Comments
Description
Transcript
kawasaki zx-10r ninja 2016
Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Numero 229 26 Gennaio 2016 63 Pagine Nico Cereghini Guidare senza limiti. Com’era Periodico elettronico di informazione motociclistica Speciale Motor Bike Expo 2016 Tutte le novità dai padiglioni della Fiera di Verona Scarica l’APP del Magazine Prova Black Douglas Sterling Autocycle Salto nel passato | PROVA SUPERSPORTIVA | KAWASAKI ZX-10R NINJA 2016 da Pag. 02 a Pag. 15 All’Interno MotoGP: La versione di Zam La “fredda” presentazione del team Yamaha 2016 | Aspettando DopoGP Loris Reggiani Dakar: Jacopo Cerutti Puntare su di me? Calma, ragazzi! | SX: Round 3, Anaheim-II Irresistibile Dungey Kawasaki ZX-10R Ninja PREGI Guidabilità e finiture DIFETTI Leggibilità strumenti Prezzo da 17.890€ PROVA SUPERSPORTIVA KAWASAKI ZX-10R NINJA 2016 Dopo quattro anni di onorata carriera Kawasaki rinnova totalmente la sua punta di diamante tra le superbike, dotata di una ciclistica raffinata e un motore più prestante, il tutto tenuto a bada da un’elettronica finalmente all’altezza. Prezzi a partire da 17.890 euro di Francesco Paolillo 2 3 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Scarica l’APP del Magazine Periodico elettronico di informazione motociclistica Com’è fatta Media L a precedente versione della ZX-10R risale al 2011; in questo lustro la mille Kawasaki si è conquistata il rispetto degli appassionati in pista e fuori. Oltre ad aver dominato il mondiale Superbike di quest’anno con Jonathan Rea e Tom Sykes, il massimo campionato per le derivate di serie la Ninja lo ha conquistato anche due anni fa, mentre nel 2012 e 2014 si è piazzata al secondo posto. Sappiamo però bene che le moto protagoniste delle competizioni nel massimo campionato dedicato alle derivate di serie hanno ben poco di “derivato”, e quello che il colosso di Akashi è riuscito a fare in pista non era più supportato da un prodotto al passo con i tempi odierni, a dire il vero forse un po’ troppo frenetici. Gli anni passano per tutti, e la concorrenza non è 4 La nuova ZX-10R si mostra con una linea totalmente rinnovata, ancora più aggressiva se possibile. L’impressione è quella di una moto più raccolta nelle dimensioni, maggiormente curata nell’aerodinamica ma sempre con i tipici tratti che hanno reso famosa la Ninja più sportiva dell’intera famiglia. Il cupolino ora è più largo, questo ha permesso una superiore protezione dall’aria per il pilota, mentre è più snella la coda che ha un nuovo gruppo ottico a led più compatto. Plastiche e finiture in generale fanno un salto di qualità rispetto al modello precedente, e l’immagine in generale ci guadagna. La strumentazione è completa ma va detto che tranne il contagiri, che almeno in pista è ben visibile, pecca per leggibilità, con i caratteri e le spie di dimensioni ridotte a dispetto di un ingombro medio nella norma. Anche le regolazione del controllo di trazione, che si può fare anche in movimento Prove attraverso un pulsante multifunzione sul blocchetto sinistro, richiede un bel colpo d’occhio, pur essendo abbastanza semplice. Motore ed Elettronica Il quattro cilindri in linea ha l’alimentazione a doppio iniettore, tre mappe motore, il cambio a sei marce estraibile e soprattutto una nuova gestione elettronica più evoluta grazie all’introduzione della piattaforma inerziale. Sono state riviste termodinamica, diagrammi di distribuzione e alzata delle sedici valvole in titanio, con quelle di scarico che crescono nel diametro da 24,5 a 25,5 mm. L’albero motore, sempre a fasatura regolare, ha perso peso e di conseguenza la sua inerzia diminuisce del 20%, caratteristica che garantisce maggiore accelerazione (un espediente già utilizzato sulla SBK). Non cambiano invece le misure caratteristiche di 76x55 mm, con una corsa piuttosto lunga anche, mentre passa da 5 stata certo a guardare presentando modelli inediti con dotazioni elettroniche che ne hanno innalzate ulteriormente le prestazioni, rendendole più sfruttabili anche da chi pilota professionista non è. Il modello 2016 della Kawasaki ZX-10R Ninja ha fatto man bassa dell’esperienza maturata nel mondiale riservato alle derivate di serie. Jonathan Rea e il suo compagno di squadra Tom Sykes, confermati per il mondiale 2016 sulla nuova e ancor più competitiva ZX-10R, hanno contribuito allo sviluppo di questa nuova versione affiancando i progettisti e i responsabili del team superbike nel loro lavoro. Tale impegno ha portato la ZX-10R 2016 a essere molto più veloce nell’uso in pista rispetto al modello che va a sostituire: si è parlato di un vantaggio di circa 2,7” a favore della moto nuova rilevato (con i tester ufficiali alla guida) durante un test comparativo. 5 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine disponibile nel Kit Racing, il pilota avrà a disposizione due opzioni per la disattivazione, la prima prevede l’esclusione dell’ABS sul posteriore, la seconda la disattivazione completa. Affidato all’elettronica anche il funzionamento dell’ammortizzatore di sterzo Ohlins elettronico che tiene conto della velocità della moto frenando le eventuali oscillazioni dello sterzo in base alla modalità di utilizzo. Il Kit Racing, studiato per le gare, eleva la potenza di una decina di cavalli e prevede i cambi di centralina e impianto di scarico (i collettori di serie sono già in titanio e stanno bene dove sono!). Il kit comprende fra le altre cose le boccole per la regolazione dell’inclinazione del cannotto di sterzo (+/-4mm), e dell’altezza del perno forcellone (+/-2 mm), molle forcella alternative, la chiave elettronica per la modifica dell’intervento dell’ABS, guarnizioni motore, cuscinetti di biella e per albero motore di 4 differenti spessori. Il kit permette inoltre di sfruttare il cambio elettronico anche in scalata, e di regolare il freno motore in ogni singola marcia. Prezzo e disponibilità del kit sono da confermare. a 6 mm lo spessore delle pareti dei cilindri. Affinamento anche per il disegno e nel trattamento dei pistoni forgiati che hanno mantello di altezza ridotta (da 39,2 si è scesi a 37,7 mm), e fanno segnare sulla bilancia un calo di peso pari a 5 grammi. L’alimentazione a doppio iniettore con corpi farfallati di sezione ellittica è stata affinata con le nuove valvole a comando elettronico ed è incrementato del 25% il volume dell’air-box, con un filtro aria che ha una resistenza al passaggio aria inferiore del 40%. Alleggerimento per la frizione antisaltellamento, c’è il quickshifter di serie, che funziona anche in scalata montando il kit racing. Il cambio estraibile è stato accorciato nella rapportatura soprattutto dalla seconda alla sesta marcia, che sulla 2011 apparivano decisamente “distese”. La potenza massima è sempre di 200 cavalli (147 kW) a 13.000 giri (ma va detto che questo motore è fra i primi a rientrare nella 6 Prove Telaio e sospensioni Il telaio e diverse soluzioni ciclistiche sono strettamente derivati dalla moto schierata dal team ufficiale Motocard, naturalmente adattando il tutto anche ad un utilizzo meno estremo. Il telaio conserva il disegno a doppio trave superiore ed è costruito con elementi ricavati da fusione e stampaggio di lega d’alluminio, le nuove quote prevedono variazioni finalizzate alla ricerca di una maggiore maneggevolezza dell’avantreno e alla stabilità in accelerazione, a tale scopo è stato infatti riposizionato il cannotto di sterzo, che può anche essere regolato nella sua inclinazione con delle boccole specifiche facenti parte del Kit Racing. La nuova forcella Showa da 43 mm è di tipo pressurizzato, con serbatoio esterno per l’azoto, è stata sviluppata appositamente per questa moto utilizzando l’esperienza superbike. Il mono posteriore è stato sviluppato sempre da Showa ed è alloggiato in posizione orizzontale, il che lo allontana dallo scarico e soprattutto dal calore che questo genera, evitando che durante l’utilizzo più gravoso possa surriscaldarsi perdendo di normativa Euro 4, il che penalizza le prestazioni) e la coppia massima è di poco aumentata raggiungendo i 113 Nm (11,6 kgm) a 11.500 giri. Tre le mappature motore disponibili, Full, che garantisce le massime prestazioni, Middle, con l’80% della potenza disponibile e Low, che ne garantisce solo il 60%. Da rilevare anche le novità del controllo di trazione S-KTRC (Sport Kawasaki Traction Control) che passa da tre a cinque livelli d’intervento, e sfrutta la nuova unità inerziale che gestisce anche il launch control, KLCM (Kawasaki Launch Control) regolabile su tre livelli), l’anti impennata e il freno motore KEBC (Kawasaki Engine Brake Control) che ha due livelli d’intervento. Inoltre la piattaforma inerziale dialoga anche con il rinnovato sistema ABS KIBS Bosch, che non pago, scambia informazioni anche con l’ECU del motore e con i sensori sulle ruote. Da segnalare che attraverso una chiave accessoria 7 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito efficacia. La rigidità del forcellone è stata ottimizzata intervenendo con dei rinforzi interni, inoltre è stato allungato di 15,8 mm, portando il passo a 1.440 mm, contro i 1.425 mm precedenti. E’ invece salito il peso: 206 kg in ordine di marcia, 5 kg più di prima, e con ovviamente l’ABS. Colpa soprattutto dei dispositivi necessari a far rientrare la moto nella normativa di omologazione Euro 4. Freni Anche Kawasaki si affida a Brembo per la ZX-10R 2016, e lo fa con una coppia di dischi da 330 mm sui quali opera una pompa radiale e pinze monoblocco M50 a 4 pistoncini e tubi in treccia. Dietro viene montato un disco da 220 mm con pinza a pistoncino singolo. 8 Periodico elettronico di informazione motociclistica Come va Temperatura vicino ai 40 gradi e un tasso d’umidità da bagno turco sono un problema per noi, meno per la Ninja che ci aspetta schierata sulla corsia dei box. Le moto nel corso della giornata cambieranno setting dei controlli e anche un cambio gomme, dalle Bridgestone Battlax R10 alle Bridgestone B02 Medium. La prima presa di contatto con la pista ci distrae in parte dal dare un giudizio a freddo (si fa per dire ...) riguardo la moto, ma dopo aver capito come “gira” l’autodromo di Sepang, ci accorgiamo di quanto sia confidenziale e chiaro il rapporto con la superbike di Akashi. Stiamo girando con il controllo di trazione su livello 2, freno motore “L” e mappa motore Full power, e la ZX-10R ci conquista subito. L’erogazione é cattiva ma mai aggressiva, Scarica l’APP del Magazine il motore passato sotto le forche caudine delle restrittive normative Euro 4 sembra avere meno schiena ai medi regimi di alcune concorrenti (tutte Euro 3), ma è solo una sensazione, sconfessata peraltro dalle dichiarazioni del responsabile del progetto Yoshimoto Matsuda che dati alla mano ci dimostra il contrario. In compenso la nuova rapportatura del cambio più corta, che rende più gestibile la nuova Ninja rispetto al modello precedente garantisce vigore a ogni singola apertura di gas, con il plus dell’albero motore con meno inerzia che si fa sentire sia aprendo il gas sia nei cambi di direzione. Lo si sente soprattutto sul veloce, dove la Ninja mette in mostra un’agilità insospettata, richiedendo il minimo sforzo per cambiare direzione. In questo frangente è stato importante anche il passaggio dalle Prove gomme in mescola alle slick, che hanno reso ancora più svelto e preciso l’avantreno, garantendo anche un appoggio di tutto rispetto e facendo apprezzare ulteriormente il lavoro delle sospensioni che si meritano un giudizio più che positivo. Le sospensioni elettroniche di Yamaha e Ducati ci hanno conquistato grazie soprattutto alla possibilità di poter entrare in pista semplicemente girando la chiave e impostando il set up più adatto, ma quando ci si trova a che fare con forcella e mono di questo livello, viene da rivalutare la formula tradizionale, sempre che si abbiano le capacità di effettuare un set up personalmente. Il secondo turno prevedeva l’esclusione dell’ABS che, anche se non particolarmente invasivo ha tolto parte della sensibilità sull’avantreno in fase d’inserimento con i freni ancora pinzati, e quindi 9 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito non averlo tra i piedi, o meglio per le mani è stato meglio. L’impianto Brembo fa egregiamente il suo lavoro: potente, modulabile, e viste le temperature, anche instancabile. In staccata ci mette del suo anche la ZX-10R che rimane composta e rigorosa, anche quando la sollecitiamo oltremisura, che poi significa “quando andiamo lunghi”. L’antisaltellamento lavora egregiamente e permette di controllare millimetricamente il posteriore in ingresso curva. Se poi ci si trova anche ad usare una moto dotata di down shift, la scalata assistita, il cerchio si chiude. L’occasione per noi è venuta guidando la ZX-10R Winter Edition, una versione in tiratura limitata, già andata esaurita, che oltre a riprendere la livrea delle moto utilizzate durante i test invernali (il fiocco di neve sul cupolino ci ha strappato un sorriso viste le temperature tropicali di Sepang!), monta alcuni 10 Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine Prove accessori del Kit Racing ovvero scarico, centralina, quickshifter attivo in scalata. Così “agghindata” la ZX-10R ci ha conquistato. Il motore finalmente libero di respirare e con la miscela di aria/benzina più adatti, ha tirato fuori il suo vero carattere. La reattività del comando del gas aumenta in maniera evidente, con il contagiri che impazzisce letteralmente, e poi dallo scarico esce un suono rauco di quelli che tanto ci piacciono! Alla prima staccata scopriamo anche che al quattro cilindri piace sparare, e quindi gli scoppi in rilascio ci accompagnano durante tutto il test, con nostro sommo piacere! Il mix di downshift e scoppi in rilascio è davvero entusiasmante. La ZX-10R in tenuta pistaiola appare ancora più leggera e rapida nei cambi di direzione, con l’avantreno ben piazzato e preciso, anche quando si riprende in mano il gas dopo i tornanti da prima 11 12 13 SCHEDA TECNICA di Sepang. In questo frangente ci accorgiamo dei miglioramenti apportati alla posizione di guida, che sul precedente modello soffriva per un posizionamento forse un po’ avanzato delle pedane. Il fatto di trovarsi con i semi manubri più vicini e con le pedane più arretrate aiuta a contrastare la spinta del quattro cilindri che in questa configurazione eroga oltre 210 cv. La Ninja ZX-10R 2016, alla fine dei giochi, si propone quindi come una delle contendenti al podio del segmento delle superbike. Speriamo di poterla mettere al più presto a confronto con le concorrenti dirette, perché di certo se ne vedranno delle belle! 14 Scarica l’APP del Magazine Periodico elettronico di informazione motociclistica ABBIGLIAMENTO Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Tuta Dainese Trickster Evo C2 Guanti OJ Evolution Stivali Dainese Axial Pro In Casco Arai RX-7 GP Corsair Crutchlow Prove Kawasaki Ninja 1000 ZX-10R 17.890 euro Cilindrata 998 cc Tempi 4 Cilindri 4 Raffreddamento a liquido Avviamento elettrico Alimentazione iniezione Frizione multidisco Potenza 200 cv - 147 kw - 13.000 rpm Coppia 80 nm - 3.200 rpm Emissioni Euro 4 Capacità serbatoio carburante 17 lt Numero marce 6 ABS Sì Pneumatico anteriore 120/70ZR17M/C (58W) Pneumatico posteriore 190/55ZR17M/C (75W) Peso in ordine di marcia 206 Kg 15 Black Douglas Sterling Autocycle Prezzi da 9.950 € PROVA SU STRADA BLACK DOUGLAS STERLING AUTOCYCLE Amate le moto vecchie che di più non si può e ci volete andare a spasso? Eccovi accontentati dalle due Sterling anni Venti realizzate a Milano. 125 o 230 cc, hanno il telaio rigido e consumano pochissimo. Ma costano care (da 9.950 euro) e non gradiscono lo sconnesso di Andrea Perfetti 16 17 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Scarica l’APP del Magazine Periodico elettronico di informazione motociclistica Prove Media N on fatevi trarre in inganno dal nome inglese (o meglio: scozzese). Le Black Douglas Sterling Autocycle Countryman deLuxe sono italianissime; sono infatti progettate e costruite a Vignate, in provincia di Milano, da Fabio Cardoni e dall’ingegnere Giuseppe Guerra. La Sterling Autocycle è proposta in due cilindrate, 125 (la blu nelle nostre foto) e 230 (nella colorazione nera), al prezzo di 9.950 euro la prima e 11.500 la seconda. Sono cifre elevate, ma vanno considerate alla luce della esclusività delle moto oggetto del nostro test e dei costi di sviluppo che sono alle spalle di questo progetto. La Sterling Autocycle è infatti il frutto di un lavoro interamente italiano. In Lombardia è stato studiato e 18 poi realizzato il telaio in acciaio ad alta resistenza. La parte posteriore è rigida, le molle della sella pensano a smorzare i colpi. Davanti lavora invece una spettacolare forcella girder, fedele copia delle unità impiegate nel Ventennio. Ha 75 mm di escursione e funziona davvero bene. I dettagli sono curatissimi. Si apprezza immediatamente il grosso serbatoio in alluminio, che ospita nella zona posteriore la batteria. Sotto il grosso faro anteriore si trova il clacson in ottone e i comandi sul manubrio sono realizzati ad hoc in Italia per rispettare lo stile minimalista di quelli in voga quasi un secolo fa. I cerchi a raggi sono in acciaio e i freni a tamburo (a camma singola). Gli pneumatici hanno misura 3.00 per 21” e sono forniti dalla Avon. Cuore straniero, assemblato in Italia Per non far salire alle stelle il prezzo di acquisto, Fabio e Giuseppe hanno optato per un affidabile e semplice motore monocilindrico a 4 tempi realizzato a Taiwan. È proposto in due cilindrate, ha un albero a camme in testa con distribuzione ad aste e bilancieri, raffreddamento ad aria e alimentazione per mezzo del classico carburatore (da 26 e 30 mm). C’è la piccola 125, che si guida con la patente B. Ha 12,75 cavalli a 7.500 giri e spinge la moto a 95 km/h con un consumo medio di 36 km/l. La Sterling 230 eroga 14,3 cavalli a 6.700 giri e supera i 110 km/h, con un consumo medio di 32 km/l (dati dichiarati). Entrambe le moto impiegano una trasmissione a 5 rapporti con frizione multidisco in bagno d’olio. I motori sono assemblati in Italia, dove vengono anche dotati dello scarico con catalizzatore. La nostra prova La Black Douglas Sterling Autocycle è differente da qualsiasi altra moto avessimo provato sino a oggi. Sulle prima la moto italo-inglese ci mette parecchia soggezione. Saremo capaci di guidare un mezzo che nello spirito, ma anche nella fattezza, si rifà alle due ruote di 100 anni fa? Passino i freni a tamburo, ma il manubrio larghissimo, la geometria del telaio, la sospensione anteriore e la sella molleggiata sono tutti elementi che metterebbero in imbarazzo anche nostro nonno. La Black Douglas Sterling si rivela invece di una facilità esagerata. Non pesa un piffero, andiamo dai 100 chili della 125 ai 110 della 230, e ha 19 20 21 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito comandi molto morbidi. Tra le gambe si stringe poco, perché il serbatoio è molto stretto. Il manubrio regala una bella presa, ma le manopole sono troppo chiuse, qualche grado di apertura in più sarebbe di sollievo per i polsi che sono invece costretti a una angolatura faticosa. Entrambi i motori sono molto regolari ed elastici. La 230 risulta decisamente la più azzeccata, perché limita molto l’uso del cambio e ha prestazioni intonate al tipo di moto. La Sterling non è ovviamente una brucia semafori, tutt’altro. Ma ha un incedere regale, adatto sulle strade di campagna dove si è svolta la nostra prova. Il suono dello scarico è perfetto per il tipo di moto e fa sentire distintamente i singoli scoppi del motore. Il cambio e la frizione hanno un comportamento moderno e nel complesso fanno apprezzare questo motore proveniente dal lontano oriente. La Black Douglas della nostra prova evidenzia l’ottimo lavoro fatto dall’ingegner Guerra a livello telaistico. La Sterling è infatti stabile alle velocità di crociera 22 Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine Prove che le sono intonate (tra i 60 e gli 80 km/h) e ha una forcella che assorbe correttamente le asperità. Lo sconnesso va affrontato con prudenza e perizia, perché la sospensione posteriore rigida regala scossoni importanti al fondoschiena, che le molle della sella da sole non possono smorzare più di tanto. Il freno a tamburo dietro è potente e modulabile, a differenza di quello davanti che si dimostra piuttosto debole. Le gomme Avon danno il giusto grip alla Sterling. Ora sapete com’è fatta e come va la nuova-vecchia Sterling di Black Douglas. Ma alla fine chi la comprerà? Farà la gioia dei nostalgici di un’epoca pioneristica del motociclismo, ma potrebbe scaldare il cuore anche di chi cerca una moto decisamente fuori dal coro. La Sterling calamita gli sguardi come nessun’altra moto, ma non pensiate che sia solo un mezzo da esporre in salotto. Il suo ideatore Fabio s’è fatto Milano-Birmingham in due giorni sotto il diluvio senza il minimo problema. 23 SPECIALE MOTOR BIKE EXPO 2016 Tutto quello che c’era da vedere al Motor Bike Expo, in giro per i padiglioni di Verona Fiere Leggi tutti gli articoli 24 25 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine MBE DUCATI PRESENTA IL CONCEPT DRAXTER Ducati presenta a Verona un concept che interpreta, da un punto di vista sportivo, il mondo XDiavel. Ve lo raccontiamo assieme a Giulio Malagoli, direttore Marketing prodotto Ducati D ucati presenta al Motor Bike Expo di Verona l’inedito draXter. Un “concept” che interpreta, da un punto di vista sportivo, il mondo XDiavel. Il progetto è stato realizzato dall’area Advanced Design del Centro Stile Ducati, sezione appositamente dedicata a esplorare i futuri concetti di stile e design delle moto di Borgo Panigale. L’anima della draXter è quella di un dragster estremo con componentistica racing di altissimo livello. Lo testimoniano, ad esempio, le sospensioni e 26 i freni, mutuati direttamente dalla Panigale Superbike. In questo esercizio stilistico le linee e le proporzioni della XDiavel diventano ancora più estreme. Il numero 90 che appare sul fianco della Ducati draXter richiama il mondo delle corse e, allo stesso tempo, rende omaggio al 90° anniversario Ducati che si celebra quest’anno. La draXter, così come tutto l’universo Cruiser della nuova XDiavel, sono presenti al Motor Bike Expo nello stand Ducati (Padiglione 4 Stand 23 C) fino a domenica 24 gennaio. 27 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine Milano, già autori della Scratch. Realizzati appositamente la sella monoposto in pelle, le piastre di sterzo e la tabella porta numero. Il nero è impreziosito da un pinstriping dedicato sul serbatoio. L’accoppiata di ruote da 17’’, sia sull’anteriore sia sul posteriore, enfatizzano il carattere custom della moto, e ne giustificano il nome Revolution, nato per sottolineare la trasformazione totale che ha subito la moto. Dario Lopez Studio firma infine Scrambler Artika, reinterpretazione in chiave moderna del progetto Ducati Pantah Ice di fine anni ’70 che prese parte al trofeo monomarca Ice Trophy, allora dedicato esclusivamente alle Ducati Pantah. Scrambler Artika conserva gli accostamenti cromatici della versione storica esposta al Museo Ducati: giallo fluo con grafica vintage in nuance di blu. MBE La meccanica, su base Icon, viene esaltata attraverso un trattamento old style. Completano il quadro pneumatici Pirelli tassellati e chiodati da ghiaccio. Siete interessati a realizzare una special su base Scrambler o semplicemente curiosi? Allora segnatevi la data di sabato 23 gennaio, dove lo stand Ducati sarà teatro di una dimostrazione dal vivo di personalizzazione grazie ad un customizer all’opera su alcuni serbatoi Scrambler. Ma non è tutto, perché anche allo stand di Moto. it (nel padiglione 5) potrete ammirare dal vivo la bella special Scrambler realizzata dalla concessionaria Ducati Verona, e argutamente battezzata “El Rust Ego” ( dove “ el rustego”, in dialetto veneto, significa “il rustico” N.d.r.), da noi già recentemente presentata. DUCATI SCRAMBLER TRE SPECIAL A MOTOR BIKE EXPO 2016 Due 400 e una 800 realizzate da altrettanti preparatori italiani svelate al Salone di Verona N on poteva mancare un’area dedicata a Scrambler, al Motor Bike Expo 2016: Ducati si è presentata alla kermesse veronese con una “Land of Joy” che oltre alle versioni di serie ha svelato per la prima volta tre interpretazioni della bicilindrica fun di Borgo Panigale. Si parte ovviamente dal padrone di casa, Mr. Martini, che dopo lo Scrambler Ducati Cafe Racer dello scorso anno per il 2016 ha realizzato una seconda special su base Scrambler, stavolta però lavorando sulla nuovissima 400:i tratta della Peace Sixty2 (in 28 apertura), special corsaiola che vede la nuova entry level bolognese in veste molto più sportiva, grazie ad una carenatura retrò che ospita – trovata geniale – un plexiglas stile endurance che valorizza il faro originale. Completano il quadro semimanubri, codone monoposto, scarico Termignoni e sella artigianale in pelle. Il nome? Vuol ricordare i recenti, drammatici fatti di Parigi, città molto cara al preparatore veneto. Revolution è un altro Scrambler Sixty2 declinato in stile bobber, con diversi elementi artigianali lavorati a mano dagli specialisti di Officine Mermaid di 29 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine MBE aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbb KAWASAKI A VERONA CON SPECIAL DA VERTIGINE Kawasaki ha portato a Verona tutte le novità 2016, ma soprattutto due special davvero interessanti N el Padiglione 5 la Casa di Akashi ha esposto le più interessanti novità 2016, come la nuovissima Ninja ZX10R e l’inedito scooter J125, fratello minore - ma solo come cilindrata - dell’identico J300. Saranno esposti inoltre i modelli Kawasaki con grafiche rinnovate e nuove colorazioni 2016. Le vere regine dello stand sono state però due special su base Kawasaki: la Vulcan “70” di Mr Martini (Vulcan S), con forti richiami allo stile 30 vintage anni ’70, e la sovralimentata H2LD di Angel Lussiana (su base Ninja H2) linee avveniristiche ed un design unico nel suo genere. Il Truck Kawasaki della Scuderia Platini si è trasformato per l’occasione in un vero e proprio negozio, dove è possibile acquistare tutto l’abbigliamento ed il merchandising ufficiale di Kawasaki a prezzi esclusivi. I concessionari di zona attendono tutti i visitatori per preventivi gratuiti e tante promozioni speciali da cogliere al volo. 31 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine MBE aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbb TRIUMPH E PIRELLI INSIEME CON UNA STREET TWIN SPECIAL La Casa di Hinckley dedica alla fiera di Verona la nuova gamma Bonneville. Star dello stand un’inedita custom realizzata assieme a Pirelli per celebrare il nuovo Phantom S e Motor Bike Expo, la Fiera di Verona, è tradizionalmente dedicata a custom, café racer e special, per Triumph quest’anno si tratta di un invito a nozze dato il lancio della nuovissima gamma Classics, con la famiglia Bonneville nelle sue tre declinazioni – la Street Twin, che abbiamo provato da poco a Valencia, la Thruxton e la T120 – che reciterà un ruolo da protagonista nella kermesse veneta. Ma la vera protagonista dello stand Triumph è 32 la special allestita su base Street Twin realizzata il collaborazione con Pirelli per celebrare la collaborazione tra i due marchi e omaggiare due marchi come Phantom e Bonneville. La Triumph Street Twin by Pirelli presenta la livrea utilizzata dal modello Bonneville nel 1977, anno di nascita delle Pirelli Phantom Sportscomp, con alcuni elementi di personalizzazione grafica come il mitico logo Pirelli “Scudetto e Stella” sul parafango anteriore e il disegno del battistrada del Phantom Sportscomp sul serbatoio. 33 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Scarica l’APP del Magazine Periodico elettronico di informazione motociclistica MBE I TRE GIORNI DEL MOTOR BIKE EXPO 2016 di Maurizio Vettor | Il nostro video riassuntivo delle tre giornate passate fra i padiglioni della Fiera di Verona S ono stati tre giorni molto intensi e belli, fatti di moto, esibizioni, special, custom e soprattutto il protagonista principale: voi, il pubblico. Vi riportiamo per un ultimo giro nei padiglioni della Fiera di Verona per chiudere l’edizione 2016. Manca solo un anno alla prossima... MOTOR BIKE EXPO LE 10 SPECIAL PIÙ BELLE di Maurizio Vettor | Una passeggiata fra gli stand del Motor Bike Expo 2016, alla ricerca delle 10 special meglio realizzate della fiera N ei tre giorni di Motor Bike Expo abbiamo visto le special più belle, disparate e meglio realizzate del panorama italiano. In attesa di raccontarvi le protagoniste del concorso ufficiale della Fiera di Verona, vi prendiamo per mano e vi portiamo fra gli stand del Motor Bike Expo per farvi vedere e raccontarvi in video quelle che a nostro giudizio sono le realizzazioni più riuscite della manifestazione. 34 35 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine piloti più aggressivi che abbia mai visto su una pista di motocross) è sempre interessante discutere con lui delle varie strategie a medio e lungo termine del marchio. Molte cose finiscono purtroppo per essere dette off the record e quindi non riportabili, ma Pit si è sbilanciato a sufficienza da permettermi di raccontarvi qualcosa di interessante. Abbiamo discusso nel primo pomeriggio di Anaheim 1, quando ancora Anderson non aveva vinto il Main Event della 450. Ciao Pit, è sempre un piacere vederti «Si, specialmente adesso che finalmente abbiamo la moto col numero 1 sulla tabella!» Beh, ormai dovresti esserci abituato, no? «Beh, abbiamo vinto si, ma mai dove conta davvero, almeno per l’ambiente». PIT BEIRER (KTM) FINALMENTE SIAMO I NUMERI 1 di Pietro Ambrosioni | Il Supercross è l’occasione per scambiare due parole con il responsabile offroad KTM, che parla della situazione e di prospettive future del marchio di Mattighofen. Dal nostro inviato negli USA T ra le tante persone che ho incontrato in queste due prime settimane di Supercross in California c’era anche Pit Beirer, il responsabile mondiale del reparto Off Road di KTM. A parte che è sempre un piacere fare due chiacchiere con Pit (uno dei 36 Cosa intendi dire? «Qui negli USA in un modo o nell’altro non siamo mai stati presi davvero in considerazione finché non abbiamo iniziato a dominare la 450. Nonostante il titolo di Langston nel National e i più recenti di Roczen e Musquin nel Supercross 250 è solo da quando abbiamo iniziato a vincere in 450 che sono cambiate le cose. Anche Dungey ha aspettato di vedere fino a che punto davvero volessimo investire in 450 prima di farsi convincere a provare la moto, nonostante il legame che ha da sempre con De Coster». In effetti è proprio su richiesta del pilota americano che KTM è ritornata al 450 per il Supercross, nonostante Andrew Short per oltre un anno abbia sviluppato il 350. Non avrei mai pensato che KTM potesse avere dei problemi del genere, specialmente con il pedigree che può vantare nell’off road ed in Europa. «Anche in Europa non credere che sia stato molto più facile. I top rider a suo tempo, a partire da On the road Everts, non hanno mai nemmeno preso KTM in considerazione quando è stato il momento di valutare varie offerte». Incredibile. Eppure avete vinto un sacco di titoli in 125, e poi l’iride in 250 con Ben Townley sulla 4 tempi prototipo, i titoli di Smets nella Open… Persino il rientro di Tortelli al mondiale nel 2006… «Tutto vero, ma anche in quel caso non riuscivamo a sfondare in 450, che è comunque la classe regina, la MXGP. Con Tortelli abbiamo fatto una scommessa ma in fondo credo che la moto e la squadra non fossero davvero pronti al 100% per affrontare un binomio rodato come Everts e la Yamaha. Le prime soddisfazioni sono arrivate quando Nagl ha iniziato a fare holeshot e vincere manche sulla nuova 450… prima di allora neanche Tony Cairoli, che è una delle nostre bandiere, credo ci abbia mai presi davvero in considerazione…». Parliamo adesso di Husqvarna. Ho discusso le possibili strategie di KTM riguardo al marchio svedese con molti colleghi qui negli Stati Uniti e in molti sono ancora piuttosto confusi sulla strada che verrà presa. Visto che KTM si sta sempre più muovendo verso le stradali, trend confermato dal recente annuncio dell’impegno in MotoGP, avete intenzione di far diventare Husqvarna il marchio di riferimento per il gruppo nell’off road? «No, assolutamente. I due marchi nelle strategie a medio e lungo termine, rimangono e rimarranno separati. KTM continuerà a svilupparsi attorno al concetto “Ready to Race” e in questo senso spazieremo dal motocross alla MotoGP. Husqvarna ci permetterà invece di esplorare altre possibilità, sulla linea di quanto visto al Salone di Milano nel 2014 e 2015, con le varie concept che abbiamo presentato. Per esempio, sono certo che non vedremo mai una custom o una café racer con il marchio KTM, ma per quanto riguarda Husqvarna non si sa mai». 37 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito NICO CEREGHINI GUIDARE SENZA LIMITI. COM’ERA Sono già quasi trent’anni che esiste il limite dei 130 in autostrada. Opportuno, oltretutto era una noia anche ai 200. Invece sulle strade statali… altro che TT! Media C iao a tutti! Salto sulla sedia mentre mi capita di leggere che il limite dei 130 all’ora in autostrada risale al settembre del 1989! Mi sembrava ieri: le discussioni interminabili dopo che il ministro Ferri aveva imposto la novità dei 110 nell’agosto 1988, la proposta dei 120 della media europea, la scelta finale della Camera per i 130 come voleva il ministro dei Lavoro Pubblici Prandini. Ma quel politico non lo ricordo. 38 Scarica l’APP del Magazine Periodico elettronico di informazione motociclistica Ventotto settembre 1989, vedo che la legge era passata con 242 voti favorevoli e 165 contrari, i verdi Arcobaleno volevano i 130 nei giorni feriali e i 110 nei fine settimana, i comunisti i 120 all’ora tutti i giorni, tante parole anche allora per il solo piacere di discutere. Il tempo passa molto in fretta, faccio due conti e dico “cavoli, ma allora se uno ha meno di quarantacinque anni non ha mai guidato in autostrada senza i limiti di velocità! Chissà che fantasie si sarà fatto pensando a tutta quella libertà scippata…”. E allora ve lo dico subito: per conto mio non avete perso niente, per divertirsi un po’ in autostrada bisognerebbe andare a 250 all’ora e questo non è mai stato possibile per tanti motivi, tecnici e no. Di quel periodo di velocità autostradale libera ho tanti ricordi, nessuno entusiasmante e numerosi brutti. Una volta eravamo sulla Milano-Torino, il Tanca il Gissi ed io, tutti e tre in fila per rilevare la velocità massima di tre mille sportive, e dietro un dosso troviamo una ruota sulla corsia di sorpasso. Non un copertone, proprio la ruota completa di un camion, perduta chissà come. Io scarto, il Tanketto la vede dopo e scarta all’ultimo, il Gissi passa per miracolo. Per il resto solo noia, sonno e noia, l’autostrada è sempre stata una condanna, più alta era la velocità e maggiore il rischio (tanti rischi) senza alcuna compensazione. E poi va detto che con i limiti e con i tutor oggi si viaggia tutti in relax e in sicurezza. Obiettivo raggiunto. Rimpiango invece, se devo essere sincero, qualche sporadica sparatina sulle statali dove oggi siamo limitati ai 90. Su tante strade i novanta all’ora sono anche troppi (e infatti ti piazzano spesso il cartello dei 60) ma altrove sono davvero pochi. Non è che vorrei andare a 180, mi basterebbero 130 all’ora per divertirmi quelle due volte all’anno senza creare problemi a nessuno, ma è chiaro che il legislatore deve tirare delle medie e stabilire delle regole generali. E noi dobbiamo rispettarle. Ecco, devo dirlo, qui i giovani motociclisti hanno perso davvero qualcosa. Guardo sul web i video del TT, le on-board dei piloti più rapidi e leggo tanto entusiasmo nei commenti. E’ roba forte, vero, ma il tracciato dell’isola a me sembra troppo veloce, inutilmente veloce e pericoloso. Sono molto più tecniche e adatte ai motociclisti le nostre strade appenniniche e alpine, e ho sempre capito –anche se Editoriale non le ho mai fatte- le gare in salita di una volta. Andare forte sulle nostre strade è stata veramente una cosa speciale della mia gioventù, sarei un bugiardo se lo negassi. Si sappia che in nome della convivenza e della ragione noi motociclisti –quasi tutti, perché quelli che barano sono pochi- facciamo un grosso sacrificio che va sottolineato. ANDARE FORTE SULLE NOSTRE STRADE È STATA VERAMENTE UNA COSA SPECIALE DELLA MIA GIOVENTÙ, SAREI UN BUGIARDO SE LO NEGASSI 39 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine MotoGP LA VERSIONE DI ZAM LA “FREDDA” PRESENTAZIONE DEL TEAM YAMAHA 2016 Giovanni Zamagni commenta l’evento di presentazione del team MotoGP Yamaha, sottotono nonostante il trionfo 2015 Y amaha nel 2015 ha vinto tutto, ma la presentazione di Barcellona è stata di bassissimo profilo, fredda, quasi glaciale. La parola chiave è stata “rispetto”. Rispetto tra piloti e rispetto tra sportivi. «La mia sensazione - spiega Zam - è che Valentino sia ancora deluso e molto professionale nelle dichiarazioni. Lorenzo vorrebbe dimenticare quello successo nel 2015 nonostante rivendichi con orgoglio il suo titolo. Credo che Valentino Rossi non parlerà più di quello che è successo nel 2015». 40 41 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine MotoGP aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbb ASPETTANDO DOPOGP LORIS REGGIANI: “LA MALIZIA NELLA MOTOGP” di Giovanni Zamagni | Difficile iniziare il 2016 senza ripensare al finale della scorsa stagione, ma con Loris Reggiani cerchiamo di capire anche quale sarà il futuro della MotoGP D ifficile iniziare il 2016 senza ripensare al finale della scorsa stagione, ma, con Reggiani, cerchiamo di capire anche quale sarà il futuro della MotoGP. Iniziamo dall’analisi condotta da Loris sulle ultime tre gare (leggi il documento) con tempi alla mano e riscontri che secondo l’ex pilota non 42 lasciano spazio ai dubbi. Ma come questa “figuraccia” della MotoGP si ripercuoterà sul Motomondiale? Quali inevitabili strascichi e dubbi resteranno? Impossibilile sarà - secondo Reggiani - guardare di nuovo le gare senza analizzare con malizia ogni evento anche minimamente fuori dall’ordinario. Cosa fare allora? 43 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine Superbike aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbb TEAM ALTHEA BMW RACING SI RIPARTE DA MONACO di Carlo Baldi | Svelata la livrea 2016 per le S1000RR schierate dal team di Genesio Bevilacqua nella presentazione di una squadra a tre punte. Rinnovamento e continuità fra piloti e moto C ome è ormai piacevole consuetudine, la fantastica sede della collezione “Moto dei Miti” di Genesio Bevilacqua a Civita Castellana ha ospitato la presentazione dell’Althea BMW Racing Team 2016. La squadra è la stessa che ha vinto il mondiale Superbike con la Ducati e con Carlos Checa nel 2011, ma è stata potenziata 44 dall’ingresso degli ingegneri BMW e soprattutto da Direttore tecnico Jan Witteveen, un nome che non ha bisogno di presentazioni. Dopo anni di militanza con Ducati ed una parentesi di un anno con Aprilia, il team di Bevilacqua porterà in pista le S 1000 RR ufficiali BMW. Nuove le moto e nuovi i piloti che saranno lo spagnolo Jordi Torres ed il tedesco Markus Reiterberger. Un bel mix di gioventù ed esperienza, per due piloti accomunati da una grande voglia di vincere. Il giovane pilota tedesco viene dalla vittoria del campionato Superbike tedesco IDM, mentre lo spagnolo è stato la vera sorpresa della stagione Superbike 2015, anche grazie alla vittoria di Losail in gara, nell’ultimo round del mondiale. Subito dopo aver reso pubblico l’accordo con la casa di Monaco di Baviera, il team si è messo al lavoro ed ha effettuato alcune sessioni di test prima a Jerez de la Frontera in Spagna e successivamente sulla pista di casa di Vallelunga. In entrambi i casi Reiterberger ha confermato la sua profonda conoscenza della quattro cilindri bavarese, mentre Torres iniziava a prenderci confidenza. Dopo i discorsi di rito è stata svelata la nuova livrea a base bianco nera delle S1000RR della squadra italiana, che rivedremo presto in pista, in quanto i prossimi test si svolgeranno il 23 e 24 gennaio ancora sulla pista di Vallelunga. L’appuntamento successivo è invece fissato in Australia sulla pista di Phillip Island, per i test ufficiali che apriranno la stagione del mondiale Superbike 2016. Il team Althea BMW proseguirà il proprio impegno anche nella Superstock 1000 FIM Cup (vinta con Davide Giugliano nel 2011) e punterà ancora su Raffaele De Rosa, che lo scorso anno ha ottenuto 6 podi nelle 8 gare del campionato. Genesio Bevilacqua (General Manager Althea BMW Racing Team): «Sono felicissimo di poter abbinare il marchio Althea a quello di BMW Motorrad Motorsport, che insieme creano un nuovo riferimento per la Casa bavarese per le prossime. Quello che ci aspetta è un impegno molto importante e siamo consci che la concorrenza con la quale dovremo misurarci in pista sarà agguerrita 45 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbb e preparata. Il prezioso supporto di BMW, unitamente alla nostra esperienza, che ci ha visto protagonisti in questi anni nel campionato delle derivate di serie, ci permetterà senz’altro di essere competitivi già dalla prima gara. Ci aspettiamo naturalmente un periodo che ci servirà per prendere le misure ed i giusti riferimenti, ma i piloti, i tecnici e gli ingegneri che il nostro team mette in campo saranno all’altezza e protagonisti ed ambiscono a rinnovare quei successi che in passato hanno coronato il lungo e glorioso cammino del team Althea». Markus Reiterberger: «Con la BMW S1000RR posso dire di avere una vera e propria relazione dal 2011. Insieme abbiamo già vinto tanto, ma vivere l’esperienza di gareggiare per la prima volta in pianta stabile nel Campionato Mondiale Superbike mi rende orgoglioso ed ansioso di iniziare. La livrea bianca e nera di Althea BMW 46 Scarica l’APP del Magazine Superbike FIM Superstock 1000 nella quale ho centrato 6 podi in 8 gare. E’ stata sicuramente la migliore stagione della mia carriera. Mi è mancata la vittoria, ma mi impegnerò per conquistarla quest’anno, ripagando la rinnovata fiducia che Genesio Bevilacqua e il team ripongono in me. La BMW S1000RR è una moto completamente nuova per me, ma me la sono cucita subito addosso e devo dire che mi ha sorpreso per l’estrema facilità di utilizzo del motore e la sua ‘incredibile maneggevolezza». Jan Witteveen: «Sono molto contento di questo progetto che stiamo iniziando con il team Althea e la collaborazione di BMW Motorrad Motorsport, perché è un progetto con un grande margine. Probabilmente ci vorrà un po’ di tempo per riuscire a raggiungere il livello tecnico che ci siamo prefissati. Abbiamo con noi i piloti giusti, un giusto equilibrio tra esperienza e potenziale ancora da esprimere». Racing Team è molto aggressiva ed io mi sento emozionato e fiero di portare questi colori, che mi vestono di una grande responsabilità. Non voglio fare previsioni per la stagione, ma ammetto di aver fame di vittorie». Jordi Torres: «Sono da poco approdato nell’Althea BMW Racing Team, ma mi sento già in famiglia: dal primo all’ultimo, sono tutte persone appassionate e competenti di moto e motociclismo e hanno grandi aspettative su di me. Ho provato la BMW S1000RR per la prima volta nei test di Jerez de la Frontera a novembre e poi a Vallelunga. Ho avuto delle belle sensazioni sin da subito. C’è ancora da lavorare, ma il potenziale è enorme. Togliere il velo oggi alla mia moto mi ha emozionato molto, è bellissima e con lei, sono sicuro, ci sarà da divertirsi». Raffaele De Rosa: «Con Althea Racing ho concluso una stagione 2015 incredibile nella Coppa 47 LE FOTO PIÙ SPETTACOLARI DEL SUPERCROSS DI SAN DIEGO Lo spettacolo del Supercross di San Diego raccontato dagli scatti più belli dentro e fuori dalla pista di Massimo Zanzani 48 49 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito 50 Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine Motocross 51 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Scarica l’APP del Magazine Periodico elettronico di informazione motociclistica Motocross Media 52 53 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito 54 Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine Motocross 55 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine turbo e negli altri 17 ha fatto sfoggio della sua guida pulita e redditizia aggiudicandosi una vittoria che gli ha permesso di consolidare la sua posizione di leader con 13 punti su Reed. «Le linee per i sorpassi erano poche - ha commentato Dungey - per cui era necessario prendere un buon posto al cancello ed è per questo che mi sono dato da fare per vincere la qualifica. Per fortuna sono spuntato bene, Millsaps però si è infilato e mi ha passato subito, gli sono stato dietro tre giri ma ho visto che avevo delle traiettorie migliori per cui l’ho scavalcato ed ho cercato di prendere un po’ di vantaggio perché per tutto il giorno i miei avversari hanno cercato di mettermi addosso la pressione. Non è stato facile però, perché Davi è molto forte sulle whoops ed oggi erano micidiali, come dimostra il numero di cadute che ci sono state sin dalle prove, ma il circuito era davvero emozionante perché non dava un attimo di Supercross tregua. Ho cercato di attaccare subito come è nelle mie abitudini, ma cercando di non fare errori come sto cercando di fare anche in allenamento così da arrivare il giorno della gara con meno stress. Non è facile, ma è la chiave giusta assieme ad una buona partenza per fare la differenza, la motivazione poi non mi manca». Seconda piazza per il sorprendente Chad Reed che aveva già stupito tutti a San Diego per essersi piazzato alle spalle di Dungey e che ad Anaheim II ha fatto esattamente il bis al termine di una prestazione grintosissima che lo ha visto da sesto giro alla caccia del battistrada attento anche a non farsi agganciare dagli inseguitori. L’australiano è salito sul podio prima di Ken Roczen, che ha migliorato il problema delle cattive partenze ed è riuscito a lottare nelle prime posizioni centrando il suo migliore risultato stagionale. Un passo avanti è venuto da Eli Tomac, che comincia a AMA SUPERCROSS ROUND 3 IRRESISTIBILE DUNGEY di Massimo Zanzani | L’ufficiale KTM conferma le proprie ambizioni aggiudicandosi anche la terza prova, di nuovo davanti all’intramontabile Reed; imprendibile anche Webb nella 250 N on c’erano dubbi sul suo potenziale, ma Ryan Dungey ha voluto tagliare la testa al toro aggiudicandosi la sua seconda vittoria consecutiva con cui ha dimostrato con quale approccio abbia iniziato la stagione. Una vittoria ancora una volta meritata, costruita con tanta dedizione fisica, mentalità di gara ineccepibile, una 450 messa a 56 punto come in sartoria, ed grande motivazione. L’ha spuntata anche nella difficile pista realizzata all’interno dell’Angel Stadium, iniziando la giornata con il 3° posto nelle Crono e vincendo la qualifica dove ha gettato le basi del suo successivo risultato rimanendo al comando dal primo all’ultimo giro. Nella finale invece è rimasto tre giri dietro a Davi Millsaps, ma poi ha aperto il 57 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine Supercross aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbb prendere il ritmo della Kawasaki grazie anche alla sua migliore condizione fisica. Nella finale ha lottato sino alla fine ed è stato ad un passo dal terminare 3° che gli è sfuggito per una scivolata all’ultimo giro; se non altro gli è rimasta la soddisfazione di aver firmato il giro più veloce del main event. Solo 5° Jason Anderson, apparso un po’ meno incisivo delle due prove precedenti. Roger De Coster ha fatto il punto della giornata a Moto.it. «Per Ryan è in inizio di stagione fantastico, tre podi su tre gare oltretutto con due vittorie è persino oltre le mie stesse aspettative perché pensavo partisse in modo più conservativo. Anche con al moto si vede che è a posto, abbiamo ottenuto il setting ideale che gli si addice alla perfezione e anche questo fa parte dei suoi risultati. Anche Marvin Musquin è stato bravo, ha pasticciato in tutta la parte iniziale della giornata ma poi si è messo a posto e con il 9° posto dopo un difficile recupero dalle retrovie ha siglato la sua migliore gara della stagione. Dean Wilson invece si è infortunato al ginocchio e non ha 58 partecipato alla finale, domani faremo degli accertamenti per vedere se cin sono state delle lesioni interne. Degli altri piloti la sorpresa più grossa è venuta da Chad Reed, che ha confermato il risultato di San Diego». Finito a terra nella qualifica con una spettacolare caduta dopo una collisione con un pilota, Trey Canard è caduto anche nella finale ed ha preso la via dei box. Non hanno invece corso James Stewart, che ha provato a girare un paio di giorni prima della gara ma che ha deciso di prendere ancora una settimana di riposo per dar modo al trauma cranico di non avere più effetti sulla vista e concentrazione, e Justin Barcia ancora nei problemi con la mano infortunata ad inizio stagione. 250 tutta all’insegna di Cooper Webb che dopo un avvio in quinta piazza ed un acceso tiro e molla con Christian Craig rimasto al comando per metà gara si è assicurato la sua terza vittoria consecutiva. Gara consistente anche per l’ex pilota GP Zach Osborne che ha piazzato la sua Husqvarna al posto d’onore davanti a Craig e a Joey Savatgy. 59 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine Dakar JACOPO CERUTTI PUNTARE SU DI ME? CALMA, RAGAZZI! di Piero Batini | Nei primi trenta la prima settimana, con molta circospezione. Poi, quando la Dakar è diventata dura, Jacopo Cerutti ha tirato fuori piano piano testa e grinta, per concludere con un 12mo posto che, vista la concorrenza, è un grande risultato C ominciato piano, poi sei partito in accelerazione? «Beh, è un po’ il contrario. È la Dakar stessa che ha determinato i miei ritmi. Il fatto è che la prima settimana la Dakar era piuttosto veloce, poco navigata, e in più avevo appena assaggiato la mia nuova moto da rally, in Marocco. Già dopo tre curve avevo capito che dovevo prima di tutto prendere le misure con le particolarità della Husqvarna da rally. Quindi, considerando anche che il pericolo è sempre in agguato, i primi giorni me ne sono stato bello tranquillo. Poi, man mano, la gara si è fatta più tecnica e più navigata, io ho preso confidenza con la moto, con gli orari, con il “sistema”, e i suoi ritmi, e da lì piano piano è venuto fuori tutto il buono, convertito alla fine anche in un buon risultato». Buono o molto buono? «Senza girarci attorno, io direi piuttosto buono. Il livello, quest’anno, era altissimo, e tutti erano “attaccati” alla corsa, quasi alla morte. Basta guardare al numero dei feriti e dei ritirati per capire come fosse agguerrita questa edizione. Con questa gara non si scherza, qualcuno è caduto, qualcun altro si è fatto male o ha rotto, io ho migliorato tanto nella seconda settimana, ed ecco spiegato, se vogliamo, il balzo in avanti che ho fatto». 60 Come sei andato nelle tre tappe cruciali di Fiambala, quelle della “vera” Dakar? «Penso bene, io mi sono sentito bene. Nella prima, molto navigata, sono andato bene, è stata credo la mia migliore tappa sino a quel momento. Solo che sono caduto e mi sono fatto un po’ male a una spalla, e quindi nella tappa successiva ho sofferto di più. Per fortuna anche quella è stata interrotta anzitempo e quindi ho concluso onorevolmente, attorno al ventesimo posto. Terzo giorno, stavo bene e ho “indovinato” tutto, fatto bene e finito dodicesimo. Da quel momento la mia posizione era sempre più o meno nei primi quindici, anche meglio senza prendere particolari rischi, ed è quello che ha fatto la differenza». Evidentemente, da rookie, non hai riferimenti e non puoi fare paragoni, ma come ti è sembrata la prima Dakar alla quale hai partecipato? «Mah, cavolo, è una cosa pazzesca. Ho visto un’organizzazione colossale, niente è lasciato al caso, tra elicotteri, trasmissioni, tv, che arrivavo al bivacco e tutti avevano già visto la caduta di Gonçalves. Per tutto questo la Dakar è una cosa spettacolare». E ti è piaciuta? Torneresti? «Sì, sì. Mi è piaciuta. Gli ultimi giorni, soprattutto in trasferimento, mi dicevo che dovevo finire a tutti i costi questa, e poi basta, non tornare più alla Dakar. Ero convinto, ti assicuro. Invece subito dopo aver finito, già dopo il podio che è la conclusione assoluta dell’impegno, avevo già cambiato idea. Sì, direi che ci tornerei. Bisogna vedere come, d’accordo, ma ci tornerei. Tutto sommato io ho avuto una grande opportunità, e tutto è venuto da sé. Dal Motorally, all’iscrizione guadagnata al Sardegna Rally Race, all’appoggio come pilota assistito ufficialmente di Husqvarna. È chiaro che è un bel modo di debuttare, privilegiato, e bisogna ora guadagnarsi un nuovo diritto, con l’asticella posta più in alto, per poterci tornare alle stesse condizioni l’anno prossimo». Gli italiani vorrebbero puntare su di te per il futuro. Sei disponibile? «Sono disponibile. Ma chiedo un po’ di pazienza. La Dakar è una corsa difficile, e non si può pensare di affrontarla senza esperienza, questo l’ho capito benissimo. Chiedo agli appassionati, dunque, di avere un po’ di tempo e di pazienza». 61 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine EDITORE: CRM S.r.l., Via Melzo 9 - 20129 Milano P. Iva 11921100159 RESPONSABILE EDITORIALE Ippolito Fassati RESPONSABILE SVILUPPO EDITORIALE Andrea Perfetti CAPO REDATTORE Edoardo Licciardello REDAZIONE Maurizio Gissi Maurizio Tanca Cristina Bacchetti Marco Berti Thomas Bressani Aimone Dal Pozzo Francesco Paolillo COLLABORATORI Nico Cereghini Giovanni Zamagni Carlo Baldi Massimo Zanzani Piero Batini Antonio Gola Enrico De Vita Ottorino Piccinato Antonio Privitera Alfonso Rago Massimo Clarke Marco Delmastro Max Morri Federico Iozzi GRAFICA Thomas Bressani COPYRIGHT Tutto il materiale contenuto in Moto.it Magazine è oggetto di diritti esclusivi di CRM S.r.l. con sede in Milano, Via Melzo 9. Ne è vietata quindi ogni riproduzione, anche parziale, senza l’autorizzazione scritta di CRM S.r.l. MOTO.IT Via Melzo 9- 20129 Milano Reg. trib. Mi Num. 680 del 26/11/2003 Capitale Sociale Euro 10.000 i.v. Email: [email protected] 62 63