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In Polonia ci sono voluti 10 anni, in Ungheria 10 mesi, nella
Il decennio
di Solidarność
In Polonia ci sono voluti 10
anni, in Ungheria 10 mesi,
nella Repubblica Democratica
Tedesca 10 settimane,
e in Cecoslovacchia
occorreranno forse 10 giorni…
Realizzatori della mostra:
Redazione (selezione e cura dei testi):
Łukasz Bertram
Coordinamento:
Maria Krawczyk
Ricerche del materiale iconografico:
Tomasz Gleb, Mariusz Olczyk, Ewa Sularz
Progetto grafico:
Danuta Błahut-Biegańska
Ricerche del materiale testuale:
Agnieszka Dębska, Piotr Głogowski,
Dorota Kruk, Małgorzata Kudosz,
Marta Markowska, Katarzyna Puchalska,
Wojciech Sapiecha, Mateusz Sidor
Cura della fotografia:
Piotr Janeczek, Piotr Suwiński
Ideazione:
Zbigniew Gluza
Impaginazione:
Piotr Janeczek, Piotr Suwiński
fot. Stanisław Markowski
LA MOSTRA È STATA PREPARATA DA OŚRODEK KARTA (CENTRO KARTA)
IN COLLABORAZIONE CON DOM SPOTKAŃ Z HISTORIĄ
(CASA DEGLI INCONTRI CON LA STORIA) DI VARSAVIA SU COMMISSIONE
DEL MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI.
Nowa Huta, 13 ottobre 1982,
Dimostrazione dell’opposizione,
Timothy Garton Ash
Fine degli
anni Settanta.
Prospettive
dell’opposizione
Zbigniew Romaszewski (membro del KOR):
Negli anni 1976-1979 maturano in Polonia le
principali correnti di pensiero e di azione
dell'opposizione.
All'inizio del 1976 viene fondata Intesa Polacca per l'Indipendenza, la quale, nei vari
documenti via via pubblicati, riesce in quegli anni a formulare la via polacca verso la
democrazia, l'indipendenza e l'Europa.
Nell'autunno del 1976, in reazione alle brutali
repressioni contro gli operai che avevano
partecipato alle proteste a sfondo economico di giugno, nasce il Comitato di
Difesa degli Operai (KOR), che opera pubblicamente in favore dell'auto-organizzazione
della società, fedele allo slogan "Invece di
bruciare i comitati [del partito], fondate i
vostri ".
Nel marzo 1977 nasce il Movimento in Difesa dei Diritti dell'Uomo e del Cittadino
(ROPCiO), anch'esso attivo pubblicamente,
che introduce nella pratica delle iniziative
dell'opposizione forti riferimenti all'indispensabile ripristino dell'indipendenza della
Polonia.
Volantino pubblicato da ROPCiO nel 60.mo
anniversario della riconquista dell'indipendenza.
Venne articolato un importante programma.
Il programma dei movimenti sociali indipendenti.
Di qualsiasi tipo, appunto: allevatori di canarini,
di cani… Questo piano di intesa è stato accettato da tutti. Noi dicevamo: "Agisci in modo indipendente, agisci in modo autentico". E questo
era l'unico elemento politico che si trovava nel
programma del KOR. […]. Incitava a creare iniziative indipendenti, invitava la società a organizzarsi da sola, a contrapporsi al monopolio
dello stato.
J. Jankowska, Portrety niedokończone... (Ritratti incompiuti…), Varsavia 2003
Raccolte di Ośrodek Karta
Andrzej Czuma (membro di ROPCiO)
sul periodico clandestino «Opinia»:
Dal Programma dell'Intesa Polacca
per l'Indipendenza:
Ogni autorità deve provenire dalla nazione e rispondere costantemente davanti
alla nazione: è infatti al suo servizio, questo è
il suo ruolo. I governanti dovrebbero dipendere dai governati, e non viceversa: ecco il
fondamento della democrazia.
Il governo e gli altri organi del potere esecutivo dovrebbero essere sottomessi
al parlamento e agli altri organi del potere
legislativo liberamente eletti dalla società.
Varsavia, primavera 1976
«Kultura» 7-8, Parigi 1976
Ogni atto di un potere esercitato per mantenere una nazione nella sottomissione a un altro
stato non può che consistere nell'imbavagliamento di questa nazione, nella censura della
parola e della pubblica informazione, non fosse
altro che per impedire che qualcuno scriva o
dica pubblicamente la breve frase: "Il totalitarismo sovietico ci ha tolto l'indipendenza". In
uno stato simile non può esservi democrazia,
perché democrazia significa libertà di parola
pubblica. Non esiste infatti contraddizione tra
democrazia e indipendenza. La democrazia non
esiste in un paese schiacciato, in cui ci sono
solo apparenze di democrazia.
Varsavia
«Opinia» 8, 1977
Cracovia, 15 maggio 1977. Corteo funebre dopo la morte di un collaboratore del KOR, lo studente Stanisław Pyjas, assassinato dai servizi di sicurezza.
L'avvenimento ispirò la nascita dei Comitati Studenteschi di Solidarietà Fot. Maciej Sochor / PAP/CAF
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