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il messaggero cremisi
IL MESSAGGERO CREMISI
www.fiammecremisi.it
Anno 0 - n° 1 - aprile/dicembre 2010
sommario
2
Redazionale
IL MESSAGGIO CREMISI ..................................................................................................................................................... pag.
3
agorà
Bruno Tosetti ...................................................................................................................................................................................
Giovanni Marizza .......................................................................................................................................................................
Gian Carlo Stella ....................................................................................................................................................................
Carlo Bellinzona ......................................................................................................................................................................
IL MESSAGGERO CREMISI
Anno 0 - n° 1 - aprile/dicembre 2010
Fondatore responsabile: Pio Langella
Direttore: Paolo Pierantozzi
Segreteria Amministrativa:
33078 San Vito al Tagliamento
Via Tonelli, 4 - Tel. 335.6511048 - Fax 0434.81574
E-mail: [email protected]
Direzione amministrativa: A.N.B. F.V.G.
Comitato scientifico: Carlo Bellinzona, Luigi Scollo, Pietro Compagni,
Vincenzo Lops, Giovanni Marizza, Franco Tamassia, Bruno Tosetti,
Vincenzo Iavarrone.
Condizioni di cessione: gratuito per i bersaglieri in servizio,
in congedo, simpatizzanti, sponsor, enti pubblici e privati che
intendano contribuire volontariamente alle spese di produzione
della Rivista rigorosamente non ha scopo di lucro e finalizzata al
mantenimento della memoria e della testimonianza storica del
Corpo dei Bersaglieri.
€3,00 per numero arretrato, €10,00 abbonamento annuale,
€20,00 abbonamento benemerito.
Le oblazioni superiori di €50,00 previo nullaosta,verranno citate.
Gli esuberi di cassa, ad ogni numero, verranno esclusivamente investiti
a favore della qualità editoriale, entità delle pagine e/o inserti.
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TRIESTE ............................................................................................................................................................................................................ »
19
Gorizia ............................................................................................................................................................................................................ »
21
UDINE ................................................................................................................................................................................................................... »
22
PORDENONE . ............................................................................................................................................................................................. »
27
TREVISO ........................................................................................................................................................................................................... »
30
REGIONI VENETO e FRIULI VENEZIA GIULIA .............................................................................................. »
31
VENEZIA ........................................................................................................................................................................................................... »
32
Bolzano ........................................................................................................................................................................................................ »
33
ROMA ................................................................................................................................................................................................................... »
34
NAPOLI/CASERTA/AVELLINO/BENEVENTO ................................................................................................. »
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reggimenti
1° ICTU IMPETUQUE PRIMUS Primo nel colpire e nell’assalire . ...........................................
3° VIS, ANIMUS, IMPETUS Forza, coraggio, Impeto .............................................................................
6° … E VINCERE BISOGNA … E vincere bisogna...................................................................................
7° … CELERITATE AC VIRTUTE Con celerità e valore ......................................................................
8° VELOX AD IMPETUM Veloce nell’assalto . ..................................................................................................
11° QUIS ULTRA? Chi oltre noi? ......................................................................................................................................
province
L’amministrazione non accetta denaro in contanti.
Autorizzazione n.31 1120/2010 del Tribunale di Pordenone.
Proprietà letteraria, scientifica ed artistica riservata.
Articoli e foto, anche se non pubblicati, non si restituiscono.
Estero
Composizione e stampa:
Grafice Sedran - San Vito al Tagliamento (Pn)
Profili
In copertina: i bersaglieri di Pietro Compagni
dalle origini (1836) alla missione in Afghanistan (2010).
Sullo sfondo i teatri in cui hanno operato.
In terza pagina: immagine realizzata nel 2004 dal cremisino
Salvatore Valente in occasione del Guinness realizzato dalle Fiamme
Cremisi per il del 50nario di Trieste all'Italia: oltre 600 ciclisti con
maglie dei tre colori della Bandiera che dalla Piazza Unità d’Italia
raggiunsero il castello del Miramare. Questa immagine venne
pubblicata, il 2 giugno 2005 a fianco delle espressioni di augurio
dell’allora Capo dello Stato Azeglio Ciampi.
In quarta di copertina: spot realizzato da Pio Langella in missione
a Sarajevo nel 1998 in forza alla Brigata Corazzata "Ariete" all'epoca
comandata dall'attuale Capo di SME Gen. C.A. Giuseppe Valotto.
Inserto: AGENDA 2011
PRIVACY
In conformità a quanto previsto dalla legge 31.12.1996 n: 675 sulla "tutela delle persone
ed altri soggetti rispetto al trattamento dei dati personali" la Direzione garantisce che i dati
relativi alla spedizione vengono utilizzati esclusivamente per l’invio della pubblicazione e
non vengono ceduti a terzi per alcun motivo.
La redazione precisa che omissioni involontarie di qualsivoglia natura possono dar
luogo ad una sanatoria. Gli scritti inediti ed esenti da vincoli editoriali investono la diretta
responsabilità dell’autore rispecchiandone le idee personali.
CANADA ............................................................................................................................................................................................................ »
38
OGGI: Il Generale Vincenzo Lops .............................................................................................................................. »
40
Francesco Rinaldi ........................................................................................................................................................ »
41
IERI: I fratelli De Carli ................................................................................................................................................................. »
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recensioni
I BERSAGLIERI 1836-2007
Vita di Giuseppe Garibaldi nei francobolli di tutto il mondo
guerra fredda e pace calda ............................................................................................................................... »
43
Sport
A.S.D. FIAMME CREMISI ......................................................................................................................................................... »
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“50 KM PER 50 ANNI” ................................................................................................................................................................ »
45
“Fiamme Cremisi” una fede espressa attraverso un colore .................... »
46
lutti
CI HANNO LASCIATO ..................................................................................................................................................................... »
vivi Bersaglieri
47
REDAZIONALE
messaggero
cremisi
Il
W i Bersaglieri! Ip ip! Urrà – ip ip! Urrà – ip ip! Urrà, urrà, urrà.
Cari bersaglieri in armi ed in congedo, ovunque voi siate, è con il nostro grido di gioia che alziamo il sipario sulla nostra rivista.
Nel titolo “ViVi Bersaglieri” abbiamo inteso racchiudere più chiavi di lettura:
“Vivi Bersaglieri” nel senso di entrare in gioco nella logica del “modus vivendi” dei bersaglieri in armi e nella società civile, quali testimoni dei valori
che nel decalogo di Papà Sandrini trovano la loro sintesi.;
“W i Bersaglieri” quale genuina espressione di sintesi di affettività, vitalità ed apertura positiva a quanto si sta per leggere, vedere, ovvero navigare
cliccando nel web: www.fiammecremisi.it.
La rivista nasce come sommatoria dei contributi raccolti nell’ambito dei sei reggimenti bersaglieri e dalle province del bel Paese che intendono condividere questo progetto che vuole essere una cassa di risonanza del bersaglierismo nei gangli della società militare e civile. Un anello di congiunzione
che, attraverso la condivisone dei fatti di cronaca, approfondimenti storici e riflessioni etico comportamentali, ci faccia scoprire le ragioni di senso di
un comune spirito di Corpo.
Un tempo la dinamicità del Corpo dei bersaglieri veniva identificata dalla sua capacità di spostamento attraverso la corsa. Poi sono venute le “carriole”
per mordere il terreno nel più breve tempo possibile. dalle ruote ai cingoli, a bordo dei mezzi corazzati, per essere quanto più aderenti possibile alle
percussioni dei corazzati, vuoi carristi che cavalieri.
Oggi il dinamismo, prima di essere esercitato nei teatri operativi, corre attraverso l’etere nelle varie forme. Noi abbiamo scelto il Web, poi la stampa,
per far giungere la voce del Messaggero Cremisi, nella sua accezione globale, a tutti i bersaglieri animati da un sano spirito di corpo.
Non rimane che …ripetere all’infinito.
W i Bersaglieri! Ip ip! Urrà – ip ip! Urrà – ip ip! Urrà, urrà, urrà.
Bers. Pio langella
“Il Tricolore non è una
Semplice insegna di Stato,
è un vessillo di libertà
conquistata da un popolo
che si riconosce unito,
che trova la sua identità
nei principi di fratellanza.
Nei valori della propria storia
E della propria civiltà”
Carlo Azeglio Ciampi
vivi Bersaglieri
3
4
agoràTosetti
La prima volta nella terra dei cedri
nella memoria del Comandante
C’ERA UNA VOLTA
Il Generale Bruno Tosetti racconta l’Italcon Governolo
Lo scorso mese di Novembre in tutte (si spera) le
città d’Italia è stata commemorata la da data del “4
NOVEMBRE” dedicata alle Forze Armate ed all’ Unità
Nazionale appunto perché è quello il giorno di 92
anni fa che, con la resa degli Eserciti di Ungheria,
Austria e Germania, vennero inglobati nei nostri
confini il Trentino e l’Alto Adige fino al Brennero,
completando così e definitivamente l’Unità d’Italia.
E’ però un peccato che nel festeggiare le nostre
FF.AA. in qualche luogo non ci sia spinti oltre a
quella fausta data, dimenticando che anche negli
anni a seguire le nostre FF.AA hanno continuato
a servire la Patria quali protagoniste di pagine di
storia esaltanti e talvolta dolorose. Mai però schierate politicamente ma guidate sempre ed ovunque
dal Giuramento di Fedeltà alla Patria ed aventi
unicamente il Tricolore quale faro da seguire. A noi
Bersaglieri la memoria certamente non difetta! Ma
poiché con i nostri eterni “venti anni” siamo sempre,
e per fortuna, proiettati di corsa verso il futuro, non
dispiacerà certamente ricordare che nel secondo
dopo guerra le nostre FF.AA sono state foriere di
sicurezza favorendo la ricostruzione del Paese, e
garantendo lo sviluppo economico e sociale in una
cornice di salda democrazia. Senza poi contare il
contributo fornito, assieme alle altre Nazioni NATO,
per produrre quella necessaria deterrenza che nel
1989 provoca l’implosione del blocco avversario e lo
scioglimento del “Patto di Varsavia”, scongiurando
così che la Guerra Fredda si potesse trasformare in
una immane catastrofe per l’Italia e forse per l’intera
umanità. Ma non solo! Dobbiamo ricordarci che il
nostro Esercito a partire dal 1958 ha partecipato e
tuttora sta partecipando alla maggiore parte delle
Missioni a Sostegno della Pace (PSOs) nei quattro
angoli del mondo. Prima unicamente con nuclei di
pochi uomini disarmati in veste di “osservatori” dell’
ONU per il controllo delle tregue, successivamente a
partire dal 1982, quando è iniziata la partecipazione
di consistenti Reparti in armi fuori dal confini nazionali
per imporre o garantire la cessazione delle ostilità
il cui perdurare potrebbe provocare il coinvolgimento di altri Paesi. E non poteva che ricadere sui
Bersaglieri (e questo non lo dobbiamo dimenticare
mai)la scelta del Governo italiano quando, in piena
“Guerra Fredda”, dovette decidere chi inviare in un
Libano per impedire che la grave “crisi” in atto nel
Medio Oriente potesse allargarsi nell’intera area
mediterranea. Ed è proprio nell’estate del 1982
che il 2° Battaglione “GOVERNOLO”, rinforzato
da un Plotone del Genio Pionieri (al termine della
Missione rientrati in Patria con il “Piumetto” per loro
esplicita richiesta), da un Plotone di Carabinieri e
da una consistente aliquota logistica costituisce
“ITALCON GOVERNOLO” (CONTINGENTE ITALIANO
IN LIBANO “GOVERNOLO”).
Il “GOVERNOLO” sbarca a Beirut il 26 agosto e porta
a compimento la1^ Missione in armi del nostro
Esercito dopo la fine del 2° conflitto mondiale. In
particolare i Bersaglieri:
- si schierano nella parte meridionale della Città
interponendosi fra le forze nemiche a contatto
lungo la “linea verde” e rilevano dai palestinesi
le postazioni e gli appostamenti che da mesi
occupavano in quella zona della Capitale;
- creano una fascia smilitarizzata a cavallo dell’ asse
stradale noto come “GALERIE DE SEMAAN da
dove nei successivi quattro giorni verranno da noi
scortati in Siria 6909 palestinesi del P.L.A.(ARMATA
LIBERAZIONE DELLA PALESTINA) e soldati siriani
delle HITTIN Brigade, QUADDISIYYAM Brigade
e della 85^ Brigade appartenenti all’ A.D.F.
(FORZA DI DISSUASIONE ARABA) e sgomberano
952 mezzi di vari tipo (carri armati, mezzi ruotati,
artiglierie ecc...);
- riconsegnano all’Esercito libanese quella parte
di Beirut che da oltre cinque anni era sottratta
all’autorità del Governo libanese.
In solo cinque giorni dallo sbarco il “GOVERNOLO”
aveva concluso con pieno successo la fase più
complessa e rischiosa della missione della Forza
Multinazionale. Fase del cui positivo esito tanti
degli osservatori internazionali presenti in Libano
avevano dubitato Missione difficile, vissuta e
condotta in una cornice di grandi difficoltà perché
non avevamo esperienza alcuna. Era la prima volta
per il nostro Esercito e la responsabilità sulle nostre
spalle era ovviamente enorme. Nulla sapevamo ...
nemmeno dell’esistenza di “regole di ingaggio” e
cosa fossero … che però altro poi non erano che
le regole dettate dal buon senso. Alle quali ci siamo
attenuti! Eravamo “dipinti di bianco” ma non, come
molti hanno sostenuto e scritto perché quelli erano
i “colori della Pace” e quindi non ci avrebbero sparato contro. No! I mezzi e gli elmetti erano bianchi
perché fino a pochi giorni dalla partenza avremmo
dovuto intervenire con la Bandiera dell’ONU. Quindi
mezzi ed elmetti bianchi! Cosi non fu e seppur con
il Tricolore, “banchi” eravamo e “bianchi” siamo
rimasti (non cera più il tempo di ridipingere i mezzi).
vivi Bersaglieri
Le foto sono state ricavate dai giornali arabi e si riferiscono
al giorno dell’arrivo. L'Ufficiale che saluta l’allora Col Bruno
Tosetti è il Collonello Hassan dell'Esercito siriano che cedette
le postazioni, prima di essere portato in Siria.
Bersagli perfetti ed inconfondibili. Meno male che
ci hanno voluto bene! Eravamo inesperti ma tutti
noi, dal primo all’ultimo, orgogliosi di rappresentare
l’Italia e consci della responsabilità che ci era stata
affidata. Un Bersagliere incontrandomi in un Raduno
mi confidò una frase bellissima che emblematizza
l’animo che albergava laggiù in tutti gli appartenenti
a “ITALCON GOVERNOLO”:
“… era la prima volta dalla fine della 2^ guerra
che le nostre FF.AA. venivano impegnate fuori dai
confini Nazionali. Sapevamo di avere puntati su di
noi gli occhi dei nostri partner internazionali, degli
italiani, delle nostre famiglia. L’insuccesso avrebbe
significato: vergogna per la PATRIA, per le sue
FF.AA. per il CORPO DEI BERSAGLIERI; disonore
per noi! Di ciò ne eravamo tutti consci e per questo
non temevamo di Morire, ma di fallire”!
Missione compiuta quindi con pieno successo
che ci ha fatto, meritare l’ammirazione degli altri
contingenti della Forza Multinazionale (francese e
USA) la gratitudine degli israeliani, dei loro nemici
e delle Autorità libanesi che convinti di aver ormai
la situazione in pugno hanno pensato di poter fare
ormai a meno di noi. Valutazione errata le cui funeste
conseguenze saranno la causa del nostro secondo
ritorno in Libano a dieci giorni dal nostro ritorno in
Patria. Ma questa è un’altra storia. La lasciamo per
la prossima edizione di “ViViBersaglieri”.
qui “Aquila 1”
agoràmarizza
Come contrastare gli ordigni esplosivi improvvisati?
NUOVE TECNOLOGIE
CONTRO UN’ARMA SUBDOLA
Gian Mauro Gigli, Pierdavide De Cillis, Gianmarco
Manca, Francesco Vannozzi, Sebastiano Ville,
Marco Pedone. Sono i nomi dei nostri ultimi Caduti
in Afghanistan, che sono rimasti vittime di quella
“rivoluzione dell’artiglieria” rappresentata dagli
ordigni esplosivi improvvisati. Ieri “artiglieria”
significava far viaggiare nell’aria un proiettile
per colpire un obiettivo lontano che stava fermo,
mentre oggi l’obiettivo si muove e il proiettile sta
lì ad aspettarlo, per scoppiare quando gli passerà
vicino. Solo la tragica conclusione è sempre la
stessa: vite umane che vanno all’altro mondo.
In termini tecnici questi subdoli proiettili dormienti
vengono chiamati “improvised esplosive devices”,
vengono costruiti artigianalmente, sono composti
da una quantità variabile di esplosivo, da materiale
contundente inerte di varia natura, da un innesco
e da un detonatore. In questo campo non esiste
standardizzazione: gli IEDs sono migliaia e migliaia
ma non ce ne sono due uguali: possono essere
assemblati, mascherati e utilizzati nei modi più
vari, comandati per mezzo di cavi elettrici, da
raggi infrarossi, da impulsi radio o attivati inconsapevolmente dalle stesse vittime. Sono facili
da costruire e da occultare, possono assumere
la forma di una roccia, di un pallone da calcio
o di una vecchia lavatrice e costano poco, ma
gli effetti di questi nuovi “sistemi d’arma” sono
devastanti da tutti i punti di vista: tattico, operativo,
strategico, mediatico.
Si tratta anche di un’arma psicologica, visto che
chi va in pattuglia sa perfettamente che potrebbe saltare in aria da un momento all’altro, e il
conseguente logorìo psicologico diventa talvolta
insostenibile. Ecco perché gli IEDs sono diventati
gli strumenti principali nelle mani dei terroristi
che se ne servono nelle guerre asimmetriche.
E’ anche vero che quegli ordigni non sono nati
oggi ma, al contrario, sono stati impiegati dai
“resistenti” anche nel secondo conflitto mondiale,
ma in misura molto limitata, visto che gli insorti di
allora non controllavano estesamente il territorio
e non godevano della libertà di movimento di cui
oggi la guerriglia dispone in Afghanistan. Laggiù
più di 2.000 soldati della Coalizione hanno perso
la vita dal 2003 ad oggi, la maggior parte dei quali
proprio a causa di quegli ordigni.
Per contrastare tale fenomeno, ogni paese e
ogni organizzazione internazionale fa qualcosa.
Il Regno Unito, ad esempio, cerca di mettere in
pratica le proprie esperienze acquisite in Irlanda
del Nord. L’Italia da parte sua sta istituendo un
proprio “centro di eccellenza” presso la Scuola del
Genio a Roma, dove anche l’Unione Europea (per
mezzo della propria Agenzia Europea di Difesa)
condurrà corsi di specializzazione in favore di
personale proveniente dai paesi dell’UE. Il tutto
a suon di pubblicazioni, acronimi, definizioni,
classificazioni, consiglieri legali, cavilli giuridici,
regole d’ingaggio, moduli standardizzati, registri,
rapporti di fine attività. In una sola parola: burocrazia.
Cosa che, forse, nelle guerre asimmetriche non
è la carta vincente.
La NATO ha elaborato una strategia contro gli IED
basata su quattro pilastri: riempire il vuoto dottrinale
in merito allo specifico argomento mediante la
stesura di apposite pubblicazioni, combattere il
sistema-IED nel suo complesso con la prevenzione e
l’intelligence, sconfiggere l’ordigno neutralizzandolo
o distruggendolo e incentivare l’addestramento
del personale. Ottime intenzioni che però hanno il
loro limite nell’intelligence, che in ambito Alleanza
Atlantica resta una competenza nazionale che i
paesi membri sono riluttanti a condividere.
Anche gli USA procedono per conto proprio, ma
con un approccio ben diverso dalla burocrazia
europea. La parola d’ordine è “impariamo a pensare come gli insorti”. Si tratta di una interessante
iniziativa che intende basarsi innanzitutto sulla
mente umana, che è ben superiore a qualsiasi
contromisura tradizionale anti-IED come i carri
sminatori o i disturbatori di frequenze radio. I soldati
americani, in base a questa nuova procedura,
vengono addestrati a pensare come gli insorti
e ad analizzare il terreno come fanno i terroristi.
Così facendo, gli ordigni vengono scoperti in
quantità maggiore e il numero di morti e feriti cala
sensibilmente. L’addestramento viene condotto
presso un “centro di eccellenza” dalle capacità e
disponibilità assai superiori rispetto a qualsiasi altro
paese alleato, presso il JIEDDO, Joint IED Defeat
Organization, mediante simulatori molto realistici
costruiti senza badare a spese e ricorrendo anche
ad hollywoodiani effetti speciali. Il marchingegno è
denominato MCIT, Mobile Counter-IED Interactive
Trainer ed è stato realizzato dall’ICT, Institute for
Creative Technology dell’Università della Southern
California. Attualmente tre apparecchiature MCIT
sono state installate rispettivamente a Fort Campbell,
Kentucky, a Camp Pendleton, California e a Camp
Shelby, Mississippi, al costo di 1,8 milioni di
dollari l’uno. La simulazione dura circa un’ora e
il sistema è in grado di addestrare un centinaio
di soldati al giorno, in maniera molto realistica.
vivi Bersaglieri
Passando attraverso le quattro componenti del
simulatore, i soldati si immedesimano nei panni
degli insorti, giocano a parti contrapposte e acquisiscono esperienze fondamentali. Indubbiamente
il sistema americano, col suo approccio realistico
e concreto, risulta molto più efficace rispetto alle
dispersive, cervellotiche e burocratiche procedure
europee, siano esse adottate da singoli paesi o da
organizzazioni internazionali come NATO e UE.
Riusciranno tutte queste misure e contromisure
a sconfiggere gli IED? Sarà un’impresa molto
difficile, visto che gli insorgenti hanno l’iniziativa,
e non solo quella tattica. Loro agiscono e noi ci
limitiamo a reagire. E poi l’insorgente è in grado
di ottenere il massimo risultato col minimo sforzo,
mentre noi facciamo l’esatto contrario. Tanto per
rendere l’idea delle differenze di approccio concettuale, il soldato occidentale si allena a compilare
complicati e dettagliati rapporti di pattuglia e
rapporti di perquisizione di edifici, ben sapendo
che in tribunale tali rapporti potranno essere usati
contro di lui. Il talebano, invece, filma gli attentati
e realizza videocassette che non mancheranno di
causare effetti mediatici devastanti sulle pubbliche
opinioni dei paesi della Coalizione. In altre parole,
noi ci autolimitiamo al campo tattico, mentre il
talebano agisce in campo strategico. È evidente
che in queste condizioni l’insorgente risulti di gran
lunga avvantaggiato.
I fatti e la statistica danno finora ragione agli
insorti. La presenza di ordigni sul territorio afgano
è in costante aumento sotto tutti i punti di vista:
numero di attacchi con perdite, numero di attacchi senza perdite e numero di ordigni scoperti e
disattivati. Quest’ultimi, considerando quelli relativi
ai mesi di settembre, che statisticamente sono i
peggiori dell’anno, sono stati 80 nel 2005, 170
nel 2006, 260 nel 2007, 390 nel 2008 e ben
1400 nel 2009.
Se consideriamo tutti i possibili attacchi della
guerriglia nelle loro varie forme (IEDs, autobombe,
imboscate, ecc…), il loro numero in Afghanistan
è aumentato notevolmente di anno in anno. Anche
la popolazione civile ne ha sofferto. Il numero
complessivo delle vittime è passato da 16 nel
2004 a 279 nel 2005 per poi balzare a 1.473 nel
2006 e per raddoppiare ancora (2.293) nel 2007.
Nel 2008 le vittime sono state 3.308 e nel 2009
addirittura 6.037, cifra che purtroppo nel 2010
è già stata ulteriormente superata.
Gen. C.A. Giovanni Marizza
5
6
agoràstella
STORIA
UN CONTRIBUTO PER LA
DEL
DEL REGNO DI SARDEGNA
TRICOLORE
Perché scrivere ancora del Tricolore? Al quesito, legittimo, rispondono gli autori,
che, dopo venticinque anni di ricerche e di studi, sono in grado di affermare che
ancora c’è molto da dire sulla storia della bandiera italiana. I numerosi scritti
relativi a questo tema, salvo rare e pregevoli eccezioni, spesso altro non sono
che ripetizioni di studi già datati in cui abbondano affermazioni gratuite.
Nell’occasione della prossima ricorrenza del 150° anniversario dell’Unità, un
breve ma pregevole contributo che apparirà sul numero di Rivista Militare, porterà
nuova luce sulla vicenda storica del tricolore investigando più profondamente
le sue origini, i suoi significati e i suoi valori.
Una vicenda che inizia il 4 marzo 1848, quando il re di Sardegna Carlo Alberto,
adeguandosi al momento contingente a seguito dei moti scoppiati in tutta
Italia, concede lo Statuto il quale, all’articolo 77 delle “Disposizioni generali”,
conferma che: Lo Stato conserva la sua bandiera e la coccarda azzurra è la
sola nazionale.
Nei giorni seguenti, però, Carlo Alberto ritorna sulla bandiera e adotta, per il
suo Stato il tricolore italiano con lo scudo dei Savoia al centro.
Ciò è confermato anche dal proclama del 23 marzo successivo che termina
con queste parole: … vogliamo che le Nostre Truppe … portino lo Scudo di
Savoia sovrapposto alla Bandiera tricolore italiana… .
Ma ciò non avvenne, almeno subito, perché le truppe sarde passarono il ponte
sul Ticino con le vecchie bandiere, cui erano state annodate in cima all’asta tre
strisce tricolori, e solo dopo, a Pavia, si provvide a distribuire le nuove bandiere,
probabilmente non a tutti i reggimenti per ovvi motivi contingenti.
Dopo lo sfortunato esito della prima guerra d’indipendenza, l’eredità di Carlo
Alberto viene raccolta dal figlio Vittorio Emanuele II che mantiene in vigore,
unico regnante in Italia, lo statuto concesso dal padre e continua, fino all’Unità
d’Italia, ad alzare il tricolore come vessillo del Regno, simbolo che accompagnò, poi, la vita nazionale per ottantacinque anni fino alla proclamazione della
Repubblica Italiana.
Esistono svariati modelli di tricolori del regno sardo il primo è rappresentato
da bandiere con la croce di Savoia, in campo bianco, sovrapposta a quelle
di Genova e di Sardegna, ispirate a quelle della marina sarda. Poi abbiamo
l’esempio dello stendardo a campi verticali delle Guardie del Corpo del Re,
che presenta lo scudo banderale sabaudo sul bianco senza il contorno azzurro
e che si può considerare il prototipo della bandiera che, per il Brancaccio,
vuole essere la prima dell’esercito sardo, uguale a questa, ma contornata da
un bordo azzurro.
Molto probabilmente, invece, fu la bandiera recante lo scudo sannitico che il
Ministero della Guerra del Regno di Sardegna, il 25 marzo 1848, notificava
ufficialmente ai governatori di Alessandria e di Novara, secondo gli ordini di Sua
Maestà: Le truppe che entreranno in Lombardia , al porre il piede che faranno
sul suolo lombardo, inalberino ed assumano la bandiera italiana bianca, rossa
e verde,[più precisamente verde, bianco e rosso ndr] con in mezzo lo scudo di
Savoia (croce bianca in campo rosso). Disegnata frettolosamente dal segretario
del Ministero dell’Interno, Bigotti, il 27 marzo 1848, fu adottata lo stesso giorno
dal Consiglio dei Ministri.
Una regia patente di Carlo Alberto del 15 aprile 1848, dal quartier generale di
Volta, regolamentava anche la tipologia della bandiera del naviglio da guerra
sardo, con l’apposizione, superiormente allo scudo aderente al campo verde
e rosso, della corona reale con il tocco rosso. Quella della marina da guerra è
quindi l’unica bandiera tricolore del regno sardo che porta la corona prima del
1860 e con la particolarità del tocco rosso senza sostanziali variazioni anche
durante il Regno d’Italia fino al 1946 se si eccettua il fatto che, nel primo
modello, lo scudo aderiva al verde e al rosso. La distinzione tra le bandiere del
Regio Esercito e della Regia Marina, quindi, consiste nella presenza o meno
del tocco rosso nella corona reale che, se presente, è da attribuire al naviglio
da guerra, se assente, al Regio Esercito.
Nel 1855 le truppe sarde del corpo di spedizione in Crimea adotteranno un modello
di vessillo leggermente diverso dal precedente cioè con il bordo azzurro che
sormonta leggermente il verde e il rosso. Consegnate ai corpi armati in partenza
il 14 aprile 1855, ad Alessandria, le bandiere vennero ritirate personalmente
dal re Vittorio Emanuele II il 15 giugno 1856, a Torino, al ritorno dal teatro delle
operazioni, perché destinate ad un uso limitato ai tempi della missione.
La bandiera nazionale sarda cambierà ancora tipologia nel 1857 con lo scudo
che si stacca leggermente dai campi laterali, rimanendo in uso fino al definitivo
regolamento del 1860.
Nella primavera di quell’anno, dopo l’annessione delle provincie dell’Emilia e
della Toscana, rispettivamente il 18 e 22 marzo, Vittorio Emanuele II procede,
con Regio Decreto del 25 dello stesso mese, alla definitiva regolamentazione
della bandiera del nascente Regno d’Italia: la civile, come quella della marina
mercantile, porterà il semplice scudo della casata Savoia, quella dell’esercito
porterà lo scudo sormontato dalla corona reale senza il tocco rosso, quella
della marina da guerra, e del governo, lo scudo sormontato dalla corona reale
con il tocco rosso, queste tre tipologie rimarranno sostanzialmente tali e quali
fino al 1946.
Gian Carlo Stella
vivi Bersaglieri
agoràbellinzona
LA BATTAGLIA
150° “Spedizione
dei
Mille”
DEL VOLTURNO, 2 OTTOBRE 1860
Una rievocazione in tono minore
Ho accettato volentieri di partecipare all'avvio di una
“sfida” editoriale di caratura cremisi, volendo testimoniare antica passione e vicinanza spirituale verso i
promotori, chiedendo, tuttavia, di poter svolgere una
breve riflessione, più ampia e fuori dai tradizionali
schemi celebrativi del Corpo.
La ricorrenza del 150° anniversario dell'Unità d'Italia
del 2011,ha come indissolubile premessa l'impresa
di Garibaldi nel Regno delle due Sicilie.
Nel calendario delle celebrazioni lo scorso 11 maggio
il Presidente della Repubblica ha aperto il ciclo delle
rievocazioni a Marsala, luogo dello sbarco dei Mille
e, nell'immaginario collettivo, avvio sul campo del
percorso verso il nuovo Stato italiano. Il programma
avrebbe previsto la presenza del Presidente anche
a Caserta lo scorso 2 ottobre per la conclusione
dell'impresa garibaldina, la battaglia del Volturno,
l'ultima determinante vicenda per la formazione del
nuovo Stato italiano.
La giornata del ricordo comunque c'è stata, con
l'impegno delle Autorità e delle Istituzioni locali (a
partire dalla benemerita Società di Storia Patria) anche
con l'ausilio di una mostra allestita in tempi serrati. Il
caldo messaggio del Presidente, inviato alle Autorità
locali, non è stato divulgato dai media nazionali che
hanno ignorato la ricorrenza. Per quali ragioni?
Forse, il fatto imporrebbe di approfondire ragioni
complessive di un momento storico -quello dell' Unità
d'Italia-che sembra costituire per molti addirittura un
peso. In realtà, soprattutto per le difficili situazioni
del Sud dopo la proclamazione del nuovo Stato
italiano il processo unitario viene oggi sottoposto
a revisioni o a critiche spesso strumentali perché
troppo condizionate dalle dialettiche politiche o da
interessi localistici.
Dal 1991 a Caserta è stanziata la Brigata Garibaldi.
Bersaglieri. Nel 1993 quale Comandante della
Brigata mi parve doveroso tentare di rinnovare il
legame storico che la ridislocazione di tale Unità
dell'Esercito dal Friuli nella Terra di Lavoro aveva
“casualmente”evocato. Fui fortunato e felice nello
scoprire che l'assonanza non era solo nominale dell’Ordine del giorno redatto a Caserta il 30
,ma la ricerca storica e l'analisi dello sviluppo della ottobre ,al termine del suo ciclo operativo avendo
battaglia del Volturno,ci consentivano di stabilire consegnato la sua impresa al Re Vittorio Emanuele,
legami ben più' profondi con quella componente di esprime la sofferenza di un Italiano. Infatti, nel suo
Bersaglieri/Garibaldini, presenti nell'esercito dell'Eroe primo pensiero ”Il primo ottobre, giorno fatale e
dei due mondi. Di tutto ciò fu dato ampio riscontro fratricida, ove italiani combatterono sul Volturno
in un Convegno organizzato con la Società di Storia contro Italiani, con tutto l’accanimento che l’uomo
Patria e affidato alla memoria con la pubblicazione può portare contro l’uomo” si avverte il dramma di
degli Atti.
chi pur temprato alla durezza del combattimento non
Il forte legame con la città di Caserta venne poi si può sottrarre all'immagine del sangue versato.
suggellato con la celebrazione del 18 giugno allo Basta prendere visione degli ordini di battaglia
Stadio “Pinto". Cose lontane di tempi passati, ma e dei fogli con i nomi dei caduti. Il nuovo Stato,
ricordo di un momento “costruens”, di formazione l’Italia aveva richiesto un tributo altissimo ai suoi
per il futuro.
figli, contrapposti per le ragioni spietate della Storia
Da allora la “Garibaldi” ha avuto impegni, severi incompiuta di una nazione.
,percorsi accidentati, ardue sfide in terre lontane E allora cosa c'è da celebrare oggi? Bersagliere,
Bosnia, Albania, Kosovo, Iraq, Afghanistan. Anche le commemorazioni servono per salvaguardare la
caduti. Infine il Libano.
memoria e i veri patrimoni morali: allorché ci sono
Una Brigata di cui certamente l'Esercito e il Paese aspetti controversi e di non facile condivisione,
possono essere orgogliosi.
occorre guardare avanti e non tentare assurde rivincite
Il 2 ottobre la Garibaldi era dislocata in Libano. Lontana per ristorare i torti subiti.
da Caserta e, quindi, dalla rievocazione dei luoghi L'Unità d'Italia è un patrimonio etico e culturale, cui
della battaglia e dei nomi degli antichi Garibaldini, occorrerebbe avvicinarsi con rispetto, riuscendo a
primo tra tutti Pilade Bronzetti, caduto a Castel mettere da parte gli egoismi dei “campanili”.
Morrone in un momento cruciale della battaglia. Una La vedi la polvere sollevata dal tuo mezzo? Essa
memoria ormai sbiadita ,come i cimiteri garibaldini puòmescolarsi con il tuo sudore ed essere illuminata
di S.Angelo e di Ponti della Valle di Maddaloni e le dal tuo sguardo sereno per il dovere compiuto oppure
caotiche vicende delle due cruciali giornate di ottobre diventare tormento e rabbia per una sorte subita e
1860. Alle porte di Caserta.
non considerata dagli altri.
In quella giornata, per mia riflessione storica , ho A Caserta, quando tornerai con la tua Brigata ti auguro
tentato in me una operazione impossibile, ma non di trovare tanti sguardi sereni, nonostante tutto.
assurda :il collegamento ideale ,oggi si direbbe anche
Carlo Bellinzona
virtuale, con il giovane bersagliere della “Garibaldi”in
pattuglia sulle sassose
rotabili di Unifil. Cosa può
significare per te un fatto
d'arme di 150 anni fa?
Magari i tuoi lontani antenati
erano sudditi “agnostici” di
Francesco II e temevano i
rischi appresi dai racconti
su “Garubalde”.
Oggi, sei il rappresentante, vero, sul campo di
un Italia, faticosamente
pervenuta all'Unità con un
percorso anche di dolore e
di sacrificio. Questa consapevolezza devi custodirla
gelosamente.
Anche il Generale Garibaldi
pur nel linguaggio aulico Un'immagine della rievocazione di Ponti della Valle.
vivi Bersaglieri
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REGGIMENTI 1° ICTU IMPETUQUE PRIMUS
Primo nel colpire e nell'assalire
DIARIO PRIMO
CRONACHE
DAL
DEL
LE ULTIME
Dallo scenario silano alla festa delle Forze Armate
Giovedi’ 28 ottobre, presso la base di Camigliatello
Silano (Cs) si è conclusa l’esercitazione per posto
comando svolta dal 1° Reggimento Bersaglieri.
Scopo principale dell’esercitazione, durata due
settimane, è stato quello di addestrare lo staff e
le compagnie bersaglieri in vista degli impegni
futuri del reggimento, sia in territorio nazionale
che internazionale.
Al fine di rendere realistico il lavoro svolto, è stato
impiegato personale che, sul terreno, ha svolto attività
prevalentemente ambientate allo scenario afghano:
contatti con personale “chiave” di villaggi, soccorso
alla popolazione, attività di cooperazione e procedure
di sicurezza che hanno, peraltro, coinvolto anche il
personale qualificato soccorritore militare.
Il Primo Reggimento Bersaglieri, unità inquadrata
nella brigata bersaglieri “Garibaldi”, ha partecipato
più volte ad operazioni svolte sul territorio nazionale
ed internazionale: Bosnia, Kosovo, Iraq, Libano ed
Afghanistan, scenario operativo dal quale l’unità
è rientrata da circa 6 mesi. Al momento, il reggimento è presente sul territorio internazionale con
una compagnia dislocata in Afghanistan, mentre
per quanto concerne il territorio nazionale con
una compagnia impegnata a Reggio Calabria
per il controllo di siti sensibili, che vede l’esercito
operare congiuntamente alle forze dell’ordine
per il controllo del territorio e per contrastare la
criminalità organizzata.
Il reggimento giovedì 4 novembre, in occasione
vivi Bersaglieri
della Festa delle Forze Armate, ha aperto le porte
delle caserme offrendo la possibilità ai cittadini
di visitare le strutture militari e conoscere ancor
meglio la realtà degli uomini e delle donne che
indossano l’uniforme.
Nel giorno in cui si celebra la Festa delle Forze
Armate e dell’Unità Nazionale i bersaglieri del 1°
Reggimento, alla presenza delle massime cariche
militari e civili della Provincia di Cosenza, hanno
reso onore ai caduti di tutte le Forze Armate con
una cerimonia svoltasi in Piazza della Vittoria e
hanno, quindi, ospitato la cittadinanza nelle storiche
“casermette”, dove per l’occasione è stata realizzata
una mostra di uniformi storiche, mezzi, materiali
ed equipaggiamento attualmente in uso.
Porte aperte, quindi, alla caserma “Luigi Settino”,
che ha registrato l’afflusso di tanti cittadini ed di
circa 400 studenti.
Il Tenete Colonnello Giancarlo Sciascia nel corso
della tradizionale “Cerimonia del Cambio”, svoltasi
nel piazzale della caserma Luigi Settino in quel di
Cosenza, ha passato il testimone del prestigioso
1° battaglione bersaglieri al pari grado Stefano
Cavaliere di fronte al Comandante di Reggimento
Col. Cosimo Orlando.
L’ufficiale lascia il Comando dopo 22 mesi caratterizzati da intense attività svolte in Italia ed all’estero
(Afghanistan). E atteso presso il Comando dei
supporti logistici a Roma.
Il nuovo Comandante ha già vissuto l’esperienza
del Primo come Comandante di Plotone. In tali
vesti, tra l’altro, ha avuto esperienze di impiego
all’estero nei teatri operativi del Kosovo, Bosnia,
Macedonia ed Iraq.
REGGIMENTI 1° ICTU IMPETUQUE PRIMUS
Primo nel colpire e nell'assalire
ESERCITO: CONCLUSO IL
per i Bersaglieri del 1°, 6° e 7° Reggimento
PROGETTO“DARDIZZAZIONE”
Capo Teulada (CA) – Il giorno 15 dicembre 2010, dopo una lunga serie
di attività addestrative, di tiro diurno e notturno ed esercitazioni dal
livello di squadra a quello di complesso minore, a fuoco ed in bianco,
svolte presso il poligono di Capo Teulada, è stato concluso, dopo 7
mesi di intenso lavoro, il progetto “dardizzazione”.
Questo progetto è stato svolto da personale istruttore del 1° Reggimento
Bersaglieri a favore del personale del 6° e 7° Reggimento Bersaglieri
e l’attività ha visto impegnati, nella fase finale, oltre 350 militari.
Il progetto, avviato nel mese di maggio su ordine del 2° Comando delle
Forze Operative di Difesa ed inerente la necessità di poter disporre
di ulteriori assetti di livello compagnia su VCC 80 DARDO, è stato
suddiviso in fasi di addestramento a favore di due compagnie fucilieri
appartenenti al 6° e 7° reggimento bersaglieri.
Scopi principali del progetto, quello di fornire ai Comandanti delle unità
addestrate la capacità di esercitate la concezione, l’organizzazione
e la condotta di atti tattici elementari del combattimento offensivo,
provvedendo a fornire al livello dei singoli equipaggi e delle squadre,
le conoscenze teorico pratiche e le procedure per l’impiego del VCC
80 Dardo con i relativi sistemi d’armamento.
Circa 250 i bersaglieri esercitati, 20 istruttori interessati, 14 VCC 80
DARDO utilizzati, circa 15.000 i colpi di munizionamento utilizzato nel corso
diverse le esercitazioni propedeutiche e di verifica a fuoco svolte nel corso
dei 7 mesi di addestramento tra le aree addestrative del 1° Reggimento
Bersaglieri ed il poligono di Capo Teulada dove dal 20 novembre sono
state effettuate tutte le prove pratiche di quanto appreso.
Il primo reggimento bersaglieri, unità inquadrata nella Brigata bersaglieri “GARIBALDI”, ha partecipato più volte ad operazioni svolte sul
territorio nazionale ed internazionale: Bosnia, Kosovo, Iraq, Libano ed
Afghanistan, scenario operativo dal quale l’unita’ è rientrata da circa 6
mesi. Al momento, il reggimento è presente sul territorio internazionale
con una compagnia dislocata in Afghanistan, mentre per quanto concerne il territorio nazionale, con il Comando di piazza di Caserta e due
ulteriori compagnie, a Reggio Calabria ed a Crotone, nello svolgimento
della stessa operazione “Strade Sicure 3”.
vivi Bersaglieri
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REGGIMENTI 3° VIS, ANIMUS, IMPETUS
Forza, Coraggio, Impeto
Amarcord del reggimento più decorato
IN TERRA
Testimonianze
IL TERZO
“Se le date, per se stesse, non sono che cifre fredde
e senza anima, per la storia sono le parentesi dei
suoi episodi, per l’epopea bersaglieresca, che di
date vive e freme, sono le grandi tappe della sua
passione” . Così esordisce Osvaldo Roncolini,
Consigliere Nazionale dell’ A.N.B., nel numero
unico “Fiamma Cremisi Sarda”, supplemento al
periodico nazionale del 23 aprile 1961, edito in
occasione del Raduno Regionale Sardo tenutosi
in quell’occasione.
Alla testa del Comitato d’Onore del Raduno l’On.
Prof. Segni, all’epoca Ministro Affari Esteri, e l’On.
dott. Giulio Andreotti, Ministro della Difesa
Tappa obbligata fu il pellegrinaggio alla tomba
dell’Eroe dei due mondi là dove era rigoroso sostare
orgogliosi presso la vecchia Caserma di Stagnali,
“fucina di folgorante bersaglierismo “. Sono sempre
le parole del Nostro a raccontarlo. Un pensiero corre
tra le pieghe dell’amarcord del XL Battaglione che
in quella caserma era dislocato. Un battaglione
del quale il Cadorna così si espresse : « ….
sull’Altopiano di Asiago, la notte sul 24, il nemico
lanciò due violenti attacchi contro i trinceramenti da
noi conquistati presso il Colle Zebbio. I bersaglieri
del XL Battaglione (14° Reggimento) lo ricacciarono
ogni volta, infliggendogli gravi perdite. Con brillante
contrattacco alla baionetta si impadronirono di altro
esteso trinceramento, prendendovi alcuni prigionieri
ed una mitragliatrice …»
Nel tratteggiare la storia del Corpo Roncolini così
si esprime: "… ogni Bersagliere una squadra, una
battaglia, un episodio!"
« Portano i colori della morte ma sono la più bella
SARDA
espressine della vita» afferma il Moltke. Dopo il
’59 il Re Galantuomo disse loro « Bravi o miei
prodi! » e Garibaldi non esclama: « Se avessi un
Esercito composto tutto di Bersaglieri conquisterei
il mondo».
I neri fanti piumati giungono all’abbraccio dell’
«Eterna» . Le aquile Imperiali si destano meravigliate
e felici. Primi con la medaglia d’Oro Maggiore
Pagliari, caduto sulla soglia del trionfo, entrano
frementi a Porta Pia, veri e degni figli della superba
Roma che anche Iddio benedisse permettendo
l’elevazione agli altari del beato Amirante, Ufficiale
ferito alla Breccia”.
Interessante la testimonianza antecedente a tale
epoca di Furio Ponticelli.
Correva l’anno 1909 quando, con il grado di
Sottotenente, fu assegnato al Distaccamento (XXV
btg) a Caprera del 3° Reggimento Bersaglieri di
stanza in Livorno comandato dal Ten. Col. Giovanni
Maggiotto.
Un Ufficiale noto per le spiccate iniziative in campo
educativo ed addestrativi. Infatti al suo arrivo erano
in corso lavori per costruire un grande plastico
in cemento dell’Italia sul piazzale antistante la
banchina del porticciolo.
Sulla superficie erano indicate le Regioni, le
Province ed i Distretti. Lo spirito era quello di dare
la possibilità ai bersaglieri di servizio, ponendosi
sul punto ove era raffigurata Caprera, di volgere
uno sguardo verso la località d’origine per lanciare
un messaggio alla sua mamma.
Un sentimento che va letto nel contesto del
tempo.
Caprera 1910. Inaugurazione "plastico dell'Italia". Principe di Udine, Amm. Faravalli,
Ten. Col. Maggiotto.
Il Maggiotto, racconta Ponticelli, era sempre presente,
piombava a cavallo della sua “Teresa” in piazza
d’Armi ed i reparti dovevano immediatamente
cessare ogni attività e presentare le armi. Guai a
sgarrare! Erano “pipe” che toccavano a tutti: capitani,
tenenti, sottotenenti. Dopo la ritirata voleva che si
cantasse il “silenzio” con parole sue, lui stesso
dava il tono con voce stentorea.
Le sue massime erano scritte su tutti i muri
delle casermette. Ad esempio: «CHI ACCAMPA
DIFFICOLTA’ E’ UN UOMO CHE FA PIETA’». Nel
mese di aprile 1910 “l’Italia” costruita in cemento
da un drappello di bersaglieri diretti da Ponticelli
venne completata e solennemente inaugurata alla
presenza del Principe di Udine, presenti l’Ammiraglio
Faravelli, Comandante militare marittimo della Piazza
e Comandanti a vario titolo locali.
L’anno successivo , 1911, la guerra italo turca
assorbì molti ufficiali del reggimento. Maggiotto fu
promosso Colonnello ed ebbe il Comando dell’8°
bersaglieri che portò a Homos e guidò egregiamente
fino a campagna conclusa. Ponticelli lo rivide nel
1934 in un letto di ospedale al Celio. Maggiotto,
a parte alcune esagerazioni e stranezze che ne
caratterizzavano il personaggio, considerava la
vita militare come una missione. Fu amato dai
suoi bersaglieri perché considerato giusto e
generoso. I bersaglieri sardi, in occasione del
raduno del 1961, vollero restaurare il plastico
dell’Italia e lo stemma glorioso del Corpo. Proprio
in quelle casermette di Stagnali che videro passare
tanti bersaglieri e sentirono intonare tanti canti
bersaglieschi.
Caprera 1910. Visione panoramica del "plastico dell'Italia".
vivi Bersaglieri
REGGIMENTI 3° VIS, ANIMUS, IMPETUS
Forza, Coraggio, Impeto
XL
Battaglione
Bersaglieri
nel Triveneto
Il XL battaglione bersaglieri autonomo si costituì
al Deposito Speciale dei bersaglieri di Caprera
nel luglio del 1915 con richiamati provenienti
dalla Sardegna.
Al Comando del Magg. Sebastiano Costa, nel
gennaio 1916, ebbe il battesimo del fuoco a
Campogliano.
Nel febbraio 1916, insieme ai battaglioni LIV e
LXI, diedero vita, in quel di Visco, in Friuli Venezia
Giulia, al 14° reggimento bersaglieri comandato
dal Col. Oreste De Gasperi.
Fu inserito nei turni di presidio delle trincee del
Carso a Monte S.Michele.
Il 17 maggio il reggimento venne autotrasportato
all’Altopiano di Asiago per fronteggiare l’avanzata
austriaca . Il XL btg giunto per prima venne subito
schierato tra M. Fiara e Castelloni di S. Marco
su un fronte di 10 km, per l’esiguità delle forze
in campo.
Dal 24 al 30 tenne tali posizioni effettuando azioni
diversive al fine di non dare al nemico la sensazione
delle reali forze in campo. Tuttavia il 30 maggio
dovete cedere di fronte ad un attacco massiccio.
Si ricongiunse agli altri due battaglioni a tarda
sera, a Nord di M. Forcellona, aprendosi la strada
alla baionetta.
Numerosi gli episodi di valore. Il Sottotenente
Remigio Gattu, a capo di un plotone della seconda
compagnia, per arrestare un’infiltrazione a Roccolo
si lanciò all’assalto per ben tre volte contro le forze
soverchianti dell’avversario. A Malga Madrielle
due plotoni della Prima compagnia dovettero
guadagnare la salvezza con reiterati assalti alla
baionetta. Il bersagliere Pisano Giuseppe benché
ferito gravemente ad una gamba e preso dal nemico,
portato in barella, riuscì a sfuggire e ripiegare e
rientrare nelle linee amiche. Il battaglione si distinse
ancora in assalti alla baionetta il 2, 3 giugno per
catturare mitragliatrici. Altro bagno di sangue il 16
giugno in concorso al btg ciclisti del primo. Molti
gli ufficiali e la truppa che caddero: tra essi il Ten
Ettore Sanna di Cagliari. Rimase ferito anche il
Sottotenente Remigio Gattu, che aveva già il 1°
giugno dato prova di coraggio. Morirà a Sobilla il
16 giugno 1918 conducendo all’attacco la sua
compagnia del XXVI Reparto d’Assalto, a cui aveva
chiesto di essere destinato, con impareggiabile
coraggio .
Il Comune di Asiago volle testimoniare al XL btg
il ringraziamento ed il plauso della popolazione
per averla salvata dall’invasione grazie alla sua
tempestiva presa di posizione nei giorni dal 24
al 30 maggio.
Il 6 – 7 luglio del ‘18, presso M. Zebio, il battaglione,
in furiosi attacchi alla baionetta, guadagnò 300
metri e fece 150 prigionieri.
Il Comando Supremo , nei bollettini di guerra del 23
e 25 luglio del 1916 additava al plauso dell’Esercito
e della Patria i bersaglieri del 14° reggimento e
del XL battaglione , per essere stati primi fra tutti
i reparti bersaglieri in 14 mesi di guerra.
Il battaglione rimase sull’altopiano di Asiago, fino a
settembre del 1917, con il 14° Reggimento.
Nell’ottobre fu inviato a Luico per porre un argine
all’offensiva austro-tedesca. Il Reggimento operò,
subendo numerose perdite, fino a ridursi a poche
centinaia di bersaglieri che passarono il 9 novembre,
stremati ma orgogliosi, il Ponte della Priula. Venne
ricostituito alla belle meglio inviato sull’altopiano
dove in 25 giorni venne decimato e a dicembre
fu inviato a riposo. Il 28 gennaio del ’18 è ancora
in prima linea protagonista, insieme al 5° e 20°
di un attacco decisivo a M. Val Bella, nel quale
perse la vita il Colonnello Redaelli. Il 2 novembre,
all’inseguimento degli austriaci in rotta, occupò
Folgaria e il 4 novembre entrò in Trento.
Dei bersaglieri sardi inquadrati nel XL battaglione
al termine del conflitto furono circa 2.500 a non
fare rientro in Patria, nella loro isola da cui erano
partiti, altrettanti i feriti.
Pochissimi i prigionieri a testimonianza di una
delle caratteristiche del Corpo, anche per questo
molto temuto dall’avversario. Quello di … non
fare prigionieri, per non perdere in mobilità, e di
combattere fino all’estremo sacrifico …senza
farsi catturare!
Questa è l’eredità dei nostri Padri ai quali fare
riferimento, un tempo, per vendere cara la “pelle”,
oggi per insegnare ai nostri figli la determinazione
necessaria per affrontare e superare gli ostacoli
della vita alla bersagliera!!!
Bers. Pio langella
RICORDO MURALE APPOSTO IL 21-4-61
I Bersaglieri Sardi convenuti a Caprera per il 1° Raduno Regionale,
Salutano fieramente l'invitto Condottiero delle leggendarie
battaglie risorgimentali, simbolo vivente dell'Unità d'Italia.
Sostano orgogliosi alla vecchia loro Casera di Stagnoli fucina
di folgorante bersaglierismo, rivolgendo il loro pensiero al
fulgido XL Battaglione del 3° Reggimento ed alle migliaia di
bersaglieri che forgiati da intrepidi comandanti alla religione
del dovere e dell'ardimento, si sono coperti di gloria e si sono
immolati per la grandezza e l'onore della Patria.
Da questo mitico ed incandescente Eremo, traggono i giovani,
oggi, luminoso auspicio per la gloria dell'Italia immortale.
Caprera 1910. Ingresso casermetta del Distaccamento Bersaglieri (XXV btg del 3° rgt)
vivi Bersaglieri
Caprera, 21 aprile 1961
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REGGIMENTI 6° …e vincere bisogna
…e vincere bisogna
insieme
Marinai e Bersaglieri
dopo
Gemellaggio tra mare e terra
110 anni
Maggio 1900. In seguito all’emergenza causata in Cina dalle rivolte istigate
dal movimento xenofobo dei Boxers, il corpo diplomatico accreditato
a Pechino chiese aiuti militari ai propri governi. Tra le numerose navi
da guerra che si concentrarono nel porto di Ta-ku per proteggere le
rappresentanze diplomatiche internazionali c’erano anche gli incrociatori
italiani Elba e Calabria.
L’Italia rispose alla richiesta di aiuto con l’ulteriore invio delle Regie Navi
Giava, Singapore e Marco Mighetti, sulle quali imbarcarono i Fucilieri
di Marina del San Marco, un Battaglione di Bersaglieri, un reparto di
Artiglieria, un reparto di Sanità, un drappello di Carabinieri e un Reparto
Genieri Zappatori e Trasmissioni.
A 110 anni dalla prima operazione interforze, molti reparti italiani continuano
ad essere impegnati all’estero per portare soccorso alla popolazione
che necessita protezione. Lo scorso 5 maggio nel porto di Trapani Nave
Galatea, impegnata nella campagna idrografica 2010, ha voluto ricordare
lo storico evento con il significativo incontro del Comandante, Tenente di
Vascello Alessio Mariani e il Comandante del 6° Reggimento Bersaglieri,
Colonnello Luca Fontana, a dimostrazione di come sia forte lo spirito di
collaborazione tra le diverse Forze Armate per la difesa delle libere istituzioni
Il Tenente di vascello Alessio Mariani e il Col. Luca Fontana.
e la sicurezza dei cittadini.
Come noto i bersaglieri dell’inizio secolo, partenti per la Cina, furono concentrati
a Brindisi. Nella foto li vediamo “in posa” a far da cornice alla “Fontana
Tancredi”. Nel 1991 l’allora Comandante dell’11° btg “Caprera” Ten. Col.
Pio Langella, volle riproporre con i bersaglieri della neonata fanfara bersaglieri
ciclisti la stessa immagine intorno ai ruderi della fontana. Quella fanfara, nata
in pochi mesi, grazie alla collaborazione della Sezione di Bari, che mise a
disposizione inizialmente gli strumenti e le “carriole”, e un contributo della
Provincia per l’acquisto delle uniformi storiche riprodotte accuratamente,
compreso la bici ricamata sulla manica del maglione grigioverde, si esibì
in occasione del 18 giugno della Brigata Bersaglieri “Garibaldi” Comandata
dal Generale Carlo Bellinzona, nello stadio di Caserta, in un carosello, in
movimento, armata anche di moschetto. Una caratteristica di alto profilo
mantenuta per alcuni anni.
Paolo Pierantozzi
vivi Bersaglieri
REGGIMENTI 7° …CELERITATE AC VIRTUTE
Con celerità e valore
La Fanfara del Settimo
Reggimento Bersaglieri
La fanfara del 7° Reggimento Bersaglieri prende
le mosse in Bari, nella Caserma “Milano”, nei
ranghi del Reggimento inquadrato nella Brigata
Corazzata “Pinerolo”, il 21 ottobre 1992. Il
Settimo nel maggio 1943 era stato soppresso
a seguito delle varie decimazioni nel corso della
Campagna d’Africa. Segno distintivo è una
drappella in seta legata al canneggio superiore
di ogni tromba. La drappella reca su una faccia
la bandiera italiana e sull’altra il richiamo in oro
del fregio dei bersaglieri con il numero 7, con il
motto “Celeritate ac virtute”.
Attualmente è diretta dal Capofanfara Mar. Cap.
Giovanni CARROZZO,che dopo aver terminato
gli studi presso il Conservatorio “TITO SCHIPA”
di Lecce. ha conseguito la specializzazione
“Musicante” presso la Banda dell’Esercito avendo
già frequentato la scuola Sottufficiali di Viterbo.
Il Capofanfara è stato Direttore della Banda
della Brigata”PINEROLO” dal 1991 al 1997. la
Fanfara del 7° Bersaglieri è formata da giovani
militari professionisti con esperienze musicali.
L’attaccamento di questi giovani alle fiamme
cremisi, e la sapiente guida del Capofanfara,
fanno sì che essa, in breve tempo, raggiunga
l’eccellenza sia sotto il profilo musicale che
formale.
La difficoltà di lettura dovuta alla corsa, il tenere
gli strumenti il più possibile alti, con le campane
rivolte al cielo, sono le caratteristiche tipiche
del suonatore della fanfara. Ma soprattutto il
trombettiere, nel rispetto della tradizione, deve
essere sempre in atteggiamento intrepido, pronto
all’immediata esecuzione.
Fin dai tempi di La Marmora, per spronare il
trombettiere a suonare in ogni condizione, si è
sempre affermato che la nota presa male e la
stecca non è disdicevole nelle fanfare dei bersaglieri. Essa è come una piuma che siagita per
proprio conto nello svolazzare del piumetto. Motto
dei Comandanti e Capifanfara nelle caserme è
diventato così: “Stonate, ma suonate!”. Anche
questa è tradizione e va capita nella sua più
genuina ed ingenua essenza, basta trascorrere
un po’ di tempo con i bersaglieri della fanfara
per accorgersene.
Alle prime tre tournée in Sicilia nel 1993, si
sono susseguite numerosissime esibizioni in
Italia ed all’estero. La Fanfara del 7° è stata
innumerevoli volte in Albania e, negli anni più
recenti, nelle Missioni in Ungheria (2000), in
Bulgaria (2001) ed in Egitto (2002) in Kosovo
e in Svizzera. Numerose le località fuori della
Regione Puglia ove si è esibita, ricambiata da
apprezzamento e calore umano.
Nell’ Ottobre 2003 e del 2004 si è esibita in
Piazza S.Pietro per un Concerto per il Papa
Paolo Giovanni II. Tra gli impegni a carattere
istituzionale valga per tutti la partecipazione
alle numerose cerimonie del Cambio della
vivi Bersaglieri
Guardia al Quirinale e nell’immancabile sfilata
del 2 Giugno in Via dei Fori Imperiali in Roma e
in tantissime apparizioni Televisive. Come non
ricordare l’entusiasmante esibizione in Piazza
Colonna davanti alla CAMERA dei DEPUTATI e
nei Raduni Nazionali dei Bersaglieri. Gli appuntamenti del “Pellegrinaggio Militare” a LOURDES
in Francia è una consuetudine, nel novembre
’04 ha emozionato anche i nostri Italiani in
America con una Tournèe tra Washington
e Miami in Florida. In Concerto al FESTIVAL
Intenazionale delle Bande Militari di MODENA
nel 2006 ha meravigliato i vari maestri delle
Bande EUROPEE .Non mancano una serie di
Concerti a PRISTINA ed a SARAJEVO in Bosnia.
A BUCAREST hanno potuto apprezzare i nostri
fanti piumati in occasione del Festival Europeo
delle Bande e Fanfare. Ultimamente ha suscitato
grande entusiasmo e commozione andando a
rendere Onore ai nostri Caduti nel deserto di
EL ALAMEIN in Egitto,intonando il proprio Inno
dinnanzi al ceppo del 7° dove e’ scolpita la frase
“ MANCO’ LA FORTUNA NON IL VALORE”. Il 7°
Reggimento ha un proprio inno composto dal 1°
Mar. Claudio CIPRIANO ex Capofanfara ,il suo
repertorio spazia dalla tradizione bersaglieresca,
alla musica classica e moderna grazie anche ai
suoi validi Solisti che danno sempre quel tocco
di personalità nelle inconfondibili esecuzioni
della FANFARA DEL SETTIMO.
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REGGIMENTI 8° VELOX AD IMPETUM
…Veloce nell’assalto
Caserta riabbraccia
la Brigata Garibaldi
I bersaglieri sono tornati Caserta dopo la missione di pace Onu in Libano. Accolti nel Parco della Reggia di Caserta
Tribune affollate nel Parco Reale per salutare il ritorno a casa della
Brigata Bersaglieri Garibaldi dopo sette mesi di missione in Libano,
punto di riferimento del contingente multinazionale affidato al comando
del generale Giuseppenicola Tota. Tre cerimonie in una, il saluto ai
fanti piumati che indossavano i baschi blu, il saluto di commiato al
generale Tota che ha lasciato il comando della Brigata e di benvenuto
al nuovo comandante, il generale Antonio Vittiglio, già Vice Comandante della stessa unità. Alla cerimonia è intervenuto il Capo di Stato
Maggiore dell’Esercito, generale Giuseppe Valotto accompagnato
dal Comandante delle Forze di Difesa dell’Italia centromeridionale e
insulare, Generale Francesco Tarricone. Il generale Tota ha delineato
in sintesi la complessa attività di questa decima missione di pace
affidata alla Garibaldi.
«L’essere tornati tutti sani e salvi e col carico di ammirazione sia
delle popolazioni libanesi che dei rappresentanti che partecipavano
alla missione internazionale— ha detto il generale Tota — è motivo
di soddisfazione di orgoglio». Il contingente diretto dal generale Tota
contava, in questa ultima missione, 4 mila soldati di sette nazioni,
Italia, Francia Ghana, Corea del Sud, Slovenia, Brunei e Malesia, una
robusta forza internazionale di pace che ha contribuito al ripristino di
servizi essenziali per la viabilità, sanità e agricoltura.
Il generale ha anche ricordato il contributo della città di Caserta alla
ricostruzione, con donazioni in materiali inviati dal Comune, dalla
Provincia e dall’Azienda ospedaliera, operazione suggellata con il
gemellaggio tra la provincia casertana e quella di Tiro. Al contingente
e al suo comandante ha espresso la soddisfazione dell’esercito italiano
il generale Vallotto e l’ammirazione per la professionalità dei bersaglieri
della Brigata è stata emblematicamente rappresentata dalle onorificenze
al merito consegnate ai generali Tota e Vittiglio, ai colonnelli Walter Iorio
e Cuofano e ai capitani Leo Ferrante e Mattia Scirocco, al sergente
maggiore Gianluca Manganaro e al colonnello Walter Iorio.
La giornata non era delle migliori; una sottile pioggerellina ed un cielo
plumbeo che non prometteva niente di buono, non ha tolto nulla al
magnifico colpo d’occhio che si è avuto ieri mattina nello splendido
scenario della Reggia Vanvitelliana, dove circa 1.500 uomini e donne
della Brigata bersaglieri della Garibaldi hanno ricevuto il caloroso ed
affettuoso saluto della Città.
vivi Bersaglieri
REGGIMENTI 8° VELOX AD IMPETUM
…Veloce nell’assalto
Erano presenti il Presidente della Provincia di Caserta, On. Domenico Zinzi,
il Prefetto di Caserta, Ezio Monaco, il questore Longo, Nicodemo Petteruti,
sindaco di Caserta, il dr. Paolino Maddaloni, le Sezioni della Regione Campania dell’Associazione Nazionale Bersaglieri con i loro Presidenti.
Nel corso della stessa cerimonia, il Generale di Brigata Giuseppenicola Tota, che ha assunto il comando della Garibaldi il 18 settembre
2009, ha ceduto il comando della Brigata bersaglieri al Generale
Antonio Vittiglio, che dal 19 gennaio 2010 era stato nominato Vice
Comandante della Garibaldi.
Durante la cerimonia, come già accennato sopra, sono state consegnate le seguenti onorificenze da parte del Gen. Valotto: Gen.
Giuseppenicola Tota Medaglia d'Oro al Merito dell'Esercito, Gen.
Antonio Vittiglio Medaglia d'Argento al Merito dell'Esercito, Cap.
Leo Ferrante Medaglia di Bronzo al Merito dell'Esercito, Cap. Mattia
Scirocco Medaglia di Bronzo al Merito dell'Esercito, Serg. Magg.
Gianluca Manganaro Medaglia di Bronzo al Merito dell'Esercito, Col.
Walter Iorio Encomio Solenne.
Il capo di Sme ha rivolto “un riverente e commosso pensiero a tutti i
nostri caduti nell’adempimento del dovere che, con estremo sprezzo
del pericolo, hanno assolto il loro compito fino all’estremo sacrificio,
ai loro familiari esprimo la più sincera e affettuosa vicinanza mia
e di tutto l’esercito” e ha ringraziato i familiari e amici dei militari
schierati sottolineando “quanto sia importante per noi militari, poter
operare con la serenità d’animo, avere la consapevolezza di disporre,
nell’ambiente familiare, di un forte e sicuro sostegno su cui poter
fare sempre affidamento”.
La Brigata Garibaldi ha dimostrato “forte determinazione e lodevole
competenza, mettendo in luce il caratteristico spirito di soldati italiani che è rispettato e portato ad esempio in tutto il mondo. Il nome
Garibaldi all’estero vuol dire Italia, vuol dire entusiasmo, generosità
e, soprattutto, vuol dire professionalità”.
Trentamila pattuglie ed oltre 2.700.000 km percorsi hanno assicurato il costante e capillare controllo del territorio da parte della
Garibaldi. 100 progetti attuati, con una spesa di 1,6 milioni di euro,
nel settore della cooperazione civile e militare hanno visto mettere
la popolazione del sud del Libano al centro degli sforzi, coinvolgendo
le comunità locali nell’individuare ed affrontare i problemi legati alla
ricostruzione, all’energia, alla scuola, alla sanità, all’agricoltura ed
allo sviluppo.
È stata una missione dura e non priva di pericoli, sia per la presenza
di migliaia di “Cluster bomb”, pericolosissime perché non sembrano
affatto delle bombe ed i bambini sono le prime vittime di queste bombe
a grappolo che ora sono state messe al bando nel mondo, sia per
evitare qualsiasi contatti fra israeliani e libanesi attraverso la BLUE
LINE. Le attività dei caschi blu del Genio militare, molto apprezzate
dalla popolazione, si sono sviluppate in una continua e incessante
serie di impegni che vanno dalla bonifica del territorio da ordigni
inesplosi anche con l’ausilio di unità cinofile, fino alle lezioni presso
gli istituti scolastici dell’area di responsabilità per sensibilizzare i
giovanissimi al rischio derivante dalla mine, una piaga ancora molto
diffusa su tutto il territorio del Sud Libano.
Nel corso della sua allocuzione il Generale di Brigata Giuseppenicola
TOTA ha rivolto un commovente e deferente saluto al giovane di
Bisceglie Caporal Maggiore Scelto Pierdavide De Cillis, ma residente
da anni a San Marco Evangelista (CE) dove viveva insieme alla moglie
Catia che ha giorni partorirà suo figlio, morto ad Herat in Afghanistan
lo scorso 29 luglio mentre disinnescava un rudimentale ordigno
esplosivo (IED).. e proseguendo il Generale Tota ha ricordato “….
la necessità di continuare ancora di più ad investire nel personale,
nella sua formazione tecnica e professionale, ma soprattutto nella
crescita etica e motivazionale. Una crescita basata sui nostri valori
di riferimento l’umile senso del dovere che tutto sottomette all’assolvimento del compito. l’esempio, misuratore della statura morale
di un individuo, riconoscibile nella quantità di volte che può essere
considerato modello da imitare. l’onore, sia esso singolo o collettivo.
la lealtà, che spinge a gareggiare a viso aperto, evitando raggiri,
raccomandazioni, nepotismo o servilismo. la dignità, derivante dalla
consapevolezza del proprio status e dei propri doveri, la fedeltà,
vincolo saldissimo che si instaura fra il soldato ed il suo Comandante.
il coraggio, energia che determina la motivazione ad affrontare una
situazione di pericolo senza escludere ma non ricercando il rischio. la
disciplina, vocazione profonda del soldato, testimoniata attraverso la
adesione ed il rispetto di regole stabilite. l’impegno, indirizzato al bene
comune che trova appagamento nella certezza di aver fatto qualcosa
di più di quanto dovuto. la solidarietà, contraria all’indifferenza e al
disinteresse. l’autorevolezza, sintesi di professionalità, competenza,
stile e capacità che conferisce al comandante la legittimazione, basata
non solo sulle norme ma anche sul consenso, espressione massima
del comando”. Ecco, Pierdavide De Cillis incarnava perfettamente
tutti i valori etici rappresentati dal generale Tota e quando crescerà,
il piccolo Davide andrà fiero ed orgoglioso di aver avuto un padre
simile anche se non lo conoscerà mai.
vivi Bersaglieri
Vincenzo Iavarone
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REGGIMENTI 8° VELOX AD IMPETUM
…Veloce nell’assalto
LE TRACCE
CHE LASCIANO
IL SEGNO
Prima di lasciare il paese dei Cedri, la Garibaldi,
che ha lasciato la responsabilità del Settore alla
Brigata di Cavalleria “Pozzolo del Friuli”comandata
dal Generale Guglielmo Luigi Miglietta, ha voluto
salutare i libanesi con la Fanfara dei Bersaglieri,
che è tornata nelle strade di Beirut, dove sfilò
per la prima volta nel 1982, durante i moti dei
campi profughi di Chabra e Chatila, come uno dei
primi reparti italiani giunti nell’allora martoriata
capitale del Libano sotto occupazione israeliana. È stata un’iniziativa di amicizia organizzata
dell’ambasciata italiana a Beirut e dal contingente
italiano che opera in Unifil. La parata partita dalla
centralissima Place de l’Etoile, dove si affaccia
tra l’altro la sede del Parlamento libanese, è
arrivata fino al corso di via Maarad. Intensa è
stata anche l’opera umanitaria promossa dalla
Brigata Garibaldi per i libanesi, infatti il 7 novembre
2009 insieme con la A.N.G.E.L.S. Onlus hanno
consegnato delle sedie a rotelle ultraleggere ai
vincitori della Maratona di Beirut per disabili. Tra
le tante autorità presenti anche il presidente del
Consiglio libanese, Saad Hariri.
In rappresentanza dell’Unifil (Forza di interposizione in Libano delle Nazioni Unite) c’erano: il
Force Commander gen. Alberto Asarta (Spagna)
e il Comandante del Sector West gen. Giuseppe
Nicola Tota (Italia). La gara ufficiale è stata seguita
in diretta oltre che dalle reti nazionali libanesi
anche da stampa e televisioni internazionali. Alla
A.N.G.E.L.S onlus è stato chiesto di partecipare come ‘Partner etico’ dell’evento. L’ 8 Novembre
2009, la A.N.G.E.L.S. onlus si è fatta promotrice
nella consegna di un carico di medicinali provenienti dall’Italia, offerto dal gruppo Farmacrimi, e
distribuito dal Contingente Italiano per l'assistenza
medica alla popolazione civile.
I Bersaglieri dell’8° Reggimento,dislocati dal
mese di aprile 2009 nel sud del Libano,hanno
manifestato, per l’ennesima volta, la propria sensibilità nei confronti di coloro che hanno bisogno
di aiuto. La cellula CIMIC (quella speciale branca
dell’Esercito Italiano presente in ogni reggimento
che cura i rapporti con la popolazione civile), è
stata interessata dalle autorità locali di Tiro circa
la situazione sanitaria di una bimba libanese di
4 mesi in precarie condizioni di salute a causa
di una malformazione cardiaca e pertanto bisognevole di costose cure. Miriam, questo il nome
della piccola, è stata dimessa dall’Ospedale in
cui era ricoverata e affidata alla famiglia. Con
lo slancio e la generosità tipica della specialità,
i Bersaglieri casertani, con il loro tangibile
intervento, hanno permesso l’acquisto dei
medicinali e materiali necessari per migliorare
le condizioni di vita della piccola Miriam e per
consentire alla famiglia di affrontare le ulteriori
spese mediche necessarie per assicurare alla
bimba un futuro più sereno. Tale donazione
si inquadra in una serie di attività umanitarie
condotte dal Contingente italiano, che vanno
dall’assistenza sanitaria di base, all’asfaltatura
delle strade, all’energia, all’istruzione, all’acqua, a progetti nell’agricoltura, nel quadro del
processo di ricostruzione e di stabilità avviato
in quest’area del Libano, martoriata dall’ultima
guerra dell’estate del 2006.
Non possiamo tralasciare di menzionare
un’iniziativa di grande successo tipicamente
bersaglieresca che è stata la 12 ^ edizione
della Flik e Flok corsa effettuata quest’anno in
contemporanea a Caserta e anche in Libano.
Infatti, in contemporanea alla partenza della
corsa da Caserta, il Generale Giuseppenicola
TOTA, Comandante della “Garibaldi, ha dato il
via anche alla corsa che è partita da Shama,
sede del contingente italiano. Dunque, la “Flik
e Flok” quest’anno ha avuto anche un carattere
internazionale.
Il Generale TOTA, Comandante del Settore Ovest di
UNIFIL ed il Generale di Brigata Antonio VITTIGLIO,
vivi Bersaglieri
Comandante del Distaccamento della Brigata in
Patria, hanno dato il via alla manifestazione che,
come per gli anni scorsi, ha avuto un grande
successo in termini di partecipanti e pubblico.
A Caserta si è snodata su un percorso cittadino,
con partenza ed arrivo alla Caserma FERRARI
ORSI, sede del Comando Brigata; a Shama lungo
il perimetro della base che ospita i bersaglieri.
Circa 200 i partecipanti, appartenenti a tutti i
contingenti di UNIFIL.
In Libano, fra i militari che gareggiavano, c’erano
anche i cani dei nuclei antiesplosivo. Alla fine
premi per i primi arrivati (a Shama il vincitore
è stato il Caporal Maggiore Scelto PEZZULLO
Giuseppe dell’8° bersaglieri, mentre a Caserta
ha vinto Angelo CIOFFI.
Specialisti delle trasmissioni hanno garantito
un videocollegamento fra le due località. La
manifestazione prende il nome dal brano più
antico e conosciuto del repertorio musicale
bersaglieresco.
Questa manifestazione testimonia l’impegno
dei bersaglieri della “Garibaldi” nel costruire,
dovunque essi si trovino, in Patria quanto
all’estero, occasioni di pratica sportiva per
tutti, senza distinzioni di sesso o di razza, di
età, religione o di condizione fisica.
Vincenzo Iavarone
REGGIMENTI 8° VELOX AD IMPETUM
…Veloce nell’assalto
IL GRANDE OTTAVO…
TRA LIBANO, AFGHANISTAN E IN PATRIA
Il 29 ottobre scorso l’Ottavo reggimento bersaglieri ha fatto rientro nella
sede di Caserta, dopo sei mesi di attività operativa nel sud del Libano, in
un’area compresa fra il fiume Litani e la Blue Line, linea di demarcazione
fra Libano e Israele, dove ha costituito la Task Force ITALBATT1 con una
forza di circa 500 bersaglieri.
Una missione comunque non ”facile”, in cui il reggimento ha garantito
le condizioni di cessate il fuoco, previste dalla risoluzione 1701 del
Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, in un’area dove sono ancora
forti le tensioni fra i due paesi confinanti, dove le divisioni all’interno
della società, del suo governo, sono ancora profonde e radicate e dove
si avvertono le ripercussioni di tutto quello che avviene nella regione
medio orientale. Il Sud del Libano, infatti, è stata la regione più colpita
dalla guerra del 2006 con Israele, che ha provocato lo sfollamento di
circa 500.000 persone e la distruzione di molti edifici.
Nel corso di questi sei mesi di permanenza in Libano, i bersaglieri dell’Ottavo
hanno effettuato un capillare controllo del territorio a loro assegnato,
che si è materializzato quotidianamente con
la presenza costante di pattuglie e di assetti
operativi del contingente; in coordinamento con
le L.A.F. (Lebanise Armed Forces – Forze Armate
Libanesi) sono state effettuate pattuglie miste,
sia motorizzate che appiedate, e posti di controllo
nei punti nevralgici dell’area d’operazione.
Molto significativa anche la realizzazione
dell’attività umanitaria: strumento questo atto
a facilitare l’assolvimento del compito militare,
mediante un maggiore consenso della popolazione
e punto di partenza per la creazione di solide
basi per la crescita del paese. Le iniziative a
favore della popolazione sono state tante: dalla
realizzazione di progetti con fondi nazionali, al
coordinamento con le ONG (Organizzazioni Non
Governative) per il sostegno alla popolazione,
dai Q.I.P. (Quick Impact Projects – Progetti di
rapida realizzazione) realizzati con fondi nazionali alle cure mediche
gratuite e ai corsi di italiano e di agricoltura, tenuti dai bersaglieri a
favore della popolazione.
Per i militari dell’Ottavo, quindi, quest’ultima missione in Libano ha
rappresentato una grande esperienza professionale, dove gli aspetti militari
sono stati completati da esperienze culturali, sociali ed umane.
Nel contempo, dal 15 aprile al 1 ottobre 2010 la 10a compagnia “Leoni”
è stata impiegata in Afghanistan nell’ambito dell’operazione ISAF, quale
compagnia di Quick Reaction Force, in concorso al 9° reggimento alpini.
Per quanto riguarda le attività in territorio nazionale dal 30 novembre la
9a compagnia “Diavoli” è impegnata nell’Operazione “Strade Sicure”,
che vede l’esercito operare congiuntamente alle forze dell’ordine per il
controllo del territorio e per contrastare la criminalità organizzata.
Con l’impeto e lo slancio tipico della specialità, infine, sono già riprese le
attività addestrative per rendere le nuove “reclute” assegnate da qualche
giorno al reggimento “fieri e degni bersaglieri del Grande Ottavo”.
vivi Bersaglieri
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REGGIMENTI 11° QUIS ULTRA?
…Chi oltre noi?
affidatA la gloriosa Bandiera
di Guerra AL COL. PATANE'
L’11 giugno 2010 nella Caserma M.O.“Giovanni LECCIS”in Orcenico Superiore, il
Col. Fabio POLLI ha affidato la gloriosa Bandiera di Guerra dell’11° Reggimento
Bersaglieri al Col. Salvatore Daniele PATANE' in un piazzale gremito di pubblico
intervenuto a dare lustro alla breve ma significativa cerimonia.
Alla presenza del Gen. B. Salvatore CAMPOREALE, Comandante della
132^ Brigata “Ariete”, e dei Sindaci di Zoppola, Casarsa della Delizia e
Valvasone nonché di una nutrita rappresentanza dei labari delle associazioni
combattentistiche e d'arma, insistenti sul territorio, il Col. POLLI ha salutato
i suoi bersaglieri con i quali ha trascorso 2 lunghi anni di intense attività sia
addestrative che operative di cui 6 trascorsi nella terra dei cedri. Per il Col.
PATANE' è stato un ritorno a casa in quanto solo 4 anni fa lasciava il comando
dell'11° battaglione bersaglieri “Caprera”.
Appena una settimana dopo la Caserma vive un altro importante appuntamento:
il 174° anniversario della fondazione del corpo. Il Col. PATANE', questa volta
Comandante, fa gli onori di casa per un week-end pregno di commemorazioni,
incontri ed emozioni. Si inizia venerdì 18 giugno nel piazzale della Caserma
LECCIS con la deposizione delle corone, onori ai labari, gonfaloni ed Autorità
convenuti da gran parte d’Italia per rendere omaggio all'unico reggimento
bersaglieri in vita del centro- nord Italia e partecipare contemporaneamente
al raduno interregionale del nord Italia dell'associazione nazionale bersaglieri
organizzato dalla sez. di Zoppola che compiva il suo 50° anniversario.
Durante la cerimonia, alla presenza del Prefetto di Pordenone Dott. Pierfrancesco
GALANTE e del Comandante della 132^ Brigata Corazzata “Ariete”, Gen. B.
Salvatore CAMPOREALE, sono state consegnate due importanti onorificenze,
in particolare la croce di bronzo al merito dell’esercito al 1° Mar. lgt. Angelo
MORCIANO e la medaglia di bronzo al valor civile al Primo Caporal Maggiore
Barbara DI PIETRO. Dopo il concerto della fanfara dell'Ariete diretta dal 1°
Mar. lgt. Antonio MIELE, la stessa è stata colonna sonora dell'emozionante
saggio ginnico che sotto gli ordini fischiettanti del Cap. Vincenzo DE LEO ha
entusiasmato tutti i partecipanti alla cerimonia.
Questa è stata l'ultima attività prima del tanto atteso periodo di riposo
estivo.
A settembre il reggimento, fedele al suo motto “Quis Ultra?”, ha ripreso l'attività
addestrativa con ritrovato slancio al fine di poter prepararsi al meglio per il
prossimo impiego nel delicato ed impegnativo Teatro Operativo afgano. Già
dai primi giorni di settembre il reggimento ha svolto una serie di attività addestrative presso il poligono del Cellina-Meduna. Distaccati presso la caserma
"Sampaoli", con sede in Sequals (PN), i bersaglieri dell'11° Reggimento si sono
potuti così dedicare alla condotta di esercitazioni diurne e notturne che hanno
visto l'impiego sul terreno di quasi 250 uomini e donne e di numerosi mezzi
di vario tipo, tra cui il VTLM "Lince" ed il VCC "Dardo", in diverse situazioni
operative. Nel corso dell'addestramento sono stati altresì impiegati elicotteri
AB-205 e A-129 "Mangusta", grazie al prezioso supporto del 5^ reggimento
aviazione dell'esercito “Rigel", per lo svolgimento di interessanti simulazioni di
aerocooperazione. Non è stata trascurata la preparazione fisica del personale,
attraverso lo svolgimento di attività appiedate quali marce zavorrate e marce
topografiche, anche con condizioni meteo avverse, che hanno contribuito a
rafforzare lo spirito di gruppo.
vivi Bersaglieri
provinceTRIESTE
Si rinnova l’abbraccio della città ai bersaglieri
TRE
NOVEMBRE
E’
TRIESTE
92° anniversario dello sbarco
Il cielo grigio non prometteva nulla di buono, nonostante le
incoraggianti previsioni meteorologiche; tuttavia le saltuarie
gocce di pioggia si asciugavano rapidamente grazie al
leggero vento di scirocco che spirava dal mare.
La prima comitiva a giungere in città, che ancor prima
dell’alba si era messa in viaggio per raggiungere la
meta è stata una folta rappresentanza della provincia di
Alessandria che attratti dal richiamo della città avevano
scelto di partecipare nonostante il giorno lavorativo. Si,
perché il giorno del Santo Patrono cittadino è festivo ma
solamente nel comune interessato. La coincidenza che
l’evento sia accaduto proprio nella ricorrenza del Santo
Patrono cittadino è stata casuale, ma i bersaglieri triestini
hanno sempre voluto mantenere il 3 novembre, quale
data per commemorare lo storico sbarco del 1918 che
ha congiunto la città all’Italia, anche se da più parti veniva
richiesto di spostare le celebrazioni alla domenica successiva
per consentire un maggior afflusso di partecipanti. Mentre
ci si scambiava i convenevoli, qualcuno legava un tricolore
all’asta della bandiera del monumento al bersagliere ed
alle ragazze di Trieste. Pochi minuti dopo il gruppo si univa
alle rappresentanze delle associazioni combattentistiche
e d’arma locali, per presenziare all’alza bandiera solenne
nella più grande piazza europea aperta sul mare, piazza
dell’Unità d’Italia, ove si affacciano i prestigiosi edifici
che ospitano la sede del Comune, della Regione Friuli
Venezia Giulia e della Prefettura.
La fanfara della brigata Ariete, diretta dal maestro Antonio
Miele, entrava di corsa nella piazza, seguita da un picchetto
di bersaglieri dell’ reggimento. La seppur breve cerimonia
apriva ufficialmente la giornata. Riattraversata la strada
la comitiva ingrossata da altri bersaglieri si schierava
ordinatamente verso il mare, davanti alla scala reale, dove
agli ordini del vicepresidente provinciale di Trieste tutti i
presenti assumevano la posizione di attenti ed i numerosi
turisti incuriositi dall’assembramento osservavano le due
madrine scortate dai presidenti provinciali di Alessandria
e Trieste che adagiavano due mazzi di fiori in grembo alle
statue del monumento al bersagliere ed alle ragazze di
Trieste, opera del bersagliere Fiorenzo Bacci, inaugurato
durante il raduno nazionale del 1997. Il lungo applauso
che seguiva, rompeva l’assordante silenzio che era calato
sulla folla emozionata dal semplice gesto.
Lo schieramento si scioglieva e mentre la comitiva di
Alessandria accompagnata da alcuni bersaglieri triestini,
si avviava al pullman per recarsi a visitare la risiera di
San Sabba, un altro gruppo di bersaglieri si avviava verso
Muggia vecchia per visitare il santuario e l’adiacente
zona archeologica. Alle 12.30 i bersaglieri pordenonesi,
rinforzati da bersaglieri provenienti dalla Lombardia e dalla
Calabria, si incontravano al ristorante casa Rosandra in
località Mattonaia per pranzare, mentre analoga iniziativa
veniva presa dalla delegazione veneta che raggiungeva
il noto ristorante Osteria da Baffo a Trieste.
Il tempo volgeva al bello; le previsioni meteo erano
state azzeccate e benché il cielo non fosse azzurro,
la giornata era radiosa e la temperatura confortevole.
Uno alla volta i pullman raggiungevano piazza Oberdan,
luogo dell’ammassamento, per scaricare i radunisti.
Le forze dell’ordine erano già impegnate nei rispettivi
compiti istituzionali, come pure i gli operatori televisivi
ed i fotografi. Nel breve spazio di mezza ora la piazza era
satura di bersaglieri in armi ed in congedo e la fanfara
della brigata Ariete si alternavano per allietare i presenti
con la “Enrico Toti” di Trieste. La mancanza del direttivo
regionale, sciolto dalla Presidenza Nazionale all’inizio di
ottobre, era evidente, facendo mancare il tradizionale
supporto organizzativo, facendo ricadere tutto l’onere
dell’inquadramento sul vicepresidente provinciale
che si muoveva velocemente per tutta la piazza, per
l’indispensabile coordinamento. Mentre il Presidente
provinciale accoglieva le autorità.
Come da programma alle 16.00 in punto 4 motociclisti
della polizia Municipale di Trieste aprivano la sfilata, che
al ritmo della corsa della fanfara dell’ bersaglieri, seguita
dal picchetto in armi si avviava lungo via Carducci tra
due ali di folla plaudente. Sui mezzi che l’esercito aveva
messo a disposizione avevano trovato posto il Gonfalone
della città di Trieste ed i medaglieri regionali del Veneto e
del Friuli Venezia Giulia con le relative scorte, seguiti dai
presidenti provinciali dell’ANB regionale e della provincia di
Padova accompagnati dall’assessore comunale di Trieste
con delega alle risorse umane ed alla formazione Michele
Lobianco e dall’assessore provinciale di Trieste con delega
alla promozione dell’associazionismo Dennis Visioli, dalla
fanfara di Trieste composta da 25 elementi condotti da
Alessandro Moratto, da un blocco di oltre 30 labari in
rappresentanza delle sezioni provenienti dal Friuli Venezia
Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Lombardia e Piemonte,
dai bersaglieri di Chioggia, della provincia di Pordenone,
ogni gruppo con il proprio striscione; chiudeva il corteo la
sezione di Alessandria con un grande tricolore, seguita
vivi Bersaglieri
da alcune macchine della polizia di Stato, dei Carabinieri
e della Polizia Municipale.
La sfilata di circa 2 Km, si snodava rapida lungo le principali
vie cittadine, passando per piazza Goldoni, corso Italia e
via Mazzini fino a giungere sulle rive ove, tra due ali di folla
gaudente, i Medaglieri Regionali scendevano dai mezzi
ruotati davanti a piazza dell’Unità d’Italia, per proseguire
a piedi sull’ultimo tratto che portava al molo bersaglieri
ove era previsto il culmine della cerimonia.
Ultimato lo schieramento senza difficoltà, grazie alla
delimitazione della zona per il pubblico anche con l’aiuto
di una squadra della protezione civile dell’Associazione
Nazionale Carabinieri, iniziava la lunga attesa dei pochi
minuti che separavano dall’orario in cui 92 anni fa “primi
dalle navi d’Italia all’amplesso di Trieste balzarono i
bersaglieri”.
Alle 16.30 precise, sulle le note della canzone del Piave
suonate dalla fanfara dell’Ariete, le autorità accompagnavano
alla lapide che ricorda lo storico sbarco ed affissa sulla
stazione Marittima le 3 corone d’alloro dalla locale sezione
A.N.B. dal Comune e Provincia di Trieste ed a sorpresa
dalla sezione A.N.B. di Padova. Il silenzio d’ordinanza
consacrava l’Onore ai Caduti contribuendo a far affiorare
un velo di commozione sul volto di tutti i presenti.
Lo schieramento venne ripristinato in piazza dell’Unità d’Italia
ove una grande folla si stava assiepando per assistere alla
cerimonia che concludeva le celebrazioni per ricordare il
92° anniversario dello sbarco dei bersaglieri a Trieste. Resi
gli onori ai Medaglieri Regionali dell’Associazione Nazionale
Bersaglieri al Gonfaloni della Provincia di Trieste ed a quello
della Città di Trieste decorato di Medaglia d’Oro al Valor
Militare per il patriottismo dimostrato durante la prima e
seconda guerra mondiale, aveva luogo l’ammainabandiera
solenne a cui seguiva un concerto della fanfara militare
della brigata Ariete diretta dal maestro Antonio Miele e
mentre gli amici di Alessandria salutando lasciavano
inquadrati a passo di corsa la piazza, il folto pubblico si
stringeva attorno alla fanfara associativa “Enrico Toti” di
Trieste diretta da Alessandro Moratto che si esibiva in
numerosi brani non solamente bersagliereschi. La “Enrico
Toti “ di Trieste concludeva la serata con un momento
conviviale in una trattoria triestina, allietato dalle note della
propria fanfara alla quale andava il plauso della sezione
per quanto fatto nella giornata.
Ringraziando di cuore gli intervenuti, invito tutti a segnare
fin d’ora sull’agenda del prossimo anno l’appuntamento
del 3 novembre, perché Trieste è stata l’ultima città ad
essere unita alla Madre Patria e vogliamo essere gli ultimi
a celebrare i 150 anni dell’Unità d’Italia, proprio il giorno
prima della data ufficiale di chiusura dei festeggiamenti
nazionali.
Mario Verdoglia
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provincetrieste
OMAGGIO
A ENRICO TOTI
Domenica 8 agosto 2010, la sezione di Trieste, intitolata all’Eroe della
stampella, ha reso onore alla Sua memoria deponendo un omaggio floreale
sul cippo che segna il luogo del suo sacrificio (quota 85 Monfalcone –
06/08/1916).
Presenti labaro, tromba, una rappresentanza di sette bersaglieri e due
madrine per i fiori.
Il monumento sta particolarmente a cuore ai bersaglieri triestini che ne
hanno curato l’erezione nel 1928 e la sua ricostruzione nel 1960, dopo
la vergognosa distruzione con esplosivo nel 1944 ad opera di strani
“patrioti”.
Un doveroso ricordo infine al bersagliere PASQUALE CAPRIO che di
sua iniziativa recuperava e portava nella nostra sede, un frammento di
notevole peso del cippo distrutto, ponendolo su apposito supporto di sua
costruzione.
Sergio BUTTAZZONI
presidente
NOTIZIE
FLASH
Auguri della Sezione
di Spilimbergo
all’11° Reggimento
Un mosaico raffigurante lo stemma del reparto, opera della mosaicista
Serena Mucchiut, è stato il beneaugurante omaggio con cui i bersaglieri
della Sezione di Spilimbergo hanno voluto salutare il nuovo anno con i
colleghi in armi dell’11° Reggimento .
La delegazione della Sezione Bersaglieri di Spilimbergo, guidata dal suo
presidente gen. Giovanni Principi, ha ricevuto una calorosa accoglienza da
parte di tutti gli uomini del reparto e del loro comandante col. Salvatore
Patanè. Gli uomini dell’11° hanno particolarmente gradito gli auspici per
i loro prossimi impegni che quest’anno vedranno il reparto impiegato
nelle operazioni fuori area.
Il Sindaco di Spilimbergo, dott. Renzo Francesconi, ha gratificato i bersaglieri della locale sezione impegnati in attività di volontariato nei vari settori
della vita comunitaria e tese a migliorare la qualità dei servizi a favore dei cittadini.
In particolare, al Presidente della Sezione Bersaglieri di Spilimbergo Giovanni Principi, è stato consegnato un “attestato di civica benemerenza”
per l’impegno civile profuso, con particolare riferimento all’associazione “Primavera” operante prevalentemente nel settore della scuola.
Con soddisfazione il Sindaco ha confermato ai bersaglieri il proprio sostegno e quello dell’amministrazione comunale per alcune iniziative bersaglieresche che avranno luogo in Spilimbergo nel corso del 2011.
vivi Bersaglieri
provinceGORIZIA
S. LORENZO ISONTINO
FESTEGGIA IL 50° ANNIVERSARIO
Grande successo del Raduno Regionale
Nutrita la partecipazione di bersaglieri, anche da fuori regione, Autorità civili e dell’Associazione
Grande successo si è registrato al Raduno Regionale
di S. Lorenzo Isontino, malgrado la stagione avanzata
che oggettivamente pone difficoltà a realizzare
momenti di aggregazione, ancorché caratterizzati da
grande valenza storica e di memoria delle tradizioni
a cui siamo legati.
E le ragioni di senso per cui era importante esserci a
S. Lorenzo Isontino nell’ultima domenica assolata del
mese di luglio c’erano tutte. Si festeggiavano i primi
cinquant’anni dalla fondazione della Sezione.
Nutrito il parterre delle Autorità che hanno voluto
condividere una giornata cremisi dal sapore delle antiche
“sagre bersagliesche” da cui traiamo origine come
associazione d’Arma. L’Assessore Regionale Franco
Brussa, i sindaci di Mariano Cristina Visitin, di Villesse
Simonetta Vecchi, di S. Lorenzo Ezio Crocchiatti, di
Capriva del Friuli Antonio Roversi, della Vice Presidente
della Provincia di Gorizia Roberta Damartin, il M.llo della
Stazione CC. Alessandro Zucco.
Presente la Nobildonna Ester Pecorari sorella della
M.O. Ottone Pecorari.
Per l’Associazione d’Arma il Consigliere Nazionale Vezio
Vicini, il Presidente Regionale Pio Langella, il Provinciale
di Gorizia Mario Poiana, che ha coordinato in maniera
impeccabile, con Visintin, l’intera manifestazione sia
nelle fasi preliminari, dallo scorso anno, che nello
sviluppo della stessa. Nutrita presenza delle sezioni della
provincia di Pordenone con il suo Presidente Provinciale
Giuseppe Iacca e delle sezioni del capoluogo friulano
con l’indomito Presidente Adriano Bidin.
Ma a dare lustro alla giornata la presenza dello Speaker
Nazionale cav. Antonio Bozzo, Presidente Provinciale
di Venezia, con una ragguardevole rappresentanza di
labari e bersaglieri provenienti dal vicino Veneto.
La giornata si è aperta di buon mattino con l’afflusso
dei radunisti presso il monumento ai Caduti nel piazzale
davanti al Municipio.
Scorcio della tribuna Autorità. Da Sinistra l'Assessore Regionale
Brussa, il Sindaco di Mariano Visintin, il Sindaco di Villesse
Vecchi, il Sindaco di S. Lorenzo Clocchiatti, il Vice Presidente
della Provincia di Gorizia Demartin. Dietro il Sindaco di Capriva
del Friuli Roversi, il Maresciallo dell stazione dei Carabinieri
Zucco, il Presidente della sez. Bersaglieri di S. Lorenzo Visintin,
lo speaker Bozzo.
A scandire i tempi nelle varie fasi, dall’alza Bandiera
agli Onori ai Caduti, l’impeccabile cav. Bozzo.
L’allocuzione ufficiale viene tenuta dal Presidente di
Sezione Renzo Visintin che con piglio bersaglieresco e
grande passione ne ha ricordato la storia dalle origini.
Da quel lontano 17 maggio 1960, con le prime riunioni
con Burgnic Mario, Franco Antonio detto “Toni Spizar”,
Lorenzut Francesco “Celo dal Pizul”, Medeot Giuseppe
“Pepi Muci”, Mian Egidio e Tullio, Piccolo Dario, e con essi
si aggregarono i giovani del dopoguerra Aldo Morasutti,
che venne nominato Presidente, Rino Edalucci e Paolo
Visintin. A dare manforte nelle prime riunioni il Presidente
Provinciale dott. Bardusco. I presidenti successivi furono
Mario Burgnich ed Edalucci Rino che rimase in carica per
18 anni. Capillare l’azione di proselitismo fatta in questi
anni che ha portato ad iscriversi soci provenienti da 18
località delle province di Udine e Gorizia. Il presidente
ha ringraziato le amministrazioni che sono state vicine,
in particolare, a nome di tutti i bersaglieri, il sindaco.
Gi interventi del Presidente Provinciale Poiana e del
Regionale Langella si sono alternati a quelli di tutte
le Autorità presenti. Tutti hanno tenuto a sottolineare
l’osmosi tra i cittadini in armi e quelli in congedo, alcuni
con aneddoti personali, per esaltare il ruolo del Corpo
dei bersaglieri quali testimoni privilegiati dei valori più
genuini di patriottismo, passione civile e impegno sociale.
Sempre pronti per battersi con grande dinamicità, spirito
di iniziativa, generosità ed altruismo.
Al termine della cerimonia celebrativa, chiamato alla voce
dal dinamico cav. Bozzo, si è formato il corteo, fanfara di
San Giorgio di Nogaro in testa e le Autorità. A chiudere
la pattuglia storica dei ciclisti di Palmanova e la “Casa
del Bersagliere di Franco Vidotto” Si è così raggiunta
la chiesa parrocchiale per assistere alla SS. Messa
celebrata da Don Nino Bearzot. Il prelato nell’omelia,
tra l’altro, si è soffermato sul valore dell’aggregazione
che l’associazione trasmette nella comunità locale.
Al termine della messa
concerto della fanfara di
San Giorgio di Nogaro.
Ha poi avuto luogo la
tradizionale sfilata di corsa
davanti alla popolazione;
dopo il passaggio di fronte
alla tribuna delle Autorità
si è raggiunto il mega
Il Presidente Renzo Visentin.
capannone che ha accolto
centinaia di radunisti per il
rancio cremisi. La grande
organizzazione logistica ha
vivi Bersaglieri
consentito la distribuzione dei pasti a tavola per centinaia
di persone “alla bersagliera”. Ovviamente non sono
mancate nel frattempo le note delle fanfare. Presenti
le Autorità, sul palco allestito per la circostanza, si sono
distribuiti gli attestati nazionali per meriti associativi.
Padrino d’eccezione il Generale Consigliere Nazionale
Vezio Vicini, particolarmente motivato per aver avuto alle
dipendenze uno dei benemeriti che citiamo in chiusa
come viatico ed esempio per le nuove generazioni;
Edalucci Rino, Presidente della Sezione per 18 annni;
Visintin Paolo, socio fondatore; Mucchiut Renzo, da
sempre consigliere provinciale e sezionale; Braida
Olido, un attivo Consigliere ed il Consigliere provinciale
Ersetis Franco.
RADUNO REGIONALE
GRADISCA D’ISONZO
15, 16 ottobre 2011
Adunata del Triveneto e dei bersaglieri
d’Italia dell’11° Reggimento
I Bersaglieri della Provincia di Gorizia e il Comune
di Gradisca d’Isonzo organizzano un Raduno
Regionale a Gradisca d’Isonzo per i giorni 15 e
16 ottobre 2011. Il Comune conferirà la cittadinanza onoraria al Reggimento che per diversi
decenni ha avuto sede nel castello di Gradisca
fino all’8 settembre 1943. In tale data l’Unità
operava nella ex Jugoslavia. La manifestazione
è aperta a tutti i bersaglieri d’Italia che hanno
militato nel glorioso 11° Reggimento.
Il programma di massima sarà il seguente:
-Sabato 15: Presentazione di un libro riguardante
l’11° Rgt.Bersaglieri che è in fase di stesura
da parte di un giornalista, figlio di un maresciallo del vecchio Reggimento. Una mostra
fotografica. In Municipio verrà concessa la
Cittadinanza onoraria all' 11° Reggimento.
In serata concerto di fanfare in teatro.
-Domenica 16: Ammassamento nella piazza
principale e Alza Bandiera - trasferimento
inquadrati nella zona del Castello dove sarà
celebrata una S.Messa per i Caduti e dove ci
saranno gli interventi delle Autorità - al termine
trasferimento inquadrati fino al monumento ai
Caduti e a quello dedicato a La Marmora, dove
verranno deposte le corone di alloro. Seguirà
la tradizionale sfilata.
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provinceUDINE
CESARE
VIDAL
IL PROFILO
<<Tirait>>, la scritta è evidente sulla maniglia. Eseguo! Tiro la porta del
bar centrale di Bagnaria Arsa, ordino un caffè e prendo un presente, di li a
poco mi incontrerò con la Signora Amabile. Abita sul retro, al primo piano.
Vado: <<Sburtait>>, spingo! Giro l’isolato, una rampa di scala. Ci sono.
Mi accoglie una persona minuta di servizio. Piccolo corridoio. Eccola, è
Lei. Il tempo sembra non averla toccata. Ma attraverso un album facciamo
correre le lancette all’indietro.
Il 26 marzo del 1995 è una data significativa per la gentile signora Amabile
Placeo: il cinquantesimo anniversario di matrimonio con il cav. Cesare
Vidal. Li vediamo inquadrati insieme,in una foto dell’epoca. Dagli sguardi
traspare una forza, uno stile un comune sentire che ha caratterizzato una
vita così intensa che non si è mai spezzata anche oltre le umane vicende,
quando la Signora Amabile è rimasta sola. Sono andato a trovarla per
rimembrare un’antica frequentazione dalla quale ho tratto copiosi motivi
vocazionali per impegnarmi nell’Associazione d’Arma più amata dagli
italiani. Amabile ha ricordato bene la data di nascita del suo Cesare che
mi ha declinato con voce ferma, 30 dicembre del ’17, ma quando le ho
chiesto quando se n’è andato, mi ha risposto con la stessa fermezza ed
un sorriso: <<E’ ancora qui con me>>.
Il cav. Cesare Vidal è stato un Bersagliere di antico stampo, che ha saputo
coniugare una genuina passione bersaglieresca nella sua espressione più
radicata alle origini, attraverso il culto del mantenimento della memoria
della “carriola”, con quella del “cantore” delle fiamme cremisi nei gangli
della società civile, attraverso incontri, partecipazione, e organizzazione di
manifestazioni le cui caratteristiche erano, oltre alla cura del dettaglio:la
classe nell’approccio, lo stile nelle forme e nei comportamenti.
Per lustri è stato il cuore, l’anima della pattuglia ciclisti storica di Palmanova:
il capo pattuglia. La redazione lo ricorda in questa finestra aperta rivolta a
tutti i bersaglieri animati da sano spirito di Corpo dalla lunga “anzianità di
servizio”, con un fotogramma che lo ritrae di profilo in una a espressione che
ho trovato fortemente emotiva. Vuole essere un segno di riconoscimento.
E Lui, il grande Cesare a Recoaro, correva l’anno 1941.
Pio Langella
vivi Bersaglieri
provinceUDINE
Bersaglieri caduti e dispersi in russia
cremisi
a
pellegrinaggio
cargnacco
Domenica 14 marzo, come è tradizione da quattro lustri, si è celebrata a Cargnacco giornata
a ricordo dei Bersaglieri caduti e dispersi sul Fronte Russo nel corso della seconda Guerra
Mondiale. La cerimonia quest’anno ha richiamato una più nutrita rappresentanza di bersaglieri
provenienti, oltre che dalla Regione, dal vicino Veneto, dalla Lombardia, dall’Emilia Romagna,
dalla Toscana. Un’attenzione frutto dell’iniziativa del neo Presidente Regionale Pio Langella che
ha acceso i riflettori su questo evento assicurando di nuovo la presenza del picchetto armato
del “Reggimento di Papà”, e delle più alte Autorità, dall’Assessore Elio De Anna per la Regione,
all’Assessore per la Provincia di Udine. La presenza del Presidente Nazionale Gen. Benito Pochesci
e del Medagliere Nazionale!
Per altro verso si è provveduto alla sensibilizzazione di tutte le sezioni del Nord Italia, a costo
zero, attraverso l’inoltro degli inviti in simbiosi con quelli del riuscitissimo Raduno Interregionale
del Nord Italia.
Il Presidente Langella ha già formalizzato la proposta di elevare la manifestazione a livello di
“Pellegrinaggio Nazionale” con una serie di iniziative collaterali in grado di catalizzare intorno
all’evento la necessaria attenzione. La proiezione di un filmato, una conferenza mirata, la realizzazione di una “Campana del Dovere” che alterni i rintocchi con la declinazione di tutti i caduti
ai quali sono stati attribuiti Medaglie al Valore, a partire dall’alba, o dalla mezza notte con una
veglia notturna.
La funzione religiosa è stata officiata da Mons. Don Angelo Santarossa, già Cappellano Militare
dell’8^ Brigata di stanza a Pordenone fino agli anni ’90. Commovente la testimonianza del bersagliere Giacinto comm. De Anna, padre dell’Assessore, che porta sul corpo le ferite dell’esperienza
bellica di El Alamein. <<Mai più guerre …>>, questo è il messaggio di pace che ha voluto lasciare
nel tempio gremito, in un luogo dove hanno trovato dimora i resti di tutti i caduti di questa triste
pagina di storia.
Il bersagliere Adriano Gen. Bidin, coadiuvato da Pier Giuseppe Baroncini, nella circostanza, davanti
al cippo della “Divisone Celere” ha intrapreso l’iniziativa di gemellarsi con la sezione di Ferrara
del Presidente bersagliere Francesco Gen. Scaramagli.
L’appuntamento è dunque all’anno prossimo, con l’auspicio che il teatro nel quale questo avvenimento si “consuma” sia quanto più all’altezza dello spessore del sacrificio degli uomini che hanno
lasciato nelle mani del Signore la loro gioventù, e con essa, la speranza di un mondo migliore
... e di una Patria all’altezza dei figli che per essa hanno dato la testimonianza più alta che un
uomo possa dare: la propria vita!
Il Medagliere Nazionale seguito da quello Regionale.
Un passo dell’articolo del Vice Direttore del Periodico “ I Bersaglieri” Pio
Langella - ANNO 2° (1996) n° 2
Ci sentiamo forti e… fieri, fieri di
esserci. I nostri sguardi si incrociano
nella fredda, ma limpida mattinata.
Noi, portatori sani di quell’indomito
spirito di Corpo: un germe coltivato
nel cuore, ma assetato di umanità
che si quieta e si affranca solo nelle
piazze: Dove il radunarsi è un rito, il
sacerdote è uno di noi, il messale è
il compendio delle pagine più sacre
di una epopea della storia dell’ultimo
conflitto mondiale.
Alcuni di noi i testimoni, sempre meno!
Altri, più giovani, i custodi silenziosi e
coerenti della civiltà degli eroi, involontari o coscienti, che hanno recitato
il rosario della loro fede per la Patria
in aride ed ostili terre lontane.
Tra noi corre il filo sottile della complicità. E’ forse questo il segreto moto
dello spirito che ci porta ogni anno
a peregrinare all’interno del grande
monolite di pietra che è il tempio
sacrario di Cargnacco, dedicato
ai Caduti e dispersi nella grande
Russia…
Le autorità nella Cripta. Da sinistra Elio De Anna, Benito Pochesci, il Sindaco di Cargnacco, il
Comandante dell'11° rtg. e N.D. Dal Cin portatrice 2 M.O.
vivi Bersaglieri
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provinceUDINE
Pertegada
Lignano sabbiadoro
Sezione di
Il 5 giugno nel pomeriggio, si è svolta a Pertegada
,frazione di Latisana, la tradizionale cerimonia
in onore ai caduti di tutte le guerre e in ricordo
del 18° anno dall’inaugurazione del monumento
ai Bersaglieri realizzato dallo scultore Sergio
Della Mora di Jesolo, inaugurato il 24 maggio
del 1992. Numerose le Autorità presenti alla
cerimonia, in particolare il Sindaco del Comune
di Latisana Micaela Sette accompagnata dagli
assessori Simonin Ezio e Benigno Salvatore
nonché dal consigliere bersagliere Valvason
Angelo. Presente il Vice Sindaco del Comune di
San Michele al Tagliamento bersagliere Aggio Rino,
il consigliere del Comune di Lignano Sabbiadoro
Brini Massimo e il Maresciallo Luogotenente
dei Carabinieri di Latisana Burgaletta nonché
i vertici provinciali e regionali dell’A.N.B. Dal
presidente Regionale Pio Langella al provinciale
Borean Giorgio.
Numerosi i Labari delle varie associazioni d’arma presenti alla cerimonia
tra i quali citiamo quelli delle sezioni bersaglieri di Latisana, Codroipo,
Zoppola, San Michele al Tagliamento, San Giorgio di Nogaro e Pocenia
oltre a quello della locale sezione di Pertegada – Lignano Sabbiadoro
organizzatrice della cerimonia. A tutti un sentito ringraziamento per la
loro gradita partecipazione. La cerimonia iniziata con la deposizione di
un omaggio floreale al monumento degli Alpini e a quello dell’AVIS è poi
proseguita con lo sfilamento del corteo dal luogo dell’ammassamento
al Duomo di Pertegada dove Don Elio Baracetti ha celebrato la funzione
religiosa in ricordo dei caduti di tutte le guerre, terminata con la
benedizione della corona da deporre al monumento e la lettura della
preghiera del bersagliere da parte del Presidente provinciale Giorgio
Borean. La cerimonia religiosa è stata magistralmente accompagnata
dalle note e dalle voci del Coro di Pertegada diretto dal Maestro
Garbuio Claudio che al termine della funzione religiosa ha esibito
il suo repertorio di canzoni bersaglieresche particolarmente gradite
dal pubblico presente. La cerimonia si è quindi conclusa con l’arrivo
del corteo davanti al monumento dei bersaglieri dove dopo aver dato
l’onore ai caduti, accompagnata dalle note del Piave cantato dal Coro
di Pertegada, è stata deposta la corona. Momento questo sicuramente
più significativo e toccante della cerimonia. Belle e significative infine
anche le parole di affetto e di elogio espresse nei loro discorsi dal
Sindaco di Latisana Micaela Sette e dal Presidente provinciale Giorgio
Borean. La serata si è quindi conclusa con il tradizionale rancio
cremisi offerto a tutti i presenti alla cerimonia dalla locale sezione dei
bersaglieri di Pertegada – Lignano Sabbiadoro in allegria e serenità,
sempre accompagnati dalle allegre canzoni del Coro di Pertegada. Un
dovuto e sincero ringraziamento va poi a tutte le maestranze e alle
altre associazioni che hanno contribuito con il loro lavoro alla perfetta
riuscita della cerimonia.
Roberto Turolo
vivi Bersaglieri
provinceUDINE
FESTA DEI SANTI ERMACORA E FORTUNATO
PATRONI DELLA CITTA’ DI UDINE
Come ogni anno il 12 Luglio 2010 rappresenta
per la città e per l’arcidiocesi di Udine una data
importante , si celebra la solennità dei patroni
i Santi Ermacora e Fortunato . Per l’evento il
vicario Urbano Mons. Luciano Nobile ha esteso
un invito alle Autorità civili e Militari e a tutte le
Associazioni comprese quindi quelle d’arma ad
essere presenti al Solenne Pontificale in Cattedrale
tenuto da Sua Eminenza l’Arcivescovo Mons.
Andrea Bruno Mazzocato.
Pertanto la sezione bersaglieri di Udine non
poteva mancare all’importante evento. Il Labaro
portato dal bers. Pietro Raneri e accompagnato dal
Presidente gen. Adriano Bidin e dai bers. Araldo
Osti e Francesco Rinaldi con l’uniforme estiva ha
completato la folta schiera delle rappresentanze
d’arma udinesi. Tra le Autorità erano presenti il
Prefetto, il Sindaco, il Presidente della provincia
di Udine, e ufficiali in rappresentanza dei comandi
militari dei Carabinieri della Guardia di Finanza
e della Brigata alpina Julia.
Alle ore 10.40 ha fatto ingresso in Duomo il corteo
pontificale e l’Arcivescovo Mazzocato ha dato inizio
alla solenne Messa cantata dedicata ai Patroni
appunto i Santi Ermacora e Fortunato.
Durante l’omelia l’Arcivescovo ha rimarcato alla
numerosa cittadinanza presente la grande opera
di evangelizzazione dei
due santi nel territorio
della colonia romana
di Aquileia divenuto
successivamente Patriarcato con a capo
il primo patriarca appunto Ermacora. Il loro
encomiabile operato
risulta ancora attuale
e costituisce in ogni
attività per importante
riferimento a tutta la
comunità udinese. Al
termine della S. Messa
l’Arcivescovo ha invitato tutti a disporsi all’esterno
del piazzale di fronte alla Cattedrale per la Benedizione solenne. La Sezione bersaglieri ha avuto
il grande onore di avere tra i ranghi proprio S.E.
l’Arcivescovo , bersagliere tra i bersaglieri, come
testimonia l’immagine sotto riportata .
auguri natalizi della Sezione
bersaglieri di Udine
Ore 10.30: al Parco della Rimembranza, si riuniscono
davanti al monumento i bersaglieri della sezione
di Udine. Dopo l’abbondante nevicata del giorno
precedente tutto è ammantato di bianco e il grigio
della pietra del monumento risalta nel biancore
tutto introno e mostra le sue splendide forme. La
temperatura è sotto lo zero ma un tiepido sole
riscalda leggermente l’aria ma non impedisce
al capannello dei bersaglieri accompagnati dalle
consorti di prendere posizione. il presidente fa
sistemare il labaro e la bandiera per la breve cerimonia, organizzata in memoria dei bersaglieri della
sezione che non sono più presenti. Il bersagliere
Previato è alla base dell’asta e il bers. Ranieri dalla
parte opposta con il labaro della sezione .
Ore 10.45: il Presidente gen. Bidin ordina l’alza
bandiera, dopo aver dato l’attenti ai bersaglieri
CAPPELLARO,CHIARANDINI, PENOLAZZIU, RINALDI
e ZULLO. Molti altri non erano presenti per via del
maltempo Poi una corona a ricordo dei caduti viene
depositata dai bersaglieri Cappellaro e Rinaldi.
Nel minuto di silenzio, tra la commozione di tutti,
il presidente cita i nomi dei bersaglieri Giuseppe
Zamboni, Mario pugnale , Luigi Fasan, Dante
Buiese, Giovanni Beltramini, Vittorino Codutti,e
Federico Valussi che non sono più tra le file delle
sezione. Con la deposizione della corona termina
la breve cerimonia che lascia nell’animo dei partecipanti un’intensa immagine di un paesaggio
insolito; il giardino ed il monumento imbiancati in
ampio contrasto con il verde dei pini circostanti. Il
tricolore della bandiera e della fascia della corona
ben risalta in questo paesaggio che apre alle
festività natalizie.
Ore 12 : tutti al Santuario della Madonna delle
Grazie per la messa concordata e dedicata proprio alla sezione di Udine. L’officiante durante la
propria omelia pronuncia belle parole a riguardo
dei bersaglieri della sezione e più in generale a
tutti i bersaglieri che sono impegnati in servizio
in patria e all’estero, come poi ha ricordato il
presidente della sezione, in missione nei teatri
dei Balcani, del Medio Oriente ed in Afghanistan . I primi banchi sono occupati proprio dai
bersaglieri e soci simpatizzanti e assistono con
vivi Bersaglieri
ai due lati dell’altare il labaro sezionale e quello
dell’Istituto del Nastro Azzurro , al santo uffizio .
Al termine il sacerdote dopo la comunione da la
parola al Presidente della sezione gen. Bidin per
declamare la preghiera al bersagliere. Il gen. Bidin
ringrazia per lo spazio concesso e rivolgendosi
all’assemblea ricorda i soci che sono deceduti
negli ultimi anni e poi legge per la prima volta la
preghiera alla Madonna del Cammino eletta dal
Papa Giovanni Paolo II° Patrona del Corpo dei
Bersaglieri. Terminata la s. messa vengono scattate
alcune foto con sacerdote officiante ed il gruppo
dei bersaglieri con i due Labari .
Ore 13 Pranzo sociale come programmato alla
Trattoria “ai Chianti” . Pranzo che vede la presenza
della madrina Marialuisa Bacco Baruzzo con il
marito Italo il cui contributo alla realizzazione del
monumento ed alla sua inaugurazione è stato
determinante, come ha ribadito il Presidente nel
suo discorso di presentazione del nuovo calendario
2011. Nel ricordare l’impegno del raduno nazionale
a Torino che avverrà nel giorno della fondazione del
Corpo ed il sostegno alla sezione nelle prossime
attività del nuovo anno il presidente ha rinnovato
gli auguri per le festività in arrivo di Pace e serenità
in buona salute.
Gen. Adriano Bidin
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provinceUDINE
CAPORETTO
Marina Simeoni
A
con il console generale d’Italia,
la bersagliera
Sabato 23 ottobre ore 10.00, Sacrario italiano.
Il console generale d’Italia a Capodistria in Slovenia signora Marina
Simeoni, ha organizzato l’annuale cerimonia in onore ai 7000 caduti italiani durante le battaglie della I^ GM avvenute nell’alta valle
dell’Isonzo. Erano presenti anche l’Ambasciatore Italiano, dott. Alessandro Pietromarchi, a Lubiana, un Rappresentante di Onorcaduti del
Ministero della Difesa, autorità civili italiane (i prefetti delle provincie
di Udine, Gorizia, Trieste, i sindaci di Cividale e Gorizia ) e slovene (
Vicepremier della Slovenia, il prefetto di Tolmino,il sindaco di Caporetto),
delegazioni dei comuni delle valli del Natisone, dell’Ass. naz. Bers di
Udine, Cividale del F. , di Rivignano, Di S.Giorgio di N.,di Latisana, di
Pertegada e di Codroipo, dell’A.N.A. di Cividale, di Udine, dell’Ass.
Naz. della Fanteria, degli Artiglieri, dei Finanzieri, dei Carabinieri e
Famiglie Caduti e Dispersi in guerra. Soprattutto era presente per la
prima volta la fanfara bersaglieri in congedo di S.Giorgio di Nogaro,
il medagliere regionale dell’A.N.B. ed il Labaro della provincia di
Udine, entrambi
scortati dal presidente provinciale bers. Giorgio Borean e dai bers.
della sezione di S.Giorgio di N..
Per la sezione bersaglieri di Udine, oltre il presidente, erano presenti i bersaglieri Pietro Raneri, Piergiuseppe Baroncini, Araldo Osti
(alfiere ), Massimo Penolazzi, Nantes Previato, Paolo Chiarandini e
Paolo Zullo.
La cerimonia è iniziata con un breve intervento dell’Ambasciatore
Italiano che ha rimarcato l’importanza della Memoria di quanto tra
il 1915 e il 1918 era avvenuto in questo Territorio, ove nei monti
circostanti si sono confrontati italiani ed austroungarici in strenue
sanguinose battaglie. La Memoria va recuperata e trasmessa ai giovani ,a tutti i giovani, soprattutto alle scolaresche italiane e slovene
perché venga capito e rispettato il grande sacrificio anche della vita
sopportato dai soldati a confronto. Sacrificio che ha portato a godere
della Pace odierna.
Al termine del’intervento il Gen. Adriano Bidin, presidente della sezione
Slovenia - Caporetto, 23.10.2010 – introduce la cerimonia il Console generale d’Italia
in Slovenia, Marina Simeoni.
bersaglieri di Udine,ha ordinato gli “ONORE AI CADUTI” consentendo
così la deposizione di varie corone sotto la lapide celebrativa sulla
scalinata alla base del Sacrario, accompagnate da autorità civili e militari
italiane e slovene mentre aleggiavano nell’aria le note struggenti del
“VA PENSIERO” suonato dalla Fanfara e del successivo silenzio.
Gli addetti alla Corona di alloro del Consolato, per volere dello stesso
Console generale, sono stati i bersaglieri Berto e Previato . Al termine
tutti gli astanti preceduti dai Labari, dai Gagliardetti e dalle Bandiere
delle associazioni d’arma italiane hanno raggiunto la cappella sulla
sommità dell’Ossario per la celebrazione della santa Messa a suffragio
ai 2748 caduti noti e 4252 ignoti custoditi dal Sacrario. Un’analoga
deposizione di Corone ai Caduti Sloveni è avvenuta nel vicino cimitero
alla presenza delle massime autorità italiane e slovene. Dopo il silenzio
suonato da un trombettiere bersagliere il coro degli Alpini della sezione
di Cividale ha dedicato un canto suggestivo di commemorazione.
Successivamente il console Generale d’Italia e l’Ambasciatore Italiano
hanno offerto agli ospiti presenti un cospicuo rinfresco a buffet presso
il ristorante “da Franco” a Staro Selo una frazione di Caporetto.
Merita sottolineare che il Console italiano, signora Marina Simeoni, ha
dimostrato grande gioia a vedere i bersaglieri e soprattutto la fanfara
friulana perché gli hanno ricordato il periodo passato da ragazzina a
Pordenone quando lo zio era appunto Colonnello Comandate del “Grande
8°”. “Magari potessi risentire le note di Flick e Flock il prossimo anno,
aveva esternato il console l’anno scorso per l’analoga cerimonia, così
si potrà creare un’atmosfera meno triste.” Ora, che il suo desiderio è
stato esaudito, la massima felicità della bersagliera Simeoni è stata
espressa quando è stata attorniata dai bersaglieri della fanfara ed
avvolta dalle note di Arrivederci Roma.Grande successo ha riscosso
la stessa fanfara che in precedenza nella piazza centrale di Caporetto
si era esibita in un breve concerto offerto alla cittadinanza slovena
, suonando le classiche canzoni della tradizione dei fanti piumati.
Concerto ovviamente ripetuto in onore alla bersagliera Marina Simeoni,
console generale a Capodistria a Staro Selo.
Slovenia - Caporetto, 23.10.2010 – la fanfara bersaglieri di S. Giorgio di Nogaro.
vivi Bersaglieri
provincePORDENONE
50° della Sezione di Zoppola
RADUNO INTERREGIONALE
DEL NORD italia
Alle soglie del 50esimo anniversario della fondazione della sezione bersaglieri di Zoppola, i bersaglieri del Nord si sono
dati appuntamento in una “sagra bersaglieresca”, come in origine, intorno all’altare delle nostre memorie alla presenza
delle più alte cariche associative e delle amministrazioni fino a livello regionale.
La Fanfara di Vicenza.
16 GIUGNO: CONFERENZA STAMPA - il cav. Guerrino Bragato presenta il numero unico edito per
la circostanza. Da sx Giuseppe Iacca, Benito Pochesci, il Sindaco Angelo Masotti Cristofoli.
Un raduno di grande spessore che si è sviluppato in cinque giornate caratterizzate
da eventi di natura storico culturale, sportivi, convivi e concerti. Il 16 giugno,
presso il Comune di Zoppola, la conferenza stampa di presentazione, presenti
il sindaco della città dr. Angelo Masotti Cristofoli, il Presidente Nazionale dei
bersaglieri gen. c.a. Benito Pochesci, il Pres. Interregionale Ennio Betti, il Pres.
Regionale gen. Pio Langella, il Pres. Provinciale gen. Giuseppe Iacca e della
sez. di Zoppola cav. Guerrino Bragato – il Consigliere Nazionale Vezio Vicini,
ufficiali e sottufficiali dell’ 11° Reggimento Bersaglieri, le scolaresche ed
insegnanti che hanno contribuito alla realizzazione di un magnifico opuscolo
celebrativo dell’evento e dei 50’ anni della sezione di Zoppola, tanti bersaglieri
tra cui spiccava la figura del sempre gagliardo Cinto De Anna presente a tutte
le manifestazioni in programma.
l’intera manifestazione, fortemente voluta dal coriaceo Presidente della
Sezione cav. Guerrino Bragato che l’ha gestita con la sua sezione in osmosi,
è stata coordinata sotto il profilo strategico, dal Presidente Provinciale bers.
Gen. Giuseppe Iacca con l’ausilio del suo Direttivo. Coinvolte tutte le sezioni
della Provincia.
dell’8° - è intervenuto il Presidente della sez. che in particolare ha ringraziato
il Sindaco e la Presidenza Nazionale per il sostegno ricevuto per condurre a
termine il progetto programmato.
Anche il Presidente Nazionale si è detto soddisfatto per il risultato conseguito in
relazione ai tempi che si stanno vivendo. La presentazione ufficiale della figura
di imelio è stata tratteggiata con un originale intervento dal maestro col. Bacci
che ha contornato il suo intervento con aneddoti su Imelio ed interventi della
fanfara di Vicenza che suonava pezzi composti dallo stesso Imelio – fanfara
di vicenza perchè anch’essa intitolata al maestro Luigi Imelio – momento
emozionante è stato quando il pubblico presente ha richiesto la direzione
di alcuni brani da parte del figlio Giancarlo che il capo fanfara di Vicenza ha
approvato con grande sensibilità.
Per concludere la serata l’atteso e graditissimo concerto della fanfara di
Vicenza che con il suo intervento ha suggellato una sorta di gemellaggio con
la sezione della città di Porcia.
Giovedì 17 giugno i riflettori si accendono su Porcia. Viene presentata
ufficialmente, presso il C di Porcia, la sez. bers. della città alla presenza
del primo cittadino Turchet, del Presidente Nazionale dei bersaglieri gen.
c.a. Benito Pochesci, il Presidente Interregionale Ennio Betti, il Presidente
Regionale gen. Pio Langella, il Presidente Provinciale gen. Giuseppe Iacca e
della sez. Ferdinando Pizzinato , il Consigliere Nazionale Vezio Vicini, ufficiali
e sottufficiali dell’11° Reggimento Bersaglieri e tanti bersaglieri delle varie
sezioni con i loro labari nonchè tanti amici che hanno conosciuto il maestro
Luigi Imelio – epico capo fanfara dell’8° Bersaglieri – cui è intitolata la stessa
sezione di Porcia.
Alla presenza del figlio del citato maestro – Giancarlo, anche lui capo fanfara
Il 18 giugno non poteva che essere vissuto con i cugini in armi dell’11°
reggimento. L’unica unità bersaglieri in armi del Centro Nord Italia, di stanza
nel Comune di Zoppola.
I bersaglieri del Friuli Venezia Giulia e delle regioni limitrofe hanno festeggiato
il 174° anniversario della costituzione del corpo con i bersaglieri in armi
dell’11° Reggimento Bersaglieri della Brigata Ariete.
Dopo gli onori ai caduti si è sviluppata la tradizionale parata bersaglieresca che
ha avuto il suo culmine con la sfilata di corsa dell’intero reggimento e di tutti
i radunisti intervenuti. un bagno di piume e labari cementati dagli incessanti
squilli della fanfara dei bersaglieri dell’Ariete.
L’allocuzione celebrativa è stata tenuta dal comandante del reggimento col.
Salvatore Patanè ed alla cerimonia, tra le autorità erano presenti il Prefetto di
Pordenone,il comandante della Brigata Ariete, i sindaci di Zoppola e Casarsa,
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18 giugno alla Leccis.
18 giugno alla Leccis.
Presentazione della Sez. di Porcia alla cittadinanza.
il Presidente Nazionale dell’associazione e tutti
i vertici regionali, provinciali e delle sezione dei
bersaglieri. Nel corso della cerimonia momento
significativo è stata la consegna di due Medaglie
al Valore date al luogotenente Morciano ed alla
caporal maggiore Di Pietro dell’11° Bersaglieri
per significativi atti di valore compiuti in servizio
e fuori servizio.
Nel pomeriggio presso il museo del Friuli occidentale
di Ligugnana di San Vito al Tagliamento è stata
inaugurata la sala dedicata ai mitici capi fanfara
dei bersaglieri Imelio e Bertuzzo. La giornata si è
conclusa con un simpatico convivio cremIsi presso
il parco della villa Correr-Dolfin di Porcia il cui scopo
è stato anche quello di promuovere solidarietà nei
confronti dei meno fortunati.
19 giugno. E’ Casarsa che prende il testimone e
aggiunge un nuovo tassello al mosaico che troverà
a Zoppola la sua degna conclusione.
Alla presenza di numerose autorità, il Prefetto
Galante, l’Assessore Regionale De Anna, il Vice
Presidente Provinciale Grizzo, il Sindaco di Casarsa
Tubaro, il comandante dell'11° Reggimento Bersaglieri Patanè e Tanti bersaglieri con i loro labari di
sezioni, provinciali e regionali, in mattinata, dopo
gli onori ai caduti, resi dalla fanfara dell’Ariete, è
stato benedetto il Labaro della sezione bersaglieri
cittadina.
Momento toccante della cerimonia è stato l’apposizione della Medaglia d’Argento al Valor Militare
dell’eroe locale Arturo Da Col, effettuata dalla figlia
signora Dina che ha inteso farne dono alla sezione
intitolata appunto alla memoria del padre.
Dopo un breve ed apprezzatissimo concerto della
fanfara Ariete in piazza Italia, tutti i convenuti si sono
diretti presso il teatro Pasolini dove il Presidente
dellla sezione Bersaglieri di Casarsa, Michele
Americo, ha presentato la sezione ed illustrato la
figura di Arturo Da Col.
Tutte le autorità presenti hanno rivolto il loro indirizzo
di saluto ed hanno avuto modo di sottolineare,
apprezzandole, le virtù ed i valori espressi dai
bersaglieri indicandoli quali esempi da seguire
anche e soprattutto in momenti incerti come gli
attuali.
Il prof. Tamassia, docente di diritto presso l’università
di Cassino, ha quindi tenuto la programmata relazione
avente per tema “I MILLE, L’EUROPA E IL MONDO
- STORICITA’ DI UN PROCESSO UNITARIO”.
L’avvincente orazione e l’attualità del tema trattato
hanno riscosso grande interesse ed unanimi consensi tra il pubblico.
Nel pomeriggio a San Vito, presso il Campus Gallo
Cedrone la parentesi sportiva legata alla presen-
Sale Imelio e Bertuzzo al museo. Madrina la Signora Lucilla
Tesolat, Moglie del compianto Gianbattista Tesolat, figlio di bersagliere e tra i fondatori della Sezione di San Vito al Tagliamento.
tazione di una nuova disciplina legata ai disabili
in carrozzina. L’attività, per le precarie condizioni
meteo si è dovuta svolgere in due momenti. Una
prima presa di coscienza del campo di tiro da parte
degli atleti con disabilità in carrozzina per la verifica
delle possibilità tecniche per poter effettuare lungo
un itinerari su terreno vario dei tiri su bersagli 3D
tipici della Fiarc. Presso il campus “Gallo Cedrone” nella giornata deputata. L’attività di gara è
stata rinviata al 24 luglio a Spilimbergo. Nutrita la
partecipazione di atleti in carrozzina. Le Fiamme
Cremisi hanno dominato in quella circostanza la
Sala Imelio e Bertuzzo: il Presidente Nazionale ammira uno scorcio della sala.
vivi Bersaglieri
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scena della speciale classifica con il primo posto
di Giulio Basso, il terzo di Denis Vicentin, quarto
Claudio Pauletto. Il coronamento di questa iniziativa
si terrà nel veneto, a Vicenza, l’11, 12 dicembre,
con il 1° Campionato italiano INDOOR con questo
profilo innovativo.
In serata, poi, tutti a Zoppola a rallegrarsi e gioire
con le superbe esibizioni delle fanfare bersaglieri
di Pordenone, Ceggia, Vicenza e, quale gradita
sorpresa per il pubblico, l’intervento del coro di
Pertegada, molto apprezzato per la particolarità dei
canti presentati, tutti di natura bersaglieresca.
20 giugno. Nonostante la pioggia i bersaglieri
non si sono arresi. Alle 09.30 in punto, come da
programma, alla presenza del presidente della proPresentazione della sez di Casarsa.
vincia di pordenone Ciriani, del sindaco di Zoppola
Cristofori Masotti,del comandante la Brigata Ariete
gen. Camporeale e dell’11° Reggimento Bersaglieri col. Patanè e delle autorità bersaglieresche
fino a livello interregionale gen. Betti è iniziata la
cerimonia del raduno interregionale bersaglieri
del nord Italia.
Alzabandiera, onori ai caduti e scoprimento di un
artistico cappello piumato in ferro battuto - opera
dell’artista bers. Gianni Steolo di Ceggia - donato
alla città, il tutto con la sentita partecipazione di un
picchetto e della fanfara del citato 11° Bersaglieri.
E mentre accadeva tutto ciò, la efficiente organizzazione posta in essere dalla sezione di Zoppola
con in testa il dinamico presidente Bragato, un
vero diavolo a quattro, dal comandante la polizia
municipale di Zoppola e la collaborazione della
locale Protezione Civile, dirottava tutti i radunisti
ed il pubblico presso il palazzetto dello sport per
dar vita ad una cerimonia un po’ tutta da costruire,
ma già ideata nella mente degli organizzatori con
il Presidente Provinciale Iacca alla regia in stretto
contatto con lo speaker nazionale cav. Antonio Bozzo
vero artefice del palinsesto nato sul tamburo.
Una prova superba quella del cavaliere.
E come si suol dire “non tutti i mali vengono per
nuocere” al cospetto di gradinate stracolme di
pubblico, bersaglieri, sei fanfare (Trieste, Pordenone, Ceggia, San Giorgio di Nogaro, Vicenza
e dell’Ariete), con le autorità già menzionate, i
gonfaloni ed i sindaci di Maniago, Fiume Veneto,
Spilimbergo, San Quirino, Casarsa e Cordenons, i
labari delle associazioni d’arma e combattentistiche,
i medaglieri regionali dei bersaglieri del Piemonte,
Liguria, Lombardia, Veneto, Trentino, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia, gli oltre ottanta labari
provinciali e delle sezioni bersaglieri, si è svolta
una indimenticabile cerimonia, contornata da tante
note musicali e da una suggestiva cornice in cui
tutti i labari hanno simbolicamente cinto in un
fraterno abbraccio l’11° Bersaglieri che tra poco
inizierà un duro ed impegnativo addestramento
in previsione di un suo programmato impegno
in Afganistan. Tra le pedine più qualificate degne
di menzione la pattuglia storica della “Casa del
Immagini del raduno.
Immagini del raduno.
Presentazione della sez. di Casarsa – Apposizone della
Medaglia.
vivi Bersaglieri
bersagliere di Franco Vidotto” che alla voce del
suo pugnace condottiero comm. Franco Vidotto,
malgrado le codizioni meteo avverse, con i mezzi
storici ha raggiunto l’obiettIvo di poter essere tra
coloro che in quel di Zoppola hanno con orgoglio
potuto gridare: PRESENTE!
Gli interventi e le allocuzioni celebrative delle autorità
intervenute hanno tutte sottolineato ed evidenziato,
ancora una volta, una delle peculiarità dei bersaglieri,
il non arrendersi mai e riuscire sempre a trovare
la soluzione per qualunque avversità.
Una bella ed originale cerimonia che si è conclusa col superbo Inno Nazionale eseguito dalle
sei fanfare presenti, dirette dal 1° maresciallo
luogotenente Antonio Miele e cantato col cuore
da tutti i presenti.
Al termine tutti insieme a pranzo, ma anche in
questo caso, mentre si svolge la cerimonia si
deve cambiare posto per le cucine, ci si sposta
di cinque chilometri perchè il posto predisposto è
completamente allagato, dobbiamo fornire ulteriori
prove di efficienza?
Un sentito ringraziamento va a tutti, amministrazioni pubbliche e private, forze armate, cittadini e
bersaglieri che hanno creduto e sostenuto l’intero
programma delle cinque giornate del 50° sezione
di Zoppola.
Giuseppe Iacca
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provincetreviso
Raduno di Ponte di Piave,
Salgareda.
San Biagio di Callalta
Anniversario del sacrificio di Eros Perinotto, M.O. al Valor Civile
Avremmo potuto parlare del bersagliere Eros Perinotto nella rubrica “Profili di
Ieri” accostandolo alle personalità di rilievo che si sono distinte del Corpo dei
bersaglieri. Lo facciamo invece vincolandolo ad una celebrazione legata alla
terra trevigiana che lo ricorda ogni anno, per sentirlo sempre presente. E’ in
questa terra di lavoro che, attraverso il supremo sacrificio a favore del prossimo,
in circostanze di estrema emergenza, si è interrotta la sua giovane esistenza.
Correva l’anno 1966, alluvione del 5 novembre.
Le celebrazioni hanno avuto luogo il 23 e 24 ottobre. Il clou degli eventi nello
scoprimento della Lapide e Monumento posti nel luogo ove avvenne il sacrificio,
alla presenza di Autorità Civili, Militari, Religiose e del Presidente Nazionale Gen
C.A. Benito Pochesci.
Hanno fatto da cornice i bersaglieri della provincia di Treviso, del Veneto e alcune
sezioni del vicino Friuli Venezia Giulia. La fanfara di Jesolo il sabato, la fanfara
della “Brigata Ariete” e di San Donà di Piave. Il gruppo storico mezzi di guerra.
Hanno aderito con la loro presenza o loro delegati i sindaci dei comuni di Ponte
di Piave dott. Roberto Zanchetta, Salgareda dott. Vito Messina e San Biagio di
Callalta dott. Pinese Francesca. Il Col Patanè dell’11° Reggimento e del 132°
cr. Col Greco. La Croce Rossa, la protezione Civile e i Vigili hanno garantito la
sicurezza e l’ordinato sviluppo delle varie iniziative che si sono sviluppate nelle
giornate del week-end cremisi gestito ottimamente dal cerimoniere bers. Ten.
Antonio Antoniazzi. Speaker d’eccezione l’onnipresente cav. Antonio Bozzo,
divenuto Presidente della Regione Veneto, che come sempre ha ritmato con
la sua voce le varie fasi della manifestazione alla memoria della medaglia d’oro
Ero Perinotto. Il “Messaggero Cremisi”, attraverso l’allocuzione ufficiale tenuta
dal Consigliere Nazionale Gen. Vezio Vicini, intende far memoria di questo eroe
del nostro tempo perché sia di viatico alle giovani generazioni.
“Siamo riuniti oggi per ricordare quel lontano novembre 1966, quando il
Piave ruppe gli argini a Negrisa, a Sant’Andrea di
Barbarana e Zenson; per ricordare le ventisette
vittime di quei tragici frangenti; per ricordare un
ragazzo, un soldato, un Bersagliere, Ero Perinotto,
che pochi giorni prima, il 18 ottobre, aveva compiuto
21 anni, e che sacrificò la propria vita per un atto
di estrema generosità, di altruismo, di amore, di
eroismo. In servizio al XXXVIII° btg. B. del 132° rgt.
cr. Di Aviano con l’incarico di radiofonista, sarebbe
stato congedato un paio di settimane dopo, ma
la signora con la falce aveva deciso, quel tragico
5 novembre, di porre fine alla sua giovinezza, ai
suoi sogni, alla sua speranza di un futuro sereno e
laborioso, precipitando in una inconsolabile tragedia i
genitori ed i familiari. Una tragedia che non può essere
compresa a fondo se non da coloro che ha non figli,
un amore crudelmente percosso, un sentimento di
solitudine e rimpianto che li ha accompagnati tutta la
vita. … Io sono testimone di quanto i giovani siano
capaci di vero altruismo avendo operato con loro
al Vajont, a Firenze, in Friuli, e ne ho ammirato e
mi hanno commosso la loro abnegazione ed il loro
amore. Eros Perinotto era un generoso e questa
sua dote lo ha portato all’estremo sacrificio, in una consapevole scelta, come
si evince dagli avvenimenti di quella terribile giornata. Il suo plotone, al comando del Ten. Gianfranco Scaglione su allarme, aveva lasciato Aviano. Viene
subito impiegato con i tre cingolati, di cui uno si ferma di riserva nella zona di
Levada. Perinotto rimane ad Oderzo con i ruotati, ma è deluso, amareggiato.
Vuole essere di aiuto: questa è la sua terra, questa è la sua gente, il Piave è
il suo fiume dell’infanzia. La necessità di soccorrere una donna che sta per
partorire impone l’utilizzo anche del terso cingolato fermo a Levada, ma con
la radio in avaria. Perinotto si fa avanti, fa presente che dispone di una radio
di riserva, si offre per raggiungere il mezzo e sostituire l’apparato, cosa che si
attua in tempi brevissimi. Il carro quindi scende nell’acqua che è sempre più
impetuosa, il cingolato sempre meno stabile, si alza e si abbassa sulla corrente,
mentre il capocarro cerca di raggiungere la località dove aiutare la gestante. Poi
uno schianto, il motore si ferma, tutto gira vorticosamente, il mezzo s’inclina,
entra nel pieno della corrente, se ne va veloce, inarrestabile, ingovernabile.
“Abbandonate il mezzo”, ordina il capo carro ed i Bersaglieri si lanciano fuori.
Ma Perinotto è fermo alla radio, sa che il suo dovere è comunicare la posizione
e lo stato di emergenza sì che i suoi commilitoni possano essere soccorsi. “Vai”
gli dice ancora il capo carro e lo afferra per un braccio, ma un altro colpo lo
scaraventa fuori. Perinotto è solo, l’acqua gli sale intorno, il mezzo si rovescia,
affonda e Perinotto con esso. Sarà il Ten. Scaglione il primo a raggiungere il
carro sprofondato nell’acqua, sarà lui a recuperare i Bersaglieri aggrappati ai
rami degli alberi. Li conta, ne manca uno! Si getta in acqua, cerca più volte di
entrare nel carro, inutilmente. Lo salveranno appena in tempo, quando stava per
annegare paralizzato dal freddo. Ma Perinotto se ne era già andato, trascinato
dalla corrente del suo Piave. Il suo corpo fu trovato nel tardo pomeriggio del
sei novembre, a pochi passi dalla sua casa. Ecco, noi abbiamo potuto rivivere
come un prodigio un gesto eroico, abbiamo su
suggellato nobilmente un fiero e virile concetto di
vita, assolvendo un dovere sacro, compiendo con
lo stesso ideale di Perinotto il suo ultimo viaggio,
la sua ultima impresa, la sua ultima vittoria: quella
dello spirito. Siamo fieri e riconoscenti a questo
bersagliere e ne sentiamo dopo tanti anni, ancora,
tutto il luminoso splendore, raggiunto con il prezzo
più alto, la vita, offerta nel segno della fratellanza,
del senso del dovere, dell’amore. A lenire la pena
che opprime il nostro cuore pensando al sacrificio
di un giovane soldato, vi è la certezza che uomini
come Perinotto non ci lasciano mai. Il suo sorriso
vive e vivrà per sempre nel ricordo e nella gratitudine di coloro che gli devono la vita, nella costante
presenza nel cuore del fratello e della sorella, nella
ammirazione eterna che si deve agli eroi, nella pietà
riconoscente di coloro che, passando accanto al suo
monumento, gli dedicheranno una preghiera. Viva
sempre la memoria dell’esempio del Bers. Eros
Perinotto. Viva l’Italia. Vivano i Beraglieri.
vivi Bersaglieri
Bers. Gen. Vezio Vicini
regioneveneto-friuli venezia giulia
VENETO
BOZZO ELETTO
PRESIDENTE
CONGRESSO REGIONE
IL CAV. ANTONIO
Il giorno 30 ottobre scorso si è svolto a
Mestre il Congresso Regionale dell'Associazione Nazionale Bersaglieri alla
presenza dei Presidenti delle 70 Sezioni
in rappresentanza dei quasi 4000 bersaglieri iscritti.
Il Congresso, il primo svoltosi con queste
modalità dopo l'approvazione del nuovo
Statuto, ha portato all'elezione di 9 Consiglieri
guidati dal Bers. Cav. Antonio Bozzo, il più
giovane Presidente Regionale d'Italia che
è anche lo speaker nazionale dei raduni
bersaglieri. Bozzo diviene così il custode di
uno dei Medaglieri più decorato d’Italia: 6
croci Ordine Militare d’Italia, 13 Medaglie d’Oro, 162 Medaglie d’Argento
e 199 Medaglie di Bronzo e 253 Croci al Valor Militare.
Vice Presidente il Bers. Gen. Elio Ricciardi. Consiglieri Bers. Ten Ezio
Bressan, Bers. Ten Antonino Antoniazzi, Roberto Peruzzi, il cav. Antonio
Barbieri, Renzo Zerbinati, Enrico Zago, Paolo Nicoli. Nominato Segretario
il cav. Renzo Battistella.
Grande è stata la soddisfazione del nuovo Presidente, che già nel suo primo
intervento ha sottolineato la linea di condotta da seguire per il prossimo
triennio, come ad esempio l'informatizzazione della Regione, nuove iniziative
dei bersaglieri nelle attività sociali e solidali, il rilancio dei valori legati al
bersaglierismo e dettati nel decalogo del fondatore nel 1836 Alessandro
Ferrero de La Marmora.
La Regione ANB Veneto si propone con i 2 grossi raduni in programma
nel 2011, a carattere regionale per Piove di Sacco e Interregionale Nord
per Vazzola e i ben 5 raduni provinciali, di lasciare un segno indelebile
nei festeggiamenti per la ricorrenza dei 150anni dell'Unità d'Italia; alcune
iniziative sono già partite come le lezioni didattiche tenute in alcune scuole
a Chioggia in occasione della Festa Cremisi, oppure per altre manifestazioni
in programma per il 2011 dove è stata richiesta la presenza dei "Fanti
Piumati" ed in particolare delle loro fanfare (ben 8 ve ne sono nel Veneto);
molte richieste sono giunte dai Dirigenti scolastici.
Le fanfare ripercorreranno cronologicamente le tappe essenziali della
storia del nostro paese attraverso una serie di brani musicali (bersagliereschi e non) accompagnati da una narrazione per spiegare i vari
riferimenti storici.
L'anno 2011 sarà colorato di cremisi, il colore dei bersaglieri.
REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA
Congresso:
Pio Langella
Presidente
Il 12 dicembre a Pordenone, si è tenuto il Congresso
Regionale che ha per la prima volta portato ai
vertici due bersaglieri della destra Tagliamento.
Riconfermato alla Presidenza il Generale Pio
Langella, Vice il Generale Francesco Miccoli. uniti
dallo stesso corso d’Accademia. Corso che ha
espresso l’attuale Capo di Stato Maggiore della
Difesa Gen. C.A. Biagio Abrate.
Vi sono le premesse per una progettualità, di alto
profilo. Consiglieri il Vice presidente della sezione
di Trieste Mario Verdoglia, Renzo Mucchiut da
Gorizia, Adriano Bidin e Giuliano Cappellaro
da Udine, Giuliano Romanello da Codroipo. Il
Presidente ha poi nominato Segretario Tommaso
Angelillo, amministratore Riccardo Sagripanti e
addetto informatico Mario Biscotti.
Langella è una figura eclettica nello scenario
dell’associazionismo. Aquila d’argento del Coni,
le sue Fiamme Cremisi sono impegnate su 15
discipline (Un Vice titolo Europeo, 7 nazionali,
altri regionali), catechista del gruppo di preghiera
di Padre Pio, laureato in Teologia e Promozione
Umana primo corso di Padre Sorge, autore di
libri a carattere storico: il suo ultimo lavoro
“la storia di Garibaldi attraverso i francobolli di
tutto il mondo” ha ottenuto il premio alla cultura
Comune di Roma. E’ legato da anni alla Società
Italiana per la Protezione dei Beni Culturali Nel
servizio attivo è stato per quattro anni Presidente
del COIR del 5° Corpo d’Armata, fondatore della
fanfara dell’11° ciclisti, ha proposto, nel ’92 a
Caserta, i bersaglieri a cavallo delle moto enduro
in versione militarizzata ben cinque anni prima
che lo Stato Maggiore le acquisisse. Nominato
Colonnello Garibaldino in quel di Caprera, è
membro dell’Istituto Internazionale Studi Giuseppe
Garibaldi. Langella ha anticipato gli obiettivi da
perseguire a medio termine: La nascita di una
rivista associativa a tiratura transnazionale,
veicolata anche attraverso il web; Il pellegrinaggio nazionale (giornata del ricordo dei caduti e
dispersi in Russia) a Cargnacco; la costituzione
di una fanfara con ambizioni transnazionale; la
creazione di un’agenzia di collegamento con
vivi Bersaglieri
l’11° reggimento bersaglieri per ottimizzare
le sinergie già esistenti con i cugini in armi; lo
sviluppo del Museo Storico del Friuli Occidentale
di San Vito al T.; la nascita di una palestra a cielo
aperto Enrico Toti per disabili presso il “campus”
dell’associazione d’arma sito a Rosa di San Vito
al T.; un nuovo raduno nazionale entro 4 anni in
quel di Sacile Gorizia o Udine.
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provincevenezia
La breve storia di un italiano qualsiasi:
Un bersagliere!
lessandro Claudio Gasparoni, il più vecchio
bersagliere della sezione di Portogruaro, ha partecipato a moltissimi raduni e quella di Napoli è
stata l’ultima sfilata di corsa. Anche se ora deve
accontentarsi di camminare, è comunque orgoglioso di essere un bersagliere, come suo papà,
portaordini all’Ortigara. Nel 1944 incominciò la sua
disavventura sotto i tedeschi. Fame, fatica e tanti
episodi che meritano tutti di essere raccontati ….
Nel dopoguerra, per “azioni di pace” ha meritato il
plauso dei concittadini.“Sono passati cinquant’anni
da quando abitavo in una bonifica, distante otto
Km dal paese: trentotto famiglie vivevano sparse
nella campagna in baracche di legno, senza acqua
potabile né linea elettrica e dove gli stradoni, con la
pioggia si riempivano di buche profonde e fango.
A quei tempi io ero l’unico a possedere un’automobile, una “giardinetta” di legno, così dal 1952
al 1962, tutti bussavano alla mia porta di giorno
e di notte, ogni volta che c’era bisogno: quando
stava per nascere un bambino, andavo a prendere
la levatrice, in altri casi accompagnavo il dottore in
UN
visita agli ammalati e portavo i gravi in ospedale.
Quando pioveva era una vera impresa guidare
lungo gli stradoni sterrati, la macchina affondava
nel pantano ed ero costretto a chiamare un amico
che mi trainasse con i suoi due asini. Dopo 50 anni
mi sono ritrovato con 21 di quei bambini che ho
aiutato a nascere e quella dedica “Grazie per quello
che hai fatto per noi” mi ha commosso. Quello
che ho fatto, l’ho fatto con piacere, era per me
naturale aiutare chi era meno fortunato! Qualche
anno fa, a mia insaputa, un amico dell’arma, ha
fatto conoscere la mia storia al nostro presidente,
il perito Vincenzo Marsura. In data 19 marzo
2007, con mia grandissima sorpresa, durante la
cena annuale e in presenza di tutti i miei amici
bersaglieri, mi è stato assegnato un “Attestato di
Benemerenza” firmato dal Presidente Nazionale
dei Bersaglieri. La mia storia fu inviata anche al
Presidente della Repubblica e tempo fa, in municipio
a Concordia Sagittaria, sono stato insignito ufficialmente del titolo di “Cavaliere dell’Ordine al merito
della Repubblica italiana”. Sono molto entusiasta
per i riconoscimenti ricevuti, ringrazio coloro che
si sono adoperati affinché questo si realizzasse,
in particolare il nostro Presidente di sezione sig.
Marsura, il Presidente nazionale dei Bersaglieri,
il nostro ex Presidente C.A. Ciampi”.
Congratulazioni Cavaliere per una vita… di corsa, al servizio
degli altri.
BERSAGLIERE DI ZARA
Domenico ZONTA, per gli amici “ Nino Canae “ a Mirano
(VE) dove è nato il 10/4/1919 è stato uno dei personaggi
più conosciuti e stimati. Di lui si è sempre parlato con
rispetto, sia per il temperamento deciso e battagliero sia
per le sue caratteristiche fisiche che l’hanno accompagnato
per tutti i suoi 88 anni di vita. Ancora adolescente, iniziò a
lavorare presso la macelleria del padre, ma la sua passione
fu l’atletica: salto in lungo, salto triplo, staffetta svedese,
pugilato e calcio. Così a soli 17 anni fu selezionato per i
Campionati Italiani di Atletica, dove vinse con “ La Miranese
“ il campionato di calcio di 1^ categoria e primeggiò come
pugile nella locale palestra.
Non aveva ancora vent’anni quando fu chiamato per il
servizio militare nel corpo dei Bersaglieri di stanza a ZARA
ed anche qui conseguì un primato: fu Campione Italiano in salto mortale con la
mitragliatrice Breda 37 sulle spalle ( di kg.30 ). Per il coraggio e l’altruismo fu
insignito di n° 2 Croci al Merito e rischiò più volte la vita per i propri compagni.
Fu ferito dagli Slavi in una delle frequenti operazioni contro i partigiani nelle
innumerevoli isolette che costeggiavano la costa Dalmata. Domenico ricordava
tutto nel suo cuore con grande orgoglio, ma ne parlava solo se sollecitato e
con tanto pudore: “ ho fatto solo il mio dovere di uomo e di soldato “ diceva
con la solita modestia.
A guerra finita, dopo aver ricevuto diversi riconoscimenti civili e militari fra i
quali quello di cittadino Onorario di Zara per il lungo servizio militare svolto in
tale città (6 anni) con un riconoscimento economico perenne di £ 1.000 al
giorno, riprese la sua attività di commerciante e ricoprì la carica di Presidente
della sezione A.N.B. di Mirano.
Tanti sono i ricordi come l’elogio solenne ottenuto dal Generale De Bono
per quel salto mortale con la mitragliatrice che pesava 30 kg., mentre non
ricordava il nome di un altro alto ufficiale dei bersaglieri recatosi a casa sua
accompagnato dal maresciallo dei carabinieri affinché gli svelasse il segreto
di quel salto con capovolta.
Decedeva a Mirano l’11/12/2007e veniva accompagnato alla sua ultima dimora
da una folla immensa e da tanti cappelli piumati.
Bers. Giuseppe Bove
vivi Bersaglieri
provinceBOLZANO
arruolamento
Corpo
Adelino Ferrarin
Territori alpini e
nel
dei Bersaglieri
visti da
Bersagliere dell’8° dal novembre 1961 alla primavera del 1963
Da giovane sono stato uno dei pochissimi
bersaglieri a provenire dalla Provincia di
Bolzano.
Quand’ero militare e per un certo periodo
anche dopo, visto che tornando a casa non
avevo mai avuto l’occasione di incontrarne
un altro, m’ero fatto l’idea di essere un caso
raro. Oltretutto, le personali motivazioni per
le quali avevo richiesto l’arruolamento nei
bersaglieri, come l’attrazione verso le attività
sportive del Corpo dei bersaglieri e l’intensa
attività alle quali ogni bersagliere veniva
sottoposto, cosa alla quale io ero abituato fin
da giovane, mi avevano indotto a pensare di
essere uno dei pochissimi ad aver avanzato
una simile richiesta.
Alla fine della mia ferma, l’Aiutante di Campo
del Comandante l’8° reggimento al quale
sono stato in forza mi propose di associarmi
all’Associazione Nazionale Bersaglieri cosa
che accettai con entusiasmo.
Successivamente venni contattato da un bersagliere dell’ Associazione bersaglieri di Bolzano
e scoprii così che nella provincia di Bolzano
c’era un bel gruppo di persone che nell’ultimo
conflitto avevano combattuto da bersaglieri e
che dopo il conflitto parecchi reggimenti non
esistevano più. Così era successo anche dopo
la Grande Guerra!
25 anni dopo il mio congedo, nel 1988, in
seguito ad un infarto, mi sono ritrovato nel
Centro di Riabilitazione per cardiopatici di
Longostagno sul Renon. Un paesino collocato
tra Collalbo e Barbiano, in una zona isolata e
tranquilla poco frequentata dai mezzi motorizzati, un’aria purissima adatta a chi doveva
recuperare una certa normalità nella conduzione
della vita futura.
In quel Centro ho conosciuto molte persone che
come me avevano avuto qualche disavventura
cardiologica e avevano tanta voglia di continuare
a vivere e socializzavano in allegria.
Una sera decidemmo di organizzare una cenetta
in una “Gasthaus”, osteria/trattoria, che si
trova sul percorso che a piedi dalla stazione
ferroviaria di Campodazzo porta a Longostagno
e Monte di Mezzo, sul Renon.
La signora Zilli e Thomas, i proprietari del vecchio
locale che si trova ai piedi della collinetta dove
è situata una meravigliosa e piccolissima ma
storica Chiesa, erano divenuti nostri amici e
accettarono di buon grado ad ospitarci.
Quella sera eravamo una quindicina, tutti provenienti da località diverse dell’Alto Adige e con
una gran voglia di fare un po’ di baldoria.
Dopo cena e abbondanti libagioni con il vino
della casa, incominciammo a intonare qualche
canzone di montagna e naturalmente, visto che
io ero stato un bersagliere, qualche canzone
bersaglieresca.
Nella saletta erano presenti due anziane signore
che si sono messe a cantarle con noi con perfetta
intonazione e conoscenza dei testi.
Stupito di questo fatto chiesi alle signore
come avessero imparato le canzoni bersaglieresche.
Mi risposero che da bambine le avevano
imparate a scuola e le avevano cantate poi
con dei bersaglieri che avevano conosciuto
quand’erano ragazze.
Questa esperienza mi ha fatto riflettere e
cambiare la mia opinione sulla quantità di
bersaglieri del Trentino/Alto Adige.
Come Presidente della Sezione A.N.B. di Bolzano avevo iscritto alcuni entusiasti bersaglieri
Sud Tirolesi che erano appartenuti al 7° Rgt.
di Bolzano, ma non pensavo fossero stati
così numerosi! In seguito però ho imparato a
conoscere molti figli e parenti di bersaglieri
di quel glorioso 7° reggimento.
Da alcuni bersaglieri, amici miei, avevo appreso
le loro esperienze nella compagnia ciclisti.
Dall’attuale sede della Questura e Polizia di
Bolzano, situata in via Dante, allora sede del
7°, partivano pedalando per Lana e per Passo
Palade, una strada che subito dopo la guerra
io ricordo essere stata ricoperta di pietrisco di
porfido, e poi verso il Passo Mendola. In questo
tratto essi avevano sperato di poter affrontare
la discesa verso Bolzano ancora in bicicletta.
Invece, al Passo Mendola veniva dato loro l’ordine di fermarsi, ripiegare velocemente le loro
“carole” e porsele sulle spalle per proseguire
velocemente a piedi verso la città.
Arrivati alla periferia della città risistemavano
le ”cariole” e cantando percorrevano le vie
cittadine fino alla sede del 7° reggimento, una
vecchia caserma Austro/Ungarica.
Quel reggimento nel 2° Conflitto mondiale
fu per ben tre volte distrutto e ricostituito e,
vivi Bersaglieri
pur conoscendo che l’arruolamento al 7° era
avvenuto con giovani provenienti dal Veneto
e dalla Lombardia, molti, compresi giovani
di madre lingua tedesca, sicuramente erano
stati arruolati tra i giovani dei paesi e valli del
territorio alpino del Trentino/Alto Adige.
Va ricordato inoltre che in quel periodo l’8°
reggimento. aveva allora sede a Verona e il
3° a Milano.
Bers. Adelino Ferrarin
Presidente regionale A.N.B.
del Trentino Alto Adige
Bolzano e Trento. Sono le due province autonome del Trentino
Alto Adige a fregiarsi del titolo di città dalla vivibilità migliore
nel tradizionale rapporto realizzato dal Sole 24 Ore sulle 107
province italiane.
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provinceROMA
140° Anniversario XX Settembre
Celebrazione
Breccia
di
Porta
Pia
di Roma Capitale 17-18-19-20 settembre 2010
“L'Italia si desta, svegliate Roma". Era il 20 settembre del 1870
quando i bersaglieri - urlando questa frase - entrarono a Roma
grazie a una breccia di 30 metri, occupando la città che fu poi
annessa al Regno d'Italia. Quel giorno decretò la fine dello Stato
pontificio e del potere temporale dei Papi. L'anno successivo la
capitale d'Italia fu trasferita da Firenze a Roma (legge 3 febbraio
1871, n. 33).
Nel punto esatto in cui fu aperta la breccia, furono eretti il
monumento in marmo e bronzo per commemorare l'evento e il
Monumento al Bersagliere.
Quest'anno le celebrazioni hanno assunto un tono particolarmente
importante perché, per la prima volta, è stato presente il segretario
di Stato Vaticano, il Cardinale Tarcisio Bertone. Segno delle buone
relazioni tra Italia e Vaticano. Hanno partecipato, infatti, anche
il presidente Giorgio Napolitano e il sindaco di Roma, Gianni
Alemanno.
La Porta Pia è una delle porte che si aprono nelle Mura Aureliane
di Roma, divenuta particolarmente nota il 20 settembre 1870,
quando il tratto di mura adiacente la porta fu lo scenario della
fine dello Stato Pontificio.
Dopo cinque ore di cannoneggiamento, l'artiglieria del Regno
d'Italia aprì una breccia che consentì ai bersaglieri e ad altri
reparti di fanteria di entrare in città. Nel punto esatto in cui fu
aperta la breccia, una cinquantina di metri ad ovest della porta,
è stato eretto un monumento in marmo e bronzo; di fronte alla
porta, al centro del piazzale di Porta Pia, si trova il Monumento
al Bersagliere, opera di Publio Morbiducci, posto nel 1932 su
commissione di Mussolini. Alle 5 e un quarto del mattino del 20
settembre 1870 vengono sparati dall'artiglieria italiana i primi
due colpi di cannone contro le mura di Roma, all'altezza di porta
Maggiore e porta Pia, ai quali fanno seguito cannonate eseguite
con pezzi da nove. Il tenente De Buttet, dall'osservatorio di Santa
Maria Maggiore avverte immediatamente il ministero della Guerra
di piazza della Pilotta. Quaranta minuti dopo l'osservatorio vaticano
avvisa che il fuoco è più intenso tra porta Salaria e porta San
Giovanni, ma alle 6.35 appare continuo tra Villa Pamphilj e porta
San Pancrazio.
Pio IX è in piedi da due ore e si mostra molto calmo. In cuor suo
capisce che non sarebbe opportuno difendersi. E invece viene a
sapere che l'artiglieria risponde al fuoco tra Villa Carpegna e Villa
Pamphilj. Viene inviato il tenente Scenet a imporre di astenersi dal
rispondere alle cannonate; non serve a nulla. Piazza San Pietro
peraltro è presidiata da due compagnie di fanteria agli ordini del
colonnello Azzanesi, comandante della zona di Trastevere dal
Vaticano a Porta Portese. Tutto il corpo diplomatico arriva in
carrozza alle 7 a piazza San Pietro e viene fatto entrare nel palazzo
Apostolico; presenzia la messa officiata dal papa. Le cannonate
fanno tremare i vetri, ma Pio IX mantiene la più assoluta tranquillità
e appare anche sorridente. Dopo la funzione riunisce i diplomatici
nella biblioteca privata e pronuncia un discorso in cui denuncia
quell'assalto degli Italiani come "attentato sacrilego".
Il cannoneggiamento si fa più intenso da Porta Pia a Porta San
Giovanni. Il Papa vuole la resa e, assente il Kanzler, manda a
dire al colonnello Azzanesi di innalzare subito a bandiera bianca.
Al posto di una bandiera bianca viene innalzato sull'osservatorio
di San Pietro un drappo, attaccato alla croce, in modo che sia
visto su tutta la linea di assalto. Ma tarderà ad essere visto dalle
varie zone delle mura difese dai papalini. Intanto gli artiglieri
italiani risalgono su via Nomentana verso Porta Pia; con loro
è Edmondo De Amicis, in veste di giornalista. La Porta Pia si
distingue anche da lontano in fondo alla strada dritta. Si vedono
"le materasse legate al muro dai pontifici, e già per metà arse dai
nostri fuochi", ricorderà lo scrittore piemontese nel libro “Le tre
capitali”, e così pure "le colonne della porta, le statue, i sacchi
di terra ammonticchiati sulla barricata costrutta dinanzi". Due
pezzi dell'artiglieria italiana invece seguitano a tirare contro la
Il Papa Bersagliere.
Gli Zuavi.
vivi Bersaglieri
provinceROMA
La Fanfara di corsa al Quirinale.
porta e il muro "a poche centinaia di metri dalla barricata... Ad
ogni colpo un pezzo del muro o della porta viene giù". Secondo
una testimonianza dello zuavo pontificio Patrick Keyes O'Clery "la
breccia era difesa dalla quarta compagnia del secondo battaglione
degli zuavi e da due distaccamenti del primo battaglione, i quali,
in piedi sulle macerie, rifiutando di porsi al riparo, scaricarono
un fitto fuoco di fucileria sulle truppe che avanzavano compatte
verso di loro. Molti italiani caddero, tra i quali un maggiore dei
bersaglieri [Pagliari] e due ufficiali. La colonna esitò e cominciò
ad arretrare, ma quindici zuavi caddero feriti o mor ti sulla
breccia nel corso della sparatoria che durò solo pochi minuti".
Gli assalitori "tornarono alla carica. In quel momento un ufficiale
dello Stato Maggiore, inviato dal Maggiore De Troussures a Porta
Pia, giunse sulla breccia portando una bandiera bianca. Il fuoco
cessò e il tenente degli zuavi Mauduit espose la bandiera bianca
sulla breccia. Erano le dieci e dieci". Insieme al maggiore Pagliari
nel passaggio della breccia muore il tenente Augusto Valenziani,
romano, volontario dei bersaglieri, che sperava di riabbracciare
di lì a poche ore la vecchia madre. Invece il primo che supera la
breccia è il sottotenente Federico Cocito, al quale verrà data la
medaglia d'argento al valor militare proprio "per essere stato il primo
a superare il ciglio della breccia, mostrando sempre esemplare e
splendido coraggio". I morti tra i bersaglieri sono 49, tra i pontifici
19. La resa è a Villa Albani, dove si dirigono verso le undici tutti
i diplomatici per presenziare alla stesura degli accordi. "La città
di Roma, tranne la parte che è limitata al sud dai bastioni Santo
Spirito, e che comprende il monte Vaticano, il suo armamento
completo, bandiere, armi, magazzini da polvere, tutti gli oggetti
di aspettazione governativa, saranno consegnati alle truppe di
S. M. il Re d'Italia". Sancisce anche la nascita della Città del
Vaticano come nuovo stato della Santa Sede, che si rivelerà in
qualche modo più grande del precedente fino ad oggi.
Il Presidente Bentio Pochesci passa in rassegna il picchetto.
Battesmo delle Piume per il Sindaco Alemanno.
Bers. Vincenzo Iavarone
vivi Bersaglieri
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provinceNAPOLI/CASERTA/AVELLINO/BENEVENTO
Fanfara
and Emilio’s Team
l Fanfara and Emilio’s Team Caserta nasce dalla naturale fusione di due realtà con la medesima
passione (il calcio) e la medesima inclinazione (la solidarietà). L’Emilio’s Team e la Fanfara della
Brigata bersaglieri Garibaldi con la loro attività sinergica hanno saputo incastonare nel tessuto
sociale della Provincia di Caserta piccole gemme di bontà, ricevendo riconoscimenti da Autorità,
Istituzioni, Enti, Cittadini.
La passione per il calcio, l’eno-gastronomia, la goliardia, hanno reso possibile il cementarsi di un gruppo
forte, deciso, eterogeneo per composizione (militari, medici, paramedici, avvocati, imprenditori, pensionati, studenti, informatori scientifici, etc) che oggi , dopo l’inevitabile cut off di elementi non desiderati,
comprende solo Uomini e Donne con i loro limiti, i loro problemi, i loro difetti, ma accomunati dalla
onesta’ e decisi all’ assalto verso un futuro migliore.
Emilio Lombardi
Marco Di Lucia
Neurologo Emilio’s Team
Maresciallo Capo Capo Fanfara “Garibaldi"
“ROMA NOSTRUM”
Domenica 19 settembre ’10 a140 anni di distanza circa 5mila bersaglieri con i
loro Medaglieri e i loro Labari e zuavi, hanno sfilato su un lungo tappeto rosso
che partiva da sotto Porta Pia e procedeva per XX Settembre nel centro di
Roma per celebrare i 140 anni della Breccia di Porta Pia e di Roma Capitale.
Venuti da tutta l'Italia, i bersaglieri si sono dati appuntamento davanti al Museo
di Porta Pia.
Cospicua la presenza dei Bersaglieri della Regione Campania che hanno
partecipato alla Cerimonia con le Sezioni di Napoli, Caserta, Avellino, Benevento,
S. Giorgio del Sannio, Montella, Montelungo.
Con otto fanfare, una compagnia di zuavi francesi, un gruppo con divise
storiche di granatieri, cavalieri, artiglieri e tre gruppi di bersaglieri ciclisti il
corteo e' arrivato fino all'Altare della Patria per la deposizione della corona
d’alloro e gli onori ai Caduti.
All'altezza del Quirinale il corteo si e' fermato, rendendo onore al Capo dello
Stato con l'Inno di Mameli. Dopo aver percorso l'ultimo tratto di via dei Fori
Imperiali, il corteo e' arrivato di corsa al Vittoriano dove ad attenderlo c'era il
sindaco Alemanno che ha reso onore al Milite Ignoto insieme al Comandante
Militare della Capitale, il generale, Giuseppe Pilosio.
A Piazza Venezia c’era la scritta "Roma Capitale" con fiori gialli e rossi che
campeggiava nell'aiuola al centro della piazza, proprio sul prato.
C'erano tantissime persone, piazza Venezia era assediata da una moltitudine
di gente, venuta per vedere i bersaglieri e gli zuavi, con la loro uniforme
multicolore.
Il sindaco Alemanno ha detto "ai bersaglieri che lo hanno ringraziato per
l'ospitalità ha risposto: “Roma è vostra”.
Bers. Vincenzo Iavarone
vivi Bersaglieri
provinceNAPOLI/CASERTA/AVELLINO/BENEVENTO
vivi
bersagliereschi
Con
Un grande esempio di interazione e collaborazione tra gli stessi Bersaglieri in congedo e quelli in armi: le Sezioni di Napoli
e di Caserta dell’Associazione Nazionale Bersaglier i con la Brigata Bersaglieri Garibaldiil giorno 17 dicembre 2010 hanno
organizzato il “Convivio Cremisi”che ha avuto luogo, nella mattinata, a Napoli presso il Tunnel Borbonico e il pomeriggio a
Caserta presso il Circolo Unificato di Presidio.
Ritengo che sia importante e strategico, per
poter fare “massa critica” e far si che le Sezioni,
della nostra Associazione, possano avere un
ruolo da protagoniste nella loro ragione di
essere e di esistere, che le stesse abbiano
un atteggiamento più innovativo e quindi più
aperto e collaborativo. Infatti, se da un lato è
importante, per cercare di avere una presenza
capillare territoriale, avere delle Sezioni distribuite
su tutto il territorio, dall’altro lato, è pur vero
che, alcune sedi hanno solo qualche decina di
soci, non hanno una propria sede operativa e
la loro operatività è ridotta al minimo se non
azzerata, proprio per la scarsezza di mezzi,
soci e attività. Molte attività promosse dalla
maggior parte delle Sezioni hanno poca incisività
e quindi poca visibilità, proprio perché sono
organizzate in solitaria, organizzate anche con
uno spirito di chiusura verso le altre, quasi con
un atteggiamento di concorrenza.
Proprio per cercare una strada più innovativa
, anche sul tipo di attività proposta,sull’idea e
sotto la guida del Presidente Interregionale
Sud Gen. br. (a.r.) Angelo Agata, le Sezioni
di Napoli e di Caserta e con la grande e preziosa collaborazione del Comando della Brigata
Bersaglieri Garibaldi , hanno organizzato insieme,
collaborando e unendo i propri punti di forza, le
proprie esperienze e competenze e non ultimo
le proprie risorse la giornata del “Convivio
Cremisi” per il 17 dicembre 2010.
Questa iniziativa ha visto la partecipazione
come coordinatore il Presidente Regionale
Campania Gen. br. (a.r.) Nicola Palma,
come operativi i Presidenti Provinciali di
Napoli Bers. Ciro Lubrano e di Caserta
Bers. Cap. Vincenzo Sanguine e i Presidenti di Sezione di Napoli Bers. Vincenzo
Iavarone e di Caserta Bers. Luigi Abbro.
La giornata è stata sviluppata ed organizzata
su due eventi, uno al mattino a Napoli e l’altro
nel pomeriggio a Caserta.
Al mattino alle ore 10.00 presso il Tunnel
Borbonico, alla presenza del Gen. Zambuco,
in rappresentanza del Gen. c.a. Lops, e del
Col. Comandante dell’8° Rgt. Bers. Claudio
Minghetti, la Sezione di Napoli dell’Associazione Nazionale Bersaglieri ha commemorato il
Bers. Cap. Aurelio Padovani (1889 – 1926)
decorato con 4 Medaglie d’Argento al Valor
Militare, 2 Promozioni al Grado Superiore per
Meriti di Guerra, 4 ferite di Guerra, al quale
nel 1929 fu intitolata la Sezione di Napoli, una
delle prime Sezioni italiane che si costituirono
dell’Associazione Nazionale Bersaglieri ad opera
dei Reduci delle Campagne d’Africa del 1911
e della 1^ Guerra Mondiale 1915/1918. Nel
corso della Commemorazione è avvenutala
consegna del Labaro storico intitolato ad
Aurelio Padovani. Labaro originario (1928) della
Prima Sezione Bersaglieri di Napoli intitolato ad
Aurelio Padovani, primo presidente della stessa
Sezione, sottratto durante l’occupazione delle
truppe anglo-americane nell’ultimo conflitto
ed è stata scoperta una targa commemorativa
al busto del Bers. Cap. Aurelio Padovani e recuperato grazie all’opera del già Presidente
Regionale della Campania dell’A.N.B. Bers.
Adolfo Della Monica.
Adolfo Della Monica chiamato, qualche anno fa,
dall’allora Presidenza Nazionale dell’Associazione
Bersaglieri in quanto Presidente Regionale
della stessa, ha avuto l’onore di concordare il
ritorno in Patria, con l’allora Addetto Militare
all’Ambasciata Italiana a Londra, Generale
Adriano Santini, attuale Consigliere Militare
della Presidenza del Consiglio e quindi ottenere
la restituzione del Labaro originale del 1929
della Sezione di Napoli intestato ad Aurelio
Padovani.
Tale Labaro era in possesso della signora Caroline Hyde che lo aveva ereditato da un suo
parente che era Cappellano Militare in Italia,
nel corso della II^ Guerra Mondiale e che era
stato sottratto alla Sezione Bersaglieri “Aurelio
Padovani” di Napoli, allora ubicata al Vico dei
Bianchi allo Spirito Santo.
La motivazione di tale sottrazione deve essere
addebitata al fatto che è come se si volle
sottrarre una bandiera di Guerra (infatti in
Italia fino al 1938/1939 tutti i Reparti Militari
avevano come bandiera i Labari che poi furono
vivi Bersaglieri
sostituiti per i Bersaglieri e la Cavalleria con
la Bandiera di Modello Ridotto e per gli altri
Reparti con il modello attuale).
Va ricordato, che a seguito di questo grave
episodio , l’allora Segretario Antonio Barile,
Capitano pluridecorato e mutilato di Guerra, nel
corso di quegli anni difficili dell’occupazione
delle Truppe Anglo-Americane, si prodigò, anche dormendo nella Sezione, al fine di evitare
ulteriori saccheggi e la requisizione dei locali
per scopi bellici.
Il 17 dicembre 2010 il Labaro è stato consegnato
agli attuali Rappresentanti dell’Associazione
Nazionale Bersaglieri, Gen. Agata, Gen.
Palma, Presidenti Lubrano e Iavarone in
questa cornice molto suggestiva, che ha visto
presenti e testimoni.
Il Col. Claudio Minghetti Comandante 8° Rgt. Bersaglieri e il
Presidente Sez. Napoli Vincenzo Iavarone.
Il Gen. A. Vittiglio Comandante della Brigata Garibaldi – Il Gen.
(r) A. Agata Pres. Interregionale Sud A.N.B.– Il Gen.(r) N. Palma
Pres. Regione Campania A.N.B.
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ESterocanada
FESTA
CREMISI 2010
Gruppo di Bersaglieri di Toronto - Festa Cremisi - 19 giugno 2010.
Il Direttivo Asociazione Nazionale Bersaglieri di Toronto - Festa Cremisi - 19 giugno 2010.
La Sezione Bersaglieri di Toronto ha festeggiato i suoi primi 40 anni del
sodalizio e il 174° anniversario di fondazione del Corpo dei Bersaglieri. È
stata una grande festa di importante ricorrenza e sono orgoglioso dire pure di
grande gala. Tutto è stato cominciato nel tardo pomeriggio al Centro Veneto.
Il programma dei festeggiamenti è iniziato con la Santa Messa, celebrata
da Padre Marco Bagnarol della Consolata. E stata deposta una corona
di alloro al nostro Monumento dei Bersaglieri, il primo in Nord America,
ricordando tutti i Bersaglieri caduti in tutte le guerre ed in missione di pace.
Successivamente il programma si è svolto nella sala Rialto addobbata molto
accogliente. Eravamo 240 persone. Si è comiciato con gli inni Nazionali el
il Silenzio con la tromba di Ezio Ricci e l’orchestra del Maestro Tony Silvani.
Fu subito presentata la nuova Madrina dei Bersaglieri, la Signora Rosa
Faraco, moglie del compianto Tony, ex-Presidente e la Miss Bersagliera
Tina Gambino, ricevendo un omaggio floreale.
Il maestro di cerimonia Giorgio Beghetto ha presentato ai presenti in sala
il Consigliere Regional di Vaughan Mario Ferri, Il Cav. Tonino Giallonardo,
Presidente dei Carabinieri, il Cav. Uff. Manfredo Antonucci, Presidente della
Polizia di Stato, il Cav.Roberto Buttazzoni, Presidente Alpini Toronto ed il Cav.
Gino Vatri, Presidente intersezionale del Nord America degli Alpini.
Il Presidente Girardi, nel breve discorso, dando il benvenuto a tutti i presenti,
ricordando la motivazione di questa grande serata: due importanti anniversarii,
il 174° della fondazione del nostro glorioso Corpo dei Bersaglieri, costituito
il 18 giugno 1836, quando il fondatore Alessandro La Marmora presentò
al Re Carlo Alberto il primo Bersagliere. Il secondo grande anniversario è
il 40° della sezione in Toronto nata nel febbraio 1970 dal primo fondatore
Fortunato Zanella.
Nell’intervallo di cena il consigliere regionale di Vaughan Mario Ferri ha
premiato il direttivo con gli Volunteer Service Award ed una pergamena al
Presidente Pietro Girardi per i 40 anni del sodalizio. Molto gradita è stata
la lettera, letta dal MC Giorgio Beghetto, arrivata con gli auguri dal Primo
Ministro del Canada Stephen Harper. Sono stati consegnati dal Presidente
Girardi due Attestati di Benemerenza da parte dell’esecutivo nazionale
ANB. Di Roma al Bersagliere più anziano in Toronto presente, Allessandro
Bozzato al Bers. Tenente Romolo Raponi. E due quadri commenorativi
rappresentando la Presa di Porta Pia a Tony Di Crstofaro e Leonardo
Selano in riconoscenza dell’ottimo lavoro e generoso contributo per il
Sodalizio. Il Presidente Girardi ha consegnato a nome di tutto il direttivo
una (bomboniera) una poesia in cornice che fa complettamente rima con
il 40° Anniversario della nostra sezione.
Il segretario Joe De Blasis ha portato a conoscenza ai presenti in sala
un piccolo riasunto dei nostri 40 anni di vita sezionale cominciando dai
fondattori alla creazione del Monumento al Bersagliere nel 1994 e quanto
fu stato fatto sino ad oggi. Ha ringraziato tutto coloro che hanno contribuito
a questo successo in modo particolare al Presidente attuale Girardi che sin
dal principio ha dato il Suo meglio per portare a questo punto la Sezione che
vanta dei ottimi risultati. Ma il punto principale e il commune accordo fra tutti
i Bersaglieri e un totale affiattamento con tutti le Associazioni d’Arma.
La serata se è conclusa alle ore tarde balando con l’orchestra di Tony
Silvani. E con la molta sodisfazione del buon esito da tutto il direttivo,
ricordando che in fine luglio ci sarà la gita a Ottawa, Montreal e Quebec
City e la prossima festa Piume al Vento per il 23 ottobre prossimo.
Gruppo di Bersaglieri di Toronto alla Festa dei Carabinieri 2010. Al centro Brig. Gen Bonetto,
Ambasciata d'Italia, Onorevole Judy Sgro, membro del Parlamento Canadese, Presidente dei
Bersaglieri Cav. Pietro Girardi.
vivi Bersaglieri
Il Presidente Cav. Pietro Girardi
Esterocanada
40° Anniversario
Associazione
1970-2010
Bersaglieri Toronto
La Sezione Bersaglieri Toronto nacque, tutti lo sanno:
Millenovecentosettanta era l’Anno,
Stare assieme era una necessità
E di riunirci c’era la possibilità
Fondando una Sezione, con grande commozione
Per noi Bersaglieri in un’altra nazione!
Dall’ora di corsa i Bersaglieri a Toronto sono arrivati
E le belle Donne, gli chiamano i Bei Fusti Piumati
Per noi Bersaglieri fatto il Militare
Ci sembra una cosa grande come il mare
Quello che ancora sembra incredibile
E a ciascun di noi pare impossibile
E che quarant’anni siano passati
E si può dire che sian volati!
Questo tempo è stata una meraviglia:
Ci siamo affiatati come une grande famiglia.
In allegria a festa quatro volte all’anno ci riuniamo
E questo quarantesimo Anniversario celebriamo.
Ai giovani in sala per festeggiare:
Contiamo su di Voi per continuare.
La bella esperienza dell’Associazione,
E assicurare ai Bersaglieri la continuazione.
Buon quarantesimo Anniversario cari Amici,
Gustiamo la buona cena, siamo felici,
Brindiamo, e facciamo come gli antichi Romani
Balliamo contenti con l’Orchestra di Tony Silvani
Presidente Cav. Pietro Girardi
Giugno 19, 2010
vivi Bersaglieri
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Profilioggi
Vincenzo Lops
Caro Comandante
Il Generale
Cross leader e Decano dei bersaglieri
LETTERA APERTA DEL BERSAGLIERE PIO LANGELLA AL GEN. VINCENZO LOPS
Caro Comandante, è proprio vero che
il buongiorno si vede dal mattino.
“Correva” l’anno 1976 quando varcai
per la prima vota, con il grado di Capitano dei bersaglieri, il portone della
Caserma Martelli in quel di Pordenone:
uno dei templi del bersaglierismo.
Le mura cremisi che avvolgevano la
caserma le davano un carattere massiccio, come massicci erano chiamati
quei bersaglieri che si calavano dai
piani superiori dalle palazzine della
“Martelli”, con le corde e le forze
delle sole braccia,per raggiungere
il cortile d’onore. Un esercizio, una
consuetudine, durata fino a pochi
anni prima di quel giorno per me così importante. Le staffe con l’occhiello a cui si
assicuravano le corde erano ancora lì a ricordo di una tradizione, tra le tante, che
hanno contribuito ad alimentare il mito di un soldato speciale, per solidità fisica
e morale: il bersagliere. Un soldato, il più amato dagli italiani, pronto a sfidare
le leggi della gravità per correre in quel cortile dove all’epoca del mio ingresso
si adunavano due battaglioni bersaglieri. Il cortile mi sorprese per le dimensioni
davvero piccole. Ma ad un tratto « l’uno’ dué» scandito ad un ritmo impressionante
di un giovane Ufficiale, che cadenzava il vorticoso mulinello di anfibi di una compagnia bersaglieri, me lo fecero apparire improvvisamente grande. Ordini perentori,
tono squillante, sicurezza nel controllo. Il calpestio sull’asfalto a cadenza fissa, si
riverberava tra le facciate interne, anch’esse dipinte di cremisi,che facevano da
cassa di risonanza. Devo dire in tutta coscienza che nella mia esperienza militare,
non ho mai più avuto modo di vedere una compagnia effettuare addestramento
formale e movimenti in ordine chiuso in piazza d’armi come quel monoblocco
di uomini massicci che a testa alta, petto in fuori, sicurezza, sincronismo dei
movimenti, marciavano e correvano nella “Martelli”. In testa, a dare l’esempio, Il
loro giovane Comandante: l’allora Tenente Vincenzo Lops.
Confesso di aver fissato in maniera indelebile quei fotogrammi, che mi servirono in
seguito nelle mie affermazioni nelle gare di addestramento formale e canto a livello
Brigata Garibaldi, ..che non è poco! Ma in quelle occasioni non ebbi a confrontarmi
con “quella compagnia” in quanto il Capitano Lops, nel 1979, venne trasferito
al 2° btg. b. “Governolo”. In quel magnifico battaglione, che ho avuto l’onore di
comandare come reggimento nel 2000. In quel di Legnano, là dove facesti la
prima esperienza “fuori area” con la forza di pace in Libano, dall’agosto dell’’82 al
febbraio del ’83, sotto la guida del Col Tosetti. Era la prima volta, dal dopoguerra,
che l’Italia si cimentava in un impegno di così alto contenuto militare.
Non si montavano più le tende per la direzione di esercitazione, con relativa
tabellonistica prevista per gli Ufficiali Superiori o i “visitatori” invitati a vedere lo
sviluppo di una esercitazione il cui esito era scontato. Il nemico in quelle circostanze
era rappresentato da sagome in materiale povero. L’avversario in Libano esisteva
davvero ed era in carne ed ossa. Non solo! Non era visibile! Poteva concretizzarsi
da un momento a un altro ed in maniera subdola, ad esempio, attraverso un
mezzo guidato da un kamikaze imbottito di esplosivo. Allora Ti sei distinto su un
terreno diverso da quel cortile da cui sono partito a dimostrazione di un principio
generale sacrosanto nell’iter formativo di un soldato: dietro la diligente esecuzione
degli atti formali, la fede interpretazione dello stile militare attraverso una coerente
disciplina degli atteggiamenti del proprio corpo, che può apparire solo un fattore
estetico e superficiale, si nasconde il segreto di una sincera vocazione spirituale
e etico morale che caratterizza la società militare. E’ questo atteggiamento,
in definitiva, che porta ad esaltare doti ben più significative, che nascono dal
profondo dell’animo, quali lo spirito di sacrificio. E’ con questa molla interiore,
che Tu possiedi in somma misura, ancestrale dotazione individuale dell’Homo
Militaris, che si è poi portati ad abbattere gli ostacoli concreti, che per un soldato
si presentano soprattutto “sul terreno”. Uno scenario che ha sempre e solo due
facce: quella del fango o della polvere, quella del freddo gelido o del caldo torrido;
e due sapori: quello acre della polvere da sparo, che avverti da fuori, quello del
sudore che corre lungo la schiena, che avverti da dentro. Caro Comandante, in
quella campagna Ti se fatto le ossa ed hai capito che potevi osare fin dove volano
le aquile, come quella che campeggia sulla falda alta del tuo basco, che ostenti tra
i Tuoi uomini, anche nei momenti più critici, per dare loro sicurezza e affidabilità.
Eppure non sei stato solo Rambo, un’attitudine che forse hai ereditato nella Tuo
paese di origine, Corato: una vera fucina di Ufficiali Generali della Forza Armata.
Ti sei distinto dietro i banchi o posti comando nel corso di Stato Maggiore (19851986) e …Superiore di S.M. (1988-1989), oltre a vari corsi nazionali. Hai prestato
servizio presso lo Stato Maggiore dell’Esercito per vari periodi dal 1986 al 2000
fino a ricoprire il ruolo di Capo Ufficio Dottrina, Addestramento e Regolamenti. Ti
ricordo, brillante Comandante del 3° Battaglione Bersaglieri “Cernaia” in quel di
Caserta dal 1991 al 1993. Ricordo la tua eccezionale propensione a “gettare i
Tuoi bersaglieri sul terreno”, all’affannosa ricerca , come un segugio a caccia della
preda, di aree e poligoni dove poter migliorare la qualità addestrativa e la reattività
del reparto. Nel ’92 ci siamo ritrovati nello stesso stadio, quello di Caserta. Io
giocavo fuori casa, tuttavia, da Comandante dell’11° bersaglieri di stanza in Bari,
pur militando in un’altra Brigata, la Pinerolo, non avevo fatto fatica a gemellarmi
con la Garibaldi e a mettermi a disposizione di quel vulcano di Comandante di
purissimo sangue cremisi: il Generale Carlo Bellinzona. Una Brigata dalla quale
peraltro provenivo. Non sapesti resistere, da uomo d’azione, a cavalcare una
delle moto enduro militarizzate che, con cinque anni di anticipo rispetto alla loro
introduzione nell’Esercito Italiano, ero riuscito a farmi assegnare gratuitamente
per alcuni mesi dalla Cagiva. Facevano parte di un lotto che sarebbero state poi
assegnate all’ Esercito Francese. Ti ho ammirato in quello stadio, di sera, sotto
i riflettori, nel corso della manifestazione celebrativa del 18 giugno, anniversario
della fondazione del Corpo, nel magnifico volo ad angelo che spiccasti per primo
dalla torre di ardimento, come sempre per dare l’esempio: perfetta l’ esecuzione,
forte il pathos trasmesso ai ventimila spettatori che gremivano lo stadio. In quella
occasione rimasi con i piedi, ovvero con le “ruote”, per terra. Infatti oltre a quelle
moto, presentai un carosello con la mia fanfara ciclisti in uniforme storica ed
armata di schioppo che suonava in movimento. Una fanfara nata dal nulla. Ci
siamo persi di vista, ma Tu hai continuato a volare alto.
Aldilà degli elogi che, nelle vesti di bersagliere, sento di tributarti,per l’esaltante
contributo che stai dando dell’immagine e della spiccata professionalità dei soldati
col piumetto nel mondo, consentimi di salutarti con un forte abbraccio e un «In
bocca al Lupo, Comandante!»
Bersagliere Pio Langella
vivi Bersaglieri
Profilioggi
UnaFrancesco
Rinaldi
vita da bersagliere,
o bersagliere da una vita.
Francesco (Checo) Rinaldi, classe 1916, si è fatta
tutta l’ultima guerra - dalla mobilitazione del 1939
all’occupazione della Jugoslavia, dalla difesa costiera
alla collaborazione finale con gli Alleati nell’esercito
del Sud - ma può dire, con evidente sollievo, di aver
“sparato poco, grazie al Padreterno!” E di essere
stato fortunato per aver evitato la Russia, l’Africa…
Ma ne ha lo stesso tante da raccontare. Come il
rancio (e una corsa bersaglieresca) con Mussolini,
a Gradisca, e l’incontro col re Vittorio Emanuele III,
al confine italo-jugoslavo …
Appartenente ai bersaglieri ciclisti (come già, nella
Grande Guerra, l’eroe Enrico Toti e lo stesso Mussolini)
Rinaldi continua ancora a pedalare nonostante la sua
bella età (94 compiuti a maggio): anzi, la bicicletta
è il suo elisir di lunga vita. (“Ma, ovviamente, è un
modello recente e non – precisa – di quelle con le
gomme dure che avevamo allora, quando le strade
erano in terra battuta!”). Sorretto da una invidiabile
salute, gira in bici e coltiva l’orto che affianca la
sua bella casa di via della Bainsizza, nella zona
di Gervasutta. Da undici anni ormai, da quando è
rimasto vedovo, vive solo. Dalla moglie ha avuto
due gemelli, oggi settantenni, uno dei quali abita
al piano superiore, ma lui non ha molto bisogno
di aiuto. C’è una signora, amica di famiglia, che
viene due volte la settimana per tenere in ordine
la casa, mentre per il vitto ha fatto una specie di
convenzione con una vicina trattoria. Insomma, vive
una “quarta età” di lusso!
Checo Rinaldi è nato a Roveredo di Varmo, secondogenito di Antonio, muratore e contadino, e di
Teresa Zanutto, che è morta prematuramente, nel
’34, dopo aver messo al mondo sette tra figli e figlie
(“siamo rimasti solo io e Bepi, l’ultimo, che è del ‘28”).
Dopo le elementari a Varmo, Checo ha frequentato
un corso di disegno a Rivignano, ma soprattutto ha
aiutato il padre nei campi e nei cantieri edili. Doveva
emigrare in Canada, invece per un disguido (“la
mamma ha firmato una carta sbagliata”) ha perso
quell’occasione. Nel 1937 è stato chiamato alle
armi, ma prima si è sposato con Teresa Bertossi,
sarta e commerciante ambulante . (“Era una donna
in gamba, una sicurezza. E aveva… studiato più di
me, avendo fatto la sesta a Codroipo!”)
La storia militare di Rinaldi comincia con l’arruolamento nell’11° Reggimento bersaglieri ciclisti, al
quale appartenne, nella Grande Guerra, il caporale
Benito Mussolini (rimase ferito, il 23 febbraio 1917,
a Doberdò del Lago). Con il fondatore (nel 1836,
174 anni fa!) Alessandro Lamarmora e il famoso
Enrico Toti , che – come tutti abbiamo imparato
a scuola – con le ultime forze lanciò la stampella
contro il nemico, il bersagliere di Predappio – enfatizzato poi dal fascismo - è stato un personaggio
emblematico dei fanti piumati. Ai quali era rimasto
le molto legato. Tanto che nel suo ampio giro della
regione nel settembre 1938 - esattamente il giorno
20 - volle sostare a Gradisca, nella caserma sede
dell’11°, e sedersi a tavola con i bersaglieri. Tra
i quali c’era Checo Rinaldi, che ha ben presente
quella giornata. “Fu servito un menu speciale e
Mussolini alla fine brindò con noi alle fortune delle
“fiamme cremisi”. Era molto in forma e, dopo il
rancio, partecipò con noi a una corsa bersaglieresca
lungo tutto il perimetro della caserma!”
Finito il servizio militare, Checo fu richiamato nell’agosto
’39, quando ormai soffiavano impetuosi i venti di
guerra. E qui si inserisce l’altro incontro “storico”,
quello col re. Che non gli ha fatto una grande
impressione, anzi…“Nella primavera del 1941 racconta - stava per scattare l’occupazione della
Jugoslavia e Vittorio Emanuele venne a salutarci al
confine. Eravamo accampati nella zona di Aidussina.
“Dio, ce pìciul…”, ho pensato quando l’ho visto. Ci
ha passati in rassegna, facendo qualche domanda.
A me ha chiesto di mio padre, combattente nel
’15-’18. Ricordo un particolare: ho visto che aveva
il gambale d’uno stivale slacciato, mi sono chinato
e glielo ho messo a posto.”
Invasa la Jugoslavia, il bersagliere di Varmo fu a
Lubiana, poi in Croazia, al presidio di Bihac. Meno
di un anno in tutto, perché nel ’42, usufruendo
di una “licenza agricola”, rientrò in Italia. “Con gli
jugoslavi – commenta oggi – non ho avuto grossi
problemi, anche perché i partigiani di Tito non si
erano ancora organizzati” Nell’aprile 1943, pochi
mesi prima dell’armistizio, Rinaldi venne impiegato
col Battaglione costiero del 6° Reggimento, appunto
nella difesa della costa meridionale. Catturato dagli
avanzanti Alleati, dopo l’8 settembre scelse di collaborare al loro fianco, nell’esercito “badogliano”. Non ha
partecipato alla famosa battaglia di Montelungo, ma
ha svolto “funzioni logistiche e di supporto”. Faceva
l’autista, avendo conseguito la patente sotto le armi,
e “lo zappatore”, nel senso che sistemava le strade
più impervie per far passare gli automezzi militari.
Con gli anglo-americani si trovò bene: “C’era una
compagnia di canadesi, con i quali… si fevelave
ancje furlàn!”
Il congedo definitivo lo ha ottenuto nel settembre
1945. Poi ha lavorato per 37 anni con la ditta Tellini
(magazzino tessuti e confezioni) di via Quintino Sella.
Dal 1970 abita a Udine, prima era in una casetta di via
vivi Bersaglieri
Marsala, poi è passato nella bella abitazione attuale.
Quando non lavora nell’orto si riposa nell’ampia e
fresca cucina, accanto al vecchio spolert, a una
monumentale cassapanca, a collezioni di attrezzi
agricoli in legno… Un’atmosfera che fa pensare al
Nievo e al castello di Fratta. Al piano superiore, come
accennato, c’è il figlio Renato, geometra, già tecnico
alla Danieli, con la moglie Diana, esperta di vini (è
sommelier). La coppia ha una figlia, Sara, 37 anni.
L’altro figlio di Checo, il gemello Enzo, ingegnere
aeronautico, ha lavorato alla base aerea di Grottaglie
(Taranto) dove ha ancora un’attività di consulente.
In questi ultimi anni Checo Rinaldi ha scoperto che
il suo vero hobby, più dell’orto e della bicicletta, è
“essere bersagliere”. Soprattutto da quando ha
conosciuto il generale Adriano Bidin, presidente
(dal 1997) della sezione udinese dei fanti piumati.
E’ stato Bidin a segnalarci il “personaggio”. “In una
terra in cui la parte del leone la fanno gli alpini – ci
ha scritto – occorre ricordarsi anche dei bersaglieri.
Disse Garibaldi, che fu tra i primi a impiegarli nelle
sue imprese risorgimentali: ”Se l’esercito italiano
fosse composto tutto da bersaglieri conquisterei il
mondo!”” Nella sezione udinese, tra il presidente e il
veterano si è creato un feeling straordinario. “Rinaldi
si è presentato, due anni fa, nella nostra sede di via
Stabernao – racconta il generale – e, mettendosi
sull’attenti, ha detto: “Sono bersagliere”. Da allora
partecipa a tutte le nostre manifestazioni”.
Mario Blasoni
(dal Messaggero Veneto di Udine del 9 agosto 2010)
41
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profiliieri
SPIONAGGIO,
SVELATI I SEGRETI DEI DE CARLI
Dai colombi viaggiatori ai messaggi in bottiglia.
In un libro su due eroi della Grande Guerra.
“Pagine inedite di spionaggio nella prima guerra
mondiale” è il titolo del libro che ha inteso onorare
due bersaglieri tiezzesi, insigniti di Medaglia d’Oro,
i fratelli Giuseppe e Nicolò De Carli.
Il primo nicolo’ detto “Ino” da aspirante Ufficiale
del 3° bers., il 2 ott. 1916 si era gia distinto nella
presa della vetta di Col bricon “gettando scompiglio
tra le fila nemiche” recita la motivazione della
Medaglia di Bronzo che gli era stata attribuita.
nel 1918 entra a far parte del gruppo informatori
“giovane Italia” del 3°C.A. (oggi diremmo SISMI ).
lo stesso avviene per il fratello “Giulio” di incarico
telegrafista che raggiunge il fratello con il grado di
c.le, (all’epoca era la professionalità più avanzata,
oggi parleremmo di perito informatico, era il
periodo in cui le poste si trasformavano in poste
e telgrafi ). Venne accolta la richiesta dei due
fratelli di essere inviati nelle retrovie nemiche per
raccogliere informazioni. Lo scenario e’ drammatico
fin dalle prime battute. l’operazione ebbe inizio
tramite volo notturno radente con condizione di
luna favorevole presso la Comina. due tentativi
andarono a vuoto perche’ si trovarono in fase di
atterraggio sotto tiro dei razzi che li sfiorarono e
aerei nemici che si erano sollevati in volo o per
la presenza di nubi.
Furono infine calati il 29 luglio con successo,
vestiti da pescatori,nella laguna di Caorle con
un idrovolante. Privi di documenti. raggiunsero
Tiezzo,loro area operativa, l’8 agosto.
Occorreva aggirare posti di controllo, muoversi
distanziati, non farsi prendere con i messaggi
cifrati (colombigrammi – foglietti di 15 x 8,30
cm piegati per otto) che venivano trasmessi con
piccioni o con bottiglie che la stessa mamma
lanciava dal ponte di Tremeacqua (confluenza
Meduna Livenza). Con la disposizione della
biancheria stesa sul prato veniva indicato ai
ricognitori il mezzo adottato. In famiglia De Carli
non si sono mai fatti tanti bucati!
Un lancio sospetto di piccioni da un «Caproni» e il
ritrovamento di una colombaia con colombo misero
sull’avviso gli austriaci che iniziarono una serrata
caccia ai due fratelli. dovettero vivere nascosti
nutrendosi di pannocchie di granturco e zucche.
vennero tese anche trappole, ma invano.
Giuseppe venne tuttavia catturato il 13 ottobre,
incatenato all’austriaca maniera, con i polsi
insaguinati, e portato in prigione alla periferia di
Portogruaro, per essere giustiziato il giorno dopo
(pensate che la cattura avvenne alla presenza
della mamma che con grande coraggio e fermezza
d’animo dovette far finta di non conoscerlo per
non compromettere la missione.
All’una di notte con una spallata sfondò la porta
e fuggì inseguito da soldati e gendarmi. l’uno
novembre i nostri eroi si unirono alle vittoriose
truppe italiane che avanzavano verso Udine. il 2
novembre del 1918 ebbe termine la missione.
Ponderose le notizie che avevano fornito in quel
periodo sulla dislocazione e movimenti di grandi
Unità, e sul morale dei Quadri ufficiali e della
truppa. Le loro informazioni contribuirono ad
accelerare i tempi della riscossa. Al termine del
conflitto ai due fratelli fu conferita la Medaglia
d’Oro. Nicolo’ venne pure decorato di croce di
guerra al V.M. italiana, belga e polacca! Ma la
personalità dei due fratelli va letta e completata
alla luce dell’impegno civile che li ha contraddistinti
in tempo di pace. Nicolò divenne Procuratore
Generale di una Società assicurativa e coordinatore
della sez. bers. a Torino. Eletto nella Camera dei
Deputati per due legislature. Morì nel ’37 a soli
44 anni a seguito di un’affezione polmonare
contratta per i disagi patiti in guerra. Giuseppe fu
agente di assicurazione, Commissario prefettizio
a Latisana e Vice Podestà di Pordenone. Fece
parte anche della commissione per ricercare fra i
campi di battaglia la salma di quella che poi fu il
milite ignoto. Muore a Pordenone nel novembre
1960 a 63 anni. Il testo si conclude con alcune
note sull’organizzazione dello spionaggio e del
controspionaggio; sul contributo dell’aviazione in
questo settore ( dove si sofferma su alcuni eroi
che oggi prendono il nome di cavalieri dell’aria),
e della marina (si ricorda il film «senza bandiera»
con Paolo Stoppa).
Ma a proposito di cinema, non vi sembra di essere
usciti al termine della lettura di queste righe, che ci
hanno fatto rivivere alcuni momenti delle imprese
dei nostri eroi, da una sala cinematografica dove
abbiamo assistito allo sviluppo di una pellicola che
ci ha lasciato con il fiato sospeso? La sensazione
è che a volte la realtà supera La fantasia. La
regia sembra affidata a un Dio giusto, che ci fa
vivere momenti di difficoltà e di contrasto ma,
vivi Bersaglieri
nel tempo, ma è solo una questione di tempo:
un parametro che per la corretta lettura della
storia richiede una cifra più grande, ripristina i
giusti equilibri. Alla fine il bene o la giusta causa
prevalgono sulle misere vicende umane, spesso
caratterizzate da contrasti alla cui origine esistono
meri interessi materiali, territoriali o quant’altro
in spregio al comune sentire dell’uomo normale.
Quest’ultimo è il vero costruttore della storia in
quanto in essa interpreta la massa. Non esiste
leader se non ha una massa a cui rivolgersi. Noi
bersaglieri nel nostro modo di essere abbiamo
fatto un passo avanti: viviamo per cultura
intrinseca l’osmosi tra il leader e la massa. E
lo riscontriamo dalle origini del nostro essere
bersaglieri, quando il Comandante di Reggimento
lo ricordiamo per averlo visto in testa alla nostra
corsa reggimentale a dividere l’affanno ed il sudore,
e in combattimento in testa, a dividere l’onore ed
il sangue versato per la Patria. Questi principi nei
fratelli De Carli hanno trovato una sintesi completa:
l’uno Ufficiale, l’altro caporale. L’augurio, visto
che queste riflessioni appariranno nell’ultimo
numero de «I Bersaglieri», e che questi principi
siano sempre fortemente sentiti dai bersaglieri
d’Italia e costituiscano il loro specifico DNA, anche
dopo il congedo. Qui ha termine il racconto, se
sono riuscito a coinvolgervi , immaginate che al
vostro fianco vi siano due anziani signori che nel
momento delle grandi scelte vi indicano la giusta
via da seguire, sono Ino e Giulio, che avrebbero
110 e 106 anni. Forse potremmo avere delle
perplessità sull’età, ma sui principi non possiamo
avere dubbi, quelli devono sicuramente essere
sempre costantemente gridare «presente!» nelle
nostre coscienze.
Bersagliere Pio Langella
RECENSIONI
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Leandro Mais e Pio Langella
Vita di Giuseppe Garibaldi
nei francobolli di tutto il mondo
Editore: Associazione Nazionale Bersaglieri - Istituto Internazionale Studi Giuseppe Garibaldi - Sezione
“Museo Storico del Friuli Occidentale”. 141 pagine 141 - Uscito a giugno 2010- Formato 24x32 cm
Quest’opera, che racconta la storia dell’Eroe dei due Mondi attraverso 250 francobolli di tutto il mondo, nella sua prima edizione di
Leandro Mais ha ottenuto il 9 febbraio 2009 il “Premio alla Cultura Righetto”, consegnato a Roma – Campidoglio, Sala della Protomoteca.
Viene riproposta, aggiornata e presentata in sette lingue, nel 2010 a ricordo del centocinquantenario della “Spedizione dei Mille”; del
centenario emissione del francobollo del “Duce dei Mille”:primo non raffigurante una testa coronata; del centenario prima scuola di volo alla Comina, e 78esimo
primo francobollo posta aereo-espresso raffigurante Garibaldi; del centenario inaugurazione plastico dell’Italia a Caprera, in custodia ai bersaglieri in armi.
ATTESTATI
Le Esprimo il mio sentito apprezzamento per un’opera che permette di comprendere
appieno le dimensioni davvero mondiali della fama e del prestigio di Giuseppe Garibaldi,
simbolo della partecipazione popolare al processo di unificazione dell’Italia
Il Presidente della Repubblica On. Giorgio Napolitano.
Le esprimo il ringraziamento del Signor Ministro per una iniziativa alla quale va
riconosciuto il pregio di dare risalto ad una delle figure più rilevanti del Risorgimento
e al sacrificio di quanti si sono battuti per offrire alle generazioni future un orizzonte
più sereno. L’opera è un segno tangibile di fratellanza tra garibaldini e bersaglieri.
Gloriosa specialità, quest’ultima, che grazie al valore e al sacrificio dei suoi uomini
ha segnato le tappe più importanti della storia del nostro Paese.
Il Capo Gabinetto Ministero della Difesa Gen. C.A. Claudio Graziano
… bellissimo ed interessantissimo “volume” su Garibaldi … un prezioso ricordo di
un amico bravo ed onesto.
Il Capo di Stato Maggire della Difesa Gen. C.A. Biagio Abrate
<< L’opera rappresenta, nel novero della diffusa e abbondante storiografia dedicata
a Giuseppe Garibaldi, un elemento innovativo che aggiunge, attraverso un’indagine e
una catalogazione assolutamente originali, dinamicità all’epopea dell’ “Eroe dei due
mondi”. I francobolli di ogni epoca, come fotogrammi di un film, ci permettono di
ripercorrere le gesta più significative, evocando i momenti più importanti della storia
dell’Unità d’Italia, una storia fatta anche di uomini in uniforme che, trainati dall’esempio
di Garibaldi, hanno dimostrato sul campo coraggio, lealtà, senso del dovere e grande
umanità. Questo libro, inoltre, mostra ed esalta degnamente lo spirito di fratellanza
tra i Garibaldini e i Fanti piumati dell’Esercito Italiano, che custodiscono ancor oggi,
gelosamente, quel retaggio, avendolo incastonato nel nome e nel distintivo della
Brigata bersaglieri “Garibaldi”. >>
Il Capo di Stato Maggiore dell’ Esercito. Gen. C.A. Giuseppe Valotto
E’ stata sicuramente un’idea geniale aver voluto evocare, attraverso i francobolli
di tutto il mondo, la figura di Giuseppe Garibaldi, ponendo in evidenza in maniera
originale, il soldato, il politico, l’avventuriero, il visionario … l’uomo. Il nostro Esercito,
volendo celebrare ed esaltare le doti di coraggio, generosità, lealtà e di attaccamento
al dovere del nostro Eroe, ha naturalmente trovato nel “Bersagliere” il soldato più
“aderente” a tali valori, chiamando una delle nostre Brigate di “punta” 8^ Brigata
Bersaglieri Garibaldi.
Il Presidente dell’Associazione Nazionale Bersaglieri Gen. C.A. Benito Pochesci
“Non è soltanto collezionismo, ma è anche amore per la storia patria, è indagine
storica vera, è passione per una leggenda. Mi auguro che la figura del Bisnonno,
così raccontato nei francobolli di Leandro Mais, rimanga un mito, perché ciò vuol
dire che c’è ancora speranza”.
Il pronipote Giuseppe Garibaldi
Luigi Scollo e Pietro Compagni
I BERSAGLIERI 1836-2007
Storia e uniformi del Corpo
dalla fondazione ad oggi
354 pagine - 149 foto a colori - 44 tavole a colori
Formato 16x24 - Rilegato in brossura - Uscito la seconda
NOVIT
metà di aprile 2008 - Euro 26,00
Dal 1836 ad oggi i bersaglieri costituiscono una delle
realtà e al contempo uno dei miti più consolidati delle
nostre Forze Armate. L'intuizione di La Marmora di
una fanteria leggera, unita poi all'adozione di mezzi
celeri, doveva risultare una delle idee vincenti e felici
nell'organizzazione moderna della fanteria. Questo
testo ripercorre l'intero arco della vicenda storica
dei fanti piumati, sostenuto da un puntuale apparato
fotografico e dalle splendide riproduzioni delle divise
ad opera di Pietro Compagni.Con traduzione di testo
e didascalie in lingua inglese
Luigi Scollo e
I BERSA
1836
Storia e unif
dalla fonda
Pag. 354
Foto a colori 1
Tavole a color
Formato 16x24
Rilegato in bro
Euro 26,00
Uscita second
Aprile 2008
ISBN 88-88542-25
Dal 1836 ad oggi i bersaglieri costituiscono una delle realtà e
miti più consolidati delle nostre Forze Armate. L'intuizione di La M
ria leggera, unita poi all'adozione di mezzi celeri, doveva risultare u
e felici nell'organizzazione moderna della fanteria. Questo testo ri
della vicenda storica dei fanti piumati, sostenuto da un puntuale a
dalle splendide riproduzioni delle divise ad opera di Pietro Compag
CON TRADUZIONE DI TESTO E DIDASCALIE IN LING
Gianni Marizza
guerra fredda
e pace calda
40 anni di naja alpina
vivi Bersaglieri
44
sport
STORIA delle
fiamme cremisi
L’A.S.D. “Fiamme Cremisi” nasce nel 1988,
all’interno della Caserma Leccis di Orcenico
Superiore di Zoppola, da una idea dell’allora Magg.
dei bersaglieri Pio Langella, Aitante Maggiore
dell’11° btg. b. “Caprera”, e di alcuni Sottufficiali
del battaglione. Il sodalizio venne denominato
Gruppo Sportivo “Onda Cremisi”.
Bari nel ’91, 5 anni prima che fossero appaltate
dall’Esercito. Esse vennero di fatto presentate
per la prima volta a Caserta nel 1992.
In quella stessa circostanza venne presentata la
fanfara bersaglieri ciclisti in “carriole”, in uniforme
storica e armamento. L’espressione più alta in
termini di professionalità militare e musicale mai
raggiunta da fanfare nel dopoguerra. 7 settembre 1994: gemellaggio con l’Albatros
di Edy Orioli, plurivincitore della Parigi - Dakar
in quel di Sacile.
Gemellaggio con la Nazionale Militare.
Nell’’88 il Presidente del G.S. è il motore
dell’organizzazione del 1° Raduno Nazionale
Pattuglie Bersaglieri Ciclisti in uniforme storica e biciclette d’epoca, le cosiddette “carriole”.
Al Raduno tenutosi a San Vito parteciparono 19
pattuglie e il G.S. “Trofeo Regina, che poi entrerà
a far parte delle “Fiamme Cremisi”.
Nel contesto delle giornate del raduno venne
presentata la bici del record dell’ora di Francesco
Moser. Agli inizi il sodalizio si imperniava sulla
squadra di calcio impegnata in tornei locali.
E’ dell’89 il gemellaggio con la Nazionale Militare
dell’allenatore Rocca. All’epoca militavano Vialli,
Mancini, Maldini, ecc…
Nel 1992 prende corpo l’idea del Presidente,
all’epoca comandante dell’11° btg “Caprera”
in quel di Bari, di impiegare le moto enduro
nei reparti bersaglieri. Il libretto “quello strano
ronzio”, che di questo parla, scritto nel ’90, viene
recensito dalle riviste militari e trova ospitalità
nella rivista specializzata “Moto Sprint” e del
“Corriere della Sera”. Le prime moto militarizzate,
sotto la responsabilità, del Cte di battaglione
fecero i primi “salti” nella Caserma Milano di
Bersaglieri ciclisti in "carriole".
Gemellaggio con l'Albatros di Edy Orioli.
5a Coppa Disciplina del campionato FIGC.
in rappresentanza della Brigata Centauro: 4 atleti nella sq. 1^ classificata;
Mario MARTINI premia per la quinta volta
consecutiva le Fiamme Cremisi, squadra prima
classificata su 64 nel campionato amatoriale
a livello regione Friuli Venezia Giulia “per un
calcio migliore”.
Nel 2003 il G.S. Bersaglieri Ferdinando Feliciani
di Presso (MI) con l’irruenza tipica del Presidente
di Sezione Franco Ficetola entra a far parte delle
Fiamme Cremisi.
Nel 1996 le “Fiamme Cremisi” acquisiscono
due ettari in golena del fiume Tagliamento e vi
realizzano un’area ricreativa a cui verrà dato il
nome di “Campus Gallo Cedrone”. A tracciare
lo storico solco è il cav. Francesco Baradel,
presidente della sezione di San Vito al Tagliamento.
Nel 2002 al tiro le Fiamme Cremisi di Legnano
vincono il Campionato Nazionale Militare a Bari
5° Raid ciclistico da Capodistria al Castello di Miramare.
La prima moto enduro Cagiva.
vivi Bersaglieri
Nascono e si affermano in Puglia sotto i colori delle
Fiamme Cremisi le Arti Marziali sotto la spinta del
Cav. Uff. Giuseppe Di Molfetta. Messe di risultati
al primo anno. A salire sul podio internazionale a
Stoccarda è il bersagliere Giuseppe Asselta primo
nella Word Martial Arts Federation: circa 1000
atleti presenti, 53 team, 13 nazioni.
Nel 2004 Pietro Mennea diventa Testimonial delle
Fiamme Cremisi e Presidente Onorario. Claudio
Sterpin, recordman italiano 24 ore e mondiale 200
km è il tedoforo delle fiamme Cremisi.
Il 4° meeting parte da Capodistria ricorda 50°
anniversario di Trieste all’Italia; vive il clou nel
guinness tricolore realizzato, in collaborazione
con l’Associazione “La bavisela”, da 600 ciclisti
che hanno dato vita al tricolore più lungo fatto da
ciclisti che, indossando magliette dei tre colori,
hanno pedalato in un lungo serpentone da Piazza
Unità d’Italia al Castello del Miramare e ritorno.
sport
Nel 2005 il 5° Meeting ricorda il 90° anniversario
dell’inizio della Grande Guerra.Il Raid ciclistico
si concluderà a Firenze e nel finale si unirà alla
staffetta delle F.C. di Presso. A Firenze, al caffè
delle “Giubbe Rosse”, e a Trieste a “Villa Necher”,
viene presentato il libro di Giuliana Fantin su
Ottavio Bottecchia. I ciclisti prenderanno il nome
di Fiamme Cremisi “Ottavio Bottecchia” e si
effettuerà la staffetta podistica Trieste Redipuglia
a cui parteciparono due consiglieri del Comune
di Trieste. Francesco Simone di Bisceglie, già
da alcuni anni iscritto alla FIDAL,cintura nera ed
esponente di spicco della FIJLCAM aderisce
alle Fiamme Cremisi:fonda una scuola e gestisce
una palestra in quel di Bisceglie.
La Presidenza del Consiglio pubblica un libro
sul tricolore. In esso appare il logo realizzato
per ricordare il guinness tricolore dei ciclisti a
Trieste dal cremisino Salvatore Valente. Accanto
al logo una prosa del Presidente della Repubblica
Arzelio Ciampi.
Nel 2006 Tommaso Menduni è Campione Italiano
di Thriatlon Militare. La piccola Chiara Fiorido
sale sul podio in gare di tiro con l’arco olimpico.
La squadra femminile Senior si classifica per i
campionati italiani a Reggio Emilia.
Max Calderan, l’ultramaratoneta delle imprese
desertiche estreme si iscrive alle Fiamme
Cremisi.
Le Fiamme Cremisi organizzano il Primo Campionato
Italiano 48 ore IUTA: una gara podistica FIDAL
su un anello omologato di un km tra le torri di
San Vito al Tagliamento.
Le Fiamme Cremisi Fernando Feliciani partecipano
al Columbus day.
Nascono le Fiamme Cremisi settore FITARCO. La
leader è Deborah Mauro, 11 volte campionessa
italiana, 2^ a squadra Mondiale, già recordman
mondiale arco olimpico. La Mauro è impegnata
in corsi promozionali di tiro con l’arco nelle
scuole.
Nel 2007 le Fiamme Cremisi vincono il Campionato
Italiano Interforze di Maratonina disputatosi a
Rieti. Nel Campionato Italiano Indoor di Reggio
Emilia la squadra femminile arco si è classificata
ottava nella categoria Senior Olimpico.
Marco Tuti si è aggiudicato il Campionato Italiano
Assoluto a Sesto San Giovanni (MI) nei 1.500
metri su pista.
Max Calderan compie la traversata del deserto
dell’Oman: 200 km in due giorni.
Nel 2008 le Fiamme Cremisi organizzano a
Pordenone, nel quadro delle attività legate al 56°
Raduno Nazionale Bersaglieri l’8^ Meeting che
ha per tema la seconda edizione delle Olimpiadi
bersaglieresche.
Vengono interessate dieci discipline tra le quali
quelle consolidate della 48 ORE della IUTA (
International Ultra Marathon Train Association)
e la 24 x 1 ORA.
A questo impegno di eccellenza si aggiungono
altre attività di routine, alcune di livello, come
l’organizzazione, per il secondo anno consecutivo,
del Campionato Regionale FITARCO.
Pietro Mennea con le Fiamme.
“50 KM PER 50 ANNI”
Nella foto del bersagliere Mario Bani, Claudio a pochi metri dall’arrivo, scortato da alcuni soci
del “Marathon Trieste”.
Claudio Sterpin nel 1963 inizia l’attività sportiva federale Nel 1969 prende parte sia alla sua
prima maratona che alla prima 100 km di corsa.
I successi più importanti:
RECORD ITALIANO “24 ORE di corsa su pista 224,270 km - Milano 1974.
RECORD MONDIALE “staffetta 4X100 KM di corsa su pista” 34h 32’20” Muggia - Trieste 1975
RECORD ITALIANO “24 ORE di marcia su pista” 206,463 km - Pordenone, 1980
RECORD ITALIANO “24 ORE di marcia su pista” 215,143 km - Muggia - Trieste 1982
RECORD MONDIALE “200 km di marcia su pista” 21h 58’48” - Milano, 1986
Sabato 20 novembre 2010, il bersagliere Claudio Sterpin (classe 1939), socio della
sezione “Enrico Toti” di Trieste dal 1979, della Marathon di Trieste e dirigente consulente
delle Fiamme Cremisi per le ultra maratone: si ricorda l’organizzazione dei primi due
Campionati Italiani della 48 ore in quel di San Vito al Tagliamento, ha celebrato i propri
50 anni di risultati sportivi con una grande iniziativa; “50 Km per 50 anni”; ha cioè
percorso per 125 volte l’anello di 400 metri esistente presso lo stadio “Paolo Zaccaria”
di Muggia , marciando e correndo dalle 9.00 alle 16.00, per un totale di 50 Km. 1 per
ogni anno di attività.
Una rappresentanza della sezione, unitamente alla fanfara, ha voluto scortarlo nell’ultimo
giro durante il quale Claudio Sterpin ha indossato il cappello piumato, correndo al ritmo
del Flik-flok.
Successivamente, presso il teatro “Giuseppe Verdi” di Muggia (TS) Claudio Sterpin
ha ricevuto numerose targhe dalla Provincia di Trieste, dal Comune di Muggia, dal
Marathon Trieste, dalla FIDAL nonché dal CONI. La giornata si è conclusa sulle note
della fanfara “Enrico Toti” di Trieste.
Mario Verdoglia
RECORD MONDIALE “24 ORE di marcia su pista” 216,621 km - Milano, 1986
Vincitore:“28 ore di marcia” Roubaix (F) 1985
Vincitore:“24 ore di marcia” Rouen (F) 1985 - 1987 - 1988
Nel decennio 1980/90 rappresenta l’Italia per ben dieci volte nella più famosa gara francese
di marcia, Paris-Colmardi 520 km. Nel 1987, realizzail suo miglior risultato con un sesto posto
in 70h 28’. Vince inoltre per tre volte, e perciò definitivamente in base al regolamento vigente,
il prestigioso trofeo “CHALLENGE CIRSELECT”, assegnato annualmente all’atleta che totalizza
il punteggio maggiore a conclusione della Paris-Colmar.
vivi Bersaglieri
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sport
“Fiamme Cremisi”
una fede espressa
attraverso un colore
Siamo insieme da 20 anni per dare una risposta di senso, da protagonisti, ad una passione sportiva.
Abbiamo sviluppato questa passione, che è anche una forma di cultura sociale e civile, con le nostre risorse fisiche, morali ed economiche.
Siamo “scesi in campo” per rendere visibile questo messaggio nel tempo libero e per libera scelta . Abbiamo vissuto questi momenti tra amici, nei campi e nelle palestre,là dove è possibile vivere un confronto sportivo per scoprire la chiave che ci unisce.
“Fiamme Cremisi” è un’Associazione Sportiva Dilettantistica che unisce in un unico disegno le realtà sportive sul territorio nazionale che si ispirano
al principio bersaglieresco di fare “ginnastica fino alla frenesia” in osmosi con l’Associazione d’Arma, i reparti in armi e la società civile.
ISCRIVITI O ISCRIVI IL TUO GRUPPO!
Avrai vantaggi sia fisici che morali e ti sentirai parte integrante di un grande sogno alimentato da tante “Fiamme Cremisi”
Punto di contatto: numero Cremisi 335.6511048 - e-mail: [email protected]
il Presidente
Pio LANGELLA
PALMARES
Pietro Mennea Presidente Onorario
FIDAL - RIETI
Tommaso Menduni, Colonna Domenico, Daniela Tosto, Stefano Migliozzi
1ª sq. Campione d’Italia Interforze mezza maratona - 2ª sq ( 7° rgt Vega) – 3ª sq (C. do Scuole Esercito) - 4ª sq (Marina) – 5° (8° rgt Bersaglieri)
KARATE - ROMA
1° Campione Fijlkam 86kg - 5 titoli Fijlkam regione Puglia
CIP - ROMA
Marco Turi - 1° Campione Italiano pista 1500 mt categoria CIP - 1° Campione italiano pista 5000 mt categoria CIP
FITARCO ROMA
Michele Zucchiatti - 2° a squadre Campionati Europei Juniores arco - 2° individuale ai Campionati Italiani di Tiro arco Campagna 2010
FIDAL - SACILE
Alessio Esposito - Domenico Colonna - Rosario Vitolo - Antonio Ferrara - Marco Turi - 1ª squadra Campionato Regionale Amatori TM
Giovanni Salmaso - 1° Campionato regionale Master lancio del peso - 3° 400 m. - Andrea Miotto - 1° Campionato regionale Master 1.500 m.
CIP - TORINO
Denis Vicentin - 4° Campionato Italiano Arco Olimpico cat. CIP
FITARCO - BOLOGNA
Deborah Mauro - 1ª Squadra Femminile Regionale Arco Olimpico Indoor - Maria Teresa Zoccolan, - 1ª Squadra Femminile Regionale FITA
Fiorella Salatin - sui tre gradini del podio individualmente in entrambi i Campionati regionali
4° posto ai Campionati Italiani Arco Olimpico Indoor 2009
Deborah Mauro - 2ª Campionati Regionali FITA - 2ª Campionati Regionali Indoor 2010
Miriam Josefine Ellerani - 1^ fase invernale ed estiva dei Giochi della Gioventù
Andrea Piccoli - 1° fase Estiva dei Giochi della Gioventù Regionali - Sandra Aleo - 2ª Campionati Regionali FITA 2010
Bruno Vetere - 1° Campionato Regionale tiro di Campagna 2010 - 1° Campionati Regionali Indoor
6° individuale ai Campionati Italiani Campagna 2010
Chiara Fiorito - 1ª componente sq. Campione italiana arco olimpico
Viviano Mior - 1° componente sq. Campione Italiana arco compaund
MAF - STOCCARDA
Giuseppe Asselta - 1°Campionato Mondiale Arti Marziali MAF
FIARC - VICENZA
Denis Vicentin - 1° Campionato Italiano Arco Olimpico
Luciano Burello - 1° Campionato Italiano Arco nudo
Giulio Bazzo - 2° Campionato Italiano Arco nudo
Francesco Panzarotto
3° Campionato Italiano Arco nudo
LUTTI
A.S.D. FIAMME CREMISI
BISCEGLIE
Il progetto nella Città di Bisceglie nasce dal Dirigente Tecnico Sportivo
Francesco SIMONE ex Sottufficiale dell’Esercito Italiano, il 2005 si iscrive
All’Associazione Nazionale Bersaglieri sezione di San Vito al Tagliamento
come atleta FIDAL, ma la sua passione lo portava a tutti i costi a costituire
un gruppo sportivo del settore Arti Marziali nel contesto dell’associazionismo
Militare in congedo, tante Associazioni Nazionali Militari risposero positivamente
alla richiesta di appartenenza, ma la volontà di vedere creare il gruppo
sportivo dei Bersaglieri era cosi forte che oggi e una realtà.
Quando abbiamo deciso di mettere su un gruppo sportivo di amici, atleti,
genitori, coinvolgendo la Citta di Bisceglie con la speranza di coinvolgere
i veterani storici Bersaglieri della nostra Città.
Nata il 2006 ed in autonomia dal 2009 si batte per i colori cremisi
dell’Associazione Nazionale Bersaglieri. settore KARATE NAZIONALE – M.G.A
NAZIONALE e il 2011 al TAEKWONDO OLIMPICO nasce senza scopi di lucro
è costituita per favorire lo sviluppo dell’attività assistenziale, ricreativa, del
tempo libero e sportiva ai fini di contribuire all’elevazione culturale della
personalità umana, offrire ai Cittadini attività educative e integrazione, per
contrastare episodi di Bullismo e prevenire forme di dipendenza da alcol
e tabagismo, la partecipazione a competizioni ufficiali e l’organizzazione
di manifestazioni sportive.
L’obbiettivo e di creare la nostra sezione Bersaglieri di Bisceglie e sperare
di mettere su un circolo ufficiali sottufficiali e militari in congedo luogo di
ritrovo e ricreativo.
La nostra associazione ha sempre puntato su Federazioni Nazionali di cui
affidabilità e professionalità ci ha consentito oggi di ottenere tantissimi
risultati: 18 Campionati Regionali Fijlkam 5 Titoli - 3 Campionati Italiani
Fijlkam 1 Titolo medaglia Oro MARIO SCIANCALEPORE 84 KG - 31
Competizioni Enti Promozionali 19 Medaglie - 1 Convocazione Nazionale
Fijlkam – 4 Seminari Nazionali Fijlkam - 1 premio CONI 2009 - 2 Progetti
Sport a Scuola 2009/2010 – 2010/2011 – 3 Manifestazioni Regionali
Organizzate, tutto questo in due anni di attività sportiva.
L’impegno dell’Insegnante Tecnico Federale Francesco SIMONE promuovere
l’attività sportiva ambito Linguistico, Artistico, Espressivo, Storico, Geografico,
Scientifico Motorio, Ambientale Salutistico generando atleti in grado di
vederli arrivare alla grande meta delle Olimpiadi.
Per informazioni: Maestro Francesco Simone tel. 340 3011307
www.francescosimone.org
ci hanno
lasciato
Giuseppe Franzon
Classe 1919, già dell'11° Bersaglieri, socio
fondatore della locale sezione di Codroipo ed
attivo animatore è deceduto il 08.05.2010
lasciando un vuoto incolmabile.
Dante Surriano
23/09/1930 - 04/05-2010
Ottimo suonatore di tromba, per lunghi anni componente della fanfara di Trieste ed a lungo capo
fanfara della stessa. Provetto falegname, donò alla
sezione l'arredo della sala musica, fabbricando di
sua mano, panche e supporti reggi spartito. Il 7
maggio scorso ha indossato per l'ultima volata la
sua uniforme per essere accompagnato all'estrema dimora dalla sezione "Enrico Toti" e da tutta la fanfara.
Filippo Chimenti
E' venuto a macare all'affetto dei suoi cairi ilBersagliere
Gen. Filippo Chimenti, cofondatore e primo vice
Presidente della Sezione ANB Garibaldi di Sacile. E'
stato un costante punto di riferimento per tutti noi
sopportando con grandissima dignità l'avverso destino
che lo ha visto sofferente per lunghissimo tempo.
Alla sua cara famiglia le più sentite condoglianze.
Ai bersaglieri della sezione; mancherà!
Carlo Tangorra
Carlo Maria Tangorra è nato a Gioia del Colle (BA)
il 23 ottobre 1949. Ha prestato servizio nell’8°
Reggimento Bersaglieri in Pordenone, nel 182°
Reggimento Corazzato “Garibaldi” in Sacile (PN) Aiutante Maggiore dell’11° btg. Prematuramente
scomparso lascia in eredità al Corpo dei bersaglieri
il figlio che milita nei Quadri dell’11° reggimento
bersaglieri. Il Reggimento di Papà. Alla Signora
Rosaria e alla famiglia le nostre fraterne condoglianze.
Gilberto De Zan
Nato il 27 agosto 1931 e deceduto il 6 febbraio 2010.
Socio fondatore della sezione di Cordenons e sempre
fiero d’aver prestato servizio nel 3° Reggimento
Bersaglieri di Milano. Tutta la sezione, confortando i
familiari, lo ha salutato ricordando il suo attaccamento
alla famiglia, al piumetto ed al cameratismo.
vivi Bersaglieri
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