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passodopopasso news www.pdponline.it Campioni 48 EDITORALE Master o vecchio? l PdP è sicuramente uno sci club di fondisti Master, non me ne voglia Ili osserviamo il gruppettino dei più piccoli che stanno scalpitando dietro di noi, e li attendiamo con grandissima attenzione, trepidazione Piero Radovan e speranza, sono il nostro futuro. Ma può sorgere un dubbio, Master vuol dire vecchio? Questo pensiero va a coloro tra di noi del PdP che hanno da poco iniziato l’attività agonistica scoprendo l’emozione delle prime garette, a quelli che la stanno cavalcando alla grande con risultati esaltanti nelle Granfondo o in gare nazionali e internazionali, a chi fa fondo per puro diletto e relax mosso dal gusto di riscoprire la bellezza della fatica e della natura, e infine a quelli che magari sono in vista del traguardo e stanno avviandosi a concludere la propria quarantennale attività di fondisti. Cioè ci siamo dentro tutti, ciascuno scelga a piacimento la propria categoria. Risposta alla domanda: Master non equivale a vecchio, ma è utile chiarire innanzitutto a noi stessi la questione per poi magari spiegarla anche ad altri, sfatando un luogo molto comune. Il chiarimento non lo dò io, il merito è del recente trasloco di sede che ha fatto emergere tra le varie carte ingiallite dal tempo, un pensiero del nostro Presidentissimo Enzo, lo scrisse una ventina di anni fa proprio sul giornalino di quei tempi, è passato molto tempo ma rimane quanto mai attuale e prezioso per ciascuno di noi oggi, sicuramente lo è per me. «La giovinezza non è un periodo della vita, è uno stato d’animo, un risultato della volontà, una qualità dell’immaginazione, una vittoria del coraggio sulla timidezza, una vittoria del gusto dell’avventura sull’amore per la comodità. Non si diventa vecchi per aver vissuto un certo numero di anni, si diventa vecchi perché si è abbandonato il proprio ideale. Gli anni rendono grinzosa la pelle, la rinuncia al proprio ideale rende grinzosa l’anima. Le preoccupazioni, i dubbi, i timori e le disperazioni sono i nemici che lentamente ci fanno piegare verso terra e diventare polvere ancora prima di morire. Giovane è colui che si stupisce, che si meraviglia, che sfida gli avvenimenti e trova gioia nel gioco della vita. È tanto giovane quanto la sua fede e la sua speranza, è tanto vecchio quanto il suo dubbio e la sua prostrazione. Caro “Master”, resterai giovane finchè rimarrai disponibile a ciò che è bello, buono e grande, finchè rimarrai ricettivo ai messaggi della natura, dell’uomo, dell’infinito. Continua dunque il percorso che hai iniziato e coinvolgi i dubbiosi perché anche loro possano confermare questa nostra esperienza di giovinezza.» Grazie, Enzo, per averci svelato il segreto del Master giovane, ne faremo tesoro. 2 passodopopassonews48 Calen dario skirol Sommario 6 12 15 26 4 Ciao S. Calocero e grazie 5 Si inizia con le lasagne 6 Gli Occlini ci vogliono bene 8 Rialissimamente 9 Le 10 candeline di Riale 10 Una messe di podi 11 Le star del pdp 12 I nostri supermaster 14 I Piccoli fondisti crescono 15 Che donne! 16 Il cordino della Sellaronda 18 Il PdP e il Criterium della Brianza 19 Ai Mondiali master canadesi 20 La Bieg Piastow 21 Norvegia dorata 22 Granfondo e grandi emozioni 23 Una sana incoscienza 24 Manuela, Stefania e Camillo 25 Lady skiroll 26 Come va la nuova tuta? 27 El dialet milanes 30 Divertirsi con gli skiroll 31 News passodopopassonews48 3 VITA SOCIALE Ciao S. Calocero e grazie Abbiamo lasciato la nostra vecchia sede per trasferirci in quella nuova all’Arena, grazie all’accoglienza degli amici del Fior di Roccia. Un trasloco ricco di scoperte e di rimpianti. crivo questi appunti perché rimanga traccia di un momento storico della vita del nostro sci club. In vista S del trasloco alla nuova sede dell’Arena, stasera giovedì 16 dicembre, abbiamo inscatolato 30 anni di storia PdP. Tutti i consiglieri si sono ritrovati in sede pieni di energia e di tristezza. È stata una “riunione di consiglio” estremamente operativa, Enrico e Alessandro hanno smontato, anzi distrutto, con molta energia l’armadione-archivio dove Enzo conservava tutto, Enrico ci ha dato dentro di martello memore di una sua lontana esperienza in gioventù presso un mobiliere, facendo un fracasso indescrivibile, ma alla fine ha vinto lui e l’armadione ha ceduto. Marco ha smembrato con meticolosità certosina il tavolone delle riunioni consiliari, al contrario di Enrico trattava ogni pezzo con una delicatezza incredibile quasi temesse di fare loro male, sono stati testimoni silenti di decisioni importanti. Al piano di sotto Luisa, Luca, Riccardo e Fabio impacchettavano e inscatolavano con timore e tremore la nostra gloria, le tante coppe guadagnate con tanto sudore su tutte le piste d’Italia. Ci staranno tutte nella nuova sede ? Paolo con occhio svelto e attento faceva tutto quello che di volta in volta serviva e a cui nessuno pensava. I supermaster Duilio e Piero, dall’alto della loro “esperienza” controllavano i lavori immortalando con il flash il momento storico e facevano da public relation, cioè chiacchieravano, con gli ultimissimi soci (Toni e Fabrizio) venuti in sede per ritirare le tessere FISI. Quando spuntavano preziosi cimeli storici tutto si fermava e si concentrava sul ritrovamento, Fabio ha scovato i vecchi giornalini del PdP, li metterà sul nostro sito, Luisa ha trovato una foto incredibile e unica, quando il fratellino Enrico e Battaglia avevano la chioma. Da immortalare. Su tutto e su tutti vigilava la presenza di Enzo, c’era comunque anche se era assente per il ruzzolone casalingo che gli ha mezzo devastato un ginocchio. Sopra e sotto spesso c’era un gran silenzio, tutti zitti, si sentivano solo i rumori delle cose spostate, ciascuno teneva dentro le proprie sensazioni e, tanto o poco, quel magone legato al tempo che passa implacabile portandosi dentro la nostalgia di fatti e di persone che non tornano. Comunque bei ricordi, da conservare gelosamente, come le coppe. Luisa, con una sensibilità unica, raccoglieva silenziosa e solitaria i pezzetti rimasti sul pavimento dopo lo smembramento dell’armadio operato dal fratello, tutto doveva essere pulito e a posto. La vecchia sede adesso è vuota, coppe e documenti se li sono portati a casa un po’ per uno Enrico, Paolo e Piero in attesa di trasferirli all’Arena, la nostra nuova casa. Duilio per l’ultima volta ha chiuso i battenti. Grazie a tutti, anche questo è stato un momento ricco di unità e di amicizia. 4 passodopopassonews48 Per cominciare come si deve la stagione, l’appuntamento giusto è l’oratorio di Dergano dove ormai siamo di casa. Salame, lasagne, arrostino e dolcetti conditi con tessere FISI e sociali, giornalino e una sana compagnia. VITA SOCIALE Si inizia con le lasagne hi ben comincia… Siamo in tanti a Dergano e pensare che C mancano alcuni gruppetti familiari “storici” impossibilitati ad essere presenti per impedimenti vari ma che ci hanno mandato il loro sostegno morale. E chi proprio non ce la fa per la cena, passa comunque prima per le necessarie formalità di pre-stagione (tessere FISI e PdP). Il clima è quello che si addice alla nostra storia, c’è posto per tutti, dai 2 anni di Michelangelo ai quasi 80 di Renato, ciascuno fa la sua parte, le tavolate si raggruppano spontaneamente, ci sono quelle vispe e animate delle famiglie con gli ex baby, quelle degli agonisti puri (!!) e quelle molto variegate dei master-supermaster. La conversazione scorre liscia e facile come l’olio, colgo al volo alcuni spunti della mia tavolata “Non si può mancare ai mondiali master 2013 di Asiago” - “Come va la schiena ?” – “E la tua prostata?” – “Ma sono arrivate le tute?” – “Ottime queste lasagne. Non se ne potrebbe avere ancora un assaggio?” “Allora ci vediamo alla Granparadiso?” e così via. La serata è serena, c’è chi ha qualche problemino e non lo nasconde, fa parte anche quello della vita ed è bello che lo si condi- vida con gli amici, le battaglie non si combattono solo in pista contro il tempo o gli avversari. Il tavolo dei tesseramenti è caldissimo, c’è la coda per sfruttare al meglio l’occasione di fare tutto in un botto solo. La serata vola via in un amen, coccolati come sempre dai volontari del servizio di cucina, attenti e spediti come sempre. C’è solo il tempo per annunciare ufficialmente che si cambierà sede da gennaio (come ormai tutti sappiamo andiamo all’Arena con il Fior di Roccia), per invitare gli atleti alle gare raccomandate e per distribuire l’atteso giornalino. Non dobbiamo abituarci alle cose belle di serate come questa, non diamole per scontate anche se si fanno sempre le stesse cose, ma noi siamo diversi e quindi sono diverse anche loro, desideriamole e frequentiamole con l’entusiasmo di sempre. Sono una grazia, un dono semplice ma vero per tutti, da non sprecare. Si comincia, su il sipario della stagione. passodopopassonews48 5 VITA SOCIALE Gli Occlini ci vogliono bene È andata ottimamente, anche se il tempo non ci è stato favorevole, ma ci eravamo abituati troppo bene. Comunque vale sempre la pena esserci per macinare km e per respirare il clima PdP. a stagione sulla neve è cominciata sull’onda della nostra L gara di Sormano 1000 di ottobre, giornate uggiosissime, immersi nelle nuvole, umidità del 99%. Meteo pazzo agli Occlini, dai meno 12 ai più 5 nel giro di un giorno, ma per fortuna anche il tempo non è nelle nostre mani altrimenti ne succederebbero di tutti i colori … Siamo anche stavolta una cinquantina di persone, quest’anno si è rinforzata la pattuglia dei nonPdP, amici che hanno chiesto di aggregarsi alla nostra vacanzina perché hanno sentito (o già sperimentato) che non è poi così male. La buona sorte per quanto riguarda la neve ci ha ancora una volta favorito, c’è n’è in abbondanza e ci battono al passo l’anello norvegese dei 5 km., si può uscire dall’albergo con gli sci ai piedi (non capita tutti gli anni). La giornata-tipo è ormai col- laudata, supermega colazione per fare il pieno di energie, corso in alternato per le 4 classi sotto l’occhio vigile di Andrea e Fabio e poi sciate libere per tutti, con qualche puntatina per i più audaci al passo Lavazè. Divertente all’andata il raccordo Occlini-Lavazè, una lunghissima e rilassante discesona di un paio di km. che però si paga con gli interessi al ritorno, non finisce mai, diciamo per consolarci che è molto allenante. Nel break la compagnia si rilassa al buffet, qualcuno forse troppo, non resiste al piatto di lasagne che però reclama una pennichella digestiva. Non c’è problema, poi per recuperare il tempo perduto si scia fino a che c’è buio. E nel pomeriggio via, si riparte a piccoli gruppetti o in solitaria, sciare col tramonto rosa sul Latemar è uno spettacolo da non perdere. Peccato lo si sia visto una volta sola perché poi dal secondo 6 passodopopassonews48 giorno non solo non si è più visto il sole ma neanche il Latemar, avvolto da grigissime nubi. La temperatura si è alzata di brutto, la neve si scioglieva a vista d’occhio ma noi non ci siamo arresi, andavamo a cercarla dove c’era e non abbiamo perso un km. Le chiacchere serali a 360° soddisfavano i palati più esigenti, soprattutto quando erano annaffiate dal grappino. E infine la garetta finale, tutta controvento sia all’andata che al ritorno, non ha deluso le aspettative, è stata una gara vera, dal primo all’ultimo metro per tutti, con i piccoli diavoletti che si intrufolavano in classifica tra i grandi, cominciano a bagnarci il naso. Tradizionalissima festa finale, premiazione per i più meritevoli delle 4 classi e per i vincitori (ma anche per gli ultimi) della garetta . Le famiglie Vanzan e Ingrillì hanno sbancato il banco. Poi panettone, spumante, coca cola e ciacole per tutti. La morale di questa vacanzina? È una sola. Abbiamo già prenotato per l’anno prossimo, ci aspetta un ponte lungo. passodopopassonews48 9 VITA SOCIALE Rialissimamente Alessandra, alla sua prima staffetta sociale, ci trasmette “a caldo” le sue impressioni sulla splendida giornata conclusiva della nostra stagione, tutto (o quasi…) è andato per il meglio. a mia prima stagione fondistica tra le file del PdP è ormai termiL nata. Ieri, 3 aprile, nella splendida conca di Riale si è svolta come ogni anno la staffetta sociale che ha visto radunati parecchi di noi fondisti, praticanti e simpatizzanti. La giornata non poteva essere migliore, con un sole anche fin troppo caldo per la stagione e una neve già troppo sciolta alle 11 del mattino. Siccome il cuore fondista batte e pulsa fino al totale disgelo, nessuno o quasi è mancato all’appuntamento, anche se le temperature avrebbero fatto ormai propendere verso ben altri lidi (nel vero senso del termine). Io e Massimiliano siamo arrivati in ritardo, come da nostra tradizione (sempre ultimi ai cancelletti di partenza, dalla Pusterthaler in poi…!) e non abbiamo avuto il minimo tempo per entrare in sintonia con la pista, con la neve e con i compagni di staffetta che ci sarebbero capitati in sorte. Riscaldamento? Figuriamoci… Bisogna proprio dire che è stato tutto un effetto sorpresa, con il risultato di un suo stiramento inguinale e una mia crisi asmatica. “Prendi e porta a casa”, la prossima volta ci comporteremo da fondisti seri. Nonostante questo inizio a me è andata benissimo, si vede che il numero 13 di pettorale mi ha portato fortuna, la mia staffetta è arrivata seconda, ma il merito va soprattutto ai miei altri due compagni staffettisti: Enrico Mauri e Roberto Vanzan. Nonostante il caldo e la neve ormai alle soglie del disfacimento totale, bisogna rendere merito al centro Fondo Riale per l’accoglienza e il buono stato della pista. Il tracciato era facile, 3 km in skating con leggere salite e partenza /arrivo in piano, il tutto veniva però reso più arduo dalla neve pesante e dalla quota. Sottigliezze queste… per Marco, 8 passodopopassonews48 Alberto e Gabriele… che hanno stravinto! Il coinvolgimento di adulti e soprattutto dei bambini –che sono il nostro futuro, nel fondo come nella vita di tutti i giorni– era totale e non è mancato un “DAI FORZA!” a nessuno. La staffetta è terminata nel giro di poco tempo: c’è chi ha vinto (una staffetta) e c’è chi ha perso (tutte le altre). Ma, in questi casi, l’importante non è solo partecipare ma soprattutto condividere un senso di appartenenza allo sport e al PdP. C’è stato il tempo, terminata la staffetta, per fare la davvero ultima sciata per questo 2011. Un bel trenino di tute giallo blu si vedeva scivolare sulla pista, personalmente è l’immagine che più mi ha colpito, vederci tutti in fila… per pattinare ancora un po’. Prima del dolce (ottima torta alle noci), Marco Pea si è fatto portavoce/presentatore per le premiazioni non solo della staffetta salita sul podio (virtuale), ma di chi tra gli atleti del PdP si è maggiormente evidenziato nella stagione che è appena finita. A tutte le Signore è stata poi offerta una graditissima rosa rossa e a tutti i piccoli fondisti un “dolce” pensiero. Un altro titolo davvero “consolatorio” è andato al Poletti che tra fuoristrada, scarpette e sci sfondati …. ne aveva davvero bisogno. Si è “consolato” anche arrivando primo nella sua frazione (che era anche la mia… onore al Vincitor!) e facendo primeggiare la sua staffetta! Ormai è tutto rimandato al prossimo inverno che, noi tutti ci auguriamo, possa essere ricco di neve e di soddisfazioni fondistiche, agonistiche e non. Al termine, tutti al Ristorante Ca- scata per una degna conclusione della giornata. Tra un piatto e l’altro, ci si scambiavano impressioni e commenti sulle competizioni fatte nella stagione, sulle gare vinte (non io!), sulle Gran Fondo portate a termine (e qui potevo dire la mia), sui nuovi sci, sui vecchi sci (Goldwurm, ne sai qualcosa?), su tecniche e allenamento. Prima, il 27 maggio, ci sarà comunque una bella e ghiotta occasione per ritrovarci ancora tutti insieme all’Arena nella nuova Sede, per riassaporare un po’ di quella frescura invernale che, da buoni fondisti, sempre ci portiamo dentro e ovviamente per gustare leccornie e libagioni varie che siamo tutti invitati a portare. Il tempo passa e ce ne accorgiamo tutti. Festeggiamo il decennale della nostra garetta sociale in quel di Riale. Ricordiamo i nostri campioni: c’è chi ha fatto il poker (Ortensio, non vale!), Enzo si accontenta per il momento del tris, in molti siamo ancora a bocca asciutta. Ma non disperiamo, prima o poi ci sarà gloria per tutti. ALBO D’ORO VITA SOCIALE Le 10 candeline di Riale Il commento dei plurivincitori 2011 Marco Citterio Alberto Calegari Gabriele Poletti 2010 Fabio Soresi Erica Camnasio Davide Ingrillì 2009 Fabio Soresi Ortensio Frigerio Flavio Ingrillì 2008 Luca Ingrillì Ortensio Frigerio Nice Bini 2007 Enrico Mauri Tiziana Gobbi Matteo Vai 2006 Andrea Pozzi Gabriele Biella Enzo Vai 2005 Antonio Di Dato Federico Biella Emanuele Vai 2004 Ortensio Frigerio Guido Bonaiti Roberto Novellino Ortensio Frigerio Enzo Vai «Ti ringrazio di avermi ricordato che sono passati 10 anni da quando il Presidente Enzo Vai con i suoi collaboratori decisero di organizzare una gara sociale a fine stagione, una staffetta che coinvolgesse tutti. Per quanto riguarda le mie vittorie, ricordo in particolare la prima gara con la partecipazione dei componenti la staffetta, i validissimi/e Caterina Bonaiti e Enzo Vai che ringrazio e saluto. Per quanto riguarda il mio record di 4 vincite devo dire sinceramente che sono stato fortunato nei sorteggi, avendo sempre avuto bravissimi compagni che nelle diverse edizioni hanno corso con me Per le prossime edizioni? Dopo il quattro venga il cinque!» «Quali sentimenti per questo decennale? Due in particolare: - una grande soddisfazione, perché quando abbiamo lanciato questa formula per la gara sociale, avevo il desiderio che anche l’ultimo potesse arrivare primo e guarda caso proprio io, l’ultimo, sono arrivato primo tre volte. - un bel sollievo, perché non mi chiamo Silvio. Si sarebbe detto che avevo fatto il regolamento ad personam…» 2003 Sara Calegari Marco Pea Enzo Vai 2002 N. D. mancanza neve 2001 Ortensio Frigerio Caterina Bonaiti Enzo Vai passodopopassonews48 9 CLASSIFICHE Una messe di podi Si scia per divertimento ma se si riesce a salire sul podio fa piacere. Quest’anno è andata di lusso sia a livello individuale che come PdP. Due ciliegine: il 1° posto ai Campionati Italiani Cittadini della nostra staffetta femminile e diversi vincitori nel Gran Prix Master FISI. Luisa Mauri – C2 3 Camp. Ital. Cit/Master - Passo Coe - 15 TC 3 Camp. Regionali - Primaluna - 5 TL 1 Nazionali Citt. Master - Bobbio Ceci - 5 TL 1 Zonale Piani Bobbio - 5 TL 2 Trofeo del Barba - Passo Coe - 5 TL 2 Nazion. Citt. Master - Campolongo 10 TL 3 Camp. Ital. Cit/Master - Piancavallo - 5 TC 3 Camp. Ital. Cit/Master -Piancavallo - 10 TL 3 Granfondo Base Tuono - Passo Coe 15 TL 2 Camp. Ital. Cit/Master - Passo Coe - 15 TL 1 Camp. Ital. Cittadini staffetta-Passo Coe 1 Classifica finale Master Gran Prix 1 Classifica finale Circuito Cittadini Maria Rita Chini – C4 3 Camp. Ital. Cit/Master - Campolongo - 15 TC 1 Nazion. Citt. Master - Campolongo - 5 TL 1 Nazion. Citt. Master - Bobbio Ceci - 5 TL 3 Criterium Brianza - Formazza - 5 TL 3 Criterium Brianza - Riale - 5 TL 2 Trofeo del Barba - Passo Coe - 5 TL 2 Camp. Ital. Cit/Mast. - Piancavallo - 5 TC 1 Camp. Ital. Cit/Mast. - Piancavallo - 10 TL 1 Camp. Region. - Primaluna - 5 TL 1 classifica finale Master Gran Prix Sara Calegari – C1 5 Marciabianca - Enego - 30 TL 3 Mondiali Master - Canada - 30 TL 1 Camp. Ital. Cit/Mast. - Passo Coe - 15 TL 1 Camp. Ital. Cittadini staffetta-Passo Coe 1 classifica finale Master Gran Prix Erica Camnasio – Senior 1 Camp. Ital. Cittadini staffetta-Passo Coe 2 Nazion. Citt. Master - Bobbio Ceci - 5 TL 3 Camp. Ital. Cit/Mast. - Passo Coe - 15 TL 1 Criterium Brianza - Riale - 5 TL 2 Criterium Brianza - Piani Bobbio - 5 TL 1 Criterium Brianza - classifica finale Nice Bini 1 Camp. Provinciali - Formazza - 5 TL 3 Criterium Brianza - Riale - 5 TL Tiziana Janna 2 Criterium Brianza - Formazza - 5 TL 2 Criterium Brianza - Riale - 5 TL 3 Classifica finale Criterium Brianza Ortensio Frigerio - B4 3 2 2 2 2 2 2 2 1 Camp. Ital. Cit/Master - Campol. - 30 TC Camp. Ital. Cit/Master - Piancavallo - 10 TC Camp. Ital. Cit/Master - Piancavallo - 15 TL Nazion. Cit/Master - Bobbio Ceci - 10 TL Trofeo del Barba - Passo Coe - 10 TL Camp. Regionale - Primaluna - 10 TL Criterium Brianza - Formazza - 10 TL Criterium Brianza - Piani Bobbio - 10 TL Classifica finale Master Gran Prix Enrico Mauri - A3 1 2 3 1 1 Nazion. Cit/Master - Bobbio Ceci - 10 TL Camp. Ital. Cit/Master - Piancavallo - 10 TC Nazion. Citt. Master - Campolongo - 15 TL Classifica finale Master Gran Prix Cittadino classifica Master Gran Prix Alessandro Carcano - A1 2 2 2 3 3 3 2 2 Nazion. Cit/Master - Bobbio Ceci - 10 TL Camp. Ital. Cit/Mast. - Piancavallo - 10 TC Camp. Ital. Cit/Mast. - Piancavallo - 15 TL Nazion. Citt. Master - Campolongo - 15 TL Camp. Regionale - Primaluna - 10 TL Criterium Brianza - Formazza - 10 TL Criterium Brianza - Riale - 10 TL Classifica finale Master Gran Prix Silvio Carcano - A2 3 Nazion. Cit/Master - Bobbio Ceci - 10 TL Fabio Soresi – A2 1 2 Trofeo Cecini Camp. ANA-Formazza -10 TL Memorial Musazzi - Scopello - 10 TL Piero Radovan - B3 3 Camp. Ital. Citt.Master - Passo Coe - 30 TL Davide Ingrillì 1 1 1 2 Camp. provinciale - Formazza - TC Criterium Brianza - Formazza - TL Criterium Brianza - Riale - TL Classifica finale Criterium Brianza Flavio Ingrillì 1 2 2 3 Camp. provinciale - Formazza -TC Criterium Brianza - Formazza - TL Criterium Brianza - Riale - TL Classifica finale Criterium Brianza Pietro Pozzi Elena Galimberti 3 Memorial Musazzi - Scopello - 7,5 TL Alice Pozzi 1 1 2 10 Criterium Brianza - Formazza – TL Criterium Brianza - Riale - TL Classifica finale Criterium Brianza passodopopassonews48 3 Criterium Brianza - Formazza - TL Le star del PdP Staffetta sociale – Riale 1a Marco Citterio Alberto Calegari 2a Enrico Mauri Roberto Vanzan 3a Silvio Carcano Alessandro Bianchini 4a Paolo Pozzi Marco Pea 5a Luisa Mauri Davide Ingrillì 6a Mauro Vistarini Roberto Novellino 7a Erica Camnasio Ortensio Frigerio 8a Calegari Sara Giuseppe De Nitto 9a Alessandro Carcano Massimiliano Goldwurm 10a Luca Ingrillì Federico Biella 11a Piero Coccioletti Gabriele Biella 12a Fabio Soresi Giorgio Bianchini 13a Toni Di Dato Piero Radovan Gabriele Poletti Alessandra Panvini Flavio Ingrillì Paolo Leggeri Maria Rita Chini Anna Pozzi Nice Bini Elena Galimberti Andrea Vanzan Mara Rigamonti Renato Rossi Floriana Gorietti Aldo Gorietti Staffetta vincitrice del Campionato Italiano Cittadini Luisa Mauri, Erica Camnasio, Sara Calegari Vincitori Gran Prix Master FISI A3 Enrico Mauri B4 Ortensio Frigerio C1 Sara Calegari C2 Luisa Mauri C4 Maria Rita Chini Riconoscimenti di merito Elena Galimberti Per la sana temerarietà di fare la Marcialonga con una sola sciata Gabriele Poletti Premio alla sfortuna - auto nel fosso a Ceci – rottura dello sci a Passo Coe Alessandro Carcano Un grande miglioramento nel punteggio FISI - Medaglia d’oro Wordloppet Silvio Carcano Un grande miglioramento nel punteggio FISI - Medaglia d’oro Wordloppet Maria Rita Chini 1a Camp. Ital. Cittadini Piancavallo 10 km. TL - Medaglia d’oro Wordloppet Sara Calegari Terza ai Campionati Mondiali Master in Canada – 30 km. TL Vincitrice del Campionato Italiano Cittadini a Passo Coe – 15 km. TL Erica Camnasio Vincitrice del Criterium della Brianza Davide Ingrillì Nessuna paura a fare il biathlon e la gimkana e ottima prova nella gara in Svizzera Flavio Ingrillì Nessuna paura a fare il biathlon e la gimkana e ottimo prova nella gara in Svizzera Alice Pozzi La miglior tiratrice al biathlon (7 centri su 10) Pietro Pozzi Il più giovane biathleta PdP Campionato Sociale Granfondo (30 TC Campolongo + 30 TL Passo Coe) Enrico Mauri Under 50 maschile Luisa Mauri Under 50 femminile Piero Radovan Over 50 maschile passodopopassonews48 11 GRAN PRIX MASTER I nostri supermaster Per il PdP un anno di grazia, tanti riconoscimenti su tutte le piste con prestazioni di altissimo livello nel Gran Prix Master, un circuito nazionale di gare FISI per Cittadini e Master. Luisa Mauri va forte non solo in pista e ci racconta. uest’anno un bel gruppetto di Qatleti PdP ha preso parte al circuito Gran Prix Master FISI raccogliendo tanti successi individuali e di società. Partiamo dalla prima gara del 9 gennaio svoltasi a Campolongo, la tradizionale gran fondo TC 15 km donne e 30 km uomini, tempo bizzarro e neve primaverile, ma comunque bella gara per tutti dove spicca Fabio che mostra le sue doti da uomo di tecnica classica. Passando per Ceci Le Vallette a inizio febbraio, a causa delle temperature molto alte (circa 15 gradi) si è gareggiato su un anello di 1.7 km da percorrere 3 volte le donne e 5 gli uomini, pista difficile con discese da paura che comunque hanno messo in evidenza le doti tecniche dei nostri atleti. Abbiamo raccolto vari successi in tutte le categorie, in particolare ottimo 3° posto assoluto di Alessandro e 1° posto di società. È sempre bello partecipare a questa gara sugli Appennini, sia per la bellezza del posto che per la calda accoglienza dello Sci Club Bobbio Monte Penice. In seguito trasferta Trentino-Veneto: sabato 12 febbraio si parte di mattina presto per Passo Coe per partecipare al Trofeo del Barba, gara molto prestigiosa tra i master, dove raccogliamo un ottimo 6° posto assoluto di società (tra più di 60 squadre), ma non è finita, nel pomeriggio, dopo le premiazioni ed un bel pranzo al sole, ci trasferiamo ad Asiago per partecipare il giorno seguente al trofeo Terme Euganee, anche qui primeggiamo in varie categorie ed arriviamo quarti come società. Fine febbraio: nuova trasferta, partenza di venerdì per Piancavallo, dove si svolgeranno i futuri campionati italiani master, siamo piacevolmente stupiti dalla bellezza del posto e dalla preparazione delle piste, veramente da Coppa del Mondo, in classico sempre doppio binario con addirittura 3 negli ultimi 600 m Saliamo sul podio delle rispettive categorie io, Rita, Alessandro, Enrico ed Ortensio (alla domenica in TL anche Gabriele) e centriamo un bellissimo 3° posto di società. Bella trasferta, siamo a dormire in un albergo/ostello e ci fanno compagnia in una simpatica tavolata gli amici del sci club Lecco e del GS Hartmann. Infine l’ultima ma altrettanto bellissima trasferta a Passo Coe svoltasi il 19-20 marzo, anche qui partenza di venerdì (è sempre bello stare via a sciare), stavolta manca all’appello in quanto impegnato in Norvegia il mitico team Carcano, ma siamo comunque un bel gruppo dove regna l’armonia ed il divertimento. A dormire siamo fuori Folgaria in un posto incantevole, lontano dalle folle ed in mezzo al bosco. Si inizia sabato con la gran fondo TL 15 km donne e 30 km uomini, 12 passodopopassonews48 ci comportiamo tutti bene, noi donne (stavolta uno squadrone!) siamo in gara in 4 (e pensare che manca la mitica RITA), io, Sara, Erica ed Alessandra, arriviamo seconda squadra femminile. Peccato mancasse Alberto Calegari costretto a letto per influenza, sfortunatissimo Gabriele che in una caduta rompeva uno sci (come non ho mai visto), ma lui senza perdere l’allegria che lo accompagna sempre ha praticamente fatto il giro della pista mostrando a tutti come è composto l’interno di uno sci. Domenica finalmente si ritorna a gareggiare in staffetta, prima frazione in classico, seconda e terza in libera, grande partecipazione 40 squadre maschili, 5 femminili, noi ci presentiamo con 3 staffette: Luisa - Erica - Sara, arriviamo seconde assolute e prime tra i cittadini dietro alle fortissime dell’Hartmann, ma nemmeno così lontane. Le nostre staffette maschili: Fabio; Luca; Enrico al 18° posto, Piero Coccioletti; Paolo; Gabriele al 34°. Prendo l’occasione per ringraziare mio fratello Enrico che mi prepara sempre sci velocissimi particolarmente in questa trasferta con l’aiuto di Fabio, hanno preparato gli sci anche a Erica, inoltre per la frazione in classico la zona sciolinatura mi è stata preparata ottimamente da Michele, fidanzato di Sara. Senza dimenticare Donato per il suo prezioso lavoro di distribuzione e ritiro pettorali su tutte le piste e Mara che l’ha sostituito benissimo a Passo Coe. Grazie a tutti gli atleti che hanno partecipato al Gran Prix Master, hanno permesso al PdP di arrivare quarta società assoluta, a pochissimi punti dalla terza, su oltre 160 squadre. Arrivederci a tutti al prossimo anno, sperando in una partecipazione più numerosa di atleti PdP. passodopopassonews48 13 SETTORE GIOVANILE I piccoli fondisti crescono Stagione ricca di novità e di entusiasmo per i nostri Davide, Flavio, Alice e Pietro, ci provano gusto anche col biathlon e la gimkana. avide, quale gara ti è piaciuta “Ddi più quest’anno?” E a te, Flavio? La risposta è unanime: “papà lo sai che la Minisgambeda è la nostra preferita”. E deve essere proprio vero amore visto che resiste in testa alle preferenze nonostante il congelamento mani dovuto ai 18 gradi sottozero del Piccolo Tibet. I motivi del successo: la perfetta organizzazione, la partecipazione qualificata (quest’anno 51 agguerritissimi cuccioli e 18 baby), la pista dalla generosa larghezza e con un percorso impegnativo, la coinvolgente premiazione di tutti i concorrenti da parte di miti del nostro sport (quest’anno Cristian Zorzi, l’anno scorso addirittura Bjorn Daehlie) e non da ultimo la tecnica libera nella quale i nostri baby cittadini riescono a difendersi meglio. Davide sarà ottimo 13° all’esordio nella categoria cuccioli mentre l’imprevedibile Flavio sembra un po’ sottotono e finisce 8°, questa volta però non si tratta di bizze artistiche del suo estroso carattere… in albergo il termometro misura 38 di febbre. Finalmente arrivano le tanto agognate tute aderenti e allora non si vede l’ora di sfoggiarle sul campo. La prima occasione è il Trofeo Fusetti e poi il Criterium della Brianza dove le nuove tute si faranno notare sia in pista che sul podio. Ma la vera novità di stagione sarà la partecipazione alla gara di biathlon promozionale organizzata il sabato prima della Gommerlauf. In realtà ci accorgeremo presto che gli unici “promozionali” siamo noi del PdP. Il confronto con gli specialisti è improponibile… il tempo che i nostri impiegano per tentare di mirare e poi sbagliare un bersaglio è sufficiente ai minicecchini svizzeri per centrare cinque bersagli su cinque. Nonostante l’inesperienza, Alice con la sua proverbiale calma riesce comunque a fare 7 centri su 10 contro i 3 di Flavio mentre Pietro e Davide si esibiscono in uno spettacolare 0 su 10 che li relega in penultima 14 passodopopassonews48 ed ultima posizione delle rispettive categorie. Poco male, anzi un bagno d’umiltà ogni tanto fa bene e comunque si rifaranno nella minigommerlauf del giorno dopo che vedrà Alice al 4° posto e Flavio al 5°, ai piedi del podio della prestigiosa gara svizzera. Bene anche Pietro 9° e Davide 15°. Anche quest’anno la chiusura della stagione agonistica spetta ai campionati regionali. Trattandosi di gara in tecnica classica chiaramente le aspettative di classifica sono modeste, anche perché è da un mese che non si scia nei binari, ma la voglia di esserci è comunque tanta e così organizziamo la trasferta di Santa Caterina. La formula della gimkana suscita grande interesse nei piccoli anche se per loro rappresenta la prima esperienza. Facciamo di tutto per arrivare sabato prima del tramonto con l’intenzione di fargli prendere un minimo di confidenza con gli ostacoli. Senonchè scopriamo che da quelle parti la pista chiude tassativamente alle 17. Fortunatamente si riesce comunque a provare qualche salto e soprattutto le temutissime gobbe prima di essere cacciati dal gestore imbufalito. Fin dalle prime ore della mattina di domenica la pista è invasa dai piccoli atleti dei più blasonati sci club del- le alpi centrali e dalle loro maestranze dedite alla preparazione degli attrezzi. Ma ormai ci abbiamo fatto l’abitudine e non ci facciamo troppo intimidire da questa ostentazione di potenza, basta telefonare al maestro Fabio e, almeno il problema della scelta della sciolina è risolto. Coraggio, adesso tocca a voi ragazzi! Con oggi arriviamo a 10 giorni dedicati al classico nella stagione, quelli che i vostri avversari fanno in un paio di settimane, ma la voglia di sognare può fare miracoli. Il primo a partire è Flavio tra i baby. Non è certamente un funambolo ma si destreggia abbastanza bene tra slalom, salti, curve paraboliche e cambi di corsia. Sarà l’ultima delle insidiose gobbe a tradirlo, ma nonostante tutto riuscirà a concludere al 16° posto su 34. é la volta di Davide che si trova invece perfettamente a suo agio nel superare gli ostacoli ma paga la carenza di potenza e di preparazione specifica nei lunghi tratti da spingere. Sarà 37° su 77 cuccioli e della divertente formula sperimentata. Indubbiamente ogni anno con i passaggi di categoria diventa sempre più difficile stare al passo con i valligiani. I ragazzi non sembrano però preoccupati, anzi non vedono l’ora di ricominciare e di allungare le distanze di gara. E allora, continuiamo a sognare. Alla prossima puntata! Splendida performance della staffetta femminile ai campionati italiani Cittadini e Master di Passo Coe: Luisa Mauri, Erica Camnasio e Sara Calegari, prime nella classifica Cittadini e come squadra Senior. Seconde assolute. Tutti ce le invidiano, teniamocele care… asso Coe domenica 20 marzo, Pci sono i campionati italiani cittadini e master di staffette ed il PdP è presente con ben 3 squadre, una femminile per la 3x5 km. e due maschili per la 3x8 km. Le nostre donne sono, in ordine di partenza: Luisa Mauri in tecnica classica, Erica Camnasio e Sara Calegari a skating. Le nostre due Luisa «È stato proprio bello partecipare dopo tanto tempo alla staffetta, abbiamo fatto una bella gara. Dobbiamo ringraziare molto anche i ragazzi che ci hanno preparato gli sci, Enrico che ha paraffinato i miei e quelli di Erica, Fabio che ha sparaffinato e Michele che naturalmente ha preparato gli sci a Sara ed inoltre mi ha sciolinato benissimo gli sci da classico per la frazione di lancio. Grazie Michele ! Sono riuscita a dare il cambio ad Erica come seconda squadra ad una trentina si secondi dalla Hartmann. Direi che è stata un’ ottima trasferta sia come risultati sia come compagnia, veramente un bel gruppo, ci siamo divertiti un sacco.» compagini maschili schierano Fabio Soresi in classico, Luca Ingrillì e Enrico Mauri in pattinato. Ed infine la terna di Piero Coccioletti, esperto in alternato, poi Gabriele Poletti e Paolo Pozzi in tecnica libera. Non dimentichiamo la valorosa matricola Alessandra Panvini, prestata dal PdP ad una squadra mista, pare che si sia mooolto divertita della novità. Tutti e tutte hanno fatto il loro dovere fino in fondo, ma una citazione specialissima va alle nostre tre magnifiche rappresentanti, hanno semplicemente vinto nella categoria Cittadini e in quella Senior! Sentiamo le impressioni dalla loro viva voce. Erica «La staffetta è stata una bellissima gara: un po’ per la splendida giornata di sole, un po’ per la neve veloce, ma soprattutto per la carica che mi ha data l'idea di correre in squadra. Nella staffetta, come mi era già successo in passato, riesco a impegnarmi al massimo, infatti stavolta sull'ultima salita ho fatto un recuperone sulla seconda staffettista della Hartmann. L’arrivo al cambio, staccata di pochi secondi, è stato molto emozionante grazie anche al calorosissimo tifo PdP.» Sara «Per concludere in bellezza una bella stagione agonistica quest’anno siamo riuscite a fare una staffetta femminile tutta PdP, e che staffetta! Al mattino Michele e i suoi amici di Asiago testano un pò di scioline ed alla fine convinco Enrico (skiman personale, esclusivo ed insostituibile di Luisa…) a lasciare gli sci di Luisa nelle mani di Michele! Luisa parte lanciatissima, arriva seconda al cambio, Erica parte fortissima in rimonta e ci lascia tutti a bocca aperta arrivando a pochi metri dalla sua avversaria dello squadrone Hartmann... a questo punto parto io agguerrita come non mai, cerco di non farmi staccare troppo da Clara Bettega (netta dominatrice il giorno prima della gara individuale), ce la metto davvero tutta ma è un avversaria ancora troppo forte per me! Arriviamo seconde assolute e prime della categoria cittadini, aggiungendo un bel trofeo in rosa al nostro ormai blasonato club.» passodopopassonews48 GRANDI IMPRESE Che donne! 15 SCI ALPIMNISMO Il cordino della Sellaronda Lo sci-alpinismo si sta sempre più affermando all’interno del PdP, diversi nostri atleti ci stanno prendendo gusto e si cimentano in faticacce dell’altro mondo. Il resoconto di Lorenzo Meciani. uddu, puddu, il cordino”. “PEppure sembrava proprio l’anno buono. Sempre in coppia con Fabrizio Righetti, come nel 2005 e nel 2008. Nel 2005 sulla prima salita mi avevano pestato lo sci e avevo perso tempo a rimettere la pelle (di foca), sulla seconda e terza salita era andato in crisi Fabrizio, l’ultima salita era stata per me un calvario, vittima di.un colpo di freddo bestiale, per aver tenuto le pelli ghiacciate contro la pancia dentro la tutina da fondo per non farle ghiacciare. Le pelli non si erano ghiacciate, io si. Nel 2008 avevo sofferto, ma era previsto. Appena rientrato da 2 anni di lavoro in India, sapevo che Fabrizio era molto più allenato di me. Però partendo con umiltà e soffrendo parecchio avevamo chiuso il giro in poco meno di 5 ore, il nostro obbiettivo. Quest’anno invece tutto sembrava indicare che forse era l’anno buono. Entrambi ben allenati (io 35.000 metri di dislivello, Fabrizio qualcosa in più), avevamo fatto 16 p a s s o d o p o p a s s o n e w s 4 78 qualche gara di preparazione fra cui la massacrante Mountain Attack, in Austria. Attrezzatura un po’ migliorata rispetto alle altre volte, pelli più veloci, sci sciolinati, tutina da sci-alpinismo con apposite tasche per le pelli. Rispetto ai migliori continuiamo ad avere qualche chilo di materiale di differenza che si sente eccome, in salita i grammi in meno o in più fanno la differenza, c’è persino chi lima le suole Vibram degli scarponi per guadagnar peso! Con Fabrizio siamo una coppia ben assortita in quanto abbiamo ritmi simili sia in salita che in discesa. Nessuna influenza nelle ultime 2 settimane, nessun viaggio di lavoro dall’altra parte del mondo negli ultimi giorni. Sembra proprio l’anno buono. In una gara a coppie è quasi impossibile esprimersi entrambi al massimo, c’è sempre un contrattempo. La gara perfetta non arriva quasi mai. Quasi. Che sia quest’anno? La nostra tattica di gara prevedeva di mettere Fabrizio davanti sulla prima salita per impedirmi di fare le mie solite partenze a razzo che alla fine fanno solo danni. Avevamo con noi il cordino “da traino” che viene comunemente usato nelle gare in coppia per tirare il più scarso dei due o chi è in difficoltà. Che pelli usare, frontale a posto e potente, occhiali trasparenti che non si appannano, alimentazione, liquidi, ritmo/tattica, come vestirsi nè troppo nè troppo poco, il materiale obbligatorio nello zaino. “Puddu, sei pronto?” “Si Puddu sono pronto”. L’un l’altro ci chiamiamo entrambi Puddu, il perché è una lunga storia ed andremmo fuori tema. Sono le 18, ultime luci. Pronti, via! La prima salita, il Passo Gardena da Selva, ha un primo tratto facile e poi qualche strappo più duro. Fabrizio parte come un missile e stento a stargli dietro, fortuna sono io quello che partiva forte! Fabrizio incrementa addirittura, cerco di tenere duro, poi visto che è ancora lunga gli grido un paio di volte di rallentare “Puddu piano!”. Faccio sempre più fatica, la seconda parte della salita è un calvario. Sono preoccupato perché se scoppio sulla prima salita poi come faccio a finirla? È ancora lunghissima! Morale, arrivo cotto in 49’ (poche settimane prima fuori gara in 43’!). Non capisco proprio perché oggi non vado. Col senno di poi, probabilmente alimentazione sbagliata (troppo e troppo vicino al via), forse ero ancora in digestione. Un errore da principiante! Nel casino della zona cambio non trovo Fabrizio, non è che non mi ha aspettato e ci siamo persi? “Puddu! Puddu!”. Avremmo dovuto metterci d’accordo meglio per queste evenienze! Ah, eccolo, ha già tolto le pelli e mi da una mano a piegare le mie, così guadagniamo tempo. È obbligatorio passare assieme in tutte le zone cambio del percorso. Per fortuna non fa freddo, niente giacca a vento ci buttiamo verso Corvara. Occhiali appannati da subito. La prima discesa è sempre delicata, il gruppo è ancora compatto e bisogna fare attenzione. Immaginate una discesa libera di gruppo (quasi 800 gli iscritti) e in notturna ! La mia nuovissima.e costosissima pila frontale superpotente ce l’ha Fabrizio, perché io conosco le piste a memoria e ne ho meno bisogno. Quest’anno abbiamo sciolinato gli sci e si vede, soprattutto sul piattone finale e sul tratto della pista da fondo di Corvara da fare in pattinato. Seconda salita, Passo di Campolongo. Lunghissima, prima quasi pianeggiante, poi una discesina che porta al Passo prima dell’ultimo strappo degli ultimi 10-15 minuti. Fabrizio prosegue come un indiavolato, ma nel tratto piano riesco a tenere poi sullo strappo finale ancora mi stacco. “Puddu vai avanti, ci vediamo in zona cambio”. Fatica fatica fatica. In diversi punti del percorso c’è gente che incoraggia tutti, con urla e campane. Sento un commento al volo “però dalle facce non c’è nessuno che sembra divertirsi molto…”. La picchiata verso Arabba è ripida ma cortissima, le piste sono perfettamente fresate dai gatti e si può tirare giù quasi diritto. Terza salita, Passo Pordoi (sem- bra di elencare le stazioni della via Crucis!), forse la più facile. Cambio pelli, quelle più veloci non tengono più. Anche qui la prima metà riesco a tenere il passo di Fabrizio, poi mi stacco e devo salire con il mio passo, in una piccola discesina mi rendo conto che le seconde pelli sono molto più lente, perdo decisamente rispetto al gruppetto in cui ero. Male anche alle braccia, ho fatto troppo poco fondo quest’anno! È già tre volte che sono andato al limite e sono saltato, temo molto la quarta ed ultima salita che è la più lunga e difficile. Passo Pordoi, buttiamo giù qualcosa al rifornimento. All’inizio della discesa ho i brividi di freddo, forse la stanchezza, forse il vento. Per fortuna c’è un tratto bastardo da fare in contropendenza in pattinato, novità di quest’anno, che mi riscalda prima del tratto più difficile della discesa, dei curvoni da fare a tutta che portano a Canazei. In centro paese come sempre gran tifo, campanacci ed applausi. Hanno allungato anche qui il percorso rispetto agli anni passati per passare proprio in centro paese. Rimettiamo le pelli, ultima salita. Guardo il cronometro, è chiaro che non ce la faremo sotto le 5 ore, altro che 4 e mezza come pensavamo! Se non fosse che poi in qualche modo a Selva bisogna arrivare, ci sarebbe quasi da pensare a fermarsi qui. Che brutto essere il più scoppiato dei 2 (e che fatica!). “Puddu, il cordino”. Fabrizio tira fuori il cordino, mi attacco e partiamo. È la prima volta che lo sperimentiamo, anche se in realtà il cordino viene usato abbastanza comunemente, certe coppie con forze molto differenti lo usano dalla prima salita, e anche i primi in classifica lo usano quasi sempre. Non è come fare lo sci-nautico, l’aiuto che dà è soprattutto nell’impedire che chi è cotto -cioè io, nel caso- si lasci andare e lentamente ed inesorabilmente prenda un passo più lento. Nonostante “san Cordino”, la fatica è tanta. Il nostro cordino nuovo è poi forse un po’ corto, e bisogna mantenere il passo sincronizzato per non pestarsi gli sci. C’è una bellissima luna, il cielo è schiarito e si vede bene il Piz Ciavazes, le Torri del Sella poi finalmente il gruppo del Sassolungo. Fabrizio tira come un mulo, io soffro. “Forza Puddu”. Riusciamo a tenere il gruppetto in cui siamo, ogni tanto qualcuno si ferma oppure ci passa un trenino in recupero con cordino teso tipo corda di violino. Nell’ultimo tratto crampi al polpaccio e al quadricipite, ahi ahi! Passo Sella, finalmente finite le salite. Bravo Fabrizio, grazie. Ultima discesa, lunghi tratti piani da fare.a uovo fino a quando le cosce lo permettono, e diverse contropendenze in pattinato. Selva finalmente, l’arrivo! Sono veramente cotto, miiiiii che fatica! Finita, 5:03’. Datemi qualcosa da bere e fatemi sedere. Qualcuno mi aiuti a togliere gli scarponi sennò mi tornano i crampi. Il 2012. Vedrai Puddu che il 2012 sarà l’anno buono e sarà l’anno della gara perfetta! passodopopassonews48 17 GRANDI IMPRESE Il PdP al Criterium dellaBrianza Positivo esordio del PdP nel circuito brianzolo, una formula innovativa e simpatica dove si gareggia divertendosi e lottando. l 2011 ha visto l’esordio ufficiale Idel PdP nel Criterium della Brianza, circuito di 3 gare di sci di fondo giunto proprio quest’anno alla sua 25a edizione. L’ambiente di queste gare è molto amichevole e più “informale” rispetto alle gare del circuito FISI, visto che per parteciparvi non serve essere tesserati. Per questo al via si presenta un’allegra mescolanza di fondisti di tutti i livelli e di tutte le età, la partenza è in linea, la tecnica è veramente libera, c’è chi scia a skating e chi col passo alternato. Nonostante il carattere amatoriale delle 3 prove, la battaglia per i primi posti (ma anche nelle retrovie) è molto agguerrita, anche perché il fondista per definizione si impegna sempre “a fondo” in tutto quello che fa. Quest’anno il Criterium si è svolto a S. Michele Val Formazza a gennaio, a Riale a febbraio, meta di “ripiego” a causa della mancanza di neve a Bionaz dove era stata inizialmente programmata la gara, e ai Piani di Bobbio la prima domenica di marzo. Le società partecipanti al Criterium sono gruppi sportivi legati allo sci sparsi un po’ in tutta la Brianza: Pell e Oss Monza, Triathlon Brianza A.N.A. Giussano, Passo dopo Passo, G.S.A. Seregno, G.A.M. Meda, C.E.A. Arcore, C.A.I. Desio, C.A.I. Carate Brianza, I Bocia Verano. Ecco i commenti e le impressioni di alcuni partecipanti PdP al Criterium: Erica Camnasio Sono un’affezionata del Criterium, fino a 2 anni fa ho partecipato correndo per l’ANA Giussano a cui devo dire grazie per avermi immesso, ormai da 10 anni, nel mondo delle gare di sci di fondo. La mia prima gara, infatti, è stata nel “lontano” 2001, proprio nell’ambito del Criterium, a Campodolcino: vinsi la mia prima coppa, prima nella categoria junior, una grande 18 p a s s o d o p o p a s s o n e w s 4 78 soddisfazione. Quest’anno ho preso parte a 2 gare del Criterium, a Riale e ai Piani di Bobbio, collezionando un 1° e un 2° posto nella mia categoria senior femminile dei 5 km skating. Finalmente, quest’anno sono riuscita a battere entrambe le volte Marta Sironi (un po’ giù d’allenamento a causa dei suoi impegni di neomamma) che di solito avevo sempre considerato una saetta imbattibile sugli sci. Ai Piani di Bobbio, inoltre, c’è stata una bellissima gara fra me e Daniela Scaccabarozzi con un emozionante arrivo in volata che mi ha visto vincitrice per una decina di centimetri. Bella gara, davvero. Ora, finite le gare, mi aspetta la tipica cena conclusiva del 2 aprile presso la Baita di Giussano che quest’anno sarà anche il festeggiamento dei 25 anni del Criterium, durante la quale verranno consegnati i diplomi di Fondista della Brianza a chi ha portato a termine tutte le 3 prove. Famiglia Ingrillì Abbiamo conosciuto il Criterium della Brianza nel 2007 grazie a Matteo Sironi ed agli amici del Pell e Oss che ogni anno organizzano il corso di sci per bambini, la cui naturale prosecuzione prevede proprio la partecipazione ai tre classici appuntamenti agonistici. A mio parere si tratta di un’eccellente opportunità per avvicinare e coinvolgere i più piccoli nella pratica agonistica del nostro sport. La scelta che ritengo vincente è quella della formula di partenza in linea, dato che per un bambino risulta difficile concepire la gara contro un cronometro. A mettere a loro agio i neoatleti concorre poi l’ambiente familiare e l’aria amichevole che si respira in queste manifestazioni. D’altra parte però non mancano le opportunità per mettersi alla prova e di confrontarsi anche con percorsi impegnativi ed avversari di ogni livello. Non ultimo, anche se so che l’affermazione farà storcere il naso ai puristi, credo che la tecnica libera con le infinitamente minori implicazioni logistiche e tecniche, si presti maggiormente ad interessare i giovani cittadini e soprattutto le relative famiglie. Un discorso simile può essere fatto anche per gli adulti e d’altronde i numeri dei partecipanti dimostrano che esiste un interesse da parte di un po’ tutte le tipologie di sciatori. Ai primi posti delle classifiche troviamo sempre atleti di ottimo livello che hanno l’opportunità di correre una 10 km sull’uomo ma c’è spazio anche per le classiche sfide intestine e per gli amatori più rilassati, nonché per chi voglia semplicemente sentirsi parte del gruppo o portarsi a casa un salame da un metro vinto nel sorteggio finale (vero Pietro!?). Molto sentita è infatti la classifica a squadre per la quale ogni partecipante può dare il proprio apporto in termini di punti. Per la cronaca abbiamo ottenuto un terzo posto nella tappa di Formazza, un secondo in quella di Riale ed un quinto ai Piani di Bobbio, finendo al quarto posto nella classifica generale finale dietro a Pell e Oss, Triathlon Brianza e ANA Giussano. Beh, tenuto conto che doveva essere l’anno per sondare il terreno direi che per il prossimo potremmo ambire a qualcosa di più... magari a un salame da due metri! Ai mondiali Master canadesi Alberto e Sara Calegari non perdono un colpo, sempre presenti. Quando ci muoviamo succede il terremoto. ara. Per un’amanAnche quest’anno abbiamo partecipato ai mondiali Ste della natura coA Master di SILVER LAKE in Canada. Il viaggio di andata me me sarebbe stato lberto. è stato un incubo, partiti da Milano siamo arrivati ad Amsterdam dove avremmo dovuto imbarcarci per Vancouver, ma il volo è annullato per motivi tecnici. Ci forniscono un set di sopravvivenza (spazzolino, dentifricio, mutande, maglietta, rasoio e schiuma da barba) e ci portano in albergo per la notte. Il volo successivo era il giorno dopo, siamo arrivati a Vancouver alle 3 ma, per continuare nella sfiga, non sono arrivati gli sci. Da Vancouver siamo saliti su di un pullman che in sole 6 ore ci ha portato a destinazione. In pratica siamo stati in ballo per quasi tre giorni. La pista però era meravigliosa, sembrava un’autostra- da in mezzo ai boschi, peccato che eravamo tutti distrutti dal viaggio e dal fuso orario. La cosa interessante consisteva nel fatto che non c’era un posto per lasciare i propri indumenti, quindi noi italiani ci siamo accordati per metterli nella neve tutti insieme, sperando con non sparissero. La musica è di contorno a tutta la manifestazione, cessa solo un minuto prima della partenza di ogni gara, non finisce mai, il cardio segna 90, 100, 110, 130 poi finalmente si abbassa la bandierina e riprende la musica. Il posto dove si svolge la manifestazione sembra un cartone animato, le case sono in legno tutte colorate in maniera incredibile. È un luogo di villeggiatura dove ci sono solo villeggianti, con un’infinità di piste da discesa e da fondo che passano attraverso il paese, cose mai viste. Peccato che mezzo chilo di pasta costi 6 dollari canadesi, circa 5 euro, per fortuna il guidatore del pullman ci aveva avvertito ed abbiamo fatto provvista in un supermercato del paese prima, quindi tutti i giorni ci cuciniamo (Sara di solito) la pasta. Siamo alloggiati in un bel residence, una volta sola abbiamo mangiato fuori ed abbiamo deciso che non è proprio il caso sia per la qualità che per il costo. Nevica tutti i giorni, i tetti delle case non si sa come facciano a resistere al peso della neve, è tantissima. Ogni sera alla premiazione delle gare c’è sempre qualche italiano sul podio nonostante siamo solo 21, al termine delle gare come nazione siamo quarti per numero di medaglie. Come sempre il momento di maggior coinvolgimento è la cena finale dove ci si trova tutti insieme, quest’anno siamo 1200, peccato che mentre la maggior parte delle nazioni si individuino con la giacca a vento o la tuta uguale, noi italiani sembriamo degli sfigati, ognuno abbigliato a modo proprio, la FISI invece di mandare i suoi papaveroni in giro per il mondo potrebbe sponsorizzare i propri atleti che sono quelli che le permettono di sopravvivere. La pacchia è finita, a Germania 2012 e soprattutto Asiago 2013. impensabile lasciarsi sfuggire la possibilità di andare in Canada e quando ho scoperto che i Mondiali Master si sarebbero svolti lì ho colto l’occasione al volo. Il viaggio di andata è stata una vera odissea, un guasto tecnico infatti ci ha costretto a rimanere 25 ore ad Amsterdam, cosa che in realtà non mi è dispiaciuta così tanto perchè sono riuscita a vedere una tra le più suggestive capitali europee. Partiti il mercoledì mattina da Linate siamo arrivati a Silver Lake venerdì pomeriggio senza sci, cosa piuttosto scocciante dopo un viaggio così lungo. Per fortuna alle 21.30 sono arrivate le sacche e Michele ha potuto paraffinare in tempo per la gara. Sabato la 15 skating. Pronti, partenza, via... esco in testa.. non ci posso credere, ma dopo 2 km. le gambe mi abbandonano... tengo duro lungo i 15 km. più lunghi che abbia mai fatto, arrivo quarta. Poco male, stanca come sono è già tanto che sia arrivata alla fine e, sentito lo stato di forma dei miei compagni di squadra, mi consolo, il viaggio e le 9 ore di fuso orario ci hanno decisamente provato. Lunedì la 10 km. va decisamente meglio, anche se il mio 4° posto non me lo toglie nessuno. Per fortuna fino al venerdì non ho più gare così ho tutto il tempo per allenarmi e adattarmi all'orario. Ed eccomi ai blocchi di partenza della 30, stranamente non sono minimamente agitata e parto tranquilla come per un allenamento, gli sci sono velocissimi, merito del mio Michele... sono seconda... la prima è una campionessa di MB canadese, ha decisamente un’altro ritmo, imprendibile. Mi concentro sulla ragazza che ho alle calcagna ...sento sempre il rumore dei suoi sci! Purtroppo all’ottavo km. mi supera e non riesco ad attaccarmi. Finisco la gara e sono terza! Non sono completamente soddisfatta perchè non ho tenuto duro come volevo, in fin dei conti non sono arrivata nemmeno affaticata, ma con questa medaglia ho tenuto alto l'onore femminile della nostra spedizione! Purtroppo la manifestazione è giunta al termine! Il viaggio di ritorno è perfetto non un secondo di ritardo nè un bagaglio smarrito... per fortuna l'anno prossimo ai Mondiali Master in Germania andremo in macchina! passodopopassonews48 19 GRANDI IMPRESE La Bieg Piastow Accoppiata di gare Worldloppet in Polonia per Maria Rita, Silvio e Alessandro sulle montagne Izera, al confine con la Repubblica Ceca. Un fine settimana niente male, complimenti anche al camper. ome nel 2010 anche quest’inverno decidiamo di Cpartecipare a due manifestazioni del circuito Worldloppet che stiamo seguendo ormai da diversi anni ed il primo appuntamento che mettiamo in calendario è il 5-6 marzo con le due granfondo polacche: il sabato la 50 km. in tecnica classica e la domenica la 50 km. in tecnica libera. Inutile dire che l’iscrizione viene fatta ad entrambe le gare, come consolidata nostra abitudine, bisogna pur ammortizzare il lungo viaggio e fare una sola gara sarebbe sprecato, tanto più che possedendo 2 Passaporti Worldloppet sono due timbri entrambi validi. Dopo l’esperienza dell’anno scorso in Repubblica Ceca con il viaggio fatto in camper, quest’anno si replica, considerato che la strada da percorre è la stessa ad esclusione degli ultimi 60 km. La fatica della guida (alternata con mio fratello Alessandro) si compensa con la comodità di mangiare e dormire a “casa nostra” e di non dover prendere l’aereo con il rischio per l’attrezzatura da sci. Arriviamo venerdì a mezzogiorno a Szklarska Poręba per ritirare i pettorali e poi ci trasferiamo a Jakuszyce, luogo della partenza e dell’arrivo. Gradita sorpresa è trovare altri camper, 2 italiani e 2 polacchi, ci sistemiamo vicino a loro. La neve c’è ma è decisamente primaverile complice il bel tempo è la temperatura sopra lo zero: la klister è d’obbigo con la blu di base preparata alla sera e un miscuglio di viola-rossa-universal spalmato la mattina. La miscela risulta efficace senza bisogno di soste tecniche per tutto il percorso. I 50 km. si snodano tra gli 800 ed i 1000 metri sempre in mezzo ai boschi con pochi punti panoramici. Il profilo altimetrico è abbastanza tranquillo e le salite sono sempre ben sciabili. Sabato in classico i binari sono spesso tracciati con approssimazione e nei punti più al sole si disfano con facilità. Ci stupiamo anche dell’attrezzatura di moltissimi sciatori, notando scarpe con lacci in vista, sci di modelli fuori mercato da decenni, bastoni in bambù e l’ormai storico attacco 75 mm. È stato come rivisitare il museo dello sci di Oslo e nonostante tutto anche loro hanno concluso divertendosi e senza problemi i 50 km. della granfondo. Nei ristori del percorso c’erano da mangiare solo mele gommose (ho impiegato parecchi chilometri per masticarne una fetta) e uvetta: meno male che mi sono portato le “bombette” (grazie Enervit per le forniture che fai al PdP). All’arrivo finalmente pasta a volontà, cioccolato, uvetta e ancora mele gommose. Domenica in pattinato la partecipazione è molto scarsa con soli 400 iscritti rispetto ai 2000 della gara in classico. Il percorso è ovviamente lo stesso (lo hanno solo accorciato di 2 km. in un punto scarso di neve) e la battitura molto buona. Il livello tecnico degli atleti è alto ed i materiali sono decisamente più moderni, il ritmo di gara è elevato, perdendo quell’aspetto “retrò” vissuto il sabato. Le classifiche ed i tempi che abbiamo impiegato ci soddisfano pienamente, con Alessandro primo degli italiani in entrambe le giornate, Maria Rita stupita soprattutto per la sua velocità nel finire la gara in pattinato ed io che diminuisco sempre di più il distacco da mio fratello. Al termine delle 2 gare usciamo soddisfatti dall’ufficio Worldloppet, con il timbro numero 9 sul primo passaporto ed il timbro numero 6 sul secondo: ormai siamo ad un passo, manca il decimo ed ultimo timbro per il nostro primo titolo di Master Worldloppet. Domenica pomeriggio si riparte per il lungo anche se scorrevole viaggio di rientro a casa, con un grazie al nostro camper per il prezioso servizio svolto in quasi 2100 km attraverso 6 nazioni europee. E alla pagina seguente... 20 passodopopassonews48 Il secondo appuntamento stagionale del circuito internazionale, 54 km. con lo zainetto sulle spalle, regala alla famiglia Carcano il tanto desiderato titolo di Master Worldloppet lunghe distanze, con tanto di oro al collo. Il caso ha voluto che la partecipazione alla Birkebeinerrennet Norvegese, ultima nel calendario S stagionale delle 15 gare Worldloppet, sia stata per noi ilvio. l’ultima delle 10 granfondo necessarie per concludere il nostro primo Passaporto e conquistare così la medaglia d’oro. I 54 km. in rigorosa tecnica classica (siamo nella patria dello sci di fondo) si snodano tra Rena e Lillehammer, due città separate da un altopiano che quindi bisogna scavalcare. Il profilo altimetrico sulla carta sembrava meno impegnativo di quanto poi verificato in gara, con l’aggravante della “zavorra”, infatti l’aspetto più singolare di questa gara è lo zainetto di 3,5 kg che ogni concorrente è obbligato a portarsi in spalla per tutti i 54 km. del percorso, con tanto di verifica finale per scovare eventuali furbetti. Quindi per tutto l’inverno ogni allenamento in classico veniva fatto con lo zainetto per abituare le spalle. Ci avevano detto che per questa gara, dove partecipano 16.000 atleti, bisognava prenotare l’albergo un anno per l’altro e quando a settembre dello scorso anno abbiamo fatto le prime mail di richiesta, tutti ci rispondevano che erano già al completo. L’unica soluzione rimasta era il campeggio di Lillehammer, non in camper ovviamente, ma in una casetta. A seguire abbiamo prenotato il volo e in ottobre ci siamo iscritti on-line comunicando i nostri tempi nelle altre granfondo per l’orario di partenza, infatti per evitare confusioni in pista con così tanti partecipanti, ci sono ben 29 gruppi. Ai primi di marzo abbiamo una sorpresa, quando prenotiamo il pullman che ci porterà alla partenza, questo non è incluso nell’iscrizione: è la prima volta che ci capita di dover pagare il trasporto pre o post gara. Giovedì 17 marzo si parte con il volo Milano-Oslo e a seguire il treno che ci scarica a Lillehammer. Arriviamo al campeggio in una casetta veramente accogliente, dotata di una cucina spaziosa e ben attrezzata per poter preparare un bel piatto di spaghetti. GRANDI IMPRESE Norvegia dorata fatica. Come promesso c’è il sole e rimaniamo stupiti dalla enorme quantità di persone che ci sono lungo il percorso. Assistere alla gara per loro è anche occasione per dei picnic invernali: arrivano con gli sci da fondo, si scavano nella neve dei “divani” che ricoprono con pelli di renna, accendono barbecue e oltre al tifo offrono di tutto da mangiare. Gli ultimi 10 km. sarebbero tutti di riposo in discesa ma la neve fresca ed inconsistente del giorno prima impone molta attenzione e numeri di equilibrismo per stare in piedi in una pista “campo di patate” come la definisce il nostro amico israeliano Jan Vadlejch che poi ci farà sinceri complimenti per il nostro primo Master Worldloppet, lui che ne ha già conquistati ben 15. Terminiamo tutti la gara con tempi più alti del previsto, ma questa volta non contano. Le emozioni sono per aver finito la decima gara e quando arriva Maria Rita, che non ha mai creduto di riuscire a completare il circuito, dal mio zaino esce una fotocopia della medaglia d’oro (in attesa di quella originale) preparata per lei. Sui passaporti ci mettono il timbro numero 10 e quando rientriamo in Italia ci mettiamo subito in contatto con la segreteria Worldloppet per avere il diploma e la medaglia conquistata. Un ringraziamento particolare a Edda ed Enzo che anni fa conquistarono anche loro il prestigioso titolo e ci diedero lo stimolo per iniziare questa meravigliosa avventura in giro per il mondo con gli sci da fondo. Visto che l’appetito vien mangiando e siamo già a 6 gare con il secondo passaporto, l’avventura continua con l’obbiettivo di fare tutte e 15 le granfondo del circuito per avere il titolo di Global Worldloppet. Venerdì il ritiro dei pettorali che questa volta sono modello grembiule perché sulla schiena non serve il numero. Nevica tutto il giorno, ma gli stand delle scioline assicurano che sabato ci sarà il sole in gara e si potranno usare gli stick senza problemi di “zoccolo”. Torniamo alla casetta per preparare la base, mangiare e andare a letto presto perché sabato il pullman che ci porta a Rena parte alle 4. Alle 6 siamo alla partenza, il tempo per preparare e provare gli sci di Maria Rita è poco perché lei parte alle 7.05, merito della sua età, infatti tutti gli over 60 sono nei primi due gruppi così da avere più ore a disposizione per finire la gara rispetto all’ultimo che parte alle 10. Le partenze si susseguono veloci, Alessandro parte alle 8.35 ed io alle 9.10. Il percorso è in salita per i primi 15 km e la neve fresca rallenta molto l’andatura aumentando proporzionalmente la passodopopassonews48 21 GRANDI IMPRESE Granfondo e grandi emozioni La new entry PdP Alessandra Panvini ci racconta il fascino e la fatica delle sue prime Granfondo, assistita dall’esperto Massimiliano Goldwurm. uest’anno, per festeggiare i Qmiei primi 15 anni da fondista della domenica, ho deciso di regalarmi un salto di qualità e di iscrivermi al Passo dopo Passo per trovare nuovi amici fondisti e provare l’emozione di partecipare a qualche Gran Fondo. Al Passo Occlini, all’apertura della stagione invernale, ho conosciuto alcuni soci tra cui Elisa e Massimiliano Goldwurm con i quali ho iniziato un’amicizia che, mi auguro, sarà duratura. Sono stata molto fortunata perché Massimiliano è una persona davvero eccezionale che fa dello sci di fondo una vera filosofia senza cadere in eccessi alienanti. Ho trovato in lui un ottimo compagno di allenamento da affiancare ad altri che non sono – ancora (?) – soci PdP. È un fondista esperto che non mi ha mai fatto sentire “l’ultima ruota del carro” (o, in questo caso, l’ultimo paio di sci sulla pista?) ma che mi ha aiutato a entrare nel world apart delle Gran Fondo. La mia prima Gran Fondo è stata la magnifica Pusterthaler Ski Marathon che, ovviamente, mi rimarrà nel cuore come ogni “prima volta”.Questa edizione è stata di 28 km TL e di 42 TC. Io e Max abbiamo fatto la 28. Non avendo mai preso un tempo in vita mia poiché ho sempre sciato più per gusto contemplativo che per spirito agonistico, mi aspettavo di arrivare al traguardo dotata di frontalino acceso per farmi largo nel buio del pomeriggio inoltrato. Invece, nonostante un tempo non degno di nota, sono arrivata col sole! Ho anche superato qualcuno! E non ero ultima! Anche se lo fossi stata, non sarebbe cambiato granché perché il mio traguardo personale, cioè il partecipare alla mia prima Gran Fondo, era stato comunque raggiunto. Siccome l’appetito vien man- giando – avendo costatato che nel- 22 passodopopassonews48 le Gran Fondo c’è posto per tutti e tutti possono sentirsi parte di una grande famiglia - ho deciso di iscrivermi anche alla Dobbiaco – Cortina. Quest’anno si partiva da Cortina 30 km TL. Io e Max abbiamo avuto il supporto tecnico e il sostegno di Elisa che ci ha atteso all’arrivo e ci ha scattato delle fotografie. Questa volta ho cercato di mettere in pratica l’esperienza fatta nella Pusterthaler e ho tirato fuori un po’ più di grinta. Gli ultimi 4 km sono stati un trabocchetto per parecchi di noi che, una volta raggiunta la Nordic Arena dove si trova il traguardo, non si aspettavano altre salite (inserite per raggiungere il chilometraggio) così ho perso tutto quello che avevo guadagnato nei primi 26 km… ma va bene così. Invece Massimiliano è stato bravo fino alla fine! Non c’è il due senza il tre, ab- biamo partecipato anche alla Marciabianca di Enego. Lui ha fatto la 50 Km TL – io la corta da 25 TL. Il tempo era impietoso e ci ha “regalato” una Marciabianca davvero BIANCA… on una nevicata ininterrotta per tutto il giorno. Paraffina sbagliata, neve pesantissima, nebbia, avrei gettato volentieri la spugna già dopo i primi 6 km. Siccome coloro che esitano davanti allo sforzo sono coloro la cui anima è ottusa ho portato avanti la mia gara fino in…fondo! Al traguardo ho atteso una con- corrente che ha fatto tutto il percorso con me, lei davanti in salita ed io davanti in discesa (nonostante la paraffina deleteria!) perché mi sembrava giusto “arrivare” insieme a discapito del mio risultato finale che comunque non sarebbe migliorato di tanto. Anche Max non ha fatto un tempo da Coppa del Mondo in questa occasione, ma ha portato a termine la sua 50 km! Ormai la stagione volge al termine e con vera tristezza riporrò i miei sci a riposo ma per questa stagione posso davvero dire: in FONDO… è stato davvero divertente. Elena Galimberti ha capito tutto dello spirito PdP, se c’è da fare una Marcialonga senza aver mai sciato prima, non è un problema. Si parte e si arriva. Semplice, no? La si fa semplicemente perché è bello sciare. i troviamo casualmente con CToni e Elena il giorno prima della Marcialonga allo stadio di Tesero dove si fanno gli ultimi preparativi, si provano gli sci, si orecchia ai box delle scioline per capirci qualcosa ma soprattutto si incontrano delle facce amiche. Ciao Elena, come stai? Sei pronta? Sto bene, ma domani mi sa che se arrivo a Moena (a metà strada) è già buona. Come mai? Vittoria si è fatta una bella otite nel periodo di Natale, sono stata chiusa in casa per quindici giorni, proprio quando di solito andavamo a sciare. E quindi? Quest’anno ho sciato una volta sola, domenica scorsa per un’ora e mezza con Vittoria, quando si è ripresa dall’otite. Una preparazione perfetta in vista della Marcialonga… Ritrovo Toni a gara conclusa nel tendone del pasta-party gremito di nordici, si sentono tutte le lingue, l’italiano è merce rara. Siamo entrambi soddisfatti, ciascuno ha corso secondo le proprie possibilità e concordiamo sul “miracolo” della pista, sparata per 50 km. ma perfetta, con neve sana che teneva bene. E di Elena hai notizie? Dovrebbe essere dalle parti di Moena, adesso la chiamo col cellulare e le dico di fermarsi, penso che non sia in grado di finirla. Ci salutiamo. Il giorno dopo leggo sul giornale la classifica e cerco Galimberti Elena convinto di non trovarla. Sorpresissima, è arrivata in 8 ore e 40. Si, è proprio lei. Cosa è successo? Non perdo tempo e dopo qualche giorno la chiamo a casa per conoscere i dettagli del miracolo. Elena, ma cosa hai combinato? Cosa vuoi, ero iscritta e quindi non potevo non partire, poi strada facendo mi sono accorta che non po- tevo fermarmi, era impossibile. La Marcialonga ti dà una carica incredibile, c’è uno spirito, un clima, un tifo che ti fanno fare anche quello che non pensi di poter fare, è uno stimolo continuo, non puoi proprio fermarti. Poi c’è stato un piccolo fatto che mi ha aiutato, la sera prima a Messa quando il prete ha salutato i marcialonghisti presenti, la signora che avevo di fianco mi ha detto – Le auguro una buona Marcialonga – Ma come avrà fatto a saperlo? Comunque mi ha fatto molto piacere ricevere questo augurio e non potevo certo deludere la signora… E la gara come è andata? Sono partita supertranquilla, cercavo di sciare il più possibile rilassata, senza fare fatica, infatti a Canazei non ero stanca, anzi sono arrivata prima che suonasse la sirena delle 12 del cancello. Poi ho fatto un bel pezzetto con un vecchietto, un po’ avanti lui un po’ avanti io, anche lui mi ha incoraggiato – Se vai avanti così, arrivi a Cavalese – E Toni ti ha chiamato? Si, ogni tanto mi telefonava per sapere dove ero e come stavo. Io non mi fermavo per non perdere il ritmo, tiravo fuori il cellulare dal marsupio e mentre parlavo andavo. A Predazzo mi ha invitato a fermarmi, non voleva che la finissi perché pensava che non ce la facessi, ma io gli ho detto che stavo bene e lui – Allora vedi tu… – Io mi incoraggiavo da sola pensando, ormai mancano “solo” 30 km, poi ho trovato compagnia con un padre e figlio di 20 anni fino ai Masi di Cavalese e mi sono detta “Ormai è fatta”. E la salita finale? Mi sono fatta sciolinare e sono salita in una mezz’oretta (niente male), che bello, mi hanno fatto un tifo incredibile, c’era un sacco di gente che mi salutava e mi incitava chiamandomi per nome, anche perché eravamo in pochi a quell’ora… Quando sono arrivata al traguardo col buio, ho avuto l’onore della ci- GRANDI IMPRESE Una sana incoscienza tazione dello speaker “…ed ecco che arriva in solitaria Elena…”. Che soddisfazione, ero felicissima! Ero stanchissima ! In realtà poi non ho potuto gustare molto questa soddisfazione perché dovevamo tornare al volo a casa dove ci aspettava Vittoria, sono stata catapultata in macchina dove mi sono cambiata, alle 10 eravamo già arrivati, ma va bene così. Ma scusa, come ti eri preparata a questa Marcialonga se non hai mai sciato? Beh qualche allenamentino lo avevo fatto, andavo un paio di volte alla settimana in palestra o in piscina, ma quello che mi è servito di più è stata l’esperienza, ormai era la terza volta che la facevo, con gli sci me la cavo e so come regolare la fatica. Ho fatto lo stesso tempo della prima Marcialonga quando avevo sciato molto. E adesso? Ogni volta dico “è l’ultima” ma poi ci casco sempre dentro. Quello che mi piacerebbe è che le mie amiche del PdP mi facessero compagnia… non so perché non la fanno… è una passeggiata… passodopopassonews48 23 GRANDI CAMPIONI Manuela, Stefania e Camillo Due primedonne e un “papà” paziente e saggio che ha saputo tirare fuori il meglio da entrambe portando il nostro fondo femminile alla ribalta mondiale. ’artefice del “boom” e delle Lmedaglie del fondo femminile degli anni ’90 ha un nome preciso, quello di Camillo Onesti, attuale e storico presidente del Fior di Roccia. Lui col fondo ci ha sempre bazzicato, ha fatto anche delle gare, non era un modello di stile ma tutto grinta e passione. Il suo merito è stato quello di avere le idee chiare su quello che si doveva fare con due “tipetti” come Manuela Di Centa e Stefania Belmondo, bravissime sugli sci ma tutto fuoco e fiamme dentro. Ha recuperato alla nazionale Manuela e ha fatto sbocciare Stefania facendole convivere senza che si strappassero i capelli, mantenendo la loro rivalità al livello delle frecciate verbali. Inoltre Camillo è riuscito a far crescere con pazienza Gabriella Paruzzi e a riportare in squadra Bice Vanzetta dopo che aveva abbandonato l’agonismo per sposarsi. Alle medaglie individuali delle due primedonne si sono quindi potute aggiungere quelle di staffetta, a dimostrazione della forza e della compattezza della squadra che era riuscito a formare. Ma un altro merito non secondario di Camillo è stato quello di far fare un salto di qualità a tutto il settore femminile del fondo, non più subordinato a quello maschile e in grado di programmare la propria attività contando su assistenza tecnica e medica. È venuta inoltre a cadere la discriminazione sul piano economico, per la prima volta le donne hanno raggiunto la parità con gli uomini e si sono viste aprire le porte dei gruppi sportivi militari. Anche le fondiste, almeno le più brave, potevano fare sport a tempo pieno con uno stipendio e con un lavoro sicuro a fine carriera. Quando nel 1989 è entrato in FISI, chiamato da Gattai ad assumere la neonata direzione agonistica del fondo femminile, Camillo Onesti ha stupito tutti con le sue dichiarazioni. "Ci vengo – disse - perché sono convinto di arrivare entro tre anni ad una medaglia olimpica o mondiale". Sembrava la sbruffonata tipica del "bauscia" milanese, ma lui era certo di poter raggiungere quel traguardo. Sapeva che, creando motivazioni e dando fiducia, il fondo femminile disponeva di grosse potenzialità. Invece di 3 anni ne ha impiegati 5 per vedere sul podio una delle sue ragazze, ma dal 1989 al 1998, quando ha lasciato l'incarico, di medaglie ne sono state vinte più d'una e ha posto le basi perché se ne mettesse insieme un canestro, con Manuele e Stefania ha creato una squadra che ha stupito tutto il mondo. Quanto alle medaglie che si era ripromesso di raggiungere nell'arco di tre anni, il ritardo ha una spiegazione. Per le Olimpiadi di Calgary nel 1988, Manuela era in una forma strepitosa ma durante il periodo di allenamento in quota in Canada, si è presa un'influenza che ha vanificato tutto il lavoro fatto fino a quel momento. A fasi alterne perché, secondo le condizioni fisiche e di forma del momento, l'una pativa regolarmente il complesso dell'altra, hanno dominato la scena nazionale, 24 passodopopassonews48 per le altre non c'era più posto sul gradino più alto del podio. Troppo lo strapotere delle due primedonne che si manifesta anche in ambito internazionale dal 1991 in avanti. C'è la prima vittoria di Stefania in Coppa del Mondo a Salt Lake City dove, a 13 anni di distanza, avrebbe chiuso la sua carriera con l'oro della 15 km TL e con l'argento della 30 km TC e quindi la prima medaglia mondiale in Val di Fiemme nel 1991, sempre di Stefania, nella 15 km TC che precede Manuela e che fa esplodere una rivalità che si protrarrà fino al 1998 alle Olimpiadi di Nagano, dopo le quali Manuela uscirà di scena per confluire nel CIO eletta dagli atleti come loro rappresentante. Periodo d’oro questo per il nostro fondo femminile, che non "patisce" la rivalità fra le primedonne anche se Onesti, pur con tutta la sua diplomazia, non può fare a meno di assegnare l'incarico di allenatore al tecnico indicato dall'una o dall'altra sulla base dei risultati ottenuti. Un saggio compromesso che non ha influito sui risultati perché le medaglie sono sempre arrivate a manciate. Dopo di loro il vuoto o quasi. Bei tempi, Camillo. L’INTERVISTA Lady skiroll La notizia è da scoop, una donna che si diverte a costruirsi gli skiroll… è Silvia Pederiva, fondista “de Roma” aggregata al pdp agli Occlini. Il suo motto è “sciare per divertirsi godendo della bellezza dei posti”. Chi non è d’accordo ? a quanto fai skiroll? Ti piace Do è una necessità nata dal fatto che ti alleni in città? Fai gare? Faccio skiroll dal 2004, come sport è bello ma logisticamente complesso. Andare in piano non è molto allenante (non amo la velocità e quindi non spingo molto), in salita è molto bello ma bisogna organizzarsi per la discesa, però è molto utile e personalmente lo preferisco rispetto alla corsa, anche se di fatto la corsa è l'attività più semplice da praticare. Gli skiroll poi sono molto utili anche per fare braccia. Ho fatto qualche gara con risultati scarsissimi, tanto per buttarmi nella mischia, ma come allenamento è utile. Dove ti alleni con gli skiroll a Roma? Come ti guarda la gente? Qualche fatterello simpatico? A Roma città di solito vado sulla ciclabile del Tevere verso nord, parto da casa (quartiere Prati, viale Angelico) e posso arrivare fino a Castel Giubileo, quasi una decina di km di pista ciclabile. Qualche attraversamento va fatto togliendosi gli skiroll o per i sampietrini (a ponte Milvio) o per qualche discesina non molto agibile. Da oltre il campo Rom però è molto bella, anche paesaggisticamente. Ho fatto in bici anche la parte sud della ciclabile del Tevere, da ponte Sublicio fino al GRA ma il fondo non è molto regolare, quindi non la consiglierei. Un amico invece skirolla lungo le mura aureliane. Credo comunque che la cosa migliore sarebbe skirollare nei parchi di Roma con skiroll da sterrato, il fondo di solito è compatto (ci sono tanti pini marittimi) ma il problema degli skiroll off road è che ci vogliono caviglie di ferro. La gente mi guarda con curiosità. Dato che la ciclabile passa vicino allo stadio, una domenica mattina un vigile (lì per via di una partita) per farmi attraversare mi ha gridato “sciatrice, venga pure”. Spesso mi chiedono cosa sono “quegli attrezzi” o dove si comprano, ma ho incontrato anche gente che li conosceva e mi consigliava salite da fare in zona. Come e quando ti è venuta l’idea di farti gli skiroll? L’idea di costruirli veramente non è venuta a me ma a un amico, il “mitico” Dugio che mi ha dispensato consigli su come costruirli. Non era più semplice comprarli? Senz’altro sarebbe stato più semplice comprarli, ma molto più costoso e... vuoi mettere la soddisfazione di dire “me li sono costruiti da sola?” (la qual cosa suscita spesso un po' di perplessità). Hai una predisposizione particolare per le cose manuali? - Dove hai preso i pezzi? Si, mi sono sempre piaciuti i lavori manuali. Le barre di alluminio si trovano facilmente in commercio, anche se in prima istanza ho disperatamente cercato delle barre in alluminio aeronautico, senza riuscire a trovarne un quantitativo adeguato (che non fosse un intero bilico), quindi ho ripiegato su barre di alluminio meno pregiato e più pesante. Con 5 m di barra sono venute fuori 4 paia di skiroll, i primi li ho fatti con forcella per ruote piccole da 82, poi ne ho fatto un altro paio con ruote da 100. Le ruote piccole sono quelle dei rollerblade, facilmente reperibili anche da Decathlon, mentre di ruote da 100 ne ho comprate una cinquantina direttamente dal fornitore (resto di magazzino) a un costo molto inferiore a quanto si trovi in commercio. Sono di gomma più dura e più veloci. Fondamentale per la costruzione è avere un trapano a colonna, che garantisce la precisione dei buchi sia per gli attacchi che per le forcelle. Dopo aver fatto i buchi lungo il perimetro della forcella sono andata di lima per rifinire il tutto. I cuscinetti a sfera per le ruote si trovano fa- cilmente in commercio, mentre i distanziali sono accessori molto specifici che vanno acquistati (anche on line) da chi vende skiroll. Silvia con i “suoi” skiroll. Sei soddisfatta dei tuoi skiroll? Si, sono leggeri e maneggevoli quelli con le ruote piccole (che uso di solito), mentre quelli con le ruote da 100 richiedono caviglie un po' più forti. Entrambi sono da skating. Hai in programma qualche miglioria? Potrei fare i paraspruzzi o copriruota, che sono molto utili se si va su fondo bagnato, per il resto fanno il loro servizio, per allenarsi vanno molto bene (ma li ho usati anche in gara). Costruirli è stato divertente e il costo è veramente irrisorio, la cosa più costosa sono gli attacchi. Chi volesse cimentarsi non ha che da trovare un trapano a colonna e BUON LAVORO. passodopopassonews48 25 INDAGINE DI COSTUME Come va la nuova tuta? Questa la domanda rivolta ad atleti (ed ex atleti) della nostra società. Qui sotto le dichirazioni di alcuni di loro. Pare però che la travagliatissima gestazione della nuova divisa sociale, abbia dato buoni frutti ed incontri i favori anche dei più restii. Alessandro Carcano La rivelazione dell’anno «Il giacchino è caldo anche sulle maniche, i calzoni sono caldi e aderenti scongiurando il rischio di fastidiosi scivolamenti verso il basso. La forma distintiva dell'inserto giallo sui calzoni è molto riconoscibile anche da lontano. Se nevica però si bagna.» Enrico Mauri L’uomo (?) a cui non devi chiedere mai... «La nuova tuta è confortevole, ben aderente (i pantaloni non calano) e calda. La parte superiore, al contrario della vecchia, veste benissimo. Bella anche da vedere, i colori sono ben distribuiti.» 26 passodopopassonews48 Luisa Mauri La nostra campionessa «Io trovo che vestono bene, e sono veramente calde. Inoltre in foto escono bene.» Stefano Battaglio Il bel (?) tenebroso «Preferivo il nero, perchè mi allunga ed esalta l’addominale. Ma da quando ho provato la nuova tuta non riesco più a torgliermela. Pisolini in ufficio compresi.» Ingrillì: Futuri campioni Riccardo Scotti L’uomo (?) in pantofole «...veramente non l’ho ancora tolta dal cellophane!» Flavio «Era da tanto tempo che aspettavo la tuta, e quando a Natale il papà ce le ha date ero felice, però prima della gara fisi mi vergognavo perché si vedeva la pancia; dopo la Gommerlauf non più perché sono arrivato 5°.» Davide «La tuta è comoda ed elastica. I colori sono fantastici. Chiedevo sempre ai genitori quando sarebbe arrivata. Non vedevo l’ora di avere una tuta attillata. Adesso mi sento più parte della squadra. L’unica parola che si può usare per definirla : beeellliiisssiiimmaaa!» LE ORIGINI El dialet milanes Duilio Soresi, uno dei pochissimi milanesi doc del PdP, ci tiene giustamente un sacco a conservare la sua parlata originale, va anche a scuola, un ripassino e un approfondimento della lingua madre è sempre utile. a passione per il dialetto mila- Lnese mi è stata inserita nel dna proprio dalla nascita, anno 1941, a Milano nel quartiere Ticinese più precisamente in via Meda. Da ragazzo ho vissuto con i nonni paterni che parlavano prevalentemente in dialetto, ma per me era quasi vietato, perchè si diceva “ te sbagliet a scòla” (sbagli a scuola ). Per lo stesso motivo anche gli adulti si sforzavano di parlare in italiano con comici strafalcioni che potete immaginare, ad esempio la frase: “va giò dal fondeghee” (vai dal droghiere ) diventava “ vai giù dal fondegaio”. Ma adesso, che ho finito di andare a scuola, parlo in meneghino appena mi capita l’occasione. Da una mia ricerca risulta che sono milanese almeno da quattro generazioni, quindi è quasi un dovere per me approfondire la storia e la conoscenza di questo dialetto. La grande occasione è capitata quando, andati in pensione, Graziella scopre da un giornale locale che in zona si organizzano incontri dal titolo “Cicciaremm un ciccinin de Milan” (Parliamo un po’ di Milano). Questo corso della durata di tre mesi è organizzato annualmente dal consiglio di zona 4, quest’anno siamo stati una quarantina a partecipare e ci troviamo tutti i martedì nella sede del consiglio di zona. I nostri insegnanti vengono dal Filologico Milanese. Dei due docenti, Enzo (non è il nostro ex Presidente…) si occupa prevalentemente della storia di Milano e delle curiosità che riguardano la nostra città, inoltre scrive anche commedie in dialetto e recita. Durante questi incontri ci è capitato di interpretare i personaggi di una sua commedia molto divertente. Il secondo docente Angelo, oltre che attore, è anche un poeta dialettale, ha vinto diversi premi ed ha insegnato grammatica al Filologico, ci legge brani suoi e di scrittori come il Porta, il Tessa ecc. e ci insegna regole di grammatica e di fonetica. Inoltre molti di noi si cimentano a scrivere e a leggere i propri testi. Abbiamo avuto anche ospiti illustri della letteratura milanese come Cesare Comoletti e Mario Scurati. Angelo viene spesso invitato negli asili e nelle scuole per far conoscere il dialetto ai bambini e una volta, avendo chiesto a un bambino di colore come si chiamava, con sua grande sorpresa si è sentito rispondere “mi me ciami…”. Se qualche volta noi del PdP abbiamo da ridire sulle condizioni meteo, ricordiamoci che “El cald e ‘l frègg le mangia minga el loof” (il caldo e il freddo non li mangia il lupo). Quindi basta lamentarci, teniamoci quello che c’è. Per concludere invito tutti a mantenere vivi i nostri dialetti, ciascuno il suo, perchè sono parte integrante e fondamentale della nostra storia e della nostra cultura. Il problemino (del tutto trascurabile) è se ci troviamo a parlare in dialetto nostrano io e De Nitto… Lascio a tutti un mio carissimo saluto: Ai amis del PdP ghe auguri de fà semper sport per divertiss, che la bèla atmosfera che la sè creada tra de numm la vada avanti in del temp. Saludi particolarment i nòster bagai inscì pien d’entusiasmo e che seguten su stà strada. Saludi tucc. El tramm de Monza passodopopassonews48 27 ATLETI Coppia presidenziale Ancora una coppia presidenziale a confronto. Parca nelle risposte la First Lady. Un fiume in piena la massima carica societaria (scusa Piero, ho dovuto tagliare). Piero Radovan _ Luogo e data di nascita? Cremona, 22 novembre 1943 Altezza e peso forma? 177 cm x 73 kg. _ e-mail? [email protected] Il miglior risultato assoluto? Nel 1979 sono arrivato 184° in una Marcialonga corsa tutta sotto l’acqua, molti si sono ritirati e chi aveva il coraggio di arrivare si piazzava bene. _ Classico o pattinato? Classico al cubo. Punto di forza come fondista? Le salite lunghissime e dolcissime, la mia preferita è quella del Lavazè che sale a Malga Ora. Punto di debolezza? Discese con curva, con ghiaccio e mucchi di neve ai lati. Il posto che preferisci per il fondo? Nei campi dietro casa mia a Millepini, nelle rarissime occasioni che c’è neve. è una goduria unica sciare fuori casa, 25 anni fa ho organizzato persino una staffetta con i figli e i loro amici. La Granfondo che consigli? La Granparadiso per il percorso molto vario e appagante, la Marcialonga per motivi affettivi (ho avuto il mio battesimo col fondo nel 1972 facendo la seconda). _ Il/la fondista preferito/a? Luisa Mauri, perché è brava, va forte, sorride sempre e non si arrabbia mai. Che lavoro fai? Come Franca, il nonno di 6 nipotini (ma non tutti insieme). Hobby? Mi impegno al Banco Alimentare, raccogliamo le eccedenze alimentari per donarle a chi ne ha bisogno. Dove ti alleni di solito? Con gli skiroll prima allo sporting del S. Raffaele, ora nel parcheggio del cimitero di Lambrate; un cambiamento preoccupante… _ Come ti alleni? Facendo skiroll, senza cadere sull’osso sacro come mi è successo di recente; fa proprio male. _ Il sogno sportivo nel cassetto? Arrivare alle 35 Marcialonghe, me ne mancano 3, poi si vedrà. _ Il piatto preferito? Speck, funghi e formaggi con gutturnio. Qualità? Aver accettato di diventare presidente dopo Enzo _ E il difetto? Non aver detto di no. Un saluto agli amici del PdP? Godiamo dello stare insieme, in qualunque circostanza. Il tempo si fa breve. Renato Rossi Luogo e data di nascita? Varallo Sesia, 14 luglio 1931. Altezza e peso forma? 170 cm, x 71 kg. e-mail? Non ho e-mail. Il miglior risultato assoluto? La prima marcialonga nel 1971, 125° classificato, in 4: 27’27’’; gli sci erano in legno. E poi un tempo, correvo in montagna: 4 vittorie nella mia Varallo-Res; 1.150 mt di dislivello in 7 km. La consiglio. Classico o pattinato? Entrambi. Punto di forza come fondista? Scivolatore sul piano. Punto di debolezza? Partenze veloci. Il posto che preferisci per il fondo? Riale. E poi Alagna, vicino a casa. La Granfondo che consigli? Marcia Gran Paradiso e Monterosalauf, dove ho ottenuto dei buoni risultati. Il/la fondista preferito/a? Ora, Giorgio Di Centa, in passato Bjorn Daehlie. Che lavoro/studio fai? Commerciante/pensionato. Hobby? Sciare e lo sport in generale. Dove ti alleni di solito? Davanti a casa. Come ti alleni? Sciando d’inverno e facendo Ski-roll d’estate. Il sogno sportivo nel cassetto? Partecipare ad una Vasaloppet. Il piatto preferito? Pastasciutta e risotto. La tua qualità migliore? Costanza. –E il difetto? Permalosità. Un saluto agli amici del PdP? Un saluto a tutti i soci ed un augurio di tanti anni sciistici come questo appena trascorso. 28 passodopopassonews48 Poi due interviste. Che Renato Rossi classe 1931 non abbia dimestichezza con la posta elettronica per poter rispondere all’intervista, ci può stare, ma che anche l’Avv. Roberto Novellino abbia lo stesso problema, lascia perplessi. In ogni caso, al terzo tentativo, siamo riusciti a far entrare anche lui nella storia del pdp. Nonostante tutto... Franca Ravani Luogo e data di nascita? Cremona, 23 dicembre 1945 Altezza e peso forma? 160 cm x 52 kg. e-mail? Quella di Piero Il miglior risultato assoluto? Nel lontanissimo 1976 (35 anni fa...) due terzi posti ai campionati regionali Alpi Centrali al Pian del Tivano e alla Maratona di S. Giuseppe a Passo Coe. Classico o pattinato? Classico – classico. Punto di forza come fondista? Godere il paesaggio mentre scio. Punto di debolezza? Non trovare il tempo per allenarmi. Il posto che preferisci per il fondo? Sono tre, passo Lavazè ; Dobbiaco; passo Coe La Granfondo che consigli? Lavazeloppet. Il/la fondista preferito/a? Maria Canins. Che lavoro/studio fai? La nonna di 6 nipotini. Hobby? Dipingo le icone. Dove ti alleni di solito? Tra le pentole e i pennelli. Come ti alleni? Cercando di fare bene in casa quello che devo fare. Il sogno sportivo nel cassetto? Modestamente li ho già realizzati tutti. Il piatto preferito? Lasagne al pesto, mi vengono bene e mi piacciono. La tua qualità migliore? La pazienza. E il difetto? Non saper reagire a chi ne approfitta. Un saluto agli amici del PdP? Siate lieti! La letizia è di chi sa bene dove andare… Roberto Novellino Luogo e data di nascita? Milano, 8 maggio 1958 Altezza e peso forma? 171 cm, x 67 kg (quando combattevo), ora 74,5 kg. e-mail? [email protected] Il miglior risultato assoluto? Marciabianca (quando vi ho mazzuolato). Classico o pattinato? Pattinato, ma non posso. Punto di forza come fondista? Resistenza. Punto di debolezza? Correttezza (vista la concorrenza scorretta). Il posto che preferisci per il fondo? Brusson (dove porto il Lappone abitualmente). La Granfondo che consigli? Marciabianca. Il/la fondista preferito/a? Maurilio De Zolt. Che lavoro/studio fai? Modesto operatore giuridico. Hobby? Panificatore. Dove ti alleni di solito? Idroscalo (con apparizioni infruttuose e dove faccio la doccia). Come ti alleni? Ciclette, palestra, canoa. Il sogno sportivo nel cassetto? Andare in moto nel deserto, partecipando a una Parigi-Dakar con una KTM 450. Il piatto preferito? Pasta e verdure. La tua qualità migliore? Correttezza. E il difetto? Correttezza. Un saluto agli amici del PdP? Grazie di esistere. Siete uno stimolo per continuare. passodopopassonews48 29 CALENDARIO SKIROLL 30 Divertirsi con gli skiroll Gli skiroll sono un attrezzo fondamentale per ogni fondista “serio” che non vuol dimenticare nella pausa estiva il gesto tecnico della sciata, qualche garetta può essere un valido stimolo per impegnarsi in questo esercizio. Ecco alcune date, il calendario aggiornato è su skiroll.it Data Denominazione Località Tecnica 07 mag Coppa Italia Sprint Trieste sprint 22 mag Rollissima del Pian del Tivano Nesso (CO) salita TL 28 mag Coppa Italia Sprint Vermiglio (TN) sprint 29 mag Coppa Italia tecnica libera misto Vermiglio (TN) misto 5 giu Coppa Italia in piano Sgonico (TS) piano 12 giu Coppa Italia tecnica classica Bobbio Penice (PC) salita TC 19 giu Campionato Italiano Granfondo Bionaz (AO) salita 9 lug Camp. Italiano Sprint Frabosa Soprana (CN) piano 10 lug Coppa Italia tecnica classica salita Frabosa Soprana (CN) salita TC 17 lug Campionato Italiano in piano Montebelluna (TV) piano 30 lug Coppa Italia Sprint Sestriere (TO) piano 31 lug Campionato Italiano double pursuit Sestriere (TO) pursuit 21 ago Coppa Italia in piano Castion (BL) piano 27 ago Campionato Italiano Staffetta Rapy (AO) staffetta 28 ago Campion. Italiano tecnica libera salita Verrayes (AO) salita 17 set Coppa Italia tecnica libera TL 25 set Campionato italiano tecnica classica Orsago (MI) TC 8 ott Coppa Italia Sprint Pieve di Ledro (TN) sprint 2 ott Duathlon della Colma Sormano TL + corsa 9 ott Coppa Italia tecnica classica salita Passo Ampola (TN) salita 15 ott Coppa Italia Sprint Valdobbiadene (TV) sprint 16 ott Coppa Italia tecnica libera Valdobbiadene (TV) TL 6 nov Trofeo Fantasy Colma TL passodopopassonews48 Fanano (MO) News IL NOSTRO TRITTICO Non sono ancora state fissate le date ma di sicuro ad ottobre ci saranno le tradizionali tre gare del nostro Trittico: Il cross del Parco di Monza organizzato dal Pell e Oss La corsa di Sormano 1000 dal Passodopopasso La gara di skiroll Gemù - Colma dallo Sci Club Sormano SERATA INAUGURALE DELLA NUOVA SEDE PDP Finalmente siamo approdati alla nuova sede PdP - Arena Civica di Milano, via Cisalpina 3, ospiti degli amici del Fior di Roccia. Intendiamo celebrare degnamente lo storico avvenimento con una serata inaugurale tra di noi venerdì 27 maggio con ritrovo alle 19,30. Faremo un buffet in cui ciascuno potrà portare liberamente qualcosa da condividere con gli amici. Attenzione, in zona non è facile trovare posto per la macchina, chi può utilizzi i mezzi pubblici, in particolare la metropolitana Linea 2 - fermata Moscova. UNA COSA DELL’ALTRO MONDO Un fatto veramente toccante, Sandro Negri, un socio della primissima ora che forse nessuno di noi, a parte Enzo, ha conosciuto e di cui abbiamo dato notizia della recente scomparsa nell’ultimo giornalino, per desiderio della moglie Maria continua ad essere presente tra noi nell’elenco soci PdP. Entrambi sono stati e sono tuttora fedelissimi soci SOSTENITORI, sempre a fianco del PdP lungo tutti questi anni, un attaccamento discreto, silenzioso, un forte legame che neppure la morte di Sandro ha interrotto. Cose così non se ne sentono in giro e quando succedono non è per un caso, qualche buona ragione ci dovrà pur essere. Credo che tutti noi, soci PdP di oggi, abbiamo qualcosina da imparare da questo fatto, non ultima l’attenzione e la serietà con cui partecipiamo alla vita dello sci club. DUE BELLE NOTIZIE Gianfranco e Rita Sormani sono diventati nonni-bis (da non confondere con bis-nonni…), i figli Andrea e Paolo sono diventati quasi in contemporanea papà di due bellissimi futuri campioncini: Gregorio e Giorgio. Gianfranco dice “li diverto e mi diverto”, è il massimo per un nonno. Complimentissimi a tutte e tre le generazioni. Gabriele Biella e gentile consorte hanno raddoppiato: a settembre è arrivata Giorgia, una bellissima tenerona e coccolona che fa compagnia al fratellino Alessandro che finalmente potrà bisticciare con qualcuno. Bravissimi! Affiliato FISI - MI78 Sede legale: Via Carroccio 3 – 20123 Milano Sede operativa: c/o Fior di roccia Viale Repubblica Cisalpina 3 - 20154 Milano Telefono 02 3494 079 (giovedì sera) Fax 02 2619 760 (Dameno Sport) [email protected] - www.pdponline.it Consiglio Direttivo Piero Radovan Presidente Fabio Soresi Vice Presidente Alessandro Carcano Consigliere Luca Ingrillì Consigliere Enrico Mauri Consigliere Luisa Mauri Consigliere Marco Pea Consigliere Paolo Pozzi Consigliere Riccardo Scotti Consigliere Hanno contribuito a questo pdpnews: Stefano Battaglia, Alberto Calegari, Sara Calegari, Alessandro Carcano, Silvio Carcano, Erica Camnasio, Ortensio Frigerio, Elena Galimberti, Davide Ingrillì, Flavio Ingrillì, Luca Ingrillì, Enrico Mauri, Luisa Mauri, Lorenzo Meciani, Roberto Novellino, Alessandra Panvini, Marco Pea, Silvia Pederiva, Riccardo Scotti, Duilio Soresi, Piero Radovan, Franca Ravani, Renato Rossi, Enzo Vai Grafica ed impaginazione: www.quarantotto.it Aprile 2011 DUE TRISTI NOTIZIE A due nostri soci sono mancate persone carissime, entrambe si chiamavano Luisa, sono semplicemente “andate avanti”, adesso ci guardano, ci sorridono e ci proteggono dall’Alto. A Guido Bonaiti lo scorso novembre è mancata la mamma e ad Alberto Gandolfi molto recentemente la moglie. Ai due amici tutto l’affetto e la vicinanza di noi del PdP. RICORDIAMOCI! Un richiamo che si fa sempre fatica a fare ma che è necessario: ricordiamo ai soci ritardatari (una cinquantina) il rinnovo dell`iscrizione al PdP con il relativo versamento della quota sociale di 20 euro come primo socio, 10 per il secondo e 5 per i successivi. Non si tratta di una scadenza banale o burocratica, l’aspetto formale è anche sostanziale, cioè confermare la propria appartenenza e il proprio sostegno al nostro Sci Club. Chi se ne fosse ricordato solo ora e intende regolarizzare la propria posizione, si metta in contatto con uno dei consiglieri o comunque è importante che comunichi la sua intenzione riguardo al PdP. GRAZIE! passodopopassonews48 31 Uno sconto incredibile per i soci pdp! 32 passodopopassonews48