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Giugno - U Risveiu Burdigotu

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Giugno - U Risveiu Burdigotu
“ Paize Autu”
Periodico dell’Associazione “U Risveiu Burdigotu”
Posteitaliane S.p.A. spedizione in Abbonamento Postale –70% CNS/CBPANO/IMPERIA
Anno 2 n. 6 Giugno 2009
ETICA E URBANISTICA
L
’Oasi, il Beau Rivage, L’Angst, Villa
della Regina, il vecchio Ospizio, l’ex colonia villa San
Patrizio, tutti siti in discussione per le ristrutturazioni
richieste, in certi casi per
vere e proprie trasformazioni proposte. In tutte le circostanze sono nate e sono ancora da superare polemiche,
sospetti, ingiunzioni. Sempre, dove c’è il mattone di
mezzo, nascono contrasti e
contraddizioni. Si sviluppano anche cause, fermo lavori, ricorsi al Tar.
Possibile,
si
chiede
l’”uomo della strada”, che
non si riesca a formalizzare
un progetto nella maniera
più serena e consona - nonché rispettosa di leggi e regole – senza addivenire a
liti, senza entrare in conflitto
con l’Ufficio Tecnico, oppure senza andare per avvocati
con vicini e confinanti che
ritengono di aver subìto soprusi? Avete presente la ristrutturazione del Miramare? E le polemiche seguite
alla trasformazione dell’ex
colonia Bellosguardo?
In Paese ci sono tre siti che
stanno per entrare in ristrutturazione (forse trasformazione): il vecchio Ospizio S.
Giuseppe, la vecchia colonia
“Mater Amabilis” e la colonia storica “Villa S. Patrizio”. Tutti e tre i siti sono
coperti da vincoli di varia
natura. Chi subisce un vincolo urbanistico-storico, chi
vanta un vincolo scolastico,
chi invece ne ha uno paesaggistico. In tutti i casi, potete
scommetterci, si
farà di tutto per
by-passare tali
vincoli. Ci sta
già provando,
non senza fatica
l’Oasi (la colonia di villa Garnier), acquistata
dalla
società
torinese “Baia
dei Saraceni”, la
quale vorrebbe
trasformarla in
un condominio
di 20 alloggi
così come è avvenuto per altre realtà analoghe. In Comune però, hanno
bloccato tutto per un vincolo
“scolastico” che si vorrebbe
(solo qui?) far rispettare.
Diversa la situazione del
vecchio Ospizio in Piazza
Padre Giacomo. L’A.R.T.E.
(ex IACP) dovrebbe aver
acquisito l’intera proprietà,
per trasformarla in alloggi di
residenza popolare. Si parla
anche di costruire garage e
posti auto di pertinenza sotto il campetto di Santa Rosa.
Anche qui c’è un vincolo
storico-urbanistico che sicuramente verrà rispettato
dall’A.R.T.E., così come
siamo sicuri verranno rispettate tutte le peculiarità storiche che l’edificio incarna.
Della villa S. Patrizio
sappiamo poco. Subisce anche lei un vincolo ambiental
-paesaggistico in virtù della sua posizione e dello
splendido giardino che si
ritrova ma anche, per noi
che ce lo ricordiamo, della
sua funzione di casa di cura
per bambini bisognosi. In
questi giorni ci sono operai
al lavoro per svuotare gli
interni dalle suppellettili e
perfezionare le chiusure. Ci
dicono che il Comune ha
fatto valere il suo diritto di
prelazione sulla struttura, al
fine di poterla eventualmente acquisire lui. Per adesso
quindi, bocce ferme.
E’ doveroso chiederci, come
cittadini attivi sul territorio,
se c’è una sostenibilità nel
prevedere ulteriori sviluppi
abitativi nella nostra area. E
ancor di più se c’è un’etica
dello sviluppo urbanistico in
una zona già da tempo saturata e messa sotto pressione
come testimoniano le ben
cinquantuno agenzie immobiliari che operano a Bordighera.
pigici
Perché Bordighera.
cittadine rivierasche, per godersi la pensione? Mi è stato
risposto in maniera precisa
ancorchè sorprendente. Bordighera si sceglie perché è di
moda. Non Sanremo, non Ospedaletti, meno che mai la
riviera savonese. Tutti vogliono Bordighera poiché irradia
un fascino particolare. Sarà per
la Regina, sarà per gli Inglesi,
sarà per il clima, sarà per i
Pittori, ma se qualcuno ha dei
soldi da investire sul mattone,
li investe qui. Si spiegano così
l’elevato numero delle agenzie
immobiliari, delle banche e
degli addetti ai lavori che speculativamente insistono attorno
a questa risorsa che pare essere
senza fine.
Wolf
L’altro giorno ero al porto e
mi sono trovato a parlare con
un gruppo di avventori del
luogo. Gente che viene da fuori, ha casa qui, possiede la
barca nonché l’ormeggio nel
nostro pittoresco approdo. Parla che ti parla, ovviamente
siamo arrivati a disquisire come sempre capita – su Bordighera, sui suoi problemi,
sulle presunte infiltrazioni mafiose, sui difetti di noi bordigotti, sulla speculazione edilizia e così via. Ad un certo punto, scocciato da queste continue lagnanze, ho chiesto loro
come mai continuano ad abitare qui e perché hanno scelto
proprio Bordighera e non altre
Pagina 2 Paize Autu
14 maggio: UNA GRANDE FESTA DI POPOLO
E
lo si vede dalla
moltitudine di persone che partecipano alle
funzioni religiose, in particolare alla suggestiva processione pomeridiana a cui
partecipano credenti e non
credenti, a suggellare un
legame con il Santo Patrono che travalica ideologie e
sensibilità, per affratellare
tutti in un comune amore
per Bordighera. Chi non
prova un brivido di emozione quando S. Ampelio esce
dalla Chiesa e si affaccia
(“prepotentemente” nella
sua semplicità) sulla piazza? Proprio nel momento in
cui la banda intona il suo
inno: “Del nostro popolo
letizia ognor Ampelio prega..” che l’indimenticato
don Ghersi scrisse a suo
tempo, interpretando meravigliosamente gli umili sentimenti dei bordigotti? Una
processione che, pur nella
ripetitività quasi ipnotica,
rimane l’evento centrale di
tutta una settimana di festeggiamenti.
Da due anni a questa parte, noi del “Risveglio” abbiamo proposto un momento conviviale, per accompagnare il concertino che la
Banda di Bordighera offre
ai presenti, prima che essi
si disperdano senza ritrovarsi più, magari fino al
prossimo anno. Il brindisi,
che assieme alla Parrocchia
si è voluto organizzare con
un biscottello ed un bicchiere di spumante, si sta
trasformando in una necessità nutrizionale – data l’ora
di merenda – per molti partecipanti (bordigotti e turisti). La festicciola dopo la
processione non deve trasformarsi in una sagra paesana, ma deve rimanere un
momento conviviale quasi
intimo, per il piacere di
salutarsi, per ritrovarsi e
magari, subito dopo continuare ad ingannare il tempo
trasferendosi al festino sul
Capo. Non era e non è nelle
nostre intenzioni tramutare
l’evento in una “Merenda
sinoira” come alcuni ospiti
hanno interpretato nel
“gradire” il volutamente
non troppo ricco buffet.
A proposito del festino
sul Capo. Ha attirato come
al solito una marea di gente, anche perché risulta essere il primo della stagione,
articolato su più giorni e
con una offerta pressoché
completa di intrattenimento. Quest’anno è stato organizzato dalla associazione
“Rinascita Borghettina” che
ha interpretato in maniera
encomiabile
l’incarico.
Molte le novità inserite nel
programma. La pizza, i gelati, gli spettacolari barili di
birra in bellavista a fare il
paio con una stupenda azalea alberata. Qualche giorno prima sono stati distribuiti utili pieghevoli di presentazione con prezzi e
spiegazioni
esaurienti.
Qualche inevitabile piccola
polemica sull’attribuzione e
la rotazione dell’incarico
fra i vari Comitati festeggiamenti, non ha disturbato
più di tanto il fluido svolgersi delle serate.
Nel tardo pomeriggio
presso la Casa di Riposo “
Villa Santa Rosa“ si è tenuta una pubblica riunione,
indetta dall’Associazione
Culturale
“Descu Rundu” (espressione dei ristoranti Carletto, La Cicala,
Magiargè, La Via Romana in Bordighera e Osteria
dell’Acqua Dolce — Il
Tempo Ritrovato a Dolceacqua). Nel corso della
stessa è stato proclamato il
nominativo del destinatario
del premio “ Parmurelu
d’Oru 2009” istituito lo
scorso anno e già assegnato
alla concittadina Prof.ssa
Mara Lorenzi. Premio riservato, secondo regolamento,
“a personaggio vivente,
nato o residente o riconducibile alla nostra città, che
ne abbia onorato il nome
nel campo delle scienze,
lettere, arti, industria, lavoro, sport, spettacolo, volontariato, politica”
La Giuria composta da:
Prof.ssa Giannina Borelli,
Dr. Ugo Ingenito, Dr.ssa
Gisella Merello, Rag. Italo
Orengo, Signor Alessandro
Seghezza del Risveiu Burdigotu, Signor Ampeglio
Verrando,
presidente
(presidente), Sig. Romolo
Giordano (Descu Rundu),
ha vagliato le proposte avanzate ed ha deliberato
all’unanimità di assegnare
il premio al Sig. Daniele
Audetto, con la seguente
motivazione:
Paize Autu Pagina 3
“Formatosi inizialmente
all’Accademia d’Arte Moderna di Brera, in gioventù
esprime la sua creatività
nella pittura e nella musica
jazz conseguendo diversi
riconoscimenti. Da circa
quarant’anni è protagonista
negli sport dei motori. Inizia
partecipando ai più prestigiosi Rallies europei in qualità di copilota nelle scuderie Lancia e Fiat. Approda
in Formula 1 a metà degli
anni settanta e svolge il ruolo di Team Manager di alcune tra le maggiori case automobilistiche mondiali; in
particolare della squadra Ferrari nelle stagioni
1976-77. Successivamente e
fino ad oggi ricopre incarichi di primaria importanza a
livello tecnico e commerciale di aziende motoristiche a
livello mondiale. A Bordighera, dove è cresciuto e
dove ha casa, torna regolarmente con la sua famiglia
Durante la sua lunga e prestigiosa carriera ha sempre
ricordato e onorato la nostra città “.
Durante il predetto incontro, aperto a tutti gli interessati, il “ Descu Rundu”, associazione organizzatrice del
Premio, accogliendo la generosa donazione della premiata dello scorso anno,
Prof. Mara Lorenzi, ha bandito il concorso “Giovani
idee per il futuro di Bordighera“ riservato a giovani
dai 16 ai 22 anni, nati o residenti a Bordighera, per proposte di progetti originali e
lungimiranti che possano
arricchire il futuro della nostra città. Monte premi €
2000,00. La consegna dei
premi avverrà in una data
successiva, che verrà resa
pubblica, nell’ambito di un
eventoorganizzato dalla Associazione “ Descu Rundu “
col patrocinio della Città di
Bordighera.
*******
BORDIGHERA NELLA STORIA, 2
IL COMPLEMENTO
Che pomeriggio, sabato 16
maggio per la presentazione
del nuovo libro della professoressa Anna Maria Ceriolo
Verrando: “Bordighera nella
Storia, 2 - Pagine di vita
civile, socio-economica, religiosa e quotidiana della
comunità di Bordighera tra
XVI e XVII secolo.”
Un folto pubblico appassionato, coinvolto, interessatissimo agli argomenti, peraltro chiarissimamente esposti dalla stessa autrice e
dal direttore dell’archivio
Storico Ingauno Prof.ssa
Josepha Costa Restagno.
Un lavoro, questo suo
ultimo libro, che la prof.ssa
Ceriolo ha voluto fermamente, per regalarlo alla Città, consegnandolo alle splendide sale dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri, il
celeberrimo “Centro Nino
Lamboglia” che ospita tra
LIRICHE BORDIGOTTE - da una maestra nella festa patronale l‘altro, nel salone “Pompeo
Mariani”, una interessantissima collezione di quadri del
FIJOEI D’ANCOEI
pittore monzese.
Fijoei d’ancoei, cume i vurei?
Un folto pubblico, diceVe i dagu ch’i san parlà fransese, inglese, fina giapunese vamo, e tanta bella gente che
ma i nu san l’italian.
volentieri si ritrova a questi
Ve i dagu che i son cresciui ben:
appuntamenti culturali; ma
Cui umugeneizai, a Nutéla, e u frigu cen,
di una cultura popolare,
ma nu staighe a dà du pan...cu ingrascia!
I vurei purtà a marina?
Purei, se prima i son andai in piscina!
I a ciama “acquaticità”
ma l’è sulu pe imparà a noeà.
Mi ghe l’on tuti bravi a scoera
Basta che nu i fase studià ciù de in’ura.
I mei garsui i san giugà ben au balun
Che nu se sa mai
I diventese in campiun.
E garsune che ina vota i l’imparava a cuije
Avù i voen fa e veline e i canta de longu a gran vujie.
E mi che son a cigoegna
Ve digu: “acataiveli si fijoei,
Che ghe n’on cen u fundu.
Nu ve i dagu au desbaratu,
Pe piaveli duvei dame contu
De daghe sulu tantu amù.
accessibile e perseguita da
molti - Bordigotti e non che amano la Città e la sua
sorprendente storia.
Quante cose abbiamo imparato dal suo primo libro,
quante ne scopriremo leggendo il seguito, pubblicato
dall’Istituto Internazionale
di Studi Liguri in tiratura
“importante”. Volume che si
può acquistare presso lo Istituto e a seguire presso la
libreria “Amico Libro”, in
Via Vittorio Emanuele e
“Cesare Perfetto” in C.so
Italia. Il prezzo dovrebbe
aggirarsi sui 25 Euro.
Al termine della presentazione il consorte della Autrice, il nostro redattore Ampeglio Verrando, ha voluto
fare un brindisi di saluto e di
augurio offrendo i famosi
“bescoeteuli” in odore di
riconoscimento De.Co.Auguri e buoni propositi
a cui noi del “Risveglio”
aderiamo con affetto e ammirazione, in attesa degli
ulteriori contributi che questa straordinaria coppia di
bordigotti saprà darci in futuro. Grazie Anna Maria,
grazie Ampeglio.
La Redazione e il Direttivo
du “Risveiu Burdigotu”
L’Autrice mentre firma le dediche con a fianco il marito Ampeglio
Pagina 4 Paize Autu
PADRE GIACOMO VIALE: “U FRATIN”
a cura di Franco Zoccoli ad Airole, i quali avreb- ancora entrare in con- ra, assistenza agli amma-
E
d il tempo passò
anche ad Airole
ed anche per la famiglia
Viale. Papà Alessandro
rimasto vedovo, con dei
figli piccoli, si risposò
ma la seconda moglie,
cagionevole di salute
aveva bisogno di cure. I
raccolti negli ultimi anni
non erano stati buoni, fu
quindi costretto a contrarre debiti e, per onorarli, a vendere delle
proprietà. Serafino continuò gli studi, ma non si
hanno notizie certe di
dove; si presume presso
il convitto voluto dal Vescovo di Ventimiglia
presso il Seminario, in
quanto oramai Don Filippo non aveva più nulla
da insegnargli.
Ma papà Alessandro aveva anche un altro cruccio, la vocazione di Serafino, della quale non si
era certamente scordato.
Oramai Serafino aveva
17 anni e bisognava
prendere una decisione
ed Alessandro la prese.
Scrisse a suo fratello Pacifico che era frate francescano dell'ordine dei
Minori Osservanti e risiedeva a Genova nel
convento dell'Annunziata, ma ahimè non riceverà mai nessuna risposta.
Si ricordò allora dei padri che erano venuti da
Roma a predicare, quando il Vescovo Biale aveva fatto visita pastorale
bero portato volentieri
con loro Serafino che
aveva appena nove anni.Valeva la pena allora
tentare un viaggio, adesso che più grande aveva
mantenuto tutte le aspettative. La partenza fu
alquanto dolorosa per
tutti ed il viaggio che li
aspettava impegnativo,
oltre che oneroso ed incerto. Siamo nel 1847
ed almeno sino a Genova
si dovrà andare con la
diligenza, per la via cornice.
Papà Alessandro non
voleva fermarsi a Genova per far visita al fratello Pacifico, ma poi cambiò idea. Si presenta così
con Serafino da suo fratello al convento, forse
per un saluto, o forse per
chiedere ospitalità per la
notte, o forse soltanto
per dimostrargli che non
gli serbava nessun rancore per non avere ricevuto
risposta alla sua lettera,
od ancora per fargli conoscere Serafino oramai
cresciuto. E fra Pacifico
senza dubbio rimane colpito dal nipote, tanto che
quando giunge il momento della partenza,
rivolgendosi al fratello
gli dirà che il viaggio a
Roma è superfluo, visto
che nel convento vi è
tutto quanto serve a Serafino per continuare gli
studi, e quindi può rimanere lì con lui.
Il viaggio di Serafino si
ferma dunque sotto la
Lanterna, ma lui non può
vento come novizio perchè deve aspettare di avere 17 anni compiuti.
Nei mesi che mancano,
vivrà in una piccola pensione, e a Genova troverà un coetaneo che aveva
diviso con lui i banchi di
Don Filppo ad Airole, e
la mamma del medico
condotto di Airole che
ogni tanto ospiterà entrambi a pranzo nella
propria casa.
A 17 anni viene accolto
finalmente nella casa di
noviziato di Oregina, ed
il 29 agosto 1847, gli
viene imposto solennemente il saio francescano, che non abbandonerà
mai più, e da quel giorno
scomparirà Serafino, e
nascerà Giacomo.
Anche della vita di novizio di frà Giacomo, si
hanno poche notizie, ma
senza dubbio si sarà attenuto alle regole generali
dell'Ordine Francescano,
regole alle quali si atterrà poi per tutta la vita.
Il noviziato sarà duro,
perchè rigide sono le regole dell'ordine, fatte di
mortificazione e preghie-
lati ed agli ultimi, come
oggi chiamiamo quelli
meno fotunati di noi; di
presenza ai riti religiosi,
sia di giorno che di notte.
Fra Giacomo forgia così
il suo carattere ed impara
a frenare il suo temperamento un pò impulsivo.
Nel 1848 fra Giacomo
termina il noviziato, ma
non la sua istruzione.
Deve imparare la Sacra
Liturgia e continuare con
gli studi e con gli obblighi che la regola gli impone. Non sono giorni
facili, anche per le malattie che la salute cagionevole gli procurerà, ma
come sempre con la determinazione che lo contraddistinguerà per tutta
la vita, supererà anche
queste vicissitudini, e
dopo il susseguirsi dei
vari rituali, il 17 dicembre 1852 nella chiesa di
santa Marta in Genova,
l'Arcivescovo Giovanni
Battista de Albertis, gli
conferirà il sacerdozio. E
fra Giacomo diventerà e
rimarrà per sempre "
Padre Giacomo "....
2. continua.
Paize Autu Pagina 5
AREA PORTUALE
a cura di Mauro S.
lasciarlo sfogare, mai sfidarlo, potrebbe punirti.
A quei tempi si usciva di
Volevo fare due chiacchiere con un pescatore, uno notte, con le lampare, alcudi quegli uomini che condu- ne barche a remi rimorchiacono una vita fuori dalla te da una barca a motore e
noiosa routine: questa gente poi al largo, quelle piccole
un po’ rude nei modi ma luci nell’immensità del macon il cuore grande così. re illuminavano fiocamente
Salvatore Ioviero invece mi il nostro lavoro e la nostra
ha detto: Non voglio parlare speranza di tornare con un
di me ma di un grande pe- buon pescato. Con i suoi
scatore, Franco De Benedet- modi un po’ rudi da uomo
ti, uno degli ultimi della di mare ma con grande pa“vecchia guardia”. Quando zienza mi ha fatto partecipe
ero ragazzo ancora un po’ alle sue grandi esperienze.
timoroso del mare, andavo a Ricordo le grandi battute di
pesca con Lui e sapeva in- pesca alle acciughe, quando
fondermi coraggio con la si rientrava al mattino con 4
sua sicurezza; mi ha inse- o 5 barche colme di pesci
gnato quando era tempo di fino al bordo. Altre mille
uscire o di restare in porto; piccole e grandi esperienze
Il gruppo di delfini fotografati davanti al porto
mi ha insegnato tutto sulla ed avventure si accavallano
plari che incominciano a
pesca, sui capricci del tem- nella mente, non basterebbe 8 maggio - Delfini
giocare intorno alla barca,
po e del mare e di averne un grosso libro per descriCome fa spesso Roberto passarci sotto, intorno e
rispetto: Il mare è un vec- vere il tutto! Posso dire solo
chio un po’ permaloso e Grazie Franco, un Grazie ed un amico, pescatori dilet- saltare, fare evoluzioni: Soquando si arrabbia bisogna dal più profondo del cuore. tanti, erano usciti in mare no sbigottiti, non hanno mai
per vedere se si pescava visto i delfini così da vicino,
Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Mi riferisco all'articolo Area Portuale di Mauro S. sul vostro qualcosa ma verso le 9 ve- letteralmente a qualche mePaize Auto del 5 Maggio 2009 nel quale ( parrebbe con tono di dono una pinna “sarà un tro da noi, quasi da toccarli
approvazione) si dà notizia che "verranno installate sbarre" per pesce luna, andiamo a vede- e inoltre così a riva, dai 50
impedire l'accesso al porto agli "estranei". A tale proposito ho re…” e spegne il motore; ai 100 metri dalla costa!
esaminato con attenzione e in loco gli effetti della recinzione e all’improvviso salta fuori un Non abbiamo preso niente
sono sempre più convinto che tale opera non sia opportuna. delfino, e poi un altro ed un ma non importa, uno spettaPerchè sottrae ai cittadini un'area, quella del porto, che è pub- altro ancora! Sono una colo così bello e affascinanblica e non solo di chi vi tiene in permanenza una barca quindicina di grossi esemte non ci era mai capitato.
Un grande Pescatore
(pagando un canone molto basso e utilizzando l'imbarcazione
per ben poche giornate all'anno); inoltre perchè riduce la disponibilità di parcheggi ( circa 80) in quell'area che è di interesse
turistico e paesaggistico e alla quale spesso accedono persone
in visita al porto ( magari anziane, spesso con bimbi ).
Vi
sarei grato se voleste far conoscere all'amministrazione la contrarietà di molti cittadini a una spesa, quella della recinzione,
che ritengono, come contribuenti da non fare in quanto non
necessaria per la stragrande maggioranza dei bordigotti
'paisenghi e marinenghi '.
Ringrazio e porgo cordiali saluti. Ferruccio Nardini
Con preghiera di pubblicazione.
*****
In risposta alla mail del Gent. Sig. Nardini, faccio presente
che trovo il termine “recinzione” decisamente inesatto in quanto è stato limitato l’accesso esclusivamente ai mezzi estranei
all’attività portuale e non alle persone, che possono passeggiarvi tranquillamente, esattamente come sul lungomare (anch’esso
recintato?) ma, a differenza di quest’ultimo, il porto è autoge-
stito con il canone pagato da chi vi tiene una barca. E’ appena
il caso di rammentare che ogni struttura portuale è regolamentata nel traffico, compresa la nostra che da decenni fa bella
mostra di cartelli di divieto d’accesso che vengono regolarmente disattesi come avviene, anche se in misura minore, sul lungomare, struttura pubblica la cui manutenzione è a totale carico
dei contribuenti. Sono sicuro che nell’esaminare attentamente
la situazione portuale, a Lei non è sfuggito il serio rischio di
passeggiare sul molo foraneo (specialmente per persone anziane e bimbi) perchè manca una ringhiera protettiva, infatti c’è il
divieto di transito pedonale, oppure l’inopportuno e ben poco
igienico posizionamento dei banchi di vendita del pescato nelle
immediate vicinanze del cantiere, specialmente in questi giorni
di levante con polvere di pittura svolazzante, anche a
“beneficio” di chi vi passeggia. Colgo l’occasione per invitare
chi di competenza, ad esaminare seriamente la possibilità di
consentire ai pescatori di allestire i loro banchi in luogo più
idoneo e possibilmente nelle vicinanze dell’accesso al porto,
per agevolarne l’attività commerciale.
Mauro S.
Paize Autu Pagina 6
UN CENTRO (MOLTO) SOCIALE
P
er il Paese Alto (ma
potremmo
senza
meno affermare per tutta
Bordighera), risulta una
vera eccellenza. Sarà per la
sorprendente locazione della sede nel suggestivo villino “Levratto”, contornato
dallo splendido giardino già
della Villa S. Patrizio; sarà
per la intelligente riqualificazione del sito e la ragionata opera di arredamento
degli interni; sarà per la
intensa attività associativa;
sarà per la perfetta organizzazione del sodalizio, ma
questo “Centro Sociale Insieme Senza Età” è diventato - col tempo - un punto
d’orgoglio della nostra comunità.
Quattrocentoventi iscritti, accuditi da venti volontari che si occupano dei
servizi e dell’assistenza ai
soci; un bilancio certificato
che presenta orgogliosamente il minimo attivo che
serve per far vedere quanto
il Direttivo sia attento a
spendere e ad investire il
massimo, mantenendo sempre il timone nella zona blu
dei conti; un programma di
gite, di incontri, di conferenze, di spettacoli da far
invidia ai Centri Sociali
metropolitani, quelli che
hanno lo stesso nome ma
non perseguono assolutamente identiche filosofie.
Il presidente Margherita
Salice, coadiuvata dallo
infaticabile segretario Costantino Gozzi, presiede un
Direttivo affiatatissimo che
vede nel vicepresidente
Franco De Benedetti, nei
consiglieri Paola Biancheri,
Milena Tubino, Anna Truzzi, Mario Ventura, Elisa
Biancheri e nei revisori dei
Un ristretto del Direttivo al lavoro nella segreteria del Centro
conti Angela Moretto e
Franca Simplicio, degli
appassionati collaboratori.
Al Centro non si fanno
mancare niente. Le piacevoli gite di un giorno
(Costa Azzurra, Alba, Venaria Reale); quelle di più
ampio respiro, articolate in
più giorni (Mont St. Michel
e la Bretagna, l’Emilia Romagna, la Camargue); le
intriganti incursioni per
coccolarsi
alle
Terme
(Salsomaggiore e dintorni).
Insomma una maniera per
impiegare il tempo in modo
attivo, partecipe e ben compenetrato nel territorio in
cui si vive. E poi i balli
(tutte le settimane), il cinema al venerdì e all’occorrenza conferenze, dibattiti,
incontri di vario genere e
umanità.
Il villino Levratto è stato
molto ben ristrutturato dal
Comune che lo ha poi consegnato all’Associazione, la
quale ne ha perfezionato lo
arredamento. La struttura si
sviluppa su due piani. Al
terreno l’elegante ingresso
con la biblioteca adiacente,
curata dal volontario Gianfranco Blancardi. Dall’altro
lato la sala con i tavolini
per l’intrattenimento conviviale: giocare a carte, leggere, chiacchierare, assumere un caffè in compagnia
In prossimità delle scale la
cucina ed il primo dei due
servizi igienici a norma; le
scale che portano al piano
superiore il quale ospita il
salone di rappresentanza e
delle adunanze, la direzione
e la segreteria, il secondo
servizio igienico ed un locale di sgombero adibito a
dispensa. I ladri hanno già
visitato alcune volte il Centro facendo più danni di
quanto rubato. Sono state
rinforzate quindi le strutture di antintrusione ed è stata posta una robusta recinzione ben integrata nel paesaggio.
Per aderire al “Centro
Sociale, Insieme Senza Età” basta pagare € 10 annui
ed iscriversi presso la segreteria, tutti i pomeriggi
dalle 15 alle 18, dal lunedi
al venerdì. Il Centro (in Via
dei Colli, 13 – 18012 Bordighera – tel. 0184266507)
non è operativo nei mesi di
luglio e agosto.
*********
UN CARO RICORDO
Se il Centro Sociale è
diventato quell’eccellenza
da tutti riconosciuta, lo
dobbiamo senza meno alla
attuale illuminata dirigenza;
ma se il Centro esiste lo si
deve indiscutibilmente alla
figura della professoressa
Maria Teresa Dainotti.
Innamoratissima del Paese
Vecchio confidava alla sua
carissima amica Maria Pia
(la prof.ssa Maria Pia Pazielli) il desiderio di fare
qualcosa, per i suoi abitanti,
Paize Autu Pagina 7
in particolare per i non più
giovani. Fu così che metabolizzò la socialità di un Centro
per accogliere giornalmente,
con intenti culturali di intrattenimento, coloro che avevano molto tempo libero e che
volessero magari trascorrerlo in maniera diversa dalla
solita dipendenza televisiva.
Assieme ad Elio Lupi e a
Poldino Roggeri ottenne dal
Comune (sindaco Vignali e
assessore alla Cultura Bosio)
l’autorizzazione di usare un
padiglione distaccato della
Villa S. Patrizio, sulla Via
dei Colli dove nacque - nel
giugno 1990 - il “Centro Sociale Bordigotto”.
Con un Direttivo composto
dallo stesso Lupi, da Marcella Vagnietti, da Armida Agnoletti e da Adolfo Frecentese iniziò un attività fatta di
comunicazione, di intrattenimento e, forte della sua esperienza di professoressa (ha
fatto scuola per anni ad Alessandria d’Egitto), anche di
insegnamento.
Nel Centro si dedicava in
particolare alle persone più
anziane che sentiva più bisognose di ascolto e di attenzione. Ai suoi collaboratori
confidava la gioia nel vedere
queste persone tornare a
casa, dopo un pomeriggio
insieme, più distese e sorridenti.
Donna di grande cultura,
sensibilità e dolcezza ha
scritto un libro su Madre Teresa di Calcutta che - a questo punto - merita leggere.
a cura di G.C. Pignatta
(Documentazione e ricordi storici di Ampeglio Verrando)
TIRO A SEGNO
Telegramma dal Beodo
Il Beodo, oltre ad essere un sito storico ambientale, è principalmente un sentiero comunale e, come tale,
deve essere posto in sicurezza, essendo frequentato dai proprietari delle campagne e dai molti turisti che cercano la cascata di
Nestel. Mesi fa si era verificata una frana, ma nulla è stato fatto
per ripristinare lo smottamento (a parte una striscia bianca e
rossa di plastica). Eh si che nei ponti del 25 aprile e del primo
maggio, sono transitate parecchie persone in cerca di pace, tranquillità e scampoli di storia. Inoltre ci sarebbe da fare l’erba che,
in alcuni punti, è davvero alta ed ostacola il cammino. Questi
interventi devono intendersi di normale manutenzione e nulla
hanno a che vedere con il progetto del recupero del Beodo. Alle
reiterate proteste è stato risposto che c’è in atto un contenzioso
con la ditta appaltatrice la quale, di norma, si occupava dei lavori. Ma la soluzione pare vicina….pare!
Vandali all’Ospizio
Non se n’è accorto quasi nessuno quando ignoti vandali hanno messo a soqquadro i locali del vecchio ospizio, oramai vuoto
ed in attesa di essere riconvertito. Estintori scaricati nelle camere, materassi buttati all’aria, mancorrenti divelti, marmi spaccati,
mobilio distrutto, suppellettili rotti. Un “regalo” offerto alla nostra Comunità non certo da extraterrestri, ma da (conosciuti?)
zombi nostrani.
Writers
Forse sono gli stessi zombi di cui sopra gli scrittori che hanno imbrattato muri e pietre del Centro Storico e del Beodo con
vernici indelebili, causando danni mica da poco. Possibile che
nonni e genitori che vedono i loro “pargoli” maneggiare le malefiche bombolette, non intervengano spiegando loro i danni che
vanno a causare?
Arte, Turismo, Cultura
….A PROPOSITO DI MONET
I
l 30 aprile si è aperta a
Milano, a Palazzo Reale,
la mostra dal titolo: ”Monet, il
tempo delle ninfee”. Sono presenti una ventina delle più belle ninfee dipinte da Claude
Monet nel suo giardino di Giverny. L'artista si stabilì a Giverny nel 1883, esattamente un
anno prima del suo arrivo a
Bordighera, nel gennaio del
1884. Nel 1891 finalmente gli
impressionisti vanno per la
maggiore e Monet, tranquillo
sotto il profilo economico,
acquista la proprietà di Giverny, in un primo tempo presa
in affitto, e la trasforma in un
luogo incantato, acquisendo
altri terreni circostanti. Crea
uno stagno artificiale nel quale
mette a dimora diverse ninfee
e come lui stesso dice: ”Forse
devo ai fiori l'essere diventato
un pittore, ho preso la tavolozza e d'allora non ho avuto altri
modelli che le mie ninfee”.
Il tempo delle ninfee non si
conclude con la mostra milanese aperta fino al 27 settembre,
infatti dal 13 settembre anche
il Museum of Modern Art di
New York, omaggia l'artista
nella mostra: ”Monet's Water
Lilies”. Infatti nel 1955 il Moma di New York fu il primo
museo pubblico statunitense ad
acquistare una composizione
di ninfee. Due sono gli ultimi
record di vendita d'asta raggiunti dall'artista: 41 milioni di
dollari nel maggio 2008 e 80
milioni di dollari nel giugno
dello stesso anno.
Dopo questa premessa, mi
viene spontanea la seguente
considerazione: ”si potrà un
giorno organizzare una
Mostra sui capolavori che Monet
eseguì a Bordighera?”
Già due anni fa su varie
testate giornalistiche avevo
suggerito il seguente evento:
”Pompeo Mariani, Claude Monet, Ennio Morlotti, tre grandi
artisti, un unico denominatore,
la Liguria ed il suo estremo
ponente”. Non ho perso la speranza e continuo ad insistere
affinchè questa Mostra si possa
fare. Darebbe lustro a Bordighera, al nostro ponente, ed
all'intera regione. Non bisogna
dimenticare che a Bordighera
sono ancora ben visibili ed
identificabili i luoghi ed i punti
dove Monet ha posto il cavalletto e ha dipinto i suoi capolavori.
Contrariamente a quanto
erroneamente affermato in
alcune pubblicazioni, il famoso
Giardino Moreno, tanto decantato da Monet, sopravvive in
almeno 3 luoghi a Bordighera:
nel giardino di Villa Palmizi,
nel giardino di Villa Schiva, e
in maniera molto più ampia e
rilevante, nel giardino dell'attuale Villa Mariani, come si evince dalle planimetrie catastali e dagli atti notarili d’epoca,
presenti nell'archivio della
Fondazione Pompeo Mariani.
Credo che questa sia una straordinaria realtà, che meriti
considerazione e in tempi brevi, un progetto di levatura internazionale. Pensate che cosa
straordinaria poter vedere i
luoghi, le opere, accompagnati
da ampia e precisa documentazione e da un accurato catalogo bilingue.
Quanti turisti, arriverebbero
a Bordighera? Credo e sono
convinto di aver dato in questi
anni, preziosi ed utili consigli,
che altri hanno fatto propri,
senza però arrivare al dunque.
Sono sincero, aspetto da tempo
che qualcuno si faccia avanti e
collabori con me a realizzare
un sogno possibile, che abbia
lo stesso amore, la stessa passione per questa cittadina, tanto bella, tanto affascinante che
non finisce mai di sorprendere.
Attendo nuove!
Carlo Bagnasco
BUON COMPLEANNO
Cara Pina, stanu i son
sentusinche (105). Te famu tanti auguri anche da
parte de tutu u Paize.
Tegnite ben in salute e ti
devi savè che te vuremu
tantu ben. “U Risveiu”
Paize Autu
Una marcia da record
Davvero non ci aspettavamo di punzonare 615 partecipanti. E’ stato un tripudio di
facce, di forme, di abbigliamenti, di tic. Per le ultime 15
iscrizioni ci sono mancati i
cartellini ed abbiamo dovuto
rifugiarci in un escamotage
pratico per fare partire i concorrenti. Sebbene la corsa sia,
dichiaratamente non competitiva, ci tenevamo alla correttezza delle formalità. Alla fine
anche le medaglie sono venute
meno. E meno male che se n’è
accorto subito qualcuno del
Direttivo a dirottarne qualcuna,
in particolare per quei partecipanti che, venendo da fuori,
potevano
non
averla
l’indomani. Hanno vacillato,
ma alla fine hanno tenuto, i
rifornimenti dei quattro punti
di ristoro, all’interno dei quali
sono state messe a dura prova
le bevande, le pisciarade e i
“pan e pumata”. Alla fine tutti
arrivati e tutti ben disposti alla
consueta spaghettata.
Dobbiamo ringraziare gli amici della “Rinascita Borghettina” i quali con grande cordialità e disponibilità ci hanno lasciato usare le strutture predisposte sul Capo per il festino,
risparmiandoci così allestimenti e faticosi traslochi. Grazie
ancora a Laganà & C., con la
speranza di poter un giorno
contraccambiare la cortesia.
Grazie anche al Sindaco che
non ha voluto mancare
l’appuntamento con le premiazioni, così come ama fare tutti
gli anni. Un grazie a tutti gli
sponsor e a tutti gli enti, le
persone fisiche e le realtà produttive che hanno voluto esserci con coppe, targhe, gadget e
doni vari, tutti regolarmente
distribuiti ai vari concorrenti
con la tecnica delle estrazioni.
La trentaseiesima edizione ha
visto, come sempre accade,
miscelarsi campioni “che fanno i tempi” e gitanti che “si
godono il panorama”. Il tempo
splendido ha fatto da confacente corollario alla giornata che
ha visto i primi arrivati in un
tempo – comunque sempre
buono – anche se non da record assoluto. I primi dieci,
tutti arrivati in un bouquet di
una decina di minuti, se la sono cavata in 50 minuti. Con
più comodità sono arrivati, a
seguire tutti gli altri. Come di
consueto abbiamo monitorato i
primi cento i quali hanno tagliato il traguardo nell’ambito
dell’ora e quaranta minuti.
Oltre ai “professionisti” in
quest’ambito sono giunte alcune donne “toste”, bambini dai
7 ai 12 anni, adulti vetusti (il
più vecchio di 88 anni), perfino alcuni ipovedenti. Molti
anche i cani al seguito a cui
non è stata fatta mancare acqua
fresca lungo tutto il percorso.
Ore 09.30: Pronti, Via!
I primi arrivati: il primo uomo e la prima donna
Paize Autu
Direttore Responsabile: Giancarlo Pignatta
Registrazione del Tribunale di Sanremo
nr. 03/08 del 04/07/2008
Direzione-Amministrazione-Redazione:
18012 Bordighera Alta – Via alle Mura, 8
Le firme impegnano gli autori degli articoli
Stampato in proprio a Bordighera Alta
Collaboratori: Stefano Albertieri, Mario Armando, Carlo Bagnasco, Simona Biancheri, Anna Maria Ceriolo, Giacomo
Ganduglia, Claudio Gazzoni, Irma Murialdo, Alessandro Seghezza, Ampeglio Verrando, Franco Zoccoli, Lucia Xaiz.
Sito informatico a cura di Mauro Sudi
Un Sindaco premiatore
“U Risveiu Burdigotu”
Sede: Via alle Mura 8
18012 Bordighera Alta
Orario : lunedì e venerdi
dalle ore 16,00 alle 18,00
giovedì dalle 21 alle 23
e-mail: [email protected]
Internet:www.urisveiuburdigotu.it
Telefono: 3464923130
Pagina 8
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