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una cartina da conservare
o n i c i T o r il nost UNA CARTINA DA CONSERVARE L’ISOLA DEL BOSCO VEDRO, L’ISOLA DEI CONIGLI ED IL VALLOTTO L’isola del Bosco Vedro, in parte in Comune di Galliate ed in parte in quello di Cameri, è la più importante riserva naturale speciale del Parco del Ticino piemontese. Vi si può accedere solo accompagnati da personale del Parco. Delimitata ad est dal Ticino ed a ovest dal Naviglio Langosco e dal suo scaricatore principale, il Ramo Treccione, l’isola è ricca di boschi e lanche dalle acque purissime. Al suo interno ospita una stazione ornitologica, intitolata alla memoria del guardiaparco Fabrizio Bovio, cui si deve la nascita del centro di inanellamento, attivo in primavera ed autunno per la cattura e l’inanellamento degli uccelli di passo. Qui il Parco sta anche conducendo importanti studi scientifici per la reintroduzione delle lontra e la salvaguardia del gambero di fiume e della tartaruga palustre. Annessi all’Isola del Bosco Vedro sono il “Vallotto” (Valotu) e “l’Isola dei Conigli”, da sempre considerati come un paradiso per fungiatjti ed i pescatori. IL RAMO E LA CENTRALE TRECCIONE E LA SEDE DEL CANOA CLUB NOVARA Lungo il Naviglio Langosco ed il suo scaricatore Treccione è in funzione la Centrale Treccione, costruita nel 1907 dalla Manifattura Rossari e Varzi per fornire energia elettrica al proprio stabilimento tessile di Galliate. La centrale, chiamata comunemente a Galliate “La Forza”, è stata completamente rifatta nel 1957 ampliando il canale di carico e costruendo un nuovo edifico per ospitare le turbine. Sfrutta una portata di 29,50 mc/sec ed un salto di 2,90 m. La potenza è di 1.070 kw. A valle della centrale una serie di scaricatori restituisce una parte dell’acqua al Ticino attraverso il Ramo Treccione. In corrispondenza della casetta del camparo al primo scaricatore si trova la sede del Canoa Club Novara che qui ha realizzato un percorso da slalom, posando porte ed ostacoli. LA VILLA PICCHETTA Dal gennaio 2001 la sede del Parco del Ticino piemontese è ospitata nella prestigiosa Villa Picchetta, edificio storico che sorge nelle campagne di Cameri, a poca distanza dal confine del Comune di Galliate (Boschi della Soliva). Il complesso architettonico è costituito dal vero e proprio palazzo signorile, da una serie di rustici annessi e da una chiesetta. Di notevole interesse i giardini, di recente riportati al loro antico splendore: a ovest la corte nobile di ingresso, a sud il pomario ed a est il giardino formale a terrazzo. La villa è visitabile durante gli orari di apertura degli uffici. IL PONTE IN FERRO DI TURBIGO ED I RESTI DEL PONTE SUBLICIO DISTRUTTO NEL 1275 Il primo progetto, presentato nel 1864, prevedeva la costruzione di un ponte in muratura sviluppatesi in cinque arcate. Nel 1865 tale soluzione venne scartata a favore di un ponte in travate metalliche. La consegna dei lavori avvenne nel 1882, la loro ultimazione nel 1887. Il ponte venne, poi, distrutto nel corso della seconda guerra mondiale dai bombardamenti alleati e ricostruito, sempre in ferro, nel 1952. L’attuale ponte, lungo 145 metri, è composto da 3 campate in ferro ed ospita al livello inferiore la SS 341 ed a quello superiore la linea ferroviario Milano-Novara delle FNM. Ad est dell’attuale manufatto sulla sponda lombarda è visibile il basamento di una torre che probabilmente sosteneva un ponte sublicio (di legno) di epoca romana. Nel Febbraio 2002 circa un Km a valle è stata ritrovata una palificata in legno testimonianza di un ponte in legno risalente al 1274 e distrutto secondo le fonti storiche l’anno successivo. Dal 1300 in poi non vennero più costruiti ponti sul Ticino ed il passaggio del fiume venne assicurato dai cosiddetti porti natanti, traghetti ancorati ad una fune che si spostava da riva a riva utilizzando la sola forza della corrente. L’AREA VITA MEYER Si trova appena a valle del ponte, sulla sponda lombarda del fiume. Si tratta di una vasta ex cava di sabbia e ghiaia (30 ha) di proprietà del Comune di Turbigo oggetto nel 2005 di un importante intervento di recupero e riqualificazione a cura del Parco del Ticino. Demolite le fatiscenti strutture risalenti all’inizio del 1900, sono stati realizzati parcheggi, aree attrezzate, un edificio ad uso bar ed interventi di rimboschimento rendendo l’area piacevolmente fruibile al gran numero di persone, fra cui molti galliatesi, che nei mesi estivi frequenta le rive del Ticino. IL BOSCO E LA SPIAGGIA DEL MEZZANINO E L’ANTICA ISOLA VISERINI Il Bosco del Mezzanino, di proprietà comunale, si trova appena a sud del ponte in ferro, tra l’omonima strada ed il Naviglio Langosco. Lungo il fiume, dove in questi ultimi anni si è formata una bella e frequentata spiaggia, si concentrano una serie di ristoranti e luoghi di svago storici per i galliatesi (Pino Balsari, Merlo, Pedrini, …). Il confine regionale tra Piemonte e Lombardia corre proprio al centro dei terreni sui quali si trovano gli esercizi commerciali citati, a testimonianza del fatto che il fiume all’inizio del ‘900 si divideva, appena a valle del ponte, in due rami, formando “l’Isola Viserini”. IL NAVIGLIO LANGOSCO Il Naviglio Langosco (portata 24mc/sec) viene derivato in sponda destra dal Ticino presso Cameri e termina il suo percorso in Lomellina presso Tromello. Realizzato nel XVII secolo durante la dominazione spagnola, venne ideato dal conte Guido Lan- gosco, interessato ad utilizzare le acque del Ticino per irrigare le proprie terre. La sua costruzione iniziò nel 1613 e terminò, dopo complesse vicende, nel 1665. LA VECCHIA DOGANA DI GALLIATE Situata lungo la via “Porto Vecchio”, antica strada preromana utilizzata per arrivare al traghetto sul fiume Ticino, fino all’Unità d’Italia era la stazione di confine tra il Regno di Sardegna e il Lombardo-Veneto. Perse di importanza quando venne modificato il tracciato per l’attraversamento del fiume. Fu in seguito trasformata in cascina agricola ed attualmente ospita un ristorante. LE DISCESE IN VALLE E LE MULATTIERE PEDONALI Sei sono le discese carrabili e quattro le mulattiere pedonali che dal ciglio del terrazzo scendono nella Valle del Ticino. Da nord a sud, troviamo: la discesa della SS 341 (con la mulattiera che parte dalla Strada della Montagna, costeggiando in un primo tratto la trincea della linea ferroviaria), la discesa della “Vecchia Dogana” (con due mulattiere che partono a fianco del ristorante) la discesa “delle Sette Fontane” in fondo alla Via XXV Aprile (con la mulattiera pedonale che parte davanti all’ingresso principale della Villa Fortuna), la discesa di Montereggio (adibita a ciclabile dal Comune di Galliate), la discesa della “Sbianca” (in fondo alla Via Vulpiate o del Varallino) ed infine la discesa di Vulpiate che conduce all’omonimo mulino. IL CENTRO PARCO CENTRALE GUIDO DAVIDE ORLANDI La Centrale sorge qualche centinaio di metri a valle del ponte sul Naviglio Langosco in fondo alla discesa della Vecchia Dogana. Venne realizzata nel 1903 con il nome di “Centrale Elettrica Sessa Trona”, in sostituzione di un antico mulino (detto del Curto o Diana) e di una segheria ormai abbandonati. La centrale produsse energia sino all’inizio degli anni ’70. Successivamente l’intera area venne trasformata in acquacoltura per l’allevamento e la riproduzione di specie ittiche (pescicoltura Faroldi), attività che ebbe termine nel 1987. La centrale è stata riattivata nel 2006 e l’edificio, un mirabile esempio di archeologia industriale, è stato interamente restaurato. La sala superiore della centrale (circa 400 metri quadrati con belle travate a vista) è stata concessa in comodato al Parco del Ticino piemontese che l’ha adibita a Centro Parco. La centrale che sfrutta un salto di tre metri e produce 600 KW/ora, è stata ribattezzata “Guido Davide Orlandi”. Nei pressi della vecchia struttura, è stata realizzata una nuova centrale, la “Centrale Dogana” (completamente interrata e quindi con minimo impatto ambientale) che sfrutta invece il salto di 27 metri dello scolmatore del canale Cavour e produce 4200 KW/ora. o n i c i T o r il nost mentre nel 1859 servì da quartier generale a Vittorio Emanuele ll in occasione della battaglia di Magenta. Il complesso edilizio di notevole valore architettonico, è distinto in una corte padronale ed in una parte servile contadina. All’esterno si trova l’oratorio, di epoca settecentesca, dedicato alla Beata Vergine Addolorata. Nella vallata, appena sotto la Villa Fortuna, vi è un bacino d’acqua che fino a metà del secolo scorso veniva utilizzato per il macero del lino, da cui il nome “bagno del lino”. Il lino veniva lasciato per diversi giorni a bagno, poi pestato e sottoposto a pettinatura e filatura avvolgendo le fibre sulle rocche. Le matasse venivano quindi bollite e consegnate alle tessiture. IL PERCORSO VITA DI VIA DEL PIAGGIO Dal 2002 una parte dell’ex discarica cittadina di Via Del Piaggio (quella posta tra la strada del Piaggio ed il limite del terrazzo) è divenuta parco pubblico. Dopo la completa riambientazione avvenuta a metà degli anni ’90 a cura del Parco del Ticino, il Comune di Galliate, sfruttando un apposito finanziamento regionale, ha provveduto alla posa di un percorso vita dotato di 16 stazioni. IL SANTUARIO DEL VARALLINO Il santuario, denominato San Pietro in Vulpiate, è più conosciuto come Varallino, perché ricorda in scala ridotta il Sacro Monte di Varallo. Lungo il perimetro della navata, a forma ellittica, si aprono infatti dieci cappelle laterali (edificate a fine cinquecento), interamente affrescate e popolate da una sessantina di statue a grandezza naturale. In esse e nell’ampio presbiterio sono rappresentati i Misteri del Rosario: sul lato destro quelli della Gioia, su quello sinistro quelli del Dolore e nel presbiterio quelli della Gloria. Al santuario lavorarono numerosi artisti tra cui lo scultore romano Dionigi Bussola ed il valsesiano Lorenzo Peracino, cui si deve la decorazione della cupola del presbiterio, raffigurante l’incoronazione della Vergine in Paradiso. La chiesa è dedicata alla natività di Maria Vergine e conserva ancora nel coro un affresco del XV secolo con l’immagine della Madonna nell’atto di porgere al Bambino una pera ritenuta miracolosa. L’esterno del santuario è dominato dalla maestosa facciata realizzata tra il 1886 ed il 1894 dal sacerdote ed architetto galliatese Ercole Marietti. LE SETTE FONTANE È una delle più belle e frequentate aree attrezzate della sponda piemontese del parco. Deve il suo nome alle risorgive (sette o forse più) che ospita. Dell’annesso parco, di proprietà del comune di Galliate e dotato di un bar ristorante, si hanno notizie come luogo di svago sin dal 1850. Le Sette Fontane si trovano probabilmente lungo il tracciato di una strada che conduceva ad un antico guado sul fiume, posto in corrispondenza della Cascina del Guado sulla sponda lombarda. I PRATI IN VALLE Dalla Vecchia Dogana e giù fino al Mulino di Vulpiate era presenti fino al secolo scorso numerose “marcite “(oggi campi coltivati a mais) bagnate da una serie rogge che derivavano le loro acque dalla Roggia Molinara: Cavo Rialone, Roggia Tadini, Roggia di Vulpiate, Roggia del Lupino, Canale Trova. Le carte storiche riportano i nomi dei prati. Da nord a sud: Prati di Via Molino, Prati Panosa, Prati Prazzole, Fovrà, Prati Potacchino, Prati Boccagrande, Prati Molino Vecchio, Prati Montereggio, Prati Binda. LA CASCINA BIANCA O SBIANCA ED IL CANDEGGIO ZUCCHI L’edificio, oggi in rovina, è indicato sulle carte topografiche come Cascina Bianca ma è noto a Galliate come “Lasbianca”. Qui infatti era attivo fino agli anni ’50 un candeggio dove il tessuto grezzo veniva sottoposto a bollitura e “sbiancato” con la candeggina. Poco più a sud si trova il Candeggio Zucchi, anch’esso abbandonato. I due edifici in origine erano due mulini denominati Mulino Nuovo (Lasbianca) ed il Mulino Vecchio (Candeggio Zucchi. LA ROGGIA MOLINARA DI GALLIATE, IL TOMBONE DI MONTEREGGIO IL PONTE DELLA PAURA E LA ROGGIA DEL LUPINO La roggia, di proprietà comunale, è la più antica derivazione dal Ticino nel territorio di Galliate: la troviamo infatti già citata in documenti risalenti al 1200. Alimentava lungo il suo percorso di circa 22 km da Galliate a Cassolnovo cinque mulini. Con una convenzione del 1757 la comunità di Galliate acconsentì che il tratto della roggia dalla bocca di presa sino alla località di Villa Fortuna, fosse in comune con il Naviglio Langosco a patto che questo restituisse poi i 12 “rodiggi” di acqua che le competevano, cosa che oggi avviene agli “Incastroni di Villa Fortuna “proprio di fronte allo sfioratore del Ticinazzo. In fondo alla “Discesa della Sbianca “, la roggia, per mezzo di un ponte – canale denominato “Tombone di Montereggio” sovrappassa il Naviglio Langosco. A fianco al Tombone c’è il ponte stradale della strada della Sbianca, conosciuto anche come “Il Ponte della Paura “. Poco oltre il ponte, sulla destra, si stacca dalla Roggia Molinara di Galliate la bella Roggia del Lupino che si può ammirare percorrendo la ciclabile del parco verso sud fino al ponte ed al Mulino di Vulpiate. LA PISTA CICLABILE DEL COMUNE DI GALLIATE Attraversando la cosiddetta “area pre-parco”, collega, con un percorso di 4,5 Km., il centro abitato del paese con la Valle del Ticino. Lungo la ciclabile, nei pressi del canale “Diramatore Vigevano”, si trova il Mulino di Montereggio. Fu edificato alla fine dell’800 in sostituzione di un omonimo mulino attivo in valle sin dal XIV secolo. Oggi ospita una riseria. LA PISTA CICLABILE LUNGO IL CANALE CAVOUR ED IL DIRAMATORE VIGEVANO La Provincia di Novara, con la collaborazione del consorzio irriguo Est Sesia ed il contributo dei comuni interessati, ha realizzato una rete di piste ciclabili lungo le alzaie di tre importanti canali: il Canale Cavour, il Regina Elena e il Diramare Vigevano. Gli itinerari interessano le sponde ottocentesche del Canale Cavour per circa 27 chilometri da Recetto al Parco del Ticino a Galliate; il Canale Regina Elena per circa 12 chilometri (Novara, Cameri, Bellinzago) e il diramatore Vigevano da Galliate a Cerano. A protezione dei ciclisti è stata posata una caratteristica palizzata in legno verso il canale; il fondo stradale è in terra battuta. LA LAMA DI BARCELLONE, IL RAMO GIARDINÀ E LA TENUTA MARZIALE Il Ticinazzo nel suo tratto terminale, prima di sboccare nel Ticino, incontra un ramo ormai abbandonato del fiume denominato “Giardinà “formando una bellissima lanca, chiamata “Lama di Barcellone “. Il bosco ad est della lanca, già in territorio lombardo (perché qui anticamente scorreva il braccio principale del fiume) è indicato sulle carte come Bosco delle Bruciate ma è più conosciuto a Galliate come fondo chiuso del Marziale o tenuta “La Quercia “. Il bosco è stato di recente acquistato dal Parco del Ticino Lombardo insieme ad altri terreni in Comune di Cuggiono che facevano parte di un’unica grande proprietà fondiaria. IL PONTE DELLA BINDA, IL NAVIGLIO SFORZESCO, IL MAURIZIO ED IL CANALE SAPORITI Il Naviglio Sforzesco (portata 54 mc/sec) venne ultimato intorno al 1480 da Ludovico il Moro e serviva ad irrigare i terreni della tenuta agricola della Sforzesca a Sud di Vigevano. Ha due bocche di presa. La principale si trova appena a valle del ponte di Boffalora e serve ad alimentare la centrale idroelettrica “Ludovico il Moro” di Vigevano. Quella originaria, ma oggi di minore importanza, si trova invece più a monte, in località Maurizio a Galliate. L ’acqua viene deviata dal fiume attraverso due filarole in ciottoli (sbarramenti in sasso che vengono demoliti in occasione di ogni piena e poi ricostruiti), una che devia l’acqua nel “Canale Nuovo” o “Canale Saporiti” (dal marchese Rocca Saporiti che lo fece costruire nel 1898) e l’altra che sbarra il tratto terminale della “Lama di Barcellone” intercettando le acque del “Ticinazzo” (Sciursa) Poco più a valle - in corrispondenza del Ponte della Binda - si trovano le porte di regolazione. La località Maurizio fino alla fine del ‘900 è stata per i galliatesi una delle spiagge più frequentate ed apprezzate del Ticino: poi, con lo spostamento del fiume ed il ricrescere del bosco, è stata pressocchè abbandonata. Deve il suo nome al camparo Maurizio che qui operava. o n i c i T o r il nost o n i c i T o r il nost I BOSCHI DELLA PANOSA ED I CEPPI ROSSI Tra la pista ciclabile ed il fiume si sviluppa un’area di notevole valore naturalistico: si tratta dei boschi della “Panosa” e della “Panosetta”. La Panosa è delimitata ad ovest da un cordone di ripari di epoca storica e ad est (dalla parte del fiume) da una serie ininterrotta di lanche e lanchette che si inondano in occasione delle piene. Il bosco è caratterizzato dalla presenza di specie che preferiscono i luoghi ombrosi e ricchi di acqua. La lanca più importante - quella situata in località “Ceppi Rossi” è in avanzato stadio di interramento, percorso inesorabile cui sono soggetti questi ambienti. Prima corso del fiume, poi ramo abbandonato, e, da ultimo terreno, umido e ricco di vegetazione. La denominazione “Ceppi Rossi” deriva secondo alcuni dai blocchi di granito rosa provenienti dalle cave di Baveno, utilizzati per la costruzione del riparo, secondo altri dal colore rosso che assumono i ceppi dell’ontano quando vengono tagliati. LA BAIA DELLA REGINA E LA BAIA DEL RE ED I BOSCHI TORRAZZINO, VISERINI E RUMO Di fronte ai boschi della Panosa, in sponda lombarda, si trovano le spiagge della Baia della Regina e della Baia del Re. I nomi delle due spiagge sono chiaramente di fantasia. La comunità di Galliate, oltre che della maggior parte dei terreni nella Valle del Ticino, era anticamente proprietaria anche dei boschi che si estendono sulla sponda lombarda dal ponte in ferro al Giardinà e fino all’attuale Ramo Morto del Ticino che un tempo era il corso principale del fiume. Si tratta dei boschi denominati del Torrazzino, Viserini e Rumo (oggi Isolone). IL BOSCO LEONE E LA SPIAGGIA DEL PRIATE’ Il Bosco Leone, uno dei più belli in territorio di Galliate, si trova a nord delle Sette Fontane, stretto tra i coltivi, un cordolo di antichi ripari, ed il fiume. La strada che lo attreversa termina alla bella e solitaria spiaggia del “Priatè” in corrispondenza dell’imbocco dell’antico Ramo Giardinà. IL TICINAZZO (Zinasciu) È uno degli scaricatori del Naviglio Langosco ed ha la funzione di regolarne la portata. Le acque del Ticinazzo vengono derivate dal Langosco nella zona detta “Incastroni di Villa Fortuna”. Alimentato anche da risorgive, il suo corso si sviluppa per alcuni chilometri tra sponde del tutto naturali. Ricchissima è la vegetazione igrofila e palustre; piante tipiche sono l’ontano nero il pioppo, il salice bianco ed il ciliegio a grappoli, mentre nell’acqua è facile notare carici, iris e canapa acquatica. LA VILLA FORTUNA ED IL BAGNO DEL LINO La Villa Fortuna sorge sul ciglio della costa in posizione dominante sulla vallata del Ticino. La sua presenza è documentata sin dal 1600. Dalla fine del 700 è stata la residenza dei custodi del Naviglio Langosco,