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Abbattere i VOC in modo puramente biologico
Abbattere i VOC in modo puramente biologico Investimenti in tecniche nuove Abbattere i solventi in modo biologico è possibile ed economico. Questa procedura permette di rispettare i valori di emissione imposti dalla legge sia nelle procedure di verniciatura in genere, sia per quella dell’industria mobiliera. Da innumerevoli anni la Störk Umwelttechnik si occupa dell’abbattimento degli odori utilizzando la biologia e negli ultimi 10 anni lo stesso processo viene utilizzato anche per abbattere i solventi contenuti nell’aria. Descriviamo di seguito l’esperienza della Vallo & Vogler a Belm, in Bassa Sassonia. Nel 2003 l’azienda decide di trasferire 2 sedi produttive in un unico luogo, sia per ridurre i costi, sia anche per adempiere agli obblighi del nuovo ordinamento sui VOC, secondo il quale il valore in uscita non deve essere superiore ai 50 mg /m3. In seguito a questa nuova normativa l’azienda pensò di utilizzare vernici a più basso contenuto di solventi. Dopo vari esperimenti però constatò che la qualità di verniciatura tipica dell’azienda poteva venire garantita solamente delle vernici con un contenuto medio di solventi del 75%. Anche il passaggio a vernici a acqua venne discusso e testato, ma anche questo esperimento non portò i risultati desiderati. Le vernici ad acqua non possono venire utilizzate in grandi quantità per la verniciatura degli oggetti del settore della cosmetica, elettronica e dell’industria automobilistica. Non si poteva nemmeno ricorrere al processo di combustione a causa del basso carico di solventi, pari a circa 225 mg /m3, se non servendosi del supporto di ulteriori combustibili. La decisione cadde pertanto sull’abbattimento biologico dei VOC. Questa procedura venne discussa con diversi fornitori e infine realizzata nel 2008 insieme alla Störk Umwelttechnik. L’impianto di abbattimento rientrò pertanto nella procedura di autorizzazione BImSch e quindi nell’articolo 31 dell’ordinamento della legge federale sul controllo delle emissioni (BundesImmissionsSchutzVerordnung — BimSchV). Maggiori benefici con il recupero del calore L’investimento generale di circa 2 milioni di Euro comprese anche l’installazione di un sistema di recupero del calore a valle del sistema di abbattimento biologico al fine di ottenere ulteriori vantaggi dal processo produttivo. Le temperature che entrano in gioco in questo sistema di recupero del calore possono venire schematizzate come segue: • • • Temperatura dell’aria in ingresso: 23 °C Temperatura dopo lo scrubber: 20 °C Temperatura aria depurata: 23 °C (in seguito all’attività dei microorganismi all’interno della camera di reazione la temperatura aumenta di ca. 3 °C) Grazie a dei comandi impostati ad hoc viene fatta arrivare dell’aria esterna che viene riscaldata dal sistema di recupero di calore. Lo scopo è quello di mantenere una temperatura costante di ca 23 °C in verniciatura. Nel sistema di recupero calore sono state integrate ulteriori fonti, come il calore della pompa a vuoto e quello dei compressori. L’impianto di abbattimento comprende anche, tra le altre cose, una conduttura di convogliamento dell’aria da trattare proveniente dalle cabine di verniciatura passante sopra il tetto e che conduce all’impianto di abbattimento. Un ventilatore trasporta ca. 75 000 m3/h di aria attraverso lo scrubber, la camera di reazione biologica e il susseguente impianto di recupero del calore. Lo scrubber, integrato nell’impianto, ha la funzione di separare la parte solida dell’aria tramite uno spruzzaggio in controcorrente, saturando allo stesso tempo l’aria da trattare e rendendola così idonea al processo biologico. Grazie ad un filtro le sostanze solide vengono separate e ispessite per lo smaltimento. La camera di reazione chiusa da 54x6x4,5m è riempita di sostanza organica con la funzione di creare un ambiente di sviluppo dei batteri. Per creare condizioni ancora più favorevoli al loro sviluppo si è provveduto ad integrare questo sistema con un dosatore di acqua e nutrienti. I biofiltri per una depurazione affidabile. In linea di principio l’abbattimento odori e sostanze inquinanti a livello biologico funziona allo stesso modo della depurazione biologica delle acque. „Si tratta infatti di abbattere i carichi organici con la sola differenza che questi non sono contenuti nelle acque reflue, bensì nell’aria.“ Questo è quanto afferma l’Ing. Ulrich Lütke-Wöstmann della Störk Umwelttechnik. „Nel campo del trattamento di arie esauste sono molto diffusi, al momento i processi termici. Noi abbiamo traslato il processo di depurazione delle acque nella nostra tecnologia di depurazione delle arie esauste tramite biofiltri. Rispetto al processo termico il nostro sistema è più vantaggioso economicamente.“ La depurazione biologica in un biofiltro si basa sull’attività di microrganismi in grado di ossidare le sostanze organiche e anche alcune sostanze inorganiche presenti sotto forma gassosa trasformandole in sostanze non dannose e prive di odori percepibili. Nel biofiltro le sostanze odorigene e inquinanti vengono sottoposte al processo di adsorbimento (passaggio alla fase liquida) e quindi rese accessibili ai microrganismi. In seguito le sostanze nocive vengono ossidate biologicamente dai microrganismi che attaccano i composti chimici e quelli in forma gassosa utilizzando inoltre le singole sostanze come fonte di energia e per accrescere la propria biomassa. Dopo un breve periodo di adattamento che dipende dalle concentrazioni e dal tipo di sostanze contenute nell’aria, sul materiale si crea la cosiddetta biocenosi, la quale si trova in un equilibrio naturale. Durante questo processo metabolico vengono rilasciate acqua, biossido di carbonio e biomassa. Trattandosi di un abbattimento di tipo biologico non si avrà rilascio di sostanze nocive nel materiale filtrante. Un processo di abbattimento stabile In condizioni ottimali e con l’apporto di nutrienti adatti, i microrganismi sono in grado di raddoppiare la propria popolazione in soli 15 minuti e inoltre di adattarsi in modo rapido alle mutate condizioni vitali. Questo significa che si svilupperanno determinati ceppi batterici mentre altri diminuiranno a seconda dell’offerta di nutrimento del momento. Questo fenomeno descrive la flessibilità del processo. Gra- zie all’effetto cuscinetto della biomassa, eventuali ed improvvisi picchi odorigeni possono venire immagazzinati nella biomassa per poi venire abbattuti nel corso del processo metabolico. L’attività, e quindi la funzione dell’impianto biofiltrante, sarà garantita se il materiale di supporto, quindi la biomassa, sarà creata a misura del processo. La capacità di adsorbimento e la porosità sono elementi indispensabili per creare una superficie adeguata che consenta il corretto tempo di contatto all’interno del corpo filtrante. L’elevata porosità del substrato del biofiltro garantisce un abbattimento altrettanto elevato. Alla messa in esercizio la biomassa, tramite inoculo, viene addizionata di colture batteriche ad hoc per il tipo di aria da trattare. Il biofiltro è così in grado di attivarsi pienamente e in tempi rapidissimi. Oltre ad abbattere i solventi, i batteri abbattono anche la biomassa. Dopo un certo periodo di tempo avviene infatti la cosiddetta mineralizzazione. E’ questo il motivo per cui dopo alcuni anni il materiale filtrante deve venire sostituito completamente. Visto che le sostanze inquinanti vengono abbattute dal biofiltro non si avranno residui di esse all’interno della biomassa. Al fine di garantire un processo stabile i microorganismi dovranno venire arricchiti con nutrienti equilibrati. Una stazione di dosaggio montata sul biofiltro inietta i nutrienti necessari. Ridurre notevolmente i consumi elettrici Nel caso specifico della Vallo & Vogler, la nostra azienda controlla e sorveglia il processo di abbattimento grazie alla stipula di un contratto di manutenzione. Il gestore tiene l’impianto sotto controllo e si occupa della regolare manutenzione dello scrubber e degli altri dispositivi accessori. Molto importante è la rimozione, a intervalli regolari, tra le altre cose, delle incrostazioni all’interno dello scrubber e in particolare degli ugelli e dei separatori di gocce. Considerando l’aumentato fabbisogno di energia elettrica dopo l’unificazione dei due stabilimenti, in seguito all’installazione dell’impianto di abbattimento biologico e del processo di recupero di calore a valle di questo, il risparmio in termini di energia elettrica è stato di circa il 50%. L’unificazione dei due stabilimenti avrebbe reso infatti necessario passare dall’attuale caldaia a gas da 750 kW ad una da 1200 kW. Questo investimento non si è più reso necessario grazie al sistema di recupero del calore. La caldaia esistente insieme al recupero di calore sono ampiamente sufficienti a garantire una temperatura nello stabilimento di 23°C anche nei giorni più freddi dell’inverno. „Non solo abbiamo avuto la possibilità di abbassare i valori dei VOC ai limiti imposti (50 mg/m3)— ma abbiamo anche potuto ridurre i costi di esercizio molto di più di quanto avessimo preventivato“, conclude il signor Andreas Vogler della Vallo e Vogler. Non tutti gli idrocarburi possono venire abbattuti con i microorganismi allo stesso modo tramite il processo biologico. E’ per questo motivo che alla Vallo & Vogler, prima della progettazione dell’impianto di abbattimento, è stato effettuato uno screening delle vernici e dei loro componenti. Le sostanze difficili da abbattere non si potevano sostituire in nessun modo, dato che il tipo di vernice era imposto dal cliente. Inoltre non era possibile contare su reflui con concentrazioni equilibrate di idrocarburi. In ogni modo, anche se durante il processo di produzione si presentano picchi di alcuni minuti registrati dagli strumenti di misurazione, questi non hanno nessun influsso negativo sul processo di abbattimento degli idrocarburi: • • • • Il carico attuale dell’aria da trattare è tra 90 e 150 mg /m3 L’impianto è stato progettato per un carico massimo di 225 mg/m3 I valori in uscita dall’impianto di abbattimento sono < 50 mg /m3 Al momento delle misurazioni di accettazione dell’impianto è stato registrato un valore di immissione di 3 mg polvere / m3.