerà soprassedere... >
Poi Alexandre si spostava a telefonare al capocantiere: < Pronto Alos!
Avvisa gli altri compagni di rimanere a casa a aspettare le mie direttive...
Hai compreso bene?... Qui hanno fatto saltare l'entrata della nostra
miniera... Sì, proprio quella!... Dicendo che è franata all'interno?... Già
proprio così!.... Ha, così!..Bene bene!.. Certo, ho capito Alos... Avevi già
capito qualcosa, vero?... Hanno avuto il buon senso di farvi uscire tutti...
Meno male! Non volevano dei morti sulla groppa da scavare dopo per
recuperare i cadaveri... Proprio così!.. Sì, tranquillo!.. Dovrete al momento,
fare un po' tutti voi ragazzi i tonti e vedere come si svolge la questione?...
Ti prego, tienili tutti calmi... Ma occhi aperti!? Ci sono troppe cose da
sbrogliare prima?... Certo io non voglio perdervi e vedervi morire dentro la
miniera.... Tranquillo Alos! Vedrò di risolvere la questione in altro modo...
Dimostratevi spaventati se vi chiedono qualcosa? e aspettate fiduciosi!...
Troverò il modo di riabilitarvi... Certo! Sempre che non mi facciano fuori
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prima.... Tranquillo amico. Terrò duro!.. > poi accanto alla sua donna,
Alexandre farfugliava qualcosa della sua telefonata, mentre il maresciallo
stava parlando con le guardie a dimostrare che voleva partecipare in
qualche modo a mettere ordine, sentendolo dire a voce alta: < Meno male
che siete tutti salvi. Che vada a ramengo 'sta miniera! Comunque se vi
occorre una mano chiamateci... > confermò, ritornando accanto a loro nel
parlare poi più piano, avendo il brigadiere incollato al sedere, non lo
mollava un attimo quello: < Ingegnere? Come direttore geologo, cosa
pensa si possa fare qui, dopo tutto?... Insomma con questo casino capitato
così all'improvviso? > sbottò mentre si guardava attorno sospettoso.
< Mi sa! Che ce troppo da spendere per riattivarla e lo stato non
sborserà altri quattrini... Oltretutto molti azionisti aggregati dallo stato con
azioni alla miniera in disuso, magari adesso qualcuno tentava già di
convertirle ad altra parte? Molti erano abbastanza contrari e diversi
ministri, proprio quelli molto amici del signor governatore della Tessaglia.
Una vera disgrazia è questa! Purtroppo dovremo chiudere la baracca? Non
ci sarà un altra possibilità da riattivarla. Mi dispiace di più per i poveri
minatori senza un lavoro da sfamare le proprie famiglie.. Un vero peccato?
Il governo prima fatica, mi aveva concessa già una proroga nel riavviarla e
non ci sarà una seconda volta. Tutto finito? Peccato! >
< Ingegnere, lei pensa veramente che il governo non spenderà altri
soldi per rimetterla in piedi? Certo se poi c'è sotto poco oro da scavare, le
spese sono tante da affrontare...... E' proprio un vero peccato? >
< Ha perfettamente ragione! Vedete, le guardie stanno già mettendo le
transenne da veri esperti ad obbedire a chi comanda adesso e pertanto non
potremmo far nulla al momento. Sono altri che comandano qui adesso?..
Maresciallo per cortesia, può aspettare che raccolga dall'ufficio le mie
poche scartoffie e se è così gentile di riportarci giù in città. Dovrò fare un
salto ad Atene e discutere con certi parlamentari la questione. Sebbene
controvoglia devo ammettere che al momento altri hanno vinto. E' la fine
della miniera....> confermò a malincuore Alexandre. < Faccio subito! >
< Tranquillo! L'aspettiamo... > rispose il maresciallo demoralizzato a
sua volta dalla tempestiva azione messa per bene in moto. Guardando
l'ingegnere che andava di volata su in ufficio nel caseggiato fatiscente.
Nel trovare che era stato un po' tutto rovistato, scaffali e scrivania tra i
suoi incartamenti. Qualcuno aveva cercato qualcosa, che non aveva poi
trovato e probabile qualcosa da far sparire velocemente? Con tutti quei
ruffiani e spie messi dappertutto a controllare e frugare ogni buco per bene.
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Da far imprecare Alexandre del risultato. Dall'altro lato, nell'altro ufficio,
la dottoressa Helena Spiros stava a sua volta imprecando: < Chi ha frugato
tra le mie carte! Vorrei proprio saperlo? > protestò arrabbiata, prendendosi
la sua giacchetta e la borsa uscendo incavolata dall'ufficio. Fuori
Alexandre la sosteneva nello spiegare: < Anche da me hanno buttato tutto
all'aria. C'è qualcuno che vuole radere al suolo questa vecchia miniera...
Oltre farla saltare in aria. E' inutile dire che c'è stata un cedimento in
galleria. Vogliono chiuderla e basta!... Meno male senza vittime, questo è
l'essenziale dopo tutto sto gran casino combinato da chi ancora non si sa
bene? E' un vero peccato avvocato! Lei ha questo punto torna ad Atene? >
< Come il vento me ne vado! E in parlamento farò il pandemonio per
una mancata sicurezza, espressomi dal primo ministro, Accidenti!... La
saluto ingegnere! Mi dispiace per lei e i suoi minatori senza lavoro... Ma io
non ci resto qui a farmi saltare in aria!? > continuò a borbottare mentre
scendeva la scale da arrivare al parcheggio e prendersi la propria auto più
che incavolata del risultato a sfacelo già dai primo giorni.
Alexandre la salutò alzando il braccio. Era a sua volta arrabbiato per il
veloce progredire del vigliacco nemico che stava marciando alla grande.
Ma al tempo stesso gli veniva da ridere, a ripensare ai tempi antichi dove il
grande Alessandro stava conquistando il mondo, d'arrivare fino in Cina
con le sue truppe. Perciò anche lui in quel momento funesto, non doveva
abbattersi e lottare duramente. Mentre frugava in cerca della sua lattina di
petrolio, dove aveva ben nascosti certi documenti importanti. Infilati in
una vecchia tanica quadrata per il petrolio, col fondo a scatto da sembrare
intatta senza fori e riposta in bella vista. Dove molti interessati nel frugare,
l'avevano calciata di lato con rabbia, non trovando ciò che cercavano di
preciso... Erano documenti molto importanti, assegnatogli dal primo
ministro e controfirmato dal tesoriere statane, in un incontro privato nel
consegnare tali documenti storici e segreti al momento.
Infine Alexandre trovò la lattina e recuperò i documenti molto antichi e se
li mise in borsa e via giù da basso, prima che ha qualcuno venga l'idea di
perquisire il restante personale rimasto al momento in miniera e cercando
quello che non avevano trovato prima.
Il dottor Trados era già in auto assieme l'avvocata Spiros spaventati dal
botto e con la paura che cada veramente la montagna sopra di loro e via
dalla miniera spaventati a morte, da sembrare che salti in aria tutta la
baracca da un momento all'altro.
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Capitolo Ventesimo
Alexandre era tornato di volata, fingendo nel dimostrare alle guardie al
cancello, che aveva preso abbastanza paura, raggiungendo gli altri.
Trovando il maresciallo intento a parlare con il comandante del presidio
sul problema pericolo. Vedendo l'ingegnere arrivare di corsa, l'invitò a
salire in auto e ritornare di fretta in città: < Venga ingegnere rientriamo a
Trikala. Qui le guardie al momento sono un po' confuse e pertanto prima
che ricevano degli ordini sbagliati è meglio che cambiamo aria... >
montando in auto a sua volta, nel dare ordini all'autista e via al cancello, da
uscire con un saluto affrettato, senza problemi al momento.
In auto, Alexandre stava spiegando qualcosa che poteva anche interessare
all'autista attento, da poter poi riferire ciò che aveva appreso in quel
viaggio alla miniera e lo svolgimento rapido della frana caduta e la fine di
tutto e il rientro in città del personale rimasto per fortuna indenne.
< Sono più che incavolato! Per non aver trovato dei documenti
importanti. Sono spariti dal mio ufficio messo a soqquadro. Accidenti che
scalogna! Erano le autorizzazioni ufficiali redatta dal governo per la
riapertura della miniera... Un vero peccato! Non ho più una prova a
confermare l'ordine ricevuto dal ministro del tesoro? L'autorizzazione
dell'attivazione e adesso è mancante... > si spiegò disarmato.
< E allora è tutto perduto? > domandò Monike dispiaciuta.
< Già, proprio così! Tutto belle che finito sotto la montagna crollata.
Meno male che il dottore Trados aveva fatto uscire i minatori... Mi
dispiace veramente che rimarranno senza lavoro. Speriamo che qualcuno
giù in pianura gli aiuti con un semplice lavoro, magari santuario per
mantenere le proprie famiglie bisognose? C'è ancora tanta brava gente, che
potrà aiutarli a sbarcare il lunario! > confermò Alexandre dispiaciuto.
< Lei cosa intende fare adesso ingegnere? > domandò Cosmis.
< Proverò a battere cassa allo stato, almeno la paga di questi mesi, per
poter tirare avanti e magari prendermi una vecchia auto usata. Accidenti! >
rispose stringendosi la propria ragazza ammutolita. Osservati dall'autista.
Finalmente erano arrivati in città e il maresciallo furbescamente gli
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domandò: < Va bene se vi scarichiamo davanti casa vostra? Noi abbiamo
da redigere dei lunghi verbali al distretto... Arrivederci! >
< Va benissimo e tante grazie di tutto! Quando vuole può passare a
prendere un caffè. Adesso abbiamo un sacco di tempo libero. Pazienza? >
Salutandosi amichevolmente con una stretta di mano, ed entravano nel
proprio portone di casa. L'auto della polizia sgusciava via in silenzio.
Anche i resti della auto bruciata della ragazza, erano stati rimossi dalla
strada ed era ritornata silenziosa con l'avvicinarsi della sera.
Appena dentro casa si spogliarono e via sotto la doccia in silenzio, solo
dei piccoli baci consolatori per entrambi, provati da quella lunga maratona
iniziata molto male, già dal mattino presto con un caloroso incendio.
Ad un certo punto Monike provò a dire: < Quei miserabili ben nascosti,
che hanno provocato il tutto da esperti criminali. Acciderba! Non pensavo
che saremmo finito in un mare di guai e alla fine finire il tutto in un bel
niente? Ah!! > sbottò Monike molto arrabbiata, buttandosi tra le sue
braccia commossa, stava per piangere dalla rabbia. Lui l'accarezzava
dolcemente nel dirle piano: < Tranquilla Amore ci rifaremo diversamente!
Sarà meglio andare a dormire e domani vedremo?... Ho diverse idee da
sviluppare, oltre che ritornare ad Atene per districare la matassa... Credimi
ne usciremo in qualche modo? Vedrai! >
< Lo pensi veramente?.. Io ho un po' paura!? > borbottò appoggiata
al suo petto ormai in lacrime difficile da trattenere, dopo tutto lo stress
provato in quella giornataccia. Mentre si portavano a letto stanchi e
tartassati dalle controversie avvenute troppo precipitosamente, nel cercare
di dormirci sopra se ci riuscivano.
< Buona notte amore! > mormorò con un lieve bacio consolatorio.
Ma sul più bello il cellulare di Alexandre si mise a squillare, da fargli
allungare il braccio indispettito a prenderlo e rispondere: < Sì! Cosa?.. Ah,
sei tu Alos!... Mi cercavi?... D'accordo, sì certo!... Ci sarò.... Allora a
domattina?... Va bene. Notte amico! > spegnendo il cellulare, nel girarsi e
dire a Monike in attesa: < Domani i miei ragazzi si radunano allo stadio
per vedere la partita e si approfitta per discutere un poco sul dramma
capitato... Alos è riuscito ad avvisarli un po' tutti... Buon riposo, mia dolce
sofèr! Adesso vediamo di dormire almeno un poco amore mio! > dandole
un bacio sul nasino imbronciata dalle tante avversità capitate. < Notte
amore! > rispose stringendosi forte, al suo uomo tanto innamorata da
rincuorarla in quello stretto contatto.
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Dopo una notte quasi insonne si erano alzati un po' nervosi per le
avversità subite e alla fine a tavola nel provare a fare colazione in silenzio.
Ad un certo punto Alexandre provò a spiegare alla sua donna, la sua vera
posizione e cosa centrava lui con la miniera. Nel dire a bassa voce tra un
sorso di caffè e mezze parole a spiegare i fatti antecedenti: < Devo
spiegarti degli avvenimenti, succeduti da diversi secoli... Sì sono trascorsi
veramente tanti anni... E in verità senza immaginarmelo minimamente, di
essere un discendente di vecchi nobili lavoratori. Che a quei tempi
avevano sudato il sangue per la miniera, data prima in concessione dallo
stato e perpetua dopo. E' una cosa che ho da poco appreso... Lo stato
ellenico mi ha riqualificato con un decreto, ora in mio possesso, e lo
recuperato su alla miniera oggi. Per fortuna non è passato in altre mani da
sparire dalla circolazione per sempre. Comprendi Monike? >
< Quali documenti, Alex? E di cosa sei in possesso? > domandava
stupita Monike da tale rivelazioni, ancora più che mai confuse.
Alexandre si concentrò a spiegarsi meglio. Tirando fuori dalla sua borsa
diplomatica, quei vecchi documenti che provavano la sua eredità acquisita
nel mostrarla: < Guarda cos'è scritto di proprio pugno dal sovrano Giorgio
I nel lontano 1880. Mentre firmava un atto di vendita perpetua ai miei
trisnonni. Insomma per farla breve ho ereditato: La miniera del pozzo
vuoto. Comprendi Monike? > tentando di fare un riassunto sulla storia un
po' lunga da raccontare in due parole.
< Veramente sei il padrone della miniera? Accipicchia!... >
< Già proprio così amore! L'avevo appreso tre mesi fa, quando ero
stato ad Atene per specificare le mie credenziali di ingegnere minerario da
essere assunto come direttore di questa miniera abbandonata che non
fruttava più nulla. L'anziano direttore della tesoreria, nell'ascoltare la mia
richiesta di voler provare a riattivare la vecchia miniera abbandonata.
Essendo io, un ingegnere geologo, e l'anno prima avevo studiato per bene
il terreno qua attorno. Capendo che poteva ancora essere utile allo stato
ellenico la miniera da anni abbandonata. nel poter offrire altro oro
estrapolato con le nuove tecniche di sonde moderne. Dai miei rilievi fatti
come esperto geologo per il comune di Trikala, assunto provvisoriamente a
controllare gli assestamenti della montagna da metterla eventualmente in
sicurezza. Avevo scoperto con dei carotaggi mirati, la possibilità che vi
fosse ancora dell'oro nel sottosuolo e pertanto ho provato a farmi assegnare
e tentare di riattivare la miniera. Forse poteva offrire ancora altro oro?
Perciò il dottor Koperis, sentendo il mio nome, lo collegò a dei documenti
102
che aveva trovato nello scantinato del palazzo bancario della tesoreria
statale. Ecco com'è iniziata tutta questa travagliata storia?.... > espose
remissivo al momento. Mentre Monike stupita gli domandava: < Tu, sei
veramente il padrone della miniera in assoluto? Acciderba! Sembra
impossibile... Ecco perché vogliono farti fuori? >
< Già! Sembra proprio così al momento. Finché qualcuno non riesce a
provare il contrario. Capisci! > Alexandre tentava di fare un riassunto dei
fatti accaduti tanti anni prima. Trovarsi lui stesso stupito, da tale accordo
preso e stipulato fin dai tempi antichi. Dimostrando che il governo attuale
in Atene, aveva acquisito la sua buona fede. E attestava ben in chiaro a
comprovare che il giovane Alexandre Doukas, era veramente l'erede e
acquisire i suoi diritti ereditari fin dal lontano 1880. Che per decenni i suoi
trisavoli, avevano scavato nella miniera, con la forza delle loro braccia e
col sudore della fatica, in quelle lunghe gallerie ricavate metro per metro
dalla roccia viva. Pertanto, lui aveva ancora il diritto di prelazione a
sfruttarla a beneficio dello stato ellenico con il ricavato del prodotto
estratto dalla montagna. Erano documento di accordo sanciti dalla
costituzione greca, intestati al nobile eupatro Achilleo Doukas, trisavolo di
Alexandre. Poi, nei primi del 910 il filone aurifero si era esaurito e la
miniera era rimasta abbandonata a se stessa. Il nonno Stayano Doukas si
era trasferitosi con la famiglia sull'isola di Krete a Miran nella piana del
Mesara a fare l'agricoltore e pertanto Alexandre senza immaginarselo, si
trovava ad essere l'unico erede rimasto in vita e proprietario indiscusso
della miniera, con buona parte dei terreni attorno nella valle Portàlkos. Per
così dire risultava, tutto quel complesso minerario sancito da un vecchio
mandato, era inderogabile e non trasferibile a nessuno altro. E gli
conferiva tale diritto di proprietà assegnatogli perpetuamente dal vecchio
statuto mai decaduto. < Capisci com'è capitata proprio per caso... >
< Acciderbola! > sbottava Monike alla fine della storia, sorpresa da tale
rivelazione inimmaginabile.< Roba da non credere! > sbottò a dirle.
Pertanto Alexandre come erede indiscusso, poteva disporne liberamente in
caso di controversie sorte sulla giurisdizione territoriale della miniera. E
quei documenti ritrovati, doveva custodirli e gli avrebbero servito a
giustificare la sue presenza incondizionata come proprietario, oltreché
direttore della miniera al servizio dello stato. Adoperando con senno, gli
interessi ricavati dell'oro estratto a provvedere al sostentamento del
manufatto e dei minatori che vi lavoravano all'interno. Pertanto tutte quelle
vecchie scartoffie, in documenti coi sigilli applicati lo confermavano, a
103
dimostrare che la miniera avrebbe reso veramente milioni in oro zecchino.
Con tanto di marchiatura statale, ritrovati i vecchi stampi abbandonati
presso le fornaci, da imprimere sui lingotti prodotti dalla discussa, ma
longeva miniera nella valle Portàlkos, dov'era stata rinomata dal valligiani
del posto, fin dai tempi passati, per la fine dell'estrazione di pepite di oro
ricavato, Denominata come: “La miniera del pozzo vuoto”.
Ma senz'altro tra i ministri e associati azionisti in Atene, qualcuno aveva
spifferato la questione un po' segreta. Magari il segretario del ministro del
tesori Koperis, aveva sentito e visto qualcosa? Magari solo aver accennato
di vecchi documenti, che provava la vera proprietà della miniera e pertanto
si davano un po' tutti da fare gli interessati, “alla voce oro”, ritrovato. Per
scovare il vecchio plico e farlo sparire altrove. Ma purtroppo le voci
convalidavano che erano state redatte a quei tempi, in triplice coppia.
“Ma alla fine e in in verità dove si trovavano veramente le altre copie
menzionate dal trattato?” Stava ripensando tra se Alexandre.
Anche Monike lo stava guardando, nel chiedere dubbiosa: < Non mi dire
che c'è dell'altro? Dai crucci marcati sulla tua fronte Alex! >
< Non temere! Vorrà dire che mi recherò ad Atene. Avevo deciso di
andare al parlamento, per un consulto privato con il ministro del tesoro e a
mettere bene in chiaro la questione molto calda. Già diverse persone hanno
perso la vita, per la vita della miniera. Sebbene non dovrebbero centrare
nulla coi fatti accaduto. La scalogna vuole che si erano trovati in mezzo
per sbaglio, magari no? Perciò nell'attesa di poter vedere in viso, chi si farà
avanti per acquistare altro terremo attorno, oltre la miniera che sembra
ormai persa e abbandonata nuovamente a se stessa. Vedremo? > espose.
104
Capitolo Ventunesimo
Alexandre e Monike avevano terminato la colazione, assieme alle tante
spiegazioni minerarie raccontate al momento, da lasciarla ancora stupita e
pensierosa sui confusi risultati in avvenire. Mentre lui gli confermava a
dire: < Come vedi cara Monike, l'avevamo immaginato giorni prima.
Ricordi? Tutto sarà da rimettere in discussione per bene con gli associati,
accodati solo per interesse?... Ma al momento evitiamo di scontrarci col
nemico, che si tiene ben nascosto al momento? > consigliò saggiamente
Alexandre nel tenersi calmo. Alla fine decisero di vestirsi per iniziare una
nuova giornata tra crucci da decifrare per bene.
Fra i tanti pensieri, ne esplose uno di colpo, Alexandre gli era sorto un
dubbio con tanto di formicolio su per la schiena. Perciò senza pensarci su
due volte, mentre Monike si era recata in bagno a rifarsi il trucco. Lui
prese quei documenti importanti e li sistemò al momento nell'armadietto
metallico in cucina, dove Monike teneva i piatti e di sopra c'erano delle
traverse metalliche nascoste a sostegno del mobile e vi riponeva quei
documenti al sicuro, non troppo. Ma al momento non sapeva dove metterli
altrimenti?.. Richiuse la sua borsa con dentro altre scartoffie inutili e
lasciatola sul divano. Poi era pronto per andare allo stadio per incontrare i
compagni di lavoro che avrebbero assistito ad una partita amichevole.
Monike appena sistemata rispondeva al compagno: < Io ho da fare amore!
Rimango a casa. Domani devo presentarsi a scuola. Salutami i tuoi
ragazzi... Ciao! > dandogli un bacio, mentre lui usciva di casa sorridendo
pensando a quella sua adorabile fanciulla che rimava in casa a riordinarla.
Poco lontano da casa, Alexandre si prese l'autobus per lo stadio ad
incontrare i suoi ragazzi, senz'altro amareggiati dalle brutte notizie avute.
L'autobus si fermava proprio accanto allo stadio sportivo e Alexandre
appena sceso tra la gente che si recava allo stadio già di mattina per quella
partita amichevole menzionata. Trovò i suoi minatori al bar di fronte al
complesso sportivo a bere. Alos il capocantiere, fu il primo nel vederlo e
chiamarlo: < Ingegnere, Siamo qui!... Venga! > porgendo la mano a
salutarlo: < Prende qualcosa di fresco da bere direttore? > propose.
< Una limonata, grazie amico! > mettendosi seduto ai tavolo dove i
105
suoi minatori un po' smunti dai fatti capitati, stavano bevendo, chi il caffè
alla greca, altri della birra o vino della zona, in attesa che inizi la partita.
Alos alla fine tra una battuta e un'altra, provò a chiedere al direttore,
anch'egli abbacchiato dagli avvenimenti succeduti in ripetizione: < Capo,
che diavolo sta mai capitando a tutti noi? Siamo licenziati o si andrà avanti
a scavare in miniera? Ci hanno detto ieri mattina al nostro rientro al lavoro.
Dato il controllo capillare con tanto oro da tener d'occhio, si lavora solo di
giorno. E adesso sospendere il lavoro, per un controllo più approfondito
nelle gallerie già controllate da noi. Non mi sembra al momento esatta la
faccenda. Nel dirci di ritornare tutti a casa per adesso? Cos'è successo? >
< Ancora non vi posso dire nulla di preciso ragazzi! Con tutti questi
fatti capitati e mi hanno in parte tagliato fuori?... Dovrò verificare! >
< Ma è lo stato che comanda o altri? E dov'è finita la protezione ai
dipendenti? Mi sembra che da quel giorno, quando sono arrivati alla
miniera gli ispettori ai controlli doganieri non si capisce più nulla? >
borbottò Alos, riprendendo a dire: < Comunque in confidenza. Da notare
che loro, le ultime guardie arrivate da Larissa, in aiuto agli altri già
presenti, per aumentare i controllori capillari e che nessuno rubi? Roba da
matti!... Quelli di Larissa intanto e di nascosto si riempivano le tasche di
piccole pepite per il loro fabbisogno... Mi sono accorto che fanno tutti i
furbi! Li ho ripresi col mio cellulare... Mi creda capo. Guardi? >
mostrando le foto scattate col cellulare. < E' diventata tutta una baraonda
di magna magna! Loro fanno i ladri autorizzati e noi a sgobbare come
106
somari e adesso di colpo, tutti a casa. Belle che sistemati. La festa è finita
ragazzi? Accidentaccio boia! > sbottò imprecando aspro Alos, seguito dal
compagni inviperiti, aspettando che il direttore gli confermi qualcosa sul
loro posto di lavoro, che sembrava ormai proprio perso per sempre e a dire
ancora: < Dalle tante voci suffuse dette attorno, persino in città a Trikala,
ne parlano direttore.. > confermò Ettore a voce per tutti gli altri minatori.
Alexandre si schiarì la gola e alla fine provò a spiegarsi meglio ai suoi
uomini in attesa: < Già lo capisco bene ragazzi! Purtroppo la faccenda si è
complicata e la giustizia non è proprio della nostra parte al momento.
Persino il maresciallo Cosmis ha le mani legate e deve rispondere ad un
nuovo superiore appena arrivato dalla direzione della polizia centrale a
Larissa. E il governatore da parte sua fa orecchia da mercante sulla
faccenda. Comprendete! Poi essendo lui diffidente, ha inviato delle sue
guardie a controllare un po' tutti noi in miniera. Me compreso che ho
voluto ad ogni costo rimetterla in piedi la nostra miniera. Con la scusa di
proteggerci dagli attentati da presunti sovversivi. Che a mio parere non
centrano per nulla? Ancora non ho ben capito perché vogliono chiudere la
nostra miniera, che avrebbe fruttato un sacco di oro con il nuovo filone che
abbiamo appena trovato, col vostro duro lavoro a scavare per bene?... Per
gli dei dell'olimpo! Domani ritornerò ad Atene a discutere coi ministri
interessati sulla questione. Oltre saper perché hanno permesso che il
governatore della Tessaglia si intrometta ha decidere lui, sulla vita della
miniera?... Questa è uno dei tanto problemi venuti a galle?... Comprendete
il guaio ragazzi!... Posso dirvi qualcosa di molto confidenziale. Ma che
rimanga qui tra noi, non abbiamo prove sicure al momento?... Io
immagino, anzi sono più che sicuro, che presto qualcuno? Qualcuno che
sta comperando un sacco di terreni qua attorno. Giusto?.. E tra poco,
tenterà di corrompere qualcuno o tanti al ministero e comperare dallo stato
la nostra miniera per poco o niente?.. Poi con calma farà finta di
ripristinarla, togliendo la frana fatta apposta ieri, dopo che vi siete
allontanati voi tutti. Con la scusa di controlli?... >
< Ma allora è vero quello che si sentiva dire... Una frana? >
domandarono stupiti, e Alos confermava di averlo saputo dal direttore.
Anche Alexandre affermava, nel continuare a dire: < L'hanno studiata
bene, ad evitare delle vittime da recuperare con indagini. Capite? Perciò
tranquilli di non aver intralci, riattiveranno la miniera, ma con altri
minatori fatti arrivare dalla Turkia o Albania e voi troppo curiosi e
interessati a mantenere il posto? Sarà donna Kyriak che vi assumerà per
107
coltivare le sue terre. Poi magari tenervi anche fuori stagione, purché da
tenervi impegnati a non ficcare il naso in miniera dove ci saranno altri... >
< Ma cosa centra quella cotoniera autoritaria, con la miniera? >
< Centra eccome ragazzi! Lei è imparentata con il governatore
Papalos, o forse solo amici per la pelle e si aiutano a vicenda. Capite
adesso, quello che potrebbe accadere? Perciò alla fine, appena riavviata
l'estrazione dell'oro i furbetti del circondario, verseranno allo stato quel
poco oro, a dimostrare che rende proprio poco la miniera e quel poco
inviato alla cassa statale, sarà un contributo da versare allo stato che non
controlla più nulla. Avendo loro, i furbetti messo dei propri controllori
statali, ma senz'altro corrotti e ben pagati che dimostreranno che la miniera
produrrà molto poco da faticare a tirare avanti?... Magari chiedere una
sovvenzione con l'aiuto della parola del governatore? Invece noi sappiamo
più che bene, che può produrre tanto di quell'oro da far tutti molto ricchi....
Questo è il guaio! Purtroppo non lo si può provare senza prove certe e
tangibili. E il tutto fatto sotto banco e finirà poi nei forzieri blindati e
numerati in Svizzera o alle isole Kaiman... Poco ma sicuro. Ragazzi! >
< Acciderbola che casino! Fila via che è un piacere, la faccenda! >
sbottò Alos sull'incavolato. Assieme al borbottio dei minatori disoccupati.
< Hai proprio ragione Alos! Ce la stanno mettendo in quel posto,
quelli! > confermarono i compagni attenti alla storia più che veritiera.
Espressa dal loro direttore, silurato come loro dal governatore il furbetto di
turno. Non poteva essere diversamente la faccenda? Poi con foga rivoltosi
al direttore, nel dire infervorati: < Ma noi, lo possiamo testimoniare?
Sappiamo come funziona... Ci stanno rapinando il lavoro quelli! >
< Ragazzi occorrono prove e al momento abbiamo solo supposizioni?
Pertanto evitate di parlarne, potreste essere arrestati per oltraggi di ingiurie
a incolpare dei dirigenti seri e onesti, da finire in carcere. Per una
ragionevole questione senza prove sicure. Mi raccomando! Al momento
state tranquilli ragazzi e tenete ben aperte le orecchie e occhi? >
Poi qualcuno li chiamo che la partita stava per iniziare alzandosi tutti
sbuffando sul magro risultato appreso. In attesa che il direttore intervenga.
< Direttore viene con noi alla partita a svagarsi un poco? >
< Ho un sacco di cose scottanti da sbrigare e spero di riuscirci al più
presto. Prima che il sole tramonti all'orizzonte. Ci sentiamo ragazzi! Alos,
aspetta un attimo. Copiamo quelle immagini compromettenti sul mio
cellulare, che potranno servirmi da mostrare poi in parlamento. Giusto?
Buona giornata Alos! Ci sentiamo... > guardandoli andare allo stadio.
108
Capitolo Ventiduesimo
Alexandre nell'attraversare la strada, s'imbatteva nell'auto di donna Sotiria
Kyriak. Che alla vista dell'ingegnere Doukas fece fermare l'auto,
nell'avvicinarsi al marciapiede, per parlare con il direttore della miniera,
beccato allo stadio: < Ingegnere Doukas! Va alla partita? > domandò dal
finestrino della sua auto, con un caldo sorriso conturbante. Da far sorridere
Alexandre al pensare che non mollava la sua idea di portarselo a letto. Nel
rispondere alla donna: < L'intenzione era quella donna Sotiria! Ma ho
pensato che sarà meglio che vada su alla miniera a controllare un poco
cosa combinano i doganieri con tutto quell'oro sotto terra da recuperare? >
< Mah, ho saputo di una nuova frana la dentro? > commentò lei.
< Roba da niente. Dopo i rituali controlli si riprenderà alla grande.
Mi creda. Donna Sotiria! > le comunicò tranquillo, da accorgersene del suo
disappunto captato dal forte battito di ciglia della donna e decisa alla fine
rispondeva a labbra strette: < Eppure, proprio ieri era a Larissa e per caso
ho incontrato il governatore, che mi ha con fermato la pericolosità su alla
miniera. Speriamo bene per lei e i suoi operai ingeniere. La saluto! >
< Arrivederla chirà e buona giornata Kyriak! > andandosene via a
prendere il bus in arrivo. Arrivato davanti casa Alexandre ebbe una strana
sensazione addosso. Qualcosa non quadrava, la sua sensazione l'avvisava.
109
Trovando il portone della palazzina socchiuso: < Strano? > borbottò tra i
denti. Poi appena entrato nell'androne e infilato le scale, sul pianerottolo
trovo la porta di casa accostata e con apprensione entrò deciso, avendo un
brutto presentimento? Trovò la casa messa a soqquadro e Monike d'era
finita? Chiamandola ad alta voce, sapendo per certo che non c'era più
nessuno ormai? Poi, ebbe un dubbio aprì il mobile metallico e si abbassò e
controllò senza toccare nulla. I suoi documenti erano ancora al suo posto.
Ma gli sembrava strano che non abbiano messo qualche microspia per
captare i loro discorsi. Pensava velocemente, ma il tutto passava in
secondo piano. Monike dov'era finita? Quella era la grave situazione al
momento, da cercare e trovare subito? Sbottò imprecando, con una tale
angoscia dentro: < Per gli dei dell'olimpo!! > urlò più forte. Guardandosi
attorno. Poi si ricordò del bagno non visionato? Perciò, senza far rumore,
provò, ma era chiusa dall'esterno. Girò la chiave aprendo il bagno con
cautela e trovò Monike legata e imbavagliata per bene, che mugugnava.
Lui porto il dito sulle labbra ad azzittirla, nel dirle piano accanto
all'orecchio: < Mio Dio! Monike come stai? Non parlare sci sono
microspie... Sei forse ferita? > togliendole il foulard nero sulla bocca e
slegandola dalla corda che la teneva ferma alla sedia, mentre lei imprecava
tra i denti, quasi muta: < Miserabili! > buttandosi tra le braccia felice.
Pronta ad urlare più forte e arrabbiata, da parlare con fatica piano: < Mi
110
hanno preso alla sprovvista Alex! Erano in tre con un passamontagna
addosso, e mi chiedevano dei tuoi documento e alla fine un altro a visto la
tua borsa sul divano e l'ha aperta e poi decisi, mi hanno spinta in bagno
legandomi con quel foulard sulla bocca. Dio che rabbia!.. Poi se ne sono
andato mezz'ora fa!... Che figli di cagna!... > mentre si stringeva al suo
uomo ancora un po' spaventata, ma di più arrabbiata d'essere stata presa
alla sprovvista. Nel trovarsi nuovamente ad urlare, soffocando in gola
l'urlo: < Dio, mio dio! Che carognata! > mentre Alexandre stupito e molto
arrabbiato a sua volta di averla lasciata sola. Poi sempre in silenzio
ritornarono in salotto e senza volerlo guardando a terra sotto il divano notò
qualcosa che luccicava. Si abbassò a raccoglierlo, nel chiedere all'orecchio
di Monike: < E' forse tuo questo gancetto con il medaglione attaccato? >
baciandola di scatto sulla bocca, per azzittirla, lei stava per urlare forte
dalla rabbia avuta. Mentre lui se la stringeva amorevolmente a se, e lei al
suo orecchio rispondeva: < No! Mai visto... Ma non è eguale all'altro, del
tiro al piattello, su alla ferrovia. Ricordi Alex? > espose lei decisa e
oltretutto incavolata da matti, per l'affronto appena ricevuto.
< Acciderbola! Hai ragione? Me l'ero scordato nella tasca della tua
auto, finita arrosto? > rispose grattandosi la testa. Poi uscendo fuori dal
bagno tutte e due in silenzio e Alexandre telefonava subito al distretto di
polizia e chiedere al centralino di metterlo in contatto con l'ufficio del
maresciallo Cosmis. Fornendo le sue generalità, con una scusa banale al
motivo della chiamata. Capendo che senz'altro i telefoni in centrale erano
stati tutti messi sotto controllo del tenente. Perciò non serviva avvisare il
maresciallo in privato sul cellulare. Forse anche quello privato di casa, era
stato messo sotto controllo dai colleghi furbetti. Con l'aiuto di qualche
magistrato confacente a servire il governatore, per una buona spartizione
dei premi a fine d'anno. A pensarci bene, era veramente tutto un gran
minestrone. Nel rispondere al maresciallo in contatto: < Maresciallo buon
giorno!... Ha forse tempo di passare per un buon caffè? Certamente, qui va
tutto bene!... Ero allo stadio stamattina... Monike era rimasta in casa da
sola. Adesso sarà fuori a far la spesa.... Sì, certo! Io sono appena rientrato
in casa?... Stamattina Monike era un po' preoccupata del brutto tempo in
arrivo?... Si quel tornado annunciato alla televisione... Certo! Farà piacere
avere la visita di un tutore della legge.... Oltre il caffè, potrà rassicurarla
sul tempo?... Lei mi capisce? Venga pure con i suoi colleghi di vecchia
data?... Sa quelli che sanno persuadere le persone a non preoccuparsi
troppo del tempo brutto in arrivo... Con certi bollettini televisivi non
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sempre esatti e spaventano il cittadino.... Certo?... L'aspettiamo! >
Mezzora sopo il maresciallo accompagnato due suoi colleghi fidati,
salutava a voce alta: < Buona giornata ingegnere! > mentre si guardavano
attorno e Alexandre rispondeva comunicando a segni, intuendo a qualche
microspia piazzata? Lui non l'aveva al momento trovata: < Benvenuti
signori! Entrate... Monike deve ancora rientrare con la spesa. Al telefono
prima temeva per il brutto tempo? > strizzando l'occhio al maresciallo
intento a curiosare negli angoli tra i libri se non vi fossero delle microspie.
Magari qualche microtelecamera appropriata al caso? Poi, non troppo
rassicurato Cosmis, provò a dire sottovoce indicando una cimice piazzata
sotto il bordo del tavolo: < Sapete il tempo è proprio strambo oggigiorno,
non si sa mai dove guardare per non avere delle fregature per un sano
week-end, giusto? > spostando soprammobili leggermente a controllare
l'appartamento in silenzioso disordine dagli intrusi?.. Monike alla fine,
provò a dire sotto voce all'orecchio del maresciallo: < Erano in tre e hanno
frugato per bene, poi uno a trovato la sua borsa e ha preso dei documenti
all'interno. Poi senza parlare mi hanno rinchiusa in bagno, legata come un
salame! Poi se ne sono andati e lo capito dallo sbattere della porta di
casa.... > si spiegava a gesticolando.
Prontamente Alexandre tirò fuori il medaglione attaccato al gancio di un
portachiavi, nel dire piano: < Questo era sotto il divano, ed è eguale a
quell'altro trovato accanto ai binari, quell'altra mattina del cadavere sulla
ferrovia, sopra la miniera... Ricorda maresciallo? > mostrandolo: < L'altra
medaglia trovata si è persa nell'incendio della sua vettura, ma aveva la
stessa dicitura impressa: “Gara di tiro al piattello 1984”. Da precisare che
l'altra l'avevo già vista addosso all'autista di donna Kyriak.... Comprende i
collegamenti e questa qui in casa, vuol dire che gli è caduta da uno dei
ladri entrati in casa stamattina a rovistare. Giusto! Bisognerà vedere chi è
che partecipa alle gare di tiro al piattello? Forse scopriremo qualcuno dei
mandatari al lavoro, da svolgere al più presto? >
Mentre il maresciallo guardava il gancio portachiavi dubbioso e uno dei
colleghi, Hermas provava a dire sorpreso: < Ma al distretto ci sono solo
due che praticano la caccia e di tanto intanto fanno del tiro al piattello? >
< Certamente! Tanto per tenersi allenati al tiro e vincere le gare. >
sbottò l'altro collega Nardòk sul sorpreso:< Mah! Accidenti? Allora è di
Lastis quel portachiavi? E questa mattina non era in servizio... > Ieri lo
visto confabulare col tenente nel suo ufficio e per caso passando davanti
ho sentito che parlavano del governatore? M'è sembrato di capire dire tra
112
loro: < “Bisognerà avvisare il governatore per recuperare qui documento
importanti?...” Tutto qui? > espose il sergente sotto voce col rumore della
strada avendo aperta la finestra. Prontamente Alexandre provava a
immaginare: < Magari il brigadiere Lastis sarà andato a Larissa nel portare
i documenti che ha preso dalla mia borsa? Ma quelli non centrano nulla.
Sono le domande pronte per consegnare al ministero dell'infrastruttura
montana, per una approvazione, alla riattivazione della miniera, mesi
addietro. Cose già spiegate e adoperate prima. Ma non sono quelle, che
quelli volevano prendere? > poi facendo dei segni provò a dire ad alta voce
come se fossero soli in casa e sbuffando incavolato: < Sono preoccupato.
Ancora non è rientrata Monike?... Oh mio Dio! Solo adesso mi accorgo?
Ma qui, sono passati dei ladri! Accidenti! > sbottò e Cosmis provò a dire
sullo stupito: < Quali cartelle le hanno rubato ingeniere? Dobbiamo fare
subito una bella denuncia? > convalidando la sceneggiata in svolgimento.
< Hanno frugato nella mia cartella e mancano delle cartelle?... Meno
male che non erano nella mia borsa i documenti originali! Le copie
cercate, li ho messe al sicuro, in una cassetta di sicurezza in banca ad
Atene. Accidenti che casino! Meno male che Monike è fuori casa e non ha
incontrato i ladri? Vado a cercarla... Passerò dopo in centrale per la
deposizione maresciallo. Vorrà dire che il caffè lo prenderemo al bar di
fronte al vostro comando. Vado. Saluti al momento! > guardando gli altri
se la sceneggiata era un po' veritiera? Nel rispondere il maresciallo sotto
voce: < Può andar bene! Ma Quello che mi preme adesso sapere chi è che
fa il doppio gioco al distretto? E mi stanno prendendo per i fondelli? Ora
qualcosa in più lo sappiamo. A questo punto io direi, di non dire e fare
nulla. Quelli torneranno alla ricerca non avendo trovato gli incartamenti
giusti, e ascolteranno la breve registrazione, non troppo chiara. Magari
avvisati già telefonicamente da qualcuno in ascolto e senz'altro fatta dalla
centrale di intercettazione? Perciò dovremo agire di proposito. Aspettando
che tornino a cercare meglio e riascoltare la registrazione, dove si
presuppone che i documenti sono in banca ad Atene. Giusto ragazzi! >
< Allora basterà aspettare e prenderli in fragranza, mentre ritornano
alla carica da Larissa, a cercare veramente i documenti originali. Quelli
giusti? > provò a dire Cosmis sull'incavolato per essere stato preso in giro
dal subalterno. L'autista messo al suo servizio a spiarlo per bene. Nel
riprendere a dire convinto: < Mi fareste un favore colleghi? > rivolto ai
suoi colleghi: < Se voi restate qui a tener d'occhio questo appartamento.
Uno dal bagno e l'altro fuori sulle scale, appena si faranno vedere.
113
Senz'altro il nostro furbetto ritornerà a cercare nuovamente, convinto che
l'ingegnere è andato a Atene come aveva detto in macchia e la signorina
essendo ancora chiusa in bagno. Non avrà problemi a provare a ricercare
meglio. Ho farsi dire in quale banca hanno la cassetta di sicurezza.
Giusto? Perciò potrà curiosare e frugare per bene, con il socio ancora a noi
sconosciuto... Magari li prenderemo tutti in un colpo solo? Io torno in
ufficio per non destare dubbi, e voi state facendo una inchiesta qua attorno,
per l'incendio dell'altro giorno, segnalerò io. Noi non raccontiamo favole ai
colleghi in centrale. Se poi becchiamo uno dei nostri a frugare. Peccato!
Giusto ragazzi? Abbiamo un grosso lavoro da svolgere. >
< Va benissimo capo! Ma per pranzare, come facciamo a turno? >
Subito Monike interveniva a dire: < Tranquilli signori! Ci penso io ad
andare fuori a prendere qualcosa da mangiare e nessuno saprà nulla della
vostra presenza in casa mia. Sono tanto curiosa di vederli in viso, poi? >
< Tranquilla signorina! E' tanto tempo che non facciamo un buon
interrogatorio. Ma vedrà se tornano?... Poi canteranno come fringuelli tra
le nostre mani a sputtanare la divisa che portano... Tranquilla non usiamo
le maniere forti. Basta solo che guardino in viso Hermas per farsela
addosso. Con questa montagna davanti. Partendo dai piedi 52 di scarpa si
può immaginare il resto a intimorire chiunque... D'accordo va tutto bene! >
< Bene ragazzi! Io rientro in caserma. Ingegnere le va ad Atene? Prende
per caso l'aereo dello 19.30, se vuole posso accompagnarlo con la mia auto
all'aeroporto? Non sono di strada ma va bene. Col pericolo che ci spiano e
così avranno la prova che è partoto con l'aereo del pomeriggio. Giusto? >
< Non sarebbe poi male! > rispose rimettendosi la giacca e un caldo
bacio alla sua donna: < Ciao! Farò in fretta, ho le idee chiare adesso, cosa
cercare ad Atene. Saluti a voi. Mi raccomando a Voi la mia donna! >
< Ma la borsa non la prendi? > domandò Monike agitata.
< Tranquilla amore, non mi serve! Ho tutto qui in testa ciò che mi
occorre... Ciao!.. Possiamo andare maresciallo.
Intanto in città a Larissa il governatore si stava recando di persona,
accompagnato dal suo staff e guardie del corpo, all'uffici catastali della
regione e controllare le sue precise segnalazioni fatte e trasmesse ai
funzionari al municipio di Trikala per un controllo dettagliato del catasto
della provincia e se gli atti notarili erano stati trascritti e convalidati da
testimoni trovati al momento, ma importanti. Il dottor Papalos, era per
bene interessato alle sicure trascrizioni a intestare i tanti appezzamenti di
114
terreni, costruzioni rurali e altro ancora, alle persone giuste da prestanome.
Lui figurava soltanto come garante sicuro, era da anni il governatore della
Tessaglia. Pertanto alla fine era veramente una garanzia valida. Trovando
che tutto procedeva più che bene al momento e i rompiscatole eliminati.
Mancavano solamente e ancora quei vecchi documenti tanto cercati per
buona parte delle varie regioni? Purtroppo non erano quelli appena
consegnati dal funzionario di polizia di Trikala. Un fidato uomo trasferito
apposta nell'altra città per avere dei validi e fidati collaboratori a
controllare un po' tutto. Sistemati in vari punti strategici della regione.
Quei documenti avuti in giornata, non centravano per niente? Facendolo
incavolare, nel consigliare di cercare per bene. Frugare e stanare i tanti
nascondigli? Se ci tenevano il proprio posto in avvenire con avanzamenti
di riguardo. Mentre altri suoi uomini fidati erano stati da tempo inseriti
nella tesoreria di stato in Atene. E possibilmente trovare le famose altre
copie testamentarie da far sparire definitivamente e far figurare altri i
proprietari. Frugando tra i tanti documenti non catalogati sparsi per i
grandi meandri di uffici, scantinata e magazzini statali, da recuperare ciò
che occorreva veramente, per mettersi le spalle al muro e poter respirare
tranquillamente. Per poi vedere alla fine sgorgare milioni in oro puro, da
quella maledetta miniera, mai diventata sua. Quello era il guaio che
l'assillava da anni, fin dal suo primo insediamento come ministro e poi
governatore e aver scoperto l'inghippo nata da molto lontano. Mentre il
beneamato governatore sorrideva agli associati del minestrone truffa.
115
Capitolo Ventitreesimo
Alexandre stava scendendo dall'aereo, appena atterrato all'aeroporto di
Atene. Guardandosi l'ora al polso, erano le 20.15 pomeridiane. Tardi per
un colloquio, perciò ad evitare sorprese si prese un taxi e appena in città si
fece lasciare davanti ad un Hotel in centro. Poi appena il taxi era ripartito,
ad evitare altre sorprese di pedinamento e che qualcuno chieda al tassista
dove l'aveva scaricato per seguirlo. Perciò s'incamminò aggregandosi a dei
turisti diretti a visitare di sera l'Acropoli. Più avanti si fermò in un piccolo
alberghetto con trattoria di poca spesa e si prese una stanza per la notte.
Cenò qualcosa nella rumorosa trattoria piena di turisti e poi si portò in
camera per poter riposare e dormirci sopra, era veramente stanco. A voluto
fare una telefonata a Monike, non avendo provato nelle ore prima ad
evitare che venga intercettata la sua donna, non sapendo bene se il
maresciallo avesse già catturato i furbi del distretto? Ma all'improvviso il
suo cellulare si mise a squillare: < Pronto!... Finalmente amore!...
Veramente li hanno beccati! Che bello amore... Adesso posso dormire
tranquillo... Mi racconterai tutto dopo a casa... Si ti voglio bene.... Sì!...
Ciao e buona notte ragazza mia! >
Erano le sette del mattino quando Alexandre si svegliò abbastanza
riposato e rilassato. Pensando che era il modo giusto per iniziare le
giornata. Oltre poter cercare di risolvere la questione spinosa e dimostrare
la sua buona fede di onesto patriota, che tentava di salvare il lavoro dei
suoi poveri operai su alla miniera. Dove altri invece volevano estrometterli
e nascondere ogni prova seppellendo assieme al destino funesto della sua
miniera. Avrebbero trafugare l'oro scavato da altri dalle viscere della terra
e inviarlo in altre direzioni, per farsi maggiormente ricchi. L'avidità non
finiva mai con l'ingordigia velata da sembrare sporadica. Invece era
chiarissima la truffa impiantata? Stava biascicando da solo Alexandre fra
mille pensieri irrisolti e ci teneva molto ai suoi minatori senza un la voro.
L'accordo preso con Monike per telefono di non chiamarsi ad evitare
intercettazioni al momento e aspettare il suo ritorno a Trikala, con un buon
risultato, sicuro che l'anziano ministro del tesoro gli avrebbe creduto.
Perciò era il momento di mettersi in marcia e affrontare le conseguenze?
116
Frattanto a Trikala il maresciallo Cosmis e i due colleghi fidati, dopo aver
teso l'imboscata ai furbi sporchi colleghi, che erano tornati come
immaginavano, per frugare nuovamente in casa della maestrina, in cerca di
quei maledetti documenti che il governatore voleva ad ogni costo.
Maldestramente si erano fatti sorprendere in flagranza dall'integerrimo
maresciallo che li arrestava per sequestro e furto. Al momento li stavano
tenendo ben nascosti i tre ladri infiltrati in casa di Monike e li avrebbero
consegnati dopo alla giustizia assieme al vasto gruppo, da raccattare tra
breve, dopo il pressante interrogatorio messo in atto nello scantinato di
casa? Ma al momento li lasciavano macerare per bene nello scantinato
legati a dovere. Prima dovevano saper per bene chi erano gli altri affigliati
e chi comandava la baracca in capo a tutti?
Già al mattino dopo incominciavano per la fame e la sete, a raccontare
qualcosa per scolparsi, sapendo di non avevano altra via, nel tentare di
voler far figurare che erano soltanto dei semplici corrieri e null'altro.
Capendo per certo, non avendo via di scampo e conoscendo il maresciallo
dall'aspetto tranquillo, ma intransigente sul lavoro. Poi i due energumeni
dei colleghi, quelli sì, che erano ossi duri e pericolosi, averli di fronte ad
interrogarli, facevano veramente paura. Col pericolo che li facciano fuori,
prima ancora di arrivare davanti ad un giudice clemente? Perciò intimoriti
incominciavano a frignare, blaterando nomi e cognomi dei furbetti
millantanti operatori. Ma non era tutta la storia che il maresciallo voleva
sentirsi raccontare da loro, per poi far firmare una bella deposizione, fatta
lì in trasferta, non potendo essere in centrale. Dove il tenente capo, stava
dando i numeri per poter trovare, scovare i subalterni spariti così di colpo?
Sapendo per bene dove li aveva mandati per fare dei favori al governatore,
il vero datore del lavoro. Erano proprio spariti senza notizie sicure che
occorrevano al momento? Il maresciallo Cosmis dal suo ufficio stava
spulciando sul PC del distretto, ma qualcosa di nuovo aveva trovato
scavando? Delle distratte segnalazioni accantonate da tempo, ma che
potevano servire al momento?
Infine il tenente si presentò nel suo ufficio a chiedere con fare tranquillo
dei colleghi assenti: < Maresciallo ha già redatto il verbale su alla miniera?
Ha per caso visto questa mattina il brigadiere Hermas e l'appuntato
Nardòk. Non sono ancora in servizio? > domando sul semi tranquillo.
< Sono già usciti presto per quelle indagini a scoprire i piromani e
sedare i tumulti scoppiati nel rione st. Paul's. Tenente!.. Lei ha mandato
anche l'appuntato Lastis e altri due reclute arrivare da Larissa. Giusto? >
117
< Sì! Sono anche loro in giro per la città con questi tumulti... > rispose
agitato, nel vederlo andare via incavolato ma senza reagire. Dimostrava
che aveva premura a sciogliere i tanti nodi che gli premevano attorno alla
sua gola? Era il pensiero di Cosmis sorridendo a concludere tra poco la sua
bella relazione da portare davanti al giudice giusto, sapendo ormai che
anche in procura c'era del marcio e sperare di poter fare una bella ripulita e
alla fine sentire cosa ne penserà la giustizia di chi infanga la divisa che
indossa con disonore per soldi ricavati e molto sporchi...
Poi al pomeriggio avuto le deposizioni firmare di colpevolezza e le
segnalazioni esatte dei colleghi e superiori immischiati. Oltre i nomi
altolocati, con tanto di registrazioni che si erano fatte da tempo i furbetti
subalterni a salvarsi il posteriore in caso di una brutta svolta. O per poter
poi ricattare un maggior dividendo, e quel momento era arrivato
diversamente. Magari servirà per avere uno sconto di pena minore.
Consegnando le registrazioni effettuate e veritiere, al giudice procuratore
capo Phocas Depiros, convocato dal marescialli in centrale di polizia.
Appena arrivato assieme, portando gli arrestati di fronte ai colleghi stupiti
dai fatti esposti. Oltre includere negli arrestati anche il tenente Cikos, che
non batté ciglia all'arresto formale esposto dal maresciallo Cosmis e
proprio davanti a tutto in centrale. Il procuratore ne prendeva atto e
firmava gli altri atti di arresto per le personalità implicate e da discernere
dopo gli eventuali interrogatori effettuati.
Il maresciallo Cosmis al momento prendeva il comando del distretto e con
in mano il mandato dalla procura ad andare ad arrestare il governatore che
si trovava a Trikala a festeggiare l'assegnazione dei terreni agli amici
confacenti prestanome. Alla fine trasferirli tutti nella notte alle carceri di
stato in Trikala, in attesa di trasferirli tutti alla capitale ad Atene.
118
Frattanto in Atene, Alexandre stava per recarsi in parlamento. Aveva
provato prima di uscire dal hotel, a chiamare sul numero personale al
telefonato il ministro del tesoro Miros Koperis. Quest'ultimo felice di
sentirlo ed era veramente curioso di vederlo, dopo le tante notizie
discordanti che gli erano pervenute dalla Tessaglia il giorno prima. Oltre il
governatore Papalos che premeva maggiormente alla chiusura, per la
mancata sicurezza su alla miniera. Avvisando, che per fortuna non c'erano
stati altro morti dopo il crollo della montagna. Perciò il ministro del tesoro
era disponibile a riceverlo e l'aspettava nel suo ufficio incuriosito di
conoscere la vicenda da un'altra parte la veduta sulla faccenda miniera.
Quando Alexandre entrò nell'attico dell'ufficio in parlamento, la
segretaria, era impegnata al telefono, senza scomporsi più di tanto al
riguardo del signore entrato e alla fine la donna ringraziava salutando
l'interlocutore dall'altro capo del telefono: < Comprendo che suo marito la
pregata di chiamarmi evitando la sua intromissione esplicita? Certamente
proverò!... Non è lì con lei, in questo momento?... Ah! Capisco è a Trikala
per lavoro... vedrò cosa posso fare?... Arrivederla signora Papalos! >
rispose mettendo giù la connetta e con calma a far accomodare il signore
sulla porta, non riconoscendolo al momento e chiedendo il motivo non
pernottato per quell'udienza in privato col ministro del tesoro: < In cosa
posso servirla, signore? Vuol dirmi il motivo per una udienza col signor
ministro? > avendo un notes in mano da trascrivere la richiesta, aspettava
una spiegazione plausibile del signore sulla porta dell'ufficio in aspettativa.
< Ma come signorina? Lei molto amica dal governatore della
Tessaglia. Appena prima al telefono? Non l'hanno informata al telefono,
della mia udienza con il ministro del tesoro? Ahimè non c'è collaborazione
qui!... Mi faccia passare e non si preoccupi a cosa dovrà raccontare dopo al
governatore Papalos... despinis signorina! > bloccandola stupita e sorpresa
da tale rivelazioni, avendo appena prima ricevuto la telefonata dalla moglie
del rinomato governatore della Tessaglia, che la pregava di trovare subito
qui famosi e vecchi plichi. Quel sedicente governatore le aveva già dato
mesi prima una cospicua somma, tramutata in una graziosa villetta sulla
costa di Apollo. Come premio per una buona amicizia e collaborazione.
Pensando spaventata riconoscendo quell'ingegnere, che sapeva già tutto e
lei era implicata per bene? Perciò tento di agevolarlo e tentare di scoprire
la causa di quella visita inaspettata? Facendolo passare: < Prego si
accomodi! Spero che il dottore è disponibile a riceverla? > aprendo la
porta e annunciarlo al ministro. Mentre tentava di rimanere per scrivere o
119
stenografare qualcosa, oltre origliare. Ma il ministro la congedò subito,
cosa non abituale come stenografa a servire per bene l'anziano ministro in
ogni momento. Ma al momento la disorientava maggiormente.
< Buongiorno dottore! > espose Alexandre dirigendosi deciso alla sua
scrivania a salutarlo. E spiegare sul veloce la sua presenza inaspettata al
ministero: < Dottore penso che qualcosa dei misfatti capitati su alla
miniera, l'ha già sentita vociferare nei meandri del parlamento, tra uscieri e
segretari un po' troppo scaltri? Sulle notizie dello scoppio in galleria, da far
franare e coprire la facciata e dimostrare che non c'è più nulla da fare? Ma
ci sarà poi, appena dopo chi vorrà comperare un po' tutto per poco prezzo.
Giusto dottore? > espose Alexandre tranquillo, sapendo che il dottor
Koperis non era il tipo da salamelecchi e comprendeva la situazione che il
giovane ingegnere si trovava al centri del tornado. Nel spiegare: < Ecco
perché l'ho lasciata fuori la segretari. L'ho beccata l'altro giorno, a frugare
negli scantinati tra le carte e mi ha raccontato una fiaba, per giunta storta!
Sarà una cosa che dovrò rivedere dopo... Prosegua pure, mi piacciono le
vecchie storie intrigose... Mi piacciono da morire! >
< Non per fare lo spione, ma mi sono rotto per bene ad essere onesto!
Appena prima la despinis la sua segretaria, stava confabulando al telefono
con la moglie del governatore Papalos? L'avrebbe accontentato nel
trovargli quei famosi documenti nel vostro archivio. E se mi permette
informarla dottore: Stanno cercando le copie degli altri documenti sulla
concezione della miniera ai miei trisnonni, giusto? Che lei gentilmente mi
aveva dato una copia e io lo ben nascosta per fortuna. Ma ieri hanno
tentato ti cercarla in casa della mia ragazza sequestrandola e legandola, per
trovare tale copia. Comprende fin dove arrivano per farsi la grana facile a
scapito di altri che sgobbano a scavare l'oro dalla miniera onestamente?
Accidentaccio! > sbottò incavolato. < Tre poliziotti al servizio del
governatore, infiltrati a Trikala, avevano per sbaglio preso dalla mia borsa
dei vecchi attestati sulla miniera, ma non quelli giusti da me nascosti?
Perciò non trovandola e avendo senz'altro sentito che vi sono altre copie in
giro, stanno facendo pressione alle sua segretaria di trovare le altre due
coppie per averle in possesso. Dato che il governatore della Tessaglia, ha
trovato dei prestanome, da intestare un po' tutto? Poi più avanti riattivare la
miniera altrimenti, bloccata al momento e versare allo stato poco o niente
del ricavato dell'oro, che io ho calcolato ingente nelle mie ricerche. Perciò
il restante verrà estrapolato dalla miniera con altri minatori che
giungeranno dall'estero, per una maggior sicurezza che nessuno veda o
120
parli, e spedirlo altrove, in luoghi più redditizi. Questa è la mia
convinzione, dopo tanti attentati perpetrati a puntino, sostituendo le Vostre
guardie e gli ufficiale al controllo. Corrompendo chi si accoda per una
giusta causa ad arricchirsi a spese di altri che sgobbano onestamente!
Chiaro la mia esposizione Dottore? Sono stufo di essere preso in giro! >
< Acciderba ragazzo mio! Hai messo decisamente il dito nella piaga.
Noi qui, avevano dei dubbi seri, ma senza prove tangibili. Ma ora con la
tua testimonianza possiamo intraprendere delle contromisure? >
< Guardi dottore che a Trikala il maresciallo Cosmis della polizia, di
stima ineccepibile ha già arrestato dei complici dentro la polizia e lì tiene
in disparte ad evitare che un tenente amico del governatore inviato apposta
a Trikala per controllare un po' tutto. Comprende? > espose nel provare ad
informarlo sui fatti accaduto il giorno prima. < Senz'altro qui dal suo
ufficio qualcuno compiacente, gli avevano detto che io ne possedevo una
copia e avendo trovato delle vecchie carte della miniera nella mia borsa, li
hanno rubate portandole al governatore. Ma senz'altro lui, aveva capito che
non erano quelle le carte rubate e giuste. Pertanto erano tornati a cercarle,
magari qualcuno sarà già venuto qui ad Atene e tentare di seguirmi,
avendo detto forte in case, capendo che vi erano delle microspie piazzate.
Perciò tenteranno di sequestrarmi per indirizzarli in che banca li ho
nascosti. Magari con la convinzione di un ricatto come scambio con la
mia donna sequestrata e in mano loro? Ma non sanno che il maresciallo
Cosmis, ha preso loro per bene in trappola e non in centrale di polizia. Ma
al momento sono ben nascosti aspettando di consegnarlo alla giustizia.
Dottore! Comprende in che casino sono finito e lei può bloccare la fuga
degli altri documento e permettere che il governatore possa comperare per
poco, dallo stato quella miniera che frutterà milioni in oro zecchino? >
< Accidenti ragazzo mio! Come sei deciso e tenace ad escogitare
simili trappole. Aspetta! Ora avviso la sicurezza nazionale. Il colonnello
Zados, capo della sicurezza qui al parlamento ed è l'unico che può
prelevare i vari ministri disobbedienti e trarli in arresto. Ne ho anche io
una tale barba di essere preso in giro!... > premendo il pulsante di chiamata
e subito la segretaria accorreva: < Comandi dottore! >
< Signorina mi chiami il piantone fuori in corridoio! > ordinò deciso.
Appena il piantone entrò in ufficio, il dottor Koperis gli ordinò con tono
secco: < Rintracci per cortesia il colonnello Zados! La despinis signorina
Pitton è in arresto per spionaggio! Chiudetela nella stanza interrogatorio.
Potete andare adesso! > mentre il militare prendeva in consegna
121
l'impiegata e uscivano dall'ufficio, si sentiva le lamentele della donna
scoperta a non aver fatto il proprio dovere ai danni dello stato.
Nel frattempo Alexandre riceveva una telefonata dal maresciallo, che gli
comunicava di aver i nominativi dei cattivi e lì avrebbe inviare subito via
fax, direttamente al capo direttore della tesoreria di stato. E prontamente
Alexandre spiegava al dottore che erano in arrivo i nominativi verbalizzati
dalla deposizione veritiera, degli arrestati a Trikala e tradotti alle carceri..
Appena dopo il colonnello Zados della sicurezza interna entrava nella
stanza del ministro del tesoro: < Dottore problemi nel suo dicastero? >
< Venga colonnello, le presento l'ingegnere Alexandre Doukas il vero
proprietario della miniera su a Trikala, Aspetti, stanno arrivando dei fax da
Trikala con i verbali delle persone coinvolte nella grande truffa allo stato
ellenico e desidero che ne prenda atto immediatamente da trarre in arresto
tutti questi signori e li consegni alla giustizia, nel più breve tempo
possibile. Prima che qualcuno prendano il volo? Mi Dispiace per il
governatore della Tessaglia che si è lasciato prendere la mano,
dall'ingordigia a tentare di rubare l'oro che incrementerà la prossima
produzione nella miniera. “La miniera del pozzo vuoto”, a Trikala.
Pertanto Colonnello bisogna prendere severe decisioni e ripristinare la
questione. Avviserò il presidente di tale frode perpetrate a scapito dello
stato. Da parte di ministri associati a sconvolgere la sicurezza nazionale...
Ecco i fax con una bella sfilza di nominativi pronti per essere
impacchettati a dovere per la giustizia. Questa sì che mi piace, quando si
fa sul serio a ridare le fiducia e la giusta giustizia a chi se lo merita... >
Nel giro di poche ore un capillare rastrellamento per tutta la nazione, ad
arrestare tutti i componenti e poi sarà la corte suprema a giudicare e
122
contestare i tanti reati commessi degli associati ai danni dello stato. Con
l'accusa di omicidi, sequestri e truffa aggravata, sottrazione dei beni ai
danni del patrimonio dello stato. Insomma un sacco di imputazioni da
esserne poi impossibile da scrollarseli d'addosso le tante colpe.
Dopo le prime deposizioni rilasciate da Alexandre alla polizia di stato,
aveva parlato con Monike al telefono. Lei le spiegava, che era in auto
assieme al maresciallo Cosmis e la stava portando all'aeroporto per venire
ad Atene a testimoniare nelle prossime udienze e ad evidenziare i tanti
verbali da sottoscrivere e firmare come testimone capillare. Ed una prima
deposizione delle tante da fare davanti ai procuratori egiudici dello stato.
In attesa dei trasferimento degli arrestati dalle carceri di Trikala alle carceri
di stato in Atene, sotto stretta scorta dal maresciallo e poliziotti fidati.
Alexandre era corso in aeroporto a ricevere la sua adorata ragazza, felice
per quella visita inaspettata dopo il temporale scoppiato a sorpresa. Con la
speranza che ritorni finalmente il bel tempo anche per loro. Mentre lei
felice nel vederlo all'uscita dall'aereo, lui la prendeva per mano e via fuori,
nel dirigersi in città a festeggiare. La loro felicità era espressa sui loro visi,
proprio come due ragazzini appena scappati via dopo aver fatto una
marachella, ma in buona fede. < Dove mi stai portando Amore! > le
123
domandò raggiante di felicità ritrovata finalmente dopo la buriana.
< Tranquilla amore!... prendiamo un taxi e ci faremo portare in un bel
posto tranquillo. Io e te soli! Seguimi ragazza mia!... Il mare ci aspetta per
una bella nuotata assieme in solitudine e solo il gracidare dei gabbiani
attorno... Desidero rimanere un poco con te... Sei d'accordo? >
< Wauh! Che bella trovata amore! Ci sto e ho anche il costume
addosso, Già lo immaginavo nel leggerti nel pensiero. Fin da quel giorno
in auto, ricordi? Mentre pranzavamo e mi hai espresso: Che voglia di fare
un bagno soli sulla spiaggia.... Bene io sono pronta. Andiamo! >
< Hai ragione, lasciamo per un momento tutti i problemi alle spalle....
Taxi!... > alzando il braccio a fermarne uno di passaggio: < Alla spiaggia
di Glifàda, per cortesia sofèr. Grazie Efkharistò! >
< Che meraviglia siamo proprio soli! Abbiamo questo mare tutto per
noi. Grazie amore! Me lo ricorderò per sempre questo bel momento! >
< Devi dire, ce lo ricorderemo a rammentarcelo nella nostra bella
vecchiaia assieme... Giusto? Ti voglio bene e ti desidero amore!... >
< Ha chi lo dici ragazzo mio. Il più bel padrone della miniera del
pozzo vuoto... Ti amo tanto! >
Lètos
Fine
124
I personaggi, avvenimenti e luoghi descritti, e le fotografie
elaborate, sono puramente casualmente inserite nel romanzo.
Pierantonio Marone ringrazia, le lettrici e i lettori che hanno
trascorso qualche ora a leggere le mirabolanti avventure
dei giovani personaggi.
Fine Tèrma
Fine
Lètos
Siamo proprio giunti alla fine.
125
Romanzi inseriti sul Web
Romanzi d'amore e d'avventura sono disponibili sul
mio SitoWeb gratuitamente in formato - PDF - ebook
1968 - Sahadja - Hilde
1970 - Un amore diverso
1974 - Viaggio al Sud
1980 - Rincorrere il rischio
1983 - Per colpa di uno stupro
1990 - Il dolore fatuo della riviviscenza
1996 - Far West - La mappa scomparsa
1997 - Anche i clown si spogliano
1999 - L’identità perduta
2006 - L’ardua risorsa
2007 - Memorie confuse del passato
2009 - Un fluttuare di un fico nella notte
2009 - La ragazza del lago Maggiore
2010 - Venti anni e un giorno per vivere
2010 - Futili pensieri a Wadi-Rum
2010 - La vita è come un grande gioco
2010 - Viaggio inaspettato
2011 - Le vie del Signore sono infinite
2011 - Pura fatalità
2011 - Una fermata di troppo
2011 - Un legame difficile
2011 - Oltre il riflesso l'inganno
2012 - Perché l'hai fatto?
2012 - Stagioni da ricordare
2012 - Valida soluzione
2012 - Il fuoco non perdona
2012 - Il verde profondo della foresta
2012 - L'ereditiera scomoda
2012 - L'attesa primavera
2013 - Viaggio a Lourdes
2013 - Tutto da rifare
126
febbraio
2013 - Merorie confuse e un po' contorte
2013 - Camille
2013 - Sotto un cielo stellato
2013 - Karim il vichingo
2013 - Tutto è possibile
2013 - Sole rovente
2013 - Insidie pericolose
2013 - Bersaglio mobile
2013 - Racconti del passato
2014 - Fuga complicata
2014 - Senza destino
2014 - Vacanza complicata
2014 - Complice il ritratto
2014 - Ritorno alla vita
2014 - Lo scrigno conteso
2014 - Las leyenda misteriosa an Machu Picchu
2014 - Qualcosa di sbagliato
2014 - Quella panchina vuota
2014 - Una particolare situazione
2014 - La lotta per la pagnotta
2015 - Quei fiori sulla scogliera
2015 - La custode del faro
2015 - Una questione di classe
2015 - La cosa più bella che ho di te
2015 - Se fosse Vero?
2015 - Le ore che non passano a Chengdu
2015 - Inquietante destino
dicembre
gennaio
marzo
aprile
maggio
giugno
luglio
agosto
settembre
ottobre
novembre
dicembre
gennaio
marzo
aprile
giugno
luglio
agosto
novembre
SitoWeb: Pierantonio Marone
http://erosmenkhotep.altervista.org/
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Pierantonio Marone
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