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Rapporto EMIRATI ARABI UNITI - infoMercatiEsteri
EMIRATI ARABI UNITI A cura di: Ambasciata d'Italia - EMIRATI ARABI UNITI Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese [email protected] Con la collaborazione di: Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane - ICE Camere di Commercio italiane all'estero www.infomercatiesteri.it INDICE PERCHE' Perchè EMIRATI ARABI UNITI Dati generali Dove investire Cosa vendere OUTLOOK POLITICO Politica interna Relazioni internazionali OUTLOOK ECONOMICO Quadro macroeconomico Politica economica Indicatori macroeconomici Tasso di cambio Bilancia commerciale Saldi e riserve internazionali Investimenti - Stock Investimenti - Flussi Materie prime Barriere tariffarie e non tariffarie COMPETITIVITA' E BUSINESS ENVIRONMENT Indici di Global Competitiveness e Libertà Economica Indici di Apertura al commercio internazionale Fattori maggiormente problematici per fare business Business Cost Indice Doing Business ACCESSO AL CREDITO Accesso al credito RISCHI Rischi politici Rischi economici Rischi operativi RAPPORTI CON L'ITALIA Overview Scambi commerciali Investimenti con l'Italia - Stock Investimenti con l'Italia - Flussi Flussi turistici EMIRATI ARABI UNITI PERCHE' PERCHÈ EMIRATI ARABI UNITI Prospettive di crescita negli scambi commerciali Possibilità di accesso delle nostre imprese ai progetti infrastrutturali Prospettive di maggiore integrazione delle nostre aziende sul mercato emiratino Possibilità di incremento dei flussi turistici nei due sensi Prospettive di una maggiore partecipazione italiana al settore finanziario emiratino Per l'’Italia gli EAU rappresentano da diversi anni il principale mercato di sbocco per le sue esportazioni verso l'intero mondo arabo. Dopo la crisi finanziaria che aveva colpito Dubai nel biennio 2009/10, l’'interscambio commerciale tra Italia ed EAU ha ripreso a crescere a ritmo sostenuto a partire dal 2011. I principali settori delle nostre esportazioni verso gli EAU, rimangono stabilmente concentrati nell’oreficeria-gioielleria, nei macchinari industriali, nei prodotti meccanici e nell'elettronica-elettromeccanica. Elevate le prospettive di crescita anche in diversi altri settori. Prospettive di crescita negli scambi commerciali Grazie ai notevoli piani di sviluppo e infrastutturali previsti dal Governo emiratino nei diversi settori infrastrutturali (porti, aeroporti, reti stradali e ferroviarie, ospedali, scuole, alberghi e strutture turistiche, impianti di produzione energetica, abitazioni, impianti industriali, ecc.), a maggior ragione dopo l'attribuzione dell'EXPO 2020 a Dubai, le prospettive per le nostre imprese di acquisire commesse per la realizzazione di opere civili, sia nel settore pubblico che privato, rimangono elevate. Anche le nostre PMI possono inserirsi come fornitori settoriali o sub-contractor. Possibilità di accesso delle nostre imprese ai progetti infrastrutturali Negli EAU sono già presenti oltre 600 aziende italiane operanti nei più disparati settori produttivi. L’'attuale normativa emiratina sulla costituzione nel Paese di attività straniere, prevede l’'obbligo di avvalersi di un partner emiratino con la formula del 49-51% della proprietà in favore del partner locale. Nel contempo, sono presenti in tutto il Paese numerose Zone Franche, che consentono il 100% della proprietà e varie agevolazioni commerciali, seppur con limiti alla possibilita' di commerciare direttamente con gli acquirenti finali. Prospettive di maggiore integrazione delle nostre aziende sul mercato emiratino La domanda turistica emiratina è caratterizzata da una clientela di lusso, con un livello culturale medio-alto ed una sempre crescente propensione a viaggiare. La composizione demografica molto variegata del Paese (gli Emiratini sono meno del 20% della popolazione residente che proviene invece da oltre 200 Paesi) crea una distinzione tra Emiratini ed “expat” (espatriati). Se gli emiratini vantano uno dei redditi pro-capite piu’ alto al mondo, anche i locali expat amano però viaggiare. In aumento anche il flusso di viaggiatori dall'Italia (sia per turismo che per affari). Possibilità di incremento dei flussi turistici nei due sensi Gli EAU si stanno sempre più affermando quale hub finanziario di livello mondiale, e non solo nel settore della finanza islamica (nel quale intendono realizzare un importante centro internazionale). Nel Paese operano 46 banche, di cui 21 nazionali e 25 straniere, con un totale di 564 filiali operative nel Paese. Occorrerrebbe in prospettiva intensificare ulteriormente la presenza italiana nel Paese anche in questo settore, sensibilizzando opportunamente gli ambienti bancari e finanziari nazionali. Prospettive di una maggiore partecipazione italiana al settore finanziario emiratino Ultimo aggiornamento: 14/07/2015 ^Top^ DATI GENERALI Forma di stato Confederazione di Emirati Superficie 83600 km2 Lingua arabo (inglese largamente diffuso) Religione musulmana Moneta Dirham (tasso fisso con US$ pari a 3.67 dhs) Ultimo aggiornamento: 18/02/2014 ^Top^ EMIRATI ARABI UNITI 1 EMIRATI ARABI UNITI 2 DOVE INVESTIRE Prodotti in metallo, esclusi macchinari e attrezzature Costruzioni Prodotti alimentari Articoli di abbigliamento (anche in pelle e in pelliccia) Energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata (anche da fonti rinnovabili) Prodotti in metallo, esclusi macchinari e attrezzature La domanda di gioielli risente dei gusti differenti dei numerosi espatriati provenienti da Asia, Africa e Paesi arabi (oltre all’area occidentale), residenti negli EAU; ulteriore caratteristica e' l'elevato livello del reddito pro capite della popolazione di nazionalita’ locale che la rende un acquirente potenzialmente interessante. L'esportatore che volesse intraprendere rapporti commerciali con partners EAU deve tenere presente, pero', che gli Arabi tendono tradizionalmente ad essere fedeli ai fornitori che in passato hanno gia' riscosso la loro fiducia e di cui hanno gia' testato l'affidabilita'; il contatto personale e’ percio’ assai importante e deve essere ripetuto periodicamente in occasione di eventi fieristici e similari. Sebbene Dubai costituisca il principale mercato di sbocco, anche Abu Dhabi e Sharjah devono essere tenuti in considerazione quando si fa un piano di penetrazione in questo mercato. Per quanto riguarda l'oro a 21-22 k, la distribuzione avviene tramite operatori locali ubicati nei mercati tradizionali: il prezzo generalmente viene dato dal peso dell'oro piu' la lavorazione. L'oro europeo a 18 k e' commercializzato esclusivamente presso i centri di primissima qualita' e presso i negozi situati nei grandi alberghi; il suo prezzo risente del fatto che quasi sempre si tratta di design esclusivo o di grandi marche. Il mercato della vendita all'ingrosso e' ben strutturato, al contrario di quello al dettaglio che e' molto piu' frammentato. Pertanto un operatore italiano che vuole introdursi nel mercato degli Emirati trovera' piu' facile e piu' conveniente entrare in contatto con un grossista perche' questi conosce tutte le opportunita' di affari e sara' in grado di capire qual e' la domanda adatta al genere di prodotto offerto. Inoltre un grossista fara' ordinativi di maggiore consistenza. Le esportazioni italiane di prodotti della gioielleria nel 2014 sono state pari a Euro 1,2 miliari di Euro, confermandosi il primo prodotto esportato negli EAU. Costruzioni L'assegnazione dell’Expo 2020 a Dubai, decisa a novembre 2013, e' destinata ad avere nel prossimo quinquennio un enorme impatto sullo sviluppo dell’intero Paese. Ad essere maggiormente interessati saranno – ovviamente - i settori delle infrastrutture, dell'ospitalita' e del turismo. Sulla base dei dati riportati da EIU, la crescita del PIL nel 2015-2019 sarà del 3,6% e l’impatto complessivo dell’evento ammonterà a 23 mld di USD. Ingenti i fondi che dovranno essere investiti nei prossimi anni in infrastrutture, trasporti e nuovi progetti di costruzione. Dubai avrà bisogno di piu' di 40 mld di USD per implementare le sue infrastrutture in vista dell’Expo: di questi, circa 10 dovrebbero essere spesi per migliorare e sviluppare i trasporti. L’Expo – con tutte le sue positive ricadute sull’economia e sull’occupazione – si inserisce fra l’altro in una fase positiva di crescita del Paese. Oggi il quadro economico emiratino si presenta stabile, con incoraggianti segnali di ripresa rispetto alla flessione subita nel biennio 2008-2009. I principali indicatori macroeconomici hanno un andamento positivo e descrivono un Paese proiettato verso uno sviluppo bilanciato, grazie ad un costante controllo del tasso di inflazione, ad una crescente spesa pubblica attenta allo sviluppo strutturale e ad una lungimirante politica di diversificazione dell’economia. Secondo il Construction Report Ventures Middle East 2014, il giro d'affari complessivo del settore costruzioni e' passato da US$ 24,792 miliardi nel 2012 a US$ 50,591 miliardi nel 2015. Solo a Dubai, nella prima metà del 2013, i comparti dell’immobiliare e delle costruzioni hanno contribuito per il 21% alla crescita del PIL dell’Emirato, secondi solo ai settori retail & wholesale. I numeri sono ancora più impressionanti se si guarda al complesso dei progetti negli EAU includendo nel totale sia quelli in via di realizzazione sia quelli pianificati. Tutto il mercato dell'edilizia del Golfo, e' sicuramente molto attraente: nel 2013 sono stati condotti in tutti i Paesi GCC ben 66 miliardi di dollari di progetti nel settore e 85,15 miliardi nel 2014: anche a livello di area geografica il settore prevalente e' senza dubbio quello residenziale con il 45% dei progetti, segue quello della edilizia commerciale-uffici con il 20%, ma i settori in maggiore crescita nel 2014 sono invece quello alberghiero (+130%) e sanita'(+100%), che coprono rispettivamente l'8% e 8,5% del mercato. Sicuramente i Paesi trainanti nell'area sono per dimensioni (Arabia Saudita) e sviluppi (Expo in EAU e Campionati di calcio in Qatar) nell'ordine Arabia Saudita, Emirati e Qatar (fonte: Construction Report Ventures Middle East 2014). I progetti destinati alle costruzioni residenziali rappresentano solo il 3% del totale, ma si tratta comunque di piani imponenti e di investimenti di tutto rilievo, fra cui spiccano: 91 mld di USD per la realizzazione di Dubailand, 37 mld di USD per l’Aviation City nell’Emirato di Al Ain, 2,7 mld di USD per il mega-piano annunciato dal Presidente degli EAU, HH Sheikh Khalifa bin Zaywed Al Nahyan, che punta alla ricostruzione di 12.500 unità abitative realizzate prima del 1990. Fra i vari progetti edilizi degni di nota, va ricordato quello annunciato nel novembre 2012 dal governo di Dubai: la realizzazione di un nuovo insediamento urbano, denominato Sheikh Mohammed bin Rashid City, che includerà – fra l’altro - il più grande centro commerciale del mondo, un parco tematico ispirato agli Universal Studios e un parco più grande di Hyde Park a Londra. Tra i principali progetti infrastrutturali in fase di realizzazione ricordiamo il potenzialmento dell'Aeroporto Internazionale Al Maktoum di Dubai (US$ 7,8 miliardi), il potenziamento dell'Aeroporto di Abu Dhabi (US$ 6,8 miliardi), la realizzazione di un nuovo aeroporto ad Ajman nel 2017 (US$3,3 miliardi), il potenzialmento della metropolitana di dubai (US$ 5,45 miliardi), il completamento della rete ferroviaria nazionale (US$4,29 miliardi). Testimonianza della ripresa del settore e' anche la continua presenza di aziende Italiane alla principale fiera di settore, la BIG 5, dove l'Italia continua negli anni a posizionarsi come primo paese partner in termini di metri quadri occupati e aziende partecipanti. Di fatto la posizione strategica del porto di Dubai, la presenza delle zone franche, gli interessi asiatici, africani ed europei che si polarizzano sul territorio degli Emirati Arabi Uniti sono alla base della selezione di questo mercato come meta primaria di promozione dei prodotti di tutto il mondo. Prodotti alimentari EMIRATI ARABI UNITI 3 Prodotti alimentari Gli Emirati importano circa il 90% di prodotti alimentari, alimenti finiti e ingredienti. L’industria alimentare negli Emirati è in continua crescita, soprattutto alla luce della significativa espansione del settore del turismo e del gran numero di nuovi hotel e resort di recente apertura. Basti pensare che negli EAU sono presenti oltre 600 alberghi e che nel periodo 2015-2017, anche in vista di Expo 2020, e' prevista la costruzione di ulteriori 140 hotel, che porteranno l'offerta a un totale di 750 alberghi. Il settore del turismo ha aumentato la domanda di prodotti alimentari importati. Con oltre 11.000 centri di ristorazione, il settore della ristorazione degli Emirati Arabi Uniti è un mercato redditizio in termini di ritorni. Questi ristoranti servono cucina tradizionale ma anche cucina europea, americana, cinese, thailandese, indiana. La cifra media spesa dalle famiglie per gli alimenti è pari a 3,600 dollari annuali. I prodotti italiani sono riconosciuti quali prodotti di alto livello qualitativo. Nel settore carne e prodotti animali, il prodotto italiano maggiormente importato negli Emirati e’ dato dai formaggi e latticini, che rappresentano meno del 1% del valore totale. Il sistema distributivo, tra cui la vendita all’ingrosso, è altamente avanzato grazie all’esistenza di strutture ben attrezzate. I più grossi punti vendita agiscono anche come importatori per certi prodotti che rivendono direttamente ad altri punti vendita in tutta la Federazione. In termini di quote di importazione, il principale prodotto alimentare finito italiano importato è rappresentato dalla pasta. Altri prodotti italiani largamente importati sono i formaggi, olio di oliva (la concorrenza e' enorme e le abitudini alimentari della variegata popolazione tendono a preferire altri oli vegetali o animali), caffe', dolci e prodotti da forno. Per quanto riguarda l'ortofrutta, ricordiamo l'esportazione italiana di kiwi, mele, uva e insalata. I dazi per il settore alimentare sono pari al 5% e assenti per prodotti di base quali frutta e verdura, cereali, farine, zucchero, te'. Rigorosi sono i controlli fitosanitari e l'applicazione della normativa sull'etichettatura e imballaggio. Le uniche limitazioni all'importazione riguardano la carne di maiale e le sostanze alcoliche. La presenza di prodotti italiani, soprattutto nella GDO, e' limitata dalla scarsa capacita' sui quantitativi di vendita e dagli elevati costi di presenza sugli scaffali, mentre le grandi catene preferiscono avvalersi di consolidators internazionali, piuttosto che rivolgersi ai singoli produttori. Infine, l'introduzione dei prodotti alimentari e' condizionata, cosi' come avviene negi altri settori, dal fattore prezzo, anche se il prodotto italiano e' sinonimo di qualita'. L'export di prodotti alimentari italiani nel 2014 e' stato pari a Euro 137,5 milioni, con un aumento del 6,1% rispettto al 2013; l'export di bevande e' stato pari, sempre nel 2014, a Euro 23,5 milioni, con un aumento del 20,6% rispetto all'anno precedente. Articoli di abbigliamento (anche in pelle e in pelliccia) La presenza di brands internazionali è in pieno boom negli EAU, grazie all’elevato reddito disponibile sia della popolazione di “locals” emiratini, sia degli “expatriates” trasferiti per lavoro negli EAU, sia dei turisti provenienti da ogni parte del mondo: tali fattori fanno collocare gli EAU tra i mercati nei quali sono presenti in maggior percentuale i c.d.“ big spenders”. Gli Emirati Arabi Uniti sono oggi una destinazione globale del turismo internazionale leisure, ma anche del turismo d’affari: il risultato e’ che i marchi internazionali dominano i centri commerciali e il 95% dei marchi più importanti del mondo sono distribuiti negli Emirati. Un’azienda di moda intenzionata a lavorare a Dubai riscontra in linea di massima le stesse opportunita’ e difficolta’ che si presentano per qualsiasi impresa di altri settori. I prodotti italiani, in modo particolare per la loro qualita’, sono sempre la prima scelta per coloro in grado di acquistarli. Non e’ facile tuttavia, ad eccezione delle grandi marche, affermare un prodotto italiano solo per la sua qualita’: data l’elevata presenza di prodotti di provenienza asiatica a prezzi contenuti, e visto che la valuta locale e’ da sempre agganciata al dollaro USA, gli importatori/grossisti mirano ai quantitativi, finendo per non essere interessati a sostenere i costi per affermare prodotti di nicchia. I consumatori pretendono comunque la possibilita' di scelta tra il maggior numero di modelli possibile. Pertanto il design e' e sara' sempre piu' la chiave per conquistare quote di mercato negli Emirati. Gli acquirenti richiedono nuovi prodotti e nuove idee, in breve, continue novita’. L’abbigliamento griffato ha un ottimo riscontro a Dubai, vero e proprio “tempio” dello shopping, rispetto agli altri Emirati. I prodotti delle piu’ importanti firme vengono commercializzati dalle principali societa’ presenti nei principali shopping mall di Dubai: Saks Fifth Avenue, Bin Hendi, Harvey Nichols, ecc. Il prodotto della moda italiana, soprattutto quello firmato, costituisce ancora uno status symbol per chi lo indossa e, per i locali, un segno di distinzione. Gli EAU sono un mercato nel quale l'accesso e' ancora molto difficile se non trainato da un forte brand o un ingente investimento in comunicazione (le stesse considerazioni valgono per il settore calzature e accessori, in particolare pelletteria). Questo tipo di strategia commerciale e’ tipica sopratutto di ben costruite e consolidate formule di franchising (caratterizzate da specifiche azioni di sell out sul consumatore finale, curato concept del punto vendita, layout, display, brand image, etc). E' importante menzionare che a Dubai verra’ inoltre realizzato il nuovo Design District o D3, secondo le linee guida e i programmi contenuti nel documento governativo Dubai Fashion 2020: si tratta di un progetto complesso che si propone di migliorare il settore, stimolando la crescita della intera filiera moda, dal design alla produzione, alla vendita al dettaglio. Il progetto mira sostanzialmente a promuovere stilisti locali e regionali e ad attirare talenti internazionali, trasformando Dubai in una vera e propria capitale della Moda. Nel 2014 l'export italiano di articoli di abbigliamento (anche in pelle e pelliccia) ammonta a Euro 197 milioni di Euro, mentre nello stesso anno l'Italia ha esportato calzature negli EAU per Euro 87,3 milioni. Energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata (anche da fonti rinnovabili) Negli EAU si è registrato negli ultimi anni, grazie anche al forte sviluppo industriale, un incremento della domanda di energia elettrica (circa 5-6 % annuo) e si stima che, nei prossimi cinque anni, il fabbisogno sarà tale da richiedere addirittura il raddoppio dell’attuale capacità produttiva. L’Incremento della domanda di energia è dovuto non solo al forte sviluppo industriale e dei servizi, ma anche all’incremento costante della popolazione e del tenore di vita del Paese (notevole è il consumo legato agli impianti di condizionamento, con forti picchi stagionali nel periodo estivo). Essendo, peraltro, il Paese dotato di ingenti risorse naturali, quali petrolio e gas, il settore della produzione-distribuzione-trasmissione di energia elettrica, si è sviluppato e consolidato negli ultimi 15 anni in maniera direttamente consequenziale: il 97% degli impianti di produzione utilizzano i gas naturali (sono pressoché assenti impianti che utilizzino fonti rinnovabili o il nucleare almeno fino al 2020, quando dovrebbe essere operativa la prima centrale nucleare attualmente in fase di realizzazione da parte di un consorzio sudcoreano), il 90% della domanda è concentrata nei grandi centri urbani e industriali di Abu Dhabi, Dubai e Sharjah, la maggior parte degli impianti di produzione sono EMIRATI ARABI UNITI 4 invece concentrati ad Abu Dhabi. Il Ministero dell’Energia ha in cantiere un intenso programma di sviluppo e ampliamento della capacità delle centrali esistenti: le grandi sfide dei prossimi anni sono però legate non solo all’incremento della capacità ed al conseguente potenziamento degli impianti, ma anche al potenziamento della rete di distribuzione, da rendere più efficiente e capillare, soprattutto negli Emirati del Nord, nonché all’impiego futuro di fonti alternative (energia solare). Un altro importante progetto, che si svilupperà nei prossimi anni, è la connessione alla rete dei GCC. La Dubai Electricity & Water Authority - DEWA intende realizzare un nuovo impianto elettrico e di desalinizzazione, che aumenterà la produzione di energia di 2000 megawatt e di 105 milioni di acqua desalinizzata al giorno, al costo stimato di 1,5 miliardi di dollari USA. Si tratta del più grande progetto commissionato dalla DEWA. Gli Emirati Arabi Uniti continuano a dimostrare il loro impegno nel promuovere e migliorare l'innovazione, la ricerca e la regolamentazione delle energie rinnovabili ed ambientali a livello globale. Lo sviluppo dell’industria delle tecnologie pulite (cleantech) e delle energie rinnovabili nei paesi del Golfo e’ assicurato, oltre che da un periodo di crescita sostenuta, anche dall’interesse sia del settore pubblico che di quello privato. Dal lato pubblico, esiste, infatti, un impegno in crescita per lo sviluppo sostenibile da parte dei governi di questi Paesi, che si riflette in obiettivi ambiziosi per incrementare la quota d’energia rinnovabile nel mix di generazione d’energia nazionale, come anche la creazione di sempre più favorevoli quadri normativi. Ad esempio, Il sistema "Estidama" (in arabo: sostenibilita'), ha concepito ad Abu Dhabi un sistema di rating che incoraggia la costruzione di edifici con materiali ecocompatibili e che minimizzino lo spreco di acqua ed energia, oltre ad effettuare una gestione dei rifiuti razionale ed efficiente. Abu Dhabi si e’ inoltre impegnata ad assicurare che, entro il 2020, il 7% del suo fabbisogno di energia totale sarà assicurato da fonti di energia rinnovabile. Questo rappresenta ca. 1,500 MW d’energia pulita, anche grazie al progetto Masdar City, la citta’ ad emissioni zero. Masdar City punta ad uno sviluppo emergente a basse emissioni di carbonio, bassi rifiuti e tecnologia pulita globale. Abu Dhabi e’ leader in questo ambito e mira a diventare una delle città più sostenibili del mondo alimentate da energia rinnovabile. Gli EAU puntano dunque con decisione sulle fonti alternative per incrementare la quota d’energia rinnovabile nel mix di generazione d’energia nazionale. E ciò non solo per rendere il Paese e le sue attività produttive meno dipendenti dal petrolio, ma anche per far si' che l’economia degli Emirati si basi non solo sulle esportazioni di greggio. Ultimo aggiornamento: 14/07/2015 ^Top^ EMIRATI ARABI UNITI 5 COSA VENDERE Prodotti in metallo, esclusi macchinari e attrezzature Prodotti alimentari Articoli di abbigliamento (anche in pelle e in pelliccia) Mobili Servizi di alloggio e ristorazione Prodotti in metallo, esclusi macchinari e attrezzature La composizione dell’export italiano torna ad essere quella tradizionale che caratterizza il tessuto imprenditoriale italiano: nel 2014 si confermano come nell'anno precedente al primo posto le produzioni di oreficeria-gioielleria, seguita dai macchinari industriali e dai prodotti dell’industria meccanica. Il potenziale per le produzioni ed i servizi italiani sul mercato potrà nel medio termine beneficiare della presenza nel Paese di un elevato reddito pro-capite e di una ricchezza petrolifera che durerà almeno per i prossimi 100 anni. Di fatto gli Emirati Arabi Uniti rappresentano una delle più dinamiche realtà dell’intera regione, con una crescita economica che è stata particolarmente intensa nel periodo compreso fra il 2005 e il 2008, per poi rallentare a partire dalla fine del 2008, in coincidenza con la fase di recessione che ha investito i mercati internazionali, le difficoltà del comparto immobiliare di Dubai e la crisi debitoria della holding pubblica Dubai World, e riprendere infine nuovo vigore a partire dal 2011. La domanda di gioielli in Emirati Arabi Uniti è fortemente influenzata dal background culturale ed etnico sia dei residenti del Paese, sia dei turisti in transito. Tra i residenti e’ forte la presenza sia di espatriati indiani, sia di altri arabi, per i quali l'oro è spesso acquistato sopratutto come investimento. Per le vecchie generazioni l’oro e’ anche tradizionalmente un dono di nozze. L'acquisto in genere si indirizza verso prodotti senza marchio, ma di alto valore intrinseco, nel famoso Souk dell'oro a Dubai. Questo tipo di segmento di consumatori è più interessato al valore reale dell'oro rispetto a design, marchi o tendenze della moda. Viceversa le generazioni più giovani, di tutte le nazionalita’, sono molto attente alle tendenze moda e alla ricerca di oggetti particolari, al passo con i trend e da poter indossare per un uso quotidiano. Nel 2014 si ‘ registrata una crescita nella domanda di gioielli di lusso e orologi del 13% (nel 2013 la crescita e’ stata pari al 11%), questo grazie sopratutto al crescente flusso di turisti in visita a Dubai, impegnati nello shopping nei principali Mall di lusso di Dubai. In termini di distribuzione Dubai è la principale piazza di ingresso e di offerta di gioielli nel Medio Oriente: sono oltre 1.000 gli operatori professionali attivi nel settore e 600 i punti vendita di Dubai. Il Dubai Gold & Commodities Exchange (DGCE-sezione della Borsa Merci di Dubai –DMCC) che regolamenta e cura il commercio di oro, fornisce dati di scambio complessivi nel 2014 per 75 miliardi di USD di commercio di oro negli EAU. Prodotti alimentari Gli Emirati Arabi Uniti importano circa il 90% dei prodotti alimentari, degli alimenti finiti e degli ingredienti e rappresentano dunque un Paese particolarmente interessante per le imprese italiane del settore, che hanno il vantaggio di poter offrire prodotti di cui il mercato locale riconosce ed apprezza l’alto livello qualitativo. La domanda di prodotti importati è in continua crescita anche alla luce della significativa espansione del settore del turismo e dell’alto numero di nuovi hotel e resort aperti negli Emirati Arabi negli ultimi anni. Il settore della ristorazione del Paese è un mercato molto redditizio in termini di ritorni e conta su oltre 11.000 centri di ristorazione, di cui oltre 4.000 a Dubai e 3000 ad Abu Dhabi. Il sistema di distribuzione e di vendita all’ingrosso degli alimentari negli Emirati è avanzato, ben attrezzato e diretto. Importatori e produttori di alimenti vendono direttamente ai negozi al dettaglio. Secondo i rapporti, circa il 65% delle vendite totali al dettaglio viene attribuito a supermercati e ipermercati. Nell’ultima decade il settore alimentare al dettaglio ha sperimentato una crescita senza precedenti. Società come Carrefour stanno aumentando la concorrenza tra i più grandi venditori al dettaglio. Il valore annuale del mercato alimentare della distribuzione al dettaglio è stimato intorno ai 2.7 miliardi di dollari. La cifra media spesa dalle famiglie per gli alimenti è pari a 3,600 dollari annuali. Non ci sono limitazioni all’importazione di prodotti alimentari, eccetto determinate restrizioni per la carne di maiale e le sostanze alcoliche (che possono essere importate solo da distributori autorizzati). Il governo degli EAU ha annunciato che dal 24 aprile 2008 tutti i prodotti alimentari importati devono essere muniti di diciture in arabo sugli imballaggi. Questa rinnovata enfasi sull’etichettatura in arabo nasce a seguito della direttiva approvata dal GCC, che copre tutti i prodotti di consumo: gli Emirati si sono così uniformati alle regole in uso in Oman, Bahrein, Arabia Saudita, Kuwait e Qatar, dove sono già applicate etichette in arabo. Articoli di abbigliamento (anche in pelle e in pelliccia) Il mercato e’ in pieno sviluppo e i prodotti italiani, in modo particolare per la loro qualita’, sono sempre la prima scelta per coloro in grado di acquistarli. Non e’ facile tuttavia, ad eccezione delle grandi marche, affermare un prodotto italiano solo per la sua qualita’: data l’elevata presenza di prodotti di provenienza asiatica a prezzi contenuti, gli importatori/grossisti mirano ai quantitativi, finendo per non essere interessati a sostenere i costi per affermare prodotti di nicchia. I prodotti delle piu’ importanti firme vengono commercializzati dalle principali societa’ presenti nei principali shopping mall di Dubai: Saks Fifth Avenue, Splash, Jashanmals, Bin Hendi, ecc. Le firme italiane sono presenti in Dubai all’interno dei numerosi centri commerciali che si trovano in citta’. praticamente tutte le principali firme italiane sono presenti nei principali Shopping Mall degli EAU e in particolare di Dubai. Gli EAU sono un mercato nel quale l'accesso e' ancora molto difficile se non trainato da un forte brand o un ingente investimento in comunicazione (le stesse considerazioni valgono per il settore calzature e accessori, in particolare pelletteria). Questo tipo di strategia commerciale e’ tipica sopratutto di ben costruite e consolidate formule di franchising (caratterizzate da specifiche azioni di sell out sul consumatore finale, curato concept del punto vendita, layout, display, brand image, ecc). EMIRATI ARABI UNITI 6 Mobili Il settore arredamento e' legato negli EAU a quello delle costruzioni, che ha ripreso a crescere dopo la crisi del 2008 e influenza la domanda sia per il settore residenziale che per quello non residenziale. La continua costruzione di nuove abitazioni ed uffici, la crescita nel livello medio del salario, la disponibilità di abitazioni per i cittadini di nazionalità emiratina, hanno determinato una crescita progressiva della domanda di mobili. I mobili italiani continuano ad avere un grande apprezzamento tra i consumatori e gli importatori locali: il prodotto italiano, infatti, gode di largo prestigio in tutto il Paese e gli esportatori italiani possono e devono guardare al mercato degli Emirati sempre più come un trampolino di lancio per la penetrazione commerciale in altri mercati del Golfo, del Medio Oriente e del Sub Continente indiano. L’Italia, che nel corso degli anni passati ha perso la tradizionale leadership nell’export di mobili, ha visto nel 2014 una ripresa con un aumento delle esportazioni di mobili, che ammontano a Euro 162,5 milioni, rispetto a Euro 152,5 milioni nell'anno precedente. La domanda di mobili può essere divisa in nuova domanda per l’arredamento di nuovi uffici, alberghi o abitazioni e domanda di sostituzione di vecchi mobili (per edifici già esistenti e già arredati), che proviene dal desiderio di cambiare e dai diversi gusti ed esigenze dei consumatori sopravvenuti. Il mercato del mobile negli EAU vale US$ 2,7 miliardi, a prezzi alla produzione. Il mobile ad uso residenziale rappresenta il 90% del mercato, quello da ufficio il restante 10%. Non esiste un unico trend che influenza l'acquisto di mobili e complementi d'arredo, data la caratteristica' multiculturale della popolazione residente negli EAU: tuttavia si registra, nella fascia giovane o ad alto reddito, una tendenza all'acquisto di prodotti di lusso e di stile moderno, con un buon riconoscimento della qualita' offerta dal Made in Italy. Occorre ricordare, tuttavia, la grande attenzione al fattore prezzo e alla concorrenza di prodotti di media qualita' offerti a costi competitivi, provenienti soprattutto da Turchia, Cina e Libano. I prodotti dell'arredamento vengono distribuiti essenzialmente da agenti/distributori, mentre gli showroom sono quasi sempre plurimarca. Servizi di alloggio e ristorazione Ancor prima dell’annuncio della vittoria di Dubai per ospitare l’Expo 2020, negli Emirati Arabi Uniti erano oltre 32 mila le stanze d'albergo in via di realizzazione, circa 20 mila delle quali nella capitale, mentre il rimanente era suddiviso tra Dubai, con un tasso percentuale di crescita di disponibilità alberghiera del 7% annuo, e gli altri cinque Emirati del Nord, ancora in posizione molto marginale rispetto alle due grandi sorelle. In vista di Expo 2020, e' prevista la costruzione di ulteriori 140 hotel, nel periodo 2015-2017, che porteranno ad un totale di 750 hotel (oggi sono 620) e oltre 114.000 stanze rispetto alle 84.500 attualmente disponibili. I nuovi progetti alberghieri già in fase di realizzazione sono moltissimi. Molto si sta facendo anche ad Abu Dhabi, che negli ultimi anni sta cercando di promuoversi come attrazione turistica alternativa a Dubai. Nella capitale sono già operativi i cantieri per la realizzazioni di 15 nuovi alberghi, mentre almeno altri 12 seguiranno a breve. Fra i tanti interventi previsti, va menzionato il grandioso progetto di sviluppo che riguarda l’intera area di Saadiyat Island. L’isola sarà il nuovo distretto culturale della capitale ed ospiterà un’estesa concentrazione di istituzioni culturali di altissimo livello, fra cui i musei del Louvre e del Guggenheim, oltre al Museo Marittimo, al National Zayed Museum e al Performing Arts Centre disegnato da Zaha Hadid, dedicato alla musica, alla danza, all’opera e al teatro. Il governo di Dubai ha recentemente annunciato la realizzazione di un nuovo insediamento urbano, denominato Sheikh Mohammed bin Rashid City, frutto di una joint venture tra Dubai Holding e Emaar Properties. Il progetto comprende la costruzione del piu' grande centro commerciale del mondo, di un parco tematico ispirato agli Universal Studios e dI un parco piu' grande di Hyde Park a Londra. Alla luce di questi progetti residenziali annunciati o in via di realizzazione, il segmento del contract assume una grande rilevanza, poiche' include sia l'arredamento residenziale, che degli uffici, che delle strutture ricettive (hotel, ristoranti, spazi pubblici, ecc.). Si stima che circa il 50% del mercato dell'arredamento sia veicolato attraverso il settore contract, di cui il 37% e' rappresentato proprio dal segmento dell'ospitalita'. Ultimo aggiornamento: 14/07/2015 ^Top^ EMIRATI ARABI UNITI 7 OUTLOOK POLITICO POLITICA INTERNA La situazione politica negli Emirati Arabi Uniti è stabile. La famiglia regnante è al potere dalla nascita dello Stato e, grazie ad una generosa distribuzione dei proventi petroliferi e a politiche sociali che si prendono cura del cittadino, gode della totale approvazione da parte della popolazione di nazionalità Emiratina. Alla luce degli episodi della cd. “primavera araba”, gli E.A.U. hanno adottato un’azione preventiva, mescolando con sapiente equilibrio da un lato forme di monitoraggio del territorio attraverso un costante e capillare lavoro di intelligence e dall’altro interventi di sostegno alle regioni ed ai settori meno sviluppati. Di pari passo procede il percorso di allargamento della base elettiva del Federal National Council, parlamento con funzioni consultive, e l’ampliamento dei suoi compiti e delle sue funzioni in risposta ad una crescente sensibilità verso i diritti politici. Le elezioni per il rinnovo dell'FNC si terranno il prossimo ottobre, con una base elettiva sensibilmente accresciuta rispetto alle precedente tornata elettorale. Il permanere di tensioni nella regione mediorientale e le proteste in corso nel mondo arabo non consentono di escludere il rischio di possibili atti di natura terroristica - per loro natura imprevedibili - ai danni di istituzioni occidentali e luoghi pubblici, suscettibili peraltro di verificarsi ormai ovunque. Nondimeno, gli Emirati Arabi Uniti non sono stati fino ad oggi oggetto di alcun atto di terrorismo e sono fortemente attivi per prevenire il fenomeno internamente e per sopprimerlo sulla scena internazionale. Non sono presenti sul territorio, neanche allo stato latente, conflitti etnico-religiosi. Ultimo aggiornamento: 30/07/2015 ^Top^ RELAZIONI INTERNAZIONALI I rapporti con le organizzazioni internazionali, sia politiche che economiche, sono ottimi. Gli EAU sono membri di tutte le principali organizzazioni internazionali e svolgono un ruolo particolarmente attivo nel Consiglio di Cooperazione del Golfo. Il Paese rappresenta inoltre un importante interlocutore dell’Occidente nell’area. A livello bilaterale, gli EAU intrattengono ottime relazioni con i Paesi occidentali, inclusa l’Italia. I rapporti bilaterali con il nostro Paese sono cresciuti stabilmente negli ultimi anni e sono ormai solidi e maturi. Per quanto riguarda l’area MENA, particolarmente profondi sono i rapporti con l’Egitto e con l’Arabia Saudita, mentre restano tesi quelli col vicino Iran, anche a causa della perdurante disputa sugli isolotti contesi di Abu Musa, Greater Tunb e Lesser Tunb. Da segnalare, in campo militare, la partecipazione degli EAU alla Coalizione internazionale a guida USA per il contrasto a Daesh e alla coalizione a guida saudita contro i ribelli Houthi nello Yemen. Ultimo aggiornamento: 30/07/2015 ^Top^ EMIRATI ARABI UNITI 8 OUTLOOK ECONOMICO QUADRO MACROECONOMICO Gli Emirati Arabi Uniti, con la loro posizione geografica strategica al centro delle principali direttrici est-ovest e le abbondanti riserve di combustibili fossili che ne hanno trainato la crescita economica, sono diventati nel breve volgere di mezzo secolo uno stato moderno i cui cittadini godono di un elevato tenore di vita. Il PIL pro-capite è infatti uno dei più alti al mondo. L’economia è aperta e dinamica, soprattutto per merito delle politiche di diversificazione che hanno ridotto l’incidenza delle rendite petrolifere sulla quota del PIL da un 60% nel 1980 all’attuale 35%. Le zone di libero scambio presenti nel Paese (FTZ), con possibilità di proprietà straniera al 100% e totale esenzione fiscale, attirano consistenti capitali esteri. Nel 2009/10 la crisi finanziaria globale, che ha colpito in particolare l’Emirato di Dubai, ha rallentato le prospettive di crescita e ha spinto il Governo da un lato ad esercitare un più stretto controllo sui progetti a capitale pubblico, dall’altro ad aumentare la liquidità nel settore bancario e sostenere la spesa pubblica per favorire la ripresa. A partire dal 2011 l’economia nazionale emiratina ha comunque ripreso a crescere progressivamente. Ulteriori prospettive di crescità ed opportunità di business sono inoltre rappresentate dalla assegnazione a Dubai dell’Expo Universale del 2020, nonchè dai consistenti piani di sviluppo avviati nel settore infrattrutturale (nella produzione di energia, nei trasporti aerei, terrestri e marittimi, e nelle strutture turistiche, ospedaliere, scolastiche e residenziali). A partire dal 2015, segnali contrastanti continuano a caratterizzare l'economia degli EAU, le cui Autorita' si trovano a dover necessariamente adottare misure di austerita' per bilanciare gli effetti negativi ed ormai prolungati dei bassi prezzi degli idrocarburi, evitando pero' che cio' incida sull'immagine di un Paese, scrupolosamente attento a non subire "strappi" nella percezione generalizzata di piattaforma di innovazione, crescita ed opportunita' costanti. A livello federale, i vertici del Paese sono intervenuti sia con un apposito "ritiro ministeriale" dedicato al tema della diversificazione economica, sia con la recente riforma della struttura governativa. Seppur con una certa riluttanza, queste Autorita' hanno anche pubblicamente confermato l'intenzione, invero concordata prima a livello di GCC ma non ancora formalmente ufficializzata, di procedere gradualmente, a partire dal 2018, all'introduzione dell'IVA ad un tasso del 5%, pur specificando che essa non si applichera' ad istruzione, sanita' e beni alimentari primari. A tal proposito, e' da rilevare come l'introduzione dell'IVA fosse stata da tempo raccomanda dal FMI. Dopotutto, gli indicatori economici del Paese testimoniano tassi di crescita del PIL sempre positivi, ma in contrazione (dal +3.1% del 2015 allo stimato 2.6% del 2016, in costante declino in considerazione delle serie storiche del Paese), allorche' il disavanzo di bilancio ha raggiunto il 3-5% del PIL nel 2015 ed e' stimato superare il 7.5% nell'anno corrente: in breve, pur potendo contare su ingenti riserve finanziarie in grado di ammortizzare anche per un decennio un andamento sfavorevole dei prezzi del greggio, il Paese si trova costretto ad incrementare le entrate (soprattutto non petrolifere) e/o a ridurre l'ingente spesa pubblica. La prospettiva economica futura rimane comunque incoraggiante, oltre che dalla diversificazione dell'economia rispetto al settore "oil", anche da: - un consistente sviluppo dei settori infrastrutture, costruzioni e turismo; - un rafforzamento dell'attrazione degli investimenti esteri perseguita attraverso riforme del quadro economico-giuridico del Paese (in particolare, introduzione, pur con alcune limitazioni, della proprieta' immobiliare per stranieri ad Abu Dhabi e a Dubai); - una stabile impostazione della disciplina normativa in materia di imprese (attualmente imperniata sullo schema 49-51% in favore delle imprese locali); - un costo contenuto della manodopera, principalmente proveniente dai Paesi del sub-continente indiano, condizioni fiscali e normative vantaggiose ed un basso costo dell’energia. Ultimo aggiornamento: 14/03/2016 ^Top^ POLITICA ECONOMICA Gli EAU sono Stato membro dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, OMC, dal 10 aprile 1996, e della Greater Arab Free Trade Zone, GAFTA, in vigore dal 1998. Gli EAU hanno accordi commerciali bilaterali con Siria (novembre 2000); Giordania (marzo 2001); Libano (marzo 2002); Marocco (marzo 2002); Iraq (aprile 2002). Il grado di apertura del Paese evidenzia un’elevata propensione dell’economia emiratina ad un regime di libero scambio. In linea generale è infatti liberamente consentito vendere direttamente agli utilizzatori finali, tramite un rivenditore; è possibile inoltre costituire joint ventures o autorizzare una società locale a vendere i propri prodotti con contratti in “franchising”. Secondo la vigente normativa in materia di diritto societario, agli investitori stranieri non è consentito possedere una quota superiore al 49% del capitale sociale (con eccezione delle Free Trade Zones). Al fine di intercettare i capitali stranieri dirottati verso altri mercati a seguito della crisi finanziaria, sono al vaglio alcune proposte legislative tendenti ad eliminare tale vincolo, sebbene ci siano delle opposizioni politiche interne. Va segnalata inoltre una differenza tra gli Emirati di Abu Dhabi e Dubai: quest’ultimo infatti copre l’80% del commercio estero di tutto il Paese nel settore non oil, mentre l’Emirato di Abu Dhabi esporta principalmente idrocarburi. EMIRATI ARABI UNITI 9 Gli Emirati Arabi Uniti sono il terzo produttore di greggio dell'area GCC, sono al settimo posto mondiale per quanto riguarda sia le riserve di greggio e sia di gas naturale con una produzione media giornaliera stimata di circa 2,7 milioni di barili di petrolio nel 2014 (EIU Country Report) ed un obiettivo di 3.5 milioni di barili al giorno nei prossimi anni. Gli EAU hanno concluso con la Corea del Sud uno storico accordo commerciale per la fornitura a Seoul di 1 miliardo di barili di petrolio l’anno in cambio di know-how e servizi per la realizzazione di infrastrutture specie nel settore energetico. Abu Dhabi detiene da solo il 94% delle riserve petrolifere del Paese; mentre si stima che le risorse petrolifere di Dubai, gia' residuali per l'economia dell'emirato, si esauriranno in una decina d'anni. Gli EAU hanno un’imponente massa finanziaria che investono all’estero, di difficile quantificazione. La destinazione degli investimenti si sta diversificando: una crescente quantità di investimenti di portafoglio viene tramutata in investimenti diretti. I principali fondi del Paese sono l'Abu Dhabi Investment Authority (ADIA), l'Investment Corporation of Dubai, la International Petroleum Investment Company (IPIC), la Mubadala Development Company. La ripartizione geografica va modificandosi con crescenti quote dirette all’Asia e all’Africa, specie per l’approvvigionamento di materie prime e per far fronte ai rischi connessi al pericolo di una crisi alimentare. Gli investimenti all’estero sono stimati (fonte Banca Centrale degli EAU ed Economist Intelligence Unit) tra i 500 e gli 800 miliardi di dollari USA (di cui almeno 250/300 gestiti dalla Abu Dhabi Investment Authority, il Fondo Sovrano di Abu Dhabi). A tale gia’ ragguardevole cifra si devono peraltro aggiungere gli investimenti connessi al patrimonio privato dei principali Sceicchi del Paese. Una parte delle nuove societa' straniere continua a stabilirsi nelle Free Zone in ragione delle migliori condizioni offerte (essenzialmente l’assenza di tasse e la possibilita’ di rinunciare al partner locale). Tuttavia, a causa delle procedure di partecipazione alle gare di appalto, che tendono in misura crescente a privilegiare societa’ straniere in joint venture con partners locali, quest’ultima soluzione viene sempre piu’ frequentemente presa in considerazione. Da segnalare che, a partire dallo scorso anno, il Governo di Abu Dhabi ha attuato un ridimensionamento della sua tradizionale politica dei sussidi statali che esentava i cittadini emiratini dal pagamento dei servizi pubblici essenziali (in particolare energia elettrica ed acqua potabile). Ciò ha determinato un sensibile incremento generale dei costi dei suddetti servizi (per gli espatriati anche del 300%) ed un conseguente aumento del livello di inflazione nazionale. Eguale incremento si e' registrato nei prezzi del carburante a seguito della deregolamentazione de facto del mercato interno. Ultimo aggiornamento: 14/03/2016 ^Top^ EMIRATI ARABI UNITI 10 INDICATORI MACROECONOMICI 2011 2012 2013 2014 2015 2016 PIL Nominale (mln €) 257 283 298 307,5 341 360 Variazione del PIL reale (%) 3,9 4,4 4,3 4,6 3,2 3,4 Popolazione (mln) 7,1 7,5 7,9 8,4 8,9 9,3 PIL pro-capite a parita di potere d'acquisto ( $) 55 55 55 69,07 67,88 67,97 Disoccupazione (%) 4 5 5 0 0 0 Debito pubblico (% PIL) -84 -85 -93 45,4 51,4 51,6 Inflazione (%) 0,9 0,7 3 2,3 3,2 2,7 9 14 10 0 0 0 Variazione del volume delle importazioni di beni e servizi (%) Fonte: Elaborazioni Ambasciata d'Italia su dati EIU e IMF. Ultimo aggiornamento: 09/07/2015 ^Top^ TASSO DI CAMBIO Controlla il cambio giornaliero sul sito di Banca d'Italia EMIRATI ARABI UNITI 11 BILANCIA COMMERCIALE EMIRATI ARABI UNITI 12 OSSERVAZIONI EMIRATI ARABI UNITI 13 SALDI E RISERVE INTERNAZIONALI 2012 2013 2014 94,5 88,1 118,43 Saldo dei Servizi (mln. €) -36 -39,8 -45,97 Saldo dei Redditi (mln. €) 297 1,44 251,61 Saldo dei Trasferimenti correnti (mln. €) -9,6 -10,2 -18,36 49 39,1 54,35 34,6 45,7 70,98 Saldo commerciale (Exp. - Imp.) (mln. €) Saldo delle partite correnti (mln. €) Riserve internazionali (mln. €) Fonte: Elaborazioni Ambasciata d'Italia su dati EIU. Ultimo aggiornamento: 14/07/2015 ^Top^ EMIRATI ARABI UNITI 14 INVESTIMENTI - STOCK EMIRATI ARABI UNITI 15 OSSERVAZIONI EMIRATI ARABI UNITI 16 INVESTIMENTI - FLUSSI EMIRATI ARABI UNITI 17 OSSERVAZIONI EMIRATI ARABI UNITI 18 MATERIE PRIME MATERIE PRIME Materia Unità 2010 2011 2012 2013 gas naturale metri cubi annui 51000000 51000000 0 0 petrolio greggio barili/giorno 2,3 2,5 2,6 2,65 EMIRATI ARABI UNITI 19 BARRIERE TARIFFARIE E NON TARIFFARIE Market Access Database della Commissione Europea EMIRATI ARABI UNITI 20 COMPETITIVITA' E BUSINESS ENVIRONMENT INDICI DI GLOBAL COMPETITIVENESS E LIBERTÀ ECONOMICA 2013 Val (0 - 100) GCI Pos. 148 paesi 5,1 2014 Val (0 - 100) Pos. 144 paesi 2015 Val (0 - 100) Pos. 140 paesi 19 5,3 12 5,2 17 Sub indici Requisiti di base (20 %) 6 4 6,2 2 6,2 4 Istituzioni (25%) 5,6 11 5,7 7 5,7 9 Infrastrutture (25%) 6,2 5 6,3 3 6,3 4 Ambiente macroeconomico (25%) 6,4 7 6,6 5 6,5 7 Salute e Istruzione Primaria (25%) 6 49 6,2 38 6,2 38 Fattori stimolatori dell'efficienza (50 %) 5 20 5,2 14 5,1 17 Alta Istruzione e Formazione professionale (17%) 4,9 35 5,9 6 5 37 Efficienza del mercato dei beni (17%) 5,4 4 5,6 3 5,6 3 Efficienza del mercato del lavoro (17%) 5,2 9 5,1 8 5,1 11 Sviluppo del mercato finanziario (17%) 4,8 24 4,9 17 4,7 20 Diffusione delle tecnologie (17%) 5,2 28 5,5 24 5,4 30 Dimensione del mercato (17%) 4,4 44 4,4 46 4,9 31 Fattori di innovazione e sofisticazione (30 %) 4,7 24 4,8 21 4,8 21 Sviluppo del tessuto produttivo (50%) 5,1 16 5,3 14 5,3 15 Innovazione (50%) 4,2 28 4,4 24 4,4 26 Note: La percentuale tra parentesi indica il peso della voce nella composizione dell’indice / sub indice. Ultimo aggiornamento: 18/01/2016 ^Top^ 2013 Val (0 - 100) Indice di Liberta Economica 71,1 Pos. 184 paesi 28 2014 Val (0 - 100) 71,4 Pos. 186 paesi 28 2015 Val (0 - 100) 72,4 Pos. 186 paesi 25 Ultimo aggiornamento: 18/01/2016 ^Top^ EMIRATI ARABI UNITI 21 INDICI DI APERTURA AL COMMERCIO INTERNAZIONALE 2010 Val (0 - 7) ETI Pos. 132 paesi 2012 Val (0 - 7) Pos. 132 paesi 5,1 16 5,1 19 Accesso al mercato (25%) 3,8 81 3,7 102 Accesso al mercato interno ed esterno (100%) 3,8 81 3,7 102 Amministrazione doganale (25%) 5,7 12 5,7 11 Efficienza dell'amministrazione doganale (33%) 5,7 12 5,6 17 6 9 6 7 Trasparenza dell'amministrazione di frontiera (33%) 5,4 21 5,6 20 Infrastrutture di trasporto e di comunicazione (25%) 5,1 22 5,3 18 Disponibilita e qualita delle infrastrutture di trasporto (33%) 6,1 4 5,8 11 Disponibilita e qualita dei servizi di trasporto (33%) 4,5 29 4,7 22 Disponibilita ed utilizzo dell'ICT (33%) 4,5 30 5,4 26 Contesto business (25%) 5,8 9 5,6 12 Regolamentazione (50%) 5,2 13 5 16 Sicurezza (50%) 6,4 4 6,2 5 Sub indici Efficienza delle procedure di import e export (33%) Fonte: Elaborazioni Ambasciata d'Italia su dati World Economic Forum – Enabling Trade Index. Note: La percentuale tra parentesi indica il peso della voce nella composizione dell’indice / sub indice. Ultimo aggiornamento: 28/01/2014 ^Top^ 2010 Valore (%) Peso % del commercio sul PIL 2012 Valore (%) 17,08 18,57 Fonte: Elaborazione Ambasciata d'Italia su dati EIU. Ultimo aggiornamento: 28/01/2014 ^Top^ OSSERVAZIONI Il grado di apertura del Paese evidenzia un’elevata propensione dell’economia emiratina ad un regime di libero scambio. In linea generale è infatti liberamente consentito vendere direttamente agli utilizzatori finali, tramite un rivenditore; è possibile inoltre costituire joint ventures o autorizzare una società locale a vendere i propri prodotti con contratti in “franchising”. Secondo la vigente normativa in materia di diritto societario, agli investitori stranieri non è consentito possedere una quota superiore al 49% del capitale sociale (con eccezione delle Free Trade Zones). Al fine di intercettare i capitali stranieri dirottati verso altri mercati a seguito della crisi finanziaria, sono al vaglio alcune proposte legislative tendenti ad eliminare tale vincolo, sebbene ci siano delle opposizioni politiche interne. I dati piu’ recenti riguardo alla bilancia commerciale riportano un surplus nel 2013 di 53,1 miliardi di dollari USA, mentre le previsioni per il 2014 fanno diminuire il surplus a 45 miliardi di dollari USA (fonte EIU). Componenti principali di tale surplus sono l’export di prodotti petroliferi (soprattutto verso Giappone; Taiwan e altri Paesi del Sud-Est asiatico), e le riesportazioni (gli EAU sono un centro di riesportazioni soprattutto verso India, Iran e Iraq). Va segnalata inoltre una differenza tra gli Emirati di Abu Dhabi e Dubai: quest’ultimo infatti copre l’80% del commercio estero di tutto il Paese nel settore non oil, mentre l’Emirato di Abu Dhabi esporta principalmente idrocarburi. Ultimo aggiornamento: 28/01/2014 ^Top^ EMIRATI ARABI UNITI 22 FATTORI MAGGIORMENTE PROBLEMATICI PER FARE BUSINESS 2013 / 2014 2014 / 2015 2015 / 2016 19,1 13,9 13,9 Aliquote fiscali 1,6 0,6 0,6 Burocrazia statale inefficiente 6,7 4,7 4,7 Scarsa salute pubblica 0,8 1,7 1,7 Corruzione 1,4 2,1 2,1 Crimine e Furti 0,2 2 2 Scarsa etica del lavoro della forza lavoro locale 6,1 7,9 7,9 14,4 Accesso al finanziamento Forza lavoro non adeguatamente istruita 16,4 14,4 Inadeguatezza dell'offerta di infrastrutture 3,2 2,6 2,6 Inflazione 7,7 15,2 15,2 Instabilita delle politiche 6,5 4,4 4,4 Instabilita del governo/colpi di stato 0,7 2 2 19,2 19,9 19,9 Normative fiscali 0,7 1,4 1,4 Regolamenti sulla valuta estera 4,1 2,2 2,2 Insufficiente capacita di innovare 5,7 5 5 Normative del lavoro restrittive Ultimo aggiornamento: 18/01/2016 ^Top^ EMIRATI ARABI UNITI 23 BUSINESS COST Unita 2011 2012 2014 Remunerazione totale media per Capi Funzione/Capi Divisione di una multinazionale o Chief Executive in organizzazioni medio-grandi. € per anno 167.500 0 180.000 Remunerazione totale media per manager al di sotto dei Capi Funzione nelle multinazionali, o che riportano al CEO nelle organizzazioni medio-grandi, o Chief Executive in organizzazioni piccole. € per anno 100.000 0 120.000 Remunerazione totale media per personale vendite senior con competenze gestionali o regionali. € per anno 67.500 0 105.000 Remunerazione totale media per posizioni di supervisione e junior management con predominanza della responsabilita di staff. € per anno 52.000 0 75.000 Remunerazione totale media per account manager e staff vendite senza competenze gestionali o regionali. € per anno 25.000 0 45.000 Remunerazione totale media per personale impiegatizio, amministrativo e di segreteria senza o con ridotte responsabilita di supervisione. € per anno 16.000 0 30.000 Remunerazione totale media per operai, receptionist, centralinisti e dattilografi supervisionati da posizioni senior. € per anno 10.000 0 15.000 Affitto per ufficio centrale in uno dei principali distretti industriali. Prezzo medio per m2 per anno. € per m2 per anno 270 0 37,5 Affitto di un deposito. Prezzo medio per m2 per anno. € per m2 per anno 24 0 0 Acqua per uso industriale /commerciale. € per m3 1 0 1,15 € per linea/mese 200 0 200 Sottoscrizione telefonica standard mensile per uso commerciale di una linea telefonica. Fonte: Elaborazioni Camera di Commercio Italiana negli E.A.U. su dati EIU, dati DEWA, dati HAYS. * l'aliquota fiscale corporate media è pari allo 0%, ad eccezione per le compagnie operanti nell'industria Gas e petrolio, le quali sono soggette ad un'aliquota fiscale del 50%, e per le banche straniere, soggette al 20% di aliquota sui profitti. Ultimo aggiornamento: 16/07/2015 ^Top^ EMIRATI ARABI UNITI 24 INDICE DOING BUSINESS 2015 Val (0 - 7) Pos. 189 paesi Posizione nel ranking complessivo 32 Avvio Attivita (Posizione nel ranking) 57 Procedure - numero (25%) 6 Tempo - giorni (25%) Costo - % reddito procapite (25%) 2016 Val (0 - 7) Pos. 189 paesi 31 60 6 8 8 6,3 6,2 Permessi di costruzione (Posizione nel ranking) 3 Procedure - numero (33,3%) Tempo - giorni (33,3%) Costo - % reddito procapite (33,3%) 2 9 8 43,5 43,5 0,2 Accesso all'elettricita (Posizione nel ranking) 0,2 4 Procedure - numero (33,3%) 3 Tempo - giorni (33,3%) Costo - % reddito procapite (33,3%) 4 3 35 32 24,2 23,5 Registrazione della proprieta (Posizione nel ranking) 10 Procedure - numero (33,3%) Tempo - giorni (33,3%) Costo - % valore della proprieta (33,3%) 10 2 2 2 1,5 0,2 Accesso al credito (Posizione nel ranking) 0,2 90 Indice di completezza delle informazioni sul credito (0 min - 8 max) (37,5%) 2 Indice di forza dei diritti legali (0 min - 12 max) (62,5%) 7 Protezione degli investitori (Posizione nel ranking) 97 2 7 64 Indice di disclosure (0 min - 10 max) (33,3%) 49 10 10 Indice di responsabilita dell'amministratore (0 min - 10 max) (33,3%) 9 9 Indice dei poteri dello shareholder in caso di azione giudiziaria (0 min - 10 max) (33,3%) 3 3 Tasse (Posizione nel ranking) 1 Pagamenti annuali - numero (33,3%) Tempo - ore annuali per gestire le attivita connesse ai pagamenti (33,3%) 1 4 4 12 12 Procedure di commercio (Posizione nel ranking) 100 101 Adempimenti doganali per esportare - tempo (ore) 38 38 Adempimenti doganali per esportare - costo (USD) 650 650 6 6 178 178 Preparazione dei documenti neccessari per esportare - tempo (ore) Preparazione dei documenti neccessari per esportare - costo (USD) Adempimenti doganali per importare - tempo (ore) 72 72 Adempimenti doganali per importare - costo (USD) 678 678 37 37 283 283 Preparazione dei documenti neccessari per imporatare - tempo (ore) Preparazione dei documenti neccessari per importare - costo (USD) Rispetto dei contratti (Posizione nel ranking) 27 18 Risolvere una controversia - giorni (33,3%) 524 495 Costi - % del risarcimento (33,3%) 19,5 19,5 Indice di qualità dei processi giudiziari (0-18) (33,3%) 12 Soluzione delle insolvenze (Posizione nel ranking) 13 90 91 Fonte: Elaborazioni Ambasciata d'Italia su dati Banca Mondiale, indice Doing Business. Note: I dati riportati sono quelli pubblicati nell’anno di riferimento. Per ogni aspetto metodologico, consultare www.doingbusiness.org/methodology. Ultimo aggiornamento: 24/01/2016 ^Top^ EMIRATI ARABI UNITI 25 EMIRATI ARABI UNITI 26 ACCESSO AL CREDITO ACCESSO AL CREDITO Il sistema bancario e quello dei servizi finanziari negli EAU hanno fatto significativi progressi nei recenti anni, grazie all’attività di regolamentazione e controllo della Banca Centrale. La legge bancaria emiratina riconosce ed individua 5 categorie di soggetti abilitati all’attività creditizia: Banche Commerciali; Banche d’Investimento; Istituti finanziari; Intermediari finanziari; Intermediari monetari. Negli EAU operano 23 Banche nazionali e 29 banche straniere. Tra queste sono presenti Intesa San Paolo, che ha una ufficio di rappresentanza a Dubai ed e' in procinto di inaugurare ad Abu Dhabi una Branch operativa per servizi "wholesale", UniCredit con un ufficio di rappresentanza ad Abu Dhabi, BNP, presente con un Italian Desk a Dubai e infine, da maggio 2015, Ubi Banca. Aprire e gestire un conto corrente negli Emirati è molto semplice, purché si possegga un visto di residenza. I finanziamenti a lungo termine (per casa, auto, e a titolo personale) sono disponibili e non è particolarmente difficile accedervi, nonostante vengano erogati su base selettiva. Le banche operano una distinzione tra clienti con nazionalità emiratina e residenti di altre nazionalità. Per questi ultimi infatti, i criteri da rispettare per avere accesso ai prestiti appaiono un po’ più stringenti. Il minimo stipendio richiesto per alcuni prestiti personali è di 5.000 AED mensili; al contrario, per ricevere un prestito per l’acquisto di un immobile, è possibile sia necessario uno stipendio minimo di 15.000 AED. Più recentemente, sono stati introdotti per le imprese anche i servizi di factoring e leasing tecnico e immobiliare. Per le aziende locali in cerca di finanziamenti industriali l’Emirates Industrial Bank, creata dal Governo Federale, ha lo scopo di affiancarle ed agevolarle, per favorire lo sviluppo del settore privato. Il settore bancario degli EAU ha registrato un’attività particolarmente positiva nel 2014 e un trend positivo sembra potersi riconfermare anche per il 2015. Misurando gli asset aggregati delle banche si può notare un incremento dell’attività bancaria del 15 % alla fine del 2014. Nonostante quest’ultimo dato, le cautele per il 2015 possono essere spiegate alla luce del calo del prezzo del greggio, cui potrebbe essere imputato un futuro rallentamento dell’economia. Dopo la crescita del 4.5% del PIL sperimentata nel 2014, le previsioni per il 2015 stimano un aumento del PIL del 3.5%. La performance macroeconomica del Paese, ancora positiva, potrebbe subire dunque un peggiormento per l’anno corrente e il settore bancario risentirne, modificando la propria propensione alla concessione del credito. Il sistema bancario emiratino è comunque sano, in transizione verso il recepimento di Basilea III e dotato di misure macroprudenziali per il management del rischio nel peculiare mercato del real estate. Inoltre, l’attività creditizia si è completamente ripresa dal biennio 2009/10, senza ritornare ai ritmi di crescita che hanno caratterizzato gli anni precedenti alla crisi finanziaria ed alla crisi del debito di Dubai. Ciò perchè le banche appaiono particolarmente attente a non intraprendere investimenti rischiosi, ad avere specifici accorgimenti nell’erogazione di crediti nel settore immobiliare e continuano ad essere caute nell’emissione di nuovi prestiti. Nonostante i dovuti accorgimenti, la crescita dell’attivita’ creditizia per il 2014 si è attestata ad un 8% annuo, mentre l’incremento previsto per il 2015 si misura intorno al 7%. Dai primi anni della ripresa, l’incremento dell’attività creditizia è stato caratterizzato dalla concessione di prestiti quasi esclusivamente al settore pubblico (infrastrutture) e ai settori strategici dell’economia nazionale (petrolio, acciaio). Da qualche anno a questa parte, in linea con la strategia di diversificazione economica e aumento della competitività del sistema Paese, le politiche di sviluppo del settore privato hanno portato le banche a facilitare i prestiti verso le PMI, i cui finanziamenti ad oggi costituiscono solo poco meno del 5% dei finanziamenti totali erogati. Sono inoltre sempre più in crescita le iniziative industriali e pubbliche finanziate con emissioni a lungo termine di titoli obbligazionari (Sukuk) regolati dalla Finanza Islamica. Dopo aver attraversato un periodo di risanamento dei bilanci, le banche del Paese hanno migliorato i propri asset e ridotto i cosiddetti NPL (Non Performing Loans). Ultimo aggiornamento: 02/09/2015 ^Top^ EMIRATI ARABI UNITI 27 RISCHI RISCHI POLITICI Vicinanza geografica all'’Iran Instabilita' interna Nessuna ulteriore segnalazione Un'eventuale ripresa delle tensioni tra l'Iran e la comunita’ internazionale, specie in relazione al programma nucleare, potrebbe avere ripercussioni sugli EAU, anche per il tramite di una chiusura dello Stretto di Hormuz con conseguente interruzione dei traffici marittimi. Uno scenario quest’'ultimo che gli E.A.U. hanno però già scongiurato grazie all’inaugurazione dell’'oleodotto Habshan-Fujairah che, collegando Golfo Persico e Oceano Indiano, permette di trasportare direttamente il greggio via terra verso i terminali di esportazione. Vicinanza geografica all'’Iran Sono costantemente mantenute le attivita' preventive e repressive finalizzate a contenere i rischi legati alle attivita' di cellule fondamentaliste o di gruppi vicini alla Fratellanza Musulmana. Tali fenomeni pur non rappresentando in questa specifica fase una minaccia per la sicurezza del Paese potrebbero in futuro costituire un punto di debolezza per la stabilita' del Paese. Instabilita' interna Nessuna ulteriore segnalazione Non ci sono ulteriori rischi politici da segnalare. Ultimo aggiornamento: 14/07/2015 ^Top^ EMIRATI ARABI UNITI 28 RISCHI ECONOMICI Rischio sovrano Rischio privato Rischio bancario Rischio immobiliare A livello di Governo federale il rischio sovrano non si presenta come un elemento di particolare allarme. A livello locale a fronte di una maggiore solidita' dell'Emirato di Abu Dhabi, sara' tuttavia opportuno monitorare la situazione del debito pubblico di Dubai. Quest'ultimo Emirato, seppur in forte ripresa economica a seguito della crisi del 2008 non ha ridotto in questi ultimi anni la propria esposizione che resta superiore al 100% del PIL e non e' ancora riuscito ad ottenere accordi di rinegoziazione del debito con tutti i creditori istituzionali. Rischio sovrano Rischio privato apertura senza condizioni Rischio bancario apertura senza condizioni I dati pubblicati dal governo di Dubai mostrano segnali di stabilizzazione e in alcuni casi di ripresa del mercato del real estate a partire dal 2012. In ripresa sono soprattutto gli immobili di prestigio e gli spazi commerciali in cui convergono i capitali provenienti dal Pakistan, Iran, siria ed Egitto in cerca di rifugio rispettivamente dalla svalutazione della rupia e dalle sanzioni internazionali. Le prospettive del real estate sono incoraggianti e favorite da una stabilità politica e dal regime di cambio agganciato al dollaro, che pone il settore al riparo dalla crisi dell’'eurozona. Rischio immobiliare Ultimo aggiornamento: 14/07/2015 ^Top^ RISCHI OPERATIVI Contesto generale La controparte locale La costituzione di una societa' Consigli pratici Non sussistono difficolta' di fondo per operare negli Emirati, sia in caso di presenza stabile in loco, sia in caso di collaborazioni temporanee. Tuttavia e' sempre bene tener presente che gli EAU - per quanto abbiano adottato modelli di vita vicini a quelli occidentali - rimangono un Paese di cultura araba e di religione islamica. E' dunque opportuno che i comportamenti siano adeguati e rispettosi dei valori locali, nella vita sociale, cosi' come nei rapporti di affari. Contesto generale E' importante ricordare che l'attivita' di distribuzione e' ricompresa fra quelle che caratterizzano l'operato di un agente; di conseguenza, affidare ad una controparte locale, attraverso contratto, l'incarico di distributore, equivale ad affidargli l'incarico di agente esclusivo. E' sempre bene effettuare una verifica sull'affidabilita' e solvibilita' della controparte e utilizzare lo strumento della lettera di credito. La controparte locale La societa' a responsabilita' limitata e' una opzione per le attivita' commerciali con un livello cospicuo di fatturato e/o un raggio operativo ampio, potendosi avvantaggiare di quanto gli E.A.U. possono offrire in termini di infrastrutture, servizi e contatti come principale centro commerciale dell'area del Golfo Arabico.Tuttavia la maggioranza della societa', 51%, deve essere detenuta da persone fisiche o giuridiche locali. In alternativa, la societa' straniera potra' aprire un'attivita' senza bisogno dello sponsor in una zona franca. Attualmente sono 38 le zone franche negli EAU. La costituzione di una societa' E' preferibile trovare una controparte locale di natura societaria; rapporti con quei personaggi di apparente grande spicco (presentati come sceicchi), ma senza competenza commerciale od imprenditoriale propria e diretta, possono dare un facile successo, se concreti nelle loro intenzioni, ma essere anche pericolosi, in caso sorgano controversie. Va rammentato, infatti, che il foro competente e’ sempre quello locale, in quanto non e’ riconosciuta, di fatto, la giurisdizione straniera. Consigli pratici EMIRATI ARABI UNITI 29 Ultimo aggiornamento: 12/07/2015 ^Top^ EMIRATI ARABI UNITI 30 RAPPORTI CON L'ITALIA OVERVIEW Gli EAU si confermano il principale mercato di sbocco delle esportazioni italiane nellarea MENA. L'Italia si posiziona al settimo posto in assoluto tra i paesi fornitori degli EAU e terzo tra i partners europei. Nel 2015 l'interscambio Italia-EAU ha confermato l’andamento molto positivo registrato durante tutto l’anno appena trascorso, durante il quale diversi sono stati i record segnati, a testimonianza della felice stagione delle relazioni bilaterali tra i due Paesi e degli effetti positivi del basso valore dell’Euro rispetto alla valuta locale, da oltre un ventennio ancorata a tasso fisso al Dollaro USA. Di record si è trattato, infatti, non solo per il nostro export, che ha superato quota 6 mld. Euro (circa 6.19 mld.), ma anche per l’interscambio totale (oltre 7 mld. euro) e per il surplus della bilancia commerciale (oltre 5.3 mld. euro). Scendendo nello specifico delle varie voci, è stata importante innanzitutto la ripresa massiccia del nostro export, che ha segnato un +16,4% rispetto al 2014, dopo la relativa flessione del biennio precedente (-0.3% nel 2013 e -3.5% nel 2014). Pur segnando un calo dell’11%, il comparto orafo e della bigiotteria si è confermato quale principale contributo singolo delle nostre esportazioni in questo Paese (con un valore di oltre 1 mld. euro), pur superato, in aggregato, dal comparto dei macchinari, vicino agli 1,2 mld. euro. Interessante registrare anche il terzo posto raggiunto dai raffinati del petrolio, in crescita del 30% rispetto al 2014. Ritornando sul comparto dell’oreficeria, il calo del 2015, che si associa a quello, invero marginale, del 2014, potrebbe essere ascritto agli effetti combinati della forte accumulazione di scorte, registratasi in particolare nel 2011 e 2012, della relativa crisi del commercio al dettaglio derivante alla contrazione dei flussi turistici provenienti in particolare da Fed. Russa e Cina, nonché della perdita, almeno temporanea, per i rivenditori EAU di importanti mercati mediorientali o nordafricani, segnati da conflitti o profonde tensioni socioeconomiche. Passando alle importazioni, esse hanno confermato nel 2015 il loro andamento erratico e difficilmente prevedibile: cresciute del 91% nel 2011, sono scese del 24% nel 2012, per poi quasi raddoppiare nel 2013 (+99.6%), dimezzarsi nel 2014 (52%) e segnare un +35.5% nell’anno appena trascorso, pari ad un valore complessivo di oltre 850 mil. Euro, dovuto essenzialmente al comparto dei prodotti raffinati del petrolio (331 mil. Euro = +316,2%). In termini assoluti, nel 2015 EAU si sono collocati al quindicesimo posto fra i Paesi di sbocco dell'export italiano, dietro la Romania ma superando Hong Kong e Giappone, con un’incidenza dell’1,5% sul totale delle vendite italiane all’estero (era stato l’1,4% nel 2014). La presenza imprenditoriale italiana negli Emirati Arabi Uniti è altamente qualificata ed è rappresentata da ben oltre 500 aziende tra unità con propria filiale e molte altre che operano tramite agenti locali. Il potenziale per le produzioni ed i servizi italiani sul mercato potrà nel medio termine beneficiare della presenza nel Paese di un elevato reddito pro-capite e di una ricchezza petrolifera che durerà almeno per i prossimi 100 anni. Di fatto gli Emirati Arabi Uniti rappresentano una delle più dinamiche realtà dell’intera regione, con una crescita economica che è stata particolarmente intensa nel periodo compreso fra il 2005 e il 2008, per poi rallentare a partire dalla fine del 2008 - in coincidenza con la fase di recessione della crisi debitoria della holding pubblica Dubai World - ed infine riprendere dal 2013. Il mantenimento di un’adeguata porzione di mercato richiede tuttavia azioni promozionali mirate contro una concorrenza sempre più competitiva, che identifica negli Emirati un mercato privilegiato, ed un mirato coordinamento delle imprese (in particolare piccole e medie) italiane anche “a valle”, oltre che “a monte” (ad esempio attraverso la formazione di consorzi), al fine di presentare offerte mirate per meglio sfruttare, attraverso un approccio selettivo volto ad evidenziare l’unicità’ e la differenziazione del prodotto italiano, le opportunità offerte dai grandi progetti di sviluppo, in particolare nei settori infrastrutture e costruzioni. Grandi opportunita' di business potranno essere colte sul percorso verso l'EXPO di Dubai del 2020. Ultimo aggiornamento: 14/03/2016 ^Top^ EMIRATI ARABI UNITI 31 SCAMBI COMMERCIALI EXPORT ITALIANO VERSO IL PAESE: EMIRATI ARABI UNITI Export italiano verso il paese: EMIRATI ARABI UNITI 2013 Totale 2014 5.507,76 mln. € 5.334,67 mln. € 2015 6.192,85 mln. € Merci (mln. €) gen-feb 2015 916,25 mln. € 839,33 mln. € 2014 2015 90,71 91,39 121,87 Prodotti delle miniere e delle cave 4,73 8,35 9,14 Prodotti alimentari 4,73 137,48 175,73 26,41 Prodotti dell'agricoltura, pesca e silvicoltura Bevande 2013 gen-feb 2016 19,5 23,49 42,57 44,16 49 192,08 195,94 180,94 Articoli in pelle (escluso abbigliamento) e simili 181,8 203,12 221,98 Legno e prodotti in legno e sugheri (esclusi i mobili); articoli in paglia e materiali da intreccio 20,43 24,75 25,51 Carta e prodotti in carta 47,97 52,01 70,55 Coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio 292,79 282,97 365,26 Prodotti chimici 292,65 Prodotti tessili Articoli di abbigliamento (anche in pelle e in pelliccia) 236,05 257,54 Prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici 44,33 49,5 51,39 Articoli in gomma e materie plastiche 86,19 95,58 104,02 Altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi 119,44 128,26 162,55 Prodotti della metallurgia 241,62 209,84 186,29 Prodotti in metallo, esclusi macchinari e attrezzature 323,59 216,98 181,71 Computer e prodotti di elettronica e ottica; apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi 294,74 254,49 388,67 313,5 298,75 413,76 Apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche Macchinari e apparecchiature 942,59 Autoveicoli, rimorchi e semirimorchi 148,76 207,08 224,57 221,7 108,35 234,31 152,57 162,39 231,56 Altri mezzi di trasporto (navi e imbarcazioni, locomotive e materiale rotabile, aeromobili e veicoli spaziali, mezzi militari) Mobili Prodotti delle altre industrie manufatturiere 951,5 1.266,44 1.355,76 1.318,3 1.196,17 Altri prodotti e attività 7,9 Elaborazioni Ambasciata d’Italia su dati Agenzia ICE di fonte ISTAT. Elaborazioni Ambasciata d’Italia su dati Agenzia ICE di fonte ISTAT. EMIRATI ARABI UNITI 32 8,07 6,91 IMPORT ITALIANO DAL PAESE: EMIRATI ARABI UNITI Import italiano dal paese: EMIRATI ARABI UNITI 2013 Totale 2014 1.299,28 mln. € 627,52 mln. € 2015 850,79 mln. € gen 2015 gen-feb 2016 119,35 mln. € Merci (mln. €) Prodotti delle miniere e delle cave 2013 96,98 mln. € 2014 201,97 104,03 2015 22,24 Prodotti alimentari 6,43 3,4 1,08 Prodotti tessili 4,68 3,2 1,85 Articoli di abbigliamento (anche in pelle e in pelliccia) 1,57 2,56 2,89 Articoli in pelle (escluso abbigliamento) e simili 4,47 7,83 6,21 132,71 79,64 331,49 Coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio Prodotti chimici Articoli in gomma e materie plastiche Altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi Prodotti della metallurgia 3,78 5,79 20,09 40,48 42,81 18,56 9,52 12,45 14,23 210,47 247,92 210,1 Prodotti in metallo, esclusi macchinari e attrezzature 35,11 31,5 32,5 Computer e prodotti di elettronica e ottica; apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi 15,47 20,42 8,38 4,69 3,21 4,89 32,22 19,08 21,19 Apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche Macchinari e apparecchiature Autoveicoli, rimorchi e semirimorchi Altri mezzi di trasporto (navi e imbarcazioni, locomotive e materiale rotabile, aeromobili e veicoli spaziali, mezzi militari) Prodotti delle altre industrie manufatturiere Altri prodotti e attività Elaborazioni Ambasciata d’Italia su dati Agenzia ICE di fonte ISTAT. Elaborazioni Ambasciata d’Italia su dati Agenzia ICE di fonte ISTAT. OSSERVAZIONI EMIRATI ARABI UNITI 33 2,64 1,46 2,12 576,62 1,36 112,05 4,96 13,71 14,17 13,19 25 24,49 INVESTIMENTI CON L'ITALIA - STOCK EMIRATI ARABI UNITI 34 OSSERVAZIONI EMIRATI ARABI UNITI 35 INVESTIMENTI CON L'ITALIA - FLUSSI EMIRATI ARABI UNITI 36 OSSERVAZIONI La disponibilità di dati sui flussi di investimento esteri effettuati dagli EAU risulta molto limitata e, anche facendo riferimento alle statistiche dei principali organismi internazionali specializzati (EIU, Unctad, UNcomtrad, ecc.), è assi difficile reperire dati aggiornati per paese di destinazione. Per quanto in particolare riguarda l'Italia, merita comunque essere segnalato che a partire dallo scorso anno si e’ registrato un rinnovato interesse da parte degli EAU per le opportunita’ di investimento offerte dal nostro Paese. Si ricordano in tale ambito le più significative operazioni di acquisizione recentemente effettuate in Italia: la compagnia di bandiera di Abu Dhabi Etihad Airways, ha acquisito il controllo del 49% di Alitalia (con un investimento di ca. 560 milioni di Euro); il fondo di investimento di Abu Dhabi Mubadala, ha acquisito il controllo di Piaggio Aero (ca. 100 milioni di Euro); una società di investimento e sviluppo italiana, il cui principale azionista è l'emiratino Hamed Al Ahmed, ha acquisito il controllo del complesso turistico-congressuale di Perla Ionica (Acireale), attualmente in fase di radicale ristrutturazione (con un investimento complessivo di ca. 140 milioni di Euro). A seguito della positiva conclusione della trattativa Alitalia-Etihad, i Fondi Sovrani degli EAU hanno iniziato a manifestare un rinnovato interesse per le opportunita' di investimento offerte dall'Italia nei settori finanziario, infrastrutturale ed immobiliare. EMIRATI ARABI UNITI 37 FLUSSI TURISTICI La domanda turistica emiratina, seppur limitata ad una popolazione di circa 8 milioni e mezzo di abitanti, è però caratterizzata da una clientela di lusso, con un livello culturale medio alto ed una sempre crescente propensione a viaggiare. Gli EAU hanno puntato sulla costruzione di una solida rete infrastrutturale, prerogativa fondamentale per lo sviluppo economico di un Paese. L’aeroporto internazionale di Dubai è ormai da tempo diventato uno degli hub principali al mondo, grazie alla posizione strategica a cavallo tra Oriente e Occidente e a delle strutture logistiche e infrastrutturali all’avanguardia. E’ quindi possibile raggiungere Dubai (facendo uno scalo) per mezzo di tutte le principali compagnie aeree mondiali. Il Dubai International Airport, che accoglie 145 compagnie con 260 destinazioni in sei continenti. Classificato come primo aeroporto piu’ trafficato al mondo, nel 2014 ha segnato un numero di oltre 70 milioni di passeggeri. Si stima per 2020 un flusso di 98 milioni di passeggeri. l’Abu Dhabi International Airport, il quale, con il transito di 52 compagnie aeree che raggiungono 93 destinazioni in tutto il mondo, ha registrato nel 2014 un traffico di 20 milioni di passeggeri (in aumento del 20% rispetto al 2013); L’Al Maktoum International Airport di Dubai (il secondo aeroporto internazionale della citta’), situato nella zona di Jebel Aliha aperto le porte ai passeggeri il 27 ottobre del 2013. Nel corso del 2014 il traffico passeggeri ha superato il milione – un numero destinato ad aumentare grazie all’atteso incremento del numero di compagnie aree ivi operanti (la low-cost flydubai dovrebbe spostarvi tutte le sue operazioni nel 2016/2017). L’Al Maktoum International Airport dovrebbe divenire il piu’ grande aeroporto del mondo per numero di passeggeri (160 milioni all’anno) e volume di merci (12 milioni di tonnellate). E’ inoltre in fase di realizzazione nel nuovo Aeroporto di Abu Dhabi il Midifield Terminal che, una volta terminato nel 2017, sara' in grado di gestire il transito di 30-40 milioni di passeggeri l'anno, I risultati ottenuti dall’Italia come meta del turismo emiratino sono principalmente da ricercarsi nel settore economico-commerciale. Ne è conferma il fatto che, se effettivamente vi è stato un aumento di passeggeri emiratini verso il nostro paese, si tratta comunque di un turismo essenzialmente focalizzato sul business. Le principali destinazioni del nostro paese continuano ad essere quelle più industrializzate ed economicamente sviluppate, dove risiede l’enclave degli affari oltre allo shopping di lusso. Vengono prediletti i grandi centri urbani, con hotel a 5 stelle, un alto livello nell’efficienza dei servizi oltre ad un uso comune della lingua inglese che facilita il loro ambientamento. Altre mete di grande attrazione sono le strutture alberghiere di lusso su campi da golf, piuttosto che zone termali con SPA modernamente attrezzate per la cura della bellezza. Ultimo aggiornamento: 14/07/2015 ^Top^ EMIRATI ARABI UNITI 38