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Giugno - U Risveiu Burdigotu
“ Paize Autu” Periodico dell’Associazione “U Risveiu Burdigotu” Posteitaliane S.p.A. spedizione in Abbonamento Postale –70% CNS/CBPANO/IMPERIA Anno 2 n. 6 Giugno 2009 ETICA E URBANISTICA L ’Oasi, il Beau Rivage, L’Angst, Villa della Regina, il vecchio Ospizio, l’ex colonia villa San Patrizio, tutti siti in discussione per le ristrutturazioni richieste, in certi casi per vere e proprie trasformazioni proposte. In tutte le circostanze sono nate e sono ancora da superare polemiche, sospetti, ingiunzioni. Sempre, dove c’è il mattone di mezzo, nascono contrasti e contraddizioni. Si sviluppano anche cause, fermo lavori, ricorsi al Tar. Possibile, si chiede l’”uomo della strada”, che non si riesca a formalizzare un progetto nella maniera più serena e consona - nonché rispettosa di leggi e regole – senza addivenire a liti, senza entrare in conflitto con l’Ufficio Tecnico, oppure senza andare per avvocati con vicini e confinanti che ritengono di aver subìto soprusi? Avete presente la ristrutturazione del Miramare? E le polemiche seguite alla trasformazione dell’ex colonia Bellosguardo? In Paese ci sono tre siti che stanno per entrare in ristrutturazione (forse trasformazione): il vecchio Ospizio S. Giuseppe, la vecchia colonia “Mater Amabilis” e la colonia storica “Villa S. Patrizio”. Tutti e tre i siti sono coperti da vincoli di varia natura. Chi subisce un vincolo urbanistico-storico, chi vanta un vincolo scolastico, chi invece ne ha uno paesaggistico. In tutti i casi, potete scommetterci, si farà di tutto per by-passare tali vincoli. Ci sta già provando, non senza fatica l’Oasi (la colonia di villa Garnier), acquistata dalla società torinese “Baia dei Saraceni”, la quale vorrebbe trasformarla in un condominio di 20 alloggi così come è avvenuto per altre realtà analoghe. In Comune però, hanno bloccato tutto per un vincolo “scolastico” che si vorrebbe (solo qui?) far rispettare. Diversa la situazione del vecchio Ospizio in Piazza Padre Giacomo. L’A.R.T.E. (ex IACP) dovrebbe aver acquisito l’intera proprietà, per trasformarla in alloggi di residenza popolare. Si parla anche di costruire garage e posti auto di pertinenza sotto il campetto di Santa Rosa. Anche qui c’è un vincolo storico-urbanistico che sicuramente verrà rispettato dall’A.R.T.E., così come siamo sicuri verranno rispettate tutte le peculiarità storiche che l’edificio incarna. Della villa S. Patrizio sappiamo poco. Subisce anche lei un vincolo ambiental -paesaggistico in virtù della sua posizione e dello splendido giardino che si ritrova ma anche, per noi che ce lo ricordiamo, della sua funzione di casa di cura per bambini bisognosi. In questi giorni ci sono operai al lavoro per svuotare gli interni dalle suppellettili e perfezionare le chiusure. Ci dicono che il Comune ha fatto valere il suo diritto di prelazione sulla struttura, al fine di poterla eventualmente acquisire lui. Per adesso quindi, bocce ferme. E’ doveroso chiederci, come cittadini attivi sul territorio, se c’è una sostenibilità nel prevedere ulteriori sviluppi abitativi nella nostra area. E ancor di più se c’è un’etica dello sviluppo urbanistico in una zona già da tempo saturata e messa sotto pressione come testimoniano le ben cinquantuno agenzie immobiliari che operano a Bordighera. pigici Perché Bordighera. cittadine rivierasche, per godersi la pensione? Mi è stato risposto in maniera precisa ancorchè sorprendente. Bordighera si sceglie perché è di moda. Non Sanremo, non Ospedaletti, meno che mai la riviera savonese. Tutti vogliono Bordighera poiché irradia un fascino particolare. Sarà per la Regina, sarà per gli Inglesi, sarà per il clima, sarà per i Pittori, ma se qualcuno ha dei soldi da investire sul mattone, li investe qui. Si spiegano così l’elevato numero delle agenzie immobiliari, delle banche e degli addetti ai lavori che speculativamente insistono attorno a questa risorsa che pare essere senza fine. Wolf L’altro giorno ero al porto e mi sono trovato a parlare con un gruppo di avventori del luogo. Gente che viene da fuori, ha casa qui, possiede la barca nonché l’ormeggio nel nostro pittoresco approdo. Parla che ti parla, ovviamente siamo arrivati a disquisire come sempre capita – su Bordighera, sui suoi problemi, sulle presunte infiltrazioni mafiose, sui difetti di noi bordigotti, sulla speculazione edilizia e così via. Ad un certo punto, scocciato da queste continue lagnanze, ho chiesto loro come mai continuano ad abitare qui e perché hanno scelto proprio Bordighera e non altre Pagina 2 Paize Autu 14 maggio: UNA GRANDE FESTA DI POPOLO E lo si vede dalla moltitudine di persone che partecipano alle funzioni religiose, in particolare alla suggestiva processione pomeridiana a cui partecipano credenti e non credenti, a suggellare un legame con il Santo Patrono che travalica ideologie e sensibilità, per affratellare tutti in un comune amore per Bordighera. Chi non prova un brivido di emozione quando S. Ampelio esce dalla Chiesa e si affaccia (“prepotentemente” nella sua semplicità) sulla piazza? Proprio nel momento in cui la banda intona il suo inno: “Del nostro popolo letizia ognor Ampelio prega..” che l’indimenticato don Ghersi scrisse a suo tempo, interpretando meravigliosamente gli umili sentimenti dei bordigotti? Una processione che, pur nella ripetitività quasi ipnotica, rimane l’evento centrale di tutta una settimana di festeggiamenti. Da due anni a questa parte, noi del “Risveglio” abbiamo proposto un momento conviviale, per accompagnare il concertino che la Banda di Bordighera offre ai presenti, prima che essi si disperdano senza ritrovarsi più, magari fino al prossimo anno. Il brindisi, che assieme alla Parrocchia si è voluto organizzare con un biscottello ed un bicchiere di spumante, si sta trasformando in una necessità nutrizionale – data l’ora di merenda – per molti partecipanti (bordigotti e turisti). La festicciola dopo la processione non deve trasformarsi in una sagra paesana, ma deve rimanere un momento conviviale quasi intimo, per il piacere di salutarsi, per ritrovarsi e magari, subito dopo continuare ad ingannare il tempo trasferendosi al festino sul Capo. Non era e non è nelle nostre intenzioni tramutare l’evento in una “Merenda sinoira” come alcuni ospiti hanno interpretato nel “gradire” il volutamente non troppo ricco buffet. A proposito del festino sul Capo. Ha attirato come al solito una marea di gente, anche perché risulta essere il primo della stagione, articolato su più giorni e con una offerta pressoché completa di intrattenimento. Quest’anno è stato organizzato dalla associazione “Rinascita Borghettina” che ha interpretato in maniera encomiabile l’incarico. Molte le novità inserite nel programma. La pizza, i gelati, gli spettacolari barili di birra in bellavista a fare il paio con una stupenda azalea alberata. Qualche giorno prima sono stati distribuiti utili pieghevoli di presentazione con prezzi e spiegazioni esaurienti. Qualche inevitabile piccola polemica sull’attribuzione e la rotazione dell’incarico fra i vari Comitati festeggiamenti, non ha disturbato più di tanto il fluido svolgersi delle serate. Nel tardo pomeriggio presso la Casa di Riposo “ Villa Santa Rosa“ si è tenuta una pubblica riunione, indetta dall’Associazione Culturale “Descu Rundu” (espressione dei ristoranti Carletto, La Cicala, Magiargè, La Via Romana in Bordighera e Osteria dell’Acqua Dolce — Il Tempo Ritrovato a Dolceacqua). Nel corso della stessa è stato proclamato il nominativo del destinatario del premio “ Parmurelu d’Oru 2009” istituito lo scorso anno e già assegnato alla concittadina Prof.ssa Mara Lorenzi. Premio riservato, secondo regolamento, “a personaggio vivente, nato o residente o riconducibile alla nostra città, che ne abbia onorato il nome nel campo delle scienze, lettere, arti, industria, lavoro, sport, spettacolo, volontariato, politica” La Giuria composta da: Prof.ssa Giannina Borelli, Dr. Ugo Ingenito, Dr.ssa Gisella Merello, Rag. Italo Orengo, Signor Alessandro Seghezza del Risveiu Burdigotu, Signor Ampeglio Verrando, presidente (presidente), Sig. Romolo Giordano (Descu Rundu), ha vagliato le proposte avanzate ed ha deliberato all’unanimità di assegnare il premio al Sig. Daniele Audetto, con la seguente motivazione: Paize Autu Pagina 3 “Formatosi inizialmente all’Accademia d’Arte Moderna di Brera, in gioventù esprime la sua creatività nella pittura e nella musica jazz conseguendo diversi riconoscimenti. Da circa quarant’anni è protagonista negli sport dei motori. Inizia partecipando ai più prestigiosi Rallies europei in qualità di copilota nelle scuderie Lancia e Fiat. Approda in Formula 1 a metà degli anni settanta e svolge il ruolo di Team Manager di alcune tra le maggiori case automobilistiche mondiali; in particolare della squadra Ferrari nelle stagioni 1976-77. Successivamente e fino ad oggi ricopre incarichi di primaria importanza a livello tecnico e commerciale di aziende motoristiche a livello mondiale. A Bordighera, dove è cresciuto e dove ha casa, torna regolarmente con la sua famiglia Durante la sua lunga e prestigiosa carriera ha sempre ricordato e onorato la nostra città “. Durante il predetto incontro, aperto a tutti gli interessati, il “ Descu Rundu”, associazione organizzatrice del Premio, accogliendo la generosa donazione della premiata dello scorso anno, Prof. Mara Lorenzi, ha bandito il concorso “Giovani idee per il futuro di Bordighera“ riservato a giovani dai 16 ai 22 anni, nati o residenti a Bordighera, per proposte di progetti originali e lungimiranti che possano arricchire il futuro della nostra città. Monte premi € 2000,00. La consegna dei premi avverrà in una data successiva, che verrà resa pubblica, nell’ambito di un eventoorganizzato dalla Associazione “ Descu Rundu “ col patrocinio della Città di Bordighera. ******* BORDIGHERA NELLA STORIA, 2 IL COMPLEMENTO Che pomeriggio, sabato 16 maggio per la presentazione del nuovo libro della professoressa Anna Maria Ceriolo Verrando: “Bordighera nella Storia, 2 - Pagine di vita civile, socio-economica, religiosa e quotidiana della comunità di Bordighera tra XVI e XVII secolo.” Un folto pubblico appassionato, coinvolto, interessatissimo agli argomenti, peraltro chiarissimamente esposti dalla stessa autrice e dal direttore dell’archivio Storico Ingauno Prof.ssa Josepha Costa Restagno. Un lavoro, questo suo ultimo libro, che la prof.ssa Ceriolo ha voluto fermamente, per regalarlo alla Città, consegnandolo alle splendide sale dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri, il celeberrimo “Centro Nino Lamboglia” che ospita tra LIRICHE BORDIGOTTE - da una maestra nella festa patronale l‘altro, nel salone “Pompeo Mariani”, una interessantissima collezione di quadri del FIJOEI D’ANCOEI pittore monzese. Fijoei d’ancoei, cume i vurei? Un folto pubblico, diceVe i dagu ch’i san parlà fransese, inglese, fina giapunese vamo, e tanta bella gente che ma i nu san l’italian. volentieri si ritrova a questi Ve i dagu che i son cresciui ben: appuntamenti culturali; ma Cui umugeneizai, a Nutéla, e u frigu cen, di una cultura popolare, ma nu staighe a dà du pan...cu ingrascia! I vurei purtà a marina? Purei, se prima i son andai in piscina! I a ciama “acquaticità” ma l’è sulu pe imparà a noeà. Mi ghe l’on tuti bravi a scoera Basta che nu i fase studià ciù de in’ura. I mei garsui i san giugà ben au balun Che nu se sa mai I diventese in campiun. E garsune che ina vota i l’imparava a cuije Avù i voen fa e veline e i canta de longu a gran vujie. E mi che son a cigoegna Ve digu: “acataiveli si fijoei, Che ghe n’on cen u fundu. Nu ve i dagu au desbaratu, Pe piaveli duvei dame contu De daghe sulu tantu amù. accessibile e perseguita da molti - Bordigotti e non che amano la Città e la sua sorprendente storia. Quante cose abbiamo imparato dal suo primo libro, quante ne scopriremo leggendo il seguito, pubblicato dall’Istituto Internazionale di Studi Liguri in tiratura “importante”. Volume che si può acquistare presso lo Istituto e a seguire presso la libreria “Amico Libro”, in Via Vittorio Emanuele e “Cesare Perfetto” in C.so Italia. Il prezzo dovrebbe aggirarsi sui 25 Euro. Al termine della presentazione il consorte della Autrice, il nostro redattore Ampeglio Verrando, ha voluto fare un brindisi di saluto e di augurio offrendo i famosi “bescoeteuli” in odore di riconoscimento De.Co.Auguri e buoni propositi a cui noi del “Risveglio” aderiamo con affetto e ammirazione, in attesa degli ulteriori contributi che questa straordinaria coppia di bordigotti saprà darci in futuro. Grazie Anna Maria, grazie Ampeglio. La Redazione e il Direttivo du “Risveiu Burdigotu” L’Autrice mentre firma le dediche con a fianco il marito Ampeglio Pagina 4 Paize Autu PADRE GIACOMO VIALE: “U FRATIN” a cura di Franco Zoccoli ad Airole, i quali avreb- ancora entrare in con- ra, assistenza agli amma- E d il tempo passò anche ad Airole ed anche per la famiglia Viale. Papà Alessandro rimasto vedovo, con dei figli piccoli, si risposò ma la seconda moglie, cagionevole di salute aveva bisogno di cure. I raccolti negli ultimi anni non erano stati buoni, fu quindi costretto a contrarre debiti e, per onorarli, a vendere delle proprietà. Serafino continuò gli studi, ma non si hanno notizie certe di dove; si presume presso il convitto voluto dal Vescovo di Ventimiglia presso il Seminario, in quanto oramai Don Filippo non aveva più nulla da insegnargli. Ma papà Alessandro aveva anche un altro cruccio, la vocazione di Serafino, della quale non si era certamente scordato. Oramai Serafino aveva 17 anni e bisognava prendere una decisione ed Alessandro la prese. Scrisse a suo fratello Pacifico che era frate francescano dell'ordine dei Minori Osservanti e risiedeva a Genova nel convento dell'Annunziata, ma ahimè non riceverà mai nessuna risposta. Si ricordò allora dei padri che erano venuti da Roma a predicare, quando il Vescovo Biale aveva fatto visita pastorale bero portato volentieri con loro Serafino che aveva appena nove anni.Valeva la pena allora tentare un viaggio, adesso che più grande aveva mantenuto tutte le aspettative. La partenza fu alquanto dolorosa per tutti ed il viaggio che li aspettava impegnativo, oltre che oneroso ed incerto. Siamo nel 1847 ed almeno sino a Genova si dovrà andare con la diligenza, per la via cornice. Papà Alessandro non voleva fermarsi a Genova per far visita al fratello Pacifico, ma poi cambiò idea. Si presenta così con Serafino da suo fratello al convento, forse per un saluto, o forse per chiedere ospitalità per la notte, o forse soltanto per dimostrargli che non gli serbava nessun rancore per non avere ricevuto risposta alla sua lettera, od ancora per fargli conoscere Serafino oramai cresciuto. E fra Pacifico senza dubbio rimane colpito dal nipote, tanto che quando giunge il momento della partenza, rivolgendosi al fratello gli dirà che il viaggio a Roma è superfluo, visto che nel convento vi è tutto quanto serve a Serafino per continuare gli studi, e quindi può rimanere lì con lui. Il viaggio di Serafino si ferma dunque sotto la Lanterna, ma lui non può vento come novizio perchè deve aspettare di avere 17 anni compiuti. Nei mesi che mancano, vivrà in una piccola pensione, e a Genova troverà un coetaneo che aveva diviso con lui i banchi di Don Filppo ad Airole, e la mamma del medico condotto di Airole che ogni tanto ospiterà entrambi a pranzo nella propria casa. A 17 anni viene accolto finalmente nella casa di noviziato di Oregina, ed il 29 agosto 1847, gli viene imposto solennemente il saio francescano, che non abbandonerà mai più, e da quel giorno scomparirà Serafino, e nascerà Giacomo. Anche della vita di novizio di frà Giacomo, si hanno poche notizie, ma senza dubbio si sarà attenuto alle regole generali dell'Ordine Francescano, regole alle quali si atterrà poi per tutta la vita. Il noviziato sarà duro, perchè rigide sono le regole dell'ordine, fatte di mortificazione e preghie- lati ed agli ultimi, come oggi chiamiamo quelli meno fotunati di noi; di presenza ai riti religiosi, sia di giorno che di notte. Fra Giacomo forgia così il suo carattere ed impara a frenare il suo temperamento un pò impulsivo. Nel 1848 fra Giacomo termina il noviziato, ma non la sua istruzione. Deve imparare la Sacra Liturgia e continuare con gli studi e con gli obblighi che la regola gli impone. Non sono giorni facili, anche per le malattie che la salute cagionevole gli procurerà, ma come sempre con la determinazione che lo contraddistinguerà per tutta la vita, supererà anche queste vicissitudini, e dopo il susseguirsi dei vari rituali, il 17 dicembre 1852 nella chiesa di santa Marta in Genova, l'Arcivescovo Giovanni Battista de Albertis, gli conferirà il sacerdozio. E fra Giacomo diventerà e rimarrà per sempre " Padre Giacomo ".... 2. continua. Paize Autu Pagina 5 AREA PORTUALE a cura di Mauro S. lasciarlo sfogare, mai sfidarlo, potrebbe punirti. A quei tempi si usciva di Volevo fare due chiacchiere con un pescatore, uno notte, con le lampare, alcudi quegli uomini che condu- ne barche a remi rimorchiacono una vita fuori dalla te da una barca a motore e noiosa routine: questa gente poi al largo, quelle piccole un po’ rude nei modi ma luci nell’immensità del macon il cuore grande così. re illuminavano fiocamente Salvatore Ioviero invece mi il nostro lavoro e la nostra ha detto: Non voglio parlare speranza di tornare con un di me ma di un grande pe- buon pescato. Con i suoi scatore, Franco De Benedet- modi un po’ rudi da uomo ti, uno degli ultimi della di mare ma con grande pa“vecchia guardia”. Quando zienza mi ha fatto partecipe ero ragazzo ancora un po’ alle sue grandi esperienze. timoroso del mare, andavo a Ricordo le grandi battute di pesca con Lui e sapeva in- pesca alle acciughe, quando fondermi coraggio con la si rientrava al mattino con 4 sua sicurezza; mi ha inse- o 5 barche colme di pesci gnato quando era tempo di fino al bordo. Altre mille uscire o di restare in porto; piccole e grandi esperienze Il gruppo di delfini fotografati davanti al porto mi ha insegnato tutto sulla ed avventure si accavallano plari che incominciano a pesca, sui capricci del tem- nella mente, non basterebbe 8 maggio - Delfini giocare intorno alla barca, po e del mare e di averne un grosso libro per descriCome fa spesso Roberto passarci sotto, intorno e rispetto: Il mare è un vec- vere il tutto! Posso dire solo chio un po’ permaloso e Grazie Franco, un Grazie ed un amico, pescatori dilet- saltare, fare evoluzioni: Soquando si arrabbia bisogna dal più profondo del cuore. tanti, erano usciti in mare no sbigottiti, non hanno mai per vedere se si pescava visto i delfini così da vicino, Riceviamo e volentieri pubblichiamo Mi riferisco all'articolo Area Portuale di Mauro S. sul vostro qualcosa ma verso le 9 ve- letteralmente a qualche mePaize Auto del 5 Maggio 2009 nel quale ( parrebbe con tono di dono una pinna “sarà un tro da noi, quasi da toccarli approvazione) si dà notizia che "verranno installate sbarre" per pesce luna, andiamo a vede- e inoltre così a riva, dai 50 impedire l'accesso al porto agli "estranei". A tale proposito ho re…” e spegne il motore; ai 100 metri dalla costa! esaminato con attenzione e in loco gli effetti della recinzione e all’improvviso salta fuori un Non abbiamo preso niente sono sempre più convinto che tale opera non sia opportuna. delfino, e poi un altro ed un ma non importa, uno spettaPerchè sottrae ai cittadini un'area, quella del porto, che è pub- altro ancora! Sono una colo così bello e affascinanblica e non solo di chi vi tiene in permanenza una barca quindicina di grossi esemte non ci era mai capitato. Un grande Pescatore (pagando un canone molto basso e utilizzando l'imbarcazione per ben poche giornate all'anno); inoltre perchè riduce la disponibilità di parcheggi ( circa 80) in quell'area che è di interesse turistico e paesaggistico e alla quale spesso accedono persone in visita al porto ( magari anziane, spesso con bimbi ). Vi sarei grato se voleste far conoscere all'amministrazione la contrarietà di molti cittadini a una spesa, quella della recinzione, che ritengono, come contribuenti da non fare in quanto non necessaria per la stragrande maggioranza dei bordigotti 'paisenghi e marinenghi '. Ringrazio e porgo cordiali saluti. Ferruccio Nardini Con preghiera di pubblicazione. ***** In risposta alla mail del Gent. Sig. Nardini, faccio presente che trovo il termine “recinzione” decisamente inesatto in quanto è stato limitato l’accesso esclusivamente ai mezzi estranei all’attività portuale e non alle persone, che possono passeggiarvi tranquillamente, esattamente come sul lungomare (anch’esso recintato?) ma, a differenza di quest’ultimo, il porto è autoge- stito con il canone pagato da chi vi tiene una barca. E’ appena il caso di rammentare che ogni struttura portuale è regolamentata nel traffico, compresa la nostra che da decenni fa bella mostra di cartelli di divieto d’accesso che vengono regolarmente disattesi come avviene, anche se in misura minore, sul lungomare, struttura pubblica la cui manutenzione è a totale carico dei contribuenti. Sono sicuro che nell’esaminare attentamente la situazione portuale, a Lei non è sfuggito il serio rischio di passeggiare sul molo foraneo (specialmente per persone anziane e bimbi) perchè manca una ringhiera protettiva, infatti c’è il divieto di transito pedonale, oppure l’inopportuno e ben poco igienico posizionamento dei banchi di vendita del pescato nelle immediate vicinanze del cantiere, specialmente in questi giorni di levante con polvere di pittura svolazzante, anche a “beneficio” di chi vi passeggia. Colgo l’occasione per invitare chi di competenza, ad esaminare seriamente la possibilità di consentire ai pescatori di allestire i loro banchi in luogo più idoneo e possibilmente nelle vicinanze dell’accesso al porto, per agevolarne l’attività commerciale. Mauro S. Paize Autu Pagina 6 UN CENTRO (MOLTO) SOCIALE P er il Paese Alto (ma potremmo senza meno affermare per tutta Bordighera), risulta una vera eccellenza. Sarà per la sorprendente locazione della sede nel suggestivo villino “Levratto”, contornato dallo splendido giardino già della Villa S. Patrizio; sarà per la intelligente riqualificazione del sito e la ragionata opera di arredamento degli interni; sarà per la intensa attività associativa; sarà per la perfetta organizzazione del sodalizio, ma questo “Centro Sociale Insieme Senza Età” è diventato - col tempo - un punto d’orgoglio della nostra comunità. Quattrocentoventi iscritti, accuditi da venti volontari che si occupano dei servizi e dell’assistenza ai soci; un bilancio certificato che presenta orgogliosamente il minimo attivo che serve per far vedere quanto il Direttivo sia attento a spendere e ad investire il massimo, mantenendo sempre il timone nella zona blu dei conti; un programma di gite, di incontri, di conferenze, di spettacoli da far invidia ai Centri Sociali metropolitani, quelli che hanno lo stesso nome ma non perseguono assolutamente identiche filosofie. Il presidente Margherita Salice, coadiuvata dallo infaticabile segretario Costantino Gozzi, presiede un Direttivo affiatatissimo che vede nel vicepresidente Franco De Benedetti, nei consiglieri Paola Biancheri, Milena Tubino, Anna Truzzi, Mario Ventura, Elisa Biancheri e nei revisori dei Un ristretto del Direttivo al lavoro nella segreteria del Centro conti Angela Moretto e Franca Simplicio, degli appassionati collaboratori. Al Centro non si fanno mancare niente. Le piacevoli gite di un giorno (Costa Azzurra, Alba, Venaria Reale); quelle di più ampio respiro, articolate in più giorni (Mont St. Michel e la Bretagna, l’Emilia Romagna, la Camargue); le intriganti incursioni per coccolarsi alle Terme (Salsomaggiore e dintorni). Insomma una maniera per impiegare il tempo in modo attivo, partecipe e ben compenetrato nel territorio in cui si vive. E poi i balli (tutte le settimane), il cinema al venerdì e all’occorrenza conferenze, dibattiti, incontri di vario genere e umanità. Il villino Levratto è stato molto ben ristrutturato dal Comune che lo ha poi consegnato all’Associazione, la quale ne ha perfezionato lo arredamento. La struttura si sviluppa su due piani. Al terreno l’elegante ingresso con la biblioteca adiacente, curata dal volontario Gianfranco Blancardi. Dall’altro lato la sala con i tavolini per l’intrattenimento conviviale: giocare a carte, leggere, chiacchierare, assumere un caffè in compagnia In prossimità delle scale la cucina ed il primo dei due servizi igienici a norma; le scale che portano al piano superiore il quale ospita il salone di rappresentanza e delle adunanze, la direzione e la segreteria, il secondo servizio igienico ed un locale di sgombero adibito a dispensa. I ladri hanno già visitato alcune volte il Centro facendo più danni di quanto rubato. Sono state rinforzate quindi le strutture di antintrusione ed è stata posta una robusta recinzione ben integrata nel paesaggio. Per aderire al “Centro Sociale, Insieme Senza Età” basta pagare € 10 annui ed iscriversi presso la segreteria, tutti i pomeriggi dalle 15 alle 18, dal lunedi al venerdì. Il Centro (in Via dei Colli, 13 – 18012 Bordighera – tel. 0184266507) non è operativo nei mesi di luglio e agosto. ********* UN CARO RICORDO Se il Centro Sociale è diventato quell’eccellenza da tutti riconosciuta, lo dobbiamo senza meno alla attuale illuminata dirigenza; ma se il Centro esiste lo si deve indiscutibilmente alla figura della professoressa Maria Teresa Dainotti. Innamoratissima del Paese Vecchio confidava alla sua carissima amica Maria Pia (la prof.ssa Maria Pia Pazielli) il desiderio di fare qualcosa, per i suoi abitanti, Paize Autu Pagina 7 in particolare per i non più giovani. Fu così che metabolizzò la socialità di un Centro per accogliere giornalmente, con intenti culturali di intrattenimento, coloro che avevano molto tempo libero e che volessero magari trascorrerlo in maniera diversa dalla solita dipendenza televisiva. Assieme ad Elio Lupi e a Poldino Roggeri ottenne dal Comune (sindaco Vignali e assessore alla Cultura Bosio) l’autorizzazione di usare un padiglione distaccato della Villa S. Patrizio, sulla Via dei Colli dove nacque - nel giugno 1990 - il “Centro Sociale Bordigotto”. Con un Direttivo composto dallo stesso Lupi, da Marcella Vagnietti, da Armida Agnoletti e da Adolfo Frecentese iniziò un attività fatta di comunicazione, di intrattenimento e, forte della sua esperienza di professoressa (ha fatto scuola per anni ad Alessandria d’Egitto), anche di insegnamento. Nel Centro si dedicava in particolare alle persone più anziane che sentiva più bisognose di ascolto e di attenzione. Ai suoi collaboratori confidava la gioia nel vedere queste persone tornare a casa, dopo un pomeriggio insieme, più distese e sorridenti. Donna di grande cultura, sensibilità e dolcezza ha scritto un libro su Madre Teresa di Calcutta che - a questo punto - merita leggere. a cura di G.C. Pignatta (Documentazione e ricordi storici di Ampeglio Verrando) TIRO A SEGNO Telegramma dal Beodo Il Beodo, oltre ad essere un sito storico ambientale, è principalmente un sentiero comunale e, come tale, deve essere posto in sicurezza, essendo frequentato dai proprietari delle campagne e dai molti turisti che cercano la cascata di Nestel. Mesi fa si era verificata una frana, ma nulla è stato fatto per ripristinare lo smottamento (a parte una striscia bianca e rossa di plastica). Eh si che nei ponti del 25 aprile e del primo maggio, sono transitate parecchie persone in cerca di pace, tranquillità e scampoli di storia. Inoltre ci sarebbe da fare l’erba che, in alcuni punti, è davvero alta ed ostacola il cammino. Questi interventi devono intendersi di normale manutenzione e nulla hanno a che vedere con il progetto del recupero del Beodo. Alle reiterate proteste è stato risposto che c’è in atto un contenzioso con la ditta appaltatrice la quale, di norma, si occupava dei lavori. Ma la soluzione pare vicina….pare! Vandali all’Ospizio Non se n’è accorto quasi nessuno quando ignoti vandali hanno messo a soqquadro i locali del vecchio ospizio, oramai vuoto ed in attesa di essere riconvertito. Estintori scaricati nelle camere, materassi buttati all’aria, mancorrenti divelti, marmi spaccati, mobilio distrutto, suppellettili rotti. Un “regalo” offerto alla nostra Comunità non certo da extraterrestri, ma da (conosciuti?) zombi nostrani. Writers Forse sono gli stessi zombi di cui sopra gli scrittori che hanno imbrattato muri e pietre del Centro Storico e del Beodo con vernici indelebili, causando danni mica da poco. Possibile che nonni e genitori che vedono i loro “pargoli” maneggiare le malefiche bombolette, non intervengano spiegando loro i danni che vanno a causare? Arte, Turismo, Cultura ….A PROPOSITO DI MONET I l 30 aprile si è aperta a Milano, a Palazzo Reale, la mostra dal titolo: ”Monet, il tempo delle ninfee”. Sono presenti una ventina delle più belle ninfee dipinte da Claude Monet nel suo giardino di Giverny. L'artista si stabilì a Giverny nel 1883, esattamente un anno prima del suo arrivo a Bordighera, nel gennaio del 1884. Nel 1891 finalmente gli impressionisti vanno per la maggiore e Monet, tranquillo sotto il profilo economico, acquista la proprietà di Giverny, in un primo tempo presa in affitto, e la trasforma in un luogo incantato, acquisendo altri terreni circostanti. Crea uno stagno artificiale nel quale mette a dimora diverse ninfee e come lui stesso dice: ”Forse devo ai fiori l'essere diventato un pittore, ho preso la tavolozza e d'allora non ho avuto altri modelli che le mie ninfee”. Il tempo delle ninfee non si conclude con la mostra milanese aperta fino al 27 settembre, infatti dal 13 settembre anche il Museum of Modern Art di New York, omaggia l'artista nella mostra: ”Monet's Water Lilies”. Infatti nel 1955 il Moma di New York fu il primo museo pubblico statunitense ad acquistare una composizione di ninfee. Due sono gli ultimi record di vendita d'asta raggiunti dall'artista: 41 milioni di dollari nel maggio 2008 e 80 milioni di dollari nel giugno dello stesso anno. Dopo questa premessa, mi viene spontanea la seguente considerazione: ”si potrà un giorno organizzare una Mostra sui capolavori che Monet eseguì a Bordighera?” Già due anni fa su varie testate giornalistiche avevo suggerito il seguente evento: ”Pompeo Mariani, Claude Monet, Ennio Morlotti, tre grandi artisti, un unico denominatore, la Liguria ed il suo estremo ponente”. Non ho perso la speranza e continuo ad insistere affinchè questa Mostra si possa fare. Darebbe lustro a Bordighera, al nostro ponente, ed all'intera regione. Non bisogna dimenticare che a Bordighera sono ancora ben visibili ed identificabili i luoghi ed i punti dove Monet ha posto il cavalletto e ha dipinto i suoi capolavori. Contrariamente a quanto erroneamente affermato in alcune pubblicazioni, il famoso Giardino Moreno, tanto decantato da Monet, sopravvive in almeno 3 luoghi a Bordighera: nel giardino di Villa Palmizi, nel giardino di Villa Schiva, e in maniera molto più ampia e rilevante, nel giardino dell'attuale Villa Mariani, come si evince dalle planimetrie catastali e dagli atti notarili d’epoca, presenti nell'archivio della Fondazione Pompeo Mariani. Credo che questa sia una straordinaria realtà, che meriti considerazione e in tempi brevi, un progetto di levatura internazionale. Pensate che cosa straordinaria poter vedere i luoghi, le opere, accompagnati da ampia e precisa documentazione e da un accurato catalogo bilingue. Quanti turisti, arriverebbero a Bordighera? Credo e sono convinto di aver dato in questi anni, preziosi ed utili consigli, che altri hanno fatto propri, senza però arrivare al dunque. Sono sincero, aspetto da tempo che qualcuno si faccia avanti e collabori con me a realizzare un sogno possibile, che abbia lo stesso amore, la stessa passione per questa cittadina, tanto bella, tanto affascinante che non finisce mai di sorprendere. Attendo nuove! Carlo Bagnasco BUON COMPLEANNO Cara Pina, stanu i son sentusinche (105). Te famu tanti auguri anche da parte de tutu u Paize. Tegnite ben in salute e ti devi savè che te vuremu tantu ben. “U Risveiu” Paize Autu Una marcia da record Davvero non ci aspettavamo di punzonare 615 partecipanti. E’ stato un tripudio di facce, di forme, di abbigliamenti, di tic. Per le ultime 15 iscrizioni ci sono mancati i cartellini ed abbiamo dovuto rifugiarci in un escamotage pratico per fare partire i concorrenti. Sebbene la corsa sia, dichiaratamente non competitiva, ci tenevamo alla correttezza delle formalità. Alla fine anche le medaglie sono venute meno. E meno male che se n’è accorto subito qualcuno del Direttivo a dirottarne qualcuna, in particolare per quei partecipanti che, venendo da fuori, potevano non averla l’indomani. Hanno vacillato, ma alla fine hanno tenuto, i rifornimenti dei quattro punti di ristoro, all’interno dei quali sono state messe a dura prova le bevande, le pisciarade e i “pan e pumata”. Alla fine tutti arrivati e tutti ben disposti alla consueta spaghettata. Dobbiamo ringraziare gli amici della “Rinascita Borghettina” i quali con grande cordialità e disponibilità ci hanno lasciato usare le strutture predisposte sul Capo per il festino, risparmiandoci così allestimenti e faticosi traslochi. Grazie ancora a Laganà & C., con la speranza di poter un giorno contraccambiare la cortesia. Grazie anche al Sindaco che non ha voluto mancare l’appuntamento con le premiazioni, così come ama fare tutti gli anni. Un grazie a tutti gli sponsor e a tutti gli enti, le persone fisiche e le realtà produttive che hanno voluto esserci con coppe, targhe, gadget e doni vari, tutti regolarmente distribuiti ai vari concorrenti con la tecnica delle estrazioni. La trentaseiesima edizione ha visto, come sempre accade, miscelarsi campioni “che fanno i tempi” e gitanti che “si godono il panorama”. Il tempo splendido ha fatto da confacente corollario alla giornata che ha visto i primi arrivati in un tempo – comunque sempre buono – anche se non da record assoluto. I primi dieci, tutti arrivati in un bouquet di una decina di minuti, se la sono cavata in 50 minuti. Con più comodità sono arrivati, a seguire tutti gli altri. Come di consueto abbiamo monitorato i primi cento i quali hanno tagliato il traguardo nell’ambito dell’ora e quaranta minuti. Oltre ai “professionisti” in quest’ambito sono giunte alcune donne “toste”, bambini dai 7 ai 12 anni, adulti vetusti (il più vecchio di 88 anni), perfino alcuni ipovedenti. Molti anche i cani al seguito a cui non è stata fatta mancare acqua fresca lungo tutto il percorso. Ore 09.30: Pronti, Via! I primi arrivati: il primo uomo e la prima donna Paize Autu Direttore Responsabile: Giancarlo Pignatta Registrazione del Tribunale di Sanremo nr. 03/08 del 04/07/2008 Direzione-Amministrazione-Redazione: 18012 Bordighera Alta – Via alle Mura, 8 Le firme impegnano gli autori degli articoli Stampato in proprio a Bordighera Alta Collaboratori: Stefano Albertieri, Mario Armando, Carlo Bagnasco, Simona Biancheri, Anna Maria Ceriolo, Giacomo Ganduglia, Claudio Gazzoni, Irma Murialdo, Alessandro Seghezza, Ampeglio Verrando, Franco Zoccoli, Lucia Xaiz. Sito informatico a cura di Mauro Sudi Un Sindaco premiatore “U Risveiu Burdigotu” Sede: Via alle Mura 8 18012 Bordighera Alta Orario : lunedì e venerdi dalle ore 16,00 alle 18,00 giovedì dalle 21 alle 23 e-mail: [email protected] Internet:www.urisveiuburdigotu.it Telefono: 3464923130 Pagina 8