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lenti a contatto contact lenses
lac
lenti a contatto
contact lenses
Codirettori scientifici
L. Lupelli (Roma), N. Pescosolido (Roma)
Comitato scientifico
L. Boccardo (Certaldo), M. Bovey (Palermo),
R. Fletcher (London), A. Fossetti (Firenze),
P. Gheller (Bologna), S. Lorè (Roma),
A. Madesani (Forte dei Marmi), L. Mannucci (Padova),
U. Merlin (Rovigo), M. Rolando (Genova),
A. Rossetti (Cividale del Friuli), C. Saona (Barcelona),
L. Sorbara (Toronto), A.Vinciguerra (Trieste)
Ringraziamenti
Si ringrazia S.Opt.I. per la collaborazione scientifica
Comitato editoriale
A. Calossi (Certaldo), M. Lava (Roma),
C. Masci (Roma), F. Zeri (Roma)
Segreteria
O. De Bona, M. Lava
Via E. Mattei, 17 30020 Marcon (VE)
Tel. 041.5939411
E-mail: [email protected]
Nome della rivista
LAC
Direttore responsabile
Marco Perini
Proprietario testata
BieBi Editrice
Editore
BieBi Editrice
di Mauro Lampo
Via Losana, 4 - 13900 Biella
Tiratura
Quadrimestrale, 32 pagine
Tipografia
True Color
Via Cave 1 - 28831 Baveno (Verbania)
Registrazione Tribunale
Biella, in data 6/5/99 al n. 487
Sped. gratuita
Numeri arretrati
1
Presso la segreteria
sommario
maggio 2002 vol. IV, n. 1
Atti della Conferenza
Uso continuo con lenti in silicone idrogel:
la nuova era della contattologia
Brien Holden
3
Curriculum vitae di Brien Holden
pag. 4
Relazione Atti della Conferenza
pag. 6
Domande e risposte
pag. 20
curriculum vitae
Brien Holden
Brien Anthony Holden
(1942)
Optometrista australiano, professore di
optometria alla University of New South Wales,
fondatore e direttore della Cornea and Contact
Lens Research Unit (CCLRU) presso la School
of Optometry, University of New South Wales,
e direttore della Cooperative Research Centre
for Eye Research and Technology (CRCERT).
Ha conseguito la laurea in Applied Science
presso l’Università di Melbourne nel 1964
e il PhD presso la City University (London)
nel 1971.
Gli è stato assegnato il Honorary Degree of
Doctor in Science, honoris causa, dallo State
University of New York nel 1994 e Honorary
Degree of Doctor Of Science nel 1998
dal Pennsylvania College of Optometry per i
suoi notevoli contributi alla scienza e
all’educazione, a cui ha fatto seguito un
Honorary Degree of Doctor in Science, honoris
causa, nel 1999 dalla City University London
per il suo insigne contributo alla Scienza
della Visione e all’Optometria.
Fu invitato a tenere conferenze alla School
of Optometry, University of New South Wales
nel 1971 e promosso a Senior Lecture nel 1975,
Professore Associato nel 1985 e Professore
nel 1990.
Nel 1976 fondò la Cornea and Contact Lens
Research Unit e fu un valido aiuto nel
concepimento della Cooperative Research
Centre for Eye Research and Technology
e venne nominato Foundation Director del
CRCERT nel 1991.
4
curriculum vitae
Brien Holden
Ha partecipato a numerosi appuntamenti
accademici, professionali e universitari.
È stato co-fondatore dell’International
Association of Contact Lens Educator (IACLE)
nel 1979, vice presidente dal 1979 al 1991
e Presidente dal 1991 al 1999.
Fu eletto Presidente fondatore della fondazione
International Society for Contact Lens Research
(ISCLR) e restò in carica come Presidente
della società dal 1982 al 1984 continuando
poi come Member Executive. È fondatore
dell’ Optometric Vision Research Foundation
dove ha svolto le mansioni di Presidente
dal 1973 al 1982 e Direttore Fondatore
dell’Institute of Eye Research.
Brien Holden è un educatore e ricercatore
internazionale ed è autore di oltre 175 scritti.
La sue ricerche sono state focalizzate nell’area
della salute oculare con lenti a contatto e ad
altre forme di correzione visiva. La sua ricerca
ha dimostrato che l’ipossia a lungo termine,
causata dalle lenti a contatto, provoca danni
oculari e ha stabilito i parametri della
permeabilità all’ossigeno delle lenti affinché
sia mantenuta la salute oculare.
È inoltre attivo nella salute pubblica
internazionale essendo Presidente
dell’International Centre of Eyecare Education
(ICEE) che sta sviluppando un servizio
di salute oculare per le comunità Aborigene
in Australia e per la comunità disagiate
nel mondo.
È stato nominato Presidente del Refractive
Error Working Group of the World Health
Organisation (Organizzazione Mondiale
della Salute), Co-presidente del gruppo Vision
5
2020 Australia e Presidente del Board of
Management of Ciba Vision Care NSW, che
gestisce la NSW Government Spectacle
Program, la quale fornisce correzioni visive a
coloro che hanno un reddito insufficiente.
Ha ricevuto due dei più prestigiosi
riconoscimenti australiani (il HB Collin
Research Medal e il Kenneth W Bell Medal),
e tre prestigiosi riconoscimenti internazionali
(il Ruben Medal, il Glenn A. Fry Award e il
British Contact Lens Association Medal)
per il suo eccezionale contributo alla ricerca
optometrica ed educativa.
Ha ricevuto il Fulbright Senior Scholar
Award nel 1982 ed è stato Membro Fondatore
dell’Australian Fulbright Association.
Ha ricevuto la medaglia dell’Order of Australia
dal governo Australiano per il suo contributo
alla ricerca e all’educazione oculare nel 1997.
L’University of New South Wales lo ha
insignito del titolo di Scientia Professorship
nel 2001 per il suo eccezionale contributo
alla ricerca.
a t t i
d e l l a
c o n f e r e n z a
Uso continuo con lenti in silicone idrogel:
la nuova era della contattologia
2 giugno 2002. Excelsior Hotel, Milano
3 giugno 2002. Cavalieri Hilton, Roma
Relatore: Brien Holden
Chairman: Marc Bovey
Marc Bovey:
Benvenuti a tutti...
Desidero ringraziare tutti i presenti per essere qui in
questo pomeriggio dedicato all’uso continuo delle lenti a
contatto. Vorrei ringraziare i nostri colleghi ottici, per
essere intervenuti così numerosi, e il mondo della scuola
che ha sollecitato gli studenti a partecipare a questa giornata. Vorrei ringraziare i due relatori che sono qui accanto
a me per il loro contributo e CIBA Vision per aver organizzato questa manifestazione e per essere riuscita a riunire così tante persone malgrado la forte concorrenza del
bel tempo, del sole e del mare.
Per problemi organizzativi la scaletta del programma è
stata modificata. Inizieremo con la relazione del Prof.
Holden a cui farà seguito quella di Francesco Gulli,
Direttore della Divisione Lenti di CIBA Vision.
È stato previsto uno spazio tra le due relazioni in modo
che possiate rivolgere le domande al Prof. Holden e ad Anto
Rossetti, insegnante di optometria, per quello che riguarda
il mondo della scuola italiana, alle quali ovviamente il Prof.
Holden non è in grado di rispondere.
Il professor Holden vi parlerà delle aree sulle quali sta lavorando e cosa succede quando sulla superficie oculare viene
posta una lente a contatto per 30 giorni e 30 notti.
Francesco Gulli vi parlerà invece di Focus Night & Day
in chiave industriale e di marketing.
Vorrei fare qualche rapida considerazione, prima di lasciare
la parola ai relatori.
Tutte le persone che come noi lavorano nel mondo delle
lenti a contatto sanno che per il portatore mettere, togliere
e pulire le proprie lenti a contatto, è sempre stato un problema che ha generato, in parecchi di loro, un processo di
demotivazione tale da condurli, molto spesso, all’abbandono delle proprie lenti.
Questo è un problema con cui abbiamo dovuto fare i conti
sin dalla nascita della lente a contatto e l’idea del porto
continuo è un’idea vecchissima, tanto vecchia quanto lo
sono le lenti a contatto.
Negli anni ’80 alcuni materiali in idrogel ricevettero l’approvazione FDA per l’uso prolungato. Le stime numeriche ci dicono che in quel periodo, principalmente negli
Stati Uniti, c’erano circa 4 milioni di portatori che uti-
lizzavano lenti con questa modalità d’uso. Queste lenti
venivano chiamate permanenti, anche se permanenti non
erano, e si parlava della “non miopia”, banalizzando una
problematica che era tutto tranne che banale. Una problematica infatti, quella del porto continuo, che è complessa.
La stampa cominciò a riportare episodi di gravi complicanze, soprattutto di tipo infettivo. L’apice fu toccato dalla
pubblicazione di uno studio di Poggio nel 1989 che indicava come, con questo tipo di lenti, il rischio di ulcerazione corneale fosse da 10 a 15 volte superiore rispetto a
quello con lenti utilizzate solo di giorno.
Negli Stati Uniti, questo fatto determinò una flessione del
mercato e l’uso permanente ripiegò sull’uso settimanale,
grazie alla nascita delle lenti a sostituzione frequente. Il
porto prolungato delle lenti a contatto continuò ad andare
avanti ma sicuramente in un modo molto più modesto, in
termini quantitativi, rispetto a come era iniziato.
In Europa invece questo avvenimento diede un colpo mortale al concetto stesso di porto prolungato e praticamente,
a parte l’Inghilterra, tutti gli altri paesi europei abbandonarono completamente l’idea che si potessero portare
lenti a contatto in modo prolungato.
Questo è uno degli aspetti con i quali oggi ci troviamo a
combattere. Noi proveniamo da una cultura della lente a
contatto che ci ha portato a dire che la lente non può rimanere negli occhi per troppo tempo. Molti di noi hanno ripetuto ai propri pazienti che potevano fare tutto ciò che volevano tranne dormire con le lenti.
Ora invertire il messaggio non è cosa facile.
In un periodo antecedente, nel’84, un certo sig. Holden
e il suo collega Mertz, pubblicarono una ricerca di fondamentale importanza. Questa ricerca indicava esattamente il livello di trasmissibilità all’ossigeno necessario
per contenere l’edema corneale entro i valori del cosiddetto edema notturno, fisiologico.
Non c’era una delle lenti in idrogel utilizzate negli anni
’80 e ’90, che raggiungesse i valori che Holden e Mertz
avevano fissato nel’84.
Gli unici materiali in grado di raggiungere la soglia erano
i siliconi elastomeri, come si chiamavano allora, ma la loro
naturale idrofobia li rendeva molto poco compatibili con
la superficie oculare.
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a t t i
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c o n f e r e n z a
Uso continuo con lenti in silicone idrogel:
la nuova era della contattologia
Marc Bovey, Direttore commerciale della catena Optissimo e
Randazzo.
Dott. Francesco Gulli, Direttore Divisione
Lenti a Contatto CIBA Vision
La sfida del porto prolungato è stata proprio quella di riuscire a sviluppare lenti a contatto fatte di un materiale
che riunisse in sé le caratteristiche del silicone e le proprietà del materiale idrogel.
Lo sviluppo di un silicone idrofilo sembrava estremamente paradossale dato che tutti sanno che il silicone si
usa per fermare l’acqua e che è, in realtà, il materiale più
idrofobo che esista.
È stata una sfida sulla quale parecchie persone si sono
concentrate e sulla quale le industrie hanno investito
grandi capitali. Ciò che sembrava impossibile è accaduto:
abbiamo un materiale di questo tipo e siamo qui, oggi
pomeriggio, per approfondire le nostre conoscenze su
questa innovazione.
e le Lenti a Contatto) che lui ha fondato nel 1976. Ha
concepito e fondato un altro organismo che si chiama
CRCERT (Centro di Ricerche Cooperativo per l’Occhio
e la Tecnologia) che lui dirige tuttora.
Elencare i sui titoli e i riconoscimenti ottenuti ci prenderebbe tutto il pomeriggio quindi mi limiterei a tratteggiare la sua figura.
Brien Holden è principalmente una persona che è riuscita a incanalare la sua attività in quattro direzioni.
Personalmente sono convinto che questo prodotto rappresenti l’inizio di una nuova era per le lenti a contatto.
Penso che questo momento sia tanto importante quanto
lo è stato l’arrivo del materiale idrogel, dopo anni di lenti
rigide; perché la risposta al desiderio del portatore e la
soddisfazione di un bisogno del consumatore è qualche
cosa che è destinato ad avere sempre successo. È una
valida proposta, è un’alternativa alla chirurgia refrattiva, di questo ne parlerà il Professor Holden, è la
risposta a tutti quei portatori demotivati che noi conosciamo bene.
Non voglio rubarvi altro tempo. Adesso vi vorrei presentare il professor Holden che viene da lontano,
dall’Australia. Egli è professore di optometria
all’Università del New South Walles, a Sidney, e
Direttore del CCLRU (Unità di Ricerche sulla Cornea
7
È un ricercatore. Dagli anni ’70 ha contribuito a trasformare la contattologia da artigianato a scienza, gettando le basi per una produzione industriale.
È un organizzatore. Ha fondato, creato, diretto e animato numerosi gruppi di lavoro, oltre ad aver dato vita
a due organizzazioni in Australia e a numerose società
di ricerca in contattologia che hanno prodotto ricerche
di elevatissimo contenuto.
È un educatore. Ha formato un generazione di scienziati che oggi troviamo praticamente alla testa di reparti
di ricerca e sviluppo della maggior parte delle industrie
di lenti a contatto.
È un grande comunicatore. È autore di numerosi articoli che sono stati utilizzati come referenze in tutto il
mondo e in tutti i settori che si occupano di scienza oculare. Gira il mondo partecipando attivamente a congressi,
conferenze e presentazioni. Il suo lavoro è riconosciuto
in tutto il mondo e gli è valso i maggiori titoli accademici e anche civili.
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Uso continuo con lenti in silicone idrogel:
la nuova era della contattologia
diale sulla rivoluzione che sta avvenendo nell’area del
vision care.
In particolare nella prima parte della presentazione
vedremo che esiste un crescente bisogno e una conseguente richiesta dei vostri servizi, in quanto esperti
dell’errore refrattivo e delle lenti a contatto, e come la
maggior parte del mondo sta cominciando a capire
l’importanza di questo ruolo.
IL FUTURO DELLA CORREZIONE VISIVA
Professor Brien Holden.
Non mi dilungo oltre, lascio la parola e il microfono al
professor Brien Holden.
Professor Brien Holden:
Molte grazie Chairman.
Mi dispiace che dobbiate ascoltare questa lezione in
australiano, ma sono sicuro che Antonella e Soraya,
le nostre interpreti, sapranno trasformare questi suoni
in parole.
Sono molto contento di essere qui e ringrazio
Francesco Gulli per il suo invito e Marc Bovey e Anto
Rossetti per la loro cordiale accoglienza.
Vorrei poi ringraziare i miei colleghi di Sidney per il
lavoro svolto e per avermi permesso, oggi, di essere
qui a parlare con voi.
L’argomento che tratteremo oggi è: “l’uso continuo e
il futuro della correzione visiva”.
Vorrei iniziare facendo una piccola panoramica mon-
Questo ragazzo che vedete nella diapositiva non è mio
figlio ma è un ragazzino che vive a Taiwan.
Osservando il grafico potete notare che mentre nel 1986
la percentuale dei ragazzi diciassettenni miopi si aggirava intorno al 4% nel 2000 essa ha raggiunto il valore
del 20%: un aumento del 16%, che sappiamo essere prevalentemente miopico e che equivale ad un trend di
crescita osservabile in tutto il mondo.
Questo trend di crescita è dovuto alla combinazione di
alcuni fattori quali il lavoro a distanza ravvicinata, l’uso
di computer, la scolarizzazione e l’ereditarietà: se
entrambi i genitori sono miopi, infatti, 3 figli su 4
potranno essere miopi.
Quello che osserviamo a Taiwan è proprio questa veloce
crescita della miopia. È così veloce al punto che ben il
93% dei ragazzi con 18 anni oggi è miope. In Cina, poi,
ci sono 600 milioni di miopi. Questo fatto ha dell’incredibile. È un fenomeno epidemico.
Incominciamo a notare che anche l’ipermetropia sta
diventando un problema visivo, soprattutto nei paesi
dell’America Latina. Sarebbe altresì interessante effettuare un’analisi dell’incidenza della miopia e dell’ipermetropia sia in Italia che in Spagna.
È necessario educare ed informare le persone sulla condizione miopica poiché essa, soprattutto se elevata, può
essere associata a patologie retiniche. Ne soffrono circa
il 50% dei miopi, che hanno una miopia superiore a 6
diottrie. L’informazione è quindi importante per cercare
di rallentare questo avanzamento.
L’altro fenomeno osservabile in tutto il mondo è l’invecchiamento e la variazione della distribuzione per età
della popolazione. Questo grafico mostra la distribuzione da zero a novant’anni e la proporzione per fascia
di età, da giovane a vecchio. Possiamo così vedere che
negli Stati Uniti, per il 2020, è stato previsto un drammatico aumento della percentuale di persone che
avranno più di 45 anni.
Non conosco le cifre relative all’Italia, e mi scuso per
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Uso continuo con lenti in silicone idrogel:
la nuova era della contattologia
Tina Turner.
Mick Jagger.
questo, ma posso dirvi che nel 2020 in Giappone il 70%
della popolazione avrà più di 45 anni. Questo sarà un
grosso onere per i giovani che dovranno occuparsi degli
anziani, che saranno così numerosi.
Accanto a questo fenomeno però se ne sta diffondendo
un altro. Una volta chi aveva sessant’anni era considerato un anziano. Questo non è più vero! Un uomo di sessant’anni, oggi, è ancora molto giovane. Io lo so, e lo so
bene, perché ho appena compiuto sessant’anni. E se
guardiamo la foto di questi due (Tina Turner e Mick
Jagger, ndT) che hanno quasi sessant’anni vediamo che
non sembrano poi così vecchi.
Con questo voglio dire che quello che sta cambiando è
il nostro atteggiamento verso la vita.
Stiamo andando verso una situazione in cui la fase dell’apprendimento dura per tutta la vita. Troviamo infatti
ottantacinquenni che usano il computer e navigano su
Internet, molti in cerca di gioventù.
Ci rendiamo conto sempre più che le persone avranno
bisogno di usare lenti a contatto e/o occhiali per tutto
l’arco della vita. Dobbiamo cambiare il nostro modo di
ragionare sia nei confronti delle persone giovani che di
quelle anziane.
Voi avrete molto lavoro nel futuro! Infatti entro il 2020
il 60% della popolazione mondiale dovrà ricorrere
all’aiuto di ottici e optometristi per poter vedere nitidamente.
blici, ai governi, ai privati e anche ai cittadini per far
capire loro quanto importante sia avere una buona
visione. In generale quello che sta avvenendo è che i
governi hanno capito che una persona miope di 8.00
diottrie, senza i suoi occhiali, è cieca tanto quanto una
con la cataratta.
Infatti, l’Organizzazione Mondiale per la Salute (OMS),
nel programma per la prevenzione della cecità nel
mondo, ha messo al secondo posto, in termini di importanza, la questione inerente i vizi refrattivi non corretti.
Chi è che si deve occupare dell’errore refrattivo non corretto? Siete voi. È il vostro campo, è il mio campo.
Se guardiamo le indagini statistiche condotte dall’OMS
troviamo che in Australia, nel mio paese, il 25% della
popolazione considerata legalmente non vedente è tale
perché non porta occhiali. Perché non ha compreso, o
noi non siamo stati in grado di trasmettere abbastanza
chiaramente, l’importanza della correzione visiva.
Quando i capelli incominciano a diventare grigi gli individui entrano nell’ordine di idee che anche la loro
visione diventerà presto grigia. Noi non siamo ancora
stati capaci di trasmettere chiaramente che non sarà
necessariamente così, e che si posso fare cose per vedere
meglio.
Se il governo ci risponde che l’unica cosa che vogliamo
è avere più clienti, e che questo non è importante per la
salute pubblica, noi dobbiamo invitarli a guardare la
realtà e alle conseguenze che comporta una riduzione
della capacità visiva.
I risultati di questo tipo di indagine sono stati pubblicati
sulle più importanti riviste mediche, in tutto il mondo.
Individui con un visus ridotto, inferiore ai 6/12, corrono
un rischio doppio, rispetto a coloro che hanno un buon
Un altro argomento riguarda l’Organizzazione
Mondiale della Salute. I governi di tutto il mondo stanno
capendo che la visione gioca un ruolo fondamentale per
garantire una buona qualità della vita, e questa questione è nelle vostre mani. Dovete rivolgervi a enti pub9
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Uso continuo con lenti in silicone idrogel:
la nuova era della contattologia
visus, di non avere una vita sociale. Il rischio di cadute
è due volte maggiore, quello di frattura all’anca 4 volte
maggiore e la possibilità di cadere in depressione è triplicata. Infine, il rischio di morte addirittura raddoppia
nel caso di persone che hanno problemi visivi, rispetto
a coloro che non necessitano di correzione.
Si tratta di un problema molto importante per la società
nel suo insieme. Credetemi, gli optometristi in tutto il
mondo non comprendono appieno quanto importante
sia il loro ruolo nella salute mondiale. Dobbiamo pensare alle nostre responsabilità e alle opportunità.
Dovete essere in grado di fornire ai vostri clienti e ai
vostri pazienti il più ampio e completo servizio possibile. Dovete consigliarli, informarli sulla chirurgia
refrattiva, proporgli la miglior soluzione con occhiali,
dovete applicargli la tipologia di lente a contatto più
idonea, dovete informarli su come affrontare la miopia
dei loro figli o la loro presbiopia, perché voi siete gli
esperti del settore.
Per quanto riguarda la miopia poi, abbiamo una fantastica sfida da raccogliere: cosa e come fare per far rallentare il progredire di questa condizione? Questo che
vedete è uno dei miei piccoli pazienti: un pollo, o
meglio un pulcino! Se mettiamo di fronte agli occhi di
questo pulcino delle lenti di potere –10.00, l’occhio
diventerà miope di 10.00 diottrie. È incredibile, ma
sembra che ci sia proprio un coordinamento nella crescita della struttura oculare. Questo significa che ogni
animale sul nostro pianeta è emmetrope ad eccezione
degli esseri umani che diventano miopi. Se mettiamo
una lente di +9.00 di fronte all’occhio, l’occhio del pulcino (ndT) diventerà ipermetrope di 9.00 diottrie. È
incredibile, siamo in grado di controllare l’errore refrattivo dei pulcini.
Questa ricerca è stata condotta dal più grande ricercatore mondiale sulla miopia. Egli ha condotto lo studio
su piccole scimmie a cui ha fatto indossare un casco
di cuoio con un due fori a livello degli occhi, ove era
possibile inserire delle lenti. Ha osservato che mettendo, nelle prime fasi di crescita dell’animale, delle
lenti di +15.00 diottrie davanti all’occhio questo diventava ipermetrope di 12.00, mentre mettendo una lente
di –15.00 l’occhio diventava miope di 13.00.
Possiamo utilizzare queste conoscenze per fare qualche
cosa a riguardo del problema miopia? Questo, per il
mondo intero, è un bel punto interrogativo.
Riassumerò qui, brevemente, i risultati fino ad ora ottenuti:
• sembra che far indossare ai bambini occhiali pro-
gressivi, o le lenti bifocali, non controlli la
miopia.
• non è ancora chiaro oggi se l’applicazione di lenti
rigide o gas-permeabili possa avere una qualche
azione di controllo sull’avanzamento della
miopia.
• per il momento nessuno ha verificato gli effetti
dell’ortocheratologia nei bambini, modalità che
sembra funzionare abbastanza bene negli adulti.
• sappiamo che farmaci come l’atropina rallentano
la progressione miopica.
Noi pensiamo che il futuro stia nello sviluppo di speciali lenti bifocali morbide, idonee per l’uso continuo
nei bambini, e testeremo questa ipotesi in un prossimo
futuro.
Al momento, il miglior suggerimento che potete dare
è quello di scegliere con molta attenzione i propri genitori. Bisognerebbe averne uno miope e l’altro ipermetrope. Ma noi che operiamo nel campo delle lenti a contatto, nella ricerca e nello sviluppo focalizzeremo la
nostra attenzione su lenti a contatto che si possono portare per tutto l’arco della vita.
IL MONDO DELLA CONTATTOLOGIA
Lasciatemi dire che la contattologia non è andata
molto lontano.
Ci sono circa 110 milioni di portatori di lenti a contatto
nel mondo e 6 miliardi e 300 milioni di persone sul
nostro pianeta. Di queste, 1 miliardo e 400 milioni
necessitano di correzione per lontano, mentre 1
miliardo e 500 milioni di quella per vicino.
Quindi, in totale, abbiamo circa 2 miliardi e 500
milioni di persone che hanno bisogno di una correzione visiva (Fig. 1).
Delle persone che necessitano una correzione visiva
quanti possono permettersi le lenti a contatto? Oggi,
nel mondo, se le possono permettere circa 500 milioni
di persone. Come vedete la possibilità di sviluppo è
molto buona.
In America l’11% della popolazione, circa 30 milioni
di persone, porta lenti a contatto. Nel mio paese
(Australia ndT) la percentuale dei portatori di lenti a
contatto si aggira intorno al 3%, come in Italia.
Gli italiani e gli australiani sono molto simili: si
godono la vita, amano il vino, il formaggio, le olive,
il calcio ma non sono molto pro attivi con le lenti a
contatto!!
10
a t t i
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c o n f e r e n z a
Uso continuo con lenti in silicone idrogel:
la nuova era della contattologia
Lenti
Lenti a
a contatto
contatto per
per tutta
tutta la
la vita
vita
15 - 40
Totale
46
> 40 età
Mercato potenziale
348
22
280
Portatori di lenti a contatto
110
10
78
22
Necessitano di correzione +
possono permettersi le lenti a contatto
458
32
124
302
Necessitano correzione per lontano
1,417
253
697
467
Necessitano correzione per vicino
1,502
20
0
1,482
Necessitano di una correzione
2,451
273
697
1,482
Totale popolazione mondiale
6,325 1,971 2,610 1,744
(Proiezione per l’anno 2003)
Figura 1
Proiezione per l’anno 2003 della popolazione mondiale, suddivisa
per portatori di lenti a contatto e necessità di correzione visiva.
Potere
Lente
asferica
Lente
sferica
Nominale
-6.00 D
-6.00 D
Zona ottica Centrale
-6.08 D
-5.72 D
Zona ottica Periferica
-6.27 D
-7.46 D
Differenza (Aberrazione)
-0.19
-1.74 D
Figura 2
Aberrazione sferica a confronto tra due lenti, una con geometria
sferica e l’altra con geometria asferica.
In futuro avremo bisogno di lenti a contatto multifocali, per i presbiti, che funzionino davvero.
La diapositiva mostra 4 tipi di bifocali a visione simultanea. Sono lenti piuttosto difficili da usare. Bisogna che
il paziente sia motivato e in grado di accettare compromessi. La cosa migliore in questo caso è provarle
tutte: magari una su tre funziona.
In linea generale la monovisione funziona in un portatore su tre, mentre un paziente su tre alla fine preferisce
utilizzare gli occhiali.
Dato che nella visione simultanea entrambe le immagini vanno a focalizzarsi simultaneamente, è sempre
necessario che il paziente sia disponibile ad accettare
un compromesso.
11
Ciò di cui abbiamo bisogno, io credo, è invece una
buona lente bifocale morbida a traslazione, prodotta con
materiale ad elevata permeabilità all’ossigeno. Speriamo
che questa lente venga sviluppata in un prossimo
futuro.
Quello che noi oggi sappiamo per certo è che siamo in
grado di cambiare la qualità della visione nelle persone
che usano lenti a contatto. Questa diapositiva mostra
due lenti a contatto, entrambe di potere –6.00 (Fig. 2).
Potete vedere che la prima lente ha un potere di –6. 00
nella zona centrale mentre nella zona periferica il potere
è di –6.27. Quando noi osserviamo la lente attraverso
questo dispositivo, vediamo che in effetti la lente presenta un colore uniforme su tutta la superficie ottica,
indice della presenza di un potere ottico molto
uniforme.
Lenti con questa geometria sono disponibili solo in silicone idrogel. Tutte le lenti Focus Night & Day, sia quelle
ad alto che a basso potere, sono state prodotte con correzione dell’aberrazione.
La seconda lente invece non corregge l’aberrazione sferica. Il potere nella zona centrale è di –5.75 mentre quello
in periferia è di –7.50. Questa è una normale lente a contatto a superficie frontale e posteriore sferica.
In futuro tutte le lenti dovranno avere la correzione dell’aberrazione, perché nello studio, dove abbiamo messo
a confronto l’acuità visiva ottenuta con lenti con correzione dell’aberrazione e lenti senza correzione dell’aberrazione, abbiamo osservato una differenza di una
linea dell’ottotipo a favore delle lenti con correzione dell’aberrazione.
Per il futuro, riassumendo quanto detto fin ora, dobbiamo cogliere le eccellenti opportunità che il nostro
lavoro ci offre, dobbiamo capire meglio le problematiche legate alla miopia e alla presbiopia, e dobbiamo
anche imparare a trasmettere le nostre conoscenze al
pubblico e ai nostri pazienti. Dobbiamo trasmettere
queste informazioni anche ai governi, dobbiamo dire
che l’optometria è molto importante e che l’errore refrattivo non corretto è un problema di salute pubblica.
Dobbiamo comprendere il futuro dell’ottica e della correzione delle aberrazioni, per offrire una visione
migliore, e l’industria deve continuare a sviluppare
nuovi prodotti, come ad esempio delle bifocali migliori
così da aiutare quei 400 milioni di presbiti che vogliono
lenti bifocali.
L’uso continuo
L’altra cosa che dobbiamo fare è sviluppare lenti a con-
a t t i
d e l l a
c o n f e r e n z a
Uso continuo con lenti in silicone idrogel:
la nuova era della contattologia
tatto per il porto continuo sicure. Sono 30 anni che
lavoro su questo progetto e vi assicuro che è stato un
lavoro estremamente difficile. La ricerca sull’uso continuo provoca cambiamenti nelle persone. Ecco come
ero, guardate un po’, prima di occuparmi di ricerche
sul porto continuo e guardate come sono adesso.
Qualcuno dice.” ma eri peggio allora, caro mio,
rispetto ad ora”.
La ragione per cui abbiamo avuto problemi è da ricercarsi nel fatto che per ben 3 volte, l’industria e i ricercatori, negli anni ’70, ’80 e ’90, hanno prodotto lenti
per l’uso prolungato non adatte a questo utilizzo.
Sono stati pubblicati allora su giornali a larga diffusione articoli riguardanti società produttrici trascinate
in tribunale e lenti a contatto che facevano male.
La ragione, la principale ragione, per cui l’uso prolungato non ha funzionato nel passato sta nel fatto che
indossando quelle lenti durante il sonno la cornea
andava incontro a severe compromissioni. Si potevano
infatti osservare, modificazioni endoteliali e formazioni di microcisti.
Allora decidemmo di effettuare un esperimento. In
questo esperimento che risale al 1984, quasi 20 anni
fa, prendemmo una serie di studenti, come gli studenti presenti qui oggi, e dopo aver loro applicato
delle lenti li chiudemmo in una stanza con una parete
a specchio. La mattina seguente li svegliammo e li portammo alla lampada a fessura per misurare l’edema
corneale. Trovammo così il rapporto esistente fra
edema notturno e trasmissibilità all’ossigeno della
lente e concludemmo che:
• per limitare l’edema notturno al 4% era necessario
utilizzare una lente con un Dk/t di 87x10-9
• e che per contenerlo entro il 3.2% dovevamo ricorrere a una lente con un Dk/t di 125x10-9.
L’industria spese almeno 300 milioni di $ per verificare questa ipotesi. Se avessimo commesso un errore,
probabilmente, saremmo stati decapitati.
Ciò che l’industria fece fu domandarsi come fare per
produrre una lente a contatto con elevata trasmissibilità all’ossigeno.
Aumentare semplicemente il contenuto d’acqua di un
materiale in idrogel significa raggiungere un valore
di Dk troppo basso, anche se il contenuto d’acqua raggiunge il 100% (Fig. 3). Infatti se dormite con una
lente al 100% di contenuto d’acqua nell’occhio, la
vostra cornea soffrirà.
Per risolvere il problema è stato necessario aggiungere al materiale qualche cosa che fosse più permeabile all’ossigeno dell’acqua.
Una lente in silicone lascia passare molto ossigeno ma
160
140
120
100
80
60
40
20
0
Figura 3
La curva mette in relazione il contenuto d’acqua dell’idrogel con la
permeabilità all’ossigeno. Quest’ultima cresce con l’aumentare del
contenuto d’acqua. Una ipotetica lente costituita al 100% di acqua
potrebbe avere una permeabilità all’ossigeno massima di 85 Barrer.
(inserita dal redattore)
160
140
120
100
80
silicone-idrogel
60
40
idrogel
20
0
0
20
40
60
80
100
% Contenuto d’acqua
Figura 4
La curva in giallo mette in relazione la permeabilità all’ossigeno del
silicone idrogel con il contenuto d’acqua. All’aumentare del contenuto d’acqua diminuisce la permeabilità all’ossigeno del materiale.
(inserita dal redattore)
tende ad aderire all’occhio; per evitare questo problema è necessario aggiungere acqua al silicone. Una
sfida per altro molto difficile! Ma se si aggiunge acqua
al silicone la sua permeabilità diminuisce (Fig. 4).
Quattro sono le società che si sono cimentate nello sviluppo del silicone idrogel, due di queste oggi sono
sul mercato, una con una lente al 24% d’idrofilia e
l’altra con una lente al 35% d’acqua.
Non sono venuto qui a vendervi le lenti a contatto
12
a t t i
d e l l a
c o n f e r e n z a
Uso continuo con lenti in silicone idrogel:
la nuova era della contattologia
O2
O2
Struttura della
catena polimerica
Fluorosilicone
Ioni
Ioni
Idrogel
Figura 5
Polimero a struttura bifasica. Le unità di fluorosilicone costituiscono l’ossatura del materiale e assicurano un elevato apporto di
ossigeno, mentre la fase idrogel permette il passaggio di ioni, fattore che garantisce la mobilità della lente.
Ossigeno
a
Ossigeno
a
Ossigeno
a confronto
confronto
Ossigeno
confronto
Ossigeno
aa
confronto
Ossigeno
aconfronto
confronto
➤
➤
Focus
Night
&&
Day
➤
Focus
Night
Day
➤Focus
FocusNight
Night&
&Day
Day
—Dk
—Dk =140
=140
—Dk/t
—Dk/tctct =175
=175
—Dk
—Dk =140
=140
=191
—Dk/t
—Dk/tctct misurato
=191
—Dk/t
=175
—Dk/tctctmisurato
=175
=139
—Dk/t
—Dk/t medio
medio =139
➤
Purevision
➤➤
Purevision
Purevision
➤
Purevision
—Dk
—Dk =90
=90
—Dk/t
=110
—Dk/tctct =110
—Dk
—Dk =90
=90
—Dk/t
=92
—Dk/tctct misurato
=92
misurato
—Dk/t
—Dk/tctct =110
=110
—Dk/t
=75
—Dk/t medio
=75
medio
Soglie minime:
Soglie
minime :
Soglie
minime :
Per l’uso giornaliero Dk/t
= 24
Per l’uso giornaliero medio
Dk/tmedio = 24
edema
notturno equivalente
ai non=portatori
PerPer
l’uso
giornaliero
Dk/tmedio
24 di lac Dk/t medio = 87
Per nessun
ipossicoequivalente
su tutta la corneaaiDk/t
= 125 di lac Dk /t m
Per
edemaeffetto
notturno
nonmedio
portatori
Per edema notturno equivalente ai non portatori di lac Dk /tm
Figura 6
Trasmissibilità e permeabilità all’ossigno di Focus Night & Day
(Ciba Vision) e PureVision (Baush & Lomb). (inserita dal redattore)
Focus Night & Day, poiché questo non è il mio lavoro.
Questo è il loro compito (indica persone di CIBA
Vision, ndT). Il mio ruolo è invece è quello di dirvi a
che punto siamo nel campo delle lenti a contatto in
silicone-idrogel, proverò ad aiutarvi a comprendere
le caratteristiche dei materiali che oggi sono sul mercato e le ragioni per cui sono stati fatti.
Il silicone-idrogel costituisce l’ossatura della lente. Le
frecce rosse rappresentano il passaggio di ossigeno
13
attraverso questo materiale, mentre le frecce blu, tra
gli spazi, rappresentano il passaggio di acqua, sodio,
cloruro e altri ioni (Fig. 5). Il passaggio di questi ioni
è molto importante perché in assenza di permeabilità
ionica la lente tende ad aderire all’occhio.
In PureVision all’ossatura del materiale sono state
legate delle molecole d’acqua.
Quelli di voi che hanno un po’ di esperienza in questo
campo sapranno che:
• Focus Night & Day ha una idrofilia del 24%
mentre PureVision ha una idrofilia del 35%
• Focus Night & Day ha una permeabilità
all’ossigeno più elevata mentre PureVision ne
ha una più bassa (Fig. 6)
• Focus Night & Day ha un rivestimento più
spesso mentre PureVision ne ha uno più sottile.
Con Focus Night & Day è stato possibile ridurre l’idrofilia al 24% perché gli spazi presenti nel polimero
sono molto ampi, a differenza di quelli presenti in
PureVision che sono più piccoli. Questa caratteristica
fisica del materiale si traduce in differenze nelle prestazioni cliniche.
Nel mese di ottobre dello scorso anno, per la prima
volta, l’FDA, negli Stati Uniti, ha autorizzato il porto
continuo per 30 giorni e 30 notti di una delle due lenti,
e subito dopo ha approvato l’utilizzo anche dell’altra.
Ma quanto sono sicure? Hanno risolto i problemi di
ipossia?
I risultati fisiologici ottenuti con i materiali in siliconeidrogel sono a dir poco straordinari.
Se osserviamo qualcuno che sta portando lenti morbide a basso Dk per l’uso prolungato, possiamo notare
la presenza di moltissimi vasi, turgidi di sangue, che
penetrano nella cornea. Se a questi individui facciamo
sostituire le loro lenti con lenti morbide ad alto Dk per
30 notti i vasi si svuotano e rimangono visibili solo
vasi “fantasma” (Fig. 7).
Le persone che usano lenti in silicone-idrogel hanno
occhi bianchi, non occhi rossi, come la maggior parte
dei portatori di lenti a contatto. È un fenomeno incredibile e molto interessante che investe tutti gli attuali
portatori di lenti a contatto.
Se indossate una lente a basso Dk in un occhio e una
lente ad alto Dk nell’altro potrete notare la differenza
nello specchio la mattina seguente.
Guardiamo adesso cosa succede con le microcisti.
a t t i
d e l l a
c o n f e r e n z a
Uso continuo con lenti in silicone idrogel:
la nuova era della contattologia
Incidenzadidicheratiti
cheratitimicrobiche
microbiche nell’uso
giornaliero
Incidenza
nell’uso giornaliero
(DW)
nell’uso prolungato
prolungato (EW)
(EW)con
conlenti
lentiaabasso
bassoDk
Dk
(DW) ee nell’uso
(Cheng et al. 1999, dati annualizzati
(Cheng et al. 1999,
dati annualizzati in Olanda)
in Olanda )
EW:
48 in 24.000
(1 su 500 o 20,0 per 10.000)
DW:
320 in 1.352.000
(1 su 4.225 o 2,4 per 10.000)
Risultati per l’EW coerenti con Poggio et al.
(con il DW il rischio è 8,5 volte minore)
Figura 7
Prima immagine: mostra i vasi perilimbari rigonfi di sangue di un
portatore di lenti morbide a basso Dk. Seconda immagine: stesso
portatore della prima immagine dopo essere passato all’uso di lenti
ad alto Dk. Si nota lo svuotamento dei vasi perilmbari.
Figura 8
Dati dello studio di Cheng sui casi di cheratite microbica con lenti
a basso Dk nell’uso prolungato, EW (7 giorni e 6 notti) e nell’uso
DW (solo di giorno).
Quando i portatori di lenti a basso Dk passano all’uso
di una lente ad alto Dk le microcisti spariscono e il loro
epitelio appare sano. Riccardo Romano ha dimostrato
che la risposta endoteliale, le blebs, presente nei portatori di lenti morbide e rigide a medio Dk, viene eliminata con l’uso di lenti ad alto Dk.
Quindi con queste lenti sono stati sostanzialmente eliminati tutti i segni di ipossia, responsabili dei problemi fisiologici della cornea.
Con il materiale ad alto Dk di Focus Night & Day è
possibile eliminare segni di ipossia sia con lenti ad alto
potere che con lenti a basso potere, mentre con
PureVision è possibile osservare in alcuni casi, con
lenti ad alto potere negativo o positivo, segni di
ipossia. Esiste quindi una differenza tra una lente e
l’altra ma è necessario considerare, per i vostri
pazienti, le lenti nelle loro totalità.
Sempre in Olanda sono stati forniti dei dati, questa
volta corretti, nell’uso giornaliero. L’incidenza di cheratite microbica questa volta è 1/4.000. Ricordatevi di
questo numero quando parleremo di silicone idrogel.
Cosa dire a riguardo della sicurezza. Come hanno
indicato Poggio e i suoi colleghi nel 1989 l’incidenza
della cheratite microbica nell’uso prolungato con lenti
a basso Dk è di 1 caso su 500 pazienti/anno. Queste
cifre sono state recentemente riesaminate in Olanda e
in altri paesi e i valori trovati hanno confermato i
valori di Poggio: 1 caso su 500 di cheratite microbica,
con lenti a basso Dk, nell’uso prolungato (Fig. 8).
Questi dati sono stati recentemente ripresi e riportati
da alcuni giornali a sostegno del fatto che le lenti a
contatto sono tutte uguali. Questa informazione è
errata ed imprecisa in quanto i dati pubblicati si riferisco all’uso prolungato solo con certe lenti disposable.
Stiamo studiando, in tutto il modo, i casi di cheratite
microbica con lenti morbide ad elevato Dk, quindi sia
con Focus Night & Day che con PureVision.
Con queste lenti sono stati segnalati 16 casi di cheratite microbica in tutto il mondo su circa 300.000 portatori. Stiamo quindi parlando di una incidenza di
1/19000 portatori anno in contrapposizione con una
incidenza di 1/500 portatori anno con lenti a basso Dk.
Quindi, se un giornale riporta i dati di Poggio e al e
di Cheng e al, dicendo che tutte le lenti a contatto per
l’uso continuo sono uguali possiamo affermare che
con i dati che abbiamo al momento questo è completamente sbagliato. Osserviamo infatti una significativa riduzione nella percentuale di cheratite microbica
con lenti morbide ad alto Dk.
Io sono uno che ha contrastato l’uso continuo con lenti
a basso Dk negli ultimi 10 anni.
Quello di cui abbiamo bisogno oggi è un appropriato
studio epidemologico di controllo. Schein, John
Dought, Cavanagh, Debby Sweeney, ed io stiamo
lavorando a questo progetto in modo da potervi dare
dei numeri attendibili. I risultati, al momento sembrano promettere molto bene.
Ovviamente tutti noi non vorremmo casi di cheratite
14
Studi clinici dimostrano che
le soluzioni per la manutenzione
delle lenti a contatto possono
effettivamente aumentare il comfort
durante il porto delle lenti
L’81% dei portatori preferisce
i perossidi monofase
AOSept® Plus Hi-Tech
ß = 38˚
• = 60˚
AOSept®
Angolo di bagnabilità
Lo studio
Come si è svolto
Un recente studio clinico pubblicato sul numero
di Aprile 2002 di Contact Lens Spectrum ( una
delle più autorevoli riviste di settore) mette in
evidenza che l’85% dei portatori di lenti a contatto sopporta sensazioni di fastidio e di secchezza oculare semplicemente perché pensa che
ciò sia normale.
È diffusa, sia tra i professionisti che tra i portatori,
la convinzione che le cause della sensazioni di
secchezza e di scarso comfort siano da ricercarsi
tra: un eccessivo uso delle lenti, forme allergiche,
ambiente o che siano insite nelle lenti stesse.
Ricerche condotte negli anni scorsi dalla Pacific
University College of Optometry hanno invece
evidenaziato che le allergie ai conservanti contenuti in molte soluzioni uniche giocano un
ruolo di primaria importanza nella sensazione
di fastidio.
L’obiettivo dello studio clinico condotto da
Dillehay e Mc Carter era quello appunto di verificare se l’utilizzo di AOSept Plus Hi-Tech, un
prodotto privo dei conservanti che si trovano
nelle soluzioni uniche, poteva ridurre o eliminare
la sensazione di secchezza e di scarso comfort,
in quei pazienti che lamentavano questa sintomatologia con le soluzioni uniche.
Lo studio era multicentrico e ha coinvolto 18
centri di applicazione ubicati negli Stati Uniti ed
è stato condotto tra Settembre e Novembre del
2001. Sono stati arruolati 148 pazienti, tutti portatori di lenti a contatto morbide e usuali utilizzatori di soluzione uniche, da almeno un anno.
Onde evitare di influenzare il risultato ai
pazienti non è stato rivelato il nome dello
sponsor dello studio.
I soggetti sono stati sottoposti ad un attento
esame ed è stato chiesto loro di rispondere a un
questionario concernente l’intensità e la frequenza con cui avvertivano sintomi di secchezza
oculare. È stato chiesto di valutare il comfort e la
visione, con le lenti a contatto e le soluzioni
uniche in uso, utilizzando una scala graduata da
1 a 5 (1 scarso, 2 discreto, 3 soddisfacente, 4
buono, 5 eccellente).
A ogni partecipante al test è stato chiesto di usare
AOSept Plus Hi-Tech, di continuare a portare le
loro lenti con la stessa modalità e di ritornare per
la visita di controllo dopo un mese.
Studi clinici dimostrano che le soluzioni per la manutenzione delle lenti a contatto
possono effettivamente aumentare il comfort durante il porto delle lenti
Concentrazione di
Perossido di Idrogeno (%)
Tempo di esposizione al Perossido di AOSept Plus Hi-Tech vs. AOSept
4
3.5
3
2.5
2
1.5
1
0.5
0
AOSept® Plus Hi-Tech
AOSept®
0
4
2
6
8
10
15
20
25
Minuti
Disinfezione più lunga e più profonda
La risposta dei pazienti
60%
I pazienti hanno indicato che l’intensità e la frequenza dei sintomi di secchezza oculare diminuiscono con l’uso di AOSept Plus Hi-Tech, sia
durante il giorno che a fine giornata.
50%
40%
30%
20%
10%
0%
1
Scarsa
2
Soluzioni Uniche
3
4
5
Eccellente
AOSept Plus Hi-Tech
Comfort dopo due settimane di utilizzo
Alla seconda visita tutti i pazienti sono stati riesaminati ed è stato chiesto loro di completare
nuovamente il questionario valutando questa
volta la frequenza e l’intensità dei sintomi di secchezza, il comfort e la visione durante l’uso di
AOSept Plus Hi-Tech. Ai soggetti era stato inoltre
chiesto di indicare se preferivano il loro abituale
prodotto per la manutenzione o quello testato
durante lo studio.
Anche per tutti gli altri sintomi analizzati in
questo studio: bruciore, prurito sensazione di presenza della lente, rossore, irritazione è stata
riscontrata una significativa riduzione della sintomatologia, sia in frequenza che in intensità,
durante l’utilizzo di AOSept Plus Hi-Tech,
quando comparato con le soluzioni uniche.
Anche i dati relativi alla differenza di comfort
totale e della visione in generale, durante l’uso
di soluzioni uniche e di AOSept Plus Hi-Tech
sono statisticamente significativi e indicano
una visione e un comfort migliore con AOSept
Plus Hi-Tech.
Inoltre quasi la metà dei portatori (il 46%) afferma
di aver aumentato il tempo d’uso delle loro lenti sostituendo la soluzione unica con AOSept Plus Hi-Tech.
L’85% dei soggetti partecipanti allo studio al
momento dell’intervista asseriva che, durante
l’uso delle soluzioni uniche, soffriva di una lieve
Studi clinici dimostrano che le soluzioni per la manutenzione delle lenti a contatto
possono effettivamente aumentare il comfort durante il porto delle lenti
Visione dopo due settimane
(media)
5
Grado di secchezza dopo due settimane
80%
4
60%
3
40%
2
20%
1
Soluzioni Uniche
AOSept Plus Hi-Tech
0%
1
2
3
4
Costantemente secco
Qualità della visione dopo due settimane
Soluzioni Uniche
5
Mai secco
AOSept Plus Hi-Tech
Grado di secchezza dopo due settimane
od occasionale sintomatologia o di avere sensazione di secchezza oculare. Il 76,7% di questi
pazienti ha potuto ridurre la sintomatologia e
migliorare il comfort sostituendo la soluzione
che stava utilizzando con AOSept Plus Hi-Tech.
Conclusioni
Stando a questo studio, i portatori di lenti a contatto possono facilmente ottenere un maggior
comfort e minor irritazione e secchezza oculare
utilizzando soluzioni per la manutenzione che
non contengano conservanti. Non a caso l’81% dei
potatori coinvolti nello studio ha preferito
AOSept Plus Hi-Tech ai prodotti utilizzati precedentemente, proprio grazie ai benefici che ciò
comporta.
Le sostanze chimiche e i conservanti contenuti
nelle soluzioni uniche possono lasciare residui
sulle lenti anche dopo la pulizia, i quali interferendo con il delicato equilibrio del film lacrimale,
causano sensazione di secchezza e di scarso
comfort.
AOSept Plus Hi-Tech è diverso, perché è il primo
e unico perossido monofase che non necessita
della pulizia meccanica della lente, che non contiene conservanti o altri componenti chimici
nocivi che si trovano nelle soluzioni uniche.
A differenza di altre soluzioni, il disinfettante al
perossido di idrogeno contenuto in AOSept Plus
Hi-Tech viene neutralizzato durante le sei ore del
processo di pulizia, così le lenti restano immerse
in una delicata soluzione salina sterile, simile alla
lacrima, fino al momento dell’applicazione.
Oggi diversi milioni di persone portano lenti a
contatto morbide e la maggior parte di essi usa
prodotti per la manutenzione che contengono
conservanti. Sfortunatamente la maggioranza
continua a tollerare una sensazione di scarso
comfort con la convinzione che questo sia il
compromesso da accettare se si portano le lenti
a contatto. “Ma questo non è affatto vero”,
afferma Sally M. Dillehay, O. D., M. S., capo
dell’Academic Development in CIBA Vision.
“Gli studi clinici indicano che passare da una
soluzione unica ad AOSept Plus Hi-Tech è un
rimedio non rischioso e poco costoso, ma che
può davvero aiutare ad ottenere un maggior
comfort durante tutto il tempo di utilizzo delle
lenti.”
Studi clinici dimostrano che le soluzioni per la manutenzione delle lenti a contatto
possono effettivamente aumentare il comfort durante il porto delle lenti
Approvato per l’utilizzo con tutti i tipi di lenti a
contatto, AOSept Plus Hi-Tech contiene nella sua
formulazione un detergente.
Rimuove proteine e depositi senza il bisogno di
ricorrere ad un altro prodotto.
Grazie al fatto che non è necessario effettuare una
pulizia di tipo meccanico, il prodotto viene percepito dai portatori pratico quanto una soluzione
unica.
All’interno di ogni confezione è già inserito il contenitore portalenti con il disco catalizzatore, per
incoraggiare i portatori alla sua frequente sostituzione, assicurando il massimo livello di igiene.
Le soluzioni al perossido di idrogeno sono storicamente considerate il “non plus ultra” tra i
sistemi di manutenzione e ora con AOSept Plus
Hi-Tech è facile raggiungere il massimo della
pulizia con la praticità di un flacone unico.
a t t i
d e l l a
c o n f e r e n z a
Uso continuo con lenti in silicone idrogel:
la nuova era della contattologia
Severi
Severi eventi
eventi avversi
avversi
Lenti a
contatto
1
1.. M
MK
K -- p
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ca
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3
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Distacco retinico
C
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biilla
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E
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giia
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ma
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cu
ulla
arre
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biilla
atte
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alle
e
LASIK
Figura 9
Eventi avversi con lenti a contatto e chirurgia refrattiva che possono determinare una riduzione della capacità visiva.
TREND
TREND DI
DI APPLICAZIONI
APPLICAZIONI IN
IN AUSTRALIA:
AUSTRALIA:
Numero
Numero di
di portatori
portatori :: circa
circa 400,000
400,000
% d’uso
laclac
%
d’usodei
deivari
varimateriali
materialiper
per
Wood and Morgan, 2000
n = 2,230
100
13
80
60
30
59
47
40
20
11
17
Silicone Idrogel
Alta idrofilia
Media idrofilia
Bassa idrofilia
11
12
0
Prima
applicazione
Riapplicazioni
Figura 10
Trend di applicazione in Australia, suddiviso per tipologia di
materiale.
microbica. Le informazioni relative a quelli già avvenuti, quei 16 che ho menzionato poco fa, mettono in
evidenza che i pazienti che non si comportano in
modo adeguato si mettono nei guai.
Un paziente aveva un occhio secco e il contattologo
gli aveva raccomandato di non dormire con le lenti.
Almeno in altri due casi i pazienti, dopo aver rimosso
le lenti in silicone perché l’occhio era leggermente irritato, si sono rimessi le loro vecchie lenti. Le lenti erano
sporche e contaminate e ovviamente questo ha generato un’infezione.
Ricordate ai vostri pazienti che le loro lenti devono
essere tenute in modo appropriato. Dopo la rimozione
15
le lenti devono essere gettate o pulite e disinfettate in
modo appropriato.
I 16 casi visti ci danno alcune indicazioni. La maggior
parte sono giovani uomini tra i 16 e 22 anni e con
scarsa propensione all’igiene. È inoltre importante
notare che i fumatori sono più a rischio dei non fumatori e che le malattie oculari si manifestano con una
prevalenza maggiore nei fumatori che nei non fumatori.
Se un portatore di lenti in silicone idrogel si lamenta
del fatto che le lenti non sono confortevoli, la sua
lamentela deve essere presa seriamente in considerazione. Le lenti devono essere confortevoli, se non lo
sono significa che l’applicazione non va bene e va
rivista.
Il paziente deve avere sempre un paio di occhiali in
buone condizioni in modo da poterlo sostituire alle
lenti.
Gli ottici e gli optometristi sono in generale impauriti
dall’idea di far correre un qualsiasi rischio ai propri
pazienti. Ma noi viviamo con il rischio, guidare la
macchina comporta un certo grado di rischio e noi
siamo responsabili della nostra vita e della visione dei
nostri pazienti.
È possibile causare una perdita di visione?
Nel mondo delle lenti a contatto una riduzione della
visione causata dall’uso delle lenti a contatto è estremamente rara: 1/40.000 pazienti anno, 1/12.000 se
ci limitiamo alle lenti convenzionali. Con le lenti in
silicone idrogel sino ad ora non è stata registrata
alcuna perdita di visione superiore a due linee dell’ottotipo. Con la lasik si parla di 1 su 32. [...] Un
paziente che opta per la chirurgia refrattiva ha 1 possibilità su 32 di perdere due linee di visione mentre
se opta per lenti in silicone idrogel correrà il rischio
1 su 30.000 di perdere due linee di visione. Diciamo
che c’è un po’ di differenza!
Il motivo sta nel fatto che le ragioni per cui la lasik
può provocare un calo visivo sono molteplici (Fig. 9).
Perché allora ai pazienti piace la lasik? Perché passano da 1/20 a 8/10 di visione, perchè sono riusciti
a liberarsi dagli occhiali. Perché hanno ridotto la loro
miopia.
Le lenti in silicone idrogel permettono di avere la
stessa sensazione ma con molti meno rischi, sia immediati che futuri.
Adesso vi faccio vedere alcuni filmati...
a t t i
d e l l a
c o n f e r e n z a
Uso continuo con lenti in silicone idrogel:
la nuova era della contattologia
Vediamo qui, su questa diapositiva, alcuni dei problemi che potrebbero sorgere (Fig. 11).
CIBA Vision potrà fornirvi del materiale di supporto,
la grading scales e la brochure sugli infiltrati (Fig. 12),
che vi saranno utili nel riconoscimento e nella gestione
di alcuni problemi che potreste incontrare. È importate sapere che l’incidenza indicata si riferisce
comunque all’uso di materiali a basso Dk.
In assoluto, la cosa principale che dovete sapere è la
differenza fra una Cheratite Microbica (MK) e una
Ulcera Periferica Indotta da Lenti a Contatto (CLPU)
(Fig. 13).
Quanti di voi hanno visto uno di questi puntini
bianchi sulla cornea, alzate la mano per cortesia.
Utilizzatrice soddisfatta dell’uso continuo con lenti in silicone
idrogel.
0...Guardiamo adesso quali risultati abbiamo ottenuto
in uno studio con 162 pazienti che stanno portando le
lenti da 28 a 30 notti consecutive, da oltre 2 anni.
A questi pazienti abbiamo chiesto di indicarci il principale svantaggio nell’utilizzo di queste lenti. Il 50%
ha risposto: nessun svantaggio. È raro sentirsi rispondere che non c’è alcun svantaggio nell’uso di qualcosa. È raro che la gente sia così contenta, così decisa.
Poi abbiamo chiesto di indicarci il vantaggio principale di questo tipo di lente e dell’uso continuo comparato con l’uso giornaliero e il porto prolungato a 6
notti. In assoluto la risposta principale è stata: la praticità, le indosso e vedo per tutto il resto della mia vita,
ogni mese le butto via e continuo.
In Australia, dati recenti, indicano che il 40% delle
applicazioni su già portatori vengono eseguite con
lenti in silicone idrogel. Il 16-17% di tutti i portatori
adesso utilizzano lenti in silicone idrogel (Fig. 10).
Che altro ci serve sapere?
Abbiamo bisogno di essere consapevoli che quando
decidiamo di operare nel campo dell’uso continuo
siamo innanzi tutto dei contattologi professionisti.
Non state vendendo scarpe e neanche scatole di bottoni, state vendendo i vostri servizi nel campo della
contattologia.
So perfettamente che non vi fate pagare l’applicazione. Comunque, indipendentemente da questo, voi
siete tenuti a dare consigli e suggerimenti e dovete
imparare a gestire i problemi che potrebbero sorgere
con l’uso continuo.
Prima di andare avanti faccio un’indagine di mercato,
vediamo: quanti di voi necessitano di una correzione
per lontano? Alzate la mano per favore. Quanti di voi
portano gli occhiali? Quanti invece portano le lenti a
contatto? Quanti di voi hanno le lenti in silicone
idrogel? Se voi foste un pubblico americano vi darei
immediatamente delle cifre. Ho bisogno di conoscere
un altro dato. Quanti di voi hanno bisogno di una correzione ma non la stanno portando oggi?
Onestamente… Bravi, siete onesti. Il 10% fra oculisti
ed optometristi non portano la correzione che dovrebbero portare. Quindi se voi siete così, figuratevi i
vostri pazienti. Questa è la prima considerazione. La
seconda: se fossimo in America più del 50% porterebbe le lenti a contatto. Probabilmente vi piacete di
più con gli occhiali... Ho notato, comunque, che la
penetrazione delle lenti a contatto tra i professionisti
è strettamente correlata alla penetrazione delle lenti a
contatto tra i pazienti.
Se andaste, per esempio, in paesi come l’Indonesia,
trovereste che su 500 studenti forse nemmeno uno di
loro usa lenti a contatto. Se deste vita a un programma
educativo e ne verificaste gli effetti dopo 10 anni, forse
trovereste che circa 100 di questi studenti starebbero
utilizzando lenti a contatto.
Tornando a quello che dicevamo prima. Se il vostro
lavoro è la contattologia, dovete essere in grado di
capire la differenza tra una Cheratite Microbica (MK)
e un’Ulcera Periferica indotta da Lenti a Contatto
(CLPU). Perché mentre la MK è una condizione che
probabilmente non vedrete la CLPU la vedrete certamente. Dobbiamo quindi cercare di capire che cos’è
un ulcera periferica (Fig. 13).
Questo è un frammento di cornea prelevato da un
paziente, e vedete questi puntini rosso scuro, sono dei
globuli bianchi: mi segnalano che questa non è un’in16
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Uso continuo con lenti in silicone idrogel:
la nuova era della contattologia
Eventi avversi che si presentano ancora
CLPU(infiam.
cheratite
microbica
CLPU
(infiam.))vs
vs cheratite
microbica
(MK)
(MK)
CLPU:
CLPU:
CLARE
SEALS
IK
CLPU
Con
rimozionedella
della
Con
lalarimozione
lentec’è
c’è una
unarapida
rapida
lente
risoluzione senza
risoluzione
senza
complicazioni..Si
Si risolve
risolve
complicazioni
con
una
piccola
cicatrice. .
con una
piccola
cicatrice
Marica manderà foto
da mettere qui.
MK:
CLPC
peggiora senza
senza un
peggiora
un
trattamento adeguato;
trattamento
adeguato ;
causa
distruzione ee
causa
distruzione
opacizzazione del
del
opacizzazione
tessutostromale
stromale
tessuto
Figura 11
Reazioni infiammatori che si possono presentare.
CLARE: Occhio Rosso Acuto indotto da Lenti a Contatto, SEALS:
Lesione Epiteliale Arcuata Superiore, CLPC: Congiuntivite
Papillare Indotta da Lenti a Contatto, IK: infiltrati corneali, CLPU:
Ulcera Periferica indotta da Lenti a Contatto. (per gentile concessione
Figura 13
Cheratite Microbica e Ulcera Periferica indotta da Lenti a
Contatto.
del CCLRU)
CCLRU/LVPEI
Brochure eventi avversi
permetterà di sapervi comportare nelle rare occasioni
che si potrebbero presentare.
Un'altra cosa importante che potete vedere è la SEAL
o Lesione Epiteliale Arcuata Superiore, essa è causata
da un effetto meccanico dovuta alla pressione delle
palpebrale e della lente (Fig. 14). In questa zona siamo
in presenza di un maggior attrito e la lente lascia
un’impronta sull’epitelio. Se il paziente ha una scarsa
bagnabilità anche le lenti non saranno umettate, di
conseguenza ci sarà una maggior probabilità che si
verifichi una lesione arcuata.
Figura 12
Guida alle Reazioni Corneali con Infiltrati osservate nella pratica
contattologica, CCLRU/ LVPEI. Programma educativo patrocinato
da Ciba Vision. (per gentile concessione del CCLRU)
fezione ma bensì un’infiammazione, causata dalle
tossine provenienti da batteri che si trovano sulla
lente. Non siamo in presenza di batteri che penetrano
nella cornea.
Capire questa differenza è importate: se non capite
come dovete gestire questa condizione, avrete sempre
paura dell’uso prolungato. Capire segni e sintomi vi
17
Quando abbiamo iniziato ad applicare lenti per l’uso
continuo usavamo vedere il paziente dopo la prima
notte, nelle prime ore dopo il risveglio. Poi gli chiedevamo di ritornare dopo 3 giorni per un nuovo controllo e poi dopo altri 4, ed infine dopo 2 settimane.
Ora questo non lo facciamo più, poiché non c’è nulla
da vedere il mattino successivo.
Adesso abbiamo cambiato sistema, vediamo il
paziente direttamente dopo una settima per controllare se presenta problemi di umettabilità o di depositi, perchè in questo caso dobbiamo modificare la
modalità d’uso suggerita, oppure dobbiamo chiedergli di toglierle, pulirle e poi rimetterle. Ma di
questo parleremo dopo.
La gestione del paziente che porta lenti in silicone
idrogel è abbastanza semplice. È sufficiente monito-
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Uso continuo con lenti in silicone idrogel:
la nuova era della contattologia
CLPC
CLPCclassica
classica
3
2
4
5
1
Classica
Classica
CLPC localizzata
CLPC
localizzata
3
2
4
1
5
Aree
Aree 22 &
& 33
Figura 14
Lesione Epiteliale Arcuata Superiore. Si presenta come una
sottile linea arcuata localizzata in prossimità del limbus.
Figura 15
Congiuntivite papillare classica e localizzata. Suddivisione delle
aree della congiuntivite tarsale secondo le grading scales del
CCLRU.
rare lo stato della lente e lo stato dell’occhio. Quello
che abbiamo osservato è che, dopo aver superato i problemi iniziali avuti con le prime geometrie, c’è stata
una riduzione del numero di lesioni arcuate nel porto
continuo. Con i primi pazienti e le prime geometrie
avevamo un maggior numero di SEAL, negli ultimi
due anni abbiamo riscontrato una riduzione sia nel
gruppo di 30 notti che in quello di 6. Questo significa che le cosa stanno migliorando.
Questi sono i risultati avuti con le prime geometrie
sia con PureVision che con Night & Day. La nuova
geometria asferica causa un minor numero di SEAL
rispetto alla geometria precedente.
invitarli a pulire le lenti con maggior frequenza e di
questo, se volete, ne possiamo parlare più tardi.
L’altra cosa che dovete monitorare è l’interno della
palpebra. Se uno è un bravo contattologo e vuole evitare problemi ai suoi pazienti e a se stesso deve fare
un’eversione palpebrale e dare un’occhiata alla palpebra. Se lo farete sempre eviterete un sacco di guai
poiché potrete vedere se il vostro paziente sta sviluppando una certa sensibilità a problematiche associate alla formazione di depositi, all’applicazione o
qualcos’altro. È sempre meglio controllare la condizione delle palpebre.
Ci sono due tipi di congiuntivite papillare: uno associata al livello di depositi e l’altra alla cattiva applicazione. Se è il bordo della lente a causare problemi
troveremo una congiuntivite papillare più localizzata
(Fig. 15).
Che cosa possiamo fare per questi pazienti?
Possiamo consigliarli di utilizzare lenti giornaliere
o ridurre il tempo di utilizzo della lente o possiamo
Nel nostro centro abbiamo osservato che durante i
primi 3 anni abbiamo perso circa il 5% dei
pazienti/anno, ma abbiamo anche visto che questo
valore sta cambiando dato che con le prime lenti
abbiamo avuto maggiori difficoltà rispetto a quelle
di nuova generazione. Gli eventi negativi diminuivano via via che la geometria delle lente veniva modificata.
Abbiamo visto che 30 notti sono meglio di 6, perché
lasciando la lente più a lungo nell’occhio si ottiene un
miglioramento più rapido e un maggior comfort
rispetto al programma delle 6 notti.
Alle persone che iniziavano ad usare lenti morbide
ad alto Dk abbiamo chiesto se avevano preso in considerazione la lasik. I 2/3 ha risposto di sì. Poi,
quando dopo 12 mesi di uso continuo, gli abbiamo
chiesto di dirci cosa preferivano, i 2/3 ci ha risposto
che non desideravano più sottoporsi ad un intervento, mentre 1/3 ha detto che avrebbe preso ancora
in considerazione la lasik, se questa fosse stata perfetta.
Le persone hanno cambiato idea dopo aver provato
queste lenti (Fig. 16).
Come possiamo far sì che le lenti siano più sicure e
più efficaci?
Bisogna valutare il film lacrimale e i depositi sulla
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la nuova era della contattologia
Opzioni per la correzione visiva
ora che hai provato l’uso continuo per 30 notti,
quale sceglieresti tra...?
100
68
% preferenze
80
60
40
32
20
0
Lasik se fosse perfetta?
30 notti di uso
continuo?
CCLRU 2002
Figura 16
Correzione visiva preferita dopo un periodo di porto continuo.
(per gentile concessione del CCLRU)
lente e bisogna osservare l’occhio nel suo insieme.
Bisogna informare i pazienti che hanno avuto problemi in precedenza di stare attenti perché questi problemi potrebbero ripresentarsi.
Bisogna assicurarsi che il problema di un’applicazione troppo piatta non si verifichi più, adesso
abbiamo la possibilità di passare a una lente con
curva base 8.40 (Fig. 17).
La regola più importante nell’applicazione di qualsiasi lente a contatto, e questo è particolarmente vero
per il silicone idrogel, è di assicurarsi che l’applicazione sia ben fatta, che il comfort sia buono, perché
la lente non diventerà più confortevole con il passare
del tempo. Bisogna assicurarsi che la lente sia confortevole sin da subito.
Nel nostro centro noi incoraggiamo i pazienti ad
usare salina monodose durante il giorno e la notte,
ogni volta che lo desiderano. Se hanno problemi di
depositi o secchezza oculare, specialmente se sono
persone anziane, consigliamo l’uso di gocce oculari.
Dite sempre ai vostri pazienti che se tolgono le lenti
devono pulirle, risciacquarle prima di rimetterle. Se
le lenti sono poco confortevoli le devono togliere e
riporre in una soluzione disinfettante. Assicuratevi
che l’igiene del paziente sia adeguata con questa
lente, come con qualsiasi altro tipo di lenti.
Noi diciamo ai nostri pazienti che se la loro visione
è annebbiata o hanno una qualsiasi irritazione oculare devono rimuovere la lente sciacquarla e rimetterla nuovamente nell’occhio (Fig. 18). Se la situazione non migliora è necessario provare una lente
19
Figura 17
Durante la valutazione dell’applicazione osservare che il bordo della
lente non prema sulla congiuntiva sclerale o che si sollevi, come
in questo caso. Una fluttuazione intermittente del bordo può essere
osservata in prossimità della rima palpebrale inferiore.
Educazione del portatore
Visione
Visione annebbiata
annebbiata ee in
in
tutti
tutti ii casi
casi di
di
irritazione
irritazione
➤
➤ rimuovere
rimuovere la
la lente
lente
➤
➤ pulire
pulire ee sciacquare
sciacquare la
la
lente
lente
➤
➤ rimetterla
rimetterla nell’occhio
nell’occhio
➤
➤ se
se non
non migliora
migliora
provare
provare una
una nuova
nuova
lente
lente
➤
➤ se
se non
non migliora
migliora
Ritornare
dall’ottico
Figura 18
Per prevenire e gestire rapidamente eventuali reazioni avverse è
di fondamentale importanza che l’applicatore educhi il proprio
paziente all’autocontrollo e sulle azioni da intraprendere.
nuova di scorta e se anche in questo caso il fastidio
persiste devono chiamare la nostra clinica e gli diamo
il numero di telefono per chiamarci. In qualcosa come
5 anni abbiamo avuto 5 chiamate, al di fuori dell’orario di lavoro. Non è un grosso problema, noi
abbiamo migliaia di portatori che utilizzano lenti per
il porto continuo.
In futuro ci sarà una nuova generazione di lenti a contatto sulle quali avremo una superficie antimicrobica
per ridurre ulteriormente il già basso rischio di cheratite microbica. Cercheremo in futuro di mettere
sulla superficie delle lenti dei componenti simili a
a t t i
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Uso continuo con lenti in silicone idrogel:
la nuova era della contattologia
quelli del film lacrimali per rendere la lente molto
bagnabile.
Riassumendo, quello che abbiamo davanti a noi è una
nuova opportunità e gli effetti di questa opportunità
non si sono ancora fatti sentire.
Non abbiamo ancora disponibili lenti bifocali e nemmeno toriche, ma con il tempo avremo sia lenti sostituzione giornaliera che in silicone idrogel ad alto Dk,
in questo modo l’ipossia sarà definitivamente eliminata nella stragrande maggioranza dei pazienti.
Le infezioni serie sono state notevolmente ridotte e
questo dovrebbe essere confermarto con lo studio
mondiale in corso.
I contattologi che hanno avuto cattive esperienze nel
passato sono restii a far decollare questo mercato, ma
dobbiamo sfruttare questa nuova opportunità.
Per il futuro abbiamo tutto quello che ci serve: la
migliore geometria, la miglior qualità ottica e le
superfici antibatteriche. Stiamo lavorando per una
futura generazione di lenti per i nostri pazienti, ma
il futuro non dipende dal paziente, perché quando al
paziente vengono applicate lenti con successo, questi
è incredibilmente entusiasta. Il futuro invece dipende
dall’investimento delle industrie sullo sviluppo di
nuove generazioni di lenti, dipende da noi professionisti che dobbiamo collaborare con le industrie per
evidenziare e capire le questioni che devono essere
risolte, dall’apertura mentale dei contattologi e dall’attenzione che rivolgiamo verso i pazienti.
Tutto questo permetterà di fare passi da gigante.
Sono molto contento di essere qui e sono felice di
rispondere alle vostre domande.
Grazie per l’attenzione.
domande e
risposte
Comincerei con questa domanda. C’è chi chiede
se lei pensa che le lenti in silicone idrogel siano
in grado di fermare il fenomeno del drop out?
Risponde il Prof. Holden:
Si, è un’ottima domanda. Da qualche parte
nel mondo la percentuale di drop out nelle lenti
a contatto arriva al 50% all’anno. E in quelle parti
del mondo, e soprattutto in Asia dove
l’educazione non è così buona e l’EW con lenti
a basso Dk è piuttosto diffuso, abbiamo trovato
che la combinazione: educazione e prodotto
giusto, fanno la differenza.
In Taiwan per esempio il drop out degli utilizza
tori di occhiali progressivi è del 50%, perché
agli ottici di Taiwan non è stato spiegato come
montare questi occhiali e quale angolazione dare.
Nello studio che abbiamo condotto abbiamo
osservato che dopo aver insegnato ad applicare
in modo appropriato le lenti in silicone idrogel
il drop out è caduto vicino al valore del 5%.
Perché la gente odia dover rinunciare alle lenti,
se le usa con soddisfazione per 30 giorni e 30 notti
consecutive; infatti nel nostro studio abbiamo
dovuto pagare i pazienti per far loro sospendere
l’uso delle lenti.
Due domande che riguardano la fisiologia
corneale. Qualcuno chiede se ci sono degli studi
che dimostrano che la cornea si può adattare ad
una quantità di ossigeno minore di quella
necessaria? E la seconda chiede se pensa che
possa esistere, in un futuro, una lente per
un uso superiore a 30 giorni.
Da sinistra verso destra: Prof. Brien Holden, Anto Rossetti e Marc
Bovey.
Le domande in Italia sono veramente delle ottime
domande. Nel caso in cui si applichino lenti che
non lasciano passare abbastanza ossigeno possiamo
trovare persone che non si adattano, altre che si
adeguano ad un livello di ossigeno più basso,
e altre ancora che possono adattarsi a qualsiasi
cosa, anche a dei pezzettini di vetro.
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Uso continuo con lenti in silicone idrogel:
la nuova era della contattologia
Ma quello che succede alla maggior parte dei casi è
che quando il livello di ossigeno non è sufficiente il
metabolismo corneale si modifica: passa da
aerobico ad anaerobico, che è molto meno efficiente
del precedente. In questo caso le cellule usano
meno ossigeno, l’epitelio si assottiglia, la cornea
riduce la sua sensibilità e diventa molto più
suscettibile ad un attacco microbico.
Questa la possiamo considerare come una forma
di adattamento ma ovviamente non è un
adattamento sano, auspicabile.
Nel lungo termine determina una “sindrome da
esaurimento corneale” e dopo 20 anni la cornea
rigetta qualsiasi tipo di lente.
La seconda domanda chiede se è possibile
superare i 30 giorni. Attualmente stiamo lavorando
all’idea di una lente che possa essere portata
30.000 giorni: togliamo l’epitelio, mettiamo
una lente sulla cornea e facciamo in modo che
l’epitelio ricresca sopra la lente; ma questo
è un progetto che ci porta più vicino alla lasik
che al mondo delle lenti a contatto.
Perché abbiamo scelto 30 giorni?
Più che altro per una questione di praticità e perché
tutti gli studi sono stai fatti su 30 giorni.
Sappiamo che alcuni pazienti possono portare
queste lenti per 60 giorni, forse anche per 90 giorni
ma noi non abbiamo mai condotto studi che
abbiano osservato la sicurezza e l’efficacia della
lente per questi periodi di tempo.
I 30 giorni hanno anche una loro validità sul piano
della sostituzione del prodotto e sul piano
comportamentale. È qualcosa che ha a che vedere
con le abitudini: una volta al mese.
In Australia quando spostiamo le lancette
dell’orologio per il risparmio energetico lo
facciamo sempre nello stesso periodo, sono mensili
anche le scadenze legate alle compagnie
assicurative: come ad esempio cambiare le batterie
dei sistemi antincendio.
Cambiare le lente è qualcosa di simile: all’inizio del
mese cambi le lenti.
Due domande riguardano i parametri della lente.
Qualcuno chiede perché è stato scelto un
diametro così piccolo per Focus Night & Day?
Mentre qualcun altro chiede se è possibile
continuare l’applicazione anche quando una
lente di raggio base 8.60 crea sofferenza corneale.
21
OK grazie. Volete la verità o non volete la verità?
La ragione per cui è stato scelto diametro 13.80 è
perché questo è un buon diametro per il mercato
giapponese e per il mercato asiatico in generale,
e a quel tempo eravamo anche convinti che un
diametro più piccolo sarebbe stato meglio.
In realtà sia il diametro 13.90, che 14.00, che 14.20
sono tutti diametri possibili.
C’è una teoria che sostiene che le lenti più piccole
favoriscono il ricambio lacrimale ma in verità la
questione riguarda più quello che faremo in futuro.
Devo dire che la mia cornea è grande, ha un
diametro di 13.50 mm e il bordo della lente è molto
vicino alla cornea. Ho insistito un po’ per avere
lenti con un diametro maggiore.... se volete unirvi a
me in questa campagna io sarei ben lieto di avervi
al mio fianco.
8.60. Nella fase iniziale abbiamo visto che
l’applicazione dell’ 8.60 risultava piatta.
Questa lente era una lente sferica. Adesso siamo
passati ad una lente 8.60 con geometria asferica,
sia frontale che posteriore. In questo modo abbiamo
ridotto il problema dell’applicazione piatta e
abbiamo ridotto anche il problema delle SEAL.
Io penso che sia necessario provare prima con
l’8.60 per poi passare all’8.40, soltanto se l’8.60 non
va bene. Se anche in questo caso persistono i
problemi è necessario passare ad un altro materiale,
e se anche questo non funziona passate a un lente
giornaliera.
Ci sono tre domande che riguardano le
complicanze, in realtà due riguardano le ulcere
e le sofferenze corneali periferiche.
Qualcuno chiede se nel caso in cui si presenti
un episodio di ulcera periferica sia possibile
continuare a portare lenti a contatto.
Un'altra domanda chiede se l’ulcera periferica
può influenzare la trasparenza corneale.
La terza è una domanda che riguarda la cheratite
microbica e chiede se la rimozione più frequente
aumenta o diminuisce il rischio di cheratite
microbica.
Davvero queste sono domande eccellenti, molto
buone, grazie. Credo che l’Italia sia il numero uno
nel mondo per la qualità delle sue domande.
La CLPU, ulcera periferica indotta da lente a
contatto, si ripresenterà nel 50% dei casi, se si
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Uso continuo con lenti in silicone idrogel:
la nuova era della contattologia
continua l’applicazione con la stessa lente: tipo
e geometria. Non sappiamo se possiamo fare
qualcos’altro per ridurre la percentuale di recidive
operando, ad esempio, con le soluzioni
o modificando la geometria della lente.
Essa è determinata dalle tossine prodotte dallo
stafilococco aureo, dai batteri presenti sulle ciglia
che riescono a raggiungere la cornea di alcuni
pazienti. La reazione produce un’ulcera.
Non è un’infezione, non predispone verso la
cheratite microbica ma si ripresenta, se si continua a
mantenere la stessa situazione sulla cornea.
indossate in situazioni dove possono determinare
un’eccessiva pressione locale possono provocare
una SEAL. Io proverei comunque lenti in silicone
idrogel su qualsiasi paziente che necessiti una lente,
salvo laddove ci troviamo d’innanzi a un ovvio
problema di pressione locale.
Non riduce mai la trasparenza al punto da
provocare una riduzione della visione anche
perché si tratta di un fenomeno pur sempre molto
periferico.
L’ultima domanda riguardava la cheratite microbica
me la può rammentare per cortesia?
Un ringraziamento, innanzi tutto, a CIBA per aver
dato la possibilità alle scuole di essere presenti a
questo incontro con il professor Hoden.
È un onore per noi essere qui, ovviamente.
Il professore, poco prima, mi chiedeva informazioni
su come si svolge la formazione nella scuola
italiana; era stupito come la nostra formazione
iniziasse e terminasse così presto.
Il professor Holden è di fatto abituato al modello
australiano che ha un programma molto simile a
quello statunitense, quindi un percorso universitario.
Questo è il problema che noi dobbiamo affrontare.
Ed è un problema che si associa proprio alle
problematiche dell’applicazione di lenti a contatto
a porto prolungato.
L’avvento di questi lenti non solleva, ma rende più
evidente, il fatto che dobbiamo migliorare la nostra
professionalità, che dobbiamo entrare nell’ordine
d’idee che il percorso di formazione deve essere più
lungo, che dobbiamo chiedere un compenso per il
lavoro svolto, in quanto richiede assunzioni di
responsabilità e conoscenze profonde.
Oggi ci troviamo di fronte a due situazioni:
Sì... dunque... la domanda riguardava la
cheratite microbica e chiedeva se la frequenza
della rimozione influisce sul rischio di cheratite
microbica.
A tutt’oggi non sappiamo ancora se la percentuale
di cheratite microbica, per il silicone idrogel,
sia superiore o inferiore con la rimozione a 6 o a 30
notti. Abbiamo avuto soltanto 16 episodi,
16 casi su circa 400.000 portatori e, alcuni di questi,
erano soggetti che portavano le lenti per 6 notti
mentre altri le portavano per 30 notti.
La maggior parte comunque usava lenti con
la vecchia geometria. Non abbiamo ancora dati
statistici affidabili per rispondere a questa
domanda. Io credo che una cattiva gestione sia più
rischiosa di un uso continuo di una lente
confortevole.
Ecco perché noi preferiamo la soluzione a 30 notti,
fermo restando che il paziente stia bene e che la
lente sia confortevole.
Qualcuno chiede se una lente a contatto in
silicone idrogel, ad uso continuo, può essere
utilizzata su una cornea che è stata sottoposta
ad una operazione di chirurgia refrattiva
con Lasik.
Sì.... Se le lenti in silicone idrogel vengono
C’è una domanda per Anto Rossetti, così facciamo
riposare un attimo Brien Holden, che chiede
come le scuole affrontano le problematiche e le
tematiche legate al porto continuo.
1) un corso universitario che sta per cominciare
con l’intento di costruire un centro di
informazione per l’optometria, e chi può farlo
faccia tutto quel che può per sostenere quest’idea di optometria.
2) queste occasioni di formazione, gli ECM, che
potevano/dovevano essere una conquista
nostra, adesso ci vengono imposte.
La scuola sta facendo quello che può aumentando la
durata dei percorsi formativi, portando tutti gli
studenti all’esterno per confrontarsi con la realtà.
Ringrazio CIBA per aver sempre collaborato con le
scuole, inviando sia lenti che materiale informativo
e di supporto.
22
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Uso continuo con lenti in silicone idrogel:
la nuova era della contattologia
Noi vorremmo che la scuola italiana riuscisse a far
propria la realtà statunitense, dove le scuole
possiedono un proprio negozio, che non entra in
concorrenza reale con l’ambiente esterno. L’idea è
quella di dare la possibilità agli studenti di gestire
realmente qualche cosa, sotto il controllo degli
insegnanti e coinvolgendo membri esperti della
categoria, ovviamente.
Le lenti a contatto nel loro complesso e in
particolare il porto prolungato, stanno di fatto
costringendoci a prendere sempre più in
considerazione questa idea.
C’è una richiesta di precisazione a Brien Holden
sulla statistica che indica che l’acuità visiva di
1 paziente su 32, dopo intervento lasik, diminuisce
di 2 linee dell’ottotipo.
La persona chiede se è l’intervento stesso a
determinare la riduzione o se questa è determinata
dalla progressione del difetto visivo, dopo
l’intervento.
... Scusami un attimo Brien.
Ci sono alcune domande sulla Lasik che non
porremmo a Brien Holden perché riteniamo che
siano fuori tema. Siamo qui per parlare di lenti a
contatto a uso continuo, possiamo fare delle
valutazioni comparative fra i due sistemi
di correzione ma le domande che riguardano
soltanto gli interventi di chirurgia refrattiva le
scartiamo perché non sono pertinenti.
Dunque la domanda è: la lasik può provocare la
perdita di due linee dell’acuità visiva in 1 su 32
pazienti. Qual è il motivo?
Le ragioni sono sia intra che post operatorie,
ma il problema principale è la mutazione
morfologica della cornea. Provate a pensarci:
se a un soggetto miope di 6.00 D. appiattite l’apice
corneale sino ad ottenere un valore plano, da
qualche parte sulla cornea avrete un’area di
transizione tra la zona plano e quella di – 6.00.
In questo modo si produce un forte cambiamento di
forma e di potere in alcuni aree della zona ottica.
La lasik è stata migliorata ma sono ancora presenti
delle notevoli aberrazioni. Si parla di 6 diottrie
di aberrazione al limite della zona di ablazione.
La seconda principale ragione sono i cambiamenti
tissutali associati a qualsiasi cosa che possa
determinare una complicanza, per esempio la
23
perdita del flap (lembo), la lesione dello stroma fra
il flap e il letto, il corrugamento del flap o altri
problemi di questo tipo.
Per quanto riguarda i rapporti tra ottici e
optometristi e lasik quello che dobbiamo fare è dare
al paziente una prospettiva equilibrata.
Se il difetto visivo è basso troverete che: il 95% dei
pazienti che si sono sottoposti alla lasik sono
contenti, che l’1% avrà problemi seri e che il 3- 4%
avrà problemi significativi. Quasi nessun paziente
lasik ha comunque una visione notturna normale
perché quando la pupilla si dilata ...ecco che
arrivano le aberrazioni.
Molti pazienti sono disposti ad ingoiare in po’ il
rospo di una non buona visione notturna pur di
essersi liberati della miopia.
Ci sono alcune domande che riguardano le
indicazioni specifiche della lente Focus Night &
Day o delle lenti in silicone idrogel.
Sono indicate per le persone anziane? Sono adatte
per i bambini? Per chi lavora in un laboratorio
dove vengono manipolate sostanze chimiche?
Sono indicate per soggetti epilettici o minorati
mentali? ecc...
Penso che sia piuttosto facile decidere se pensate di
aver a che fare con una lente a basso contenuto
d’acqua, con elevata gas permeabilità e se non ci
sono molti cambiamenti ambientali.
Non sono tante le situazioni in cui queste proprietà
possono essere uno svantaggio. In situazioni in cui
il soggetto dorme, si sfrega gli occhi o si trova in un
ambiente poco ossigenato, questo tipo di lente,
secondo me, subisce meno influenze rispetto a lenti
disposable dove il contenuto d’acqua è maggiore e
quindi in grado di assorbire altri componenti.
Non vedo alcun evidente problema nell’usarle in
ambienti diversi o con pazienti con difficoltà
specifiche. Quello che direi è che se siamo in
presenza di una pressione localizzata sulla cornea,
perché c’è una sorta di ponte, allora possono essere
più abrasive di una superficie più morbida.
Una domanda ricorrente riguarda la condizione
dell’occhio secco. È indicata in una condizione
di occhio secco? È indicato l’uso di sostituti
lacrimali? e un’altra domanda ancora è: che sistema
di manutenzione è particolarmente raccomandato?
a t t i
d e l l a
c o n f e r e n z a
Uso continuo con lenti in silicone idrogel:
la nuova era della contattologia
Dott. Grant vuole dirci qualche cosa?
Risponde il Dott. Tim Grant:
Roma, 3 giugno 2002.
Il paziente con occhio secco, se è un paziente
che ha veramente un occhio secco, è certamente un
paziente problematico per le lenti a contatto.
Forse hanno bisogno di lenti aptiche (sclerali).
È facile trovare che pazienti con scarsa produzione
di film lacrimale possono portare lenti a basso
contenuto d’acqua; ma è necessario tenerli sotto
controllo ponendo particolare attenzione al
livello di depositi. Altri pazienti stanno meglio con
lenti al alto contenuto d’acqua.
In termini generali queste lenti in silicone idrogel
creano minori problemi di secchezza e quindi sono
migliori per i pazienti border line.
I sostituti lacrimali... Dunque, io uso soluzione
salina monodose. Non so se questo prodotto sia
disponibile sul mercato italiano.
Non abbiamo fatto nessun studio coerente sull’uso
delle gocce oculari più appropriate. Personalmente
trovo che le gocce più viscose sono quelle meno
adatte.
In termini di manutenzione, non conosco nessuna
controindicazione per un qualsiasi pulente o
disinfettante per lenti a contatto morbide.
Sistemi al perossido piuttosto che
soluzioni uniche, che detergenti per lenti morbide
non presentano a mio avviso effetti negativi,
almeno che io sia a conoscenza.
Ora, forse, andrebbe detto che una delle persone
che ha più avuto a che fare con quest’area di
sviluppo è Tim Grant.
In effetti lui è il Project Manager che ha gestito
tutto il progetto che riguardava le lenti in silicone
idrogel, e forse lui potrebbe dirci qualche cosa
riguardo la manutenzione di questi materiali.
Sono compatibili con qualsiasi sistema
di manutenzione per lenti morbide ed eccezione
del calore e al trattamento enzimatico.
Non dovete far utilizzare le pasticche enzimatiche
per due ragioni principali. La prima perché il
livello di depositi è piuttosto basso e quindi le lenti
non necessitano di un trattamento anti-proteico.
In secondo luogo la papaina potrebbe legarsi
al materiale e richiedere un tempo di eliminazione
molto lungo, prima che questa possa essere
indossata. In caso contrario potrebbe causare
dolore e staining corneale.
La soluzione salina monodose può essere messa
direttamente nell’occhio. Abbiamo notato
che i pazienti usano le gocce, secondo le istruzioni,
per uno o due mesi e dopo questo periodo
tendono ad interromperne l’uso. Quindi il suo uso
è sostanzialmente legato alla fase iniziale.
Voglio aggiungere che per i pazienti più anziani,
come i sessantenni, trovo che l’uso delle gocce sia
particolarmente utile.
Dott. Tim Grant, International
Professional Services Manager
Qualcuno chiede dettagli sull’applicazione.
Chiede se è prudente fare il primo controllo dopo
una settimana anche quando abbiamo a che
fare con dei pazienti che mettono le lenti per la
prima volta.
24
a t t i
d e l l a
c o n f e r e n z a
Uso continuo con lenti in silicone idrogel:
la nuova era della contattologia
Risponde il Prof. Holden:
Ci sono due domande in questa domanda,
secondo me. Se il paziente è un nuovo portatore
noi suggeriamo che utilizzi le lenti solo durante
il giorno per una settimana.
Questo per assicurarsi che il paziente sia in
grado di mettere e togliere le lenti con facilità.
Per quanto riguarda invece l’applicazione
possiamo dire, sulla base della nostra
esperienza, che l’applicazione dopo 5-10 minuti,
forse 20, è assolutamente uguale a quella dopo
una settimana o un anno.
Ma è buona norma valutare l’applicazione ad
ogni controllo per verificare che il paziente
inserisca le lenti in modo corretto.
Ringraziamo Brien Holden per la sua disponibilità e la
sua gentilezza e per averci trasmesso le sue conoscenze
e ci auguriamo di poterlo rincontrare presto.
Traduzione di Marica Lava, Oscar De Bona e Martina Tolomeo
Revisione e redazione testi a cura di Marica Lava
25
2 giugno 2002. Sala Excelsior Hotel di Milano.
Note per gli autori
Lenti a contatto (lac) è una rivista il cui obiettivo è fornire ai professionisti del settore, ricercatori e studenti, informazioni aggiornate sulle
ricerche cliniche e scientifiche nell’ambito dell’area contattologica, nella
fisiologia e patologia dell’occhio esterno.
Sono benvenuti tutti gli articoli originali a carattere clinico, di ricerca,
rassegne bibliografiche, casi clinici ed editoriali che trattino argomenti
legati alla contattologia. Possono anche essere pubblicate lettere attinenti lo sviluppo professionale e la sua evoluzione, l’educazione e
gli eventi del settore.
Tutti gli articoli devono essere inviati all’attenzione di:
Marica Lava o Oscar De Bona
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parole, deve essere riportato su una pagina separata. È auspicabile che
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Testo
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descrizione del materiale, metodo di lavoro, risultati e discussione.
L’introduzione deve riportare in modo conciso gli obiettivi dello studio.
Il materiale e i metodi utilizzati devono essere descritti in dettaglio,
mentre i risultati dovrebbero essere descritti in maniera succinta. La
discussione deve essere limitata all’osservazione dei dati presentati.
Articoli di rassegna bibliografica, casi clinici, descrizioni di nuovi stru-
menti o procedure dovrebbero essere costituiti da: sommario, introduzione, testo e commenti.
Bibliografia
I riferimenti nel testo dovranno essere soltanto numerici e riportati con
un corpo più piccolo ad apice.
L’elenco dei riferimenti deve essere riportato in pagine separate del
testo e dovrà essere redatto secondo le modalità sotto elencate, rispettando la punteggiatura e lo stile indicati:
Articoli di riviste
Cognome e iniziale del nome dell’autore/i, titolo dell’articolo, titolo
della rivista abbreviato secondo le norme codificate, anno, volume,
prima e ultima pagina in cui appare l’articolo.
Nel caso che la numerazione delle pagine della rivista non segua un
ordine annuale, accanto al numero del volume indicare, tra parentesi, anche il numero del fascicolo.
Esempio di articolo da rivista
Simmons PA, Tomlinson A e Seal DV. The role of Psedomonas aeruginosa biofilm in the attachment of Acanthamoeba to four types of
hydrogel contact lens materials. Optom Vis Sci, 1998; 75: 860-866
Libri
Cognome e iniziale del nome dell’autore/i, titolo e sottotitolo dell’opera con iniziali maiuscole, luogo di edizione, editore, anno, n. pagine.
Esempio di libro
Fletcher R e Still DC. Eye Examination and Refraction.
Oxford, Blackwell Science, 1998, 58-60.
Nel caso che si faccia riferimento ad un capitolo di libro:
Woodward G. Clinical applications of contact lenses. In Edwards K.
e Llewellyn R. Optometry. London, Butterworth, 1988, 486-500.
Tutte le citazioni devono essere organizzate sulla base della numerazione
del testo e non secondo l’ordine alfabetico.
Illustrazioni
Per illustrazioni si intende materiale come: fotografie, disegni, grafici, tracciati, ecc.
La qualità delle immagini deve essere elevata, i disegni e i grafici professionali.
Ogni illustrazione deve essere numerata con lo stesso numero citato nel testo.
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