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Rinnovabili EVENTI Abbiamo immaginato come raccontare in modo diverso il nuovo approccio che, necessariamente, dovranno avere i progettisti nell’inserimento del fotovoltaico in architettura. Un’esigenza tecnica prima che estetica. Così abbiamo fatto parlare due grandi della storia e dell’architettura: Albert Einstein e Louis Kahn. Il fotovoltaico incontra l’Architettura 48 Il 14 aprile 1950, in una giornata timidamente assolata, Albert Einstein e Louis Kahn passeggiavano piacevolmente lungo il viale principale che costeggia il Connecticut Hall, l’edificio più antico dell’Università di Yale. Per il premio Nobel della fisica, è una giornata come le altre da quando, nel 1940, è diventato cittadino americano, passata a discutere o a scrivere dei grandi temi dell’umanità; per l’architetto Kahn, impegnato nell’attività didattica e in quella professionale nell’eterna ricerca di edifici capaci di sopravvivere al tempo, una conversazione sicuramente atipica. LK: L’architettura è il luogo delle istituzioni dell’uomo, e ogni materiale ha una specifica funzione in rapporto all’edificio. Pensa al mattone, e chiedigli “mattone, PROGETTO ENERGIA/68 maggio 2011 COPERTURE FOTOVOLTAICHE SEMITRASPARENTI foto.indd 48 L’impianto di 20 kW è installato su una scuola elementare in Giappone. I moduli fotovoltaici trasparenti rendono più facile il rapporto tra esterno/interno dell’edificio e tra natura e ambiente costruito (Fonte: www.pvdatabase.org). di Francesca Tilli cosa vuoi diventare?”, lui risponderà “un arco”. Questo fotovoltaico di cui mi parli, come si inserisce nell’edificio? AE: Vedi, Louis, quando nel 1921 ho ricevuto il premio Nobel per l’effetto fotoelettrico, devo ammettere che è stata una grande delusione, in quanto lo desideravo e pensavo di riceverlo per la teoria della relatività. Da allora, molti anni sono passati ed è sorta in me una nuova consapevolezza, che le grandi innovazioni partono spesso dalle cose che noi riteniamo meno importanti, e che per questo alloggiano nel silenzio. Con il tempo, esse prendono luce, ed è proprio di questo che parliamo adesso. LK: Mi fa molto piacere constatare che condividiamo il concetto di luce. Sono ormai anni che cerco di mostrare al mondo intero l’importanza della questione. È la luce che crea la materia, gli spazi e l’architettura. Silenzio e luce creano l’universo. 21/04/11 18.45 AE: La cella fotovoltaica trasforma la luce in energia elettrica. Sono convinto che tra qualche decina di anni, visto che i problemi ambientali e di approvvigionamento di energia saranno sempre più pressanti, la ricerca, andando avanti, si focalizzerà su fonti di energia non convenzionali, come il fotovoltaico. Ed è proprio questo il punto: i nostri edifici hanno sì bisogno di luce, ma anche di tanta energia, sono troppo energivori. Questo mi porta qui a parlare con te, l’idea che la progettazione di un edificio debba partire dallo studio del sito, delle condizioni climatiche, del sole, del vento, come diceva Vitruvio nel suo trattato “De architectura”, scritto nel primo secolo avanti Cristo. “ CAPIREMO CHE ENTREREMO IN UN CIRCOLO VIZIOSO DAL QUALE DOBBIAMO NECESSARIAMENTE USCIRE PER SALVARE IL PIANETA E NOI STESSI, E CI FOCALIZZEREMO SULL’USO CONSAPEVOLE DEI NOSTRI EDIFICI ” LK: Tu stai paragonando una tecnologia per la generazione di energia a un elemento di costruzione dell’architettura; sicuramente condividono la luce come principio primo, ma non vedo l’analogia. AE: Nel futuro diventeremo un mondo con grandi centrali a carbone, centrali che utilizzano energia nucleare; progressivamente, capiremo che abbiamo bisogno di ridurre i consumi, e che la disponibilità di energia crea a catena un nuovo bisogno di energia che deve essere soddisfatto da nuove centrali. Capiremo che questo è un circolo vizioso dal quale dobbiamo necessariamente uscire per salvare il pianeta e noi stessi, e ci focalizzeremo sull’uso consapevole dei nostri edifici. Qui si colloca il fotovoltaico, in quanto le potenzialità di produzione di energia di questa tecnologia sono notevolmente inferiori a quelle delle grandi centrali. Un paragone tra loro sarebbe impietoso. Ma immaginando un modello sostenibile nel quale gli edifici sono energeticamente autosufficienti, grazie a un’attenta progettazione (è incredibile, la facevano gli antichi CELLE TRASPARENTI L’edificio Norvartis a Basilea ideato da Frank Gehry fa parte di un progetto di riconversione di un complesso industriale in un campus dedicato all’innovazione. Nelle superfici del tetto esterno cristallino, i moduli personalizzati con celle solari trasparenti color argento assicurano, oltre alla produzione di energia, anche una protezione dall’irraggiamento (Fonte: www.sunways.eu). Moduli fotovoltaici in silicio amorfo semitrasparente (Fonte: www.pv.kaneka.co.jp). Moduli fotovoltaici trasparenti che utilizzano celle colorate verdi appositamente studiate per l’integrazione architettonica nell’edificio (Fonte: www.sunways.eu). foto.indd 49 FRANGISOLE I moduli fotovoltaici vetrovetro avvolgono l’edificio commerciale “El Corte Ingles”, a Madrid, svolgendo la funzione di frangisole (Fonte: www.sheutensolar.com). romani) e all’integrazione con queste nuove tecnologie, la vera rivoluzione è proprio su queste nuove tecnologie. INTERI QUARTIERI DOVE “OGNIIMMAGINO UNITÀ ABITATIVA AVRÀ IL PRO- PRIO SISTEMA FOTOVOLTAICO INTEGRATO ARCHITETTONICAMENTE NELL’EDIFICIO, DOVE QUESTA TECNOLOGIA DIVENTA UNA BANDIERA DI UNA NUOVA CULTURA ” LK: Continuo a non capire come un generatore di energia possa avere dignità di componente architettonico. AE: Nell’implementazione di questa tecnologia i primi passi non saranno sicuramente in questa direzione. Durante i primi anni, gli impianti fotovoltaici saranno limitati a impianti non connessi alla rete elettrica di distribuzione, o piccoli impianti su edifici, semplicemente “appoggiati” su tetto o su una facciata, senza alcun ruolo nella vita dell’edificio stesso, in quanto l’importante sarà testare l’affidabilità degli stessi. Successivamente, l’industria investirà nel fotovoltaico, e il numero crescente di impianti farà sorgere il problema di come integrare questi sistemi nello skyline urba- 21/04/11 18.45 Rinnovabili EVENTI RETROFIT FOTOVOLTAICO L’impianto fotovoltaico della potenza di 200 kW è installato su una struttura preesistente sul tetto della Sala Nervi in Vaticano; i moduli fotovoltaici riducono il carico termico dell’edificio (Fonte: SolarWorld). 50 no e non. Qui risiede questa straordinaria opportunità, che i produttori, non soltanto di moduli ma di materiali edili, sapranno cogliere: nasceranno moduli fotovoltaici senza cornice, adatti a sistemi di montaggio per sostituire coperture e facciate, vere e proprie tegole “solari”, moduli fotovoltaici trasparenti per far filtrare la luce all’interno degli ambienti e guaine fotovoltaiche che seguono il profilo dell’edificio producendo elettricità; una ulteriore possibilità di questa tecnologia risiederà nel poter utilizzare moduli fotovoltaici come una seconda pelle dell’edificio al fine di ridurre i carichi termici o in qualità di frangisole. LK: Quindi tu mi stai dicendo che l’insediamento di Mesa Verde in Colorado e un edificio che utilizza moduli fotovoltaici come sistema attivo e passivo dell’edificio stesso hanno in comune l’attenzione al clima, allo studio del sole, del vento, la definizione dell’orientamento ottimale dell’edificio, l’analisi della legge di trasmissione del calore nei materiali da costruzione, gli effetti dell’ombra e della vegetazione? E che questo fotovoltaico potrebbe anche partecipare al ruolo sociale dell’architettura? Io odio parlare di denaro, ma immagino che tutto questo possa avere un costo che non tutti possano permettersi. AE: Ci saranno città progettate interamente con questi principi, dove il fotovoltaico diventerà per tutti se inserito in fase di pro- INTEGRAZIONE TOTALE Tegola fotovoltaica in silicio monocristallino con particolare sistema di fissaggio, adatta a sostituire la tegola tradizionale (Fonte: documentazione tecnica Saint Gobain Solar). PROGETTO ENERGIA/68 maggio 2011 La tegola fotovoltaica sostituisce in parte o completamente le tegole preesistenti (Fonte: www.pvdatabase.org). foto.indd 50 Solar house: realizzazione a scala urbana di oltre 400 kW a Friburgo. Ogni edificio è dotato di un impianto fotovoltaico per i propri consumi (Fonte: www.bipv.ch). gettazione, o se correttamente integrato, in quanto andrà a sostituire materiali edilizi, assumendone la funzione. Immagino interi quartieri dove ogni unità abitativa avrà il proprio sistema fotovoltaico per l’autoconsumo integrato architettonicamente nell’edificio, luoghi di incontro e di condivisione dove questa tecnologia diventa una bandiera di una nuova cultura. Chi la muove non è il vento, ma il sole. E CHIEDIGLI “PENSA“COSAAL FOTOVOLTAICO, VUOI DIVENTARE?”, LUI RISPONDERÀ “ARCHITETTURA . ” LK: Hai pensato all’accettabilità sociale di questo nuovo elemento che, così come lo descrivi, rientrerebbe a pieno titolo nel nostro quotidiano da parte di architetti, urbanisti e di chiunque viva in città storiche, come per esempio quelle europee? AE: Il fotovoltaico farà parte della struttura architettonica, materiale edilizio da studiare, piegare e plasmare sulla vita dell’edificio, mezzo di comunicazione che scorre nella rappresentazione spaziale di chiunque, fruitore, avrà la sensibilità di sentire nuovi esercizi letterari architettonici e urbani. Uno spazio architettonico o di una città senza relazioni dirette con questa contemporaneità non soltanto è uno spazio isolato, è uno spazio morto. Non ho risposto alla tua prima domanda, lo faccio adesso. Pensa al fotovoltaico, e chiedigli “Cosa vuoi diventare?”, lui risponderà “Architettura”. 21/04/11 18.45 I L PA R E R E D I Sostenere con stile Abbiamo intervistato Franco Beltrami dell’Ufficio Tecnico Ricerca & Sviluppo di Alubel. Sicuramente la recente novità legislativa non aiuta la realizzazione dei grandi impianti, crede avrà delle ripercussioni anche per gli impianti integrati in edilizia? Sicuramente la normativa recente ha creato un forte arresto al mercato fotovoltaico, in generale, e di conseguenza a tutto l’indotto che vi ruota intorno. Il futuro riteniamo, comunque, sarà nell’ottica di una sostenibilità e riduzione del fabbisogno energetico: in questo senso l’integrazione di impianti in edilizia rimarrà fondamentale nelle nuove costruzioni e nel recupero di edifici già esistenti. Come vengono certificate e garantite al cliente le performance dei prodotti? Oggi le performance vengono definite in una molteplicità di metodi. Da un lato l’imposizione di certificati (vedi CE) ha portato una importante garanzia di un “costruire” di qualità, dall’altro sempre più notiamo il crescere di test e verifiche che hanno fondamento più sulla carta che nel pratico. Riteniamo comunque che le performance di un prodotto derivino prima di tutto dall’esperienza maturata da parte dell’azienda nel campo pratico, dai contesti applicativi reali dei propri prodotti e dal know-how del proprio staff tecnico che ne deriva. ENERAL Alubel ha sempre puntato a una differenziazione della gamma produttiva volta al soddisfare le esigenze differenti di un mercato tanto diversificato come lo è quello delle coperture. In quest’ottica abbiamo creato una pluralità di metodologie di applicazioni di sistemi fotovoltaici sui differenti sistemi di copertura Alubel, dove l’obiettivo è quello di mantenere inalterate le peculiarità del manto di copertura nel corso degli anni. Così è nato EnerAL, sul quale oggi l’azienda ha investito molto in ricerca e sviluppo: un sistema di elementi in estruso di alluminio volti all’applicazione efficace ed efficiente di sistemi fotovoltaici di qualsiasi tipologia. Avete installato 23.000 m2 di pannelli fotovoltaici con Tek28 di Alubel sulla Fiera di Parma, ce ne parla? Grazie a una gamma di prodotti molto ampia, per la realizzazione della copertura del padiglione 5 della Fiera di Parma (che sostiene anche un impianto Conergy da 17.000m2 e una potenza di 1.736kWp), si è scelto Tek28, la lastra ad alta resistenza maggiormente richiesta in coperture fotovoltaiche. Nel caso specifico, la struttura esistente presentava un pacchetto di copertura ormai obsoleto che non garantiva più la perfetta impermeabilità del tetto: la stratificazione presentava, nell’ordine, successivamente alla struttura prefabbricata in cemento tipo tegolo-binervato una prima lastra in fibrocemento con amianto abbinata a una coibentazione in lana di vetro, alla quale era stato successivamente apposto mediante sovracopertura un secondo manto di copertura composto da una lamiera grecata zincata e preverniciata. Mediante la collaborazione per l’installazione della copertura di un partner storico come Corradi, coadiuvato dal lavoro di CEI-Art e dalla supervisione di Conergy, il manto di copertura dell’Ente Fiera di Parma possiede ora 23.000 m2 di Tek28 in alluminio naturale 8/10 sul quale sono in fase di applicazione un totale di 43 chilometri di profilati in estruso di alluminio opportunamente sviluppati e progettati da tecnici Alubel per l’installazione (da parte di CEI-Art) di 23.121 moduli in telloruro di cadmio First Solar forniti da Conergy. foto.indd 51 21/04/11 18.45