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LA CURVA DI DOMANDA - Facoltà di Economia
08/03/2012 LA CURVA DI DOMANDA (Cap. 4) Nel corso della lezione precedente si è dimostrato che un individuo che deve scegliere un paniere di consumo composto solo da due beni, 1 e 2, essendo dati il suo reddito, W, ed i prezzi dei beni, p1 e p2, massimizza la sua utilità se sceglie quella combinazione, nell’insieme dei consumi possibili, che corrisponde al punto di tangenza fra il suo vincolo di bilancio ed una curva della sua mappa di indifferenza. In corrispondenza di questa scelta vale l’uguaglianza , Il rapporto fra il prezzo del bene 1 ed il prezzo del bene 2 è detto prezzo relativo del bene 1 in termini del bene 2 perché indica quante unità del bene 2 sono necessarie per acquistare una unità del bene 1. Ad esempio, se, in termini di moneta, , significa che sono necessarie due unità del bene 2 per ottenere una unità del bene 1. Il concetto di prezzo relativo di un bene è utile per studiare il comportamento del consumatore quando cambiano i dati del suo problema di scelta, cioè il suo reddito ed i prezzi dei beni. Consideriamo nuovamente il grafico rappresentato nella figura 2.2, con qualche modifica 1 08/03/2012 x2 W/p2 U1 5 e U3 U2 10 Figura 3.1 x1 Dalla figura 3.1 risulta che il consumatore che dispone di un reddito W e sa di poter acquistare i due beni ai prezzi p1 e p2 sceglie di acquistare 10 unità del bene 1 e 5 unità del bene 2, derivando dal suo consumo un’utilità pari ad U2. Definiamo la quantità 5 domanda del bene 2 e la quantità 10 domanda del bene 1, da parte del consumatore considerato. Per spiegare la domanda dei beni di consumo in funzione del loro prezzo è necessario analizzare in che modo i consumatori reagiscono al variare del loro potere di acquisto o dei prezzi relativi dei beni. Supponiamo che il reddito del consumatore le cui scelte sono rappresentate nella figura 3.1 aumenti dal livello W al livello W’, restando invariati i prezzi dei due beni. Il nuovo vincolo di bilancio corrispondente al suo maggior reddito è Non essendo variati i prezzi dei beni, la pendenza del vincolo di bilancio non è variata. Poiché, tuttavia W’>W, l’intercetta del nuovo vincolo di bilancio è maggiore. Ciò significa che il nuovo vincolo di bilancio è traslato in alto a destra rispetto a quello precedente, come la retta evidenziata in rosso nella figura 3.2.a. 2 08/03/2012 x2 W’/p2 W/p2 U1 7 5 e’ e U3 U2 10 12 Figura 3.2.a x1 Il nuovo punto di equilibrio del consumatore, e’, cioè il suo nuovo paniere ottimo, corrisponde al punto di tangenza fra il nuovo vincolo di bilancio ed una curva di indifferenza più lontana dall’origine degli assi, alla quale è associato un livello di utilità U3 > U2, perché il consumatore domanda quantità maggiori di entrambi i beni. essendo aumentato il suo potere di acquisto. Se il reddito del consumatore aumenta nuovamente al livello W”>W’, le quantità dei beni domandate in equilibrio dal consumatore aumentano a loro volta, come nella figura 3.2.b, assicurando al consumatore un’utilità ancora maggiore. x2 W”/p2 W’/p2 W/p2 U2 7 5 U4 e” e’ U3 e 10 12 Figura 3.2.b 3 x1 08/03/2012 Il segmento che congiunge i panieri ottimi, e, e’ ed e”, corrispondenti ai tre diversi livelli di reddito del consumatore, nella figura 3.2.b, è un tratto del suo SENTIERO DI ESPANSIONE DEL REDDITO definito come il luogo geometrico dei panieri ottimi di consumo, che il consumatore sceglie al variare del suo reddito, quando i prezzi dei beni sono costanti. Il sentiero di espansione del reddito è quindi composto da tutti gli infiniti punti di equilibrio del consumatore, in corrispondenza dei quali il suo SMS è uguale ai prezzi relativi dei beni, quindi è costante, essendo invariati i prezzi dei beni di consumo. La forma del sentiero di espansione del reddito dipende dalle preferenze del consumatore, più precisamente dalla forma della sua mappa di indifferenza, in relazione alle caratteristiche dei beni di consumo a sua disposizione. La forma del sentiero di espansione del reddito rende possibile distinguere i beni di consumo in due categorie: beni normali, la cui domanda aumenta all’aumentare del reddito del consumatore, a parità di prezzi relativi; beni inferiori, la cui domanda diminuisce all’aumentare del reddito, a parità di prezzi relativi. Nel caso illustrato dalle figure 3.2, entrambi i beni di consumo sono normali. Nella figura 3.3 è illustrato il caso in cui uno dei due beni, il bene 1, è inferiore. 4 08/03/2012 x2 x1 Figura 3.3 L’esistenza di beni inferiori è spiegata dal fatto che le loro caratteristiche qualitative ed i gusti dei consumatori ne fanno oggetto di consumo soprattutto da parte di persone appartenenti a fasce di reddito basse, anche se questo è largamente dovuto a convenzioni, più che a fatti reali. Si noti che non è ammissibile che tutti i beni di consumo siano inferiori, perché questo implicherebbe che all’aumentare del reddito dei consumatori le quantità domandate di tutti i beni di consumo diminuiscono. Un caso particolare si ha quando le quantità domandate dei diversi beni aumentano in modo proporzionale, all’aumentare del reddito del consumatore, come nella figura 3.4. Il sentiero di espansione del reddito in questo caso è una semiretta uscente dall’origine degli assi. Preferenze di questo tipo sono dette omotetiche. x2 x1 Figura 3.4 5 08/03/2012 Si supponga ora che il prezzo relativo dei due beni (il prezzo del bene 1 in termini del bene 2) vari, mentre il reddito del consumatore resta costante. In particolare, si supponga che il prezzo del bene 1 diminuisca progressivamente, mentre sia quello del bene 2 che il reddito del consumatore restano invariati. Questo caso è illustrato nella figura 3.5. x2 W/p2 x1 W/p1 W/p1’ W/p1” Figura 3.5 Poiché W e p2 sono costanti, l’intercetta verticale del vincolo di bilancio non cambia, al cambiare di p1. Essendo p1 > p1’ > p1”, l’intercetta sull’asse delle ascisse si sposta progressivamente verso destra: il consumatore potrebbe infatti acquistare quantità sempre maggiori del bene 1, se non acquistasse affatto il bene 2. Se, tuttavia, il consumatore spende il suo reddito nell’acquisto di entrambi i beni, la diminuzione del prezzo del bene 1, che causa la rotazione del vincolo di bilancio intorno al perno rappresentato dall’intercetta verticale, modifica le quantità domandate di entrambi i beni. Nel caso illustrato nella figura 3.5 le domanda di entrambi i beni aumenta se il prezzo relativo del bene 1 diminuisce, anche se il prezzo relativo del bene 2 (quantità di 1 che deve essere ceduta per ottenere una unità di 2) aumenta. 6 08/03/2012 La linea evidenziata in grassetto nella figura 3.5 è detta curva prezzo-consumo ed è il luogo geometrico dei punti di tangenza fra le curve di indifferenza e le rette di bilancio corrispondenti a diversi prezzi relativi dei beni di consumo. E’quindi formata da tutti i punti dell’insieme di consumo corrispondenti a panieri ottimi. La sua forma dipende da due fattori: L’EFFETTO REDDITO dovuto al fatto che, al variare del prezzo di un bene, varia il potere di acquisto del consumatore, anche se il suo reddito monetario, o nominale, è invariato, e L’EFFETTO SOSTITUZIONE dovuto al fatto che la variazione del prezzo relativo di un bene implica la variazione in direzione opposta del prezzo relativo dall’altro bene, in particolare se aumenta il prezzo del bene 1, il bene 2, il cui prezzo è invariato, diventa comparativamente meno caro e quindi più conveniente. Il modo in cui i due effetti influenzano le quantità domandate dei beni 1 e 2 al variare del loro prezzo relativo è illustrato dalla figura 3.6. x2 e f U2 g U1 x1 ∆’ ∆” Figura 3.6 7 08/03/2012 Nel grafico si suppone che p1 diminuisca, restando costanti sia il reddito, W, del consumatore che p2 e che, in conseguenza di ciò, il consumatore acquisti quantità maggiori sia del bene 1, comparativamente meno caro, che del bene 2, comparativamente più caro. Nella figura sono rappresentati tre panieri ottimi del consumatore: il paniere e, scelto dal consumatore prima della diminuzione del prezzo del bene 1, il paniere f, che il consumatore sceglie dopo la diminuzione del prezzo del bene 1 e il paniere g, che il consumatore avrebbe scelto se il potere di acquisto del suo reddito non fosse aumentato in conseguenza della diminuzione del prezzo del bene 1. Il paniere g è determinato dal punto di tangenza fra la curva di indifferenza corrispondente all’utilità U1, che il consumatore otteneva dal paniere e, ed un’ipotetica retta di bilancio, tracciata in rosso, la cui pendenza è uguale al nuovo, minore, prezzo relativo del bene 1, cioè alla pendenza della nuova retta di bilancio, tracciata in verde. L’incremento ∆x1 della quantità domandata del bene 1 è quindi pari alla somma algebrica dell’incremento ∆’, causato solo dalla diminuzione del suo prezzo relativo, e dell’incremento ∆”, causato dall’aumento del potere di acquisto del consumatore (del suo reddito reale, che, di fatto, è identificato con la sua utilità). ∆’ è detto effetto sostituzione, ed ha sempre segno opposto a quello della variazione del prezzo relativo, ∆” è detto effetto reddito; il suo segno può essere sia opposto che uguale a quello della variazione del prezzo relativo. Ha segno opposto nel caso di beni normali, ha segno uguale nel caso di beni inferiori. 8 08/03/2012 Se l’effetto sostituzione e l’effetto reddito producono variazioni di segno opposto della quantità domandata del bene il cui prezzo è variato, il segno della loro somma algebrica dipende dall’effetto dominante in termini quantitativi. CURVA DI DOMANDA Dalla figura 3.6 risulta che una diminuzione del prezzo del bene 1, che è un bene normale, determina un aumento della quantità domandata dal consumatore, se il suo reddito monetario ed il prezzo del bene 2 non variano. Una successione di variazioni del prezzo del bene 1, a parità di altre condizioni, sarà quindi associata a variazioni di segno opposto della quantità acquistata dal consumatore. Il luogo geometrico dei punti determinati dalle coppie di valori (p1, x1) che corrispondono a panieri ottimi per il consumatore, come i panieri e ed f della figura 3.6, e detto la curva di domanda del consumatore. Poiché se il bene di consumo è normale, la quantità del bene domandata dal consumatore è una funzione decrescente del suo prezzo, la curva di domanda viene rappresentata, in un sistema di assi cartesiani, come nella figura 3.7. p1 x1 Figura 3.7 9 08/03/2012 Si noti che, sebbene x1 sia la variabile dipendente e p1 la variabile indipendente, la quantità domandata è indicata sull’asse delle ascisse, mentre il prezzo è indicato sull’asse delle ordinate. Se il bene il cui prezzo è variato è inferiore, l’effetto reddito ha lo stesso segno della variazione del prezzo. Generalmente l’effetto sostituzione prevale sull’effetto reddito e quantità domandata e prezzo variano in direzioni opposte. Ciò avviene per tutti i beni, normali ed inferiori, che sono definiti ordinari. Nel caso di alcuni beni inferiori, tuttavia, l’effetto reddito può prevalere sull’effetto sostituzione, e la loro quantità domandata può variare nella stessa direzione del loro prezzo. La loro curva di domanda è quindi crescente. Questi sono detti beni di Giffen, da Sir Robert Giffen (1837-1910), economista britannico che primo osservò che l’aumento del prezzo di un bene inferiore può causare l’aumento della sua domanda. PREFERENZE NON CONVESSE E CURVA DI DOMANDA Nel corso delle precedenti lezioni si è visto che preferenze non convesse sono possibili, ma non sono al centro dell’attenzione nella teoria della scelta del consumatore. Il motivo di ciò è che una curva di domanda continua e convessa, come quella rappresentata nella figura 3.7, non esiste, se le curve di indifferenza non sono convesse. Questo caso è illustrato nella figura 3.8. 10 08/03/2012 x2 B U’ U” U’” B* x1 Figura 3.8 Le curve di indifferenza rappresentate nella figura 3.8 hanno la convessità rivolta verso l’alto, quindi il SMS2,1 aumenta all’aumentare della quantità consumata del bene 1. Nella figura sono rappresentate anche due rette di bilancio, corrispondenti a due diversi prezzi del bene 1, a parità di W e prezzo del bene 2. La retta in nero corrisponde ad un prezzo più elevato, la retta in rosso corrisponde ad un prezzo meno elevato. Possiamo chiamare i due prezzi p1h e p1l, rispettivamente. In corrispondenza del prezzo p1h , il consumatore che vuole massimizzare la sua utilità non sceglie la combinazione dei due beni corrispondente al punto di tangenza fra il vincolo di bilancio e la curva di indifferenza associata al livello di utilità U’, perché può aumentare la sua utilità riducendo la quantità consumata del bene 1 ed aumentando quella del bene 2. In questo caso, il consumatore ottiene l’utilità massima U” consumando la quantità B del bene 2 e non consumando il bene 1. Se tuttavia il prezzo del bene 1 diminuisce fino a p1l , diventa conveniente per il consumatore annullare il consumo del bene 2 e consumare una quantità B* del solo bene 1 ottenendo l’utilità più elevata possibile U’”. Per qualsiasi livello di prezzo del bene 1 minore di p1l il consumatore sceglie di aumentare il consumo del bene 1 e di non consumare affatto il bene 2. 11 08/03/2012 La forma della curva di domanda del bene 1 generata da preferenze non convesse è illustrata nella figura seguente. p1 p 1l B* x1 Figura 3.9 Per p1 ≥ p1l la domanda del bene 1 è nulla. Per p1 < p1l la domanda del bene 1 è funzione decrescente del suo prezzo, come avviene per i beni normali. Quindi se le preferenze non sono convesse, la curva di domanda è discontinua. Inoltre, se le curve di indifferenza non sono strettamente convesse la curva di domanda è discontinua, con tratti orizzontali. x2 B f e p 1h p 1m p 1l x1 Figura 3.10 12 08/03/2012 Consideriamo la figura 3.10, nella quale sono rappresentate quattro curve di indifferenza non strettamente convesse. Se il prezzo del bene 1 è elevato, ad esempio p1h , il consumo del bene 1 è indeterminato, perché tutti i panieri corrispondenti a punti del segmento Be sono indifferenti per il consumatore. Se il prezzo del bene 1 diminuisce fino a p1m (retta di bilancio in verde), il paniere di consumo ottimo è unico e corrisponde al punto f. La quantità domandata x1 è a sua volta unica ed è pari all’ascissa del punto f. Se il prezzo del bene 1 diminuisce ulteriormente fino a p1l (retta di bilancio in rosso), la quantità domandata del bene 1 aumenta, ma il paniere ottimo è indeterminato, perché tutti i panieri corrispondenti a punti sul tratto del vincolo di bilancio che coincide con la curva di indifferenza sono equivalenti per il consumatore. Si noti che: se , , il consumatore sostituisce il consumo del bene 2 al consumo del bene 1 ; se , se , , il consumo del bene 1 è indeterminato; il consumatore sostituisce il consumo del bene 1 al consumo del bene 2. La curva di domanda corrispondente al caso illustrato dalla figura 3.10, spezzata con tratti orizzontali, è rappresentata nella figura 3.11. p1 p 1h p1h >p1> p1l p 1l x1 Figura 3.11 13 08/03/2012 CURVA DI DOMANDA COMPENSATA Si consideri nuovamente la figura 3.6 e si supponga di voler determinare la l’ipotetica domanda del bene 1 nel caso in cui l’effetto di reddito ∆” è nullo. La quantità domandata del bene 1 è, in questo caso, pari all’ascissa del punto g, ed è determinata esclusivamente dall’effetto di sostituzione ∆’. Si noti che nella determinazione della domanda compensata il reddito reale, o potere di acquisto, del consumatore viene identificato con la sua utilità, perché si assume che il reddito reale del consumatore sia invariato se non varia la sua utilità. Si noti anche che, poiché la domanda compensata è determinata dal solo effetto di sostituzione la curva di domanda compensata è sempre inclinata negativamente, anche nel caso di beni di Giffen; Nel caso di beni normali, sia che il prezzo del bene diminuisca, sia che aumenti, l’effetto sulla domanda compensata è minore di quello sulla domanda non compensata. Quindi la pendenza della curva di domanda compensata è maggiore di quella della domanda non compensata. La relazione fra le due curve, che si intersecano in corrispondenza del prezzo e della quantità domandata di equilibrio iniziali (punto e), è illustrata nella figura 3.12, dove la curva di domanda compensata, C, è tracciata in rosso e la curva di domanda non compensata, NC, è tracciata in nero. 14 08/03/2012 p C ph e pl NC xh xl xl Figura 3.12 15 x 08/03/2012 Derivazione matematica della curva di domanda Supponiamo che la funzione di utilità del consumatore sia moltiplicativa: , Il suo obiettivo è scegliere il paniere di consumo che massimizza la sua utilità, subordinatamente al suo vincolo di bilancio: max , # ,# s. a $ % & % Una procedura per risolvere questo problema di massimo vincolato consiste nel costruire una nuova funzione, detta Lagrangiana, ottenuta combinando la funzione da massimizzare con il vincolo di bilancio come segue: ' & ($ % % La variabile λ è detta moltiplicatore di Lagrange. Sotto il profilo economico ha il significato di un prezzo ombra, cioè di un prezzo teorico di equilibrio. Le condizioni di massimo di primo ordine della Lagrangiana sono )' (% 0 ) )' (% 0 ) )' $ % % 0 )( ovvero (% (% 16 08/03/2012 $ % & % Sostituendo le espressioni di x1 e x2 nel vincolo di bilancio si ottiene $ (% % & (% % 2(% % da cui ( $ 2% % , , e x1* e x1* sono le quantità domandate dei due beni, in funzione dei rispettivi prezzi, che massimizzano l’utilità del consumatore. Le loro equazioni rappresentano le rispettive curve di domanda. E’ facile verificare che le curve di domanda sono inclinate negativamente e strettamente convesse, come nella figura 3.7. 17