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RIMARRAI SEMPRE NEI NOSTRI CUORI

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RIMARRAI SEMPRE NEI NOSTRI CUORI
L’
Anno IX n. 5 11-05-2007
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91021 Campobello di Mazara (TP)
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DIRETTO DA FRANCO
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Periodico quindicinale di Opinione - Politica - Cultura - Sport - Cronaca
ADDIO FINA...
RIMARRAI SEMPRE NEI NOSTRI CUORI...
0,77
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EDITORIALE
…MA COSÌ NON VALE!
di Franco Scaturro
A PAG. 3
RIFLETTORI
Nasce a Mazara il
“Circolo Giovani”
La Redazione
Un fiore all’occhiello
per Mazara
di Paola Angelo
A PAG. 5
Le ragioni del libro di
Paola Angelo
di Maria Concetta Nastasi
A PAG. 6
Pensieri e parole
dedicati a Fina
DA PAG. 7a10
Benvenuto nella tua
Valle, Olivicoltore!
di A. Bonanno
A PAG. 11
Sala Consiliare impedita ai
diversamente abili
Vincita di un milione di Euro
Giornata Internazionale
dell’Infermiere
Incontro-dibattito sul TFR
pubblico e privato
Il Vescovo all’Abele Ajello
di Baldo Scaturro
A PAG. 14
INFORMA CITTÀ
Nella piazzetta dello scalo
si torna a mercanteggiare
Il lavoro più antico del mondo
Turismo congressuale,
16 milioni per Mazara
a cura
di Piera
Pipitone
di Baldo
Scaturro
A PAG. 13
L’
Anno IX n. 5 11-05-2007
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2
L’
Anno IX n. 5 11-05-2007
L’editoriale
3
di Franco Scaturro
…MA COSÌ NON VALE!
Fina ci ha lasciati troppo presto… ma così non vale! Nella sfida con la vita aveva deciso (appresa la notizia del suo male) di
giocarsi una partita vera ed intera
ma purtroppo si è dovuta
arrendere ma solo fino all’ultimo
sospiro perché tanta era la sua
voglia di vivere, che le aveva
concesso di superare brillantemente i tanti campanelli
d’allarme che via via si susseguivano. Conoscerti è stato per me un motivo di vanto.
Apprezzarti in tanti anni di lavoro in redazione, direi scontato e consequenziale.
La tua immatura e precoce scomparsa è stata per me
una mazzata terribile. Cara
Fina mi manchi tanto… Le
lunghe serate ed anche nottate a battere gli articoli, insieme, rimarranno indelebili
nella mia mente. Non potrò
mai dimenticare il tuo sguardo sofferente quando uscii dalla
sala operatoria dopo essermi sottoposto a coronarografia ed
angioplastica per l’infarto che mi
colpì nel febbraio 2006. Eri stata,
insieme a Tonino, tuo compagno
di vita e marito esemplare, dolcissima nell’affrontare il viaggio die-
tro l’ambulanza che mi condusse,
con urgenza, a Palermo. Desidero ricordarti, sempre, con quel tuo
magnifico sorriso, con la sigaretta, purtroppo sempre a portata di
mano dopo aver sorseggiato l’ennesimo e solito caffè. La tua grande voglia di vivere si è infranta di-
nanzi al “terribile” male di sempre. L’ultimo sorriso che hai regalato a Tonino, Enzo, Mariangela
e Piera ha rappresentato in toto il
grande amore che nutrivi verso i
tuoi cari ai quali, ovviamente, aggiungo papà e mamma che appresa la notizia della tua morte hanno, anche loro, affrontato, se pur
anziani (tu avevi volutamente
non aggiornarli sul tuo stato di
salute per grande rispetto verso
due persone, a te tanto care,
avanti negli anni) questa “graQuindicinale
Anno IX n. 5
vissima” perdita con grandissima sofferenza ma, anche, con
EDITORE
EDI 2000 di Pipitone Vincenzo
intensa dignità. In tanti abbiamo
SEDE LEGALE
versato lacrime sincere nei tuoi
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Registrazione Tribunale di Marsala n. 122/4-99 11/11/99
confronti perché lo meritavi. La
DIRETTORE EDITORIALE
grande folla in Cattedrale nel
Antonio Pipitone
giorno del tuo “addio” ne è staDIRETTORE RESPONSABILE
Franco Scaturro
ta una profonda testimonianza.
CAPO DELLA REDAZIONE
Sono dispiaciuto per non aver
Piera Pipitone
potuto prendere la parola in tua
FOTOCOMPOSIZIONE
Antonino Rallo
memoria dinanzi a tutta quella
STAMPA,
enorme folla. Lo sentivo e lo voGRAFICA E IMPAGINAZIONE
EDI 2000
levo ma la “burocrazia” della noConcessionaria pubblicità
stra Diocesi me lo ha impedito
Tel. 0923 660009 - Fax 0923 660011 perché, a quanto pare, bisognae-mail: [email protected]
va chiedere l’autorizzazione il
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giorno prima della funzione reli-
L’
giosa del tuo ultimo saluto a chi ti
ha voluto “veramente” bene. Mi
auguro che queste righe, dettate
dal mio più profondo cordoglio,
possano essere lette dai mazaresi
ma anche da coloro che non ti conoscevano da vicino. Sto scrivendo tutto ciò che avrei detto in quella circostanza, me lo ero imposto e così è stato. Tonino,
Enzo, Mariangela e Piera sono
stati “grandissimi”.
In questi otto mesi di tua
sofferenza ti sono stati vicini
soffrendo tantissimo ma senza darlo a vedere a te così
come tu del resto hai fatto
con loro… Mi sento di dire
che i tuoi figli e tuo marito ti
daranno, ancora, tante soddisfazioni sia sul piano lavorativo che universitario.
Mariangela riprenderà i suoi
regolari studi in Medicina (è
bravissima) e Piera la imiterà
in un’altra facoltà da aspirante collega giornalista. Il giorno
della loro laurea vorrò esserci per
festeggiare insieme a te un momento che hai, sempre, sognato e
desiderato conversando insieme a
me nelle ore lavorative in redazione. Sarà così… Enzo è diventato
un “mostro” di bravura dinanzi ai
computers, con lui il giornale e la
tipografia hanno fatto e faranno
ulteriori salti di qualità. Anche questo è stato, sempre, un tuo pallino… vedere Enzo all’altezza delle situazioni lavorative che si venivano e che si vengono a creare
è stata una tua scommessa e così
è stato e sarà negli anni così come
il tuo, il nostro ed il giornale dei
“mazaresi” tanto caro a te e a
Tonino.
L’Opinione andrà avanti e sempre con maggior impegno da parte nostra perché così volevi e così
sarà. Ti sei portata nella tua dimora eterna alcune copie del giornale a te tanto care… Era un tuo
desiderio e così è stato. Sono sicuro che nel formulare i nuovi numeri dell’Opinione ci darai, dall’alto dei cieli, delle importanti indicazioni. Tu saprai come fare ma
per te non sarà difficile perché
tanto amavi questo lavoro, che
continuerai a svolgere in altri lidi…
Cara Fina mi manchi e ci manchi
tantissimo, sarò forse ripetitivo ma
è la pura e sacrosanta verità…
Tutti coloro che ti sono stati vicini
da sempre ed in questi “disgraziati” otto mesi terribili (davvero pochissimi all’età di soli 52 anni) sono
fieri delle grandi attestazioni di stima che, quotidianamente, continuano a giungere nei tuoi confronti. Sono sicuro che anche per queste motivazioni sorriderai, come
sempre, e farai sorridere, anche,
chi ti è vicino… Ti sei addormentata con naturale dolcezza ma conoscendo bene la tua personalità,
in Paradiso sarai tra le persone
più attive ed altruiste sempre pronta a dare aiuto a chi ne ha bisogno. Vorrei esprimere un mio ultimo desiderio… Quando ti “risveglierai” vorrò essere al tuo fianco
per un forte, fortissimo abbraccio… Quando circa nove anni
orsono mi affidasti insieme a Tonino la direzione del giornale mai
e poi mai avrei pensato di dedicarti queste righe in circostanze
come questa.
Non riesco, ancora, a credere
che tu non possa essere più tra di
noi ma credimi (una volta che ti
ho conosciuto) ti avrei dedicato
questo spazio anche da non direttore perché non c’è cosa più bella
nella vita che esternare i propri
sentimenti a chi si vuole veramente bene e tu eri e sarai sempre,
per me, una persona importante
verso la quale nutrirò sempre
grande rispetto e ammirazione.
Dal “tuo” direttore (mi dicono che
eri fiera del mio ruolo e questo mi
fa veramente piacere) un ultimo
e grande abbraccio… al quale si
aggiunge, anche, quello di mia
moglie Patrizia e di mio figlio Giuseppe altre due persone che ti stimavano e che ti volevano, veramente, bene…
L’
Anno IX n. 5 11-05-2007
Marino
impianti
4
L’
Anno IX n. 5 11-05-2007
5
Nasce a Mazara il “Circolo Giovani”
Il 13/04/07 si è costituito nella
nostra città il “Circolo Giovani di
Mazara del Vallo”.
Ne fa parte un gruppo di giovani, affiancati da Duilio Pecorella,
Coordinatore provinciale di Forza
Italia Giovani, che con il suo incoraggiamento ha sostenuto i soci
fondatori, rappresentati da Roberto Cacioppo, Presidente, Pasquale Messina, Presidente- vicario,
Giovanni Patti, Segretario.
L’idea di una costitution day di
un “Circolo Giovani” a Mazara nasce durante il Convegno di
Montecatini Terme del novembre
scorso, in cui le parole chiave del
discorso di Dell’Utri e di Berlusconi
(prima del malore) erano state
quelle di includere, coinvolgere,
contribuire alla formazione dei giovani, dando loro l’occasione di partecipare in prima persona alla vita
culturale e politica.
Traducendo nella concretezza
quelle parole, questi giovani
mazaresi hanno voluto riunirsi in
un’associazione, che si propone
la difesa della nostra identità, della nostra tradizione, delle radici
cristiane.
L’associazione intende dunque
difendere i principi liberali e riformatori e il valore dello Stato al di
sopra di tutte le competizioni di
parte, affermando inoltre, in ogni
campo, i valori del merito e della
qualità.
Altre finalità che il nascente Circolo si propone sono quelli della
difesa dell’iniziativa privata contro
ogni forma di dirigismo, la libera
espressione della dignità e dell’originalità di ogni uomo e di ogni donna, contro le pressioni delle
pseudoculture massificate.
In tal senso, significativo è stato il discorso iniziale, alla presenza di numerosi invitati presso l’Hotel Cristal di Trapani, del Presidente Roberto Cacioppo, il quale ha
sottolineato il valore della famiglia
e della cristianità, quale fondamento della società e del futuro.
Sulla base delle direttive nazionali, saranno attivati a Mazara seminari, convegni, iniziative di vario
genere, affinché da questa città
parta una nuova primavera “giovane”, che, con il contributo decisivo dei Giovani di Forza Italia, possa veramente determinare una
nuova fisionomia politica, sociale,
umana, aperta concretamente alle
iniziative che diano qui, sulla nostra terra, opportunità di sviluppo
e di lavoro.
La Redazione
Un fiore all’occhiello per Mazara
Note, note e che note… un
susseguirsi di note e di emozioni,
un sereno abbandono, un dolce e
pacato desiderio di pace, un melodioso insorgere di cristalline e
colorate immagini, talvolta malinconiche, altre più liete e soavi. Melodie dell’anima ascoltate con
il cuore. Tocchi e
rintocchi di una
musica che si fa
dolce e struggente, nostalgica e prorompente. I suoni
diventano immagini, e queste si rincorrono nella mente colorandosi di tinte policrome. Gli
adagi trascendono lo spazio e il
tempo e ci trascinano in una dimensione surreale. Gli occhi non
guardano, ma l’ascolto ti permette di vedere oltre ciò che si sente
con le orecchie.
Sensazioni ed
emozioni
che
oggi si rinno-
vano e ci rinnovano.
O
musica soave,
o dolce melodioso inseguirsi di toni e mezzi toni! Quale fascino esprime anche ad un profano la forza creativa dell’arte che
sa sublimare lo spirito, spingen-
dolo in profondità e trascinandolo
nei labirinti dell’anima! Ora il turbine della passione, ora una pacata
serenità. Ora la fuga, ora il dominio dei sensi. Piacevole incontro di contrasti. Sintesi
di umano e divino in una ricerca continua di penetranti giochi di suoni cristallini
alcuni, più ricercati e ripetitivi altri, ma sempre coinvolgenti ed inquietanti. Non c’è tecnica che tenga, non c’è studio razionale che possa tradurre il patos
che trasmette un pianista quando
suona con il cuore più che con le
mani. Un’ora di incontro e di dolce
abbandono ci ha regalato Alessandro Marino e noi vogliamo ringraziarlo per essersi cimentato in
pezzi musicali così impegnativi ed
articolati che hanno permesso a
Bach, Beethoven, Granados e
Brahms di rivivere grazie alla sua
tenace volontà di giovane profusa
con passione nella musica.
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L’
Anno IX n. 5 11-05-2007
6
Le ragioni del libro di Paola Angelo
di Maria Concetta Nastasi
Nel suo ultimo libro, “dal Graal
un richiamo in Codice”, Paola Angelo ci dice di essere stata (ri)chiamata
da un messaggio nascosto nel “Codice da Vinci” di Dan Brown, messaggio in codice, appunto, e ce lo
rivela già nel titolo, tanto pensato, ma
anche tanto intuitivo, pieno. Ci dice
che ci può essere molto di più nascosto tra le righe, che il lettore avverte, spesso inconsapevolmente.
L’accettare subitaneamente un libro o rifiutarlo sono
atteggiamenti simili, nascondono certezze o
insicurezze sulle quali però
c’è bisogno di riflettere se si
vuol capire. Ecco allora l’intuizione di Paola Angelo per spiegare il
successo di Dan Brown: l’interesse per il libro che lei analizza ed il
successo editoriale de “Il Codice da Vinci” non è dovuto al
fatto in sè della scoperta di Maria Maddalena ipotizzata come moglie di Gesù, ma quello che si cerca
e che si vuol trovare è la certezza dell’esistenza di Gesù, attraverso prove concrete.
Oggi che tutto si è ridotto al materiale, quando la Scienza sta per
arrivare a sconfiggere e poi riprodurre
la nascita naturale e la morte naturale, l’uomo per credere ha bisogno
di prove, non essendo più capace di
farlo per fede.
Ecco cos’è allora che attira tanto, trovare le prove certe… ecco cosa
ci dice la nostra scrittrice in realtà…
dentro il libro di Dan Brown c’è la
ricerca della verità e di Dio. Anche
l’autore stesso, forse inconsapevolmente, fa questa ricerca e vuole utilizzare la ragione per credere e per
arrivare alla fede, ma come dice
Pascal “l’ultimo atto della ragione è
ammettere che ci sono un’infinità di
cose che la superano”. La nostra
scrittrice, fin dalle prime battute, ci fa
scoprire che quello che
ciascuno di noi cerca, e
che il protagonista dott.
Langdon trova finalmente all’epilogo del libro e del
film, è l’infinito cielo stellato
sopra di lui, non solo la tomba
di Maria Maddalena, sotto di lui,
sepolta al museo del Louvre.
S’inginocchia e guarda il cielo, finalmente felice di aver
trovato la Verità, sopra di lui,
nell’Infinito. In pratica una ricerca che è dentro l’uomo e che l’uomo ancora non vuol riconoscere: la
certezza dell’esistenza di Dio. Perciò arrivare alla tomba di Maria
Maddalena non è il vero traguardo,
la vera meta sta in alto, nell’universo
stellato sopra di noi, la meta è la
Verità, è DIO. Questo Paola Angelo
ha intuito, forse è quello che anche
lei andava cercando, il GRAAL che
tutti noi cerchiamo è DIO. E’ vicino, è
dentro di noi, ma abbiamo, noi uomini, il bisogno di cercare, di scavare, di percorrere vie tortuose ed av-
venturose, a volte anche tristi e
tediose per trovare la strada giusta.
Il protagonista del libro, per arrivare alla
meta ed al traguardo,
torna indietro, da dove
era partito, come anche la protagonista,
cerca e trova la nonna
e rivaluta tutto ciò che
il nonno le aveva insegnato. Aveva cancellato il suo passato, non
aveva più incontrato il
nonno che l’aveva delusa, ma per scoprire
le sue origini e se
stessa è costretta a
tornare indietro, a rischiare molto, ad
accettare i suoi errori, è costretta a
chiedere aiuto. Alla fine tutti e due i
protagonisti si lasciano nel momento che trovano quello che cercavano:
se stessi e la verità. Anche il libro
“Angeli e Demoni” dello stesso autore e che la nostra scrittrice analizza pone un irrisolto problema: il contrasto tra bene e male, scienza e
fede, ragione e sentimento, un eterno dibattere che forse non potrà mai
avere fine. L’Autrice prende spunto
da questa tematica pregnante per
approfondire altre ipotesi, per andare anche qui, oltre… Allora leggiamo
e quasi vediamo, assorti e stupefatti
di un triangolo isoscele che ha ai
suoi vertici la Scienza, la Conoscenza e la Coscienza, per base ha la
Libertà e per altezza la Verità. Un’immagine che rende subito l’idea del
messaggio che Paola Angelo ha scovato
nel libro di Brown: La
Scienza è stata data
agli uomini per conoscere il grande libro
della natura e giungere così ad amare Colui che lo ha realizzato”. Attraverso una
saggia, meticolosa e
certosina analisi delle citazioni, dei riferimenti biblici e dei
saggi, Paola Angelo
riesce a far fare al lettore un cammino verso la Verità che
ha trovato anche in queste pagine e
ci conduce per mano verso questa,
cioè verso il Santo Graal. Per usare
un famoso detto, l’autrice “ha scritto
dritto sulle righe storte”, sulle righe
che potevano suscitare scandalo, ha
trovato la via per arrivare al bene. Alla
fine resta lo stupore, la meraviglia di
quanta strada si possa percorrere
se si abbandona la pigrizia e l’apatia, l’indifferenza ed il pessimismo.
Ben vengano pagine come queste
se servono a suscitare un percorso,
a fare un cammino dentro e fuori di
sè. Dobbiamo ringraziare la nostra
scrittrice perchè lei, invece, ha avuto
il coraggio di mettersi in gioco, di vincere la pigrizia, di rischiare pur di dare
e lasciare a noi qualcosa.
Un’occasione sciupata… ma non proprio
Quante cose avrei potuto e voluto dire, ma non ho detto, durante
quel momento così bello ed emozionante qual è stato la presentazione del mio libro: Dal Graal… un
richiamo in Codice. Quante parole
avrei potuto usare in quell’occasione per sottolineare il piacere dello
stare insieme a tanta gente unita
dalla curiosità, ma soprattutto unita, lasciatemelo dire, dal richiamo,
che su tutti da sempre esercita il
“Graal”, da cui vorrei prendere spunto per dire proprio ciò che quella sera
non ho detto.
Dal punto in cui mi trovavo vedevo l’Aula Magna del Seminario, gremita oltre ogni mia aspettativa. Mi
compiacevo fra me e me, ma ripensando alla frase de “Il Codice da Vinci”: non siete voi a trovare il Graal,
ma è il Graal che trova voi, che è
stata il filo conduttore del libro, mi
sembrava che una “regia particolare” avesse combinato anche quell’Incontro. Avevo invitato per telefono
la maggior parte dei presenti, ma
anche il “caso” aveva contribuito a
darmi una mano, ricordandomi i
nomi e facendomi incontrare chi non
avevo raggiunto telefonicamente.
Non avevo rispettato, direbbe qualcuno, l’etichetta e avevo lasciato che
l’eco del richiamo facesse da cassa
di risonanza. L’incontro era stato,
dunque, pilotato dal regista che molti
chiamano “caso”, e che io attribuisco all’arbitrarietà dello Spirito, che
soffia dove vuole.
E’ stato un libro a svegliare il mio
interesse, ed è stata la curiosità per
un altro libro a chiamare a raccolta,
in un giorno feriale, una parte della
comunità mazarese, certo attirata
anche dal nome dei Relatori, ma tutto ciò non è avvenuto, a mio avviso,
per caso.
La risposta all’invito c’era stata,
e nel prendere la parola, per prima
cosa, avrei dovuto ringraziare i presenti uno per uno: il Vescovo, Mons.
Domenico Mogavero, il Presidente
del Consiglio Comunale Gianpiero
Giacalone per la loro disponibilità,
pdr. Leo Di Simone, e il dott. Danilo
di Maria per i loro forbiti interventi, Girolamo Cristaldi per
la sentita lettura di alcuni brani. Inoltre dovevo ringraziare
chi mi ha sostenuto durante il
lavoro di stesura: pdr. Giuseppe Fullone e la professoressa Maria Concetta Nastasi,
per la loro disponibilità a redigere la prefazione, la prof.
Elda Napoli Montalbano, che
mi ha incoraggiato con la forza delle
sue parole; l’editore Angelo Mazzotta
per la sua pazienza e mio marito per
avermi aiutato nello scegliere la copertina. Né avrei dovuto dimenticare
pdr. Vito Impellizzeri, o il giornalista
di Teleotto, Salvatore Giacalone, e Piero Campisi, per avermi dato la possibilità di parlare in televisione del mio libro,
unitamente a coloro
che mi hanno regalato anche solo un
sorriso. Avrei dovuto
ringraziare
sull’esempio di Dan Brown, l’autore de
“Il Codice da Vinci”, tutti, ma nel mio
piccolo, non sono riuscita a dire quello che il mio cuore mi suggeriva.
Lo faccio però, oggi, risponden-
do ad un richiamo, quello della mia
coscienza, che anche questa volta,
nel mostrarmi gli errori, mi mette nella condizione di rimediare ad una dimenticanza da questa pagina del
giornale, della cui opportunità ringrazio la mia cara amica Fina Ferro e
Antonio Pipitone suo marito, Edi
2000.
Certamente l’emozione mi ha in
qualche modo bloccato la memoria,
ma non voglio trovare giustificazioni
a ciò che non ho fatto. Ritengo tuttavia che la mia omissione possa essere sfruttata come un’occasione
per dire che la nostra comunità in
fondo si ritrova sempre, nonostante
le dispersioni
che ci caratterizzano come uomini, a sostenere
iniziative culturali, e che in questo dimostra la
sua attenzione
verso la cultura.
Se verba volant
e
scripta
manent, questo grazie, anche se in
ritardo, giunga a tutti in modo sentito
e concreto.
di Paola Angelo
L’
Anno IX n. 5 11-05-2007
7
Pensieri e parole
È SCOMPARSA UNA DONNA CORAGGIOSA…
Se ne è andata in silenzio
stroncata da una grave malattia.
Fina Ferro era considerata donna coraggiosa, ha affrontato la malattia senza gravare sui familiari,
l’ha tenuta con sé perché sapeva
che non c’era nulla da fare anche
se le cure non le sono mai mancate.
Era una donna coraggiosa
perchè nella tipografia del marito
Tonino era riuscita a creare una
sorta di Circolo dove si riunivano
poeti e scrittori mazaresi e spronava tutti a scrivere e a pubblica-
re.
Il suo coraggio l’aveva portata
ad organizzare momenti culturali
che servivano da stimolo per tutti
come la prima edizione del Gran
Galà della cultura organizzato nella
scorsa estate presso la Lega Navale di Mazara in uno scenario
stellare e superbo con il mare e le
imbarcazioni a fare da sfondo.
A presentarlo fu Maria Pia
Sammartano non nelle vesti di
Assessore ma in quelle di grande
amica, che le è stata vicina fino
agli ultimi istanti della sua vita.
Fina, come la chiamavano tutti, era una donna coraggiosa anche perché sapeva affrontare i problemi della vita con leggerezza e
sempre con il sorriso sulle labbra.
Curava il giornale L’Opinione insieme al direttore Franco Scaturro,
al figlio Enzo, alla figlia Piera e al
marito Tonino
con la passione che soltanto un’amante
della cultura
poteva mettere
nelle cose che
realizzava.
È andata via per sempre, a soli
52 anni, e lascia un grande vuoto
oltre che nella sua famiglia anche
tra gli amici e i suoi parenti.
È scomparsa una donna coraggiosa…
di Salvatore Giacalone
Esempio di speranza
Non c’è nulla di nuovo sotto il
sole, dice il sapiente, ma quando
se ne va una persona cara, qualcosa cambia. Cambia il rapporto
con le cose, cambia il modo di
sentire la propria vita; il senso della
debolezza è più forte e tutto si ridimensiona di colpo.
Fina se n’è andata in sordina,
uscendo dalla scena del mondo in
punta di piedi, ma facendomi sentire la sua gioia di vivere fino all’ultimo. Ho avuto in lei un’amica, che
ascoltava con pazienza i miei pensieri e poi mi sorrideva, condividendo con me gli stessi sentimenti. Oggi, a distanza di otto giorni
dalla sua scomparsa, io ancora
rivedo il suo volto sorridente e risento le sue parole di amore verso i figli e il marito, e soprattutto
di gratitudine verso Dio che le aveva dato una famiglia che l’amava
e di cui si sentiva orgogliosa. In
questo momento mi è molto difficile pensare a lei come a persona
che non c’è più.
E’ difficile pensare che la sua
fermezza e la sua dolcezza non
mi accompagneranno ancora.
Fina credeva nelle cose che
faceva, e la sua fiducia rendeva gli
altri più forti della sua forza. Il vigore spirituale non è mai venuto
meno e mentre vedevo in lei che i
segni della malattia segnavano il
suo corpo, parallelamente, la
sua forza interiore si accentuava fino a dare coraggio agli altri, e a porsi come segno della speranza.
Sì, di speranza Fina ne aveva
molta e la sapeva elargire con
semplicità a quelli che le stavano
vicino. Vorrei poterle dire le cose
non dette, la mia stima, ma soprattutto la mia riconoscenza per
avermi regalato la sua amicizia in
tutti questi anni di cammino fatto
insieme. Grazie, Fina, sarai sempre nei miei pensieri come donna
della speranza e soprattutto di in-
domito coraggio proprio nei momenti in cui la vita ti metteva a dura
prova. Ai suoi figli, Vincenzo,
Piera, e Maria Angela, e a Tonino,
suo compagno di vita e di lavoro,
giunga il mio affetto, nella certezza che la memoria di Fina sarà
per tutti noi che l’abbiamo conosciuta, un esempio tangibile dell’amore di Dio che si manifesta proprio nei più deboli.
Paola Angelo
Terni, 8-05-2007
Il mio ricordo di Fina è quello di una donna infaticabile. La trovavo sempre al suo posto di lavoro con la sua compagna amica-nemica, la
sigaretta sempre in bocca ma era il suo sorriso che smorzava subito qualsiasi discussione e rendeva tutto semplice e amichevole.
Questo è ciò che rimane più impresso nella mia memoria e che difficilmente andrà via: il sorriso di chi sa di essere un punto di riferimento e
tu cara Fina lo sei stata per me e credo per tutti coloro che ti hanno conosciuta. Lasci un vuoto in tutti noi ma ci hai dato tanto e ti porteremo
sempre nei nostri pensieri. Grazie per essere esistita, il mondo senza di te non sarà più lo stesso.
Baldo Scaturro
Come non dimenticare…
Come descrivere la gentilezza, il buon umore, l’impegno, la nobiltà d’animo? Questo mi chiedo
pensando alla mia cara amica Fina. Durante la sua breve ma lacerante malattia che la teneva
spesso lontana dal suo luogo di lavoro, che era peraltro la sua casa vista l’intensità dei rapporti
che riusciva ad intrattenere con chiunque si fermasse solo per chiedere un informazione, ho
pensato spesso alla prima volta che con evidente entusiasmo sono stato accolto da Lei stessa presso la redazione de L’Opinione, quasi come un figlio. Porto con me un ricordo che non
dimenticherò mai della mia cara amica. Questo ricordo è legato al periodo caldo della “Questione Bertolino”. Lei stessa mi invogliò a scrivere un pezzo che riassumesse l’intera vicenda.
Così in una fredda sera di febbraio mi accinsi a scrivere l’articolo. In un primo momento pensai
di fare la cronaca degli eventi, ad un certo punto, come spesso avviene a chi scrive, imboccai
uno spunto e da lì un fiume di idee che trovarono forma scritta. Il risultato fu un pezzo abbastanza forte che non lesinava una certa ironia nei confronti
della stessa titolare della distilleria. L’indomani arrivai in redazione sperando di trovare consensi su quanto scritto. Chiesi a Fina di leggerlo
pensando che forse ne sarebbe stata troppo azzardata la sua pubblicazione. Alla fine della lettura, Fina alzò gli occhi, mi guardò e sorrise, pensai
inizialmente che volesse trovare le parole giuste per dirmi che sarebbe stato meglio “aggiustarlo”. Niente di tutto ciò! Si dimostrò abbastanza
entusiasta del mio articolo, e alle mie domande su alcuni dubbi circa la pubblicazione, rispose incitandomi a continuare a scrivere in quel modo.
Dimostrò la sua forza non solo come editrice, ma soprattutto come donna impegnata a ricercare l’informazione-verità, quella stessa forza che
l’accompagnò fino alla fine e che ha diviso sicuramente, prima dell’ultimo respiro, ai propri tre figli e al marito Tonino, e un po’ a tutti noi che
l’abbiamo conosciuta e avuto il piacere di condividere insieme alcuni momenti importanti.
Grazie Fina!
Francesco Mezzapelle
L’
Anno IX n. 5 11-05-2007
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Una persona che non
dimenticherò mai
La nostra amica Fina si è spenta il 2 maggio, circondata dall’affetto dei suoi familiari e
dei suoi amici. E’ un evento talmente assurdo che non sembra vero, eppure tutto è
drammaticamente reale.
Nessuno di noi è più abituato alla morte
fisica perché questa società ha materialmente obliterato la morte dalla nostra esistenza.
Noi la vediamo al cinema o alla televisione e
vi assistiamo casualmente quando personalmente ci tocca in sorte un evento luttuoso che non possiamo evitare. Ora fuggiamo tale esperienza tragica, rimovendo i turbamenti che provoca nella nostra vita, cercando di cancellarne persino i ricordi visivi e uditivi.
La tendenza moderna a privilegiare gli aspetti ludici dell’esistenza ha
contribuito a rendere la morte prossima come un evento sgradevole da
evitare, mentre i mass-media hanno reso la morte cinematografica
o televisiva uno spettacolo attraente che coinvolge ed emoziona.
Ci addoloriamo e ci stupiamo per
assassini insensati ed efferati, pensando al crudele infierire su corpi inermi, ma
non abbiamo memoria degli odori, dei profumi, dei reali aspetti visivi ed uditivi degli
esseri umani che muoiono.
E la nostra è una breve memoria senza un vero ricordo. Fina rimane,
però, nella nostra mente come stimolo continuo a credere, a incidere
nella società, ciascuno secondo le proprie capacità.
Fina è stata la vera anima del periodico “L’Opinione”, con i suoi
giudizi equilibrati e soprattutto con la sua capacità di stimolarci alla
scrittura di brandelli della nostra esperienza, utili a ricomporre i tasselli
sparsi della vita collettiva locale. I miei aneddoti la facevano ridere di
cuore e mai avrei pubblicato questi miei ricordi senza il suo incoraggiamento. Sosteneva che leggerli era come sentirli raccontati dalla mia
viva voce; in realtà, non ho mai osato chiederle se il suo fosse un complimento oppure una bonaria ironia. Adesso, la sua scomparsa appare
come l’assenza di una guida, che non si limitava al campo della scrittura ma soprattutto a quello di una vita improntata ai dettami dell’onestà,
della spontaneità e dell’entusiasmo.
Grazie, Fina, per i consigli preziosi che hai sempre elargito, per la
tua professionalità e umanità, per il tuo sorriso e la tua allegria, per il
bene che hai lasciato nei nostri cuori.
Giuseppe Asaro
Cara Mamma,
questa mattina nell’attimo in cu
sono schiusi, lo sguardo si è rivo
tudine, verso la porta di camera m
d’udire i tuoi passi veloci, lo schiocc
s’infrange sul plantare in pelle della c
tinuo avvicinarti, vederti passare con la
tra le mani, e con un movimento lento posa
do su di me per augurarmi il buongiorno con il tuo
mi riempie il cuore; ho atteso e in un lampo ho ricor
cesso, il pesante nodo in gola è tornato e non mi
quando la sera non mi lascerò cullare dalla stan
mondo dove tutto torna tranquillo, seren
bene, quindi tu sei con me e riviviamo l
da piccoli tu e papà ci portavate al m
pane con la nutella per me, Marian
settimana fa cantavamo mentre lav
a comprare il vestito della mia fe
ho preso la patente e non ti fida
me, quando ho stirato la prima c
a ridere e mi hai spiegato come a
ho eseguito il primo saggio di da
ad applaudirmi nonostante gli e
dimenticherò mai quando ho scritt
come ti sei emozionata e hai esclam
pubblichiamo!”, quando ero a letto c
curavi con attenzioni amorevoli, e qua
era sano ma il mio cuore stava male lo cap
sempre parole di conforto, ci hai sempre incoragg
a credere in noi stessi, ad avere ambizioni, ad esse
gli altri e a non tradire mai i nostri valori, ma sopratt
ad amare e a sorridere, il tuo sorriso mi ha accom
anni, è questo il primo ricordo che ho di te
che fino all’attimo prima di addorment
Enzo, la nonna e papà e tra i dolo
altro sorriso.
Grazie Mammina!
Mi manchi tanto, la tua picco
L’
ui i miei occhi si
lto, come d’abimia, e attendevo
co del tallone che
iabatta, il tuo cona biancheria stirata
re il tuo dolce sguaro favoloso sorriso che
rdato che non sarebbe sucmollerà per tutto il giorno, fino a
nchezza verso il mondo dei sogni, un
o e non devo fingere che tutto vada
e giornate passate assieme, quando
mare e a metà pomeriggio preparavi il
gela ed Enzo, quando fino a qualche
vavamo i piatti, quando siamo andate
esta di fine anno scolastico, quando
avi a salire in macchina con
camicia e ti sei messa
andava fatto, quando
anza eri in prima fila
errori palesi, e non
to il primo articolo
mato: “questo lo
con la febbre mi
ndo il mio corpo
ivi subito e avevi
giato a migliorare e
re forti, a rispettare
utto ci hai insegnato
mpagnato nei miei 22
e ed è anche l’ultimo, dato
tarti hai guardato me, Mariangela,
ori e l’affanno hai saputo donarci un
olina di casa, Piera.
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Per un’amica scomparsa
Fina è morta, stroncata da una malattia incurabile.
Se n’è andata improvvisamente e in silenzio, nel pieno di una vita intensa, durante la quale ha lavorato,
discusso e amato senza risparmiarsi. Tutti sapevamo da mesi che era molto malata, ma speravamo nell’impossibile; lei stessa, con una voglia di vivere che
sembrava inestinguibile, ci ha trasmesso questa speranza in tutti i momenti trascorsi insieme.
Anche nell’ultimo periodo di maggiore sofferenza fisica, in tutte le occasioni in cui, con enormi difficoltà,
si è mostrata in pubblico, è riuscita a regalarci momenti bellissimi di assoluta gioia. Impeccabile nella
cura dell’aspetto fisico, briosa nella conversazione e
nell’espressione del proprio pensiero lucido e intelligente, ha sempre mantenuto inalterata la propria dignità,
senza
mai
abbandonarsi
all’autocommiserazione e al pietismo. Al contrario,
Fina ha trasmesso a tutti noi un forte ottimismo ed un
coraggio che non avremmo mai trovato senza la sua
forte carica vitale. Di fronte all’inesorabilità della morte, esplosa come un evento disgregante, mi sono sentita disorientata e smarrita ed inizialmente ho avvertito l’assurdo istinto di negare l’evidenza della sua sparizione. Ho rischiato di cadere nella stupida trappola
del rituale del lutto nella nostra epoca, in cui prevale la comoda tendenza alla rimozione
di un fatto così drammatico, elaborato in una prospettiva di riadattamento e sopravvivenza, con la finalità di celebrare la vita di chi è ancora in vita, con l’illusione di trionfare sulla
morte di chi non c’è più. Fina si è spenta, invece, circondata continuamente dall’affetto
dei suoi familiari. Non è rimasta sola neanche un istante. Ciò ha contraddetto la tendenza attuale della nostra società, che tende a nascondere la morte, a minimizzarla come
fosse una malattia contagiosa da evitare e nascondere. Fina era là, sul grande letto su
cui aveva sempre riposato, composta e serena, innocentemente esposta allo sguardo di
tutti noi. I suoi cari ci hanno offerto l’esempio di un rituale naturale proprio di un passato
lontano, in cui la morte avveniva in casa, in famiglia. La osservavano spesso i bambini,
che, a volte, convivevano qualche giorno con il defunto. Vi partecipavano direttamente i
parenti, che, in qualche misterioso modo, scomponevano l’orrore del coniuge e dei figli,
riducendone l’impatto. La morte era parte integrante e vitale dell’esistenza delle persone
e, senza nulla levare alla privazione che ne consegue, costituiva un evento che non aveva
carattere di anormalità. Poteva essere vissuta e sopportata, condividendo l’esperienza
con i propri cari e , spesso, anche con estranei. E perciò il lutto, anziché riflettere una
situazione di frustrazione per la perdita, si trasformava in momento essenziale che garantiva la continuità della vita e trasformava l’inaccettabilità dell’evento fisiologico in memoria protettiva. Rimane adesso il tempo del rimpianto ed è soltanto l’inizio. Fina è stata
un’amica di grande integrità e onestà intellettuale. La sua scomparsa improvvisa ci lascia sconcertati e ci lacera dentro, ma sappiamo che là, ovunque si trovi, lei vuole che
noi continuiamo nel portare avanti il progetto editoriale in cui ha sempre creduto e ci
guiderà nel nostro compito. Fina ha regalato ai propri amici e ai lettori doni speciali con
cui osservare il mondo, lenti mentali che consentono all’improvviso di scorgere paesaggi
impensati, preparandoci alla comprensione di quello che prima appariva terra bruciata.
E’ stata una donna davvero unica, un simbolo di vitalità ed entusiasmo, esempio di
umiltà e di coraggio. E la magia che continuava e continua a regalare a chi ha parlato e
lavorato con lei è stata ed è la magia più sovversiva e trasgressiva al mondo: quella
dell’amore. Mi fidavo di lei e lei credeva in me: ci sentivamo sulla stessa lunghezza
d’onda. Mi diceva che valeva sempre la pena scrivere sempre e comunque di sé, nel
bene e nel male. Le cose belle finiscono presto e restare privo di una persona a cui hai
voluto bene è davvero come perdere una parte di sé della propria vita, della propria storia
personale. Adesso provo soltanto tanta rabbia e dolore, mi sento impotente e inutile.
La sua assenza sarà dolorosa, ma non permetterò che il suo entusiasmo si fermi e si
cristallizzi. Insieme a Fina, per il breve tempo che ci è stato concesso, si è cercato di
oltrepassare la sterile fase di ricerca individuale, aprendoci l’uno all’altro: la scrittura è
servita da filtro fra varie esistenze. Adesso il ricordo di lei, che sola e impavida ha osservato silenziosamente l’approssimarsi della morte, resterà per sempre nella mia mente.
Gli antichi avrebbero sentenziato che “muore giovane colui che al cielo è caro”. Non
credo agli antichi: non si può credere a nulla di fronte all’assolutezza dell’assenza. Non
c’è ragione, non c’è giustificazione. Io ti conosco abbastanza, Fina, per scrivere qualcosa di te. Non voglio scrivere che ti “conoscevo”, perché mi è difficile usare il passato.
Quando la morte colpisce un qualsiasi essere vivente, che si sia credenti oppure il contrario, è difficile farsene una ragione. Si rimane attoniti, stupefatti, muti. E tante riflessioni emergono nella mia anima: un misto di meraviglia, incredulità, rifiuto della condizione
che fatalmente è assegnata a tutte le creature. Persiste il dolore per chi se n’è andato
prematuramente e per coloro che restano, privati della sua presenza. E le nostre vite
quaggiù continuano. Grazie per quello che sei stata, per quello che ci hai dato.
Angela Rizzo
L’
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TONINO, ENZO, MARIANGELA E PIERA NEL RICORDO DELLA LORO
ADORATA E AMATA FINA DESIDERANO SENTITAMENTE RINGRAZIARE:
Il fratello Vito e famiglia, i nipoti Salvatore, Piera e Anna Ferro, il cognato Vito Armato e famiglia, il cognato Lorenzo Armato e
famiglia, il cognato Gaspare Pipitone e famiglia, il cognato Piero Palermo e famiglia, i nipoti Tiziana, Irene e Elio Armato e
famiglia, Nicolò Asaro, Francesco Vittozzi, Fabio Armato, Giuseppe Licari, Francesco Margeri, Vincenzo e Sara Pipitone, Associazione Livio Monaco, Vincenzo Monaco e famiglia, Montalbano Faraci e famiglia, Vito Bonsignore e famiglia, Maria Pia Sammartano,
Ettore Bruno, Francesco Mezzapelle, Salvatore Giacalone, Salvatore Marino e famiglia, Giuseppe Signorello e famiglia, Salvatore
Lipari e famiglia, Pino Savasta e famiglia, Vito Pampalone e famiglia, Giovanni Galvano e famiglia, Giovanni Bonsignore e famiglia, Graziano Montalbano e famiglia, Maurizio Pellegrino e famiglia, Vito Ballatore e famiglia, Matteo Ballatore e famiglia, Marzia
Zaccaria, Emilia Parisi, Simona Rizzo, Vito e Concetta Valfrè, Nicola Formusa e famiglia, Francesca Castelli e famiglia, Giuseppe
Marino e famiglia, Vito Marino e famiglia, Francesco Marino e famiglia, Mario Marino e famiglia, Nicola Marino e famiglia, Anna
Pampalone e famiglia, Vincenzo Pipitone e famiglia, Mario Cajazzo, Rosa Lorenzo, famiglia Vittozzi, Maria Rosa Gervasio, Quinci
Antonia, Dorotea Terramagra e famiglia, Cristina e Serena Giglio, Corigliano Carmelina, Liberante Ingoglia, Giovanni Godino,
Amministrazione Comunale di Mazara del Vallo, Lucrezia Morrone, Leonarda Valfrè, Gaspare Pipitone, Michele Norrito, Giacomo
Pipitone, Rosaria Quinci, Baldo Scaturro, Pino Salvo, Vita Montaldo, Franco Scaturro e famiglia, Adelaide Pecorella, Caterina La
Rosa, Francesca e Gaetano Salerno, Michele D’Aguanno, Susanna Madonia, Vito Torrente, Piero Meccanico, Matteo Giacalone,
Massimo Marrone, Santo Giacalone, Sandro Morelli, Vito Giacalone, Salvatore Angileri, Giuseppe Marzullo, Giacomo Giacalone,
Vito Gennaro, Roberto Frazzetta, Giacomo Bianco, Antonio Lanza, Nino Ferro, Giovanni Gilletta, Vito Cudia, Mauro Cudia, Pietro
Pipitone, Agostino Ferro e famiglia, Baldassare Cucchiara e famiglia, le cugine Enza, Fina e Mariella, Maria Ferro e famiglia,
Bernardo Mazzella, famiglia Cipri, Maria Architetto, Lucia Terramagra, Dorotea Bonsignore, Matteo Calandrino, Vito Diodato,
Franco Terramagra, Giuseppe Terramagra, Piero Terramagra, Tonino Lupo, Giuseppe Quartana e famiglia, Pino Ferro, Pietro
Ferro, Giacomo Asaro e famiglia, Maria Maggio, Nicola Bonsignore, Elisabetta Crema, Girolamo Ferro, Giuseppe Asaro, Antonella
Bivona, Rosaria Bonagiusa, Loredana Fasino, Giosuele Fasino, Alberto Balsamo, Liborio Mauro, Ingraldo, Vincenzo Pernice, Giovanni Salerno, Fabio Pernice e famiglia, Nino Corleo, Lea Chiofalo, Valentina Morreale e famiglia, Onofrio Perrone, Santo Grafato,
Maria D’Antoni, Caterina Alfieri, Alberto Quinci, Kiwanis club, Vito Ballatore, Rosanna Asaro, Valentina Di Maria e famiglia,
Pasquale D’Illuvio e famiglia, Vito Tumbiolo, Salvatore Marrone, Ignazio Pusiese, Giuseppe Giglio, Salvatore Bonsignore, Mirella
Pecoraro, Giuseppe Colicchia, Luca Burzotta, Natale Gallo, Renzo Giacalone, Nicolò Vaccaro, Chiara Biondo, Giovanni Palermo,
Goffredo Vaccaro, Antonio Mulone, Leonardo Sardo, Alessandro Castano, Alfredo Castano, Rosy Pipitone, Nino Delfino, Orazio
Sardo, Gianbattista Calandrino, Alessandro Marzullo, Franco D’Illuvio, Antonino Rallo...
Carissimi ed affettuosi amici Tonino, Vincenzo e amatissime
figliole, abbiamo appreso con grande tristezza il grave lutto che
ha colpito la vostra famiglia, Fina per tutti noi è e sarà sempre
una “santa”. Di lei ci mancheranno sicuramente la sua amicizia, il suo sorriso e la sua semplicità.
Fina resterà sempre nei nostri cuori. Vi abbracciamo con un
forte sentimento.
Alberto Quinci ed i soci del Kiwanis Club
Cara Fina, oggi sali in cielo, quel cielo è un giardino profumato, dove ci sono migliaia, migliaia e migliaia di rose.
Il Signore, gli Angeli e i Santi ti accoglieranno come un bellissimo fiore a molti colori, come lo eri tu: sensibile, allegra, forte.
Una brava madre, figlia, amica e moglie. Ti abbraccio forte e
con te i tuoi cari.
La tua amica Antonella Quinci.
L’
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Benvenuto nella tua Valle, Olivicoltore!
di A. Bonanno
Finalmente è arrivato il giorno
dell’inaugurazione! Oggi il Monumento dedicato all’Olivicoltore della Valle del Belice, opera dell’artista Pino Mazarese, prima realizzata in gesso e successivamente
fusa in bronzo (a cera persa), si
trova collocata là dove il Sindaco
di Castelvetrano – Selinunte, ha
deliberato di metterla, nel “cuore”
del nuovo centro commerciale,
sorto da qualche anno, alle “porte” di Selinunte.
Autorità civili, con in testa il
Sindaco della città e numerosi amministratori e uomini di cultura si
sono dati appuntamento, domenica 06/05/07, alle
ore 11,30, all’uscita autostradale
per
Castelvetrano –
Selinunte, per
essere presenti
all’importante
evento e per congratularsi con il
suo autore, il maestro Mazarese,
inventore della
corrente pittorica
–
scultorea
Metasur, ed artefice della splendida e colossale
opera in bronzo
che farà molto parlare di sé nel
prossimo futuro.
Ora
che
la
Scultura
all’Olivicoltore è stata messa
nella “sua” terra, produttrice soprattutto di Olio d’Oliva di origine protetta (D.O.P), il Coltivatore dell’Ulivo (Sicano – Metasur) potrà
compiere (in eterno) l’azione della
raccolta delle olive, da cui si rica-
di Antonella Pipitone
va un prodotto, esportato in tutto il
mondo. (L’immagine del Monumento, a presto, potrà diventare il
marchio promozionale di prodotti
D. O. P. del Territorio Selinuntino).
Ma torniamo a parlare brevemente
dei particolari della fantastica scultura.
Essa si compone di una base
di cemento, rivestita in marmo,
alta 2,10 m e di un unico blocco
bronzeo alto 8,00 m circa, raffigurante un uomo ed un albero d’ulivo, avviluppati come in simbiosi e
che traggono, insieme, nutrimento dalla terra selinuntina, grande
ed antica madre che li sostenta ed
alleva amorevolmente.
Le due imponenti figure,
l’albero nerboruto e massiccio nella parte
bassa che diventa più esile
e slanciato verso l’alto, e
l’Olivicoltore,
dall’aspetto
“michelangiolesco”,
vengono resi
incredibilmente
“leggeri” ed armoniosi dall’abile mano
del maestro e le varie parti dell’uomo (arti, muscoli addominali, torace, collo, viso, capelli, spalle,
glutei, mani) risultano ben
assemblati e “lavorati” con grande
maestria. Inoltre, essendo stata
posta nello spazioso slargo antistante il Centro Commerciale
Selinuntino, il Monumento sembra
aver assunto dimensioni più “nor-
mali”, anche se può essere visto
da molto lontano, percorrendo la
A. n. 29, nel tratto presso
Castelvetrano.
(Ricordiamo che l’opera è alta
circa 10 m., che pesa 3800 Kg. di
cui 1800 in bronzo e che per realizzarla sono stati impiegati 200
giorni di lavoro di 3/4 persone, senza contare il tempo (e le spese)
necessari per trasportare l’opera
da Mazara a Castelvetrano e collocarla a terra!).
Il Sicano – Metasur, ora brilla
splendidamente al sole,
librandosi leggero nello spazio, prendendo
slancio e forza
dal piede destro appoggiato a terra (lo
stesso piede
del Satiro danzante).
Il Satiro volge all’indietro
la testa, facendoci ammirare le
sue fitte chiome agitate dal vento
a dal “pathos della danza
orgiastica”, il Sicano – Metasur,
con il suo “dolce e pensoso sorri-
Cipria
Boutique
so enigmatico” guarda lo spettatore che l’osserva dal basso, come
per… salutarlo.
Mentre l’osserviamo,
infatti, come per… miracolo
o illusione ottica, ci sembra che egli spicchi in volo
lungo la linea verticale del
piede destro, punta estrema dell’albero e, con quello scatto impressionante,
porti via con sé tutta la
materia bronzea come se
si trattasse di un fuscello!
L’effetto Metasur così
si manifesta incredibilmente ai nostri occhi e ci lascia sbigottiti e senza parole!
Bisogna provarla tale emozione per rendersene conto ed
incrociare per un attimo lo
sguardo del Sicano Metasur,
per vederlo volare! E’ quello che faranno molti critici e visitatori, che
accorreranno nel luogo per vederlo ed i turisti che giungeranno nella nostra provincia per visitare la
“mitica”
città
selinuntina certamente avranno
modo di apprezzare lo splendido capolavoro dell’artista Mazarese.
Grazie maestro per quello che
oggi ci hai regalato e… ad maiora,
alle tue prossime
realizzazioni (il
Monumento al Pescatore ed il Monumento al Viticoltore), a cui stai già lavorando
con i tuoi collaboratori, gli artisti
Carmelo e Ludovico Denaro (in arte
Ludo).
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Anno IX n. 5 11-05-2007
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12
L’
Anno IX n. 5 11-05-2007
I
13
NFORMA
CITTÀ
a cura di Piera Pipitone
pipitone.blog.espresso.repubblica.it
Nella piazzetta dello scalo si torna a mercanteggiare
Mazara è città dai profumi antichi, profumi che anno dopo anno si
disperdono nell’aria e solo a
pochi
riescono
a
riecheggiare ricordi
lontani;
l’odore del mosto
che invade la città in settembre ad alcuni ricorda il
rumore del “carretto” che dalle
campagne tornava in città pieno di
grappoli d’uva freschi e incontaminati, l’odore forte di ricotta calda,
invece, può riportare alla memoria quando si andava la mattina presto
direttamente dal pastore e lui era ancora col pentolone sulla brace
che aspettava pazientemente che il latte di pecora prendesse consistenza, l’odore del pesce appena pescato fa riemergere il
ricordo delle urla che i mercanti mazaresi (l’abbaniaturi) emettevano verso le 5/6 del mattino al mercato ittico al minuto, chi urlava di
più vendeva di più, i pesci ancora trepidanti venivano adagiati sulle
“bancate” che li esponevano a dovere, i clienti che mercanteggiavano i
prezzi, la confusione ordinata di chi fa il proprio lavoro unita a chi cerca
di concludere un affare. Ma tutto questo rimarrà solo il ricordo di un
nonno che racconta ai nipoti la sua infanzia? No!
Circa 3/4 anni sono passati da quando il mercato ittico al minuto è
stato spostato dalla piazzetta dello scalo (il luogo che lo ha caratteriz-
zato da sempre), nonostante codesto spostamento alcuni mercanti la
mattina presto sono sempre lì, nella piazzetta dello scalo, con il pesce adagiato all’interno di cassette posizionate nei portabagagli aperti delle auto, questo è l’unico posto dove si fanno gli affari; finalmente
i commercianti non devono più vendere abusivamente in questo luogo, in quanto il Consesso Civico ha approvato, come sapete, nel
maggio 2005 l’atto deliberativo proposto dall’Amministrazione Comunale per riportare il mercato ittico al minuto nel suo luogo d’origine, e finalmente l’8-05-2007 il Presidente del Consiglio Comunale di Mazara del Vallo, Giampiero Giacalone, ha comunicato con
soddisfazione, anche a nome di tutto il Consesso Civico, l’avvenuta consegna dei lavori del nuovo mercato ittico al minuto che
tornerà con vigore nella sua sede storica, in modo che sia il
turismo che gli operatore del settore ne avranno benefici.
I lavori saranno realizzati dalla Omnia srl di Mazara del
Vallo, l’opera avrà una struttura in metallo, dotata di impianti tecnologicamente avanzati e di spazi per la vendita del
pesce al minuto, l’Amministrazione Comunale ha ottenuto un finanziamento regionale di euro 132.500.00 e la fine dei lavori è prevista
entro 120 giorni dalla posa della prima pietra che è avvenuto il 10 maggio 2007 alle 9,30, hanno presenziato il sindaco Macaddino, il Presidente del Consiglio Comunale Giampiero Giacalone, gli Assessori ai
Lavori Pubblici Ignazio Figuccia ed alla Pesca Vito Giacalone.
Piera Pipitone
Il lavoro più antico del mondo
A livello internazionale quale
sia il lavoro più antico del mondo
è risaputo, ma a livello locale il
lavoro più antico, senza dubbio,
è legato al mare.
Il mare, amato e odiato, che
seduce e impaurisce, dimora di
uomini che passano l’intera esistenza cercando di domarlo e sfidarlo, uomini coraggiosi che per
amore di esso e per la famiglia
affrontano la sua ira e le sue dolci
carezze, costretti a 25 o anche
30 giorni di navigazione senza tregua, lavorando incessantemente,
senza pause caffè, senza tornare
ogni sera dalla moglie e dai figli,
una vita sacrificata in uno dei lavori più usuranti che possano esistere, ma nonostante ciò il lavoro di
pescatore non appartiene, ancora, alla categoria di lavoro usurante.
La 2° Commissione Consiliare
del Comune di Mazara del Vallo,
naturalmente, si ribella a tutto ciò,
ed ha avanzato una richiesta di riconoscimento della categoria di lavoro usurante per i pascatori, il Presidente della Commissione Agricoltura e Produzione Agroali-
mentare del senato, Sen.
Nuccio Cusumano, ha preso in
seno la suddetta richiesta ed
ha inviato una nota alla 2° Commissione Consiliare del Comune di Mazara del Vallo (industria, commercio, pesca, artigianato, lavoro, cooperazione,
sviluppo economico), affermando comprensione e vicinanza a
tale categoria di lavoratori, asserisce: “Sarà mia cura presentare la questione nelle sedi Istituzionali per dare la giusta risposta al
problema che interessa tutta la
filiera produttiva, così importante
per tutta Mazara del Vallo”.
Piera Pipitone
Turismo congressuale, 16 milioni per Mazara
Un piano d’investimenti da 16 milioni di euro per un progetto nel settore del turismo, a Mazara del Vallo, che prevede il recupero e la trasformazione in un centro congressi di Baglio Fontanasalsa, la villa
ottocentesca annessa al Kempinski Giardino di Costanza, hotel cinque stelle lusso. Nel patio sarà anche realizzata una agorà con pannelli maiolicati che si richiamerà alle 100 chiese di Mazara. Il piano
prevede, inoltre, la creazione di una scuola di formazione per giovani
interessati a entrare nel mondo del turismo d’élite.
Un pool di banche ha dato il via libera al finanziamento del progetto,
firmato dal gruppo mazarese Sicily house. La cordata di istituti di credito è composta da Bnp Paribas-Bnl, Abn Amro-Antonveneta, UbiCentrobanca e Banca Intesa Sanpaolo. Sicily house è la società proprietaria anche del Kempinski, tra i pochi, in Italia, ammessi nella catena dei ´Leading of the world’, il top dell’hôtellerie nel mondo. E proprio l’unico Kempinski italiano, che reca l’impronta della designer siciliana Daniela Sammartano Bagnasco, sarà il cuore del piano messo a
punto dalla società guidata da Giovanni Savalle. ´Investiremo’, dichiara
Savalle, ´nella valorizzazione delle risorse ambientali e culturali del
territorio’. Sicily house realizzerà anche un’area attrezzata di 2.600
mq, nel litorale in concessione, a Torretta Granitola per offrire agli ospiti che scelgono Kempinski una spiaggia all’altezza delle attese. L’ultimo punto del piano riguarda la realizzazione di un nuovo ristorante da
80 posti all’interno dell’area piscina del complesso.
Il gruppo Sicily house è partecipato per il 40% da Abm merchant del
finanziere trentino Alberto Rigotti. Per il resto fa capo alle famiglie
mazaresi Savalle e Norrito. La società ha chiuso il 2006 con
immobilizzazioni per 46,299 milioni di euro e con un patrimonio netto
di 23,8 milioni. I ricavi ammontano a 7,732 milioni, l’ebitda a 816 mila
euro. Per il triennio 2007-2009, infine, il business plan prevede l’incremento dei ricavi dai 10,718 milioni di euro della fine di quest’anno a
12,871 milioni.
tratto da MF Sicilia
L’
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Lettera Aperta di Baldo Scaturro
Abbattimento Barriere Architettoniche: Anche la Nuova Sala Consiliare è
impedita ai Diversamente Abili.
Nulla da eccepire
Ora il sottosulla
bellezza,
scritto si rivolmagnificienza ed
ge ad Ella
estetica di un edifiSig. Sindaco,
cio che per anni era
all’Assessore
divenuto un deposialle Politiche
to di rottami, menSociali e deltre oggi è stato
la Famiglia
recuperato
a
Caterina
prestigioso edificio.
Agate, ad Ella
Si parla dell’ex
Sig. PresidenChiesa annessa al
te del ConsiConvento della Maglio Comunadonna del Carmelo,
le e al Dr.
che in passato fu un
Nicolò Asaro,
centro importante
Consigliere
Religioso e CulturaComunale, e
le per la Città di
c h i e d e :
L’ingresso della nuova Sala Consiliare “31 Marzo 1946” e i 4 scalini
Mazara del Vallo,
<come mai
quando in esso operavano i Frati sottoscritto, che da anni conduce non vi siete accorti di questo fatto
Carmelitani Scalzi.
una battaglia per l’abbattimento così rilevante? ma che certamenOra
questo
magnifico
e delle barriere architetto-niche ne- te i tecnici comunali che hanno
monumentale edificio ha trovato la gli edifici pubblici della città (pre- provveduto al rifacimento dell’opesua collocazione pubblica che ben visto dal D.P.R. n 384 del 24 Lu- ra avrebbero dovuto far notare?>
glio 1978 art. 9 - L. n. 13 del Ma i politici quali siete voi avreb9 Gennaio 1989 – D.P.R.
n. 503 del 24 Luglio 1996
– L. n. 104 del 5 Febbraio
1992 art 24 – vedasi Palazzo di Città dove sono
allocati gli Uffici dei servizi Sociali, quei maledetti 16 scalini impediscono di usufruire a chi maggiormente ne ha il diritto di
accedere ai servizi sociali), andava a notare che tra
Ufficio dei Servizi Sociali
tanta magnificienza, tra
16 scalini impediscono l’accesso ai portatori di
tanti soldi spesi per ristrutHandicap
turare questo magnifico ediCaterina Agate
si addice al governo della Città, ficio, 4 scalini non hanno perAss. alle Politiche Sociali e della Fam.
essendo il luogo stato deputato a messo a tante persone diverSala Consiliare del nostro Comu- samente abili di accedere piena- bero dovuto immediatamente provne.
mente e potere godere dello spet- vedere a questa carenza che è sotMa come purtroppo succede nel- tacolo dell’inaugurazione del- to gli occhi di tutti ed eliminare
le nostre cose siciliane, doveva la Sala Consiliare “31 Marzo
questi ostacoli che impediscono
sempre mancare qualcosa, ed il 1946”.
a chi non ha la piena funzionalità
FAVOLOSA VINCITA DI UN MILIONE DI EURO AL GRATTA E VINCI
ALLA RICEVITORIA “PUNTO FORTUNA” DELLA MADONNA DEL PARADISO
Con grande sorpresa dei titolari Antonino Falcone e Salvatore Basone, la mattina del 26 Aprile quando hanno alzato la saracinesca della propria ricevitoria, hanno trovato la fotocopia di un
Gratta e Vinci del costo di 10 Euro, con una
vincita di un milione di Euro (due miliardi delle vecchie Lire), con la scritta Grazie – Grazie
– Grazie.
Abbiamo intervistato uno dei titolari Salvatore
Basone, il quale, entusiasta per la vincita avvenuta: <<Non è la prima volta che grosse cifre vengoI titolari della ricevitoria “Punto Fortuna”
no vinte presso il nostro Punto Fortuna, ma una
somma del genere è la prima volta che viene vinta a Mazara del Vallo e ci auguriamo che
continui questa serie positiva>>.
È la terza volta che in Sicilia somme del genere vengono vinte con un Gratta e Vinci,
infatti recentemente due grosse vincite sono state effettuate a Palermo.
del proprio corpo, di essere un cittadino come gli altri.
Pertanto si desidera avere risposte in merito a queste carenze così
macroscopiche che vanno elimina-
Nicola Asaro
Vice Pres. del Consiglio Comunale
te a breve tempo e che non succeda come gli Uffici dei Servizi
Sociali siti in Piazza della Repubblica, sui quali da circa 3 anni
questa Amministrazione non ha
preso provvedimenti.
Dovremmo aspettare altri 3
anni?
Ci si augura che queste carenze
vengano eliminate in tempi brevi,
sia per il buon nome di chi ci amministra, sia perchè i cittadini non
possono essere di prima categoria e poi... gli altri.
Su tale argomento ne ha parlato
altresi questa testata giornalistica nel n. 16 del 12 novembre 2004
pag. 15 - n. 1 del 16 gennaio 2006
pag. 12 - n. 1 del 20 gennaio 2007
pag. 9.
Il 12 Maggio 2007, si celebra in tutta Italia e nel
mondo la Giornata Internazionale dell’Infermiere con iniziative di vario genere, dalla serata canora o danzante, alle conferenze, mentre nelle
piazze italiane alcuni infermieri provvederanno
alla misurazione della pressione arteriosa e fare
il
profilo
glicemico,
stando
ad
ascoltare le
confidenze
dei pazienti
Guardare la vita
per dare loro
negli occhi.
una
mano
Ogni giorno
d’aiuto, cosi
come è nel
DNA dell’infermiere.
12 maggio 2007
L’
Anno IX n. 5 11-05-2007
15
VISITA PASTORALE DI MONS. DOMENICO MOGAVERO – VESCOVO DELLA DIOCESI DI MAZARA DEL VALLO,
ALL’OSPEDALE “ABELE AJELLO”
di Baldo Scaturro
Sua Eccellenza Monsignor Domenico Mogavero, neo Vescovo della
Diocesi di Mazara del Vallo, nella data del 30 Aprile c.a. alle ore
11:30, ha visitato l’Ospedale “Abele Ajello”.
Fra i suoi impegni Pastorali questa visita era certamente dovuta,
per essere vicino a coloro che soffrono, gli ammalati, per dar loro
una speranza ed un appoggio spirituale. Significativa pertanto è stata questa iniziativa del nuovo Pastore della Diocesi, che ha voluto
personalmente incontrare i ricoverati nei vari reparti dell’Abele Ajello
e soprattutto ha voluto visitare i neonati e i bambini dell’Unità Operativa di Pediatria diretto dal Dr.
Antonino Moceri, manifestando
il suo compiacimento alle
mamme e stringendo nelle sue
braccia i nuovi nati, speranza
del futuro. Infine Monsignor
Mogavero ha tenuto ad incontrare gli Operatori Sanitari delle Divisioni Ospedaliere nella
Direzione Sanitaria, diretta dal
Al centro: il neo Vescovo della Diocesi -Padre
Dr. Francesco Paolo Milazzo,
Antonio Ognibene e il Direttore Sanitario
insieme al Direttore Ammini-
strativo Dott. Lorenzo Fasulo. Presenziavano all’incontro il Cappellano Padre Antonio Ognibene e la Madre Superiora Suor Valentina
Buttitta.
Nell’incontro svoltosi presso l’Auditorium, il Direttore Sanitario
ha avuto parole di ringraziamento per la visita di Monsignor Mogavero,
ringraziandolo a nome di tutti gli Operatori Sanitari Ospedalieri.
Parole di elogio ha avuto nel suo lungo e sincero discorso Sua
Eccellenza per gli Operatori sanitari e gli ammalati con la promessa
di ritornare a visitare più spesso gli ammalati.
Infine sono intervenuti a
ringraziare Sua Eccellenza,
Medici
e
Infermieri
evidenziando le difficoltà della struttura Ospedaliera
Mazarese ed invitando Sua
Eccellenza ad essere vicino
agli Operatori Sanitari per
potere insieme migliorare la
struttura ospedaliera e la
Operatori Sanitari durante l’incontro con
Sanità della città di Mazara
Sua Eccellenza
del Vallo.
INCONTRO DIBATTITO ALL’OSPEDALE “ABELE AJELLO”
SULLA NUOVA DISCIPLINA DELLA PREVIDENZA COMPLEMENTARE. - T.F.R.
Presso l’Auditorium “Giuseppe
D’Ancona”
del
Presidio
Ospedaliero “Abele Ajello”, in data
27 Aprile c.a., si è svolto a cura
del Sindacato Provinciale U.G.L.
Sanità un incontro – dibattito sul
tema:
Decreto Legislativo n. 252 del
5 Dicembre 2005: la riforma
previdenziale e la previdenza complementare.-T.F.R. (Trattamento di
Fine Rapporto) pubblico e privato.
-Art.8 - Com. 7;
Legge n. 296 del 27 Dicembre
2006 – Art. 1 Comma 755 – 756 –
765. Che fare?;
Ha introdotto la conferenza il coordinatore Aziendale dell’U.G.L.
Sanità Baldo Scaturro che ha illustrato il nuovo modello di Previdenza Complementare, introdotto con
il Decreto Legislativo n. 252 del 5
Dicembre 2005, che sarebbe dovuto entrare in attuazione il 1 Gennaio 2008, ma la Legge Finanziaria n. 296 del 27 Dicembre 2006 e
il Decreto Legge n. 279 del 13 Dicembre 2006, ne ha anticipato l’entrata in vigore.
Altresì il coordinatore ha fatto presente che:
Due date sono importanti, il
29 Aprile 1993 e il 31 Dicembre
2006.
Chi è stato assunto prima del
29 Aprile 1993, avrà la possibilità
di frazionare il T.F.R., lasciandone una parte all’Impresa e un’altra
parte in un fondo pensione.
Chi invece è stato assunto dopo
il 29 Aprile 1993, non potrà frazionare la destinazione del T.F.R. futuro, potrà solo spostare l’intero
accantonamento a un fondo pensione oppure tenerlo in Azienda.
Chi invece è stato assunto a par- ne di base.
vorativa ogni lavoratore avrà accutire dal 1 gennaio 2007, potrà poril secondo pilastro è rappresen- mulato un capitale che sarà contare il T.F.R. integralmente verso
tato dalla previdenza integrativa o vertito in una rendita vitalizia (penun fondo pensione, avendo 6 mesi complementare, che attraverso sione complementare), con lo scodi tempo a disposizione dalla data l’adesione volontaria e collettiva po di assicurare un livello di codi assunzione.
alle
forme pertura previdenziale più elevato di
Pertanto in base
p e n s i o n i s t i c h e quello garantito dalle Assicurazioni
al nuovo Decreto
complementari, sociali obbligatorie.
Legislativo i lavooffre la possibili- Pertanto l’incontro con i dipendenti
ratori dipendenti
tà di costituirsi ospedalieri è stato molto utile e il
potranno aderire
una pensione dibattito abbastanza serrato
volontariamente
aggiuntiva che gli perchè l’argomento era di un cerad una qualsiasi
consente di man- to interesse e ha attirato l’attenf o r m a
tenere dopo il zione di un nutrito numero di opepensionistica
pensionamento il ratori sanitari che in materia di
complementare –
tenore di vita, T.F.R. non avevano ancora le idee
collettiva o indiviconseguito du- abbastanza chiare, mentre questo
duale dal 1 genrante la vita lavo- incontro è servito particolarmente
naio 2007, conferativa.
a togliere dubbi e dare certezze a
rendo esclusivail terzo pilastro coloro che non ne avevano.
Baldo Scaturro
mente il T.F.R
è rappresentato
Coordinatore Aziendale U.G.L. Sanità
Mirella Indorato
maturando o verdal risparmio indisando anche un contributo a suo viduale gestito da Assicucarico.
razioni o Banche medianL’intervento successivo è stato te polizze, risparmi gestitenuto da Pietro Tumminello, ma- ti, piani pensionistici indinager in attività finanziaria, che ha viduali (P.I.P.).
illustrato la svolta storica nella pre- Infine ha concluso i lavori
videnza Italiana che al modello il Segretario Regionale
Nella Festa la Solidarietà
previdenziale del nostro Paese, la dell’U.G.L. Sanità Vincenper la Promozione e la
previdenza obbligatoria è stata af- zo Ginnastica e ha chiariDifesa dei Diritti Umani
fiancata dalla previdenza comple- to che aderire alla previin Africa
mentare per mezzo di forme denza complementare è
pensionistiche volontarie, integra- un obbligo e che l’adesiotive della pensione obbligatoria.
ne ad un fondo pensione
Il Decreto Legislativo n. 124 del 21 o un piano individuale
Aprile 1993, convertito in Legge n. pensionistico (P.I.P.) è li335/1995 dalla Riforma Dini ha in- bera.
trodotto nel sistema previdenziale I contributi che il lavoratoitaliano, attivando un sistema ba- re versa nella forma
sato su tre pilastri:
pensionistica prescelta
il primo pilastro è rappresentato vengono accantonati e indalla previdenza obbligatoria vestiti nei mercati finanzia(I.N.P.S. - I.N.P.D.A.P. - casse pro- ri.
fessionali) che assicura la pensio- Al termine dell’attività la-
** Navigatore Satellitare in omaggio se si accede ad un piano finanziario per l’acquisto di un’autoveicolo
L’
Anno IX n. 3 23-03-2007
4
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