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Bradley Cooper - Cinematografo

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Bradley Cooper - Cinematografo
rivista del
MENSILE N.3 MARZO 2013 € 3,50
cinematografo
dal 1928
fondazione ente
dello spettacolo
TM
SPECIALE
La grande
abbuffata
L’Italia che non
cambia. La
parola a chi fa la
Commedia
Raimi lascia horror
e supereroi
per sfidare
Il mago di Oz
Il lato positivo
dell’anno, con Jennifer
Lawrence premiata
dall’Academy
Bradley Cooper
UBRIACO
D’AMORE
Dimenticate le sbornie da Notti
da leoni: il suo Lato positivo è
super romantico
EMMA
STONE
Femme fatale
per Gosling,
voce ribelle in
Croods
OSCAR 2013
Tanto rumore per
nulla. Ha vinto
Argo di Ben
Poste Italiane SpA - Sped. in Abb. Post. - D.I. 353/2003 (conv.
in L. 27.02.2004, n° 46), art. 1, comma 1, DCB Milano
Il fantastico
mondo
di Sam
rivista del cinematografo
fondazione ente dello spettacolo
4
-56!"6!
In copertina Bradley Cooper
Punti di vista
Segui l’Ente dello Spettacolo anche su
FACEBOOK
Fondazione Ente dello Spettacolo:
78
Tertio Millennio Film Fest:
78
YOUTUBE
999:
8;
TWITTER
99998
FACEBOOK
Cinematografo.it:78
Rivista del Cinematografo:
78
L’eredità di Sordi
E’ stato marchese, borghese, soldato, medico, maestro e molto altro
tutte le maschere della nazione, incarnandone di volta in volta tic,
umori, slanci ideali, vizi e virtù. “Storia di un italiano”, si è detto, per
illuminante galleria di “ritratti” che ha accompagnato mezzo secolo
di storia del cinema e del paese, allungandosi come un vestito
antropologico sul corpo di diverse generazioni.
A dieci anni dalla morte è doveroso non solo non
dimenticare Alberto Sordi, ma rendergli il posto
giusto nella memoria. Mitizzato dal pubblico più
snobbato da una critica ideologica a ragione
di quegli stessi personaggi (medi, mediocri,
mostruosi certo, ma indiscutibilmente “nostri”),
Sordi si è ripreso la rivincita nel tempo.
DIRETTORE RESPONSABILE
Dario Edoardo Viganò
CAPOREDATTORE
Marina Sanna
REDAZIONE
Gianluca Arnone, Federico Pontiggia, Valerio
Sammarco
CONTATTI
[email protected]
ART DIRECTOR
Alessandro Palmieri
HANNO COLLABORATO
Angela Bosetto, Orio Caldiron, Anita Ceccarelli,
Gianluigi Ceccarelli, Silvio Danese, Alessandro De
Simone, Adriano Ercolani, Simona Falcone, Bruno
Fornara, Antonio Fucito, Miriam Mauti, Massimo
Monteleone, Franco Montini, Morando Morandini,
Marta Morgante, Luca Pellegrini, Manuela Pinetti,
Simone Porrovecchio, Angela Prudenzi, Marco
Spagnoli
REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE DI ROMA
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"$?@<5!68<86H
STAMPA
JJ$K-@=-Q
Pomezia (RM)
W6!
MARKETING E ADVERTISING
;
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J6-5!Q6H!W\6-5!Q6H!6-
@!!<-<Q65H
-]
7
DISTRIBUTORE ESCLUSIVO
ME.PE. Milano
ABBONAMENTI
^^?4[;4J?K;$Y_JY%
#!
ABBONAMENTO PER L’ESTERO (10 numeri) 110 euro
@8@5=<56H-W";
PER ABBONARSI
]
J>=><=6
PROPRIETA’ ED EDITORE
PRESIDENTE
Dario Edoardo Viganò
DIRETTORE
Antonio Urrata
UFFICIO STAMPA
COMUNICAZIONE E SVILUPPO
Franco Conta - [email protected]
COORDINAMENTO SEGRETERIA
Carlo Verdone
guarda con
rispetto
Alberto Sordi
il grande
Documentari (Alberto il grande di Carlo e Luca
Verdone), mostre (Alberto Sordi e la sua Roma,
!"#
strade a lui dedicate, dicono dello straordinario
$
riconoscenza che buona parte del mondo della
cultura sa di dovergli ancora oggi. La nostra
ricognizione sulla commedia è anche un indiretto
omaggio a un attore che della commedia italiana
è stato non solo volto ma anche “interprete”,
%&
#
medium. Contraddizioni, pulsioni, rovelli sommersi “passavano” da lui,
dalla sua mimica, e attraverso lui si rivelavano, esistevano.
Dagli attori agli autori, misurare la distanza tra la commedia di ieri
'
*
+
nelle arcinote vicende produttive e di consumo, ma anche lungo
"
-"
""
"
senza risolvere problemi, sentiva di doverli portare allo scoperto. I
panni sporchi. Alla politica il compito di riesumare quel paese. Alla
cultura - quindi al cinema - il dovere di indirizzarlo. Alla pantomima
di una comunità rimossa diciamo basta. E’ arrivata l’ora di girare un
Marisa Meoni - [email protected]
DIREZIONE E AMMINISTRAZIONE
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W\>=><=66-"]
entespettacolo.org
Associato all’USPI
Unione Stampa - Periodica Italiana
Iniziativa realizzata con il contributo della
Direzione Generale Cinema - Ministero per i
Beni e le Attività Culturali
Y
H==6<
MARZO 2013
rivista del cinematografo
fondazione ente dello spettacolo
5
8
days of Persol
Dimitri Coste - Director
PO 649
persol.com
Day 1: Inspiration
SOMMARIO
MARZO 2013
18 Morandini in pillole
30
10
12 Glamorous
16 Colpo d’occhio
18 Romania d’Oro
Child’s Pose di Netzer vince
Berlino. E la stampa si lamenta
del festival
22 COVER STORY
Il Bradley positivo
Cooper sorprende con Silver
Linings Playbook e rivela:
“Stravedo per P.T. Anderson”
Sam Raimi
26
James Franco è Il grande
e potente Oz, Bryan Singer
insegue Il cacciatore di giganti
IL MAGO DI OZ
10
50
30 Sam Raimi
Rifare il capolavoro di Fleming:
“La mia sfida più importante”
35
Recensioni, anteprime, colpi di
fulmine
50 Emma Stone
Femme fatale in Gangster
Squad, primitiva animata nei
Croods di Chris Sanders
ARGO BATTE LINCOLN
26
53 SPECIALE
Emma Stone
IL CACCIATORE
DI GIGANTI
Che cosa è successo alla
commedia, Abusivi a parte?
54 Buongiorno notte 57 Poche
storie, c’è crisi 60 La banda del
buco 62 Giallini contro tutti
64 C’eravamo tanto amati
66 Pensierini
68 Ritratti
Massiccio e sfrontato: John
Garfield suona sempre due volte
72 Dvd & Blu-ray
Reality, Skyfall, Bella addormentata
e cofanetto Volonté
78 Borsa del cinema
68
53
80
ITALIA: POCO DA RIDERE
82 Colonne sonore
MARZO 2013
rivista del cinematografo
fondazione ente dello spettacolo
7
Morandini in pillole
di Morando Morandini
Fine pen[n]a mai
Fuori/uscite (2)
Indignez-vous! Nato a Berlino nel 1917, morto a Parigi il 27 febbraio 2013, Stéphane Hessel acquisisce nel 1937 la nazionalità
francese. E’ l’anno che prelude all’avventura atroce che trasfor
d’adozione, coprendo di vergogna la civiltà che rivendicano.
Nel dicembre 2010 alle Indigéne éditions di Montpellier esce
un libretto di 61 pagine che nell’aprile 2011 arriva alla sua 4°
edizione e alla 1° in italiano: Indignatevi! (ADD Editore, Torino).
E’ tradotto in molte altre lingue e diventa il manifesto di una
" " " 4
2011 lo stesso editore pubblica Danza con il secolo,
edito in Francia
nel 1997, dal quale
stralciamo il frammento di un capitolo sull’Africa: “[...]
C’era un elefantino
di sei mesi che era
stato trovato dopo
il massacro dei genitori da parte dei
bracconieri ghanesi e con cui si poteva giocare. Non
troppo però perché non deve abituarsi alla presenza dell’uomo. Il direttore della riserva sperava di farlo adottare da una famiglia di elefanti
quando avesse raggiunto i due anni di età. Il punto culminante
della nostra escursione fu l’incontro, nel cuore della savana, di
un gruppo di pachidermi. La nostra guida, che ne aveva avvertito la presenza ben prima di noi, fece fermare le automobili e
ci condusse in riva a un ruscello. Subito dopo aver sistemato
la telecamera, vedemmo il gruppo, cinque esemplari adulti e
due cuccioli, attraverso il terreno brullo, fermarsi davanti a noi,
a qualche decina di metri. Rassicurati dal corso dl’acqua, che
ci divideva da essi, alzarono le proboscidi con un movimento
maestoso che probabilmente indicava sia un avvertimento che
una specie di aiuto. Uno spettacolo commovente. I berlinesi invece trovarono tutto molto naturale e tennero soltanto i pochi
+
Stéphane Hessel
(1917-2013)
(da Danza con il secolo di Stéphane Hessel, Add Editore, Torino pagg. 384)
Crepuscolo o alba?
Rileggere
Stéphane
Hessel:
Indignatevi!
e Danza con
il secolo
“Pierre Thuillier prevede una grande ‘implosione’ di tutta la civiltà occidentale, ormai incapace di concedere alla poesia il posto
che le spetta. Ho quindi posto la domanda al mio angelo custode: ‘Mi hai sottratto a tanti pericoli, concesso tante gioie, inebriato così spesso di poesia. Era per impedirmi di vedere la lebbra
che consuma i miei simili, il disincanto del mondo e la sua corsa
__4
"+%#
VISIONI FORZATE E INDULTI
CRITICI
+^^
^X+STOP Il destino nel
nome: per Amour solo la statuetta al
^9Zero e
mezza (montaggio sonoro ex-aequo
con Skyfall). STOP Il lato positivo:
sul palco del Dolby Theatre, s’è visto
'
„'
…Y9†
STOP Terzo Oscar da attore
protagonista, mai nessuno come
lui: non male per un ex ciabattino a
W"†STOP‡"9J
Christoph (ri)balla l’Oscar con
Quentin. STOP Oscar italiano? Dario
Marianelli ripiega lo spartito, tocca
`†STOP Ang
Lee? Muove mari (Vita di Pi) e monti
(Brokeback Mountain), ma sempre
miglior regista è. STOP*9
+
la debacle agli 85esimi Academy
9
bocca al suo Lincoln. STOP L’Argo
che sfonda o lungo (Lincoln) che
affonda? STOP I Dreamed a Dream:
_
Š9:
STOPJ‹:-Y9Y
Waltz e Tarantino: repetita iuvant?
STOP The Master a bocca asciutta: e
lo chiamano padrone? STOP Michelle
Obama scippa Sally Field: la First
Lady degli Oscar è lei! STOP Corto è
^%’7#%Y#
ALMOST (IN)FAMOUS: DALLE
STALLE ALLE STARLETTE
Il principe abusivo: Emanuele
####
Promised Land: incassi alla mano, si
sospetta un miraggio. #### Italia,
2013: Il principe abusivo supera i 9
milioni, la realtà ogni immaginazione
#### Pinocchio subito primo al
@†
#### Studio illegale, Principe
abusivo†
#### Die Hard – Un buon giorno per
morire, un po’ meno per incassare.
Federico Pontiggia
8
rivista del cinematografo
fondazione ente dello spettacolo
MARZO 2013
LA TERRA È UN RICORDO PER CUI VALE LA PENA COMBATTERE
D A L
R E G I S TA
D I
TRON: LEGACY
DA GIOVEDÌ 11 APRILE AL CINEMA
W W W. O B L I V I O N - I L F I L M . I T
/O B L I V I O N I T
/O B L I V I O N I T
IMAX® IS A REGISTERED TRADEMARK OF IMAX CORPORATION
Hollywood premia
Argo
degli 85th Academy
!"
Kathryn Bigelow e
#$%
gli attori oscarizzati e
Steven Spielberg
La lunga strada
dorata di Argo
porta all’Oscar:
"
"
Bigelow, ma non
trionfa nessuno
di Federico Pontiggia
Chi Ben Comincia...
Argo$_5<
edizione degli Academy Awards, e chi
l’avrebbe detto? Tutti. vittoria stra
'
^’7
_"
?
W_”
_@-Š:9
per risolvere la crisi degli ostaggi di
J_H=
più pastorizzato e indolore di uno Zero
Dark Thirty%\aequo) rimasto prevedibilmente a bocca
asciutta, con gli ossequi dell’Agenzia.
‹"
colpo per (i) Maya.
Lincoln di Spielberg,
che concretizza solo due – Daniel DayY9
"
–
– delle dodici nomination. Chissà che ha
>—
@
contro l’abolizione della schiavitù, oppure
voti, gli incarichi governativi e i privilegi
10
rivista del cinematografo
fondazione ente dello spettacolo
MARZO 2013
"Y˜
- a chiunque abbracciasse la causa
abolizionista? A secco anche The Master
– mutatis mutandis, un altro Zero Dark
Thirty a prendere più statuette è Vita di
PiYBrokeback Mountain,
ancora miglior regista, e scusate se
è poco. Forse, c’è lo zampino del co"@
gli Usa devono molto. Da registrare
anche i bis di Quentin Tarantino, per la
sceneggiatura originale dello schiavo
@‡"
Bastardi senza gloria e Django Unchained,
sempre miglior non protagonista è, alla
J:Y…%Lincoln) e De
Niro (Il lato positivo). Tu chiamalo se vuoi
voto di scambio.
J…
Lawrence – troppa grazia Sant’Academy?
- protagonista de Il lato positivo e
Š9:Les
Misérables'
5<?
[
$
l’Amour[Š7
straniero, e suona riduttivo.
EL DESEO PRESENTA UN FILM DI ALMODÓVAR
ANTONIO DE LA TORRE HUGO SILVA MIGUEL ÁNGEL SILVESTRE LAYA MARTÍ JAVIER CÁMARA CARLOS ARECES
RAÚL ARÉVALO JOSÉ MARÍA YAZPIK GUILLERMO TOLEDO JOSÉ LUIS TORRIJO LOLA DUEÑAS CECILIA ROTH BLANCA SUÁREZ
IN ORDINE DI APPARIZIONE
produttore AGUSTÍN ALMODÓVAR prodotto da ESTHER GARCÍA musiche di ALBERTO IGLESIAS montaggio di JOSÉ SALCEDO direttore della fotografía JOSÉ LUIS ALCAINE
SCRITTO E DIRETTO DA PEDRO ALMODÓVAR
WARNERBROS.IT
FACEBOOK.COM/GLIAMANTIPASSEGGERI
Ultimissime dal pianeta cinema: news e tendenze
glamorous
a cura di Gianluca Arnone
Academy
in rosa
&'((
(
)
va in scena sul sagrato del Dolby Theatre
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brillocchi e pailettes penzolano e stillano
dalle silhouette gommose di star che
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,
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(+
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12
rivista del cinematografo
fondazione ente dello spettacolo
MARZO 2013
;
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Halle Berry
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Zoe Saldana
>
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Amy Adams
MARZO 2013
rivista del cinematografo
fondazione ente dello spettacolo
13
glamorous
Keith Urban e Nicole Kidman
Channing Tatum e Jenna Dewan-Tatum
Helena Bonham Carter e Tim Burton
14
rivista del cinematografo
fondazione ente dello spettacolo
MARZO 2013
Michael Douglas e
Catherine Zeta-Jones
George Clooney e
Stacy Keibler
Jennifer Aniston e
Justin Theroux
È RARO CHE UN FILM RAGGIUNGA
UN TALE LIVELLO DI INTELLIGENZA E UMANITÀ
LE MONDE 
UNA STORIA APPASSIONANTE E
CREDIBILE A FAVORE DELLA PACE
LIBÉRATION 
TEODORA FILM E SPAZIOCINEMA PRESENTANO
UN FILM DI
LORRAINE LÉVY
EMMANUELLE
DEVOS
PASCAL
ELBÉ
JULES
SITRUK
MEHDI
DEHBI
AREEN
OMARI
DAL 14 MARZO AL CINEMA
KHALIFA
NATOUR
PER VISUALIZZARE I CONTENUTI EXTRA DEL FILM
SCARICA L’APP DI AR-CODE E INQUADRA L’IMMAGINE
colpo d’occhio
FESTIVAL DEL MESE
a cura di Massimo Monteleone
Y@W"^
!^W
FILM MEETING
BIF&ST
1 BERGAMO
XXXI edizione dell’autorevole 5 IV edizione del Bari
vetrina del cinema indipendente
internazionale, con anteprime.
-
partecipano per l’assegnazione
del premio Bergamo Film
Meeting. In programma anche
omaggi e retrospettive.
Località Bergamo, Italia
Periodo =-H"
Tel. %!<#!>!5H
* Mail ]
Resp. Angelo Signorelli
Hollywood
update: dal
Assange
all’intrigo 2.0 di
Mann. E’ nato
'
INTERNATIONAL
2 ANKARA
FILM FESTIVAL
E’ esplosa
%
guerra
tavolta non ci saranno
™™
al valore. La guerra è
orchestrata da server remoti,
condotta da generali in capo
di elettro-bombe e cavalli
di Troia. E’ esplosa la cyber
guerra, l’estensione della lotta
nel dominio della Rete. Sempre
più pervasiva, tentacolare,
S
16
rivista del cinematografo
fondazione ente dello spettacolo
MARZO 2013
International Film Festival.
In concorso lungometraggi,
cortometraggi. Anteprime e
ospiti del cinema nazionale
e internazionale. A Fellini e a
Sordi saranno dedicate due
grandi retrospettive.
"
cittadini, Stati. Tutti contro
tutti. Che la questione sia assai
seria lo si è capito quando si è
"_
cinese - la Cina disporrebbe dei
7"
- ai danni dell’industria e della
?
:-
:
programma.
Ma la vera partita è segreta,
spionaggio aggiornato alla
geopolitica di Matrix;Š:9
biopic su Assange (The Fifth
Estate), arriverà l’intrigo digitale
[[%
senza titolo). Prime avvisaglie
:7”
$
G.A.
XXIV edizione per la
"
a cui partecipano produzioni
turche (lungometraggi,
*+
d’animazione). Proiezioni di
opere internazionali non in
concorso.
Località 7J
Periodo Q-6Q"
Tel.%=-!6#Q>5HHQ<
*7
Mail ]7
org.tr
Resp. `7;7
Località Bari, Italia
Periodo >-6!"
Tel. !=!-5=<<=
*
Mail "]
Resp. Felice Laudadio
FLORENCE KOREA FILM
FEST
›"
internazionale di cinema
e cultura della Corea del
Sud, unico nel suo genere
Q
Previsti anche cortometraggi,
retrospettive, dibattiti sulla
ed eventi collaterali. Ospite
d’eccezione la star asiatica Jeon
Do-yeon.
Località Firenze, Italia
Periodo <-6Q"
Tel.%<<#<Q5<>
*7
YOUNGABOUT FILM
FESTIVAL
"
carattere competitivo, ideato e
organizzato dall’associazione
culturale Gli Anni In Tasca.
E’ dedicato agli adolescenti
e ai giovani – spettatori,
interpreti e giurati. Sezioni per
lungometraggi e cortometraggi.
K97
Località Bologna, Italia
Periodo 5-6Q"
Tel.!Q<66<6!
* youngabout.com
Mail :
]
Resp. Olga Durano, Angela
Mastrolonardo
Mail ]7
Resp. Riccardo Gelli
LES JOURNEES DU
CINEMA QUEBECOIS EN
ITALIE
X edizione, dal titolo
W™K
8W
Plurale, della rassegna a cura
dell’Institut Français di Milano
contemporanea del Quebec.
Stavolta è l’occasione unica per
conoscere la produzione delle
nuove cineaste del Quebec
attraverso lungometraggi, corti
e documentari, inediti in Italia.
Località Milano, Italia
Periodo 6-6!"
Tel. %6#Q5<==
*
-
com
Mail ]
Resp. Joe Balass
ARBOR FILM
4 ANN
FESTIVAL
8 FESTIVAL
INTERNATIONAL DE
LI edizione della longeva
rassegna internazionale
competitiva, specializzata
nelle opere indipendenti,
sperimentali e d’animazione,
corti e lungometraggi.
Località Ann Arbor (Michigan),
USA
Periodo =-6Q"
Tel.%-H!Q#==<<!<>
* Mail ]
Resp. Maria Feldman
FILMS DE FEMMES
XXXV edizione del noto
donne registe. Le novità sono
"%
a soggetto, documentari e
corti).
Località @™W
Periodo 66-!"
Tel. %!!-#Q=5!5=5
*
Mail ]9
Resp.…7^
3
6
7
berlino 63
ORO RUM
Al festival tedesco vincono Child’s Pose di Netzer
Belle storie, ottime sceneggiature di Marina Sanna foto Pietro Coccia
18
rivista del cinematografo
fondazione ente dello spettacolo
marzo 2013
F
ilm gelido e non
conciliatorio,
Child’s Pose di Calin Peter Netzer
poggia su un meccanismo che funziona alla perfezione. Come si fa a raccontare una relazione così abusata da cinema e letteratura,
il rapporto tra la madre padrone e il figlio unico, viziato e crudele, senza perdersi nei cliché, déjà-vu ecc ecc.? L’Orso
d’Oro di Berlino 2013 ha una sceneggiatura di ferro, dialoghi taglienti, la costruzione di personaggi e dei loro sub plot,
che li rendono più autentici delle persone a cui si ispirano. Dando respiro e prospettiva alla storia: Cornelia vive in una
ENO
e il docufilm di Tanovic.
marzo 2013
rivista del cinematografo
fondazione ente dello spettacolo
19
berlino 63
società rumena neppure immaginata
finora al cinema, una middle class di
architetti, medici, parlamentari, consiglieri. Ricoperti di animali morti e oro
fino ai denti, che vivono spensieratamente la corruzione endemica di un
Paese, in cui anche gli onesti sono costretti a piegare il capo.
“Meravigliosa creatura” canta Gianna
Nannini sui titoli di coda, perché Barbu
(Bogdan Dumitrache) è l’amore di
mamma Cornelia, Luminita Gheorghiu,
grande attrice e protagonista assoluta
di Child’s Pose, che Teodora distribuirà
in Italia. Viene in mente New York Stories, il formidabile Edipo relitto firmato
Woody Allen. Si respira odore di madre
fino alla nausea. Ma dalla commedia si
passa subito al dramma: Barbu ha investito e ucciso un bambino. Cornelia
compra il silenzio di chiunque e alla fine piange per davvero mentre lo
sguardo si ferma sul figlio, sangue del
suo sangue e inguaribile vigliacco. Al
contrario An Episode in the Life of an
Iron Picker di Danis Tanovic, che si è
portato a casa due premi - la giuria e il
migliore attore Nazif Mujic - trasuda
empatia. Senada ha due figlie.
Un terzo è in arrivo e il marito Nazif riesce a malapena a sopravvivere come
raccoglitore di ferro, ossia corre avanti
Paulina Garcia migliore attrice, Tanovic premio della Giuria. A destra Luca Marinelli (Shooting Star).
Sotto il film di Tanovic, gli attori di Pardé e David Gordon Green con l’Orso per la regia
La stampa tedesca ha attaccato
la Berlinale definendola di serie B.
Ci sono stati anni peggiori
20
rivista del cinematografo
fondazione ente dello spettacolo
marzo 2013
e indietro per cercare pezzi da vendere. Un giorno trova Senada rantolante
per terra. Incomincia l’odissea per arrivare al pronto soccorso più vicino: la
donna ha avuto un aborto spontaneo e
ha in grembo un feto morto di cinque
mesi. Le condizioni sono critiche e deve essere operata immediatamente ma
non ha un’assicurazione sanitaria statale, l’ospedale chiede 980 marchi bosniaci (500 euro). Senza soldi, niente
intervento. Tanovic filma senza aggiungere nulla, Senada (Alimanovic) e Nazif
(Mujic) sono i loro veri nomi, lo squallore è reale dalla prima all’ultima scena.
Tra finzione e realtà si inserisce il terzo
film, dal punto di vista politico il più importante del festival: Pardé di Jafar Panahi, premio per la sceneggiatura, interessante, certamente non la migliore.
Che ci mostra uno scrittore (Karbuzia
Partovi, qui attore e coregista) in una
casa vuota. Dalla sua valigia esce Boy,
cagnolino molto intelligente. Insieme si
stabiliscono in quegli spazi, non prima
di aver ‘blindato’ porte e finestre con
panni neri. Nessuno deve sapere dove
sono, il motivo lo scopre suo malgrado
anche Boy: in televisione fanno vedere
decine di cani massacrati perché considerati animali impuri. La routine del
protagonista viene interrotta dall’arrivo di due ragazzi: fuggono dalla polizia. Lei rimane, il fratello promette di
tornare. Nelle ore successive la giovane perseguita l’uomo senza sosta. Poi sparisce
e ritorna come un fantasma. Lo scrittore ha paura, non riesce a finire il lavoro,
si nasconde in un rifugio segreto. E qui
entra in scena Panahi, che prende il suo
posto. Quella villa è sua, alle pareti ci
sono i poster dei suoi film, reliquie del
passato. Riappare la donna che lo avvisa “Non aspettare ancora”. In una delle
scene più malinconiche vediamo il regista abbandonarsi al pensiero di annegare per poi tornare sui suoi passi e ritrovare la speranza. L’insofferenza è
palpabile, l’urgenza di agire, di spezzare le catene, attraversa quest’opera
clandestina girata con gli strumenti a
disposizione: cellulare e camera digitale. Forse la meno decifrabile, sicuramente la più personale. La stampa tedesca ha attaccato la Berlinale (e i premi), proprio quando la selezione, seppur ondivaga, è stata la migliore degli
ultimi anni. Non c’è pace per i direttori
di festival.
%
DAL 14 MARZO AL CINEMA
www.sinister-ilfilm.it
www.kochmedia.it
COVER STORY
Bradley Cooper
ALTROCHE
OSCAR
Dopo le Notti da leoni e il
successo inaspettato delLato positivo,
sono arrivate decine di progetti e
la nomination dell’Academy.
E lui confessa: "Mi basta e avanza.
E' un premio assurdo"
di Marina Sanna
22
rivista del cinematografo
fondazione ente dello spettacolo
marzo 2013
marzo 2013
rivista del cinematografo
fondazione ente dello spettacolo
23
COVER STORY
T
Tre Hangover dopo (Una notte da
leoni 3 uscirà quest’estate), Bradley
Cooper non è cambiato. Il successo
non ha avuto nessun effetto su di lui
ma sul suo agente sì: “Quando saprà –
racconta – che l’anno prossimo farò
zero dollari, gli verrà un infarto”.
Prima di Una notte da leoni, Bradley
Cooper era uno dei tanti bei ragazzi in
circolazione, seppur dotato di occhi
azzurri splendidi, aveva già lavorato
parecchio tra teatro, televisione (tra
tutte la serie Alias di J.J. Abrams), e
masticato un pò di cinema. Con Silver
Linings Playbook (in Italia Il lato
positivo) ha fatto bingo: il suo Pat è
un personaggio che rimane scolpito
nella memoria, non solo perché è
bravissimo, e per dirla alla Bradley:
“Se reciti bene in un bel film se lo
ricordano tutti”. Soprattutto David O.
Russell ha prodotto una commedia
“nuova”. In cui si ride, si piange, si
balla, si esce dalla sala con il cuore in
mano e una musica in testa: la stessa
che ossessiona Pat. Per gli americani
è un anno d’oro, hanno ripreso le
redini dell’industria cinematografica
totalizzando un record al box office di
10.6 miliardi di dollari: si tratta della
cifra più alta mai raggiunta dal box-
24
rivista del cinematografo
fondazione ente dello spettacolo
marzo 2013
office Usa. Per farlo hanno sfoderato
coraggio e creatività, in ogni genere:
storico, fantasy, politico, romantico.
Il lato positivo è l’ennesimo fiore
all’occhiello: impianto classico ma un
taglio originale, 100 milioni incassati a
fronte di un budget di poco più di 20.
“David l’ha girato cercando il tono
giusto - dice Cooper -, alternando i
momenti drammatici e quelli comici,
pensando al ritmo delle commedie di
Billy Wilder”. L’inizio è inconsueto:
Cooper di spalle che parla da solo. E’
in ospedale psichiatrico da otto mesi
perché soffre di bipolarismo e non
vuole curarsi con i farmaci. Per
fortuna arriva la madre (Jacki
Weaver) che lo riporta a casa, dove
c’è il papà allibratore compulsivo (De
Niro in forma smagliante).
“Avevo già lavorato con Robert De
Niro in Limitless, ora siamo diventati
amici.
E’ un attore straordinario e nella vita
privata è una persona normalissima”.
Ormai è una star, perché dice che
non guadagnerà un dollaro il
prossimo anno?
Il successo è imprevedibile. All’inizio
nessuno sapeva che Una notte da
leoni sarebbe stato un franchise, che
avrebbe avuto uno o più sequel. Con
nostra sorpresa, anche di Todd
Phillips, è diventato un blockbuster, e
poi mi hanno offerto Il lato positivo,
con un personaggio molto più
complesso da interpretare.
Ma Il lato positivo va benissimo al box
office.
Sì, in America ha spiccato il volo. Nel
frattempo però ho girato The Place
Beyond the Pines di Derek Cianfrane
(in uscita da noi aa aprile, ndr). Una
parte diversa: un poliziotto ambizioso
che si scontra con Ryan Gosling,
vedremo…
Sta lavorando anche con Susanne
Bier.
Si intitola Serena, ancora con Jennifer
Lawrence. Stavolta però siamo
sposati (ride). L’abbiamo finito da
poco. E’ un melodramma.
Bob De Niro,
David O. Russell e
Jennifer Lawrence.
A sinistra Bradley
Cooper e il regista,
in basso una scena
de Il lato positivo
E ha un altro progetto con David O.
Russell: un thriller ambientato negli
anni ’70.
Sì! David è uno dei migliori, potete
chiederlo a chiunque. E sono fortunato
che voglia lavorare ancora con me.
Penso che Il lato positivo sia il suo film
più bello e non dimenticherò mai
l’opportunità che mi ha dato di
interpretare Pat.
Perché?
Per la profondità, la complessità delle
emozioni che scorrono sotto la
superficie. Le persone come Pat non
hanno un processo neurologico che gli
permette di filtrare i sentimenti come
facciamo noi o crediamo di saper fare.
Come ha fatto, allora?
All’inizio mi sembrava una creatura di
un altro mondo, così ho cercato di
entrare in sintonia con lui. Ho un paio
di amici intimi che soffrono di
bipolarismo, il figlio di David non sta
bene, e anche per questo si sente la
“verità” della storia. David l’ha fatto
per lui, per farlo sentire meno solo. Ho
imparato tanto, pensavo fosse strano
che un personaggio potesse darti
qualcosa, eppure è stato così.
Qual è il suo regista preferito?
Paul Thomas Anderson.
Le è piaciuto The Master?
Moltissimo. Un capolavoro.
Dopo Il lato positivo cambierà
qualcosa nel futuro delle commedie
americane?
Lo sapremo presto perché ogni volta
che un film ha successo si cerca di
riproporre la “formula”. Sono molto
curioso di vedere che cosa accadrà.
Jennifer Lawrence ha vinto l'Oscar, lei
ha avuto la nomination...
Sono contento per Jennifer! Ma allo
stesso tempo rimane un premio
bizzarro. Non lo trovo logico. Dare un
premio all’arte è assurdo: molti grandi
attori non hanno avuto la nomination
che meritavano. Toro scatenato non
ha vinto l’Oscar e neanche Scorsese
per quel film. Eppure è uno dei più
%
belli della storia del cinema.
“David O. Russell è uno dei migliori in
circolazione. Anche se il mio preferito è Paul
Thomas Anderson”
marzo 2013
rivista del cinematografo
fondazione ente dello spettacolo
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maghi e meraviglie
Sam Raimi e Bryan Singer esplorano le
leggende: ecco Il grande e potente Oz e
Il cacciatore di giganti
di Angela Bosetto
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rivista del cinematografo
fondazione ente dello spettacolo
marzo 2013
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rivista del cinematografo
fondazione ente dello spettacolo
27
maghi e meraviglie
N
Nella sua opera più celebre, L’eroe dai
mille volti (1949), dedicata allo studio
degli archetipi mitologici provenienti
dalle varie culture, Joseph Campbell
sintetizza con estrema chiarezza quale
sia il compito del protagonista di ogni
storia fantastica che si rispetti: “L’eroe
lascia il mondo di tutti i giorni per
avventurarsi in una regione di
meraviglia soprannaturale”.
Parcheggiata, almeno per il momento,
la moda delle fiabe dark con
protagoniste adolescenti alle prese con
i propri tumulti emo-sessuali,
Hollywood rispolvera la cara vecchia
formula del fantasy avventuroso attira
famiglie, nel quale un giovanotto
qualunque finisce catapultato in
un’epopea molto più grande di lui e,
superati i pericoli (con stupore suo e di
chi lo circonda), ne esce umanamente
rinnovato nonché vincitore. Tuttavia,
siccome i bambini sono assai più scaltri
di un tempo e i grandi guardano con
sospetto qualunque cosa puzzi di
“infantile”, almeno le premesse della
storia vanno riscritte in chiave adulta.
Vista la loro esperienza con lo
sdoganamento dei supereroi, Sam
Raimi e Bryan Singer non dovrebbero
avere problemi in tal senso, quindi
tocca loro fare da apripista con Il
grande e potente Oz e Il cacciatore di
giganti, entrambi in sala a marzo in 3D.
Lasciando in secondo piano la propria
vena horror (ma non Bruce Campbell,
che apparirà comunque), Raimi ha
deciso di compiere un’operazione
analoga a quella svolta da Tim Burton
in Alice in Wonderland, prendendo in
prestito produttore (Joe Roth),
scenografo (Robert Stromberg),
compositore (Danny Elfman) e
correndo lo stesso rischio di inimicarsi
i fan più fedeli. Se Burton estrapolava
dai libri di Lewis Carroll un ipotetico
sequel, Raimi sposta le lancette del
tempo indietro rispetto al romanzo di
L. Frank Baum (Il meraviglioso mago
di Oz, 1900). Così conosciamo il futuro
mago quando è semplicemente Oscar
Diggs (James Franco), un
prestigiatore del Kansas giunto per
caso nel regno di Oz, i cui abitanti lo
scambiano per il “grande uomo”
Qui e nelle
pagine precedenti
l'adattamento di
Raimi da Baum. Sopra
Il cacciatore di
Bryan Singer
Parcheggiata per adesso la moda
dark-adolescenziale, Hollywood rispolvera la formula
del fantasy avventuroso per famiglie
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rivista del cinematografo
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Il cacciatore di
giganti, in alto a
destra Il grande
e potente Oz
tratto il fantasy L’ammazzagiganti) e
Jack and the Beanstalk (il nostro
Giacomino e la pianta di fagioli). Nella
pellicola Jack (Nicholas Hoult, lo
zombie innamorato di Warm Bodies) è
un giovane bracciante agricolo, il
quale, dopo aver inavvertitamente
aperto il portale che collega il nostro
mondo a quello dei giganti, si trova
costretto a combatterli e persino ad
avventurarsi nel loro regno pur di
salvare la principessa Isabelle (Eleanor
Tomlinson). Singer ha dovuto far
slittare l’uscita della pellicola per non
scontrarsi con Peter Jackson, ma si è
preso una grande soddisfazione: poter
realizzare parte degli esterni a
Puzzlewood nel Gloucestershire, ossia
in quella meravigliosa foresta che
suggerì a Tolkien la creazione della
Terra di Mezzo.
%
destinato a salvarli dal male. Solo le
streghe Theodora dell’Ovest (Mila
Kunis), Evanora dell’Est (Rachel
Weisz) e Glinda del Sud (Michelle
Williams) sembrano avere qualche
dubbio al riguardo…
Raimi ha annunciato che la pellicola
sarà ricca di omaggi nei confronti di
quella di Victor Fleming (Il mago di
Oz, 1939) a partire dalla scissione fra
bianco e nero (Kansas) e colori
sfavillanti (Oz). Avrebbe persino
voluto usare la Città di Smeraldo e le
scarpette rosse del film di Fleming, ma
la MGM non ha concesso alla Disney i
diritti.
Con Il cacciatore di giganti, invece,
Singer punta a fondere in un’unica
avventura due racconti tipici del
folklore inglese: Jack the Giant Killer
(d’ambientazione arturiana e alquanto
cruento, dal quale nel 1962 venne
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rivista del cinematografo
fondazione ente dello spettacolo
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intervista
Il regista de La casa racconta la sua ultima,
incredibile cavalcata: “Ho ricreato i sogni di
Baum senza rinunciare ai miei incubi”
di Luca Pellegrini
Sam RAIMI
Una sfida colossale
anhattan, quella dove abita Spider-Man, tutti la
conoscono. Ma Oz, come lo ha creato L. Frank
Baum, non è una semplice città: questa volta ho
dovuto immaginare un mondo intero, con le sue contee
e i suoi territori misteriosi, i suoi mari e deserti impraticabili. Per questo il mio nuovo film ha proporzioni davvero gigantesche. E’ la più grande produzione della mia
carriera, la più grande sfida che insieme al mio team
creativo abbia dovuto affrontare”.
Sam Raimi è emozionato, quando parla di Oz e delle sue
streghe. Non così perfide e tremende come quelle che di
solito porta sullo schermo. Ma Evanora, ossia Rachel
Weisz, che governa con arcano potere la Città di
Smeraldo, è meglio evitarla: “Ha una doppia natura, che
lei riesce a interpretare benissimo. Deve far credere di
essere la consigliera del re e una brava persona, ma non
è proprio il suo zelo etico a dettare le sue azioni, perché
una linea oscura l’attraversa, è malvagia. Al suo fianco le
‘‘M
soggiacere a questo lato tenebroso. E poi Glinda, che
Michelle Williams colora di bontà, perché lei ha uno spirito positivo nella vita e una profondità d’animo rara.
Quando si guarda nei suoi occhi si capisce subito che ha
un animo buono”.
Oscar Diggs, un mago ciarlatano, è costretto malvolentieri ad affrontarle.
Ho scelto James Franco perché è buffo, amabile, ha un
cuore vero che condivide con il pubblico. E’ naturale, si
fa voler bene e ha anche un perfetto senso dei tempi
comici, necessari. Quello di Diggs è un grande personaggio, all’inizio buffo e pasticcione, che mi ha affascinato
nella sua edificante trasformazione.
Qual è per lei la vera storia di Oz?
Quella di come il mago è diventato il Mago di Oz, di
come un prestigiatore dilettante - un impostore, un ciarlatano - arriva in un mondo fantastico che aspettava
proprio lui per togliersi dai guai. E’ il racconto di come
un uomo mediocre che era
egoista diventa un grande
mago altruista.
Lei ha voluto che lo scenografo
Robert Stromberg creasse dei
veri set.
I miei attori dovevano avere
qualcosa di reale da toccare e
vedere. Non mi preoccupava il
fatto che poi dovessero immaginare il mondo che stava
fuori dalla finestra, ma volevo che recitassero in un posto
vero perché solo così avrei creato il mondo di Oz credibile.
Poi, si sono messi a lavorare i 700 artisti della computer
“Mila Kunis è pura energia positiva,
ma conosce bene l’oscurità e sa come
sprofondare nelle tenebre”
sorelle: Theodora, la divertente e brillante Mila Kunis, una
vera fonte di energia positiva, ma quando l’ho vista in
Cigno nero ho anche capito che l’oscurità poteva far
capolino nel suo comportamento e lei riesce benissimo a
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rivista del cinematografo
fondazione ente dello spettacolo
marzo 2013
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rivista del cinematografo
fondazione ente dello spettacolo
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intervista
Il grande e
potente Oz di
Sam Raimi
“James Franco è buffo, Michelle
Williams profonda, Rachel Weisz
terrificante”
grafica: il loro lavoro è stato quello di definire al meglio il suo look fantastico.
Popolato da strane creature.
Ce ne sono di molto diverse: nel regno di
Glinda, Quadling Country, ci sono i Quadlings,
i Tinkers e i Munchkins, i più famosi abitanti di
Oz, gente che ama cantare e ballare, dei veri
eroi, piccini e potenti. Sono loro che renderanno possibile l’illusione finale del Mago. I
Winkies sono dei soldati molto alti che la
strega cattiva utilizza per terrorizzare i cittadini, sono la sua armata di terra, ma lei ha
anche una sorta di flotta aerea, le terribili
Scimmie alate.
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rivista del cinematografo
fondazione ente dello spettacolo
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Questa volta, nonostante le Scimmie, il suo
pubblico non dovrà sobbalzare di terrore.
Vivrà una grande avventura, spero potrà
ridere e innamorarsi del Mago. Certo un po’
di paura con la perfida Strega Evanora ci
vuole. Ci saranno anche sorprese in fondo a
quei Yellow Brick Road - li ricordate? - che
nel futuro indicheranno a Dorothy la strada
da seguire. Ma alla fine del film vorrei che
tutti potessero gioire perché ancora una
volta il bene trionfa.
%
I TOP 5
al Cinema
##### OTTIMO #### BUONO ### SUFFICIENTE ## MEDIOCRE # SCARSO
36
Il lato positivo
38
48 Gli amanti passeggeri
La madre
40
40
Beautiful Creatures
41
2 giorni a New York
Sinister
42
Su Re
44
Spring Breakers
46 Educazione siberiana
36 Il lato positivo
38 La madre
38 La frode
40 Beautiful Creatures
40 Headhunters
40 Sinister
41 The Summit
41 2 giorni a New York
41 Viva la libertà
41 Il figlio dell'altra
42 Su Re
44 Spring Breakers
45 Just Like a Woman
45 La scelta di Barbara
46 Educazione siberiana
48 Preview
Gli amanti passeggeri
I Croods
I figli della mezzanotte
Benvenuto presidente!
G.I. Joe: la vendetta
The Host
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35
i film del mese
Jennifer
Lawrence ha
vinto l'Oscar come
migliore attrice
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marzo 2013
IL LATO
POSITIVO
#####
Nevrotico, commovente, brillante: da applausi il paso
doble Cooper-Lawrence, firmato David O. Russell
in uscita
Regia David O. Russell
Con Bradley Cooper, Jennifer
Lawrence
Genere Commedia
S
ilver Linings Playbook
non è (solo) una
commedia romantica.
Bradley Cooper sa essere
stupefacente anche senza i
fumi tossici di Una notte da
leoni. De Niro ricorda
semplicemente De Niro. Se
le sorprese non mancano
nell’ultimo colpo messo a
segno dai fratelli Weinstein,
a confermarsi su livelli
altissimi sono Jennifer
Lawrence - 22 anni e una
maturità degna della
splendida collega Jacki
Weaver - e David O. Russell
che, due anni dopo The
Fighter, sferra un altro
gancio micidiale allo
stomaco dello spettatore,
mandando al tappeto anche
il più compassato. Gli
americani ci hanno
insegnato che il cinema è
fatto di geometrie, moduli
narrativi ingessati,
macchine produttive supercorazzate, astuzie
commerciali ed eccellenza.
Tutte cose in effetti che
ritroviamo nell’adattamento
del romanzo di Matthew
Quick, ma che da sole non
ne spiegherebbero l’unicità
al di là del canone, il vortice
vivo di flussi emotivi
sotterranei. Cooper è Pat,
adulto bipolare. Dopo 8
mesi trascorsi in un istituto
psichiatrico, l’uomo ha un
solo obiettivo: riconquistare
la moglie, che però ha
ottenuto un’ordinanza
restrittiva nei suoi confronti.
Chi scommetterebbe sul
buon esito dell’impresa?
Non lo psichiatra che lo ha
in cura né gli amici che pure
lo sostengono e nemmeno i
genitori, che ritengono
poco convincente la
guarigione del figlio: del
resto, come dovrebbero
giudicarla quando vengono
svegliati in piena notte
mentre inveisce contro la
tempra depressiva di
Hemingway e lancia il suo
Addio alle armi dalla
finestra? Pat è parecchio
incasinato e solo una
altrettanto disturbata
potrebbe dargli credito.
Una come Tiffany, appunto.
Avete già capito come
andrà a finire? Diffidate di
voi stessi e scommettete sul
film, che rimbalza tra il
dramma e la commedia
come uno yo-yo
sentimentale, fedele più ai
tumulti del cuore che alle
regole di genere. Nevrotico,
dirompente, brillante, il
paso doble di David O.
Russell aggancia script e
mdp alla mente elettrica dei
suoi personaggi, scende
fino in fondo al disagio per
poi impennarsi spinto da
nuove, insperate risorse. I
nostri occhi nei loro, umidi e
speranzosi, trascinati corpo
e nervi nella guerra autistica
di due individui in rivolta
contro le bizzarrie della
mente, come se una
supposta normalità potesse
davvero tracciare una soglia
psichica e morale valida per
ciascuno. Silver Linings
Playbook abolisce ogni
parametro, ci dichiara tutti
compromessi, vincolati alle
nostre singolari, sottaciute
follie. Perciò salvabili: venire
a patti con quello che siamo
significa liberarsi da una
sinistra mania di perfezione,
guardare chi abbiamo
davanti, guardare avanti. E
vedere il lato positivo della
vita oltre i miraggi di una
beffarda fede nel destino (e
nel cinema): l’happy end.
GIANLUCA ARNONE
marzo 2013
%
rivista del cinematografo
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i film del mese
LA FRODE #####
Affari di famiglia per Richard Gere: cercasi regia…
(Arbitrage), un thriller finanziario
formato famiglia: il cast c’è, e non è
proprio da buttare, l’attualità pure,
tuttavia, non va. Non c’è racconto,
ovvero Jarecki non sa dirigere, rimane
attaccato alla storia limitandosi a
illustrarla: regia a scomparsa, la frode
spunta anche dietro la macchina da
presa. Non solo, l’uniforme piattezza
sacrifica la migliore, l’unica idea del
film: la grande borghesia economicofinanziaria non conosce alcuna legge
al di sopra di sé e ha in se stessa la
sola antagonista. Appunto, affari di
famiglia, “bambine” da non deludere:
Robert Miller finisce tra gli applausi,
ma sopra la sua testa incombe la
spada di Damocle di moglie e figlia.
Stessa sorte per il film, ma senza
applausi. Fiacco, fiacchissimo e…
fraudolento?
%
FEDERICO PONTIGGIA
60 ANNI, ricco sfondato, una bella
famiglia (la moglie Susan Sarandon, la
figlia Brit Marling), una bellissima
amante (Laetitia Casta), il successo,
New York ai suoi piedi. Robert Miller
(Richard Gere) ha tutto, ma anche un
buco da 400 milioni: l’unica salvezza è
vendere al più presto la società a una
grande banca, riuscirà? Non bastasse,
arriva anche il sangue, e il detective
Tim Roth indaga. Opera prima dello
scrittore Nicholas Jarecki, è La frode
In uscita
Regia Nicholas Jarecki
Con Richard Gere, Susan Sarandon
Genere Drammatico
LA MADRE
#####
Ghost-story con stile.
Produce Del Toro, e si vede
Anteprima
Regia Andy Muschietti
Con Jessica Chastain, Nikolaj Coster-Waldau
Genere Horror
L’HORROR NON SBAVA per le novità.
Può non sorprendere e suscitare
nondimeno spavento. Alla paura serve il
“come”, non il “che cosa”. Il buio che
cela la minaccia, non la minaccia. Così è
la ghost-story che Muschietti dirige
fiabescamente à la Del Toro
(produttore), derivativa sì ma capace di
suggestionare grazie a pochi, vecchi
trucchi che usa con sagacia. Film tutto
atmosfere. E psicoanalitico e un tantino
manierista. Ma che importa? Ne La
madre c’è un momento che citiamo a
riprova delle sue virtù: siamo nella casa
che Annabel e Lucas (gli ottimi Jessica
Chastain e Nikolaj Coster-Waldau)
38
rivista del cinematografo
fondazione ente dello spettacolo
marzo 2013
condividono con le due nipotine
dell’uomo, ritrovate cinque anni dopo la
loro misteriosa scomparsa. La più
piccola delle due, Lilly, sta giocando
con qualcuno nella cameretta.
Riteniamo sia l’altra, la più grande, ma
non ne abbiamo la certezza: la scena è
ripresa dal di fuori e la porta socchiusa
copre metà della visuale. Poi di colpo la
mdp sterza a sinistra e mostra la sorella
maggiore fuori dall’azione, mentre gli
allegri schiamazzi provenienti dalla
stanza vengono progressivamente
coperti da un gracidio sinistro. Pelle
d’oca e attesa, ma non succederà
nient’altro. Questo è un film cui basta
un brivido. E chi s’accontenta, trema.
GIANLUCA ARNONE
%
i film del mese
BEAUTIFUL CREATURES #####
Orfani di Twilight e non solo: la nuova saga per voi
GATLIN, anonimo paesino del South
Carolina. Il diciassettenne Ethan legge
libri “vietati” (Mattatoio n. 5 di
Vonnegut) e sogna di andarsene quanto
prima a conoscere il mondo. A
movimentargli l’esistenza sarà la nuova,
misteriosa ed enigmatica compagna di
classe, Lena Duchannes, nipote dello
schivo proprietario di villa Ravenwood
(Jeremy Irons). Accolta dalle solite,
brutali dicerie, la ragazza si rivelerà ben
presto per quello che è (una maga) ma,
soprattutto, chiarirà il senso di quel
sogno ricorrente che, negli ultimi tempi,
caratterizzava le notti di Ethan…
Chissà se gli orfani di Twilight
accoglieranno con favore Beautiful
Creatures, primo capitolo di un’altra saga
letteraria (“The Caster Chronicles”, nata
con La sedicesima luna) che – con i
dovuti distinguo – riporta sullo schermo
le difficoltà di due adolescenti chiamati
dal destino ad amarsi ma costretti dagli
eventi (dalle differenze) a tenersi distanti:
diretto da Richard LaGravenese, il film è
un onesto prodotto chiaramente indicato
per un certo tipo di pubblico, magari
capace di perdonare qualche buco di
sceneggiatura e l’eccessiva durata.
Sorretto però – più di qualunque capitolo
di Twilight – dalla presenza di almeno tre
grandi attori di contorno: oltre al già
citato Jeremy Irons, Emma Thompson e
Viola Davis.
%
VALERIO SAMMARCO
In sala
Regia Richard LaGravenese
Con Alice Englert, Alden Ehrenreich
Genere Fantasy
Anteprima
In uscita
HEADHUNTERS #####
SINISTER #####
Noir che regala più colpi di sonno che sorprese
Horror vero, solido e alquanto disturbante
CONSOLAZIONE: anche
nella integra Norvegia ci
sono colletti bianchi che
vivono al di sopra delle
proprie possibilità,
collezionano scoperti e si
rovinano per donne che li
soverchiano in altezza. Ma
non la ritengono attività
edificante. Lo si capisce
vedendo Headhunters: noir a
tinta unica, di fattura
SCOTT DERRICKSON si era
fatto conoscere con
l’inquietante e satanico
L’esorcismo di Emily Rose.
Dopo l’infelice evasione di
Ultimatum alla Terra, il
ragazzo è tornato a fare ciò
che gli riesce meglio. Sinister
è un horror costruito
magnificamente, con un
intreccio complesso che si
svela alla perfezione
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rivista del cinematografo
fondazione ente dello spettacolo
marzo 2013
rudimentale, che si dispiega
con esattezza ciclostilata e la
psico-meccanica del cane di
Pavlov. Tra colpi di sonno e
colpi di scena, un solo
mistero: il Leone Nero vinto
a Courmayeur nel 2011.
GIANLUCA ARNONE
Regia Morten Tyldum
Con Aksel Hennie, Nicolaj
Coster-Waldau
%
all’ultima scena. Ottimo
Ethan Hawke, ma la cosa che
resta più impressa è la
riflessione sull’insostenibilità
della visione che fa del film
un insospettabile trattato di
massmediologia.
ALESSANDRO DE SIMONE
Regia Scott Derrickson
Con Ethan Hawke, Vincent
D’Onofrio
%
Anteprima
In uscita
2 GIORNI A NEW YORK #####
IL FIGLIO DELL’ALTRA #####
Ambientazione ribaltata, soliti luoghi comuni
Scambio di culla tra israeliani e palestinesi: sterile
DOPO 2 giorni a Parigi, Julie
Delpy ribalta
l’ambientazione e insiste sui
luoghi comuni che separano
americani e transalpini. La
chiassosa famiglia di Marion
va nella Grande Mela, con
conseguenze piuttosto
disastrose. Tra equivoci,
giochi di parole e comicità
viscerale, la Delpy mette in
scena un film spiritoso, ma
poco graffiante.
L’attrice/regista sa
ironizzare sugli stereotipi,
ma manca quella freschezza
necessaria per rendere il
film davvero riuscito.
Divertente cammeo di
Vincent Gallo.
%
ADRIANO ERCOLANI
Regia Julie Delpy
Con Julie Delpy, Chris Rock
DURANTE LA VISITA per il
servizio di leva, l’israeliano
Joseph scopre di non essere
il figlio biologico dei suoi
genitori: appena nato è stato
scambiato per errore con
Yacine, palestinese dei
territori occupati.
Rivelazione choc, ma la regia
di Lorraine Levy punta sulla
costruzione a tesi, una
perfetta simmetria (figli e
famiglie, di qui e di là) che si
addice più a un giardino
all’inglese che a un film
francese: una sterile
dimostrazione per assurdo
sul conflitto israelopalestinese. Matematico.
%
FEDERICO PONTIGGIA
Regia Lorraine Levy
Con Emmanuelle Devos,
Pascal Elbé
In sala
In sala
THE SUMMIT #####
VIVA LA LIBERTA’ #####
L’insostenibile pericolosità del G8 di Genova
Evviva Andò: una fantapolitica con i piedi per terra
NON SOLO IL COME, ma il
perché dei tragici
avvenimenti di Genova 2001:
oltre la cronaca e la
ricostruzione, Fracassi e
Lauria reinquadrano i black
bloc e gli infiltrati, Piazza
Alimonda, la Diaz e
Bolzaneto, ma se l’occhio ha
la sua parte ancor di più la
testa. Molto, tutto è cambiato
dopo quel G8, qui capiamo
IL SEGRETARIO del
principale partito
d’opposizione molla, il
fratello gemello depresso
bipolare prende il suo posto
e nei comizi recita Brecht.
Dal suo romanzo Il trono
vuoto, Andò getta un Servillo
uno, bino e magistrale
nell’agone politico o, meglio,
della coscienza politica: da
Mastandrea alla Bruni
qualche ragione: democrazia
(irrimediabilmente?)
sospesa, guerra di mondi e
di modelli di mondo, con un
agghiacciante maresciallo
che chiosa: “Uno a zero per
noi”. Quell’uno era Carlo
Giuliani.
FEDERICO PONTIGGIA
Regia Franco Fracassi,
Massimo Lauria
%
Tedeschi attori super,
direzione misurata, regia
ariosa e “francese”, per una
fantapolitica realmente
utopica. Scena cult: la
Cancelliera tedesca balla
scalza. Applausi.
FEDERICO PONTIGGIA
%
Regia Roberto Andò
Con Toni Servillo, Valerio
Mastandrea
marzo 2013
rivista del cinematografo
fondazione ente dello spettacolo
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i film del mese
SU RE
#####
Il Vangelo sardo di Giovanni Columbu: oltre i santini, Cristo rifatto Uomo
Anteprima
Regia Giovanni Columbu
Con Fiorenzo Mattu, Pietrina Menneas
Genere Drammatico
SU RE (“Il Re”), ovvero il Cristo sardo
di Giovanni Columbu. Tratto dai
sinottici, è un quinto vangelo – parlato
in sardo, sottotitolato in italiano – che
abbraccia “un sogno, in cui gli
accadimenti si ripropongono nella
loro perdurante drammaticità e in una
sequenza non lineare: proprio come
nell’esperienza del ricordare rituale e
collettivo che è la messa cristiana”. Si
pensa, ovvio, al Vangelo secondo
Matteo di Pasolini, si ritrovano quadri
e cori cinici da Ciprì e Maresco,
soprattutto, si guarda alla pittura:
Caravaggio, su tutti, per tagli di luce e
fisiognomica degli interpreti.
Seguendo la profezia di Isaia - “Non
ha apparenza né bellezza per attirare i
42
rivista del cinematografo
fondazione ente dello spettacolo
marzo 2013
nostri sguardi, non splendore per
potercene compiacere” - Columbu
affida Cristo a Fiorenzo Mattu, che
non è bello, proprio no, ricorda un
Bacchino tumefatto, con occhi e
labbra da pesce palla. Basso, scuro e
peloso: dimenticate l’iconografia
zeffirelliana, il Cristo bello, biondo e
agiografico, le fattezze da santino e i
lunghi capelli lisci da pubblicità del
Pantene. No, qui il girardiano ritorno
surrettizio del sacro passa
dall’iconoclastia dell’immaginario
eletto: cancellazione “violenta” di quel
pregresso, cinematografico e non
solo, che ha cancellato il sacro e
dunque aperto al suo ritorno
immanente. Tra le pietre, il vento e la
natura brulla dell’isola, Columbu fa
implodere le calcificazioni del
devozionismo e ritrova il sapere della
violenza: Cristo soffre e sanguina, ci
mancherebbe, ma la violenza è
un’altra. Dotta, informata e
letteralmente appassionata, la potente,
fascinosa rilettura di Su Re scarifica la
parafrasi omogeneizzata delle Letture
e ritrova il Cristo fatto uomo, una
nicciana pratica di vita, riportando
sullo schermo la kenosis, il salvifico
abbassamento di Dio al livello
dell’uomo. E’ qui che riecheggia la
recente esperienza mariana di Io sono
con te di Guido Chiesa: la temperatura
umana è la medesima, la prospettiva
“dal basso”, la carne viva, Cristo e la
Madonna due come noi. Più di noi.
FEDERICO PONTIGGIA
Dimenticate il Gesù di Zeffirelli:
non è biondo né bello
%
A RM A DA FI LMS
&
VENDÔME PRODUCTION
UN FILM DI CHRISTIAN
PR ES ENTANO
VINCENT
dal 7 Marzo al Cinema
partecipa al concorso fino al 24 marzo
in palio tre fantastici soggiorni a Bordeaux
Regolamento su: www.lacuocadelpresidente.it
i film del mese
COLPO DI
FULMINE
Harmony Korine e il declino
del reality Usa: Vanessa
Hudgens e Selena Gomez
vixen ultrapop
#####
SPRING
BREAKERS
UNA VACANZA
DA SBALLO
in sala
Regia Harmony Korine
Con Vanessa Hudgens, Selena
Gomez
Genere Drammatico
V
acanza dal quotidiano
per inseguire il sogno
americano. Non il
Leone d’Oro, ma Spring
Breakers ha vinto: Harmony
Korine prende le ragazze del
Disney Club, Vanessa
44
rivista del cinematografo
fondazione ente dello spettacolo
marzo 2013
Hudgens, Selena Gomez e
Ashley Benson, e le scopre
ninfette in bikini,
passamontagna rosa
shocking e infradito, tutte
alcool, droga ed edonismo a
mano armata.
Sono le Charlie’s Angels 2.0,
le piatte Vixen del Terzo
Millennio, e la loro vendetta
prende per i fondelli
l’American Dream: chi lo vive,
accumulando a lot of stuff
come Mazzarò, è destinato a
soccombere, ma alle spalle
ha già un sostituto, anzi, due.
Coloratissimo, ultrapop e
nichilista per congruenza
all’oggetto, un film che
esibisce corpi, baci saffici,
seni al vento, ma dove non si
consuma nulla, nemmeno il
sesso, perché tutto è già
stato consumato.
Quattro college girls si
scoprono al sole della
Florida girls gone wild,
passando dal via: un furto in
fast food per pagarsi la
vacanza. Due sono cattive
(Benson e Hudgens), una
pragmatica (Rachel Korine),
l’altra devota (Gomez).
Finiscono dentro, ma a
imprigionarle è chi paga la
cauzione: James Franco,
gangsta e rapper, bianco e
wannabe nero. Rimarranno
in tre, poi in due, dopo una
sparatoria approcciata in
motoscafo stile Miami Vice:
tutto è flou, iperstilizzato e
ipermortifero.
Spring break forever: la
pausa è questo
In sala
JUST LIKE A WOMAN#####
Rachid Bouchareb in fuga: dal cinema
THELMA & LOUISE, sono
rimaste a secco. La bionda
Sienna Miller è cornuta e
mazziata, la mora Golshifteh
Farahani avvelena “per
sbaglio” la suocera: si danno
alla fuga, ballando la danza
del ventre e dormendo in
tenda. Dopo Uomini senza
legge, Rachid Bouchareb
inquadra donne senza regia:
l’inglese Sienna e l’iraniana
Golshifteh (About Elly) sono
belle, ma finisce lì, la loro è
una fuga da fermo, trita,
ritrita e a rischio pisolino.
Difficile empatizzare, si
aspetta il capolinea, just like
a pendolare.
FEDERICO PONTIGGIA
%
Regia Rachid Bouchareb
Con Sienna Miller,
Golshifteh Farahani
Anteprima
stroboscopico fermoimmagine, dove anche i
flash-forward sono immoti;
la primavera non c’è,
sostituita dall’autunno, dal
declino non dell’impero, ma
del reality americano; il per
sempre è perché nulla può
cambiare davvero.
Si ride quando le ninfette
parlano di party selvaggi,
droga e stupidità quali
esperienze spirituali, ma non
è forse spiritualità
pervertita, il massimo
dell’immanenza che si
risolve nel suo opposto?
L’operazione è
consapevolmente esplicita,
Britney Spears canticchiata
al pianoforte: un classico nel
paese degli instant-(s)cult,
quell’America che fa di
Scarface la Cura Ludovico
Van. Ma il film spacca,
perché devastato è il reality
Usa Mtv-style cui aderisce:
parossisticamente,
ineluttabilmente.
FEDERICO PONTIGGIA
%
LA SCELTA DI BARBARA #####
La Germania desolata di Petzold. Brava Nina Hoss
LA DOTTORESSA Barbara
viene spedita in uno
sperduto ospedale di
provincia, per aver osato fare
richiesta di un breve
permesso all’estero. Le
atmosfere e la luce sono
quelle del capolavoro Le vite
degli altri: anche Christian
Petzold ambienta Barbara
negli ultimi anni di RDT, nel
1980. L’attrice Nina Hoss
convince con
un’interpretazione scarna e
magistrale. Petzold non è un
cineasta delle grandi
emozioni, ma delle zone
grigie, degli spazi di mezzo,
dove è il vuoto a riempire.
Orso d’Argento a Berlino 62.
SIMONE PORROVECCHIO
%
Regia Christian Petzold
Con Nina Hoss
marzo 2013
rivista del cinematografo
fondazione ente dello spettacolo
45
i film del mese
EDUCAZIONE SIBERIANA
#####
Gabriele Salvatores oltre il quartierino: tra luci e ombre, sfida internazionale
In sala
Regia Gabriele Salvatores
Con A. Fedaravicius, V. Tumalavicius
Genere Drammatico
NON SENTIMENTALE, ma siberiana,
sempre educazione è, e comunque c’è
del tenero. Gabriele Salvatores porta
sullo schermo il controverso –
autobiografia o finzione spacciata per?
– romanzo di Nicolai Lilin, lo fa adattare
da Rulli & Petraglia e gira in Lituania
con attori stranieri per aprire il nostro
cinema a quel che, purtroppo, non
s’aspetta più: internazionalizzazione,
questa sconosciuta. Il merito principale
sta qui: John Malkovich per nonno
delle tenebre, Arnas Fedaravicius e
Vilius Tumalavicius per i due fratelli
coltelli protagonisti, uno bruno e l’altro
biondo, uno onesto e l’altro criminale.
Sono gli Onesti Criminali siberiani,
l’indomita progenie dei guerrieri Urca –
46
rivista del cinematografo
fondazione ente dello spettacolo
marzo 2013
l’esclamazione vien da sé… - a dare
l’humus, in cui il passaggio di consegne
è a mano armata, ma con un’etica
invalicabile: la droga no, il furto e la
rapina sì, ma contro il Sistema. Kolima il
bruno e Gagarin il biondo crescono e si
distanziano, ma nemmeno il destino li
può separare. Supportato dall’ariosa
fotografia di Italo Petriccione,
Salvatores segue e incalza, cade negli
effetti speciali (il folle volo dei
colombi…) e indugia nell’andirivieni
temporale spezzettando il pathos, ma
ha un merito incontrovertibile: andare
oltre il cinemino nostrano, un fine che
giustifica i mezzi produttivi (Cattleya)
e qualche affabulazione di troppo.
Echi estetici da Romanzo criminale,
provincialismo nel fuoricampo, nel sud
della Russia, come vuole Lilin, si
respira qualcosa di nuovo: tra David
Bowie e architettura sovietica, natura
da lupi e storia in bilico sul Muro,
prendiamo a braccetto due giovani
che diventano adulti, e forse un
cinema, il nostro, che prova a fare lo
stesso. Perfettibile, s’intende,
precariamente etnografico, si capisce,
ma Educazione siberiana ha nel titolo
la sua prassi: inventarsi stranieri per
crescere meglio, anzi, per crescere e
basta. Se immedesimazione
spettatoriale e ricostruzione antropica
difettano, scagli una pietra chi c’ha
almeno provato: non pioveranno
troppe pietre, ma spunterà qualche
maleducato…
FEDERICO PONTIGGIA
%
Dal bestseller di Nicolai Linin, un
viaggio “onestamente” criminale
FOTO: FRANCESCA MARTINO
ANDREA LEONE FILMS e RAI CINEMA
presentano
CLAUDIA
GERINI
CRISTIANA
CAPOTONDI
SABRINA
IMPACCIATORE
VINICIO
MARCHIONI
UN FILM DI
GIORGIA
FARINA
Per mantenere
un segreto...
ci vuole
una grande
amicizia
ANDREA LEONEE FILMS E RAICI
RAI CINEMA PRESENTANO AM
AMICHE DA MORIRE UN FILM DI GIORGIA FARINA CON CLAUDIA GERINI CRISTIANA CAPOTONDI SABRINAI
NANA IMPACCIATORE VINICIO MARC
MARCHI
ARCHIONI
CON LA PARTECIPAZIONE DI MARINA CONFALONE COR
CORRADO FORTUNA ANTONELLA ATTILI TOMMASO RAMENGHI ADRIANO CHIARAMIDA GAETANO ARONICA GIOVANNI MARTORANAA
BRUNO ARMANDO MIMMO MANCINI ENRICO ROCCAFORTE RORI QUATTROCCHI GIOVANNI CALCAGNO E CON GIACINTO FERRO E CON LA PARTECIPAZIONE DI LOLLO FRANCO E CON LUCIA SARDOO
FOTOGRAFIA MAURIZIO CALVESI MMUSICHE PASQUALE CATALANO MONTAGGIO MARCO SPOLETINI (A.M.C) SCENOGRAFIA TONINO ZERA COSTUMI FRANCESCA
RANCESCA LEONDEFF
SUONO GAETANO CARITO (A.I.T.S) PIERPAOLO MERAFINO SOGGETTO E SCENEGGIATURA FABIO BONIFACCI GIORGIA FARINA PRODUTTORE ESECUTIUTIVO PAOLO LUCIDI
OPERA REALIZZATA CON IL SOSTEGNO DELLA APULIA FILM COMMISSION IL FILM È STATO REALIZZATO CON IL CONTRIBUTO E IL PATROCINIO DELLA REGIONE PUGLIA - ASSESSORATO AL MEDITERRANEO,
NEO, CULTURA E TURISMO UNIONE EUROPEA
PEA
INIZIATIVA CO-FINANZIATA DAL FONDO EUROPEO DI SVILUPPO REGIONALE (FESR) DELLA U.E. VIAGGIARE IN PUGLIA
DIREZIONE GENERALE PER IL CINEMA-MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA’À CULTURALI QUESTO FILM E’ STATO REALIZZATO CON IL SOSTEGNO TAX CREDIT AI SENSI DELLA LEGGE 244/2007
UNA PRODUZIONE ANDREA LEONE FILMS CON RAICINEMA PRODOTTO DA ANDREA E RAFFAELLA LEONE REGIA GIORGIA FARINA
NA
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7
MAR
2AL0CIN1EM3A
i film del mese preview
a cura di Manuela Pinetti
THE HOST
I CROODS
I FIGLI DELLA
MEZZANOTTE
L’INVASIONE DELLE ULTRA ANIME,
ovvero, l’amore che lotta per
trionfare in un futuro apocalittico in
cui terribili alieni parassiti (di razza
“anime”) abitano i corpi degli umani,
cancellandone affetti e ricordi.
Tratto dall’omonimo romanzo di
Stephenie Meyer, il film promette e
minaccia di essere di più di un
Twilight con gli alieni. Saoirse Ronan
nei panni dell’eroina Melanie, e
Andrew Niccol alla regia, fanno
(quasi) miracoli.
%
IN CINESE il termine “crisi” ha in sé un
duplice significato: “pericolo” e
“opportunità”. È un’interpretazione
errata citata perfino da Kennedy,
ormai parte dell’american way.
La preistorica famiglia Croods,
sfrattata dal terremoto da casa e
certezze, dovrà far accettare al
proprio patriarca quanto di positivo
c’è nel cambiamento. Geniale e
divertente affresco dell’attuale
débâcle occidentale, firmato
Dreaworks.
%
PORTARE SALMAN RUSHDIE sul
grande schermo era una sfida non
impossibile, ma la regista Deepa
Mehta ha lasciato che fosse lui (che
non è uno sceneggiatore!) a
trasformare le seicento pagine di
romanzo in un film.
Un po’ del realismo magico, uno dei
punti di forza, potrebbe appesantirsi,
eppure l’operazione ha senso per
approcciare in modo semplificato uno
degli autori più complessi del nostro
tempo.
%
Regia Andrew Niccol
Con Saoirse Ronan, Diane Kruger
Regia Kirk De Micco, Chris Sanders
Genere Animazione
Regia Deepa Mehta
Con Satya Bhabha, Shahana Goswami
GLI AMANTI
PASSEGGERI
BENVENUTO
PRESIDENTE!
G.I. JOE: LA
VENDETTA
PER IL SUO FILM numero diciannove
Almodóvar rispolvera con decisione la
commedia giocosa che è stata la sua
fortuna negli anni ottanta: colorata,
trash, kitsch, divertente.
Ridiamo delle coreografie degli
steward (siamo su un aereo) eppure
insieme ai personaggi ci scopriamo
fragili, sperduti e messi a nudo,
mentre sono impossibilitati ad usare
quella tecnologia (smartphone, iPad)
che oggi come oggi anestetizza e
distrae dall’ansia.
%
IL BUON SENSO di un uomo
semplice, forse ingenuo ma non
totalmente sprovveduto, come faro
per illuminare di ottimismo un popolo
ormai privo di fiducia, soprattutto
nelle istituzioni politiche. È una favola
ben impiantata nel realismo, quella
che narra Milani con questa
commedia dai toni leggeri e un po’
disimpegnati. La trama è esile e mai
troppo imprevedibile: non un enorme
problema, per un film che vive di
momenti.
%
DOPO IL SORPRENDENTE e
imbarazzante rinvio dell’uscita di
qualche mese fa (non venne fatta
chiarezza, si parlò di proiezioni private
poco soddisfacenti, aggiunta del 3D in
corsa, timore della concorrenza) arriva
il nuovo film sul giocattolo Hasbro. Il
primo ricevette molte nomination
(peggior film, regista, attore) ai
famigerati Razzies, e incassò
parecchio al botteghino. Per il regista
Jon Chu è “la” grande opportunità di
carriera.
%
Regia Pedro Almodóvar
Con Javier Cámara, Hugo Silva
48
rivista del cinematografo
fondazione ente dello spettacolo
marzo 2013
Regia Riccardo Milani
Con Claudio Bisio, Kasia Smutniak
Regia Jon M. Chu
Con Channing Tatum, Bruce Willis
DAL 28 MARZO AL CINEMA
DAI VANGELI DI MATTEO, MARCO, LUCA, GIOVANNI
SU RE
UN FILM DI GIOVANNI COLUMBU
intervista
50
rivista del cinematografo
fondazione ente dello spettacolo
marzo 2013
Da Spider-Man ai Croods, è il suo momento.
Ma lei confessa: “Dopo tanti provini falliti, non
mi sembra vero”
di Miriam Mauti
Emma STONE
Adesso scelgo io
mma Stone illumina la stanza d’albergo nel centro di
Berlino dove la incontriamo. E non solo perché è
biondissima, su un abito bianco e dalla carnagione
lattea. Ma perché è solare e ride continuamente, raccontandoci il suo impegno di doppiatrice ne I Croods, il nuovo film
di animazione della Dreamworks in cui è Eep, adolescente
inquieta e con la voglia di vedere il mondo. Anche se il
mondo è quello dell’età della pietra: “Sognavo da tempo di
dare voce ad un personaggio animato, e ho dovuto fare un
lungo provino per essere scritturata per questa parte!
Secondo me ogni attore sogna di farlo un giorno. Ma è stato
molto più simile alla recitazione tradizionale di quanto mi
aspettassi. All’inizio avevo girato molte scene con una voce
stridula, come uno si immagina che sia la voce di una ragazzina in un cartoon. Ma poi l’ho vista sul grande schermo.
Eep è un tipo solido, e quindi le ho dato una voce più adatta”.
Eep salta e corre velocemente, in cerca della libertà e in
fuga da mostri preistorici. Le somiglia?
Non sono decisamente un tipo atletico! E
non sono certamente forte come lei, ma nel
carattere un po’ ribelle e deciso, sì mi riconosco. E sono molto curiosa, lo sono sempre
stata. Applico questa curiosità al lavoro e
devo dire che prima di fare l’attrice ero intenzionata a fare giornalismo. Mi interessa molto
ancora oggi, mi piace l’idea di dover fare
molte domande alle persone, di sapere perché agiscono in un certo modo. E poi mi
piace scrivere.
Esplora i suoi personaggi quando accetta
un ruolo?
Credo che siano i ruoli che ti scelgono nel
momento in cui ne hai più bisogno. E devi credere fortemente che hai ottenuto quel ruolo perché te lo meriti, come
‘‘E
nelle relazioni d’amore. Penso che i ruoli che ho fatto finora
siano stati quelli giusti, che mi abbiano parlato, anche se
non me ne rendevo conto. Ruoli come quello in Help o in
Spider-Man d’altronde ti cambiano la vita.
Mai avuto voglia di lasciar perdere?
Mai, qualcosa nelle mia testa mi diceva di resistere. E dopo
Spider-Man tutto è cambiato. E’ stato come nel domino,
sono arrivate tante offerte e tutto è successo velocemente.
Oggi le assicuro che sembra strano, dopo tutti quei provini
falliti. E oggi sono in quella magnifica posizione per cui
posso dire sì o no a una proposta, per quello che sento nel
mio cuore, non perché devo pagare l’affitto.
Quale cinema ama da spettatrice?
A quindici anni ero concentrata sulle commedie, anche quelle d’epoca, penso a Lucille Ball, e poi Steve Martin e John
Candy. Sono cresciuta guardando questo genere di commedia. Poi sono passata a Woody Allen e Hal Ashby, alle commedie umane. E oggi è questo il mio cinema preferito. Quello
che ti fa ridere e piangere allo stesso tempo. E
le mie attrici sono diventate Debra Winger,
Meryl Streep, le donne che sanno fare i conti
con la realtà. Devi sentire il dramma dietro la
commedia, i grandi attori sanno fartelo percepire. Penso a L’appartamento, con Shirley
McLaine.
Oltre al nuovo Spider-Man, la vedremo anche
nel prossimo film di Cameron Crowe, ancora
senza un titolo, accanto a Bradley Cooper.
Cosa può dirci di questa collaborazione?
Le posso dire che è una delle esperienze più
stupefacenti della mia vita. Crowe credo
abbia un gran talento da cantastorie, che faccia i film per i migliori idealisti, in un mondo
cinico. Anche se i suoi personaggi se la passano male, tentano sempre di rialzarsi.
%
marzo 2013
rivista del cinematografo
fondazione ente dello spettacolo
51
SANDRO PARENZO PRESENTA
DALLA R
REGISTA
EGISTA CANDIDATA
CANDIDATA AL
ALL’OSCAR
LL
®
DEEPA MEHTA
TRATTO DAL BESTSELLER DI
Ontario Media Development
Corporation
Société de développement
de l’industrie des médias
de l’Ontario
SALMAN RUSHDIE
DAL 28 MARZO
AL CINEMA
Ontario Media Development
Corporation
Film and Television
Tax Credits
febbre italiana
Così
ridevano
La commedia è finita? No, sì, forse. E' il
Paese che non cambia? Lo abbiamo
chiesto a un critico, un attore, un regista e
uno storico sceneggiatore
marzo 2013
rivista del cinematografo
fondazione ente dello spettacolo
53
febbre italiana
di Silvio Danese
Buongiorno
Brizzi, lazzi e Alitalia: tutto il cinema è paese, solito e idiota.
D
irò poco di cinema. Se sapessi spiegare
perché la commedia italiana fallisce, se
sapessi sfoggiare una classifica degli
errori, dovrei esibire una petizione di
soluzioni. Chi la fa è cieco e sordo. Chi la fa non ci
crede più. Da anni esco dalle sale di anteprima di
commedie italiane avvilito, infilo il motorino
respirando un po’ di vento e raggiungo casa con
un sospiro di sollievo. Rumino l’eco d’un corrotto
spettro di seduzioni attuali e di fatiscenti orpelli
del passato, nei personaggi e nelle battute inflitte,
una “italianità” informe e inesistente come tema e
stile (stile...), la presunzione ostinata che si scrive
e si gira per un idolo invece che per un “cliente”
del presente, il fantasma vagheggiato, richiamato,
inseguito dell’Arcitaliano. Un evasore per crisi in
54
rivista del cinematografo
fondazione ente dello spettacolo
marzo 2013
Sardegna che dice “faccio i sardi mortali”, e poi
“Cos’è, sordo?”, “No, sardo” (E io non pago).
Risento il Brizzi touch nella battutona “come un
aereo, se tocchi una donna, decolla”. (Com’è
bello far l’amore). Penso a Genovese regista che
lotta contro Genovese sceneggiatore (Immaturi,
il viaggio), e non mi spiego l’autolesionismo di
Albanese stritolato da macchiettismo e
dislettura fellinista della realtà (Tutto tutto,
niente niente), penso alla zucca di Pellegrini e
soci che hanno in mano un valido paradosso in
bilico sul pecoreccio e ci cascano credendosi
furbi (E’ nata una star), il feticcio di Sordi
evocato l’ennesima volta nel vuoto creativo del
commovente Christian (Colpi di fulmine), e la
spuma devastatrice delle zozzerie forse adeguate
notte
Cancelliamoci, facciamo un reset, ripartiamo
I soliti idioti. A
sinistra Antonio
Albanese in Tutto
tutto niente
niente
marzo 2013
rivista del cinematografo
fondazione ente dello spettacolo
55
febbre italiana
Una scena di E io non pago di Alessandro Capone
degli Idioti, e che sono i Soliti
l’abbiamo capito. Ultim’ora, la città
inesistente, i manichini, neanche
burattini, dello Studio Illegale di Volo
& Co. Basta cinema. Dico qualcosa su
questo Paese.
Scrivo in piena campagna elettorale.
Leggete quando avrà vinto il migliore.
Osservo in queste ore. Per esprimere
il suo dissenso il professor Monti dice
del partito di Bersani-Renzi: “Siete
nati nel 1921!”, mentre Renzi risponde
con eleganza: “Si sarà confuso con la
sua carta d’identità”. Beppe Grillo,
garante dell’onestà a 5 Stelle, nega di
aver chiesto ai terroristi il
bombardamento del Parlamento
mentre tutte le televisioni mandano il
labiale di conferma. Sul palco del
rilancio Bersani e Renzi inforcano gli
occhiali neri dei Blues Brothers, che
erano in missione per conto di Dio...
Come il ricchissimo inquilino di uno
stabile che, per diventarne
l’amministratore al prossimo giro di
voti in casa del vicino, esaudisce il
desiderio segreto di tutto il
condominio, e paga di
tasca sua i cancelli
Immaturi - Il
elettrici, Berlusconi
viaggio. Al centro
Studio illegale e in
prende 20 milioni di
basso Pazze di me
euro dalle tasche e
compra Balotelli ai
tifosi elettori del Milan.
Ex politica, un aereo
Alitalia, affidato a
compagnia rumena,
esce fuori pista a
Fiumicino e nella notte
arriva frettoloso l’ok dei
vertici di una telenovela
industriale: travestitevi,
fate presto, cancellate il
marchio da ali, code,
poltroncine, cancellate
tutto, non siamo noi,
cancelliamoci! Ecco,
cancelliamoci, facciamo
un reset, ricominciamo.
Come la gazzella, paga
della sua leggerezza, la
commedia ha la presunzione di
correre più del leone, che invece se la
sbrana.
Che straordinario, tragico, titolo è
ancora oggi Buongiorno notte. Ce la
siamo fatta tutta, questa notte,
trent’anni, dal momento in cui le
abbiamo dato il saluto, all’alba del
delitto delle regole e delle
responsabilità, del castigo e della
memoria, giorno dopo giorno, anno
dopo anno, nei principi dell’affarismo
e del diletto, con le ballerine gonfiate,
i comici pernacchioni, la tv delle
baldracche del boss, le Penta
distribuzioni e le pentite
“raicizzazioni”, la sopravvivenza
disperata dei poeti handicappati (sì,
Bertolucci), gli Oscar mediocri e
confortanti, i “malincomici” esaltati
dal color Verdone speranza. Perché
viene ancora in mente questa
immagine abnorme, la silhouette di
Fellini che fa anticamera davanti
all’ufficio del dirigente Rai per
chiedere notizie sul nuovo film? Anni,
giorni, un’ora, una commedia fa.
%
Da anni usciamo dalle
anteprime per la stampa
avviliti e raggiungiamo casa
con sollievo
Poche
storie,
c’è crisi
Lo sceneggiatore
di Steno e
Pontecorvo, Giorgio
Arlorio, non ha dubbi:
“Non sappiamo più
raccontare, è solo
un bluff”
di Gianluca Arnone
D
immi con chi vai e ti dirò chi sei.
Prendete Giorgio Arlorio. I nomi
che accompagnano la sua lunga
e sfaccettata avventura nel mondo del
cinema – dove è stato aiuto-regista,
montatore, documentarista, attore e
(soprattutto) sceneggiatore –
luccicano come santini nello speciale
cine-almanacco italiano: Mario
Camerini, Sergio Corbucci, Nanni Loy,
Gillo Pontecorvo, Steno, i Taviani,
Ettore Scola. Erano colleghi di lavoro,
compagni di bottega, amici.
Condividevano percorsi, ambizioni,
successi, incontrandosi spesso in
osteria (da Menghi, “dove vado
ancora, una volta a settimana”), dove
lievitavano pane e idee per i classici
del futuro, oggi archiviati al passato.
Pure se intramontabili: Crimen, Il
padre di famiglia, Queimada, Zorro, La
patata bollente. Film che potremmo
vedere e rivedere un’infinità di volte e
non stancarci mai. Come se
marzo 2013
rivista del cinematografo
fondazione ente dello spettacolo
57
febbre italiana
Nessuno mi può
giudicare. In basso
Divorzio all'italiana,
Totò, Peppino e i
fuorilegge e
Giorgio Arlorio
“C’è penuria di attori. Ieri avevi
Gassman, Sordi e Tognazzi, oggi
Checco Zalone”
custodissero il segreto delle cose
che non passano. Segreto che sembra
oggi perduto.
Che cosa è successo al cinema
italiano se pure un genere
inossidabile come la commedia,
incassi alla mano, non paga più?
Un impoverimento della narrativa.
Abbiamo registi molto preparati
tecnicamente, che girano benissimo,
ma mancano le storie. Nei periodi di
crisi della commedia sono sempre
queste a venir meno. Per carità, ci
sono meccanismi narrativi elementari
che afferiscono allo slapstick, alla
farsa, al teatro francese di Feydeau,
Molti oggi utilizzano soprattutto
questi, volendo far passare per
commedia qualcosa che commedia
non è.
Altro che crisi, dunque: sta dicendo
che di commedie non si potrebbe
nemmeno parlare?
Sto dicendo che la commedia ha una
grande tradizione narrativa alle spalle.
Basti pensare che l’intera opera di
Balzac ha come titolo unico La
commedia umana. La commedia è un
modo di narrare composito, fatto di stili
e linguaggi eterogenei che si
armonizzano in un’opera. Non a caso
molte grandi commedie all’italiana sono
difficilmente incasellabili. Tutti a casa ad
esempio non è anche uno dei massimi
esempi di film storico italiano?E che
dire de La grande guerra, Il sorpasso,
C’eravamo tanto amati? Sono dei veri e
propri romanzi, che andavano a
pescare spesso nelle tragedie.
E i fenomeni alla Checco Zalone che
cosa sono stati allora?
Un episodio. Successi che non hanno
generato investimenti. Non è un
problema di sfruttamento dei comici.
Il grande cinema italiano li ha sempre
utilizzati. Il problema però è che ieri
avevi Gassman, Tognazzi, Sordi e
Manfredi, attori in grado di
padroneggiare una ricchissima
gamma espressiva, compresa quella
comica. Oggi hai dei comici che fanno
solo i comici perché non sanno far
altro.
Eppure in casi come quello di
Nessuno mi può giudicare si era
persino parlato di una nuova
commedia sociale.
Ma non serve a nulla se poi ci
limitiamo a imbastire trame anziché
raccontare storie. La narrativa si fa
principalmente con le seconde. Le
trame invece, cito Furio Scarpelli, “si
comprano dal tabaccaio”. Le storie
sono le persone con le loro pene e le
loro gioie. E le persone sono
straordinariamente mutevoli. Anche
nell’epoca più conformista troveremo
sempre l’infinita variabilità dell’animo
58
rivista del cinematografo
fondazione ente dello spettacolo
marzo 2013
umano. Oggi invece adattiamo la
stessa trama passando da una
stazione balneare a una sciistica,
senza chiederci mai come i vari
ambienti scelti siano vissuti dalle
persone.
La realtà dunque finisce per essere
schermata?
Esattamente. Non si fa più nessuna
inchiesta. Non abbiamo mai coltivato
quei grandi laboratori di
avvicinamento alla narrativa che sono
i documentari. E’ un genere che non è
mai stato incentivato o protetto.
Questo ha prodotto una lacuna
enorme. Quando ho iniziato a fare lo
sceneggiatore per Dino De Laurentiis,
mi si metteva in una bottega con altre
4-5 persone e insieme si iniziava a
lavorare su alcuni filoni d’inchiesta.
Nascevano in una volta sola una
dozzina di copioni. Oggi sembra quasi
che basti uno straccio d’idea per fare
un film. Non è così.
Non si rischierebbe però di scadere
nel cronachismo?
Il fatto di cronaca nudo e crudo non è
sufficiente. Ci vuole l’interpretazione,
scavare dentro i fatti e andare in
profondità nelle passioni e
contraddizioni dei personaggi. Quel
pomeriggio di un giorno da cani è un
film su una rapina realmente
accaduta. I fatti sono stati raccontati
così come si sono svolti. Ma a Sidney
Lumet questo non è bastato.
Ha realizzato invece un’opera dove si
mescolano meravigliosamente la
frenesia di una città e le follie degli
esseri umani.
Si può chiedere al nostro cinema ciò
di cui il paese è sprovvisto?
Credo di si. I periodi di grande
decadenza sono sempre stati
caratterizzati da una grande vivacità in
campo artistico. Certo questa è una
crisi diversa. E’ una crisi di
annebbiamento, di fanghiglia. Ma
queste sono anche le nostre scuse.
Ciascuno di noi deve fare uno sforzo in
più per l’ambizione e la cultura
collettiva. Mi piacerebbe si puntasse di
più sui laboratori. E’ una delle cose che
i festival dovrebbero fare anziché
pestarsi i piedi. I laboratori sono luoghi
d’aggregazione, incontro, confronto.
Andrebbero coinvolte anche le facoltà
universitarie sul modello di quelle
pubbliche americane. Pensare a una
UCLA italiana.
%
marzo 2013
rivista del cinematografo
fondazione ente dello spettacolo
59
febbre italiana
La banda
del buco
di Federico Pontiggia
Il flop di commedie
e film d’autore?
“Manca la volontà
di dialogare con
il pubblico”, osserva
Riccardo Tozzi
O
ggi la temperatura della
commedia è bassa (fatta
eccezione per Il principe
abusivo), ma dopo 15 anni di crescita
costante del nostro cinema durata fino
al 2011. Prima dell’insuccesso c’è il
successo, se non ce ne rendiamo conto
non si può capire la crisi odierna: il
cinema italiano ha esaurito un ciclo in
tutti i generi. In primis la commedia: si
sono logorati i modelli”. Problema,
questo quindicennio col pollice alto è
stato raccontato male e, dice il
produttore di Cattleya e presidente
60
rivista del cinematografo
fondazione ente dello spettacolo
marzo 2013
dell’Anica Riccardo Tozzi, a furia di
gridare “Al lupo! Al lupo!” la commedia
nostrana, e non solo quella, è finita a
brandelli. Le ragioni? “Chi ha promosso
la rinascita non è più capace di
inventare, ha esaurito la forza
propulsiva”. Non è sola la
commedia, verso il baratro
va a braccetto con il cinema
d’autore: “Sarà una tardiva
vendetta tremontiana, ma il
film d’autore che sino a due
anni fa incassava 500mila
euro oggi si ferma a
200mila, la commedia da 20 milioni si
stoppa a 9: non si salva nessuno”.
L’unica, “curiosa” eccezione per i film in
inglese con attori stranieri: This Must Be
the Place, Venuto al mondo, La migliore
offerta “e ora vediamo se Educazione
siberiana conferma”. Tozzi non ha dubbi,
“l’internazionalizzazione è una strada da
seguire”. Ma prima l’esame di coscienza
bipartisan: “Chi faceva film d’autore ma
orientati al pubblico ha realizzato opere
più difficili, distanti, piccole: bombe,
immigrati e ragazze in coma, film
d’autore complessi e non così
rivoluzionari, non faccio questione tra
belli o brutti, ma più chiusi”. Sul versante
ridanciano, “ora pare che basti
azzeccare un’idea per girare, invece, si
sbraca e si crea un buco. Quasi amici ha
occupato il vuoto che prima colmavano
Muccino, Ozpetek, la Comencini,
Soldini…”. Tirando le fila, “è mancata la
volontà di dialogare col pubblico”. E
Tozzi fa mea culpa: “Penso a Romanzo
di una strage di Giordana. Sono felice di
averlo fatto e lo rifarei, ma capisco
possa aver incontrato difficoltà a parlare
al pubblico”. Come se ne esce? “Bisogna
dare sostegno di tipo industriale al
talento nuovo: basta i grandi (produttori,
ndr) con i grandi (registi, ndr), si devono
mischiare le carte, i grandi con i piccoli, i
gruppi forti con i giovani dediti alla
creatività. E’ un dialogo da favorire,
penso all’umbrella deal, in cui strutture
grosse fanno da servizio anche
editoriale alle più piccole”. Nel
frattempo, le major nostrane e
americane fanno fatica: “La crisi ha
ridotto gli investimenti e gli acquisti dei
diritti televisivi: Mediaset non sta
comprando, Universal e Warner
stentano. Per questo, il recente
regolamento sulle quote tv è un ottimo
punto, che svincola il cinema dalle
fluttuazioni di mercato”. Se questa legge
salvaguarda il livello di risorse, per Tozzi
persiste un grave problema distributivo:
“Medusa è in contrazione, la Rai non può
distribuire tutto, serve
pluralità: attualmente c’è un
vuoto e i vuoti si occupano”.
Cattleya è pronta a
colmarlo? “Servono
alternative, a distribuire ci
stiamo pensando, ma non
agiremo da soli”.
%
Il presidente dell’Anica
Riccardo Tozzi
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DAL 20 MARZO
febbre italiana
L'attore romano nelle sale con l'esordio
di Ravello e Buongiorno papà di Edoardo Leo:
"Ma un rischio c'è, non stiamo rinnovando"
di Angela Prudenzi
Giallini contro
F
accia da bullo di periferia e
cadenza da portatore sano di
romanità, Marco Giallini
sembrava destinato a parti secondarie
quando il successo gli è scoppiato in
mano grazie al personaggio del
fratello irresponsabile di don Carlo in
Io, loro e Lara di Verdone. La
notorietà non lo ha cambiato, semmai
ha aggiunto valore alle esperienze del
passato visto che Giallini ha fatto di
tutto, “dall’imbianchino al
trasportatore di bibite, che a Roma
sarebbe il bibitaro”.
Un vissuto che lo ha reso speciale,
disincantato però onesto e leale:
“Avendo conosciuto la fatica vera –
puntualizza con orgoglio – non ho mai
sgomitato, due o tre film l’anno per
me erano già una conquista. Ho
atteso a lungo, sono stato
ricompensato”.
Nessun rimpianto? Ci sarà pure un
film in cui avrebbe voluto recitare.
Due, lontani da me: Toto le héros e La
famiglia. Il film di Scola fu una
folgorazione. Sono cresciuto in
periferia, nemmeno immaginavo che a
Roma ci fossero case con quei
corridoi lunghi abitate da persone in
grado di analizzare i sentimenti
parlando un italiano perfetto. Ancora
mi ricordo il dialogo finale tra la
Ardant e Gassman. Un’emozione
incredibile.
Ora è lei a regalare emozioni.
“Le famiglie sono a pezzi: con i soldi di un biglietto
62
rivista del cinematografo
fondazione ente dello spettacolo
marzo 2013
Marco Giallini con
Edoardo Leo in
Buongiorno papà. In
apertura Tutti contro
tutti di Rolando
Ravello
tutti
Il nostro è un mestiere stupendo.
Quando sto sul set mi diverto come
un pazzo, non c’è un aspetto che non
mi interessi. Finita una scena gli altri
attori vanno nel camper, io no. Voglio
capire tutto quello che succede.
Non è che vuol passare alla regia?
No, per carità, già troppa
responsabilità così. Dai vita a un
personaggio e tutti pensano che sei
davvero in quel modo. Sono stato
identificato con il Terribile della serie
Romanzo criminale e con il celerino
fascista di ACAB, non so più con
quanti ragazzi ho parlato per spiegare
che con quelli non c’entro niente. L’ho
fatto con gioia, ho la vocazione: da
piccolo volevo fare il maestro.
Invece è un attore che i registi fanno
a gara per avere.
Ora fanno a gara, ma prima... Il cinema
italiano è così, finché qualcuno non ti
regala la parte giusta la bravura non
conta. Ho sempre lavorato molto, ma
meno male che Verdone ha avuto la
forza di impormi in Io, loro e Lara.
Grande, un fratello maggiore.
E’ nel cast di due commedie in
uscita, Tutti contro tutti e
Buongiorno papà.
L’esordio di Ravello è una commedia
oggi si mettono a tavola in cinque”
grottesca ambientata in una periferia
di cui conosco bene le problematiche.
Non sono il protagonista però, mi
limito a fare la spalla.
In Buongiorno papà di Edoardo Leo
è un nonno, non è un po’ presto?
Un nonno speciale, che ha avuto una
figlia a sedici anni a sua volta
diventata madre da adolescente. Un
fricchettone intrattabile che non
augurerei a nessuno di incontrare.
I ruoli come li costruisce, ha una
tecnica?
Che?!? Non sono quel tipo di attore.
Quando mi chiedono se ho studiato
bene la sceneggiatura mi viene da
ridere. Ho letto solo la mia parte, non
sapevo di doverla studiare tutta!
Naturalmente scherzo, non mi
permetto di giudicare chi arriva a
costruire un personaggio lavorandoci
sopra per mesi. Solo che non è da me,
io sono istintivo. Se penso a un lavoro
di concentrazione mi viene in mente
quanta ce ne voleva per dipingere le
finestre.
La commedia sembra in crisi. Che
cosa è successo?
La commedia sarà pure in crisi ma le
famiglie stanno a pezzi. Con i soldi di
un biglietto oggi si mettono a tavola
in cinque. Ma il cinema italiano ha le
sue colpe, ha smesso da un pezzo di
essere un’industria e non sa più
rinnovare i generi come fanno gli
americani. Ti pare che dobbiamo
prendere lezioni da Tarantino? Fino
agli anni ’70 facevamo film a basso
budget che incassavano miliardi
perché i produttori pianificavano.
Dove sono finiti? Gli americani prima
di scrivere una scena con un ponte
che salta verificano se hanno i soldi e
quando arrivano a girarla è uno
spettacolo! Noi invece prima la
scriviamo e poi sul set scopriamo che
i soldi non ci sono, allora mettiamo
uno che dice: “Avete saputo che è
successo? E’ saltato un ponte”. E non
la scrivere per niente bello mio, fatte
veni’ qualche altra idea!
%
marzo 2013
rivista del cinematografo
fondazione ente dello spettacolo
63
febbre italiana
Elio Germano ne
L'ultima ruota del carro.
A destra Giovanni
Veronesi e una scena
del film
C’eravamo
tanto amati
“La risata a tutti i costi non fa più per me”:
Giovanni Veronesi riparte da L’ultima ruota del carro.
Con Elio Germano nei panni del prode
“qualunque” Ernesto Fioretti
di Valerio Sammarco
64
rivista del cinematografo
fondazione ente dello spettacolo
marzo 2013
E
ra il 1982, neanche 20enne
Giovanni Veronesi compare in
un cammeo in Madonna che
silenzio c’è stasera di Maurizio Ponzi e
“sale sull’autobus” che lo porta prima a
scrivere sceneggiature per Francesco
Nuti, poi per Pieraccioni, Ceccherini e
Verdone. Nel frattempo dirige
Maramao, poi Per amore, solo per
amore (1993): vent’anni dopo lasciatosi alle spalle successi come Che
ne sarà di noi e tre Manuali d’amore - il
regista toscano sembra intenzionato a
ripartire da zero, a smarcarsi dalla
“risata a tutti i costi” per ritornare ad
un tipo di commedia che possa
raccontare qualcosa del nostro paese
come si faceva una volta.
Una vita da soldato semplice
“E’ la storia di un uomo onesto, un
soldato semplice, che rimane fedele ai
propri principi, anche alla moglie: il
tutto sullo sfondo di un’Italia che va da
metà anni ’60 ai giorni nostri”. Sarà
nelle sale in autunno L’ultima ruota del
carro, il nuovo film di
Giovanni Veronesi prodotto
da Fandango e Warner
Bros. Italia: “E’ il film che
avrei sempre voluto fare –
dice ancora il regista – con
un protagonista e
personaggi intorno a lui
che attraversano gli anni,
come accadeva in
C’eravamo tanto amati, che
per me è la commedia con
la C maiuscola”.
Al centro di tutto la vera
storia di Ernesto Fioretti
(nel film sarà Marchetti),
tuttofare conosciuto da
Veronesi in una fase in cui
l’uomo faceva l’autista di
produzione: “E’ lui che mi ha
raccontato ciò che gli è accaduto –
prosegue il regista –, certe casualità e
coincidenze che ne hanno
caratterizzato l’esistenza. La cosa che
risalta è la sua onestà, specie in un
contesto come quello italiano in cui
negli ultimi 20 anni essere furbi è
diventato un pregio”.
Furbizia, addio
Furbizia che, in qualche modo, è
servita anche al cinema italiano per
cavalcare determinate mode e/o
pulsioni: “La cosa importante è che si
torni a raccontare una storia in maniera
adeguata – dice Veronesi -. Io sono
stato disonesto con me stesso quando
con i film pretendevo di strappare la
risata a tutti i costi. Non funziona più
così: diventa vincolante per tutti e
dopo un po’ annoia. Ridere è come
piangere, non può essere una pratica
quotidiana: magari fosse così la vita,
ma è un accumulo di tensioni che poi
vengono sfogate in certe situazioni.
Una di queste è il cinema e quello che
percepisco è che se anche volessi
continuare come facevo prima, il
pubblico non sarà più d’accordo”.
Come dimostra l’andamento recente di
alcuni titoli al box office, dalle feste di
Natale in poi: “Non basta più proporre
la comicità fine a se stessa, dovremmo
ripartire da zero e per farlo dobbiamo
ricordare in che modo parlavano le
commedie che ci hanno resi celebri nel
mondo, dalla Grande guerra al
Sorpasso. Il pubblico è nel caos –
aggiunge il regista – e il caos è il germe
della rivoluzione: speriamo non sia
violenta, ma culturale, che ci riporti alle
nostre origini, a dove ci eravamo
lasciati, a dove ci eravamo tanto
amati”. Rivoluzione che, per quanto lo
riguarda, coincide con l’arrivederci alla
Filmauro di De Laurentiis: “Aurelio
aveva capito che volevo misurarmi con
qualcosa di diverso e non ha opposto
alcuna resistenza al fatto che facessi il
film con altri produttori”.
Parola d’ordine: onestà
“E’ l’onestà la protagonista del mio
nuovo film, incentrato sulla vita di chi,
Ernesto Fioretti, pur nelle avversità è
riuscito a non lasciarsi corrompere.
Perché la corruzione,
anche nelle piccole cose di
tutti i giorni, sembra
qualcosa di simpatico, ma
in realtà è subdola, arriva
sotto forma di vita
migliore”, conclude
Veronesi.
A riportare sullo schermo
la vita di Ernesto sarà Elio
Germano, affiancato nel
cast da Alessandra
Mastronardi (la moglie),
Ricky Memphis, Sergio
Rubini, Virginia Raffaele,
Alessandro Haber, con la
partecipazione di Dalila Di
Lazzaro e Maurizio
Battista. “Ho conosciuto
Ernesto e ho cercato di rappresentarlo,
non tanto di imitarlo - racconta
Germano -. Non c’è mai stato interesse
di raccontare la persona vera così
com’è, non era neanche giusto, mi
sono rapportato a lui pensando fosse
un personaggio di fantasia”.
%
marzo 2013
rivista del cinematografo
fondazione ente dello spettacolo
65
febbre italiana
Florestano
Vancini sul
set
M
ario Camerini (1895-1981) fu
con Alessandro Blasetti
(1900-87), il regista che segna
la rinascita del cinema italiano, anzi la
nascita del cinema sonoro. Lo si
considera, a torto, uno specialista
della commedia in tutte le sue varianti
degli anni Trenta, dimenticando la
costosa versione di I promessi sposi
(1941) e l’ancor più caro Ulisse (1954),
un kolossal internazionale e le
incursioni nell’esotismo indiano –
salgariano di Kali-Yug la dea della
vendetta e Il mistero del tempo
indiano (1963), coproduzione francese
e tedesca. Più che Blasetti, l’eclettico
Camerini praticò tutti i generi.
Facciamo un salto in avanti nel tempo
per parlare di un gruppetto di
cineasti, quasi tutti nati negli anni
Venti: Federico Fellini (1920-93),
Mauro Bolognini (1922-2001), Valerio
Zurlini (1926-82), Florestano Vancini
(1926-2005), Luigi Comencini (19162007), il più longevo, padre di Cristina
(1958) e Francesca (1961). Nella
primavera 2002 il presidente della
Repubblica Carlo Azeglio Ciampi
esortò i responsabili della
cinematografia italiana a fare film sul
Risorgimento. Un appello che può
essere interpreto in vari modi:
incitamento paterno a rafforzare
l’unità patriottica, esortazione di
taglio retorico, pia illusione, quella che
in inglese è “wishful thinking”. Aveva,
però, un fondo di verità: film italiani
sul Risorgimento che valgono e
restano si contano sulle dita di una
mano. A essere più benevoli, su due
mani. Uno dei cinque è BronteCronaca di un massacro che i libri di
storia non hanno raccontato (1972) di
Vancini, prodotto dalla società privata
Pensierini
Dall’eclettico Camerini al gentiluomo Vancini, passando
per Fellini e Comencini: il destino nel nome
di Morando Morandini
66
rivista del cinematografo
fondazione ente dello spettacolo
marzo 2013
Alfa, dalla Rai e
dall’Histria Film
jugoslava, cooperativa
di Capodistria.
Distribuito
distrattamente
nell’aprile 1972
dall’americana CIC, ebbe
accoglienze critiche
disparate: fu attaccato
dall’estrema sinistra
extraparlamentare e
dalla destra più
reazionaria, elogiato con
varie sfumature dagli
altri.
Nel 1972 Leonardo
Sciascia che aveva
collaborato a riscrivere
la prima sceneggiatura
di Fabio Carpi e Vancini,
scrisse che, 112 anni
dopo, l’episodio di
Bronte era ancora uno scheletro
nell’armadio: tutti sapevano che c’era,
ma che non bisognava parlarne: per
prudenza, per delicatezza, perché i
panni sporchi, piu che lavarsi in
famiglia, non si lavano mai. Bronte
doveva essere il 2° film di Vancini
dopo il successo di La lunga notte del
’43 (1960). Quand’era ancora al liceo
era rimasto impressionato dalla
lettura di “Libertà”, sette fulminee
pagine di una misteriosa novella di
Giovanni Verga che rievoca i fatti di
Bronte senza nominarlo mai. Il 2012 è
stato un anno fortunato per Vancini
“post mortem” anche per me. Mi ha
indotto a ritenerlo il più sottovalutato
cineasta della sua generazione. In
tutto il suo percorso non ha mai avuto
un premio e per vent’anni fu
obbligato a lavorare soltanto per la tv.
Era nato e cresciuto a Ferrara. C’è
ancora, però, una lacuna da riempire.
Lia Francesca Morandini, la mia figlia
costumista, ha lavorato al suo ultimo
film E ridendo l’uccise (2005) che –
caso raro se non unico – ha un
gerundio nel titolo. La lacuna riguarda
le qualità umane di Vancini. 40 anni di
lavoro in circa 100 film, mia figlia mi
racconta di non aver mai conosciuto
un regista altrettanto comprensivo,
esigente senza arroganza e gentile. %
UN FILM INTENSO E TOCCANTE, MAGISTRALMENTE
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RITRATTI
di Orio Caldiron
La smorfia
dell’uomo
sopraffatto da
Lana Turner,
poi rude e
sfrontato per
Anima e corpo:
a voi il
massiccio
Garfield
John suona
68
rivista del cinematografo
fondazione ente dello spettacolo
marzo 2013
John Garfield in
Anima e corpo e
nel Postino
suona sempre
due volte
S
Sul finire degli anni trenta si affaccia nel cinema
americano la figura del ribelle in cui si riflettono il
malessere delle periferie urbane e l’irrequietezza
della strada tra disadattamento e criminalità.
Nessuno la incarna meglio di John Garfield che –
nato il 4 marzo 1913 nel ghetto ebraico dell’Est Side
di New York da una famiglia di immigrati d’origine
russa – ha vissuto sulla sua pelle le esperienze della
miseria e del riformatorio, mentre gli altri city boys
dalla faccia sporca, i Cagney, i Bogart, si limitano
soltanto a rappresentarle sullo schermo. Scoperta la
propria precoce vocazione per il palcoscenico,
frequenta varie scuole d’arte drammatica fino a far
parte del Group Theatre che negli anni della crisi
economica e delle appassionate dispute ideologiche
è la compagnia più innovativa sul piano artistico e
sociale.
Scritturato dalla Warner, si fa notare in una decina di
film in cui si delinea il personaggio ombroso e
autodistruttivo del perdente, dal musicista in crisi di
Quattro figlie (1938) di Michael Curtiz all’aggressivo
mitragliere di Arcipelago in fiamme (1943) di Howard
Hawks. Ma il grande successo arriva soltanto con Il
postino suona sempre due volte (1946) di Tay
Garnett, la terza versione del romanzo di James M.
Cain, che inaugura l’ultima e più significativa
stagione dell’attore. Il vagabondo che si lascia
catturare da Lana Turner, la gelida dark lady vestita
di bianco, non abbandona mai la smorfia insolente
dell’uomo sopraffatto dal destino.
Il corpo proletario di John Garfield – rude, massiccio,
sfrontato – è al centro di Anima e corpo (1947) di
Robert Rossen, in cui la boxe è il mezzo privilegiato
di promozione sociale per chi viene dal ghetto.
Almeno fino a quando il protagonista non si ribella
all’impresario corrotto che vende gli incontri
dicendogli: “Che cosa potere farmi, uccidermi? Tutti
dobbiamo morire”. Sullo sfondo dei grattacieli di
Wall Street dove la distinzione tra malavita e mondo
degli affari è sempre più sfumata, l’ambiguo
avvocato di Le forze del male (1948), il noir politico
di Abraham Polonsky, è un’altra vittima del successo
pagato con la perdita di sé. Non è molto diverso il
loser cinico e disilluso di Golfo del Messico (1950) di
Curtiz, la seconda e più fedele versione di Avere e
non avere di Ernst Hemingway, a cui l’attore in stato
di grazia presta la grinta di duro e la carica sessuale,
ma anche la sua vulnerabilità.
Nel piccolo delinquente coinvolto in una rapina di Ho
amato un fuorilegge (1951) di John Berry, il suo
ultimo film, la nevrotica inadeguatezza del gangster
braccato che prende in ostaggio una famiglia
operaia è resa con la partecipe immedesimazione di
chi è incalzato dall’angoscia. Nel clima minaccioso
del maccartismo, sconvolto dal dover testimoniare,
muore d’infarto il 21 maggio 1951 a trentanove anni,
la notte prima di deporre davanti all’Huac, l’House of
Un-American Activities Committe. Nella modernità
del divo dei poveri, nel suo stile istintivo e intenso si
annuncia la nuova generazione di attori, da Marlon
Brando a James Dean, da Montgomery Clift a Paul
Newman.
%
sempre
sempredue
duevolte
volte
marzo 2013
rivista del cinematografo
fondazione ente dello spettacolo
69
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AL CINEMA DAL 28 MARZO
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A cura di Valerio Sammarco
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Reality e cofanetto Volonté
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Italia e coproduzioni: perché sì
Libri
Torna Il Trono di Spade: prepariamoci
Colonne sonore
Il lato positivo della musica
Mister
Miliardo
Skyfall in salotto:
il 23° Bond è il più
visto di sempre
/// Dvd &
e Blu-ray ///---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
TELECOMANDO
Reality
Anche in Blu-ray il film di
Garrone: backstage e scene
tagliate negli extra
D
isponibile dal 20 marzo,
in dvd e Blu-ray, Reality di
Matteo Garrone, vincitore
del Grand Prix a Cannes 2012:
dopo Gomorra il regista torna nel
napoletano e si affida di nuovo ad
attori semisconosciuti (su tutti
Aniello Arena, ergastolano) per
raccontare – attraverso elementi
in parte debitori della più alta
commedia italiana, in parte delle
dinamiche della fiaba – la
“discesa agli inferi” di un
pescivendolo attirato dalle
lusinghe dello “spettacolo”.
Negli extra il backstage
(“Dreams are my Reality”), le
scene tagliate, Inside Reality,
lo storyboard e intervista ad
Aniello Arena.
DISTR. 01 DISTRIBUTION
72
rivista del cinematografo
fondazione ente dello spettacolo
marzo 2013
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Laclasse
deiclassici
a cura di Bruno Fornara
Crimine
silenzioso
Il titolo italiano non è
granché. Quello originale
neppure. The Lineup, il
confronto, non piaceva a
Siegel che preferiva The
Chase, la caccia,
l’inseguimento. I poliziotti
di San Francisco si
mettono alle calcagna di
due tipacci che devono
recuperare l’eroina
nascosta nelle valigie di
ignari passeggeri di una
nave proveniente da Hong
Kong. Siegel è già in forma
perfetta. Film asciutto,
dialoghi secchi, bianco e
nero realistico, uomini in
giacca cravatta cappello
come usava nei polizieschi
dei’50. Memorabile coppia
di criminali, duetti crudeli,
da psicopatici: Eli Wallach
(Dancer!), esagitato,
pronto a uccidere senza
batter ciglio, pistola con
silenziatore; Robert Keith,
quasi signorile,
ossessionato raccoglitore
delle ultime parole di tutti
quelli che vengono fatti
fuori. Molte scene da
ricordare: l’inizio fulmineo,
sulle banchine del porto;
l’omicidio a freddo nella
sauna bollente, ultime
parole del morto: “Why be
greedy?”, perché essere
ingordi, con commento:
“Parole adattissime per un
epitaffio”; l’inseguimento
finale sulla highway in
costruzione.
Regia Don Siegel Con Eli
Wallach, Robert Keith
Genere Poliziesco (Usa, 1958)
Distr. A & R Productions
marzo 2013
rivista del cinematografo
fondazione ente dello spettacolo
73
/// Dvd & Blu-ray ///--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
TELECOMANDO
Bella
addormentata
Disponibile dal 6
marzo, in dvd e
Blu-ray, il film di
Marco Bellocchio
prende spunto dalla vicenda Englaro
per riflettere, ancora una volta,
sul paese Italia: le storie di personaggi di fantasia, dalle diverse fedi e ideologie, le cui vicende si
collegano emotivamente al destino di Eluana, in una riflessione
sul perché della vita e della speranza, malgrado tutto. “Non è un
film per sbandierare una tesi o
un’idea, anche se un artista deve
essere libero di immaginare quello che gli pare”, disse Bellocchio
a Venezia. Nel cast, tra gli altri,
Toni Servillo, Isabelle Huppert,
Alba Rohrwacher, Maya Sansa e
Roberto Herlitzka.
DISTR. 01 DISTRIBUTION
Killer Joe
Finalmente disponibile in homevideo, anche in Bluray, il film di William Friedkin che
sbalordì il concorso della Mostra di Venezia 2012:
con Matthew McConaughey nel
ruolo della vita (detective di
giorno, killer professionista di
notte) per un grandioso mix di
thriller, noir, dark comedy e
grottesco. Tutto ruota intorno a
Emile Hirsch, spiantato spacciatore che assolda il sicario per
far uccidere la madre e intascare i soldi dell’assicurazione. Naturalmente le cose non andranno per il verso giusto...
Con Gina Gershon e Thomas
Haden Church in grande spolvero. Nei contenuti speciali le
interviste al regista e agli interpreti principali.
DISTR. CG HOME VIDEO
74
rivista del cinematografo
fondazione ente dello spettacolo
marzo 2013
Skyfall
D
vd e Blu-ray per il 23° film su James Bond, diretto da Sam Mendes
e interpretato per la terza volta da
Daniel Craig: con oltre 1 miliardo e
100.000 dollari incassati in tutto il mondo
è il capitolo più redditizio della storia cinematografica di 007. Candidato anche a
cinque premi Oscar, Skyfall arriva in homevideo ricco di contenuti speciali: oltre
ai commenti del regista e dello scenografo Dennis Gassner e dei produttori
Barbara Broccoli e Michael G. Wilson,
ampio spazio a “Le riprese di Bond”, con
numerosi capitoli sulla realizzazione del
film. Dall’introduzione alla sequenza di
apertura, passando per tutti i personaggi
(007, Q, M, le donne, i malvagi), fino alle
azioni, i luoghi, le musiche, la sequenza
finale e il futuro della saga. Contributo
anche dalla premiere londinese del film.
DISTR. 20TH CENTURY FOX H. E.
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Gian Maria Volonté
Le belve
L’arrivo di Wang
Tre film, un attore straordinario. In cofanetto, con
booklet di 24 pagine e molti extra
Arriva in dvd e
Blu-ray il film di
Oliver Stone tratto
dal romanzo omonimo di Don Wislow (Einaudi). Interpretato da Blake Lively, Taylor Kitsch, Aaron Johnson, Uma
Thurman, Benicio Del Toro,
John Travolta e Salma Hayek, il
film è un thriller incentrato sulla
guerra tra i trafficanti della
Mexican Baja, capeggiata dalla
spietata Elena e dal suo scagnozzo Lado, e due giovani
spacciatori, amici che condividono anche l’amore della bella
Ophelia: nella battaglia, che
sarà spietata, giocherà un ruolo
importante anche un viscido
agente della DEA... Nei contenuti speciali le scene eliminate
e “Lucidamente selvaggio”. Disponibile dal 6 marzo.
E’ disponibile dal 6
marzo in Dvd il
sorprendente sci-fi
targato Manetti
Bros., accolto molto positivamente
anche a Venezia nel 2011 (Controcampo italiano) e interpretato
da Ennio Fantastichini e Francesca Cuttica. “Il concetto che ci
interessava raccontare è se chi
ci è accanto tutti i giorni può
essere più diverso di chi viene
da un altro pianeta”, dicono i
registi. Numerosi gli extra: Mr.
Wang, C’era un cinese in croma… KEY (Effetti visivi), Backstage fotografico, Provino di
Francesca Cuttica e Li Yong (l’alieno), Barry Wang, Wang a Venezia, Wang a Roma, poi il teaser trailer, il trailer ufficiale, il
trailer inglese e quello giapponese.
Uomini contro di
Francesco Rosi, La classe
operaia va in paradiso di
Elio Petri, Sbatti
il mostro in
prima pagina di
Marco
Bellocchio: Gian
Maria Volonté il
comun
denominatore
di tre film
diversi l’uno
dall’altro
(realizzati tra il
1970 e il 1972), diretti da
tre dei più grandi cineasti
italiani di tutti i tempi.
Rarovideo li raccoglie
insieme in un unico
cofanetto (con booklet
24 pagine curato da
Bruno di Marino): negli
extra, per Uomini contro
DISTR. UNIVERSAL PICTURES H. E.
intervista a Francesco
Rosi, prima e dopo il
restauro, la sceneggiatura
originale in
traccia rom;
per il film di
Petri “La
classe operaia
va in paradiso.
Retroscena di
un film
novarese” (di
Serena
Checcucci e
Enrico
Omodeo Salè), “Stasera
torno prima”, videoclip di
Libero De Rienzo, prima e
dopo il restauro; per
Sbatti il mostro in prima
pagina conversazione con
Marco Bellocchio.
DISTR. RAROVIDEO
DISTR. 01 DISTRIBUTION
VIDEOGAME LA GUERRA CON KRATOS
GOD OF WAR: ASCENSION
Dal 13 marzo, in esclusiva per PlayStation 3
Se c’è una cosa dove i videogiochi non
peccano, è la varietà, ce ne sono di tutti i
tipi, per tutti i gusti e fasce di età differenti.
God of War: Ascension è dedicato ai
giocatori più adulti che sono alla ricerca di
un titolo di azione estremamente
spettacolare e violento, con uno
sfondo mitologico che ha
permesso agli sviluppatori di
sbizzarrirsi nelle scelte stilistiche
e nelle situazioni proposte al
giocatore. Voi siete Kratos,
guerriero spartano che aspira a
diventare dio della guerra, e
avete a disposizione una pletora
di attacchi devastanti, che vi
serviranno per combattere
nemici enormi e senza pietà,
attraverso ambientazioni evocative e con
un comparto grafico davvero stupefacente
e di impatto. In uscita il 13 marzo ed in
esclusiva per PlayStation 3.
Per saperne di più visitate www.multiplayer.it
ANTONIO FUCITO
Dracula 3D
Dopo il prestigioso
passaggio Fuori
Concorso a Cannes
e l’uscita in sala
poco
fortunata
(poco
più
di
200.000 euro di incasso), è disponibile dal 23 marzo in Dvd,
Blu-ray e Blu-ray 3D l’ultima fatica di Dario Argento. Il “maestro dell’horror” rilegge a suo
modo il classico di Bram Stoker,
con Rutger Hauer nei panni dell’ammazzavampiri Van Helsing.
Nei contenuti speciali il video di
“Kiss Me Dracula”, nuovo brano
di Claudio Simonetti – autore
del tema cult di Profondo Rosso
– poi interviste agli attori e al
cast tecnico e il Backstage del
film, ambientato ovviamente in
Transilvania ma girato in Piemonte, a Ricetto di Candelo, vicino a Biella.
DISTR. SONY PICTURES H. E.
marzo 2013
rivista del cinematografo
fondazione ente dello spettacolo
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TELECOMANDO
/// Serie Tv ///---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
The New Normal
[CANALE 111 DI SKY]
La serie creata da Ryan Murphy dopo i successi di Glee, Nip/Tuck e AHS
D
al creatore di Nip/Tuck e American Horror Story, nonché
dello straordinario successo
rappresentato da Glee, arriva su Fox –
in anteprima per l’Italia, dal 5 marzo
ogni martedì alle 22.45 – la nuova serie
The New Normal, commedia che esplora il tema della famiglia in modo anti-
filminorbita
76
convenzionale. La serie – ideata da
Ryan Murphy e Allison Adler per la
NBC – ha come protagonista la coppia
formata da David (Justin Bartha) e
Bryan (Andrew Rannels): una relazione
stabile e delle brillanti carriere non bastano più. Desiderosi di avere un figlio,
si rivolgono a Goldie (Georgia King),
già madre di una bambina di 8 anni e
a corto di denaro che accetta di fare
per loro da madre surrogata. Da questo incontro nato per motivi di reciproca convenienza, nascerà una nuova famiglia allargata. Nel cast anche Ellen
Barkin, nei panni dell’opprimente, cinica e razzista nonna di Goldie.
a cura di Federico Pontiggia
50 di questi Quentin
Onore al Bardo
Damiano Damiani
Studio Universal
Diva
Premium Cinema
Il 27 marzo Tarantino
compie 50 anni, SU lo
festeggia con Le iene
(22/3) e Kill Bill 1 & 2 (23
e 24). Auguri!
Shakespeare cala il
poker: Molto rumore per
nulla, Macbeth, La
bisbetica domata e
Sogno di una notte…
Da L’istruttoria è chiusa:
dimentichi a Il sole buio,
passando per Pizza
Connection: ogni
mercoledì c’è DD!
rivista del cinematografo
fondazione ente dello spettacolo
marzo 2013
«Si esce sgomenti, angosciati
e insieme grati.
Se ne parlerà a lungo»
PREMIO SPECIALE
DELLA GIURIA
«Un film bellissimo, Pasolini
aleggia per tutto il tempo.
Uno dei migliori film dell'anno»
PREMIO MIGLIORE OPERA
PRIMA E SECONDA
PREMIO JEAN CARMET
PER LA MIGLIORE INTERPRETAZIONE MASCHILE
ANGERS FILM FESTIVAL 2013
FABRIZIO MOSCA
PRESENTA
UN FILM DI
CLAUDIO GIOVANNESI
IN VENDITA IN DVD DAL
20 MARZO
TELECOMANDO
/// Borsa del cinema ///-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
L’ITALIA
E I SUOI
FRATELLI
Una storia di gloriose
coproduzioni, un presente di
isolamento ed esportazioni
nulle: bisogna invertire la rotta
di Franco Montini
A
lcuni dei più grandi film italiani, sono delle coproduzioni. E’ il caso de
La dolce vita, 8 ½, Amarcord, L’avventura, Rocco e i suoi fratelli (nella foto), Il
gattopardo, Salvatore Giuliano, Mani sulla
città, Io la conoscevo bene, La grande guerra, L’armata Brancaleone. L’elenco potrebbe essere lunghissimo. Basti pensare che
solo con la Francia fra il 1949 e il 1995 si
sono coprodotti quasi duemila film. Ma da
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rivista del cinematografo
fondazione ente dello spettacolo
marzo 2013
qualche anno, ed in particolare nelle ultime stagioni, questo strumento è stato progressivamente abbandonato dal cinema italiano. Nel 2010 e nel 2011 le coproduzioni
italiane sono state rispettivamente 27 e 23,
di cui solo 14 maggioritarie. E’ anche per
questo motivo che le cifre dell’export del
nostro cinema sono in costante diminuzione. Le risorse derivanti dalle vendite estere
rappresentano oggi poco più del 9% degli
introiti totali del settore, mentre la Francia,
paese leader in Europa per ciò che riguarda le coproduzioni, ricava dai mercati internazioni quasi il 25% dei propri introiti.
Mentre negli anni ’50 e ’60 la bilancia dei
pagamenti import-export era nettamente
positiva a nostro favore, oggi è esattamente il contrario. Il saldo commerciale è negativo: da paese esportatore di immagini,
l’Italia si è trasformata in un paese impor-
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tatore.
In anni recenti, la crescita della quota di
mercato del cinema italiano per ciò che
concerne il consumo interno ha spinto i
produttori a concentrarsi sulla realizzazione di film pensati per un consumo nazionale. Ma poiché a causa della recessione
economica è sempre più problematico recuperare i costi di produzione esclusivamente sul mercato locale, per non morire
il nostro cinema è costretto a guardare
all’estero.
Da qui la necessità di investire su storie
che interessino anche altri paesi; il che
non significa rinunciare all’originalità ed
essere condannati a raccontare vicende di
ambientazione internazionale. Anzi, come
insegna il passato, i film italiani più conosciuti all’estero sono proprio quelli imperniati su storie per certi versi molto locali,
ma dotati di un linguaggio di grande qualità e capaci di affrontare tematiche in grado di suscitare interesse anche fuori dai
confini nazionali.
Si tratta poi di individuare le aree più facilmente raggiungibili dal nostro cinema:
inutile illudersi di sfidare il mercato americano, più ragionevole appare stringere accordi di collaborazione con paesi cinematograficamente in via di sviluppo, esattamente ciò che sta facendo la Francia, che
offre collaborazione a molti registi dell’area mediterranea, così come del Medio e
dell’Estremo Oriente.
Un altro elemento decisivo è attrarre nel
nostro paese investimenti esteri. Anche in
questo specifico settore vantiamo un passato glorioso: quello della Hollywood sul
Tevere degli anni ’50 e ’60. Oggi le presenze di cinema americano a Cinecittà e
in Italia in genere sono delle eccezioni.
Per richiamare le produzioni è necessario
stabilizzare quei meccanismi economici, il
tax credit in primo luogo, in grado di rendere finanziariamente competitivo il nostro paese rispetto al resto del mondo.
Auguriamoci che il nuovo governo ne sia
consapevole.
Cast&Crew
a cura di Marco Spagnoli
Effetti speciali
A tu per tu con Giuliano Caprara, il
supervisore di postproduzione
FIGLIO E NIPOTE “D’ARTE” (suo
padre è il critico de Il Mattino
Valerio, sua zia Fulvia è inviata de
La Stampa) Giuliano Caprara non
ha seguito la strada della scrittura,
ma ha dato sfogo alla passione
per il cinema e, in particolare, per il
montaggio: “Sono entrato molto
giovane in una sala dove stavano
montando dei telegiornali e sono
rimasto affascinato”, dice Caprara,
che ha fondato a Napoli lo studio
di produzione e postproduzione
video K-Rock. “In seguito ho
iniziato a propormi come
freelance, realizzavo documentari,
videoclip e cortometraggi. Poi
assieme ad altri amici abbiamo
deciso di dare vita ad uno studio
che potesse essere in grado di
coprire tutte le fasi della
postproduzione: dal montaggio
agli effetti speciali”.
In che cosa consiste il suo lavoro?
Curo la fase di supervisione degli
effetti visivi, che consiste nel
progettare e realizzare assieme
agli operatori gli effetti speciali da
inserire nella pellicola. Gestisco
“pezzi di film” che poi consegno
alla produzione finalizzati
secondo le esigenze dei registi. E
continuo a lavorare anche come
montatore per spot,
cortometraggi e videoclip.
Che consigli darebbe a chi vuole
intraprendere la sua
professione?
Di tentare un’esperienza di lavoro
all’estero, dove le professionalità
italiane riscuotono sempre
tantissimo successo. Credo che
per lavorare nel mondo
dell’audiovisivo sia fondamentale
ampliare il più possibile il proprio
ventaglio di conoscenze.
La qualità più importante da
avere?
Non perdere mai l’entusiasmo,
non smettere mai di imparare e
non demoralizzarsi nei periodi in
cui c’è poco lavoro.
Un tempo la bilancia
dei pagamenti era
nettamente positiva,
oggi è esattamente
il contrario
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rivista del cinematografo
fondazione ente dello spettacolo
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/// Libri ///------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
TELECOMANDO
Guida di spade
Bryan Cogman
Il Trono di
Spade. Dietro le
quinte della serie
HBO
Rizzoli
Pagg. 192
€ 29,00
L’inverno sta arrivando e l’attesa
finendo: il 31 marzo debutterà
finalmente sulla HBO la terza
stagione de Il Trono di Spade, la
serie tv tratta dalla saga fantasy
Le Cronache del ghiaccio e del
fuoco. Nel frattempo, per gustare sino in fondo l’enorme lavoro fatto da David Benioff e D.B.
Weiss per trasporre sul piccolo
schermo i colossali romanzi di
George R. R. Martin, ecco la
guida completa delle prime due
stagioni, con dovizia di dettagli,
mappe, illustrazioni, approfondimenti sui personaggi e foto di
scena. Che tifiate per la secessione degli Stark, la tirannia dei
Lannister, la supremazia dei Baratheon o il ritorno dei Targaryen, non dovete temere favoritismi: il volume resta imparziale.
Assalto al Trono
Per arrivare preparati alla terza stagione del serial
cult. Poi doppiatori, De Sica, film e cucina
ANGELA BOSETTO
Parole, parole
parole...
Andrea Lattanzio
L’arte del
doppiaggio
Doppiatori e
direttori di
doppiaggio
Felici Editore
Pagg. 268 € 20,00
Spesso misconosciuto, sovente
controverso, il doppiaggio è
un’arte, un’emozione condivisa.
Un lavoro lungo, complesso e
collettivo, in cui il direttore del
doppiaggio è il primus inter pa-
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rivista del cinematografo
fondazione ente dello spettacolo
marzo 2013
res, sebbene ancor più raramente
dei colleghi finisca sotto i riflettori. Una lacuna colmata con un
saggio pervasivo e informato,
che dopo Il chi è del doppiaggio
rende omaggio ai direttori di ieri
e di oggi, rivendicando il loro
status di registi della voce. Da
Sandro Acerbo a Franco Zucca,
una carrellata “vocale” che è un
valido strumento di lavoro per gli
studiosi e un prezioso who’s
who per gli appassionati. Doppiatori e direttori, dunque, e –
scrive Lattanzio – “con grande
ammirazione questo dizionario è
a loro dedicato”. Parola all’Italia!
FEDERICO PONTIGGIA
Presenti nel
presente
AA.VV.
Lo stato delle cose.
Cinema e altre
derive Duemila12
Kaplan
Pagg. 142 € 16,00
Il cinema, con il suo linguaggio
complesso, si è prestato a sollecitazioni che hanno interrogato,
oltre alle singole specificità, le
sue compositive “derive”: contaminazioni, frequentazioni, mutazioni con altri linguaggi, con i ri-
verberi della società e del nostro
tempo. Il volume Lo stato delle
cose. Cinema e altre derive. Duemila12, collettanea di vari autori, vuole provare a essere non
solo un’interrogazione in merito
al panorama cinematografico recente, ma soprattutto un luogo
da cui osservare il nostro presente, tentando di comprenderne le ramificazioni, le distonie,
gli innesti. Uno spazio attraverso
il quale osservare le dinamiche
del cinema in rapporto alle modalità di comunicazione, alle
tecnologie, agli ambienti del sapere.
MARTA MORGANTE
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Muto è bello
Come eravamo: gli anni Dieci e Venti
delle produzioni italiane del centro-sud
di Simona Falcone
vamo in tavola e al cinema. Dalla mozzarella in carrozza di Ladri di biciclette ai “risi e bisi” de
Il commissario Pepe, senza scordare i maccheroni di Un americano a Roma, le pietanze, protagoniste sullo schermo e dietro le
quinte, diventano una metafora
del paese e, al tempo stesso, un
elemento fondante della sua cultura comune, pure perché, come osserva nella prefazione Enrico Vaime, quello fra cibo e cinema è l’unico matrimonio che
in Italia ancora funziona.
ANGELA BOSETTO
Riscoprire il mito
Anna Masecchia
Vittorio De Sica.
Storia di un
attore
Kaplan
Pagg. 257
€ 20,00
Da mangiare
con gli occhi
Giancarlo Rolandi
Hostaria cinema.
Gli italiani a tavola
nei film. Cinquanta
anni di ricette,
aneddoti, storie
Palombi
Pagg. 189 € 14,00
Nel dedicare ai commensali e
agli spettatori le sue “pagine nutrite da ricordi di piatti e film
che scorrono in libertà” Rolandi
imbandisce un nostalgico e succulento banchetto sul come era-
Una diversa angolazione dalla
quale studiare, con rinnovata
passione, la biografia di De Sica, andando alla radice del suo
essere attore, ripercorrendo gli
esordi in teatro, dalla prima formazione nel teatro di prosa agli
anni della Compagnia Za-Bum
numero 8, attraversando il periodo della radio e della freschezza di una voce ancora
giovane, ed esaltando la creazione di un nuovo stile di recitazione cinematografico.
Anna Masecchia riporta in luce
la memoria collettiva di un volto, quello di De Sica, capace di
creare personaggi sempre in bilico tra la vita e lo spettacolo.
Uno studio che, ricostruendo la
carriera dell’attore, guida il lettore attraverso le evoluzioni e i
mutamenti che hanno accompagnato cinquant’anni di cinema italiano.
ANITA CECCARELLI
La diva romana
Leda Gys
Aldo Bernardini
Cinema muto
italiano. Le
imprese di
produzione (Vol.1)
Edizioni Kaplan
Pagg. 350
€ 25,00
Negli ultimi tempi si è moltiplicato
notevolmente l’interesse da parte del
pubblico e dei nuovi cineasti nei confronti
della settima arte. L’aumento delle
produzioni cinematografiche nel
Novecento e lo sviluppo delle tecnologie
digitali del XXI secolo sono i fattori, ma
non i soli, che hanno permesso al cinema
di conquistare sempre più cultori e
appassionati. In questa epoca, così attenta
agli sviluppi tecnologici della
contemporaneità, raramente si rivolge lo
sguardo verso la nascita, l’infanzia e
l’adolescenza di questa straordinaria
forma di espressione artistica che ha
totalmente rivoluzionato la
comunicazione del secolo scorso. Il
cinema muto, dopo essere stato per lungo
tempo confinato nel dimenticatoio,
ultimamente ha conosciuto un rifiorire di
interesse che si è andato articolando nella
ricerca delle fonti, reperimento di dati e
materiale, volto alla ricostruzione di un
percorso storico fondamentale.Il testo di
Aldo Bernardini (critico, storico e saggista
del cinema italiano), che raccoglie in
maniera approfondita e articolata i dati
relativi ai soggetti che operano nella
produzione cinematografica del CentroSud italiano negli anni Dieci e Venti, risulta
un importante contributo a questo lungo e
paziente lavoro di ricerca e per questo
un’opera degna di nota e di immancabile
consultazione per tutti i cultori e gli
appassionati di cinema.
marzo 2013
rivista del cinematografo
fondazione ente dello spettacolo
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TELECOMANDO
/// Colonne sonore ///--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
MARIAH CANTA OZ
Almost Home di Mariah Carey per il
fantasy adventure Il grande e potente
Oz di Sam Raimi. La popstar l’ha
scritta – udite, udite… - a 12 mani con
Simone Porter, Justin Gray, Lindsey
Ray, Tor Erik Hermansen e Mikkel
Eriksen, sebbene l’ugola non le
dovrebbe tremare: dal Principe
d’Egitto al suo tremendo Glitter, non è
nuova alle incursioni cine-musicali. Per
lei parlano i Grammy e i milioni di
copie vendute, ma a buon spettator
poche parole: la colonna sonora la
firma Danny Elfman, con le solite
magiche orchestrazioni.
F.P.
L’ASCOLTO POSITIVO
NONOSTANTE LE CADUTE DI TONO per
compiacere l’ascoltatore assuefatto (la strasentita
Goodnight Moon nella superflua versione di
Ambrosia Pearsley, la stucchevole Silver Lining di
Jessie J), la soundtrack de Il lato positivo (Silver
Linings Playbook), prevalentemente composta da
pezzi non originali è un corpus unico e riuscito.
Merito di titoli non scontati, malgrado i nomi noti: il
duetto Dylan/Cash di Girl from the North Country, il
jazz scanzonato del Dave Brubeck Quartet, lo Stevie
Wonder di My Chérie Amour che è sempre un
piacere riascoltare, il funk trascinante primi anni ’70
dei Rare Earth (Hey Big Brother). Ma la freschezza
della scaletta si deve anche al contributo di Danny
Elfman: le due tracce estrapolate dallo score del film,
Silver Lining Titles e Walking Home, sono perle di
raffinatezza; specialmente la prima, capace di
portare alle estreme conseguenze un tema
cambiando continuamente direzione mantenendo
intatto il coinvolgimento, grazie alla bella melodia e
a un arrangiamento sofisticato ma in apparenza
leggero, con chitarre e cori pop in primo piano. È
una playlist che rifugge ogni malinconia e tende a
tratti programmaticamente all’ottimismo, puntando
sul sicuro col sound “facile” di Alabama Shakes
piuttosto che con gli Eagles of Death Metal. Ma si
ascolta volentieri, e (a sorpresa) più di una volta.
GIANLUIGI CECCARELLI
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rivista del cinematografo
fondazione ente dello spettacolo
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SPRING BRITNEY
“Every time I try to fly / I
fall without my wings / I
feel so small / I guess I
need you baby”, cantava
Britney Spears nel 2004 in
Everytime. Un classico,
ormai, che merita di essere
canticchiato al pianoforte
da James Franco: Spring
Breakers – davvero –
forever!
F.P.
NOI S(UON)IAMO INFINITO
“And in this moment, I swear, we’re
infinite”. Parole forti, quelle del Logan
Lerman di Noi siamo infinito (The
Perks of Being a Wallflower), e come
non santificare? Dai New Order di
Temptation agli Smiths di Asleep,
passando per Sonic Youth (Teenage
Riot) e Cocteau Twins (PearlyDewdrops’ Drops), il regista e scrittore
Stephen Chbosky ha collezionato i
desiderata suoi e degli amici per
cantare gioie e dolori dell’adolescenza.
Dulcis in fundo – originale, eh! – David
Bowie, che ferma un attimo per
F.P.
sempre con Heroes.
Cittá di
Vittorio Veneto
15 film internazionali in concorso; 1.000 ragazzi giurati provenienti da tutta
Italia e dall'estero; oversound in sala realizzato da attori professionisti;
incontri con registi, attori, produttori, giornalisti, doppiatori e personalità del
cinema e della comunicazione visiva; Giuria di Qualità composta da esperti
professionisti della cinematografia, critici e noti giornalisti del mondo della
comunicazione e dell'audio-visivo; eventi collaterali di arte, musica, teatro.
www.vittoriofilmfestival.com - [email protected]
+39 0438 1849435 / +39 338 3544515
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