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FOCUSING Eugene Gendlin, Astrolabio, 2001 Nicoletta Corsetti

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FOCUSING Eugene Gendlin, Astrolabio, 2001 Nicoletta Corsetti
Eugene Gendlin, Astrolabio, 2001
Nicoletta Corsetti, focusing trainer
Questo è un libro importante, parla di come le persone cambiano.
Il libro comincia con una discussione sulle origini del focusing.
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FOCUSING
Eugene Gendlin e i suoi collaboratori nelle ricerche svolte negli anni ’60, ascoltarono migliaia
di ore di registrazione di sedute di terapia, per trovare risposte alla domanda: Cosa deve
essere capace di fare il cliente per ottenere benefici dalla psicoterapia?
Giunsero alla conclusione che perché la terapia funzioni, il cliente deve esprimersi in un certo
modo, un modo speciale.
Gendlin chiama questo modo: “Focusing”.
Egli arrivò a poter predire il risultato della terapia ascoltando la registrazione delle prime due
sedute.
Le persone che avrebbero tratto beneficio dalla terapia parlavano più lentamente, la loro non
era sempre una narrazione lineare, cercavano tutto il tempo parole adeguate a descrivere
quello che stavano sentendo proprio in quello stesso momento.
Rimanevano in contatto con la sensazione vaga e difficile da descrivere che percepivano nel
corpo mentre parlavano delle loro difficoltà.
Le persone che riescono a mantenere un riferimento diretto con l’esperiencing, ed a fare di
questo la base dell’autocoscienza e della comunicazione ottengono migliori risultati dalla
terapia. Queste le conclusioni della ricerca.
Nel secondo capitolo del libro, Gendlin riporta 4 esperienze di altrettante persone come
esempi del processo e dell’efficacia del focusing.
Nel capitolo successivo introduce i concetti di felt sense, centrale per il focusing, e quello di
felt shift.
Scrive che il libro si basa su due scoperte principali:
Primo: che esiste una specie di consapevolezza corporea che influenza profondamente la
nostra vita e che ci può aiutare a raggiungere i nostri scopi. Dice che è stato costretto a
coniare un’espressione nuova per descriverla, l'ha chiamata felt sense.
La seconda scoperta è che il felt sense si modificherà se lo trattiamo in modo corretto. Potrà
perfino cambiare nel momento stesso in cui entriamo in contatto con esso.
E quando il nostro felt sense di una situazione cambia, noi cambiamo e la nostra vita cambia.
Il Focusing è un processo attraverso cui si entra in contatto con il felt sense, che è la
sensazione fisica significativa relativa ad un problema o ad una certa situazione. E’ una
sensazione ricca e complicata.
Quindi è il modo, attraverso dei passi, di ottenere un felt shift, il cambiamento, il passo avanti
nella direzione della soluzione del problema.
Il felt shift si percepisce direttamente nel corpo, come un leggero sollievo, un profondo
rilassamento, la liberazione di energia bloccata.
Il Focusing insegna alla persona come stare in contatto in modo accogliente con questa
sensazione complessa, ancora confusa, ma chiaramente presente e percepibile relativa ad
un problema e le insegna come trovare dei simboli per rendere esplicito ciò che è implicito.
Questo modo di stare in contatto con e “far sviluppare” il processo dell’esperienza diviene la
base del cambiamento terapeutico per la persona. Per Gendlin l’esperienza ha impliciti i passi
successivi, come dire che il felt sense di una situazione ingloba il problema e la soluzione
dello stesso.
FOCUSING - Eugene Gendlin, Astrolabio, 2001 - Nicoletta Corsetti, focusing trainer
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Come lui stesso dice nel libro: sebbene sia un processo naturale ha dovuto inventare la
terminologia necessaria per descriverlo. Questo non ha reso facile la traduzione in italiano.
Felt sense, che è il concetto chiave del focusing, è forse anche quello più di difficile da
comprendere del libro e sicuramente quello più difficile da tradurre senza perdere la ricchezza
dell’espressione. In italiano, ispirandosi anche alla traduzione spagnola, si è usata
un’espressione facile “sensazione sentita” invece di una circonlocuzione più esatta nel
rendere il senso, ma più lunga e meno pratica da usare.
Felt shift è stato tradotto “cambiamento sentito”.
Il “felt sense” non è semplicemente una sensazione fisica o un’emozione ed il “felt shift” non è
semplicemente un rilassamento. Questi concetti si riferiscono ad atti interiori più sottili,
significativi e finemente differenziati che Gendlin descrive magistralmente nel libro.
L’altro aspetto fondamentale enfatizzato da Gendlin è che il cambiamento si avverte nel
corpo. Il Focusing permette di sperimentare e comprendere se e quando avviene la vera
trasformazione, insegna a riconoscere quell’inconfondibile sensazione fisica del cambiamento
in atto.
Gendlin dice che il disagio è nel corpo, è una cosa fisica. Se vogliamo trasformarlo dobbiamo
introdurre un processo di trasformazione anche sul piano fisico. Si deve sentire quello che
succede nel corpo come conseguenza del cambiamento. Scrive: “Un cambiamento reale è
una variazione nella forma corporea concreta di avere un problema, non è soltanto una nuova
forma di pensare”.
D’altra parte, quando le persone cambiano lo mostrano fisicamente.
E.....molto importante: il focusing è piacevole, il processo di cambiamento reale è
accompagnato da sensazioni piacevoli.
Dopo aver identificato il focusing come l’ingrediente essenziale nelle terapie efficaci, Gendlin
si dedicò a sviluppare un metodo per insegnarlo.
Egli scrive: abbiamo scoperto il focusing studiando le persone che lo praticavano, non lo
abbiamo inventato, lo abbiamo solo reso più specifico ed insegnabile.
Lo scopo del libro, scrive, è quello di spiegare al lettore che cosa fanno le persone che
riescono a cambiare, e che l’abilità di realizzare un processo di focusing non è necessaria
solo nello studio dello psicoterapeuta, ma è anche utile per affrontare i problemi e le situazioni
quotidiane.
Il Focusing è una pratica cui si può attingere molte volte al giorno.
Questa è l’idea fondamentale del focusing: io ho accesso diretto alla mia esperienza
concreta, percepita con il corpo e posso usarla come una risorsa.
Nella seconda parte del libro l’autore presenta le conoscenze accumulate durante i quindici
anni d’insegnamento del focusing, portati avanti fino al momento della pubblicazione. Negli
Stati Uniti, ricordo, il libro ha avuto una prima pubblicazione nel 1978, poi una rivista nell’ ’81.
Ci sono due capitoli che descrivono il processo suddiviso in sei passi per facilitarne
l’apprendimento, e di ognuno dei passi illustra il significato. E’ un manuale di focusing,
concepito perché il lettore possa usarlo per imparare a focalizzare.
I quattro capitoli seguenti passano in rassegna le difficoltà più comuni che interferiscono con il
processo e suggeriscono i modi per affrontarle.
Gendlin ha scelto di scrivere in forma semplice evitando i tecnicismi, perché il libro si rivolge
ai professionisti, ma non solo a loro. Tutti possono apprendere questa capacità e quindi il
libro è rivolto a tutti.
Scrive: siamo di fronte a una specie di rivoluzione.
La ricerca ha dimostrato che questo atto interiore può essere insegnato e non è necessario
essere in terapia per poterlo apprendere. Le persone possono realizzarlo da sole o con l’aiuto
reciproco. Per la maggior parte delle persone è più facile mantenere l’attenzione del focusing
in presenza di un’altra persona che ascolta, anche se semplicemente ascolta. Come dire che
è più facile starsi a sentire se c’è anche un’altro che ci ascolta.
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E imparare ad ascoltare empaticamente gli altri è un modo per imparare ad ascoltare sé
stessi nello stesso modo.
La terza parte del libro s’intitola ”Persone che si aiutano reciprocamente”. Ci sono due capitoli
dedicati ad un manuale dell’ascolto rivolto a professionisti ed a tutte quelle persone che
vogliono aiutarsi reciprocamente.
Gendlin descrive i gruppi Changes, organizzazioni nate prima a Chicago negli anni ’70 e poi
in altre città degli Stati Uniti. Sono presenti ora anche in Europa e in Giappone. Sono dei
gruppi dove andare quando si vuole fare focusing e si ha bisogno di qualcuno che ascolti, in
uno scambio alla pari. Quello che è necessario è conoscere il focusing e le abilità specifiche
dell’ascolto necessarie per aiutare l’altro a focalizzare.
E’ possibile integrare il focusing con molte altre cose, con diversi metodi terapeutici, con la
meditazione, le tecniche di lavoro corporeo. Può rendere più efficaci altri metodi di crescita
personale, mettendoli in relazione con il felt sense, la sensazione sentita corporea.
E’ possibile applicare i concetti del focusing nel campo della creatività, alla scrittura o alla
pittura. Si potrebbe dire che scrivere una poesia, comporre un pezzo musicale o creare una
coreografia coinvolgono il processo di stare con una sensazione vaga ed imprecisa di
qualcosa e cercare la forma di esprimerla. Negli ultimi 40 anni il focusing è stato applicato in
molte aree diverse, ed utilizzato da managers, psicoterapeuti, religiosi, insegnanti ed
educatori, da medici ed ostetriche.
La quarta parte del libro è “Focusing e società”: una sezione sulle ampie implicazioni sociali
del focusing.
Il focusing e l’ascolto possono contribuire a creare relazioni interpersonali più significative e
solide. Spazi per il focusing possono essere creati negli ambienti di lavoro e in istituzioni
come scuole, ospedali, chiese.
D’altro canto il focusing fa in modo che le persone trovino la loro fonte interiore di riferimento,
e questa potrebbe essere fonte di nuovi modelli di comportamento, ideati in modo originale da
ciascun individuo. Il focusing contribuisce a sostituire i modelli tradizionali, non
semplicemente proponendone altri, ma insegnando a crearne di nuovi, questi nuovi modelli
scaturiscono da dentro, invece di essere imposti dall’esterno.
Secondo Gendlin: “Quando entriamo in contatto con delle sensazioni poco chiare, dobbiamo
inventare modi nuovi per descriverle e nuove forme d’azione per tradurle nella vita
quotidiana”. Il processo di creazione di nuove forme consiste in questo, ed è da qui che può
provenire il cambiamento maggiore anche a livello della società.
Gendlin parla di una società di “creatori di modelli”.
Secondo lui, se ci accetteremo nella nostra dimensione di creatori di modelli
comportamentali, non avremo bisogno di costringere noi stessi e gli altri in forme e ruoli fissi,
che schiacciano e fanno soffrire.
Che cosa rende il libro prezioso?
•
Anzitutto con questo libro l’autore ha reso disponibile per i professionisti, i clienti ed il
pubblico generale, l’abilità che è comune a tutte le terapie efficaci, come provato dalla
ricerca.
•
Secondo, presenta tutto ciò in un linguaggio semplice e colloquiale, cercando di
esprimere i concetti in modo comprensibile.
•
Terzo, il libro ha un tono ottimista, ma con delle basi teoriche e di ricerca che lo
rendono più credibile di molti libri di auto aiuto.
•
In fine, è interessante leggere un apprezzato terapeuta e filosofo ridimensionare gli
esperti e parlare della saggezza presente in tutti noi.
Il libro non sostituisce l’esperienza di focalizzare ed ascoltare. Può farli sembrare più facili da
imparare di quello che sono in realtà.
Quando la sua lettura è combinata con un addestramento esperienziale alle abilità di focusing
e ascolto, il libro può dare effettivamente al lettore la maggior parte di quello che promette.
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