Stima del valore aggiunto settoriale e del Pil ai prezzi dell
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EUROSTAT INTRODUCTION OF CHAIN INDICES IN NATIONAL ACCOUNTS Luxembourg, JMO building, Room M1 24-25 October 2002 La misura del Pil e del valore aggiunto settoriale attraverso gli indici a catena Sandra Maresca ISTAT Direzione Centrale della Contabilità Nazionale 1 Indice 1.Introduzione 2.Gli indici a ponderazione variabile per le misure del Pil in volume 3. Le sperimentazioni della metodologia del concatenamento per la misura in volume del Pil in Italia 3.1 Riepilogo delle sperimentazioni passate 3.2 Le ultime applicazioni sulla metodologia del concatenamento 4 Stima del valore aggiunto settoriale e del Pil ai prezzi dell'anno precedente 4.1 Riferimenti metodologici 4.2 Analisi dei risultati Conclusioni Riferimenti bibliografici Allegato I Allegato II 2 1.Introduzione Nei paesi della comunità europea la politica economica e monetaria è diventata fortemente integrata soprattutto dall'introduzione della moneta unica. Questo richiede sempre di più alti standard dei dati di contabilità nazionale come base per la formulazione ed il monitoraggio della politica economica a livello europeo. Le definizioni e le linee guida necessarie per assicurare la realizzazione e la confrontabilità dei dati tra i diversi paesi sono contenute nel Sistema Europeo dei Conti 1995 (SEC95) che è la versione europea del System of National Account 1993 (SNA93). La maggior parte del lavoro sull'armonizzazione dei conti economici ha riguardato la stima del Pil a prezzi correnti trattando molto rapidamente i principi su cui si deve basare la stima del Pil a prezzi costanti. Per colmare questa lacuna nel 1997 l'Eurostat iniziò un programma di lavori che si è concluso con la stesura dell'Handbook on price and volume measures in National Accounts nel 2001. Nel 1997 la Task Force "Volume Measures"1 mostrò che la confrontabilità dei dati in volume e in prezzo dei paesi della comunità europea poteva essere migliorata. A seguito di ciò la Commision Decision 98/715 sintetizzò il lavoro svolto dalla Task Force stabilendo i tre principi da seguire per le misurazioni di prezzo e di volume. La CPS/98 fissa il livello di disaggregazione minimo, la formula dell'indice e l'anno base da utilizzare per le stime a prezzi costanti. In accordo con quanto stabilito dalla Commission Decision l'Italia sta fortificando la sua esperienza sulla metodologia degli indici a catena con un'attenzione particolare alle varie possibilità di disaggregazione degli aggregati e all'uso dei prezzi dell'anno precedente come sistema di ponderazione nelle stime in volume. Questo studio è stato organizzato nel seguente modo. Nel paragrafo che segue sono passati rapidamente in rassegna gli aspetti che qualificano il metodo a ponderazione variabile e che lo contraddistinguono dal suo diretto sostituto nell’ambito degli schemi della contabilità nazionale. Nel terzo paragrafo vengono riportati i risultati di alcune sperimentazioni riguardanti il calcolo degli indici a ponderazione variabile per le misure in volume del Pil. Il paragrafo quattro è dedicato alla stima del valore aggiunto e del Pil ai prezzi dell'anno precedente. Nella parte finale vengono tratte alcune conclusioni. 2. Gli indici a ponderazione variabile per le misure del Pil in volume Secondo gli schemi internazionali dei conti nazionali (SNA93 e SEC95) lo scopo delle valutazioni a prezzi costanti è quello di effettuare una scomposizione delle variazioni in valore in variazioni di prezzo e di volume nell’ambito di uno schema che evidenzi le relazioni contabili tra gli aggregati. A tale proposito, l’indicazione che emerge dai nuovi manuali è che la migliore rappresentazione della realtà si potrà ottenere solamente calcolando le variazioni in volume e le variazioni dei prezzi realizzatesi tra due periodi consecutivi. Inoltre, riunendo le variazioni attraverso un indice a catena, si otterrebbe, per approssimazione, l’informazione necessaria per comparare due osservazioni distanti nel tempo. Come é noto, il maggiore limite degli indici a base fissa consiste nell’invarianza della struttura dei pesi durante tutto il periodo in esame. Quando, come spesso avviene con il trascorrere del tempo, si realizzano modificazioni sostanziali che investono i sistemi di ponderazione, si incorre in una probabile sovrastima degli aggregati espressi a prezzi costanti di un anno base piuttosto “remoto”. Questa tendenza riflette il fatto che i prodotti per cui si registra una crescita consistente, generalmente, sono quelli per i quali i prezzi relativi mostrano una dinamica più contenuta di quella media. Di conseguenza, quando si utilizzano prezzi più aggiornati, i prodotti con forte crescita sono associati a pesi ridotti e la variazione che ne deriva risulta più bassa (in caso di correlazione 1 La sottoscritta ha partecipato in qualità di membro permanente alla T-F sulle misure in volume. 3 negativa tra prezzi e quantità relativi). Tale fenomeno (che in letteratura 2viene definito come substitution bias) produce, quando si attua un cambio di base, una dinamica più lenta dell’aggregato a prezzi costanti rispetto a quella evidenziata nella vecchia base. L’elemento più qualificante degli indici a catena è che, a differenza che in quelli binari, i cambiamenti di prezzo o di volume di ciascun intervallo temporale sono messi in relazione con le spese che gli operatori effettuano nello stesso periodo. Le continue modificazioni dei modelli di spesa impoveriscono, infatti, l'attendibilità degli indici diretti poiché l’ipotesi sulla costanza dei consumi diventa inaccettabile su un lungo periodo di tempo. Dal momento che i conti nazionali costituiscono degli schemi additivi a due dimensioni, nei quali l’addizione degli elementi conduce a sotto-totali e a un totale generale comune, l'indice da utilizzare dovrebbe garantire la coerenza tra i modi di scomposizione dell'evoluzione del valore degli elementi che sfociano in un certo totale e il trattamento di questo totale. In pratica, tale condizione richiede che le componenti dei totali possano essere addizionate quando queste vengono rivalutate ai prezzi di un anno base, così come accade con valutazioni a prezzi correnti3. In un contesto contabile quale quello dei conti economici nazionali le possibilità pratiche della metodologia del concatenamento vengono fortemente ridotte dal fatto che l’indice a catena non gode della proprietà dell’additività. Infatti, con la metodologia degli indici a catena non è possibile redigere conti in valore a prezzi di un anno base in cui i totali si equilibrino poiché i conti che risultano dalla moltiplicazione dell’insieme dell’epoca di base per un indice di volume a catena presentano divergenze a livello di aggregazione. Però, se si opta per la formulazione di Laspeyres, con la metodologia del concatenamento è possibile presentare per ogni anno conti economici a prezzi dell’anno precedente in cui vengono rispettati i vincoli degli schemi contabili; inoltre, con il linking dei singoli anelli annuali si ottiene un indice a catena esteso a più intervalli temporali. 3. Le sperimentazioni della metodologia del concatenamento per la misura in volume del Pil in Italia 3.1 Riepilogo delle sperimentazioni passate Al fine di valutare le implicazioni derivanti dalle raccomandazioni sulle valutazioni a prezzi costanti stabilite in sede internazionale, l’Italia da diversi anni è impegnata nella sperimentazione della metodologia del concatenamento. In Maresca (1997) si possono trovare i risultati del concatenamento ottenuti per tutti gli aggregati macroeconomici che compongono il conto delle Risorse e degli Impieghi. Con l'introduzione del SEC95, la Contabilità nazionale italiana ha adottato una nuova disaggregazione delle attività economiche che contempla 101 branche rispetto alle precedenti 44. Sulla base delle nuove serie della contabilità nazionale, nel 2000 vennero presentati i principali risultati ottenuti dall'applicazione delle principali formule degli indici a catena per la misura in volume del Pil (Maresca 2000). Nell'ultimo lavoro citato, il livello di disaggregazione adottato è quello che prevede una articolazione delle stime del valore aggiunto a 101 branche di attività economica e coincide con il livello al quale si realizza la coerenza del sistema dei conti economici nazionali in Italia, mentre il periodo di riferimento era dal 1992 al 1999. Brevemente si ricordano le principali conclusioni a cui si era pervenuti nei precedenti lavori. In primo luogo, l’adozione di formule alternative nella tecnica del concatenamento ha una modesta rilevanza sui risultati ottenuti in termini di variazioni degli indici. In particolare, gli esercizi evidenziarono che l’indice a catena di Laspeyres rappresenta una buona approssimazione 2 La situazione che corrisponde ad un cambio di base è stata evidenziata in Young (1992) e Landefeld e Parker (1995). Le problematiche inerenti la deflazione degli aggregati della contabilità nazionale sono state affrontate in Siesto (1977), Quirino (1978), ONU (1979) EUROSTAT (1981). 3 4 dell’indice di Fisher consigliato dai nuovi sistemi contabili ma ha il vantaggio non trascurabile di garantire il bilanciamento dei conti economici se espressi ai prezzi dell’anno precedente. In secondo luogo, dal confronto dell’evoluzione degli indici a catena con l’indice a base fissa di Laspeyres, utilizzato nelle attuali misurazioni in volume della contabilità nazionale, era emerso che l’approccio a ponderazione variabile tende ad eliminare il fenomeno del substitution bias caratteristico del procedimento tradizionale. 3.2 Le ultime sperimentazioni sulla metodologia del concatenamento Come è noto il Pil si ottiene dalla differenza tra l'output totale ed il totale dei costi intermedi di beni e servizi. Sulla base di questa definizione e considerando che sia per le valutazioni a prezzi correnti che per quelle a prezzi costanti l'Italia segue tale approccio, in questo lavoro le sperimentazioni per la misura del Pil in volume derivano implicitamente dalle valutazioni effettuate sugli aggregati dell'output e dei costi intermedi. Questa volta il periodo è stato esteso fino al 2001, che coincide con l'ultimo anno disponibile per le serie storiche di contabilità nazionale costruite con il massimo dettaglio. A tale proposito si ricorda che il primo principio del CPS98 stabilisce che per le misurazioni di prezzo e di volume è necessario adoperarsi per una ripartizione dettagliata dei prodotti. Tale livello di aggregazione deve essere almeno dettagliato quanto il livello P60 del SEC95, sia per la produzione che per tutte le categorie di uso intermedio e finale. In conformità con quanto stabilito dalla Commissione, l'Italia adotta una articolazione delle attività economiche di 101 branche per le valutazioni a prezzi correnti e costanti. Per poter testare sul Pil le varie formulazioni maggiormente in uso nella metodologia del concatenamento, sono stati calcolati sugli aggregati dell'offerta, produzione e costi intermedi, le serie di indici a catena di Laspeyres, di Paasche e di Fisher. A seguito di ciò, a differenza delle elaborazioni passate di cui si è accennato nel paragrafo precedente, si è reso necessario il calcolo ex novo degli indici per il valore aggiunto utilizzando le formulazioni suggerite dall'SNA934. Infatti quando vengono calcolati gli indici a catena per la produzione ed i costi intermedi, gli indici per il valore aggiunto vanno calcolati in modo indipendente anche se vengono riutilizzati i risultati ottenuti per gli aggregati dell'offerta (nell'allegato è stata riportata la formula di Laspeyres e la trasformazione utilizzata nei calcoli). Per arrivare agli indici per il Prodotto Interno Lordo, si è proceduto all'elaborazione degli indici per i servizi bancari imputati e per le imposte indirette e poi alla sintesi di questi ultimi con gli indici ottenuti per il valore aggiunto nelle diverse formule. Sui dati del Pil così calcolati è stata condotta un'analisi di sensitività sulle varie formulazioni dei numeri indice a ponderazione variabile ed i risultati sono stati sintetizzati nella tavola seguente. Tavola 1-Tassi medi annui di variazione del Pil (%) ANNI Laspeyres Laspeyres (pesi 1995) (catena) Fisher (catena) Paasche (catena) 1992-1995 1,40 1,49 1,44 1,38 1995-1998 1,64 1,59 1,58 1,56 1999-2001 2,32 2,43 2,39 2,34 4 SNA93, cap.XVI, par. 16.64 -16.67. Nell'ipotesi che si adotti la formula di Laspeyres per l'output e i costi intermedi, allora l'indice per il valore aggiunto in ciascun link è dato dal rapporto tra valore aggiunto al tempo t e t-1 ai prezzi t-1. Il valore aggiunto al tempo t ai prezzi t-1 si ottiene estrapolando l'output e i costi intermedi al tempo t-1 con gli indici di Laspeyres di ciascun link. 5 Dai dati riportati possono essere fatte alcune considerazioni interessanti. Se prendiamo l'indice a catena di Fisher come standard di riferimento si può osservare che: in tutti i casi i tassi di variazione degli indici a catena di Laspeyres e di Paasche sono una buona approssimazione di quelli dell'indice di Fisher; l'indice a base fissa di Laspeyres presenta deviazioni consistenti rispetto all'indice di Fisher nel secondo e terzo sottoperiodo; il fenomeno del substitution bias si manifesta nettamente nei primi due sottoperiodi in cui l'anno di demarcazione è il 1995, anno base per le valutazioni a prezzi costanti in Italia. Nel primo periodo, prima dell'anno base, l'indice a base fissa di Laspeyres sottostima la crescita se confrontato con l'indice a catena, successivamente la situazione si capovolge e quindi i tassi medi di variazione dell'indice a base fissa accentuano la crescita del Pil. Per avere una rappresentazione grafica, nell'allegato è stata riportata la figura 1 costruita con i dati della tavola 1. Dalla figura si osserva chiaramente che l'indice a base fissa distorce la misura della crescita reale del Pil in tutto l'intervallo e che l'entità della distorsione aumenta quanto più si è lontani dall'anno base. In realtà, per quanto riguarda le dinamiche degli indici dell'ultimo periodo esaminato va sottolineato che i risultati dipendono fortemente dalle variazioni dell'anno 2001 rispetto al 2000 che risultano più contenute per l'indice a base fissa che per i restanti indici con pesi variabili. Per un'analisi più fine sono state riportate sulla figura 2 le variazioni annuali del Pil ai prezzi del 1995 e quelle ai prezzi dell'anno precedente da cui risulta che negli anni successivi al 1995 (fino al 1998) la crescita del PIL appare sovrastimata se misurata attraverso il procedimento tradizionale (tenendo fissi i prezzi dell’anno base), mentre negli anni precedenti l’anno base il meccanismo del substition bias determina un risultato opposto. Aggiornando i pesi annualmente si ottiene una misura della crescita più accurata poiché i pesi sottostanti riflettono i prezzi che regolano i meccanismi economici nei periodi correnti; ma da un punto di vista statistico, per gli anni più recenti i pesi dipendono da stime alcune volte non consolidate dalle fonti usate per gli anni più remoti e quindi soggette a rielaborazioni successive. Per questo motivo i risultati presentati in questa sede per gli ultimi anni della serie possono derivare da fenomeni di natura economica ma essere determinati dalla provvisorietà del dato statistico. Dal concatenamento delle variazioni dell’indice a catena, può essere calcolata agevolmente la serie storica in termini di volume del Pil per il periodo 1992-2001 estrapolando il valore del Pil di un anno scelto come anno di riferimento. Procedendo in questo modo è stata ricavata la serie del Pil ai prezzi dell'anno precedente in pseudo-valori del 1995 da confrontare con la serie del Pil ufficiale ai prezzi del 1995. L’analisi dei risultati mette in evidenza che le discrepanze tra la serie del PIL ufficiale ai prezzi del 1995 e quella determinata con il concatenamento vanno aumentando, in valore assoluto, quanto più ci si allontana dall’anno 1995 (nella tavola 1 dell'allegato sono stati riportati i valori del Pil ufficiale e quello calcolato con l'indice a catena di Laspeyres e le differenze assolute tra i due aggregati). Dalla figura. 3 riportata nell’allegato in cui vengono mostrate le differenze percentuali tra PIL pubblicato e PIL calcolato con l’indice a catena, si constata che quest’ultimo si mantiene al di sotto del primo fino al 2000 dando luogo a differenze positive. Il fenomeno appena evidenziato deriva dal fatto che il numero indice calcolato con l’aggiornamento annuale dei pesi si pone ad un livello inferiore rispetto a quello binario nel periodo esaminato. Solo nell'ultimo anno la situazione si inverte a seguito di una dinamica più accentuata dell'indice ai prezzi dell'anno precedente rispetto a quello ai prezzi del 1995. Sempre dalla figura 3 si osserva che le discrepanze sono contenute e raggiungono il livello massimo nel 1992; avvicinandoci al 1995 le differenze tendono a chiudersi poiché i sistemi di ponderazione tendono a somigliarsi. Anche se le distanze tra le due misure non sono rilevanti in termini relativi, con questa elaborazione si può quantificare la tendenziosità dell'indice con pesi fissi a produrre una sovrastima del Pil in termini reali. 6 4.Stima del valore aggiunto settoriale e del Pil ai prezzi dell'anno precedente In Italia la stima degli aggregati dell'offerta prevede una disaggregazione a 101 branche di attività economica che coincide con il livello al quale si realizza la coerenza del sistema dei conti economici nazionali. Nel precedente paragrafo si è visto come partendo da questa articolazione sono state calcolate le differenti misure dell'output, dei costi intermedi e quindi del prodotto interno lordo ottenute con le varie formulazioni degli indici con pesi variabili. Con la metodologia del concatenamento altre misure del Pil sono possibili cambiando il livello di dettaglio di partenza delle serie o anche ricavando il Pil dalla somma di serie di valore aggiunto di macrobranche ottenute dagli indici a catena. La prima tipologia di applicazione è stata verificata adottando una disaggregazione settoriale meno fine a 17 branche. Con questo presupposto si è arrivati ad una misura del Pil in volume ai prezzi dell'anno precedente più vicina a quella ufficiale ai prezzi del 1995 sia in termini di valori assoluti che in termini di variazioni poiché dati molto aggregati minimizzano gli effetti dovuti alla variabilità dei pesi annuali rispetto a quelli fissi (in questa sede non sono stati riportati i risultati numerici di questa elaborazione per non appesantire il documento). La seconda tipologia di elaborazioni è stata condotta con un duplice obiettivo: in primo luogo sono state ottenute le serie storiche del valore aggiunto per macrobranche ai prezzi dell'anno precedente ed in secondo luogo riaggregando questi valori si è arrivati ad un'altra misura del Pil da confrontare con quella elaborata a partire dall'articolazione a 101 branche dell'economia italiana. 4.1 Riferimenti metodologici Per ottenere le serie del valore aggiunto settoriale ai prezzi dell'anno precedente è stata scelta la classificazione P17 prevista dal SEC95 alla quale si può arrivare partendo da quella a 101 branche adottata dalla contabilità nazionale italiana per le elaborazione delle stime a prezzi correnti e costanti. Come nelle precedenti elaborazioni, per ciascun anno del periodo 1992-2001 nella prima fase sono stati elaborati i numeri indice ai prezzi dell'anno precedente per ciascun aggregato di produzione e costi intermedi e per le 17 macrobranche di attività. Nella seconda fase gli indici a base mobile del valore aggiunto per le macrobranche sono stati derivati dagli indici ottenuti per la produzione e per i costi intermedi in ciascun link dell'intervallo. Le serie storiche del valore aggiunto settoriale, ricostruite con anno di riferimento il 1995, sono state ottenute estrapolando i valori correnti del 1995 attraverso le variazioni degli indici a catena annuali. 4.2 Analisi dei risultati Utilizzando il procedimento descritto si può avere una rappresentazione per settori economici del valore aggiunto ai prezzi dell'anno precedente la cui analisi verrà condotta sulla base dei tassi medi annui di variazione e i rapporti di composizione riportati nelle tavole 2 e 3. Nella fiancata delle tavole sono state elencate le macrobranche in cui è stato disaggregato il totale del valore aggiunto e sono state inserite le righe con i servizi bancari imputati e l'iva e le imposte indirette con cui si è calcolato il totale. Il totale così calcolato, riportato sulla riga 20 delle tavole si discosta dai dati del Pil calcolato ai prezzi dell'anno precedente e con anno di riferimento il 1995 ma a partire dalla disaggregazione a 101 branche. Quando usiamo gli indici a catena per costruire serie di valori a prezzi costanti con anno di riferimento fisso, il problema che insorge è che dalla somma delle parti deflazione non si riottiene il totale deflazionato direttamente. Questa discrepanza cambia con il modo con cui l'aggregato di partenza viene diviso in sottosettori. Entrambe le tavole mettono in risalto questo fenomeno. Nella tavola 2 la divergenza tra il Pil ed il totale della riga 20 è evidenziata dalle diverse variazioni medie calcolate per i tre sottoperiodi in cui è stato suddiviso il periodo 1992-2001. Come si può osservare dalla tavola l'entità delle 7 differenze è contenuta poiché i tassi medi annui di variazione si differenziano dalla seconda cifra decimale e coincidono se vengono approssimati da una sola cifra decimale. Tavola 2 - Valore aggiunto settoriale ai prezzi dell'anno precedente- anno di riferimento 1995 Tassi medi annui di variazione (%) macrobranche 1992-1995 1995-1998 1999-2001 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 Prodotto interno lordo agricoltura, caccia e silvicoltura pesca estrazione di minerali attività manifatturiere energia elettrica, gas costruzioni commercio alberghi e ristoranti trasporti e comunicazioni intermediazione finanziaria servizi alle imprese pubblica amministrazione istruzione sanità e altri servizi sociali servizi sociali e personali servizi domestici totale valore aggiunto servizi bancari imputati iva e imposte indirette totale(riga 17-riga18+riga19) 1,49 0,62 3,26 1,80 2,23 2,55 -3,16 2,61 1,18 2,87 4,32 1,62 0,52 -1,10 -0,32 2,22 0,80 1,55 0,76 -0,15 1,48 1,59 1,45 -1,36 0,91 1,01 0,95 0,69 1,75 1,75 2,44 3,37 2,13 0,09 -0,93 2,06 4,92 2,15 1,60 2,32 2,31 1,61 2,43 -2,22 6,90 -5,79 1,69 0,74 3,36 2,67 5,74 5,40 2,55 4,78 -0,01 0,08 2,40 -0,53 0,93 2,50 6,80 3,33 2,36 Nella tavola 3 dei rapporti di composizione rispetto al Pil, un'attenzione particolare va rivolta all'ultima riga, quella dei residui. Questi ultimi che rappresentano l'ampiezza della mancata additività hanno un peso molto modesto in termini relativi infatti nei tre sottoperiodi non superano lo 0,06% del Pil costante. Ricordando che i valori assoluti sottostanti la tavola 3 sono stati calcolati estrapolando i dati del 1995, si vuole sottolineare che la ampiezza della non-additività viene ad aumentare quanto più ci si allontana dall'anno di riferimento poiché nel calcolo vengono concatenati gli indici per più di un periodo. 8 Tavola 3- Valore aggiunto settoriale ai prezzi dell'anno precedente- anno di riferimento 1995 Rapporti di composizione Pil=100 macrobranche 1992-1995 1995-1998 1999-2001 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 Prodotto interno lordo agricoltura, caccia e silvicoltura pesca estrazione di minerali attività manifatturiere energia elettrica, gas costruzioni commercio alberghi e ristoranti trasporti e comunicazioni intermediazione finanziaria servizi alle imprese pubblica amministrazione istruzione sanità e altri servizi sociali servizi sociali e personali servizi domestici totale valore aggiunto servizi bancari imputati iva e imposte indirette totale(riga 17-riga18+riga19) PIL- totale 100 2,8 0,1 0,4 23,6 2,7 5,3 12,8 3,2 6,1 6,0 17,0 5,3 4,9 4,2 3,4 0,7 98,5 4,4 6,0 100,0 -0,02 100 2,7 0,1 0,5 23,6 2,7 4,9 13,0 3,2 6,3 6,2 17,2 5,1 4,5 4,1 3,6 0,7 98,5 4,4 5,9 100,0 -0,01 100 2,7 0,1 0,4 23,1 2,8 4,8 12,8 3,3 6,6 6,1 18,1 4,8 4,2 4,0 3,7 0,7 98,4 4,5 6,1 99,9 0,06 Conclusioni In questo lavoro sono stati presentati i recenti risultati del lavoro di ricerca e sperimentazione sulla metodologia degli indici a catena che si sta conducendo nella Direzione Centrale della Contabilità Nazionale per il passaggio da un sistema a base fissa a quello variabile per le valutazioni a prezzi costanti. Dalle elaborazioni svolte si è verificato che l’adozione di formule alternative nella tecnica del concatenamento ha una modesta rilevanza sui risultati ottenuti in termini di variazioni degli indici. Infatti, in tutti i casi i tassi di variazione degli indici a catena di Laspeyres e di Paasche sono una buona approssimazione di quelli dell'indice di Fisher; Ancora una volta dal confronto degli indici a catena con l’indice a base fissa di Laspeyres, utilizzato nelle attuali misurazioni in volume della contabilità nazionale italiana, emerge che l’approccio a ponderazione variabile tende ad eliminare il fenomeno del substitution bias caratteristico del procedimento tradizionale. Il principale problema che si riscontra con l’adozione della metodologia del concatenamento è dato dal mancato rispetto della condizione dell’additività, e ciò, in un ambito contabile, implica la perdita di coerenza dei conti economici che ne derivano. Dall'analisi fatta in questo lavoro si è notato che l'entità della mancata additività è piuttosto contenuta e non comporta grossi problemi di riallocazione. In realtà la non-additività è un problema che può essere probabilmente superato ponendo grossa attenzione alla presentazione dei dati agli utenti. Inoltre utilizzando l'approccio degli indici a catena con la formula di Laspeyres, così come suggerito dal CPS98, automaticamente si ottengono conti economici ai prezzi dell’anno precedente che sono consistenti. 9 Riferimenti bibliografici ALLEN R.G.D. (1975), "Index numbers in theory and practice", Mc Millan, N.Y.. BIGGERI L. (1986), “Recenti sviluppi nel campo dei numeri indici”, in I numeri indici nella teoria e nella pratica, a cura di L. Biggeri, Isco. 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UNITED NATIONS, EUROSTAT,IMF,OECD,WORLD BANK (1993), “System of National Accounts 1993”, Brussels, Luxembourg, Paris, Washington, D.C. 11 Allegato I Figura 1 - Tassi medi annui di variazione del prodotto interno lordo 2,50 2,00 % 1,50 1,00 0,50 0,00 92-95 95-98 99-01 indice a base fissa Laspeyres indice a catena di Laspeyres indice a catena di Fisher indice a catena di Paasche Figura 2 - Variazioni annuali percentuali del PIL 4,00 2,00 % 0,00 -2,00 1993 1994 1995 1996 1997 pil calcolato con indice a catena 1998 1999 2000 2001 pil a prezzi 1995 12 Figura 3 - Differenze percentuali tra PIL a prezzi 1995 e PIL calcolato con l’indice a catena di Laspeyres 0,30 0,25 0,20 0,15 0,10 0,05 0,00 -0,05 -0,10 -0,15 -0,20 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 Tavola 1 - Prodotto interno lordo calcolato con l’indice a catena di Laspeyres Anno di riferimento 1995 (in milioni di euro) ANNI Pil Pil differenze assolute prezzi 1995 (a) prezzi anno c=a-b precedente (b) 1992 885.284 882.976 2.308 1993 877.460 876.108 1.352 1994 896.830 895.543 1.286 1995 923.052 923.052 0 1996 933.142 933.142 0 1997 952.050 951.796 254 1998 969.130 967.950 1.180 1999 984.567 983.960 607 2000 1.012.802 1.012.767 35 2001 1.030.782 1.032.318 -1.536 13 Allegato II L'indice a catena di volume di Laspeyres per il valore aggiunto è calcolato come segue: LVA = q ∑ p t −1Q t − ∑ ∑ p t −1Q t −1 − ∑ p t −1 q t p t −1 q t −1 dove le lettere maiuscole si riferiscono all'output e le lettere minuscole ai costi intermedi. Trasformando la formula si ha: pt −1Qt −1 − Lq ∑ pt −1qt −1 ∑ L = ∑ pt −1Qt −1 −∑ pt −1qt −1 VA q LQ dove: LQ è l'indice a catena di Laspeyres per l'output e Lq è l'indice a catena di Laspeyres per i costi intermedi. 14