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Bradley Cooper - Cinematografo
rivista del MENSILE N.3 MARZO 2013 € 3,50 cinematografo dal 1928 fondazione ente dello spettacolo TM SPECIALE La grande abbuffata L’Italia che non cambia. La parola a chi fa la Commedia Raimi lascia horror e supereroi per sfidare Il mago di Oz Il lato positivo dell’anno, con Jennifer Lawrence premiata dall’Academy Bradley Cooper UBRIACO D’AMORE Dimenticate le sbornie da Notti da leoni: il suo Lato positivo è super romantico EMMA STONE Femme fatale per Gosling, voce ribelle in Croods OSCAR 2013 Tanto rumore per nulla. Ha vinto Argo di Ben Poste Italiane SpA - Sped. in Abb. Post. - D.I. 353/2003 (conv. in L. 27.02.2004, n° 46), art. 1, comma 1, DCB Milano Il fantastico mondo di Sam rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 4 -56!"6! In copertina Bradley Cooper Punti di vista Segui l’Ente dello Spettacolo anche su FACEBOOK Fondazione Ente dello Spettacolo: 78 Tertio Millennio Film Fest: 78 YOUTUBE 999: 8; TWITTER 99998 FACEBOOK Cinematografo.it:78 Rivista del Cinematografo: 78 L’eredità di Sordi E’ stato marchese, borghese, soldato, medico, maestro e molto altro tutte le maschere della nazione, incarnandone di volta in volta tic, umori, slanci ideali, vizi e virtù. “Storia di un italiano”, si è detto, per illuminante galleria di “ritratti” che ha accompagnato mezzo secolo di storia del cinema e del paese, allungandosi come un vestito antropologico sul corpo di diverse generazioni. A dieci anni dalla morte è doveroso non solo non dimenticare Alberto Sordi, ma rendergli il posto giusto nella memoria. Mitizzato dal pubblico più snobbato da una critica ideologica a ragione di quegli stessi personaggi (medi, mediocri, mostruosi certo, ma indiscutibilmente “nostri”), Sordi si è ripreso la rivincita nel tempo. DIRETTORE RESPONSABILE Dario Edoardo Viganò CAPOREDATTORE Marina Sanna REDAZIONE Gianluca Arnone, Federico Pontiggia, Valerio Sammarco CONTATTI [email protected] ART DIRECTOR Alessandro Palmieri HANNO COLLABORATO Angela Bosetto, Orio Caldiron, Anita Ceccarelli, Gianluigi Ceccarelli, Silvio Danese, Alessandro De Simone, Adriano Ercolani, Simona Falcone, Bruno Fornara, Antonio Fucito, Miriam Mauti, Massimo Monteleone, Franco Montini, Morando Morandini, Marta Morgante, Luca Pellegrini, Manuela Pinetti, Simone Porrovecchio, Angela Prudenzi, Marco Spagnoli REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE DI ROMA 4!56< =5> "$?@<5!68<86H STAMPA JJ$K-@=-Q Pomezia (RM) W6! MARKETING E ADVERTISING ; 7X-YQH-6Q>[ J6-5!Q6H!W\6-5!Q6H!6- @!!<-<Q65H -] 7 DISTRIBUTORE ESCLUSIVO ME.PE. Milano ABBONAMENTI ^^?4[;4J?K;$Y_JY% #! ABBONAMENTO PER L’ESTERO (10 numeri) 110 euro @8@5=<56H-W"; PER ABBONARSI ] J>=><=6 PROPRIETA’ ED EDITORE PRESIDENTE Dario Edoardo Viganò DIRETTORE Antonio Urrata UFFICIO STAMPA COMUNICAZIONE E SVILUPPO Franco Conta - [email protected] COORDINAMENTO SEGRETERIA Carlo Verdone guarda con rispetto Alberto Sordi il grande Documentari (Alberto il grande di Carlo e Luca Verdone), mostre (Alberto Sordi e la sua Roma, !"# strade a lui dedicate, dicono dello straordinario $ riconoscenza che buona parte del mondo della cultura sa di dovergli ancora oggi. La nostra ricognizione sulla commedia è anche un indiretto omaggio a un attore che della commedia italiana è stato non solo volto ma anche “interprete”, %& # medium. Contraddizioni, pulsioni, rovelli sommersi “passavano” da lui, dalla sua mimica, e attraverso lui si rivelavano, esistevano. Dagli attori agli autori, misurare la distanza tra la commedia di ieri ' * + nelle arcinote vicende produttive e di consumo, ma anche lungo " -" "" " senza risolvere problemi, sentiva di doverli portare allo scoperto. I panni sporchi. Alla politica il compito di riesumare quel paese. Alla cultura - quindi al cinema - il dovere di indirizzarlo. Alla pantomima di una comunità rimossa diciamo basta. E’ arrivata l’ora di girare un Marisa Meoni - [email protected] DIREZIONE E AMMINISTRAZIONE `K>-><$-J>=><=6 W\>=><=66-"] entespettacolo.org Associato all’USPI Unione Stampa - Periodica Italiana Iniziativa realizzata con il contributo della Direzione Generale Cinema - Ministero per i Beni e le Attività Culturali Y H==6< MARZO 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 5 8 days of Persol Dimitri Coste - Director PO 649 persol.com Day 1: Inspiration SOMMARIO MARZO 2013 18 Morandini in pillole 30 10 12 Glamorous 16 Colpo d’occhio 18 Romania d’Oro Child’s Pose di Netzer vince Berlino. E la stampa si lamenta del festival 22 COVER STORY Il Bradley positivo Cooper sorprende con Silver Linings Playbook e rivela: “Stravedo per P.T. Anderson” Sam Raimi 26 James Franco è Il grande e potente Oz, Bryan Singer insegue Il cacciatore di giganti IL MAGO DI OZ 10 50 30 Sam Raimi Rifare il capolavoro di Fleming: “La mia sfida più importante” 35 Recensioni, anteprime, colpi di fulmine 50 Emma Stone Femme fatale in Gangster Squad, primitiva animata nei Croods di Chris Sanders ARGO BATTE LINCOLN 26 53 SPECIALE Emma Stone IL CACCIATORE DI GIGANTI Che cosa è successo alla commedia, Abusivi a parte? 54 Buongiorno notte 57 Poche storie, c’è crisi 60 La banda del buco 62 Giallini contro tutti 64 C’eravamo tanto amati 66 Pensierini 68 Ritratti Massiccio e sfrontato: John Garfield suona sempre due volte 72 Dvd & Blu-ray Reality, Skyfall, Bella addormentata e cofanetto Volonté 78 Borsa del cinema 68 53 80 ITALIA: POCO DA RIDERE 82 Colonne sonore MARZO 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 7 Morandini in pillole di Morando Morandini Fine pen[n]a mai Fuori/uscite (2) Indignez-vous! Nato a Berlino nel 1917, morto a Parigi il 27 febbraio 2013, Stéphane Hessel acquisisce nel 1937 la nazionalità francese. E’ l’anno che prelude all’avventura atroce che trasfor d’adozione, coprendo di vergogna la civiltà che rivendicano. Nel dicembre 2010 alle Indigéne éditions di Montpellier esce un libretto di 61 pagine che nell’aprile 2011 arriva alla sua 4° edizione e alla 1° in italiano: Indignatevi! (ADD Editore, Torino). E’ tradotto in molte altre lingue e diventa il manifesto di una " " " 4 2011 lo stesso editore pubblica Danza con il secolo, edito in Francia nel 1997, dal quale stralciamo il frammento di un capitolo sull’Africa: “[...] C’era un elefantino di sei mesi che era stato trovato dopo il massacro dei genitori da parte dei bracconieri ghanesi e con cui si poteva giocare. Non troppo però perché non deve abituarsi alla presenza dell’uomo. Il direttore della riserva sperava di farlo adottare da una famiglia di elefanti quando avesse raggiunto i due anni di età. Il punto culminante della nostra escursione fu l’incontro, nel cuore della savana, di un gruppo di pachidermi. La nostra guida, che ne aveva avvertito la presenza ben prima di noi, fece fermare le automobili e ci condusse in riva a un ruscello. Subito dopo aver sistemato la telecamera, vedemmo il gruppo, cinque esemplari adulti e due cuccioli, attraverso il terreno brullo, fermarsi davanti a noi, a qualche decina di metri. Rassicurati dal corso dl’acqua, che ci divideva da essi, alzarono le proboscidi con un movimento maestoso che probabilmente indicava sia un avvertimento che una specie di aiuto. Uno spettacolo commovente. I berlinesi invece trovarono tutto molto naturale e tennero soltanto i pochi + Stéphane Hessel (1917-2013) (da Danza con il secolo di Stéphane Hessel, Add Editore, Torino pagg. 384) Crepuscolo o alba? Rileggere Stéphane Hessel: Indignatevi! e Danza con il secolo “Pierre Thuillier prevede una grande ‘implosione’ di tutta la civiltà occidentale, ormai incapace di concedere alla poesia il posto che le spetta. Ho quindi posto la domanda al mio angelo custode: ‘Mi hai sottratto a tanti pericoli, concesso tante gioie, inebriato così spesso di poesia. Era per impedirmi di vedere la lebbra che consuma i miei simili, il disincanto del mondo e la sua corsa __4 "+%# VISIONI FORZATE E INDULTI CRITICI +^^ ^X+STOP Il destino nel nome: per Amour solo la statuetta al ^9Zero e mezza (montaggio sonoro ex-aequo con Skyfall). STOP Il lato positivo: sul palco del Dolby Theatre, s’è visto ' ' Y9 STOP Terzo Oscar da attore protagonista, mai nessuno come lui: non male per un ex ciabattino a W"STOP"9J Christoph (ri)balla l’Oscar con Quentin. STOP Oscar italiano? Dario Marianelli ripiega lo spartito, tocca `STOP Ang Lee? Muove mari (Vita di Pi) e monti (Brokeback Mountain), ma sempre miglior regista è. STOP*9 + la debacle agli 85esimi Academy 9 bocca al suo Lincoln. STOP L’Argo che sfonda o lungo (Lincoln) che affonda? STOP I Dreamed a Dream: _ 9: STOPJ:-Y9Y Waltz e Tarantino: repetita iuvant? STOP The Master a bocca asciutta: e lo chiamano padrone? STOP Michelle Obama scippa Sally Field: la First Lady degli Oscar è lei! STOP Corto è ^%7#%Y# ALMOST (IN)FAMOUS: DALLE STALLE ALLE STARLETTE Il principe abusivo: Emanuele #### Promised Land: incassi alla mano, si sospetta un miraggio. #### Italia, 2013: Il principe abusivo supera i 9 milioni, la realtà ogni immaginazione #### Pinocchio subito primo al @ #### Studio illegale, Principe abusivo #### Die Hard – Un buon giorno per morire, un po’ meno per incassare. Federico Pontiggia 8 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo MARZO 2013 LA TERRA È UN RICORDO PER CUI VALE LA PENA COMBATTERE D A L R E G I S TA D I TRON: LEGACY DA GIOVEDÌ 11 APRILE AL CINEMA W W W. O B L I V I O N - I L F I L M . I T /O B L I V I O N I T /O B L I V I O N I T IMAX® IS A REGISTERED TRADEMARK OF IMAX CORPORATION Hollywood premia Argo degli 85th Academy !" Kathryn Bigelow e #$% gli attori oscarizzati e Steven Spielberg La lunga strada dorata di Argo porta all’Oscar: " " Bigelow, ma non trionfa nessuno di Federico Pontiggia Chi Ben Comincia... Argo$_5< edizione degli Academy Awards, e chi l’avrebbe detto? Tutti. vittoria stra ' ^7 _" ? W_ _@-:9 per risolvere la crisi degli ostaggi di J_H= più pastorizzato e indolore di uno Zero Dark Thirty%\aequo) rimasto prevedibilmente a bocca asciutta, con gli ossequi dell’Agenzia. " colpo per (i) Maya. Lincoln di Spielberg, che concretizza solo due – Daniel DayY9 " – delle dodici nomination. Chissà che ha > @ contro l’abolizione della schiavitù, oppure voti, gli incarichi governativi e i privilegi 10 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo MARZO 2013 "Y - a chiunque abbracciasse la causa abolizionista? A secco anche The Master – mutatis mutandis, un altro Zero Dark Thirty a prendere più statuette è Vita di PiYBrokeback Mountain, ancora miglior regista, e scusate se è poco. Forse, c’è lo zampino del co"@ gli Usa devono molto. Da registrare anche i bis di Quentin Tarantino, per la sceneggiatura originale dello schiavo @" Bastardi senza gloria e Django Unchained, sempre miglior non protagonista è, alla J:Y %Lincoln) e De Niro (Il lato positivo). Tu chiamalo se vuoi voto di scambio. J Lawrence – troppa grazia Sant’Academy? - protagonista de Il lato positivo e 9:Les Misérables' 5<? [ $ l’Amour[7 straniero, e suona riduttivo. EL DESEO PRESENTA UN FILM DI ALMODÓVAR ANTONIO DE LA TORRE HUGO SILVA MIGUEL ÁNGEL SILVESTRE LAYA MARTÍ JAVIER CÁMARA CARLOS ARECES RAÚL ARÉVALO JOSÉ MARÍA YAZPIK GUILLERMO TOLEDO JOSÉ LUIS TORRIJO LOLA DUEÑAS CECILIA ROTH BLANCA SUÁREZ IN ORDINE DI APPARIZIONE produttore AGUSTÍN ALMODÓVAR prodotto da ESTHER GARCÍA musiche di ALBERTO IGLESIAS montaggio di JOSÉ SALCEDO direttore della fotografía JOSÉ LUIS ALCAINE SCRITTO E DIRETTO DA PEDRO ALMODÓVAR WARNERBROS.IT FACEBOOK.COM/GLIAMANTIPASSEGGERI Ultimissime dal pianeta cinema: news e tendenze glamorous a cura di Gianluca Arnone Academy in rosa &'(( ( ) va in scena sul sagrato del Dolby Theatre %* %( brillocchi e pailettes penzolano e stillano dalle silhouette gommose di star che + , *-/!4+64 (+ -4 9;/ ((9( %!< (( / 12 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo MARZO 2013 ; / Halle Berry =4;/ Zoe Saldana > %! Amy Adams MARZO 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 13 glamorous Keith Urban e Nicole Kidman Channing Tatum e Jenna Dewan-Tatum Helena Bonham Carter e Tim Burton 14 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo MARZO 2013 Michael Douglas e Catherine Zeta-Jones George Clooney e Stacy Keibler Jennifer Aniston e Justin Theroux È RARO CHE UN FILM RAGGIUNGA UN TALE LIVELLO DI INTELLIGENZA E UMANITÀ LE MONDE UNA STORIA APPASSIONANTE E CREDIBILE A FAVORE DELLA PACE LIBÉRATION TEODORA FILM E SPAZIOCINEMA PRESENTANO UN FILM DI LORRAINE LÉVY EMMANUELLE DEVOS PASCAL ELBÉ JULES SITRUK MEHDI DEHBI AREEN OMARI DAL 14 MARZO AL CINEMA KHALIFA NATOUR PER VISUALIZZARE I CONTENUTI EXTRA DEL FILM SCARICA L’APP DI AR-CODE E INQUADRA L’IMMAGINE colpo d’occhio FESTIVAL DEL MESE a cura di Massimo Monteleone Y@W"^ !^W FILM MEETING BIF&ST 1 BERGAMO XXXI edizione dell’autorevole 5 IV edizione del Bari vetrina del cinema indipendente internazionale, con anteprime. - partecipano per l’assegnazione del premio Bergamo Film Meeting. In programma anche omaggi e retrospettive. Località Bergamo, Italia Periodo =-H" Tel. %!<#!>!5H * Mail ] Resp. Angelo Signorelli Hollywood update: dal Assange all’intrigo 2.0 di Mann. E’ nato ' INTERNATIONAL 2 ANKARA FILM FESTIVAL E’ esplosa % guerra tavolta non ci saranno al valore. La guerra è orchestrata da server remoti, condotta da generali in capo di elettro-bombe e cavalli di Troia. E’ esplosa la cyber guerra, l’estensione della lotta nel dominio della Rete. Sempre più pervasiva, tentacolare, S 16 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo MARZO 2013 International Film Festival. In concorso lungometraggi, cortometraggi. Anteprime e ospiti del cinema nazionale e internazionale. A Fellini e a Sordi saranno dedicate due grandi retrospettive. " cittadini, Stati. Tutti contro tutti. Che la questione sia assai seria lo si è capito quando si è "_ cinese - la Cina disporrebbe dei 7" - ai danni dell’industria e della ? :- : programma. Ma la vera partita è segreta, spionaggio aggiornato alla geopolitica di Matrix;:9 biopic su Assange (The Fifth Estate), arriverà l’intrigo digitale [[% senza titolo). Prime avvisaglie :7 $ G.A. XXIV edizione per la " a cui partecipano produzioni turche (lungometraggi, *+ d’animazione). Proiezioni di opere internazionali non in concorso. Località 7J Periodo Q-6Q" Tel.%=-!6#Q>5HHQ< *7 Mail ]7 org.tr Resp. `7;7 Località Bari, Italia Periodo >-6!" Tel. !=!-5=<<= * Mail "] Resp. Felice Laudadio FLORENCE KOREA FILM FEST " internazionale di cinema e cultura della Corea del Sud, unico nel suo genere Q Previsti anche cortometraggi, retrospettive, dibattiti sulla ed eventi collaterali. Ospite d’eccezione la star asiatica Jeon Do-yeon. Località Firenze, Italia Periodo <-6Q" Tel.%<<#<Q5<> *7 YOUNGABOUT FILM FESTIVAL " carattere competitivo, ideato e organizzato dall’associazione culturale Gli Anni In Tasca. E’ dedicato agli adolescenti e ai giovani – spettatori, interpreti e giurati. Sezioni per lungometraggi e cortometraggi. K97 Località Bologna, Italia Periodo 5-6Q" Tel.!Q<66<6! * youngabout.com Mail : ] Resp. Olga Durano, Angela Mastrolonardo Mail ]7 Resp. Riccardo Gelli LES JOURNEES DU CINEMA QUEBECOIS EN ITALIE X edizione, dal titolo WK 8W Plurale, della rassegna a cura dell’Institut Français di Milano contemporanea del Quebec. Stavolta è l’occasione unica per conoscere la produzione delle nuove cineaste del Quebec attraverso lungometraggi, corti e documentari, inediti in Italia. Località Milano, Italia Periodo 6-6!" Tel. %6#Q5<== * - com Mail ] Resp. Joe Balass ARBOR FILM 4 ANN FESTIVAL 8 FESTIVAL INTERNATIONAL DE LI edizione della longeva rassegna internazionale competitiva, specializzata nelle opere indipendenti, sperimentali e d’animazione, corti e lungometraggi. Località Ann Arbor (Michigan), USA Periodo =-6Q" Tel.%-H!Q#==<<!<> * Mail ] Resp. Maria Feldman FILMS DE FEMMES XXXV edizione del noto donne registe. Le novità sono "% a soggetto, documentari e corti). Località @W Periodo 66-!" Tel. %!!-#Q=5!5=5 * Mail ]9 Resp. 7^ 3 6 7 berlino 63 ORO RUM Al festival tedesco vincono Child’s Pose di Netzer Belle storie, ottime sceneggiature di Marina Sanna foto Pietro Coccia 18 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo marzo 2013 F ilm gelido e non conciliatorio, Child’s Pose di Calin Peter Netzer poggia su un meccanismo che funziona alla perfezione. Come si fa a raccontare una relazione così abusata da cinema e letteratura, il rapporto tra la madre padrone e il figlio unico, viziato e crudele, senza perdersi nei cliché, déjà-vu ecc ecc.? L’Orso d’Oro di Berlino 2013 ha una sceneggiatura di ferro, dialoghi taglienti, la costruzione di personaggi e dei loro sub plot, che li rendono più autentici delle persone a cui si ispirano. Dando respiro e prospettiva alla storia: Cornelia vive in una ENO e il docufilm di Tanovic. marzo 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 19 berlino 63 società rumena neppure immaginata finora al cinema, una middle class di architetti, medici, parlamentari, consiglieri. Ricoperti di animali morti e oro fino ai denti, che vivono spensieratamente la corruzione endemica di un Paese, in cui anche gli onesti sono costretti a piegare il capo. “Meravigliosa creatura” canta Gianna Nannini sui titoli di coda, perché Barbu (Bogdan Dumitrache) è l’amore di mamma Cornelia, Luminita Gheorghiu, grande attrice e protagonista assoluta di Child’s Pose, che Teodora distribuirà in Italia. Viene in mente New York Stories, il formidabile Edipo relitto firmato Woody Allen. Si respira odore di madre fino alla nausea. Ma dalla commedia si passa subito al dramma: Barbu ha investito e ucciso un bambino. Cornelia compra il silenzio di chiunque e alla fine piange per davvero mentre lo sguardo si ferma sul figlio, sangue del suo sangue e inguaribile vigliacco. Al contrario An Episode in the Life of an Iron Picker di Danis Tanovic, che si è portato a casa due premi - la giuria e il migliore attore Nazif Mujic - trasuda empatia. Senada ha due figlie. Un terzo è in arrivo e il marito Nazif riesce a malapena a sopravvivere come raccoglitore di ferro, ossia corre avanti Paulina Garcia migliore attrice, Tanovic premio della Giuria. A destra Luca Marinelli (Shooting Star). Sotto il film di Tanovic, gli attori di Pardé e David Gordon Green con l’Orso per la regia La stampa tedesca ha attaccato la Berlinale definendola di serie B. Ci sono stati anni peggiori 20 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo marzo 2013 e indietro per cercare pezzi da vendere. Un giorno trova Senada rantolante per terra. Incomincia l’odissea per arrivare al pronto soccorso più vicino: la donna ha avuto un aborto spontaneo e ha in grembo un feto morto di cinque mesi. Le condizioni sono critiche e deve essere operata immediatamente ma non ha un’assicurazione sanitaria statale, l’ospedale chiede 980 marchi bosniaci (500 euro). Senza soldi, niente intervento. Tanovic filma senza aggiungere nulla, Senada (Alimanovic) e Nazif (Mujic) sono i loro veri nomi, lo squallore è reale dalla prima all’ultima scena. Tra finzione e realtà si inserisce il terzo film, dal punto di vista politico il più importante del festival: Pardé di Jafar Panahi, premio per la sceneggiatura, interessante, certamente non la migliore. Che ci mostra uno scrittore (Karbuzia Partovi, qui attore e coregista) in una casa vuota. Dalla sua valigia esce Boy, cagnolino molto intelligente. Insieme si stabiliscono in quegli spazi, non prima di aver ‘blindato’ porte e finestre con panni neri. Nessuno deve sapere dove sono, il motivo lo scopre suo malgrado anche Boy: in televisione fanno vedere decine di cani massacrati perché considerati animali impuri. La routine del protagonista viene interrotta dall’arrivo di due ragazzi: fuggono dalla polizia. Lei rimane, il fratello promette di tornare. Nelle ore successive la giovane perseguita l’uomo senza sosta. Poi sparisce e ritorna come un fantasma. Lo scrittore ha paura, non riesce a finire il lavoro, si nasconde in un rifugio segreto. E qui entra in scena Panahi, che prende il suo posto. Quella villa è sua, alle pareti ci sono i poster dei suoi film, reliquie del passato. Riappare la donna che lo avvisa “Non aspettare ancora”. In una delle scene più malinconiche vediamo il regista abbandonarsi al pensiero di annegare per poi tornare sui suoi passi e ritrovare la speranza. L’insofferenza è palpabile, l’urgenza di agire, di spezzare le catene, attraversa quest’opera clandestina girata con gli strumenti a disposizione: cellulare e camera digitale. Forse la meno decifrabile, sicuramente la più personale. La stampa tedesca ha attaccato la Berlinale (e i premi), proprio quando la selezione, seppur ondivaga, è stata la migliore degli ultimi anni. Non c’è pace per i direttori di festival. % DAL 14 MARZO AL CINEMA www.sinister-ilfilm.it www.kochmedia.it COVER STORY Bradley Cooper ALTROCHE OSCAR Dopo le Notti da leoni e il successo inaspettato delLato positivo, sono arrivate decine di progetti e la nomination dell’Academy. E lui confessa: "Mi basta e avanza. E' un premio assurdo" di Marina Sanna 22 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo marzo 2013 marzo 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 23 COVER STORY T Tre Hangover dopo (Una notte da leoni 3 uscirà quest’estate), Bradley Cooper non è cambiato. Il successo non ha avuto nessun effetto su di lui ma sul suo agente sì: “Quando saprà – racconta – che l’anno prossimo farò zero dollari, gli verrà un infarto”. Prima di Una notte da leoni, Bradley Cooper era uno dei tanti bei ragazzi in circolazione, seppur dotato di occhi azzurri splendidi, aveva già lavorato parecchio tra teatro, televisione (tra tutte la serie Alias di J.J. Abrams), e masticato un pò di cinema. Con Silver Linings Playbook (in Italia Il lato positivo) ha fatto bingo: il suo Pat è un personaggio che rimane scolpito nella memoria, non solo perché è bravissimo, e per dirla alla Bradley: “Se reciti bene in un bel film se lo ricordano tutti”. Soprattutto David O. Russell ha prodotto una commedia “nuova”. In cui si ride, si piange, si balla, si esce dalla sala con il cuore in mano e una musica in testa: la stessa che ossessiona Pat. Per gli americani è un anno d’oro, hanno ripreso le redini dell’industria cinematografica totalizzando un record al box office di 10.6 miliardi di dollari: si tratta della cifra più alta mai raggiunta dal box- 24 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo marzo 2013 office Usa. Per farlo hanno sfoderato coraggio e creatività, in ogni genere: storico, fantasy, politico, romantico. Il lato positivo è l’ennesimo fiore all’occhiello: impianto classico ma un taglio originale, 100 milioni incassati a fronte di un budget di poco più di 20. “David l’ha girato cercando il tono giusto - dice Cooper -, alternando i momenti drammatici e quelli comici, pensando al ritmo delle commedie di Billy Wilder”. L’inizio è inconsueto: Cooper di spalle che parla da solo. E’ in ospedale psichiatrico da otto mesi perché soffre di bipolarismo e non vuole curarsi con i farmaci. Per fortuna arriva la madre (Jacki Weaver) che lo riporta a casa, dove c’è il papà allibratore compulsivo (De Niro in forma smagliante). “Avevo già lavorato con Robert De Niro in Limitless, ora siamo diventati amici. E’ un attore straordinario e nella vita privata è una persona normalissima”. Ormai è una star, perché dice che non guadagnerà un dollaro il prossimo anno? Il successo è imprevedibile. All’inizio nessuno sapeva che Una notte da leoni sarebbe stato un franchise, che avrebbe avuto uno o più sequel. Con nostra sorpresa, anche di Todd Phillips, è diventato un blockbuster, e poi mi hanno offerto Il lato positivo, con un personaggio molto più complesso da interpretare. Ma Il lato positivo va benissimo al box office. Sì, in America ha spiccato il volo. Nel frattempo però ho girato The Place Beyond the Pines di Derek Cianfrane (in uscita da noi aa aprile, ndr). Una parte diversa: un poliziotto ambizioso che si scontra con Ryan Gosling, vedremo… Sta lavorando anche con Susanne Bier. Si intitola Serena, ancora con Jennifer Lawrence. Stavolta però siamo sposati (ride). L’abbiamo finito da poco. E’ un melodramma. Bob De Niro, David O. Russell e Jennifer Lawrence. A sinistra Bradley Cooper e il regista, in basso una scena de Il lato positivo E ha un altro progetto con David O. Russell: un thriller ambientato negli anni ’70. Sì! David è uno dei migliori, potete chiederlo a chiunque. E sono fortunato che voglia lavorare ancora con me. Penso che Il lato positivo sia il suo film più bello e non dimenticherò mai l’opportunità che mi ha dato di interpretare Pat. Perché? Per la profondità, la complessità delle emozioni che scorrono sotto la superficie. Le persone come Pat non hanno un processo neurologico che gli permette di filtrare i sentimenti come facciamo noi o crediamo di saper fare. Come ha fatto, allora? All’inizio mi sembrava una creatura di un altro mondo, così ho cercato di entrare in sintonia con lui. Ho un paio di amici intimi che soffrono di bipolarismo, il figlio di David non sta bene, e anche per questo si sente la “verità” della storia. David l’ha fatto per lui, per farlo sentire meno solo. Ho imparato tanto, pensavo fosse strano che un personaggio potesse darti qualcosa, eppure è stato così. Qual è il suo regista preferito? Paul Thomas Anderson. Le è piaciuto The Master? Moltissimo. Un capolavoro. Dopo Il lato positivo cambierà qualcosa nel futuro delle commedie americane? Lo sapremo presto perché ogni volta che un film ha successo si cerca di riproporre la “formula”. Sono molto curioso di vedere che cosa accadrà. Jennifer Lawrence ha vinto l'Oscar, lei ha avuto la nomination... Sono contento per Jennifer! Ma allo stesso tempo rimane un premio bizzarro. Non lo trovo logico. Dare un premio all’arte è assurdo: molti grandi attori non hanno avuto la nomination che meritavano. Toro scatenato non ha vinto l’Oscar e neanche Scorsese per quel film. Eppure è uno dei più % belli della storia del cinema. “David O. Russell è uno dei migliori in circolazione. Anche se il mio preferito è Paul Thomas Anderson” marzo 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 25 maghi e meraviglie Sam Raimi e Bryan Singer esplorano le leggende: ecco Il grande e potente Oz e Il cacciatore di giganti di Angela Bosetto 26 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo marzo 2013 marzo 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 27 maghi e meraviglie N Nella sua opera più celebre, L’eroe dai mille volti (1949), dedicata allo studio degli archetipi mitologici provenienti dalle varie culture, Joseph Campbell sintetizza con estrema chiarezza quale sia il compito del protagonista di ogni storia fantastica che si rispetti: “L’eroe lascia il mondo di tutti i giorni per avventurarsi in una regione di meraviglia soprannaturale”. Parcheggiata, almeno per il momento, la moda delle fiabe dark con protagoniste adolescenti alle prese con i propri tumulti emo-sessuali, Hollywood rispolvera la cara vecchia formula del fantasy avventuroso attira famiglie, nel quale un giovanotto qualunque finisce catapultato in un’epopea molto più grande di lui e, superati i pericoli (con stupore suo e di chi lo circonda), ne esce umanamente rinnovato nonché vincitore. Tuttavia, siccome i bambini sono assai più scaltri di un tempo e i grandi guardano con sospetto qualunque cosa puzzi di “infantile”, almeno le premesse della storia vanno riscritte in chiave adulta. Vista la loro esperienza con lo sdoganamento dei supereroi, Sam Raimi e Bryan Singer non dovrebbero avere problemi in tal senso, quindi tocca loro fare da apripista con Il grande e potente Oz e Il cacciatore di giganti, entrambi in sala a marzo in 3D. Lasciando in secondo piano la propria vena horror (ma non Bruce Campbell, che apparirà comunque), Raimi ha deciso di compiere un’operazione analoga a quella svolta da Tim Burton in Alice in Wonderland, prendendo in prestito produttore (Joe Roth), scenografo (Robert Stromberg), compositore (Danny Elfman) e correndo lo stesso rischio di inimicarsi i fan più fedeli. Se Burton estrapolava dai libri di Lewis Carroll un ipotetico sequel, Raimi sposta le lancette del tempo indietro rispetto al romanzo di L. Frank Baum (Il meraviglioso mago di Oz, 1900). Così conosciamo il futuro mago quando è semplicemente Oscar Diggs (James Franco), un prestigiatore del Kansas giunto per caso nel regno di Oz, i cui abitanti lo scambiano per il “grande uomo” Qui e nelle pagine precedenti l'adattamento di Raimi da Baum. Sopra Il cacciatore di Bryan Singer Parcheggiata per adesso la moda dark-adolescenziale, Hollywood rispolvera la formula del fantasy avventuroso per famiglie 28 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo marzo 2013 Il cacciatore di giganti, in alto a destra Il grande e potente Oz tratto il fantasy L’ammazzagiganti) e Jack and the Beanstalk (il nostro Giacomino e la pianta di fagioli). Nella pellicola Jack (Nicholas Hoult, lo zombie innamorato di Warm Bodies) è un giovane bracciante agricolo, il quale, dopo aver inavvertitamente aperto il portale che collega il nostro mondo a quello dei giganti, si trova costretto a combatterli e persino ad avventurarsi nel loro regno pur di salvare la principessa Isabelle (Eleanor Tomlinson). Singer ha dovuto far slittare l’uscita della pellicola per non scontrarsi con Peter Jackson, ma si è preso una grande soddisfazione: poter realizzare parte degli esterni a Puzzlewood nel Gloucestershire, ossia in quella meravigliosa foresta che suggerì a Tolkien la creazione della Terra di Mezzo. % destinato a salvarli dal male. Solo le streghe Theodora dell’Ovest (Mila Kunis), Evanora dell’Est (Rachel Weisz) e Glinda del Sud (Michelle Williams) sembrano avere qualche dubbio al riguardo… Raimi ha annunciato che la pellicola sarà ricca di omaggi nei confronti di quella di Victor Fleming (Il mago di Oz, 1939) a partire dalla scissione fra bianco e nero (Kansas) e colori sfavillanti (Oz). Avrebbe persino voluto usare la Città di Smeraldo e le scarpette rosse del film di Fleming, ma la MGM non ha concesso alla Disney i diritti. Con Il cacciatore di giganti, invece, Singer punta a fondere in un’unica avventura due racconti tipici del folklore inglese: Jack the Giant Killer (d’ambientazione arturiana e alquanto cruento, dal quale nel 1962 venne marzo 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 29 intervista Il regista de La casa racconta la sua ultima, incredibile cavalcata: “Ho ricreato i sogni di Baum senza rinunciare ai miei incubi” di Luca Pellegrini Sam RAIMI Una sfida colossale anhattan, quella dove abita Spider-Man, tutti la conoscono. Ma Oz, come lo ha creato L. Frank Baum, non è una semplice città: questa volta ho dovuto immaginare un mondo intero, con le sue contee e i suoi territori misteriosi, i suoi mari e deserti impraticabili. Per questo il mio nuovo film ha proporzioni davvero gigantesche. E’ la più grande produzione della mia carriera, la più grande sfida che insieme al mio team creativo abbia dovuto affrontare”. Sam Raimi è emozionato, quando parla di Oz e delle sue streghe. Non così perfide e tremende come quelle che di solito porta sullo schermo. Ma Evanora, ossia Rachel Weisz, che governa con arcano potere la Città di Smeraldo, è meglio evitarla: “Ha una doppia natura, che lei riesce a interpretare benissimo. Deve far credere di essere la consigliera del re e una brava persona, ma non è proprio il suo zelo etico a dettare le sue azioni, perché una linea oscura l’attraversa, è malvagia. Al suo fianco le ‘‘M soggiacere a questo lato tenebroso. E poi Glinda, che Michelle Williams colora di bontà, perché lei ha uno spirito positivo nella vita e una profondità d’animo rara. Quando si guarda nei suoi occhi si capisce subito che ha un animo buono”. Oscar Diggs, un mago ciarlatano, è costretto malvolentieri ad affrontarle. Ho scelto James Franco perché è buffo, amabile, ha un cuore vero che condivide con il pubblico. E’ naturale, si fa voler bene e ha anche un perfetto senso dei tempi comici, necessari. Quello di Diggs è un grande personaggio, all’inizio buffo e pasticcione, che mi ha affascinato nella sua edificante trasformazione. Qual è per lei la vera storia di Oz? Quella di come il mago è diventato il Mago di Oz, di come un prestigiatore dilettante - un impostore, un ciarlatano - arriva in un mondo fantastico che aspettava proprio lui per togliersi dai guai. E’ il racconto di come un uomo mediocre che era egoista diventa un grande mago altruista. Lei ha voluto che lo scenografo Robert Stromberg creasse dei veri set. I miei attori dovevano avere qualcosa di reale da toccare e vedere. Non mi preoccupava il fatto che poi dovessero immaginare il mondo che stava fuori dalla finestra, ma volevo che recitassero in un posto vero perché solo così avrei creato il mondo di Oz credibile. Poi, si sono messi a lavorare i 700 artisti della computer “Mila Kunis è pura energia positiva, ma conosce bene l’oscurità e sa come sprofondare nelle tenebre” sorelle: Theodora, la divertente e brillante Mila Kunis, una vera fonte di energia positiva, ma quando l’ho vista in Cigno nero ho anche capito che l’oscurità poteva far capolino nel suo comportamento e lei riesce benissimo a 30 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo marzo 2013 marzo 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 31 intervista Il grande e potente Oz di Sam Raimi “James Franco è buffo, Michelle Williams profonda, Rachel Weisz terrificante” grafica: il loro lavoro è stato quello di definire al meglio il suo look fantastico. Popolato da strane creature. Ce ne sono di molto diverse: nel regno di Glinda, Quadling Country, ci sono i Quadlings, i Tinkers e i Munchkins, i più famosi abitanti di Oz, gente che ama cantare e ballare, dei veri eroi, piccini e potenti. Sono loro che renderanno possibile l’illusione finale del Mago. I Winkies sono dei soldati molto alti che la strega cattiva utilizza per terrorizzare i cittadini, sono la sua armata di terra, ma lei ha anche una sorta di flotta aerea, le terribili Scimmie alate. 32 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo marzo 2013 Questa volta, nonostante le Scimmie, il suo pubblico non dovrà sobbalzare di terrore. Vivrà una grande avventura, spero potrà ridere e innamorarsi del Mago. Certo un po’ di paura con la perfida Strega Evanora ci vuole. Ci saranno anche sorprese in fondo a quei Yellow Brick Road - li ricordate? - che nel futuro indicheranno a Dorothy la strada da seguire. Ma alla fine del film vorrei che tutti potessero gioire perché ancora una volta il bene trionfa. % I TOP 5 al Cinema ##### OTTIMO #### BUONO ### SUFFICIENTE ## MEDIOCRE # SCARSO 36 Il lato positivo 38 48 Gli amanti passeggeri La madre 40 40 Beautiful Creatures 41 2 giorni a New York Sinister 42 Su Re 44 Spring Breakers 46 Educazione siberiana 36 Il lato positivo 38 La madre 38 La frode 40 Beautiful Creatures 40 Headhunters 40 Sinister 41 The Summit 41 2 giorni a New York 41 Viva la libertà 41 Il figlio dell'altra 42 Su Re 44 Spring Breakers 45 Just Like a Woman 45 La scelta di Barbara 46 Educazione siberiana 48 Preview Gli amanti passeggeri I Croods I figli della mezzanotte Benvenuto presidente! G.I. Joe: la vendetta The Host marzo 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 35 i film del mese Jennifer Lawrence ha vinto l'Oscar come migliore attrice 36 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo marzo 2013 IL LATO POSITIVO ##### Nevrotico, commovente, brillante: da applausi il paso doble Cooper-Lawrence, firmato David O. Russell in uscita Regia David O. Russell Con Bradley Cooper, Jennifer Lawrence Genere Commedia S ilver Linings Playbook non è (solo) una commedia romantica. Bradley Cooper sa essere stupefacente anche senza i fumi tossici di Una notte da leoni. De Niro ricorda semplicemente De Niro. Se le sorprese non mancano nell’ultimo colpo messo a segno dai fratelli Weinstein, a confermarsi su livelli altissimi sono Jennifer Lawrence - 22 anni e una maturità degna della splendida collega Jacki Weaver - e David O. Russell che, due anni dopo The Fighter, sferra un altro gancio micidiale allo stomaco dello spettatore, mandando al tappeto anche il più compassato. Gli americani ci hanno insegnato che il cinema è fatto di geometrie, moduli narrativi ingessati, macchine produttive supercorazzate, astuzie commerciali ed eccellenza. Tutte cose in effetti che ritroviamo nell’adattamento del romanzo di Matthew Quick, ma che da sole non ne spiegherebbero l’unicità al di là del canone, il vortice vivo di flussi emotivi sotterranei. Cooper è Pat, adulto bipolare. Dopo 8 mesi trascorsi in un istituto psichiatrico, l’uomo ha un solo obiettivo: riconquistare la moglie, che però ha ottenuto un’ordinanza restrittiva nei suoi confronti. Chi scommetterebbe sul buon esito dell’impresa? Non lo psichiatra che lo ha in cura né gli amici che pure lo sostengono e nemmeno i genitori, che ritengono poco convincente la guarigione del figlio: del resto, come dovrebbero giudicarla quando vengono svegliati in piena notte mentre inveisce contro la tempra depressiva di Hemingway e lancia il suo Addio alle armi dalla finestra? Pat è parecchio incasinato e solo una altrettanto disturbata potrebbe dargli credito. Una come Tiffany, appunto. Avete già capito come andrà a finire? Diffidate di voi stessi e scommettete sul film, che rimbalza tra il dramma e la commedia come uno yo-yo sentimentale, fedele più ai tumulti del cuore che alle regole di genere. Nevrotico, dirompente, brillante, il paso doble di David O. Russell aggancia script e mdp alla mente elettrica dei suoi personaggi, scende fino in fondo al disagio per poi impennarsi spinto da nuove, insperate risorse. I nostri occhi nei loro, umidi e speranzosi, trascinati corpo e nervi nella guerra autistica di due individui in rivolta contro le bizzarrie della mente, come se una supposta normalità potesse davvero tracciare una soglia psichica e morale valida per ciascuno. Silver Linings Playbook abolisce ogni parametro, ci dichiara tutti compromessi, vincolati alle nostre singolari, sottaciute follie. Perciò salvabili: venire a patti con quello che siamo significa liberarsi da una sinistra mania di perfezione, guardare chi abbiamo davanti, guardare avanti. E vedere il lato positivo della vita oltre i miraggi di una beffarda fede nel destino (e nel cinema): l’happy end. GIANLUCA ARNONE marzo 2013 % rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 37 i film del mese LA FRODE ##### Affari di famiglia per Richard Gere: cercasi regia… (Arbitrage), un thriller finanziario formato famiglia: il cast c’è, e non è proprio da buttare, l’attualità pure, tuttavia, non va. Non c’è racconto, ovvero Jarecki non sa dirigere, rimane attaccato alla storia limitandosi a illustrarla: regia a scomparsa, la frode spunta anche dietro la macchina da presa. Non solo, l’uniforme piattezza sacrifica la migliore, l’unica idea del film: la grande borghesia economicofinanziaria non conosce alcuna legge al di sopra di sé e ha in se stessa la sola antagonista. Appunto, affari di famiglia, “bambine” da non deludere: Robert Miller finisce tra gli applausi, ma sopra la sua testa incombe la spada di Damocle di moglie e figlia. Stessa sorte per il film, ma senza applausi. Fiacco, fiacchissimo e… fraudolento? % FEDERICO PONTIGGIA 60 ANNI, ricco sfondato, una bella famiglia (la moglie Susan Sarandon, la figlia Brit Marling), una bellissima amante (Laetitia Casta), il successo, New York ai suoi piedi. Robert Miller (Richard Gere) ha tutto, ma anche un buco da 400 milioni: l’unica salvezza è vendere al più presto la società a una grande banca, riuscirà? Non bastasse, arriva anche il sangue, e il detective Tim Roth indaga. Opera prima dello scrittore Nicholas Jarecki, è La frode In uscita Regia Nicholas Jarecki Con Richard Gere, Susan Sarandon Genere Drammatico LA MADRE ##### Ghost-story con stile. Produce Del Toro, e si vede Anteprima Regia Andy Muschietti Con Jessica Chastain, Nikolaj Coster-Waldau Genere Horror L’HORROR NON SBAVA per le novità. Può non sorprendere e suscitare nondimeno spavento. Alla paura serve il “come”, non il “che cosa”. Il buio che cela la minaccia, non la minaccia. Così è la ghost-story che Muschietti dirige fiabescamente à la Del Toro (produttore), derivativa sì ma capace di suggestionare grazie a pochi, vecchi trucchi che usa con sagacia. Film tutto atmosfere. E psicoanalitico e un tantino manierista. Ma che importa? Ne La madre c’è un momento che citiamo a riprova delle sue virtù: siamo nella casa che Annabel e Lucas (gli ottimi Jessica Chastain e Nikolaj Coster-Waldau) 38 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo marzo 2013 condividono con le due nipotine dell’uomo, ritrovate cinque anni dopo la loro misteriosa scomparsa. La più piccola delle due, Lilly, sta giocando con qualcuno nella cameretta. Riteniamo sia l’altra, la più grande, ma non ne abbiamo la certezza: la scena è ripresa dal di fuori e la porta socchiusa copre metà della visuale. Poi di colpo la mdp sterza a sinistra e mostra la sorella maggiore fuori dall’azione, mentre gli allegri schiamazzi provenienti dalla stanza vengono progressivamente coperti da un gracidio sinistro. Pelle d’oca e attesa, ma non succederà nient’altro. Questo è un film cui basta un brivido. E chi s’accontenta, trema. GIANLUCA ARNONE % i film del mese BEAUTIFUL CREATURES ##### Orfani di Twilight e non solo: la nuova saga per voi GATLIN, anonimo paesino del South Carolina. Il diciassettenne Ethan legge libri “vietati” (Mattatoio n. 5 di Vonnegut) e sogna di andarsene quanto prima a conoscere il mondo. A movimentargli l’esistenza sarà la nuova, misteriosa ed enigmatica compagna di classe, Lena Duchannes, nipote dello schivo proprietario di villa Ravenwood (Jeremy Irons). Accolta dalle solite, brutali dicerie, la ragazza si rivelerà ben presto per quello che è (una maga) ma, soprattutto, chiarirà il senso di quel sogno ricorrente che, negli ultimi tempi, caratterizzava le notti di Ethan… Chissà se gli orfani di Twilight accoglieranno con favore Beautiful Creatures, primo capitolo di un’altra saga letteraria (“The Caster Chronicles”, nata con La sedicesima luna) che – con i dovuti distinguo – riporta sullo schermo le difficoltà di due adolescenti chiamati dal destino ad amarsi ma costretti dagli eventi (dalle differenze) a tenersi distanti: diretto da Richard LaGravenese, il film è un onesto prodotto chiaramente indicato per un certo tipo di pubblico, magari capace di perdonare qualche buco di sceneggiatura e l’eccessiva durata. Sorretto però – più di qualunque capitolo di Twilight – dalla presenza di almeno tre grandi attori di contorno: oltre al già citato Jeremy Irons, Emma Thompson e Viola Davis. % VALERIO SAMMARCO In sala Regia Richard LaGravenese Con Alice Englert, Alden Ehrenreich Genere Fantasy Anteprima In uscita HEADHUNTERS ##### SINISTER ##### Noir che regala più colpi di sonno che sorprese Horror vero, solido e alquanto disturbante CONSOLAZIONE: anche nella integra Norvegia ci sono colletti bianchi che vivono al di sopra delle proprie possibilità, collezionano scoperti e si rovinano per donne che li soverchiano in altezza. Ma non la ritengono attività edificante. Lo si capisce vedendo Headhunters: noir a tinta unica, di fattura SCOTT DERRICKSON si era fatto conoscere con l’inquietante e satanico L’esorcismo di Emily Rose. Dopo l’infelice evasione di Ultimatum alla Terra, il ragazzo è tornato a fare ciò che gli riesce meglio. Sinister è un horror costruito magnificamente, con un intreccio complesso che si svela alla perfezione 40 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo marzo 2013 rudimentale, che si dispiega con esattezza ciclostilata e la psico-meccanica del cane di Pavlov. Tra colpi di sonno e colpi di scena, un solo mistero: il Leone Nero vinto a Courmayeur nel 2011. GIANLUCA ARNONE Regia Morten Tyldum Con Aksel Hennie, Nicolaj Coster-Waldau % all’ultima scena. Ottimo Ethan Hawke, ma la cosa che resta più impressa è la riflessione sull’insostenibilità della visione che fa del film un insospettabile trattato di massmediologia. ALESSANDRO DE SIMONE Regia Scott Derrickson Con Ethan Hawke, Vincent D’Onofrio % Anteprima In uscita 2 GIORNI A NEW YORK ##### IL FIGLIO DELL’ALTRA ##### Ambientazione ribaltata, soliti luoghi comuni Scambio di culla tra israeliani e palestinesi: sterile DOPO 2 giorni a Parigi, Julie Delpy ribalta l’ambientazione e insiste sui luoghi comuni che separano americani e transalpini. La chiassosa famiglia di Marion va nella Grande Mela, con conseguenze piuttosto disastrose. Tra equivoci, giochi di parole e comicità viscerale, la Delpy mette in scena un film spiritoso, ma poco graffiante. L’attrice/regista sa ironizzare sugli stereotipi, ma manca quella freschezza necessaria per rendere il film davvero riuscito. Divertente cammeo di Vincent Gallo. % ADRIANO ERCOLANI Regia Julie Delpy Con Julie Delpy, Chris Rock DURANTE LA VISITA per il servizio di leva, l’israeliano Joseph scopre di non essere il figlio biologico dei suoi genitori: appena nato è stato scambiato per errore con Yacine, palestinese dei territori occupati. Rivelazione choc, ma la regia di Lorraine Levy punta sulla costruzione a tesi, una perfetta simmetria (figli e famiglie, di qui e di là) che si addice più a un giardino all’inglese che a un film francese: una sterile dimostrazione per assurdo sul conflitto israelopalestinese. Matematico. % FEDERICO PONTIGGIA Regia Lorraine Levy Con Emmanuelle Devos, Pascal Elbé In sala In sala THE SUMMIT ##### VIVA LA LIBERTA’ ##### L’insostenibile pericolosità del G8 di Genova Evviva Andò: una fantapolitica con i piedi per terra NON SOLO IL COME, ma il perché dei tragici avvenimenti di Genova 2001: oltre la cronaca e la ricostruzione, Fracassi e Lauria reinquadrano i black bloc e gli infiltrati, Piazza Alimonda, la Diaz e Bolzaneto, ma se l’occhio ha la sua parte ancor di più la testa. Molto, tutto è cambiato dopo quel G8, qui capiamo IL SEGRETARIO del principale partito d’opposizione molla, il fratello gemello depresso bipolare prende il suo posto e nei comizi recita Brecht. Dal suo romanzo Il trono vuoto, Andò getta un Servillo uno, bino e magistrale nell’agone politico o, meglio, della coscienza politica: da Mastandrea alla Bruni qualche ragione: democrazia (irrimediabilmente?) sospesa, guerra di mondi e di modelli di mondo, con un agghiacciante maresciallo che chiosa: “Uno a zero per noi”. Quell’uno era Carlo Giuliani. FEDERICO PONTIGGIA Regia Franco Fracassi, Massimo Lauria % Tedeschi attori super, direzione misurata, regia ariosa e “francese”, per una fantapolitica realmente utopica. Scena cult: la Cancelliera tedesca balla scalza. Applausi. FEDERICO PONTIGGIA % Regia Roberto Andò Con Toni Servillo, Valerio Mastandrea marzo 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 41 i film del mese SU RE ##### Il Vangelo sardo di Giovanni Columbu: oltre i santini, Cristo rifatto Uomo Anteprima Regia Giovanni Columbu Con Fiorenzo Mattu, Pietrina Menneas Genere Drammatico SU RE (“Il Re”), ovvero il Cristo sardo di Giovanni Columbu. Tratto dai sinottici, è un quinto vangelo – parlato in sardo, sottotitolato in italiano – che abbraccia “un sogno, in cui gli accadimenti si ripropongono nella loro perdurante drammaticità e in una sequenza non lineare: proprio come nell’esperienza del ricordare rituale e collettivo che è la messa cristiana”. Si pensa, ovvio, al Vangelo secondo Matteo di Pasolini, si ritrovano quadri e cori cinici da Ciprì e Maresco, soprattutto, si guarda alla pittura: Caravaggio, su tutti, per tagli di luce e fisiognomica degli interpreti. Seguendo la profezia di Isaia - “Non ha apparenza né bellezza per attirare i 42 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo marzo 2013 nostri sguardi, non splendore per potercene compiacere” - Columbu affida Cristo a Fiorenzo Mattu, che non è bello, proprio no, ricorda un Bacchino tumefatto, con occhi e labbra da pesce palla. Basso, scuro e peloso: dimenticate l’iconografia zeffirelliana, il Cristo bello, biondo e agiografico, le fattezze da santino e i lunghi capelli lisci da pubblicità del Pantene. No, qui il girardiano ritorno surrettizio del sacro passa dall’iconoclastia dell’immaginario eletto: cancellazione “violenta” di quel pregresso, cinematografico e non solo, che ha cancellato il sacro e dunque aperto al suo ritorno immanente. Tra le pietre, il vento e la natura brulla dell’isola, Columbu fa implodere le calcificazioni del devozionismo e ritrova il sapere della violenza: Cristo soffre e sanguina, ci mancherebbe, ma la violenza è un’altra. Dotta, informata e letteralmente appassionata, la potente, fascinosa rilettura di Su Re scarifica la parafrasi omogeneizzata delle Letture e ritrova il Cristo fatto uomo, una nicciana pratica di vita, riportando sullo schermo la kenosis, il salvifico abbassamento di Dio al livello dell’uomo. E’ qui che riecheggia la recente esperienza mariana di Io sono con te di Guido Chiesa: la temperatura umana è la medesima, la prospettiva “dal basso”, la carne viva, Cristo e la Madonna due come noi. Più di noi. FEDERICO PONTIGGIA Dimenticate il Gesù di Zeffirelli: non è biondo né bello % A RM A DA FI LMS & VENDÔME PRODUCTION UN FILM DI CHRISTIAN PR ES ENTANO VINCENT dal 7 Marzo al Cinema partecipa al concorso fino al 24 marzo in palio tre fantastici soggiorni a Bordeaux Regolamento su: www.lacuocadelpresidente.it i film del mese COLPO DI FULMINE Harmony Korine e il declino del reality Usa: Vanessa Hudgens e Selena Gomez vixen ultrapop ##### SPRING BREAKERS UNA VACANZA DA SBALLO in sala Regia Harmony Korine Con Vanessa Hudgens, Selena Gomez Genere Drammatico V acanza dal quotidiano per inseguire il sogno americano. Non il Leone d’Oro, ma Spring Breakers ha vinto: Harmony Korine prende le ragazze del Disney Club, Vanessa 44 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo marzo 2013 Hudgens, Selena Gomez e Ashley Benson, e le scopre ninfette in bikini, passamontagna rosa shocking e infradito, tutte alcool, droga ed edonismo a mano armata. Sono le Charlie’s Angels 2.0, le piatte Vixen del Terzo Millennio, e la loro vendetta prende per i fondelli l’American Dream: chi lo vive, accumulando a lot of stuff come Mazzarò, è destinato a soccombere, ma alle spalle ha già un sostituto, anzi, due. Coloratissimo, ultrapop e nichilista per congruenza all’oggetto, un film che esibisce corpi, baci saffici, seni al vento, ma dove non si consuma nulla, nemmeno il sesso, perché tutto è già stato consumato. Quattro college girls si scoprono al sole della Florida girls gone wild, passando dal via: un furto in fast food per pagarsi la vacanza. Due sono cattive (Benson e Hudgens), una pragmatica (Rachel Korine), l’altra devota (Gomez). Finiscono dentro, ma a imprigionarle è chi paga la cauzione: James Franco, gangsta e rapper, bianco e wannabe nero. Rimarranno in tre, poi in due, dopo una sparatoria approcciata in motoscafo stile Miami Vice: tutto è flou, iperstilizzato e ipermortifero. Spring break forever: la pausa è questo In sala JUST LIKE A WOMAN##### Rachid Bouchareb in fuga: dal cinema THELMA & LOUISE, sono rimaste a secco. La bionda Sienna Miller è cornuta e mazziata, la mora Golshifteh Farahani avvelena “per sbaglio” la suocera: si danno alla fuga, ballando la danza del ventre e dormendo in tenda. Dopo Uomini senza legge, Rachid Bouchareb inquadra donne senza regia: l’inglese Sienna e l’iraniana Golshifteh (About Elly) sono belle, ma finisce lì, la loro è una fuga da fermo, trita, ritrita e a rischio pisolino. Difficile empatizzare, si aspetta il capolinea, just like a pendolare. FEDERICO PONTIGGIA % Regia Rachid Bouchareb Con Sienna Miller, Golshifteh Farahani Anteprima stroboscopico fermoimmagine, dove anche i flash-forward sono immoti; la primavera non c’è, sostituita dall’autunno, dal declino non dell’impero, ma del reality americano; il per sempre è perché nulla può cambiare davvero. Si ride quando le ninfette parlano di party selvaggi, droga e stupidità quali esperienze spirituali, ma non è forse spiritualità pervertita, il massimo dell’immanenza che si risolve nel suo opposto? L’operazione è consapevolmente esplicita, Britney Spears canticchiata al pianoforte: un classico nel paese degli instant-(s)cult, quell’America che fa di Scarface la Cura Ludovico Van. Ma il film spacca, perché devastato è il reality Usa Mtv-style cui aderisce: parossisticamente, ineluttabilmente. FEDERICO PONTIGGIA % LA SCELTA DI BARBARA ##### La Germania desolata di Petzold. Brava Nina Hoss LA DOTTORESSA Barbara viene spedita in uno sperduto ospedale di provincia, per aver osato fare richiesta di un breve permesso all’estero. Le atmosfere e la luce sono quelle del capolavoro Le vite degli altri: anche Christian Petzold ambienta Barbara negli ultimi anni di RDT, nel 1980. L’attrice Nina Hoss convince con un’interpretazione scarna e magistrale. Petzold non è un cineasta delle grandi emozioni, ma delle zone grigie, degli spazi di mezzo, dove è il vuoto a riempire. Orso d’Argento a Berlino 62. SIMONE PORROVECCHIO % Regia Christian Petzold Con Nina Hoss marzo 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 45 i film del mese EDUCAZIONE SIBERIANA ##### Gabriele Salvatores oltre il quartierino: tra luci e ombre, sfida internazionale In sala Regia Gabriele Salvatores Con A. Fedaravicius, V. Tumalavicius Genere Drammatico NON SENTIMENTALE, ma siberiana, sempre educazione è, e comunque c’è del tenero. Gabriele Salvatores porta sullo schermo il controverso – autobiografia o finzione spacciata per? – romanzo di Nicolai Lilin, lo fa adattare da Rulli & Petraglia e gira in Lituania con attori stranieri per aprire il nostro cinema a quel che, purtroppo, non s’aspetta più: internazionalizzazione, questa sconosciuta. Il merito principale sta qui: John Malkovich per nonno delle tenebre, Arnas Fedaravicius e Vilius Tumalavicius per i due fratelli coltelli protagonisti, uno bruno e l’altro biondo, uno onesto e l’altro criminale. Sono gli Onesti Criminali siberiani, l’indomita progenie dei guerrieri Urca – 46 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo marzo 2013 l’esclamazione vien da sé… - a dare l’humus, in cui il passaggio di consegne è a mano armata, ma con un’etica invalicabile: la droga no, il furto e la rapina sì, ma contro il Sistema. Kolima il bruno e Gagarin il biondo crescono e si distanziano, ma nemmeno il destino li può separare. Supportato dall’ariosa fotografia di Italo Petriccione, Salvatores segue e incalza, cade negli effetti speciali (il folle volo dei colombi…) e indugia nell’andirivieni temporale spezzettando il pathos, ma ha un merito incontrovertibile: andare oltre il cinemino nostrano, un fine che giustifica i mezzi produttivi (Cattleya) e qualche affabulazione di troppo. Echi estetici da Romanzo criminale, provincialismo nel fuoricampo, nel sud della Russia, come vuole Lilin, si respira qualcosa di nuovo: tra David Bowie e architettura sovietica, natura da lupi e storia in bilico sul Muro, prendiamo a braccetto due giovani che diventano adulti, e forse un cinema, il nostro, che prova a fare lo stesso. Perfettibile, s’intende, precariamente etnografico, si capisce, ma Educazione siberiana ha nel titolo la sua prassi: inventarsi stranieri per crescere meglio, anzi, per crescere e basta. Se immedesimazione spettatoriale e ricostruzione antropica difettano, scagli una pietra chi c’ha almeno provato: non pioveranno troppe pietre, ma spunterà qualche maleducato… FEDERICO PONTIGGIA % Dal bestseller di Nicolai Linin, un viaggio “onestamente” criminale FOTO: FRANCESCA MARTINO ANDREA LEONE FILMS e RAI CINEMA presentano CLAUDIA GERINI CRISTIANA CAPOTONDI SABRINA IMPACCIATORE VINICIO MARCHIONI UN FILM DI GIORGIA FARINA Per mantenere un segreto... ci vuole una grande amicizia ANDREA LEONEE FILMS E RAICI RAI CINEMA PRESENTANO AM AMICHE DA MORIRE UN FILM DI GIORGIA FARINA CON CLAUDIA GERINI CRISTIANA CAPOTONDI SABRINAI NANA IMPACCIATORE VINICIO MARC MARCHI ARCHIONI CON LA PARTECIPAZIONE DI MARINA CONFALONE COR CORRADO FORTUNA ANTONELLA ATTILI TOMMASO RAMENGHI ADRIANO CHIARAMIDA GAETANO ARONICA GIOVANNI MARTORANAA BRUNO ARMANDO MIMMO MANCINI ENRICO ROCCAFORTE RORI QUATTROCCHI GIOVANNI CALCAGNO E CON GIACINTO FERRO E CON LA PARTECIPAZIONE DI LOLLO FRANCO E CON LUCIA SARDOO FOTOGRAFIA MAURIZIO CALVESI MMUSICHE PASQUALE CATALANO MONTAGGIO MARCO SPOLETINI (A.M.C) SCENOGRAFIA TONINO ZERA COSTUMI FRANCESCA RANCESCA LEONDEFF SUONO GAETANO CARITO (A.I.T.S) PIERPAOLO MERAFINO SOGGETTO E SCENEGGIATURA FABIO BONIFACCI GIORGIA FARINA PRODUTTORE ESECUTIUTIVO PAOLO LUCIDI OPERA REALIZZATA CON IL SOSTEGNO DELLA APULIA FILM COMMISSION IL FILM È STATO REALIZZATO CON IL CONTRIBUTO E IL PATROCINIO DELLA REGIONE PUGLIA - ASSESSORATO AL MEDITERRANEO, NEO, CULTURA E TURISMO UNIONE EUROPEA PEA INIZIATIVA CO-FINANZIATA DAL FONDO EUROPEO DI SVILUPPO REGIONALE (FESR) DELLA U.E. VIAGGIARE IN PUGLIA DIREZIONE GENERALE PER IL CINEMA-MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA’À CULTURALI QUESTO FILM E’ STATO REALIZZATO CON IL SOSTEGNO TAX CREDIT AI SENSI DELLA LEGGE 244/2007 UNA PRODUZIONE ANDREA LEONE FILMS CON RAICINEMA PRODOTTO DA ANDREA E RAFFAELLA LEONE REGIA GIORGIA FARINA NA Seguici su: facebook.com/01distribution @01distribution youtube.com/01distribution 7 MAR 2AL0CIN1EM3A i film del mese preview a cura di Manuela Pinetti THE HOST I CROODS I FIGLI DELLA MEZZANOTTE L’INVASIONE DELLE ULTRA ANIME, ovvero, l’amore che lotta per trionfare in un futuro apocalittico in cui terribili alieni parassiti (di razza “anime”) abitano i corpi degli umani, cancellandone affetti e ricordi. Tratto dall’omonimo romanzo di Stephenie Meyer, il film promette e minaccia di essere di più di un Twilight con gli alieni. Saoirse Ronan nei panni dell’eroina Melanie, e Andrew Niccol alla regia, fanno (quasi) miracoli. % IN CINESE il termine “crisi” ha in sé un duplice significato: “pericolo” e “opportunità”. È un’interpretazione errata citata perfino da Kennedy, ormai parte dell’american way. La preistorica famiglia Croods, sfrattata dal terremoto da casa e certezze, dovrà far accettare al proprio patriarca quanto di positivo c’è nel cambiamento. Geniale e divertente affresco dell’attuale débâcle occidentale, firmato Dreaworks. % PORTARE SALMAN RUSHDIE sul grande schermo era una sfida non impossibile, ma la regista Deepa Mehta ha lasciato che fosse lui (che non è uno sceneggiatore!) a trasformare le seicento pagine di romanzo in un film. Un po’ del realismo magico, uno dei punti di forza, potrebbe appesantirsi, eppure l’operazione ha senso per approcciare in modo semplificato uno degli autori più complessi del nostro tempo. % Regia Andrew Niccol Con Saoirse Ronan, Diane Kruger Regia Kirk De Micco, Chris Sanders Genere Animazione Regia Deepa Mehta Con Satya Bhabha, Shahana Goswami GLI AMANTI PASSEGGERI BENVENUTO PRESIDENTE! G.I. JOE: LA VENDETTA PER IL SUO FILM numero diciannove Almodóvar rispolvera con decisione la commedia giocosa che è stata la sua fortuna negli anni ottanta: colorata, trash, kitsch, divertente. Ridiamo delle coreografie degli steward (siamo su un aereo) eppure insieme ai personaggi ci scopriamo fragili, sperduti e messi a nudo, mentre sono impossibilitati ad usare quella tecnologia (smartphone, iPad) che oggi come oggi anestetizza e distrae dall’ansia. % IL BUON SENSO di un uomo semplice, forse ingenuo ma non totalmente sprovveduto, come faro per illuminare di ottimismo un popolo ormai privo di fiducia, soprattutto nelle istituzioni politiche. È una favola ben impiantata nel realismo, quella che narra Milani con questa commedia dai toni leggeri e un po’ disimpegnati. La trama è esile e mai troppo imprevedibile: non un enorme problema, per un film che vive di momenti. % DOPO IL SORPRENDENTE e imbarazzante rinvio dell’uscita di qualche mese fa (non venne fatta chiarezza, si parlò di proiezioni private poco soddisfacenti, aggiunta del 3D in corsa, timore della concorrenza) arriva il nuovo film sul giocattolo Hasbro. Il primo ricevette molte nomination (peggior film, regista, attore) ai famigerati Razzies, e incassò parecchio al botteghino. Per il regista Jon Chu è “la” grande opportunità di carriera. % Regia Pedro Almodóvar Con Javier Cámara, Hugo Silva 48 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo marzo 2013 Regia Riccardo Milani Con Claudio Bisio, Kasia Smutniak Regia Jon M. Chu Con Channing Tatum, Bruce Willis DAL 28 MARZO AL CINEMA DAI VANGELI DI MATTEO, MARCO, LUCA, GIOVANNI SU RE UN FILM DI GIOVANNI COLUMBU intervista 50 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo marzo 2013 Da Spider-Man ai Croods, è il suo momento. Ma lei confessa: “Dopo tanti provini falliti, non mi sembra vero” di Miriam Mauti Emma STONE Adesso scelgo io mma Stone illumina la stanza d’albergo nel centro di Berlino dove la incontriamo. E non solo perché è biondissima, su un abito bianco e dalla carnagione lattea. Ma perché è solare e ride continuamente, raccontandoci il suo impegno di doppiatrice ne I Croods, il nuovo film di animazione della Dreamworks in cui è Eep, adolescente inquieta e con la voglia di vedere il mondo. Anche se il mondo è quello dell’età della pietra: “Sognavo da tempo di dare voce ad un personaggio animato, e ho dovuto fare un lungo provino per essere scritturata per questa parte! Secondo me ogni attore sogna di farlo un giorno. Ma è stato molto più simile alla recitazione tradizionale di quanto mi aspettassi. All’inizio avevo girato molte scene con una voce stridula, come uno si immagina che sia la voce di una ragazzina in un cartoon. Ma poi l’ho vista sul grande schermo. Eep è un tipo solido, e quindi le ho dato una voce più adatta”. Eep salta e corre velocemente, in cerca della libertà e in fuga da mostri preistorici. Le somiglia? Non sono decisamente un tipo atletico! E non sono certamente forte come lei, ma nel carattere un po’ ribelle e deciso, sì mi riconosco. E sono molto curiosa, lo sono sempre stata. Applico questa curiosità al lavoro e devo dire che prima di fare l’attrice ero intenzionata a fare giornalismo. Mi interessa molto ancora oggi, mi piace l’idea di dover fare molte domande alle persone, di sapere perché agiscono in un certo modo. E poi mi piace scrivere. Esplora i suoi personaggi quando accetta un ruolo? Credo che siano i ruoli che ti scelgono nel momento in cui ne hai più bisogno. E devi credere fortemente che hai ottenuto quel ruolo perché te lo meriti, come ‘‘E nelle relazioni d’amore. Penso che i ruoli che ho fatto finora siano stati quelli giusti, che mi abbiano parlato, anche se non me ne rendevo conto. Ruoli come quello in Help o in Spider-Man d’altronde ti cambiano la vita. Mai avuto voglia di lasciar perdere? Mai, qualcosa nelle mia testa mi diceva di resistere. E dopo Spider-Man tutto è cambiato. E’ stato come nel domino, sono arrivate tante offerte e tutto è successo velocemente. Oggi le assicuro che sembra strano, dopo tutti quei provini falliti. E oggi sono in quella magnifica posizione per cui posso dire sì o no a una proposta, per quello che sento nel mio cuore, non perché devo pagare l’affitto. Quale cinema ama da spettatrice? A quindici anni ero concentrata sulle commedie, anche quelle d’epoca, penso a Lucille Ball, e poi Steve Martin e John Candy. Sono cresciuta guardando questo genere di commedia. Poi sono passata a Woody Allen e Hal Ashby, alle commedie umane. E oggi è questo il mio cinema preferito. Quello che ti fa ridere e piangere allo stesso tempo. E le mie attrici sono diventate Debra Winger, Meryl Streep, le donne che sanno fare i conti con la realtà. Devi sentire il dramma dietro la commedia, i grandi attori sanno fartelo percepire. Penso a L’appartamento, con Shirley McLaine. Oltre al nuovo Spider-Man, la vedremo anche nel prossimo film di Cameron Crowe, ancora senza un titolo, accanto a Bradley Cooper. Cosa può dirci di questa collaborazione? Le posso dire che è una delle esperienze più stupefacenti della mia vita. Crowe credo abbia un gran talento da cantastorie, che faccia i film per i migliori idealisti, in un mondo cinico. Anche se i suoi personaggi se la passano male, tentano sempre di rialzarsi. % marzo 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 51 SANDRO PARENZO PRESENTA DALLA R REGISTA EGISTA CANDIDATA CANDIDATA AL ALL’OSCAR LL ® DEEPA MEHTA TRATTO DAL BESTSELLER DI Ontario Media Development Corporation Société de développement de l’industrie des médias de l’Ontario SALMAN RUSHDIE DAL 28 MARZO AL CINEMA Ontario Media Development Corporation Film and Television Tax Credits febbre italiana Così ridevano La commedia è finita? No, sì, forse. E' il Paese che non cambia? Lo abbiamo chiesto a un critico, un attore, un regista e uno storico sceneggiatore marzo 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 53 febbre italiana di Silvio Danese Buongiorno Brizzi, lazzi e Alitalia: tutto il cinema è paese, solito e idiota. D irò poco di cinema. Se sapessi spiegare perché la commedia italiana fallisce, se sapessi sfoggiare una classifica degli errori, dovrei esibire una petizione di soluzioni. Chi la fa è cieco e sordo. Chi la fa non ci crede più. Da anni esco dalle sale di anteprima di commedie italiane avvilito, infilo il motorino respirando un po’ di vento e raggiungo casa con un sospiro di sollievo. Rumino l’eco d’un corrotto spettro di seduzioni attuali e di fatiscenti orpelli del passato, nei personaggi e nelle battute inflitte, una “italianità” informe e inesistente come tema e stile (stile...), la presunzione ostinata che si scrive e si gira per un idolo invece che per un “cliente” del presente, il fantasma vagheggiato, richiamato, inseguito dell’Arcitaliano. Un evasore per crisi in 54 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo marzo 2013 Sardegna che dice “faccio i sardi mortali”, e poi “Cos’è, sordo?”, “No, sardo” (E io non pago). Risento il Brizzi touch nella battutona “come un aereo, se tocchi una donna, decolla”. (Com’è bello far l’amore). Penso a Genovese regista che lotta contro Genovese sceneggiatore (Immaturi, il viaggio), e non mi spiego l’autolesionismo di Albanese stritolato da macchiettismo e dislettura fellinista della realtà (Tutto tutto, niente niente), penso alla zucca di Pellegrini e soci che hanno in mano un valido paradosso in bilico sul pecoreccio e ci cascano credendosi furbi (E’ nata una star), il feticcio di Sordi evocato l’ennesima volta nel vuoto creativo del commovente Christian (Colpi di fulmine), e la spuma devastatrice delle zozzerie forse adeguate notte Cancelliamoci, facciamo un reset, ripartiamo I soliti idioti. A sinistra Antonio Albanese in Tutto tutto niente niente marzo 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 55 febbre italiana Una scena di E io non pago di Alessandro Capone degli Idioti, e che sono i Soliti l’abbiamo capito. Ultim’ora, la città inesistente, i manichini, neanche burattini, dello Studio Illegale di Volo & Co. Basta cinema. Dico qualcosa su questo Paese. Scrivo in piena campagna elettorale. Leggete quando avrà vinto il migliore. Osservo in queste ore. Per esprimere il suo dissenso il professor Monti dice del partito di Bersani-Renzi: “Siete nati nel 1921!”, mentre Renzi risponde con eleganza: “Si sarà confuso con la sua carta d’identità”. Beppe Grillo, garante dell’onestà a 5 Stelle, nega di aver chiesto ai terroristi il bombardamento del Parlamento mentre tutte le televisioni mandano il labiale di conferma. Sul palco del rilancio Bersani e Renzi inforcano gli occhiali neri dei Blues Brothers, che erano in missione per conto di Dio... Come il ricchissimo inquilino di uno stabile che, per diventarne l’amministratore al prossimo giro di voti in casa del vicino, esaudisce il desiderio segreto di tutto il condominio, e paga di tasca sua i cancelli Immaturi - Il elettrici, Berlusconi viaggio. Al centro Studio illegale e in prende 20 milioni di basso Pazze di me euro dalle tasche e compra Balotelli ai tifosi elettori del Milan. Ex politica, un aereo Alitalia, affidato a compagnia rumena, esce fuori pista a Fiumicino e nella notte arriva frettoloso l’ok dei vertici di una telenovela industriale: travestitevi, fate presto, cancellate il marchio da ali, code, poltroncine, cancellate tutto, non siamo noi, cancelliamoci! Ecco, cancelliamoci, facciamo un reset, ricominciamo. Come la gazzella, paga della sua leggerezza, la commedia ha la presunzione di correre più del leone, che invece se la sbrana. Che straordinario, tragico, titolo è ancora oggi Buongiorno notte. Ce la siamo fatta tutta, questa notte, trent’anni, dal momento in cui le abbiamo dato il saluto, all’alba del delitto delle regole e delle responsabilità, del castigo e della memoria, giorno dopo giorno, anno dopo anno, nei principi dell’affarismo e del diletto, con le ballerine gonfiate, i comici pernacchioni, la tv delle baldracche del boss, le Penta distribuzioni e le pentite “raicizzazioni”, la sopravvivenza disperata dei poeti handicappati (sì, Bertolucci), gli Oscar mediocri e confortanti, i “malincomici” esaltati dal color Verdone speranza. Perché viene ancora in mente questa immagine abnorme, la silhouette di Fellini che fa anticamera davanti all’ufficio del dirigente Rai per chiedere notizie sul nuovo film? Anni, giorni, un’ora, una commedia fa. % Da anni usciamo dalle anteprime per la stampa avviliti e raggiungiamo casa con sollievo Poche storie, c’è crisi Lo sceneggiatore di Steno e Pontecorvo, Giorgio Arlorio, non ha dubbi: “Non sappiamo più raccontare, è solo un bluff” di Gianluca Arnone D immi con chi vai e ti dirò chi sei. Prendete Giorgio Arlorio. I nomi che accompagnano la sua lunga e sfaccettata avventura nel mondo del cinema – dove è stato aiuto-regista, montatore, documentarista, attore e (soprattutto) sceneggiatore – luccicano come santini nello speciale cine-almanacco italiano: Mario Camerini, Sergio Corbucci, Nanni Loy, Gillo Pontecorvo, Steno, i Taviani, Ettore Scola. Erano colleghi di lavoro, compagni di bottega, amici. Condividevano percorsi, ambizioni, successi, incontrandosi spesso in osteria (da Menghi, “dove vado ancora, una volta a settimana”), dove lievitavano pane e idee per i classici del futuro, oggi archiviati al passato. Pure se intramontabili: Crimen, Il padre di famiglia, Queimada, Zorro, La patata bollente. Film che potremmo vedere e rivedere un’infinità di volte e non stancarci mai. Come se marzo 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 57 febbre italiana Nessuno mi può giudicare. In basso Divorzio all'italiana, Totò, Peppino e i fuorilegge e Giorgio Arlorio “C’è penuria di attori. Ieri avevi Gassman, Sordi e Tognazzi, oggi Checco Zalone” custodissero il segreto delle cose che non passano. Segreto che sembra oggi perduto. Che cosa è successo al cinema italiano se pure un genere inossidabile come la commedia, incassi alla mano, non paga più? Un impoverimento della narrativa. Abbiamo registi molto preparati tecnicamente, che girano benissimo, ma mancano le storie. Nei periodi di crisi della commedia sono sempre queste a venir meno. Per carità, ci sono meccanismi narrativi elementari che afferiscono allo slapstick, alla farsa, al teatro francese di Feydeau, Molti oggi utilizzano soprattutto questi, volendo far passare per commedia qualcosa che commedia non è. Altro che crisi, dunque: sta dicendo che di commedie non si potrebbe nemmeno parlare? Sto dicendo che la commedia ha una grande tradizione narrativa alle spalle. Basti pensare che l’intera opera di Balzac ha come titolo unico La commedia umana. La commedia è un modo di narrare composito, fatto di stili e linguaggi eterogenei che si armonizzano in un’opera. Non a caso molte grandi commedie all’italiana sono difficilmente incasellabili. Tutti a casa ad esempio non è anche uno dei massimi esempi di film storico italiano?E che dire de La grande guerra, Il sorpasso, C’eravamo tanto amati? Sono dei veri e propri romanzi, che andavano a pescare spesso nelle tragedie. E i fenomeni alla Checco Zalone che cosa sono stati allora? Un episodio. Successi che non hanno generato investimenti. Non è un problema di sfruttamento dei comici. Il grande cinema italiano li ha sempre utilizzati. Il problema però è che ieri avevi Gassman, Tognazzi, Sordi e Manfredi, attori in grado di padroneggiare una ricchissima gamma espressiva, compresa quella comica. Oggi hai dei comici che fanno solo i comici perché non sanno far altro. Eppure in casi come quello di Nessuno mi può giudicare si era persino parlato di una nuova commedia sociale. Ma non serve a nulla se poi ci limitiamo a imbastire trame anziché raccontare storie. La narrativa si fa principalmente con le seconde. Le trame invece, cito Furio Scarpelli, “si comprano dal tabaccaio”. Le storie sono le persone con le loro pene e le loro gioie. E le persone sono straordinariamente mutevoli. Anche nell’epoca più conformista troveremo sempre l’infinita variabilità dell’animo 58 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo marzo 2013 umano. Oggi invece adattiamo la stessa trama passando da una stazione balneare a una sciistica, senza chiederci mai come i vari ambienti scelti siano vissuti dalle persone. La realtà dunque finisce per essere schermata? Esattamente. Non si fa più nessuna inchiesta. Non abbiamo mai coltivato quei grandi laboratori di avvicinamento alla narrativa che sono i documentari. E’ un genere che non è mai stato incentivato o protetto. Questo ha prodotto una lacuna enorme. Quando ho iniziato a fare lo sceneggiatore per Dino De Laurentiis, mi si metteva in una bottega con altre 4-5 persone e insieme si iniziava a lavorare su alcuni filoni d’inchiesta. Nascevano in una volta sola una dozzina di copioni. Oggi sembra quasi che basti uno straccio d’idea per fare un film. Non è così. Non si rischierebbe però di scadere nel cronachismo? Il fatto di cronaca nudo e crudo non è sufficiente. Ci vuole l’interpretazione, scavare dentro i fatti e andare in profondità nelle passioni e contraddizioni dei personaggi. Quel pomeriggio di un giorno da cani è un film su una rapina realmente accaduta. I fatti sono stati raccontati così come si sono svolti. Ma a Sidney Lumet questo non è bastato. Ha realizzato invece un’opera dove si mescolano meravigliosamente la frenesia di una città e le follie degli esseri umani. Si può chiedere al nostro cinema ciò di cui il paese è sprovvisto? Credo di si. I periodi di grande decadenza sono sempre stati caratterizzati da una grande vivacità in campo artistico. Certo questa è una crisi diversa. E’ una crisi di annebbiamento, di fanghiglia. Ma queste sono anche le nostre scuse. Ciascuno di noi deve fare uno sforzo in più per l’ambizione e la cultura collettiva. Mi piacerebbe si puntasse di più sui laboratori. E’ una delle cose che i festival dovrebbero fare anziché pestarsi i piedi. I laboratori sono luoghi d’aggregazione, incontro, confronto. Andrebbero coinvolte anche le facoltà universitarie sul modello di quelle pubbliche americane. Pensare a una UCLA italiana. % marzo 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 59 febbre italiana La banda del buco di Federico Pontiggia Il flop di commedie e film d’autore? “Manca la volontà di dialogare con il pubblico”, osserva Riccardo Tozzi O ggi la temperatura della commedia è bassa (fatta eccezione per Il principe abusivo), ma dopo 15 anni di crescita costante del nostro cinema durata fino al 2011. Prima dell’insuccesso c’è il successo, se non ce ne rendiamo conto non si può capire la crisi odierna: il cinema italiano ha esaurito un ciclo in tutti i generi. In primis la commedia: si sono logorati i modelli”. Problema, questo quindicennio col pollice alto è stato raccontato male e, dice il produttore di Cattleya e presidente 60 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo marzo 2013 dell’Anica Riccardo Tozzi, a furia di gridare “Al lupo! Al lupo!” la commedia nostrana, e non solo quella, è finita a brandelli. Le ragioni? “Chi ha promosso la rinascita non è più capace di inventare, ha esaurito la forza propulsiva”. Non è sola la commedia, verso il baratro va a braccetto con il cinema d’autore: “Sarà una tardiva vendetta tremontiana, ma il film d’autore che sino a due anni fa incassava 500mila euro oggi si ferma a 200mila, la commedia da 20 milioni si stoppa a 9: non si salva nessuno”. L’unica, “curiosa” eccezione per i film in inglese con attori stranieri: This Must Be the Place, Venuto al mondo, La migliore offerta “e ora vediamo se Educazione siberiana conferma”. Tozzi non ha dubbi, “l’internazionalizzazione è una strada da seguire”. Ma prima l’esame di coscienza bipartisan: “Chi faceva film d’autore ma orientati al pubblico ha realizzato opere più difficili, distanti, piccole: bombe, immigrati e ragazze in coma, film d’autore complessi e non così rivoluzionari, non faccio questione tra belli o brutti, ma più chiusi”. Sul versante ridanciano, “ora pare che basti azzeccare un’idea per girare, invece, si sbraca e si crea un buco. Quasi amici ha occupato il vuoto che prima colmavano Muccino, Ozpetek, la Comencini, Soldini…”. Tirando le fila, “è mancata la volontà di dialogare col pubblico”. E Tozzi fa mea culpa: “Penso a Romanzo di una strage di Giordana. Sono felice di averlo fatto e lo rifarei, ma capisco possa aver incontrato difficoltà a parlare al pubblico”. Come se ne esce? “Bisogna dare sostegno di tipo industriale al talento nuovo: basta i grandi (produttori, ndr) con i grandi (registi, ndr), si devono mischiare le carte, i grandi con i piccoli, i gruppi forti con i giovani dediti alla creatività. E’ un dialogo da favorire, penso all’umbrella deal, in cui strutture grosse fanno da servizio anche editoriale alle più piccole”. Nel frattempo, le major nostrane e americane fanno fatica: “La crisi ha ridotto gli investimenti e gli acquisti dei diritti televisivi: Mediaset non sta comprando, Universal e Warner stentano. Per questo, il recente regolamento sulle quote tv è un ottimo punto, che svincola il cinema dalle fluttuazioni di mercato”. Se questa legge salvaguarda il livello di risorse, per Tozzi persiste un grave problema distributivo: “Medusa è in contrazione, la Rai non può distribuire tutto, serve pluralità: attualmente c’è un vuoto e i vuoti si occupano”. Cattleya è pronta a colmarlo? “Servono alternative, a distribuire ci stiamo pensando, ma non agiremo da soli”. % Il presidente dell’Anica Riccardo Tozzi www.01distribution.it VD IN VENDITA IN D HD E BLU-RAY DISC DAL 20 MARZO febbre italiana L'attore romano nelle sale con l'esordio di Ravello e Buongiorno papà di Edoardo Leo: "Ma un rischio c'è, non stiamo rinnovando" di Angela Prudenzi Giallini contro F accia da bullo di periferia e cadenza da portatore sano di romanità, Marco Giallini sembrava destinato a parti secondarie quando il successo gli è scoppiato in mano grazie al personaggio del fratello irresponsabile di don Carlo in Io, loro e Lara di Verdone. La notorietà non lo ha cambiato, semmai ha aggiunto valore alle esperienze del passato visto che Giallini ha fatto di tutto, “dall’imbianchino al trasportatore di bibite, che a Roma sarebbe il bibitaro”. Un vissuto che lo ha reso speciale, disincantato però onesto e leale: “Avendo conosciuto la fatica vera – puntualizza con orgoglio – non ho mai sgomitato, due o tre film l’anno per me erano già una conquista. Ho atteso a lungo, sono stato ricompensato”. Nessun rimpianto? Ci sarà pure un film in cui avrebbe voluto recitare. Due, lontani da me: Toto le héros e La famiglia. Il film di Scola fu una folgorazione. Sono cresciuto in periferia, nemmeno immaginavo che a Roma ci fossero case con quei corridoi lunghi abitate da persone in grado di analizzare i sentimenti parlando un italiano perfetto. Ancora mi ricordo il dialogo finale tra la Ardant e Gassman. Un’emozione incredibile. Ora è lei a regalare emozioni. “Le famiglie sono a pezzi: con i soldi di un biglietto 62 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo marzo 2013 Marco Giallini con Edoardo Leo in Buongiorno papà. In apertura Tutti contro tutti di Rolando Ravello tutti Il nostro è un mestiere stupendo. Quando sto sul set mi diverto come un pazzo, non c’è un aspetto che non mi interessi. Finita una scena gli altri attori vanno nel camper, io no. Voglio capire tutto quello che succede. Non è che vuol passare alla regia? No, per carità, già troppa responsabilità così. Dai vita a un personaggio e tutti pensano che sei davvero in quel modo. Sono stato identificato con il Terribile della serie Romanzo criminale e con il celerino fascista di ACAB, non so più con quanti ragazzi ho parlato per spiegare che con quelli non c’entro niente. L’ho fatto con gioia, ho la vocazione: da piccolo volevo fare il maestro. Invece è un attore che i registi fanno a gara per avere. Ora fanno a gara, ma prima... Il cinema italiano è così, finché qualcuno non ti regala la parte giusta la bravura non conta. Ho sempre lavorato molto, ma meno male che Verdone ha avuto la forza di impormi in Io, loro e Lara. Grande, un fratello maggiore. E’ nel cast di due commedie in uscita, Tutti contro tutti e Buongiorno papà. L’esordio di Ravello è una commedia oggi si mettono a tavola in cinque” grottesca ambientata in una periferia di cui conosco bene le problematiche. Non sono il protagonista però, mi limito a fare la spalla. In Buongiorno papà di Edoardo Leo è un nonno, non è un po’ presto? Un nonno speciale, che ha avuto una figlia a sedici anni a sua volta diventata madre da adolescente. Un fricchettone intrattabile che non augurerei a nessuno di incontrare. I ruoli come li costruisce, ha una tecnica? Che?!? Non sono quel tipo di attore. Quando mi chiedono se ho studiato bene la sceneggiatura mi viene da ridere. Ho letto solo la mia parte, non sapevo di doverla studiare tutta! Naturalmente scherzo, non mi permetto di giudicare chi arriva a costruire un personaggio lavorandoci sopra per mesi. Solo che non è da me, io sono istintivo. Se penso a un lavoro di concentrazione mi viene in mente quanta ce ne voleva per dipingere le finestre. La commedia sembra in crisi. Che cosa è successo? La commedia sarà pure in crisi ma le famiglie stanno a pezzi. Con i soldi di un biglietto oggi si mettono a tavola in cinque. Ma il cinema italiano ha le sue colpe, ha smesso da un pezzo di essere un’industria e non sa più rinnovare i generi come fanno gli americani. Ti pare che dobbiamo prendere lezioni da Tarantino? Fino agli anni ’70 facevamo film a basso budget che incassavano miliardi perché i produttori pianificavano. Dove sono finiti? Gli americani prima di scrivere una scena con un ponte che salta verificano se hanno i soldi e quando arrivano a girarla è uno spettacolo! Noi invece prima la scriviamo e poi sul set scopriamo che i soldi non ci sono, allora mettiamo uno che dice: “Avete saputo che è successo? E’ saltato un ponte”. E non la scrivere per niente bello mio, fatte veni’ qualche altra idea! % marzo 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 63 febbre italiana Elio Germano ne L'ultima ruota del carro. A destra Giovanni Veronesi e una scena del film C’eravamo tanto amati “La risata a tutti i costi non fa più per me”: Giovanni Veronesi riparte da L’ultima ruota del carro. Con Elio Germano nei panni del prode “qualunque” Ernesto Fioretti di Valerio Sammarco 64 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo marzo 2013 E ra il 1982, neanche 20enne Giovanni Veronesi compare in un cammeo in Madonna che silenzio c’è stasera di Maurizio Ponzi e “sale sull’autobus” che lo porta prima a scrivere sceneggiature per Francesco Nuti, poi per Pieraccioni, Ceccherini e Verdone. Nel frattempo dirige Maramao, poi Per amore, solo per amore (1993): vent’anni dopo lasciatosi alle spalle successi come Che ne sarà di noi e tre Manuali d’amore - il regista toscano sembra intenzionato a ripartire da zero, a smarcarsi dalla “risata a tutti i costi” per ritornare ad un tipo di commedia che possa raccontare qualcosa del nostro paese come si faceva una volta. Una vita da soldato semplice “E’ la storia di un uomo onesto, un soldato semplice, che rimane fedele ai propri principi, anche alla moglie: il tutto sullo sfondo di un’Italia che va da metà anni ’60 ai giorni nostri”. Sarà nelle sale in autunno L’ultima ruota del carro, il nuovo film di Giovanni Veronesi prodotto da Fandango e Warner Bros. Italia: “E’ il film che avrei sempre voluto fare – dice ancora il regista – con un protagonista e personaggi intorno a lui che attraversano gli anni, come accadeva in C’eravamo tanto amati, che per me è la commedia con la C maiuscola”. Al centro di tutto la vera storia di Ernesto Fioretti (nel film sarà Marchetti), tuttofare conosciuto da Veronesi in una fase in cui l’uomo faceva l’autista di produzione: “E’ lui che mi ha raccontato ciò che gli è accaduto – prosegue il regista –, certe casualità e coincidenze che ne hanno caratterizzato l’esistenza. La cosa che risalta è la sua onestà, specie in un contesto come quello italiano in cui negli ultimi 20 anni essere furbi è diventato un pregio”. Furbizia, addio Furbizia che, in qualche modo, è servita anche al cinema italiano per cavalcare determinate mode e/o pulsioni: “La cosa importante è che si torni a raccontare una storia in maniera adeguata – dice Veronesi -. Io sono stato disonesto con me stesso quando con i film pretendevo di strappare la risata a tutti i costi. Non funziona più così: diventa vincolante per tutti e dopo un po’ annoia. Ridere è come piangere, non può essere una pratica quotidiana: magari fosse così la vita, ma è un accumulo di tensioni che poi vengono sfogate in certe situazioni. Una di queste è il cinema e quello che percepisco è che se anche volessi continuare come facevo prima, il pubblico non sarà più d’accordo”. Come dimostra l’andamento recente di alcuni titoli al box office, dalle feste di Natale in poi: “Non basta più proporre la comicità fine a se stessa, dovremmo ripartire da zero e per farlo dobbiamo ricordare in che modo parlavano le commedie che ci hanno resi celebri nel mondo, dalla Grande guerra al Sorpasso. Il pubblico è nel caos – aggiunge il regista – e il caos è il germe della rivoluzione: speriamo non sia violenta, ma culturale, che ci riporti alle nostre origini, a dove ci eravamo lasciati, a dove ci eravamo tanto amati”. Rivoluzione che, per quanto lo riguarda, coincide con l’arrivederci alla Filmauro di De Laurentiis: “Aurelio aveva capito che volevo misurarmi con qualcosa di diverso e non ha opposto alcuna resistenza al fatto che facessi il film con altri produttori”. Parola d’ordine: onestà “E’ l’onestà la protagonista del mio nuovo film, incentrato sulla vita di chi, Ernesto Fioretti, pur nelle avversità è riuscito a non lasciarsi corrompere. Perché la corruzione, anche nelle piccole cose di tutti i giorni, sembra qualcosa di simpatico, ma in realtà è subdola, arriva sotto forma di vita migliore”, conclude Veronesi. A riportare sullo schermo la vita di Ernesto sarà Elio Germano, affiancato nel cast da Alessandra Mastronardi (la moglie), Ricky Memphis, Sergio Rubini, Virginia Raffaele, Alessandro Haber, con la partecipazione di Dalila Di Lazzaro e Maurizio Battista. “Ho conosciuto Ernesto e ho cercato di rappresentarlo, non tanto di imitarlo - racconta Germano -. Non c’è mai stato interesse di raccontare la persona vera così com’è, non era neanche giusto, mi sono rapportato a lui pensando fosse un personaggio di fantasia”. % marzo 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 65 febbre italiana Florestano Vancini sul set M ario Camerini (1895-1981) fu con Alessandro Blasetti (1900-87), il regista che segna la rinascita del cinema italiano, anzi la nascita del cinema sonoro. Lo si considera, a torto, uno specialista della commedia in tutte le sue varianti degli anni Trenta, dimenticando la costosa versione di I promessi sposi (1941) e l’ancor più caro Ulisse (1954), un kolossal internazionale e le incursioni nell’esotismo indiano – salgariano di Kali-Yug la dea della vendetta e Il mistero del tempo indiano (1963), coproduzione francese e tedesca. Più che Blasetti, l’eclettico Camerini praticò tutti i generi. Facciamo un salto in avanti nel tempo per parlare di un gruppetto di cineasti, quasi tutti nati negli anni Venti: Federico Fellini (1920-93), Mauro Bolognini (1922-2001), Valerio Zurlini (1926-82), Florestano Vancini (1926-2005), Luigi Comencini (19162007), il più longevo, padre di Cristina (1958) e Francesca (1961). Nella primavera 2002 il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi esortò i responsabili della cinematografia italiana a fare film sul Risorgimento. Un appello che può essere interpreto in vari modi: incitamento paterno a rafforzare l’unità patriottica, esortazione di taglio retorico, pia illusione, quella che in inglese è “wishful thinking”. Aveva, però, un fondo di verità: film italiani sul Risorgimento che valgono e restano si contano sulle dita di una mano. A essere più benevoli, su due mani. Uno dei cinque è BronteCronaca di un massacro che i libri di storia non hanno raccontato (1972) di Vancini, prodotto dalla società privata Pensierini Dall’eclettico Camerini al gentiluomo Vancini, passando per Fellini e Comencini: il destino nel nome di Morando Morandini 66 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo marzo 2013 Alfa, dalla Rai e dall’Histria Film jugoslava, cooperativa di Capodistria. Distribuito distrattamente nell’aprile 1972 dall’americana CIC, ebbe accoglienze critiche disparate: fu attaccato dall’estrema sinistra extraparlamentare e dalla destra più reazionaria, elogiato con varie sfumature dagli altri. Nel 1972 Leonardo Sciascia che aveva collaborato a riscrivere la prima sceneggiatura di Fabio Carpi e Vancini, scrisse che, 112 anni dopo, l’episodio di Bronte era ancora uno scheletro nell’armadio: tutti sapevano che c’era, ma che non bisognava parlarne: per prudenza, per delicatezza, perché i panni sporchi, piu che lavarsi in famiglia, non si lavano mai. Bronte doveva essere il 2° film di Vancini dopo il successo di La lunga notte del ’43 (1960). Quand’era ancora al liceo era rimasto impressionato dalla lettura di “Libertà”, sette fulminee pagine di una misteriosa novella di Giovanni Verga che rievoca i fatti di Bronte senza nominarlo mai. Il 2012 è stato un anno fortunato per Vancini “post mortem” anche per me. Mi ha indotto a ritenerlo il più sottovalutato cineasta della sua generazione. In tutto il suo percorso non ha mai avuto un premio e per vent’anni fu obbligato a lavorare soltanto per la tv. Era nato e cresciuto a Ferrara. C’è ancora, però, una lacuna da riempire. Lia Francesca Morandini, la mia figlia costumista, ha lavorato al suo ultimo film E ridendo l’uccise (2005) che – caso raro se non unico – ha un gerundio nel titolo. La lacuna riguarda le qualità umane di Vancini. 40 anni di lavoro in circa 100 film, mia figlia mi racconta di non aver mai conosciuto un regista altrettanto comprensivo, esigente senza arroganza e gentile. % UN FILM INTENSO E TOCCANTE, MAGISTRALMENTE DIRETTO DA MARCO BELLOCCHIO BELLA ADDORMENTATA UN FILM DI MARCO BELLOCCHIO IN VENDITA IN DVD E BLU-RAY DISC HD DAL 6 MARZO www.01distribution.it RITRATTI di Orio Caldiron La smorfia dell’uomo sopraffatto da Lana Turner, poi rude e sfrontato per Anima e corpo: a voi il massiccio Garfield John suona 68 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo marzo 2013 John Garfield in Anima e corpo e nel Postino suona sempre due volte S Sul finire degli anni trenta si affaccia nel cinema americano la figura del ribelle in cui si riflettono il malessere delle periferie urbane e l’irrequietezza della strada tra disadattamento e criminalità. Nessuno la incarna meglio di John Garfield che – nato il 4 marzo 1913 nel ghetto ebraico dell’Est Side di New York da una famiglia di immigrati d’origine russa – ha vissuto sulla sua pelle le esperienze della miseria e del riformatorio, mentre gli altri city boys dalla faccia sporca, i Cagney, i Bogart, si limitano soltanto a rappresentarle sullo schermo. Scoperta la propria precoce vocazione per il palcoscenico, frequenta varie scuole d’arte drammatica fino a far parte del Group Theatre che negli anni della crisi economica e delle appassionate dispute ideologiche è la compagnia più innovativa sul piano artistico e sociale. Scritturato dalla Warner, si fa notare in una decina di film in cui si delinea il personaggio ombroso e autodistruttivo del perdente, dal musicista in crisi di Quattro figlie (1938) di Michael Curtiz all’aggressivo mitragliere di Arcipelago in fiamme (1943) di Howard Hawks. Ma il grande successo arriva soltanto con Il postino suona sempre due volte (1946) di Tay Garnett, la terza versione del romanzo di James M. Cain, che inaugura l’ultima e più significativa stagione dell’attore. Il vagabondo che si lascia catturare da Lana Turner, la gelida dark lady vestita di bianco, non abbandona mai la smorfia insolente dell’uomo sopraffatto dal destino. Il corpo proletario di John Garfield – rude, massiccio, sfrontato – è al centro di Anima e corpo (1947) di Robert Rossen, in cui la boxe è il mezzo privilegiato di promozione sociale per chi viene dal ghetto. Almeno fino a quando il protagonista non si ribella all’impresario corrotto che vende gli incontri dicendogli: “Che cosa potere farmi, uccidermi? Tutti dobbiamo morire”. Sullo sfondo dei grattacieli di Wall Street dove la distinzione tra malavita e mondo degli affari è sempre più sfumata, l’ambiguo avvocato di Le forze del male (1948), il noir politico di Abraham Polonsky, è un’altra vittima del successo pagato con la perdita di sé. Non è molto diverso il loser cinico e disilluso di Golfo del Messico (1950) di Curtiz, la seconda e più fedele versione di Avere e non avere di Ernst Hemingway, a cui l’attore in stato di grazia presta la grinta di duro e la carica sessuale, ma anche la sua vulnerabilità. Nel piccolo delinquente coinvolto in una rapina di Ho amato un fuorilegge (1951) di John Berry, il suo ultimo film, la nevrotica inadeguatezza del gangster braccato che prende in ostaggio una famiglia operaia è resa con la partecipe immedesimazione di chi è incalzato dall’angoscia. Nel clima minaccioso del maccartismo, sconvolto dal dover testimoniare, muore d’infarto il 21 maggio 1951 a trentanove anni, la notte prima di deporre davanti all’Huac, l’House of Un-American Activities Committe. Nella modernità del divo dei poveri, nel suo stile istintivo e intenso si annuncia la nuova generazione di attori, da Marlon Brando a James Dean, da Montgomery Clift a Paul Newman. % sempre sempredue duevolte volte marzo 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 69 www.ilcacciatoredigiganti.it AL CINEMA DAL 28 MARZO Dvd /// Blu-ray /// SerieTv /// Borsa del cinema /// Libri /// Colonne sonore TELECOMANDO A cura di Valerio Sammarco Dvd & Blu-ray Reality e cofanetto Volonté Borsa del cinema Italia e coproduzioni: perché sì Libri Torna Il Trono di Spade: prepariamoci Colonne sonore Il lato positivo della musica Mister Miliardo Skyfall in salotto: il 23° Bond è il più visto di sempre /// Dvd & e Blu-ray ///--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- TELECOMANDO Reality Anche in Blu-ray il film di Garrone: backstage e scene tagliate negli extra D isponibile dal 20 marzo, in dvd e Blu-ray, Reality di Matteo Garrone, vincitore del Grand Prix a Cannes 2012: dopo Gomorra il regista torna nel napoletano e si affida di nuovo ad attori semisconosciuti (su tutti Aniello Arena, ergastolano) per raccontare – attraverso elementi in parte debitori della più alta commedia italiana, in parte delle dinamiche della fiaba – la “discesa agli inferi” di un pescivendolo attirato dalle lusinghe dello “spettacolo”. Negli extra il backstage (“Dreams are my Reality”), le scene tagliate, Inside Reality, lo storyboard e intervista ad Aniello Arena. DISTR. 01 DISTRIBUTION 72 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo marzo 2013 ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Laclasse deiclassici a cura di Bruno Fornara Crimine silenzioso Il titolo italiano non è granché. Quello originale neppure. The Lineup, il confronto, non piaceva a Siegel che preferiva The Chase, la caccia, l’inseguimento. I poliziotti di San Francisco si mettono alle calcagna di due tipacci che devono recuperare l’eroina nascosta nelle valigie di ignari passeggeri di una nave proveniente da Hong Kong. Siegel è già in forma perfetta. Film asciutto, dialoghi secchi, bianco e nero realistico, uomini in giacca cravatta cappello come usava nei polizieschi dei’50. Memorabile coppia di criminali, duetti crudeli, da psicopatici: Eli Wallach (Dancer!), esagitato, pronto a uccidere senza batter ciglio, pistola con silenziatore; Robert Keith, quasi signorile, ossessionato raccoglitore delle ultime parole di tutti quelli che vengono fatti fuori. Molte scene da ricordare: l’inizio fulmineo, sulle banchine del porto; l’omicidio a freddo nella sauna bollente, ultime parole del morto: “Why be greedy?”, perché essere ingordi, con commento: “Parole adattissime per un epitaffio”; l’inseguimento finale sulla highway in costruzione. Regia Don Siegel Con Eli Wallach, Robert Keith Genere Poliziesco (Usa, 1958) Distr. A & R Productions marzo 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 73 /// Dvd & Blu-ray ///-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- TELECOMANDO Bella addormentata Disponibile dal 6 marzo, in dvd e Blu-ray, il film di Marco Bellocchio prende spunto dalla vicenda Englaro per riflettere, ancora una volta, sul paese Italia: le storie di personaggi di fantasia, dalle diverse fedi e ideologie, le cui vicende si collegano emotivamente al destino di Eluana, in una riflessione sul perché della vita e della speranza, malgrado tutto. “Non è un film per sbandierare una tesi o un’idea, anche se un artista deve essere libero di immaginare quello che gli pare”, disse Bellocchio a Venezia. Nel cast, tra gli altri, Toni Servillo, Isabelle Huppert, Alba Rohrwacher, Maya Sansa e Roberto Herlitzka. DISTR. 01 DISTRIBUTION Killer Joe Finalmente disponibile in homevideo, anche in Bluray, il film di William Friedkin che sbalordì il concorso della Mostra di Venezia 2012: con Matthew McConaughey nel ruolo della vita (detective di giorno, killer professionista di notte) per un grandioso mix di thriller, noir, dark comedy e grottesco. Tutto ruota intorno a Emile Hirsch, spiantato spacciatore che assolda il sicario per far uccidere la madre e intascare i soldi dell’assicurazione. Naturalmente le cose non andranno per il verso giusto... Con Gina Gershon e Thomas Haden Church in grande spolvero. Nei contenuti speciali le interviste al regista e agli interpreti principali. DISTR. CG HOME VIDEO 74 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo marzo 2013 Skyfall D vd e Blu-ray per il 23° film su James Bond, diretto da Sam Mendes e interpretato per la terza volta da Daniel Craig: con oltre 1 miliardo e 100.000 dollari incassati in tutto il mondo è il capitolo più redditizio della storia cinematografica di 007. Candidato anche a cinque premi Oscar, Skyfall arriva in homevideo ricco di contenuti speciali: oltre ai commenti del regista e dello scenografo Dennis Gassner e dei produttori Barbara Broccoli e Michael G. Wilson, ampio spazio a “Le riprese di Bond”, con numerosi capitoli sulla realizzazione del film. Dall’introduzione alla sequenza di apertura, passando per tutti i personaggi (007, Q, M, le donne, i malvagi), fino alle azioni, i luoghi, le musiche, la sequenza finale e il futuro della saga. Contributo anche dalla premiere londinese del film. DISTR. 20TH CENTURY FOX H. E. ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Gian Maria Volonté Le belve L’arrivo di Wang Tre film, un attore straordinario. In cofanetto, con booklet di 24 pagine e molti extra Arriva in dvd e Blu-ray il film di Oliver Stone tratto dal romanzo omonimo di Don Wislow (Einaudi). Interpretato da Blake Lively, Taylor Kitsch, Aaron Johnson, Uma Thurman, Benicio Del Toro, John Travolta e Salma Hayek, il film è un thriller incentrato sulla guerra tra i trafficanti della Mexican Baja, capeggiata dalla spietata Elena e dal suo scagnozzo Lado, e due giovani spacciatori, amici che condividono anche l’amore della bella Ophelia: nella battaglia, che sarà spietata, giocherà un ruolo importante anche un viscido agente della DEA... Nei contenuti speciali le scene eliminate e “Lucidamente selvaggio”. Disponibile dal 6 marzo. E’ disponibile dal 6 marzo in Dvd il sorprendente sci-fi targato Manetti Bros., accolto molto positivamente anche a Venezia nel 2011 (Controcampo italiano) e interpretato da Ennio Fantastichini e Francesca Cuttica. “Il concetto che ci interessava raccontare è se chi ci è accanto tutti i giorni può essere più diverso di chi viene da un altro pianeta”, dicono i registi. Numerosi gli extra: Mr. Wang, C’era un cinese in croma… KEY (Effetti visivi), Backstage fotografico, Provino di Francesca Cuttica e Li Yong (l’alieno), Barry Wang, Wang a Venezia, Wang a Roma, poi il teaser trailer, il trailer ufficiale, il trailer inglese e quello giapponese. Uomini contro di Francesco Rosi, La classe operaia va in paradiso di Elio Petri, Sbatti il mostro in prima pagina di Marco Bellocchio: Gian Maria Volonté il comun denominatore di tre film diversi l’uno dall’altro (realizzati tra il 1970 e il 1972), diretti da tre dei più grandi cineasti italiani di tutti i tempi. Rarovideo li raccoglie insieme in un unico cofanetto (con booklet 24 pagine curato da Bruno di Marino): negli extra, per Uomini contro DISTR. UNIVERSAL PICTURES H. E. intervista a Francesco Rosi, prima e dopo il restauro, la sceneggiatura originale in traccia rom; per il film di Petri “La classe operaia va in paradiso. Retroscena di un film novarese” (di Serena Checcucci e Enrico Omodeo Salè), “Stasera torno prima”, videoclip di Libero De Rienzo, prima e dopo il restauro; per Sbatti il mostro in prima pagina conversazione con Marco Bellocchio. DISTR. RAROVIDEO DISTR. 01 DISTRIBUTION VIDEOGAME LA GUERRA CON KRATOS GOD OF WAR: ASCENSION Dal 13 marzo, in esclusiva per PlayStation 3 Se c’è una cosa dove i videogiochi non peccano, è la varietà, ce ne sono di tutti i tipi, per tutti i gusti e fasce di età differenti. God of War: Ascension è dedicato ai giocatori più adulti che sono alla ricerca di un titolo di azione estremamente spettacolare e violento, con uno sfondo mitologico che ha permesso agli sviluppatori di sbizzarrirsi nelle scelte stilistiche e nelle situazioni proposte al giocatore. Voi siete Kratos, guerriero spartano che aspira a diventare dio della guerra, e avete a disposizione una pletora di attacchi devastanti, che vi serviranno per combattere nemici enormi e senza pietà, attraverso ambientazioni evocative e con un comparto grafico davvero stupefacente e di impatto. In uscita il 13 marzo ed in esclusiva per PlayStation 3. Per saperne di più visitate www.multiplayer.it ANTONIO FUCITO Dracula 3D Dopo il prestigioso passaggio Fuori Concorso a Cannes e l’uscita in sala poco fortunata (poco più di 200.000 euro di incasso), è disponibile dal 23 marzo in Dvd, Blu-ray e Blu-ray 3D l’ultima fatica di Dario Argento. Il “maestro dell’horror” rilegge a suo modo il classico di Bram Stoker, con Rutger Hauer nei panni dell’ammazzavampiri Van Helsing. Nei contenuti speciali il video di “Kiss Me Dracula”, nuovo brano di Claudio Simonetti – autore del tema cult di Profondo Rosso – poi interviste agli attori e al cast tecnico e il Backstage del film, ambientato ovviamente in Transilvania ma girato in Piemonte, a Ricetto di Candelo, vicino a Biella. DISTR. SONY PICTURES H. E. marzo 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 75 TELECOMANDO /// Serie Tv ///--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- The New Normal [CANALE 111 DI SKY] La serie creata da Ryan Murphy dopo i successi di Glee, Nip/Tuck e AHS D al creatore di Nip/Tuck e American Horror Story, nonché dello straordinario successo rappresentato da Glee, arriva su Fox – in anteprima per l’Italia, dal 5 marzo ogni martedì alle 22.45 – la nuova serie The New Normal, commedia che esplora il tema della famiglia in modo anti- filminorbita 76 convenzionale. La serie – ideata da Ryan Murphy e Allison Adler per la NBC – ha come protagonista la coppia formata da David (Justin Bartha) e Bryan (Andrew Rannels): una relazione stabile e delle brillanti carriere non bastano più. Desiderosi di avere un figlio, si rivolgono a Goldie (Georgia King), già madre di una bambina di 8 anni e a corto di denaro che accetta di fare per loro da madre surrogata. Da questo incontro nato per motivi di reciproca convenienza, nascerà una nuova famiglia allargata. Nel cast anche Ellen Barkin, nei panni dell’opprimente, cinica e razzista nonna di Goldie. a cura di Federico Pontiggia 50 di questi Quentin Onore al Bardo Damiano Damiani Studio Universal Diva Premium Cinema Il 27 marzo Tarantino compie 50 anni, SU lo festeggia con Le iene (22/3) e Kill Bill 1 & 2 (23 e 24). Auguri! Shakespeare cala il poker: Molto rumore per nulla, Macbeth, La bisbetica domata e Sogno di una notte… Da L’istruttoria è chiusa: dimentichi a Il sole buio, passando per Pizza Connection: ogni mercoledì c’è DD! rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo marzo 2013 «Si esce sgomenti, angosciati e insieme grati. Se ne parlerà a lungo» PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA «Un film bellissimo, Pasolini aleggia per tutto il tempo. Uno dei migliori film dell'anno» PREMIO MIGLIORE OPERA PRIMA E SECONDA PREMIO JEAN CARMET PER LA MIGLIORE INTERPRETAZIONE MASCHILE ANGERS FILM FESTIVAL 2013 FABRIZIO MOSCA PRESENTA UN FILM DI CLAUDIO GIOVANNESI IN VENDITA IN DVD DAL 20 MARZO TELECOMANDO /// Borsa del cinema ///----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- L’ITALIA E I SUOI FRATELLI Una storia di gloriose coproduzioni, un presente di isolamento ed esportazioni nulle: bisogna invertire la rotta di Franco Montini A lcuni dei più grandi film italiani, sono delle coproduzioni. E’ il caso de La dolce vita, 8 ½, Amarcord, L’avventura, Rocco e i suoi fratelli (nella foto), Il gattopardo, Salvatore Giuliano, Mani sulla città, Io la conoscevo bene, La grande guerra, L’armata Brancaleone. L’elenco potrebbe essere lunghissimo. Basti pensare che solo con la Francia fra il 1949 e il 1995 si sono coprodotti quasi duemila film. Ma da 78 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo marzo 2013 qualche anno, ed in particolare nelle ultime stagioni, questo strumento è stato progressivamente abbandonato dal cinema italiano. Nel 2010 e nel 2011 le coproduzioni italiane sono state rispettivamente 27 e 23, di cui solo 14 maggioritarie. E’ anche per questo motivo che le cifre dell’export del nostro cinema sono in costante diminuzione. Le risorse derivanti dalle vendite estere rappresentano oggi poco più del 9% degli introiti totali del settore, mentre la Francia, paese leader in Europa per ciò che riguarda le coproduzioni, ricava dai mercati internazioni quasi il 25% dei propri introiti. Mentre negli anni ’50 e ’60 la bilancia dei pagamenti import-export era nettamente positiva a nostro favore, oggi è esattamente il contrario. Il saldo commerciale è negativo: da paese esportatore di immagini, l’Italia si è trasformata in un paese impor- ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- tatore. In anni recenti, la crescita della quota di mercato del cinema italiano per ciò che concerne il consumo interno ha spinto i produttori a concentrarsi sulla realizzazione di film pensati per un consumo nazionale. Ma poiché a causa della recessione economica è sempre più problematico recuperare i costi di produzione esclusivamente sul mercato locale, per non morire il nostro cinema è costretto a guardare all’estero. Da qui la necessità di investire su storie che interessino anche altri paesi; il che non significa rinunciare all’originalità ed essere condannati a raccontare vicende di ambientazione internazionale. Anzi, come insegna il passato, i film italiani più conosciuti all’estero sono proprio quelli imperniati su storie per certi versi molto locali, ma dotati di un linguaggio di grande qualità e capaci di affrontare tematiche in grado di suscitare interesse anche fuori dai confini nazionali. Si tratta poi di individuare le aree più facilmente raggiungibili dal nostro cinema: inutile illudersi di sfidare il mercato americano, più ragionevole appare stringere accordi di collaborazione con paesi cinematograficamente in via di sviluppo, esattamente ciò che sta facendo la Francia, che offre collaborazione a molti registi dell’area mediterranea, così come del Medio e dell’Estremo Oriente. Un altro elemento decisivo è attrarre nel nostro paese investimenti esteri. Anche in questo specifico settore vantiamo un passato glorioso: quello della Hollywood sul Tevere degli anni ’50 e ’60. Oggi le presenze di cinema americano a Cinecittà e in Italia in genere sono delle eccezioni. Per richiamare le produzioni è necessario stabilizzare quei meccanismi economici, il tax credit in primo luogo, in grado di rendere finanziariamente competitivo il nostro paese rispetto al resto del mondo. Auguriamoci che il nuovo governo ne sia consapevole. Cast&Crew a cura di Marco Spagnoli Effetti speciali A tu per tu con Giuliano Caprara, il supervisore di postproduzione FIGLIO E NIPOTE “D’ARTE” (suo padre è il critico de Il Mattino Valerio, sua zia Fulvia è inviata de La Stampa) Giuliano Caprara non ha seguito la strada della scrittura, ma ha dato sfogo alla passione per il cinema e, in particolare, per il montaggio: “Sono entrato molto giovane in una sala dove stavano montando dei telegiornali e sono rimasto affascinato”, dice Caprara, che ha fondato a Napoli lo studio di produzione e postproduzione video K-Rock. “In seguito ho iniziato a propormi come freelance, realizzavo documentari, videoclip e cortometraggi. Poi assieme ad altri amici abbiamo deciso di dare vita ad uno studio che potesse essere in grado di coprire tutte le fasi della postproduzione: dal montaggio agli effetti speciali”. In che cosa consiste il suo lavoro? Curo la fase di supervisione degli effetti visivi, che consiste nel progettare e realizzare assieme agli operatori gli effetti speciali da inserire nella pellicola. Gestisco “pezzi di film” che poi consegno alla produzione finalizzati secondo le esigenze dei registi. E continuo a lavorare anche come montatore per spot, cortometraggi e videoclip. Che consigli darebbe a chi vuole intraprendere la sua professione? Di tentare un’esperienza di lavoro all’estero, dove le professionalità italiane riscuotono sempre tantissimo successo. Credo che per lavorare nel mondo dell’audiovisivo sia fondamentale ampliare il più possibile il proprio ventaglio di conoscenze. La qualità più importante da avere? Non perdere mai l’entusiasmo, non smettere mai di imparare e non demoralizzarsi nei periodi in cui c’è poco lavoro. Un tempo la bilancia dei pagamenti era nettamente positiva, oggi è esattamente il contrario marzo 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 79 /// Libri ///------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ TELECOMANDO Guida di spade Bryan Cogman Il Trono di Spade. Dietro le quinte della serie HBO Rizzoli Pagg. 192 € 29,00 L’inverno sta arrivando e l’attesa finendo: il 31 marzo debutterà finalmente sulla HBO la terza stagione de Il Trono di Spade, la serie tv tratta dalla saga fantasy Le Cronache del ghiaccio e del fuoco. Nel frattempo, per gustare sino in fondo l’enorme lavoro fatto da David Benioff e D.B. Weiss per trasporre sul piccolo schermo i colossali romanzi di George R. R. Martin, ecco la guida completa delle prime due stagioni, con dovizia di dettagli, mappe, illustrazioni, approfondimenti sui personaggi e foto di scena. Che tifiate per la secessione degli Stark, la tirannia dei Lannister, la supremazia dei Baratheon o il ritorno dei Targaryen, non dovete temere favoritismi: il volume resta imparziale. Assalto al Trono Per arrivare preparati alla terza stagione del serial cult. Poi doppiatori, De Sica, film e cucina ANGELA BOSETTO Parole, parole parole... Andrea Lattanzio L’arte del doppiaggio Doppiatori e direttori di doppiaggio Felici Editore Pagg. 268 € 20,00 Spesso misconosciuto, sovente controverso, il doppiaggio è un’arte, un’emozione condivisa. Un lavoro lungo, complesso e collettivo, in cui il direttore del doppiaggio è il primus inter pa- 80 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo marzo 2013 res, sebbene ancor più raramente dei colleghi finisca sotto i riflettori. Una lacuna colmata con un saggio pervasivo e informato, che dopo Il chi è del doppiaggio rende omaggio ai direttori di ieri e di oggi, rivendicando il loro status di registi della voce. Da Sandro Acerbo a Franco Zucca, una carrellata “vocale” che è un valido strumento di lavoro per gli studiosi e un prezioso who’s who per gli appassionati. Doppiatori e direttori, dunque, e – scrive Lattanzio – “con grande ammirazione questo dizionario è a loro dedicato”. Parola all’Italia! FEDERICO PONTIGGIA Presenti nel presente AA.VV. Lo stato delle cose. Cinema e altre derive Duemila12 Kaplan Pagg. 142 € 16,00 Il cinema, con il suo linguaggio complesso, si è prestato a sollecitazioni che hanno interrogato, oltre alle singole specificità, le sue compositive “derive”: contaminazioni, frequentazioni, mutazioni con altri linguaggi, con i ri- verberi della società e del nostro tempo. Il volume Lo stato delle cose. Cinema e altre derive. Duemila12, collettanea di vari autori, vuole provare a essere non solo un’interrogazione in merito al panorama cinematografico recente, ma soprattutto un luogo da cui osservare il nostro presente, tentando di comprenderne le ramificazioni, le distonie, gli innesti. Uno spazio attraverso il quale osservare le dinamiche del cinema in rapporto alle modalità di comunicazione, alle tecnologie, agli ambienti del sapere. MARTA MORGANTE --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Muto è bello Come eravamo: gli anni Dieci e Venti delle produzioni italiane del centro-sud di Simona Falcone vamo in tavola e al cinema. Dalla mozzarella in carrozza di Ladri di biciclette ai “risi e bisi” de Il commissario Pepe, senza scordare i maccheroni di Un americano a Roma, le pietanze, protagoniste sullo schermo e dietro le quinte, diventano una metafora del paese e, al tempo stesso, un elemento fondante della sua cultura comune, pure perché, come osserva nella prefazione Enrico Vaime, quello fra cibo e cinema è l’unico matrimonio che in Italia ancora funziona. ANGELA BOSETTO Riscoprire il mito Anna Masecchia Vittorio De Sica. Storia di un attore Kaplan Pagg. 257 € 20,00 Da mangiare con gli occhi Giancarlo Rolandi Hostaria cinema. Gli italiani a tavola nei film. Cinquanta anni di ricette, aneddoti, storie Palombi Pagg. 189 € 14,00 Nel dedicare ai commensali e agli spettatori le sue “pagine nutrite da ricordi di piatti e film che scorrono in libertà” Rolandi imbandisce un nostalgico e succulento banchetto sul come era- Una diversa angolazione dalla quale studiare, con rinnovata passione, la biografia di De Sica, andando alla radice del suo essere attore, ripercorrendo gli esordi in teatro, dalla prima formazione nel teatro di prosa agli anni della Compagnia Za-Bum numero 8, attraversando il periodo della radio e della freschezza di una voce ancora giovane, ed esaltando la creazione di un nuovo stile di recitazione cinematografico. Anna Masecchia riporta in luce la memoria collettiva di un volto, quello di De Sica, capace di creare personaggi sempre in bilico tra la vita e lo spettacolo. Uno studio che, ricostruendo la carriera dell’attore, guida il lettore attraverso le evoluzioni e i mutamenti che hanno accompagnato cinquant’anni di cinema italiano. ANITA CECCARELLI La diva romana Leda Gys Aldo Bernardini Cinema muto italiano. Le imprese di produzione (Vol.1) Edizioni Kaplan Pagg. 350 € 25,00 Negli ultimi tempi si è moltiplicato notevolmente l’interesse da parte del pubblico e dei nuovi cineasti nei confronti della settima arte. L’aumento delle produzioni cinematografiche nel Novecento e lo sviluppo delle tecnologie digitali del XXI secolo sono i fattori, ma non i soli, che hanno permesso al cinema di conquistare sempre più cultori e appassionati. In questa epoca, così attenta agli sviluppi tecnologici della contemporaneità, raramente si rivolge lo sguardo verso la nascita, l’infanzia e l’adolescenza di questa straordinaria forma di espressione artistica che ha totalmente rivoluzionato la comunicazione del secolo scorso. Il cinema muto, dopo essere stato per lungo tempo confinato nel dimenticatoio, ultimamente ha conosciuto un rifiorire di interesse che si è andato articolando nella ricerca delle fonti, reperimento di dati e materiale, volto alla ricostruzione di un percorso storico fondamentale.Il testo di Aldo Bernardini (critico, storico e saggista del cinema italiano), che raccoglie in maniera approfondita e articolata i dati relativi ai soggetti che operano nella produzione cinematografica del CentroSud italiano negli anni Dieci e Venti, risulta un importante contributo a questo lungo e paziente lavoro di ricerca e per questo un’opera degna di nota e di immancabile consultazione per tutti i cultori e gli appassionati di cinema. marzo 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 81 TELECOMANDO /// Colonne sonore ///-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- MARIAH CANTA OZ Almost Home di Mariah Carey per il fantasy adventure Il grande e potente Oz di Sam Raimi. La popstar l’ha scritta – udite, udite… - a 12 mani con Simone Porter, Justin Gray, Lindsey Ray, Tor Erik Hermansen e Mikkel Eriksen, sebbene l’ugola non le dovrebbe tremare: dal Principe d’Egitto al suo tremendo Glitter, non è nuova alle incursioni cine-musicali. Per lei parlano i Grammy e i milioni di copie vendute, ma a buon spettator poche parole: la colonna sonora la firma Danny Elfman, con le solite magiche orchestrazioni. F.P. L’ASCOLTO POSITIVO NONOSTANTE LE CADUTE DI TONO per compiacere l’ascoltatore assuefatto (la strasentita Goodnight Moon nella superflua versione di Ambrosia Pearsley, la stucchevole Silver Lining di Jessie J), la soundtrack de Il lato positivo (Silver Linings Playbook), prevalentemente composta da pezzi non originali è un corpus unico e riuscito. Merito di titoli non scontati, malgrado i nomi noti: il duetto Dylan/Cash di Girl from the North Country, il jazz scanzonato del Dave Brubeck Quartet, lo Stevie Wonder di My Chérie Amour che è sempre un piacere riascoltare, il funk trascinante primi anni ’70 dei Rare Earth (Hey Big Brother). Ma la freschezza della scaletta si deve anche al contributo di Danny Elfman: le due tracce estrapolate dallo score del film, Silver Lining Titles e Walking Home, sono perle di raffinatezza; specialmente la prima, capace di portare alle estreme conseguenze un tema cambiando continuamente direzione mantenendo intatto il coinvolgimento, grazie alla bella melodia e a un arrangiamento sofisticato ma in apparenza leggero, con chitarre e cori pop in primo piano. È una playlist che rifugge ogni malinconia e tende a tratti programmaticamente all’ottimismo, puntando sul sicuro col sound “facile” di Alabama Shakes piuttosto che con gli Eagles of Death Metal. Ma si ascolta volentieri, e (a sorpresa) più di una volta. GIANLUIGI CECCARELLI 82 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo marzo 2013 SPRING BRITNEY “Every time I try to fly / I fall without my wings / I feel so small / I guess I need you baby”, cantava Britney Spears nel 2004 in Everytime. Un classico, ormai, che merita di essere canticchiato al pianoforte da James Franco: Spring Breakers – davvero – forever! F.P. NOI S(UON)IAMO INFINITO “And in this moment, I swear, we’re infinite”. Parole forti, quelle del Logan Lerman di Noi siamo infinito (The Perks of Being a Wallflower), e come non santificare? Dai New Order di Temptation agli Smiths di Asleep, passando per Sonic Youth (Teenage Riot) e Cocteau Twins (PearlyDewdrops’ Drops), il regista e scrittore Stephen Chbosky ha collezionato i desiderata suoi e degli amici per cantare gioie e dolori dell’adolescenza. Dulcis in fundo – originale, eh! – David Bowie, che ferma un attimo per F.P. sempre con Heroes. Cittá di Vittorio Veneto 15 film internazionali in concorso; 1.000 ragazzi giurati provenienti da tutta Italia e dall'estero; oversound in sala realizzato da attori professionisti; incontri con registi, attori, produttori, giornalisti, doppiatori e personalità del cinema e della comunicazione visiva; Giuria di Qualità composta da esperti professionisti della cinematografia, critici e noti giornalisti del mondo della comunicazione e dell'audio-visivo; eventi collaterali di arte, musica, teatro. www.vittoriofilmfestival.com - [email protected] +39 0438 1849435 / +39 338 3544515