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comunicato stampa the evidence room sintetizza l`analisi forense

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comunicato stampa the evidence room sintetizza l`analisi forense
COMUNICATO STAMPA
THE EVIDENCE ROOM SINTETIZZA L’ANALISI FORENSE
DELL’ARCHITETTURA DI AUSCHWITZ PRESSO LA 15° MOSTRA
INTERNAZIONALE DI ARCHITETTURA - LA BIENNALE DI VENEZIA
"REPORTING FROM THE FRONT"
Venezia, 25 maggio 2016 – The Evidence Room è il lavoro proposto da Anne Bordeleau, Sascha
Hastings, Donald McKay, e Robert Jan van Pelt alla 15. Mostra Internazionale di Architettura della
Biennale di Venezia curata da Alejandro Aravena.
Nel 2000, una causa per diffamazione portata avanti presso la Royal Courts of Justice di Londra,
Inghilterra ha messo in crisi la falsa asserzione presentata da uno storico revisionista e
negazionista dell'Olocausto, il quale sosteneva che non ci fossero state camere a gas ad Auschwitz
e che, pertanto, l'Olocausto non fosse accaduto. Punto centrale in questo procedimento furono le
interpretazioni forensi delle prove architettoniche di Auschwitz e la precisa testimonianza di
Robert Jan van Pelt, professore di architettura presso l'Università di Waterloo in Canada. La sua
interpretazione e testimonianza circa la progettazione ed il funzionamento di questi edifici come
uno strumento di sterminio è stato il contributo principale per vincere la causa ed affermare la
verità sull’Olocausto – il crimine che definisce il ventesimo secolo.
La relazione di van Pelt – pubblicata come The Case for Auschwitz – è diventata una delle fonti di
ispirazione per una nuova disciplina situata nell’intersezione tra architettura, tecnologia, storia,
legge, e diritti umani: l’architettura forense. Su invito di Alejandro Aravena, van Pelt ha lavorato
insieme ai professori Anne Bordeleau e Donald McKay, al produttore artistico Sascha Hastings e a
un team di studenti e consulenti della Università di Waterloo - School of Architecture (Canada)
per presentare questo materiale nell’installazione che prende il nome di The Evidence Room.
The Evidence Room è costituita da riproduzioni a grandezza naturale e modelli degli elementi
architettonici (una colonna per il gas e uno sportello a tenuta stagna – entrambi per l'introduzione
dello Zyklon-B nelle camere a gas – una porta a tenuta stagna, copie dei progetti, lettere degli
architetti, fatture delle imprese e fotografie). Nel loro insieme, queste prove concrete confermano
le testimonianze del dopoguerra da parte sia dei sopravvissuti che dei carnefici e dimostrano, al di
là di ogni ragionevole dubbio, che Auschwitz era una fabbrica volutamente progettata per la
morte, dotata di camere a gas di grandi dimensioni e inceneritori di massa, nelle quali oltre un
milione di persone, il 90 per cento dei quali erano ebrei, sono stati assassinati.
The Evidence Room offre una sintesi concreta di un corpo esaustivo di lavoro: essa richiama
l'attenzione verso il più grande crimine mai commesso dagli architetti. L’installazione sarà visitabile
dal 28 maggio al 27 Novembre 2016 nel Padiglione Centrale ai Giardini della Biennale.
Un libro, chiamato anche The Evidence Room, pubblicato della New Jewish Press di Toronto,
Canada, è disponibile presso i bookshop della Biennale di Venezia (a Ca’ Giustinian, Giardini e
Arsenale), on-line, e presso le librerie.
Per ulteriori immagini e richieste di interviste si prega di contattare:
Ufficio Stampa della Biennale di Venezia, [email protected], T. +39 041 5218-846/716
Sascha Hastings, [email protected], T. +1 416 8829606, www.theevidenceroom.com
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