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Curve in R - Matematicamente
Gianni Sammito Appunti di Analisi II Curve in Rn Generalmente ci sono due modi per descrivere una curva in Rn , ovvero è possibile scrivere un’equazione parametrica o un’equazione cartesiana. Esempio: una retta in R2 può essere descritta in due modi. Supponiamo che tale retta passi per P = (1, 2) e sia parallela al vettore (3, 1), allora p(t) = (1, 2) + t(3, 1) =⇒ p(t) = (1 + 3t, 2 + t) t ∈ R Ponendo x(t) = 1 + 3t, y(t) = 2 + t è possibile scrivere l’equazione parametrica della retta ½ x(t) = 1 + 3t y(t) = 2 + t Ricavando t = y − 2 dalla seconda equazione e sostituendo tale valore nella prima si arriva a x − 3y + 5 = 0 che rappresenta l’equazione cartesiana della retta in forma implicita. Esempi: si consideri una circonferenza di centro (x0 , y0 ) e raggio R > 0. L’equazione parametrica di tale circonferenza è ½ x(t) = x0 + R cos(t) y(t) = y0 + R sin(t) t ∈ [0, 2π] 2 2 Invece l’equazione cartesiana della circonferenza è (x − x0 ) + (y − y0 ) = R2 . Curve parametrizzate Una curva in Rn è parametrizzabile se si può esprimere tramite una funzione che ha come dominio un sottointervallo di R e come codominio Rn . Definizione: sia C ⊂ Rn . C si dice curva parametrizzabile se esiste una funzione r : I → C (I ⊂ R è un intervallo) tale che 1. r è continua 2. r è suriettiva Se r è iniettiva la curva si dice semplice. Supponiamo che I = [a, b], se r(a) = r(b), ovvero se il punto iniziale e quello finale coincidono, allora la curva si dice chiusa. Esempio: le traiettorie di punti in cinematica sono curve la cui parametrizzazione è data dalla legge oraria. Esempi: 1 www.matematicamente.it Gianni Sammito Appunti di Analisi II 1. Si consideri la seguente parametrizzazione ½ x(t) = a cos(t) y(t) = b sin(t) Dato che e b. ¡ x ¢2 a + ¡ y ¢2 b t ∈ [0, π], a, b ∈ R+ = 1 si nota che la curva sta su un’ellisse con semiassi di lunghezza a Figura 1: Rappresentazione grafica della curva parametrizzata La parametrizzazione proposta copre solo la semiellisse superiore perché il parametro t varia fra 0 e π. 2. Un altro esempio di curva parametrizzabile è l’elica cilindrica, che ha equazione x(t) = R cos(t) y(t) = R sin(t) r(t) = (R cos(t), R sin(t), t) = t∈R z(t) = t 2 www.matematicamente.it Gianni Sammito Appunti di Analisi II Figura 2: Elica cilindrica Dalle prime due equazioni si ottiene x2 + y 2 = R2 , pertanto, visto che z è un qualunque numero reale, tale elica si avvolge attorno ad un cilindro con raggio di base pari a R. 3. Grafici di funzioni f : I → R, con I ⊆ R. Una curva di questo tipo si parametrizza facilmente mediane le relazioni ½ x(t) = t t∈I y(t) = f (t) 4. Grafico di f : R → R : x 7→ |x| Figura 3: Grafico di f (x) = |x| Questa funzione si può parametrizzare in questo modo ½ x(t) = t t∈R y(t) = |t| Notare che nell’origine questa funzione presenta un brusco cambiamento 5. Un’altra curva parametrizzabile è l’asteroide. Queste sono le relazioni che definiscono l’asteroide ½ x(t) = cos3 (t) t ∈ [0, 2π] y(t) = sin3 (t) 3 www.matematicamente.it Gianni Sammito Appunti di Analisi II Figura 4: Asteroide Anche in questo caso si può vedere come nei quattro vertici la tangente alla curva cambi bruscamente Definizione: una curva parametrica r : I → Rn si dice regolare se 1. r è differenziabile in I 2. r0 (t) = d dt (r(t)) sia diverso dal vettore nullo in tutti i punti di I Se allora r0 (t) = x1 (t) x2 (t) r(t) = .. . xn (t) d dt (r(t)) è cosı̀ definito r0 (t) = d dt x1 (t) d dt x2 (t) d (r(t)) = .. dt . d dt xn (t) d (r(t)), ma il punto r(t) non Quindi non solo r deve essere derivabile e avere una “velocità” dt deve mai fermarsi. Nel caso della funzione f (x) = |x| in 0 c’è un punto angoloso visto che il punto si ferma nell’origine per ripartire in un’altra direzione. Il vettore r0 (t) si chiama vettore tangente alla curva. Se la curva considerata è regolare allora r0 (t) è sempre diverso dal vettore nullo, e in questo caso si può definire cosı̀ come segue il versore tangente alla curva. r0 (t) t∈R τ (t) = 0 kr (t)k 4 www.matematicamente.it Gianni Sammito Appunti di Analisi II Esempio: si consideri un’asteroide secondo la parametrizzazione introdotta precedentemente, allora ½ 0 x (t) = 3 cos3 (t) (− sin(t)) r0 (t) = t ∈ [0, 2π] y 0 (t) = 3 sin2 (t) cos(t) Risulta r0 (t) = (0, 0) per t = 0, π2 , 32 π, 2π. In questi punti, che coincidono con i quattro vertici dell’asteroide, viene a mancare il versore tangente. Definizione: se r(t) e regolare ∀t ∈ I eccetto che in un numero finito di punti t1 , t2 , . . . , tk ∈ I, allora r(t) si dice regolare a tratti. Esempio: si consideri, come curva parametrizzabile, il grafico di una funzione f : I → R ½ x(t) = t r(t) = t∈I y(t) = f (t) r(t) è regolare se f è derivabile. r0 (t) = (1, f 0 (t)), pertanto il vettore tangente è diverso da (0, 0) per ogni t ∈ I, dato che la prima componente è 1. p Quindi se f è derivabile allora r(t) è una curva regolare, dato che kr(t)k = 1 + [f 0 (t)]2 , allora il versore tangente alla curva è ! Ã f 0 (t) 1 ,p τ (t) = p 1 + [f 0 (t)]2 1 + [f 0 (t)]2 Curve in forma implicita in R2 Per curve in forma implicita in R2 si intendono insiemi di livello di funzioni f : A → R, con A ⊆ R2 . Esempio: data la funzione f : R2 → R : (x, y) 7→ x2 − y 2 , l’insieme {f = 0} ha equazione cartesiana x2 = y 2 , ed è raffigurato in Figura 5 Quindi questo insieme di livello, almeno negli intorni dell’origine, non rappresenta una curva. Il gradiente di f vale ∇f (x, y) = (2x, −2y), pertanto l’origine è un punto critico di f . Esempio: consideriamo l’asteroide, che ha questa equazione parametrica ½ x(t) = cos3 (t) r(t) = t ∈ [0, 2π] y(t) = sin3 (t) p p p p Dato che cos(t) = 3 x(t) e sin(t) = 3 y(t), allora 1 = 3 x2 (t) + 3 y 2 (t), pertanto l’asteroide sta sull’insieme di livello 2 2 x3 + y3 = 1 2 2 Il gradiente della funzione f (x, y) = x 3 + y 3 è µ ∇f (x, y) = 2 2 √ , √ 33x 33y ¶ Il gradiente è sempre diverso dal vettore nullo, però non è definito nei punti in cui x = 0 oppure y = 0. E difatti i punti non regolari dell’asteroide sono proprio (0, ±1), (±1, 0). Esempio: consideriamo l’iperbole equilatera di equazione cartesiana x2 − y 2 = 1 Questa iperbole è l’insieme di livello {f = 1} della funzione f (x, y) = x2 − y 2 . Il gradiente di questa funzione è ∇f (x, y) = (2x, −2y) 5 www.matematicamente.it Gianni Sammito Appunti di Analisi II Figura 5: Grafico associato all’insieme di livello {f = 0} che si annulla in (0, 0), ma stavolta questo punto non appartiene all’insieme di livello sull’iperbole, pertanto non ci sono punti critici di f in {f = 1}. Teorema: sia f : A → R, con A ⊂ Rn aperto, e f ∈ C 1 (A). Prendiamo l ∈ R e supponiamo che 1. l’insieme di livello {f = l} non sia vuoto 2. nell’insieme {f = l} non ci siano punti critici di f (ovvero ∇f (x) 6= O per ogni x ∈ {f = l}) Allora l’insieme di livello {f = l} è una curva regolare. Resta ora da vedere come si deriva la composizione di f : A → R con r : I → A. Esempio: consideriamo la funzione f : R2 → R : (x, y) 7→ x3 + 3xy 2 + y 4 . Le derivate parziali sono pari a ∂f ∂f (x, y) = 6xy + 4y 3 (x, y) = 3x2 + 3y 2 ∂y ∂x Allora risulta f (r(t)) = f (x(t), y(t)) = x3 (t) + 3x(t)y 2 (t) + y 4 (t) d f (r(t)) = 3x2 (t)x0 (t) + 3y 2 (t)x0 (t) + 6x(t)y(t)y 0 (t) + 4y 3 (t)y 0 (t) dt in quanto la variabile rispetto alla quale si deriva è t. Mettendo in evidenza i termini x0 (t) e y 0 (t) si ottiene ¡ ¢ ¡ ¢ d f (x(t), y(t)) = 3x2 (t) + 3y 2 (t) x0 (t) + 6x(t)y(t) + 4y 3 (t) y 0 (t) = dt = dy(t) dx(t) ∂f ∂f = (x(t), y(t)) + (x(t), y(t)) dt ∂y dt ∂x 6 www.matematicamente.it Gianni Sammito Appunti di Analisi II Figura 6: Iperbole equilatera ¿µ À ¶ À ¿ dr(t) ∂f ∂f (r(t)) , (x0 (t), y 0 (t)) = ∇ (r(t)) , (r(t)) , dt ∂y ∂x Teorema (Chain rule): sia A ⊂ Rn un insieme aperto, sia f : A → R, con f ∈ C 1 (A), e r : I → A, con I sottointervallo di R una funzione derivabile. Chiamando con x1 , x2 , . . . , xn le variabili della f , e supponendo che r(t) = (x1 (t), x2 (t), . . . , xn (t)) allora la composizione f ◦ r : I → R : t 7→ f (r(t)) è derivabile, e À ¿ dr(t) d [f (r(t))] = ∇f (r(t)) , dt dt che equivale a n X dxi (t) ∂f (x1 (t), x2 (t), . . . , xn (t)) · dt ∂xi i=1 Verifichiamo che se {f = l} è regolare allora il gradiente è perpendicolare al vettore tangente alla curva {f = l}. 7 www.matematicamente.it Gianni Sammito Appunti di Analisi II Consideriamo una parametrizzazione di {f = l} e supponendo di avere un punto (x(t), y(t)) che si muove sull’insieme di livello, ovvero che (x(t), y(t)) ∈ {f = l} ∀t ∈ I e quindi f (x(t), y(t)) = l ∀t ∈ I La funzione che associa t 7→ f (x(t), y(t)) è una funzione di una variabile costante, pertanto la sua derivata vale zero. Però usando la Chain rule d f (x(t), y(t)) = h∇f (x(t), y(t)) , (x0 (t), y 0 (t))i = 0 dt Ma (x0 (t), y 0 (t)) è proprio il vettore tangente alla curva, pertanto, visto che ha prodotto scalare nullo con il gradiente, è stato verificato che gradiende e vettore tangente alla curva sono ortogonali per ogni t ∈ I. Questo articolo è stato realizzato grazie alla supervisione di Luca Lussardi. 8 www.matematicamente.it