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LA RELAZIONE - Angolo dell`Avventura
La vita è un viaggio. Viaggiare è vivere due volte. Omar Khyyam (poeta persiano del XII sec.) NATALE 1996 MOSCA - MALDIVE - MOSCA di Enrico Galasso “Parto, vado alle Maldive con Avventure nel Mondo..” “Avventure? Ma che avventura è alle Maldive?” Sciocchini... Prima di tutto le Maldive noi le raggiungiamo con un sofisticato gioco di sponda Milano - Mosca - Dubai - Male. Già, perchè il viaggio è un discovery, ed i discovery sono per Avventure nel Mondo quello che i Marines sono per l’esercito americano. Arriviamo a Mosca alle 17.40; il nostro volo è alle 23 .. del giorno dopo! Rapido consiglio di guerra: o paghiamo il visto e l’albergo ed andiamo a visitare la città ... oppure ci facciamo 29 ore in aeroporto girovagando per il duty free e cercando di sfuggire alle signorine “NIET!!!”, graziose addette alla ristorazione passeggeri, dal fisico ed il garbo di lottatrici di sumo . La soluzione B ci darebbe anche il tempo di leggere i “Fratelli Karamazov”, ma - non si sa perchè - il gruppo sceglie la soluzione A. Un salto al vicino albergo (il Novotel, stupendo!) e decidiamo di ammortizzare subito la barcata di soldi che abbiamo dato ai Russi per farci uscire dall’aeroporto lager, facendoci portare in città. Mosca ci aspetta con i suoi 13 gradi sotto zero, proprio il clima che ha in mente chi parte per le Maldive.. Però neanche il gelo riesce a rendere meno suggestiva la Piazza Rossa sotto la neve, dove ci immortaliamo con le prime foto del viaggio! Il giorno dopo di nuovo a Mosca, che questa volta raggiungiamo percorrendo una decina di chilometri in due ore di coda. Visita al Cremlino, San Basilio, i magazzini GUM, corricchiando nel gelo su strade innevate. 2 E le Maldive? Ci arriviamo il giorno dopo: ammesso che qualcuno non avesse voglia di mare e sole, dopo il passaggio a Mosca gli è venuta di certo!!! E le Maldive ci ripagano immediatamente con una vacanza assolutamente fantastica: la nostra barca, con un equipaggio simpatico e capace, ci trasporta tra isolette da film e villaggi di pescatori. Ogni volta che ci immergiamo, poi, sembra di nuotare in un documentario di Quark, tra coralli, pesci di tutti i colori ed - ogni tanto - qualche innocuo, ma inquietante squalo. La giornata è scandita dalla colazione mattutina, il pranzo, il tè delle 5 e la cena, preparate dal bravissimo cuoco: dopo cena, complice l’assenza di ogni rincoglionimento catodico, si chiacchiera o si gioca felici e rilassati da questi ritmi di vita che volentieri importeremmo in Italia. Una sera l’equipaggio ci prepara una cena sulla spiaggia, con pesce pescato in diretta. Avete presente le riviste italiane sulla pesca? Quelle che ti spiegano che devi avvicinarti al torrente strisciando, altrimenti la trota ti vede.. e devi usare l’amo XYB4, con esca aromatizzata al tamarindo, di cui il pesce va ghiotto? Ecco, qui non le leggono. Qui buttano in acqua una specie di filo stendibiancheria, con un amo cui hanno attaccato un nastrino rosso, tirano su il pesce piccolo, lo attaccano ad un altro amo, e tirano su un pescione, il tutto facendo il massimo del casino. Poi si girano verso di noi, sorridono all’occidentale allibito, e dicono con orgoglio “grande barracuda..”. Ci sta venendo un complesso di inferiorità, perchè le nostre fanciulle iniziano a guardare con ammirazione questi rudi uomini di mare, sorde ai nostri ammonimenti (“Vorrei vederli alle prese con un il bus delle 8!”). Una sera sfida a calcio Maldive - Italia sul bagnasciuga: complice il terreno allentato ed il pallone non regolamentare (una noce di cocco vuota), incontriamo qualche difficoltà ad imporre la nostra superiorità tecnica, ma alla fine la spuntiamo per 2 a 1, ottimo risultato in trasferta! Alla fine dei sette giorni siamo felici, abbronzati e disperati di abbandonare questi posti ed il “nostro” equipaggio, con il mitico capitano Amit, che a qualsiasi richiesta rispondeva “no problem”, che ha anche pescato uno squalo, e che, come il capitano di De Gregori, “Non tiene mai paura”. 3 In aereo alla saudade per le Maldive si associa l’angoscia del ritorno a Mosca: questa volta niente possibilità di evadere, si deve dormire in aeroporto! Arriviamo alle 23.50, ora di Mosca, del 31 dicembre, 10 minuti prima di capodanno. L’addetta del controllo passeggeri in transito aveva già il bicchiere del brindisi in mano, le viene un colpo quando ci vede. Ci dice solo “Don’t go anywhere, only ten minutes, please..”, e scompare in una porta dietro la quale aeroporto festeggia il 1997. E noi? Stappiamo lo spumante nella zona di transito.... Comunque questo capodanno a Mosca resterà indimenticabile: abbiamo avuto l’occasione, più unica che rara, di vedere le guardie di frontiera, di solito gelide, che lanciavano baci, ballando sbronze davanti a stereo a tutto volume. La mattina dopo aeroporto riprende i suoi ritmi, le signorine “Niet!” ricompaiono, arroganti e scorbutiche. Dopo l’ennesima litigata per la colazione lascio Mosca ripromettendomi, tornato a casa, di guardarmi almeno un paio di volte la scena di Rocky 4, dove Stallone pesta Ivan Drago. Ma forse è meglio che mi guardi le foto delle Maldive, del capitano Amit e dei miei mitici compagni di viaggio (il miglior gruppo che abbia avuto come coordinatore! Il fatto che sia anche il primo è assolutamente casuale..).