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Rapporto EMIRATI ARABI UNITI - infoMercatiEsteri

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Rapporto EMIRATI ARABI UNITI - infoMercatiEsteri
EMIRATI ARABI UNITI
A cura di:
Ambasciata d'Italia - EMIRATI ARABI UNITI
Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese
[email protected]
Con la collaborazione di:
Agenzia per la promozione all'estero e
l'internazionalizzazione delle imprese italiane - ICE
Camere di Commercio italiane all'estero
www.infomercatiesteri.it
INDICE
PERCHE'
Perchè EMIRATI ARABI UNITI
Dati generali
Dove investire
Cosa vendere
OUTLOOK POLITICO
Politica interna
Relazioni internazionali
OUTLOOK ECONOMICO
Quadro macroeconomico
Politica economica
Indicatori macroeconomici
Tasso di cambio
Bilancia commerciale
Saldi e riserve internazionali
Investimenti - Stock
Investimenti - Flussi
Materie prime
Barriere tariffarie e non tariffarie
COMPETITIVITA' E BUSINESS ENVIRONMENT
Indici di Global Competitiveness e Libertà Economica
Indici di Apertura al commercio internazionale
Fattori maggiormente problematici per fare business
Business Cost
Indice Doing Business
ACCESSO AL CREDITO
Accesso al credito
RISCHI
Rischi politici
Rischi economici
Rischi operativi
RAPPORTI CON L'ITALIA
Overview
Scambi commerciali
Investimenti con l'Italia - Stock
Investimenti con l'Italia - Flussi
Flussi turistici
EMIRATI ARABI UNITI
PERCHE'
PERCHÈ EMIRATI ARABI UNITI
Prospettive di crescita negli scambi commerciali
Possibilità di accesso delle nostre imprese ai progetti infrastrutturali
Prospettive di maggiore integrazione delle nostre aziende sul mercato emiratino
Possibilità di incremento dei flussi turistici nei due sensi
Prospettive di una maggiore partecipazione italiana al settore finanziario emiratino
Per l'’Italia gli EAU rappresentano da diversi anni il principale mercato di sbocco per le sue
esportazioni verso l'intero mondo arabo. Dopo la crisi finanziaria che aveva colpito Dubai nel
biennio 2009/10, l’'interscambio commerciale tra Italia ed EAU ha ripreso a crescere a ritmo
sostenuto a partire dal 2011. I principali settori delle nostre esportazioni verso gli EAU, rimangono stabilmente concentrati
nell’oreficeria-gioielleria, nei macchinari industriali, nei prodotti meccanici e nell'elettronica-elettromeccanica. Elevate le prospettive di
crescita anche in diversi altri settori.
Prospettive di crescita negli
scambi commerciali
Grazie ai notevoli piani di sviluppo e infrastutturali previsti dal Governo emiratino nei diversi
settori infrastrutturali (porti, aeroporti, reti stradali e ferroviarie, ospedali, scuole, alberghi e
strutture turistiche, impianti di produzione energetica, abitazioni, impianti industriali, ecc.), a
maggior ragione dopo l'attribuzione dell'EXPO 2020 a Dubai, le prospettive per le nostre
imprese di acquisire commesse per la realizzazione di opere civili, sia nel settore pubblico che privato, rimangono elevate. Anche le
nostre PMI possono inserirsi come fornitori settoriali o sub-contractor.
Possibilità di accesso delle
nostre imprese ai progetti
infrastrutturali
Negli EAU sono già presenti oltre 600 aziende italiane operanti nei più disparati settori
produttivi. L’'attuale normativa emiratina sulla costituzione nel Paese di attività straniere,
prevede l’'obbligo di avvalersi di un partner emiratino con la formula del 49-51% della
proprietà in favore del partner locale. Nel contempo, sono presenti in tutto il Paese numerose
Zone Franche, che consentono il 100% della proprietà e varie agevolazioni commerciali, seppur con limiti alla possibilita' di
commerciare direttamente con gli acquirenti finali.
Prospettive di maggiore
integrazione delle nostre aziende
sul mercato emiratino
La domanda turistica emiratina è caratterizzata da una clientela di lusso, con un livello
culturale medio-alto ed una sempre crescente propensione a viaggiare. La composizione
demografica molto variegata del Paese (gli Emiratini sono meno del 20% della popolazione
residente che proviene invece da oltre 200 Paesi) crea una distinzione tra Emiratini ed “expat” (espatriati). Se gli emiratini vantano
uno dei redditi pro-capite piu’ alto al mondo, anche i locali expat amano però viaggiare. In aumento anche il flusso di viaggiatori
dall'Italia (sia per turismo che per affari).
Possibilità di incremento dei
flussi turistici nei due sensi
Gli EAU si stanno sempre più affermando quale hub finanziario di livello mondiale, e non solo
nel settore della finanza islamica (nel quale intendono realizzare un importante centro
internazionale). Nel Paese operano 46 banche, di cui 21 nazionali e 25 straniere, con un
totale di 564 filiali operative nel Paese. Occorrerrebbe in prospettiva intensificare
ulteriormente la presenza italiana nel Paese anche in questo settore, sensibilizzando opportunamente gli ambienti bancari e
finanziari nazionali.
Prospettive di una maggiore
partecipazione italiana al settore
finanziario emiratino
Ultimo aggiornamento: 14/07/2015
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DATI GENERALI
Forma di stato
Confederazione di Emirati
Superficie
83600 km2
Lingua
arabo (inglese largamente diffuso)
Religione
musulmana
Moneta
Dirham (tasso fisso con US$ pari a 3.67 dhs)
Ultimo aggiornamento: 18/02/2014
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EMIRATI ARABI UNITI
1
EMIRATI ARABI UNITI
2
DOVE INVESTIRE
Prodotti in metallo, esclusi macchinari e attrezzature
Costruzioni
Prodotti alimentari
Articoli di abbigliamento (anche in pelle e in pelliccia)
Energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata (anche da fonti rinnovabili)
Prodotti in metallo, esclusi
macchinari e attrezzature
La domanda di gioielli risente dei gusti differenti dei numerosi espatriati provenienti da Asia,
Africa e Paesi arabi (oltre all’area occidentale), residenti negli EAU; ulteriore caratteristica e'
l'elevato livello del reddito pro capite della popolazione di nazionalita’ locale che la rende un
acquirente potenzialmente interessante. L'esportatore che volesse intraprendere rapporti commerciali con partners EAU deve
tenere presente, pero', che gli Arabi tendono tradizionalmente ad essere fedeli ai fornitori che in passato hanno gia' riscosso la loro
fiducia e di cui hanno gia' testato l'affidabilita'; il contatto personale e’ percio’ assai importante e deve essere ripetuto periodicamente
in occasione di eventi fieristici e similari. Sebbene Dubai costituisca il principale mercato di sbocco, anche Abu Dhabi e Sharjah
devono essere tenuti in considerazione quando si fa un piano di penetrazione in questo mercato. Per quanto riguarda l'oro a 21-22
k, la distribuzione avviene tramite operatori locali ubicati nei mercati tradizionali: il prezzo generalmente viene dato dal peso dell'oro
piu' la lavorazione. L'oro europeo a 18 k e' commercializzato esclusivamente presso i centri di primissima qualita' e presso i negozi
situati nei grandi alberghi; il suo prezzo risente del fatto che quasi sempre si tratta di design esclusivo o di grandi marche. Il
mercato della vendita all'ingrosso e' ben strutturato, al contrario di quello al dettaglio che e' molto piu' frammentato. Pertanto un
operatore italiano che vuole introdursi nel mercato degli Emirati trovera' piu' facile e piu' conveniente entrare in contatto con un
grossista perche' questi conosce tutte le opportunita' di affari e sara' in grado di capire qual e' la domanda adatta al genere di
prodotto offerto. Inoltre un grossista fara' ordinativi di maggiore consistenza. Le esportazioni italiane di prodotti della gioielleria nel
2014 sono state pari a Euro 1,2 miliari di Euro, confermandosi il primo prodotto esportato negli EAU.
Costruzioni
L'assegnazione dell’Expo 2020 a Dubai, decisa a novembre 2013, e' destinata ad avere nel
prossimo quinquennio un enorme impatto sullo sviluppo dell’intero Paese. Ad essere
maggiormente interessati saranno – ovviamente - i settori delle infrastrutture, dell'ospitalita' e del turismo. Sulla base dei dati riportati
da EIU, la crescita del PIL nel 2015-2019 sarà del 3,6% e l’impatto complessivo dell’evento ammonterà a 23 mld di USD. Ingenti i
fondi che dovranno essere investiti nei prossimi anni in infrastrutture, trasporti e nuovi progetti di costruzione. Dubai avrà bisogno di
piu' di 40 mld di USD per implementare le sue infrastrutture in vista dell’Expo: di questi, circa 10 dovrebbero essere spesi per
migliorare e sviluppare i trasporti. L’Expo – con tutte le sue positive ricadute sull’economia e sull’occupazione – si inserisce fra
l’altro in una fase positiva di crescita del Paese. Oggi il quadro economico emiratino si presenta stabile, con incoraggianti segnali di
ripresa rispetto alla flessione subita nel biennio 2008-2009. I principali indicatori macroeconomici hanno un andamento positivo e
descrivono un Paese proiettato verso uno sviluppo bilanciato, grazie ad un costante controllo del tasso di inflazione, ad una
crescente spesa pubblica attenta allo sviluppo strutturale e ad una lungimirante politica di diversificazione dell’economia. Secondo il
Construction Report Ventures Middle East 2014, il giro d'affari complessivo del settore costruzioni e' passato da US$ 24,792 miliardi
nel 2012 a US$ 50,591 miliardi nel 2015. Solo a Dubai, nella prima metà del 2013, i comparti dell’immobiliare e delle costruzioni
hanno contribuito per il 21% alla crescita del PIL dell’Emirato, secondi solo ai settori retail & wholesale. I numeri sono ancora più
impressionanti se si guarda al complesso dei progetti negli EAU includendo nel totale sia quelli in via di realizzazione sia quelli
pianificati. Tutto il mercato dell'edilizia del Golfo, e' sicuramente molto attraente: nel 2013 sono stati condotti in tutti i Paesi GCC
ben 66 miliardi di dollari di progetti nel settore e 85,15 miliardi nel 2014: anche a livello di area geografica il settore prevalente e'
senza dubbio quello residenziale con il 45% dei progetti, segue quello della edilizia commerciale-uffici con il 20%, ma i settori in
maggiore crescita nel 2014 sono invece quello alberghiero (+130%) e sanita'(+100%), che coprono rispettivamente l'8% e 8,5% del
mercato. Sicuramente i Paesi trainanti nell'area sono per dimensioni (Arabia Saudita) e sviluppi (Expo in EAU e Campionati di calcio
in Qatar) nell'ordine Arabia Saudita, Emirati e Qatar (fonte: Construction Report Ventures Middle East 2014). I progetti destinati alle
costruzioni residenziali rappresentano solo il 3% del totale, ma si tratta comunque di piani imponenti e di investimenti di tutto rilievo,
fra cui spiccano: 91 mld di USD per la realizzazione di Dubailand, 37 mld di USD per l’Aviation City nell’Emirato di Al Ain, 2,7 mld di
USD per il mega-piano annunciato dal Presidente degli EAU, HH Sheikh Khalifa bin Zaywed Al Nahyan, che punta alla ricostruzione
di 12.500 unità abitative realizzate prima del 1990. Fra i vari progetti edilizi degni di nota, va ricordato quello annunciato nel
novembre 2012 dal governo di Dubai: la realizzazione di un nuovo insediamento urbano, denominato Sheikh Mohammed bin Rashid
City, che includerà – fra l’altro - il più grande centro commerciale del mondo, un parco tematico ispirato agli Universal Studios e un
parco più grande di Hyde Park a Londra. Tra i principali progetti infrastrutturali in fase di realizzazione ricordiamo il potenzialmento
dell'Aeroporto Internazionale Al Maktoum di Dubai (US$ 7,8 miliardi), il potenziamento dell'Aeroporto di Abu Dhabi (US$ 6,8 miliardi),
la realizzazione di un nuovo aeroporto ad Ajman nel 2017 (US$3,3 miliardi), il potenzialmento della metropolitana di dubai (US$ 5,45
miliardi), il completamento della rete ferroviaria nazionale (US$4,29 miliardi). Testimonianza della ripresa del settore e' anche
la continua presenza di aziende Italiane alla principale fiera di settore, la BIG 5, dove l'Italia continua negli anni a posizionarsi come
primo paese partner in termini di metri quadri occupati e aziende partecipanti. Di fatto la posizione strategica del porto di Dubai, la
presenza delle zone franche, gli interessi asiatici, africani ed europei che si polarizzano sul territorio degli Emirati Arabi Uniti sono
alla base della selezione di questo mercato come meta primaria di promozione dei prodotti di tutto il mondo.
Prodotti alimentari
EMIRATI ARABI UNITI
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Prodotti alimentari
Gli Emirati importano circa il 90% di prodotti alimentari, alimenti finiti e ingredienti. L’industria
alimentare negli Emirati è in continua crescita, soprattutto alla luce della significativa
espansione del settore del turismo e del gran numero di nuovi hotel e resort di recente apertura. Basti pensare che negli EAU sono
presenti oltre 600 alberghi e che nel periodo 2015-2017, anche in vista di Expo 2020, e' prevista la costruzione di ulteriori 140 hotel,
che porteranno l'offerta a un totale di 750 alberghi. Il settore del turismo ha aumentato la domanda di prodotti alimentari importati.
Con oltre 11.000 centri di ristorazione, il settore della ristorazione degli Emirati Arabi Uniti è un mercato redditizio in termini di ritorni.
Questi ristoranti servono cucina tradizionale ma anche cucina europea, americana, cinese, thailandese, indiana. La cifra media
spesa dalle famiglie per gli alimenti è pari a 3,600 dollari annuali. I prodotti italiani sono riconosciuti quali prodotti di alto livello
qualitativo. Nel settore carne e prodotti animali, il prodotto italiano maggiormente importato negli Emirati e’ dato dai formaggi e
latticini, che rappresentano meno del 1% del valore totale. Il sistema distributivo, tra cui la vendita all’ingrosso, è altamente avanzato
grazie all’esistenza di strutture ben attrezzate. I più grossi punti vendita agiscono anche come importatori per certi prodotti che
rivendono direttamente ad altri punti vendita in tutta la Federazione. In termini di quote di importazione, il principale prodotto
alimentare finito italiano importato è rappresentato dalla pasta. Altri prodotti italiani largamente importati sono i formaggi, olio di oliva
(la concorrenza e' enorme e le abitudini alimentari della variegata popolazione tendono a preferire altri oli vegetali o animali),
caffe', dolci e prodotti da forno. Per quanto riguarda l'ortofrutta, ricordiamo l'esportazione italiana di kiwi, mele, uva e insalata. I dazi
per il settore alimentare sono pari al 5% e assenti per prodotti di base quali frutta e verdura, cereali, farine, zucchero, te'. Rigorosi
sono i controlli fitosanitari e l'applicazione della normativa sull'etichettatura e imballaggio. Le uniche limitazioni all'importazione
riguardano la carne di maiale e le sostanze alcoliche. La presenza di prodotti italiani, soprattutto nella GDO, e' limitata dalla scarsa
capacita' sui quantitativi di vendita e dagli elevati costi di presenza sugli scaffali, mentre le grandi catene preferiscono avvalersi di
consolidators internazionali, piuttosto che rivolgersi ai singoli produttori. Infine, l'introduzione dei prodotti alimentari e' condizionata,
cosi' come avviene negi altri settori, dal fattore prezzo, anche se il prodotto italiano e' sinonimo di qualita'. L'export di prodotti
alimentari italiani nel 2014 e' stato pari a Euro 137,5 milioni, con un aumento del 6,1% rispettto al 2013; l'export di bevande e' stato
pari, sempre nel 2014, a Euro 23,5 milioni, con un aumento del 20,6% rispetto all'anno precedente.
Articoli di abbigliamento (anche
in pelle e in pelliccia)
La presenza di brands internazionali è in pieno boom negli EAU, grazie all’elevato reddito
disponibile sia della popolazione di “locals” emiratini, sia degli “expatriates” trasferiti per
lavoro negli EAU, sia dei turisti provenienti da ogni parte del mondo: tali fattori fanno
collocare gli EAU tra i mercati nei quali sono presenti in maggior percentuale i c.d.“ big spenders”. Gli Emirati Arabi Uniti sono oggi
una destinazione globale del turismo internazionale leisure, ma anche del turismo d’affari: il risultato e’ che i marchi internazionali
dominano i centri commerciali e il 95% dei marchi più importanti del mondo sono distribuiti negli Emirati. Un’azienda di moda
intenzionata a lavorare a Dubai riscontra in linea di massima le stesse opportunita’ e difficolta’ che si presentano per qualsiasi
impresa di altri settori. I prodotti italiani, in modo particolare per la loro qualita’, sono sempre la prima scelta per coloro in grado di
acquistarli. Non e’ facile tuttavia, ad eccezione delle grandi marche, affermare un prodotto italiano solo per la sua qualita’: data
l’elevata presenza di prodotti di provenienza asiatica a prezzi contenuti, e visto che la valuta locale e’ da sempre agganciata al
dollaro USA, gli importatori/grossisti mirano ai quantitativi, finendo per non essere interessati a sostenere i costi per affermare
prodotti di nicchia. I consumatori pretendono comunque la possibilita' di scelta tra il maggior numero di modelli possibile. Pertanto il
design e' e sara' sempre piu' la chiave per conquistare quote di mercato negli Emirati. Gli acquirenti richiedono nuovi prodotti e
nuove idee, in breve, continue novita’. L’abbigliamento griffato ha un ottimo riscontro a Dubai, vero e proprio “tempio” dello shopping,
rispetto agli altri Emirati. I prodotti delle piu’ importanti firme vengono commercializzati dalle principali societa’ presenti nei principali
shopping mall di Dubai: Saks Fifth Avenue, Bin Hendi, Harvey Nichols, ecc. Il prodotto della moda italiana, soprattutto quello firmato,
costituisce ancora uno status symbol per chi lo indossa e, per i locali, un segno di distinzione. Gli EAU sono un mercato nel quale
l'accesso e' ancora molto difficile se non trainato da un forte brand o un ingente investimento in comunicazione (le stesse
considerazioni valgono per il settore calzature e accessori, in particolare pelletteria). Questo tipo di strategia commerciale e’ tipica
sopratutto di ben costruite e consolidate formule di franchising (caratterizzate da specifiche azioni di sell out sul consumatore finale,
curato concept del punto vendita, layout, display, brand image, etc). E' importante menzionare che a Dubai verra’ inoltre realizzato il
nuovo Design District o D3, secondo le linee guida e i programmi contenuti nel documento governativo Dubai Fashion 2020: si
tratta di un progetto complesso che si propone di migliorare il settore, stimolando la crescita della intera filiera moda, dal design alla
produzione, alla vendita al dettaglio. Il progetto mira sostanzialmente a promuovere stilisti locali e regionali e ad attirare talenti
internazionali, trasformando Dubai in una vera e propria capitale della Moda. Nel 2014 l'export italiano di articoli di abbigliamento
(anche in pelle e pelliccia) ammonta a Euro 197 milioni di Euro, mentre nello stesso anno l'Italia ha esportato calzature negli EAU
per Euro 87,3 milioni.
Energia elettrica, gas, vapore e
aria condizionata (anche da fonti
rinnovabili)
Negli EAU si è registrato negli ultimi anni, grazie anche al forte sviluppo industriale, un
incremento della domanda di energia elettrica (circa 5-6 % annuo) e si stima che, nei
prossimi cinque anni, il fabbisogno sarà tale da richiedere addirittura il raddoppio dell’attuale
capacità produttiva. L’Incremento della domanda di energia è dovuto non solo al forte
sviluppo industriale e dei servizi, ma anche all’incremento costante della popolazione e del tenore di vita del Paese (notevole è il
consumo legato agli impianti di condizionamento, con forti picchi stagionali nel periodo estivo). Essendo, peraltro, il Paese dotato di
ingenti risorse naturali, quali petrolio e gas, il settore della produzione-distribuzione-trasmissione di energia elettrica, si è sviluppato
e consolidato negli ultimi 15 anni in maniera direttamente consequenziale: il 97% degli impianti di produzione utilizzano i gas naturali
(sono pressoché assenti impianti che utilizzino fonti rinnovabili o il nucleare almeno fino al 2020, quando dovrebbe essere operativa
la prima centrale nucleare attualmente in fase di realizzazione da parte di un consorzio sudcoreano), il 90% della domanda è
concentrata nei grandi centri urbani e industriali di Abu Dhabi, Dubai e Sharjah, la maggior parte degli impianti di produzione sono
EMIRATI ARABI UNITI
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invece concentrati ad Abu Dhabi. Il Ministero dell’Energia ha in cantiere un intenso programma di sviluppo e ampliamento della
capacità delle centrali esistenti: le grandi sfide dei prossimi anni sono però legate non solo all’incremento della capacità ed al
conseguente potenziamento degli impianti, ma anche al potenziamento della rete di distribuzione, da rendere più efficiente e
capillare, soprattutto negli Emirati del Nord, nonché all’impiego futuro di fonti alternative (energia solare). Un altro importante
progetto, che si svilupperà nei prossimi anni, è la connessione alla rete dei GCC. La Dubai Electricity & Water Authority - DEWA
intende realizzare un nuovo impianto elettrico e di desalinizzazione, che aumenterà la produzione di energia di 2000 megawatt e di
105 milioni di acqua desalinizzata al giorno, al costo stimato di 1,5 miliardi di dollari USA. Si tratta del più grande progetto
commissionato dalla DEWA. Gli Emirati Arabi Uniti continuano a dimostrare il loro impegno nel promuovere e migliorare
l'innovazione, la ricerca e la regolamentazione delle energie rinnovabili ed ambientali a livello globale. Lo sviluppo dell’industria delle
tecnologie pulite (cleantech) e delle energie rinnovabili nei paesi del Golfo e’ assicurato, oltre che da un periodo di crescita
sostenuta, anche dall’interesse sia del settore pubblico che di quello privato. Dal lato pubblico, esiste, infatti, un impegno in crescita
per lo sviluppo sostenibile da parte dei governi di questi Paesi, che si riflette in obiettivi ambiziosi per incrementare la quota
d’energia rinnovabile nel mix di generazione d’energia nazionale, come anche la creazione di sempre più favorevoli quadri normativi.
Ad esempio, Il sistema "Estidama" (in arabo: sostenibilita'), ha concepito ad Abu Dhabi un sistema di rating che incoraggia la
costruzione di edifici con materiali ecocompatibili e che minimizzino lo spreco di acqua ed energia, oltre ad effettuare una gestione
dei rifiuti razionale ed efficiente. Abu Dhabi si e’ inoltre impegnata ad assicurare che, entro il 2020, il 7% del suo fabbisogno di
energia totale sarà assicurato da fonti di energia rinnovabile. Questo rappresenta ca. 1,500 MW d’energia pulita, anche grazie al
progetto Masdar City, la citta’ ad emissioni zero. Masdar City punta ad uno sviluppo emergente a basse emissioni di carbonio, bassi
rifiuti e tecnologia pulita globale. Abu Dhabi e’ leader in questo ambito e mira a diventare una delle città più sostenibili del mondo
alimentate da energia rinnovabile. Gli EAU puntano dunque con decisione sulle fonti alternative per incrementare la quota d’energia
rinnovabile nel mix di generazione d’energia nazionale. E ciò non solo per rendere il Paese e le sue attività produttive meno
dipendenti dal petrolio, ma anche per far si' che l’economia degli Emirati si basi non solo sulle esportazioni di greggio.
Ultimo aggiornamento: 14/07/2015
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EMIRATI ARABI UNITI
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COSA VENDERE
Prodotti in metallo, esclusi macchinari e attrezzature
Prodotti alimentari
Articoli di abbigliamento (anche in pelle e in pelliccia)
Mobili
Servizi di alloggio e ristorazione
Prodotti in metallo, esclusi
macchinari e attrezzature
La composizione dell’export italiano torna ad essere quella tradizionale che caratterizza il
tessuto imprenditoriale italiano: nel 2014 si confermano come nell'anno precedente al primo
posto le produzioni di oreficeria-gioielleria, seguita dai macchinari industriali e dai prodotti
dell’industria meccanica. Il potenziale per le produzioni ed i servizi italiani sul mercato potrà nel medio termine beneficiare della
presenza nel Paese di un elevato reddito pro-capite e di una ricchezza petrolifera che durerà almeno per i prossimi 100 anni. Di fatto
gli Emirati Arabi Uniti rappresentano una delle più dinamiche realtà dell’intera regione, con una crescita economica che è stata
particolarmente intensa nel periodo compreso fra il 2005 e il 2008, per poi rallentare a partire dalla fine del 2008, in coincidenza con
la fase di recessione che ha investito i mercati internazionali, le difficoltà del comparto immobiliare di Dubai e la crisi debitoria della
holding pubblica Dubai World, e riprendere infine nuovo vigore a partire dal 2011. La domanda di gioielli in Emirati Arabi Uniti è
fortemente influenzata dal background culturale ed etnico sia dei residenti del Paese, sia dei turisti in transito. Tra i residenti e’ forte
la presenza sia di espatriati indiani, sia di altri arabi, per i quali l'oro è spesso acquistato sopratutto come investimento. Per le
vecchie generazioni l’oro e’ anche tradizionalmente un dono di nozze. L'acquisto in genere si indirizza verso prodotti senza marchio,
ma di alto valore intrinseco, nel famoso Souk dell'oro a Dubai. Questo tipo di segmento di consumatori è più interessato al valore
reale dell'oro rispetto a design, marchi o tendenze della moda. Viceversa le generazioni più giovani, di tutte le nazionalita’, sono
molto attente alle tendenze moda e alla ricerca di oggetti particolari, al passo con i trend e da poter indossare per un uso
quotidiano. Nel 2014 si ‘ registrata una crescita nella domanda di gioielli di lusso e orologi del 13% (nel 2013 la crescita e’ stata pari
al 11%), questo grazie sopratutto al crescente flusso di turisti in visita a Dubai, impegnati nello shopping nei principali Mall di lusso
di Dubai. In termini di distribuzione Dubai è la principale piazza di ingresso e di offerta di gioielli nel Medio Oriente: sono oltre 1.000
gli operatori professionali attivi nel settore e 600 i punti vendita di Dubai. Il Dubai Gold & Commodities Exchange (DGCE-sezione
della Borsa Merci di Dubai –DMCC) che regolamenta e cura il commercio di oro, fornisce dati di scambio complessivi nel 2014 per
75 miliardi di USD di commercio di oro negli EAU.
Prodotti alimentari
Gli Emirati Arabi Uniti importano circa il 90% dei prodotti alimentari, degli alimenti finiti e degli
ingredienti e rappresentano dunque un Paese particolarmente interessante per le imprese
italiane del settore, che hanno il vantaggio di poter offrire prodotti di cui il mercato locale riconosce ed apprezza l’alto livello
qualitativo. La domanda di prodotti importati è in continua crescita anche alla luce della significativa espansione del settore del
turismo e dell’alto numero di nuovi hotel e resort aperti negli Emirati Arabi negli ultimi anni. Il settore della ristorazione del Paese è
un mercato molto redditizio in termini di ritorni e conta su oltre 11.000 centri di ristorazione, di cui oltre 4.000 a Dubai e 3000 ad Abu
Dhabi. Il sistema di distribuzione e di vendita all’ingrosso degli alimentari negli Emirati è avanzato, ben attrezzato e diretto.
Importatori e produttori di alimenti vendono direttamente ai negozi al dettaglio. Secondo i rapporti, circa il 65% delle vendite totali al
dettaglio viene attribuito a supermercati e ipermercati. Nell’ultima decade il settore alimentare al dettaglio ha sperimentato una
crescita senza precedenti. Società come Carrefour stanno aumentando la concorrenza tra i più grandi venditori al dettaglio. Il valore
annuale del mercato alimentare della distribuzione al dettaglio è stimato intorno ai 2.7 miliardi di dollari. La cifra media spesa dalle
famiglie per gli alimenti è pari a 3,600 dollari annuali. Non ci sono limitazioni all’importazione di prodotti alimentari, eccetto
determinate restrizioni per la carne di maiale e le sostanze alcoliche (che possono essere importate solo da distributori autorizzati).
Il governo degli EAU ha annunciato che dal 24 aprile 2008 tutti i prodotti alimentari importati devono essere muniti di diciture in
arabo sugli imballaggi. Questa rinnovata enfasi sull’etichettatura in arabo nasce a seguito della direttiva approvata dal GCC, che
copre tutti i prodotti di consumo: gli Emirati si sono così uniformati alle regole in uso in Oman, Bahrein, Arabia Saudita, Kuwait e
Qatar, dove sono già applicate etichette in arabo.
Articoli di abbigliamento (anche
in pelle e in pelliccia)
Il mercato e’ in pieno sviluppo e i prodotti italiani, in modo particolare per la loro qualita’,
sono sempre la prima scelta per coloro in grado di acquistarli. Non e’ facile tuttavia, ad
eccezione delle grandi marche, affermare un prodotto italiano solo per la sua qualita’: data
l’elevata presenza di prodotti di provenienza asiatica a prezzi contenuti, gli importatori/grossisti mirano ai quantitativi, finendo per non
essere interessati a sostenere i costi per affermare prodotti di nicchia. I prodotti delle piu’ importanti firme vengono commercializzati
dalle principali societa’ presenti nei principali shopping mall di Dubai: Saks Fifth Avenue, Splash, Jashanmals, Bin Hendi, ecc. Le
firme italiane sono presenti in Dubai all’interno dei numerosi centri commerciali che si trovano in citta’. praticamente tutte le principali
firme italiane sono presenti nei principali Shopping Mall degli EAU e in particolare di Dubai. Gli EAU sono un mercato nel quale
l'accesso e' ancora molto difficile se non trainato da un forte brand o un ingente investimento in comunicazione (le stesse
considerazioni valgono per il settore calzature e accessori, in particolare pelletteria). Questo tipo di strategia commerciale e’ tipica
sopratutto di ben costruite e consolidate formule di franchising (caratterizzate da specifiche azioni di sell out sul consumatore finale,
curato concept del punto vendita, layout, display, brand image, ecc).
EMIRATI ARABI UNITI
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Mobili
Il settore arredamento e' legato negli EAU a quello delle costruzioni, che ha ripreso a
crescere dopo la crisi del 2008 e influenza la domanda sia per il settore residenziale che per
quello non residenziale. La continua costruzione di nuove abitazioni ed uffici, la crescita nel livello medio del salario, la disponibilità
di abitazioni per i cittadini di nazionalità emiratina, hanno determinato una crescita progressiva della domanda di mobili. I mobili
italiani continuano ad avere un grande apprezzamento tra i consumatori e gli importatori locali: il prodotto italiano, infatti, gode di
largo prestigio in tutto il Paese e gli esportatori italiani possono e devono guardare al mercato degli Emirati sempre più come un
trampolino di lancio per la penetrazione commerciale in altri mercati del Golfo, del Medio Oriente e del Sub Continente indiano.
L’Italia, che nel corso degli anni passati ha perso la tradizionale leadership nell’export di mobili, ha visto nel 2014 una ripresa con un
aumento delle esportazioni di mobili, che ammontano a Euro 162,5 milioni, rispetto a Euro 152,5 milioni nell'anno precedente. La
domanda di mobili può essere divisa in nuova domanda per l’arredamento di nuovi uffici, alberghi o abitazioni e domanda di
sostituzione di vecchi mobili (per edifici già esistenti e già arredati), che proviene dal desiderio di cambiare e dai diversi gusti ed
esigenze dei consumatori sopravvenuti. Il mercato del mobile negli EAU vale US$ 2,7 miliardi, a prezzi alla produzione. Il mobile ad
uso residenziale rappresenta il 90% del mercato, quello da ufficio il restante 10%. Non esiste un unico trend che influenza l'acquisto
di mobili e complementi d'arredo, data la caratteristica' multiculturale della popolazione residente negli EAU: tuttavia si registra, nella
fascia giovane o ad alto reddito, una tendenza all'acquisto di prodotti di lusso e di stile moderno, con un buon riconoscimento della
qualita' offerta dal Made in Italy. Occorre ricordare, tuttavia, la grande attenzione al fattore prezzo e alla concorrenza di prodotti di
media qualita' offerti a costi competitivi, provenienti soprattutto da Turchia, Cina e Libano. I prodotti dell'arredamento vengono
distribuiti essenzialmente da agenti/distributori, mentre gli showroom sono quasi sempre plurimarca.
Servizi di alloggio e ristorazione
Ancor prima dell’annuncio della vittoria di Dubai per ospitare l’Expo 2020, negli Emirati Arabi
Uniti erano oltre 32 mila le stanze d'albergo in via di realizzazione, circa 20 mila delle quali
nella capitale, mentre il rimanente era suddiviso tra Dubai, con un tasso percentuale di crescita di disponibilità alberghiera del 7%
annuo, e gli altri cinque Emirati del Nord, ancora in posizione molto marginale rispetto alle due grandi sorelle. In vista di Expo 2020,
e' prevista la costruzione di ulteriori 140 hotel, nel periodo 2015-2017, che porteranno ad un totale di 750 hotel (oggi sono 620) e
oltre 114.000 stanze rispetto alle 84.500 attualmente disponibili. I nuovi progetti alberghieri già in fase di realizzazione sono
moltissimi. Molto si sta facendo anche ad Abu Dhabi, che negli ultimi anni sta cercando di promuoversi come attrazione turistica
alternativa a Dubai. Nella capitale sono già operativi i cantieri per la realizzazioni di 15 nuovi alberghi, mentre almeno altri 12
seguiranno a breve. Fra i tanti interventi previsti, va menzionato il grandioso progetto di sviluppo che riguarda l’intera area di
Saadiyat Island. L’isola sarà il nuovo distretto culturale della capitale ed ospiterà un’estesa concentrazione di istituzioni culturali di
altissimo livello, fra cui i musei del Louvre e del Guggenheim, oltre al Museo Marittimo, al National Zayed Museum e al Performing
Arts Centre disegnato da Zaha Hadid, dedicato alla musica, alla danza, all’opera e al teatro. Il governo di Dubai ha recentemente
annunciato la realizzazione di un nuovo insediamento urbano, denominato Sheikh Mohammed bin Rashid City, frutto di una joint
venture tra Dubai Holding e Emaar Properties. Il progetto comprende la costruzione del piu' grande centro commerciale del mondo,
di un parco tematico ispirato agli Universal Studios e dI un parco piu' grande di Hyde Park a Londra. Alla luce di questi progetti
residenziali annunciati o in via di realizzazione, il segmento del contract assume una grande rilevanza, poiche' include sia
l'arredamento residenziale, che degli uffici, che delle strutture ricettive (hotel, ristoranti, spazi pubblici, ecc.). Si stima che circa il
50% del mercato dell'arredamento sia veicolato attraverso il settore contract, di cui il 37% e' rappresentato proprio dal segmento
dell'ospitalita'.
Ultimo aggiornamento: 14/07/2015
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EMIRATI ARABI UNITI
7
OUTLOOK POLITICO
POLITICA INTERNA
La situazione politica negli Emirati Arabi Uniti è stabile. La famiglia regnante è al potere dalla nascita dello Stato e, grazie ad una
generosa distribuzione dei proventi petroliferi e a politiche sociali che si prendono cura del cittadino, gode della totale approvazione
da parte della popolazione di nazionalità Emiratina.
Alla luce degli episodi della cd. “primavera araba”, gli E.A.U. hanno adottato un’azione preventiva, mescolando con sapiente
equilibrio da un lato forme di monitoraggio del territorio attraverso un costante e capillare lavoro di intelligence e dall’altro interventi
di sostegno alle regioni ed ai settori meno sviluppati.
Di pari passo procede il percorso di allargamento della base elettiva del Federal National Council, parlamento con funzioni
consultive, e l’ampliamento dei suoi compiti e delle sue funzioni in risposta ad una crescente sensibilità verso i diritti politici. Le
elezioni per il rinnovo dell'FNC si terranno il prossimo ottobre, con una base elettiva sensibilmente accresciuta rispetto alle
precedente tornata elettorale.
Il permanere di tensioni nella regione mediorientale e le proteste in corso nel mondo arabo non consentono di escludere il rischio di
possibili atti di natura terroristica - per loro natura imprevedibili - ai danni di istituzioni occidentali e luoghi pubblici, suscettibili
peraltro di verificarsi ormai ovunque. Nondimeno, gli Emirati Arabi Uniti non sono stati fino ad oggi oggetto di alcun atto di terrorismo
e sono fortemente attivi per prevenire il fenomeno internamente e per sopprimerlo sulla scena internazionale. Non sono presenti sul
territorio, neanche allo stato latente, conflitti etnico-religiosi.
Ultimo aggiornamento: 30/07/2015
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RELAZIONI INTERNAZIONALI
I rapporti con le organizzazioni internazionali, sia politiche che economiche, sono ottimi. Gli EAU sono membri di tutte le principali
organizzazioni internazionali e svolgono un ruolo particolarmente attivo nel Consiglio di Cooperazione del Golfo. Il Paese
rappresenta inoltre un importante interlocutore dell’Occidente nell’area.
A livello bilaterale, gli EAU intrattengono ottime relazioni con i Paesi occidentali, inclusa l’Italia. I rapporti bilaterali con il nostro
Paese sono cresciuti stabilmente negli ultimi anni e sono ormai solidi e maturi.
Per quanto riguarda l’area MENA, particolarmente profondi sono i rapporti con l’Egitto e con l’Arabia Saudita, mentre restano tesi
quelli col vicino Iran, anche a causa della perdurante disputa sugli isolotti contesi di Abu Musa, Greater Tunb e Lesser Tunb.
Da segnalare, in campo militare, la partecipazione degli EAU alla Coalizione internazionale a guida USA per il contrasto a Daesh e
alla coalizione a guida saudita contro i ribelli Houthi nello Yemen.
Ultimo aggiornamento: 30/07/2015
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EMIRATI ARABI UNITI
8
OUTLOOK ECONOMICO
QUADRO MACROECONOMICO
Gli Emirati Arabi Uniti, con la loro posizione geografica strategica al centro delle principali direttrici est-ovest e le abbondanti
riserve di combustibili fossili che ne hanno trainato la crescita economica, sono diventati nel breve volgere di mezzo secolo uno
stato moderno i cui cittadini godono di un elevato tenore di vita. Il PIL pro-capite è infatti uno dei più alti al mondo. L’economia
è aperta e dinamica, soprattutto per merito delle politiche di diversificazione che hanno ridotto l’incidenza delle rendite petrolifere
sulla quota del PIL da un 60% nel 1980 all’attuale 35%. Le zone di libero scambio presenti nel Paese (FTZ), con possibilità di
proprietà straniera al 100% e totale esenzione fiscale, attirano consistenti capitali esteri. Nel 2009/10 la crisi finanziaria globale, che
ha colpito in particolare l’Emirato di Dubai, ha rallentato le prospettive di crescita e ha spinto il Governo da un lato ad esercitare un
più stretto controllo sui progetti a capitale pubblico, dall’altro ad aumentare la liquidità nel settore bancario e sostenere la spesa
pubblica per favorire la ripresa. A partire dal 2011 l’economia nazionale emiratina ha comunque ripreso a crescere
progressivamente. Ulteriori prospettive di crescità ed opportunità di business sono inoltre rappresentate dalla assegnazione a Dubai
dell’Expo Universale del 2020, nonchè dai consistenti piani di sviluppo avviati nel settore infrattrutturale (nella produzione di
energia, nei trasporti aerei, terrestri e marittimi, e nelle strutture turistiche, ospedaliere, scolastiche e residenziali).
A partire dal 2015, segnali contrastanti continuano a caratterizzare l'economia degli EAU, le cui Autorita' si trovano a dover
necessariamente adottare misure di austerita' per bilanciare gli effetti negativi ed ormai prolungati dei bassi prezzi degli idrocarburi,
evitando pero' che cio' incida sull'immagine di un Paese, scrupolosamente attento a non subire "strappi" nella percezione
generalizzata di piattaforma di innovazione, crescita ed opportunita' costanti.
A livello federale, i vertici del Paese sono intervenuti sia con un apposito "ritiro ministeriale" dedicato al tema della diversificazione
economica, sia con la recente riforma della struttura governativa. Seppur con una certa riluttanza, queste Autorita' hanno anche
pubblicamente confermato l'intenzione, invero concordata prima a livello di GCC ma non ancora formalmente ufficializzata, di
procedere gradualmente, a partire dal 2018, all'introduzione dell'IVA ad un tasso del 5%, pur specificando che essa non si
applichera' ad istruzione, sanita' e beni alimentari primari. A tal proposito, e' da rilevare come l'introduzione dell'IVA fosse stata da
tempo raccomanda dal FMI.
Dopotutto, gli indicatori economici del Paese testimoniano tassi di crescita del PIL sempre positivi, ma in contrazione (dal +3.1% del
2015 allo stimato 2.6% del 2016, in costante declino in considerazione delle serie storiche del Paese), allorche' il disavanzo di
bilancio ha raggiunto il 3-5% del PIL nel 2015 ed e' stimato superare il 7.5% nell'anno corrente: in breve, pur potendo contare su
ingenti riserve finanziarie in grado di ammortizzare anche per un decennio un andamento sfavorevole dei prezzi del greggio, il Paese
si trova costretto ad incrementare le entrate (soprattutto non petrolifere) e/o a ridurre l'ingente spesa pubblica.
La prospettiva economica futura rimane comunque incoraggiante, oltre che dalla diversificazione dell'economia rispetto al settore
"oil", anche da:
- un consistente sviluppo dei settori infrastrutture, costruzioni e turismo;
- un rafforzamento dell'attrazione degli investimenti esteri perseguita attraverso riforme del quadro economico-giuridico del Paese (in
particolare, introduzione, pur con alcune limitazioni, della proprieta' immobiliare per stranieri ad Abu Dhabi e a Dubai);
- una stabile impostazione della disciplina normativa in materia di imprese (attualmente imperniata sullo schema 49-51% in favore
delle imprese locali);
- un costo contenuto della manodopera, principalmente proveniente dai Paesi del sub-continente indiano, condizioni fiscali e
normative vantaggiose ed un basso costo dell’energia.
Ultimo aggiornamento: 14/03/2016
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POLITICA ECONOMICA
Gli EAU sono Stato membro dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, OMC, dal 10 aprile 1996, e della Greater Arab Free
Trade Zone, GAFTA, in vigore dal 1998. Gli EAU hanno accordi commerciali bilaterali con Siria (novembre 2000); Giordania (marzo
2001); Libano (marzo 2002); Marocco (marzo 2002); Iraq (aprile 2002).
Il grado di apertura del Paese evidenzia un’elevata propensione dell’economia emiratina ad un regime di libero scambio. In linea
generale è infatti liberamente consentito vendere direttamente agli utilizzatori finali, tramite un rivenditore; è possibile inoltre
costituire joint ventures o autorizzare una società locale a vendere i propri prodotti con contratti in “franchising”. Secondo la vigente
normativa in materia di diritto societario, agli investitori stranieri non è consentito possedere una quota superiore al 49% del capitale
sociale (con eccezione delle Free Trade Zones). Al fine di intercettare i capitali stranieri dirottati verso altri mercati a seguito della
crisi finanziaria, sono al vaglio alcune proposte legislative tendenti ad eliminare tale vincolo, sebbene ci siano delle opposizioni
politiche interne.
Va segnalata inoltre una differenza tra gli Emirati di Abu Dhabi e Dubai: quest’ultimo infatti copre l’80% del commercio estero di tutto
il Paese nel settore non oil, mentre l’Emirato di Abu Dhabi esporta principalmente idrocarburi.
EMIRATI ARABI UNITI
9
Gli Emirati Arabi Uniti sono il terzo produttore di greggio dell'area GCC, sono al settimo posto mondiale per quanto riguarda sia le
riserve di greggio e sia di gas naturale con una produzione media giornaliera stimata di circa 2,7 milioni di barili di petrolio nel 2014
(EIU Country Report) ed un obiettivo di 3.5 milioni di barili al giorno nei prossimi anni. Gli EAU hanno concluso con la Corea del Sud
uno storico accordo commerciale per la fornitura a Seoul di 1 miliardo di barili di petrolio l’anno in cambio di know-how e servizi per
la realizzazione di infrastrutture specie nel settore energetico. Abu Dhabi detiene da solo il 94% delle riserve petrolifere del Paese;
mentre si stima che le risorse petrolifere di Dubai, gia' residuali per l'economia dell'emirato, si esauriranno in una decina d'anni.
Gli EAU hanno un’imponente massa finanziaria che investono all’estero, di difficile quantificazione. La destinazione degli
investimenti si sta diversificando: una crescente quantità di investimenti di portafoglio viene tramutata in investimenti diretti. I
principali fondi del Paese sono l'Abu Dhabi Investment Authority (ADIA), l'Investment Corporation of Dubai, la International
Petroleum Investment Company (IPIC), la Mubadala Development Company.
La ripartizione geografica va modificandosi con crescenti quote dirette all’Asia e all’Africa, specie per l’approvvigionamento di
materie prime e per far fronte ai rischi connessi al pericolo di una crisi alimentare. Gli investimenti all’estero sono stimati (fonte
Banca Centrale degli EAU ed Economist Intelligence Unit) tra i 500 e gli 800 miliardi di dollari USA (di cui almeno 250/300 gestiti
dalla Abu Dhabi Investment Authority, il Fondo Sovrano di Abu Dhabi). A tale gia’ ragguardevole cifra si devono peraltro aggiungere
gli investimenti connessi al patrimonio privato dei principali Sceicchi del Paese.
Una parte delle nuove societa' straniere continua a stabilirsi nelle Free Zone in ragione delle migliori condizioni offerte
(essenzialmente l’assenza di tasse e la possibilita’ di rinunciare al partner locale). Tuttavia, a causa delle procedure di
partecipazione alle gare di appalto, che tendono in misura crescente a privilegiare societa’ straniere in joint venture con partners
locali, quest’ultima soluzione viene sempre piu’ frequentemente presa in considerazione.
Da segnalare che, a partire dallo scorso anno, il Governo di Abu Dhabi ha attuato un ridimensionamento della sua tradizionale
politica dei sussidi statali che esentava i cittadini emiratini dal pagamento dei servizi pubblici essenziali (in particolare energia
elettrica ed acqua potabile). Ciò ha determinato un sensibile incremento generale dei costi dei suddetti servizi (per gli espatriati
anche del 300%) ed un conseguente aumento del livello di inflazione nazionale. Eguale incremento si e' registrato nei prezzi del
carburante a seguito della deregolamentazione de facto del mercato interno.
Ultimo aggiornamento: 14/03/2016
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EMIRATI ARABI UNITI
10
INDICATORI MACROECONOMICI
2011
2012
2013
2014
2015
2016
PIL Nominale (mln €)
257
283
298
307,5
341
360
Variazione del PIL reale (%)
3,9
4,4
4,3
4,6
3,2
3,4
Popolazione (mln)
7,1
7,5
7,9
8,4
8,9
9,3
PIL pro-capite a parita di potere d'acquisto ( $)
55
55
55
69,07
67,88
67,97
Disoccupazione (%)
4
5
5
0
0
0
Debito pubblico (% PIL)
-84
-85
-93
45,4
51,4
51,6
Inflazione (%)
0,9
0,7
3
2,3
3,2
2,7
9
14
10
0
0
0
Variazione del volume delle importazioni di beni e servizi (%)
Fonte:
Elaborazioni Ambasciata d'Italia su dati EIU e IMF.
Ultimo aggiornamento: 09/07/2015
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TASSO DI CAMBIO
Controlla il cambio giornaliero sul sito di Banca d'Italia
EMIRATI ARABI UNITI
11
BILANCIA COMMERCIALE
EMIRATI ARABI UNITI
12
OSSERVAZIONI
EMIRATI ARABI UNITI
13
SALDI E RISERVE INTERNAZIONALI
2012
2013
2014
94,5
88,1
118,43
Saldo dei Servizi (mln. €)
-36
-39,8
-45,97
Saldo dei Redditi (mln. €)
297
1,44
251,61
Saldo dei Trasferimenti correnti (mln. €)
-9,6
-10,2
-18,36
49
39,1
54,35
34,6
45,7
70,98
Saldo commerciale (Exp. - Imp.) (mln. €)
Saldo delle partite correnti (mln. €)
Riserve internazionali (mln. €)
Fonte:
Elaborazioni Ambasciata d'Italia su dati EIU.
Ultimo aggiornamento: 14/07/2015
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EMIRATI ARABI UNITI
14
INVESTIMENTI - STOCK
EMIRATI ARABI UNITI
15
OSSERVAZIONI
EMIRATI ARABI UNITI
16
INVESTIMENTI - FLUSSI
EMIRATI ARABI UNITI
17
OSSERVAZIONI
EMIRATI ARABI UNITI
18
MATERIE PRIME
MATERIE PRIME
Materia
Unità
2010
2011
2012
2013
gas naturale
metri cubi annui
51000000
51000000
0
0
petrolio greggio
barili/giorno
2,3
2,5
2,6
2,65
EMIRATI ARABI UNITI
19
BARRIERE TARIFFARIE E NON TARIFFARIE
Market Access Database della Commissione Europea
EMIRATI ARABI UNITI
20
COMPETITIVITA' E BUSINESS ENVIRONMENT
INDICI DI GLOBAL COMPETITIVENESS E LIBERTÀ ECONOMICA
2013
Val
(0 - 100)
GCI
Pos.
148 paesi
5,1
2014
Val
(0 - 100)
Pos.
144 paesi
2015
Val
(0 - 100)
Pos.
140 paesi
19
5,3
12
5,2
17
Sub indici
Requisiti di base (20 %)
6
4
6,2
2
6,2
4
Istituzioni (25%)
5,6
11
5,7
7
5,7
9
Infrastrutture (25%)
6,2
5
6,3
3
6,3
4
Ambiente macroeconomico (25%)
6,4
7
6,6
5
6,5
7
Salute e Istruzione Primaria (25%)
6
49
6,2
38
6,2
38
Fattori stimolatori dell'efficienza (50 %)
5
20
5,2
14
5,1
17
Alta Istruzione e Formazione professionale (17%)
4,9
35
5,9
6
5
37
Efficienza del mercato dei beni (17%)
5,4
4
5,6
3
5,6
3
Efficienza del mercato del lavoro (17%)
5,2
9
5,1
8
5,1
11
Sviluppo del mercato finanziario (17%)
4,8
24
4,9
17
4,7
20
Diffusione delle tecnologie (17%)
5,2
28
5,5
24
5,4
30
Dimensione del mercato (17%)
4,4
44
4,4
46
4,9
31
Fattori di innovazione e sofisticazione (30 %)
4,7
24
4,8
21
4,8
21
Sviluppo del tessuto produttivo (50%)
5,1
16
5,3
14
5,3
15
Innovazione (50%)
4,2
28
4,4
24
4,4
26
Note:
La percentuale tra parentesi indica il peso della voce nella composizione dell’indice / sub indice.
Ultimo aggiornamento: 18/01/2016
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2013
Val
(0 - 100)
Indice di Liberta Economica
71,1
Pos.
184 paesi
28
2014
Val
(0 - 100)
71,4
Pos.
186 paesi
28
2015
Val
(0 - 100)
72,4
Pos.
186 paesi
25
Ultimo aggiornamento: 18/01/2016
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EMIRATI ARABI UNITI
21
INDICI DI APERTURA AL COMMERCIO INTERNAZIONALE
2010
Val
(0 - 7)
ETI
Pos.
132 paesi
2012
Val
(0 - 7)
Pos.
132 paesi
5,1
16
5,1
19
Accesso al mercato (25%)
3,8
81
3,7
102
Accesso al mercato interno ed esterno (100%)
3,8
81
3,7
102
Amministrazione doganale (25%)
5,7
12
5,7
11
Efficienza dell'amministrazione doganale (33%)
5,7
12
5,6
17
6
9
6
7
Trasparenza dell'amministrazione di frontiera (33%)
5,4
21
5,6
20
Infrastrutture di trasporto e di comunicazione (25%)
5,1
22
5,3
18
Disponibilita e qualita delle infrastrutture di trasporto (33%)
6,1
4
5,8
11
Disponibilita e qualita dei servizi di trasporto (33%)
4,5
29
4,7
22
Disponibilita ed utilizzo dell'ICT (33%)
4,5
30
5,4
26
Contesto business (25%)
5,8
9
5,6
12
Regolamentazione (50%)
5,2
13
5
16
Sicurezza (50%)
6,4
4
6,2
5
Sub indici
Efficienza delle procedure di import e export (33%)
Fonte:
Elaborazioni Ambasciata d'Italia su dati World Economic Forum – Enabling Trade Index.
Note:
La percentuale tra parentesi indica il peso della voce nella composizione dell’indice / sub indice.
Ultimo aggiornamento: 28/01/2014
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2010
Valore (%)
Peso % del commercio sul PIL
2012
Valore (%)
17,08
18,57
Fonte:
Elaborazione Ambasciata d'Italia su dati EIU.
Ultimo aggiornamento: 28/01/2014
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OSSERVAZIONI
Il grado di apertura del Paese evidenzia un’elevata propensione dell’economia emiratina ad un regime di libero scambio. In linea
generale è infatti liberamente consentito vendere direttamente agli utilizzatori finali, tramite un rivenditore; è possibile inoltre
costituire joint ventures o autorizzare una società locale a vendere i propri prodotti con contratti in “franchising”. Secondo la vigente
normativa in materia di diritto societario, agli investitori stranieri non è consentito possedere una quota superiore al 49% del capitale
sociale (con eccezione delle Free Trade Zones). Al fine di intercettare i capitali stranieri dirottati verso altri mercati a seguito della
crisi finanziaria, sono al vaglio alcune proposte legislative tendenti ad eliminare tale vincolo, sebbene ci siano delle opposizioni
politiche interne.
I dati piu’ recenti riguardo alla bilancia commerciale riportano un surplus nel 2013 di 53,1 miliardi di dollari USA, mentre le previsioni
per il 2014 fanno diminuire il surplus a 45 miliardi di dollari USA (fonte EIU).
Componenti principali di tale surplus sono l’export di prodotti petroliferi (soprattutto verso Giappone; Taiwan e altri Paesi del Sud-Est
asiatico), e le riesportazioni (gli EAU sono un centro di riesportazioni soprattutto verso India, Iran e Iraq).
Va segnalata inoltre una differenza tra gli Emirati di Abu Dhabi e Dubai: quest’ultimo infatti copre l’80% del commercio estero di tutto
il Paese nel settore non oil, mentre l’Emirato di Abu Dhabi esporta principalmente idrocarburi.
Ultimo aggiornamento: 28/01/2014
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EMIRATI ARABI UNITI
22
FATTORI MAGGIORMENTE PROBLEMATICI PER FARE BUSINESS
2013 / 2014
2014 / 2015
2015 / 2016
19,1
13,9
13,9
Aliquote fiscali
1,6
0,6
0,6
Burocrazia statale inefficiente
6,7
4,7
4,7
Scarsa salute pubblica
0,8
1,7
1,7
Corruzione
1,4
2,1
2,1
Crimine e Furti
0,2
2
2
Scarsa etica del lavoro della forza lavoro locale
6,1
7,9
7,9
14,4
Accesso al finanziamento
Forza lavoro non adeguatamente istruita
16,4
14,4
Inadeguatezza dell'offerta di infrastrutture
3,2
2,6
2,6
Inflazione
7,7
15,2
15,2
Instabilita delle politiche
6,5
4,4
4,4
Instabilita del governo/colpi di stato
0,7
2
2
19,2
19,9
19,9
Normative fiscali
0,7
1,4
1,4
Regolamenti sulla valuta estera
4,1
2,2
2,2
Insufficiente capacita di innovare
5,7
5
5
Normative del lavoro restrittive
Ultimo aggiornamento: 18/01/2016
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EMIRATI ARABI UNITI
23
BUSINESS COST
Unita
2011 2012
2014
Remunerazione totale media per Capi Funzione/Capi Divisione di una multinazionale o Chief
Executive in organizzazioni medio-grandi.
€ per anno 167.500
0 180.000
Remunerazione totale media per manager al di sotto dei Capi Funzione nelle multinazionali, o che
riportano al CEO nelle organizzazioni medio-grandi, o Chief Executive in organizzazioni piccole.
€ per anno 100.000
0 120.000
Remunerazione totale media per personale vendite senior con competenze gestionali o regionali.
€ per anno
67.500
0 105.000
Remunerazione totale media per posizioni di supervisione e junior management con predominanza
della responsabilita di staff.
€ per anno
52.000
0
75.000
Remunerazione totale media per account manager e staff vendite senza competenze gestionali o
regionali.
€ per anno
25.000
0
45.000
Remunerazione totale media per personale impiegatizio, amministrativo e di segreteria senza o con
ridotte responsabilita di supervisione.
€ per anno
16.000
0
30.000
Remunerazione totale media per operai, receptionist, centralinisti e dattilografi supervisionati da
posizioni senior.
€ per anno
10.000
0
15.000
Affitto per ufficio centrale in uno dei principali distretti industriali. Prezzo medio per m2 per anno.
€ per m2
per anno
270
0
37,5
Affitto di un deposito. Prezzo medio per m2 per anno.
€ per m2
per anno
24
0
0
Acqua per uso industriale /commerciale.
€ per m3
1
0
1,15
€ per
linea/mese
200
0
200
Sottoscrizione telefonica standard mensile per uso commerciale di una linea telefonica.
Fonte:
Elaborazioni Camera di Commercio Italiana negli E.A.U. su dati EIU, dati DEWA, dati HAYS. * l'aliquota fiscale corporate media è pari allo 0%, ad
eccezione per le compagnie operanti nell'industria Gas e petrolio, le quali sono soggette ad un'aliquota fiscale del 50%, e per le banche straniere,
soggette al 20% di aliquota sui profitti.
Ultimo aggiornamento: 16/07/2015
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EMIRATI ARABI UNITI
24
INDICE DOING BUSINESS
2015
Val
(0 - 7)
Pos.
189 paesi
Posizione nel ranking complessivo
32
Avvio Attivita (Posizione nel ranking)
57
Procedure - numero (25%)
6
Tempo - giorni (25%)
Costo - % reddito procapite (25%)
2016
Val
(0 - 7)
Pos.
189 paesi
31
60
6
8
8
6,3
6,2
Permessi di costruzione (Posizione nel ranking)
3
Procedure - numero (33,3%)
Tempo - giorni (33,3%)
Costo - % reddito procapite (33,3%)
2
9
8
43,5
43,5
0,2
Accesso all'elettricita (Posizione nel ranking)
0,2
4
Procedure - numero (33,3%)
3
Tempo - giorni (33,3%)
Costo - % reddito procapite (33,3%)
4
3
35
32
24,2
23,5
Registrazione della proprieta (Posizione nel ranking)
10
Procedure - numero (33,3%)
Tempo - giorni (33,3%)
Costo - % valore della proprieta (33,3%)
10
2
2
2
1,5
0,2
Accesso al credito (Posizione nel ranking)
0,2
90
Indice di completezza delle informazioni sul credito (0 min - 8
max) (37,5%)
2
Indice di forza dei diritti legali (0 min - 12 max) (62,5%)
7
Protezione degli investitori (Posizione nel ranking)
97
2
7
64
Indice di disclosure (0 min - 10 max) (33,3%)
49
10
10
Indice di responsabilita dell'amministratore (0 min - 10 max)
(33,3%)
9
9
Indice dei poteri dello shareholder in caso di azione giudiziaria
(0 min - 10 max) (33,3%)
3
3
Tasse (Posizione nel ranking)
1
Pagamenti annuali - numero (33,3%)
Tempo - ore annuali per gestire le attivita connesse ai
pagamenti (33,3%)
1
4
4
12
12
Procedure di commercio (Posizione nel ranking)
100
101
Adempimenti doganali per esportare - tempo (ore)
38
38
Adempimenti doganali per esportare - costo (USD)
650
650
6
6
178
178
Preparazione dei documenti neccessari per esportare - tempo
(ore)
Preparazione dei documenti neccessari per esportare - costo
(USD)
Adempimenti doganali per importare - tempo (ore)
72
72
Adempimenti doganali per importare - costo (USD)
678
678
37
37
283
283
Preparazione dei documenti neccessari per imporatare - tempo
(ore)
Preparazione dei documenti neccessari per importare - costo
(USD)
Rispetto dei contratti (Posizione nel ranking)
27
18
Risolvere una controversia - giorni (33,3%)
524
495
Costi - % del risarcimento (33,3%)
19,5
19,5
Indice di qualità dei processi giudiziari (0-18) (33,3%)
12
Soluzione delle insolvenze (Posizione nel ranking)
13
90
91
Fonte:
Elaborazioni Ambasciata d'Italia su dati Banca Mondiale, indice Doing Business.
Note:
I dati riportati sono quelli pubblicati nell’anno di riferimento. Per ogni aspetto metodologico, consultare www.doingbusiness.org/methodology.
Ultimo aggiornamento: 24/01/2016
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EMIRATI ARABI UNITI
25
EMIRATI ARABI UNITI
26
ACCESSO AL CREDITO
ACCESSO AL CREDITO
Il sistema bancario e quello dei servizi finanziari negli EAU hanno fatto significativi progressi nei recenti anni, grazie all’attività di
regolamentazione e controllo della Banca Centrale. La legge bancaria emiratina riconosce ed individua 5 categorie di soggetti
abilitati all’attività creditizia: Banche Commerciali; Banche d’Investimento; Istituti finanziari; Intermediari finanziari; Intermediari
monetari. Negli EAU operano 23 Banche nazionali e 29 banche straniere. Tra queste sono presenti Intesa San Paolo, che ha una
ufficio di rappresentanza a Dubai ed e' in procinto di inaugurare ad Abu Dhabi una Branch operativa per servizi
"wholesale", UniCredit con un ufficio di rappresentanza ad Abu Dhabi, BNP, presente con un Italian Desk a Dubai e infine, da
maggio 2015, Ubi Banca. Aprire e gestire un conto corrente negli Emirati è molto semplice, purché si possegga un visto di
residenza. I finanziamenti a lungo termine (per casa, auto, e a titolo personale) sono disponibili e non è particolarmente difficile
accedervi, nonostante vengano erogati su base selettiva. Le banche operano una distinzione tra clienti con nazionalità emiratina e
residenti di altre nazionalità. Per questi ultimi infatti, i criteri da rispettare per avere accesso ai prestiti appaiono un po’ più stringenti.
Il minimo stipendio richiesto per alcuni prestiti personali è di 5.000 AED mensili; al contrario, per ricevere un prestito per l’acquisto di
un immobile, è possibile sia necessario uno stipendio minimo di 15.000 AED. Più recentemente, sono stati introdotti per le imprese
anche i servizi di factoring e leasing tecnico e immobiliare. Per le aziende locali in cerca di finanziamenti industriali l’Emirates
Industrial Bank, creata dal Governo Federale, ha lo scopo di affiancarle ed agevolarle, per favorire lo sviluppo del settore privato. Il
settore bancario degli EAU ha registrato un’attività particolarmente positiva nel 2014 e un trend positivo sembra potersi riconfermare
anche per il 2015. Misurando gli asset aggregati delle banche si può notare un incremento dell’attività bancaria del 15 % alla fine del
2014. Nonostante quest’ultimo dato, le cautele per il 2015 possono essere spiegate alla luce del calo del prezzo del greggio, cui
potrebbe essere imputato un futuro rallentamento dell’economia. Dopo la crescita del 4.5% del PIL sperimentata nel 2014, le
previsioni per il 2015 stimano un aumento del PIL del 3.5%. La performance macroeconomica del Paese, ancora positiva, potrebbe
subire dunque un peggiormento per l’anno corrente e il settore bancario risentirne, modificando la propria propensione alla
concessione del credito. Il sistema bancario emiratino è comunque sano, in transizione verso il recepimento di Basilea III e dotato di
misure macroprudenziali per il management del rischio nel peculiare mercato del real estate. Inoltre, l’attività creditizia si è
completamente ripresa dal biennio 2009/10, senza ritornare ai ritmi di crescita che hanno caratterizzato gli anni precedenti alla crisi
finanziaria ed alla crisi del debito di Dubai. Ciò perchè le banche appaiono particolarmente attente a non intraprendere investimenti
rischiosi, ad avere specifici accorgimenti nell’erogazione di crediti nel settore immobiliare e continuano ad essere caute
nell’emissione di nuovi prestiti. Nonostante i dovuti accorgimenti, la crescita dell’attivita’ creditizia per il 2014 si è attestata ad un 8%
annuo, mentre l’incremento previsto per il 2015 si misura intorno al 7%. Dai primi anni della ripresa, l’incremento dell’attività
creditizia è stato caratterizzato dalla concessione di prestiti quasi esclusivamente al settore pubblico (infrastrutture) e ai settori
strategici dell’economia nazionale (petrolio, acciaio). Da qualche anno a questa parte, in linea con la strategia di diversificazione
economica e aumento della competitività del sistema Paese, le politiche di sviluppo del settore privato hanno portato le banche a
facilitare i prestiti verso le PMI, i cui finanziamenti ad oggi costituiscono solo poco meno del 5% dei finanziamenti totali erogati. Sono
inoltre sempre più in crescita le iniziative industriali e pubbliche finanziate con emissioni a lungo termine di titoli obbligazionari
(Sukuk) regolati dalla Finanza Islamica. Dopo aver attraversato un periodo di risanamento dei bilanci, le banche del Paese hanno
migliorato i propri asset e ridotto i cosiddetti NPL (Non Performing Loans).
Ultimo aggiornamento: 02/09/2015
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EMIRATI ARABI UNITI
27
RISCHI
RISCHI POLITICI
Vicinanza geografica all'’Iran
Instabilita' interna
Nessuna ulteriore segnalazione
Un'eventuale ripresa delle tensioni tra l'Iran e la comunita’ internazionale, specie in relazione
al programma nucleare, potrebbe avere ripercussioni sugli EAU, anche per il tramite di una
chiusura dello Stretto di Hormuz con conseguente interruzione dei traffici marittimi. Uno scenario quest’'ultimo che gli E.A.U. hanno
però già scongiurato grazie all’inaugurazione dell’'oleodotto Habshan-Fujairah che, collegando Golfo Persico e Oceano Indiano,
permette di trasportare direttamente il greggio via terra verso i terminali di esportazione.
Vicinanza geografica all'’Iran
Sono costantemente mantenute le attivita' preventive e repressive finalizzate a contenere i
rischi legati alle attivita' di cellule fondamentaliste o di gruppi vicini alla Fratellanza
Musulmana. Tali fenomeni pur non rappresentando in questa specifica fase una minaccia per la sicurezza del Paese potrebbero in
futuro costituire un punto di debolezza per la stabilita' del Paese.
Instabilita' interna
Nessuna ulteriore segnalazione
Non ci sono ulteriori rischi politici da segnalare.
Ultimo aggiornamento: 14/07/2015
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EMIRATI ARABI UNITI
28
RISCHI ECONOMICI
Rischio sovrano
Rischio privato
Rischio bancario
Rischio immobiliare
A livello di Governo federale il rischio sovrano non si presenta come un elemento di
particolare allarme. A livello locale a fronte di una maggiore solidita' dell'Emirato di Abu
Dhabi, sara' tuttavia opportuno monitorare la situazione del debito pubblico di Dubai. Quest'ultimo Emirato, seppur in forte ripresa
economica a seguito della crisi del 2008 non ha ridotto in questi ultimi anni la propria esposizione che resta superiore al 100% del
PIL e non e' ancora riuscito ad ottenere accordi di rinegoziazione del debito con tutti i creditori istituzionali.
Rischio sovrano
Rischio privato
apertura senza condizioni
Rischio bancario
apertura senza condizioni
I dati pubblicati dal governo di Dubai mostrano segnali di stabilizzazione e in alcuni casi di
ripresa del mercato del real estate a partire dal 2012. In ripresa sono soprattutto gli immobili
di prestigio e gli spazi commerciali in cui convergono i capitali provenienti dal Pakistan, Iran, siria ed Egitto in cerca di rifugio
rispettivamente dalla svalutazione della rupia e dalle sanzioni internazionali. Le prospettive del real estate sono incoraggianti e
favorite da una stabilità politica e dal regime di cambio agganciato al dollaro, che pone il settore al riparo dalla crisi dell’'eurozona.
Rischio immobiliare
Ultimo aggiornamento: 14/07/2015
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RISCHI OPERATIVI
Contesto generale
La controparte locale
La costituzione di una societa'
Consigli pratici
Non sussistono difficolta' di fondo per operare negli Emirati, sia in caso di presenza stabile in
loco, sia in caso di collaborazioni temporanee. Tuttavia e' sempre bene tener presente che
gli EAU - per quanto abbiano adottato modelli di vita vicini a quelli occidentali - rimangono un Paese di cultura araba e di religione
islamica. E' dunque opportuno che i comportamenti siano adeguati e rispettosi dei valori locali, nella vita sociale, cosi' come nei
rapporti di affari.
Contesto generale
E' importante ricordare che l'attivita' di distribuzione e' ricompresa fra quelle che
caratterizzano l'operato di un agente; di conseguenza, affidare ad una controparte locale,
attraverso contratto, l'incarico di distributore, equivale ad affidargli l'incarico di agente esclusivo. E' sempre bene effettuare una
verifica sull'affidabilita' e solvibilita' della controparte e utilizzare lo strumento della lettera di credito.
La controparte locale
La societa' a responsabilita' limitata e' una opzione per le attivita' commerciali con un livello
cospicuo di fatturato e/o un raggio operativo ampio, potendosi avvantaggiare di quanto gli
E.A.U. possono offrire in termini di infrastrutture, servizi e contatti come principale centro commerciale dell'area del Golfo
Arabico.Tuttavia la maggioranza della societa', 51%, deve essere detenuta da persone fisiche o giuridiche locali. In alternativa, la
societa' straniera potra' aprire un'attivita' senza bisogno dello sponsor in una zona franca. Attualmente sono 38 le zone franche negli
EAU.
La costituzione di una societa'
E' preferibile trovare una controparte locale di natura societaria; rapporti con quei personaggi
di apparente grande spicco (presentati come sceicchi), ma senza competenza commerciale
od imprenditoriale propria e diretta, possono dare un facile successo, se concreti nelle loro intenzioni, ma essere anche pericolosi,
in caso sorgano controversie. Va rammentato, infatti, che il foro competente e’ sempre quello locale, in quanto non e’ riconosciuta,
di fatto, la giurisdizione straniera.
Consigli pratici
EMIRATI ARABI UNITI
29
Ultimo aggiornamento: 12/07/2015
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EMIRATI ARABI UNITI
30
RAPPORTI CON L'ITALIA
OVERVIEW
Gli EAU si confermano il principale mercato di sbocco delle esportazioni italiane nellarea MENA. L'Italia si posiziona al settimo posto
in assoluto tra i paesi fornitori degli EAU e terzo tra i partners europei.
Nel 2015 l'interscambio Italia-EAU ha confermato l’andamento molto positivo registrato durante tutto l’anno appena
trascorso, durante il quale diversi sono stati i record segnati, a testimonianza della felice stagione delle relazioni
bilaterali tra i due Paesi e degli effetti positivi del basso valore dell’Euro rispetto alla valuta locale, da oltre un ventennio
ancorata a tasso fisso al Dollaro USA. Di record si è trattato, infatti, non solo per il nostro export, che ha superato quota 6
mld. Euro (circa 6.19 mld.), ma anche per l’interscambio totale (oltre 7 mld. euro) e per il surplus della bilancia
commerciale (oltre 5.3 mld. euro).
Scendendo nello specifico delle varie voci, è stata importante innanzitutto la ripresa massiccia del nostro export, che ha segnato un
+16,4% rispetto al 2014, dopo la relativa flessione del biennio precedente (-0.3% nel 2013 e -3.5% nel 2014). Pur segnando un calo
dell’11%, il comparto orafo e della bigiotteria si è confermato quale principale contributo singolo delle nostre esportazioni in questo
Paese (con un valore di oltre 1 mld. euro), pur superato, in aggregato, dal comparto dei macchinari, vicino agli 1,2 mld. euro.
Interessante registrare anche il terzo posto raggiunto dai raffinati del petrolio, in crescita del 30% rispetto al 2014. Ritornando sul
comparto dell’oreficeria, il calo del 2015, che si associa a quello, invero marginale, del 2014, potrebbe essere ascritto agli effetti
combinati della forte accumulazione di scorte, registratasi in particolare nel 2011 e 2012, della relativa crisi del commercio al
dettaglio derivante alla contrazione dei flussi turistici provenienti in particolare da Fed. Russa e Cina, nonché della perdita, almeno
temporanea, per i rivenditori EAU di importanti mercati mediorientali o nordafricani, segnati da conflitti o profonde tensioni socioeconomiche. Passando alle importazioni, esse hanno confermato nel 2015 il loro andamento erratico e difficilmente prevedibile:
cresciute del 91% nel 2011, sono scese del 24% nel 2012, per poi quasi raddoppiare nel 2013 (+99.6%), dimezzarsi nel 2014 (52%) e segnare un +35.5% nell’anno appena trascorso, pari ad un valore complessivo di oltre 850 mil. Euro, dovuto essenzialmente
al comparto dei prodotti raffinati del petrolio (331 mil. Euro = +316,2%). In termini assoluti, nel 2015 EAU si sono collocati al
quindicesimo posto fra i Paesi di sbocco dell'export italiano, dietro la Romania ma superando Hong Kong e Giappone, con
un’incidenza dell’1,5% sul totale delle vendite italiane all’estero (era stato l’1,4% nel 2014).
La presenza imprenditoriale italiana negli Emirati Arabi Uniti è altamente qualificata ed è rappresentata da ben oltre 500 aziende tra
unità con propria filiale e molte altre che operano tramite agenti locali.
Il potenziale per le produzioni ed i servizi italiani sul mercato potrà nel medio termine beneficiare della presenza nel Paese di un
elevato reddito pro-capite e di una ricchezza petrolifera che durerà almeno per i prossimi 100 anni. Di fatto gli Emirati Arabi Uniti
rappresentano una delle più dinamiche realtà dell’intera regione, con una crescita economica che è stata particolarmente intensa nel
periodo compreso fra il 2005 e il 2008, per poi rallentare a partire dalla fine del 2008 - in coincidenza con la fase di recessione della
crisi debitoria della holding pubblica Dubai World - ed infine riprendere dal 2013.
Il mantenimento di un’adeguata porzione di mercato richiede tuttavia azioni promozionali mirate contro una concorrenza sempre più
competitiva, che identifica negli Emirati un mercato privilegiato, ed un mirato coordinamento delle imprese (in particolare piccole e
medie) italiane anche “a valle”, oltre che “a monte” (ad esempio attraverso la formazione di consorzi), al fine di presentare offerte
mirate per meglio sfruttare, attraverso un approccio selettivo volto ad evidenziare l’unicità’ e la differenziazione del prodotto italiano,
le opportunità offerte dai grandi progetti di sviluppo, in particolare nei settori infrastrutture e costruzioni.
Grandi opportunita' di business potranno essere colte sul percorso verso l'EXPO di Dubai del 2020.
Ultimo aggiornamento: 14/03/2016
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EMIRATI ARABI UNITI
31
SCAMBI COMMERCIALI
EXPORT ITALIANO VERSO IL PAESE: EMIRATI ARABI UNITI
Export italiano verso il paese:
EMIRATI ARABI UNITI
2013
Totale
2014
5.507,76 mln. €
5.334,67 mln. €
2015
6.192,85 mln. €
Merci (mln. €)
gen-feb 2015
916,25 mln. €
839,33 mln. €
2014
2015
90,71
91,39
121,87
Prodotti delle miniere e delle cave
4,73
8,35
9,14
Prodotti alimentari
4,73
137,48
175,73
26,41
Prodotti dell'agricoltura, pesca e silvicoltura
Bevande
2013
gen-feb 2016
19,5
23,49
42,57
44,16
49
192,08
195,94
180,94
Articoli in pelle (escluso abbigliamento) e simili
181,8
203,12
221,98
Legno e prodotti in legno e sugheri (esclusi i mobili); articoli in paglia e materiali da intreccio
20,43
24,75
25,51
Carta e prodotti in carta
47,97
52,01
70,55
Coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio
292,79
282,97
365,26
Prodotti chimici
292,65
Prodotti tessili
Articoli di abbigliamento (anche in pelle e in pelliccia)
236,05
257,54
Prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici
44,33
49,5
51,39
Articoli in gomma e materie plastiche
86,19
95,58
104,02
Altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi
119,44
128,26
162,55
Prodotti della metallurgia
241,62
209,84
186,29
Prodotti in metallo, esclusi macchinari e attrezzature
323,59
216,98
181,71
Computer e prodotti di elettronica e ottica; apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi
294,74
254,49
388,67
313,5
298,75
413,76
Apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche
Macchinari e apparecchiature
942,59
Autoveicoli, rimorchi e semirimorchi
148,76
207,08
224,57
221,7
108,35
234,31
152,57
162,39
231,56
Altri mezzi di trasporto (navi e imbarcazioni, locomotive e materiale rotabile, aeromobili e veicoli spaziali, mezzi
militari)
Mobili
Prodotti delle altre industrie manufatturiere
951,5 1.266,44
1.355,76 1.318,3 1.196,17
Altri prodotti e attività
7,9
Elaborazioni Ambasciata d’Italia su dati Agenzia ICE di fonte ISTAT.
Elaborazioni Ambasciata d’Italia su dati Agenzia ICE di fonte ISTAT.
EMIRATI ARABI UNITI
32
8,07
6,91
IMPORT ITALIANO DAL PAESE: EMIRATI ARABI UNITI
Import italiano dal paese:
EMIRATI ARABI UNITI
2013
Totale
2014
1.299,28 mln. €
627,52 mln. €
2015
850,79 mln. €
gen 2015
gen-feb 2016
119,35 mln. €
Merci (mln. €)
Prodotti delle miniere e delle cave
2013
96,98 mln. €
2014
201,97 104,03
2015
22,24
Prodotti alimentari
6,43
3,4
1,08
Prodotti tessili
4,68
3,2
1,85
Articoli di abbigliamento (anche in pelle e in pelliccia)
1,57
2,56
2,89
Articoli in pelle (escluso abbigliamento) e simili
4,47
7,83
6,21
132,71
79,64
331,49
Coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio
Prodotti chimici
Articoli in gomma e materie plastiche
Altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi
Prodotti della metallurgia
3,78
5,79
20,09
40,48
42,81
18,56
9,52
12,45
14,23
210,47 247,92
210,1
Prodotti in metallo, esclusi macchinari e attrezzature
35,11
31,5
32,5
Computer e prodotti di elettronica e ottica; apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi
15,47
20,42
8,38
4,69
3,21
4,89
32,22
19,08
21,19
Apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche
Macchinari e apparecchiature
Autoveicoli, rimorchi e semirimorchi
Altri mezzi di trasporto (navi e imbarcazioni, locomotive e materiale rotabile, aeromobili e veicoli spaziali, mezzi militari)
Prodotti delle altre industrie manufatturiere
Altri prodotti e attività
Elaborazioni Ambasciata d’Italia su dati Agenzia ICE di fonte ISTAT.
Elaborazioni Ambasciata d’Italia su dati Agenzia ICE di fonte ISTAT.
OSSERVAZIONI
EMIRATI ARABI UNITI
33
2,64
1,46
2,12
576,62
1,36
112,05
4,96
13,71
14,17
13,19
25
24,49
INVESTIMENTI CON L'ITALIA - STOCK
EMIRATI ARABI UNITI
34
OSSERVAZIONI
EMIRATI ARABI UNITI
35
INVESTIMENTI CON L'ITALIA - FLUSSI
EMIRATI ARABI UNITI
36
OSSERVAZIONI
La disponibilità di dati sui flussi di investimento esteri effettuati dagli EAU risulta molto limitata e, anche facendo riferimento alle
statistiche dei principali organismi internazionali specializzati (EIU, Unctad, UNcomtrad, ecc.), è assi difficile reperire dati aggiornati
per paese di destinazione.
Per quanto in particolare riguarda l'Italia, merita comunque essere segnalato che a partire dallo scorso anno si e’ registrato un
rinnovato interesse da parte degli EAU per le opportunita’ di investimento offerte dal nostro Paese. Si ricordano in tale ambito le più
significative operazioni di acquisizione recentemente effettuate in Italia: la compagnia di bandiera di Abu Dhabi Etihad Airways, ha
acquisito il controllo del 49% di Alitalia (con un investimento di ca. 560 milioni di Euro); il fondo di investimento di Abu Dhabi
Mubadala, ha acquisito il controllo di Piaggio Aero (ca. 100 milioni di Euro); una società di investimento e sviluppo italiana, il cui
principale azionista è l'emiratino Hamed Al Ahmed, ha acquisito il controllo del complesso turistico-congressuale di Perla Ionica
(Acireale), attualmente in fase di radicale ristrutturazione (con un investimento complessivo di ca. 140 milioni di Euro).
A seguito della positiva conclusione della trattativa Alitalia-Etihad, i Fondi Sovrani degli EAU hanno iniziato a manifestare un
rinnovato interesse per le opportunita' di investimento offerte dall'Italia nei settori finanziario, infrastrutturale ed immobiliare.
EMIRATI ARABI UNITI
37
FLUSSI TURISTICI
La domanda turistica emiratina, seppur limitata ad una popolazione di circa 8 milioni e mezzo di abitanti, è però caratterizzata da una
clientela di lusso, con un livello culturale medio alto ed una sempre crescente propensione a viaggiare. Gli EAU hanno puntato sulla
costruzione di una solida rete infrastrutturale, prerogativa fondamentale per lo sviluppo economico di un Paese. L’aeroporto
internazionale di Dubai è ormai da tempo diventato uno degli hub principali al mondo, grazie alla posizione strategica a cavallo tra
Oriente e Occidente e a delle strutture logistiche e infrastrutturali all’avanguardia. E’ quindi possibile raggiungere Dubai (facendo
uno scalo) per mezzo di tutte le principali compagnie aeree mondiali.
Il Dubai International Airport, che accoglie 145 compagnie con 260 destinazioni in sei continenti. Classificato come primo
aeroporto piu’ trafficato al mondo, nel 2014 ha segnato un numero di oltre 70 milioni di passeggeri. Si stima per 2020 un flusso di 98
milioni di passeggeri.
l’Abu Dhabi International Airport, il quale, con il transito di 52 compagnie aeree che raggiungono 93 destinazioni in tutto il mondo,
ha registrato nel 2014 un traffico di 20 milioni di passeggeri (in aumento del 20% rispetto al 2013);
L’Al Maktoum International Airport di Dubai (il secondo aeroporto internazionale della citta’), situato nella zona di Jebel Aliha
aperto le porte ai passeggeri il 27 ottobre del 2013. Nel corso del 2014 il traffico passeggeri ha superato il milione – un numero
destinato ad aumentare grazie all’atteso incremento del numero di compagnie aree ivi operanti (la low-cost flydubai dovrebbe
spostarvi tutte le sue operazioni nel 2016/2017). L’Al Maktoum International Airport dovrebbe divenire il piu’ grande aeroporto del
mondo per numero di passeggeri (160 milioni all’anno) e volume di merci (12 milioni di tonnellate).
E’ inoltre in fase di realizzazione nel nuovo Aeroporto di Abu Dhabi il Midifield Terminal che, una volta terminato nel 2017, sara' in
grado di gestire il transito di 30-40 milioni di passeggeri l'anno,
I risultati ottenuti dall’Italia come meta del turismo emiratino sono principalmente da ricercarsi nel settore economico-commerciale.
Ne è conferma il fatto che, se effettivamente vi è stato un aumento di passeggeri emiratini verso il nostro paese, si tratta comunque
di un turismo essenzialmente focalizzato sul business. Le principali destinazioni del nostro paese continuano ad essere quelle più
industrializzate ed economicamente sviluppate, dove risiede l’enclave degli affari oltre allo shopping di lusso. Vengono prediletti i
grandi centri urbani, con hotel a 5 stelle, un alto livello nell’efficienza dei servizi oltre ad un uso comune della lingua inglese che
facilita il loro ambientamento. Altre mete di grande attrazione sono le strutture alberghiere di lusso su campi da golf, piuttosto che
zone termali con SPA modernamente attrezzate per la cura della bellezza.
Ultimo aggiornamento: 14/07/2015
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EMIRATI ARABI UNITI
38
Fly UP