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La valutazione ex ante degli effetti distributivi delle riforme del
LA VALUTAZIONE EX ANTE DEGLI EFFETTI DISTRIBUTIVI DELLE RIFORME DEL
SISTEMA DI IMPOSTE E BENEFICI PUBBLICI
Cristina Berliri
INTRODUZIONE
I modelli di micro-simulazione costituiscono uno strumento per l’analisi degli effetti di politiche
economiche o sociali su una popolazione di agenti economici, quando l’interesse si focalizza sulla
intera distribuzione delle variabili obiettivo e non solo sui valori medi. Ad esempio, un modello di
micro-simulazione del sistema di imposte e benefici pubblici può essere utilizzato per simulare
l’effetto di una riforma del sistema fiscale sul reddito disponibile di ciascun individuo appartenente
ad un campione rappresentativo. L’approccio, pertanto, si presta particolarmente alla valutazione
degli effetti distributivi delle riforme (vincitori e perdenti, diffusione e intensità della povertà, grado
di ineguaglianza etc.) e presenta il vantaggio di consentire l’assunzione di un comportamento
eterogeneo degli agenti economici1 .
I modelli di micro-simulazione statici2 delle politiche redistributive possono essere descritti come
una insieme di regole fiscali e di protezione sociale (che rappresentano ad un tempo gli strument i
utilizzabili dai policy maker e il vincolo di bilancio degli agenti economici), applicati ad un
campione rappresentativo di individui, di cui si conoscono redditi lordi e altre caratteristiche socio
economiche, rilevanti al fine del calcolo degli oneri contributivi e fiscali e della eleggibilità ai
benefici pubblici. Il modello produce una serie di indicatori distributivi che rappresentano le
variabili obiettivo. Gli esercizi di micro-simulazione consistono nel confrontare i valori delle
variabili obiettivo corrispondenti a diverse formulazioni delle regole di policy, fornendo una
valutazione ex ante degli effetti attesi. Questi modelli si definiscono “aritmetici” se assumono che i
comportamenti degli agenti (ad esempio l’offerta di lavoro) non varino per effetto della riforma. I
modelli aritmetici danno conto dell’impatto o effetto “del giorno dopo” di specifiche variazioni nel
sistema di imposte e benefici pubblici.
I modelli che includono risposte comportamentali sono in grado di simulare oltre agli effetti
immediati delle riforme, anche effetti di più lungo periodo, che tengono conto delle modifiche nei
comportamenti individuali indotte dalla introduzione delle nuove regole di policy, nello spirito della
critica di Lucas 3 . Questo genere di modelli acquisiscono particolare rilievo nel caso si vogliano
analizzare gli effetti di politiche volte a incentivare l’ingresso nel mercato del lavoro o a
incrementare la partecipazione al mercato del lavoro. Inoltre, l’introduzione del comportamento di
offerta di lavoro consente di evidenziare gli eventuale effetti distorsivi indotti dal sistema di imposte
e benefici. Diviene in questo caso possibile valutare con un unico strumento equit à ed efficienza del
sistema fiscale e di protezione sociale. Tali modelli costituiscono pertanto un rilevante strumento di
supporto ai decisori pubblici nel design delle politiche, fornendo una simulazione dell’impatto delle
politiche sull’offerta di lavoro, sulle finanze pubbliche e sulla redistribuzione del reddito.
1
La possibilità di fornire risultati ad un elevato grado di disaggregazione rappresenta il principale vantaggio dei
modelli di micro-simulazione rispetto ai modelli di equilibrio economico generale, basati sulla formalizzazione del
comportamento di agenti rappresentativi.
2
I modelli di microsimulazione statici considerano una popolazione di individui ad un dato momento del tempo e
analizzano gli effetti di breve periodo degli interventi di policy. I modelli dinamici considerano l’evoluzione nel tempo
della popolazione e si prestano ad analizzare effetti di lungo periodo di riforme che influenzano le scelte intertemporali
degli individui o che dipendono dalla evoluzione demografica della popolazione (schemi pensionistici, riforme del
sistema sanitario, politiche che influenzano le decisioni di risparmio e investimento etc.).
3
Secondo Lucas per prevedere gli effetti di una politica è necessario prevedere come si modificano le scelte degli
individui per effetto della politica e aggregare le decisioni individuali per calcolare l’effetto macroeconomico.
Un ulteriore tipologia di modelli di microsimulazione è costituita dai modelli dinamici. Si tratta di
modelli che proiettano nel futuro le variabili demografiche del campione, mediante l’utilizzo di
procedure probabilistiche volte a simulare l’occorrenza di eventi demografici e sociali (la nascita, la
morte, il matrimonio, la partecipazione al mercato del lavoro, il pensionamento etc.). Questi modelli
consentono di valutare gli effetti delle politiche in una prospettiva di medio - lungo periodo tenendo
conto delle evoluzione della struttura socio demografica delle popolazione. In genere, tuttavia, data
la complessità dei modelli, gli eventi simulati non tengono conto delle possibili modifiche ai
comportamenti indotte dalle politiche.
La maggior parte dei modelli di microsimulazione si pone in un ottica di equilibrio parziale,
ipotizzando implicitamente che le risposte comportamentali non abbiano alcun impatto sul sistema
dei prezzi. I modelli che considerano gli effetti di equilibrio generale sono poco diffusi. Un modo
per tener conto di questi effetti è quello di collegare i modelli microeconomi con modelli di
equilibrio generale computabile.
L’Isfol ha costruito a beneficio dei ministeri dell’Economia e delle Finanze e del Lavoro della
Salute e delle Politiche Sociali un modello micro-simulazione statico del sistema di imposte e
benefici pubblici. Il modello include la valutazione degli effetti indiretti che derivano dalla modifica
del comportamento delle famiglie nell’offerta di lavoro, in un ottica di equilibrio parziale 4 .
CONTESTO EUROPEO DI RIFERIMENTO
Gli anni recenti hanno visto un rapido sviluppo della ricerca nell’ambito della valutazione delle
politiche pubbliche. In particolare, le tecniche di micro-simulazione si sono andate affermando per
la loro capacità di fornire a priori una quantificazione di differenti scenari e favorire il processo
decisionale. L’idea di applicare le tecniche della micro-simulazione ai modelli socio-economici
proviene dai lavori pionieristici di Guy Orcutt, alla fine degli anni ’50, ma è solo a partire dagli anni
80 che si è diffuso l’utilizzo di questi modelli, come conseguenza della maggiore disponibilità di
dataset dettagliati a livello individuale e della diffusione di computer maggiormente potenti a costi
decrescenti5 .
L’utilizzo dei modelli di micro-simulazione “tax-benefit” si è andato rapidamente diffondendo in
Europa, sebbene con tempi e modalità diversi tra paesi riguardo il tipo di modelli implementati e le
istituzioni interessate. Sebbene in gran parte dei paesi europei gli uffici studi dei Ministeri delle
Finanze o gli uffici Nazionali di Statistica disponga no di modelli per la simulazione ex ante degli
effetti distributivi delle riforme fiscali e degli strumenti di protezione sociale, lo sviluppo di modelli
che tengano conto delle reazioni comportamentali degli agenti economici comincia solo
recentemente a diffondersi al di fuori dell’ambito accademico.
Nel 1997, nella sua rassegna sui modelli comportamentali, Klevmarken6 osservava come la
maggior parte dei modelli di micro-simulazione utilizzati dalle agenzie o uffici governativi fossero
statici e senza reazioni comportamentali, mentre la costruzione e l’utilizzo di modelli con risposte
4
Trattandosi di un modello microeconomico basato su dati inerenti i redditi e la condizione lavorativa degli individui, si
caratterizzacome strumento atto a descrivere il lato dell’offerta di lavoro e non anche quello della domanda.
5
Per una ricostruzione storica degli sviluppi dei modelli di micro-simulazione applicati all’economia pubblica si veda
Atkinson e Sutherland (1988), Merz (1991), Harding (1996), Gupta e Kapur (2000), Bourguignon e Spadaro (2006).
6
N. A. Klevmarken, (1997), “Behavioral Modelling in Microsimulation Models. A Survey”, working paper 1997-1217, Uppsala University, Department of Economics.
2
comportamentali rimaneva largamente un esercizio accademico. A 10 anni di distanza, malgrado un
grande sviluppo di questi strumenti, questa osservazione resta sostanzialmente valida.
I lavori presentati alla prima conferenza della International Microsimulation Association (IMA),
tenutasi a Vienna nell’agosto 2007 7 , offrono un quadro abbastanza completo degli sviluppi di
questo settore negli ultimi anni. Tre aspetti sono da rilevare. Il primo è la diffusione dei modelli
statici di tipo aritmetico nella valutazione delle politiche pubbliche, sia in ambito accademico che in
ambito istituzionale. Il secondo aspetto riguarda lo sviluppo di modelli con risposte
comportamentali di offerta di lavoro. In questo ambito si stanno affermando modelli strutturali che
trattano l’offerta di lavoro come scelta discreta. Questi modelli vengono sviluppati prevalentemente
in ambito accademico 8 . L’ultimo aspetto riguarda i modelli dinamici. Negli anni recenti,
l’evoluzione demografica e in particolare il fenomeno dell’invecchiamento della popolazione ha
comportato una crescente preoccupazione sulla sostenibilità nel lungo periodo dei sistemi di
welfare. In questo contesto, negli ultimi 10 anni, in molti paesi sono stati sviluppati modelli di
micro-simulazione a popolazione dinamica, spesso con il supporto di istituzioni governative, dati i
rilevanti costi di questi modelli 9 .
Attualmente l’utilizzo dei modelli statici si sta affermando anche nei paesi dell’Est Europa che
hanno fatto il loro ingresso nell’Unione Europea nel 2004. Come documentato da Lekles (2007),
modelli di microsimulazione nazionali sono stati costruiti in quattro dei dieci paesi nuovi entrati
(Repubblica Ceca, Ungheria, Estonia e Lituania) e sono in corso di costruzione in altri due (Polonia
e Lituania). Permangono, tuttavia, differenze rispetto al resto d’Europa, soprattutto riguardo le
prospettive future di questi modelli e il loro utilizzo nel design delle politiche. Mentre nell’Europa
occidentale quasi tutti i governi supportano almeno uno o più modelli con finanziamenti a lungo
termine, realizzati internamente dai ministeri o dagli istituti statistici10 , nei paesi dell’Europa
dell’Est quasi tutti i modelli di micro-simulazione sono finanziati come progetti di ricerca a breve
termine e realizzati da ricercatori esterni alle istituzioni governative 11 .
CONTESTO NAZIONALE
A partire dalla fine degli anni 80 in Italia si è osservato un proliferare di modelli di microsimulazione 12 per la valutazione delle politiche redistributive. I modelli differiscono per tipo di
effetti simulati in relazione alle politiche oggetto di studio. Una prima classificazione può dunque
basarsi sul campo di applicazione dei modelli all’interno della ampia categoria delle politiche
redistributive (imposte indirette, imposte dirette, benefici sociali, previdenza sociale etc.). Inoltre,
dal punto di vista della metodologia utilizzata, un’utile tassonomia dei modelli può basarsi su tre
dimensioni13 : il focus su aspetti di equilibrio parziale piuttosto che generale; l’inclusione o meno di
risposte comportamentali; la dimensione temporale, riguardante l’orizzonte temporale e il
7
La conferenza, in celebrazione del cinquantenario dalla nascita delle microsimulazioni (cfr. Orcutt, 1957), ha visto la
partecipazione di oltre 300 esperti del settore provenienti da tutte le parti del mondo.
8
Tra le eccezioni in ambito europeo, si segnalano, oltre al modello EconLav, il modello Finlandese costruito con la
partecipazione dell’istituto di previdenza sociale e il modello Francese istituito presso l’ufficio nazionale di statistica.
9
Cfr. Ann Harding (2007).
10
L’utilizzo di modelli di micro-simulazione nel design delle politiche sembrerebbe essersi affermato soprattutto nei
paesi scandinavi, in Olanda, in Francia e nel Regno Unito, seguendo una prassi ampliamente diffusa nei paesi
anglosassoni d’oltreoceano (Stati Uniti, Canada e Australia). Oltre ai modelli statici “aritmetici” in questi paesi le
istituzioni governative supportano lo sviluppo di modelli comportamentali e/o di modelli dinamici.
11
Cfr. Tax-Benefit Microsimulation Models in Eastern Europe, (2007), International Journal of Microsimulation, 1(1)
54-56.
12
Tra i primi modelli tax-benefit costruiti in Italia si segnala ITAXMOD, realizzato nel 1988 dall’Ispe (ora Isae).
13
Cfr. Bourguignon F. e Spadaro A. (2005).
3
trattamento di decisioni intertemporali. La tabelle 1 riassume le caratteristiche dei principali modelli
di micro-simulazione in relazione a queste caratteristiche. La tabella 2 riporta, per gli stessi modelli,
denominazione e tipologia dell’ente costruttore e data di avvio.
Come mostra la lettura congiunta delle due tabelle, fino alla prima metà degli anni 90 sono stati
sviluppati esclusivamente modelli di tipo statico, privi di risposte comportamentali, mentre negli
anni successivi si è cominciato a realizzare anche modelli dinamici, principalmente volti a studiare
la sostenibilità del sistema previdenziale e a valutarne possibili riforme 14 . Inoltre è stato stimato un
primo modello di simulazione del sistema di imposte e benefici pubblici che include le decisioni di
offerta di lavoro. A differenza di quanto è avvenuto negli stessi anni nel Regno Unito, tuttavia,
nessuno di questi modelli è stato realizzato all’interno di istituzioni governative, sebbene sempre
più frequentemente tali istituzioni diano il supporto finanziario a singole ricerche in questo ambito.
La tipologia di ente costruttore si riflette sul tipo di utilizzo che hanno avuto questi strumenti. In
ambito accademico le analisi hanno riguardato sia esercizi di economia normativa, volti a valutare
proprietà e caratteristiche di alternativi sistemi di imposizione o di protezione sociale, sia esercizi di
economia positiva, volti a valutare gli effetti distributivi di specifiche riforme 15 . Gli enti pubblici di
ricerca (ISTAT e ISAE), sulla base dei propri modelli di micro-simulazione, forniscono
annualmente una valutazione degli effetti distributivi della Finanziaria, spesso oggetto delle
rispettive audizioni alla camera, precedenti l’approvazione della manovra. Nel complesso, quindi
modelli di micro-simulazione offrano analisi valutative che concorrono grandemente ad arricchire il
dibattito sugli esiti delle politiche pubbliche. Tuttavia, si avverte la carenza di strumenti in house
sistematicamente utilizzabili dai policy maker nel design delle politiche.
IL PROGETTO ECONLAV
All’inizio del 2005, il Ministero dell’Economia e delle Finanze e il Ministero del Lavoro e delle
Politiche Sociali 16 , con il co- finanziamento del Fse 17 , hanno affidato all’Isfol - Struttura Nazionale
di Valutazione – il compito di sviluppare, nell’arco di un triennio, un modello di micro-simulazione
del sistema di imposte e benefici pubblici che tenesse conto delle reazioni comportamentali delle
famiglie agli interventi di policy, innanzitutto in termini di offerta di lavoro 18 . Obiettivo del progetto
era quello di dotare i due Ministeri committenti di uno strumento interno per la valutazione e il
design delle politiche, adatto ad analizzare gli effetti distributivi e comportamentali del sistema di
protezione sociale e del prelievo fiscale, nonché delle politiche di incentivazione del lavoro.
14
In questi anni, inoltre, numerosi modelli statici sono stati sviluppati da singoli studiosi, interessati a valutare gli effetti
distributivi delle riforme Irpef. Cfr. Marino, Rallini (2003), Gastaldi, Liberati (2004), D’Amuri, Fiorio, Zanardi (2004),
Petretto, Sciclone (2004); Pellegrino (2005).
15
Dal punto di vista metodologico i modelli di micro-simulazione sono strumenti per la valutazione ex ante, in quanto
si basano su dati raccolti in un momento precedente alla implementazione delle politiche di cui si simulano gli effetti.
Ciò non toglie che vengano spesso utilizzato per valutare gli effetti di politiche gia implementate, per le quali dati ex
post non sono disponibili o non sono utilizzabili allo scopo (in genere la difficoltà consiste nell’identificare in modo
corretto la situazione controfattuale).
16
Oggi Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali.
17
Il progetto è stato co-finanziato dal Fondo Sociale Europeo nell’ambito del Pon Azioni di Sistema Ob.3 a titolarità del
Ministero Lavoro e Politiche sociali.
18
Il Min. dell’Economia ha messo a disposizione del gruppo di lavoro due risorse umane qualificate per le attività
progettuali. Alla struttura Isfol di gestione del progetto si è affiancato un Comitato di Indirizzo costituito da: un
rappresentante del Ministero del Lavoro, in qualità di supervisore tecnico del progetto; un dirigente del Dipartimento
del Tesoro del Ministero dell’Economia; un rappresentante della Banca d’Italia e il responsabile Isfol del progetto. La
supervisione scientifica del progetto è stata affidata ad un Comitato Scientifico, nominato dai due Ministeri.
4
Il modello realizzato 19 , denominato EconLav, è un modello di micro-simulazione statico, che
introduce le reazioni comportamentali tramite la stima di un modello strutturale, in cui l’offerta di
lavoro è il risultato di una scelta degli individui all’interno di un paniere di opportunità di impiego,
caratterizzate ciascuna da un saggio del salario, da un orario e da altri attributi non monetari. Il
modello utilizza il framework sviluppato da Dagsvik e Strom (2006) per trattare l’offerta di lavoro
settoriale in presenza di complicati vincoli di bilancio e di restrizioni dal lato della offerta. Il
modello si presta a considerare la decisione di partecipazione al mercato del lavoro e la scelta del
settore di impiego (pubblico piuttosto che privato o alle dipendenze piuttosto che autonomo). Gli
agenti scelgono l’opportunità di impiego che massimizza la loro utilità, espressa in funzione del
reddito disponibile e del tempo libero (complementare alle ore lavorate). Le decisioni di offerta di
lavoro delle coppie sono trattate in modo congiunto.
Poiché nella funzione di utilità entra il reddito disponibile (dei single e delle famiglie) e non la
retribuzione lorda, una modifica della legislazione fiscale o di protezione sociale può modificare il
sistema delle convenienze degli individui e pertanto le loro decisioni di offerta di lavoro.
Trattandosi di un modello strutturale, in cui le decisioni di lavoro individuali dipendono dalle
preferenze e dai vincoli nelle risorse, soddisfa le condizioni suggerite da Robert Lucas 20 affinché un
modello possa essere utilizzato per la previsione degli effetti di un esperimento di policy, si basa
cioè su parametri invarianti rispetto alle politiche implementate.
Allo stato attuale, il modello utilizza coma base dati l’indagine banca d’Italia sui bilanci delle
famiglie 21 (anno 2002 o 200422 ) e riproduce le legislazioni fiscali vigenti rispettivamente negli anni
2002, 2004, 2006, 2007 e 2008. Il modello presenta due versioni, una aritmetica, in cui si assume
che l’offerta di lavoro e quindi i redditi lordi siano un dato, l’altra comportamentale in cui la scelta
di partecipazione al mercato del lavoro, il settore di attività e l’orario offerto sono endogeni. Il
modello aritmetico è incorporato in quello comportamentale, in modo da consentire la scelta tra la
simulazione dei soli effetti di primo ordine e l’inclusione degli effetti di secondo ordine. Dal punto
di vista computazionale il modello presenta una struttura modulare che ne consente un uso flessibile
e facilita future integrazioni e aggiornamenti. Le regole di policy sono espresse in forma
parametrica al fine di facilitare l’aggiornamento alla legislazione più recente e l’implementazione di
riforme.
VALUTAZIONE E PROSPETTIVE
Uno degli aspetti innovativi del progetto realizzato risiede nel suo valore istituzionale. Il modello
EconLav è frutto di una collaborazione interministeriale al fine di disporre di un unico strumento
condiviso per il design delle politiche. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze e il Ministero del
Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali hanno ora la facoltà di utilizzare autonomamente il
modello per i propri fini istituzionali. Ciascun Ministero si impegna, tuttavia, a condividere con
l’altro dicastero gli usi di EconLav qualora questi assumano una rilevanza pubblica, siano oggetto
di confronto politico o con le Parti Sociali. Al fine di mantenere un’unica versione del modello, le
19
Cfr. Curci et al. (2007).
La Critica di Lucas afferma che se vogliamo prevedere gli effetti di una variazione di policy, dobbiamo costruire il
modello in funzione dei “parametri profondi” (riguardanti le presenze, la tecnologie e i vincoli nelle risorse) che
determinano il comportamento individuale.
21
Il data-set di variabili di input, utilizzato dal modello di microsimula zione ECONLAV, è stato ottenuto attraverso un
preliminare trattamento dei dati che ha riguardato l’organizzazione e la ricodifica, lì dove necessario, della banca dati
originaria, l’imputazione di variabili mancanti sulla base di fonti esterne, la ricostruzione, tramite una procedura
iterativa, dei redditi lordi (a partire dai redditi disponibili rilevati nell’indagine).Cfr. Coromaldi, Guerrera
22
E’ in corso di preparazione un nuovo data base di input basato sulla indagine riferita all’anno 2006. Inoltre è in corso
un istruttoria per verificare l’opportunità di utilizzare in futuro l’indagine Istat Eu-Silc.
20
5
attività di aggiornamento, affinamento e sviluppo di EconLav sono state affidate all’ISFOL e i due
Ministeri committenti si impegnano a non modificare la struttura del modello in maniera autonoma.
Anche la costruzione del modello si è basata su proficui rapporti di collaborazione. Il gruppo di
lavoro si è avvalso della collaborazione di due funzionari del Dipartimento del Tesoro e sono stati
avviati rapporti di collaborazione informale con altri Enti che hanno realizzato modelli di microsimulazione (Istat e Isae) e con i produttori di dati (Istat - Dipartimento Contabilità Nazionale,
Servizio Studi Banca d’Italia). Inoltre, per l’utilizzo dei dati Sogei relativi ai redditi dichiarati alla
autorità fiscale, il gruppo di lavoro ha avviato una specifica collaborazione con il Dipartimento
Politiche Fiscali del Ministero dell’Economia.
Negli anni a venire gli sviluppi di EconLav potranno riguardare la predisposizione di strumenti per
l’utilizzo del modello nell’ambito di studi sulla tassazione ottimale e l’eventuale collegamento con
il lato della domanda di lavoro tramite l’integrazione con un modello macro o con un modello di
equilibrio generale computabile.
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7
Tabella 1. Caratteristiche dei principali modelli di micro-simulazione italiani
Modelli di
micrsosimulazione
Misure di policy
Dirimod95/Mapp
Euromod (Modulo
italiano)
Indice
Indimod
Irpet
Imposte- benefici
Imposte- benefici
Itaxmod
Ivamod
Marta
Mastrict
Modello di offerta di
lavo ro
Mosed
TBM91
Anac
CeRPSIM
Coorte DMM
Dynamite
Evolution Pension
benefits
Modello Capp
Tipo di
modello di
equilibrio
Parziale
Parziale
Dimensione
temporale
Risposte
comportamentali
Statico
Statico
No
No
Imposte indirette
Imposte indirette
Distribuzione del
reddito
Imposte- benefici
Imposte indirette
Imposte-benefici
Imposte- benefici
Imposte- benefici
Parziale
Parziale
Generale
Statico
Statico
Statico
No
No
No
Parziale
Parziale
Parziale
Parziale
Parziale
Statico
Statico
Statico
Statico
Statico
No
No
No
No
Offerta di lavoro
Effetti distributivi,
micro - macro
Imposte- benefici
Pensioni, mutamenti
demografici
Pensioni, trasferimenti
intergenerazionali
Distribuzione nel ciclo
di vita
Pensioni politiche
macro
Pensioni, mutamenti
demografici
Pensioni, mutamenti
demografici
Generale
Statico
No
Parziale
Parziale
Statico
Dinamico
No
Pensionamento
Parziale
Dinamico
No
Parziale
Dinamico
No
Parziale
Dinamico
Pensionamento
Parziale
Dinamico
Pensionamento
Parziale
Dinamico
No
8
Tabella 2. Ente costruttore e anno di costruzione dei principali modelli di micro-simulazione
italiani
Denominazione
Costruttore
Dirimod95/Mapp
Prometeia e Università di Bologna
Euromod (modulo italiano)
Indice
Università di Roma e Bologna
Università di Venezia, Roma e
Bologna
Università of Modena
IRPET
Indimod
Irpet Model
Tipo di ente
costruttore
Istituto
indipendente
e Università
Università
Università
Anno di
costruzione
1993
1995
1990
Università
1992
Ente pubblico
2006
regionale
Itaxmod
ISPE (ora ISAE)
Ente di
1988
ricerca
pubblico
Ivamod
ISPE (ora ISAE)
Ente di
1990
ricerca
pubblico
Marta
CER
Istituto di
2003
ricerca
privato
Mastrict
ISTAT
Ente di
1998
ricerca
pubblico
Modello di offerta di lavoro
Aaberge, Colombino e Strom
Singoli
1996
studiosi
Mosed
Banca d’Italia
Banca d’Italia
1995
TBM91
Università di Venezia e Roma
Università
1990
Anac
Ando, Nicoletti Altimari, Cannari
Singoli
1998
studiosi
CeRPSIM model
CERP
Centro studi
2000
Coorte DMM
Baldini
Singoli
1997
studiosi
Dynamite
Banca d’Italia
Banca d’Italia
1999
Evolution Pension benefits
Bianchi, Romanelli, Vagliasindi
Singoli
2003
studiosi
Mapp98
CAPP
Centro
1998
Universitario
Nota: la data di costruzione è stata in alcuni casi ricostruita sulla base della data di pubblicazione dei lavori di
documentazione dei modelli e potrebbe pertanto non essere sempre esatta.
9
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