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Figura 2.1 Diagramma di Wöhler 2 CURVA DI WÖHLER Si
2 CURVA DI WÖHLER Si supponga di sottoporre un provino ad un carico variabile con tensione massima F max1= F m+ F a1 , inferiore a quella di snervamento, e di verificare la rottura dopo un certo numero di cicli N1; se successivamente si ripete la prova su un altro provino e lo si sottopone ad un carico F max2 = F m + F a1 inferiore al precedente ( a parità di tensione media), si riscontrerà la rottura dopo un numero di cicli N 2 superiore ad N 1 . Continuando sistematicamente in questo senso la prova, si nota come, mano a mano che la F max diminuisce, il numero di cicli a cui il provino resiste aumenta, fino a che si giunge ad un valore di tensione a partire dal quale il provino non si rompe più, la sollecitazione FD= Fm+ FA è assunta come il limite di rottura a fatica. Se adesso si inseriscono i valori delle tensioni Fa applicate, e i relativi Ni. in un diagramma N,F con sulle ordinate le Fa e sulle ascisse le N, e si interpolano i punti trovati si genera una curva, legata al relativo valore F m, che presenta un asintoto orizzontale per N che t ende all'infinito, a tale curva si da il nome di diagramma di Wöhler. Figura 2.1 Appunti sulla resistenza a fatica A.A. 02/03 Diagramma di Wöhler pag. 2.1 L'interpolazione dei punti Fi - Ni, non sempre può avvenire in modo agevole in quanto la dispersione dei risultati non permette di individuare con precisione una singola curva, in questi casi se ne disegnano due o più, e per un particolare valore di F a si individuano più valori di N, esisterà quindi un campo di variazione di N compreso tra Nmin e Nmax per cui si può avere la rottura. Figura 2.2 Curve a diversa probabilità Volendo cercare una formulazione matematica al grafico l'equazione che meglio approssima la curva è del tipo F= A* N-c (1) dove C e A sono delle costanti positive. Poiché N può raggiungere valori molto alti, anche di 108 cicli, si preferisce visualizzare la curva in un diagramma di tipo logaritmico o semilogaritmico; nel diagramma logaritmico sono in scala logaritmica sia i cicli che le tensioni, mentre in quella semilogaritmica sono in scala semilogaritimica solo i cicli N. Il diagramma in coordinate cartesiane non permette di leggere con precisione i dati di breve e lunga durata, cosa che non capita nel diagramma semilogaritmico che mantiene costante la Appunti sulla resistenza a fatica A.A. 02/03 pag. 2.2 scala delle tensioni e restringe la scala dei cicli, inoltre permette ( grazie alla uniformità della scala delle tensioni) un facile raffronto tra le curve aventi materiali diversi, cosa che non è facile fare utilizzando un diagramma logaritmico, questo però è utile se si desidera rappresentare in forma matematica la curva di Wöhler Operando il logaritmo del primo e del secondo membro della equazione (1) si può scrivere logF = logA - c * logN (2) che individua una linea retta con coefficiente angolare negativo -c ed intersezione sull’asse delle ordinate pari logA. Figura 2.3 Diagramma di Wöhler 2.1 Analisi del diagramma F -N Analizzando il diagramma, in coordinate cartesiane, di una generica curva di Wöhler, si nota come in esso è possibile individuare due zone: nella prima la curva tende a diminuire molto rapidamente, nella seconda essa tende a divenire orizzontale, questo cambiamento di direzione avviene per particolari valori di N che dipendono dal materiale, infatti mentre per un acciaio la variazione di tendenza la si può notare già a partire di N=104 divenendo stabile sicuramente per valori di N maggiore di 106, per altri materiali, come ad esempio l'alluminio, Appunti sulla resistenza a fatica A.A. 02/03 pag. 2.3 questo non avviene se non per N molto superiori (ad es. 108 cicli). Sarà la valutazione della N a partire dalla quale la curva dovrà essere considerata orizzontale a definire il valore del limite di fatica. In genere per l'acciaio si ipotizza di poter affermare di aver raggiunto il limite di fatica quando esso riesce a resistere a 106 cicli. Queste diversità nel comportamento sono messe in evidenza dai grafici qualitativi disegnati nella figura 2.4, in essa si vede come per gli acciai il limite di fatica compare abbastanza presto mentre per l'alluminio sembra non comparire risultando la curva ancora inclinata per N > 108. Figura 2.4 Curve di Wöhle r per diversi mate riali Nel diagramma di tipo logaritmico, avente per ascisse log N e per ordinate log F, la curva si trasforma in una retta discendente che rappresenta la relazione indicata in precedenza, essa da sola però non fornisce alcuna indicazione sul limite di fatica del materiale, si dovrà allora disegnare un’altra linea, orizzontale, che avrà come ordinata il logaritmo del valore di F pari al limite di fatica trovato. Nel diagramma logaritmico in figura 2.5 possono distinguersi 3 zone, la prima è indicativa dei fenomeni di fatica a basso numero di giri (oligociclica), che si manifestano per le tensioni relativamente vicine a quella di snervamento e che producono nel provino deformazioni plastiche alle quali il provino resiste per un numero di cicli relativamente basso (per i Appunti sulla resistenza a fatica A.A. 02/03 pag. 2.4 materiali metallici intorno a 50.000 - 100.000 cicli); la seconda zona si riferisce a livelli di tensione che provocano la rottura del provino dopo un numero N di cicli relativamente alto, detta zona si chiama di "resistenza a termine", la terza infine è correlata con sollecitazioni che non produrranno la rottura del pezzo pur dopo un numero molto alto di cicli fissato convenzionalmente, detta zona si dirà di "resistenza illimitata". Figura 2.5 Nel dimensionare un pezzo meccanico, tenendo conto della fatica, è necessario individuare il numero di cicli a cui esso sarà sottoposto durante la sua vita; successivamente viene operato il calcolo, decidendo se le tensioni ammissibili sul pezzo dovranno essere tali da non portare mai a rottura, o se invece potranno determinarne la rottura dopo un numero N di cicli (in quanto il pezzo o sarà sostituito prima o non sa rà mai sottoposto al numero di cicli N superiore a quello corrispondente alla rottura). Nel primo caso il calcolo sarà detto a vita mentre nel secondo caso sarà detto a termine. C’e da rilevare che un numero di cicli N1 previsto per la vita di un elemento può risultare del tutto inadeguato per la vita di un pezzo simile ma sottoposto a diverso utilizzo; un albero di trasmissione di un automobile difficilmente opererà oltre i 106 cicli, che corrispondono a Appunti sulla resistenza a fatica A.A. 02/03 pag. 2.5 circa 300.000 km; tale valore risulta sicuramente basso se invece lo si riferisce ad un assile di un carro ferroviario. 2.2 Costruzione della curva di Wöhler e ricerca del limite di fatica. La costruzione della curva di Wöhler, impone un numero relativamente alto di prove, il che risulta essere tra l'altro abbastanza costoso; sono stati pertanto proposti metodi che, a fronte di un numero di prove relativamente basso, riescono a fornire indicazioni sulla curva e sul limite di fatica. Si supponga allora di voler costruire la curva di Wöhler per un acciaio e che il limite di fatica è quello a cui i provini resistono per almeno 107 cicli. Figura 2.6 Curva di Wöhler Se si sottopongono un certo numero di provini ad una serie di prove a fatica, ad esempio per flessione rotante, e tutti alla stessa sollecitazione, difficilmente tutti i provini resisteranno per lo stesso numero di cicli, ma anzi si otterranno dei valori di N diversi, in modo più o meno ampio, in quanto la vita di un elemento non dipende solo dal tipo di materiale, ma anche da Appunti sulla resistenza a fatica A.A. 02/03 pag. 2.6 altri fattori: nasce quindi la necessità di scegliere qual è il numero di cicli Nav medio da legare alla F applicata nella prova. Nella scala logaritmica si calcola il valore della Nav con la formula log(Nav) = ( j log(Ni)) / m che significa considerare la media geometrica ovvero Nav = (N1 * N2 * N3* N4)1/m avente una deviazione standard pari a In corrispondenza della F utilizzata, è possibile disegnare una Gaussiana di cui sono appena stati forniti i dati più importanti; in detta curva il valore di Nav prima ricavato è quello a cui corrisponde una probabilità di rottura del 50% (ovvero continuando a fare prove con quella sollecitazione ci sono 50% di probabilità che il provino si rompa). Con metodi statistici è possibile trovare il valore di N corrispondente ad una probabilità di sopravvivenza del 90% o del 10% o di qualsiasi altra assegnata probabilità. Figura 2.7 Se si cambia l'intensità della sollecitazione ad esempio imponendo una F2 più bassa di quella Appunti sulla resistenza a fatica A.A. 02/03 pag. 2.7 di prima e seguendo lo stesso procedimento si legherà a questa tensione una Nav2 anch’essa con una probabilità del 50% e così via. Continuando la prova, e diminuendo ulteriormente il valore della sollecitazione, sicuramente ci saranno dei provini che superano i 107 cicli, scelti come limite, senza rompersi. In questo caso la prova viene sospesa non appena è superato tale valore; il numero di provini che resistono aumentano mano a mano che la tensione applicata diminuisce, ed alla fine si raggiunge un valore di F per cui tutti i provini resistono più di 107 cicli. Il numero di provini utilizzato per ogni prova si può ridurre a 5 o 6. Figura 2.8 Curve a diversa probabilità Considerando i valori degli Nav trovati è possibile disegnare le rette che interpolano i punti aventi tutti la stessa probabilità ad esempio oltre alla linea legata alla probabilità del 50% è possibile tracciare anche quelle aventi probabilità del 90 o del 10%; esse però non presentano alcuna limitazione nel loro valore inferiore, e non danno alcuna una indicazione del valore del limite di fatica, la cui conoscenza risulta necessaria per completare il diagramma. Appunti sulla resistenza a fatica A.A. 02/03 pag. 2.8 2.3 Determinazione del limite di fatica con il metodo staircase Per trovare il limite di fatica F D di un materiale si devono eseguire delle pr ove, che si desidera siano in numero non molto alto, pur mantenendo una sufficiente attendibilità nei risultati. Figura 2.9 Sequenza delle prove dello Staircase Il metodo maggiormente seguito è lo staircase, che consiste nel sottoporre un assegnato numero di provini ad esempio 50 ( in ogni caso non inferiore a 15), a sollecitazioni alternate, il primo provino, viene sottoposto ad una sollecitazione molto prossima a quella che si ipotizza essere il limite di fatica per quel materiale, e si continua a sollecitarlo fino a che non si rompe oppure supera un numero di cicli prefissato che, come assunto prima, per l'acciaio è 10 7 cicli. Si scrive quindi, in una tabella, lo sforzo massimo a cui il provino è stato sottoposto ed un simbolo per indicare il risultato della prova (un simbolo diverso a secondo se il provino si è rotto o no), si prende successivamente un altro provino e, variato il carico agente di un prefissato ‘d’ (costante) in meno o in più, a seconda se il provino si è rotto o no, lo si sottopone alla prova, scrivendo ancora una volta i risultati, si utilizza ancora un terzo provino e così via, facendo variare sempre le tensioni massime in aumento o in diminuzione della ‘d’ in precedenza indicata. Alla fine si ha un diagramma ed una tabella come quelli che a titolo di esempio sono riportati nel diagramma e nella tabella che fig. 10 Appunti sulla resistenza a fatica A.A. 02/03 pag. 2.9 Tensione applicata Evento Rottura Evento Non Ro ttura x o Progressiva Prova i Numero eventi meno frequenti n ni n i2 490 2 480 3 2 5 2 10 50 470 4 2 4 2 8 32 460 4 3 3 3 9 27 450 3 3 2 3 6 12 440 1 3 1 3 3 3 1 0 1 0 0 14 36 124 N A B 430 17 6 14 chiamando con F0 la sollecitazione inferiore e con d il passo di variazione delle stesse sia ha: F0 = 430 MPa e d= 10 MPa è possibile calcolare il valore F Dm medio del limite di fatica e la deviazione standard attraverso le formule fornite dalle tecniche statistiche dove N è il numero di eventi meno frequente e, nella prima delle relazioni scritte si utilizza il segno più se il numero totale di provini rotti è inferiore a quelli non rotti, altrimenti si usa il segno meno. rappresenta la deviazione standard quando (N*B - A2)/N2 > 0,3 Sostituendo i valori si ha per il caso considerato: FD = 456,21 MPa Appunti sulla resistenza a fatica A.A. 02/03 pag. 2.10 Le relazioni di FDm e considerati sono rispettivamente la media degli eventi meno frequenti e lo scarto quadratico. Posto con F 0 , F 1,F 2, F 3, F 4, F 5, e così via ricordando che la variazione tra un valore + il precedente vale d si ha F1 - F0 = d Y F1 = F0 + d F2 - F1 = d Y F2 = F0 + 2d F3 - F2 = d Y F3 = F0 + 3d ................ .................. Fi - F(i-1) = d Y Fi = F0 + id Sia inoltre ni il numero di eventi relativi all’iesimo valore, con 3ni =N La media pesata delle varie tensioni è: il valore ± 0,05 che compare nella formula serve per tener conto delle approssimazioni effettuate. Appunti sulla resistenza a fatica A.A. 02/03 pag. 2.11