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Vita di Don Mosè a cura di suor Rossella DŽAniello
La Congregazione delle Suore Gerardine è stata fondata da Don Mosè Mascolo, prete della diocesi di Castellammare (NA), in S. Antonio Abate cittadina agricola e industriale in provincia di Napoli, ispirandosi al taumaturgo S: Gerardo Maiella, scelto modello della Congregazione e a Patrono delle sue opere sociali. Egli si dà alla sua vocazione sacerdotale e di fondatore a servizio degli altri, durante gli enormi problemi del proletariato cittadino della Campania. La povertà delle campagne del primo „800 settentrionale imperversava ancora, gravami delle condizioni storiche del sud est borbonico, sulle campagne del Meridione d‟Italia e delle isole maggiori. Solo la riforma agraria degli anni cinquanta ha prodotto una parziale inversione di tendenza. E la povertà dignitosa ma pesante della buona gente del sud, gente che ha l‟abitudine al lavoro ininterrotto con la consapevolezza di un trattamento non certo di grande riguardo. Mosè nel suo lavoro di calzolaio che svolgeva con il padre veniva a contatto con quei poveretti che si presentavano alla bottega e che poco o nulla possedevano. Molte volte, dopo una vita trascorsa negli stenti, finivano sulla strada, senza nessuno che si occupasse di loro. Mosè chiaramente non aveva neppure l‟idea di che fosse l‟assistenza sociale che era allora il patrimonio di quelle società già industrializzate (Inghilterra, Francia e Germania) che già si trovavano su un piano economico produttivo notevolmente diverso da quello italiano e per di più dell‟Italia meridionale. Ciò che operava in lui era qualcosa di diverso: il carisma della presenzialità. Don Mosè Mascolo nacque a S. Antonio Abate (NA) il 29 settembre 1890 da una coppia di cristiani praticanti e di integerrimi costumi, accomunati nelle prove e nelle gioie della vita, sorretti dalla fiducia nella Provvidenza, hanno saputo trasmettere alla famiglia il messaggio di serietà e d‟amore che costruisce e consolida i figli nella fede. Mosè è il quarto di cinque figli. Nel gennaio 1906 giungono in paese missionari redentorista provenienti dalla vicina Pagani, Mosè aveva sedici anni, era costantemente presente alle prediche serali passando dal deschetto alla Chiesa, come cervo assetato in cerca di fresca sorgente. La sua anima cerca spazio, il suo cuore una certezza, la sua fede una risposta; una voce potente e misteriosa lo sconvolge con la potenza di un uragano. Prima che la missione volga al termine Mosè espone ai missionari i desideri nuovi, le difficoltà economiche, di età, di studi, e pretende una risposta. I padri lo incoraggiano a riprendere gli studi, vogliono vederci chiaro, temono l‟infatuazione di un momento. Pagani è vicina, Mosè si avvia spesso al Santuario di S. Alfonso per ritemprare lo spirito alla tomba del Santo. Riprende a studiare alle elementari e quando gli chiedono “Perché lo fai?”, risponde “Perché amo”. È consigliato a tenere duro fino a quando la tenue luce non diventerà splendore, fino a quando Dio stesso non gli traccerà la strada che conduce alla vetta. Lo studio è utile ma il lavoro necessario, proprio dalla madre si sentirà dire: “Pensa a lavorare e non metterti grilli in testa”. Dopo due anni dalla missione redentorista, ormai diciottenne, senza dir nulla a nessuno parte per Materdomini, dove per giorni si ferma in meditazione davanti alle reliquie di S. Gerardo, quasi ad ottenere suggerimenti diretti da questo santo sotto la cui protezione avrebbe messo se stesso. S. Gerardo è il modello preferito per la schietta semplicità, per la gioiosa umiltà, per la prorompente allegria spirituale, per la carità senza fondo verso i bisognosi e i rifiutati, che gli hanno meritato il titolo di Padre dei poveri. Consigliato dai direttori spirituali chiede l‟ammissione al seminario di Castellemmare di Stabia. Il 15 novembre 1912 indirizza a richiesta al vescovo di Castellammare Mons. Michele De Iorio e il giorno seguente riceve la risposta di accettazione. Contrasti geografici, etnici e rivoluzionari sconquassano l‟Europa che esplode come un‟immensa polveriera, cancellando nazioni, abbattendo regni e imperi, seminando lutti. L‟Italia, coinvolta in questa lotta fraticida, schiera sulle frontiere le giovani reclute, in buona parte provenienti dai paesi agricoli. Si profila la mobilitazione generale. Arriva la chiamata anche per Mosè; nonostante sia stato riformato per debolezza costituzionale è destinato alla X compagnia di sanità, prima a Napoli e poi all‟ospedale militare di Caserta. Il vescovo a tre anni esatti dalla vestizione talare, nel 21 novembre 1925 conferisce a Mosè la Tonsura e gli ordini minori di Ostiariato, Lettorato, Esorcistato e Accolitato. Il 15 dicembre 1915 esce da seminario per il servizio militare, la vita militare lo debilita e il 20 agosto del 1919 viene congedato. Nel periodo del servizio militare manteneva i contatti con la Curia Diocesana e con i padri redentoristi, sempre generosi di consigli e di assistenza spirituale. In attesa di disposizioni dalla Curia Vescovile, che vuol vederci chiaro sui chierici ritornati dal servizio militare, Mosè intensifica le visite a Pagani e a Lettere, passa intere serate davanti all‟altare pregando e meditando, dà lezioni di latino a tanti studenti, so offre per il catechismo in parrocchia per poi ritirarsi a sera nella stanzetta della sua casa. Il Prefetto della Congregazione dei Seminari Card. Giacomo Sinibaldi, con data 2 dicembre 1919 risponde alla richiesta del Vescovo Michele De Iorio che Mosè può rientrare in Seminario ed accedere agli Ordini Sacri. Il 18 settembre 1920 viene ordinato Suddiacono dal Vescovo Paolo Iacunzo successore di De Iorio e viene ordinato Diacono il 28 dicembre dello stesso anno. Il 26 marzo 1921 viene oridinato sacerdote. “Sono sacerdote, quindi soldato di Cristo, mio eterno Re. Mia patria è la Chiesa e la società tutta, che devo difendere fino all’effusione del sangue. Le mie armi sono i sacramenti, le preghiere, l’azione apostolica, la predicazione. Dovunque c’è un’anima da redimere è per me un campo di battaglia. Signore, accrescete, accrescete, accrescete in me sempre l’amore verso voi e verso le anime”. Sacerdote da qualche mese, riceve l‟incarico dal parroco Don Davide D‟Aniello, d‟interessarsi alla cura spirituale dei piccoli e dei giovani. Maturata l‟idea della pastorale della parola si dà alla pastorale della sofferenza, infatti tra le tante preoccupazioni il primo posto è riservato agli ammalati verso i quali nutre una tenerezza materna con visite frequenti. In una loro missione i padri redentoristi fondano l‟associazione gerardina e l‟affidano a Don Mosè che crea il ricreatorio gerardino, la squadra sportiva gerardina e la banda gerardina. Si legge tra gli scritti di suor Gerarda che Don Mosè aveva sempre avuto il desiderio di fondare una Congregazione di Suore Gerardine. Nell‟aprile del 1923 a S. Antonio Abate venne una missione redentorista, fu in quell‟occasione che due giovani amiche D‟Antuono Anna e D‟Auria Argentina iniziarono a sostenere e a condividere con Don Mosè il suo operato, gli furono alle calcagne, aiutandolo in tutti i sensi, fino ad assoggettarsi a delle critiche. Tanti poveri anziani, emarginati da una società ingrata lo rendono triste e decide in cuor suo di farsi fratello e servo dei bisognosi. Alle due giovani se ne aggiunge subito un‟altra e Don Mosè le indirizza alla loro assistenza domiciliare. Esse vivono insieme nella stessa casa. Agli inizi del 1927 decidono di legarsi definitivamente a Don Mosè, Anna dona un suolo, con l‟approvazione delle Autorità religiose e con l‟aiuto della Provvidenza iniziano i lavori. Nel 25 settembre 1927 S. E. Mons. Pasquale Ragosta, vescovo di Castellammare benediceva la prima pietra del costruendo edificio: Ospizio di carità di San Gerardo Maiella. Subito dopo la benedizione leggeva il telegramma di S. S. Pio XI, il quale a mezzo del Cardinale Gasparri si diceva presente, volendo dimostrare la sua compiacenza per la nascente Opera: Santo Padre compiacendosi nuova istituzione favore poveri vecchi Parrocchia Sant’Antonio Abate cuore benedice promotore et benefattori et clero et popolo. Contro il nascente Ospizio sorgono immediatamente contrarietà, ma con l‟aiuto di molti benefattori, devoti a S. Gerardo, i lavori vanno avanti. E così ad un anno di distanza il primo vecchietto paralitico viene accolto. “Quello che avete fatto al più piccolo dei miei fratelli lo avete fatto a me” è l‟invito di Gesù, è la pedana di lancio per un cristianesimo integrale al quale si ispira Don Mosè e le giovani aspiranti, vivendo l‟altrui dramma nella propria carne. Il loro obiettivo è di raggiungere, consolare chi è abbandonato, sofferente, solo, chi patisce. L‟obiettivo è il medesimo di San Gerardo che si affida alla misericordia di Dio. La Charitas Christi urget non sarà il motto, la loro vita si svolgerà all‟insegna della preghiera, penitenza e presenza di Dio durante le azioni. L‟amore darà un lavoro alle loro mani e una divisa alle loro anime. Il 2 febbraio 1931 Don Mosè scrive un regolamento per la vita in comune delle tre aspiranti suore e lo sottopone al giudizio del vescovo Ragosta che concede che le collaboratrici indossino una divisa propria e che prendano il nome di Aspiranti Suore Gerardine. A queste giovani se ne aggiungono altre, sempre guidate spiritualmente dai padri redentoristi. Al Vescovo Mons. Ragosta succede Mons. Federico Emmanuel, il 28 febbraio 1937 si reca all‟Ospizio e dice a Don Mosè: “Da questo momento le aspiranti gerardine, che hanno sacrificato la giovinezza per un ideale di carità, si chiameranno Suore Gerardine con pieno diritto. Il vostro Vescovo sarà al vostro fianco perché l‟opera cresca e si consolidi secondo i desideri del Signore”. Il 16 ottobre del 1937 si posa la prima pietra del tempio che diviene il centro di vita spirituale non solo della congregazione ma dell‟intera cittadina. Il calvario comincia col 10 giugno 1940 quando l‟Italia entra in guerra. Don Mosè non ha sussidi di enti o di governo, non gli interessa se lui non mangia e le suore digiunano, le sue premure sono per i ricoverati. Gli aerei nemici, seminano ovunque e a tutte le ore la morte. S. Antonio Abate è nel napoletano, quindi porta i segni dell‟odio che divide i popoli. Le anime naufragate dalla disperazione, approdano a S. Antonio Abate e trovano in Don Mosè e nella sua opera speranza e fede. Raccontava suor Gemma: “La notte del 27 settembre 1943 fu la più tremenda. Alle 19 incomincia il fuoco… Noi suore, Direttore, ricoverati e sfollati eravamo raccolti in preghiera, verso le 23 una pioggia di proiettili infuria tremendamente… un proiettile scoppia e fracassa due case coloniche a 9 metri dall‟Ospizio, si rompono i vetri per lo spostamento d‟aria, l‟edificio traballa. Frattanto la pioggia di colpi spezzava alberi e abbatteva case fino alle 3 del mattino, il fuoco cessò alle 9. I tedeschi si ritiravano dopo aver rovinata S. Antonio Abate. Noi viviamo per un miracolo di S. gerardo, rimanendo incolumi Direttore, suore, ricoverati e sfollati. Col 1944 si nota un risveglio vocazionale e da tutti i luoghi giovani chiedono d‟indossare l‟abito gerardino. Ma l‟assillo di Don Mosè è orientato per ottenere l‟erezione canonica delle suore gerardine in congregazione. “Le opere gerardine si reggono senza mezzi fissi e quindi niente titoli di stato, niente beni fruttiferi, niente libretti postali, ma solo con la fede e la carità. Fiducia e completo abbandono nella divina Provvidenza”. Si intensifica il lavoro spirituale con l‟invio delle suore a insegnare catechismo nei paesi vicini. In S. Antonio Abate mancano le aule scolastiche e le autorità locali chiedono aiuto a Don Mosè che apre le porte anche ai giovanetti del paese. L‟8 gennaio 1944, in aule accoglienti dell‟Ospizio, trovano ospitalità la IV e la V elementare, il I e il II ginnasio. Nel pomeriggio del 18 marzo 1944 la bocca piccola del Vesuvio rompe gli argini naturali e la lava si divide in varie ramificazioni precipitando a valle. Vengono sgombrate le famiglie minacciate e ancora una volta l‟Ospizio diventa il centro raccolta per le famiglie colpite. Intanto Don Mosè accudisce la stesura della Costituzioni, richieste dal Vescovo, avvalendosi dell‟aiuto e della competenza dei Padri Redentoristi, il 19 aprile 1944 consegna la bozza delle Costituzioni. Il 10 e l‟11 ottobre 1944, sono inviati a S. Antonio Abate da parte del Vescovo, mons. Oscar Reschigg Vicerettore del Seminario diocesano e Mons. Enrico Caiazzo, segretario della Sacra Congregazione dei Religiosi, con l‟incarico di rendersi conto sull‟opportunità di procedere all‟approvazione delle Costituzioni. Don Mosè si sente fare due proposte: o mandare a turno e per gruppi le suore in una comunità approvata come noviziato, oppure chiamare ad assistere i ricoverati dell‟Ospizio suore di altro istituto e fondere con loro le suore gerardine. Don Mosè si reca dal Vescovo dicendo che opta per la prima soluzione. Il Vescovo sottoforma di consigli, fa capire che propendeva per la fusione delle suore di Cristo Re, Don Mosè gli dice che né lui, né le suore sono propensi di seguire un tale consiglio, prevedendo lo scioglimento della nascente congregazione. Ha l‟appoggio del Padre Redentorista Giulio Sisto e grazie a lui e a Mons. Reschigg si apre il noviziato in una palazzina accanto all‟Ospizio. Nell‟ottobre 1945 la Superiora temporanea suor Crocifissa scrive una lettera al Vescovo chiedendo di mandare due suore Compassioniste con l‟ufficio di superiora e di maestra delle novizie. Così il 26 marzo 1946 inizi il noviziato. È proprio il Vescovo Federico Emmanuel che il 27 marzo 1947 riceve la professione pubblica delle 9 suore. Nel 1947 fonda un orfanotrofio maschile poiché si presenta all‟Ospizio un ragazzino di dieci anni che chiede di essere ospitato tra i vecchietti per sfuggire ai maltrattamenti della matrigna, e a Decollatura c‟è un altro ragazzino di dodici anni maltrattato dalla zia. Il periodo 1947 – 1957 è il più ricco decennio, il più fecondo. Le suore in numero sempre crescente, escono da S. Antonio Abate per portare il messaggio e il carisma gerardino ovunque è richiesta la loro presenza. Chiamate dai vescovi, sindaci e dagli stessi padri redentoristi, aprendo laboratori di taglio e cucito per le giovani, orfanotrofi, assistendo gli educandi ed insegnanti nei collegi redentoristi, sono chiamate ad animare la scuola parrocchiale di catechismo, le associazioni di azione cattolica, i campeggi estivi. La maggior parte delle case sono state date dai comuni, altre in beneficenza. Le suore hanno una loro amministrazione libera e indipendente, dipendono solo dall‟ordinario della diocesi. Nel 10 aprile del 1947 sono a Decollatura (CZ), nelle quattro frazioni di Casanove, nel ‟48 a Cerrisi, Adami, nel ‟50 a S. Bernardo, nel ‟59 a Soverato Superiore (CZ), a Torre Ruggiero (CZ). Nel ‟50 con l‟apertura delle prime case si ha la necessità di eleggere la Madre Generale e con una votazione indetta dal vescovo Emmanuel viene eletta suor Crocifissa che si insedia nella carica e Don Mosè piano piano si mette da parte non trascurando di vigilare e consigliare. Nel ‟54 si apre a Matera e a Riardo (CA); nel ‟56 a Scifelli (FR), a Materdomini (AV), a S. Maria la Carità (NA), a Pontepersica. Il 2 febbraio 1957 la Congregazione dei Religiosi domanda al vescovo D‟Arco la facoltà di erigere a Congregazione le Suore Gerardine, il 6 agosto Mons. D‟Arco emette il decreto di erezione canonica dell‟istituto. Il 12 settembre si ha il primo Capitolo Generale con la conferma di suor Crocifissa. Il 24 febbraio del 1960 dopo un calvario dovuto ad un‟inguaribile malattia ai polmoni, Don Mosè rende l‟anima a Dio. In uno scritto risalente al 1935 si legge la sua fotografia spirituale che, sottoforma di proposito, pur non vedendolo per l‟umiltà che lo distingue, ci fa capire la trasparenza interiore che rese ricco quest‟uomo di Dio: Il pensiero di Dio deve dominarti sempre e ovunque. A questo posto divino con la preghiera, con la penitenza e con ogni sorta di sacrifici devi menare quante più anime potrai. Quindi né fame, né sete, né riposo,né stanchezza, né malattie, né persecuzioni, né miseria, né calunnie, né battiture, né freddo, né caldo, né dolori, né pericoli della morte dovranno mai distoglierti dal fare grandi acquisti e conquiste di anime a Dio… Ricordati che il demonio è il tuo competitore”. Nel ‟63 si apre una casa ad Amalfi (SA) e a Ruvo, nel ‟65 a Lettere, nel‟66 a Corato (BA), nel ‟69 a Roma, a Muro Lucano. Nel ‟68 tre suore partono per il Perù con destinazione Trujllo, dopo ventidue giorni di viaggio sulla nave giungono a destinazione. Abbracciano varie attività. Catechesi ai piccoli e ai grandi, visite frequenti ai carcerati. All‟inizio della missione vi era l‟intento di inserirsi nella comunità diocesana al servizio dei Vescovi, ma l‟intraprendenza apostolica delle suore e lo spirito del Fondatore hanno trasformato la comunità in un nucleo a se stante con lo scopo dell‟assistenza agli abbandonati e ai derelitti della società, tra i quali anche i portatori di handicap. Nel ‟72 si apre un‟altra casa a S. Antonio Abate “Oasi Don Mosè Mascolo” e a Torella de‟ Lombardi (AV). Nel ‟80 a Camanà – Arequipa in Perù. Nel 25 marzo 1981 la Congregazione viene riconosciuta dalla Chiesa Istituto di Diritto Pontificio. Nel 1987 venne aperta una casa in benin – Porto Novo (Africa) e nel 1995 una casa di formazione. Nel 1987 si apre una casa di formazione a Lima e nel 2003 a Santiago de Chuca. Il giorno 11 dicembre 2005 il tempio di S. Gerardo Maiella in S. Antonio Abate è divenuto Santuario diocesano. Nome completo: Congregazione Suore Gerardine Fondatore: Don Mosè Mascolo Confondatrici: suor Crocifissa D‟Antuono, suor Gerarda D‟Auria, suor Giuseppina D‟Auria Date significative: 1921 – 26 marzo: ordinazione al sacerdozio di Don Mosè Mascolo 1927 – 25 settembre: Mons. Ragosta vescovo di Castellammare di Stabia (NA) benedice la prima pietra del costruendo Ospizio San Gerardo Maiella per la cur degli anziani più bisognosi d‟aiuto, sul terreno donato dalla giovane Anna D‟Antuono, poi suor Crocifissa, con la benedizione del Papa Pio XI. 1931 – 2 febbraio: Le tre collaboratrici lasciano le rispettive famiglie e si riuniscono a vita comune, cambiando il nome Anna D‟Antuono in suor Crocifissa, Argentina D‟Auria in suor Gerarda e Clementina D‟Auria in suor Giuseppina, sotto il titolo di “Aspiranto Suore Gerardine”. 1937 – 16 ottobre: inaugurazione ufficiale dell‟Ospizio e benedizione della prima pietra per la costruzione del Tempio a S. Gerardo Maiella, che ricorda a tutti l‟impegno di carità semplice, profondo verso i bambini, i fanciulli, giovani, anziani, insomma verso tutti. Il Santuario è infatti il centro della vita spirituale non solo della congregazione ma anche della cittadina di S. Antonio Abate. 1941 – 10 ottobre: prima vestizione solenne. 1946: in quest‟anno compila la stesura definitiva del regolamento per le suore. 1947 – 27 marzo: emettono la professione nove suore gerardine uscite dal noviziato. 1950 – 10 febbraio: Primo capitolo con l‟elezione a Madre Generale provvisoria suor Crocifissa. 1957 – 6 agosto: Mons. D‟Arco emette il decreto di erezione canonica del nuovo Istituto col titolo di “Suore Gerardine”. 1957 – 12 settembre: è celebrato il primo capitolo regolare conferma di suor Crocifissa a Madre Generale. 1960 – 24 febbraio: ritorno del Fondatore alla Casa del Padre. 1981 – 25 marzo: la Congregazione delle Suore Gerardine viene riconosciuta dalla Chiesa Istituto di Diritto Pontificio. Biografie più importanti: Titolo: Don Mosè Mascolo. Un prete per i poveri Autore: P. Angelico Lo Faro Capp. Casa editrice: jason Città: Reggio Calabria Anno di pubblicazione: marzo 1990 Titolo: Don Mosè Mascolo Autore: suor concettina D‟Aniello Tipolitografia: Grafica Campania s.r.l. Città: Gragnano (NA) Anno di pubblicazione: settembre 1996 Gli epistolari, i diari, le memorie, gli scritti spirituali, sono in fase di pubblicazione. Costitiuzioni: prima edizione 1944, definitiva nel 1981 Regolamenti: prima edizione 1934, definitiva 1946 Direttorio spirituale di governo 25 marzo 1972 Statuti generali prima edizione 1981, seconda edizione 1999 I Testi sono pubblicati dopo il Concilio Vaticano II. Si tratta di studi storico spirituali.