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lenti a contatto contact lenses
lac lenti a contatto contact lenses Codirettori scientifici L. Lupelli (Roma), N. Pescosolido (Roma) Comitato scientifico L. Boccardo (Certaldo), M. Bovey (Palermo), R. Fletcher (London), A. Fossetti (Firenze), P. Gheller (Bologna), S. Lorè (Roma), A. Madesani (Forte dei Marmi), L. Mannucci (Padova), U. Merlin (Rovigo), M. Rolando (Genova), A. Rossetti (Cividale del Friuli), C. Saona (Barcelona), L. Sorbara (Toronto), A.Vinciguerra (Trieste) Ringraziamenti Si ringrazia S.Opt.I. per la collaborazione scientifica Comitato editoriale A. Calossi (Certaldo), M. Lava (Roma), C. Masci (Roma), F. Zeri (Roma) Segreteria O. De Bona, M. Lava Via E. Mattei, 17 30020 Marcon (VE) Tel. 041.5939411 E-mail: [email protected] Nome della rivista LAC Direttore responsabile Marco Perini Proprietario testata BieBi Editrice Editore BieBi Editrice di Mauro Lampo Via Losana, 4 - 13900 Biella Tiratura Quadrimestrale, 32 pagine Tipografia True Color Via Cave 1 - 28831 Baveno (Verbania) Registrazione Tribunale Biella, in data 6/5/99 al n. 487 Sped. gratuita Numeri arretrati 1 Presso la segreteria sommario maggio 2002 vol. IV, n. 1 Atti della Conferenza Uso continuo con lenti in silicone idrogel: la nuova era della contattologia Brien Holden 3 Curriculum vitae di Brien Holden pag. 4 Relazione Atti della Conferenza pag. 6 Domande e risposte pag. 20 curriculum vitae Brien Holden Brien Anthony Holden (1942) Optometrista australiano, professore di optometria alla University of New South Wales, fondatore e direttore della Cornea and Contact Lens Research Unit (CCLRU) presso la School of Optometry, University of New South Wales, e direttore della Cooperative Research Centre for Eye Research and Technology (CRCERT). Ha conseguito la laurea in Applied Science presso l’Università di Melbourne nel 1964 e il PhD presso la City University (London) nel 1971. Gli è stato assegnato il Honorary Degree of Doctor in Science, honoris causa, dallo State University of New York nel 1994 e Honorary Degree of Doctor Of Science nel 1998 dal Pennsylvania College of Optometry per i suoi notevoli contributi alla scienza e all’educazione, a cui ha fatto seguito un Honorary Degree of Doctor in Science, honoris causa, nel 1999 dalla City University London per il suo insigne contributo alla Scienza della Visione e all’Optometria. Fu invitato a tenere conferenze alla School of Optometry, University of New South Wales nel 1971 e promosso a Senior Lecture nel 1975, Professore Associato nel 1985 e Professore nel 1990. Nel 1976 fondò la Cornea and Contact Lens Research Unit e fu un valido aiuto nel concepimento della Cooperative Research Centre for Eye Research and Technology e venne nominato Foundation Director del CRCERT nel 1991. 4 curriculum vitae Brien Holden Ha partecipato a numerosi appuntamenti accademici, professionali e universitari. È stato co-fondatore dell’International Association of Contact Lens Educator (IACLE) nel 1979, vice presidente dal 1979 al 1991 e Presidente dal 1991 al 1999. Fu eletto Presidente fondatore della fondazione International Society for Contact Lens Research (ISCLR) e restò in carica come Presidente della società dal 1982 al 1984 continuando poi come Member Executive. È fondatore dell’ Optometric Vision Research Foundation dove ha svolto le mansioni di Presidente dal 1973 al 1982 e Direttore Fondatore dell’Institute of Eye Research. Brien Holden è un educatore e ricercatore internazionale ed è autore di oltre 175 scritti. La sue ricerche sono state focalizzate nell’area della salute oculare con lenti a contatto e ad altre forme di correzione visiva. La sua ricerca ha dimostrato che l’ipossia a lungo termine, causata dalle lenti a contatto, provoca danni oculari e ha stabilito i parametri della permeabilità all’ossigeno delle lenti affinché sia mantenuta la salute oculare. È inoltre attivo nella salute pubblica internazionale essendo Presidente dell’International Centre of Eyecare Education (ICEE) che sta sviluppando un servizio di salute oculare per le comunità Aborigene in Australia e per la comunità disagiate nel mondo. È stato nominato Presidente del Refractive Error Working Group of the World Health Organisation (Organizzazione Mondiale della Salute), Co-presidente del gruppo Vision 5 2020 Australia e Presidente del Board of Management of Ciba Vision Care NSW, che gestisce la NSW Government Spectacle Program, la quale fornisce correzioni visive a coloro che hanno un reddito insufficiente. Ha ricevuto due dei più prestigiosi riconoscimenti australiani (il HB Collin Research Medal e il Kenneth W Bell Medal), e tre prestigiosi riconoscimenti internazionali (il Ruben Medal, il Glenn A. Fry Award e il British Contact Lens Association Medal) per il suo eccezionale contributo alla ricerca optometrica ed educativa. Ha ricevuto il Fulbright Senior Scholar Award nel 1982 ed è stato Membro Fondatore dell’Australian Fulbright Association. Ha ricevuto la medaglia dell’Order of Australia dal governo Australiano per il suo contributo alla ricerca e all’educazione oculare nel 1997. L’University of New South Wales lo ha insignito del titolo di Scientia Professorship nel 2001 per il suo eccezionale contributo alla ricerca. a t t i d e l l a c o n f e r e n z a Uso continuo con lenti in silicone idrogel: la nuova era della contattologia 2 giugno 2002. Excelsior Hotel, Milano 3 giugno 2002. Cavalieri Hilton, Roma Relatore: Brien Holden Chairman: Marc Bovey Marc Bovey: Benvenuti a tutti... Desidero ringraziare tutti i presenti per essere qui in questo pomeriggio dedicato all’uso continuo delle lenti a contatto. Vorrei ringraziare i nostri colleghi ottici, per essere intervenuti così numerosi, e il mondo della scuola che ha sollecitato gli studenti a partecipare a questa giornata. Vorrei ringraziare i due relatori che sono qui accanto a me per il loro contributo e CIBA Vision per aver organizzato questa manifestazione e per essere riuscita a riunire così tante persone malgrado la forte concorrenza del bel tempo, del sole e del mare. Per problemi organizzativi la scaletta del programma è stata modificata. Inizieremo con la relazione del Prof. Holden a cui farà seguito quella di Francesco Gulli, Direttore della Divisione Lenti di CIBA Vision. È stato previsto uno spazio tra le due relazioni in modo che possiate rivolgere le domande al Prof. Holden e ad Anto Rossetti, insegnante di optometria, per quello che riguarda il mondo della scuola italiana, alle quali ovviamente il Prof. Holden non è in grado di rispondere. Il professor Holden vi parlerà delle aree sulle quali sta lavorando e cosa succede quando sulla superficie oculare viene posta una lente a contatto per 30 giorni e 30 notti. Francesco Gulli vi parlerà invece di Focus Night & Day in chiave industriale e di marketing. Vorrei fare qualche rapida considerazione, prima di lasciare la parola ai relatori. Tutte le persone che come noi lavorano nel mondo delle lenti a contatto sanno che per il portatore mettere, togliere e pulire le proprie lenti a contatto, è sempre stato un problema che ha generato, in parecchi di loro, un processo di demotivazione tale da condurli, molto spesso, all’abbandono delle proprie lenti. Questo è un problema con cui abbiamo dovuto fare i conti sin dalla nascita della lente a contatto e l’idea del porto continuo è un’idea vecchissima, tanto vecchia quanto lo sono le lenti a contatto. Negli anni ’80 alcuni materiali in idrogel ricevettero l’approvazione FDA per l’uso prolungato. Le stime numeriche ci dicono che in quel periodo, principalmente negli Stati Uniti, c’erano circa 4 milioni di portatori che uti- lizzavano lenti con questa modalità d’uso. Queste lenti venivano chiamate permanenti, anche se permanenti non erano, e si parlava della “non miopia”, banalizzando una problematica che era tutto tranne che banale. Una problematica infatti, quella del porto continuo, che è complessa. La stampa cominciò a riportare episodi di gravi complicanze, soprattutto di tipo infettivo. L’apice fu toccato dalla pubblicazione di uno studio di Poggio nel 1989 che indicava come, con questo tipo di lenti, il rischio di ulcerazione corneale fosse da 10 a 15 volte superiore rispetto a quello con lenti utilizzate solo di giorno. Negli Stati Uniti, questo fatto determinò una flessione del mercato e l’uso permanente ripiegò sull’uso settimanale, grazie alla nascita delle lenti a sostituzione frequente. Il porto prolungato delle lenti a contatto continuò ad andare avanti ma sicuramente in un modo molto più modesto, in termini quantitativi, rispetto a come era iniziato. In Europa invece questo avvenimento diede un colpo mortale al concetto stesso di porto prolungato e praticamente, a parte l’Inghilterra, tutti gli altri paesi europei abbandonarono completamente l’idea che si potessero portare lenti a contatto in modo prolungato. Questo è uno degli aspetti con i quali oggi ci troviamo a combattere. Noi proveniamo da una cultura della lente a contatto che ci ha portato a dire che la lente non può rimanere negli occhi per troppo tempo. Molti di noi hanno ripetuto ai propri pazienti che potevano fare tutto ciò che volevano tranne dormire con le lenti. Ora invertire il messaggio non è cosa facile. In un periodo antecedente, nel’84, un certo sig. Holden e il suo collega Mertz, pubblicarono una ricerca di fondamentale importanza. Questa ricerca indicava esattamente il livello di trasmissibilità all’ossigeno necessario per contenere l’edema corneale entro i valori del cosiddetto edema notturno, fisiologico. Non c’era una delle lenti in idrogel utilizzate negli anni ’80 e ’90, che raggiungesse i valori che Holden e Mertz avevano fissato nel’84. Gli unici materiali in grado di raggiungere la soglia erano i siliconi elastomeri, come si chiamavano allora, ma la loro naturale idrofobia li rendeva molto poco compatibili con la superficie oculare. 6 a t t i d e l l a c o n f e r e n z a Uso continuo con lenti in silicone idrogel: la nuova era della contattologia Marc Bovey, Direttore commerciale della catena Optissimo e Randazzo. Dott. Francesco Gulli, Direttore Divisione Lenti a Contatto CIBA Vision La sfida del porto prolungato è stata proprio quella di riuscire a sviluppare lenti a contatto fatte di un materiale che riunisse in sé le caratteristiche del silicone e le proprietà del materiale idrogel. Lo sviluppo di un silicone idrofilo sembrava estremamente paradossale dato che tutti sanno che il silicone si usa per fermare l’acqua e che è, in realtà, il materiale più idrofobo che esista. È stata una sfida sulla quale parecchie persone si sono concentrate e sulla quale le industrie hanno investito grandi capitali. Ciò che sembrava impossibile è accaduto: abbiamo un materiale di questo tipo e siamo qui, oggi pomeriggio, per approfondire le nostre conoscenze su questa innovazione. e le Lenti a Contatto) che lui ha fondato nel 1976. Ha concepito e fondato un altro organismo che si chiama CRCERT (Centro di Ricerche Cooperativo per l’Occhio e la Tecnologia) che lui dirige tuttora. Elencare i sui titoli e i riconoscimenti ottenuti ci prenderebbe tutto il pomeriggio quindi mi limiterei a tratteggiare la sua figura. Brien Holden è principalmente una persona che è riuscita a incanalare la sua attività in quattro direzioni. Personalmente sono convinto che questo prodotto rappresenti l’inizio di una nuova era per le lenti a contatto. Penso che questo momento sia tanto importante quanto lo è stato l’arrivo del materiale idrogel, dopo anni di lenti rigide; perché la risposta al desiderio del portatore e la soddisfazione di un bisogno del consumatore è qualche cosa che è destinato ad avere sempre successo. È una valida proposta, è un’alternativa alla chirurgia refrattiva, di questo ne parlerà il Professor Holden, è la risposta a tutti quei portatori demotivati che noi conosciamo bene. Non voglio rubarvi altro tempo. Adesso vi vorrei presentare il professor Holden che viene da lontano, dall’Australia. Egli è professore di optometria all’Università del New South Walles, a Sidney, e Direttore del CCLRU (Unità di Ricerche sulla Cornea 7 È un ricercatore. Dagli anni ’70 ha contribuito a trasformare la contattologia da artigianato a scienza, gettando le basi per una produzione industriale. È un organizzatore. Ha fondato, creato, diretto e animato numerosi gruppi di lavoro, oltre ad aver dato vita a due organizzazioni in Australia e a numerose società di ricerca in contattologia che hanno prodotto ricerche di elevatissimo contenuto. È un educatore. Ha formato un generazione di scienziati che oggi troviamo praticamente alla testa di reparti di ricerca e sviluppo della maggior parte delle industrie di lenti a contatto. È un grande comunicatore. È autore di numerosi articoli che sono stati utilizzati come referenze in tutto il mondo e in tutti i settori che si occupano di scienza oculare. Gira il mondo partecipando attivamente a congressi, conferenze e presentazioni. Il suo lavoro è riconosciuto in tutto il mondo e gli è valso i maggiori titoli accademici e anche civili. a t t i d e l l a c o n f e r e n z a Uso continuo con lenti in silicone idrogel: la nuova era della contattologia diale sulla rivoluzione che sta avvenendo nell’area del vision care. In particolare nella prima parte della presentazione vedremo che esiste un crescente bisogno e una conseguente richiesta dei vostri servizi, in quanto esperti dell’errore refrattivo e delle lenti a contatto, e come la maggior parte del mondo sta cominciando a capire l’importanza di questo ruolo. IL FUTURO DELLA CORREZIONE VISIVA Professor Brien Holden. Non mi dilungo oltre, lascio la parola e il microfono al professor Brien Holden. Professor Brien Holden: Molte grazie Chairman. Mi dispiace che dobbiate ascoltare questa lezione in australiano, ma sono sicuro che Antonella e Soraya, le nostre interpreti, sapranno trasformare questi suoni in parole. Sono molto contento di essere qui e ringrazio Francesco Gulli per il suo invito e Marc Bovey e Anto Rossetti per la loro cordiale accoglienza. Vorrei poi ringraziare i miei colleghi di Sidney per il lavoro svolto e per avermi permesso, oggi, di essere qui a parlare con voi. L’argomento che tratteremo oggi è: “l’uso continuo e il futuro della correzione visiva”. Vorrei iniziare facendo una piccola panoramica mon- Questo ragazzo che vedete nella diapositiva non è mio figlio ma è un ragazzino che vive a Taiwan. Osservando il grafico potete notare che mentre nel 1986 la percentuale dei ragazzi diciassettenni miopi si aggirava intorno al 4% nel 2000 essa ha raggiunto il valore del 20%: un aumento del 16%, che sappiamo essere prevalentemente miopico e che equivale ad un trend di crescita osservabile in tutto il mondo. Questo trend di crescita è dovuto alla combinazione di alcuni fattori quali il lavoro a distanza ravvicinata, l’uso di computer, la scolarizzazione e l’ereditarietà: se entrambi i genitori sono miopi, infatti, 3 figli su 4 potranno essere miopi. Quello che osserviamo a Taiwan è proprio questa veloce crescita della miopia. È così veloce al punto che ben il 93% dei ragazzi con 18 anni oggi è miope. In Cina, poi, ci sono 600 milioni di miopi. Questo fatto ha dell’incredibile. È un fenomeno epidemico. Incominciamo a notare che anche l’ipermetropia sta diventando un problema visivo, soprattutto nei paesi dell’America Latina. Sarebbe altresì interessante effettuare un’analisi dell’incidenza della miopia e dell’ipermetropia sia in Italia che in Spagna. È necessario educare ed informare le persone sulla condizione miopica poiché essa, soprattutto se elevata, può essere associata a patologie retiniche. Ne soffrono circa il 50% dei miopi, che hanno una miopia superiore a 6 diottrie. L’informazione è quindi importante per cercare di rallentare questo avanzamento. L’altro fenomeno osservabile in tutto il mondo è l’invecchiamento e la variazione della distribuzione per età della popolazione. Questo grafico mostra la distribuzione da zero a novant’anni e la proporzione per fascia di età, da giovane a vecchio. Possiamo così vedere che negli Stati Uniti, per il 2020, è stato previsto un drammatico aumento della percentuale di persone che avranno più di 45 anni. Non conosco le cifre relative all’Italia, e mi scuso per 8 a t t i d e l l a c o n f e r e n z a Uso continuo con lenti in silicone idrogel: la nuova era della contattologia Tina Turner. Mick Jagger. questo, ma posso dirvi che nel 2020 in Giappone il 70% della popolazione avrà più di 45 anni. Questo sarà un grosso onere per i giovani che dovranno occuparsi degli anziani, che saranno così numerosi. Accanto a questo fenomeno però se ne sta diffondendo un altro. Una volta chi aveva sessant’anni era considerato un anziano. Questo non è più vero! Un uomo di sessant’anni, oggi, è ancora molto giovane. Io lo so, e lo so bene, perché ho appena compiuto sessant’anni. E se guardiamo la foto di questi due (Tina Turner e Mick Jagger, ndT) che hanno quasi sessant’anni vediamo che non sembrano poi così vecchi. Con questo voglio dire che quello che sta cambiando è il nostro atteggiamento verso la vita. Stiamo andando verso una situazione in cui la fase dell’apprendimento dura per tutta la vita. Troviamo infatti ottantacinquenni che usano il computer e navigano su Internet, molti in cerca di gioventù. Ci rendiamo conto sempre più che le persone avranno bisogno di usare lenti a contatto e/o occhiali per tutto l’arco della vita. Dobbiamo cambiare il nostro modo di ragionare sia nei confronti delle persone giovani che di quelle anziane. Voi avrete molto lavoro nel futuro! Infatti entro il 2020 il 60% della popolazione mondiale dovrà ricorrere all’aiuto di ottici e optometristi per poter vedere nitidamente. blici, ai governi, ai privati e anche ai cittadini per far capire loro quanto importante sia avere una buona visione. In generale quello che sta avvenendo è che i governi hanno capito che una persona miope di 8.00 diottrie, senza i suoi occhiali, è cieca tanto quanto una con la cataratta. Infatti, l’Organizzazione Mondiale per la Salute (OMS), nel programma per la prevenzione della cecità nel mondo, ha messo al secondo posto, in termini di importanza, la questione inerente i vizi refrattivi non corretti. Chi è che si deve occupare dell’errore refrattivo non corretto? Siete voi. È il vostro campo, è il mio campo. Se guardiamo le indagini statistiche condotte dall’OMS troviamo che in Australia, nel mio paese, il 25% della popolazione considerata legalmente non vedente è tale perché non porta occhiali. Perché non ha compreso, o noi non siamo stati in grado di trasmettere abbastanza chiaramente, l’importanza della correzione visiva. Quando i capelli incominciano a diventare grigi gli individui entrano nell’ordine di idee che anche la loro visione diventerà presto grigia. Noi non siamo ancora stati capaci di trasmettere chiaramente che non sarà necessariamente così, e che si posso fare cose per vedere meglio. Se il governo ci risponde che l’unica cosa che vogliamo è avere più clienti, e che questo non è importante per la salute pubblica, noi dobbiamo invitarli a guardare la realtà e alle conseguenze che comporta una riduzione della capacità visiva. I risultati di questo tipo di indagine sono stati pubblicati sulle più importanti riviste mediche, in tutto il mondo. Individui con un visus ridotto, inferiore ai 6/12, corrono un rischio doppio, rispetto a coloro che hanno un buon Un altro argomento riguarda l’Organizzazione Mondiale della Salute. I governi di tutto il mondo stanno capendo che la visione gioca un ruolo fondamentale per garantire una buona qualità della vita, e questa questione è nelle vostre mani. Dovete rivolgervi a enti pub9 a t t i d e l l a c o n f e r e n z a Uso continuo con lenti in silicone idrogel: la nuova era della contattologia visus, di non avere una vita sociale. Il rischio di cadute è due volte maggiore, quello di frattura all’anca 4 volte maggiore e la possibilità di cadere in depressione è triplicata. Infine, il rischio di morte addirittura raddoppia nel caso di persone che hanno problemi visivi, rispetto a coloro che non necessitano di correzione. Si tratta di un problema molto importante per la società nel suo insieme. Credetemi, gli optometristi in tutto il mondo non comprendono appieno quanto importante sia il loro ruolo nella salute mondiale. Dobbiamo pensare alle nostre responsabilità e alle opportunità. Dovete essere in grado di fornire ai vostri clienti e ai vostri pazienti il più ampio e completo servizio possibile. Dovete consigliarli, informarli sulla chirurgia refrattiva, proporgli la miglior soluzione con occhiali, dovete applicargli la tipologia di lente a contatto più idonea, dovete informarli su come affrontare la miopia dei loro figli o la loro presbiopia, perché voi siete gli esperti del settore. Per quanto riguarda la miopia poi, abbiamo una fantastica sfida da raccogliere: cosa e come fare per far rallentare il progredire di questa condizione? Questo che vedete è uno dei miei piccoli pazienti: un pollo, o meglio un pulcino! Se mettiamo di fronte agli occhi di questo pulcino delle lenti di potere –10.00, l’occhio diventerà miope di 10.00 diottrie. È incredibile, ma sembra che ci sia proprio un coordinamento nella crescita della struttura oculare. Questo significa che ogni animale sul nostro pianeta è emmetrope ad eccezione degli esseri umani che diventano miopi. Se mettiamo una lente di +9.00 di fronte all’occhio, l’occhio del pulcino (ndT) diventerà ipermetrope di 9.00 diottrie. È incredibile, siamo in grado di controllare l’errore refrattivo dei pulcini. Questa ricerca è stata condotta dal più grande ricercatore mondiale sulla miopia. Egli ha condotto lo studio su piccole scimmie a cui ha fatto indossare un casco di cuoio con un due fori a livello degli occhi, ove era possibile inserire delle lenti. Ha osservato che mettendo, nelle prime fasi di crescita dell’animale, delle lenti di +15.00 diottrie davanti all’occhio questo diventava ipermetrope di 12.00, mentre mettendo una lente di –15.00 l’occhio diventava miope di 13.00. Possiamo utilizzare queste conoscenze per fare qualche cosa a riguardo del problema miopia? Questo, per il mondo intero, è un bel punto interrogativo. Riassumerò qui, brevemente, i risultati fino ad ora ottenuti: • sembra che far indossare ai bambini occhiali pro- gressivi, o le lenti bifocali, non controlli la miopia. • non è ancora chiaro oggi se l’applicazione di lenti rigide o gas-permeabili possa avere una qualche azione di controllo sull’avanzamento della miopia. • per il momento nessuno ha verificato gli effetti dell’ortocheratologia nei bambini, modalità che sembra funzionare abbastanza bene negli adulti. • sappiamo che farmaci come l’atropina rallentano la progressione miopica. Noi pensiamo che il futuro stia nello sviluppo di speciali lenti bifocali morbide, idonee per l’uso continuo nei bambini, e testeremo questa ipotesi in un prossimo futuro. Al momento, il miglior suggerimento che potete dare è quello di scegliere con molta attenzione i propri genitori. Bisognerebbe averne uno miope e l’altro ipermetrope. Ma noi che operiamo nel campo delle lenti a contatto, nella ricerca e nello sviluppo focalizzeremo la nostra attenzione su lenti a contatto che si possono portare per tutto l’arco della vita. IL MONDO DELLA CONTATTOLOGIA Lasciatemi dire che la contattologia non è andata molto lontano. Ci sono circa 110 milioni di portatori di lenti a contatto nel mondo e 6 miliardi e 300 milioni di persone sul nostro pianeta. Di queste, 1 miliardo e 400 milioni necessitano di correzione per lontano, mentre 1 miliardo e 500 milioni di quella per vicino. Quindi, in totale, abbiamo circa 2 miliardi e 500 milioni di persone che hanno bisogno di una correzione visiva (Fig. 1). Delle persone che necessitano una correzione visiva quanti possono permettersi le lenti a contatto? Oggi, nel mondo, se le possono permettere circa 500 milioni di persone. Come vedete la possibilità di sviluppo è molto buona. In America l’11% della popolazione, circa 30 milioni di persone, porta lenti a contatto. Nel mio paese (Australia ndT) la percentuale dei portatori di lenti a contatto si aggira intorno al 3%, come in Italia. Gli italiani e gli australiani sono molto simili: si godono la vita, amano il vino, il formaggio, le olive, il calcio ma non sono molto pro attivi con le lenti a contatto!! 10 a t t i d e l l a c o n f e r e n z a Uso continuo con lenti in silicone idrogel: la nuova era della contattologia Lenti Lenti a a contatto contatto per per tutta tutta la la vita vita 15 - 40 Totale 46 > 40 età Mercato potenziale 348 22 280 Portatori di lenti a contatto 110 10 78 22 Necessitano di correzione + possono permettersi le lenti a contatto 458 32 124 302 Necessitano correzione per lontano 1,417 253 697 467 Necessitano correzione per vicino 1,502 20 0 1,482 Necessitano di una correzione 2,451 273 697 1,482 Totale popolazione mondiale 6,325 1,971 2,610 1,744 (Proiezione per l’anno 2003) Figura 1 Proiezione per l’anno 2003 della popolazione mondiale, suddivisa per portatori di lenti a contatto e necessità di correzione visiva. Potere Lente asferica Lente sferica Nominale -6.00 D -6.00 D Zona ottica Centrale -6.08 D -5.72 D Zona ottica Periferica -6.27 D -7.46 D Differenza (Aberrazione) -0.19 -1.74 D Figura 2 Aberrazione sferica a confronto tra due lenti, una con geometria sferica e l’altra con geometria asferica. In futuro avremo bisogno di lenti a contatto multifocali, per i presbiti, che funzionino davvero. La diapositiva mostra 4 tipi di bifocali a visione simultanea. Sono lenti piuttosto difficili da usare. Bisogna che il paziente sia motivato e in grado di accettare compromessi. La cosa migliore in questo caso è provarle tutte: magari una su tre funziona. In linea generale la monovisione funziona in un portatore su tre, mentre un paziente su tre alla fine preferisce utilizzare gli occhiali. Dato che nella visione simultanea entrambe le immagini vanno a focalizzarsi simultaneamente, è sempre necessario che il paziente sia disponibile ad accettare un compromesso. 11 Ciò di cui abbiamo bisogno, io credo, è invece una buona lente bifocale morbida a traslazione, prodotta con materiale ad elevata permeabilità all’ossigeno. Speriamo che questa lente venga sviluppata in un prossimo futuro. Quello che noi oggi sappiamo per certo è che siamo in grado di cambiare la qualità della visione nelle persone che usano lenti a contatto. Questa diapositiva mostra due lenti a contatto, entrambe di potere –6.00 (Fig. 2). Potete vedere che la prima lente ha un potere di –6. 00 nella zona centrale mentre nella zona periferica il potere è di –6.27. Quando noi osserviamo la lente attraverso questo dispositivo, vediamo che in effetti la lente presenta un colore uniforme su tutta la superficie ottica, indice della presenza di un potere ottico molto uniforme. Lenti con questa geometria sono disponibili solo in silicone idrogel. Tutte le lenti Focus Night & Day, sia quelle ad alto che a basso potere, sono state prodotte con correzione dell’aberrazione. La seconda lente invece non corregge l’aberrazione sferica. Il potere nella zona centrale è di –5.75 mentre quello in periferia è di –7.50. Questa è una normale lente a contatto a superficie frontale e posteriore sferica. In futuro tutte le lenti dovranno avere la correzione dell’aberrazione, perché nello studio, dove abbiamo messo a confronto l’acuità visiva ottenuta con lenti con correzione dell’aberrazione e lenti senza correzione dell’aberrazione, abbiamo osservato una differenza di una linea dell’ottotipo a favore delle lenti con correzione dell’aberrazione. Per il futuro, riassumendo quanto detto fin ora, dobbiamo cogliere le eccellenti opportunità che il nostro lavoro ci offre, dobbiamo capire meglio le problematiche legate alla miopia e alla presbiopia, e dobbiamo anche imparare a trasmettere le nostre conoscenze al pubblico e ai nostri pazienti. Dobbiamo trasmettere queste informazioni anche ai governi, dobbiamo dire che l’optometria è molto importante e che l’errore refrattivo non corretto è un problema di salute pubblica. Dobbiamo comprendere il futuro dell’ottica e della correzione delle aberrazioni, per offrire una visione migliore, e l’industria deve continuare a sviluppare nuovi prodotti, come ad esempio delle bifocali migliori così da aiutare quei 400 milioni di presbiti che vogliono lenti bifocali. L’uso continuo L’altra cosa che dobbiamo fare è sviluppare lenti a con- a t t i d e l l a c o n f e r e n z a Uso continuo con lenti in silicone idrogel: la nuova era della contattologia tatto per il porto continuo sicure. Sono 30 anni che lavoro su questo progetto e vi assicuro che è stato un lavoro estremamente difficile. La ricerca sull’uso continuo provoca cambiamenti nelle persone. Ecco come ero, guardate un po’, prima di occuparmi di ricerche sul porto continuo e guardate come sono adesso. Qualcuno dice.” ma eri peggio allora, caro mio, rispetto ad ora”. La ragione per cui abbiamo avuto problemi è da ricercarsi nel fatto che per ben 3 volte, l’industria e i ricercatori, negli anni ’70, ’80 e ’90, hanno prodotto lenti per l’uso prolungato non adatte a questo utilizzo. Sono stati pubblicati allora su giornali a larga diffusione articoli riguardanti società produttrici trascinate in tribunale e lenti a contatto che facevano male. La ragione, la principale ragione, per cui l’uso prolungato non ha funzionato nel passato sta nel fatto che indossando quelle lenti durante il sonno la cornea andava incontro a severe compromissioni. Si potevano infatti osservare, modificazioni endoteliali e formazioni di microcisti. Allora decidemmo di effettuare un esperimento. In questo esperimento che risale al 1984, quasi 20 anni fa, prendemmo una serie di studenti, come gli studenti presenti qui oggi, e dopo aver loro applicato delle lenti li chiudemmo in una stanza con una parete a specchio. La mattina seguente li svegliammo e li portammo alla lampada a fessura per misurare l’edema corneale. Trovammo così il rapporto esistente fra edema notturno e trasmissibilità all’ossigeno della lente e concludemmo che: • per limitare l’edema notturno al 4% era necessario utilizzare una lente con un Dk/t di 87x10-9 • e che per contenerlo entro il 3.2% dovevamo ricorrere a una lente con un Dk/t di 125x10-9. L’industria spese almeno 300 milioni di $ per verificare questa ipotesi. Se avessimo commesso un errore, probabilmente, saremmo stati decapitati. Ciò che l’industria fece fu domandarsi come fare per produrre una lente a contatto con elevata trasmissibilità all’ossigeno. Aumentare semplicemente il contenuto d’acqua di un materiale in idrogel significa raggiungere un valore di Dk troppo basso, anche se il contenuto d’acqua raggiunge il 100% (Fig. 3). Infatti se dormite con una lente al 100% di contenuto d’acqua nell’occhio, la vostra cornea soffrirà. Per risolvere il problema è stato necessario aggiungere al materiale qualche cosa che fosse più permeabile all’ossigeno dell’acqua. Una lente in silicone lascia passare molto ossigeno ma 160 140 120 100 80 60 40 20 0 Figura 3 La curva mette in relazione il contenuto d’acqua dell’idrogel con la permeabilità all’ossigeno. Quest’ultima cresce con l’aumentare del contenuto d’acqua. Una ipotetica lente costituita al 100% di acqua potrebbe avere una permeabilità all’ossigeno massima di 85 Barrer. (inserita dal redattore) 160 140 120 100 80 silicone-idrogel 60 40 idrogel 20 0 0 20 40 60 80 100 % Contenuto d’acqua Figura 4 La curva in giallo mette in relazione la permeabilità all’ossigeno del silicone idrogel con il contenuto d’acqua. All’aumentare del contenuto d’acqua diminuisce la permeabilità all’ossigeno del materiale. (inserita dal redattore) tende ad aderire all’occhio; per evitare questo problema è necessario aggiungere acqua al silicone. Una sfida per altro molto difficile! Ma se si aggiunge acqua al silicone la sua permeabilità diminuisce (Fig. 4). Quattro sono le società che si sono cimentate nello sviluppo del silicone idrogel, due di queste oggi sono sul mercato, una con una lente al 24% d’idrofilia e l’altra con una lente al 35% d’acqua. Non sono venuto qui a vendervi le lenti a contatto 12 a t t i d e l l a c o n f e r e n z a Uso continuo con lenti in silicone idrogel: la nuova era della contattologia O2 O2 Struttura della catena polimerica Fluorosilicone Ioni Ioni Idrogel Figura 5 Polimero a struttura bifasica. Le unità di fluorosilicone costituiscono l’ossatura del materiale e assicurano un elevato apporto di ossigeno, mentre la fase idrogel permette il passaggio di ioni, fattore che garantisce la mobilità della lente. Ossigeno a Ossigeno a Ossigeno a confronto confronto Ossigeno confronto Ossigeno aa confronto Ossigeno aconfronto confronto ➤ ➤ Focus Night && Day ➤ Focus Night Day ➤Focus FocusNight Night& &Day Day —Dk —Dk =140 =140 —Dk/t —Dk/tctct =175 =175 —Dk —Dk =140 =140 =191 —Dk/t —Dk/tctct misurato =191 —Dk/t =175 —Dk/tctctmisurato =175 =139 —Dk/t —Dk/t medio medio =139 ➤ Purevision ➤➤ Purevision Purevision ➤ Purevision —Dk —Dk =90 =90 —Dk/t =110 —Dk/tctct =110 —Dk —Dk =90 =90 —Dk/t =92 —Dk/tctct misurato =92 misurato —Dk/t —Dk/tctct =110 =110 —Dk/t =75 —Dk/t medio =75 medio Soglie minime: Soglie minime : Soglie minime : Per l’uso giornaliero Dk/t = 24 Per l’uso giornaliero medio Dk/tmedio = 24 edema notturno equivalente ai non=portatori PerPer l’uso giornaliero Dk/tmedio 24 di lac Dk/t medio = 87 Per nessun ipossicoequivalente su tutta la corneaaiDk/t = 125 di lac Dk /t m Per edemaeffetto notturno nonmedio portatori Per edema notturno equivalente ai non portatori di lac Dk /tm Figura 6 Trasmissibilità e permeabilità all’ossigno di Focus Night & Day (Ciba Vision) e PureVision (Baush & Lomb). (inserita dal redattore) Focus Night & Day, poiché questo non è il mio lavoro. Questo è il loro compito (indica persone di CIBA Vision, ndT). Il mio ruolo è invece è quello di dirvi a che punto siamo nel campo delle lenti a contatto in silicone-idrogel, proverò ad aiutarvi a comprendere le caratteristiche dei materiali che oggi sono sul mercato e le ragioni per cui sono stati fatti. Il silicone-idrogel costituisce l’ossatura della lente. Le frecce rosse rappresentano il passaggio di ossigeno 13 attraverso questo materiale, mentre le frecce blu, tra gli spazi, rappresentano il passaggio di acqua, sodio, cloruro e altri ioni (Fig. 5). Il passaggio di questi ioni è molto importante perché in assenza di permeabilità ionica la lente tende ad aderire all’occhio. In PureVision all’ossatura del materiale sono state legate delle molecole d’acqua. Quelli di voi che hanno un po’ di esperienza in questo campo sapranno che: • Focus Night & Day ha una idrofilia del 24% mentre PureVision ha una idrofilia del 35% • Focus Night & Day ha una permeabilità all’ossigeno più elevata mentre PureVision ne ha una più bassa (Fig. 6) • Focus Night & Day ha un rivestimento più spesso mentre PureVision ne ha uno più sottile. Con Focus Night & Day è stato possibile ridurre l’idrofilia al 24% perché gli spazi presenti nel polimero sono molto ampi, a differenza di quelli presenti in PureVision che sono più piccoli. Questa caratteristica fisica del materiale si traduce in differenze nelle prestazioni cliniche. Nel mese di ottobre dello scorso anno, per la prima volta, l’FDA, negli Stati Uniti, ha autorizzato il porto continuo per 30 giorni e 30 notti di una delle due lenti, e subito dopo ha approvato l’utilizzo anche dell’altra. Ma quanto sono sicure? Hanno risolto i problemi di ipossia? I risultati fisiologici ottenuti con i materiali in siliconeidrogel sono a dir poco straordinari. Se osserviamo qualcuno che sta portando lenti morbide a basso Dk per l’uso prolungato, possiamo notare la presenza di moltissimi vasi, turgidi di sangue, che penetrano nella cornea. Se a questi individui facciamo sostituire le loro lenti con lenti morbide ad alto Dk per 30 notti i vasi si svuotano e rimangono visibili solo vasi “fantasma” (Fig. 7). Le persone che usano lenti in silicone-idrogel hanno occhi bianchi, non occhi rossi, come la maggior parte dei portatori di lenti a contatto. È un fenomeno incredibile e molto interessante che investe tutti gli attuali portatori di lenti a contatto. Se indossate una lente a basso Dk in un occhio e una lente ad alto Dk nell’altro potrete notare la differenza nello specchio la mattina seguente. Guardiamo adesso cosa succede con le microcisti. a t t i d e l l a c o n f e r e n z a Uso continuo con lenti in silicone idrogel: la nuova era della contattologia Incidenzadidicheratiti cheratitimicrobiche microbiche nell’uso giornaliero Incidenza nell’uso giornaliero (DW) nell’uso prolungato prolungato (EW) (EW)con conlenti lentiaabasso bassoDk Dk (DW) ee nell’uso (Cheng et al. 1999, dati annualizzati (Cheng et al. 1999, dati annualizzati in Olanda) in Olanda ) EW: 48 in 24.000 (1 su 500 o 20,0 per 10.000) DW: 320 in 1.352.000 (1 su 4.225 o 2,4 per 10.000) Risultati per l’EW coerenti con Poggio et al. (con il DW il rischio è 8,5 volte minore) Figura 7 Prima immagine: mostra i vasi perilimbari rigonfi di sangue di un portatore di lenti morbide a basso Dk. Seconda immagine: stesso portatore della prima immagine dopo essere passato all’uso di lenti ad alto Dk. Si nota lo svuotamento dei vasi perilmbari. Figura 8 Dati dello studio di Cheng sui casi di cheratite microbica con lenti a basso Dk nell’uso prolungato, EW (7 giorni e 6 notti) e nell’uso DW (solo di giorno). Quando i portatori di lenti a basso Dk passano all’uso di una lente ad alto Dk le microcisti spariscono e il loro epitelio appare sano. Riccardo Romano ha dimostrato che la risposta endoteliale, le blebs, presente nei portatori di lenti morbide e rigide a medio Dk, viene eliminata con l’uso di lenti ad alto Dk. Quindi con queste lenti sono stati sostanzialmente eliminati tutti i segni di ipossia, responsabili dei problemi fisiologici della cornea. Con il materiale ad alto Dk di Focus Night & Day è possibile eliminare segni di ipossia sia con lenti ad alto potere che con lenti a basso potere, mentre con PureVision è possibile osservare in alcuni casi, con lenti ad alto potere negativo o positivo, segni di ipossia. Esiste quindi una differenza tra una lente e l’altra ma è necessario considerare, per i vostri pazienti, le lenti nelle loro totalità. Sempre in Olanda sono stati forniti dei dati, questa volta corretti, nell’uso giornaliero. L’incidenza di cheratite microbica questa volta è 1/4.000. Ricordatevi di questo numero quando parleremo di silicone idrogel. Cosa dire a riguardo della sicurezza. Come hanno indicato Poggio e i suoi colleghi nel 1989 l’incidenza della cheratite microbica nell’uso prolungato con lenti a basso Dk è di 1 caso su 500 pazienti/anno. Queste cifre sono state recentemente riesaminate in Olanda e in altri paesi e i valori trovati hanno confermato i valori di Poggio: 1 caso su 500 di cheratite microbica, con lenti a basso Dk, nell’uso prolungato (Fig. 8). Questi dati sono stati recentemente ripresi e riportati da alcuni giornali a sostegno del fatto che le lenti a contatto sono tutte uguali. Questa informazione è errata ed imprecisa in quanto i dati pubblicati si riferisco all’uso prolungato solo con certe lenti disposable. Stiamo studiando, in tutto il modo, i casi di cheratite microbica con lenti morbide ad elevato Dk, quindi sia con Focus Night & Day che con PureVision. Con queste lenti sono stati segnalati 16 casi di cheratite microbica in tutto il mondo su circa 300.000 portatori. Stiamo quindi parlando di una incidenza di 1/19000 portatori anno in contrapposizione con una incidenza di 1/500 portatori anno con lenti a basso Dk. Quindi, se un giornale riporta i dati di Poggio e al e di Cheng e al, dicendo che tutte le lenti a contatto per l’uso continuo sono uguali possiamo affermare che con i dati che abbiamo al momento questo è completamente sbagliato. Osserviamo infatti una significativa riduzione nella percentuale di cheratite microbica con lenti morbide ad alto Dk. Io sono uno che ha contrastato l’uso continuo con lenti a basso Dk negli ultimi 10 anni. Quello di cui abbiamo bisogno oggi è un appropriato studio epidemologico di controllo. Schein, John Dought, Cavanagh, Debby Sweeney, ed io stiamo lavorando a questo progetto in modo da potervi dare dei numeri attendibili. I risultati, al momento sembrano promettere molto bene. Ovviamente tutti noi non vorremmo casi di cheratite 14 Studi clinici dimostrano che le soluzioni per la manutenzione delle lenti a contatto possono effettivamente aumentare il comfort durante il porto delle lenti L’81% dei portatori preferisce i perossidi monofase AOSept® Plus Hi-Tech ß = 38˚ • = 60˚ AOSept® Angolo di bagnabilità Lo studio Come si è svolto Un recente studio clinico pubblicato sul numero di Aprile 2002 di Contact Lens Spectrum ( una delle più autorevoli riviste di settore) mette in evidenza che l’85% dei portatori di lenti a contatto sopporta sensazioni di fastidio e di secchezza oculare semplicemente perché pensa che ciò sia normale. È diffusa, sia tra i professionisti che tra i portatori, la convinzione che le cause della sensazioni di secchezza e di scarso comfort siano da ricercarsi tra: un eccessivo uso delle lenti, forme allergiche, ambiente o che siano insite nelle lenti stesse. Ricerche condotte negli anni scorsi dalla Pacific University College of Optometry hanno invece evidenaziato che le allergie ai conservanti contenuti in molte soluzioni uniche giocano un ruolo di primaria importanza nella sensazione di fastidio. L’obiettivo dello studio clinico condotto da Dillehay e Mc Carter era quello appunto di verificare se l’utilizzo di AOSept Plus Hi-Tech, un prodotto privo dei conservanti che si trovano nelle soluzioni uniche, poteva ridurre o eliminare la sensazione di secchezza e di scarso comfort, in quei pazienti che lamentavano questa sintomatologia con le soluzioni uniche. Lo studio era multicentrico e ha coinvolto 18 centri di applicazione ubicati negli Stati Uniti ed è stato condotto tra Settembre e Novembre del 2001. Sono stati arruolati 148 pazienti, tutti portatori di lenti a contatto morbide e usuali utilizzatori di soluzione uniche, da almeno un anno. Onde evitare di influenzare il risultato ai pazienti non è stato rivelato il nome dello sponsor dello studio. I soggetti sono stati sottoposti ad un attento esame ed è stato chiesto loro di rispondere a un questionario concernente l’intensità e la frequenza con cui avvertivano sintomi di secchezza oculare. È stato chiesto di valutare il comfort e la visione, con le lenti a contatto e le soluzioni uniche in uso, utilizzando una scala graduata da 1 a 5 (1 scarso, 2 discreto, 3 soddisfacente, 4 buono, 5 eccellente). A ogni partecipante al test è stato chiesto di usare AOSept Plus Hi-Tech, di continuare a portare le loro lenti con la stessa modalità e di ritornare per la visita di controllo dopo un mese. Studi clinici dimostrano che le soluzioni per la manutenzione delle lenti a contatto possono effettivamente aumentare il comfort durante il porto delle lenti Concentrazione di Perossido di Idrogeno (%) Tempo di esposizione al Perossido di AOSept Plus Hi-Tech vs. AOSept 4 3.5 3 2.5 2 1.5 1 0.5 0 AOSept® Plus Hi-Tech AOSept® 0 4 2 6 8 10 15 20 25 Minuti Disinfezione più lunga e più profonda La risposta dei pazienti 60% I pazienti hanno indicato che l’intensità e la frequenza dei sintomi di secchezza oculare diminuiscono con l’uso di AOSept Plus Hi-Tech, sia durante il giorno che a fine giornata. 50% 40% 30% 20% 10% 0% 1 Scarsa 2 Soluzioni Uniche 3 4 5 Eccellente AOSept Plus Hi-Tech Comfort dopo due settimane di utilizzo Alla seconda visita tutti i pazienti sono stati riesaminati ed è stato chiesto loro di completare nuovamente il questionario valutando questa volta la frequenza e l’intensità dei sintomi di secchezza, il comfort e la visione durante l’uso di AOSept Plus Hi-Tech. Ai soggetti era stato inoltre chiesto di indicare se preferivano il loro abituale prodotto per la manutenzione o quello testato durante lo studio. Anche per tutti gli altri sintomi analizzati in questo studio: bruciore, prurito sensazione di presenza della lente, rossore, irritazione è stata riscontrata una significativa riduzione della sintomatologia, sia in frequenza che in intensità, durante l’utilizzo di AOSept Plus Hi-Tech, quando comparato con le soluzioni uniche. Anche i dati relativi alla differenza di comfort totale e della visione in generale, durante l’uso di soluzioni uniche e di AOSept Plus Hi-Tech sono statisticamente significativi e indicano una visione e un comfort migliore con AOSept Plus Hi-Tech. Inoltre quasi la metà dei portatori (il 46%) afferma di aver aumentato il tempo d’uso delle loro lenti sostituendo la soluzione unica con AOSept Plus Hi-Tech. L’85% dei soggetti partecipanti allo studio al momento dell’intervista asseriva che, durante l’uso delle soluzioni uniche, soffriva di una lieve Studi clinici dimostrano che le soluzioni per la manutenzione delle lenti a contatto possono effettivamente aumentare il comfort durante il porto delle lenti Visione dopo due settimane (media) 5 Grado di secchezza dopo due settimane 80% 4 60% 3 40% 2 20% 1 Soluzioni Uniche AOSept Plus Hi-Tech 0% 1 2 3 4 Costantemente secco Qualità della visione dopo due settimane Soluzioni Uniche 5 Mai secco AOSept Plus Hi-Tech Grado di secchezza dopo due settimane od occasionale sintomatologia o di avere sensazione di secchezza oculare. Il 76,7% di questi pazienti ha potuto ridurre la sintomatologia e migliorare il comfort sostituendo la soluzione che stava utilizzando con AOSept Plus Hi-Tech. Conclusioni Stando a questo studio, i portatori di lenti a contatto possono facilmente ottenere un maggior comfort e minor irritazione e secchezza oculare utilizzando soluzioni per la manutenzione che non contengano conservanti. Non a caso l’81% dei potatori coinvolti nello studio ha preferito AOSept Plus Hi-Tech ai prodotti utilizzati precedentemente, proprio grazie ai benefici che ciò comporta. Le sostanze chimiche e i conservanti contenuti nelle soluzioni uniche possono lasciare residui sulle lenti anche dopo la pulizia, i quali interferendo con il delicato equilibrio del film lacrimale, causano sensazione di secchezza e di scarso comfort. AOSept Plus Hi-Tech è diverso, perché è il primo e unico perossido monofase che non necessita della pulizia meccanica della lente, che non contiene conservanti o altri componenti chimici nocivi che si trovano nelle soluzioni uniche. A differenza di altre soluzioni, il disinfettante al perossido di idrogeno contenuto in AOSept Plus Hi-Tech viene neutralizzato durante le sei ore del processo di pulizia, così le lenti restano immerse in una delicata soluzione salina sterile, simile alla lacrima, fino al momento dell’applicazione. Oggi diversi milioni di persone portano lenti a contatto morbide e la maggior parte di essi usa prodotti per la manutenzione che contengono conservanti. Sfortunatamente la maggioranza continua a tollerare una sensazione di scarso comfort con la convinzione che questo sia il compromesso da accettare se si portano le lenti a contatto. “Ma questo non è affatto vero”, afferma Sally M. Dillehay, O. D., M. S., capo dell’Academic Development in CIBA Vision. “Gli studi clinici indicano che passare da una soluzione unica ad AOSept Plus Hi-Tech è un rimedio non rischioso e poco costoso, ma che può davvero aiutare ad ottenere un maggior comfort durante tutto il tempo di utilizzo delle lenti.” Studi clinici dimostrano che le soluzioni per la manutenzione delle lenti a contatto possono effettivamente aumentare il comfort durante il porto delle lenti Approvato per l’utilizzo con tutti i tipi di lenti a contatto, AOSept Plus Hi-Tech contiene nella sua formulazione un detergente. Rimuove proteine e depositi senza il bisogno di ricorrere ad un altro prodotto. Grazie al fatto che non è necessario effettuare una pulizia di tipo meccanico, il prodotto viene percepito dai portatori pratico quanto una soluzione unica. All’interno di ogni confezione è già inserito il contenitore portalenti con il disco catalizzatore, per incoraggiare i portatori alla sua frequente sostituzione, assicurando il massimo livello di igiene. Le soluzioni al perossido di idrogeno sono storicamente considerate il “non plus ultra” tra i sistemi di manutenzione e ora con AOSept Plus Hi-Tech è facile raggiungere il massimo della pulizia con la praticità di un flacone unico. a t t i d e l l a c o n f e r e n z a Uso continuo con lenti in silicone idrogel: la nuova era della contattologia Severi Severi eventi eventi avversi avversi Lenti a contatto 1 1.. M MK K -- p pu uò ò p po orrtta arre e a a ssiig gn niiffiic ca attiivva a p pe errd diitta a d dii vviissiio on ne e 1 1.. M MK K -- p pe errd diitta a d dii vviissiio on ne e 2 2.. P Pe errd diitta a d dii vviissiio on ne e iin n sse eg gu uiitto o a a g grra avvii a ab be errrra azziio on nii 3 3.. P Pe errd diitta a d dii vviissiio on ne e p pe err c co om mp plliic ca azziio on nii c ch hiirru urrg giic ch he e 4 4.. E Ec ctta assiia a c co orrn ne ea alle e 5 5.. C Ch he erra attiittii lla am me elllla arrii 6 6.. G Grra avve e e e d de eb biilliitta an ntte e o oc cc ch hiio o sse ec cc co o 7 7.. R Ra arrii m ma a d de evva asstta an nttii:: D i s t a c c o r e t i n i c o Distacco retinico C Ch he erra attiitte e b biilla atte erra alle e N Ne eu urro op pa attiia a o ottttiic ca a b biilla atte erra alle e E Em mo orrrra ag giia a m ma ac cu ulla arre e b biilla atte erra alle e LASIK Figura 9 Eventi avversi con lenti a contatto e chirurgia refrattiva che possono determinare una riduzione della capacità visiva. TREND TREND DI DI APPLICAZIONI APPLICAZIONI IN IN AUSTRALIA: AUSTRALIA: Numero Numero di di portatori portatori :: circa circa 400,000 400,000 % d’uso laclac % d’usodei deivari varimateriali materialiper per Wood and Morgan, 2000 n = 2,230 100 13 80 60 30 59 47 40 20 11 17 Silicone Idrogel Alta idrofilia Media idrofilia Bassa idrofilia 11 12 0 Prima applicazione Riapplicazioni Figura 10 Trend di applicazione in Australia, suddiviso per tipologia di materiale. microbica. Le informazioni relative a quelli già avvenuti, quei 16 che ho menzionato poco fa, mettono in evidenza che i pazienti che non si comportano in modo adeguato si mettono nei guai. Un paziente aveva un occhio secco e il contattologo gli aveva raccomandato di non dormire con le lenti. Almeno in altri due casi i pazienti, dopo aver rimosso le lenti in silicone perché l’occhio era leggermente irritato, si sono rimessi le loro vecchie lenti. Le lenti erano sporche e contaminate e ovviamente questo ha generato un’infezione. Ricordate ai vostri pazienti che le loro lenti devono essere tenute in modo appropriato. Dopo la rimozione 15 le lenti devono essere gettate o pulite e disinfettate in modo appropriato. I 16 casi visti ci danno alcune indicazioni. La maggior parte sono giovani uomini tra i 16 e 22 anni e con scarsa propensione all’igiene. È inoltre importante notare che i fumatori sono più a rischio dei non fumatori e che le malattie oculari si manifestano con una prevalenza maggiore nei fumatori che nei non fumatori. Se un portatore di lenti in silicone idrogel si lamenta del fatto che le lenti non sono confortevoli, la sua lamentela deve essere presa seriamente in considerazione. Le lenti devono essere confortevoli, se non lo sono significa che l’applicazione non va bene e va rivista. Il paziente deve avere sempre un paio di occhiali in buone condizioni in modo da poterlo sostituire alle lenti. Gli ottici e gli optometristi sono in generale impauriti dall’idea di far correre un qualsiasi rischio ai propri pazienti. Ma noi viviamo con il rischio, guidare la macchina comporta un certo grado di rischio e noi siamo responsabili della nostra vita e della visione dei nostri pazienti. È possibile causare una perdita di visione? Nel mondo delle lenti a contatto una riduzione della visione causata dall’uso delle lenti a contatto è estremamente rara: 1/40.000 pazienti anno, 1/12.000 se ci limitiamo alle lenti convenzionali. Con le lenti in silicone idrogel sino ad ora non è stata registrata alcuna perdita di visione superiore a due linee dell’ottotipo. Con la lasik si parla di 1 su 32. [...] Un paziente che opta per la chirurgia refrattiva ha 1 possibilità su 32 di perdere due linee di visione mentre se opta per lenti in silicone idrogel correrà il rischio 1 su 30.000 di perdere due linee di visione. Diciamo che c’è un po’ di differenza! Il motivo sta nel fatto che le ragioni per cui la lasik può provocare un calo visivo sono molteplici (Fig. 9). Perché allora ai pazienti piace la lasik? Perché passano da 1/20 a 8/10 di visione, perchè sono riusciti a liberarsi dagli occhiali. Perché hanno ridotto la loro miopia. Le lenti in silicone idrogel permettono di avere la stessa sensazione ma con molti meno rischi, sia immediati che futuri. Adesso vi faccio vedere alcuni filmati... a t t i d e l l a c o n f e r e n z a Uso continuo con lenti in silicone idrogel: la nuova era della contattologia Vediamo qui, su questa diapositiva, alcuni dei problemi che potrebbero sorgere (Fig. 11). CIBA Vision potrà fornirvi del materiale di supporto, la grading scales e la brochure sugli infiltrati (Fig. 12), che vi saranno utili nel riconoscimento e nella gestione di alcuni problemi che potreste incontrare. È importate sapere che l’incidenza indicata si riferisce comunque all’uso di materiali a basso Dk. In assoluto, la cosa principale che dovete sapere è la differenza fra una Cheratite Microbica (MK) e una Ulcera Periferica Indotta da Lenti a Contatto (CLPU) (Fig. 13). Quanti di voi hanno visto uno di questi puntini bianchi sulla cornea, alzate la mano per cortesia. Utilizzatrice soddisfatta dell’uso continuo con lenti in silicone idrogel. 0...Guardiamo adesso quali risultati abbiamo ottenuto in uno studio con 162 pazienti che stanno portando le lenti da 28 a 30 notti consecutive, da oltre 2 anni. A questi pazienti abbiamo chiesto di indicarci il principale svantaggio nell’utilizzo di queste lenti. Il 50% ha risposto: nessun svantaggio. È raro sentirsi rispondere che non c’è alcun svantaggio nell’uso di qualcosa. È raro che la gente sia così contenta, così decisa. Poi abbiamo chiesto di indicarci il vantaggio principale di questo tipo di lente e dell’uso continuo comparato con l’uso giornaliero e il porto prolungato a 6 notti. In assoluto la risposta principale è stata: la praticità, le indosso e vedo per tutto il resto della mia vita, ogni mese le butto via e continuo. In Australia, dati recenti, indicano che il 40% delle applicazioni su già portatori vengono eseguite con lenti in silicone idrogel. Il 16-17% di tutti i portatori adesso utilizzano lenti in silicone idrogel (Fig. 10). Che altro ci serve sapere? Abbiamo bisogno di essere consapevoli che quando decidiamo di operare nel campo dell’uso continuo siamo innanzi tutto dei contattologi professionisti. Non state vendendo scarpe e neanche scatole di bottoni, state vendendo i vostri servizi nel campo della contattologia. So perfettamente che non vi fate pagare l’applicazione. Comunque, indipendentemente da questo, voi siete tenuti a dare consigli e suggerimenti e dovete imparare a gestire i problemi che potrebbero sorgere con l’uso continuo. Prima di andare avanti faccio un’indagine di mercato, vediamo: quanti di voi necessitano di una correzione per lontano? Alzate la mano per favore. Quanti di voi portano gli occhiali? Quanti invece portano le lenti a contatto? Quanti di voi hanno le lenti in silicone idrogel? Se voi foste un pubblico americano vi darei immediatamente delle cifre. Ho bisogno di conoscere un altro dato. Quanti di voi hanno bisogno di una correzione ma non la stanno portando oggi? Onestamente… Bravi, siete onesti. Il 10% fra oculisti ed optometristi non portano la correzione che dovrebbero portare. Quindi se voi siete così, figuratevi i vostri pazienti. Questa è la prima considerazione. La seconda: se fossimo in America più del 50% porterebbe le lenti a contatto. Probabilmente vi piacete di più con gli occhiali... Ho notato, comunque, che la penetrazione delle lenti a contatto tra i professionisti è strettamente correlata alla penetrazione delle lenti a contatto tra i pazienti. Se andaste, per esempio, in paesi come l’Indonesia, trovereste che su 500 studenti forse nemmeno uno di loro usa lenti a contatto. Se deste vita a un programma educativo e ne verificaste gli effetti dopo 10 anni, forse trovereste che circa 100 di questi studenti starebbero utilizzando lenti a contatto. Tornando a quello che dicevamo prima. Se il vostro lavoro è la contattologia, dovete essere in grado di capire la differenza tra una Cheratite Microbica (MK) e un’Ulcera Periferica indotta da Lenti a Contatto (CLPU). Perché mentre la MK è una condizione che probabilmente non vedrete la CLPU la vedrete certamente. Dobbiamo quindi cercare di capire che cos’è un ulcera periferica (Fig. 13). Questo è un frammento di cornea prelevato da un paziente, e vedete questi puntini rosso scuro, sono dei globuli bianchi: mi segnalano che questa non è un’in16 a t t i d e l l a c o n f e r e n z a Uso continuo con lenti in silicone idrogel: la nuova era della contattologia Eventi avversi che si presentano ancora CLPU(infiam. cheratite microbica CLPU (infiam.))vs vs cheratite microbica (MK) (MK) CLPU: CLPU: CLARE SEALS IK CLPU Con rimozionedella della Con lalarimozione lentec’è c’è una unarapida rapida lente risoluzione senza risoluzione senza complicazioni..Si Si risolve risolve complicazioni con una piccola cicatrice. . con una piccola cicatrice Marica manderà foto da mettere qui. MK: CLPC peggiora senza senza un peggiora un trattamento adeguato; trattamento adeguato ; causa distruzione ee causa distruzione opacizzazione del del opacizzazione tessutostromale stromale tessuto Figura 11 Reazioni infiammatori che si possono presentare. CLARE: Occhio Rosso Acuto indotto da Lenti a Contatto, SEALS: Lesione Epiteliale Arcuata Superiore, CLPC: Congiuntivite Papillare Indotta da Lenti a Contatto, IK: infiltrati corneali, CLPU: Ulcera Periferica indotta da Lenti a Contatto. (per gentile concessione Figura 13 Cheratite Microbica e Ulcera Periferica indotta da Lenti a Contatto. del CCLRU) CCLRU/LVPEI Brochure eventi avversi permetterà di sapervi comportare nelle rare occasioni che si potrebbero presentare. Un'altra cosa importante che potete vedere è la SEAL o Lesione Epiteliale Arcuata Superiore, essa è causata da un effetto meccanico dovuta alla pressione delle palpebrale e della lente (Fig. 14). In questa zona siamo in presenza di un maggior attrito e la lente lascia un’impronta sull’epitelio. Se il paziente ha una scarsa bagnabilità anche le lenti non saranno umettate, di conseguenza ci sarà una maggior probabilità che si verifichi una lesione arcuata. Figura 12 Guida alle Reazioni Corneali con Infiltrati osservate nella pratica contattologica, CCLRU/ LVPEI. Programma educativo patrocinato da Ciba Vision. (per gentile concessione del CCLRU) fezione ma bensì un’infiammazione, causata dalle tossine provenienti da batteri che si trovano sulla lente. Non siamo in presenza di batteri che penetrano nella cornea. Capire questa differenza è importate: se non capite come dovete gestire questa condizione, avrete sempre paura dell’uso prolungato. Capire segni e sintomi vi 17 Quando abbiamo iniziato ad applicare lenti per l’uso continuo usavamo vedere il paziente dopo la prima notte, nelle prime ore dopo il risveglio. Poi gli chiedevamo di ritornare dopo 3 giorni per un nuovo controllo e poi dopo altri 4, ed infine dopo 2 settimane. Ora questo non lo facciamo più, poiché non c’è nulla da vedere il mattino successivo. Adesso abbiamo cambiato sistema, vediamo il paziente direttamente dopo una settima per controllare se presenta problemi di umettabilità o di depositi, perchè in questo caso dobbiamo modificare la modalità d’uso suggerita, oppure dobbiamo chiedergli di toglierle, pulirle e poi rimetterle. Ma di questo parleremo dopo. La gestione del paziente che porta lenti in silicone idrogel è abbastanza semplice. È sufficiente monito- a t t i d e l l a c o n f e r e n z a Uso continuo con lenti in silicone idrogel: la nuova era della contattologia CLPC CLPCclassica classica 3 2 4 5 1 Classica Classica CLPC localizzata CLPC localizzata 3 2 4 1 5 Aree Aree 22 & & 33 Figura 14 Lesione Epiteliale Arcuata Superiore. Si presenta come una sottile linea arcuata localizzata in prossimità del limbus. Figura 15 Congiuntivite papillare classica e localizzata. Suddivisione delle aree della congiuntivite tarsale secondo le grading scales del CCLRU. rare lo stato della lente e lo stato dell’occhio. Quello che abbiamo osservato è che, dopo aver superato i problemi iniziali avuti con le prime geometrie, c’è stata una riduzione del numero di lesioni arcuate nel porto continuo. Con i primi pazienti e le prime geometrie avevamo un maggior numero di SEAL, negli ultimi due anni abbiamo riscontrato una riduzione sia nel gruppo di 30 notti che in quello di 6. Questo significa che le cosa stanno migliorando. Questi sono i risultati avuti con le prime geometrie sia con PureVision che con Night & Day. La nuova geometria asferica causa un minor numero di SEAL rispetto alla geometria precedente. invitarli a pulire le lenti con maggior frequenza e di questo, se volete, ne possiamo parlare più tardi. L’altra cosa che dovete monitorare è l’interno della palpebra. Se uno è un bravo contattologo e vuole evitare problemi ai suoi pazienti e a se stesso deve fare un’eversione palpebrale e dare un’occhiata alla palpebra. Se lo farete sempre eviterete un sacco di guai poiché potrete vedere se il vostro paziente sta sviluppando una certa sensibilità a problematiche associate alla formazione di depositi, all’applicazione o qualcos’altro. È sempre meglio controllare la condizione delle palpebre. Ci sono due tipi di congiuntivite papillare: uno associata al livello di depositi e l’altra alla cattiva applicazione. Se è il bordo della lente a causare problemi troveremo una congiuntivite papillare più localizzata (Fig. 15). Che cosa possiamo fare per questi pazienti? Possiamo consigliarli di utilizzare lenti giornaliere o ridurre il tempo di utilizzo della lente o possiamo Nel nostro centro abbiamo osservato che durante i primi 3 anni abbiamo perso circa il 5% dei pazienti/anno, ma abbiamo anche visto che questo valore sta cambiando dato che con le prime lenti abbiamo avuto maggiori difficoltà rispetto a quelle di nuova generazione. Gli eventi negativi diminuivano via via che la geometria delle lente veniva modificata. Abbiamo visto che 30 notti sono meglio di 6, perché lasciando la lente più a lungo nell’occhio si ottiene un miglioramento più rapido e un maggior comfort rispetto al programma delle 6 notti. Alle persone che iniziavano ad usare lenti morbide ad alto Dk abbiamo chiesto se avevano preso in considerazione la lasik. I 2/3 ha risposto di sì. Poi, quando dopo 12 mesi di uso continuo, gli abbiamo chiesto di dirci cosa preferivano, i 2/3 ci ha risposto che non desideravano più sottoporsi ad un intervento, mentre 1/3 ha detto che avrebbe preso ancora in considerazione la lasik, se questa fosse stata perfetta. Le persone hanno cambiato idea dopo aver provato queste lenti (Fig. 16). Come possiamo far sì che le lenti siano più sicure e più efficaci? Bisogna valutare il film lacrimale e i depositi sulla 18 a t t i d e l l a c o n f e r e n z a Uso continuo con lenti in silicone idrogel: la nuova era della contattologia Opzioni per la correzione visiva ora che hai provato l’uso continuo per 30 notti, quale sceglieresti tra...? 100 68 % preferenze 80 60 40 32 20 0 Lasik se fosse perfetta? 30 notti di uso continuo? CCLRU 2002 Figura 16 Correzione visiva preferita dopo un periodo di porto continuo. (per gentile concessione del CCLRU) lente e bisogna osservare l’occhio nel suo insieme. Bisogna informare i pazienti che hanno avuto problemi in precedenza di stare attenti perché questi problemi potrebbero ripresentarsi. Bisogna assicurarsi che il problema di un’applicazione troppo piatta non si verifichi più, adesso abbiamo la possibilità di passare a una lente con curva base 8.40 (Fig. 17). La regola più importante nell’applicazione di qualsiasi lente a contatto, e questo è particolarmente vero per il silicone idrogel, è di assicurarsi che l’applicazione sia ben fatta, che il comfort sia buono, perché la lente non diventerà più confortevole con il passare del tempo. Bisogna assicurarsi che la lente sia confortevole sin da subito. Nel nostro centro noi incoraggiamo i pazienti ad usare salina monodose durante il giorno e la notte, ogni volta che lo desiderano. Se hanno problemi di depositi o secchezza oculare, specialmente se sono persone anziane, consigliamo l’uso di gocce oculari. Dite sempre ai vostri pazienti che se tolgono le lenti devono pulirle, risciacquarle prima di rimetterle. Se le lenti sono poco confortevoli le devono togliere e riporre in una soluzione disinfettante. Assicuratevi che l’igiene del paziente sia adeguata con questa lente, come con qualsiasi altro tipo di lenti. Noi diciamo ai nostri pazienti che se la loro visione è annebbiata o hanno una qualsiasi irritazione oculare devono rimuovere la lente sciacquarla e rimetterla nuovamente nell’occhio (Fig. 18). Se la situazione non migliora è necessario provare una lente 19 Figura 17 Durante la valutazione dell’applicazione osservare che il bordo della lente non prema sulla congiuntiva sclerale o che si sollevi, come in questo caso. Una fluttuazione intermittente del bordo può essere osservata in prossimità della rima palpebrale inferiore. Educazione del portatore Visione Visione annebbiata annebbiata ee in in tutti tutti ii casi casi di di irritazione irritazione ➤ ➤ rimuovere rimuovere la la lente lente ➤ ➤ pulire pulire ee sciacquare sciacquare la la lente lente ➤ ➤ rimetterla rimetterla nell’occhio nell’occhio ➤ ➤ se se non non migliora migliora provare provare una una nuova nuova lente lente ➤ ➤ se se non non migliora migliora Ritornare dall’ottico Figura 18 Per prevenire e gestire rapidamente eventuali reazioni avverse è di fondamentale importanza che l’applicatore educhi il proprio paziente all’autocontrollo e sulle azioni da intraprendere. nuova di scorta e se anche in questo caso il fastidio persiste devono chiamare la nostra clinica e gli diamo il numero di telefono per chiamarci. In qualcosa come 5 anni abbiamo avuto 5 chiamate, al di fuori dell’orario di lavoro. Non è un grosso problema, noi abbiamo migliaia di portatori che utilizzano lenti per il porto continuo. In futuro ci sarà una nuova generazione di lenti a contatto sulle quali avremo una superficie antimicrobica per ridurre ulteriormente il già basso rischio di cheratite microbica. Cercheremo in futuro di mettere sulla superficie delle lenti dei componenti simili a a t t i d e l l a c o n f e r e n z a Uso continuo con lenti in silicone idrogel: la nuova era della contattologia quelli del film lacrimali per rendere la lente molto bagnabile. Riassumendo, quello che abbiamo davanti a noi è una nuova opportunità e gli effetti di questa opportunità non si sono ancora fatti sentire. Non abbiamo ancora disponibili lenti bifocali e nemmeno toriche, ma con il tempo avremo sia lenti sostituzione giornaliera che in silicone idrogel ad alto Dk, in questo modo l’ipossia sarà definitivamente eliminata nella stragrande maggioranza dei pazienti. Le infezioni serie sono state notevolmente ridotte e questo dovrebbe essere confermarto con lo studio mondiale in corso. I contattologi che hanno avuto cattive esperienze nel passato sono restii a far decollare questo mercato, ma dobbiamo sfruttare questa nuova opportunità. Per il futuro abbiamo tutto quello che ci serve: la migliore geometria, la miglior qualità ottica e le superfici antibatteriche. Stiamo lavorando per una futura generazione di lenti per i nostri pazienti, ma il futuro non dipende dal paziente, perché quando al paziente vengono applicate lenti con successo, questi è incredibilmente entusiasta. Il futuro invece dipende dall’investimento delle industrie sullo sviluppo di nuove generazioni di lenti, dipende da noi professionisti che dobbiamo collaborare con le industrie per evidenziare e capire le questioni che devono essere risolte, dall’apertura mentale dei contattologi e dall’attenzione che rivolgiamo verso i pazienti. Tutto questo permetterà di fare passi da gigante. Sono molto contento di essere qui e sono felice di rispondere alle vostre domande. Grazie per l’attenzione. domande e risposte Comincerei con questa domanda. C’è chi chiede se lei pensa che le lenti in silicone idrogel siano in grado di fermare il fenomeno del drop out? Risponde il Prof. Holden: Si, è un’ottima domanda. Da qualche parte nel mondo la percentuale di drop out nelle lenti a contatto arriva al 50% all’anno. E in quelle parti del mondo, e soprattutto in Asia dove l’educazione non è così buona e l’EW con lenti a basso Dk è piuttosto diffuso, abbiamo trovato che la combinazione: educazione e prodotto giusto, fanno la differenza. In Taiwan per esempio il drop out degli utilizza tori di occhiali progressivi è del 50%, perché agli ottici di Taiwan non è stato spiegato come montare questi occhiali e quale angolazione dare. Nello studio che abbiamo condotto abbiamo osservato che dopo aver insegnato ad applicare in modo appropriato le lenti in silicone idrogel il drop out è caduto vicino al valore del 5%. Perché la gente odia dover rinunciare alle lenti, se le usa con soddisfazione per 30 giorni e 30 notti consecutive; infatti nel nostro studio abbiamo dovuto pagare i pazienti per far loro sospendere l’uso delle lenti. Due domande che riguardano la fisiologia corneale. Qualcuno chiede se ci sono degli studi che dimostrano che la cornea si può adattare ad una quantità di ossigeno minore di quella necessaria? E la seconda chiede se pensa che possa esistere, in un futuro, una lente per un uso superiore a 30 giorni. Da sinistra verso destra: Prof. Brien Holden, Anto Rossetti e Marc Bovey. Le domande in Italia sono veramente delle ottime domande. Nel caso in cui si applichino lenti che non lasciano passare abbastanza ossigeno possiamo trovare persone che non si adattano, altre che si adeguano ad un livello di ossigeno più basso, e altre ancora che possono adattarsi a qualsiasi cosa, anche a dei pezzettini di vetro. 20 a t t i d e l l a c o n f e r e n z a Uso continuo con lenti in silicone idrogel: la nuova era della contattologia Ma quello che succede alla maggior parte dei casi è che quando il livello di ossigeno non è sufficiente il metabolismo corneale si modifica: passa da aerobico ad anaerobico, che è molto meno efficiente del precedente. In questo caso le cellule usano meno ossigeno, l’epitelio si assottiglia, la cornea riduce la sua sensibilità e diventa molto più suscettibile ad un attacco microbico. Questa la possiamo considerare come una forma di adattamento ma ovviamente non è un adattamento sano, auspicabile. Nel lungo termine determina una “sindrome da esaurimento corneale” e dopo 20 anni la cornea rigetta qualsiasi tipo di lente. La seconda domanda chiede se è possibile superare i 30 giorni. Attualmente stiamo lavorando all’idea di una lente che possa essere portata 30.000 giorni: togliamo l’epitelio, mettiamo una lente sulla cornea e facciamo in modo che l’epitelio ricresca sopra la lente; ma questo è un progetto che ci porta più vicino alla lasik che al mondo delle lenti a contatto. Perché abbiamo scelto 30 giorni? Più che altro per una questione di praticità e perché tutti gli studi sono stai fatti su 30 giorni. Sappiamo che alcuni pazienti possono portare queste lenti per 60 giorni, forse anche per 90 giorni ma noi non abbiamo mai condotto studi che abbiano osservato la sicurezza e l’efficacia della lente per questi periodi di tempo. I 30 giorni hanno anche una loro validità sul piano della sostituzione del prodotto e sul piano comportamentale. È qualcosa che ha a che vedere con le abitudini: una volta al mese. In Australia quando spostiamo le lancette dell’orologio per il risparmio energetico lo facciamo sempre nello stesso periodo, sono mensili anche le scadenze legate alle compagnie assicurative: come ad esempio cambiare le batterie dei sistemi antincendio. Cambiare le lente è qualcosa di simile: all’inizio del mese cambi le lenti. Due domande riguardano i parametri della lente. Qualcuno chiede perché è stato scelto un diametro così piccolo per Focus Night & Day? Mentre qualcun altro chiede se è possibile continuare l’applicazione anche quando una lente di raggio base 8.60 crea sofferenza corneale. 21 OK grazie. Volete la verità o non volete la verità? La ragione per cui è stato scelto diametro 13.80 è perché questo è un buon diametro per il mercato giapponese e per il mercato asiatico in generale, e a quel tempo eravamo anche convinti che un diametro più piccolo sarebbe stato meglio. In realtà sia il diametro 13.90, che 14.00, che 14.20 sono tutti diametri possibili. C’è una teoria che sostiene che le lenti più piccole favoriscono il ricambio lacrimale ma in verità la questione riguarda più quello che faremo in futuro. Devo dire che la mia cornea è grande, ha un diametro di 13.50 mm e il bordo della lente è molto vicino alla cornea. Ho insistito un po’ per avere lenti con un diametro maggiore.... se volete unirvi a me in questa campagna io sarei ben lieto di avervi al mio fianco. 8.60. Nella fase iniziale abbiamo visto che l’applicazione dell’ 8.60 risultava piatta. Questa lente era una lente sferica. Adesso siamo passati ad una lente 8.60 con geometria asferica, sia frontale che posteriore. In questo modo abbiamo ridotto il problema dell’applicazione piatta e abbiamo ridotto anche il problema delle SEAL. Io penso che sia necessario provare prima con l’8.60 per poi passare all’8.40, soltanto se l’8.60 non va bene. Se anche in questo caso persistono i problemi è necessario passare ad un altro materiale, e se anche questo non funziona passate a un lente giornaliera. Ci sono tre domande che riguardano le complicanze, in realtà due riguardano le ulcere e le sofferenze corneali periferiche. Qualcuno chiede se nel caso in cui si presenti un episodio di ulcera periferica sia possibile continuare a portare lenti a contatto. Un'altra domanda chiede se l’ulcera periferica può influenzare la trasparenza corneale. La terza è una domanda che riguarda la cheratite microbica e chiede se la rimozione più frequente aumenta o diminuisce il rischio di cheratite microbica. Davvero queste sono domande eccellenti, molto buone, grazie. Credo che l’Italia sia il numero uno nel mondo per la qualità delle sue domande. La CLPU, ulcera periferica indotta da lente a contatto, si ripresenterà nel 50% dei casi, se si a t t i d e l l a c o n f e r e n z a Uso continuo con lenti in silicone idrogel: la nuova era della contattologia continua l’applicazione con la stessa lente: tipo e geometria. Non sappiamo se possiamo fare qualcos’altro per ridurre la percentuale di recidive operando, ad esempio, con le soluzioni o modificando la geometria della lente. Essa è determinata dalle tossine prodotte dallo stafilococco aureo, dai batteri presenti sulle ciglia che riescono a raggiungere la cornea di alcuni pazienti. La reazione produce un’ulcera. Non è un’infezione, non predispone verso la cheratite microbica ma si ripresenta, se si continua a mantenere la stessa situazione sulla cornea. indossate in situazioni dove possono determinare un’eccessiva pressione locale possono provocare una SEAL. Io proverei comunque lenti in silicone idrogel su qualsiasi paziente che necessiti una lente, salvo laddove ci troviamo d’innanzi a un ovvio problema di pressione locale. Non riduce mai la trasparenza al punto da provocare una riduzione della visione anche perché si tratta di un fenomeno pur sempre molto periferico. L’ultima domanda riguardava la cheratite microbica me la può rammentare per cortesia? Un ringraziamento, innanzi tutto, a CIBA per aver dato la possibilità alle scuole di essere presenti a questo incontro con il professor Hoden. È un onore per noi essere qui, ovviamente. Il professore, poco prima, mi chiedeva informazioni su come si svolge la formazione nella scuola italiana; era stupito come la nostra formazione iniziasse e terminasse così presto. Il professor Holden è di fatto abituato al modello australiano che ha un programma molto simile a quello statunitense, quindi un percorso universitario. Questo è il problema che noi dobbiamo affrontare. Ed è un problema che si associa proprio alle problematiche dell’applicazione di lenti a contatto a porto prolungato. L’avvento di questi lenti non solleva, ma rende più evidente, il fatto che dobbiamo migliorare la nostra professionalità, che dobbiamo entrare nell’ordine d’idee che il percorso di formazione deve essere più lungo, che dobbiamo chiedere un compenso per il lavoro svolto, in quanto richiede assunzioni di responsabilità e conoscenze profonde. Oggi ci troviamo di fronte a due situazioni: Sì... dunque... la domanda riguardava la cheratite microbica e chiedeva se la frequenza della rimozione influisce sul rischio di cheratite microbica. A tutt’oggi non sappiamo ancora se la percentuale di cheratite microbica, per il silicone idrogel, sia superiore o inferiore con la rimozione a 6 o a 30 notti. Abbiamo avuto soltanto 16 episodi, 16 casi su circa 400.000 portatori e, alcuni di questi, erano soggetti che portavano le lenti per 6 notti mentre altri le portavano per 30 notti. La maggior parte comunque usava lenti con la vecchia geometria. Non abbiamo ancora dati statistici affidabili per rispondere a questa domanda. Io credo che una cattiva gestione sia più rischiosa di un uso continuo di una lente confortevole. Ecco perché noi preferiamo la soluzione a 30 notti, fermo restando che il paziente stia bene e che la lente sia confortevole. Qualcuno chiede se una lente a contatto in silicone idrogel, ad uso continuo, può essere utilizzata su una cornea che è stata sottoposta ad una operazione di chirurgia refrattiva con Lasik. Sì.... Se le lenti in silicone idrogel vengono C’è una domanda per Anto Rossetti, così facciamo riposare un attimo Brien Holden, che chiede come le scuole affrontano le problematiche e le tematiche legate al porto continuo. 1) un corso universitario che sta per cominciare con l’intento di costruire un centro di informazione per l’optometria, e chi può farlo faccia tutto quel che può per sostenere quest’idea di optometria. 2) queste occasioni di formazione, gli ECM, che potevano/dovevano essere una conquista nostra, adesso ci vengono imposte. La scuola sta facendo quello che può aumentando la durata dei percorsi formativi, portando tutti gli studenti all’esterno per confrontarsi con la realtà. Ringrazio CIBA per aver sempre collaborato con le scuole, inviando sia lenti che materiale informativo e di supporto. 22 a t t i d e l l a c o n f e r e n z a Uso continuo con lenti in silicone idrogel: la nuova era della contattologia Noi vorremmo che la scuola italiana riuscisse a far propria la realtà statunitense, dove le scuole possiedono un proprio negozio, che non entra in concorrenza reale con l’ambiente esterno. L’idea è quella di dare la possibilità agli studenti di gestire realmente qualche cosa, sotto il controllo degli insegnanti e coinvolgendo membri esperti della categoria, ovviamente. Le lenti a contatto nel loro complesso e in particolare il porto prolungato, stanno di fatto costringendoci a prendere sempre più in considerazione questa idea. C’è una richiesta di precisazione a Brien Holden sulla statistica che indica che l’acuità visiva di 1 paziente su 32, dopo intervento lasik, diminuisce di 2 linee dell’ottotipo. La persona chiede se è l’intervento stesso a determinare la riduzione o se questa è determinata dalla progressione del difetto visivo, dopo l’intervento. ... Scusami un attimo Brien. Ci sono alcune domande sulla Lasik che non porremmo a Brien Holden perché riteniamo che siano fuori tema. Siamo qui per parlare di lenti a contatto a uso continuo, possiamo fare delle valutazioni comparative fra i due sistemi di correzione ma le domande che riguardano soltanto gli interventi di chirurgia refrattiva le scartiamo perché non sono pertinenti. Dunque la domanda è: la lasik può provocare la perdita di due linee dell’acuità visiva in 1 su 32 pazienti. Qual è il motivo? Le ragioni sono sia intra che post operatorie, ma il problema principale è la mutazione morfologica della cornea. Provate a pensarci: se a un soggetto miope di 6.00 D. appiattite l’apice corneale sino ad ottenere un valore plano, da qualche parte sulla cornea avrete un’area di transizione tra la zona plano e quella di – 6.00. In questo modo si produce un forte cambiamento di forma e di potere in alcuni aree della zona ottica. La lasik è stata migliorata ma sono ancora presenti delle notevoli aberrazioni. Si parla di 6 diottrie di aberrazione al limite della zona di ablazione. La seconda principale ragione sono i cambiamenti tissutali associati a qualsiasi cosa che possa determinare una complicanza, per esempio la 23 perdita del flap (lembo), la lesione dello stroma fra il flap e il letto, il corrugamento del flap o altri problemi di questo tipo. Per quanto riguarda i rapporti tra ottici e optometristi e lasik quello che dobbiamo fare è dare al paziente una prospettiva equilibrata. Se il difetto visivo è basso troverete che: il 95% dei pazienti che si sono sottoposti alla lasik sono contenti, che l’1% avrà problemi seri e che il 3- 4% avrà problemi significativi. Quasi nessun paziente lasik ha comunque una visione notturna normale perché quando la pupilla si dilata ...ecco che arrivano le aberrazioni. Molti pazienti sono disposti ad ingoiare in po’ il rospo di una non buona visione notturna pur di essersi liberati della miopia. Ci sono alcune domande che riguardano le indicazioni specifiche della lente Focus Night & Day o delle lenti in silicone idrogel. Sono indicate per le persone anziane? Sono adatte per i bambini? Per chi lavora in un laboratorio dove vengono manipolate sostanze chimiche? Sono indicate per soggetti epilettici o minorati mentali? ecc... Penso che sia piuttosto facile decidere se pensate di aver a che fare con una lente a basso contenuto d’acqua, con elevata gas permeabilità e se non ci sono molti cambiamenti ambientali. Non sono tante le situazioni in cui queste proprietà possono essere uno svantaggio. In situazioni in cui il soggetto dorme, si sfrega gli occhi o si trova in un ambiente poco ossigenato, questo tipo di lente, secondo me, subisce meno influenze rispetto a lenti disposable dove il contenuto d’acqua è maggiore e quindi in grado di assorbire altri componenti. Non vedo alcun evidente problema nell’usarle in ambienti diversi o con pazienti con difficoltà specifiche. Quello che direi è che se siamo in presenza di una pressione localizzata sulla cornea, perché c’è una sorta di ponte, allora possono essere più abrasive di una superficie più morbida. Una domanda ricorrente riguarda la condizione dell’occhio secco. È indicata in una condizione di occhio secco? È indicato l’uso di sostituti lacrimali? e un’altra domanda ancora è: che sistema di manutenzione è particolarmente raccomandato? a t t i d e l l a c o n f e r e n z a Uso continuo con lenti in silicone idrogel: la nuova era della contattologia Dott. Grant vuole dirci qualche cosa? Risponde il Dott. Tim Grant: Roma, 3 giugno 2002. Il paziente con occhio secco, se è un paziente che ha veramente un occhio secco, è certamente un paziente problematico per le lenti a contatto. Forse hanno bisogno di lenti aptiche (sclerali). È facile trovare che pazienti con scarsa produzione di film lacrimale possono portare lenti a basso contenuto d’acqua; ma è necessario tenerli sotto controllo ponendo particolare attenzione al livello di depositi. Altri pazienti stanno meglio con lenti al alto contenuto d’acqua. In termini generali queste lenti in silicone idrogel creano minori problemi di secchezza e quindi sono migliori per i pazienti border line. I sostituti lacrimali... Dunque, io uso soluzione salina monodose. Non so se questo prodotto sia disponibile sul mercato italiano. Non abbiamo fatto nessun studio coerente sull’uso delle gocce oculari più appropriate. Personalmente trovo che le gocce più viscose sono quelle meno adatte. In termini di manutenzione, non conosco nessuna controindicazione per un qualsiasi pulente o disinfettante per lenti a contatto morbide. Sistemi al perossido piuttosto che soluzioni uniche, che detergenti per lenti morbide non presentano a mio avviso effetti negativi, almeno che io sia a conoscenza. Ora, forse, andrebbe detto che una delle persone che ha più avuto a che fare con quest’area di sviluppo è Tim Grant. In effetti lui è il Project Manager che ha gestito tutto il progetto che riguardava le lenti in silicone idrogel, e forse lui potrebbe dirci qualche cosa riguardo la manutenzione di questi materiali. Sono compatibili con qualsiasi sistema di manutenzione per lenti morbide ed eccezione del calore e al trattamento enzimatico. Non dovete far utilizzare le pasticche enzimatiche per due ragioni principali. La prima perché il livello di depositi è piuttosto basso e quindi le lenti non necessitano di un trattamento anti-proteico. In secondo luogo la papaina potrebbe legarsi al materiale e richiedere un tempo di eliminazione molto lungo, prima che questa possa essere indossata. In caso contrario potrebbe causare dolore e staining corneale. La soluzione salina monodose può essere messa direttamente nell’occhio. Abbiamo notato che i pazienti usano le gocce, secondo le istruzioni, per uno o due mesi e dopo questo periodo tendono ad interromperne l’uso. Quindi il suo uso è sostanzialmente legato alla fase iniziale. Voglio aggiungere che per i pazienti più anziani, come i sessantenni, trovo che l’uso delle gocce sia particolarmente utile. Dott. Tim Grant, International Professional Services Manager Qualcuno chiede dettagli sull’applicazione. Chiede se è prudente fare il primo controllo dopo una settimana anche quando abbiamo a che fare con dei pazienti che mettono le lenti per la prima volta. 24 a t t i d e l l a c o n f e r e n z a Uso continuo con lenti in silicone idrogel: la nuova era della contattologia Risponde il Prof. Holden: Ci sono due domande in questa domanda, secondo me. Se il paziente è un nuovo portatore noi suggeriamo che utilizzi le lenti solo durante il giorno per una settimana. Questo per assicurarsi che il paziente sia in grado di mettere e togliere le lenti con facilità. Per quanto riguarda invece l’applicazione possiamo dire, sulla base della nostra esperienza, che l’applicazione dopo 5-10 minuti, forse 20, è assolutamente uguale a quella dopo una settimana o un anno. Ma è buona norma valutare l’applicazione ad ogni controllo per verificare che il paziente inserisca le lenti in modo corretto. Ringraziamo Brien Holden per la sua disponibilità e la sua gentilezza e per averci trasmesso le sue conoscenze e ci auguriamo di poterlo rincontrare presto. Traduzione di Marica Lava, Oscar De Bona e Martina Tolomeo Revisione e redazione testi a cura di Marica Lava 25 2 giugno 2002. Sala Excelsior Hotel di Milano. Note per gli autori Lenti a contatto (lac) è una rivista il cui obiettivo è fornire ai professionisti del settore, ricercatori e studenti, informazioni aggiornate sulle ricerche cliniche e scientifiche nell’ambito dell’area contattologica, nella fisiologia e patologia dell’occhio esterno. Sono benvenuti tutti gli articoli originali a carattere clinico, di ricerca, rassegne bibliografiche, casi clinici ed editoriali che trattino argomenti legati alla contattologia. Possono anche essere pubblicate lettere attinenti lo sviluppo professionale e la sua evoluzione, l’educazione e gli eventi del settore. Tutti gli articoli devono essere inviati all’attenzione di: Marica Lava o Oscar De Bona CIBA Vision s.r.l. Via E. Mattei, 17, 30020 Marcon (VE) I lavori inviati non devono essere stati precedentemente pubblicati su altre riviste o presentati per la pubblicazione contemporaneamente ad altri giornali. Il testo dell’articolo, corredato da eventuali immagini, deve essere inviato in duplice copia per essere esaminato. Il lavoro deve pervenire anche su supporto magnetico. Dopo la revisione dei referees, l’autore corrispondente sarà informato sull’esito della revisione. Nel caso d’accettazione del lavoro presentato, farà seguito la documentazione necessaria per la cessione dei diritti. Dattiloscritto, dischetto e immagini originali, anche se non pubblicati, non saranno necessariamente restituiti. Preparazione del dattiloscritto e del supporto magnetico I dattiloscritti devono pervenire su fogli A4. Impostazione margine superiore 2,50 cm, inferiore e laterale, destro e sinistro, 2 cm. Per il frontespizio, il sommario, il testo, i ringraziamenti, la bibliografia, le tabelle e le didascalie delle illustrazioni utilizzare il carattere Times New Roman corpo 12. Le pagine devono essere numerate in modo progressivo iniziando dal frontespizio. Tutti i lavori accettati per la pubblicazione debbono pervenire anche su supporto magnetico, nei formati Macintosh e IBM compatibili elencati: MacWrite, Microsoft Word, Solo testo, R.T.F. Frontespizio La prima pagina deve includere il titolo per esteso, ed eventualmente anche ridotto, il nome e cognome, per esteso, degli autori nella sequenza desiderata, eventuali istituti o enti d’appartenenza, il nome, l’indirizzo ed il numero di telefono dell’autore cui fare riferimento per la corrispondenza. Sommario Il sommario in lingua italiana, che non deve contenere più di 130 parole, deve essere riportato su una pagina separata. È auspicabile che l’autore sottoponga anche un sommario più esteso, massimo 230 parole, in lingua inglese. Entrambi devono contenere la parte centrale del tema trattato, il metodo di lavoro, i risultati e le conclusioni. Parole chiave Per facilitare la schedatura degli articoli indicare da 3 a 7 parole chiave per ogni articolo. Tali parole chiave, in lingua italiana ed inglese, debbono seguire i relativi sommari. Testo Gli articoli di ricerca dovranno essere comprensivi di: introduzione, descrizione del materiale, metodo di lavoro, risultati e discussione. L’introduzione deve riportare in modo conciso gli obiettivi dello studio. Il materiale e i metodi utilizzati devono essere descritti in dettaglio, mentre i risultati dovrebbero essere descritti in maniera succinta. La discussione deve essere limitata all’osservazione dei dati presentati. Articoli di rassegna bibliografica, casi clinici, descrizioni di nuovi stru- menti o procedure dovrebbero essere costituiti da: sommario, introduzione, testo e commenti. Bibliografia I riferimenti nel testo dovranno essere soltanto numerici e riportati con un corpo più piccolo ad apice. L’elenco dei riferimenti deve essere riportato in pagine separate del testo e dovrà essere redatto secondo le modalità sotto elencate, rispettando la punteggiatura e lo stile indicati: Articoli di riviste Cognome e iniziale del nome dell’autore/i, titolo dell’articolo, titolo della rivista abbreviato secondo le norme codificate, anno, volume, prima e ultima pagina in cui appare l’articolo. Nel caso che la numerazione delle pagine della rivista non segua un ordine annuale, accanto al numero del volume indicare, tra parentesi, anche il numero del fascicolo. Esempio di articolo da rivista Simmons PA, Tomlinson A e Seal DV. The role of Psedomonas aeruginosa biofilm in the attachment of Acanthamoeba to four types of hydrogel contact lens materials. Optom Vis Sci, 1998; 75: 860-866 Libri Cognome e iniziale del nome dell’autore/i, titolo e sottotitolo dell’opera con iniziali maiuscole, luogo di edizione, editore, anno, n. pagine. Esempio di libro Fletcher R e Still DC. Eye Examination and Refraction. Oxford, Blackwell Science, 1998, 58-60. Nel caso che si faccia riferimento ad un capitolo di libro: Woodward G. Clinical applications of contact lenses. In Edwards K. e Llewellyn R. Optometry. London, Butterworth, 1988, 486-500. Tutte le citazioni devono essere organizzate sulla base della numerazione del testo e non secondo l’ordine alfabetico. Illustrazioni Per illustrazioni si intende materiale come: fotografie, disegni, grafici, tracciati, ecc. La qualità delle immagini deve essere elevata, i disegni e i grafici professionali. Ogni illustrazione deve essere numerata con lo stesso numero citato nel testo. Sono accettate fotografie in bianco e nero mentre immagini a colori devono pervenire, preferibilmente, in diapositiva. Le immagini devono essere tutte corredate di didascalia. Il retro di ogni immagine deve riportare le seguenti informazioni: - titolo del lavoro - numero della figura - nome del primo autore e una freccia indicante la parte alta della fotografia. Organizzazione e spedizione del supporto magnetico È indispensabile che il file rispecchi le caratteristiche finali dell’articolo. L’etichetta del supporto deve riportare: - il nome dell’autore corrispondente - un titolo dell’articolo, eventualmente ridotto - il sistema operativo - il formato - il processore word utilizzato, con versione e numero Materiale aggiuntivo come tabelle, legende, bibliografia ecc. devono essere salvati su file individuali, uno per ogni categoria; particolarmente gradita è la preparazione di un file legenda.