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PARAMETRIZZAZIONE NATURALE DI UNA CURVA
Capitolo 2 PARAMETRIZZAZIONE NATURALE DI UNA CURVA Definizione 1. Sia C = α(I) una curva regolare. Diremo che α è una parametrizzazione naturale di C se || α (t) ||≡ 1, ∀ t ∈ I. Dimostreremo che ogni curva regolare ammette sempre una parametrizzazione naturale. Cominciamo con una definizione che sarà utile tra poco. n Definizione 2. Sia α : [a, b] → E un’applicazione differenziabile. [Ricordiamo che, in base alla Def. 0.3, l’applicazione α è estendibile localmente intorno ai due estremi a, b ad applicazioni differenziabili definite su intervalli aperti]. L’immagine C = α([a, b]) è detta curva (parametrizzata) con estremi [e gli estremi sono ovviamente i punti α(a) e α(b)]. Una curva con estremi C = α([a, b]) è detta regolare se l’applicazione differenziabile α|(a,b) è regolare. Una curva con estremi C = α([a, b]) è detta chiusa se α(a) = α(b). È evidente che ogni curva parametrizzata C = α(I) contiene infinite curve con estremi: infatti per ogni intervallo chiuso [a, b] ⊂ I, α([a, b]) ⊆ C. Sia C una curva regolare e siano α e β = α ◦ h due sue parametrizzazioni regolari equivalenti (con h : J → I cambiamento di parametro). Fissato un punto P0 = α(t0) = β(s0) ∈ C, restano definiti, t s per ogni P = α(t) = β(s) ∈ C, i due numeri reali || α (t)|| dt e || β (s)|| ds. s0 t0 [N.B. Per non appesantire le notazioni, abbiamo denotato nello stesso modo la variabile d’integrazione ed il secondo estremo d’integrazione]. Lemma 1. Risulta: t || α (t)|| dt = ± t0 s s || β (s)|| ds. Vale inoltre il segno + ⇐⇒ le due 0 parametrizzazioni α, β sono concordi [cioè h è crescente]. Dim. Da β = α ◦ h segue che β (s) = α h(s) h (s) e quindi || α h(s) ||= t sostituzione t = h(s) al calcolo dell’integrale || α (t)|| dt, otteniamo ||β (s)|| |h (s)| . Applicando la t0 t t 0 || α (t)|| dt = s s s || α h(s) || h (s) ds = || β (s) || s 0 0 h (s) |h (s)| ds = ± s s || β (s)|| ds. 0 L’ultima affermazione è del tutto evidente. t Segue dal lemma precedente che || α (t)|| dt non dipende dalla parametrizzazione α di C ed t0 è quindi un invariante di C. Il suo significato geometrico è dato dal seguente teorema, per la cui dimostrazione rinviamo ai testi di Analisi Matematica. Teorema 1. Assegnata una curva regolare C = α(I) e fissato un suo punto P0 = α(t0), il numero 36 CAPITOLO 2 t || α (t)|| dt è la lunghezza della curva regolare C0 (⊆ C) con estremi P0 = α(t0) e P = α(t). t0 Dim. (Cenno) Supposto ad esempio t0 < t, si suddivida l’intervallo [t0, t] in n sottointervalli consecutivi [ti, ti+1] (con i = 0, .. , n − 1, tn = t). Posto Pi = α(ti) (e Pn = P ), si consideri la poligonale Π = P0P1 ∪ P1P2 ∪ ... ∪ Pn−1Pn. Tale poligonale ha lunghezza n−1 n−1 n−1 ||α(ti+1)−α(ti)|| Π) = L(Π d Pi, Pi+1 = || α(ti+1) − α(ti) ||= |ti+1 − ti|. |t −t | i=0 i=0 i=0 i+1 i t Π) → || α (t)|| dt . Infittendo la suddivisione, la poligonale Π tende ad identificarsi con C0 e L(Π t0 Definizione 3. Sia C = α(I) una curva regolare e sia P0 = α(t0) un suo punto. La funzione t s(t) = || α (t)|| dt, ∀ t ∈ I, t0 è detta funzione lunghezza d’arco o funzione ascissa curvilinea [rispetto a P0]. N.B.. Il nome ”lunghezza d’arco” attribuito a tale funzione è giustificato dal teorema precedente; invece il nome ”ascissa curvilinea” verrà chiarito nella successiva Osserv. 2(ii). La funzione lunghezza d’arco s = s(t) verifica le seguenti ovvie proprietà: - s s s s è continua; è (strettamente) crescente [infatti || α (t)||> 0, ∀ t ∈ I] e dunque è biiettiva; è differenziabile [ciò segue dal teorema fondamentale del calcolo; inoltre s (t) =||α (t)|| ]; è aperta [ogni intervallo aperto (a, b) ⊆ I viene trasformato nell’intervallo aperto s(a), s(b) ]. Denotato con J l’intervallo s(I), l’applicazione s : I → J è (in base al TFI) un diffeomorfismo (crescente) tra intervalli aperti della retta euclidea. Denotiamo con t = t(s) : J → I il diffeomorfismo inverso. Con esso possiamo riparametrizzare C, ottenendo una parametrizzazione β = α ◦ t : J → C. Vogliamo verificare che β è una parametrizzazione naturale di C. Basta osservare infatti che β (s) = α t(s) t (s) e t (s) = 1 ||α t(s) || [infatti, derivando (rispetto a s) l’identità s ≡ s t(s) si ottiene: 1 ≡ s t(s) t (s) =||α t(s) || t (s)]; si conclude subito che 1 || ≡ 1. || β (s) ||=|| α t(s) ||α t(s) || Abbiamo cosı̀ dimostrato il seguente teorema. Teorema 2. Ogni curva regolare C = α(I) ammette una parametrizzazione naturale. Una siffatta parametrizzazione è ottenuta riparametrizzando α con l’inversa della funzione lunghezza d’arco (riferita ad un punto arbitrario di C). Osservazione 2. (i) Va sottolineato che il calcolo effettivo di una parametrizzazione naturale è spesso tecnicamente assai complesso, sia perchè può essere difficile calcolare la funzione s(t), sia soprattutto perchè può essere ancor più difficile invertire tale funzione. (ii) Sia β = α ◦ t la parametrizzazione naturale di C ottenuta nelle considerazioni precedenti. È evidente che P0 = α(t0) = β(0) [infatti s(t0) = 0 implica t(0) = t0]. Ne segue che la lunghezza dell’arco di C tra P0 ed un generico punto P = β(s) è s s || β (s)|| ds = 1 ds = |s|. 0 0 PARAMETRIZZAZIONE NATURALE DI UNA CURVA 37 Se quindi P ha coordinata s rispetto a β, allora P ha distanza |s| (misurata sulla curva) da P0. Tale fatto giustifica il nome funzione ascissa curvilinea dato alla funzione s = s(t). (iii) Ci chiediamo ora come cambiano la funzione lunghezza d’arco e la corrispondente parametrizzazione naturale se cambia il punto ’iniziale’. Indichiamo con s1 = s1(t) la funzione lunghezza d’arco di C = α(I) rispetto ad un punto P1 = α(t1). Assumiamo (per semplicità) che sia t0 < t1. Si ha: s1(t) = t t1 ... = t0 t1 ... + t t0 ... = t ... − t0 t1 ... = s(t) − s(t1). t0 Dunque s1 differisce di una costante (additiva) da s [ovvero il suo grafico differisce da quello di s per una traslazione verticale]. Indicata con t1 l’inversa di s1, il grafico di t1 differisce da quello di t per una traslazione orizzontale. Precisamente, posto J1 = s1(I), allora t1(s1) = t s1 + s(t1) , ∀ s1 ∈ J1. Ne segue che, indicata con β1 = α ◦ t1 la parametrizzazione naturale indotta da s1, risulta β1 = β ◦ h, con h(s1) = s1 + s(t1). (iv) Si noti che due parametrizzazioni naturali equivalenti di una stessa curva regolare C sono legate da un cambiamento di parametro del tipo h(s) = ±s + costante, ∀ s ∈ J. ◦ Se infatti β1 e β2 = β1 h, (con h : J → I) sono le due parametrizzazioni naturali assegnate, allora 1 ≡|| β 2(s) ||=|| β 1 h(s) || |h (s)| = |h (s)| e quindi |h (s)| ≡ 1. Ne segue che h (s) ≡ ±1 e pertanto h(s) = ±s + c. A titolo di esempio concludiamo con il calcolo (particolarmente semplice) della parametrizzazione naturale di un’elica circolare C, che è parametrizzata da 1 α(t) = a cos t, a sint, bt , ∀ t ∈ E , con a > 0, b = 0 [cfr. 1.5]. Risulta: √ α (t) = −a sint, a cos t, b e || α (t) ||= a2 + b2 . Scelto come punto iniziale α(0) = (a, 0, 0), si ha: √ t 1 s(t) = || α (t)|| dt = a2 + b2 t, ∀ t ∈ E e quindi t = t(s) = √ 0 Ne segue che l’elica circolare C ha parametrizzazione naturale β(s) = (α ◦ t)(s) = a cos √ 2s 2 , a sin √ 2s 2 , √ a +b a +b b a +b2 2 1 a2+b2 s, ∀ s ∈ E . 1 s , ∀s ∈ E . 1