La strada del bio “estremo” preserva un vigneto storico
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La strada del bio “estremo” preserva un vigneto storico
>> TECNICA / VIGNETO 1 2 LA STRADA DEL BIO “ESTREMO” PRESERVA UN VIGNETO STORICO di Stefania Lusito Dalle uve di Vigna Belvedere, censita tra i parchi storici, si produce il Vignot Sant’Antonio, un Erbaluce che vuole essere l’emblema del Canavese, grazie ad un pedigree di tutto rispetto 80 «I n ogni vino c’è la storia di un territo rio». Le parole di Domenico Tappero Merlo ac compagnano una domenica di sole nelle sue vigne sulla Stra da dei Vini Reali Piemontesi nei pressi di Parella (To). I vi gneti sono appartenuti un tem po a Giuseppe Giacosa, dram maturgo, scrittore e giornalista (ma anche letterato, medieva lista, mecenate e in particolare librettista di Puccini), vissuto a metà dell’Ottocento in Pie monte. La vigna del Belvedere, sul l’anfiteatro morenico di Ivrea, è stata censita tra i parchi e i giardini storici della Provincia di Torino; da qui lo sguardo ab braccia tutto il Canavese. Alla fine di ogni filare c’è una rosa, sullo sfondo il Castel Rosso, nel casotto in fondo alla vigna affacciato sullo strapiombo si fermavano i viandanti e i cava lieri in quarantena. Nell’800 diventa villino per lo studio, adesso è sala degustazioni o nido per coppie di amici. Al l’interno del piccolo edificio è affrescata la leggenda della ninfa Albaluce, figlia del sole e della luna, le cui lacrime cadu te a terra generarono preziosi grappoli di uva bianca. La poesia e la raffinatezza per meano non solo il paesaggio, ma anche tutta la chiacchiera ta con Domenico, sommelier, degustatore e vignaiolo da più di dieci anni, che ha lasciato il mondo dell’informatica per ri tornare alle radici, alla concre tezza della terra. >> 1. Domenico Tappero. >> 2. Erbaluce di Caluso. Il Vignot Sant’Antonio Il Vignot Sant’Antonio nasce in parte qui, a picco sul vallone loranzese, a circa 400 metri: il terreno è morenico, molto aci do, di origine glaciale, organi camente povero. E’ stato prati cato il sovescio con specie spontanee tipiche: rucola, se nape, achillea, valeriana e tri foglio incarnato. La vite è allevata a controspal liera con basse rese e alta den sità di impianto (45006000 ceppi per ettaro). La potatura è a guyot, adottando il metodo Simonit&Sirch. VIGNEVINI n.6 giugno 2014 >> TECNICA / VIGNETO IL VIGNOT SANT’ANTONIO ERBALUCE Caratterstiche produttive del vino Zona di origine Anfiteatro morenico di Ivrea Altimetria vigneto 300500 mt Esposizione NordSud Tipo di terreno morenico a pH acido Epoca di impianto 2003 Prima annata di produzione 2006 Vitigni impiegati 100% Erbaluce Sistema di allevamento controspalliera a Guyot Sistema di potatura Simonit&Sirch Densità d’impianto 4.5006.000 ceppi ad ettaro Resa in uva 50 quintali per ettaro Epoca della vendemmia fine settembre Recipienti di fermentazione termocondizionati Durata della fermentazione 15 giorni circa Fermentazione malolattica no Affinamento preimbottigliamento 78 mesi invecchiamento In vetro – tre anni Grado alcolico 14° Caratteristiche organolettiche profumi di pietra focaia, salvia, agrumi Produzione in bottiglie Circa 2500 bottiglie Oidio e peronospora sono com battuti senza molecole di sin tesi, intervenendo sull’am biente che circonda la vigna, «migliorando la struttura del terreno con lavorazioni che lo mantengono soffice e vivo. La raccolta si fa a metà settembre con selezione dei grappoli più scottati dal sole. Per quanto riguarda la vinifica zione, la fermentazione e l’affi namento sono fatti in acciaio con dodici mesi di permanenza sui lieviti tenuti costantemente in agitazione. In bottiglia si mantiene anche più di 10 anni. Il Vignot che fa degustare è del 2009, il colore è paglierino 82 con delicati riflessi gialli, il profumo intenso con accenni di pietra focaia iniziale che dà il testimone ad una bella nota di salvia matura e erbe aroma tiche, che si uniscono ad un dolce agrumato ricordo di suc co di ananas e bergamotto. La vendemmia del 2013 ha re galato sorprese con vini più leggeri del solito, ma sempre profumati e agrumati. Sovescio e trattamenti “vegetali” Il Vignot Sant’Antonio è frutto della collaborazione e del lavo ro di due aziende, quella viti >> La vigna Belvedere, un tempo >> Il Vignot Sant’Antonio. cola di Domenico Tappero Merlo e quella di Gianluigi Or solani che si occupa della vini ficazione. L’azienda di Tappero Merlo ha sede a Loranzè (TO). Oltre al proprietario vi lavora un colla boratore responsabile dei vi gneti e delle lavorazioni in campo e terzisti specializzati coinvolti al bisogno. Della pro prietà fanno parte altri vigneti a Parella, Colleretto Giacosa, Lo ranzè e Piverone per una super ficie di circa 2 ettari vitati. Alla base della piccola azienda viti cola di Domenico c’è l’idea raf forzare le difese naturali della pianta, grazie anche alla voca zionalità del terreno. Viene po sta particolare attenzione alla struttura organica dei suoli: da tre anni si pratica il sovescio mirato (con leguminose, grami nacee, asteracee) per migliora re la fertilità di terreni molto acidi. I trattamenti sono a bas so impatto ambientale, con prodotti alternativi a base di edera, equiseto, yucca, propo li. Inoltre sono previsti dirada della famiglia di Giuseppe Giacosa. menti per rese basse, arieggia mento dei grappoli con sfoglia tura postallegagione. Tutti i vigneti sono posti in zone parti colarmente arieggiate che favo riscono naturalmente l’asciu gatura della bagnatura fogliare. Si favorisce lo sviluppo della flora spontanea e della fauna tipica del luogo per favorire il naturale equilibrio tra le spe cie. I vigneti sono abitati da lombrichi, maggiolini, api, sca rabei, ognuno dei quali contri buisce all’equilibrio del vigne to. Il concime organico viene autoprodotto con la tecnica del compostaggio in cumulo. Tutti i vigneti sono sperimentali con lo scopo di approfondire le co noscenze del vitigno Erbaluce e svilupparne al meglio le poten zialità. Anche la produzione delle barbatelle è controllata direttamente. Le marze sono selezionate in modo massale dai migliori ceppi dei vigneti e fatte innestare da un vivaista di fiducia. L’attività in vigna è una continua ricerca, riscoperta e rielaborazione di tecniche del VIGNEVINI n.6 giugno 2014 >> TECNICA / VIGNETO La memoria della zolla Domenico Tappero Merlo è anche relato re dell’Associazione Italiana Sommeliers, un “ambasciatore del territorio”, chiama to spesso per raccontare la sua visione. Ma come si promuove un vino? «Da una parte il consumatore risponde Domenico è oggi alla ricerca di emozioni e di cultu ra; dall’altra il vino è la stratificazione di eventi geologici ma anche storici e cultu rali che non bisogna trascurare, prima an cora degli aspetti organolettici. E il vino in questo modo può diventare un pretesto per conoscere il territorio». Già, perché il vino ha dentro di sé ”la memoria della zolla in cui è nato”. «Per questo è importante identificarne immediatamente la zona di provenienza. Quando parlo del Canavese, racconto qua li sono stati gli eventi significativi che hanno reso il territorio unico e identifica bile. Racconto il personaggio di Giuseppe Giacosa, la genialità di Adriano Olivetti e di quando Steve Jobs ha voluto visitare l’Olivetti. Racconto le Alpi, perché l’Anfi teatro Morenico di Ivrea è terra valdostana venuta a valle e questo vino raccoglie in sé le più alte vette d’Europa. Con la cono scenza di queste particolarità, la degusta zione sarà più completa e il vino avrà un gusto più ricco». Un’indagine dell’Università di Padova pre sentata dal prof. Tiziano Tempesta al Con vegno Cervim 2013 conferma che nella promozione dei vini l’importante è creare emozioni o meglio esperienze emotive sca turite da un percorso. È uno dei risultati della ricerca fatta su di un campione di 224 intervistati sulla “Relazione tra pae saggio e marketing dei prodotti agroali mentari” insieme al fatto che la realizza Lo Spazio [Bianco] Con la stessa filosofia con cui produce il vino, Domenico Tappero Merlo ha creato Spazio [Bianco], un Bed&Breakfast nel centro storico di Ivrea. “Abbiamo chiesto ad alcuni artisti locali di rappresentare la tipicità del territorio”: pochi fronzoli, un contenitore culturale, espositivo, sensoriale, catalizzatore di eccellenze, un foglio bianco e tra le parentesi del nome, ogni volta nuove interpreta zioni del territorio, nuovi artisti con la loro idea di ambiente. Le stanze sono ognuna diversa, una dedicata all’Erbaluce, un’al tra ad Adriano Olivetti, una al Giacosa, una al Carnevale, una alla Serra e un’altra ai Castelli della zona. Il B&B ha ottenuto il Certificato di Eccellenza 2013 da Tripadvisor. l passato recuperando quanto di valido si praticava storicamen te in loco. Cantina “grandi Cru” L’azienda agricola che vinifica il Vignot Sant’Antonio è quella di Gianluigi Orsolani. La Can tina Orsolani ha una storica 84 presenza nel Canavese vinico lo. Dal 1894 e da quattro gene razioni produce vini e spuman ti; conta attualmente 16 ettari vitati in gran parte ad Erbaluce e in parte a Barbera, Nebbiolo, Neretto di Bairo che concorro no nella produzione del Cana vese Rosso. Tra le etichette più zione di prodotti agricoli in aree dove sono stati conservati i paesaggi tradizionali può indurre i consumatori a pagarli di più. Un vino con “quattro pi” Se c’è una regola da seguire per comuni care un vino, Tappero Merlo si basa su quella delle “quattro P”: «per comunicare con Passione, devi tener presente sempre il Prodotto, il Paesaggio, ma soprattutto le Persone». «È impossibile dissociare un vino da chi l’ha prodotto – continua Domenico – qua lunque cosa fai è l’emanazione di te stesso. Per quanto riguarda il prodotto, bisogna creare anche l’ambiente migliore per degu stare il vino. Quando parlo di paesaggio, penso a un luogo dove una comunità, nel tempo, ha sviluppato un sapere collettivo basato su interazioni tra fattori umani e ambientali, quelli capaci di conferire al vi no originalità e tipicità». l importanti l’Erbaluce di Caluso “La Rustia”, il Caluso Spuman te a Metodo Classico, il Caluso Passito “Sulè”. Eccellenze vi nicole italiane pluripremiate dalle più importanti guide. La cantina è membro del comitato grandi Cru d’Italia, associazio ne che raduna tutte quelle real tà che con atten zione e dedizione valorizzano le pro prie produzioni e i territori di coltiva zione. Le bottiglie prodotte dalla Cantina Orsolani annualmente so no circa 150.000 di cui 2.500 di Vignot Sant’Antonio. Dal 2009 è stata riconosciuta una protezione a livello mondiale del nome Er baluce di Caluso, equiparando lo ad un nome geografico. Il traguardo giuridico dimostra quanto al vitigno sia universal mente riconosciuta la sua sim biosi con il territorio e dal 2010 è diventata una Docg. l >> Erbaluce e sullo sfondo il Castello Rosso. VIGNEVINI n.6 giugno 2014