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VIAGGI E VIAGGIATORI ARABI

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VIAGGI E VIAGGIATORI ARABI
UNIVERSITÀ CA’ FOSCARI DI VENEZIA
FACOLTÀ DI LINGUE E LETTERATURE STRANIERE
Corso di Laurea Magistrale in
ASIA MERIDIONALE E OCCIDENTALE: LINGUE, CULTURE E ISTITUZIONI
PROVA FINALE DI LAUREA
VIAGGI E VIAGGIATORI ARABI
Relatore: Ch.ma Prof.ssa Antonella Ghersetti
Laureando: KAMAL JABER
Matricola: 811584
ANNO ACCADEMICO 2012 – 2013
Indice dei contenuti
‫مقدمة‬
04
Introduzione
07
1. Premessa
1.1. Identità dei viaggiatori
1.2. Viaggiatori e
1.3. I viaggi e la letteratura geografica
10
10
11
11
2. Una storia di viaggi
2.1. D
g n ’ vv nt
’s m
2.2. Medioevo islamico
2.3. Scopi dei viaggi
2.4. Viaggi e viaggiatori arabi in Estremo Oriente
2.5. Viaggi e viaggiatori arabi nel Vicino Oriente
2.6. V gg v gg t
b n ’Eu p
’ st
2.7. Viaggi e viaggiatori arabi nel Mediterraneo
2.8. Il viaggiatore arabo per eccellenza
2.9. Un viaggiatore mercenario
13
13
15
16
17
20
21
24
27
28
3. Manoscritti arabi
30
4. Letteratura odeporica araba
32
4.1. Prima prosa letteraria
4.2. I Kāt b
tt tu
’
4.3. Storiografia
4.4. Geografia
32
32
33
34
b
2
4.5.
4.6.
n p
35
36
m t
5. I primi viaggi a Costantinopoli
38
6. Il viaggio a Costantinopoli durante l’impero ottomano
43
7. Tabella dei visitatori di Costantinopoli
56
r- a
8. Al-maṭ li‘ al-badriyya fī-l-man zil ar-rūmiyya
(Al-Ghazzī)
8.1. t b g
su ’ ut
8.2. Studi e opere
8.3.
s nt
n
8.4. Lo scopo del viaggio
8.5. Copie impiegate nella verifica
8.6. Immagini del primo foglio delle tre copie
8.7. Metodo della verifica
8.8. nt s
Conclusione
Bibliografia
ia)
60
61
63
64
67
68
70
75
76
92
95
3
‫مقدمة‬
‫ينبع إهتمامنا بهذا الموضوع عند ما البروفسورة ماريا بيا بداني أستاذة‬
‫تاريخ الشرق االوسط والمتخصصة في مادة التاريخ العثماني في هذه‬
‫الجامعة الموقرة‪ .‬عرضت علينا نسخة مصورة لنقوم بتحقيقها‬
‫مخطوطة في القرن السادس عشر للرحالة محب الدين الحموي‬
‫(‪.)2061-2451‬‬
‫هذه الرحلة المخطوطة نثريا ً مدموجة تكرارا ً ِبأبيات شعرية تقسم إلى‬
‫قسمين االول بعنوان حادي األظعان النجدية إلى الديار المصرية‬
‫المتعلقة بقسم الرحلة التي أنجزت في األراضي العربية‪ ،‬قام بتحقيقها‬
‫الدكتور دمحم عدنان بخيت بروفسور اللغة العربية في الجامعة األُردنية‬
‫وتم نشرها في عام ‪.2991‬‬
‫القسم الثاني بعنوان بوادي الدموع العندمية في الديار الرومية والمتعلقة‬
‫بالرحلة المنجزة في االراضي العثمانية حتى مدينة القسطنطينية‪ ،‬لم‬
‫يتيم تحقيقها ونشرها إلى هذا الوقت‪ ،‬وبالرغم عن أصلنا العربي لم يكن‬
‫بمقدورنا القيام بهذا العمل مع إعجابنا بهذا الموضوع مدفوعين‬
‫ومتشوقين لمعرفة ما تحتويه تلك الصفحات‪ ،‬إتصلنا هاتفيا ً مع الدكتور‬
‫البخيت وإستفسرنا إن كان القسم الثاني تحت التحقيق أو النشر‪ ،‬بذلك‬
‫عرفنا على أنه إستغرق في تحقيق القسم االول مدة ثالث سنوات وإن‬
‫القسم الثاني غالبا ً قد حقق من قبل شاب باحث أردني مميز في أبحاث‬
‫الرحالت والرحالة العرب وخصوصا ً في الرحالت إلى مدينة‬
‫القسطنطينية المهدي عيد الرواضية متخرج من الجامعة األُردنية في‬
‫األثار األدبية في سنة ‪ .2991‬ومتخصص في التاريخ اإلسالمي بدرجة‬
‫ماجستير من نفس الجامعة وحاصل على الدكتورا في فلسفة التاريخ‬
‫‪4‬‬
‫بموسسة‬
‫من نفس الجامعة في عام ‪ ،1621‬باحث ومساعد المدير العام ُ‬
‫آل البيت الملكية األُردنية للفكر اإلسالمي‪ .‬قمنا باإلتصال بالدكتور‬
‫الرواضية وقمنا بزيارته وعلمنا منه بأنه قضى أكثر من خمسة عشر‬
‫عاما ً في بحث ودراسة المخطوطات والمجلدات إستخلص منها ما تعلق‬
‫بالرحالت وادبها من عام ‪ 1661‬إلى هذا الوقت‪ ،‬وقد قام بتأليف كتبا ً‬
‫عديدة كثير منها تناولت مواضيعا ً جغرافية على وجه الخصوص‪ .‬قام‬
‫الدكتور بتحقيق ونشر مخطوطات كثيرة في الرحالت ولكن ال يوجد‬
‫ضمنها رحلة الحموي‪ .‬مع ذلك حصلنا من مجهوده على معلومات قيمة‬
‫التي يتكون منها القسم األكبر من هذه البحوث‪ .‬تشوقنا للموضوع كثيرا ً‬
‫من أجل إستعراض المراحل التاريخية العربية في ضرب اآلفاق لكي‬
‫نستطيع الحصول على نظرة كاملة لهذا النوع من التعبير األدبي‪.‬‬
‫بعد مقدمة قصيرة للتوضيح عن أصحاب الرحالت‪ ،‬واألسباب والدوافع‬
‫التي دفعتهم للقيام وتأثيرها على الصورة األدبية لتلك الفترة‪ ،‬بعدها قمنا‬
‫بذكر أسماء أصحاب الرحالت المذكورين في كتب تاريخ األدب مع‬
‫رحالتهم‪ ،‬وفصلناهم حسب الرقعة المقصودة‪ ،‬الرحالت المذكورة في‬
‫البحث توضح خط السير بدأ ً من شبه الجزيرة العربية موطن الرحالين‬
‫االوائل وبعدها البالد العربية األخرى وصوالً إلى جميع أقطار‬
‫الفتوحات اإلسالمية العثمانية‪ ،‬بل بعضهم تخطى تلك األراضي مكتشفا ً‬
‫العالم الغامض‪ .‬ثم مشينا قدما ً بعرض أدب الرحلة‪ ،‬وتوقفنا بصورة‬
‫خاصة في رحالت القسطنطينية‪ ،‬وأخيرا ً أخذنا بعين األعتبار الرحالت‬
‫التي لم يقم تحقيقها حتى وقت قصير مبتدئين برحلة بدر الدين الغزي‬
‫التي حققها الرواضية وتم نشرها‪.‬‬
‫‪5‬‬
‫عنوان هذا البحث يحمل إسم كتاب للمؤلف فرنشيسكو جبرييلي الذي‬
‫ألف كتبا ً كثيرة في هذا المجال والتي قسم منها أخذناه مرجعا ً لهذا‬
‫العمل‪.‬‬
‫‪6‬‬
INTRODUZIONE (in lingua italiana)
Il nostro interesse per questo argomento nacque quando la
professoressa Maria Pia Pedani, docente di Storia del Vicino e
Medio Oriente e in particolare di Storia Ottomana presso questa
benemerita università, sottopose alla nostra attenzione una
riproduzione fotocopiata di un manoscritto del XVI secolo,
A -Dīn A -Ḥ m wī (2451-1608).
Questo resoconto di viaggio, stilato in prosa intercalata da
frequenti versi poetici, si divide in due parti: la prima, intitolata
Ḥā ī - ‘ān an-naǧ
ā - ā -m
(Il cammelliere
N j
s
’E
) e riguardante la parte di viaggio
compiuta nei territori arabi, è stata analizzata da
mm
‘A nān B khī , p f ss
’Un
s à G
n n Amm n,
e pubblicata nel 1993; la seconda, intitolata B wā ī - umū‘ ‘ n m
b -wā ī
- ā
- ūm
(Deserti di lacrime di
sangue nella valle delle terre bizantine) e riguardante il viaggio in
territorio ottomano fino a Costantinopoli, deve ancora essere
analizzata e pubblicata. Nonostante le origini arabe, non ci
n mm
’
zz
compito, ma, affascinati
’
m n
n nché sp n
s
c n sc
contenuto di quelle pagine, contattammo telefonicamente il
p f ss B khī p s p
s
ss n c n
p
c zione
della seconda parte. Apprendemmo così che la prima parte
’ p
lo impegnò per ben tre anni e che la seconda parte
forse era già oggetto di analisi da parte di un giovane studioso
giordano che si era distinto nella ricerca su viaggi e viaggiatori
arabi ed in particolare sui viaggi a Costantinopoli: Al- h ī ‘Iy
7
A -R wā , laureato in Antichità Letterarie nel 1993 e
specializzato in Storia Islamica nel 2008 p ss ’Un
s à
Giordania ad Amman, dottore in Storia della Filosofia presso la
stessa università dal 2012, ricercatore e assistente del direttore
generale della Fondazione Ãl al-bayt al-malakiyya li-l-fikr als āmī ad Amman. Contattammo e successivamente s mm
A -R wā : egli trascorse più di quindici anni nella ricerca
e nello studio di volumi e indici, estraendo da essi tutto quello
che riguardava la letteratura geografica e i libri di viaggi. Dal 2002
a questa parte ha scritto numerosi libri, molti dei quali ad
argomento geografico, ed in particolare ha trascritto e pubblicato
molti resoconti di viaggio, ma non quello di Al-Ḥ m wī.
Comunque acquisimmo dal suo lavoro molte informazioni
preziose che costituiscono gran parte delle fonti di questa tesi e ci
pp ss n mm
’
m n
n
p c ere le
tappe storiche delle peregrinazioni arabe per avere un quadro il
più completo possibile di questo genere di espressione letteraria.
Dopo una breve premessa sulla definizione dei protagonisti dei
viaggi, degli autori delle relazioni, delle motivazioni che hanno
indotto i viaggi e della loro incidenza sul panorama letterario
’ p c , s p ss
n p
xc s s
viaggiatori arabi da tempo riportati nei testi di storia della
letteratura araba. I viaggi citati coprono praticamente tutte le
rotte possibili partendo dalla penisola araba, terra dei primi
viaggiatori, e successivamente dagli altri paesi arabi, fino ad
arrivare a tutte le terre occupate dalla conquista islamica e dagli
imperatori ottomani, oltrepassando in taluni casi le barriere del
m n c n sc
sc p
’ n .
8
Si prosegue con la presentazione della letteratura odeporica,
inserendola nel più ampio alveo della letteratura classica e ci si
sofferma su quella che ha come meta finale Costantinopoli,
prendendo da ultimo in considerazione il recente lavoro di
interpretazione e trascrizione di alcuni manoscritti arabi rimasti
fino a pochissimi anni fa inediti, primo fra tutti la
di Badr AdDīn A -Gh zzī p
c
A -R wā .
Il titolo di questa tesi ricalca volutamente il titolo di uno dei
numerosi libri che Francesco Gabrieli ci ha regalato e che
costituisce una delle maggiori fonti di questo lavoro.
9
1. PREMESSA
1.1. Identità dei viaggiatori
Non sempre si tratta di viaggiatori di pura etnia araba, anzi,
s p
n ’Alto Medioevo, troviamo spesso viaggiatori di
diversa origine ma pienamente assimilati a quelli arabi da lingua e
cultura comuni.
Per arabi insomma si intendono dapprima i semiti della penisola
araba e poi tutti coloro, semiti e non semiti, che da essi
conquistati ne accolsero la religione e la lingua e insieme ad essi
formarono la cultura e la civiltà araba musulmana (Gabrieli,
1975).
Anche quando il dominio arabo si limitò a primato religioso e
culturale, la lingua araba rimase lo strumento espressivo delle
esperienze comuni di vita. Pertanto nel panorama dei viaggi e
delle memorie di viaggio relative al mondo arabo-islamico non
rientrerà, ad esempio, il Sefer-name di Nasir-i-Khusrev, persiano
del secolo XI che scrisse le sue memorie di viaggio in persiano, né
i viaggi compiuti in età più recente da viaggiatori turchi. L’
rimase a lungo la lingua dominante nella vita culturale del
giovane impero ottomano, oltre ad essere quella esclusiva della
pratica religiosa: essa diede infatti un apporto molto ricco al
lessico ottomano alla cui configurazione contribuì, se pure in
minor misura, anche la lingua persiana. P ù
, c n ’ ff m s
nel Mediterraneo della potenza ottomana e la conseguente
formazione di una classe marinara e viaggiatrice turca, si avranno
opere descrittive e cartografiche in turco, quali il Gihan-numa di
Evliya Celebi e la Bahriyye di Piri Reis.
10
I viaggiatori arabi di cui conosciamo nomi, vicende personali,
motivi e interessi di viaggio sono soltanto un piccolo gruppo di
una infinita schiera anonima e oscura di viaggiatori, esploratori e
avventurieri. I loro profili sono vari: dal prigioniero di guerra al
mercante, dal pellegrino al dotto itinerante e al diplomatico, fino
m n
sp n
’ m
p
’
n
professione.
1.2. V gg t
Per quanto riguarda il rapporto tra i viaggi e la loro fissazione per
iscritto, n c n c s
’ p
è
giatore stesso,
come per Al- s‘ū ī, I n Ḥawqal, Al- q
sī e Ibn Ba ū ;
più spesso, invece, viaggiatore e redattore non coincidono e
’
p ò ss
n sc nz
, n
f
pp
n
viaggiatore egli stesso che incluse nella sua esposizione relazioni
di viaggi altrui, talvolta mai pubblicate in forma autonoma ma
solo passate di mano in mano tra diversi compilatori ed
elaboratori.
1.3. I viaggi e la letteratura geografica
Il riflesso letterario e scientifico delle esperienze di viaggio di
questi viaggiatori costituisce gran parte della letteratura
geografica in lingua araba giunta fino a noi. Accanto alla
trattazione teorica di derivazione quasi totalmente greca, la
geografia araba consta di una larga parte descrittiva che risulta
certo da una tradizione culturale anche in parte straniera, ma
11
soprattutto dalla diretta esperienza di viaggiatori ed esploratori
’O n
’Occ n ,
n n
, m s m n nf
.
12
2. UNA STORIA DI VIAGGI
2.1. Dalle origini ’ vv nt
’s m
I beduini della penisola arabica erano in origine tribù nomadi
avvezze al continuo peregrinare, che costituiva la peculiarità del
ss m s c
n
n
’ pp
n m n
c
alla difesa del gruppo.
N ’A
preislamica esistevano già due o tre centri sedentari
al nord e al centro della penisola e una progredita società agricola
e commerciale al sud, suddivisa in una serie di stati monarchici. E
da questi regni sud-arabici partivano carovane di cammellieri e di
mercanti per il commercio di spezie e aromi, dirette a nord fino ai
mercati della Siria.
Lo stesso Muhammad da giovane aveva viaggiato con le carovane
cc f n
c nf n
’A
.
“C c
sc nz , f ss’ nch n C n ” recita un celebre
īt
del Profeta Muhammad, che gli arabi non mancarono di onorare
(Salvioli, 2011). Il viaggio ha una funzione centrale nella nuova
religione da ss
c
: ’
f n
’Is m è al‑ ǧ ,
’ m
z n
Medina del Profeta e dei suoi seguaci, che
costituisce il viaggio esemplare a cui si appellerà la futura
propaganda islamica. Il Profeta compì anche due viaggi mistici: il
mi‘ āǧ, ’ sc ns ne notturna al cielo durante la quale avrebbe
incontrato i profeti che l’
n p c
, e ’ s ā’, n c
mm
f
sp
n c s
n s
n
“T mp S n ”
cc ( K ‘ ) “T mp U m ” n
Spianata di Gerusalemme, dove appunto fu c s
m sch
A -Aq ā; questo viaggio, considera
’ s ām realmente
13
accaduto, sarebbe avvenuto a cavallo di una creatura alata dalle
lunghe orecchie, il lungo dorso e il volto di donna.
Inoltre n
c nq
p s
’Is m è al‑ ǧǧ, il
pellegrinaggio a
cc . È q s ’ m ch
à cc s n ai
geografi e viaggiatori medievali di descrivere le terre e i climi che
attraversano per giungere nella città santa.
A m
n n
cc n
n
n
s
c’ n
Ghassanidi e i Lakhmidi, entrambi arabi cristiani : i primi erano
emigrati nel 250 dallo Yemen ad una regione della Siria
meridionale e i secondi vivevano dal 266 nella Mesopotamia
meridionale, con capitale Al-Hira.
In seguito diventarono rivali in quanto vassalli rispettivamente
’ mp
bizantino e di quello persiano: i sovrani bizantini
n m
n mc
S s n ch
’
p
evano
il regno lakhmide, principale centro della setta cristiana
nestoriana,
’ pp s
ss
z n n . Verso i due
suddetti imperi che nei secoli futuri saranno profondamente
arabizzati, si dirigeva appunto tra il IV e il VI secolo un flusso
alterno di nomadi, tra i quali si distinsero i poeti che andavano e
venivano dai due stati-cuscinetto, ne celebravano i re e vi
attingevano nuove esperienze per il loro rozzo bagaglio culturale
e spirituale, sc n
c sì
’ n nm
s
gli altri
viaggiatori d ’ p c .
Oltre al regolare flusso commerciale vi fu per secoli un
ininterrotto filtrare di arabi che, partendo dal deserto,
oltrepassavano i loro confini e si avvicinavano ai margini della
società sedentaria e colta o vi si addentravano spinti da scopi
14
commerciali, politici, per vicende personali o per desiderio di
avventura (alcuni di loro arrivarono fino a Costantinopoli).
Poco dopo la morte del Profeta gli arabi iniziarono i viaggi di
invasione e di conquista nei territori limitrofi, espandendosi
sempre di più fino a costituire in meno di un secolo uno stato
s m c ch s s n
’As c n
’A n c ,
’A m n
’
E
.
2.2. Medioevo islamico
Il mezzo di trasporto nei viaggi della società medievale islamica,
di tipo prevalentemente urbano, continuava ad essere il
cammello, quasi sempre nella consueta carovana che partiva da
una città e lungo il percorso si arricchiva o impoveriva di
partecipanti. Il viaggio generalmente di notte si interrompeva,
uomini e animali si riposavano nei k ān, rudimentali ospizi o
locande. I viaggiatori isolati potevano trovare ricovero anche
nelle moschee e nelle loro dipendenze oppure nelle bāṭ,
associazioni o posti di guardia e devozione che sorgevano in zone
originariamente di frontiera e venivano usate come basi
’ nc s n n
ā - b. In epoca più tarda fungevano da
ricovero per viandanti le madrasa, scuole superiori di scienze
religiose, e le āw , conventi di confraternite.
15
2.3. Scopi dei viaggi
Tra i motivi e gli impulsi che spinsero ai viaggi gli uomini della
società arabo- s m c p m
’
p
n
Mecca per ogni credente che ne abbia la possibilità fisica ed
economica. Per molti di essi la meta dei luoghi santi fu
’ cc s n
sp
nz
,
c n sc nz
f ch ,
etnografiche e sociali di vario tipo.
Is p n
sc nz
s
’umma viaggiarono alla ricerca di
s m n nz
,
c n sc nz
’ ns n m n
celebrati maestri soprattutto in relazione agli
īt del Profeta
che rimasero a lungo patrimonio culturale e religioso trasmesso
oralmente attraverso una catena di garanti, silsila.
Un’
cc s n
c nn ss c n c
s
della civiltà arabo-islamica fu la propaganda, ‘wa, in favore di
movimenti politici ed eretici le cui dottrine necessitavano di
diffusione tramite ’ p
p
catori e propagandisti
viaggianti, ā‘iyy. Infatti talune dottrine ebbero affermazione
pratica in regioni ben lontane dal loro luogo di origine, come la
s ī‘a
c , ’ s f m
’ sm sm : la s ī‘a alidica fu la
prima grande dissidenza
’
ss s m c ch s è ff s
ovunque siano i musulmani1; gli eretici fatimidi provenivano dalla
Siria e si affermarono in Africa settentrionale e in Egitto;
’ sm sm
s
nI q
ss n n
f m nE
.
1
Diffusione dello sciismo: oltre che in Iran dove ha la maggioranza assoluta, è
maggioritario in Azerbaijan, Iraq e Bahrain; alte percentuali di sciiti si trovano in
Libano, nello Yemen (zayditi) e in Kuwait; forti minoranze sono presenti anche in
Arabia Saudita e Siria (alawiti) e, fuori dal mondo arabo, in Turchia (aleviti),
Afghanistan, Pakistan e India.
16
Un altro potentissimo stimolo
’
à c mm c
ch p ò
n p s
m c n
cc
’Hijaz ad
mp
’ z n
s
’As
cc n
’Af c s
n n .
T
’ mp
-islamico in via di prodigiosa espansione era
un mercato aperto ai traffici mercantili, alla fede e alla lingua dei
dominatori. La ā - s ām era in continua crescita territoriale e
’ mp s m c n s c non si arrestò ai suoi confini ma li
oltrepassò, entrando nella ā
- b e divenendo il motore
delle nuove esperienze e conoscenze geografiche degli arabi.
Infatti i viaggiatori arabi erano animati anche da spirito
’
n
s
c n sc nz , n n m nc n
n ss ,
contempo, un pio desiderio di propagare la fede islamica.
Altri motivi di viaggio erano le missioni politiche e diplomatiche
affidate a singoli individui dai loro sovrani, il puro impulso
economico e talvolta forzate trasferte in prigionia.
2.4. Viaggi e viaggiatori arabi in Estremo Oriente
Già nel secolo VIII pare esistesse una colonia di mercanti e
marinai arabo-persiani a Canton, il grande porto ed emporio della
Cina meridionale.
Tra VIII e X secolo navi di mercanti e avventurieri partivano dai
porti del Golfo Persico e, attraverso scali sulle coste occidentali
’In ,
n
n alle Isole della Sonda, Sumatra e Giava, a
Ch mp n ’
V n m c n -meridionale e a Canton. La
più antica e più importante relazione di viaggio in questa
direzione è quella del mercante SULAY ĀN che nella prima metà
17
del IX secolo partì più volte dal porto di Siraf nel Golfo Persico e
s cò ’Oc n In n sp n n s f n
’In n s
Cn .
Un manoscritto conservato nella Biblioteca Nazionale di Parigi,
s n
’ nn 142 e intitolato k bā
-Ṣīn w -l-Hind
(N z
Cn
’In ), cita come principale informatore
q s
m c n
S ymān ch
pp m n
n
n m n ’
, mentre in realtà il manoscritto consiste in
un insieme di notizie provenienti da molteplici fonti. Il mercante
S ymān è c
nch
f I n A -F qīh (s c IX-X) in
quanto esperto di itinerari marittimi e di paesi del Medio ed
Estremo Oriente. I suoi viaggi arrivarono fino a Canton, a quattro
m s
sc
s
c s
’Om n ’ mp tanza
della sua testimonianza sul traffico arabo-islamico con la Cina è
cc sc
f
ch n n
’ nn 171
c n
musulmana di Canton andò distrutta e la navigazione araba verso
l’Es m O n s
sò
p ns
cca in
Malesia, riprendendo solo nella seconda metà del XIII secolo.
Il primo viaggiatore arabo spinto da pura curiosità scientifica e
culturale e al tempo stesso scrittore non occasionale di cui
abbiamo notizia fu AL- AS‘ŪDĪ, nato a Baghdad alla fine del IX
secolo e morto a Fustat nel 956. Fece molti viaggi, in Persia, in
In , C y n, n ’Oc n In n
s
Cn
c s
’Af c , n
c sp c , n P s n
n Siria. La sua opera
maggiore k bā
- mān (Notizie del tempo) in trenta volumi
andò perduta, di essa ci rimane un compendio fatto dallo stesso
autore dal titolo Mu ūǧ
-dhahab wa-m ‘ādin al-ǧ wā r
(Praterie ’
mn
mm ). Q s ’ p
pp s n
una miniera di dati storici, geografici e culturali distribuiti in una
18
descrizione del mondo fino ad allora conosciuto, una storia
ebraico-araba della creazione, elementi di cosmografia e
talassografia, una rassegna dei vari climi, notizie etnografiche e
storiche dei rispettivi popoli e infine una storia abbastanza
sistematica degli arabi, del Califfato e della società arabo-islamica
fino ai suoi tempi.
L n
z n
n ’Oc n In n
n
Xs c
s
spingeva ad est in Estremo Oriente e a sud sulle coste orientali
’Af c f n
Z nz r e al Mozambico meridionale,
p p n
’ n ns
s m zz z n
q s
che
si compirà solo nel tardo Medioevo (si pensi, ad esempio,
al ’In n s ch è
p s
pù
ns p p z n
musulmana della terra).
Contemporaneamente p c
c nq s
’ s m zz z n
’In
p
s ,
p m s nz m n n s c
VIII
sp z n
mū Gh znavide del secolo XI che calando
’
Af h n s n c nq s ò Panjab e devastò il Gujarat.
Nei due secoli successivi i Ghuridi, dinastia musulmana che prese
il nome dalla regione di Ghur presso Ghazni dove erano migrati
’I n
n
, dopo un periodo di vassallaggio ai Ghaznavidi,
li sconfissero e regnarono su parte degli odierni Afghanistan,
Pakistan e India nordoccidentale(Treccani.it, Dizionario di storia,
2010).
N
s ss p
“ sch ”,
n s m s m n di ex
schiavi turchi prima alle dipendenze dei Ghuridi, fondarono e
governarono il sultanato di Delhi che ebbe fine nel XVI secolo
quando Babur, discendente di Tamerlano, conquistò Delhi e
19
f n ò ’Impero moghul. L’In
ch
s ò I n B
secolo era già in larga parte islamizzata.
ū a nel XIV
2.5. Viaggi e viaggiatori arabi nel Vicino Oriente
N ’As c n
, n
’H malaya e ad est del Turkestan,
’ s ām non arrivò mai a impiantarsi saldamente: queste terre
abitate da popolazioni turche, mongoliche e cinesi furono solo
occasionalmente percorse da singoli mercanti e viaggiatori.
L’As
n , c nq s
s m zz
solo a partire dal secolo
XI, fu a lungo ma fuggevolmente percorsa dagli arabi in alterne
vicende di guerra, quella arabo-bizantina di frontiera. La stessa
Costantinopoli, più volte assediata dagli arabi ma conquistata
molto più tardi da un altro popolo musulmano, gli ottomani, fu
visitata per tutto il Medioevo da mercanti, ambasciatori o
prigionieri di guerra, n
q
f HĀRŪN IBN YAḤYA del
secolo IX. Questi fu il primo visitatore arabo di Costantinopoli e
R m n ’ à
s
ch c n sc m p nome. Il racconto
delle sue peripezie ci è stato conservato dal geografo del X secolo
Ibn Rusta e viene comunemente riferito agli anni 880-890 circa.
D Hā ūn n n s s n : si è supposto che fosse un arabo
cristiano di Siria, anche se in realtà non esistono nella sua
relazione accenni alla sua fede. Iniziò i suoi viaggi ad Ascalona in
Palestina dopo esser stato catturato e condotto prigioniero a
Costantinopoli, dove presto recuperò la libertà. Da lì attraverso la
penisola balcanica e il Veneto giunse a Roma, ma non sappiamo
con che qualifica e con chi viaggiò.
20
Dopo Roma si trovano accenni alla Francia meridionale e alla
Britannia che certamente non corrispondono a una diretta
esperienza di quei luoghi, mentre il contatto diretto di Hā ūn c n
R m è s m n
’ cc nn
sc
p
n
musulmani2 p
n n p m
’Af c e dalla Spagna cui la
c à
sp s
’ cc nn
’ s
R m n
radersi la barba e il capo.
La maggior importanza storica, topografica e di costume spetta
n
m n
s
p n s
c p
z n n : Hā ūn
sc
cn
m
p
c p
, ’ pp
m ,
palazzo imperiale e la relativa chiesa, la colonna di Giustiniano e
’ cq
V n ; c
s nn
’ mp
palazzo a Santa Sofia, la cerimonia della presentazione dei
p
n
m s m n
’ mp
n nch
ss
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c n c nc
’
n .
2.6. V gg
v gg t
b n ’Eu p
’ st
Il con
c
s mc c n
’E p
sudorientale n ’
è testimoniato dalla relazione di
AḤMAD IBN FAḌLĀN s s
p
p s
V
’nz
del secolo X che rappresenta il più importante riflesso letterario a
noi giunto di quella corrente di traffico3 diretta dai paesi del
C ff
s ’E p
n
s
n n , m n
n
costituiscono il maggior documento archeologico i tesori di
2
La scorreria p ù f m s f q
’ nn 150 con il saccheggio delle basiliche
degli Apostoli.
3
Il traffico era costituito principalmente
’ sp
z n
sch , p cc
ambra.
21
monete musulmane4 rinvenute in gran quantità in Ucraina,
Polonia, nei paesi baltici e scandinavi.
I n F ān, di origini persiane,
s
n’ m sc
musulmana che partì da Baghdad nel giugno del 921, per ordine
del califfo abbaside Al-Muqtadir, diretta al sovrano dei Bulghar
del Volga: questi, già c n
’ s ām, aveva sollecitato una
missione per istruire alla nuova fede il suo popolo e per essere
aiutato a costruire una fortezza contro i nemici Khazari.
Rientrato a Baghdad compilò un rapporto completo sul suo
viaggio che però non ci è pervenuto in forma originale e
completa: se ne conoscevano alcuni stralci conservati dal
geografo Yāqūt Al-Ḥ m wī del XIII secolo, finché nel 1923 fu
scoperta in Persia una s s
m
nc
’ p
I n F ān. L’ m sc
, attraverso la Persia e il Khorasan,
raggiunse la città di Bukhara, allora capitale dei Samanidi, poi
arrivò per via fluviale alle zone del Khuwarizm, quindi alle terre
dei turchi e infine a quelle dei Bulghar il cui accampamento,
situato alla confluenza della Kama con il Volga, fu raggiunto nel
maggio del 922. I fondi richiesti non arrivarono a destinazione per
gli intrighi di alcuni funzionari, m ’ m sc
f
cc
ugualmente in modo onorevole e, dopo aver orientato quelle
genti su diverse questioni religiose, fecero ritorno a Baghdad non
si sa per quale itinerario in quanto ne manca la parte relativa.
Il racconto di I n F ān, sebbene incompleto, è comunque
prezioso per le numerose notizie pittoresche sulle popolazioni
incontrate durante tutto il viaggio: i Bulghar, popolazione unno4
D h m ’
n ,q
s
s c
IX-XI.
22
turca stanziata dopo il VII secolo sul Volga e minacciata dal
popolo turco dei Khazari, di religione giudaica; i popoli turchi
degli Oghuz, tra il Casp
’A , c n P c n h ; infine i ūs che
scendevano lungo il Volga a commerciare con quei popoli turchi e
che erano considerati da alcuni dotti arabi slavi e da altri
scandinavi.
Due secoli dopo, nel 1130, ABŪ ḤĀ ID AL-GHARNĀTĪ, nato a
Granata nel 1080 e trasferitosi a Baghdad, intraprese un gran
viaggio verso quelle regioni del Caspio e della Russia meridionale
già p c s
’ m sc
I n F ān. Giunto via mare alle
foci del Volga, trascorse vari anni nella città turco-khazara di
Sagsin, poi risalì il Volga fino a Bulghar che intanto era diventata
una città stabile. Qui pare sia tornato più volte e vi perse pure un
figlio; nel 1150 da Bulghar partì alla volta del principato di Kiev e
p
’Un h
,
ò
s ì p cc
c n
musulmani e lasciò un altro suo figlio ad abitarvi.
Nel 1153 tornò nella ā - s ām e andò a fare il pellegrinaggio
alla Mecca. Infine tornò a Baghdad e scrisse la relazione del suo
viaggio per il visir abbaside; morì vari anni dopo a Damasco. Le
sue esperienze di viaggio sono racchiuse in due diverse opere
geografiche, giunte a noi in forma incompleta e sintetica; le sue
pregevoli notizie, sebbene affiancate da numerose leggende e
fantasie, h nn f
q s’ m
m
c
intellettuale uno dei più importanti trasmettitori medievali di dati
geografici ed etnografici sui pop
’E p
n
settentrionale.
23
2.7. Viaggi e viaggiatori arabi nel Mediterraneo
Il Mediterraneo a partire dal secolo VIII sembrava un lago arabo
solcato in lungo e in largo da imbarcazioni arabe, anche se le
coste non furono mai interamente in possesso degli arabi (lo
n s
’Af c
N
Sp n ).
Poi gli arabi occuparono durevolmente la Sicilia (secolo IX-XI), per
tempi più brevi la Sardegna e singoli punti di Puglia e Campania e
imperversarono in quei tre secoli con devastanti scorrerie per
tutto il nostro Mezzogiorno.
Tra i viaggiatori arabi che hanno avuto diretta esperienza dei
n s
h n ’
e
c s
n
n
z n
,
àc
Hā ūn I n Y y , c’è s
IBN ḤAWQAL che nel secolo X visitò di persona la Sicilia e pare
anche Napoli con parte della Campania. Grande viaggiatore e
geografo mesopotamico, crebbe forse a Baghdad da dove iniziò
nel 943 i suoi viaggi che lo portarono in tante regioni del mondo
islamic ,
P s
’Af c s
n n
Sp n , spinto
soprattutto dal desiderio di arricchire le proprie conoscenze:
infatti fin da giovane amava le opere geografiche dei suoi
predecessori I n Kh ā h h e Q ām h. Comunque motivo dei
suoi viaggi furono certamente anche gli interessi commerciali e
forse pure quelli politico-religiosi.
Verso il 951 incontrò il geografo e cartografo Al-Istakhrī che
’ p
’
n
fc
ABalkhī e che lo invitò a rivedere, correggere e completare la
propria opera. Nel 973 visitò la Sicilia. Ritornato a Baghdad nel
976, raccolse le sue impressioni di viaggio nell'opera K tāb 24
m sā k w -l-m mā k (Libro delle vie e dei regni). L’ p
AB khī in originale è andata perduta e, da quanto si è conservato
, s c p sc ch n ’ p
I n Ḥ wq è
f
’ pp
A - Is kh ī s p
p
n
n
del mondo musulmano, mentre il suo contributo personale
’Occ n s m c , ’Af c
N
Sp n ch
egli visitò negli anni più brillanti del Califfato di Cordova. Bella e
particolare è la sua descrizione della Palermo araba che lui visitò
nei più bei giorni della dinastia Kalbita.
C n mp n
I n Ḥ wq f AL- UQADDASĪ, cosiddetto
perché nativo di Gerusalemme (nel 947).
C m I n Ḥ wq p
ss q ch simpatia per i Fatimidi, la
n s
c ’E
n
n q s c , ed inoltre come lui
m ò
s
’ s ām, di cui solamente
non visitò di persona la Spagna. I suoi lunghi viaggi ebbero come
unico scopo il desiderio di conoscere, indirizzato agli uomini più
che ai luoghi: infatti la sua relazione di viaggio del 985, s n tt q sīm fī m ‘rifat al- q īm (La migliore divisione per la
conoscenza delle regioni) è il più ricco trattato di geografia
antropica che noi possediamo per il Medioevo islamico. Ebbe uno
speciale interesse per le popolazioni, gli usi e costumi, il
commercio, la moneta, i monumenti, le credenze e le lingue.
IBN ǦUBAYR è stato un viaggiatore e un poeta arabo andaluso
del XII secolo che
sò
nc p
’
n
in pellegrinaggio alla santa Ka‘ba. La sua relazione di viaggio,
, è composta in una forma letteraria di squisita eleganza
secondo il gusto del tempo. Dotto di scienze religiose, è
25
considerato il principe dei viaggiatori arabi letterati; nacque a
V nz n 2254 m ì
A ss n
’E
n 2127, m
sua residenza preferita in patria fu Granada.
Compì tre viaggi in Oriente, sempre avendo come meta il
pellegrinaggio alla Mecca;
è la relazione del primo viaggio
svoltosi nel 1183-85. Partito da Granada raggiunse Ceuta nel
Marocco e di qui Alessandria; s
’E
s m cò
Aidhab sulla costa del Mar Rosso e sbarcò a Jeddah. Dopo il
pellegrinaggio rimase sette mesi alla Mecca, poi attraverso il
s
’A
andò in Iraq e Siria; si imbarcò per il ritorno dalla
Palestina, raggiunse lo stretto di Messina dove ebbe un naufragio
ch
f c
nSc .A
s
s
s ’s ,s
imbarcò a Trapani e rientrò in Andalusia.
I n Ǧ
y n ns
n òc m
ā - s ām, ma il suo giornale di viaggio è fondamentale per la
conoscenza del mondo islamico mediterraneo alla fine del secolo
XII in quanto egli descrive con coscienziosa p c s n ’ sp
dei paesi e delle città attraversate, dei monumenti, il tipo e il
carattere degli abitanti, gli usi e costumi locali, il regime politico, i
mezzi e modi di viaggio, il tutto fissato in una prosa semplice ed
elegante allo stesso tempo. Valore unico, poi, hanno le pagine
finali della
, c n ’ ff sc n n
sc z n
Sc
normanna: I n Ǧ
y s cò
ss n s
mp s
nel dicembre 1184, sotto gli occhi di re Guglielmo il Buono, che
confermò la sua fama di umanità soccorrendo generosamente i
naufraghi. Fino alla sua partenza da Trapani nel marzo 1185, egli
s
’ s ām s c n s
’ mn
nz
normanna; pertanto le sue pagine registrano la grata meraviglia
26
’
p
tolleranza del re cristiano e la descrizione di
costumi e riti della fede islamica ancora osservati semiclandestinamente alla sua corte.
2.8. Il viaggiatore arabo per eccellenza
Tutti i viaggiatori arabi furono superati per quantità e durata dei
viaggi da IBN BAṬṬŪṬA, maghrebino di Tangeri dove era nato nel
1304. A ventuno anni lasciò la patria e vi fece ritorno solo dopo
ventiquattro anni di viaggi: il pretesto primo era stato il
p
n
, m
à
’E
, n n
sc n
n ’H j z p
Mar Rosso, salì a visitare la Palestina e la Siria, poi
p
p
n
p ì p ’I q, scese di nuovo alla Mecca
e quindi andò a visitare lo Yemen, la Somalia e Zanzibar.
In un viaggio successivo, nel 1332,
sò ’An
ò
p
N
nC m ,p s
ò
n’ m sc
C s n n p . D ’Af h n s n s ff cc ò
m n
n n
dove rimase per anni. D ’In
s 2154 p ssò n In n s
poi in Cina fino a Pechino, tornando in patria nel 1349. Due anni
dopo visitò i resti della Spagna musulmana e più tardi ancora fece
il suo ultimo viaggio in cui attraversò il deserto del Sahara fino a
Mali sul Niger, poi rientrò in Marocco dove dettò a un segretario
andaluso il racconto dei suoi viaggi, la
; morì nel 1368-69.
Talora appena fuori dalla civiltà musulmana, egli sente e confessa
il suo disagio, e riferisce le cose in modo sommario e confuso
tanto da far dubitare della verità del suo racconto. Tuttavia la
sua relazione è preziosa per le sue descrizioni di luoghi, uomini e
c s m s c, f
n’ ss
z n c
s m s nc
27
onesta. Inoltre fu il primo, e a lungo il solo, a lasciare notizie
scritte su alcuni popoli del ceppo turco-mongolo,
’India
musulmana e indù e dei territori transahariani sul Niger.
2.9. Un viaggiatore mercenario
Infine un esempio di viaggiatore per professione: AḤ AD IBN
ĀǦID, n
e cartografo nato nel 1421 a Julphar
s
c s
’Om n da una famiglia di piloti e capitani di mare.
P
s cò ’Oc n In n , dalla costa orientale
’Af c
’In n s , procurandosi una vasta esperienza
grazie alla quale produsse un gran numero di carte di istruzione
nautica, trattati e manuali per la navigazione costiera e portuale
che costituiscono una miniera di n z s ’ s n m n
c
degli arabi alla fine del Medioevo, sulla loro tecnica di
navigazione, sulle correnti e i venti, sulle coste e i porti del Mar
R ss
’Oceano Indiano. Molti di questi scritti sono in versi
didascalici, s c n
’ s m
e.
I n
āǧ fu il pilota arabo n ’Oc n In n del grande
navigatore portoghese Vasco da Gama che per primo in Europa
doppiò il Capo di Buona Speranza e
c s
n
’Af c ,
n (q
s
n
c
A m c m p
),
navigò direttamente fino a Kalikut sulla costa sudoccidentale
’India (1498).
I n āǧ , ch p s m m n
ss f n
p m nn
XVI
secolo, fu il primo spettatore e commentatore di quella prima
fase della colonizzazione europea in India, come dimostrano i
s
s : “I
t g s s s s gn
tutt qu st t
…
28
corruppe il Samiri5,
pp ss … n n s
s
à p
me, tra loro g In n , p
tt st …”.
L f
’ p
I n
āǧ chiudono degnamente la serie
dei grandi viaggiatori ed esploratori arabi nel periodo classico
della loro civiltà.
5
Sovrano indigeno.
29
3. MANOSCRITTI ARABI
Come è noto, durante il Medioevo il mondo musulmano compì
incredibili progressi in campo scientifico: gli studiosi di Baghdad, Il
Cairo, Damasco e Cordoba partiron
’
à culturale lasciata
dagli eruditi di Egitto, Mesopotamia, Persia, Grecia, India, Cina e
la svilupparono ottenendo progressi in medicina, astronomia,
ingegneria e
c
’ m
n
sc p n c m
algebra, trigonometria e chimica. Inoltre i testi arabi
rimpiazzarono quelli greci come fonti di saggezza.
Dal VII al XIX secolo i manoscritti in caratteri arabi hanno diffuso il
sapere in lingue e culture diverse –
’A n c
Cina, da Zanzibar alle rive del Volga – con straordinaria efficacia e
continuità: una sterminata produzione di cui finora solo una
piccola parte è emersa, studiata, catalogata e a cui ha contribuito
in larga parte la numerosa schiera di viaggiatori arabi con la sua
produzione letteraria, diffondendo insieme ad essa anche il
proprio sapere e la propria cultura.
Alla scoperta di tali manoscritti hanno contribuito molti studiosi
arabi e tanti orientalisti occidentali e per orientalisti non
intendiamo quelli descritti da Edward Said che verosimilmente
hanno avuto ben altri interessi,
s
’ m n
m
sapere, ma ci riferiamo a quelli che, fortunatamente numerosi,
dai secoli XVIII e XIX e soprattutto dal secondo dopoguerra ad
h nn sc p
’ s s nz
m n sc
, n h nn
c
’n p
z n , ’ z n s mp
m
nch
traduzione in altre lingue. Facciamo riferimento a questi
orientalisti,
c
’Enc c p
T cc n
sc
n
30
atteggiamento caratterizzato da spiccato interesse e forte
ammirazione per ciò che è orientale, per la civiltà e la cultura
’O n .
31
4. LETTERATURA ODEPORICA ARABA
4.1. Prima prosa letteraria
Si inserisce nel più ampio panorama della prosa letteraria araba.
Dopo quella preislamica (discorsi oratori, prediche, biografie dei
poeti, proverbi, responsi di indovini e stregoni pagani), non del
tutto autentica poiché la trasmissione orale di materiale non
vincolato da metro e rima lo ha certamente esposto ad
alterazioni e contraffazioni, la prosa araba certa comincia con la
C
c m n àm n s
’ nn 2 h e si sviluppa poi con
i generi storiografici relativi al Profeta (
īt , m g āzī e sīra), le
opere di traduzione soprattutto dal pehlevi e a partire dal secolo
VIII-IX (prima epoca abbaside)
’adab (Gabrieli,
1967).
4.2. I Kāt b
tt
tu
’
b
Per adab si intendeva in origine il modo di comportarsi o
’
n
sn nm
sunna, termine ch c n ’ s ām
nn sp c f c p
’ m
s , m n
adab rimase
legato alla tradizione degli antenati e solo in seguito assunse una
valenza più intellettuale, conferendo alla letteratura omonima la
p c
à
c m c n
n
ss ’ m
c ltura
da lui creata. Nei secoli successivi
’adab passerà
infatti a rappresentare tutto ciò che un uomo deve sapere per
n s c à,
c
’
m n ,
’ q nz
c , n c n p cò
’n
n mento.
L
’adab iniziò per opera dei kāt b, scrivani o
segretari spesso di origine non araba che registravano gli atti
32
amministrativi in arabo e mandavano lettere ( sā ) ai
governatori nelle province della ā - s ām e ai sovrani stranieri;
alcuni scrissero anche opere indirizzate a principi e cortigiani a
fini educativi e moraleggianti diventando colti uomini di lettere e
famosi scrittori, altri continuarono a tenere le redini
’ mm n s z n ,
f n nz
lla giustizia.
Nella sua seconda fase
’adab registrò un
cambiamento diventando letteratura amministrativa. Si
scrivevano testi per i kāt b
’ mm n s z n
n
stato: a questo proposito Ibn Qutayba, esperto in scienze
religiose e giuridiche, volle rendere fruibile “n n sp c s ”,
kāt b, una conoscenza diventata già troppo ampia e a tal scopo
compilò manuali su poesia, linguistica, algebra, geometria, storia
e diritto.
4.3. Storiografia
C n ’ ff m s
p
s , s
f s
ò
esigenze morali ed entrò nella vita culturale profana: bisognava
raccontare come si erano svolte le vicende e gli Abbasidi vincitori
dovevano assicurarsi il riconoscimento della propria legittimità.
Al-Balādhurī,
n p s n ,è
p m p
storia profana, utū -bu ān (La conquista dei paesi), e di K tāb
nsāb - s āf (Il libro delle genealogie dei nobili). Gli storici, in
gran parte di origini persiane e legati alla corte del califfo,
presentavano gli Abbasidi come i restauratori e i sostenitori
’ s ām e gli Omayyadi vinti come una dinastia empia e
corrotta. Seguiranno le opere At-tā īk dello storico e geografo
33
arabo di fede sciita Al-Y ‘qū ī, la prima storia araba basata su una
visione unitaria in cui furono inseriti anche assiri, babilonesi,
greci, romani, persiani, indiani, cinesi, berberi, abissini, e K tāb
tā īk
-rusul wa-l-mu ūk
s c p s n A -Ṭ
ī,
chiamata anche Annali p ché, p
n
’ p c
P f ,
narrazione storica è organizzata appunto per anni. Al-Y ‘qū ī
scrisse anche un K tāb -bu ān, per il quale raccolse materiale
letterario e interrogò di persona i viaggiatori.
4.4. Geografia
Parallelamente si sviluppò una corrente scientifica, interessata
alla descrizione della Terra, che si adoperò a tradurre in arabo
opere geografiche dal sanscrito, dal greco e forse dal pehlevi.
La geografia si sviluppò anche per esigenze amministrative come
la riscossione delle tasse e la comunicazione tra le diverse zone
del califfato, per necessità politiche come il controllo delle
frontiere e lo sviluppo dei commerci internazionali, ed infine
anche per il pellegrinaggio alla Mecca. Primo geografo a scrivere
in lingua araba fu il kāt b di origine persiana Ibn Kh ā h h,
c p
p s
’ nf m z n
n p
nc s n , poi
di Baghdad e di Samarra. Scrisse il K tāb -m sā k w -l-m mā k
(Il libro degli itinerari e dei regni), organizzato secondo la visione
degli Abbasidi per cui Baghdad era il centro del mondo.
In questo panorama si inserisce la prima letteratura odeporica6
araba di nostra conoscenza che, oltre ad entrare con pieno diritto
a far parte del variegato panorama letterario classico, costituisce
6
Dal greco odoiporein, camminare.
34
una preziosa e copiosa fonte documentaria di estremo interesse
storico, geografico ed etnografico.
4.5.
Lo studioso giordano Al- h ī ‘Iy A -R wā ci conferma che la
tradizione geografica araba ha conosciuto diversi tipi di
letteratura odeporica distinguibili fra loro in base ai motivi che
hanno dato impulso al viaggio.
Ci sono i viaggi di pellegrinaggio, cioè i
n ’H j z, per cui si
sono distinti i Maghrebini e gli Andalusi lasciando una ricca
tradizione, assai importante per la precisione delle descrizioni e
in quanto fonte di rare e preziose testimonianze.
Numerosi sono i viaggi geografici legati alla scoperta di luoghi e di
popoli, alla registrazione delle descrizioni di città, monti e fiumi e
alla valutazione delle distanze fra determinati luoghi: in questo
tipo di viaggio hanno eccelso gli esploratori di paesi lontani, che
h nn
c ns p
’ mportanza della loro impresa
ed hanno registrato per iscritto tutto quello che avevano
diligentemente osservato.
Ci sono anche i diari geografici scritti dagli ambasciatori durante
le loro missioni, di notevole qualità per la sagace osservazione
rivolta ad aspetti utili di terre, popoli e costumi divenuti oggetto
della loro descrizione.
Accomunano tutti i tipi di viaggio il tema della narrazione, cioè i
luoghi e gli uomini che li abitano, la descrizione della terra e di
tutto quello che ci sta sopra compreso i prodotti agricoli, il
35
ricordo delle eccellenze tra le personalità e gli studiosi che i
viaggiatori incontrarono in quei territori.
4.6.
n p
m t
Tra le mete più ambite dei viaggiatori erano Mecca e Medina,
città sante dal prestigio religioso e scientifico costante nel corso
dei secoli della storia islamica: attirano a sé i musulmani per il
p
n
’ s c z n
s
p s nch
i più lontani; la sofferenza p
f c
’ nc
pericoli erano argomenti che dominavano la gran parte della
letteratura di viaggio legando insieme le varie opere.
La divulgazione della maggior parte di tali opere è stata merito di
Ḥ m A -Ǧāssir7 ch
h p
c
s s
n “A -‘A ”,
rendendo noti i loro autori e i nomi dei paesi in cui si trovavano le
loro copie.
In seconda posizione, quanto a numero di viaggiatori della
ch ’h nn
s
,s
c à G s mm che
rappresentava una meta ambita di viaggio sia per il suo prestigio
religioso di luogo benedetto, santuario della religione, sia perché
era un luogo di scienza, un centro di studio visitato dagli
intellettuali musulmani provenienti da svariati paesi del mondo.
Infatti, sulla base di tali dati, si era creata una letteratura islamica
che invitava a visitare Gerusalemme per essere benedetti dalla
7
Ḥ m A -Ǧāss (1907-2000) fu uno storico e un importante giornalista saudita,
autore dell’ p
n
c
s p s popolarmente nota come K tāb
al- nsāb, f n
s “A -Y m m h” n 2941 “A -‘
” n 2900.
Q s ’ m , che si occupa di storia, letteratura e tradizione intellettuale araba e da
sempre ha dato spazio sulle sue pagine ad articoli e opere di letterati e ricercatori
,è
f
‘ n.
36
sua santità: nelle biblioteche gli scaffali dei manoscritti si
riempirono di una grande quantità di diari di viaggio nei luoghi
santi e di libri di virtuosi; la relativa vicinanza tra Gerusalemme e
’H j z
n n
p m
m h
n
n alusi a
visitare Gerusalemme dopo aver compiuto il pellegrinaggio. Nella
città di Ayila (presso Al-‘Aq , n s
G
n ) si
separava la carovana dei pellegrini dello Sham da quella degli
egiziani e da là chi voleva visitare Gerusalemme la raggiungeva
via terra attraverso Ghaza o attraverso Al-Khalil.
A
z p s
c à ch p ù
n ’
nz n
visitatori era Costantinopoli che prese posto nella letteratura di
viaggio a fianco delle città sacre di Mecca e Gerusalemme, anche
se quello che richiamava i viaggiatori non era la santità dei luoghi
ma il suo prestigio politico soprattutto da quando, conquistata
dagli Ottomani nel 1453, era diventata capitale del califfato.
Era diventata meta di molte missioni diplomatiche, di mercanti e
di persone che volevano raggiungere la Sublime Porta in nome di
propri interessi o per denunciare soprusi subiti da parte di
governatori locali oppure per chiedere assistenza ovvero sussidio.
Costantinopoli era anche meta di studiosi specialmente dopo la
rinascita scientifico-culturale della città che aveva anche
consentito la costruzione di ricche biblioteche: a tal proposito il
viaggiatore del XVI secolo At-T m k ū ī raccontò di come il
mercato dei w āqīn o u ā (venditori di documenti cartacei)
fosse letteralmente inondato di manoscritti in lingua araba
p
n n
p
nc
’ mp .
37
5. I PRIMI VIAGGI A COSTANTINOPOLI
(p m
’ ns
m n
mp
m n)
C s n n p , ’ n c B s nz ,
s
sc
c m c p
S c R m n Imp
’O n
C s n n
G n
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ch m
“n
R m ” “
n
R m n ”; p
averla conquistata,
O m n
s p nn m n n Is ām ū
che pote s n f c
“c à
’ s ām” “
n s ām” “c à
p c ”. In s
p s
n m
Is ānbūl Is n ū ed
anche di Al-As ān ch s n f c “
n
c
” (at-takia alkub ā, dove per takia si intende un luogo di preghiera e di
riposo), “ c s
f c à”, “ c s s p m ” “ c s
c ff ” ( n K z k s n f c
m n “c p
”
persiano astane ch s n f c “s
s
m ” “p
”).
Tra i più antichi testi di viaggio legati a Costantinopoli è il viaggio
del compagno del Profeta ‘UBĀDA BIN AṢ-ṢĀMIT nelle province
m n
fn
ff n
’ s ām: questo viaggio, se è avvenuto
realmente, appartiene, per quanto riguarda le motivazioni, sia al
filone diplomatico sia a quello della propaganda islamica. Il testo
è stato riportato dal geografo del XIII secolo Yāqū A -Ḥ m wī8
nel suo Mu‘ǧ m -bu ān (Dizionario dei paesi), seppure fosse
nch’
s
s
c à. N
‘U ā è
c
c n sc
c m R qīm Ah A - Kahf. La Grotta dei
Sette Dormienti, menzionata nella Sura del Corano chiamata AlKahf, è situata alle porte del villaggio di Ar-R qīm, 26 Km
capitale giordana in direzione est: un gruppo di giovani devoti
sfuggirono alle persecuzioni di Traiano rifugiandosi in questa
8
Yāqū A -Ḥ m wī: Mu‘ǧ m -bu ān (B
, Dā Ṣadir) 3: 61-62.
38
grotta e Dio per salvarli li fece dormire per 300 anni; al loro
risveglio credevano di aver dormito un giorno o poco più, ma
quando furono scoperti, Dio li fece dormire per sempre nella
. C s n
nc
n c
n
’ p c
z n n ,
somiglianti ai resti di una moschea, che corrispondono
esattamente alle descrizioni del Corano.
Il viaggio di ‘U ā fu seguito da una serie di viaggi compiuti con
lo scopo di scoprire i luoghi geografici n ’ p c
c ff Hā ūn
bin
mm , n p
Hā ūn A -R shī ch
m
n ’ nn 157. I p m
q s
ès
f tto da un famoso
m m c ,
UḤAMMAD BIN
ŪSĀ BIN SHĀKIR (morto
nel ’ nno 873), dotto anche in ingegneria, scienze, musica e
s n m , ch
n
f
B nī ūsā
s
scientifico Ḥiyal (Artifizi); il califfo lo aveva mandato in missione
n ’ mp
m n p
s mn
A -R qīm
‘Ammū
Nīq . La grotta di Ar-R qīm è stata citata, oltre che
Yāqū A -Ḥ m wī, nch
I n Kh ā h h9 nel suo K tāb m sā k w -l-m mā k (Libro delle strade e dei regni), n ’analisi
’ p
mm
n
ūsā contenuta in ‘ ām
(Personaggi famosi) dello scrittore siriano Az-Zirik ī10 e nella
9
I n Kh ā h h: K tāb -m sā k w -l-m mā k (Laydin, Ma ‘ B ī , 2119)
p. 106.
10
Kh y A -Dīn Az-Z k ī, - ām qāmūs t āǧ m -ash
- ǧā w -n-n sā m n
-‘ b w - -must bīn w - -must s qīn (A -Qāh , Tsūmās, 1954-1959, in 10
volumi) 7: 116.
39
Tā īk al-adab al-ǧug āfī -‘ bī (Storia della letteratura
geografica araba) del russo K čk sk j11.
I n Kh ā h h12 riportò anche il testo
USLI BIN ABĪ
MUSLIM AL-JAR Ī n c s n
scritte le opere dei bizantini e
tra queste la città di Costantinopoli (Al-J mī
s
p
n
B z n n n ’ nn 154 p
a tornato in libertà).
Un
s è q
HĀRŪN BIN YAḤYA
l IX secolo,
nch’
c
Bz n n; h
sc
n p z s
descrizione della città di Costantinopoli, riportata interamente da
A m ibn Rusta13 I f hān, esploratore e geografo di origine
persiana del X secolo, nel suo K tāb l-a‘ āq an-n fīs (Il libro
delle gemme preziose) edito nel 1893. P
m n s
Hā ūn n ‘A ī n Y y , p
‘A
A h
f
AMun ǧǧim Al-B h ā ī ch f n f m s
morto giovane
a Baghdad nel 901.
Dello stesso periodo sono i testi del famoso viaggiatore
m cch n YAḤYA BIN AL-ḤAKA
(m
n ’ nn 105
soprannominato AL-GHAZĀL per la sua avvenenza) che si
collegano al filone diplomatico della letteratura di viaggio: infatti
fu per la sua conoscenza delle lingue e la sua abilità nelle
ch ’ m
C
, ‘A A -Ra m n II n A -Ḥ k m
Alwānī, lo inviò nei paesi del nord per negoziare con i
N m nn ch
n ’ nn
155 n s
’An
s
11
Ignatij Julianovič K čk sk j, Arabskaya geograf českaya literatura, MoscaLeningrad, 1957; Tā īk -adab al-ǧug āfī -‘ bī (Al-I ā
h- h qāf yy -lǧām ‘ -‘
yy , 2901) 2: 211.
12
I n Kh ā h h: K tāb -m sā k w -l-m mā k, (Laydin, Ma ‘ B ī , 2119),
p. 105.
13
Ibn Rusta: K tāb - ‘ āq n-n fīs (Laydin, Ma ‘ B ī , 2191) p. 229.
40
saccheggiarono Siviglia. Pare che Al-Gh zā
ss già visitato
Costantinopoli prima di questa data, ’ n n
n m ss n
p c nc
n
p c c n ’ mp
T f ;
conservarono notizia delle sue due missioni, nonché i testi delle
sue poesie14, gl s c I n D y A -Maqq ī15.
Nel secolo XI visitò Costantinopoli il dottore AL- UKHTĀR BIN
AL-HASAN IBN BUṬLĀN
B h
, m
n 2600; partì alla
’E
ch
ns
p
nn , avendo
soggiornato per n p ’ ad Aleppo e visitato poi Costantinopoli e
Antakia. Alcune fonti ci testimoniano la veridicità di queste visite,
in particolare ’edizione critica del suo diario di viaggio contenuta
in ‘ ām di Az-Zirik ī16.
I
ABŪ AL-HASAN ‘ALĪ BIN ABĪ BAKR AL-HARAWĪ, noto
come AS-SĀ’IḤ ( viaggiatore) e morto nel 1215, ci ha lasciato una
composizione per scrivere la quale aveva girato i paesi
annotandone i santuari, i sepolcri dei santi, i luoghi sacri, le
tombe e le moschee. Chiamò il suo libro Al- s ā āt ā m ‘ f t azā āt (I segnali per riconoscere le visite), in cui menzionò lo
scopo della sua opera che era unicamente il poter ricordare le
visite allo Sham, ai Profeti, ai loro compagni e ai virtuosi che
stavano attorno a loro: infatti il fascino che egli provava per il
sufismo era ciò che lo aveva spinto a viaggiare. L’ p
As-Sā’ ,
14
I n D y : -muṭ b m n s ‘ā
-maghrib, p. 133; Al- qq ī: f ṭ-ṭīb, 2:
257-259.
15
Al- qq ī – Letterato e storico arabo musulmano, originario di Maqqarah in
Algeria, morto nel 1632. La sua opera maggiore
f ṭ-ṭīb è divisa in due parti, di
c n
s
c à
Sp n m s m n
’
f
s L sān A -Dīn I n A -Kha ī (T cc n . ).
16
Az-Z k ī: ‘ ām, 7: 191.
41
che assomiglia a un manuale o a una guida, è stata analizzata e
trasc
Jānīn Sw ī ,
A - ‘h
-F nsī di
Damasco nel 1953. Usarono i suoi dat Yāqū A -Ḥ m wī, nch
se con cau
,
nch I n Sh
ā n s
Al- ‘ āq k ṭī (Oggetti preziosi pericolosi).
Il famoso viaggio di IBN BAṬṬŪṬA (morto nel 1377) non si limitò
solo alle terre bizantine, ma fu di quel genere di viaggi globali che
comprendono così tanti paesi da superare il limite della
conoscenza ordinaria per la sua epoca. Il suo viaggio durò
ventotto anni ed interessò Marocco, Egitto, Ash-Sham, Hijaz, Iraq,
Persia, Yemen, Bahrain, Turkistan, i paesi del nord, parte
’In
Cn , p s
T
e infine quelli del centro
’Af c ; ch mò s m m
Tu f t -n ā g ā’ b m ā w -‘ ǧā’ b - fā (I
’ ss
i paesi
straordinari e delle meraviglie dei viaggi) pubblicato nel 1997 a
Rabat
Akā īm yy
-mamlaka al-maghribiyya a cura dello
scrittore e storico ‘A
-Hā ī -Tāzī, nato a Fez nel 1921. La
parte che riguarda Costantinopoli è stata oggetto di molte
critiche per la confusione delle date riportate e per le citazioni di
luoghi in contrasto con la rotta del suo cammino; tuttavia la
precisione delle sue descrizioni di città e luoghi conferma il fatto
che egli li visitò realmente.
I n B ū è c ns
p m
q
ch h nn p
della stato ottomano mentre era ancora in fasce, prima che
diventasse un impero17.
17
Ibn Ba ū a: (
at-Tāzī, 1997) 2: 197.
n
pè
p
42
n
’
z one critica di ‘A
-Hā ī
6. IL VI GGIO
OTTOMANO
COST NTINOPOLI DU
NTE L’IMPE O
Il XVI secolo (X secolo h.) f ’ n z
ff
’ sp s n
viaggi che avevano come meta Costantinopoli, ossia Istanbul, in
quanto capitale del califfato. Questo secolo ha assistito a un
aumentato vigore nella costruzione delle relazioni politiche e
diplomatiche tra stati orientali e occidentali da una parte e
mp
m n
’
: ne è derivato che la letteratura di
viaggio in questa epoca è quasi completamente dedicata alla
capitale ottomana, divenuta perno fondamentale nelle relazioni
con il mondo islamico e grande capitale politica che attirava a sé
nazioni europee cristiane ed allacciava con esse legami di
amicizia e di commercio.
T q
ch s c n C s n n p n q s p
c’
il viaggiatore AL-ḤASAN IBN UḤA
AD AL-WAZZĀN, morto nel
1550 e soprannominato LIYŪN AL-IFRĪQĪ : il suo libro era
conosciuto nella sua versione europea, mentre il suo originale
arabo non aveva lasciato alcuna traccia; il motivo della sua visita
alla capitale del califfato era di tipo turistico, cioè era spinto dal
desiderio di viaggiare nelle regioni della terra per vedere ogni
cosa e registrare tutto quello che vedeva. K čk sk j18 considera
più probabile ch L n ’Af c n
s
Is n
per una
m ss n p
c
n ’ sp ns n
pp
h
e lo stato ottomano.
Del tipo di viaggio politico con meta Costantinopoli è anche il
‘ABŪ AL-ḤASAN ‘ALĪ BIN UḤAMMAD AT-TA AǦRŪTĪ
18
K čk sk j: Tā īk
-adab al-ǧug āfī -‘
43
bī, 1: 458.
(detto anche AT-TA AKRŪTĪ, morto nel 1594), il cui libro
intitolato n-n f
-miskiyy fī s-sifā at-turkiyya (Il profumo
del muschio nella missione turca) è s
p
c
n 1661
R
Tp
R
c
‘A A -L īf Ash-Shā hi ī. I
n
A m
A -Man ū As-S ‘ ī era arrivato al trono del
Marocco c n ’
ch d aveva fissato n’ mp sf
relazioni diplomatiche con loro, finché ottenne che le missioni fra
le due parti avvenissero con cadenza regolare e duratura: n
q s m ss n p m ss
A- n ū
q
che ne ’ nn
1589 vedeva At-T m k ū ī
c p
z n n
presso il s
n
ā III, cc mp n
sc
s
n nché p
mm I n ‘A ī A -F sh ā ī p
s
n
per il califfo ottomano. G ns C s n n p
20
m
998 h e vi rimase circa otto mesi durante i quali compì la missione
per cui era venuto. Il viaggio di At-T m k ū ī c n n
n
descrizione molto ampia della città di Costantinopoli e i suoi
dintorni19, degli incontri con il sultano e il suo seguito; ’
ritraeva sistematicamente la città, le sue moschee e la vita dei
suoi abitanti, descriveva la vita scientifica cittadina e la rinascita
delle scienze islamiche a cui aveva assistito durante il suo
soggiorno, raccontava delle grandi raccolte di manoscritti che vi si
accumulavano, provenienti da tutte le province ottomane.
Eccone un passaggio q s p p s : “I libri in questa città
sono incalcolabili, innumerevoli, infiniti, gli scaffali delle
biblioteche e dei mercati ne sono stracolmi, sono stati portati a
Costantinopoli libri di ogni paese del mondo. Abbiamo recuperato
19
At-T m k ū ī: n-n f
-m sk
fī s-s fā
44
t-turkiyya, p. 80-108.
da lì tanti libri utili quanti ne piace alla gloria e alla maestà di
Dio”20.
La Siria, a causa della sua vicinanza alla capitale del califfato, era
punto di partenza e di passaggio di molti viaggiatori diretti a
Is n ,
q
c’
BADR AD-DĪN
UḤA
AD BIN
UḤA
AD AL-GHAZZĪ (m
n 2477) ch sc ss Al-m ṭā ‘
al-b
fī -m nā
- ūm
(Lo spuntare della luna piena
sulle case dei bizantini); p
D m sc
R m ān
’ nn
936 h / 1530 g e rimase via per due mesi. Ciò che lo aveva portato
a viaggiare era il desiderio di presentare al sultano le proprie
rimostranze riguardo a un torto ricevuto, la rimozione
’ mp
ns n n s nz c n
n .
Anche il viaggiatore AḤMAD BIN UḤA
AD AṬ-ṬĀLAWĪ ADDI ASHQĪ partiva da Damasco nel XVI secolo per arrivare in
Turchia. I s
n m s
cn
m
q
n
p s n
f m s
D m sc , D wīsh
mm
Bn
A m A -Ṭā wī A -D m shqī: K čk sk j21
n ch ’
p
ss
nf
q s ’ m pp
ch
ci sia stata una confusione con il nome e che il viaggiatore
sarebbe il padre stesso; in particolare ci riferisce che A ī22, colui che ne curò ’ n s e la trascrizione nel suo
Compendio delle tracce sulle personalità del secolo XI (h.),
20
At-T m k ū ī: n-n f
-m sk
fī s-s fā
t-turkiyya, p. 103.
K čk sk j: Tā īk -adab al-ǧug āfī -‘ bī, 2: 691.
22
Aī: K u ā
- t
‘ ān -q n - ā ī ‘ s , 2: 150.
mm A ī (1651-1699) damasceno, studiò a Costantinopoli, fu per un
certo periodo assistente giudice alla Mecca ed anche professore a Damasco. La sua
principale opera è una raccolta di quasi 1300 biografie di personaggi famosi morti
nel secolo XI h. (Philip Khuri Hitti, 1957).
21
45
m nz nò
Is n
A -Ṭā wī A -D m shqī,
n
nel 1584 in compagnia di un alto magistrato e durante il quale
’
òp
np ’
mp come insegnante.
Allo stesso secolo appartiene il viaggio del s c QUṬB AD-DĪN
UḤA
AD BIN AḤ AD AN-NAHRAWĀLĪ, n
lla Mecca nel
1511 e morto nel 1582. Questi visitò Istanbul due volte, la prima
nel 1536 con lo scopo di studiare sia in questa città sia al Cairo:
n q s
s
nc n ò s
n S ymān,
nn
s
s m
f
ff
’ nc c
c
q
sc
che aveva fondato alla Mecca. L’ n c c z n
p m
a Costantinopoli d Q
A -Dīn An-N h wā ī è q
’
n s K čk sk j23; forse il suo primo viaggio si era
m
s
’E
, p s ch visitò molte volte, perché infatti
anche lo storico saudita Ḥ m A -Ǧāss , che si era applicato allo
studio di An-N h wā ī, n n c ò q s
né n ’ n ns
prefazione al suo libro Al-barq al- mānī fī- -f t
-‘ut mānī (Il
lampo yemenita nella conquista ottomana, 1967) né sulle pagine
s
s “A -‘A ” ’ n n ella sua ricerca intitolata
Quṭb Ad-Dīn nwā ī mua’ r k M kk
ātu u w ãt ā u u w -m s ā ī ãlih24 (Q
A -Dīn An-N h wā ī
storiografo di Mecca: vita, opere e cose celebri a lui attribuite,
1966-1967). Il secondo viaggio si svolse nel 1557, dopo venti anni
p m :
s
n
s
n
cc , n
Ḥ s n B n A ī N m yy,
s
n S ymān L s
p
ch
s z n
n
n D ū Bī ī
23
K čk sk j: Tā īk -adab al-ǧug āfī -‘ bī, 2: 685.
Ḥ m A -Ǧāss : “A -‘A ”, I volume, I anno (1966-1967), pagine 55, 147, 238,
336, 431, 557, 630, 728, 865, 1029.
24
46
causa della sua spietatezza nei confronti dei n
’H j z p
la sua ribellione al governatore della Mecca. L m ss n
Q
Ad-Dīn n n
s cc ss , tuttavia annotò le sue osservazioni
sulla città di Istanbul e i personaggi di stato con cui si era
incontrato in un libro intitolato Al-f wā’ as-saniyy fī-r-ri
almadaniyya wa-r-rūmiyya (Gli alti benefici del viaggio nella città e
nelle province bizantine).
Il motivo che spinse Badr Ad-Dīn A -Gh zzī C s n n p fu lo
s ss ch
mp s
UḤA
AD BIN AḤ AD
SUKAYKIR AD-DI ASHQĪ (morto nel 1579), cioè la denuncia di
n’ n s z s
; nel caso di Sukaykir Ad-D m shqī
il fatto
di essere stato rimosso dagli incarichi di guida della moschea
‘A yy di insegnante nella scuola At-Tā k yy .
Il suo resoconto di viaggio, intitolato Zubda al-ãt ā , fīmā w q ‘
li-ǧām ‘ i fī-l- qām w -l- sfā (Estratto delle tracce, di quello che
è accaduto a colui che le ha raccolte durante il soggiorno e i
viaggi), contiene una descrizione dettagliata della vita giornaliera
del viaggiatore ed è simile a un diario; ne esiste una sola copia
m n sc
, q
n
s
’
, c ns
n ’Is
S
O n
i Mosca25. Sukaykir partì da Aleppo
nel m s
Sh wā
2407
f c
n n m s
m
’ nn
p . Durante il suo soggiorno a Istanbul
incontrò il viaggiatore UḤIBB AD-DĪN UḤA
AD BIN ABĪ
BAKR BIN DĀWD AL-ḤA AWĪ AD-DI ASHQĪ (m
n 2061) n
cc s n
s p m
n ’ nn 2407.
25
K čk sk j: Tā īk
-adab al-ǧug āfī -‘
47
bī, 2: 687.
A -Dīn fece un altro viaggio a Istanbul durante il quale
assisté ’ sc s
n
s
n Murad III nel 1574 e intitolò
le relative memorie B wā ī - umū‘ -‘ n m
b -wā ī 26
ā
- ūm
(Deserti di lacrime di sangue nella valle delle
terre dei bizantini).
Del medesimo tipo dei precedenti è anche il viaggio di
UḤA
AD BIN AḤ AD BIN ḤĀFIẒ AD-DĪN AL-QUDSĪ (m
nel 1645) ch
n ’ mm n s z n
s z
n ’ ns n m n ,
n
p
c mp nz
à c m
linguista e letterato; visitò la Casa del Califfato più di una volta27 e
in uno di questi suoi viaggi, precisamente in quello del 1604 dal
Cairo a Istanbul, registrò tutto quello che aveva visto in una prosa
rimata artificiosa dilungandosi sui luoghi famosi che aveva
visitato nei dintorni di Istanbul, sugli abitanti e gli scienziati
intitolando il libro Isfā
- sfā , fī bkā
- fkā (Resoconto
iniziale dei viaggi).
26
D q s’ p
s
n 5 c p m n sc
:
1) Un c p n
c c m n
A ss n
’E
’n n
cc
n° 2979 D/1 ( cc
Sh n ī-A , ch c n n nch n’
intitolata Ḥā ī - ‘ān n-n ǧ
ā - ā -m
);
2) n c p c ns
n
c Rā h Bāshā Is n , n° 2575,
composta di 45 pagine scritte nel 1595;
3) una copia nella biblioteca universitaria di Cambridge, n° Q 9.125 (144), di 271
pagine scritte nel 1583;
4) una copia nella biblioteca universitaria di Yale/New Haven, n° 427/2, scritta
nel 1783.
Si trova anche una copia della
conservata su un nastro microfilm nel Centro
D c m n
n sc
’Un
s à G
n , n° 21, ch
e
ss
m
sm c p
’Un
s à C m
.
27
Aī: K u ā
- t
‘ ān -q n - ā ī ‘ s , 3: 412.
48
Un
èq
UḤA MAD BIN ‘ABD ALLĀH, noto
c m KIBRĪT AL- ADANĪ (m
n 2049): sc ò
n
Is n
n ’ nn 2016
mp
s
n
IV e
intitolò il suo libro
s -s tā’ w - - f (V
’n n
’ s
), pubblicato nel 2004 in collaborazione dalla Casa
Editrice As-Swī ī n A Dh
’Is
A
Studi e
delle Pubblicazioni a Beirut, con edizione critica e presentazione a
c
Sām Ash-Shanawānī. K ī Alnī c n n ò s
viaggio via mare da Alessandria a Costantinopoli e tornò via terra
attraverso la via che utilizzavano i pellegrini dello Sham. Il motivo
che lo portò a viaggiare era la povertà e il bisogno, come dice egli
stesso nelle sue pagine: “Ero di quelli contro cui il tempo si è
pp st …
s tu
n
v
t mn
n
p t ,
bisognava lanciarsi attraverso le difficoltà e i pericoli e dirigersi
sub m p t
mp
…
v
t
sp n
’ mg
n , s n s t su b
’um
n
dolore in segno di biasimo per il periodo cupo, supplicando il
tempo ingiusto e ostinato, credendo ingenuamente che muoversi
f ss un b n
n
’ sp t
f ss
us
guadagno”28.
Esiste un tipo di viaggio che ha come causa il lavoro nella capitale
c ff
ch s m
pp s n
FAḌL ALLĀH
BIN UḤIBB ALLĀH AL- UḤIBBĪ AL-DI ASHQĪ (m
n 2072)
ch
ò n ’ ns n m n
D m sc
n 2052 n ò
Costantinopoli per lavorare anche là come insegnante per un
anno. T nò D m sc
p pù
n ’ nn , n 2001, p ì
28
K
ī:
s -s tā’ w - -
f, p. 20.
49
una seconda volta per Costantinopoli dove abitò per circa quattro
anni ed annotò
q
ch
s n n’ p
n
ā -Qusṭ nṭīniyya29.
Il viaggio di IBRĀHĪ BIN ‘ABD AR-RAḤ AN AL-KHAYĀRĪ ALADANĪ (m
n 2071) produsse l’ p
n
Tu f alu bā’ w -salwa al-g u bā’ (La gemma dei letterati e la
consolazione degli stranieri), pubblicata in tre volumi nel 19791980 a B h
ns
C
’Inf m z n
c
R ǧā’
mū As-Sām ā’ī. Questo viaggio quanto a
motivazione appartiene ai viaggi intrapresi per reclamare giustizia
e per lagnarsi: infatti Al-Kh yā ī
p
c
p ss
Moschea del Profeta a Medina, p p s ’ mp
s nz c n
ragione in quanto uno dei sapienti stranieri gli aveva sottratto il
p s ,c m
s ss
c n
s p n : “Da quando mi sono
stati strappati gli amuleti e si sono allontanati da me i turbanti,
m p
m nt
m mp gn p ns
’ v
n
m … f n é pp v un t b
n
’ nt n
qu
’
un n …
’ v
l ’Eg tt
n t
il
p st
ns gn nt
m pp t n v …
n t , s tt atto
da qualcosa di segreto che non si può spiegare e di indefinito che
n n s può n s
… qu st punt
st tt b
f m
s
p t v s
u g
v tt
… dove
vanno in pellegrinaggio i sapienti e i virtuosi … v v n f tt
g ust
’ pp ss
nf v
’ pp ss …”30. Al- Kh yā ī
decise di partire per Istanbul nel 1669 per fermarsi alla porta del
sultano; registrò le sue impressioni durante tutto il viaggio da
29
30
Aī: K u ā
- t
‘ ān -q n - ā ī ‘ s , 3: 277.
Al-Kh yā ī: Tu f -u bā’ w -salwa al-g u bā’, 1: 28-29.
50
Medina alle terre dei bizantini e viceversa, si distinse per la
minuziosità della descrizione e i dettagli dei luoghi dai quali passò
o nei quali soggiornò31 e incluse nella sua
anche molte
p s . T nò
n ’ nn s cc ss
p ch
scì n s
scopi; sennonché morì, pare, avvelenato32 due anni dopo il suo
ritorno, nel 1672.
Tra i viaggiatori che hanno compiuto molti viaggi nel XII secolo h.
c’è m s c
UṢṬAFĀ BIN KA ĀL AD-DĪN AL-BAKRĪ AṢ-ṢIDDĪQĪ,
nato a Damasco nel 1688; egli fece dodici viaggi, come li ha
elencati Alā ī33 in Silk al- u
fī ‘ ān -qarn ath-t ānī
‘ s ar (Sequenza di perle tra le personalità del XII secolo). Partì
per Costantinopoli nel 1723 e annotò il suo viaggio nel libro
intitolato T f īq - umūm,
ā b ā
- ūm (La
separazione dai dispiaceri nel viaggio verso le terre dei bizantini);
nel 1735 la visitò per una seconda volta e registrò il suo viaggio
n ’ p
- u
-fān ya usūm - umūm wa-l-g umūm ,
t -t ān y
ā b ā
- ūm (L’
effimero:
rappresentazioni delle preoccupazioni e dei dispiaceri nel
secondo viaggio verso le terre dei bizantini).
ì n ’ nn 2759.
Tra i viaggi del XII secolo h. c’è nch q
n
I n
Nā A -D ‘ī, p
UḤA
AD BIN AṬ-ṬĪB NŪR ALLĀH ALADANĪ AL-FĀSĪ ASH-SHIRĀQĪ34 che nacque a Fez, visse a lungo e
31
L
sc z n c à
c à ch h nn
f m pù m à
’ p
che si articolava in due tomi, occupandone buona parte del primo (da pag. 188 fino
alla fine) e la gran parte del secondo tomo ( ’inizio fino a pag. 122).
32
Aī: K u ā
- t
‘ ān -q n - ā ī ‘ s , 1: 28.
33
Alā ī: Silk al- u fī ‘ ān -qarn ath-t ānī ‘ s
(3^ edizione: B
, Dā
Ibn Ḥ zm, Dā - shā’
- s ām yy , 2911) 4: 190-200.
34
Ash-Sh āqī: dal nome del paese Shiraqa, poco distante dalla città di Fez.
51
lavorò come insegnante a Medina; era animato da un forte
desiderio di viaggiare per cui lasciò Medina alla volta di Istanbul
s n
S , m n
n p ssò p
’E
. La
n
s
’ m
n ns p
,c m s
evince da una sua poesia in cui si
’ s
z n
’ nc dei suoi vantaggi35. Morì nel 1756.
C’è n s c n
c ns
n
T s
Tm
del Cairo che risale allo stesso periodo ed è attribuito allo shaykh
D m sc
UḤA
AD AL-‘AṬṬĀR, ch p ì
G s mm
s c n
n
m s
Ṣ f
’ nn 2279 h / 1765 g,
viaggiando via mare dal porto di Yafa fino ad Akka e poi via terra
‘A hn f n C s n n p ,
ns n m s
R ī‘ AlAwwal dello stesso anno. La ragione del viaggio di Al-‘A ā era il
tentativo di inoltrare al sultano la sua lagnanza sul giudice di
Gerusalemme che non lo aveva diviso equamente dal suo socio
An-N
sī. L s
m m
, ch s m
n
n
, n n c
n ’ s
s
n
p ché c n
pagine furono perse e con esse le notizie del fatto. Incluse nella
sua
alcune spiegazioni e note storiche, menzionò i sapienti
che aveva incontrato e alcuni episodi storicamente noti che
coincisero con la sua presenza a Costantinopoli, tra cui la
descrizione del terrem
n
21 Dhī A -Ḥ ǧǧ 1179 h che
fu potente, violento e terrificante: gli edifici di Istanbul costruiti
con i sassi caddero, mentre quelli di legno resisterono
maggiormente; poi si susseguirono i terremoti e ci fu grande
distruzione e morte. Questa
fu commentata nel 1928 dallo
Alā ī, 4: 91; K čk sk j, 2: 766; edizione critica e fonti in ‘ ām di Az-Z k ī,
6: 177-178.
35
52
storico e ricercatore di antichi manoscritti islamici ‘A
kh 36.
A āh
Appartiene a questo periodo anche il viaggio a Costantinopoli di
n
A pp , n
c m IBRĀHĪ AL-ḤAKĪ AL-ḤALABĪ,
svoltosi nel 1740 probabilmente per motivi legati alla sua
professione di dottore, in relazione alla lotta religiosa e
confessionale tra i suoi compatrioti quando si inaspriva la
controversia tra gli ortodossi e i cattolici37. Morì intorno al 1770.
Del modello di viaggio diplomatico sono i viaggi del ministro
UḤA
AD BIN ‘ABD AL-WAHĀB BIN ‘UTH ĀN AL- IKNĀSĪ38,
nato a Mikn s Az-Z y n n
cc
m
n 2166.
Am sc
n 2779
s
n
cc
mm B n
‘A
A āh III presso il re di Spagna Carlo III, fu incaricato di
tentare di liberare una grande quantità di turchi dipendenti dalle
province ottomane di Algeri, Tunisi, Tripoli e di tutti i paesi
orientali; riuscì nel suo tentativo ed incluse questa sua missione
nel suo libro Al- ksī fī f kkāk - sī (L’ s p
prigioniero).
36
‘A A āh
kh ( ǧ
A - ǧ mm ‘ -‘ mī -‘
ī, . 1, 2911) p. 114242.
37
K čk sk j, 2: 764.
38
Edizioni critiche delle sue
nf m z n s
s m ss n s p ss n
n:
mm
A -Fāsī, -Kā b -w ī Mu mm
B n ‘ t mān Al-M knāsī
(m ǧ
M ‘h al-m kh ū ā -‘
yy , VII volume, II parte, 1961) p. 43-74; AzZ k ī, ‘ ām, 6: 257; ‘A
A -Hā ī A -Tāzī, Ṣ q
fī mu
kk āt s-s fī Ibn
‘ t mān (p. 5-17) e prefazione del libro -qu s w - -k ī - - āt -m g b
Ibn ‘ t mān n mū
ǧān (p. 25-26).
53
La sua seconda missione fu a Malta e a Napoli alla fine del 1781
per lo stesso scopo che lo aveva portato alla visita della Spagna,
così riunì le sue missioni nel libro intitolato Al-badr as-sāf , fī
ft kāk - sā ā m n
-‘ ū al-kāf (La luna piena visibile,
nella liberazione dei prigionieri dalle mani dei nemici
miscredenti). P q n
s
z
, ss
c m m
C s n n p
nz
’ nn 2714
nc c
n m ss n
n
c
s
n ‘A A -Ḥ mī
Khān
f
ch Ismā‘ī Af n ī, ’ n
c
s
n
mm B n ‘A
A āh III,
n s
: nf
q s
ambasciatore giunse in Marocco con un incarico che riguardava i
turchi dipendenti da Algeri e tenne una condotta inaccettabile,
c s cché s
n
’
n
c cc
.Q s
m sc
gli aveva
’ pp
n à compiere i rituali del pellegrinaggio
e così intitolò le memorie di questo viaggio I ā -mu‘ ā w - qīb,
ǧǧ b t ā
- ām, wa- ā
-quds ash-s īf,
wa-t-tabarruk bi-qabr al- bīb39, pubblicato nel 2003 a cura di
mm Būk ū .
I
ABŪ-L-QĀSI BIN AḤ AD BIN ‘ALĪ AZ-ZAYĀNĪ
(morto nel 1833) fece molti viaggi, in quello del 1786 era membro
della delegazione diplomatica che andò a Istanbul insieme
’n
c ch f c cc
, p c’ nz c
Ismā‘ī Af n ī;
rimase più di tre mesi n
c à,
n
c sì ’ cc s n
annotare descrizioni molto particolareggiate della capitale
’ mp
m n . N 2791
nò a visitare Istanbul una
seconda volta per motivi personali e di là si unì al corteo dei
39
Analisi e presentazione a cura di
mm
Swī ī -n-nashr wa-t- wzī‘, A -m ’ ss s -‘
54
Būk ū (A
yy -d-
Dh , B
: Dā Asāsā w -n-nashr, 2003).
pellegrini che viaggiavano attraverso i paesi dello Sham. Registrò i
suoi viaggi nel libro At-tu ǧumān
-kub ā fī k bā -m ‘mū
b ān w -b ān40 (La suprema interpretazione delle notizie sul
mondo popolato in mare e in terra), pubblicato nel 1967 a cura di
‘A A -K īm A -Fī ā ī.
L’ m
ch m nz n m è q
AS-SAYYD AḤ AD
AFANDĪ AL-LAḤĀFĪ AL-BAGHDĀDĪ, ch p ì
B h
s
Istanbul nel ’ nn 2179 per un affare che non era dichiarato nel
libro. Questa
breve, in cui ’autore si dilungò a parlare della
capitale ottomana ed elencò i personaggi più potenti tra i sapienti
e i giurisperiti di Costantinopoli, è stata pubblicata41 nel 1989 a
c
‘Imā ‘A As-S ām R ’ūf s
s A -Mawrid.
In breve, la maggior parte dei viaggi fin qui presentati con meta
Costantinopoli, che sono solo i più famosi, avevano come scopo
la missione diplomatica, la richiesta di giustizia e la protesta.
S
ch
z n
’n
ss m s
dai sultani ottomani, dai loro ministri e dagli altri uomini di stato
verso i loro ospiti, p
n n
p
nc
’ mp . I
viaggiatori raccontavano anche nelle loro memorie di come
venivano da loro salutati e colmati di regali e doni.
40
Edizione critica di ‘A Al-K īm A -Fī ā ī (A mm yy , Ma ‘ F ā ,
1967).
41
Edizione critica di ‘Imā ‘A As-S ām R ’ūf (m ǧ
A- w :B h ā ,
W zā
-I ām, vol. 18, 1989) p. 203-215.
55
‫)‪ia‬‬
‫‪r- a‬‬
‫‪7. Tabella dei visitatori di Costan nopoli‬‬
‫‪Riportiamo qui‬‬
‫‪s‬‬
‫‪ch A -R wā‬‬
‫‪p‬‬
‫‪cò a‬‬
‫ ‪conclusione del suo articolo‬‬‫‪ā -Qusṭanṭīn a: al- sbāb‬‬
‫‪wa-l- wāf ‘ (Il viaggio a Costantinopoli: i motivi e gli incentivi)42.‬‬
‫الرقم‬
‫الرحالة‬
‫وفاته‬
‫‪ 1‬عُب َ َ َ َ َ َ َ َادةُب َ َ َ َ َ َ َ َ ُ ‪43‬هَ‪453ُ/‬م‬
‫منطلق‬
‫عنوان الرحلة‬
‫تاريخ الرحلة‬
‫اهلدف من الرحلة‬
‫احلِجاز‬
‫َ‬
‫‪11‬هَ‪446ُ/‬م‬
‫دبلوماسية‬
‫الرحلة‬
‫الصُامت‬
‫‪667‬هَ‪336ُ/‬م‬
‫أوفده ُالواثق ُباهللُ‬
‫لفحصُكهفُالرقيمُ‬
‫َ‬
‫َ‬
‫‪641‬هَ‪335ُ/‬م‬
‫وق َ َ َ ُأس َ َ َ ُاًُيفُي َ َ ََدُ‬
‫هارونُب ُحيىي‬
‫قُ‪4‬هَ‪2ُ/‬م‬
‫عسقالن‬
‫َ‬
‫‪633‬هَ‪201ُ/‬‬
‫‪ 5‬حيََىيُب َ ُاحل ََمُ‬
‫‪650‬هَ‪ُ/‬‬
‫قرطبةُ‬
‫َ‬
‫بعد‪640‬هَ‪ُ/‬‬
‫‪ 6‬حممدُب ُموسىُ‬
‫ب ُشاكرُ‬
‫‪652‬هَ‪ُ/‬‬
‫العراق‬
‫‪374‬‬
‫‪ 4‬مسلم ُب ُأيبُ قُ‪4‬هَ‪2ُ/‬م‬
‫مسلمُاجل ْرميُُ‬
‫‪3‬‬
‫َ‬
‫البيزنطيني‬
‫وق َ َ َ ُأس َ َ َ ُاًُيفُي َ َ ََدُ‬
‫البيزنطيني‬
‫الغزال‬
‫‪343‬م‬
‫‪ 4‬املخت َ َ َ َ َ َ َ ََارُبَ َ َ َ َ َ َ َ َ ُ‬
‫‪353‬هَ‪ُ/‬‬
‫احلس َ َ َ َ َ َ َ َ ُاب َ َ َ َ َ َ َ َ ُ‬
‫‪1044‬م‬
‫‪ 7‬علَ َ َ َ ََيُب َ َ َ َ َ ُأيبُ‬
‫‪411‬هَ‪ُ/‬‬
‫ب رُاهلرويُ‬
‫‪1615‬م‬
‫بُ ُطْالن‬
‫دبلوماسية‬
‫‪333‬م‬
‫بغداد‬
‫حلب‬
‫‪333‬هَ‪1054/‬م‬
‫َ‬
‫اإلش َ ََاراعُفةُمعرف َ ََةُ‬
‫َ‬
‫جغرافية‬
‫الزياراع‬
‫‪42‬‬
‫‪Fu pubblicato nel numero di giugno‬‬‫‪1660 “A -‘A ”, rivista saudita che si‬‬
‫‪occupa di storia, letteratura e tradizione intellettuale araba, fondata nel 1966 dallo‬‬
‫‪storico Ḥamad Al-Ǧāss‬‬
‫‪f‬‬
‫‪‘ n.‬‬
‫‪56‬‬
‫‪ 3‬حممَ ََدُب َ َ ُعبَ ََدُ‬
‫‪772‬هَ‪ُ/‬‬
‫هللاُاب ُبطوطة‬
‫‪1477‬م‬
‫طنجة‬
‫حتفةُالنظارُيفُغرائبُ ‪765‬هَ‪1465ُ/‬م‬
‫جغرافية‬
‫األمص َ َ ََارُوعجائ َ َ ََبُ‬
‫األسفار‬
‫ُالوزانُ حنوُ‪257‬هَ‪ُ/‬‬
‫‪ 2‬احلس‬
‫ليونُاإلفريقيُ‬
‫‪1550‬م‬
‫مراكش‬
‫‪1004‬هَ‪ُ/‬‬
‫املغرب‬
‫‪ 10‬عل ََيُب َ َ ُحمم ََدُ‬
‫التم رويت‬
‫‪1523‬م‬
‫‪ 11‬بَ َ َ َ َ َ ََدرُالَ َ َ َ َ َ ََدي ُ‬
‫‪233‬هَ‪ُ/‬‬
‫الغزيُ‬
‫‪1577‬م‬
‫‪ 16‬أمح ََدُ(دروي ََش)ُ‬
‫‪1013‬هَ‪ُ/‬‬
‫بعد‪264‬هَ‪ُ/‬‬
‫‪1517‬مُ‬
‫َ‬
‫النفحَ َ َ ََةُاملس َ َ َ َ يةُيفُ ‪223‬هَ‪1532/‬م‬
‫جغرافية‬
‫دبلوماسية‬
‫السفارةُالرتكية‬
‫دمشق‬
‫املط َ َ َ َ ََال ُالبدري َ َ َ َ ََةُيفُ ‪244‬هَ‪1540ُ/‬م‬
‫ش وىُوتظلم‬
‫املنازلُالرومية‬
‫دمشق‬
‫الطالوي‬
‫‪1404‬م‬
‫‪ 14‬قط َ َ َ ََبُال َ َ َ ََدي ُ‬
‫‪220‬هَ‪ُ/‬‬
‫م ةُ‬
‫النهروالُ‬
‫‪1536‬م‬
‫امل رمة‬
‫‪ 13‬حمم ََدُبَ َ ُأمح ََدُ‬
‫‪237‬هَ‪ُ/‬‬
‫س ي ر‬
‫‪1572‬م‬
‫م ةُ‬
‫‪266‬هَ‪1533ُ/‬م‬
‫َ‬
‫َ‬
‫رحلةُعلمية‬
‫‪234‬هَ‪1544ُ/‬م‬
‫لطلبُالعلم‬
‫الفوائدُالسنيةُيفُالرحلةُ ‪245‬هَ‪1557ُ/‬م‬
‫دبلوماسية‬
‫املدنيةُوالروميةُ‬
‫امل رمة‬
‫حلب‬
‫زبََدةُااثََارُفيمََاُوق َ ُ ‪275‬هَ‪1547ُ/‬م‬
‫ش وىُوتظلم‬
‫جلامعَ َ َ َ َ َ ُيفُاإلقام َ َ َ َ ََةُ‬
‫واألسفار‬
‫‪ 15‬حم َ َ َ َ ََبُال َ َ َ َ ََدي ُ‬
‫احلمويُ‬
‫‪1014‬هَ‪ُ/‬‬
‫‪1403‬م‬
‫دمشق‬
‫دمشق‬
‫‪275‬هَ‪1547ُ/‬م‬
‫َ‬
‫َ‬
‫بَواديُالََدموعُالعندميََةُ ‪236‬هَ‪1573ُ/‬م‬
‫جغرافية‬
‫بواديُالديارُالرومية‬
‫‪ 14‬حمم ََدُبَ َ ُأمح ََدُ‬
‫القدسي‬
‫‪1055‬هَ‪ُ/‬‬
‫القاهرة‬
‫فس َ َ َ ََفارُاألس َ َ َ ََفارُيفُ‬
‫أب ارُاألف ار‬
‫‪1435‬م‬
‫‪57‬‬
‫‪1014‬هَ‪ُ/‬‬
‫‪1403‬م‬
‫جغرافية‬
‫‪ 17‬حمم َ َ َ ََدُك ي َ َ َ ََتُ‬
‫املدين‬
‫‪ 13‬فض َ َ َ َ َ َ ُهللاُب َ َ َ َ َ َ ُ‬
‫حمبُهللاُاحملبُ‬
‫‪1070‬هَ‪ُ/‬‬
‫املدينةُ‬
‫‪1452‬م‬
‫املنورة‬
‫‪1036‬هَ‪ُ/‬‬
‫دمشق‬
‫‪1471‬م‬
‫رحلةُالشتاءُوالصيف‬
‫َ‬
‫الرحلَ َ َ َ َ َ َ َ َ َ َ َ َ َ َ َ َ َ َ َ َ َ َ َ َ َ ََةُفةُ‬
‫القسطنطينية‬
‫‪1042‬هَ‪ُ/‬‬
‫الت س َ َ َ َ ََب‪ُ/‬دافَ َ َ َ َ َ ُ‬
‫‪1440‬م‬
‫احلاجة‬
‫‪1051‬هَ‪ُ/‬‬
‫للتدريس‬
‫‪1431‬م‬
‫َ‬
‫‪1074‬هَ‪ُ/‬‬
‫‪1446‬م‬
‫‪ 12‬فبَ َراهيمُايي ََاريُ‬
‫املدين‬
‫‪ 60‬مصَ َ َ َ َ َ َ َ َ َ َ َ َ َ َ َ ََطفىُ‬
‫الب َ َ َ َ َ َ َ َ َ َ َ َ َ َ َ َ َ َ َ ََريُ‬
‫‪1034‬هَ‪ُ/‬‬
‫املدينةُ‬
‫‪1472‬م‬
‫املنورة‬
‫الغرباء‬
‫‪1146‬هَ‪ُ/‬‬
‫دمشق‬
‫ُتفريقُاهلمومُيفُالرحلةُ‬
‫‪1732‬م‬
‫الصديقي‬
‫حتف َ ََةُاألدب َ ََاءُوس َ ََلوةُ‬
‫فةُبالدُالروم‪.‬‬
‫دمشقُ‬
‫ُاحلل َ َ ََةُالفاني َ َ ََةُرس َ َ ََومُ‬
‫اهلمَ َ َ َ َ َ ََومُوالغمَ َ َ َ َ َ ََومُيفُ‬
‫الرحل ََةُالةاني ََةُفةُب ََالدُ‬
‫‪1030‬هَ‪ُ/‬‬
‫تظلمُوش اية‬
‫‪1442‬م‬
‫‪1145‬هَ‪ُ/‬‬
‫‪1764‬م‬
‫جغرافية‬
‫جغرافية‬
‫‪1133‬هَ‪ُ/‬‬
‫‪1745‬م‬
‫الروم‪.‬‬
‫‪ 61‬حممدُب ُالطيبُ‬
‫الشراقي‬
‫‪66‬‬
‫‪1170‬هَ‪ُ/‬‬
‫املدينةُ‬
‫‪1754‬م‬
‫املنورة‬
‫حممدُالعطار ق‪16‬هَ‪13ُ/‬م‬
‫َ‬
‫بيتُ‬
‫رحلةُالعطار‬
‫املقدس‬
‫‪ 64‬فب َ َراهيمُاحل َ ََيمُ‬
‫احللب‬
‫‪ 63‬حممَ ََدُب َ َ ُعبَ ََدُ‬
‫الوه َ َ َ َ َ َ َ َ َ َ َ َ َ َ َ َ َ َ ََابُ‬
‫امل ناسي‬
‫‪1133‬هَ‪ُ/‬‬
‫حلب‬
‫‪1300‬م‬
‫‪1172‬هَ‪ُ/‬‬
‫رحلةُاحل يمُاحللب‬
‫‪1154‬هَ‪ُ/‬‬
‫‪1730‬م‬
‫املغرب‬
‫تظلمُوش اية‬
‫‪1745‬م‬
‫‪1770‬م‬
‫‪1613‬هَ‪ُ/‬‬
‫َ‬
‫جغرافية‬
‫فح َ َرازُاملعل َ ََىُوالرقي َ ََبُ‬
‫‪1600‬هَ‪ُ/‬‬
‫يفُحََبُبيََتُهللاُاحل َرامُ‬
‫‪1735‬م‬
‫وزيََارةُالق ََدسُالش َريفُ‬
‫والت كُبق ُاحلبيب‬
‫‪58‬‬
‫طبيب‪ُ،‬جتنبُالصَراعُ‬
‫الديين‬
‫دبلوماسية‬
‫‪ ُ65‬أب ََوُالقاس ََمُبَ َ ُ‬
‫‪1632‬هَ‪ُ/‬‬
‫عليُالزياين‬
‫‪1344‬م‬
‫‪ 64‬أمح َ َ ََدُاللح َ َ ََايفُ‬
‫قُ‪14‬هَ‪ُ/‬‬
‫َ‬
‫‪1600‬هَ‪ُ/‬‬
‫الرتمجان َ َ َ َ َ َ ََةُال َ َ َ َ َ َ َ َ ىُيفُ‬
‫‪1735‬م‬
‫املغرب‬
‫أخبارُاملعمورُبراًُوحبرا‬
‫دبلوماسية‬
‫جغرافية‬
‫‪1603‬هَ‪ُ/‬‬
‫‪1724‬م‬
‫البغدادي‬
‫رحلةُاللحايفُ‬
‫بغداد‬
‫‪12‬م‬
‫‪1627‬هَ‪ُ/‬‬
‫‪1372‬م‬
‫‪59‬‬
‫َ‬
8. AL-MAṬĀLI‘ L-B D IYY FĪ-L-M NĀZIL
(Al-Ghazzī)
- ŪMIYY
Lo spuntare della luna piena sulle case dei bizantini: questa è la
B
A -Dīn
mm B n R ī A -Dīn
mm B n
mm
Al-Gh zzī Al-‘Ām ī Ad-D m shqī (1499-1577),
pubblicata nel 2004, a cura di A - h ī ‘Iy A -R wā , dalla
Casa Editrice As-Swī ī di Abu Dhabi con la collaborazione
del ’Is
A
S
delle Pubblicazioni di Beyrut,
m
n
p m I nB ū p
letteratura geografica di
q ’ nn . Il libro è presentato,
ch
’
mm
A m
As-Swī ī, nch
S mā A -Kh ā’ A Ǧayūssī43, scrittrice e poetessa giordana di origine palestinese,
fondatrice e direttrice dal 1980 del Project of Translation from
Arabic (PROTA). Tale progetto ha come scopo presentare la
grande e multiforme tradizione araba, far conoscere al mondo il
pensiero degli arabi e dei musulmani vissuti nel Medioevo e
rendere noti i diversi aspetti delle culture che i viaggiatori e i
geografi arabi conobbero e di cui descrissero dettagliatamente le
condizioni di sviluppo, quelle sociali e religiose, nonché gli usi e i
costumi di ciascun popolo. T ’
n q s
s
no
molte informazioni storiche su paesi come la Norvegia o quelli
’E p
n
ch n ss n’
f n c n n . In principio
’n n
q s p
q
’
n
inglese le relazioni di viaggio che non erano ancora state tradotte
e quelle che, tradotte già da tempo, avevano bisogno di una
revisione, alla luce delle nuove tecniche e delle recenti
43
Una delle proposte per il Premio Nobel per la Pace del 2005.
60
documentazioni. Poi la fondatrice ha voluto creare altre due
sezioni del progetto per servire sia i lettori arabi sia quelli
internazionali: la prima è la raccolta dei resoconti di viaggio e dei
libri geografici relativi alle tre regioni del mondo note durante il
Medioevo al di fuori dei paesi arabo-musulmani (Europa , Africa
nera ed Estremo Oriente) p
c
n
n , ’
’n s ;
s c n
è ’ n s
m n sc
z n
geografica araba e la loro traduzione in lingua inglese, servendo
così i lettori arabi e quelli internazionali. Q s ’ m
è stato possibile grazie alla disponibilità di un eccellente
ricercatore come A - h ī ‘Iy A -R wā , che ha analizzato la
presente
di Badr Ad-Dīn Al-Gh zzī valendosi di tre esemplari
di manoscritti.
8.1.
t b g
su ’ ut
Badr Ad-Dīn Al-Gh zzī,
A ū-lkā , f
sp
scuola shafiita, studioso di esegesi coranica e di
īt . Nacque a
D m sc 25 Dhī A -Q ‘
’ nn 965 h / 1499 g; suo padre,
s p n
sp
R ī A -Dīn A -Gh zzī, lo portò dallo shaykh
Al-‘Ārif b - -Lāh A ī A -F
mm B n
mm B n ‘A ī
Al-Isk n ī A - zī ch
sì
s cc
s f sm ,
insegnò il Corano e lo fece diventare sufi ’ à m n
anni. Poi Badr Ad-Dīn s
ò p ss m
s u ūk
D m sc ,
c
nch
p
, p p R ī A -Dīn
cc mp nò n
suo viaggio in Egitto durante il quale poté consultare molti
s u ūk
z n; p
f c nch c n sc
’ mām Ǧ ā
Ad-Dīn As-S yū ī.
61
N ’ nn 912 h tornò dal Cairo, sempre in compagnia di suo
padre, e raggruppò intorno a sé studenti mentre aveva circa
diciassette anni: q ’ à à
s
,
sp ns
e la classificazione scritta di tutto il materiale di studio; inoltre
assunse il controllo di alcune funzioni religiose, come lo sceiccato
dei lettori della moschea Al-Am wī ’ ns n m n n
AshShām yy A -K ā n m
sc
D m sc . La gente si
metteva in viaggio per venire da lui alla ricerca della sapienza e
della benedizione; perfino i giudici e i notabili, prima di esplicare
le loro funzioni, si recavano a casa sua per ricevere la benedizione
e per chiedere le sue preghiere. Se il giudice supremo della città o
un suo rappresentante voleva andare da lui, non lo faceva prima
di avergli ch s
p
m n
’
zz z n ; anche il
pp s n n
Sh m,
s fā Bāshā, s
va vederlo
spesso, ma, volendone chiedere il permesso, finì per incontrarlo
solo poche volte e altrettanto capitò a un altro rappresentante
Sh m, D wīsh Bāshā, q
n
ch s “Mio
signore, cosa senti dire di me?” “Che sei tiranno!” sp s B
Ad-Dīn.
Al-Gh zzī
n s
c
,
s
p ,
vestiario, doni e non prendeva niente per i responsi, non
accettava nemmeno regali se non da familiari e parenti che poi
ricompensava il doppio.
Il 2 Sh wā 915 h / 1577 g si ammalò di un male logorante e morì
dopo due settimane; assisté al suo funerale moltissima gente e fu
sepolto nel cimitero dello Shaykh A s ān, fuori da Porta Tuma di
Damasco.
62
8.2. Studi e opere
Badr Ad-Dīn A -Gh zzī
n
p
c p s à
composizione. I f
N ǧm A -Dīn cc s
s
opere in un libro singolo che chiamò
s mu’ fāt -G
ī
(Indice delle opere di Al-Gh zzī).
Lasciò una grammatica di ben oltre il centinaio di volumi e giunse,
al tempo del suo viaggio, a un numero di opere di circa settanta,
alcune delle quali menzionate
’n n
. Tra le
composizioni non citate in essa ci sono: i tre studi Al-m nt ū (La
prosa), -m n ūmān (Le due opere in versi) e il più famoso m n ūm -k bī (Il grande poema) composto di centottantamila
versi; il commento a
al-m n āǧ (Spiegazione dei metodi)
Aī; t al-mug q fī t ī mā
- w m n -k āf
-muṭ q (Ritorno alla correzione di quanto c’è n
disaccordo assoluto),
k ā m t al-b ǧ (Spiegazione della
fine della felicità), At-tadhkira al-faqihiyya (Rievocazione della
scienza islamica),
ān ‘ ā
b
(I due studi sullo spazio
libero),
- u ū b -s
s -s u ū (Esposizione della
pubblicazione con la descrizione delle piccole perle),
‘ ā
t-t w ī
- bn H s ām (Sp
z n s ’illustrazione di Ibn
H shām),
s wā
t-t k ī (Spiegazione delle citazioni
del compendio), sbāb n-n ǧā
ã āb n-n kā (Motivi del
successo delle regole matrimoniali), Ad-durr ath-t mīn fī munāqas b n bī Ḥ ān w -s- mīn (Le perle preziose nella
sc ss n
A ī Ḥ yān A -S mīn), sā t at-t mānu‘ (Tesi
s ’ s ns n ), K tāb f
-k tāb w
- bāb (Libro sulla
divisione del discorso circa il legame con le persone care),
63
M n ūm
k ā’ n-n bī (Poema sulle qualità profetiche), Al‘iqd al-ǧām ‘ s
- u
- wām ‘ n m ǧ m‘ -ǧ wām ‘
(La collana che riunisce le descrizioni delle perle lucenti in un
componimento comprensivo di tutto), Ã āb al-muwāk la44 (I
comportamenti autorizzati), Ã āb -‘ s
w - k - u b waal-ukhuwwa45 (Le regole dei rapporti sociali e indicazione
’ mcz
f
nz ) ed altre composizioni e ricerche.
8.3.
s nt
n
-m ṭā ‘
-b
fī-l-m nā
- ūm
è considerata
n’ p
c mp s z n
,p
n n
secolo segnato dalla decadenza della vita intellettuale e culturale:
infatti in essa si alternano regolarmente la prosa e la scrittura in
versi, con uno stile che utilizza una prosa rimata spesso
complessa, e questa era una tecnica in cui eccellevano gli scrittori
maghrebini e quelli andalusi sui loro colleghi orientali. Pertanto
A -R wā
s m nò c n p
Al-Gh zzī à p
c
s
accorse che quello non era assolutamente il suo stile perché i
suoi libri erano privi sia di qualsiasi artificiosità della prosa rimata
sia di legami retorici. Leggendo poi la
di Khā B n ‘Īsā A B wī A -An
sī (m
p
707 h) intitolata Tāǧ -mafriq
t
‘u mā’ al-mashriq (La corona della scriminatura dei
c p
n ’ n m n
s p n
n ), c pì ch A -Gh zzī
44
E z n c c
‘Um
ūsā Bāshā (D m sc : Dā I n K hī , 2917).
E z n c c
‘A ī Ḥ s n ‘A ī ‘A A -Ḥ mī (B
, Om n: A -maktab als āmī, Dā ‘Ammā , 2917).
45
64
aveva preso pezzi di testo e molte espressioni da Al-B wī
aveva inseriti nella sua
.
Così A -R wā
p p ne il confronto di due brani simili dei due
autori. Al-B wī, dopo la sua uscita da Bijaya: “Ho lasciato la
pazienza con la partenza da quel posto, ho detto addio alla
tenacia quando ho salutato quella moschea, ho camminato e il
mio cuore è rimasto in quelle colline e in quelle terre aride, mi ha
preso la paura e la stanchezza ha dominato le mie palpebre, mi
sono attaccato a quello a cui si attacca il pauroso, ho speso le mie
lacrime e ognuno spende quello che ha, Zuhayr Al-Mi bī ha
scritto le sue poesie come se si fosse basato sulla mia situazione
…”46 e ha riportato i versi di Al-Mih ī.
Al-Gh zzī, mentre stava per uscire da Aleppo: “Poi ho camminato
e il mio cuore è rimasto in quelle colline e in quelle terre aride,
avevo già lasciato la pazienza con la partenza da quel posto, ho
detto addio alla tenacia quando ho salutato le riunioni e le
moschee, mi ha preso la paura e la stanchezza ha dominato le
mie palpebre, mi sono attaccato a quello a cui si attacca il
pauroso, ho speso le mie lacrime e ognuno spende quello che ha,
Zuhayr Al-Mi bī
s tt
su p s
m s s f ss b s t
su m s tu
n …”47 h p
nch’
s di AlMih ī.
In
à L sān A -Dīn I n A -Kha ī (m
nel 776 h) aveva
sollevato molti dubbi sulla
di Al-B wī
cc s
46
47
Al-B wī A -An
sī, Tāǧ -mafriq t
Al-Gh zzī, -m ṭā ‘ -badriyya fī-l-m nā
65
‘u mā’ -mashriq, 1: 157.
- ūm
, p. 76-77.
di aver copiato il libro intitolato Al-barq ash-s āmī (Il lampo dello
Sham) ‘Imā A -I f hānī.
Si capisce che Al-Gh zzī
f
m n n c p
di
Al-B wī, ne apprezzò la struttura e la bellezza della prosa rimata
e volle farne mostra nel suo libro.
In ogni modo, questa
h n
s c p ché ’
ha
raccontato spesso di avvenimenti capitati veramente in luoghi
dove si era trovato a fermarsi.
Al-Gh zzī f sc ch urante il suo soggiorno a Costantinopoli
lo stato e i membri del governo erano impegnati con ’ n
della circoncisione dei figli del sultano, riporta il viaggio del
s
n B s
ff s n
p s n ’ nn 917 h; inoltre
s n
ch ’
s
i gli eventi che capitavano in
patria e ne sapeva tutte le novità come la notizia del
licenziamento del giudice Ibn Al-F fū , c nf sc
s
n,
suo arresto e altri fatti.
La
è considerata una fonte di interpretazione molto
importante poiché contiene i nomi dei sapienti, letterati, nobili e
principi che Al-Gh zzī ha incontrato durante il suo viaggio; alcune
informazioni che riporta si rivelano preziose perché non è rimasta
oggi alcuna fonte che ne parli. Inoltre Al-Gh zzī
n s nella
biografia dei vari sapienti perché riportava opinioni diverse, come
n c s
I n B ā n c riferiva i nomi degli studiosi che lo
consideravano ignorante ma anche di quelli che lo ritenevano
uno scienziato.
66
I f
N ǧm A -Dīn A -Gh zzī48 nel suo libro Al-k wāk b ssā’ 49 (Le stelle in movimento) confermò gran parte dei nomi
delle persone che il padre aveva citato o incontrato. Ibn Al-‘Imā
p s
N ǧm A -Dīn m
f
i personalità del X secolo
h. e le inserì nel suo libro Shad āt
-dhahb (P zz ’ ).
Per quanto riguarda il profilo geografico e architettonico della
, il nostro viaggiatore si dilunga spesso nelle descrizioni di
santuari, luoghi sacri, moschee, edifici, paesi e città da cui era
passato o che era andato a visitare; anzi talvolta interrompe la
descrizione per fornire maggiori dettagli e informazioni, ad
esempio la data di costruzione di un edificio o la data di conquista
della città visitata. Si nota anche che Al-Gh zzī ha toccato molti
argomenti di cui nessuno ha parlato tra i viaggiatori che hanno
visitato le terre dei bizantini, come Ibn Ba ū a, Al-Kh yā ī
K ī.
8.4. Lo scopo del viaggio
Al-Gh zzī n n h
to esprimersi sulla causa reale che lo ha
spinto a compiere questo viaggio, solamente ha fatto intendere
48
N ǧm A -Dīn A -Gh zzī (1570-1651) frequentò le lezioni pubbliche del padre Badr
Ad-Dīn
c
ǧā da lui mentre era ancora bambino (il padre morì quando
N ǧm A -Dīn aveva sette anni) e da altri sapienti, quindi insegnò sin da giovane e
continuò per tutta la sua lunga vita. Fu muftì shafiita a Damasco per 35 anni, fino
alla sua morte; insegnò anche
īt e per 27 anni lesse Al-B khā ī n
sch
Omayyade (I n ‘A ī, A prayer for spiritual elevation and protection, 2006).
49
N ǧm A -Dīn
mm Al-Gh zzī: Al-k wāk b s-sā’ bi- ‘ ān -m ’ ‘ās
, . Ǧ ā’ī S ymān Ǧ
ū ,1
m (B
: Dā -Afāq -Ǧ ī , 2979).
67
che per un ostacolo capitatogli a Damasco ha avuto la necessità
di partire verso la terra dei bizantini50.
In un altro punto, nella biografia del giudice supremo
’ s c
n
c Qā ī Ǧ
ī, dice: “… qu n
bās ā
parlato con lui (il giudice) a causa mia e lo ha esortato per cose
che mi riguardano per fargli scrivere una lettera di innocenza con
la novità che non ho lati e altre faccende oscure, grazie a Dio è
tutto concluso, finito ...”51.
Pertanto lo scopo era di presentare ’ n s z s
lagnanza per essere stato licenziato senza ragione. Forse molti
viaggiatori che sono andati a Costantinopoli in quel periodo e
anche dopo desideravano lamentarsi presso il sultano per un
torto ricevuto, come è capitato al viaggiatore Al-Kh yā ī ch h
sp c f c
sc p
s
n ’n
z n
s
, cioè reclamare giustizia presso il sultano per essere stato
privato senz
n
’ mp
ns n n p ss un
istituto scientifico52.
8.5. Copie impiegate nella verifica
Il testimone più completo è quello conservato nella biblioteca
Kuprulu di Istanbul, contrassegnata con il numero 1390; la copia
medesima era stata fotografata su un nastro microfilm,
c ns
n C n
D c m n
n sc
’Un
s à
di Giordania con il numero 1185. Questa copia è costituita da 183
fogli di grandi dimensioni e in ogni diapositiva ci sono 2 fogli, A e
50
Vedi pag. 22 di questa
.
Vedi pag. 267 di questa
.
52
Vedi
Al-Kh yā ī, 1: 28.
51
68
B; in ogni foglio 13 righe e in ogni riga circa 12 parole. I fogli
hanno una cornice grafica, sono scritti in bella grafia, senza
lacune e cancellature. Il copista s ch m ’A A -La īf Ash-Shāf ‘ī
ed è vissuto nel secolo XI h.; scrisse a margine del libro che
viaggiò nei paesi dei bizantini n ’ nn 2651 h. Tale copia fu
scritta con inchiostro nero, mentre i titoli dei suoi capitoli con
inchiostro di diverso colore, forse rosso, celato dalla
fotocopiatura.
La seconda copia, cifrata con la lettera ‫ م‬nella presentazione di A R wā , è la copia autografa conservata nella biblioteca del
British Museum con il numero 3626 e fotografata su nastro
microfilm conservato a sua volta nel Centro di Documenti e
n sc
’Un
s à
G
n c n
n m
2614.
Questa copia contiene 71 fogli di medie dimensioni, 2 fogli per
immagine, in ogni foglio 23 righe e 16 parole circa in ogni riga. E’
scritta in una grafia molto difficile da leggere; spesso sono
presenti cancellature, eliminazioni e molte note a margine. Le
parti in v s n n s n
s n
q
np s n ’ m
terzo di questa copia le parole diventano illeggibili.
La terza copia, cifrata con la lettera ‫ ع‬nella presentazione di A R wā , è c ns
n ’Acc
m Russa delle Scienze con il
numero B799 e fotografata su nastro microfilm conservato a sua
n C n
D c m n
n sc
’Un
s à
Giordania con il numero 1259. Contiene 112 fogli di grandi
dimensioni, 2 fogli per immagine, in ogni foglio 21 righe, in ogni
riga 9 parole circa. F sc
n
f
Kh ī B n Zīn A Dīn A -Ikhnā’ī ch f nì
sc
16 R ī‘ h- hānī 2600 h.
Forse il copista ha trascritto questa copia direttamente dalla
69
‫‪copia autografa e molto probabilmente, quando gli diventava‬‬
‫‪impossibile la lettura, disegnava le parole così come venivano e si‬‬
‫‪formavano parole alterate senza significato.‬‬
‫‪8.6. Immagini del primo foglio delle tre copie‬‬
‫‪Rp‬‬
‫‪m ’nz‬‬
‫ ‪secondo la trascrizione di A‬‬‫‪R wā‬‬
‫‪per confrontarla con il primo foglio delle tre copie‬‬
‫‪esaminate dal ricercatore e riportate di seguito.‬‬
‫بسم‬
‫ميحرلا نمحرلا هللا وبه أكتفي‬
‫الحمد هلل الذي بنعمته تتم الصالحات‪ ،‬وتدر البركات‪ ،‬وبمنته ت ُغفر‬
‫السخنات‪ ،‬بلم ال َّ‬
‫شمل‬
‫الزالت وتُقال العثرات‪ ،‬وبرحمته تفر العيون‬
‫ِ‬
‫بعد الشتات‪ ،‬وبرأفته يحصل للقلوب القلقة الثبات‪ ،‬بوصل الحبل‬
‫بعد البتات‪ ،‬أحمده على توافر نعمائه التي مدها علينا ظالً ظليالً ‪،‬‬
‫وتواتر آالئه التي أوالها وواالها مقاما ً ورحيال‪ ،‬وأشكره شكرا ً‬
‫يكون بمزيد النعم كفيال‪ ،‬ولمديد الكرم الوافر الوافي منيال‪ ،‬وأشهد‬
‫أن ال إالً هللا وحده ال شريك له‪ ،‬شهادة معترف بوجوب وجوده‪،‬‬
‫مغترف من بحاركرمه وجوده‪ ،‬وأشهد أن سيدنا دمحماًعبده‬
‫ورسوله‪ ،‬أشرف رسله وسيد عبيده وناصر دينه القيم وصاحب‬
‫لواء تحميده‪ ،‬صلى هللا وسلم عليه وعلى آله وأصحابه وأتباعه‬
‫امرء على إقامة‪ ،‬أو همت‬
‫وأشياعه وجنوده‪ ،‬ما عزمت همة‬
‫ٍ‬
‫[ع ‪ ]fine primo foglio della copia‬عزيمته بسفر‪ ،‬وما تجلى‬
‫صبح بلوغ المآرب عن سُرى ليل المطالب وسفر‪ ،‬أما بعد‪.‬‬
‫‪70‬‬
‫فهذا تعليق‪ ،‬أبرزه عون من هللا تعالى وتوفيق‪ ،‬قصدتُ به ضبط‬
‫الرومية [‪،]fine primo foglio della copia originale‬‬
‫موارد الرحلة ُّ‬
‫وذكر معاهد الوجهة ال َّ‬
‫شمالية‪ ،‬والتنويه بأسماء بعض من جمعتنا‬
‫به الرحلة من األئمة الشيوخ‪ ،‬ذوي التحقيق والرسوخ‪ ،‬من‬
‫ب وخالن وأصدقاء وإخوان‪ ،‬ما بين أقران نبالء‪ ،‬وأعيان‬
‫أصحا ٍ‬
‫كمالء‪ ،‬وتالمذة فضالء‪ ،‬زادهم هللا ِعلما ً وعمالً‪ ،‬ومن أركان دولة‬
‫ملك البسيطة‪ ،‬وقطب الدائرة التي هي بالعالم محيطة‪ ،‬ظل هللا في‬
‫األرض‪ ،‬النافذ األمر في الطول منها والعرض‪ ،‬ملك البرين‬
‫والبحرين والعراقين‪ ،‬وحامي الحرمين الشريفين‪ ،‬سليمان الزمان‬
‫سلطان سليمان خان بن عثمان‪ ،‬ال زالت‬
‫وإسكندر العصر واألوان ال ُّ‬
‫شمس ملكه مشرقة األنوار‪ ،‬والدنيا البسة من شعار سُلطانه ُحلل‬
‫الفخار‪ ،‬وال زالوا هم مقيمين في دولته ميزان العدل بالقسط‪،‬‬
‫متعاضدين متفقين في نصرة الحق وإعالء كلمته علي أحسن نظام‬
‫وأنسب شمط‪ ،‬مطرزا ً حلته بذكر بعض ما فتح هللا تعالى به من‬
‫منثور ومنظوم‪ ،‬ومهمات لطيفة من غوامض العلوم‪ ،‬وقد وسمته‬
‫الرومية"‪ ،‬وهللا تعالى أسأل أن يجعله‬
‫"بالمطالع البدرية في المنازل ُّ‬
‫لوجهه الكريم خالصاً‪ ،‬وأن يظلنا بظله العميم حيث يكون الظل‬
‫قالصا ً بمنه ويمنه‪[ ،‬م ‪.. ]fine primo foglio della copia‬‬
‫‪71‬‬
72
73
74
8.7. Metodo della verifica
A -R wā
n c
’ z n
q s
s
ì le regole
scientifiche tradizionali in modo da riuscire a riprodurre ’ p
esattamente come era uscita dalla penna del suo autore quasi
cinquecento anni fa, senza troppi commenti e spiegazioni. Dopo
aver letto tutto il testo con cura e averlo confrontato con le altre
copie disponibili al fine di verificare la differenza tra loro, passò
alla rettifica nel testo degli errori grammaticali e di copiatura,
indicando nelle note quanto è menzionato nelle altre copie.
I copisti in quel secolo scrivevano le parole attenuand ’hamza o
eliminandola del tutto soprattutto in finale di parola. A -R wā
h
’ p ra in un carattere di stampa moderno, ha
apposto a piè di pagina poche e brevi note, ha numerato i fogli
manoscritti originali ponendo il numero tra parentesi quadre
dove inizia ciascun foglio per facilitare il ricercatore che voglia
tornare indietro nella lettura; ha menzionato le fonti usate
’
,h c
m
s p n
c A -Gh zzī
ha riportato componimenti o parte di essi e le fonti di tali scritti
senza dilungarsi troppo su di essi. Riguardo ai posti e ai luoghi
citati nel libro, ha cercato per quanto possibile di definirli in
maniera concisa risalendo alle fonti geografiche e ai viaggiatori
che li hanno visitati, per facilitare i ricercatori a individuarli e a
ricavarne più informazioni. Inoltre ha spiegato i termini e le
espressioni linguistiche incomprensibili, soprattutto quelle
ottomane, in modo da cancellare ogni ambiguità senza
comunque appesantire le note e indicando le fonti e i dizionari
usati.
75
8.8.
nt s
Dopo le preghiere iniziali di rito, Al-Gh zzī precisa che il suo
viaggio è diretto a nord nelle terre dei bizantini fino a
Costantinopoli, riferisce la sua intenzione di tessere le lodi del
sultano S ymān Khān n ‘U hmān53 e che racconterà nel suo
resoconto come si è svolto il viaggio, nominerà i personaggi che
ha incontrato tra cui s u ūk , mām, amici, nobili, studenti
meritevoli, m n s
’ mp ; sc
à s z n
m n
e come grazie ad esse in quella terra trionfa sempre la giustizia.
Infatti è stato obbligato a partire per un motivo che non dichiara
e a tal scopo ha chiesto consulenza ad esperti circa il viaggio nella
terra dei bizantini. Ha preso questa decisione a Damasco dopo
la morte del wā s k
- s ām (suo padre), in quanto la vita
n
, ’ n s
n
s n s , n n c’
più chi ti aiutava ma c’
chi ti distruggeva, i fratelli si erano
separati, si erano ristretti lo spazio vitale,
’ n m s ss .
Pertanto è stato preferibile uscire dalla patria e partire
abbandonando i familiari e i figli, chiedendo a Dio aiuto per
riuscire a superare la pigrizia e la debolezza. D p p p
scì
D m sc
p m
n ì 21 R m ān
’ nn
936 h /1530 g, accompagnato da servitori, amici e dal giudice
s p m W ī A -Dīn n A -F fū . A
n fn
c n
nelle immediate vicinanze di Damasco, poi il giudice e alcuni
amici andarono a Dummar, mentre Al-Gh zzī prima di sera tornò
a casa per certi suoi affari. A sò f m
ch ’ n m n
avrebbe salutati per intraprendere il suo viaggio e si recò c n
53
S
ymān Qānūnī, s
n
m n n
n 2595, n c
76
c 2416-1566.
A m
alla scuola Al-Kām yya dove pregò e al ritorno
dormì, ma il suo sonno era tormentato perché il giorno dopo si
sarebbe staccato dai suoi cari. Al mattino seguente, dopo i saluti
accorati e dolorosi, montò a cavallo portando con sé dei libri utili
per il viaggio; partì con alcuni amici. Arrivato a Dummar, il paese
di Ibn Al-F fū , ricco di prodotti agricoli, giunse a una casa in
mezzo a una pianura verde piena di papaveri vicino al fiume
B
ā, ch è p ù ngo dei fiumi dello Sham e che ha molti
affluenti. Piangeva fiumi di lacrime mentre fissava lo sguardo al
fiume; durante la notte ripartirono e camminarono nella valle del
B
ā
n
n 16 R m ān
n
np s
ch m
Khān al-Funduq54. Passarono per la valle dello
Z
ānī, cc
z n , f
cc ; opo vari villaggi
raggiunsero tramite sentieri contorti e scabrosi ‘Aqabat arR mmān , luogo roccioso e scosceso
Ṣ hāyā B ‘
k55. In
q s’ m c à
n s
n
cq
p
f
,
molte antichità, resti di enormi costruzioni e incontrò pure
sapienti e giurisperiti. Descrive la stanchezza del viaggio per gli
uomini e gli animali a causa di sentieri impervi, imboccati spesso
per sbaglio. Il 23 di R m ān n
n
Ḥ m dove visitò la
tomba di Khā
I n A -W ī 56. Questo paese aveva terreno
54
Khān -F n q: p s
S
ch m
nch Khān -‘A ūs f n
n
577 h da Ṣ ā A -Dīn A -Ayū ī.
55
B ‘
k: c à
’
L n .
56
Khā I n A -W ī (491-051): c mp n
P f
n
n
,
ns m ‘Am I n -‘Ā ,
’ s c
P f
s
mm
s cc ss
A ū B k ‘Um . N 014 c m
èc n
mm ,
hā ūn
cc
An ā
Medina, dopo qualche anno si convertì e partecipò nel 629 alla conquista
cc
q
s
n . E’ c ns
m
p
classico tanto da essere chiamato Sayf al-Is ām (Encyclopedia Britannica Online).
77
fertile, la migliore acqua, la migliore terra e non c’ no su di essa
né vipere né scorpioni. Sull p
m sch c’
il ritratto
di un uomo con il corpo di scorpione; lontano un miglio trovarono
un lago da dove si pescavano grossi pesci che venivano venduti a
Damasco e dintorni. Dopo Ḥ m Badr Ad-Dīn si diresse verso ArRastan, il viaggio era faticoso per il forte caldo e vi arrivò al
tramonto: era s n c n
c p
c’
una pianura verde
solcata dal fiume Al-‘A ī, attraversato da un grande ponte. Qui
incontrarono dei ladri, ma riuscirono a metterli in fuga.
Proseguendo il viaggio, incontrarono il paese di Ḥ māh ’
n 25 R m ān p n
n
n
n n
n
rose. Furono visitati dagli shuyūkh della zavia che si trovava in
quel paese e parlarono di religione tutto il giorno fino al
m m n
’ ftā , pregarono tutti insieme nella zavia e gli
shuyūkh mandarono con loro cinque uomini per proteggerli dai
ladri. Il giorno dopo visitarono un grande castello in Ḥ māh,
c’ n anche molte moschee ed istituti costruiti in sassi. Il paese
era circondato a est
n
m A -‘A ī
famoso per i
suoi numerosi mulini. Partirono e sulla strada incontrarono i paesi
Khān Sh ykhūn57,
‘
n-N ‘mān, S āq 58, Z y ān
infine arrivarono ad Aleppo
n 17
R m ān. Qui AlGh zzī incontrò molti sapienti, scambiò con loro opinioni di
argomento religioso e di metrica poetica e rispose alle loro
domande. Alcuni di loro conoscevano suo padre e infatti li aveva
già incontrati a Damasco e in Egitto. Visitò il castello, le moschee
57
58
Khān Sh ykhūn: paese dove era pass
K ī
n
A -As ān .
S āq : paese famoso per i suoi mm mā , citato anche K ī .
78
e le scuole di Aleppo, tra cui Ash-Sharafiyya59; incontrò alcuni
giudici I n B ā del quale alcuni dicevano che era ignorante e
altri invece che era uno scienziato, soggiornò in molte zavie di
Aleppo, ospite di s u ūk tra i quali un discendente di
mm A -K wāk ī A -Bī ī A -Ra ī, presso il quale rimase
fino alla notte del giorno 2 di Sh wā in quanto lo shaykh aveva
insistito molto affinché rimanesse nella sua zavia situata in AlǦ ūm, quartiere di Aleppo. Da qui si unì ai viaggiatori lo shaykh
Muwaffaq Ad-Dīn A m A ī Dh . Il 3 di Sh wā
ò
n
m ss
p
p nc p ‘Isā Bāshā c n ’
n p
giudice Ibn Al-F fū
n
D m sc . Il giudice si era unito
al corteo dei viaggiatori da Dummar quando Badr Ad-Dīn vi era
giunto, ancora in preda alla malinconia. A questo punto Al-Gh zzī
commenta gli eventi dicendo che ognuno trova quello che semina
e che le cose belle arrivano sempre accompagnate da disgrazie: il
giudice era partito a testa alta con orgoglio ed ora era costretto a
n
n ’ m z n . C m nq
o consola e lo conforta
dicendogli che gli amici lo accoglieranno bene ugualmente:
piangono e si salutano prima della sua partenza60.
Aleppo, città ricca di piante di pistacchi, fichi e di ulivi, si trova a
est della montagna chiamata Al-Ǧ wsh n: n ’
p n
questa montagna c’
ns n
sc
ncm
m
sciite. Uscirono da Aleppo attraverso porta Antakia con il
59
Ash-Sharafiyya: n
sc
sh
A pp , c sì n m n p ché s
f n
s ch m
Sh f A -Dīn A -R m n A -‘Aǧīmī.
60
Ibn Al-F fū : al ritorno fu imprigionato nel castello di Damasco e gli furono
confiscati i beni. Morì nel 937 h, avvelenato per ordine di ‘Isā Bāshā.
79
ministro del Tesoro egiziano Ǧān m A -Ḥ mzāwī61 che Al-Gh zzī
aveva incontrato in precedenza sia ad Aleppo sia a Damasco. Il 5
Sh wā rrivarono ad Al-A hā 62, distante da Aleppo 3
f ās kh63. Dopo essere passati dai villaggi di Wā ī al-‘Amq e
Yaghrah, dalla c à B h ā n n
An k 4 f ās kh, dal
c à
Aī
s
m Ǧ y ān, arrivarono ad Adana
attraverso un grande ponte sul fiume S y ān. Questa era una
p cc
c à p s
n n’ s f
, il fiume la
attraversava come un serpente. Era ricca di mercati colmi di ogni
tipo di cibo, di orti e di mulini che la facevano assomigliare ad
Ḥ mā . S cc mp n
A n 9 Sh wā , nc n
n
viaggiatori arabi e bizantini diretti a Damasco in direzione
opposta alla loro. Ripartirono il giorno dopo e dopo un lungo
c mm n
ns
‘Aq
-Kawlak64, situata su una
montagna a nord di Ṭ sūs, lontana un m
da essa: era una
fortezza circolare dove abitavano turcomanni.
Il viaggio era estenuante per ’ cc ss
c
: 21
Sh wā
n
A k ī, c
n c n n
m sch , n
piante di amarene e una pianura circostante piena di
vegetazione. Il giorno 16 giunsero a Qūn y 65 dove Badr Ad-Dīn
incontrò lo shaykh
S f ’ mām Ṣadr Ad-Dīn; nella zona vi
61
Ǧān m A -Ḥ mzāwī: m ì n 955 h s z
S ymān Bāshā p
n
sultano ottomano.
62
Al-A hā : paese che vanta un castello omonimo, tra Aleppo e Antakia.
63
Farsakh: unità di misura di lunghezza pari a 8 km.
64
‘Aq
-Kawlak: f
zz c nq s
s
n B y z n ’ nn 111 h.
65
Qūn y : una delle città, entro i territori bizantini, che contano più musulmani fra i
suoi abitanti; conserva la tomba di Platone, è trono de Q mān (dinastia
turcomanna sorta alla fine del XII secolo e insediatasi nella città di Q mān, nel
vilayet di Qūn y ).
80
erano molte confraternite sufi come pure giurisperiti shafiiti e
hanafiti. Qūn y
cc
tazione e aveva grandi mercati,
molte moschee antiche e il santuario di
ā Kh nkā 66, un
religioso famoso nella provincia tanto che ogni n ì c’
consuetudine di suonare tamburi e flauti davanti al santuario in
s m m
. Qūn y
c c n
n
n m
n c
che portava disegni scolpiti e statue che poggiavano su roccia
appartenente alla costruzione. Al-Gh zzī c ch p m
religiosi non può concepire questo tipo di arte, ma le statue sono
talmente belle che sembra quasi che parlino.
I 27 Sh wā m n p
n
Qūn y
n
c à
Aq Shahr67 che era la città più bella del regn
Q mān,
bianca come la neve, con le case ordinate come le caselle di una
scacchiera, ricca di orti e giardini, produttrice di abbondante
frutta che inviava a Costantinopoli e dintorni.
I 12 Sh wā
ns
c à Q ā Ḥ ā 68, le cui case erano
costruite con sassi neri; qui incontrarono una persona che
giungeva via mare da Damasco e gli chiesero notizie dei loro
parenti e amici, al cui ricordo rimasero immalinconiti e
addolorati. Passarono per un luogo dove sgorgava una sorgente
di acqua calda dal terreno e il giorno 23 arrivarono alla zona
66
ā Kh nkā : giurisperito hanafita nato a Balkh, trasferito prima a Baghdad e poi
Qūn y
m s m ì n 071 (Az-Z k ī, ‘ ām, 7: 30).
67
Aq Shahr: c à z n n n n
Qūn y c c 1
n cammino verso nord.
K ī ss ch s n m s n f c “c à nc ”; nch A -Kh yā ī
s ò.
68
Q ā Ḥ ā : è un nome di città frequente nelle terre bizantine, ma la Q ā Ḥ ā
visitata da Al-Gh zzī è q
c f ssò c nf n Q mān; era distante 26 m ā
C s n n p
n
p ’ sp
z n
pp .
81
ch m
I n Awkī69: era una grande pianura piena di vegetazione
grazie alle frequenti piogge; nelle vicinanze c’
n c s
scolpito nella roccia in cima a una montagna, intorno al quale si
stendevano prati adatti a far pascolare i cavalli, che di notte
dormivano in stalle poste più in basso. 24 Sh wā :
n
faticoso cammino costellato da salite e discese, i viaggiatori erano
accecati da una polvere micidiale che penetrava anche nelle
narici, impedendo la respirazione. Il giorno 25 arrivarono a Y nkī
Shahr70, un piccolo paese ricco di mercati e belle moschee; fuori
dal paese scorreva un fiume che attraversarono con la barca e la
notte dormirono sulla riva. Al mattino ripresero il viaggio e
trovarono terreni rocciosi, sentieri stretti e deserti e furono presi
p nc .Fn m n
ns
Aznīq71, la migliore delle città
bizantine in quanto era un centro operoso, ricco di fabbriche e
laboratori. Si accamparono a mezzo miglio da Azankamī 72 (o
Az nk mū ) per riposare e alleviare la fatica di quella giornata.
Era una città sul mare con molta vegetazione, ricca di piante di
noci, distante da Costantinopoli 4 m ā . Erano ancora stanchi,
cc
s
,q n
’ mp
s Al-Ḥ mzāwī c s che
bisognava partire; gli altri viaggiatori, arrabbiati, chiesero a Al69
I n Awkī: s
s f m Y kī Sh h . S nz’
f p c s
K ī ch c
ss
p ss
n n Y nkī Sh h ;
ch m
’
I n Awkī “c à
Ghāzī”, s
n ch ’
c nq s
.
70
Y nkī Sh h : p ssò K ī ch
ch m
Y nkī Khān, c è “m c
n
”.
71
Aznīq: città antica in riva al Mar di Marmara nella zona orientale; fu conquistata
dal s
n O h n n 712 h. E
n n
C s n n p 5 m ā (90 km). Si
ch m
Nīq : p ssò K ī
ss ch n q ella città si produceva la terracotta di
Aznīq.
72
Az nk mī : nome turco, in arabo si chiamava Naqmudiyya; attualmente è la città
Azmī . F c nq s
O h nf
s
n Osm n.
82
Gh zzī
p
nz . Q s
scì
nq zz
raccontando il sogno che aveva fatto sul Profeta: egli era con loro
e li avrebbe aiutati spiritualmente.
Quando cominciarono il cammino, si alzò il vento e poi furono
lampi, fulmini e pioggia. Quando si schiarì il cielo, tutto tornò alla
normalità. Arrivarono a Kaykathbizah, un paese con grandi
mercati affollati di gente e un palazzo antico appartenente al
ministro
fā Bāshā
s p
n ì. Il giorno dopo
n
Uskū ā 73, una bella città di mare ricca di
vegetazione e di fontane dove si prende il traghetto per
Costantinopoli. Al-Ḥ mzāwī c n
s
c ss f
p ì n
pomeriggio insieme ai suoi compagni. Al-Gh zzī
rimasero tutto il giorno e la notte seguente, pernottando in un
alloggio sulla spiaggia. Ricevettero una missiva dallo shaykh ‘A
A -R īm74 con la quale si scusava perché a causa di un febbrone
non poteva andare a riceverli. Lo shaykh aveva preparato loro
una casa, ma prima avrebbero dovuto recarsi al palazzo de
s
n
mm p nc n
mns
Y sh Bāshā Iyās
chiedergli il permesso di andare dallo shaykh. Presero il traghetto
p m
n
m s Dhī A -Q ‘ ,
ms s f
ch
fortuna sarebbe stata dalla loro parte. Saliti in barca spiegarono
le vele e partirono; durante il viaggio usarono ogni tanto anche i
remi.
73
Uskū ā : città grande sul Mar di Marmara che è un quartiere di Costantinopoli.
Era un centro molto importante p
n
s f . P ss n
q K ī
AlKh yā ī.
74
Shaykh ‘A A -R īm: aveva avuto contatti frequenti a Damasco con il nonno di
Al-Gh zzī e al tempo era residente a Costantinopoli.
83
Arrivarono a Costantinopoli
f n
c
S nān
Ǧ
ī75 a cui lo shaykh ‘A A -R īm aveva mandato una lettera
di presentazione per loro. Al-Gh zzī c pì ch q
c à
paese della tranquillità, la base dei bizantini, la residenza del
n . L’
c nq s
s
n
mm Khān76 figlio di
ā Khān p
B y zī nel 857 h dopo tanti mesi di
assedio. Questa città ospitava molti scienziati arabi, persiani e
bizantini e mostrava palazzi enormi e numerose moschee. Delle
undici moschee costruite n
f nc
’
s
n
mm
Khān B n
ā Khān
erano scuole che
vantavan m
p f ss
’ mp
z n n ; n n era
un palazzo dove vi era una mensa aperta dal mattino alla sera
frequentata da sapienti e scienziati in visita e dove soggiornavano
i viaggiatori; la decima moschea era quella grande dove si
svolgeva
p h
n ì, m n
’ n c s m era un
ospedale psichiatrico con medici eccellenti e una gran quantità di
medicinali che, insieme al cibo, venivano somministrati gratis ai
pazienti di passaggio. I c
ff
’ sp
c mp n
carne di volatili e di ovini e molti dolci fatti con acqua e farina e
venivano dispensati anche numerosi doni. Tra le moschee
ricavate dalle chiese bizantine la più grande
Ayā Ṣūfyā77: la
vista si perdeva per lo splendore, era fatta di costruzioni
p c
n s c
’ n
’
, c nn m
s ,m
archi e una cupola grande e grossa. V c n c’
n’
m sch
75
Ǧ
ī: nome frequente tra gli ottomani che significa signore.
Egli permise ai cristiani di praticare i loro riti, lasciò loro metà delle chiese e
sf mò n m sch ’
m à.
77
Ayā Ṣūfyā: n m s n f c n
c “ n s p nz ”; c s ì n 116
Costantino il Grande, divenne moschea nel 857 h e attualmente è un museo.
76
84
di fattura straordinaria ma più piccola m n s
s
Ayā
Ṣūfyā, ch m
pp n Ayā Ṣūfyā A -Ṣ h ā.
A C s n n p c’ n
n c s ,
p zz , strade larghe,
numerosi orti e giardini fioriti; ogni casa aveva il suo giardino e il
s p zz
c
sc
’ cq . V ano fabbriche, vasti mercati
affollati di gente, molte antichità ed enormi colonne.
En
C s n n p
s
c n
p zz
s
n
mm : li accolse il responsabile di palazzo che curò i loro
affari e diede loro un alloggio molto ampio e ben arredato dove
passarono una notte serena anche se era forte la nostalgia per
parenti, figli e amici lasciati a Damasc . L’ n m n n
n
trovare lo shaykh ‘A A -R īm
n m
m
:
quando questi vide Badr Ad-Dīn s zò f c , si abbracciarono e
ringraziarono Dio per quel ricongiungimento. Parlarono e
ricordarono wā s k
- s ām piangendo. Poi i viaggiatori
andarono a salutare Ḥ ǧǧī Ǧ
ī ‘A A -R īm, un giurisperito
islamico molto anziano che aveva incontrato il padre di Badr AdDīn a Damasco mentre si stava recando in pellegrinaggio. Ḥ ǧǧī
Ǧ
īm n òs
n m ss
z n n
m n s Y sh Bāshā
Iyās p
nn nc
arrivo: al suo ritorno comunicò che il
ministro era molto contento di vederli, finita la cerimonia della
circoncisione dei figli del sultano e di alcuni militari. Anche il
ministro aveva conosciuto il padre di Al-Gh zzī m n
n
Shām
m
f c n .I
n
stabilito incontrò il ministro nel suo giardino ad Al-Ghal a nella
parte nord di Costantinopoli e poi una seconda volta a casa sua in
città: fu gioviale con Badr Ad-Dīn
p s q s
m n
s .I mns
nc n ò
c
m
Qā ī Ǧ
ī
85
gli parlò di Al-Gh zzī: gli disse che gli unici amici che aveva a
Damasco erano lui e suo padre. Quindi disse a Badr Ad-Dīn
trovarsi con il giudice perché lo avrebbe aiutato. Così fu, il giudice
gli promise il suo aiuto e diventarono amici. Conobbe anche il
mns
Qās m Bāshā ch
sp s
s
p
m. T
n mp n
c n
c m n p
c c nc s n
p nc p ch
n q s
m s
Dhī
A -Q ‘ . I p m
n
Dhī A -Ḥ ǧǧ s aprirono le porte del
palazzo ed incontrò il ministro il quale gli fece scrivere una
relazione sui suoi problemi che egli stesso di persona avrebbe
consegnato al giudice militare insieme alla raccomandazione di
aiutarlo. Tuttavia sul più bello il sultano partì per Bursa78 n
c mp n
p m m n s I āhīm Bāshā p
m n
n
m s
m. A -Gh zzī cc n ch q n
s
n
p zz
s
n
ammad si sentiva solo in quella casa
isolata ed anche in mezzo ai cittadini di quella città si sentiva
come una macchia bianca sul mantello nero di un toro: soffriva di
solitudine senza un amico e senza compagnia, con la
preoccupazione per la mamma, i figli e la moglie rimasti soli. Si
accorse che il viaggio era n’ mp s
pp
p
nch
perché i bizantini non rispettavano nessuno, non davano
interesse né a chi entrava né a chi usciva; pertanto si era sentito
ancora più estraneo e lo avevano colto ansia e preoccupazione.
Per fortuna le persone importanti che aveva incontrato lo
avevano trattato con rispetto, soprattutto lo shaykh ‘A A 78
Bursa: città turca posta a 20 km dal Mar di Marmara nella regione orientale e a
280 km da Istanbul. La conquistò il sultano Orhan nel 726 h e fu la prima capitale
’ mp
mano.
86
R īm ch
sp
c s s p
nm s
m zz n
attesa del ritorno del sultano. Con lo shaykh parlarono di diritto
islamico, di esegesi coranica e di grammatica araba, si recitarono
le poesie a vicenda e Al-Gh zzī iniziò il figlio
np
‘A
A -R īm alla pratica di giurisperito. Lo shaykh fece leggere a
Badr Ad-Dīn p s ch
sc
p s p
, il wā
shaykh al- s ām, ch
m n
m Ḥ ǧǧī Ǧ
ī
‘A
A -R īm mentre passava da Damasco per andare in
pellegrinaggio alla Mecca. Badr Ad-Dīn gli donò le copie di due
suoi libri; mentre stava a casa sua incontrò molti scienziati,
giurisperiti sapienti arabi, giudici e linguisti. Le poesie lunghe
riportate nella
sono state scritte dallo shaykh ‘A A -R īm.
Anche il giudice dei militari fu cortese e si interessò molto ai
problemi di Al-Gh zzī; tuttavia la sorprendente partenza del
sultano per Bursa spiazzò tutti. Badr Ad-Dīn ecise comunque di
rimanere a Costantinopoli a fianco di shaykh ‘A
A -R īm,
finché in città arrivò la peste che fece perder loro molte persone
care. La popolazione era disperata e non sapeva cosa fare.
Shaykh ‘A A -R īm c s
p
s na località fuori
città dove non ci fosse ancora contagio. A Costantinopoli con la
partenza del sultano i lavori amministrativi di palazzo erano
cc , ’
p s n
nf
m
, ’ cq
nch’ ss
inquinata, la popolazione rapidamente contagiata: era necessario
partire. Fu indicata Az nk mī , bella città in collina, come luogo
s n
c n
,c n ’
’ cq
nc
abbastanza sane,
terreno buono, molti giardini e molti alberi da frutto. Pregarono
Dio per la partenza: sarebbero rimasti lontano fino al ritorno del
sultano e fino alla fine della peste. Al-Gh zzī shaykh ‘A A 87
R
īm sc n
c à
n
n
h
n
n ì 21
m
937 h. Il mare era calmo e i viaggiatori
tranquilli.
Arrivarono sulle coste di Q z A ā79 e dormirono sulla barca. In
seguito si alzò il vento e al mattino ripartirono per Az nk mī .
Nel pomeriggio la situazione precipitò perché il vento divenne
forte e il mare molto agitato: in preda alla paura gettarono le
ancore in quanto non era più possibile proseguire. Il giorno dopo
p
n
n fn m n
Az nk mī . Raggiunsero
’
z n
’ m c Ḥāǧǧ
A -Dīn
fā: era fuori dal
paese e i suoi figli procurarono loro una stanza. Andarono alla
preghiera del venerdì e t
n ’Ḥāǧǧ
ch li riportò a
casa sua. Qui venivano a visitar loro personaggi importanti;
rimasero in quella casa fino a che il sultano tornò da Bursa.
Furono apprestate tende nel paese per lui e il suo seguito: il
sultano rimase
Az nk mīd tre giorni, quindi volle raggiungere
Costantinopoli in traghetto via mare per risparmiare tempo.
Anche Al-Gh zzī
c mp n
cs
p
: c’ n
ch n p s , q
’īs Lu fī q
f
āmy .
Decisero di prendere la prima, ma i trasportatori con varie scuse
non si presentavano
’ pp n m n ;
p
n
n
n
c
āmy , m nch q s m n n .
Così i viaggiatori furono costretti ad andare a denunciare tutti dal
giudice il quale ammonì i trasportatori. Dopo altre menzogne alla
fine promisero una piccola barca fatta di legno di sandalo per i
bagagli mentre l’ n m n s
p
p ss
. Caso
79
Q z A ā: isola nelle vicinanze di Istanbul nel Mar di Marmara; in origine si
ch m
Q zī Ã ā ch n c s n f c “Is
ss ”.
88
volle che il giorno dopo ci fosse un forte temporale: uscirono e si
diressero a piedi verso il porto e là trovarono entrambe le
imbarcazioni dei truffatori che promisero loro la partenza per
’ n m n . In c n cò
n
c
n p p
:s
ò
h
āmy con
cui partì lo shaykh ‘A A -R īm. Gli altri misero il grosso dei
bagagli sulla barca e partirono meno carichi, a piedi, verso
Costantinopoli. Camminavano di notte in mezzo al fango,
sbagliavano la direzione, avevano paura di perdersi. Alla fine
arrivarono a quel posto sul mare dove si prende la barca per
raggiungere Aznīq. Camminarono fino a Kaykathbiz h, p
n
m zz
f n
ns
A -Q
, grazioso paese in riva al
mare popolato soprattutto da cristiani e dedito alla pesca.
Dormirono in un k ān, al mattino ripresero il viaggio e
incontrarono gente di ritorno da Costantinopoli diretti a
Damasco; infine
n
Uskū ā
p s
h
per Costantinopoli. Al-Gh zzī n ò nc
s
c s
shaykh ‘A A -R īm. A q s p nto elenca tutti i personaggi di
scienza che ha incontrato in questa fase del viaggio compresi
quelli morti per la peste. Arrivò un inverno rigido con molto
freddo e pioggia; rimase a Costantinopoli fino alla primavera.
Al-Gh zzī incontrò il ministro interessato ai suoi problemi ed
anche il giudice dei militari e alla fine i problemi furono risolti.
Mentre era a Costantinopoli gli arrivò una lettera dai suoi parenti
c n ’ nn nc ch giudice di Damasco, il figlio Is āfī , ha fatto
un rapporto negativo sugli impieghi. Al-Gh zzī sp s
contenuto della lettera ai notabili di palazzo che condannarono il
fatto e di conseguenza il sultano emanò un decreto che
89
cancellava ogni ingiustizia. Terminati tutti i suoi affari, Al-Gh zzī s
sentì sollevato perché la sua situazione si era regolata con
successo. Pertanto era giunto il tempo del ritorno: cominciarono
a prepararsi in fretta per la partenza, approntarono la sella sul
cavallo e caricarono i bagagli e le vettovaglie. Tutti gli amici
arrivarono a salutarlo, compreso lo shaykh ‘A
A -R īm; lo
accompagnarono fuori città fino al traghetto. Arrivarono a
Uskū ā
mp
p h
e poi p s
s
p A -Q
, dove dormirono la notte di sabato 15 Sh wā 917 h.
Ripartirono per Kaykathbizah e, giunti al porto, presero un altro
traghetto per Ad-Dī 80. Sul cammino incontrarono Ad-Darwand,
ricca di ginepro e di alloro e di sorgenti di acqua molto fredda, il
Aznīq, Y nkī Sh h , Ãq Bīq c n s
mmām e K ān;
dopo alcuni piccoli villaggi seguono Q ā Ḥ ā , il grosso villaggio
di Ash-Shāy, Ãq Sh h , Qūn y , Ãq K ī, ‘Aq
-K w k,
A n , Aī , B h ā , Yaghrah, Aleppo, Khān Ṭūmān, Al‘
, Khān Sh ykhūn, Ḥ māh, Ar-Rastan, Ḥ m , dopo altri
piccoli paesi,
t Al-Qā ūn81. Al-Gh zzī
n
ritorno fece altri incontri con persone più o meno famose; dopo
c à Qūn y f
m n
n f
f
che gli causò
malessere a lungo, fino alle porte di Damasco quando la sua
salute sembrò in miglioramento e il cuore più forte per il
desiderio di rivedere casa sua e i suoi cari. Finalmente arrivò a
casa, la madre lo salutò piangendo, quindi fu la volta dei figli,
della moglie
s
. S c ch ’
orno ripaga
80
Ad-Dī : n m s n f c n c “ n
grande di quello di Uskū ā .
81
t Al-Qā ūn: c à 5 Km
m
”;
D m sc , s
90
s
s
p
n n
’I q.
f pù
delle lacrime versate al momento della partenza. Al-Gh zzī
è
in patria ed è migliorata la sua situazione economica e familiare.
E’ ’
q s
, la cui redazione fu m n
10 Dhī
A -Ḥ ǧǧ
940 h.
91
Conclusione
Al termine di questa ricerca possiamo affermare che la passione
con cui abbiamo iniziato il lavoro si è moltiplicata. Ci è sembrato
esaltante sfiorare la sfera personale di personaggi vissuti
centinaia di anni orsono e scoprire la loro passione nel dedicarsi
ai loro interessi culturali o al loro impegno lavorativo, siano essi
viaggiatori o studiosi. Ancora più eccitante è stato sentirsi un
piccolo e modesto tassello nel grande quadro della ricerca.
Avremmo voluto approfondire maggiormente gli argomenti e
scrivere almeno una piccola biografia per ogni singolo nome
comparso in questo lavoro, ma i pochi mezzi a nostra
disposizione, da una parte, e il timore di risultare fuori dal tema
n
z n ,
’
, c h nn f
ss
.
Ripensando alle varie tappe della storia umana e della storia della
letteratura relativa al mondo arabo e alla luce degli eventi
contemporanei, ff
m n
’
ch p
la
tendenza al viaggio sia connaturato.
Con la nah a il risveglio economico, sociale e culturale incoraggiò
nel XIX secolo c n
m
n
c n ’E p
la cultura occidentale. I
n
ch n
n
’ s
poi tornavano in patria con conoscenze moderne favorirono la
nascita di una élite intellettuale che spinse il mondo arabo verso il
progresso e il rinnovamento in molti campi (C m
D’Aff
,
1998).
Sin dalla metà del XIX secolo erano cominciate le ondate
migratorie di arabi soprattutto cristiani, spinti da motivi
92
economici e politici, dalla regione siro-libanese verso gli Stati
Uniti e il Brasile. Con il termine di adab al-mahǧar (letteratura
’ m
z n ) s n n
p
z n
mahǧ
ūn (o
muhāǧ ūn),
sc
p
ch
’ s
, s nz m
perdere i contatti con la madrepatria e soprattutto con gli
innovatori egiziani, contribuirono al rinnovamento della
produzione letteraria araba, sia in prosa sia in poesia.
Negli Stati Uniti i mahǧ
ūn diedero vita a una stampa locale in
arabo con circa settanta testate,
c
c
m “As-Sā’ ”
“A -Muhāǧ ” p
loro titoli che hanno assonanza con la nostra
ricerca. Il massimo della fioritura della cultura araba in America si
ebbe nel 1920 con la f n z n
N w Y k
“A -Rā a alq m yy ”, ’Ass c z n
Sc
c n Ǧ ān Kh ī
Ǧ ān p s n
īkhā’ī N ‘ ym segretario.
Le prime opere di rilievo della letteratura neoaraba sono
costituite proprio dai resoconti di viaggio, soprattutto in Europa.
Tra XIX e inizio XX secolo il viaggio sacro cede il passo alla
missione di studio, o viaggio profano in Occidente; se anche il
p
n
f n zz
’ cq s z n
sc nz , è
natura della scienza ad essere mutata, da quella islamica alla
moderna (Salvioli, 2011).
T
,
n p ns ,
m n “c nn
” s nfc
s c n
z n
n
n “che fa parte della natura
stessa di una persona, o è divenuto parte della sua natura;
profondamente radicato” (T cc n . ). E
prendendo in
considerazione i viaggiatori odierni, cioè gli emigranti in fuga dalla
93
miseria o da regimi dispotici, davvero il viaggio fa parte della loro
natura?
Forse è più corretto dire che il viaggio è entrato a far parte del
loro destino e con questo intendiamo che non sempre chi viaggia
oggi lo fa per scelta, contento di farlo.
Vorremmo che gli attuali viaggiatori partissero con lo spirito dei
loro antenati, per un interesse culturale o di lavoro o addirittura
con scopo la lagnanza presso un giudice supremo che rimetta
tutto a posto, proprio come una volta.
94
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