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Giornalino - Liceo Classico "Omero"

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Giornalino - Liceo Classico "Omero"
Intervista al
professor
Moscio
NUOVO SPETTACOLO:
17-18 Giugno
Dall’ α all’Ωmero
Numero 6
Giugno 2014
Pag. SOMMARIO
3
4
6
7
8
9
12
14
15
16
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19
20
Editoriale
Intervista al professor Moscio
Consigli ai maturandi
Re Anastasio
Firenze ... suggestioni, luoghi, personaggi
Madri dell’Acqua
Frammenti
Cucina
Perle di saggezza
Voci di corridoio
Guida alla sopravvivenza
dello studente
Giochi
Soluzioni
Bacheca
GENERALI
Liceo Ginnasio Statale “Omero”
Via del Volga, 4 - 20161 Milano
tel. 02.6461084 - 02.66202604
I NOSTRI RECAPITI
Mail: [email protected]
Di Persona: I A (Marianna Hu,
Beatrice Bosio, Elisa Cofano) e
II A (Emilia Scatigno)
LA REDAZIONE
Direttore responsabile: Marianna Hu
Vicedirettore: Beatrice Bosio
Caporedattore: Elisa Cofano
Direttore Artistico: Emilia Scatigno
GIORNALISTI: Lorenzo Asnaghi, Be-
atrice Bosio, Martina Ceriani, Elisa Cofano,
Marianna Hu, Simona Lombardo, Emilia Scatigno, Matteo Tezzon
COLLABORATORI: Sig. Gaetano e Sig.ra Pinuccia, Elena Felicani
RESPONSABILE PROGETTO: Prof. Carmela Fronte
Pagina 2 | Dall’ α all’Ωmero
EDITORIALE
... E UN ALTRO ANNO È PASSATO!
Ormai già da qualche settimana,
nonostante le ultime estenuanti
verifiche e interrogazioni, aleggia
all’interno delle Sacre Mura aria di
vacanza. E ora, ebbene sì, è arrivato
il tanto agognato riposto estivo!
rubriche fisse su argomenti come la
moda, i motori, lo sport, ... .
In secondo luogo creeremo nella
redazione la categoria dei redattori, ovvero coloro che scrivono su
ogni numero del giornalino (con
un margine di una volta). Questi,
Mi sembra quindi doveroso, prima
se frequentano già il liceo, possodi abbandonarci completamente al
no richiedere alla fine dell’anno un
relax, fare un bilancio almeno per
credito formativo.
quanto riguarda il percorso del gior- Inoltre abbiamo nominato uno
nalino di quest’anno.
studente in ogni classe (V A: Chiara
Io e gli altri membri della redazione, Livia Ciccotto, I A: Caterina Sioli, II
che ringrazio sia per il loro grande
A: Elisa Cofano, III A: Emilia Scaimpegno, sia per essere riusciti a
tigno), che fungerà da responsabile
sopportarmi, abbiamo iniziato que- di classe, e quindi da tramite tra gli
sta avventura piuttosto impaurite,
studenti e la redazione.
non sapevamo bene come orientarci, Abbiamo intenzione di pubblicare
brancolavamo un po’ nel buio. Poi,
il primo giorno di scuola del prosanche grazie alla costruttiva espesimo anno scolastico un numero
rienza del Convegno della Stampa
di benvenuto ai nuovi quartini, in
Studentesca, come spero abbiate
modo da accoglierli calonotato anche nel numero preceden- rosamente e farli sentire
te, abbiamo imparato qualche trucco da subito a proprio agio
del mestiere.
tra noi. Ci serviranno,
Anche per l’anno prossimo abbiamo quindi, articoli soprattuto
diverse idee, per rinnovare ulterior- dei vecchi quartini sulle
mente il nostro amato giornalino.
loro esperienze all’inizio
Prima di tutto introdurremo delle
della quarta ginnasio e
Pagina 3 | Dall’ α all’Ωmero
consigli, per orientarsi all’interno
delle Sacre Mura!
Colgo l’occasione, infine, per ringraziare il segretario Sig. Gaetano
e l’indispensabile Sig.ra Pinuccia,
senza i quali il giornalino scolastico non esisterebbe, e per augurare
Buona Fortuna ai ragazzi di terza,
che dovranno affrontare gli esami di
Maturità: perchè l’esperienza che
l’Omero vi ha regalato e i meriti
che i professori vi hanno riconosciuto siano la Carta d’imbarco
per una nuova splendida avventura!
Buone vacanze, Omeridi!
Marianna Hu (I A)
IN PRIMO PIANO
INTERVISTA AL PROFESSOR
MOSCIO
DI Beatrice Bosio, Matteo Tezzon ed Elisa Cofano (I A)
Da dove viene? Quali studi ha conseguito?
Ho frequentato il liceo classico a
Ventimiglia, in provincia di Imperia, e
ho avuto all’esame di maturità, nel ’73,
come commissaria un’insegnante di
latino e di greco di Milano, che mi ha
proposto di iscrivermi all’Università
Cattolica e di usufruire della struttura
che l’istituto metteva a disposizione per
coloro che frequentavano le varie facoltà. Dato che i miei genitori avevano
difficoltà economiche e non potevano
mantenermi tranquillamente, questa
possibilità di una sistemazione comoda
mi ha portato poi all’iscrizione a Milano, mentre la mia destinazione tradizionale sarebbe stata Genova. Mi sono
laureato nel ’77, ben trentasette anni fa,
in lettere antiche.
Cosa lo ha portato a scegliere proprio
l’Omero, tra tutti i licei classici di
Milano?
Non l’ho deciso io, l’ha deciso l’Omero. Adesso vi spiego. Appena laureato,
sono ritornato dalle mie parti, dove le
possibilità di lavoro erano abbastanza
limitate, supplenze tendenzialmente,
non di più. Nell’ ’80, allora, sono ritornato a Milano e ho fatto delle domande
per supplenza. Dopo aver lavorato a
Monza e Vimercate, nel settembre dell’
’82, ho ricevuto una chiamata dal liceo
Omero per una supplenza temporanea,
che è poi diventata annuale. A questo
punto, quando sono entrato di ruolo,
ho avuto la possibilità di scegliere e ho
scelto l’Omero, perché, nonostante non
fosse comodissimo da un punto di vista
Pagina 4 | Dall’ α all’Ωmero
logistico, mi aveva lasciato un ricordo
molto positivo. Quindi dall’ ’85 sono di
ruolo qui.
La scelta di diventare docente, perciò, è stata dettata dal fatto di essersi
laureato in lettere antiche?
Detto molto sinceramente, sì. Non avevo altre prospettive lavorative, se non
quella dell’insegnamento. Sicuramente
c’erano sbocchi in altri settori, ma con
lettere antiche quello principale è proprio quello di docente. Il mio è stato un
precorso “naturale”, ecco.
In questi trent’anni di insegnamento
qui all’Omero, ha notato un certo
cambio generazionale?
Certamente. tenete conto che all’inizio
ho insegnato per molti anni al ginnasio, solo nei primi anni del 2000 sono
passato al liceo. Quindi la mia prima
esperienza è stata con i ragazzini di IV
E V. Ero nel corso B, ci alternavamo io
e la Prof.ssa Greco, che è entrata come
me nello stesso anno. Siamo gli ultimi
rappresentanti del vecchio Omero.
Perciò, ecco i ragazzi del ginnasio non
potrei più confrontarli con quelli del
ginnasio attuale, perché ormai è una
decina d’anni che non ho un contatto
diretto con loro. Comunque, per tornare alla domanda, un cambiamento generazionale c’è stato di sicuro, nel senso
che c’è un’ evoluzione, che è quella che
si nota nella società e quindi con delle
trasformazioni che riguardano tanti
aspetti, e fanno riferimento non solo
allo studente stesso, ma anche al suo
intero mondo, ciò che lo circonda: la
famiglia, la formazione pre-ginnasiale.
Quest’ultima in particolare è cambiata
notevolmente, forse un tempo la scuola
media forniva al ragazzo una base più
solida per il liceo classico, rispetto a
quella di oggi giorno, che è venuta un
po’ meno. E a questo cambiamento
avvenuto negli anni, dovrebbe corrispondere un radicale cambiamento
della didattica, la quale, appunto, sta
cercando affannosamente di muoversi
per andare incontro alle esigenze dello
studente odierno, diverso da quello di
allora. Per esempio voi avete meno attitudine proprio allo studio sul testo con
la riflessione e siete più portati invece
ad approcciarvi con la schermata del
computer, per dire. E logicamente, non
si può fare un confronto , non si tratta
di affermare “era meglio prima” o “è
meglio adesso”, quanto di riconoscere
la nuova situazione e di evolversi di
conseguenza.
E invece cosa ne pensa dell’attuale
“decadenza” dell’Omero, in quanto
è passato dall’avere tre sezioni a una
sola?
Ma guardate, è un problema un po’
complesso. Mi ricordo che già poco
dopo il mio arrivo si parlava di sede
provvisoria. Il provvisorio dell’Omero
è, come dire, “eterno”. Addirittura un
anno avevamo votato per un trasferimento a Cormano, avremmo fatto una
sciocchezza immane, ma questo proprio perché non si poteva più stare qui,
non essendo l’istituto ritenuto adatto.
Tra l’altro questo edificio non è stato
concepito come scuola superiore, anzi,
se non ricordo male, era stato progetta-
to come scuola materna o elementare,
infatti i bagni sono a misura di bambino. L’Omero doveva essere una di quelle costruzioni degli anni ’60, destinata a
esaurirsi dopo un tot di tempo, e invece
è ancora qui. Quindi questa scuola ha
sempre sofferto un po’ questa situazione di provvisorietà, di incertezza circa
un possibile trasferimento, o addirittura una chiusura. E tutto questo, secondo me, ha portato a una riduzione di
iscrizioni. O meglio, ha contribuito.
Altri fattori determinanti questo calo
di studenti possono individuarsi, secondo me, nella perdita di professori
illustri e di fama riconosciuta, nel
fascino dei licei del centro, ora molto
più comodi da raggiungere grazie
alla metropolitana. Poi è chiaro che
quando si entra in questa specie di
spirale di riduzione, non si riesce più
a recuperare granché. E adesso credo
si aggiunga anche il problema della
diminuzione dei classici, c’è un venir
meno in generale di iscritti a questo
indirizzo di studi.
Lei ha ormai una certa notorietà
nel suo campo di latinista…
Non esageriamo! Io ho semplicemente
collaborato alla stesura di un libro di
testo, che ha avuto un grande successo,
per numerosi anni è stato il più venduto in Italia, e che ha innovato molto
per quanto riguarda l’insegnamento
del latino. Questo testo è stato pensato
proprio per gli studenti e ha cercato
di evolversi in continue edizioni, per
corrispondere alle sempre diverse
esigenze degli utenti. Quindi, se sono
così conosciuto come dite, lo devo al
mio nome stampato sulla copertina di
questo libro.
La passione per il greco e il latino gli è
nata durante il liceo?
Devo dire che non c’è mai stato un
momento particolare in cui mi è nata
questa passione. E’ venuta così! Sono
quelle situazioni per cui uno a un certo
Pagina 5 | Dall’ α all’Ωmero
punto si trova a sentirsi naturalmente
portato verso determinate materie. Io,
tra l’altro, avevo una condizione sociale
molto modesta, i miei erano commercianti, hanno conseguito solo la licenza
elementare, perciò non è che seguissi
le orme di qualcuno in famiglia. Sono
state le indicazioni dei miei professori
delle medie, che hanno suggerito a me
e ai miei genitori la strada del classico,
appunto. Probabilmente in altri tipi di
istituti non avrei avuto buoni risultati.
Il mio è stato una sorta di “naturale”
sviluppo, che mi ha portato alla scelta
di lettere classiche e infine all’insegnamento.
Secondo lei come dovrebbe essere il
rapporto tra professore e studente, sia
al ginnasio che al liceo?
Secondo me dev’essere un rapporto
basato in primo luogo su una distinzione di ruoli, c’è un superiore e c’è un
inferiore, il professore non può fare
l’amico o che so io, ma al contempo
non dev’essere un rapporto di distacco, d’imposizione, del tipo “io sono
l’insegnante e voi in quanto alunni
non contate nulla”, e credo che all’Omero questo non sia mai capitato. In
secondo luogo dev’esserci il rispetto
reciproco, nel senso che lo studente
deve considerare l’insegnante come un
punto di riferimento imprescindibile e
deve accettare le indicazioni che gli dà
l’insegnante, fidandosi di lui, dall’altra
parte il professore deve il più possibile andare incontro ai suoi studenti,
evitando qualsiasi atteggiamento di
eccesso. Io personalmente sono sempre
partito dal considerare l’atteggiamento
dello studente come un atteggiamento
onesto, non sono mai partito prevenuto
e convinto che intendesse fregarmi. Qualche volta, purtroppo, ho
riscontrato comportamenti effettivamente non corretti, che mi sono
costati, ma in generale credo di aver
ottenuto risultati positivi in questo
senso. Il professore inoltre, avendo il
compito di formare lo studente, deve
fornirgli non solo nozioni specifiche
circa la sua materia d’insegnamento,
ma anche vere e proprie basi formative. Vedrete poi crescendo che i
professori che rimangono maggiormente impressi sono proprio quelli
che hanno saputo trasmettere dei
valori, dei modelli che hanno potuto
condizionare positivamente la vita
dei loro alunni.
Il ginnasio, per certi versi, è più problematico e comporta maggiori difficoltà,
in quanto momento di passaggio dalla
condizione ancora delle medie a quella
del liceo, e quindi momento in cui bisogna insieme acquisire una preparazione
adeguata nelle varie materie e cercare di
inquadrare un modo di lavorare delle
superiori. Al liceo invece gli studenti
sono più indipendenti, le loro richieste
e il numero di materie aumentano.
Per lei che fine farà il liceo Omero?
Domanda a cui è difficile poter dare
una risposta! Penso che, sfortunatamente, ci sia un problema di fondo che
è l’incapacità in Italia di decidere. Se
così non fosse, la questione dell’Omero
si sarebbe dovuta risolvere almeno dieci
anni fa. Qualcuno competente sarebbe
dovuto intervenire e avrebbe dovuto
verificare la funzionalità dell’istituto, e nel caso di eventuali carenze la
Provincia avrebbe dovuto stabilirne
la chiusura. Ma non è mai successo e
viviamo in questa continua incertezza,
che, come dicevamo precedentemente,
ha penalizzato l’Omero. Un altro duro
colpo che l’Omero ha subito è stato
l’aggregarsi in un primo momento al
Tito Livio, e in seguito al Russell, fatto
che ha causato la perdita d’autonomia
e della presidenza. Per quanto riguarda
un possibile futuro, non saprei dire.
Sono troppi anni che si va avanti così.
Quest’anno una quarta si è formata,
ma potremo andare avanti ancora a
lungo con una sola sezione? Davvero,
non so cosa potrebbe accadere, proprio
perché manca la decisone definitiva da
parte di un’autorità. Io direi di vedere
anno per anno cosa succede. Nel caso
di un effettivo trasferimento mi pare
che la sede sia quella del liceo Russell.
Ma comunque, chi lo sa, quella dell’Omero potrebbe anche essere una morte
naturale, nel senso che non si iscrive
più nessuno.
CONSIGLI AI MATURANDI!
Nome: Lorenzo Asnaghi
In che hanno avete preso la maturità? 2008/2009
Che università frequentate? Università degli Studi Milano-Bicocca
Qual è la tua facoltà? Psicologia
Come vi siete trovati all’università dopo essere usciti
dall’Omero? L’Omero è una realtà piccola, protettiva,
confidenziale; essere proiettati tutto a un tratto in un grande
campus con numeri e organizzazione per nulla paragonabili
provoca senz’altro un senso di smarrimento iniziale. Giusto
per dare un’idea, solo all’interno del mio corso di laurea vi
era il doppio della popolazione omeride! A livello di preparazione invece non ho avuto grosse difficoltà, l’allenamento
e le competenze maturati in cinque anni di liceo classico ti
rendono in grado di comprendere e affrontare nel modo giusto lezioni e libri di testo. Da qui a superare brillantemente
gli esami naturalmente ce ne vuole: la mole di studio aumenta ed è concentrata in certi periodi dell’anno, le sessioni
d’esame, una sorta di maturità due/tre volte l’anno anche se
con livelli di stress decisamente inferiori!
Che consigli dareste a un ragazzo/a, che deve entrare
nel mondo dell’università? Per scegliere il corso di laurea
giusto non c’è open day che tenga. Per decidere tra le alternative, dipanare i dubbi o confermare una scelta è invece
utilissimo andare a seguire alcune lezioni del primo anno:
molte sono pomeridiane, non occorre essere iscritti per parteciparvi, orari e aule sono, spesso, facilmente reperibili sui
siti web delle diverse università.
Nome: Simona Lombardo
In che anno hai preso la maturità? 2012
Che università frequenti? Università degli Studi di Milano
Qual è la tua facoltà? Giurisprudenza
Come ti sei trovata all’università dopo essere uscita dal
Pagina 6 | Dall’ α all’Ωmero
Liceo Omero? Il passaggio dal liceo al mondo universitario
credo sia un momento critico, o almeno lo è stato per me.
Esci dalla tua nicchia, dove tutto sommato ti sei sempre
trovato bene, al sicuro, per trovarti catapultato in una realtà
piena di persone, piuttosto caotica e frenetica, ma alla quale,
pian piano, ci si abitua. Il primo giorno di università ricordo
di essermi sentita abbastanza sola, e questa è la sensazione
che continuo a provare ogni volta che do un esame, in quanto, anche se in mezzo a tanta gente, in fondo ci sei solo tu e
il tuo studio: non esistono parole di alcun amico che possano
confortare. L’università è un altro mondo, che nonostante
tutto, preferisco al liceo, perché permette di organizzare il
tempo a proprio piacimento, anche se ammetto che ogni
tanto non mi spiacerebbe fare un salto nel passato.
Che consigli dareste a un ragazzo/a, che deve entrare
nel mondo dell’università? Ai fini dell’iscrizione ad una
specifica facoltà, suggerisco di chiedere opinioni ad amici,
parenti, compagni più grandi, ed intanto di informarsi su
quali siano gli esami da sostenere nel corso degli anni con i
relativi argomenti, e tener conto che ogni facoltà ha alcuni
esami, che possono non piacere. Questo è il mio suggerimento più pratico. Ma il vero consiglio è sicuramente di fare
ciò che piace, e questo implica che non per forza bisogna
frequentare l’università, non perché l’università sia per pochi, affatto: ormai l’università è per tutti, da qualsiasi punto
di vista si legga questa affermazione. Se non avete voglia
di continuare a studiare, non fatelo, cercate un lavoro, o
coltivate una passione. Lo studio si può riprendere a tutte le
età, con più o meno fatica, certo, ma credo che ciascuno di
noi abbia del potenziale. Serve impegno, dedizione, costanza, coraggio, ma riversate tutto questo in qualcosa che vi
interessa veramente, perché una cosa che non vi tornerà mai
indietro è il tempo perso.
CULTURA
RE ANASTASIO
“Se dovessimo darle un aggettivo, la definiremmo oscura, ma drammatica-
mente realistica. Giochi di potere, intrighi amorosi, ribaltamenti e contro-ribaltoni: oggi, come ieri, come domani, laddove ci saranno fama e potere sopravviveranno sempre invidia e avidità, e in fin dei conti, probabilmente, avranno la
meglio.”
(I registi)
La compagnia teatrale I Prescelti di
Dioniso, vi propone anche quest’anno
di assistere a uno spettacolo nuovo, che
mai fino ad ora ha potuto prendere vita
dall’interpretazione di un attore; vi proponiamo un testo leggero, divertente,
tragico e profondo, a voi l’ardua sentenza cari spettatori, che ci avete dimostrato in questi anni tutto l’affetto di cui
abbiamo avuto bisogno.
Cercherò brevemente di illustrarvi la storia.
Re Anastasio è un re magnanimo e potente che regna con grande saggezza su
tutti i suoi sudditi, ma tutto è destinato a cambiare: infatti viene ordita una
tremenda congiura da Giano un subdolo cortigiano che servendosi di Aretè,
un’altrettanto spregiudicata “dama di
corte”, fa in modo
che il re perda la
propria credibilità accusandolo di
aver usato violenza
alla ragazza. Infatti Aretè si incatena al letto del re e
nascondendosi tra
le coperte finge di
essere la moglie
di Anastasio, la regina Geneve. Ma
al sopraggiungere
della principessa
Pagina 7 | Dall’ α all’Ωmero
Aglaia la donna esplode in un pianto conto di un libro in cui il lettore elabodisperato. La regina Geneve che ha tra- ra una drammatizzazione con la forza
mato con Giano la disfatta di Anastasio del pensiero, ma è la rappresentazione
finge la propria indignazione ordinando concreta dell’odio, dell’amore, della
che Aretè venga
collera, dell’affetto.
17 - 18 GIUGNO
sentita dall’Assemblea cittadina,
Platone diceva semOre 21.00
in modo che Anapre che la tragedia è
Teatro
Pavoni
stasio venga proassai nociva per i
cessato. Il popolo (Via Pavoni 10, Milano) cittadini, perché sul
indignato infuria
palcoscenico sono
INGRESSO
GRATUITO
contro il re. Tutto
mostrati personagè perduto. E’ davgi terribili e crudeli
vero la fine del suo glorioso regno. No- che portano un cattivo esempio.
nostante la figlia Aglaia creda nell’inno- Nonostante ciò voglio rendere omaggio
cenza del padre e abbia cercato in ogni alla sua teoria paragonando il copione
modo di sostenerlo, il re in preda al deli- di un testo teatrale all’idea platonica e la
rio finisce col credere di aver commesso rappresentazione all’essere. Nella speil terribile crimine. La tragica cornice di ranza che questo illustre filosofo possa
questa storia è di- mutar parere.
pinta da Bruto, un In definitiva invito in particolar modo
personaggio oscuro i ragazzi di quarta ginnasio, perché mi
e cinico, che co- farebbe molto piacere che possiate annosce e stabilisce che voi assistere alla nostra proposta e
il destino di tutti i soprattutto vorrei che tutti coloro che lo
personaggi.
desiderino, possano partecipare l’anno
Questa non è altro prossimo al nostro laboratorio, perché
la storia che vi vo- coloro che ho avuto il piacere di veder
gliamo raccontare, recitare arricchirebbero veramente il
ma la sua esistenza nostro lavoro.
è il frutto di gran- Nella speranza di vedervi numerosi!
de impegno e dedizione, perché il
Aretè
teatro non è il rac-
NARRATIVA
FIRENZE ... SUGGESTIONE, LUOGHI, PERSONAGGI
DI Marianna Hu (I A)
La città dei tetti rossi, la città dei gigli,
di Dante Alighieri, delle opere d’arte,
della famiglia De’ Medici, la città culla
della lingua italiana, tutto questo è
Firenze.
La si può visitare con una guida, che sa
illustrare la storia di ogni monumento
e di ogni palazzo, ma anche immergendosi completamento in quell’atmosfera
ricca di antitesi, che si fondono alla
perfezione, vagando per le suggestive vie, scavate dalla storia e dai suoi
personaggi. Boccaccio, Dante, Farinata
degli Uberti, Macchiavelli, Cavalcanti,
Galileo Galilei, Lorenzo De’ Medici e
molti altri si susseguono nel porticato
della Galleria degli Uffizi, osservando
gli innumerevoli gruppi di turisti e
studenti, giunti da ogni angolo della
Terra, per ammirare le bellezze fiorentine. Anche se sotto forma di statue studiano quegli uomini e quelle
donne, che fanno la lunga fila, per
entrare negli Uffizi, che si dirigono
curiosi verso l’Arno o verso Piazza
della Signoria. Osservandoli a mia
volta, forse incantata dalla magia di
quella città in cui passato e presente
sono un tutt’ uno, mi sembra di scorgere nei loro occhi di pietra un po’ di
orgoglio, perché sanno che tutto ciò
è anche merito loro.
Un altro protagonista della storia
fiorentina, anche se più silenzioso,
ma non per questo meno importante, è l’Arno, in cui una volta
Alessandro Manzoni andò a “lavare
Pagina 8 | Dall’ α all’Ωmero
i suoi panni”. Tra le acque torbide mi
pare di intravedere, come in una sfera
di cristallo, ciò che il fiume ha avuto il
privilegio, o forse la responsabilità, di
vedere: la città nascere e crescere, capi
di stato susseguirsi, le guerre civili, lo
sviluppo economico e artistico. Nonostante tutto scorre imperturbabile,
sormontato da numerosi ponti, che
collegano la zona nord con quella sud.
Il ponte vecchio, il più antico e famoso,
oggetto dell’ispirazione di molti artisti,
si erge in tutto il suo umile splendore.
Da lontano sembra quasi costruito con
scatolette di fiammiferi colorate, come
i presepi, ma da vicino fonde la solidità
di una strada e la suggestione di un
ponte così antico.
Mentre si percorrono i caratteristici
angusti vicoletti, si può venire catapultati ogni volta in una piazza diversa,
ciò rende la città a misura d’uomo.
Seguendo i principi dell’Umanesimo,
Firenze pone l’uomo al centro, lo fa
sentire a suo agio, senza fargli provare
l’opprimente sensazione di essere solo
una minuscola parte dell’universo.
“Non sei insignificante, hai il potere di
decidere” sussurra Piazza della Signoria nelle orecchie di chi la sa ascoltare.
Piazza della Signoria con la sua fontana
di Nettuno e Palazzo Vecchio, sede
del governo cittadino e una volta del
potere dei De’ Medici, pare proiettare il
visitatore affascinato in un’altra epoca
storica, in cui i principi avevano ancora
autorità di deliberare le sorti dello stato.
Il tempo, dando significato vero alla
coscienza storica dell’Umanesimo, si
dilata e il turista attento può notarne il
cambiamento nel campanile di Santa
Maria del Fiore, sui cui gli umanisti,
non avendo più la stessa sensibilità degli uomini medievali, hanno stravolto la
posizione di alcune formelle di Giotto,
alternandone il profondo significato
simbolico. La cattedrale rappresenta un
motivo di grande stupore, infatti è costruita con marmo rosa e pietra verde,
colori che rendono l’immensa costruzione più a dimensione d’uomo. La cupola del Brunelleschi, invece, s’innalza
in tutto il suo splendore architettonico
e la sua incredibile struttura, strizzando l’occhio agli studiosi moderni, che
ancora non hanno compreso appieno la
sua costruzione.
Talvolta non sembra nemmeno di
trovarsi in una città moderna, come
accade nei chiostri della chiesa di Santa
Maria Novella, in cui la pace regna
sovrana e tutte le preoccupazioni svaniscono, in cui si può quasi toccare con
mano di Paradiso di Dante.
Il cielo e l’orizzonte dei tetti rossi creano
un forte contrasto, ma anche una grande idea di completezza dalla cima di
Orsanmichele, l’edificio che rappresenta
per antonomasia l’armonia, raggiunta a
Firenze, fra la laicità e la religiosità.
Questa è Firenze, una città, che da qualsiasi prospettiva la si guardi, sorprende
sempre.
MADRI DELL’ACQUA (Parte tre)
DI Matthew the Raven
Hold my hand,
Oh, baby
It’s a long way down
To the bottom of the river.
Tienimi la mano,
Oh, bambina
È lunga la strada
Per il letto del fiume.
“Bottom of the River”, Delta Rae
Cammina lungo il bordo della palude, lungo il crinale del fiume, nelle
gole delle onde, accarezza il respiro di
acqua più viva di quanto tu lo sia mai
stato, sarai mai, e ascolta, ascolta bene,
perché la pioggia non ripete due volte
quello che dice, il sangue non scorre
mai dello stesso colore, la terra non è
mai davvero terra: è sputo è sterco è
notte è polvere di mille mille anni fa, è
Pagina 9 | Dall’ α all’Ωmero
la risata di un bambino è il fruscio delle
foglie che vengono scosse, quella di un
vecchio sono le sue ossa che rantolano, perché vogliono finalmente uscire
attraverso pelle così sottile che puoi
vedere l’ombra della lepre e la volpe che
l’insegue sotto, corsa folle che le porta
dietro al collo e dentro al cuore e lungo
gli occhi e quando fanno incrinare la
lingua le fanno dire solo verità.
Come con Bocca di Cera.
(C’è una tempesta in arrivo, bambina
mia).
Allie si sveglia di notte, ormai, regolarmente, si sveglia e il caldo le si avvinghia ad una spalla e il buio la segue,
sibilando, una scimmia ed un serpente
ed un cane che non si vede ma ha gli
occhi dorati e la bambina ignora il
leggero russare di Tante Marie, mentre
passa accanto alla tenda che divide
le loro stanze, e fuori piove. Piove da
giorni, ormai, il vento si è alzato, il
silenzio si è fatto un poco più intrusivo,
un poco più invadente.
(C’è una tempesta in arrivo, bambina
mia).
Allie esce e l’acqua le spruzza la faccia,
la bagna, non fa freddo, l’umidità è
una cappa invadente che soffoca, che
ammorba, che spudoratamente infila
le dita tozze e pesanti e bollenti sotto ai
vestiti.
Un cane dagli occhi dorati le si avvicina
e le lecca una mano. Allie sorride.
Il Barone è a un paio di metri da lei
e non si bagna nonostante l’acqua le
decori la pelle con piccole schegge di
luce, ebano intarsiato di perle che sono
i suoi denti quando ricambia il sorriso
di Allie, anche se non era propriamente
per lei, (ma in fondo ogni volta che
sorridiamo ridiamo giusto un poco in
faccia alla morte) e poi, dolcemente,
tende una mano sapendo benissimo
che Allie non la prenderà (non può
prenderla, non ancora).
“Devo mostrarti una cosa.”
La pioggia cade, Bebette sente l’acqua
bagnarle il volto e poi sussurra alla
ragazza che ha di fronte,
“Cosa?”
“Una cosa. Non posso dirlo. Non ad
alta voce. È sacro.”
Allie esita, Samedi abbassa il braccio.
Per un attimo è scheletro sottile, poi di
nuovo donna.
“Ti prego, Bebette.”
“Se Tante Marie lo scopre-”
“Tante Marie capirà.”
Allie stringe i pugni e affonda i piedi nudi nel fango, sente una lumaca
arrampicarsele sul piede, le contrazioni che compie per muoversi,
fredda e bagnata. È nera, e grossa
per essere una lumaca, e quando
Allie cammina verso Tante Marie
si stacca da sola e lei continua a
camminare e non si ferma.
L’acqua rinforza il suo urlo mentre
si vomita sulla terra e sulle case
e sugli alberi e nella palude, sulla
donna-spirito che cammina e sulla
bambina al suo fianco, sul cane che
a volte zoppica un poco, sulla semplice poesia che è lo sgocciolare che
accompagna ogni loro passo. Il quartiere francese è silenzio reverenziale mentre la pioggia imperversa (un tuono che
spacca il cielo in due e un lampo che
cura le ferite che ha lasciato) e gli dei
si mischiano agli uomini, donne con
la pelle squamosa, serpenti dagli occhi
di persona, gatti che sono neri come
la pece e potrebbero spiegarti molte
cose se solo tu ti fermassi ad ascoltarli
(hanno gli occhi rossi, i denti gialli, dei
di un altro pantheon), un vecchio a cui
manca un occhio, un portatore di luce a
cui hanno tagliato le ali.
Qualcuno ride alla luce di un locale e il
fiume si gonfia, il fiume respira.
Pagina 10 | Dall’ α all’Ωmero
(C’è una tempesta in arrivo, bambina
mia).
Allie sente la pelle accapponarsi in
modo diverso da come quando la
lumaca le aveva baciato la pelle: il
primo era brivido reverenziale, adesso
è paura, chiara, cristallina. Allie passa
accanto agli dèi e non li vede (ma non
importa, per questa volta non importa),
dèi nuovi e dèi antichi e dèi dimenticati
che rantolano nel fango sotto forma di
formiche, e per un attimo perde di vista
il Barone ma Lebas la spinge nella direzione giusta, e quando gira un angolo
li vede.
Lui è per terra, ed Allie dubita sia ancora vivo. Loro, però, sono alte, flessuose,
terribili, meno spaventose, però, di
quando le appaiono in sogno, perché
nei sogni sono potenti e crudeli, qui,
nel mondo dove si cammina, sono solo
potenti.
Allie sa, per certo, che lei è l’unica
persona in quella stradina capace di vederle. Di vedere il barone. Lei è l’unica
che vede i riflessi ambrati negli occhi di
Lebas, e il barone è accanto a lei, il cane
è sparito, ed Allie ha paura.
Inizia a pregare, piano, piano, in francese, spera che non si girino, spera che
non la vedano.
Si girano.
Dio mio, si girano sempre.
Il ronzio che non aveva sentito ma
che di colpo sa che c’è sempre stato, il
ronzio che è il loro canto e la loro risata
(forte sguaiata terrificante più forte delle onde più crudele del mare) diventa
uno stridio insopportabile e fin troppo
familiare (i suoi lividi violacei costellano i cieli dei suoi incubi) e Allie si trova
costretta a fissarle negli occhi.
Non hanno pupille né iridi né sclere,
solo nero.
Non hanno sorrisi né labbra né denti,
solo fauci.
E sorridono.
Dio mio, sorridono sempre.
Bebette non prova nemmeno ad
urlare, perché sa che non servirebbe
a nulla, non scappa perché ormai
l’hanno vista, non piange perché ne
hanno viste tante, di lacrime, e cos’è
una lacrima se non una semplice goccia in un mare fin troppo vasto? Non
si muove.
Aspetta.
La pioggia diventa così forte che non
riesce nemmeno a sentirsi pensare,
l’acqua diventa così piena, che non
sa nemmeno se riuscirà a respirare
ancora per molto. Non biasima Samedi e Lebas per il loro tradimento,
se tradimento si può chiamare, perché
gli spiriti e gli dei non tradiscono- gli
spiriti e gli dei seguono le strade che
sono state tracciate.
E poi una mano le piomba giù sulla
spalla e qualcuno urla il suo nome ed
Allie si gira.
Marie è in vestaglia, ha i capelli grigi
scarmigliati, lo sguardo allucinato e ha
in mano una torcia elettrica, è fradicia
fino al midollo, e sembra terrorizzata.
Allie per un secondo pensa che sia perché le vede anche lei, ma poi si ritrova
presa in un abbraccio soffocante.
E si rende conto che ha freddo. Ha
tanto, tanto freddo.
“Cosa diavolo ti è saltato in mente?”
Honeycomb parlava coi gatti, e molte
(C’è una tempesta in arrivo, bambina
urla la donna, e la voce le si spezza.
cose si spiegano- parlava coi gatti neri
mia).
“L’uragano sta per arrivare, Bebette,
e magari capiva anche cosa stavano
La morte sta in piedi in mezzo al lago, e
cosa diavolo ti è saltato in
dicendo.
alla sua destra una delle Madri aspetta,
mente?”
La morte è donna, È un pensiero che alla sua sinistra una bambina magra
Le prende la mano ed
fa correre un brivicon un vestito a fiori e i capelli ricci, la
lei
che
dona
e
toglie
Allie è grata dello stratdo lungo la schiena
pelle scura, gli occhi allegri.
tone che le dà, del fatto vita.
di Allie, e il vento
Allie la riconosce, ma non osa urlare il
che la trascina via da loro,
strappa le coperture suo nome.
che rispettano Tante Marie, e spera che dalle finestre, e Tante Marie sta pregan- Invece dice: “E ci lascerete in pace?
questo sia abbastanza per placarle. Ma
do le stesse dee che vogliono distrugLascerete stare Tante Marie e i bambini
la tempesta che sta arrivando sembra
gerla. Allie guarda Samedi e Papa Lebas del quartiere e Bocca di Cera e tutto il
inarrestabile, sembra una guerra; la
nelle vesti di un cane micragnoso e poi resto? Sono stati loro, i ragazzi bianchi,
tempesta che sta arrivando ruggisce e
si stringe nelle spalle,
non noi, noi non abbiamo fatto nulla
divora e non lascia nulla dove passa,
“Cosa vogliono in cambio?”
di male. Non siamo stati noi. Sono stati
nemmeno le ceneri, e Marie prende in
“Honeycomb rivuole la sua Allie.”
solo loro.” e sembra più una preghiebraccio la sua bambina e corre attraE il respiro le si mozza
ra che una frase,
C’è una tempesta in sembra più l’invoverso la città in un mondo che improv- nel suo piccolo petto di
visamente agli occhi di Allie non è più
bambina.
arrivo, bambina mia. cazione per qualonirico, non è piu vuoto, è vivo e pieno “E se vado, ci lasceranno in
cosa di invisibile
C’è una tempesta in che spacca il cielo
di gente e pieno di paura per l’acqua
pace?”
che continua a cadere dal cielo, e gli
Il suono di vetri che si
arrivo e non ti lascerà in due e sanguina
dèi si sono di nuovo nascosti, hanno
infrangono, il suono di perogni estate sulla
andare.
lasciato spazio alle piccole vite con le
sone che singhiozzano e il
terra il proprio sanquali coesistono.
vento che ulula e la pioggia che diventa gue e il proprio pus e le proprie ulcere
Arrivano in casa, e si barricano dentro, uno scroscio incessante- Tante Marie
cancerose.
e Marie mette giù Allie e sbarra la porta si alza di scatto dal pavimento e prende La Madre, occhi vuoti, pelle d’alabastro,
e le finestre e il vento.
Allie prima che una finestra le esploda
artigli e denti e sangue trasparente,
“Non ti può vedere,” Allie lancia un’ oc- dietro, e la prende, e l’abbraccia.
annuisce piano. Allie non è nemmeno
chiata a Tante Marie e lo dice al Barone Allie chiude gli occhi.
sicura di aver parlato in una lingua
che sta in piedi in mezzo al loro salotto Quando li riapre, è sulla sponda di
comprensibile, in un inglese che non
e non sgocciola acqua.
un lago e fa così silenzio che quasi la
fosse in realtà qualcosa di diverso, più
“No. Questa volta no.”
terrorizza, perché fino a un minuto fa
antico, sconosciuto a tutti, qualcosa di
“La tempesta non si fermerà, vero?”
le sue orecchie erano piene di vento, e
profondo, che parla come una foresta in
“Vogliono tutti voi. Fino all’ultima
ora sono solo piene dell’ eco del ricordo fiamma, come un fiume in piena.
anima.”
del rumore del vento, che lascia una
Il barone tende una mano squamosa e
“Solo per Honeycomb?”
sorta di fruscio e nulla più. Il Barone
scura e bellissima, artigli eternamente
“Honeycomb era figlia loro. Era territo- non è più la ragazza che era abituata
sporchi di sangue, e questa volta sa che
rio sacro.”
a vedere, ora è indefinibile, qualcosa
Allie la prenderà.
Changeling, bambini scambiati, figli di che è tutto ali e ossa di corvo e zanne
“Sei pronta, Piccola Bestia?”
fate e di notte e di terra messi in culle
e zampe e unghie, qualcosa che non
C’è una tempesta in arrivo, bambina
che saranno sempre troppo piccole per si può veramente capire perché non è
mia.
loro, perché la risata di un bambino
fatto per capire.
C’è una tempesta in arrivo e non ti
umano è cibo facile, manna dorata
“Ciao, Piccola Bestia.”
lascerà andare.
quasi dolce quanto i suoi singhiozzi, ma Ma ha ancora la voce della ragazza che
non si può pagare il sangue con ali di
era abituata a sentire.
farfalle, e allora per ognuno di loro che La morte è donna, lei che dona e toglie
viene preso uno deve essere lasciato, e
vita.
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FRAMMENTI
“Dalla notte che mi avvolge nera come la fossa dell'Inferno, rendo grazie a qualunque
Dio ci sia per la mia anima invincibile; la morsa feroce degli eventi non m'ha tratto smorfia o grido, sferzata a sangue dalla sorte,non s'è piegata la mia testa. Di là da questo luogo
d'ira e di lacrime si staglia solo l'orrore della fine, ma in faccia agli anni che mi minacciano sono e sarò sempre imperturbato. Non importa quanto angusta sia la porta, quanto
impetuosa la sentenza... sono il padrone del mio destino, il capitano della mia anima.”
- Invictus (Da Elisa Cofano)
“Non si puó contare su niente nella vita. La vita è la cosa più
fragile, instabile, imprevedibile che ci sia. In realtà c'è solo una
cosa di cui possiamo esser certi riguardo alla vita: non è finita
finchè non è finita.”
- Grey's anatomy (Da Alice Carrer)
“Il gioco dell'oca, te lo ricordi? La vita procede pressapoco allo stesso modo. Lungo i
bivi della tua strada incontri le altre vite, conoscerle o non conoscerle, viverle a fondo o
lasciarle perdere dipende soltanto dalla scelta che fai in un attimo; anche se non lo sai, tra
proseguire dritto o deviare spesso si gioca la tua esistenza, quella di chi ti sta vicino.”
- Va dove ti porta il cuore (Da Alice Carrer)
“Vuoi mollare? Te ne vuoi andare? Se molli ora, mollerai
ogni giorno che vivrai!”
- Glory road (Da Elisa Cofano)
“Io so soltanto che quando infuria la tempesta, alcuni restano
muti per il terrore, mentre altri spiegano le ali come aquile e
si alzano in volo!”
- Elizabeth: the golden age (Da Elisa Cofano)
Pagina 12 | Dall’ α all’Ωmero
“Tutte queste promesse infrante.”
“Per quale ragione ci si sposa?”
“La passione?”
“No.”
“La credevo più romantica.”
“Allora qual è?”
“Ci serve un testimone della nostra
vita.”
- Shall we dance (Da Elisa Cofa-
“I grandi amano le cifre. Quando voi gli parlate di un nuovo amico,
mai si interessano alle cose essenziali. Non si domandano mai: "Qual
è il tono della sua voce? Quali sono i suoi giochi preferiti? Fa collezione di farfalle?" Ma vi domandano: "Che età ha? Quanti fratelli?
Quanto pesa? Quanto guadagna suo padre?" Allora soltanto credono
di conoscerlo.”
- Il piccolo princincipe (Da Elisa Cofano)
“La nostra vita non è nostra, da grembo a tomba, siamo legati ad altri, passati e presenti, e da ogni crimine e ogni gentilezza generiamo il nostro futuro.”
- Cloud Atlas (Da Martina Ceriani)
“È quello che mi piace del libro. Ritrae la morte in modo
sincero. E' cosi' che si muore, nel mezzo della vita, nel mezzo
di una frase.”
- Colpa delle stelle (Da Annarita Pasquetto)
“Sopra di noi il vento soffiava e le ombre dei rami si ridisegnavano sulla nostra pelle. Gus mi ha stretto la mano." "È
una bella vita, Hazel Grace."
- Colpa delle stelle (Da Annarita Pasquetto)
“Aprendo gli occhi gli si disegno' sulle labbra un lieve sorriso, come
se si fosse smarrito in un sogno delizioso. Non aveva sognato. La sua
notte non era stata turbata da immagini di piacere, ne' di dolore. Ma
la gioventu' sorride senza ragione. È una delle sue grazie maggiori."
- Il ritratto di Dorian Gray (Da Annarita Pasquetto)
“Gli indumenti a mollo in lavanderia diventavano freddi, l’acqua
grigia. Tanneche acciotolava in cucina, le ragazze gridavano in
strada e noi dietro la porta chiusa ce ne stavamo sedute a guardarci
l’un l’altra. E lui dipingeva.
- La ragazza con l’orecchino di perla (Da Annarita Pasquetto)
“Era un povero visino triste, che nascondeva però la sua tristezza
dietro una maschera di fredda arroganza.”
- Il giardino segreto (Da Elisa Cofano)
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CUCINA
TORTA DI AMARETTI E CIOCCOLATO BIANCO E CAFFÈ
DI Elisa Cofano (I A)
Vi propongo una deliziosa e
nutriente torta da poco sperimentata. Vi assicuro, che
non ve ne pentirete!
Esecuzione: 3/5
Tempo di esecuzione: 45 min
Ingredienti:
1 uovo
buccia grattugiata di un limone
100 gr di burro
220 gr di farina
30 gr di maizena
200 gr di cioccolato bianco
200 gr di amaretti
150 gr di zucchero
una bustina di lievito
latte q.b.
caffè amaro q.b.
Pagina 14 | Dall’ α all’Ωmero
Procedimento:
Mettere tutte le farine e una decina di amaretti sbriciolati
grossolanamente in una terrina e mescolare. Aggiungere
l’uovo, il burro fuso, il limone, il cioccolato tagliato grossolanamente. Mescolare il composto e aggiungere una quantità
di latte tale che l’impasto risulti morbido.
Mettere metà composto nella tortiera e mettervi sopra gli
amaretti imbevuti nel caffè amaro, porvi sopra l’altra metà
dell’impasto e mettere di nuovo sopra gli amaretti interi
imbevuti precedentemente nel caffè.
Infornare a 170° per circa trenta minuti. Fare la prova dello
stecchino.
SVAGO
PERLE DI SAGGEZZA
A.F: “Il ciborio non se magna!”
E.C. (I A: ): “Voi non siete mai andati al Palio di Legnano?!”
G.N. (I A): “E cos’è? Un aborto del Palio di Siena?”
L.B.: “Chi parla con accento nasale?”
M.T. (I A ): “Ramazzotti!”
F.G.: “Allora, dimmi meglio questo primo principio della dinamica! Una forza non si riceve, non è mica
come la Comunione!”
D.N.: "L’idrogeno è un battitore libero!”
D.N.: “I pesci vicino al fulmine crepano di brutto!”
A.F.: “Senza lo scheletro saremmo ciccia che striscia per terra!”
A.F.: “Genevieve dal francese diventa Genoveffa, Genoveffa la racchia!”
D.N.: “Quale sarà la carica dell’ossigeno? 2-!”
S.B.: “Sarà il voto della mia verifica!”
D.N.: “Facciamo un esempio. Due sono a letto e hanno una coperta sopra. La coperta sono gli elettroni.”
D.N.: “Voi avete dei magneti. Come vi aspettate di trovarli?”
B.B. (I A): “Attaccati al frigorifero!"
A.F. a S.B. (I A): “Tu sei appassionata di
pilastri!”
A.F. a F.C. (I A): “Medioevo, figlio mio!”
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VOCI DI CORRIDOIO
Ultimi gossip sul fronte Omero!
La fine dell’anno porta con sé l’inizio di nuovi amori estivi. I continui tira e
molla dei nostri atleti S.B. (I A) e D.M. (III A) sembrano finalmente essere
terminati. Chi non li ha visti baciarsi tra i corridoi delle Sacre Mura? Ora
però il nostro M.B. (I A) dovrà farsi passare questa cottarella per la sua
compagna di banco.
Avvistati G.N. (III A) e G.P. (III A) scambiarsi occhi dolci e sorrisi innocenti; G.N. che ci combini? Sarà forse
finita la tua love story tanto desiderata
con l’ex omeride M.F.?
Sembra invece destinata a durare
ancora per lungo tempo la relazione
tra M.T. (I A) e L.F. (I A), che hanno
risolto le loro divergenze.
Confermiamo le coppie E.C. (V A)
con M.G. (V A) e S.S. (V A) e l’ex di
E.C. C.G. (V A).
Ci vediamo a settembre xoxo
In attesa di novità ... BUONE VACANZE!
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GIOCHI
DI Elisa Cofano (I A)
ANAGRAMMI
Anagrammate le lettere e otterrete i nomi di alcuni membri delle Sacre Mura!
Sommo Carico
Iena Vandala
Cani Cupi
CACCIA AL POETA
Una volta trovati i sette celebri personaggi, con le lettere iniziali di ciascun nome otterrete il nome di un
poeta latino.
1. Scrisse le Cosmicomiche
2. Uno dei maggiori esponenti della Democrazia Cristiana della seconda metà del XX secolo
3. Sconfisse Odoacre e riassunse il pieno potere in Italia
4. Scrittore italiano che si arruolò nella fanteria durante la prima guerra mondiale
5. L’iniziatore della Riforma Protestante
6. Vladimir Il’ič Ul’janov
7. Il poeta che non vedeva
CACCIA AL POETA:
Calvino
Andreotti
Teodorico
Ungaretti
Lutero
Lenin
Omero
ANAGRAMMI:
Marco Moscio, Daniela Nava, Pinuccia
SOLUZIONI:
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SOLUZIONI dei giochi del numero precedente
Chi cerca trova!
L’ispettore Pepe
Supponendo che il primo uomo avesse mentito, il calvo, il ragazzo e la donna dovrebbero aver detto la
verità, ma le dichiarazioni della donna e del ragazzo sono contrastanti.
Supponendo che l’uomo calvo avesse mentito, anche in questo caso risulterebbe che la donna e il ragazzo abbiano mentito. Se supponiamo, che il ragazzo ha mentito, anche in questo modo le affermazioni del
calvo e della donna sono contrastanti.
Quindi ha mentito la donna e lei è il colpevole. Anche le affermazioni del primo uomo e del ragazzo confermano questa ipotesi.
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ndizione
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L
vacanza.
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la
i
d
Jean-Marie G
ourio
Poi, d’improvviso,
mi sciolse le
mani e le mie brac
cia divennero
ali, quando mi chie
se: “Conosci
l’estate?” io, per un
giorno, per
un momento, corsi
a vedere il
colore del vento.
Fabrizio de Andrè
Ho spiegato a mio nipote cos’ è il
compromesso: "Se per le vacanze
tua mamma vuole andare al mare,
e tuo padre invece in montagna, il
compromesso e’ che si va al mare,
ma il babbo può portare gli sci".
Dino Verde
te, è solo
r
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p
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c
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estate a
i tempo.
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Buone vacanze!
La Redazione
Fly UP