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gli eredi dei maya
GLI EREDI DEI MAYA
UFFICIO RICERCA INDIGENI HABITAT INTERDIPENDENZA
GLI EREDI DEI MAYA
GUATEMALA
CAPITALE: Città del Guatemala
SUPERFICIE: 138.000 kmq.
ABITANTI: 8.500.000 (1987). di cui circa la metà indigeni
LINGUA: Spagnolo. Gli indios parlano 21 idiomi di origine Maya
REDDITO medio pro-capite: 950 dollari USA
MONETA: Quetzal (circe 250 lire)
ISTRUZIONE (bambini ed adulti di pi ù di 15 anni): 55%
VITA media alla nascita: 56,8 (maschi); 61,3 (femmine)
CALORIE giornaliere per abitante: 95% del quoziente minimo Fao
MEDICI per abitante: 1 su 5.700
MORTALITA’ infantile: 56/1000
DEBITO ESTERO: 3, 3 miliardi di dollari (1987)
ESPORTAZIONI: caffè, zucchero, cotone, nichel, banane, petrolio
Il Guatemala, situato tra l’Oceano Pacifico ed il Mar dei Caraibi, confina a nord col
Messico ed il Belize, a sud con l’Honduras ed il Salvador. È il paese più importante
del Centro America per le risorse naturali e sopratutto per i giacimenti di petrolio. Ad
economia essenzialmente agricola, è considerato a livello militare un paese
strategico.
Il periodo d'oro della civiltà Maya è al tramonto quando nel 1524 lo spagnolo Pedro
de Alvarado conquista la regione. Il periodo coloniale termina nel 1621 con la
proclamazione dell’indipendenza.
Nel 1671 con le rivoluzione liberale, il presidente Justo Rufino Barrios avvia un
grande processo di concentrazione agraria. Le terre comunitarie degli Indios
vengono confiscate e distribuite ai latifondisti per creare grandi piantagioni di caffè;
per sopravvivere i lavoratori indigeni sono costretti a lavorare come braccianti nelle
aziende della costa.
Nel 1904 la United Fruit Company ottiene dal governo guatemalteco la gestione
della ferrovia atlantica, e grandi estensioni di terreno, esenti da imposte, per
coltivare banane. Nel 1950 la UFCO possiede 234.000 ettari di terreno (ma ne
coltiva solo il 15%) dando lavoro a 10.000 contadini.
La “piovra verde”, come Miguel Angel Asturias (premio Nobel per le letteratura nel
1967), chiamò la compagnia nord americana, controlla tutta l’economia del paese
con enormi profitti. Il presidente Jacobo Arbenz, eletto nel 1951, avvia un cauto
processo di democratizzazione, abolisce il lavoro forzato, autorizza la formazione di
sindacati contadini, si fa promotore di un progetto di riforma agraria. Nel marzo del
1953 espropria 84.000 ettari alla UFCO pagando un indennizzo calcolato sulla
dichiarazione dei redditi della compagnia.
Il 17 - 18 luglio dell’anno successivo un esercito mercenario addestrato dalla CIA
penetra in Guatemala rovesciandolo.
La lotta armata, formata da veri gruppi guerriglieri, raggiunge il massimo sviluppo
nei primi anni 80 unendo marxisti, cattolici e sopratutto appartenenti a comunità
indigene.
Del colpo di stato del 1954 in Guatemala sono morte di morte violenta quasi
100.000 persone; altrettante hanno trovato rifugio in Messico; oltre un milione sono
state costrette a trasferirsi. Nonostante questo gli indios non sono più solo vittime:
hanno fatto irruzione nella vita politica del paese.
ABITI MAYA DEL GUATEMALA
di Linda Asturias de Barrios e Dina Fernandez Garcia
Introduzione
Il pluralismo culturale e linguistico del Guatemala si è anche manifestato
nella diversità degli abiti tradizionali regionali indigeni. Nel paese esistono
21 gruppi etnolinguistici di discendenza Maya.
È attualmente in fase di studio la correlazione tra abito e gruppo
etnolinguistico, mentre è già evidente la relazione tra abito e comunità
d’appartenenza.
La documentazione raccolta negli ultimi cento anni dimostra che in circa
150 comunità si usa un abito proprio, che si differenzia per età, sesso,
ruolo, occasione. In questa piccola guida ci proponiamo di riassumere
brevemente:
- la storia dell’abito maya - guatemalteco
- le varie componenti dell’abito contemporaneo
- dati etnografici sugli esemplari esposti.
Cenni storici sull’abbigliamento Maya
Epoca pre-ispanica (prima del 1524)
La civiltà Maya fiorì in quella parte dell’America Centrale che si estende dal sud del
Messico fino al Guatemala, al Belize ed alle frontiere occidentali del Salvador e
dell’Honduras. Questa area è stata divisa dagli archeologi in due regioni principali,
che si differenziano sia dal punto di vista ecologico che da quello culturale.
Le “terre basse” comprendono la zona arida dello Yucatan e i boschi tropicali del
nord del Guatemala e del Belize. Le “terre alte” sono invece costituite dal sistema
montagnoso che attraversa li territorio guatemalteco.
La storia degli antichi Maya é stata divisa in tre periodi:
- preclassico (dal 1500 A.C. al 250 D.C.)
- classico, il periodo del massimo splendore (dal 250 al 900 D.C.)
- post classico (dal 900 al 1524).
Nel periodo classico le città di Tikal, Uaxactun, Copan e Palenque avevano
imponenti edifici a forma di piramidi, ampie strade e monumenti stupendamente
intagliati nella pietra. Fatti storici e mitici vennero registrati in iscrizioni geroglifiche,
il cui significato solo recentemente stiamo iniziando a decifrare.
Nel campo della scienza, gli antichi Maya furono brillanti astronomi: elaborarono
due calendari, uno rituale e l’altro per l’agricoltura. Per realizzare calcoli complessi
utilizzarono un sistema di numerazione vigesimale che includeva il concetto di zero,
e che come sistema di scrittura utilizzava punti, barre e teste.
L’umidità del clima non permise ai tessuti Maya di conservarsi fino ad oggi (a
differenza di quelli ritrovati nella zone costiera dei Perù); solo alcuni frammenti
tessili sono stati ritrovati tra gli scavi archeologici di Rio Azul e Chichen Itza. La
ricchezza e la varietà dell’abbigliamento preispanico si può apprezzare riprodotta su
vasi, ceramiche, sculture, murales, codici.
Queste opere d’arte ci servono a ricostruire le vesti cerimoniali dei personaggi di
alto rango e degli dei, addobbati con ricchi piumaggi, ornamenti di giada,
madreperla ed altri materiali considerati preziosi.
L’archeologia e l’etnostoria ci consentono di stabilire che gli abiti degli antichi Maya
erano tessuti in cotone o con fibre tratte dall’agave. Il cotone usato era di due
qualità: il bianco e quello di color caffè, chiamato “k’aqoi” in lingua Maya e “ixcaco”
in spagnolo. Il cotone era la fibra più pregiata, quelle usata dai nobili. Veniva filato
a mano per mezzo di un fuso (oggi conosciuto col nome nahua di “malacate”)
formato da un bastoncino di legno alla cui estremità inferiore si collocava un disco di
pietra come contrappeso per farlo girare (disegno 1).
Per la tintura si usavano coloranti vegetali, animali, minerali. Tra i coloranti più
utilizzati troviamo il palo di Campeche, piante indigofere (da cui si estraeva l’indaco),
la cocciniglia (insetto che vive sui fichi d’india) e la chiocciola purpurea; si usava
anche il cinabro, pigmento minerale rosso, per decorare la tele.
Filatura, orditura, tessitura, tintura e confezione degli abiti erano compiti femminili.
Si tesseva usando telai di cintura: questo strumento é stato usato ininterrottamente
fino ad oggi e costituisce il pilastro fondamentale della tradizione tessile Maya
(disegno 2). E’ formato da vari bastoncini di legno: quelli alle due estremità
sorreggono l’ordito (fili longitudinali) e sono tesi con una corda fissata da una parte
ad un chiodo o a un albero, dall’altra, per mezzo di un cinturone, all a vita delle
tessitrice. Il bastoncino “chocoyo” solleva i fili alternati dell’ordito; il bastoncino
“separatore” conserva l’incrocio dei fili dell’ordito; la “spada”, piatta, serve a
separare i fili pari e dispari per far passare la bobina che porta il filo trasversale,
detto trama.
Anticamente le donne Maya conoscevano svariate tecniche per elaborare e ornare
gli abiti: utilizzando il telaio, con aggiunte di fili di vario colore nella trama, creavano
disegni; con ago e filo ricamavano; utilizzando stampi di ceramica e tinture naturali
stampavano motivi decorativi.
Attualmente le tessitrici Maya utilizzano su larga scala la tecnica del “broccato”
(tessuto in rilievo) ed il ricamo, mentre la decorazione si è persa, probabilmente in
epoca coloniale.
Secondo uno studio minuzioso effettuato da Patricia Anawalt l’abbigliamento degli
antichi Maya seguiva un denominatore culturale comune ad altri popoli del Centro
America, come Atzechi, Mixtechi, Tarasco, con leggere variazioni geografiche:
1) gli indumenti erano realizzati con pezzi di tela quadrati o rettangolari, tessuti su
telai da cintura e uniti tra loro da cuciture;
2) gli indumenti si adattavano senza tagliare la tela, salvo alcuni abiti cerimoniali;
3) gli indumenti venivano adattati al corpo avvolgendoli con fasce; non si usavano
maniche, colli, bottoni.
Nel periodo classico e postclassico, gli uomini Maya usavano diversi capi di
abbigliamento come il “maxtatl”, la “faldilla”, la “capa”. Il primo era costituito da
una fascia che si arrotolava intorno alla vita, passava tra le gambe e veniva fissata
sul dietro; la seconda era costituita da un pezzo di stoffa rettangolare piegata a
triangolo e legata in vita che copriva il sedere; la “capa”, specie di mantello di
diverse misure, si portava annodata ad una spalla o al collo.
L’abbigliamento femminile ere costituito dal huipil (blusa), dal “quechquemitl” e dal
“corte” (gonna). Gli huipiles in epoca preispanica erano più lunghi degli attuali e si
portavano sopra le gonna; il “quechquemitl”, stoffa rotonda o triangolare, copriva il
petto; il corte era un pezzo di stoffa rettangolare che si avvolgeva intorno ai fianchi.
La società Maya preispanica era rigidamente divisa in classi e gli abiti riflettevano il
prestigio sociale, la gerarchia, il potere delle persona che li indossava. Copricapi
sontuosi, maschere, gioielli, completavano l’abbigliamento delle caste privilegiate
rispetto al resto della popolazione. Disegni e fogge particolari indicavano la
posizione sociale del popolo: per esempio i giocatori di palla si adornavano di piume
sgargianti e ornamenti in pietra, i guerrieri usavano una specie di giubbotti imbottiti
di cotone per evitate ferite di frecce e lance, più o meno come le armature che si
usavano in Europa.
Secondo recenti studi iconografici alcuni disegni usati nell’abbigliamento erano
simboli importanti nella cosmovisione Maya e nella sua organizzazione sociale. Il
rombo, per esempio, rappresentava l’universo con i suoi quattro angoli. Il motivo
del “petate (stuoia) ere associato all’elite aristocratica, perché la usavano per
sedersi.
Epoca coloniale (1524 - 1821)
I conquistadores e i colonizzatori spagnoli portarono in America tradizioni tessili ed
abiti completamente nuovi.
I vestiti degli Europei erano realizzati con tessuti e tecniche diversi da quelli usati in
Meso America: la lana, la seta, il telaio a pedali, le tecniche di taglio e confezione
legate alla sartoria; tutto questo venne dal vecchio mondo.
Fu introdotto in Guatemala l’allevamento delle pecore, che offrirono la materia
prima necessaria per i tessuti di lana lavorati con i telai a pedale. Nelle città più
importanti come Antigua, Quetzaltenango e San Salvador arrivarono artigiani dalla
Spagna per soddisfare alle crescenti necessità delle nuove città. Nacque un sistema
corporativo come quello che si era sviluppato in Europa durante il Medio Evo; fabbri,
muratori, sarti, calzolai organizzarono botteghe con capomastri, apprendisti, e
manovali. La corporazione dei tessitori fu molto importante nel 600 e 700. La
popolazione Maya, che prima viveva sparsa nelle campagne, venne costretta a
raggruppa rsi in villaggi e sottoposta a tributi, per pagare i quali gli uomini, oltre al
lavoro dei campi, tessevano su telai a pedale tessuti per l’esportazione, mentre le
donne si dedicavano alle tessitura per uso familiare.
I missionari cattolici consideravano impudico il modo di vestire Maya, che lasciava
agli uomini scoperte le gambe e parte del busto, ed imposero l’uso della camicia e
dei pantaloni. Tra le donne indigene era comune girare a torso nudo per case, e
questo costume scandalizzò i frati, che dettarono norme rigorose che imponevano
alle donne di coprirsi il petto. I nobili indigeni furono quelli che cambiarono più
rapidamente l’abbigliamento, visto che i conquistadores concessero il “privilegio” di
vestire alla spagnola; invece tra la gente comune ancora all’inizio del 600, cioè alla
fine del periodo coloniale, solo nelle terre fredde era diffuso l’uso dei pantaloni e
della camicia per gli uomi ni. Nelle terre calde continuavano a portare il maxtatl
(fascia/perizoma), mentre le donne stavano a seno scoperto.
Le cronache del periodo coloniale solo raramente si soffermano a descrivere il modo
di vita e gli abiti della popolazione indigena; per questo abbiamo pochi doti sui colori
e disegni che ornavano i tessuti. Possiamo però affermare che molti disegni usati
alla fine dell’800 erano sia di origine pre ispanico che coloniale; tra i disegni
importati, alcuni erano di origine europea altri araba, ma all’interno delle comunità
vennero reinterpretati secondo il gusto locale. Verso il 1700 le comunità indigene
elaborarono un proprio abito distinto: secondo alcuni ricercatori per imposizione
delle autorità coloniali, secondo altri a seguito di cambiamenti interni.
L’indipendenza (1821--)
I cambiamenti verificatisi nel secolo scorso si ripercossero anche sull’abbigliamento
Maya. Verso la seconde metà dell’600 si importarono tinte sintetiche e si istallò la
prima filatura industriale nel Municipio di Cantel. Le rapida diffusione del colore
rosso sintetico dovuta probabilmente alla scarsità del rosso naturale, portò alla
sostituzione nei tessuti di molte comunità del colori azzurro e bianco col rosso, più
facilmente reperibile. Verso gli anni 30 il colore viola estratto dalla chiocciola
purpurea venne sostituito dal colore sintetico, così come altri colori vengono man
mano sostituiti.
La filatura di Cantel, fondata nel 1876, si impose rapidamente sul mercato e ai primi
del ‘900 aveva praticamente sostituito il cotone bianco filato a mano. Invece le
qualità color caffè, che per le misura del filo non poteva essere lavorato a macchina,
continuò ad essere filato a mano per molti anni, fino o quando le tessitrici decisero
di usare cotone industriale bianco tinto color caffè.
In questo secolo gli abiti hanno subito parecchi cambiamenti, sia per quanto
riguarda i materiali, sia per le tecniche ed i disegni. In molti casi gli abiti attuali sono
ben diversi da quelli dei primi del ‘900. La seta per il suo alto costo è praticamente
scomparsa; si sono invece diffusi, oltre al cotone industriale, rayon e filati acrilici;
huipiles e cortes sono ora arricchiti con applicazioni di velluto e passamanerie, si è
molto diffuso l’uso di motivi floreali ricamati a macchina, tecniche di ricamo
conosciute solo in poche comunità sono ore largamente usate.
I cambiamenti non hanno diminuito l’importanza dell’abito tradizionale Maya; nelle
comunità indigene dell’altipiano guatemalteco l’abbigliamento, specialmente
femminile, è una manifestazione culturale con molti significati, che inquadra
l’individuo all’interno della comunità. In ogni villaggio i membri delle varie
confraternite (associazioni di carattere religioso dedicate al culto di un santo, che
rappresentano l’ultimo baluardo dell a cultura Indigena tradizionale) mantengono
abiti cerimoniali molto elaborati.
Il simbolismo ci frato contenuto nei manufatti tessili contemporanei é poco studiato;
per questo possiamo solo immaginarne la ricchezza semiologica. E’ noto, per
esempio, che l’abito maschile da cerimonia di Chichicastenango contiene la
rappresentazione del sole nelle sue varie età; queste figure completano così una
totalità temporale presente nella concezione ciclica del tempo legato alla
cosmovisione Maya preispanica.
Alcuni ricercatori, basandosi su dati degli ultimi cento anni, hanno stabilito che circa
150 comunità mantengono l’uso dell’abito tradizionale. il Museo Ixchel del costume
indigeno di Città del Guatemala ho uno importante Collezione dl abiti provenienti do
almeno 140 comunità. Mentre l’abito femminile attualmente è portato dalla gronde
maggioranza delle donne, l’abito maschile é in via di rapido estinzione; le cause
sono varie: migrazioni stagionali alle aziende della costo, servizio militare, pesante
discriminazione etnico, elevato costo dell’abito e ragioni culturali.
Al contrario l’abito femminile si mantiene con forza o sostegno della differenza
etnica Maya. Senza perdere la sua connotazione indigena, l’abito delle donne ha
subito cambiamenti dovuti a fattori economici, sociali e politici che hanno scosso il
paese negli ultimi decenni. La violenza politica, la crisi economica, i diritti umani, il
dibattito sul significato del V centenario dell’arrivo di Cristoforo Colombo in America,
sono fattori che si ricollegano al sorgere di una identità etnica nuova - la PanMaya fonte di profonde riflessioni tra gli indigeni con un grado di educazione superiore.
In accordo con questo movimento, molte donne indigene di istruzione medio-alta
hanno deciso di adottare un abito composto da elementi di varia provenienza che le
identifichi come donne Maya e non solo come membri di una comunità specifica. È
consolante constatare come nonostante i gravi problemi che affliggono la
popolazione Maya, la tradizione tessile si mantenga come testimonianza di un’antica
cultura a sostegno dell’identità etnica.
L’ABBIGLIAMENTO MASCHILE E FEMMINILE OGGI
Indumenti femminili (disegno 4)
HUIPIL
E una specie di blusa realizzata con uno, due o tre pezzi di stoffe tessuti su telaio di
cinture ci a pedale e cuciti longitudinalmente. Al centro un’apertura rotondo,
quadrata o romboidale, consente il passaggio della testo; lateralmente, sotto
l’apertura. delle braccia, i bordi possono essere cuciti o no. In ogni comunità ci sono
huipiles per occasioni diverse: per uso quotidiano, da cerimonie, di confraternita, di
matrimonio, do lutto. Questi ultimi sono usati solo in pochi centri come San Pedro
Sacatepequez, dove i colori do lutto sono viola, azzurro nero e verde.
SOBREHUIPIL
Come indica il nome è un huipil che si porta sopra un’altro. Generalmente il huipil si
infila nella gonna, mentre il sobrehuipil si porta sopra. In alcune comunità le donne
lo usano mettendolo al collo senza infilarvi le braccio, come un soprabito.
CORTE
È il nome dato alla gonna indigena. Oggi la maggior parte delle gonne è tessuta su
telaio a pedali ed è costituita da un pezzo di tessuto di varia lunghezza cucito alle
estremità, così da formare una specie di tubo; per indossa rlo la donna se lo modella
intorno alla vita, oppure se lo infila arrotolando con la fascia la parte che cresce.
FAJA
È una cintura tessuta a telaio che serve per reggere la gonna; la sua larghezza e
lunghezza variano da paese a paese, così come il modo di indossarla.
TZUTE
Stoffa di forma quadrata o rettangolare che serve a molti usi: per portare neonati
legati alle spalle o al petto, come copricapo, come scialle, da carico, per trasportare
tortillas.
PERRAJE O REBOSO
Specie di scialle rettangolare tessuto a telaio a pedale, con frange longitudinali. Ha
molti usi: per proteggersi dal freddo, coprire la testa, trasportare un bambino.
CINTA
È il nastro che serve ad ornare i capelli. Tessuto su di un apposito piccolo telaio, ha
diversissime misure in altezz a e lunghezza; in alcune comunità invece delle cinta si
usano nastri commerciali o cordoni di lana.
Indumenti maschili (disegno 5)
CAMICIA
La camicia tradizionale, usata ormai solo in poche comunità, era tessuta su telaio di
cintura con caratteristiche differenti da un paese all’altro.
PANTALONI
Il pantalone tradizionale, tessuto su telaio di cintura, è quasi scomparso; la sua
lunghezza variava: da mezza coscia, al ginocchio, alla caviglia.
SOBREPANTALON RAYADO
Pantalone di lane aperto ai fianchi usato quotidianamente solo a Todos
Santos Cuchumatan.
FAJA
Cintura tessuta di lunghezza e larghezza variabili che serve a reggere i pantaloni; ci
sono fasce per uso quotidiano e festivo.
SACO
Le gi acche tradizionali sono in tessuto di lana, alcune con applicazione di
passamanerie di disegni diversi; altre sono ricamate, altre ancora sono senza
guarnizioni.
PONCHITO
È un rettangolo di stoffa a quadri bianchi e neri tessuto con telaio a pedali; si usa
sopra i pantaloni come un grembiule.
RODILLERA
Stoffa di lana che si usa come una gonna arrotolata sopra i pantaloni corti.
CAPIXAIJ
Specie di giacca di lana per proteggersi dal freddo; ce ne sono di due tipi:
corto e lungo (quasi una tunica); si porta senza infilare le maniche che restano
penzoloni.
Cenni etnografici sulle comunità di appartenenza degli indumenti esposti.
COMUNIT À KAQCHIKELES
San Antonio Aguas Calientes
Nei primi decenni del secolo, le tessitrici di San Antonio crearono una tecnica di
broccato che permise loro di tessere motivi copiati da riviste di ricamo. In questo
modo disegni diversi come fiori, frutta, uccelli, vennero riprodotti sugli huipiles di
questo comunità. Col passare del tempo questa innovazione fu molto apprezzata
anche a livello nazionale, spingendo tessitrici di paesi vicini ad apprendere la nuova
tecnica o a cercare di imitarl a.
1 - Huipil San Antonio Aguas Calientes.
Esemplare di uso quotidiano, realizzato con due pezzi di stoffa a telaio di cintura,
con broccato o una facci a di tipo geometrico nella maggior parte del tessuto e
broccato doppio nei disegni floreali. Il collo ed il giro manica sono guarniti in velluto.
2 - Huipil San Antonio ricamato.
È particolarmente innovativo: i disegni copiati da riviste, non sono stati tessuti ma
ricamati a punto croce su di una tela di cotone industriale; ci mostra l’importanza
acquisita dal ricamo come tecnica decorativa nell’abbigli amento Maya negli ultimi
anni. Questo huipil non è tipico di San Antonio, mentre i ricami sono molto simili a
quelli usati dalle tessitrici di questa comunità.
Santiago Sacatepequez
Il 1 novembre è un giorno di festa a Santiago Sacatepequez. Per commemorare i
defunti, gli uomini costruiscono enormi aquiloni di carta colorata, e la festa richiama
visitatori da tutto il paese per ammirare il magnifico spettacolo. Santiago è una delle
comunità che ha subito una rapida trasformazione negli ultimi anni con
l’introduzione di colture agricole per l’esportazione, come piselli e broccoli.
L’agricoltura tradizionale - mais e fagioli - richiedeva l’intervento femminile solo in
momenti particolari, come il raccolto; le nuovo colture necessitano invece di
maggior lavoro, per questo le donne hanno poco tempo per tessere.
3 - Huipil Santiago S.
Huipil di uso quotidiano, realizzato con telaio di cintura a due lembi; la parte
inferiore non é tessuta a broccato per mancanza di tempo, e perché è nascosta dalla
gonna. Il collo è guarnito con applicazioni ricamate a macchina; questo tipo di
ricamo è molto di moda tra le donne indigene.
Patzun
A Patzun le donne si sono specializzate in ricami di alta qualità, che ora vengono
proposti per l’esportazione e per il mercato turistico sulle T-shirt.
4 - Huipil Patzun
Sobrehuipil tessuto a telaio di cintura e ricamato a mano; si usa come giacca per
ripararsi dal freddo. Le capitane dell a confraternita di Patzun lo usano come abito
cerimoniale. Alcuni decenni fa i ricami intorno al collo erano eseguiti con fili di seta,
ora sono realizzati in cotone per il prezzo inaccessibile della seta.
Tecpan
Le rovine dell’antica capitale dei kaqchikeles, Iximche, sono a poca distanza da
Tecpan. Qui gli huipiles cerimoniali venivano tessuti con cotone caffè proveniente
dalla costa sud e filato a mano, oggi sostituito de quello tinto artificialmente.
5 - Huipil Tecpan (bambina)
Anticamente questo sobrehuipil, ora realizzato con cotone tinto a colori sintetici, era
usato per difendersi dal freddo; attualmente è anche usato dalle appartenenti alla
confraternita.
6 - Corte
Gonna a disegni moderni, tessuta a telaio a pedali e tinta con tecnica “ikat”; parte
del tessuto viene strettamente annodato perché non prenda colore.
7 - Grembiule e Fascia
Questo tipo di grembiule corto ed arricciato, guarnito di passamanerie si è diffuso
negli ultimi anni. In passato il grembiule era usato solo in cucina.
8 - Huipil Tecpan (azzurro)
Esemplare moderno a due lembi su telaio di cinture, che combina disegni
tradizionali come la colomba ad altri moderni, come la rosa.
Sololà
Nonostante sia localizzata nelle regione del l ago Atitlan, una delle zone turistiche p iù
importanti del paese, Sololà è una comunità conservatrice; ad esempio è una dei
pochi comuni nei quali gli uomini hanno mantenuto l’abito tradizionale sia nell’uso
quotidiano che nelle cerimonie associate alla gerarchia politico religiosa. Incarichi
politi ci sono quelli attinenti l’amministrazione della comunità (alcaldes, regidores);
quelli religiosi si riferiscono a ruoli nelle confraternite (cofrades, mayordomos).
Ciascuno di questi incarichi ha un elemento tipico nel vestiario, come ad esempio
l’uso dei capixaij (specie di giacca) concesso solo ai “confradres”.
9 - Huipil Sololà
Le donne di Sololà usano un huipil particolare, uno dei pochi con maniche vere.
Realizzato su telaio di cintura, e composto da due pezzi di 2m. x 34cm. che servono
per il corpo, il terzo pezzo di 50x35 serve a confezionare le maniche. Si porta dentro
la gonna con le maniche arrotolate sopra il gomito; le pieghe servono come
portamonete. Il huipil è usato sia al diritto che al rovescio perché non si consumi
troppo.
In questo huipil i disegni a broccato rappresentano: cane, cerbiatto, spina di pesce,
ala di gallina.
San Pedro Sacatepequez
A breve distanza da Città del Guatemala é situata la comunità di San Pedro, che
negli ultimi anni ha sviluppato un’import ante attività di produzione di capi di
abbigliamento in stile occidentale per l’esportazione. Il tradizionale lavoro delle
donne al telaio di cintura si sta gradualmente perdendo, sostituito da altre attività
più remunerative.
10 - Huipil San Pedro Sacatepequez
Sobrehuipil da cerimonia con disegni a broccato che rappresentano l’albero della
vita. È utilizzato dalle capitane delle confraternite e dalle spose per il matrimonio
religioso. Per la sua doppia funzione port a disegni di “chompipe” (tacchino) che fa
parte dei doni tradizionali che la famiglia dello sposo fa a quella dell a sposa in
occasione delle nozze.
San Juan Sacatepequez
Nel periodo post classico i Kaqchikeles erano divisi in quattro gruppi: uno di essi, i
Chajoma, si stabilì nelle vallate di Sacatepequez prima dell’arrivo degli Spagnoli.
Oggi quattro comunità - San Juan, San Pedro, San Lucas e Santiago - hanno
mantenuto il nome nahua Sacatepequez.
11 - Huipil di uso quotidiano a due lembi su telaio di cintura. La cucitura che li unisce
e’ decorata a motivi di “Jarrito” (piccola brocca). Questo huipil in lingua kaqchikel è
chiamato k’aqoj po’t”, che vuol dire huipil di cotone caffè, per il tipo di filato che
anticamente veniva utilizzato nell’ordito, oggi sostituito del cotone tinto.
12 - Fascia
Usat a dalle donne di San Juan S. ha due disegni differenti alle estremità; con questo
piccolo stratagemma la tessitrice ha creato due fasce in una perché una volta
arrotolata si può vedere solo un capo per volta.
13 - Tzute
Festivo da donna con disegni broccati ai due angoli; si differenzia da quello
cerimoniale per l a distribuzione dei disegni presenti al centro e ai quattro angoli.
Nacahuil
Nel 1936 la comunità di San José Nacahuil perse la categoria di Municipio, e fu
incorporata a S. Pedro Ayampuc. Nonostante sia solo una frazione, Nacahuil ha
mantenuto fino ad oggi un suo proprio costume.
14 - Huipil Nacahuil
Una delle caratteristiche che distinguono gli huipiles tessuti a telaio di cintura è che
i quattro lati della stoffa hanno il bordo terminato, mentre nei tessutia pedale i bordi
terminati sono due. In questo huipil vecchio, di uso quotidiano, i bordi terminati
sono quattro. La parte broccata molto lavorata copre praticamente il tessuto base
bianco.
COMUNITÀ K’ICHE’
Totonicapan
E’ attualmente uno dei centri tessili più importanti dei paese. Nei suoi laboratori si
tessono su telai a pedale In grande quantità huipiles, gonne, scialli,
commercializzati poi in tutto Il Guatemala.
15 - Huipil eseguito su telaio a pedale: mostra chiaramente la sua origine
commerciale. Le fasce orizzontali nere, rosse e viola sono decorate con disegni
geometrici ed oviformi già programmati, che si possono ripetere in centinaia di
esemplari.
Chichicastenango
È un centro turistico di grande importanza, per il suo enorme mercato e per i riti
religiosi che si celebrano nell’atrio delle sue chiese e sullo montagna vicina, per
invocare divinità preispaniche o sincretiche. E’ uno comunità particolare perché gli
abitant i vivono sparsi nelle compagne circostanti e vengono in paese solo nei giorni
di mercato - due volte la settimana, giovedì e domenica - o per assistere alle
cerimonie religiose.
16 - Huipil Chichicastenango
I disegni tradizionali degli huipiles di Chichicastenango rappresentano elementi
importanti dello cosmovisione Maya. In questo huipil a tre lembi (telaio di cintura)
sono notevoli il disegno dei sole intorno al collo e il “kot”, l’aquila, animale mitico
raffigurato nel lembo centrale.
Nahualà
Gli abitanti di questa comunità si dedicano all’agricoltura, all’allevamento delle
pecore, alla tessitura dello lana, alla costruzione di pietre per macinare il mais, ed
alla produzione di oggetti artigianali in legno.
17 - Huipil Nahualà
In questo comunità si utilizzano almeno quattro tipi di huipil, questo corrisponde al
“popapo't”, cioè huipil de petate. Nei disegno centrale è rappresentata una stuoia
(petate) che in epoca preispanico era associata alla nobiltà, perchè i nobili usavano
questo tipo di stuoia per sedersi. Il titolo dei libro sacro dei K’iche’s, Popol Vuh, é
stato tradotto do alcuni studiosi come “libro dei consiglio o di coloro che si siedono
sul petate”.
18 - Huipil Nahualà
Sobrehuipil di una confraternita di Nahualà, è caratterizzato dal disegno dei “kot”,
l’aquila. Le aperture per le braccia sono molto piccole visto che non servono allo
scopo. Questo capo era indossato dalle capitane dello confraternita con le braccia
incrociate sotto il huipil.
19 - Fascia da donna di Nahualà. Ho disegni a broccato con fili trasversali (trama)
supplementari, continui e discontinui.
20 - La gonna tradizionale di Nahualà è blu con decorazioni nella cuciture; questo
esemplare presenta un elemento moderno, una riga con filo di l amè.
Zacualpa
Il cronista spagnolo Antonio de Fuentes y Guzman menziona nella sua cronaca il
paese di Zacualpa come un “luogo ameno e delizioso”. Nelle immediate vicinanze ci
sono vari tumuli archeologici, che i locali considerano sacri. La combinazione dei
colori dei tessuti tradizionali è stata riprodott a dalle tessitrici di Zacualpa in tovaglie
e copriletti che hanno un buon successo sul mercato nazionale ed internazionale.
21 - Huipil Zacualpa
Confezionato con due lembi a telaio di cintura, è caratterizzato dalla form a del
broccato a zig zag; la tela e i disegni sono eseguiti con cotone Industriale.
COMUNITÀ IXILES
Le tre comunità che formano i l triangolo Ixil - Nebaj, Chajul e Cotzal - furono le zone
più colpite dalla violenza politica scoppiata in Guatemala alla fine degli anni 70’.
Molti abitanti di questa regione abbandonarono le loro case in cerca di luoghi più
sicuri e attualmente vivono come “despl azados o refugiados” in altri dipartimenti,
ammassati nelle bidonvilles di Città del Guatemala o in campi profughi in Messico.
Nebaj
Il colibrì è un personaggio centrale in vari miti della tradizione orale Maya. Negli
huipiles e tzutes di quest a località il colibrì è presente nel disegno dei tessuti,
evidenziando così la ricchezza simbolica dell a tradizione tessile.
22 - Huipil Nebaj
Di uso quotidiano, si confeziona con tre lembi tessuti su telaio di cintura. Il lembo
centrale è più ampio di quelli laterali; in Questo esemplare si notano alcuni disegni
eseguiti dalle tessitrici, come il cavallo, la ragazzo, il calibri. Nelle forme romboidali
si evidenziano “j arritos”, recipienti per caffè o altre bevande, e panieri.
23 - Tzute Nebaj
Gli stessi disegni sono riprodotti nello tzute; varia il tessuto di fondo:
bianco per il Huipil, a righe per io tzute.
24 - Fascia
La stessa ricco combinazione di colori si ripete nello fascia femminile, che contrasta
con lo gonna di colore rosso.
25 - Cinta
E’ molto larga, le estremità sono guarnite con grandi nappe di cotone, seta,
materiale acrilico. Viene attorcigliata tre i capelli, e costituisce uno dei copricapi più
vistosi dei l’altipiano guatemalteco.
Chajul
26 - Huipil bambine
Tra lo popolazione Maya, le bambine usano indumenti che sono la replica in
miniatura di quelli delle madri. Huipil di uso quotidiano, su fondo rosso con disegni
d’ uccelli simili o quelli di Nebaj.
27 - Huipil Chajul
Mentre il sobrehuipil cerimoniale ili Nebaj è o tre lembi, molto lungo ed elaborato,
questo di Chajul é a due lembi, corto e semplice; il collo è ricamato a mano con
materiali preziosi (in questo, seta). E’ usato dalle capitane della confraternita.
28 - Cinto
Quella di Nebaj è molto grande; quella di Chajul è sottile e termina con pon pon di
vari colori.
Cotzal
In queste comunità si coltiva il maguey (agave), dalla cui fibra si ricavano cordami,
poi venduti nei mercati dl Chichicastenango e Totonicapan.
29 - Huipil Cotzal
Di uso quotidiano a tre lembi, su telaio di cintura; il lembo centrale è più largo dei
laterali ed i disegni a broccato sono più fitti. La combinazione dei colori, nei quali
predominano i toni di verde e azzurro, sono in deciso contrasto con quelli dei centri
vicini, Nebaj e Chajul.
30 - Tzute Cotzal
E’ molto simile per colore e disegni al huipil; i disegni più ricorrenti sono quelli di
uccelli visti in diverse posizioni: di profilo, ad ali spiegate, ecc.
COMUNITÀ MAMES
Todos Santos Cuchumatan
La comunità di Todos Santos è ubicat a sulla cima della catena montuosa più alta del
paese. Gli uomini si dedicano all’agricoltura, alla pastorizia, alla confezione di
sacche multicolori lavorate all’uncinetto. Questo prodotto è commercializzato sul
mercato nazionale ed internazionale trasformato in borse, ad esempio abbinando il
tessuto al cuoio.
31 - Huipil Todos Santos
Di uso quotidiano, a tre lembi, su telaio di cintura con disegni a broccato solo nella
parte centrale; generalmente gli esemplari più elaborati hanno disegni anche sui
lembi laterali. La bordatura del collo è uno dei motivi distintivi degli huipiles di
questa località.
San Juan Atitàn
In questa comunità si può ancora vedere la filatura a mano del cotone. Il
tradizionalismo di questo piccolo paese si può notare anche dalla conservazione
dell’abito maschile, indossato dalla grande maggioranza degli uomini.
32 - Huipil S. Juan
Il huipil è molto lungo e si indossa in modo particolare, portato sopra la gonna con
la parte inferiore arrotolata in modo da formare una specie di sacco. Questo
esemplare di buona lettura, realizzato forse per il mercato esterno, è più corto di
quelli usati nella comunità.
Colotenango
E’ una delle comunità dell’altipiano la cui popolazione sopravvive col denaro
guadagnato dagli uomini nelle migrazioni stagionali alle grandi aziende agricole
della costa del Pacifico. E’ anche una delle poche dove le donne continuano a tessere
su telaio di cintura non solo il huipil ma anche il “corte”, la gonne.
33 - Huipil Colotenango
Esemplare molto elaborato, realizzato su telaio di cintura a tre lembi; è un huipil di
festa, usato dalle coloteche per la messa domenicale e per le riunioni in piazza, dove
si ritrovano una volta alla settimana con gente proveniente dalle comunità vicine
per scambiare prodotti agricoli e manufatti, il huipil quotidiano è a due lembi, più
semplice, senza ricami.
34 - Gonna Colotenango
E’ realizzata con un complesso intreccio nell’ordito e nel disegno. I fili dell’ordito
hanno nomi diversi in lingua Mam: due di essi si chiamano madre e figlia.
COMUNITÀ POQOMCHI’ES
Nelle cerimonie le donne si adornano annodando tra i capelli una vistosa matassa di
lana rossa: Questa acconciatura, detta “tupuy”, rappresenta il serpente corallo, che
nella tradizione orale locale e nei racconti mitici fa da intermediario tra gli uomini ed
il dio Tzuultak’à, che vive tra montagne inaccessibili.
Tamahù
In questa comunità, le donne sposate usano un copricapo rosso molto elaborato,
che simbolizza il serpente corallo.
35 - Huipil Tamahù
Tessuto su telaio di cintura, questo esemplare di tipo tradizionale è a tre lembi:
quello centrale rosso i laterali bianchi. Alcuni dei disegni a broccato rappresentano
elementi della natura come pioggia e grandine. E’ piuttosto corto e si porta sulla
gonna rossa.
Prendas femininas
Prendas masculinas
BIBLIOGRAFIA
Asturias de Barrios Linda, “Comapala: el traje y su significado”, Guatemala,
Museo Ixchel del traje indigena (1985)
- “Indumentaria indigena 1898 - 1944 e 1944 - 1991” (In fase di stampa in “Storia
Generale del Guatemala”, edizioni Jorge Lujan, Guatemala, Fundacion para la
Cultura y el Desarrollo)
Carlsen Robert — David A. Wenger, “The dyes used in Guatemalan textiles: a
diachonic approach”, N.Y. Garland Publishing (1991).
Ivic de Monterroso Matilde , “La tejedura en Guatemala en la epoca colonial”,
Guatemala Museo Ixchel (in stampa)
Joyce Rosemary, “Dimension simbolica de la indumentaria en monumentos Maya
del Cl asico: la costruccion del genero atraves del vestuario”, Guatemala, Museo
Ixchel (in stampa)
Mayen Gisela , “Tzute y Jerarquia en Sololà”, Guatemala, Museo Ixchel (1966).
Mejia de Roda Idalma e Miralbes de Polanco Rosario, “Cambio en
Colotenango: traje, migracion y jerarquia”, Guatemala, Museo Ixchel (1987)
Miralbes de Polanco Rosario Y Guisela Mayen, “Trajes de San Juan
Sacatepequez y San Raimundoa”, Guatemala, Museo Ixchel (1991)
Pancake Cherry, “Los trajes regionales de Guatemala”, Guatemala, Museo Ixchel
(1977)
Roquero Ana , “Materias tintoreas de Centro America: conocimiento y uso entre los
antiguos Mayas”, Guatemala, Museo Ixchel (in stampa)
Il testo, curato da Giovanna Cossia, é stato realizzato per accompagnare la mostra
Huipiles del Guatemala e i l video di 27’ sulle popolazioni indigene del Guatemala
Gli eredi dei Maya.
Progetto URIHI - via San Marco 24, 20121 Milano Tel, 02/6599301 - 6575639. In
collaborazione e con un contributo dell’Assessorato alla Cultura del Comune di
Corsico (Mi).
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