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passodopopasso
news
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Campioni
48
EDITORALE
Master o vecchio?
l PdP è sicuramente uno sci club di fondisti Master, non me ne voglia
Ili osserviamo
il gruppettino dei più piccoli che stanno scalpitando dietro di noi,
e li attendiamo con grandissima attenzione, trepidazione
Piero Radovan
e speranza, sono il nostro futuro.
Ma può sorgere un dubbio, Master vuol dire vecchio?
Questo pensiero va a coloro tra di noi del PdP che hanno da poco iniziato
l’attività agonistica scoprendo l’emozione delle prime garette, a quelli che
la stanno cavalcando alla grande con risultati esaltanti nelle Granfondo
o in gare nazionali e internazionali, a chi fa fondo per puro diletto e relax
mosso dal gusto di riscoprire la bellezza della fatica e della natura,
e infine a quelli che magari sono in vista del traguardo e stanno avviandosi
a concludere la propria quarantennale attività di fondisti.
Cioè ci siamo dentro tutti, ciascuno scelga a piacimento la propria categoria.
Risposta alla domanda: Master non equivale a vecchio, ma è utile chiarire
innanzitutto a noi stessi la questione per poi magari spiegarla anche ad altri,
sfatando un luogo molto comune.
Il chiarimento non lo dò io, il merito è del recente trasloco di sede che
ha fatto emergere tra le varie carte ingiallite dal tempo, un pensiero del nostro
Presidentissimo Enzo, lo scrisse una ventina di anni fa proprio sul giornalino
di quei tempi, è passato molto tempo ma rimane quanto mai attuale
e prezioso per ciascuno di noi oggi, sicuramente lo è per me.
«La giovinezza non è un periodo della vita, è uno stato d’animo,
un risultato della volontà, una qualità dell’immaginazione, una vittoria
del coraggio sulla timidezza, una vittoria del gusto dell’avventura
sull’amore per la comodità.
Non si diventa vecchi per aver vissuto un certo numero di anni,
si diventa vecchi perché si è abbandonato il proprio ideale.
Gli anni rendono grinzosa la pelle, la rinuncia al proprio ideale rende
grinzosa l’anima.
Le preoccupazioni, i dubbi, i timori e le disperazioni sono i nemici che
lentamente ci fanno piegare verso terra e diventare polvere ancora prima
di morire.
Giovane è colui che si stupisce, che si meraviglia, che sfida gli avvenimenti
e trova gioia nel gioco della vita.
È tanto giovane quanto la sua fede e la sua speranza, è tanto vecchio quanto
il suo dubbio e la sua prostrazione.
Caro “Master”, resterai giovane finchè rimarrai disponibile a ciò che
è bello, buono e grande, finchè rimarrai ricettivo ai messaggi della natura,
dell’uomo, dell’infinito.
Continua dunque il percorso che hai iniziato e coinvolgi i dubbiosi perché
anche loro possano confermare questa nostra esperienza di giovinezza.»
Grazie, Enzo, per averci svelato il segreto del Master giovane,
ne faremo tesoro.
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passodopopassonews48
Calen
dario
skirol
Sommario
6
12
15
26
4
Ciao S. Calocero e grazie
5
Si inizia con le lasagne
6
Gli Occlini ci vogliono bene
8
Rialissimamente
9
Le 10 candeline di Riale
10
Una messe di podi
11
Le star del pdp
12
I nostri supermaster
14
I Piccoli fondisti crescono
15
Che donne!
16
Il cordino della Sellaronda
18
Il PdP e il Criterium della Brianza
19
Ai Mondiali master canadesi
20
La Bieg Piastow
21
Norvegia dorata
22
Granfondo e grandi emozioni
23
Una sana incoscienza
24
Manuela, Stefania e Camillo
25
Lady skiroll
26
Come va la nuova tuta?
27
El dialet milanes
30
Divertirsi con gli skiroll
31
News
passodopopassonews48
3
VITA SOCIALE
Ciao S. Calocero e grazie
Abbiamo lasciato la nostra vecchia sede per trasferirci in quella
nuova all’Arena, grazie all’accoglienza degli amici del Fior di
Roccia. Un trasloco ricco di scoperte e di rimpianti.
crivo questi appunti perché rimanga traccia di un momento storico della vita del nostro sci club. In vista
S
del trasloco alla nuova sede dell’Arena, stasera giovedì 16
dicembre, abbiamo inscatolato 30 anni di storia PdP. Tutti
i consiglieri si sono ritrovati in sede pieni di energia e di
tristezza.
È stata una “riunione di consiglio” estremamente
operativa, Enrico e Alessandro hanno smontato, anzi distrutto, con molta energia l’armadione-archivio dove Enzo conservava tutto, Enrico ci ha dato dentro di martello
memore di una sua lontana esperienza in gioventù presso
un mobiliere, facendo un fracasso indescrivibile, ma alla
fine ha vinto lui e l’armadione ha ceduto. Marco ha smembrato con meticolosità certosina il tavolone delle riunioni
consiliari, al contrario di Enrico trattava ogni pezzo con
una delicatezza incredibile quasi temesse di fare loro male, sono stati testimoni silenti di decisioni importanti.
Al piano di sotto Luisa, Luca, Riccardo e Fabio impacchettavano e inscatolavano con timore e tremore la nostra
gloria, le tante coppe guadagnate con tanto sudore su tutte
le piste d’Italia. Ci staranno tutte nella nuova sede ? Paolo con occhio svelto e attento faceva tutto quello che di
volta in volta serviva e a cui nessuno pensava.
I supermaster Duilio e Piero, dall’alto della loro “esperienza” controllavano i lavori immortalando con il flash il
momento storico e facevano da public relation, cioè chiacchieravano, con gli ultimissimi soci (Toni e Fabrizio) venuti in sede per ritirare le tessere FISI.
Quando spuntavano preziosi cimeli storici tutto si
fermava e si concentrava sul ritrovamento, Fabio ha scovato i vecchi giornalini del PdP, li metterà sul nostro sito,
Luisa ha trovato una foto incredibile e unica, quando il
fratellino Enrico e Battaglia avevano la chioma. Da immortalare. Su tutto e su tutti vigilava la presenza di Enzo,
c’era comunque anche se era assente per il ruzzolone casalingo che gli ha mezzo devastato un ginocchio.
Sopra e sotto spesso c’era un gran silenzio, tutti zitti, si
sentivano solo i rumori delle cose spostate, ciascuno teneva dentro le proprie sensazioni e, tanto o poco, quel magone legato al tempo che passa implacabile portandosi dentro la nostalgia di fatti e di persone che non tornano.
Comunque bei ricordi, da conservare gelosamente, come
le coppe. Luisa, con una sensibilità unica, raccoglieva silenziosa e solitaria i pezzetti rimasti sul pavimento dopo
lo smembramento dell’armadio operato dal fratello, tutto
doveva essere pulito e a posto.
La vecchia sede adesso è vuota, coppe e documenti se li
sono portati a casa un po’ per uno Enrico, Paolo e Piero in
attesa di trasferirli all’Arena, la nostra nuova casa. Duilio
per l’ultima volta ha chiuso i battenti. Grazie a tutti, anche
questo è stato un momento ricco di unità e di amicizia.
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passodopopassonews48
Per cominciare come si deve la stagione, l’appuntamento giusto
è l’oratorio di Dergano dove ormai siamo di casa.
Salame, lasagne, arrostino e dolcetti conditi con tessere FISI
e sociali, giornalino e una sana compagnia.
VITA SOCIALE
Si inizia con le lasagne
hi ben comincia… Siamo in
tanti a Dergano e pensare che
C
mancano alcuni gruppetti familiari
“storici” impossibilitati ad essere
presenti per impedimenti vari ma
che ci hanno mandato il loro sostegno morale. E chi proprio non ce la
fa per la cena, passa comunque prima per le necessarie formalità di
pre-stagione (tessere FISI e PdP). Il
clima è quello che si addice alla nostra storia, c’è posto per tutti, dai 2
anni di Michelangelo ai quasi 80 di
Renato, ciascuno fa la sua parte, le
tavolate si raggruppano spontaneamente, ci sono quelle vispe e animate delle famiglie con gli ex baby,
quelle degli agonisti puri (!!) e quelle molto variegate dei master-supermaster.
La conversazione scorre liscia e
facile come l’olio, colgo al volo alcuni spunti della mia tavolata “Non
si può mancare ai mondiali master
2013 di Asiago” - “Come va la
schiena ?” – “E la tua prostata?” –
“Ma sono arrivate le tute?” – “Ottime queste lasagne. Non se ne potrebbe avere ancora un assaggio?”
“Allora ci vediamo alla Granparadiso?” e così via. La serata è serena,
c’è chi ha qualche problemino e non
lo nasconde, fa parte anche quello
della vita ed è bello che lo si condi-
vida con gli amici, le battaglie non si
combattono solo in pista contro il
tempo o gli avversari. Il tavolo dei
tesseramenti è caldissimo, c’è la coda per sfruttare al meglio l’occasione di fare tutto in un botto solo. La
serata vola via in un amen, coccolati
come sempre dai volontari del servizio di cucina, attenti e spediti come
sempre. C’è solo il tempo per annunciare ufficialmente che si cambierà sede da gennaio (come ormai
tutti sappiamo andiamo all’Arena
con il Fior di Roccia), per invitare
gli atleti alle gare raccomandate e
per distribuire l’atteso giornalino.
Non dobbiamo abituarci alle
cose belle di serate come questa, non
diamole per scontate anche se si fanno sempre le stesse cose, ma noi siamo diversi e quindi sono diverse anche loro, desideriamole e frequentiamole con l’entusiasmo di sempre.
Sono una grazia, un dono semplice
ma vero per tutti, da non sprecare.
Si comincia, su il sipario della stagione.
passodopopassonews48
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VITA SOCIALE
Gli Occlini
ci vogliono bene
È andata ottimamente, anche se il tempo non ci è stato favorevole, ma
ci eravamo abituati troppo bene. Comunque vale sempre la pena
esserci per macinare km e per respirare il clima PdP.
a stagione sulla neve è cominciata sull’onda della nostra
L
gara di Sormano 1000 di ottobre,
giornate uggiosissime, immersi
nelle nuvole, umidità del 99%.
Meteo pazzo agli Occlini, dai meno 12 ai più 5 nel giro di un giorno, ma per fortuna anche il tempo
non è nelle nostre mani altrimenti
ne succederebbero di tutti i colori
…
Siamo anche stavolta una cinquantina di persone, quest’anno si
è rinforzata la pattuglia dei nonPdP, amici che hanno chiesto di
aggregarsi alla nostra vacanzina
perché hanno sentito (o già sperimentato) che non è poi così male.
La buona sorte per quanto riguarda la neve ci ha ancora una volta
favorito, c’è n’è in abbondanza e
ci battono al passo l’anello norvegese dei 5 km., si può uscire dall’albergo con gli sci ai piedi (non
capita tutti gli anni).
La giornata-tipo è ormai col-
laudata, supermega colazione per
fare il pieno di energie, corso in
alternato per le 4 classi sotto l’occhio vigile di Andrea e Fabio e
poi sciate libere per tutti, con
qualche puntatina per i più audaci
al passo Lavazè. Divertente all’andata il raccordo Occlini-Lavazè, una lunghissima e rilassante
discesona di un paio di km. che
però si paga con gli interessi al ritorno, non finisce mai, diciamo
per consolarci che è molto allenante. Nel break la compagnia si
rilassa al buffet, qualcuno forse
troppo, non resiste al piatto di lasagne che però reclama una pennichella digestiva. Non c’è problema, poi per recuperare il tempo perduto si scia fino a che c’è
buio.
E nel pomeriggio via, si riparte
a piccoli gruppetti o in solitaria,
sciare col tramonto rosa sul Latemar è uno spettacolo da non perdere. Peccato lo si sia visto una
volta sola perché poi dal secondo
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passodopopassonews48
giorno non solo non si è più visto
il sole ma neanche il Latemar, avvolto da grigissime nubi. La temperatura si è alzata di brutto, la
neve si scioglieva a vista d’occhio
ma noi non ci siamo arresi, andavamo a cercarla dove c’era e non
abbiamo perso un km. Le chiacchere serali a 360° soddisfavano i
palati più esigenti, soprattutto
quando erano annaffiate dal grappino.
E infine la garetta finale, tutta controvento sia all’andata che
al ritorno, non ha deluso le aspettative, è stata una gara vera, dal
primo all’ultimo metro per tutti,
con i piccoli diavoletti che si intrufolavano in classifica tra i
grandi, cominciano a bagnarci il
naso. Tradizionalissima festa finale, premiazione per i più meritevoli delle 4 classi e per i vincitori (ma anche per gli ultimi) della garetta . Le famiglie Vanzan e
Ingrillì hanno sbancato il banco.
Poi panettone, spumante, coca cola e ciacole per tutti.
La morale di questa vacanzina? È
una sola.
Abbiamo già prenotato per l’anno
prossimo, ci aspetta un ponte lungo.
passodopopassonews48
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VITA SOCIALE
Rialissimamente
Alessandra, alla sua prima staffetta sociale, ci trasmette “a caldo”
le sue impressioni sulla splendida giornata conclusiva
della nostra stagione, tutto (o quasi…) è andato per il meglio.
a mia prima stagione fondistica
tra le file del PdP è ormai termiL
nata. Ieri, 3 aprile, nella splendida
conca di Riale si è svolta come ogni
anno la staffetta sociale che ha visto
radunati parecchi di noi fondisti,
praticanti e simpatizzanti.
La giornata non poteva essere migliore, con un sole anche fin troppo
caldo per la stagione e una neve già
troppo sciolta alle 11 del mattino.
Siccome il cuore fondista batte e
pulsa fino al totale disgelo, nessuno
o quasi è mancato all’appuntamento, anche se le temperature avrebbero fatto ormai propendere verso
ben altri lidi (nel vero senso del termine).
Io e Massimiliano siamo arrivati
in ritardo, come da nostra tradizione (sempre ultimi ai cancelletti di
partenza, dalla Pusterthaler in
poi…!) e non abbiamo avuto il minimo tempo per entrare in sintonia
con la pista, con la neve e con i
compagni di staffetta che ci sarebbero capitati in sorte.
Riscaldamento? Figuriamoci… Bisogna proprio dire che è stato tutto
un effetto sorpresa, con il risultato
di un suo stiramento inguinale e
una mia crisi asmatica. “Prendi e
porta a casa”, la prossima volta ci
comporteremo da fondisti seri.
Nonostante questo inizio a me
è andata benissimo, si vede che il
numero 13 di pettorale mi ha portato fortuna, la mia staffetta è arrivata
seconda, ma il merito va soprattutto
ai miei altri due compagni staffettisti: Enrico Mauri e Roberto Vanzan.
Nonostante il caldo e la neve ormai
alle soglie del disfacimento totale,
bisogna rendere merito al centro
Fondo Riale per l’accoglienza e il
buono stato della pista.
Il tracciato era facile, 3 km in skating con leggere salite e partenza
/arrivo in piano, il tutto veniva però
reso più arduo dalla neve pesante e
dalla quota.
Sottigliezze queste… per Marco,
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passodopopassonews48
Alberto e Gabriele… che hanno
stravinto!
Il coinvolgimento di adulti e soprattutto dei bambini –che sono il
nostro futuro, nel fondo come nella
vita di tutti i giorni– era totale e non
è mancato un “DAI FORZA!” a
nessuno.
La staffetta è terminata nel giro di
poco tempo: c’è chi ha vinto (una
staffetta) e c’è chi ha perso (tutte le
altre). Ma, in questi casi, l’importante non è solo partecipare ma soprattutto condividere un senso di
appartenenza allo sport e al PdP.
C’è stato il tempo, terminata la staffetta, per fare la davvero ultima
sciata per questo 2011.
Un bel trenino di tute giallo blu si
vedeva scivolare sulla pista, personalmente è l’immagine che più mi
ha colpito, vederci tutti in fila… per
pattinare ancora un po’.
Prima del dolce (ottima torta alle
noci), Marco Pea si è fatto portavoce/presentatore per le premiazioni
non solo della staffetta salita sul podio (virtuale), ma di chi tra gli atleti del PdP si è maggiormente evidenziato nella stagione che è appena finita. A tutte le Signore è stata
poi offerta una graditissima rosa
rossa e a tutti i piccoli fondisti un
“dolce” pensiero.
Un altro titolo davvero “consolatorio” è andato al Poletti che tra fuoristrada, scarpette e sci sfondati ….
ne aveva davvero bisogno. Si è
“consolato” anche arrivando primo
nella sua frazione (che era anche la
mia… onore al Vincitor!) e facendo
primeggiare la sua staffetta!
Ormai è tutto rimandato al prossimo inverno che, noi tutti ci auguriamo, possa essere ricco di neve e di
soddisfazioni fondistiche, agonistiche e non.
Al termine, tutti al Ristorante Ca-
scata per una degna conclusione
della giornata.
Tra un piatto e l’altro, ci si scambiavano impressioni e commenti
sulle competizioni fatte nella stagione, sulle gare vinte (non io!),
sulle Gran Fondo portate a termine
(e qui potevo dire la mia), sui nuovi
sci, sui vecchi sci (Goldwurm, ne
sai qualcosa?), su tecniche e allenamento.
Prima, il 27 maggio, ci sarà comunque una bella e ghiotta occasione per ritrovarci ancora tutti insieme all’Arena nella nuova Sede,
per riassaporare un po’ di quella
frescura invernale che, da buoni
fondisti, sempre ci portiamo dentro
e ovviamente per gustare leccornie
e libagioni varie che siamo tutti invitati a portare.
Il tempo passa e ce ne accorgiamo tutti. Festeggiamo il decennale
della nostra garetta sociale in quel di Riale. Ricordiamo i nostri
campioni: c’è chi ha fatto il poker (Ortensio, non vale!), Enzo si
accontenta per il momento del tris, in molti siamo ancora a bocca
asciutta. Ma non disperiamo, prima o poi ci sarà gloria per tutti.
ALBO D’ORO
VITA SOCIALE
Le 10 candeline di Riale
Il commento dei plurivincitori
2011
Marco Citterio
Alberto Calegari
Gabriele Poletti
2010
Fabio Soresi
Erica Camnasio
Davide Ingrillì
2009
Fabio Soresi
Ortensio Frigerio
Flavio Ingrillì
2008
Luca Ingrillì
Ortensio Frigerio
Nice Bini
2007
Enrico Mauri
Tiziana Gobbi
Matteo Vai
2006
Andrea Pozzi
Gabriele Biella
Enzo Vai
2005
Antonio Di Dato
Federico Biella
Emanuele Vai
2004
Ortensio Frigerio
Guido Bonaiti
Roberto Novellino
Ortensio Frigerio
Enzo Vai
«Ti ringrazio di avermi ricordato
che sono passati 10 anni da
quando il Presidente Enzo Vai
con i suoi collaboratori decisero
di organizzare una gara sociale
a fine stagione, una staffetta che
coinvolgesse tutti.
Per quanto riguarda le mie
vittorie, ricordo in particolare
la prima gara con la
partecipazione dei componenti
la staffetta, i validissimi/e
Caterina Bonaiti e Enzo Vai
che ringrazio e saluto.
Per quanto riguarda il mio
record di 4 vincite devo dire
sinceramente che sono stato
fortunato nei sorteggi, avendo
sempre avuto bravissimi
compagni che nelle diverse
edizioni hanno corso con me
Per le prossime edizioni? Dopo
il quattro venga il cinque!»
«Quali sentimenti per questo
decennale? Due in particolare:
- una grande soddisfazione,
perché quando abbiamo lanciato
questa formula per la gara
sociale, avevo il desiderio che
anche l’ultimo potesse arrivare
primo e guarda caso proprio io,
l’ultimo, sono arrivato primo tre
volte.
- un bel sollievo, perché non mi
chiamo Silvio. Si sarebbe detto
che avevo fatto il regolamento ad
personam…»
2003
Sara Calegari
Marco Pea
Enzo Vai
2002
N. D. mancanza neve
2001
Ortensio Frigerio
Caterina Bonaiti
Enzo Vai
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CLASSIFICHE
Una messe di podi
Si scia per divertimento ma se si riesce a salire sul podio fa piacere.
Quest’anno è andata di lusso sia a livello individuale che come PdP.
Due ciliegine: il 1° posto ai Campionati Italiani Cittadini della nostra
staffetta femminile e diversi vincitori nel Gran Prix Master FISI.
Luisa Mauri – C2
3 Camp. Ital. Cit/Master - Passo Coe - 15 TC
3 Camp. Regionali - Primaluna - 5 TL
1 Nazionali Citt. Master - Bobbio Ceci - 5 TL
1 Zonale Piani Bobbio - 5 TL
2 Trofeo del Barba - Passo Coe - 5 TL
2 Nazion. Citt. Master - Campolongo 10 TL
3 Camp. Ital. Cit/Master - Piancavallo - 5 TC
3 Camp. Ital. Cit/Master -Piancavallo - 10 TL
3 Granfondo Base Tuono - Passo Coe 15 TL
2 Camp. Ital. Cit/Master - Passo Coe - 15 TL
1 Camp. Ital. Cittadini staffetta-Passo Coe
1 Classifica finale Master Gran Prix
1 Classifica finale Circuito Cittadini
Maria Rita Chini – C4
3 Camp. Ital. Cit/Master - Campolongo - 15 TC
1 Nazion. Citt. Master - Campolongo - 5 TL
1 Nazion. Citt. Master - Bobbio Ceci - 5 TL
3 Criterium Brianza - Formazza - 5 TL
3 Criterium Brianza - Riale - 5 TL
2 Trofeo del Barba - Passo Coe - 5 TL
2 Camp. Ital. Cit/Mast. - Piancavallo - 5 TC
1 Camp. Ital. Cit/Mast. - Piancavallo - 10 TL
1 Camp. Region. - Primaluna - 5 TL
1 classifica finale Master Gran Prix
Sara Calegari – C1
5 Marciabianca - Enego - 30 TL
3 Mondiali Master - Canada - 30 TL
1 Camp. Ital. Cit/Mast. - Passo Coe - 15 TL
1 Camp. Ital. Cittadini staffetta-Passo Coe
1 classifica finale Master Gran Prix
Erica Camnasio – Senior
1 Camp. Ital. Cittadini staffetta-Passo Coe
2 Nazion. Citt. Master - Bobbio Ceci - 5 TL
3 Camp. Ital. Cit/Mast. - Passo Coe - 15 TL
1 Criterium Brianza - Riale - 5 TL
2 Criterium Brianza - Piani Bobbio - 5 TL
1 Criterium Brianza - classifica finale
Nice Bini
1 Camp. Provinciali - Formazza - 5 TL
3 Criterium Brianza - Riale - 5 TL
Tiziana Janna
2 Criterium Brianza - Formazza - 5 TL
2 Criterium Brianza - Riale - 5 TL
3 Classifica finale Criterium Brianza
Ortensio Frigerio - B4
3
2
2
2
2
2
2
2
1
Camp. Ital. Cit/Master - Campol. - 30 TC
Camp. Ital. Cit/Master - Piancavallo - 10 TC
Camp. Ital. Cit/Master - Piancavallo - 15 TL
Nazion. Cit/Master - Bobbio Ceci - 10 TL
Trofeo del Barba - Passo Coe - 10 TL
Camp. Regionale - Primaluna - 10 TL
Criterium Brianza - Formazza - 10 TL
Criterium Brianza - Piani Bobbio - 10 TL
Classifica finale Master Gran Prix
Enrico Mauri - A3
1
2
3
1
1
Nazion. Cit/Master - Bobbio Ceci - 10 TL
Camp. Ital. Cit/Master - Piancavallo - 10 TC
Nazion. Citt. Master - Campolongo - 15 TL
Classifica finale Master Gran Prix
Cittadino classifica Master Gran Prix
Alessandro Carcano - A1
2
2
2
3
3
3
2
2
Nazion. Cit/Master - Bobbio Ceci - 10 TL
Camp. Ital. Cit/Mast. - Piancavallo - 10 TC
Camp. Ital. Cit/Mast. - Piancavallo - 15 TL
Nazion. Citt. Master - Campolongo - 15 TL
Camp. Regionale - Primaluna - 10 TL
Criterium Brianza - Formazza - 10 TL
Criterium Brianza - Riale - 10 TL
Classifica finale Master Gran Prix
Silvio Carcano - A2
3
Nazion. Cit/Master - Bobbio Ceci - 10 TL
Fabio Soresi – A2
1
2
Trofeo Cecini Camp. ANA-Formazza -10 TL
Memorial Musazzi - Scopello - 10 TL
Piero Radovan - B3
3
Camp. Ital. Citt.Master - Passo Coe - 30 TL
Davide Ingrillì
1
1
1
2
Camp. provinciale - Formazza - TC
Criterium Brianza - Formazza - TL
Criterium Brianza - Riale - TL
Classifica finale Criterium Brianza
Flavio Ingrillì
1
2
2
3
Camp. provinciale - Formazza -TC
Criterium Brianza - Formazza - TL
Criterium Brianza - Riale - TL
Classifica finale Criterium Brianza
Pietro Pozzi
Elena Galimberti
3
Memorial Musazzi - Scopello - 7,5 TL
Alice Pozzi
1
1
2
10
Criterium Brianza - Formazza – TL
Criterium Brianza - Riale - TL
Classifica finale Criterium Brianza
passodopopassonews48
3
Criterium Brianza - Formazza - TL
Le star del PdP
Staffetta sociale – Riale
1a Marco Citterio
Alberto Calegari
2a Enrico Mauri
Roberto Vanzan
3a Silvio Carcano
Alessandro Bianchini
4a Paolo Pozzi
Marco Pea
5a Luisa Mauri
Davide Ingrillì
6a Mauro Vistarini
Roberto Novellino
7a Erica Camnasio
Ortensio Frigerio
8a Calegari Sara
Giuseppe De Nitto
9a Alessandro Carcano
Massimiliano Goldwurm
10a Luca Ingrillì
Federico Biella
11a Piero Coccioletti
Gabriele Biella
12a Fabio Soresi
Giorgio Bianchini
13a Toni Di Dato
Piero Radovan
Gabriele Poletti
Alessandra Panvini
Flavio Ingrillì
Paolo Leggeri
Maria Rita Chini
Anna Pozzi
Nice Bini
Elena Galimberti
Andrea Vanzan
Mara Rigamonti
Renato Rossi
Floriana Gorietti
Aldo Gorietti
Staffetta vincitrice del Campionato Italiano Cittadini
Luisa Mauri, Erica Camnasio, Sara Calegari
Vincitori Gran Prix Master FISI
A3 Enrico Mauri
B4 Ortensio Frigerio
C1 Sara Calegari
C2 Luisa Mauri
C4 Maria Rita Chini
Riconoscimenti di merito
Elena Galimberti
Per la sana temerarietà di fare la Marcialonga con una sola sciata
Gabriele Poletti
Premio alla sfortuna - auto nel fosso a Ceci – rottura dello sci a Passo Coe
Alessandro Carcano
Un grande miglioramento nel punteggio FISI - Medaglia d’oro Wordloppet
Silvio Carcano
Un grande miglioramento nel punteggio FISI - Medaglia d’oro Wordloppet
Maria Rita Chini
1a Camp. Ital. Cittadini Piancavallo 10 km. TL - Medaglia d’oro Wordloppet
Sara Calegari
Terza ai Campionati Mondiali Master in Canada – 30 km. TL
Vincitrice del Campionato Italiano Cittadini a Passo Coe – 15 km. TL
Erica Camnasio
Vincitrice del Criterium della Brianza
Davide Ingrillì
Nessuna paura a fare il biathlon e la gimkana e ottima prova nella gara in Svizzera
Flavio Ingrillì
Nessuna paura a fare il biathlon e la gimkana e ottimo prova nella gara in Svizzera
Alice Pozzi
La miglior tiratrice al biathlon (7 centri su 10)
Pietro Pozzi
Il più giovane biathleta PdP
Campionato Sociale Granfondo
(30 TC Campolongo + 30 TL Passo Coe)
Enrico Mauri
Under 50 maschile
Luisa Mauri
Under 50 femminile
Piero Radovan
Over 50 maschile
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11
GRAN PRIX MASTER
I nostri supermaster
Per il PdP un anno di grazia, tanti riconoscimenti su tutte le piste con
prestazioni di altissimo livello nel Gran Prix Master, un circuito
nazionale di gare FISI per Cittadini e Master.
Luisa Mauri va forte non solo in pista e ci racconta.
uest’anno un bel gruppetto di
Qatleti PdP ha preso parte al
circuito Gran Prix Master FISI
raccogliendo tanti successi individuali e di società.
Partiamo dalla prima gara del
9 gennaio svoltasi a Campolongo,
la tradizionale gran fondo TC 15
km donne e 30 km uomini, tempo
bizzarro e neve primaverile, ma
comunque bella gara per tutti dove spicca Fabio che mostra le sue
doti da uomo di tecnica classica.
Passando per Ceci Le Vallette a
inizio febbraio, a causa delle
temperature molto alte (circa 15
gradi) si è gareggiato su un anello
di 1.7 km da percorrere 3 volte le
donne e 5 gli uomini, pista difficile con discese da paura che comunque hanno messo in evidenza
le doti tecniche dei nostri atleti.
Abbiamo raccolto vari successi in
tutte le categorie, in particolare ottimo 3° posto assoluto di Alessandro e 1° posto di società. È sempre
bello partecipare a questa gara sugli Appennini, sia per la bellezza
del posto che per la calda accoglienza dello Sci Club Bobbio
Monte Penice.
In seguito trasferta Trentino-Veneto: sabato 12 febbraio si parte di
mattina presto per Passo Coe per
partecipare al Trofeo del Barba,
gara molto prestigiosa tra i master,
dove raccogliamo un ottimo 6°
posto assoluto di società (tra più
di 60 squadre), ma non è finita,
nel pomeriggio, dopo le premiazioni ed un bel pranzo al sole, ci
trasferiamo ad Asiago per partecipare il giorno seguente al trofeo
Terme Euganee, anche qui primeggiamo in varie categorie ed
arriviamo quarti come società.
Fine febbraio: nuova trasferta,
partenza di venerdì per Piancavallo, dove si svolgeranno i futuri
campionati italiani master, siamo
piacevolmente stupiti dalla bellezza del posto e dalla preparazione
delle piste, veramente da Coppa
del Mondo, in classico sempre
doppio binario con addirittura 3
negli ultimi 600 m Saliamo sul
podio delle rispettive categorie io,
Rita, Alessandro, Enrico ed Ortensio (alla domenica in TL anche
Gabriele) e centriamo un bellissimo 3° posto di società. Bella trasferta, siamo a dormire in un albergo/ostello e ci fanno compagnia in una simpatica tavolata gli
amici del sci club Lecco e del GS
Hartmann.
Infine l’ultima ma altrettanto
bellissima trasferta a Passo Coe
svoltasi il 19-20 marzo, anche qui
partenza di venerdì (è sempre bello stare via a sciare), stavolta
manca all’appello in quanto impegnato in Norvegia il mitico team
Carcano, ma siamo comunque un
bel gruppo dove regna l’armonia
ed il divertimento.
A dormire siamo fuori Folgaria in
un posto incantevole, lontano dalle folle ed in mezzo al bosco.
Si inizia sabato con la gran fondo
TL 15 km donne e 30 km uomini,
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ci comportiamo tutti bene, noi
donne (stavolta uno squadrone!)
siamo in gara in 4 (e pensare che
manca la mitica RITA), io, Sara,
Erica ed Alessandra, arriviamo seconda squadra femminile.
Peccato mancasse Alberto Calegari costretto a letto per influenza,
sfortunatissimo Gabriele che in
una caduta rompeva uno sci (come non ho mai visto), ma lui senza perdere l’allegria che lo accompagna sempre ha praticamente fatto il giro della pista mostrando a
tutti come è composto l’interno di
uno sci.
Domenica finalmente si ritorna a
gareggiare in staffetta, prima frazione in classico, seconda e terza
in libera, grande partecipazione
40 squadre maschili, 5 femminili,
noi ci presentiamo con 3 staffette:
Luisa - Erica - Sara, arriviamo seconde assolute e prime tra i cittadini dietro alle fortissime dell’Hartmann, ma nemmeno così lontane.
Le nostre staffette maschili:
Fabio; Luca; Enrico al 18° posto,
Piero Coccioletti; Paolo; Gabriele
al 34°.
Prendo l’occasione per ringraziare
mio fratello Enrico che mi prepara
sempre sci velocissimi particolarmente in questa trasferta con
l’aiuto di Fabio, hanno preparato
gli sci anche a Erica, inoltre per la
frazione in classico la zona sciolinatura mi è stata preparata ottimamente da Michele, fidanzato di
Sara.
Senza dimenticare Donato per il
suo prezioso lavoro di distribuzione e ritiro pettorali su tutte le piste
e Mara che l’ha sostituito benissimo a Passo Coe.
Grazie a tutti gli atleti che hanno
partecipato al Gran Prix Master,
hanno permesso al PdP di arrivare
quarta società assoluta, a pochissimi punti dalla terza, su oltre 160
squadre.
Arrivederci a tutti al prossimo anno, sperando in una partecipazione più numerosa di atleti PdP.
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SETTORE GIOVANILE
I piccoli fondisti
crescono
Stagione ricca di novità e di entusiasmo per i nostri Davide, Flavio,
Alice e Pietro, ci provano gusto anche col biathlon e la gimkana.
avide, quale gara ti è piaciuta
“Ddi più quest’anno?” E a te,
Flavio? La risposta è unanime: “papà lo sai che la Minisgambeda è la
nostra preferita”. E deve essere proprio vero amore visto che resiste in
testa alle preferenze nonostante il
congelamento mani dovuto ai 18
gradi sottozero del Piccolo Tibet.
I motivi del successo: la perfetta organizzazione, la partecipazione qualificata (quest’anno 51 agguerritissimi cuccioli e 18 baby), la pista dalla
generosa larghezza e con un percorso impegnativo, la coinvolgente premiazione di tutti i concorrenti da
parte di miti del nostro sport (quest’anno Cristian Zorzi, l’anno scorso
addirittura Bjorn Daehlie) e non da
ultimo la tecnica libera nella quale i
nostri baby cittadini riescono a difendersi meglio. Davide sarà ottimo
13° all’esordio nella categoria cuccioli mentre l’imprevedibile Flavio
sembra un po’ sottotono e finisce 8°,
questa volta però non si tratta di bizze artistiche del suo estroso carattere… in albergo il termometro misura 38 di febbre.
Finalmente arrivano le tanto agognate tute aderenti e allora non si vede l’ora di sfoggiarle sul campo. La
prima occasione è il Trofeo Fusetti e
poi il Criterium della Brianza dove
le nuove tute si faranno notare sia in
pista che sul podio.
Ma la vera novità di stagione sarà
la partecipazione alla gara di biathlon promozionale organizzata il
sabato prima della Gommerlauf. In
realtà ci accorgeremo presto che gli
unici “promozionali” siamo noi del
PdP. Il confronto con gli specialisti è
improponibile… il tempo che i nostri impiegano per tentare di mirare
e poi sbagliare un bersaglio è sufficiente ai minicecchini svizzeri per
centrare cinque bersagli su cinque.
Nonostante l’inesperienza, Alice
con la sua proverbiale calma riesce
comunque a fare 7 centri su 10 contro i 3 di Flavio mentre Pietro e Davide si esibiscono in uno spettacolare 0 su 10 che li relega in penultima
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ed ultima posizione delle rispettive
categorie. Poco male, anzi un bagno
d’umiltà ogni tanto fa bene e comunque si rifaranno nella minigommerlauf del giorno dopo che vedrà
Alice al 4° posto e Flavio al 5°, ai
piedi del podio della prestigiosa gara svizzera. Bene anche Pietro 9° e
Davide 15°.
Anche quest’anno la chiusura
della stagione agonistica spetta ai
campionati regionali. Trattandosi di
gara in tecnica classica chiaramente
le aspettative di classifica sono modeste, anche perché è da un mese
che non si scia nei binari, ma la voglia di esserci è comunque tanta e
così organizziamo la trasferta di
Santa Caterina. La formula della
gimkana suscita grande interesse nei
piccoli anche se per loro rappresenta
la prima esperienza. Facciamo di
tutto per arrivare sabato prima del
tramonto con l’intenzione di fargli
prendere un minimo di confidenza
con gli ostacoli. Senonchè scopriamo che da quelle parti la pista chiude tassativamente alle 17. Fortunatamente si riesce comunque a provare
qualche salto e soprattutto le temutissime gobbe prima di essere cacciati dal gestore imbufalito.
Fin dalle prime ore della mattina di
domenica la pista è invasa dai piccoli atleti dei più blasonati sci club del-
le alpi centrali e dalle loro maestranze dedite alla preparazione degli attrezzi. Ma ormai ci abbiamo fatto
l’abitudine e non ci facciamo troppo
intimidire da questa ostentazione di
potenza, basta telefonare al maestro
Fabio e, almeno il problema della
scelta della sciolina è risolto.
Coraggio, adesso tocca a voi ragazzi! Con oggi arriviamo a 10 giorni
dedicati al classico nella stagione,
quelli che i vostri avversari fanno in
un paio di settimane, ma la voglia di
sognare può fare miracoli. Il primo a
partire è Flavio tra i baby. Non è certamente un funambolo ma si destreggia abbastanza bene tra slalom,
salti, curve paraboliche e cambi di
corsia. Sarà l’ultima delle insidiose
gobbe a tradirlo, ma nonostante tutto
riuscirà a concludere al 16° posto su
34. é la volta di Davide che si trova
invece perfettamente a suo agio nel
superare gli ostacoli ma paga la carenza di potenza e di preparazione
specifica nei lunghi tratti da spingere. Sarà 37° su 77 cuccioli e della divertente formula sperimentata.
Indubbiamente ogni anno con i passaggi di categoria diventa sempre
più difficile stare al passo con i valligiani. I ragazzi non sembrano però
preoccupati, anzi non vedono l’ora
di ricominciare e di allungare le distanze di gara. E allora, continuiamo
a sognare. Alla prossima puntata!
Splendida performance della staffetta femminile ai campionati
italiani Cittadini e Master di Passo Coe: Luisa Mauri, Erica Camnasio
e Sara Calegari, prime nella classifica Cittadini e come squadra
Senior. Seconde assolute. Tutti ce le invidiano, teniamocele care…
asso Coe domenica 20 marzo,
Pci sono i campionati italiani cittadini e master di staffette ed il PdP
è presente con ben 3 squadre, una
femminile per la 3x5 km. e due
maschili per la 3x8 km.
Le nostre donne sono, in ordine di
partenza: Luisa Mauri in tecnica
classica, Erica Camnasio e Sara
Calegari a skating. Le nostre due
Luisa
«È stato proprio bello partecipare
dopo tanto tempo alla staffetta,
abbiamo fatto una bella gara.
Dobbiamo ringraziare molto
anche i ragazzi che ci hanno
preparato gli sci, Enrico che ha
paraffinato i miei e quelli di
Erica, Fabio che ha sparaffinato
e Michele che naturalmente ha
preparato gli sci a Sara ed inoltre
mi ha sciolinato benissimo gli sci
da classico per la frazione
di lancio. Grazie Michele !
Sono riuscita a dare il cambio
ad Erica come seconda squadra
ad una trentina si secondi dalla
Hartmann.
Direi che è stata un’ ottima
trasferta sia come risultati sia
come compagnia, veramente
un bel gruppo, ci siamo divertiti
un sacco.»
compagini maschili schierano Fabio Soresi in classico, Luca Ingrillì
e Enrico Mauri in pattinato. Ed infine la terna di Piero Coccioletti,
esperto in alternato, poi Gabriele
Poletti e Paolo Pozzi in tecnica libera.
Non dimentichiamo la valorosa
matricola Alessandra Panvini, prestata dal PdP ad una squadra mista,
pare che si sia mooolto divertita
della novità.
Tutti e tutte hanno fatto il loro dovere fino in fondo, ma una citazione specialissima va alle nostre tre
magnifiche rappresentanti, hanno
semplicemente vinto nella categoria Cittadini e in quella Senior!
Sentiamo le impressioni dalla loro
viva voce.
Erica
«La staffetta è stata una
bellissima gara: un po’ per la
splendida giornata di sole, un po’
per
la neve veloce, ma soprattutto per
la carica che mi ha data l'idea
di correre in squadra.
Nella staffetta, come mi era già
successo in passato, riesco a
impegnarmi al massimo, infatti
stavolta sull'ultima salita ho fatto
un recuperone sulla seconda
staffettista della Hartmann.
L’arrivo al cambio, staccata di
pochi secondi, è stato molto
emozionante grazie anche al
calorosissimo tifo PdP.»
Sara
«Per concludere in bellezza una
bella stagione agonistica
quest’anno siamo riuscite a fare
una staffetta femminile tutta PdP,
e che staffetta! Al mattino Michele
e i suoi amici di Asiago testano un
pò di scioline ed alla fine convinco
Enrico (skiman personale,
esclusivo ed insostituibile di
Luisa…) a lasciare gli sci
di Luisa nelle mani di Michele!
Luisa parte lanciatissima, arriva
seconda al cambio, Erica parte
fortissima in rimonta e ci lascia
tutti a bocca aperta arrivando
a pochi metri dalla sua avversaria
dello squadrone Hartmann... a
questo punto parto io agguerrita
come non mai, cerco di non farmi
staccare troppo da Clara Bettega
(netta dominatrice il giorno prima
della gara individuale), ce la
metto davvero tutta ma è un
avversaria ancora troppo forte per
me! Arriviamo seconde assolute
e prime della categoria cittadini,
aggiungendo un bel trofeo in rosa
al nostro ormai blasonato club.»
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GRANDI IMPRESE
Che donne!
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SCI ALPIMNISMO
Il cordino della Sellaronda
Lo sci-alpinismo si sta sempre più affermando all’interno del PdP,
diversi nostri atleti ci stanno prendendo gusto e si cimentano in
faticacce dell’altro mondo. Il resoconto di Lorenzo Meciani.
uddu, puddu, il cordino”.
“PEppure sembrava proprio
l’anno buono. Sempre in coppia
con Fabrizio Righetti, come nel
2005 e nel 2008.
Nel 2005 sulla prima salita mi avevano pestato lo sci e avevo perso
tempo a rimettere la pelle (di foca),
sulla seconda e terza salita era andato in crisi Fabrizio, l’ultima salita era stata per me un calvario, vittima di.un colpo di freddo bestiale,
per aver tenuto le pelli ghiacciate
contro la pancia dentro la tutina da
fondo per non farle ghiacciare.
Le pelli non si erano ghiacciate, io si.
Nel 2008 avevo sofferto, ma
era previsto. Appena rientrato da 2
anni di lavoro in India, sapevo che
Fabrizio era molto più allenato di
me. Però partendo con umiltà e
soffrendo parecchio avevamo chiuso il giro in poco meno di 5 ore, il
nostro obbiettivo.
Quest’anno invece tutto sembrava
indicare che forse era l’anno buono. Entrambi ben allenati (io
35.000 metri di dislivello, Fabrizio
qualcosa in più), avevamo fatto
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qualche gara di preparazione fra
cui la massacrante Mountain Attack, in Austria. Attrezzatura un
po’ migliorata rispetto alle altre
volte, pelli più veloci, sci sciolinati, tutina da sci-alpinismo con apposite tasche per le pelli. Rispetto
ai migliori continuiamo ad avere
qualche chilo di materiale di differenza che si sente eccome, in salita
i grammi in meno o in più fanno la
differenza, c’è persino chi lima le
suole Vibram degli scarponi per
guadagnar peso!
Con Fabrizio siamo una coppia ben
assortita in quanto abbiamo ritmi
simili sia in salita che in discesa.
Nessuna influenza nelle ultime 2
settimane, nessun viaggio di lavoro
dall’altra parte del mondo negli ultimi giorni. Sembra proprio l’anno
buono. In una gara a coppie è quasi impossibile esprimersi entrambi
al massimo, c’è sempre un contrattempo.
La gara perfetta non arriva quasi
mai. Quasi. Che sia quest’anno?
La nostra tattica di gara prevedeva di mettere Fabrizio davanti
sulla prima salita per impedirmi di
fare le mie solite partenze a razzo
che alla fine fanno solo danni. Avevamo con noi il cordino “da traino”
che viene comunemente usato nelle gare in coppia per tirare il più
scarso dei due o chi è in difficoltà.
Che pelli usare, frontale a posto e
potente, occhiali trasparenti che
non si appannano, alimentazione,
liquidi, ritmo/tattica, come vestirsi
nè troppo nè troppo poco, il materiale obbligatorio nello zaino.
“Puddu, sei pronto?” “Si Puddu sono pronto”.
L’un l’altro ci chiamiamo entrambi
Puddu, il perché è una lunga storia
ed andremmo fuori tema.
Sono le 18, ultime luci. Pronti, via!
La prima salita, il Passo Gardena
da Selva, ha un primo tratto facile e
poi qualche strappo più duro. Fabrizio parte come un missile e stento a stargli dietro, fortuna sono io
quello che partiva forte! Fabrizio
incrementa addirittura, cerco di tenere duro, poi visto che è ancora
lunga gli grido un paio di volte di
rallentare “Puddu piano!”. Faccio
sempre più fatica, la seconda parte
della salita è un calvario. Sono preoccupato perché se scoppio sulla
prima salita poi come faccio a finirla? È ancora lunghissima! Morale, arrivo cotto in 49’ (poche settimane prima fuori gara in 43’!).
Non capisco proprio perché oggi
non vado. Col senno di poi, probabilmente alimentazione sbagliata
(troppo e troppo vicino al via), forse ero ancora in digestione. Un errore da principiante! Nel casino
della zona cambio non trovo Fabrizio, non è che non mi ha aspettato e
ci siamo persi? “Puddu! Puddu!”.
Avremmo dovuto metterci d’accordo meglio per queste evenienze!
Ah, eccolo, ha già tolto le pelli e mi
da una mano a piegare le mie, così
guadagniamo tempo. È obbligatorio passare assieme in tutte le zone
cambio del percorso. Per fortuna
non fa freddo, niente giacca a vento ci buttiamo verso Corvara.
Occhiali appannati da subito. La
prima discesa è sempre delicata, il
gruppo è ancora compatto e bisogna fare attenzione. Immaginate
una discesa libera di gruppo (quasi
800 gli iscritti) e in notturna !
La mia nuovissima.e costosissima
pila frontale superpotente ce l’ha
Fabrizio, perché io conosco le piste
a memoria e ne ho meno bisogno.
Quest’anno abbiamo sciolinato gli
sci e si vede, soprattutto sul piattone
finale e sul tratto della pista da fondo di Corvara da fare in pattinato.
Seconda salita, Passo di Campolongo. Lunghissima, prima quasi
pianeggiante, poi una discesina che
porta al Passo prima dell’ultimo
strappo degli ultimi
10-15 minuti. Fabrizio
prosegue come un indiavolato, ma nel tratto piano riesco a tenere poi sullo strappo finale ancora mi stacco.
“Puddu vai avanti, ci
vediamo in zona cambio”. Fatica fatica fatica. In diversi punti del
percorso c’è gente che
incoraggia tutti, con urla e campane. Sento un commento al volo “però dalle facce non c’è nessuno che
sembra divertirsi molto…”.
La picchiata verso Arabba è ripida
ma cortissima, le piste sono perfettamente fresate dai gatti e si può tirare giù quasi diritto.
Terza salita, Passo Pordoi (sem-
bra di elencare le stazioni della via
Crucis!), forse la più facile. Cambio pelli, quelle più veloci non tengono più. Anche qui la prima metà
riesco a tenere il passo di Fabrizio,
poi mi stacco e devo salire con il
mio passo, in una piccola discesina
mi rendo conto che le seconde pelli sono molto più lente, perdo decisamente rispetto al gruppetto in cui
ero. Male anche alle braccia, ho
fatto troppo poco fondo quest’anno! È già tre volte che sono andato
al limite e sono saltato, temo molto
la quarta ed ultima salita che è la
più lunga e difficile. Passo Pordoi,
buttiamo giù qualcosa al rifornimento. All’inizio della discesa ho i
brividi di freddo, forse la stanchezza, forse il vento. Per fortuna c’è
un tratto bastardo da fare in contropendenza in pattinato, novità di
quest’anno, che mi riscalda prima
del tratto più difficile della discesa,
dei curvoni da fare a tutta che portano a Canazei. In centro paese come sempre gran tifo, campanacci
ed applausi. Hanno allungato anche qui il percorso rispetto agli anni passati per passare proprio in
centro paese. Rimettiamo le pelli,
ultima salita. Guardo il cronometro, è chiaro che non ce la faremo
sotto le 5 ore, altro che 4 e mezza
come pensavamo! Se non fosse che
poi in qualche modo a Selva bisogna arrivare, ci sarebbe quasi da
pensare a fermarsi qui. Che brutto
essere il più scoppiato dei 2 (e che
fatica!). “Puddu, il cordino”. Fabrizio tira fuori il cordino, mi attacco
e partiamo. È la prima volta che lo
sperimentiamo, anche se in realtà il
cordino viene usato abbastanza comunemente, certe coppie con forze
molto differenti lo usano dalla prima salita, e anche i primi in classifica lo usano quasi sempre.
Non è come fare lo sci-nautico,
l’aiuto che dà è soprattutto nell’impedire che chi è cotto -cioè io, nel
caso- si lasci andare e lentamente
ed inesorabilmente prenda un passo più lento. Nonostante “san Cordino”, la fatica è tanta. Il nostro
cordino nuovo è poi forse un po’
corto, e bisogna mantenere il passo
sincronizzato per non pestarsi gli
sci. C’è una bellissima luna, il cielo è schiarito e si vede bene il Piz
Ciavazes, le Torri del Sella poi finalmente il gruppo del Sassolungo.
Fabrizio tira come un mulo, io soffro. “Forza Puddu”. Riusciamo a
tenere il gruppetto in cui siamo,
ogni tanto qualcuno si ferma oppure ci passa un trenino in recupero
con cordino teso tipo corda di violino. Nell’ultimo tratto crampi al
polpaccio e al quadricipite, ahi ahi!
Passo Sella, finalmente finite le salite. Bravo Fabrizio, grazie. Ultima
discesa, lunghi tratti piani da fare.a
uovo fino a quando le cosce lo permettono, e diverse contropendenze
in pattinato. Selva finalmente, l’arrivo! Sono veramente cotto, miiiiii
che fatica!
Finita, 5:03’. Datemi qualcosa da
bere e fatemi sedere. Qualcuno mi
aiuti a togliere gli scarponi sennò
mi tornano i crampi.
Il 2012. Vedrai Puddu che il 2012
sarà l’anno buono e sarà l’anno
della gara perfetta!
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GRANDI IMPRESE
Il PdP al Criterium
dellaBrianza
Positivo esordio del PdP nel circuito brianzolo, una formula
innovativa e simpatica dove si gareggia divertendosi e lottando.
l 2011 ha visto l’esordio ufficiale
Idel PdP nel Criterium della
Brianza, circuito di 3 gare di sci di
fondo giunto proprio quest’anno
alla sua 25a edizione. L’ambiente di
queste gare è molto amichevole e
più “informale” rispetto alle gare
del circuito FISI, visto che per parteciparvi non serve essere tesserati.
Per questo al via si presenta un’allegra mescolanza di fondisti di tutti i livelli e di tutte le età, la partenza è in linea, la tecnica è veramente libera, c’è chi scia a skating e chi
col passo alternato. Nonostante il
carattere amatoriale delle 3 prove,
la battaglia per i primi posti (ma
anche nelle retrovie) è molto agguerrita, anche perché il fondista
per definizione si impegna sempre
“a fondo” in tutto quello che fa.
Quest’anno il Criterium si è svolto
a S. Michele Val Formazza a gennaio, a Riale a febbraio, meta di
“ripiego” a causa della mancanza
di neve a Bionaz dove era stata inizialmente programmata la gara, e
ai Piani di Bobbio la prima domenica di marzo.
Le società partecipanti al Criterium
sono gruppi sportivi legati allo sci
sparsi un po’ in tutta la Brianza:
Pell e Oss Monza, Triathlon Brianza A.N.A. Giussano, Passo dopo
Passo, G.S.A. Seregno, G.A.M.
Meda, C.E.A. Arcore, C.A.I. Desio, C.A.I. Carate Brianza, I Bocia
Verano.
Ecco i commenti e le impressioni
di alcuni partecipanti PdP al Criterium:
Erica Camnasio
Sono un’affezionata del Criterium,
fino a 2 anni fa ho partecipato correndo per l’ANA Giussano a cui
devo dire grazie per avermi immesso, ormai da 10 anni, nel mondo delle gare di sci di fondo. La
mia prima gara, infatti, è stata nel
“lontano” 2001, proprio nell’ambito del Criterium, a Campodolcino:
vinsi la mia prima coppa, prima
nella categoria junior, una grande
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soddisfazione.
Quest’anno ho preso parte a 2 gare
del Criterium, a Riale e ai Piani di
Bobbio, collezionando un 1° e un
2° posto nella mia categoria senior
femminile dei 5 km skating. Finalmente, quest’anno sono riuscita a
battere entrambe le volte Marta Sironi (un po’ giù d’allenamento a
causa dei suoi impegni di neomamma) che di solito avevo sempre considerato una saetta imbattibile sugli sci. Ai Piani di Bobbio,
inoltre, c’è stata una bellissima gara fra me e Daniela Scaccabarozzi
con un emozionante arrivo in volata che mi ha visto vincitrice per una
decina di centimetri. Bella gara,
davvero.
Ora, finite le gare, mi aspetta la tipica cena conclusiva del 2 aprile
presso la Baita di Giussano che
quest’anno sarà anche il festeggiamento dei 25 anni del Criterium,
durante la quale verranno consegnati i diplomi di Fondista della
Brianza a chi ha portato a termine
tutte le 3 prove.
Famiglia Ingrillì
Abbiamo conosciuto il Criterium
della Brianza nel 2007 grazie a
Matteo Sironi ed agli amici del Pell
e Oss che ogni anno organizzano il
corso di sci per bambini, la cui naturale prosecuzione prevede proprio la partecipazione ai tre classici
appuntamenti agonistici. A mio parere si tratta di un’eccellente opportunità per avvicinare e coinvolgere i più piccoli nella pratica agonistica del nostro sport. La scelta
che ritengo vincente è quella della
formula di partenza in linea, dato
che per un bambino risulta difficile
concepire la gara contro un cronometro.
A mettere a loro agio i neoatleti
concorre poi l’ambiente familiare e
l’aria amichevole che si respira in
queste manifestazioni. D’altra parte però non mancano le opportunità per mettersi alla prova e di confrontarsi anche con percorsi impegnativi ed avversari di ogni livello.
Non ultimo, anche se so che l’affermazione farà storcere il naso ai
puristi, credo che la tecnica libera
con le infinitamente minori implicazioni logistiche e tecniche, si
presti maggiormente ad interessare
i giovani cittadini e soprattutto le
relative famiglie. Un discorso simile può essere fatto anche per gli
adulti e d’altronde i numeri dei
partecipanti dimostrano che esiste
un interesse da parte di un po’ tutte
le tipologie di sciatori. Ai primi posti delle classifiche troviamo sempre atleti di ottimo livello che hanno l’opportunità di correre una 10
km sull’uomo ma c’è spazio anche
per le classiche sfide intestine e per
gli amatori più rilassati, nonché per
chi voglia semplicemente sentirsi
parte del gruppo o portarsi a casa
un salame da un metro vinto nel
sorteggio finale (vero Pietro!?).
Molto sentita è infatti la classifica
a squadre per la quale ogni partecipante può dare il proprio apporto in
termini di punti.
Per la cronaca abbiamo ottenuto un
terzo posto nella tappa di Formazza, un secondo in quella di Riale ed
un quinto ai Piani di Bobbio, finendo al quarto posto nella classifica
generale finale dietro a Pell e Oss,
Triathlon Brianza e ANA Giussano.
Beh, tenuto conto che doveva essere l’anno per sondare il terreno direi che per il prossimo potremmo
ambire a qualcosa di più... magari a
un salame da due metri!
Ai mondiali
Master canadesi
Alberto e Sara Calegari non perdono un colpo,
sempre presenti.
Quando ci muoviamo succede il terremoto.
ara. Per un’amanAnche quest’anno abbiamo partecipato ai mondiali Ste della natura coA
Master di SILVER LAKE in Canada. Il viaggio di andata me me sarebbe stato
lberto.
è stato un incubo, partiti da Milano siamo arrivati ad Amsterdam dove avremmo dovuto imbarcarci per Vancouver,
ma il volo è annullato per motivi tecnici. Ci forniscono un
set di sopravvivenza (spazzolino, dentifricio, mutande,
maglietta, rasoio e schiuma da barba) e ci portano in albergo per la notte.
Il volo successivo era il giorno dopo, siamo arrivati a
Vancouver alle 3 ma, per continuare nella sfiga, non sono
arrivati gli sci. Da Vancouver siamo saliti su di un pullman
che in sole 6 ore ci ha portato a destinazione. In pratica
siamo stati in ballo per quasi tre giorni.
La pista però era meravigliosa, sembrava un’autostra-
da in mezzo ai boschi, peccato che eravamo tutti distrutti
dal viaggio e dal fuso orario. La cosa interessante consisteva nel fatto che non c’era un posto per lasciare i propri
indumenti, quindi noi italiani ci siamo accordati per metterli nella neve tutti insieme, sperando con non sparissero.
La musica è di contorno a tutta la manifestazione, cessa
solo un minuto prima della partenza di ogni gara, non finisce mai, il cardio segna 90, 100, 110, 130 poi finalmente si
abbassa la bandierina e riprende la musica.
Il posto dove si svolge la manifestazione sembra un
cartone animato, le case sono in legno tutte colorate in maniera incredibile. È un luogo di villeggiatura dove ci sono
solo villeggianti, con un’infinità di piste da discesa e da
fondo che passano attraverso il paese, cose mai viste. Peccato che mezzo chilo di pasta costi 6 dollari canadesi, circa 5 euro, per fortuna il guidatore del pullman ci aveva avvertito ed abbiamo fatto provvista in un supermercato del
paese prima, quindi tutti i giorni ci cuciniamo (Sara di solito) la pasta. Siamo alloggiati in un bel residence, una
volta sola abbiamo mangiato fuori ed abbiamo deciso che
non è proprio il caso sia per la qualità che per il costo. Nevica tutti i giorni, i tetti delle case non si sa come facciano
a resistere al peso della neve, è tantissima. Ogni sera alla
premiazione delle gare c’è sempre qualche italiano sul podio nonostante siamo solo 21, al termine delle gare come
nazione siamo quarti per numero di medaglie.
Come sempre il momento di maggior coinvolgimento è
la cena finale dove ci si trova tutti insieme, quest’anno siamo 1200, peccato che mentre la maggior parte delle nazioni si individuino con la giacca a vento o la tuta uguale, noi
italiani sembriamo degli sfigati, ognuno abbigliato a modo
proprio, la FISI invece di mandare i suoi papaveroni in giro per il mondo potrebbe sponsorizzare i propri atleti che
sono quelli che le permettono di sopravvivere. La pacchia
è finita, a Germania 2012 e soprattutto Asiago 2013.
impensabile lasciarsi
sfuggire la possibilità
di andare in Canada e
quando ho scoperto
che i Mondiali Master si sarebbero svolti lì ho colto l’occasione al volo.
Il viaggio di andata è stata una vera odissea, un guasto
tecnico infatti ci ha costretto a rimanere 25 ore ad Amsterdam, cosa che in realtà non mi è dispiaciuta così tanto perchè sono riuscita a vedere una tra le più suggestive capitali europee. Partiti il mercoledì mattina da Linate siamo arrivati a Silver Lake venerdì pomeriggio senza sci, cosa
piuttosto scocciante dopo un viaggio così lungo. Per fortuna alle 21.30 sono arrivate le sacche e Michele ha potuto
paraffinare in tempo per la gara.
Sabato la 15 skating. Pronti, partenza, via... esco in testa.. non ci posso credere, ma dopo 2 km. le gambe mi abbandonano... tengo duro lungo i 15 km. più lunghi che abbia mai fatto, arrivo quarta. Poco male, stanca come sono
è già tanto che sia arrivata alla fine e, sentito lo stato di
forma dei miei compagni di squadra, mi consolo, il viaggio e le 9 ore di fuso orario ci hanno decisamente provato.
Lunedì la 10 km. va decisamente meglio, anche se il mio
4° posto non me lo toglie nessuno. Per fortuna fino al venerdì non ho più gare così ho tutto il tempo per allenarmi
e adattarmi all'orario.
Ed eccomi ai blocchi di partenza della 30, stranamente non sono minimamente agitata e parto tranquilla come
per un allenamento, gli sci sono velocissimi, merito del
mio Michele... sono seconda... la prima è una campionessa di MB canadese, ha decisamente un’altro ritmo, imprendibile.
Mi concentro sulla ragazza che ho alle calcagna ...sento
sempre il rumore dei suoi sci!
Purtroppo all’ottavo km. mi supera e non riesco ad attaccarmi. Finisco la gara e sono terza!
Non sono completamente soddisfatta perchè non ho
tenuto duro come volevo, in fin dei conti non sono arrivata nemmeno affaticata, ma con questa medaglia ho tenuto
alto l'onore femminile della nostra spedizione! Purtroppo
la manifestazione è giunta al termine!
Il viaggio di ritorno è perfetto non un secondo di ritardo
nè un bagaglio smarrito... per fortuna l'anno prossimo ai
Mondiali Master in Germania andremo in macchina!
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GRANDI IMPRESE
La Bieg Piastow
Accoppiata di gare Worldloppet in Polonia per Maria Rita, Silvio e
Alessandro sulle montagne Izera, al confine con la Repubblica Ceca.
Un fine settimana niente male, complimenti anche al camper.
ome nel 2010 anche quest’inverno decidiamo di
Cpartecipare a due manifestazioni del circuito
Worldloppet che stiamo seguendo ormai da diversi anni
ed il primo appuntamento che mettiamo in calendario è il
5-6 marzo con le due granfondo polacche: il sabato la 50
km. in tecnica classica e la domenica la 50 km. in tecnica
libera. Inutile dire che l’iscrizione viene fatta ad
entrambe le gare, come consolidata nostra abitudine,
bisogna pur ammortizzare il lungo viaggio e fare una sola
gara sarebbe sprecato, tanto più che possedendo 2
Passaporti Worldloppet sono due timbri entrambi validi.
Dopo l’esperienza dell’anno scorso in Repubblica
Ceca con il viaggio fatto in camper, quest’anno si replica,
considerato che la strada da percorre è la stessa ad
esclusione degli ultimi 60 km. La fatica della guida
(alternata con mio fratello Alessandro) si compensa con
la comodità di mangiare e dormire a “casa nostra” e di
non dover prendere l’aereo con il rischio per
l’attrezzatura da sci.
Arriviamo venerdì a mezzogiorno a Szklarska Poręba per
ritirare i pettorali e poi ci trasferiamo a Jakuszyce, luogo
della partenza e dell’arrivo. Gradita sorpresa è trovare altri
camper, 2 italiani e 2 polacchi, ci sistemiamo vicino a loro.
La neve c’è ma è decisamente primaverile complice
il bel tempo è la temperatura sopra lo zero: la klister
è d’obbigo con la blu di base preparata alla sera e un
miscuglio di viola-rossa-universal spalmato la mattina.
La miscela risulta efficace senza bisogno di soste
tecniche per tutto il percorso. I 50 km. si snodano tra gli
800 ed i 1000 metri sempre in mezzo ai boschi con pochi
punti panoramici. Il profilo altimetrico è abbastanza
tranquillo e le salite sono sempre ben sciabili.
Sabato in classico i binari sono spesso tracciati
con approssimazione e nei punti più al sole si disfano
con facilità. Ci stupiamo anche dell’attrezzatura di
moltissimi sciatori, notando scarpe con lacci in vista, sci
di modelli fuori mercato da decenni, bastoni in bambù
e l’ormai storico attacco 75 mm.
È stato come rivisitare il museo dello sci di Oslo
e nonostante tutto anche loro hanno concluso
divertendosi e senza problemi i 50 km. della granfondo.
Nei ristori del percorso c’erano da mangiare solo mele
gommose (ho impiegato parecchi chilometri per
masticarne una fetta) e uvetta: meno male che mi sono
portato le “bombette” (grazie Enervit per le forniture che
fai al PdP). All’arrivo finalmente pasta a volontà,
cioccolato, uvetta e ancora mele gommose.
Domenica in pattinato la partecipazione è molto
scarsa con soli 400 iscritti rispetto ai 2000 della gara in
classico. Il percorso è ovviamente lo stesso (lo hanno
solo accorciato di 2 km. in un punto scarso di neve) e la
battitura molto buona. Il livello tecnico degli atleti è alto
ed i materiali sono decisamente più moderni, il ritmo di
gara è elevato, perdendo quell’aspetto “retrò” vissuto il
sabato.
Le classifiche ed i tempi che abbiamo impiegato ci
soddisfano pienamente, con Alessandro primo degli
italiani in entrambe le giornate, Maria Rita stupita
soprattutto per la sua velocità nel finire la gara in
pattinato ed io che diminuisco sempre di più il distacco
da mio fratello.
Al termine delle 2 gare usciamo soddisfatti dall’ufficio
Worldloppet, con il timbro numero 9 sul primo
passaporto ed il timbro numero 6 sul secondo: ormai
siamo ad un passo, manca il decimo ed ultimo timbro per
il nostro primo titolo di Master Worldloppet.
Domenica pomeriggio si riparte per il lungo anche se
scorrevole viaggio di rientro a casa, con un grazie al
nostro camper per il prezioso servizio svolto in quasi
2100 km attraverso 6 nazioni europee.
E alla pagina seguente...
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Il secondo appuntamento stagionale del circuito internazionale, 54
km. con lo zainetto sulle spalle, regala alla famiglia Carcano il tanto
desiderato titolo di Master Worldloppet lunghe distanze, con tanto di
oro al collo.
Il caso ha voluto che la partecipazione alla
Birkebeinerrennet Norvegese, ultima nel calendario
S
stagionale delle 15 gare Worldloppet, sia stata per noi
ilvio.
l’ultima delle 10 granfondo necessarie per concludere il
nostro primo Passaporto e conquistare così la medaglia
d’oro.
I 54 km. in rigorosa tecnica classica (siamo nella
patria dello sci di fondo) si snodano tra Rena e
Lillehammer, due città separate da un altopiano che quindi
bisogna scavalcare. Il profilo altimetrico sulla carta
sembrava meno impegnativo di quanto poi verificato in
gara, con l’aggravante della “zavorra”, infatti l’aspetto più
singolare di questa gara è lo zainetto di 3,5 kg che ogni
concorrente è obbligato a portarsi in spalla per tutti i 54
km. del percorso, con tanto di verifica finale per scovare
eventuali furbetti. Quindi per tutto l’inverno ogni
allenamento in classico veniva fatto con lo zainetto per
abituare le spalle. Ci avevano detto che per questa gara,
dove partecipano 16.000 atleti, bisognava prenotare
l’albergo un anno per l’altro e quando a settembre dello
scorso anno abbiamo fatto le prime mail di richiesta, tutti ci
rispondevano che erano già al completo. L’unica soluzione
rimasta era il campeggio di Lillehammer, non in camper
ovviamente, ma in una casetta. A seguire abbiamo
prenotato il volo e in ottobre ci siamo iscritti on-line
comunicando i nostri tempi nelle altre granfondo per
l’orario di partenza, infatti per evitare confusioni in pista
con così tanti partecipanti, ci sono ben 29 gruppi. Ai primi
di marzo abbiamo una sorpresa, quando prenotiamo il
pullman che ci porterà alla partenza, questo non è incluso
nell’iscrizione: è la prima volta che ci capita di dover
pagare il trasporto pre o post gara.
Giovedì 17 marzo si parte con il volo Milano-Oslo e a
seguire il treno che ci scarica a Lillehammer. Arriviamo al
campeggio in una casetta veramente accogliente, dotata di
una cucina spaziosa e ben attrezzata per poter preparare un
bel piatto di spaghetti.
GRANDI IMPRESE
Norvegia dorata
fatica. Come promesso c’è il sole e rimaniamo stupiti dalla
enorme quantità di persone che ci sono lungo il percorso.
Assistere alla gara per loro è anche occasione per dei picnic invernali: arrivano con gli sci da fondo, si scavano nella
neve dei “divani” che ricoprono con pelli di renna,
accendono barbecue e oltre al tifo offrono di tutto da
mangiare.
Gli ultimi 10 km. sarebbero tutti di riposo in discesa ma la
neve fresca ed inconsistente del giorno prima impone molta
attenzione e numeri di equilibrismo per stare in piedi in una
pista “campo di patate” come la definisce il nostro amico
israeliano Jan Vadlejch che poi ci farà sinceri complimenti
per il nostro primo Master Worldloppet, lui che ne ha già
conquistati ben 15. Terminiamo tutti la gara con tempi più
alti del previsto, ma questa volta non contano. Le emozioni
sono per aver finito la decima gara e quando arriva Maria
Rita, che non ha mai creduto di riuscire a completare il
circuito, dal mio zaino esce una fotocopia della medaglia
d’oro (in attesa di quella originale) preparata per lei. Sui
passaporti ci mettono il timbro numero 10 e quando
rientriamo in Italia ci mettiamo subito in contatto con la
segreteria Worldloppet per avere il diploma e la medaglia
conquistata.
Un ringraziamento particolare a Edda ed Enzo che
anni fa conquistarono anche loro il prestigioso titolo e ci
diedero lo stimolo per iniziare questa meravigliosa
avventura in giro per il mondo con gli sci da fondo.
Visto che l’appetito vien mangiando e siamo già a 6 gare
con il secondo passaporto, l’avventura continua con
l’obbiettivo di fare tutte e 15 le granfondo del circuito per
avere il titolo di Global Worldloppet.
Venerdì il ritiro dei pettorali che questa volta sono
modello grembiule perché sulla schiena non serve il
numero. Nevica tutto il giorno, ma gli stand delle scioline
assicurano che sabato ci sarà il sole in gara e si potranno
usare gli stick senza problemi di “zoccolo”. Torniamo alla
casetta per preparare la base, mangiare e andare a letto
presto perché sabato il pullman che ci porta a Rena parte
alle 4. Alle 6 siamo alla partenza, il tempo per preparare e
provare gli sci di Maria Rita è poco perché lei parte alle
7.05, merito della sua età, infatti tutti gli over 60 sono nei
primi due gruppi così da avere più ore a disposizione per
finire la gara rispetto all’ultimo che parte alle 10.
Le partenze si susseguono veloci, Alessandro parte alle
8.35 ed io alle 9.10.
Il percorso è in salita per i primi 15 km e la neve fresca
rallenta molto l’andatura aumentando proporzionalmente la
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GRANDI IMPRESE
Granfondo e grandi
emozioni
La new entry PdP Alessandra Panvini ci racconta il fascino e la
fatica delle sue prime Granfondo, assistita dall’esperto
Massimiliano Goldwurm.
uest’anno, per festeggiare i
Qmiei primi 15 anni da fondista
della domenica, ho deciso di regalarmi un salto di qualità e di iscrivermi al Passo dopo Passo per trovare nuovi amici fondisti e provare
l’emozione di partecipare a qualche Gran Fondo.
Al Passo Occlini, all’apertura della
stagione invernale, ho conosciuto
alcuni soci tra cui Elisa e Massimiliano Goldwurm con i quali ho iniziato un’amicizia che, mi auguro,
sarà duratura.
Sono stata molto fortunata perché
Massimiliano è una persona davvero eccezionale che fa dello sci di
fondo una vera filosofia senza cadere in eccessi alienanti.
Ho trovato in lui un ottimo compagno di allenamento da affiancare
ad altri che non sono – ancora (?) –
soci PdP. È un fondista esperto che
non mi ha mai fatto sentire “l’ultima ruota del carro” (o, in questo
caso, l’ultimo paio di sci sulla pista?) ma che mi ha aiutato a entrare
nel world apart delle Gran Fondo.
La mia prima Gran Fondo è stata la magnifica Pusterthaler Ski
Marathon che, ovviamente, mi rimarrà nel cuore come ogni “prima
volta”.Questa edizione è stata di 28
km TL e di 42 TC. Io e Max abbiamo fatto la 28.
Non avendo mai preso un tempo in
vita mia poiché ho sempre sciato
più per gusto contemplativo che
per spirito agonistico, mi aspettavo
di arrivare al traguardo dotata di
frontalino acceso per farmi largo
nel buio del pomeriggio inoltrato.
Invece, nonostante un tempo non
degno di nota, sono arrivata col sole! Ho anche superato qualcuno! E
non ero ultima!
Anche se lo fossi stata, non sarebbe
cambiato granché perché il mio
traguardo personale, cioè il partecipare alla mia prima Gran Fondo,
era stato comunque raggiunto.
Siccome l’appetito vien man-
giando – avendo costatato che nel-
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passodopopassonews48
le Gran Fondo c’è posto per tutti e
tutti possono sentirsi parte di una
grande famiglia - ho deciso di
iscrivermi anche alla Dobbiaco –
Cortina.
Quest’anno si partiva da Cortina
30 km TL.
Io e Max abbiamo avuto il supporto tecnico e il sostegno di Elisa che
ci ha atteso all’arrivo e ci ha scattato delle fotografie.
Questa volta ho cercato di mettere
in pratica l’esperienza fatta nella
Pusterthaler e ho tirato fuori un po’
più di grinta. Gli ultimi 4 km sono
stati un trabocchetto per parecchi
di noi che, una volta raggiunta la
Nordic Arena dove si trova il traguardo, non si aspettavano altre salite (inserite per raggiungere il chilometraggio) così ho perso tutto
quello che avevo guadagnato nei
primi 26 km… ma va bene così.
Invece Massimiliano è stato bravo
fino alla fine!
Non c’è il due senza il tre, ab-
biamo partecipato anche alla Marciabianca di Enego.
Lui ha fatto la 50 Km TL – io la
corta da 25 TL.
Il tempo era impietoso e ci ha “regalato” una Marciabianca davvero
BIANCA… on una nevicata ininterrotta per tutto il giorno.
Paraffina sbagliata, neve pesantissima, nebbia, avrei gettato volentieri la spugna già dopo i primi 6
km.
Siccome coloro che esitano davanti allo sforzo sono coloro la cui anima è ottusa ho portato avanti la mia
gara fino in…fondo!
Al traguardo ho atteso una con-
corrente che ha fatto tutto il percorso con me, lei davanti in salita ed io
davanti in discesa (nonostante la
paraffina deleteria!) perché mi
sembrava giusto “arrivare” insieme a discapito del mio risultato finale che comunque non sarebbe
migliorato di tanto.
Anche Max non ha fatto un tempo
da Coppa del Mondo in questa occasione, ma ha portato a termine la
sua 50 km!
Ormai la stagione volge al termine
e con vera tristezza riporrò i miei
sci a riposo ma per questa stagione
posso davvero dire: in FONDO…
è stato davvero divertente.
Elena Galimberti ha capito tutto dello spirito PdP, se c’è da fare una
Marcialonga senza aver mai sciato prima, non è un problema.
Si parte e si arriva. Semplice, no? La si fa semplicemente perché è
bello sciare.
i troviamo casualmente con
CToni e Elena il giorno prima
della Marcialonga allo stadio di Tesero dove si fanno gli ultimi preparativi, si provano gli sci, si orecchia ai box delle scioline per capirci qualcosa ma soprattutto si incontrano delle facce amiche.
Ciao Elena, come stai? Sei pronta?
Sto bene, ma domani mi sa che se
arrivo a Moena (a metà strada) è
già buona.
Come mai?
Vittoria si è fatta una bella otite nel
periodo di Natale, sono stata chiusa
in casa per quindici giorni, proprio
quando di solito andavamo a sciare.
E quindi?
Quest’anno ho sciato una volta sola, domenica scorsa per un’ora e
mezza con Vittoria, quando si è ripresa dall’otite.
Una preparazione perfetta in vista
della Marcialonga…
Ritrovo Toni a gara conclusa nel
tendone del pasta-party gremito di
nordici, si sentono tutte le lingue,
l’italiano è merce rara. Siamo entrambi soddisfatti, ciascuno ha corso secondo le proprie possibilità e
concordiamo sul “miracolo” della
pista, sparata per 50 km. ma perfetta, con neve sana che teneva bene.
E di Elena hai notizie?
Dovrebbe essere dalle parti di
Moena, adesso la chiamo col cellulare e le dico di fermarsi, penso che
non sia in grado di finirla.
Ci salutiamo. Il giorno dopo leggo
sul giornale la classifica e cerco
Galimberti Elena convinto di non
trovarla. Sorpresissima, è arrivata
in 8 ore e 40.
Si, è proprio lei. Cosa è successo?
Non perdo tempo e dopo qualche
giorno la chiamo a casa per conoscere i dettagli del miracolo.
Elena, ma cosa hai combinato?
Cosa vuoi, ero iscritta e quindi non
potevo non partire, poi strada facendo mi sono accorta che non po-
tevo fermarmi, era impossibile. La
Marcialonga ti dà una carica incredibile, c’è uno spirito, un clima, un
tifo che ti fanno fare anche quello
che non pensi di poter fare, è uno
stimolo continuo, non puoi proprio
fermarti. Poi c’è stato un piccolo
fatto che mi ha aiutato, la sera prima a Messa quando il prete ha salutato i marcialonghisti presenti, la
signora che avevo di fianco mi ha
detto – Le auguro una buona Marcialonga – Ma come avrà fatto a saperlo? Comunque mi ha fatto molto piacere ricevere questo augurio
e non potevo certo deludere la signora…
E la gara come è andata?
Sono partita supertranquilla, cercavo di sciare il più possibile rilassata, senza fare fatica, infatti a Canazei non ero stanca, anzi sono arrivata prima che suonasse la sirena
delle 12 del cancello. Poi ho fatto
un bel pezzetto con un vecchietto,
un po’ avanti lui un po’ avanti io,
anche lui mi ha incoraggiato – Se
vai avanti così, arrivi a Cavalese –
E Toni ti ha chiamato?
Si, ogni tanto mi telefonava per sapere dove ero e come stavo. Io non
mi fermavo per non perdere il ritmo, tiravo fuori il cellulare dal
marsupio e mentre parlavo andavo.
A Predazzo mi ha invitato a fermarmi, non voleva che la finissi
perché pensava che non ce la facessi, ma io gli ho detto che stavo
bene e lui – Allora vedi tu… – Io
mi incoraggiavo da sola pensando,
ormai mancano “solo” 30 km, poi
ho trovato compagnia con un padre
e figlio di 20 anni fino ai Masi di
Cavalese e mi sono detta “Ormai è
fatta”.
E la salita finale?
Mi sono fatta sciolinare e sono salita in una mezz’oretta (niente male), che bello, mi hanno fatto un tifo incredibile, c’era un sacco di
gente che mi salutava e mi incitava
chiamandomi per nome, anche perché eravamo in pochi a quell’ora…
Quando sono arrivata al traguardo
col buio, ho avuto l’onore della ci-
GRANDI IMPRESE
Una sana incoscienza
tazione dello speaker “…ed ecco
che arriva in solitaria Elena…”.
Che soddisfazione, ero felicissima!
Ero stanchissima !
In realtà poi non ho potuto gustare
molto questa soddisfazione perché
dovevamo tornare al volo a casa
dove ci aspettava Vittoria, sono
stata catapultata in macchina dove
mi sono cambiata, alle 10 eravamo
già arrivati, ma va bene così.
Ma scusa, come ti eri preparata a
questa Marcialonga se non hai
mai sciato?
Beh qualche allenamentino lo avevo fatto, andavo un paio di volte alla settimana in palestra o in piscina, ma quello che mi è servito di
più è stata l’esperienza, ormai era
la terza volta che la facevo, con gli
sci me la cavo e so come regolare
la fatica. Ho fatto lo stesso tempo
della prima Marcialonga quando
avevo sciato molto.
E adesso?
Ogni volta dico “è l’ultima” ma poi
ci casco sempre dentro. Quello che
mi piacerebbe è che le mie amiche
del PdP mi facessero compagnia…
non so perché non la fanno… è una
passeggiata…
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GRANDI CAMPIONI
Manuela, Stefania
e Camillo
Due primedonne e un “papà” paziente e saggio che ha saputo tirare
fuori il meglio da entrambe portando il nostro fondo femminile alla
ribalta mondiale.
’artefice del “boom” e delle
Lmedaglie del fondo femminile
degli anni ’90 ha un nome preciso,
quello di Camillo Onesti, attuale e
storico presidente del Fior di Roccia. Lui col fondo ci ha sempre
bazzicato, ha fatto anche delle gare, non era un modello di stile ma
tutto grinta e passione. Il suo merito è stato quello di avere le idee
chiare su quello che si doveva fare
con due “tipetti” come Manuela
Di Centa e Stefania Belmondo,
bravissime sugli sci ma tutto fuoco e fiamme dentro. Ha recuperato
alla nazionale Manuela e ha fatto
sbocciare Stefania facendole convivere senza che si strappassero i
capelli, mantenendo la loro rivalità al livello delle frecciate verbali.
Inoltre Camillo è riuscito a far crescere con pazienza Gabriella Paruzzi e a riportare in squadra Bice
Vanzetta dopo che aveva abbandonato l’agonismo per sposarsi. Alle
medaglie individuali delle due primedonne si sono quindi potute aggiungere quelle di staffetta, a dimostrazione della forza e della
compattezza della squadra che era
riuscito a formare.
Ma un altro merito non secondario di Camillo è stato quello di
far fare un salto di qualità a tutto il
settore femminile del fondo, non
più subordinato a quello maschile
e in grado di programmare la propria attività contando su assistenza
tecnica e medica. È venuta inoltre
a cadere la discriminazione sul
piano economico, per la prima
volta le donne hanno raggiunto la
parità con gli uomini e si sono viste aprire le porte dei gruppi sportivi militari. Anche le fondiste, almeno le più brave, potevano fare
sport a tempo pieno con uno stipendio e con un lavoro sicuro a fine carriera. Quando nel 1989 è entrato in FISI, chiamato da Gattai
ad assumere la neonata direzione
agonistica del fondo femminile,
Camillo Onesti ha stupito tutti con
le sue dichiarazioni. "Ci vengo –
disse - perché sono convinto di arrivare entro tre anni ad una medaglia
olimpica o mondiale". Sembrava la
sbruffonata tipica del "bauscia"
milanese, ma lui era certo di poter
raggiungere quel traguardo. Sapeva che, creando motivazioni e
dando fiducia, il fondo femminile
disponeva di grosse potenzialità.
Invece di 3 anni ne ha impiegati 5
per vedere sul podio una delle sue
ragazze, ma dal 1989 al 1998,
quando ha lasciato l'incarico, di
medaglie ne sono state vinte più
d'una e ha posto le basi perché se
ne mettesse insieme un canestro,
con Manuele e Stefania ha creato
una squadra che ha stupito tutto il
mondo.
Quanto alle medaglie che si era
ripromesso di raggiungere nell'arco di tre anni, il ritardo ha una
spiegazione. Per le Olimpiadi di
Calgary nel 1988, Manuela era in
una forma strepitosa ma durante il
periodo di allenamento in quota in
Canada, si è presa un'influenza
che ha vanificato tutto il lavoro
fatto fino a quel momento.
A fasi alterne perché, secondo le
condizioni fisiche e di forma del
momento, l'una pativa regolarmente il complesso dell'altra, hanno dominato la scena nazionale,
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per le altre non c'era più posto sul
gradino più alto del podio. Troppo
lo strapotere delle due primedonne
che si manifesta anche in ambito
internazionale dal 1991 in avanti.
C'è la prima vittoria di Stefania in
Coppa del Mondo a Salt Lake City
dove, a 13 anni di distanza, avrebbe chiuso la sua carriera con l'oro
della 15 km TL e con l'argento della 30 km TC e quindi la prima medaglia mondiale in Val di Fiemme
nel 1991, sempre di Stefania, nella
15 km TC che precede Manuela e
che fa esplodere una rivalità che si
protrarrà fino al 1998 alle Olimpiadi di Nagano, dopo le quali
Manuela uscirà di scena per confluire nel CIO eletta dagli atleti
come loro rappresentante.
Periodo d’oro questo per il nostro
fondo femminile, che non "patisce"
la rivalità fra le primedonne anche
se Onesti, pur con tutta la sua diplomazia, non può fare a meno di assegnare l'incarico di allenatore al tecnico indicato dall'una o dall'altra
sulla base dei risultati ottenuti. Un
saggio compromesso che non ha influito sui risultati perché le medaglie
sono sempre arrivate a manciate.
Dopo di loro il vuoto o quasi. Bei
tempi, Camillo.
L’INTERVISTA
Lady skiroll
La notizia è da scoop, una donna che si diverte a costruirsi gli
skiroll… è Silvia Pederiva, fondista “de Roma” aggregata al pdp agli
Occlini. Il suo motto è “sciare per divertirsi godendo della bellezza
dei posti”. Chi non è d’accordo ?
a quanto fai skiroll? Ti piace
Do è una necessità nata dal fatto che ti alleni in città? Fai gare?
Faccio skiroll dal 2004, come sport
è bello ma logisticamente complesso. Andare in piano non è molto allenante (non amo la velocità e
quindi non spingo molto), in salita
è molto bello ma bisogna organizzarsi per la discesa, però è molto
utile e personalmente lo preferisco
rispetto alla corsa, anche se di fatto
la corsa è l'attività più semplice da
praticare. Gli skiroll poi sono molto utili anche per fare braccia. Ho
fatto qualche gara con risultati
scarsissimi, tanto per buttarmi nella mischia, ma come allenamento è
utile.
Dove ti alleni con gli skiroll a Roma? Come ti guarda la gente?
Qualche fatterello simpatico?
A Roma città di solito vado sulla
ciclabile del Tevere verso nord,
parto da casa (quartiere Prati, viale
Angelico) e posso arrivare fino a
Castel Giubileo, quasi una decina
di km di pista ciclabile. Qualche attraversamento va fatto togliendosi
gli skiroll o per i sampietrini (a
ponte Milvio) o per qualche discesina non molto agibile. Da oltre il
campo Rom però è molto bella, anche paesaggisticamente.
Ho fatto in bici anche la parte sud
della ciclabile del Tevere, da ponte
Sublicio fino al GRA ma il fondo
non è molto regolare, quindi non la
consiglierei.
Un amico invece skirolla lungo le
mura aureliane. Credo comunque
che la cosa migliore sarebbe skirollare nei parchi di Roma con skiroll
da sterrato, il fondo di solito è
compatto (ci sono tanti pini marittimi) ma il problema degli skiroll
off road è che ci vogliono caviglie
di ferro.
La gente mi guarda con curiosità.
Dato che la ciclabile passa vicino
allo stadio, una domenica mattina
un vigile (lì per via di una partita)
per farmi attraversare mi ha gridato
“sciatrice, venga pure”.
Spesso mi chiedono cosa sono
“quegli attrezzi” o dove si comprano, ma ho incontrato anche gente
che li conosceva e mi consigliava
salite da fare in zona.
Come e quando ti è venuta l’idea
di farti gli skiroll?
L’idea di costruirli veramente non
è venuta a me ma a un amico, il
“mitico” Dugio che mi ha dispensato consigli su come costruirli.
Non era più semplice comprarli?
Senz’altro sarebbe stato più semplice comprarli, ma molto più costoso e... vuoi mettere la soddisfazione di dire “me li sono costruiti
da sola?” (la qual cosa suscita
spesso un po' di perplessità).
Hai una predisposizione particolare per le cose manuali? - Dove
hai preso i pezzi?
Si, mi sono sempre piaciuti i lavori
manuali. Le barre di alluminio si
trovano facilmente in commercio,
anche se in prima istanza ho disperatamente cercato delle barre in alluminio aeronautico, senza riuscire
a trovarne un quantitativo adeguato
(che non fosse un intero bilico),
quindi ho ripiegato su barre di alluminio meno pregiato e più pesante.
Con 5 m di barra sono venute fuori
4 paia di skiroll, i primi li ho fatti
con forcella per ruote piccole da
82, poi ne ho fatto un altro paio con
ruote da 100. Le ruote piccole sono
quelle dei rollerblade, facilmente
reperibili anche da Decathlon,
mentre di ruote da 100 ne ho comprate una cinquantina direttamente
dal fornitore (resto di magazzino) a
un costo molto inferiore a quanto si
trovi in commercio. Sono di gomma più dura e più veloci. Fondamentale per la costruzione è avere
un trapano a colonna, che garantisce la precisione dei buchi sia per
gli attacchi che per le forcelle. Dopo aver fatto i buchi lungo il perimetro della forcella sono andata di
lima per rifinire il tutto. I cuscinetti a sfera per le ruote si trovano fa-
cilmente in commercio, mentre i
distanziali sono accessori molto
specifici che vanno acquistati (anche on line) da chi vende skiroll.
Silvia
con i “suoi”
skiroll.
Sei soddisfatta dei tuoi skiroll?
Si, sono leggeri e maneggevoli
quelli con le ruote piccole (che uso
di solito), mentre quelli con le ruote da 100 richiedono caviglie un
po' più forti. Entrambi sono da skating.
Hai in programma qualche miglioria?
Potrei fare i paraspruzzi o copriruota, che sono molto utili se si va
su fondo bagnato, per il resto fanno
il loro servizio, per allenarsi vanno
molto bene (ma li ho usati anche in
gara). Costruirli è stato divertente e
il costo è veramente irrisorio, la cosa più costosa sono gli attacchi.
Chi volesse cimentarsi non ha che
da trovare un trapano a colonna e
BUON LAVORO.
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INDAGINE DI COSTUME
Come va la nuova tuta?
Questa la domanda rivolta ad atleti (ed ex atleti) della nostra
società. Qui sotto le dichirazioni di alcuni di loro. Pare però che la
travagliatissima gestazione della nuova divisa sociale, abbia dato
buoni frutti ed incontri i favori anche dei più restii.
Alessandro Carcano
La rivelazione dell’anno
«Il giacchino è caldo anche
sulle maniche, i calzoni sono
caldi e aderenti scongiurando
il rischio di fastidiosi
scivolamenti verso il basso.
La forma distintiva dell'inserto
giallo sui calzoni è molto
riconoscibile anche da lontano.
Se nevica però si bagna.»
Enrico Mauri
L’uomo (?) a cui non devi
chiedere mai...
«La nuova tuta è confortevole,
ben aderente (i pantaloni non
calano) e calda.
La parte superiore, al contrario
della vecchia, veste benissimo.
Bella anche da vedere, i colori
sono ben distribuiti.»
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Luisa Mauri
La nostra campionessa
«Io trovo che vestono bene,
e sono veramente calde.
Inoltre in foto escono bene.»
Stefano Battaglio
Il bel (?) tenebroso
«Preferivo il nero, perchè mi
allunga ed esalta l’addominale.
Ma da quando ho provato
la nuova tuta non riesco più
a torgliermela. Pisolini in ufficio
compresi.»
Ingrillì: Futuri campioni
Riccardo Scotti
L’uomo (?) in pantofole
«...veramente non l’ho ancora
tolta dal cellophane!»
Flavio «Era da tanto tempo che
aspettavo la tuta, e quando
a Natale il papà ce le ha date ero
felice, però prima della gara fisi
mi vergognavo perché si vedeva
la pancia; dopo la Gommerlauf
non più perché sono arrivato 5°.»
Davide «La tuta è comoda ed
elastica. I colori sono fantastici.
Chiedevo sempre ai genitori
quando sarebbe arrivata. Non
vedevo l’ora di avere una tuta
attillata. Adesso mi sento più
parte della squadra. L’unica
parola che si può usare per
definirla : beeellliiisssiiimmaaa!»
LE ORIGINI
El dialet milanes
Duilio Soresi, uno dei pochissimi milanesi doc del PdP, ci tiene
giustamente un sacco a conservare la sua parlata originale, va
anche a scuola, un ripassino e un approfondimento della lingua
madre è sempre utile.
a passione per il dialetto mila-
Lnese mi è stata inserita nel dna
proprio dalla nascita, anno 1941, a
Milano nel quartiere Ticinese più
precisamente in via Meda.
Da ragazzo ho vissuto con i nonni
paterni che parlavano prevalentemente in dialetto, ma per me era
quasi vietato, perchè si diceva “ te
sbagliet a scòla” (sbagli a scuola ).
Per lo stesso motivo anche gli
adulti si sforzavano di parlare in
italiano con comici strafalcioni che
potete immaginare, ad esempio la
frase: “va giò dal fondeghee” (vai
dal droghiere ) diventava “ vai giù
dal fondegaio”.
Ma adesso, che ho finito di andare a scuola, parlo in meneghino appena mi capita l’occasione.
Da una mia ricerca risulta che sono
milanese almeno da quattro generazioni, quindi è quasi un dovere per
me approfondire la storia e la conoscenza di questo dialetto. La grande
occasione è capitata quando, andati
in pensione, Graziella scopre da un
giornale locale che in zona si organizzano incontri dal titolo “Cicciaremm un ciccinin de Milan” (Parliamo un po’ di Milano).
Questo corso della durata di tre
mesi è organizzato annualmente
dal consiglio di zona 4, quest’anno
siamo stati una quarantina a partecipare e ci troviamo tutti i martedì
nella sede del consiglio di zona. I
nostri insegnanti vengono dal Filologico Milanese.
Dei due docenti, Enzo (non è il nostro ex Presidente…) si occupa
prevalentemente della storia di Milano e delle curiosità che riguardano la nostra città, inoltre scrive anche commedie in dialetto e recita.
Durante questi incontri ci è capitato di interpretare i personaggi di
una sua commedia molto divertente. Il secondo docente Angelo, oltre
che attore, è anche un poeta dialettale, ha vinto diversi premi ed ha
insegnato grammatica al Filologico, ci legge brani suoi e di scrittori
come il Porta, il Tessa ecc. e ci insegna regole di grammatica e di fonetica. Inoltre molti di noi si cimentano a scrivere e a leggere i
propri testi. Abbiamo avuto anche
ospiti illustri della letteratura milanese come Cesare Comoletti e Mario Scurati.
Angelo viene spesso invitato
negli asili e nelle scuole per far conoscere il dialetto ai bambini e una
volta, avendo chiesto a un bambino
di colore come si chiamava, con
sua grande sorpresa si è sentito rispondere “mi me ciami…”.
Se qualche volta noi del PdP abbiamo da ridire sulle condizioni meteo, ricordiamoci che “El cald e ‘l
frègg le mangia minga el loof” (il
caldo e il freddo non li mangia il
lupo).
Quindi basta lamentarci, teniamoci
quello che c’è.
Per concludere invito tutti a mantenere vivi i nostri dialetti, ciascuno
il suo, perchè sono parte integrante
e fondamentale della nostra storia e
della nostra cultura.
Il problemino (del tutto trascurabile) è se ci troviamo a parlare in dialetto nostrano io e De Nitto…
Lascio a tutti un mio carissimo saluto:
Ai amis del PdP
ghe auguri de fà semper sport
per divertiss, che la bèla
atmosfera che la sè creada
tra de numm la vada avanti
in del temp.
Saludi particolarment i nòster
bagai inscì pien d’entusiasmo
e che seguten su stà strada.
Saludi tucc.
El tramm
de Monza
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ATLETI
Coppia presidenziale
Ancora una coppia presidenziale a confronto. Parca nelle risposte
la First Lady. Un fiume in piena la massima carica societaria (scusa
Piero, ho dovuto tagliare).
Piero Radovan _ Luogo e data di nascita? Cremona, 22 novembre 1943
Altezza e peso forma? 177 cm x 73 kg. _ e-mail? [email protected]
Il miglior risultato assoluto? Nel 1979 sono arrivato 184° in una Marcialonga corsa tutta sotto l’acqua, molti si sono ritirati e chi aveva il coraggio di arrivare si piazzava bene. _ Classico o pattinato? Classico al cubo.
Punto di forza come fondista? Le salite lunghissime e dolcissime, la mia preferita è quella del Lavazè che sale a Malga Ora.
Punto di debolezza? Discese con curva, con ghiaccio e mucchi di neve ai lati.
Il posto che preferisci per il fondo? Nei campi dietro casa mia a Millepini, nelle rarissime occasioni che c’è neve. è una goduria unica sciare fuori casa,
25 anni fa ho organizzato persino una staffetta con i figli e i loro amici.
La Granfondo che consigli? La Granparadiso per il percorso molto vario e
appagante, la Marcialonga per motivi affettivi (ho avuto il mio battesimo col
fondo nel 1972 facendo la seconda). _ Il/la fondista preferito/a? Luisa Mauri,
perché è brava, va forte, sorride sempre e non si arrabbia mai.
Che lavoro fai? Come Franca, il nonno di 6 nipotini (ma non tutti insieme).
Hobby? Mi impegno al Banco Alimentare, raccogliamo le eccedenze alimentari per donarle a chi ne ha bisogno.
Dove ti alleni di solito? Con gli skiroll prima allo sporting del S. Raffaele, ora nel parcheggio del cimitero di
Lambrate; un cambiamento preoccupante… _ Come ti alleni? Facendo skiroll, senza cadere sull’osso sacro
come mi è successo di recente; fa proprio male. _ Il sogno sportivo nel cassetto? Arrivare alle 35 Marcialonghe, me ne mancano 3, poi si vedrà. _ Il piatto preferito? Speck, funghi e formaggi con gutturnio.
Qualità? Aver accettato di diventare presidente dopo Enzo _ E il difetto? Non aver detto di no.
Un saluto agli amici del PdP? Godiamo dello stare insieme, in qualunque circostanza. Il tempo si fa breve.
Renato Rossi
Luogo e data di nascita? Varallo Sesia, 14 luglio 1931.
Altezza e peso forma? 170 cm, x 71 kg.
e-mail? Non ho e-mail.
Il miglior risultato assoluto? La prima marcialonga nel 1971, 125° classificato, in 4: 27’27’’; gli sci erano in legno. E poi un tempo, correvo in montagna:
4 vittorie nella mia Varallo-Res; 1.150 mt di dislivello in 7 km. La consiglio.
Classico o pattinato? Entrambi.
Punto di forza come fondista? Scivolatore sul piano.
Punto di debolezza? Partenze veloci.
Il posto che preferisci per il fondo? Riale. E poi Alagna, vicino a casa.
La Granfondo che consigli? Marcia Gran Paradiso e Monterosalauf, dove ho
ottenuto dei buoni risultati.
Il/la fondista preferito/a? Ora, Giorgio Di Centa, in passato Bjorn Daehlie.
Che lavoro/studio fai? Commerciante/pensionato.
Hobby? Sciare e lo sport in generale.
Dove ti alleni di solito? Davanti a casa.
Come ti alleni? Sciando d’inverno e facendo Ski-roll d’estate.
Il sogno sportivo nel cassetto? Partecipare ad una Vasaloppet.
Il piatto preferito? Pastasciutta e risotto.
La tua qualità migliore? Costanza. –E il difetto? Permalosità.
Un saluto agli amici del PdP? Un saluto a tutti i soci ed un augurio di tanti anni sciistici come questo appena
trascorso.
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Poi due interviste. Che Renato Rossi classe 1931 non abbia dimestichezza
con la posta elettronica per poter rispondere all’intervista, ci può stare, ma
che anche l’Avv. Roberto Novellino abbia lo stesso problema, lascia
perplessi. In ogni caso, al terzo tentativo, siamo riusciti a far entrare anche
lui nella storia del pdp. Nonostante tutto...
Franca Ravani
Luogo e data di nascita? Cremona, 23 dicembre 1945
Altezza e peso forma? 160 cm x 52 kg.
e-mail? Quella di Piero
Il miglior risultato assoluto? Nel lontanissimo 1976 (35 anni fa...) due terzi
posti ai campionati regionali Alpi Centrali al Pian del Tivano e alla Maratona di S. Giuseppe a Passo Coe.
Classico o pattinato? Classico – classico.
Punto di forza come fondista? Godere il paesaggio mentre scio.
Punto di debolezza? Non trovare il tempo per allenarmi.
Il posto che preferisci per il fondo? Sono tre, passo Lavazè ; Dobbiaco; passo Coe
La Granfondo che consigli? Lavazeloppet.
Il/la fondista preferito/a? Maria Canins.
Che lavoro/studio fai? La nonna di 6 nipotini.
Hobby? Dipingo le icone.
Dove ti alleni di solito? Tra le pentole e i pennelli.
Come ti alleni? Cercando di fare bene in casa quello che devo fare.
Il sogno sportivo nel cassetto? Modestamente li ho già realizzati tutti.
Il piatto preferito? Lasagne al pesto, mi vengono bene e mi piacciono.
La tua qualità migliore? La pazienza.
E il difetto? Non saper reagire a chi ne approfitta.
Un saluto agli amici del PdP? Siate lieti! La letizia è di chi sa bene dove andare…
Roberto Novellino
Luogo e data di nascita? Milano, 8 maggio 1958
Altezza e peso forma? 171 cm, x 67 kg (quando combattevo), ora 74,5 kg.
e-mail? [email protected]
Il miglior risultato assoluto? Marciabianca (quando vi ho mazzuolato).
Classico o pattinato? Pattinato, ma non posso.
Punto di forza come fondista? Resistenza.
Punto di debolezza? Correttezza (vista la concorrenza scorretta).
Il posto che preferisci per il fondo? Brusson (dove porto il Lappone abitualmente).
La Granfondo che consigli? Marciabianca.
Il/la fondista preferito/a? Maurilio De Zolt.
Che lavoro/studio fai? Modesto operatore giuridico.
Hobby? Panificatore.
Dove ti alleni di solito? Idroscalo (con apparizioni infruttuose e dove faccio
la doccia).
Come ti alleni? Ciclette, palestra, canoa.
Il sogno sportivo nel cassetto? Andare in moto nel deserto, partecipando a una Parigi-Dakar con una KTM 450.
Il piatto preferito? Pasta e verdure.
La tua qualità migliore? Correttezza.
E il difetto? Correttezza.
Un saluto agli amici del PdP? Grazie di esistere. Siete uno stimolo per continuare.
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CALENDARIO SKIROLL
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Divertirsi con gli skiroll
Gli skiroll sono un attrezzo fondamentale per ogni fondista “serio”
che non vuol dimenticare nella pausa estiva il gesto tecnico
della sciata, qualche garetta può essere un valido stimolo
per impegnarsi in questo esercizio.
Ecco alcune date, il calendario aggiornato è su skiroll.it
Data
Denominazione
Località
Tecnica
07 mag
Coppa Italia Sprint
Trieste
sprint
22 mag
Rollissima del Pian del Tivano
Nesso (CO)
salita TL
28 mag
Coppa Italia Sprint
Vermiglio (TN)
sprint
29 mag
Coppa Italia tecnica libera misto
Vermiglio (TN)
misto
5 giu
Coppa Italia in piano
Sgonico (TS)
piano
12 giu
Coppa Italia tecnica classica
Bobbio Penice (PC)
salita TC
19 giu
Campionato Italiano Granfondo
Bionaz (AO)
salita
9 lug
Camp. Italiano Sprint
Frabosa Soprana (CN)
piano
10 lug
Coppa Italia tecnica classica salita
Frabosa Soprana (CN)
salita TC
17 lug
Campionato Italiano in piano
Montebelluna (TV)
piano
30 lug
Coppa Italia Sprint
Sestriere (TO)
piano
31 lug
Campionato Italiano double pursuit
Sestriere (TO)
pursuit
21 ago
Coppa Italia in piano
Castion (BL)
piano
27 ago
Campionato Italiano Staffetta
Rapy (AO)
staffetta
28 ago
Campion. Italiano tecnica libera salita Verrayes (AO)
salita
17 set
Coppa Italia tecnica libera
TL
25 set
Campionato italiano tecnica classica Orsago (MI)
TC
8 ott
Coppa Italia Sprint
Pieve di Ledro (TN)
sprint
2 ott
Duathlon della Colma
Sormano
TL + corsa
9 ott
Coppa Italia tecnica classica salita
Passo Ampola (TN)
salita
15 ott
Coppa Italia Sprint
Valdobbiadene (TV)
sprint
16 ott
Coppa Italia tecnica libera
Valdobbiadene (TV)
TL
6 nov
Trofeo Fantasy
Colma
TL
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Fanano (MO)
News
IL NOSTRO TRITTICO
Non sono ancora state fissate le date ma di sicuro ad
ottobre ci saranno le tradizionali tre gare del nostro Trittico:
Il cross del Parco di Monza organizzato dal Pell e Oss
La corsa di Sormano 1000 dal Passodopopasso
La gara di skiroll Gemù - Colma dallo Sci Club Sormano
SERATA INAUGURALE DELLA NUOVA SEDE PDP
Finalmente siamo approdati alla nuova sede PdP - Arena
Civica di Milano, via Cisalpina 3, ospiti degli amici del
Fior di Roccia. Intendiamo celebrare degnamente lo storico
avvenimento con una serata inaugurale tra di noi
venerdì 27 maggio con ritrovo alle 19,30.
Faremo un buffet in cui ciascuno potrà portare liberamente
qualcosa da condividere con gli amici.
Attenzione, in zona non è facile trovare posto per
la macchina, chi può utilizzi i mezzi pubblici, in particolare
la metropolitana Linea 2 - fermata Moscova.
UNA COSA DELL’ALTRO MONDO
Un fatto veramente toccante,
Sandro Negri, un socio della
primissima ora che forse nessuno
di noi, a parte Enzo, ha conosciuto
e di cui abbiamo dato notizia della
recente scomparsa nell’ultimo
giornalino, per desiderio della
moglie Maria continua ad essere
presente tra noi nell’elenco soci
PdP. Entrambi sono stati e sono
tuttora fedelissimi soci
SOSTENITORI, sempre a fianco del PdP lungo tutti questi
anni, un attaccamento discreto, silenzioso, un forte legame
che neppure la morte di Sandro ha interrotto.
Cose così non se ne sentono in giro e quando succedono
non è per un caso, qualche buona ragione ci dovrà pur
essere.
Credo che tutti noi, soci PdP di oggi, abbiamo qualcosina
da imparare da questo fatto, non ultima l’attenzione
e la serietà con cui partecipiamo alla vita dello sci club.
DUE BELLE NOTIZIE
Gianfranco e Rita Sormani sono diventati nonni-bis
(da non confondere con bis-nonni…), i figli Andrea e Paolo
sono diventati quasi in contemporanea papà di due
bellissimi futuri campioncini: Gregorio e Giorgio.
Gianfranco dice “li diverto e mi diverto”, è il massimo per
un nonno. Complimentissimi a tutte e tre le generazioni.
Gabriele Biella e gentile consorte hanno raddoppiato:
a settembre è arrivata Giorgia,
una bellissima tenerona
e coccolona che fa compagnia
al fratellino Alessandro
che finalmente potrà bisticciare
con qualcuno. Bravissimi!
Affiliato FISI - MI78
Sede legale: Via Carroccio 3 – 20123 Milano
Sede operativa: c/o Fior di roccia
Viale Repubblica Cisalpina 3 - 20154 Milano
Telefono 02 3494 079 (giovedì sera)
Fax 02 2619 760 (Dameno Sport)
[email protected] - www.pdponline.it
Consiglio Direttivo
Piero Radovan Presidente
Fabio Soresi Vice Presidente
Alessandro Carcano Consigliere
Luca Ingrillì Consigliere
Enrico Mauri Consigliere
Luisa Mauri Consigliere
Marco Pea Consigliere
Paolo Pozzi Consigliere
Riccardo Scotti Consigliere
Hanno contribuito a questo pdpnews:
Stefano Battaglia, Alberto Calegari,
Sara Calegari, Alessandro Carcano, Silvio
Carcano, Erica Camnasio, Ortensio Frigerio,
Elena Galimberti, Davide Ingrillì, Flavio Ingrillì,
Luca Ingrillì, Enrico Mauri, Luisa Mauri,
Lorenzo Meciani, Roberto Novellino,
Alessandra Panvini, Marco Pea, Silvia Pederiva,
Riccardo Scotti, Duilio Soresi, Piero Radovan,
Franca Ravani, Renato Rossi, Enzo Vai
Grafica ed impaginazione: www.quarantotto.it
Aprile 2011
DUE TRISTI NOTIZIE
A due nostri soci sono mancate persone carissime,
entrambe si chiamavano Luisa, sono semplicemente
“andate avanti”, adesso ci guardano, ci sorridono
e ci proteggono dall’Alto.
A Guido Bonaiti lo scorso novembre è mancata la mamma
e ad Alberto Gandolfi molto recentemente la moglie.
Ai due amici tutto l’affetto e la vicinanza di noi del PdP.
RICORDIAMOCI!
Un richiamo che si fa sempre fatica a fare ma che è
necessario: ricordiamo ai soci ritardatari (una cinquantina)
il rinnovo dell`iscrizione al PdP con il relativo versamento
della quota sociale di 20 euro come primo socio, 10 per
il secondo e 5 per i successivi.
Non si tratta di una scadenza banale o burocratica, l’aspetto
formale è anche sostanziale, cioè confermare la propria
appartenenza e il proprio sostegno al nostro Sci Club.
Chi se ne fosse ricordato solo ora e intende regolarizzare
la propria posizione, si metta in contatto con uno dei
consiglieri o comunque è importante che comunichi la sua
intenzione riguardo al PdP. GRAZIE!
passodopopassonews48
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Uno sconto incredibile
per i soci pdp!
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Fly UP