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Grandi architetti per Milano
Progetto1_progetto arte 10/06/15 13.49 Pagina 1 1930-2015 GRANDI ARCHITETTI per MILANO Progetto1_progetto arte 10/06/15 13.50 Pagina 2 Anno scolastico 2014-2015. Liceo Scientifico Luigi Cremona - Milano Progetto1_progetto arte 10/06/15 13.50 Pagina 3 1930-2015 GRANDI ARCHITETTI per MILANO Gli studenti della 5°G coordinati da C HANTAL FARINET e M ARCO C OSTA Progetto1_progetto arte 10/06/15 13.50 Pagina 4 Progetto1_progetto arte 10/06/15 13.50 Pagina 5 TRIENNALE DI MILANO 1933 Giovanni Muzio L’edificio in cui viene ospitata la Triennale di Milano prende anche il nome di Palazzo dell’Arte. L’originale edificio fu costruito nel 1933 secondo il progetto dell’architetto Giovanni Muzio, che scelsce, anche per la posizione vicina al Castello Sforzesco e al Parco Sempione, uno stile architettonico di impronta classica e monumentale, come sottolineato dalla grande arcata che segna l’entrata, e anche dalla grande ampiezza degli interni che per lasciare spazio alle mostre ospitate, sono volutamente lasciati grezzi e spogli. Nel 2002 l’architetto Michele De Lucchi viene incaricato della ristrutturazione e revisione del palazzo della Triennale, ma in modo tale da rimanere conciliato con il progetto originale di Muzio. Il primo e più importante cambiamento viene effettuato all’entrata, che diventa un unico grande atrio/corridoio a volte occupato da mostre temporanee. Il cambiamento più caratteristico avviene però in prossimità del nuovo museo di design, la cui entrata è un ponte, sospeso sullo scalone che porta al primo piano, di solo legno, vetro e corrimani in metallo. Progetto1_progetto arte 10/06/15 13.50 Pagina 6 Progetto1_progetto arte 10/06/15 13.50 Pagina 7 Progetto1_progetto arte 10/06/15 13.50 Pagina 8 Progetto1_progetto arte 10/06/15 13.50 Pagina 9 VILLA NECCHI-CAMPIGLIO 1932-1935 Piero Portaluppi Villa Necchi-Campiglio è una splendida fusione tra arte e architettura, incorniciata da un ambiente fresco e alberato, un’oasi tranquilla nel centro di Milano. La villa è stata realizzata dall’architetto Piero Portaluppi tra gli anni 1932 e 1935 e rispecchia gli ideali di funzionalità e tendenza al modernismo dell’alta borghesia dell’epoca: i locali sono disposti nel modo più funzionale e sono presenti inoltre alcune innovazioni tecniche all’avanguardia per quegli anni, come un ascensore, un montavivande, citofoni e la piscina esterna riscaldata. La piscina, ideata anch’essa dal Portaluppi, fu la prima ad essere costruita su suolo privato e la seconda a Milano in ordine cronologico. All’esterno, oltre alla piscina, sono presenti la portineria, un garage, un campo da tennis e una serra. L’ambiente esterno sarà poi rivisitato, insieme all’arredo di alcuni locali interni, dall’architetto Tomaso Buzzi nel secondo dopoguerra. A Tomaso Buzzi sono dovuti l’arredamento in stile Settecentesco e più ricercato di alcuni interni, rispetto al precedente essenzialismo del Portaluppi, rinnovamento dovuto al nuovo gusto per l’antiquario diffusosi negli anni successivi. E’ delle sorelle Necchi la decisione di donare la villa al FAI, a causa della mancanza di eredi diretti, ed è grazie a questa decisione che, dal 2008, la villa è aperta al pubblico. Progetto1_progetto arte 10/06/15 13.50 Pagina 10 Progetto1_progetto arte 10/06/15 13.50 Pagina 11 TORRE VELASCA 1956-1958 Studio BBPR Fu progettata dallo Studio BBPR su incarico della società Rice, con la collaborazione dell’ingegner Arturo Danusso, su un’area del centro di Milano devastata dai bombardamenti angloamericani del 1943. L’altezza utile della Torre Velasca è di 87,50 m per 28 piani; quella effettiva, inclusi gli accessori sopra il tetto, è di 99 m a questi si aggiungono i 7,5 m dei due ulteriori piani sotterranei. Il profilo della Torre è il risultato di un lungo studio che trova le sue origini nella ricerca di risposte funzionali alla costruzione in cui si trova la base della stessa, ubicata nella piccola piazza omonima, libera però di espandersi verticalmente; in tutto questo la Velasca volle essere una citazione moderna della Torre del Filarete presente al Castello Sforzesco. L’inserimento dei "pilastrini" lungo le facciate della Torre Velasca, oltre che elementi funzionali per riparare le finestre, serviva anche per dare un ordine estetico alle partizioni delle pareti esterne, aiutando la simmetria laddove altri elementi come le aperture delle finestre erano stati posizionati in modo irregolare. I "puntoni", le strutture portanti che sorreggono la parte superiore a sbalzo rispetto al parallelepipedo di base, sono orgogliosamente a vista come testimonianze dei valori tecnologici ed estetici nuovi. I primi diciotto piani sono occupati da negozi e uffici, mentre i successivi piani, fino al ventiseiesimo, sono destinati ad appartamenti privati. Progetto1_progetto arte 10/06/15 13.50 Pagina 12 Progetto1_progetto arte 10/06/15 13.50 Pagina 13 Progetto1_progetto arte 10/06/15 13.51 Pagina 14 Progetto1_progetto arte 10/06/15 13.51 Pagina 15 PIRELLI 1956-1961 Gio Ponti Il grattacielo Pirelli, comunemente chiamato Pirellone, è posto in piazza Duca d’Aosta a Milano, detentore del record di edificio più alto dell’Unione Europea dal 1958 al 1966. Progettato nel 1950 e costruito in calcestruzzo armato fra il 1956 e il 1961 da Gio Ponti, esponente del razionalismo italiano, il l’edificio possiede 32 piani e altri due sotterranei, per un totale di 127 m d’altezza; la superficie complessiva è di 1.900 m², la pianta misura 75,5 m per 20,5 m; l’edificio pesa complessivamente 70.000 tonnellate, con un volume di 125.324 m³. L’ossatura è formata da quattro pilastri rastremati che sorreggono il resto della struttura. La pianta della torre consiste in due poligoni speculari accostati, separati dal corridoio centrale che va rastremandosi alle estremità, determinando la superficie sfaccettata “a diamante” che si ritrova nella galleria interna. Dal design innovativo e d’ispirazione per altri edifici, è uno dei più celebri simboli di Milano, che è visibile nella sua totalità dal belvedere posto all’ultimo piano. 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Un grande parco, progettato dal paesaggista Pietro Porcinai, circonda l’edificio. Il tetto può servire come eliporto e nel laghetto sono installate delle lance che, in caso di incendio, gettano acqua sulle vetrate per evitre che si surriscaldino e consentire l’intervento dei soccorsi dall’esterno. Il laghetto raccoglie inoltre l’acqua dell’impianto di condizionamento. La struttura interna degli uffici e delle redazioni è open space per permettere la massima flessibilità degli spazi. Progetto1_progetto arte 10/06/15 13.51 Pagina 20 Progetto1_progetto arte 10/06/15 13.51 Pagina 21 Progetto1_progetto arte 10/06/15 13.51 Pagina 22 Progetto1_progetto arte 10/06/15 13.51 Pagina 23 TEATRO ARCIMBOLDI 1997-2002 Vittorio Gregotti Il teatro degli Arcimboldi è un teatro di Milano, realizzato nel periodo 19972002 opera del noto architetto Vittorio Gregotti. Negli anni ‘80 si rivela sempre di più l’ambizione di un paesaggio urbano disegnato dalle grandi infrastrutture architettoniche, come nel recente progetto di trasformazione dell’area industriale della Bicocca a Milano. Il teatro degli Arcimboldi, costruito in questa zona ormai pienamente urbanificata inizialmente era destinato ad ospitare gli spettacoli del Teatro alla Scala durante la ristrutturazione del Piermarini. Il boccascena è dunque realizzato con dimensioni analoghe a quest’ultimo, 12 m in altezza e 16 in larghezza, in modo da poter facilmente trasferire le scene che si adattano ai due teatri in modo intercambiabile. La sala ha la forma di ventaglio: misura 49 m di larghezza massima per 35 m di profondità; altezza media di 22 m mentre la torre scenica raggiunge un’altezza di 33 m. La platea, che si sviluppa su due livelli e due gallerie centrali, può ospitare 2.346 spettatori. Una serie di pannelli laterali, orientabili e a spessori variabili, fungono da deflettori acustici e schermi di illuminazione, mentre sul soffitto il gesso presenta una complessa articolazione e un disegno realizzato in funzione della migliore resa acustica. All’esterno l’Arcimboldi è rifinito con intonaco chiaro e inserti neri, mentre il basamento è rivestito in granito nero. La nuova sede teatrale è posizionata in stretta connessione con il sistema dei trasporti sia autostradali sia ferroviari, poiché è destinata a servire non solo Milano, ma anche la vasta area metropolitana settentrionale della provincia. Nel complesso la struttura è oggi la seconda in ordine di grandezza in Europa e la più grande in Italia. 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Leggera e trasparente, protegge e trasforma lo spazio che attraversa, definendo la continuità della visione lungo uno sviluppo lineare già predisposto alla futura crescita. La direttrice fa proprio lo sfondo delle Alpi, seguendo un percorso pedonale pubblico che a 6,50 m d’altezza viaggia da est a ovest. La concezione costruttiva in vetro e acciaio reticolare utilizzata per la Vela è riproposta nel Logo, una cupola alta 36 m simile a un’onda oceanica, che copre la grande hall e la sala congressi del Centro servizi. Caratteristica comune ai due incisivi segni architettonici è l’assoluta mancanza di standardizzazione dei componenti, unici per forma e design, numerati e tra loro non intercambiabili. Tutto il progetto per la nuova Fiera di Milano è stato ispirato alla necessità di ordinare il percorso tra vari settori, realizzando un tessuto di architettura, natura e vita in cui le strutture di vetro e acciaio, allineate, riflettono e raddoppiano gli alberi, l’acqua e i visitatori. La Fiera è concepita come frammento "aperto" della futura metropolitana, che da Milano si allargherà, nel tempo, verso tutta l’area nord-ovest fino a Malpensa. Progetto1_progetto arte 10/06/15 13.52 Pagina 28 Progetto1_progetto arte 10/06/15 13.52 Pagina 29 Progetto1_progetto arte 10/06/15 13.52 Pagina 30 Progetto1_progetto arte 10/06/15 13.52 Pagina 31 SEDE SOLE 24 ORE 1998-2005 Renzo Piano L’edificio di via Monte Rosa, progettato da Renzo Piano, è un’opera che ha cambiato il volto di un grande quartiere industriale, quello della “vecchia” fiera, ad alto potenziale di trasformazione. Il lavoro partì dalla ristrutturazione di un edificio industriale preesistente, e finì con la nascita di tre blocchi disposti a corte aperta verso l’interno. L’ingresso principale si trova nel corpo centrale su via Monterosa e da esso si intravede il verde interno, grazie all’atrio a tripla altezza che collega il livello della strada esterna a quello della corte interna, superando la profondità del corpo di fabbrica. Perciò il piano giardino è completamente integrato nell’edificio; un esempio è la sala collina,chiamata così perché situata all’interno di uno scavo di una collina, nella quale si svolgono sia le principali iniziative del quotidiano sia eventi di vario genere. La collina non solo contiene l’omonima sala, ma anche un auditorium, una mensa, un magazzino e persino un parcheggio. Questi ambienti ricavano luce dal soffitto vetrato e schermato, che rompe la continuità del verde della collina, ed è sostenuto da travi reticolari disegnate a sagoma lanceolare in acciaio, che sbordano sul piazzale interno. Un rivestimento in cotto a listelli orizzontali ricopre il basamento dell’edificio. Le facciate sono dotate di un irrigidimento in lamine di vetro e sono staccate dai solai di calcestruzzo con vetri termoresistenti a chiusura del piano calpestabile. L’effetto così ottenuto è quello di una diffusione luminosa uniforme sul piano di facciata. Progetto1_progetto arte 10/06/15 13.53 Pagina 32 Progetto1_progetto arte 10/06/15 13.53 Pagina 33 Progetto1_progetto arte 10/06/15 13.53 Pagina 34 Progetto1_progetto arte 10/06/15 13.53 Pagina 35 PALAZZO DELLA REGIONE 2007-2011 Pei Cobb Freed & Partners Il Palazzo della Regione Lombardia ha sede a Milano, tra via Pola e via Melchiorre Gioia, precisamente dove prima aveva sede il bosco di Gioia, ed occupa un’area di circa 33.700 m². La costruzione venne avviata nella primavera del 2007 per poi essere conclusa nell’autunno del 2010; il costo complessivo si aggirò intorno ai 400 milioni di euro. Per realizzare questo progetto hanno lavorato circa 500 operai, impegnati ventiquattro ore su ventiquattro, sette giorni su sette, su tre turni di lavoro. Questa sede è composta da una torre di 161 m in calcestruzzo armato, acciaio e vetro, circondata da un sistema complesso di edifici curvilinei, alti dai sette agli otto piani collegati da una piazza di forma ovoidale con una copertura in materiale plastico. Tutta l’area include più di 26.000 m² di parcheggio interrato. Sono previsti circa 10.000 m² di aree verdi compresi i giardini pensili. E’ presente anche un eliporto all’avanguardia che riesce a sostenere più di 6 tonnellate di peso. Alcune facciate del palazzo sono state realizzate con materiali fotovoltaici, questo per garantire un’autosufficienza energetica volta al risparmio. L’intera costruzione è stata progettata dal famoso studio di architetti “Pei Cobb Freed & Partners” nato nel 1955 a New York; in questo studio sono stati creati più di 250 progetti realizzati in varie parti del mondo. Oltre alla pietra è stata posizionata la “Madonnina di cantiere”, una miniatura della Madonnina del Duomo di Milano, che è restata sempre sul punto più alto raggiunto dalla costruzione ed è ora definitivamente collocata sulla sommità del grattacielo. Progetto1_progetto arte 10/06/15 13.53 Pagina 36 Progetto1_progetto arte 10/06/15 13.53 Pagina 37 Progetto1_progetto arte 10/06/15 13.53 Pagina 38 Progetto1_progetto arte 10/06/15 13.53 Pagina 39 TORRE UNICREDIT 2011-2014 César Pelli La Torre Unicredit é collocata nel progetto Porta Nuova, a ridosso di corso Como e della stazione Garibaldi. Dalla forma estremamente sinuosa, presenta una facciata a nord completamente vetrata e una a sud modulata dalle linee orizzontali dei frangisole per una più corretta irradiazione solare. La guglia, elemento caratterizzante dell’intero progetto, ha una forma a spirale che tende ad assottigliarsi verso l’alto. È un omaggio alla guglia maggiore del duomo di Milano. La sua presenza in posizione eccentrica rispetto al baricentro dell’edificio ha comportato notevoli studi di staticità sull’impatto del vento e degli agenti atmosferici. È di acciaio traforato in modo da non permettere la formazione di ghiaccio. Il progetto è firmato dall’architetto argentino César Pelli, la cui opera più famosa è quella delle Petronas Towers a Kuala Lumpur in Malaysia (fino alla metà del 2003 gli edifici più alti del mondo, con i loro 452 m). Il complesso è composto da una serie di palazzi eco-sostenibili (si calcola una riduzione del consumo di energia del 37%) in vetro e acciaio, disposti attorno ad una piazza circolare da un diametro di 100 m, detta "podio", interamente pedonale e rialzata di 6 metri rispetto al livello della strada. I tre edifici si dispongono a semicerchio intorno ad essa, innalzandosi su diversi piani. La torre Unicredit, conta 32 piani ed è alta 231 m, attestandosi così come il più elevato edificio italiano (l’edificio conta circa 146 m, più gli 85 della guglia).La guglia sopra la torre A, posata a settembre 2011, è alta 85 m ed è interamente rivestita di led che possono assumere diversi colori a seconda della ricorrenza (una delle combinazioni è il tricolore italiano); durante il periodo natalizio del 2013, la guglia venne illuminata di verde a rappresentare un albero di natale, il 1 marzo 2014 illuminata di lilla in occasione dell’apertura delle fermate Isola e Garibaldi FS della linea M5 e nella notte tra il 14 ed il 15 giugno 2014 fu illuminata di rosso per celebrare i 150 anni di Croce Rossa Italiana. Progetto1_progetto arte 10/06/15 13.53 Pagina 40 Progetto1_progetto arte 10/06/15 13.54 Pagina 41 Progetto1_progetto arte 10/06/15 13.54 Pagina 42 Progetto1_progetto arte 10/06/15 13.54 Pagina 43 IL BOSCO VERTICALE 2009-2014 Stefano Boeri Il Bosco Verticale, riconosciuto il più bel grattacielo del mondo aggiudicandosi l’International Highrise Award 2014, è composto da due torri residenziali di 76 e 110 m di altezza (26 e 18 piani) in grado di ospitare 900 specie arboree. L’affascinante opera di Stefano Boeri, si sviluppa verso l’alto attraverso uno straordinario gioco di colori dato dalle centinaia di piante sistemate sui terrazzi e sulle sporgenze dell’intero grattacielo. La combinazione tra struttura architettonica e tecnologie innovative garantisce le più alte prestazioni ambientali, riducendo le escursioni termiche, contribuendo alla produzione di ossigeno e assicurando un significativo assorbimento delle polveri sottili. Progetto1_progetto arte 10/06/15 13.54 Pagina 44 Progetto1_progetto arte 10/06/15 13.54 Pagina 45 Progetto1_progetto arte 10/06/15 13.54 Pagina 46 Progetto1_progetto arte 10/06/15 13.54 Pagina 47 TORRE SOLARIA 2010-2013 Studio Arquitectonica Il Progetto Porta Nuova è un progetto di riqualificazione urbana ed architettonica all’interno del Centro Direzionale di Milano, l’area si estende da Porta Garibaldi a piazza della Repubblica, da Porta Nuova al Palazzo Lombardia. L’edificazione è iniziata nel 2005 e finita nel 2014. Il progetto ruota attorno al parco dei Giardini di Porta Nuova. Il complesso è destinato ad essere occupato da oltre venti edifici tra grattacieli, uffici, centri culturali, ville urbane, gallerie e parcheggi sotterranei. Sono caratterizzati per una notevole altezza e un forte impatto architettonico. La Torre Solaria è una delle più importanti opere architettoniche del Progetto Porta Nuova. Alto 143 m, è l’edificio residenziale più alto d’Italia. La progettazione è stata sviluppata dallo Studio Arquitectonica di Miami, insieme ai partner Antonio Citterio, Patricia Viel. L’edificio è composto da tre ali distinte, ognuna con un’altezza differente, che convergono in un nucleo centrale dove arriva la luce naturale. La torre ospita 102 appartamenti tra cui duplex e triplex (locali su due o tre piani). Ogni appartamento è studiato per avere la massima esposizione alla luce naturale. Ogni ambiente si affaccia su vetrate, e in ogni appartamento la zona giorno è divisa dalla zona notte. Le terrazze sono state progettate per essere una continuazione dell’esterno e disposte in modo irregolare per offrire la massima privacy. I parapetti sono in vetro acidato con trasparenza progressiva per garantire sicurezza e privacy. Progetto1_progetto arte 10/06/15 13.54 Pagina 48 Progetto1_progetto arte 10/06/15 13.55 Pagina 49 Progetto1_progetto arte 10/06/15 13.55 Pagina 50 Progetto1_progetto arte 10/06/15 13.55 Pagina 51 TORRE ISOZAKI 2012-2015 Arata Isozaki La Torre Isozaki fa parte del complesso City-life che comprende altre due torri: la torre Hadid e la torre Libeskind (dal nome degli architetti). E’ stata progettata dall’architetto giapponese Arata Isozaki e dall’architetto italiano Andrea Maffei. Con i suoi 202 m,(207m l’altezza effettiva dal piano stradale) la torre è uno tra gli edifici più alti d’Italia. La torre è distribuita su 50 piani caratterizati da un’illuminazione completamente naturale e con viste panoramiche. Tramite una lobby su due livelli la Torre Isozaki è previsto sia direttamente connessa con la piazza centrale di CityLife e con la piazza sottostante dove è prevista la fermata Tre Torri della M5. Nel mese di marzo 2012 furono iniziati i lavori preparatori per la costruzione della torre con la realizzazione della piastra di fondazione che ha una dimensione di circa 63 m x 27 m. La superficie del piano tipo, circa 1.000 m², ospiterà le attività di società multinazionali di business service e di consulenza. L’inalzamento vero e proprio della struttura ha avuto inizio nell’estate dello stesso anno, al termine della quale, in autunno, l’edificio ha superato il livello della strada. La velocità di costruzione è aumentata considerevolmente nel corso dell’anno successivo, fino a stabilizzarsi su un piano a settimana nel maggio dello stesso anno Il 12 ottobre 2014 viene terminata la costruzione dell’edificio e si procede al montaggio dell’antenna Rai sul tetto della torre, che è alta 40 m e ha portato l’altezza complessiva della torre a 247 m. Una volta terminato il basamento in acciaio e cemento della base dell’antenna Rai, la struttura della Torre Isozaki ha raggiunto i 213,4 metri. Grande attenzione è riservata anche al comfort ambientale e all’efficienza energetica dell’edificio. Progetto1_progetto arte 10/06/15 13.55 Pagina 52 Progetto1_progetto arte 10/06/15 13.55 Pagina 53 Progetto1_progetto arte 10/06/15 13.55 Pagina 54 1. TRIENNALE 2. di GIOVANNI MUZIO E.Fantini, R.Hu VILLA NECCHI CAMPIGLIO di PIERO PORTALUPPI 3. TORRE E.Bastia VELASCA di BBPR 4. PIRELLI di GIÒ PONTI 5. MONDADORI di OSCAR NIEMEYER 6. TEATRO DEGLI F.Robbiati, D.Ruffini M.Cattaneo, M.Menghini G.Marulli, M.Danini ARCIMBOLDI di VITTORIO GREGOTTI M.Burini, E.La Paglia 7. FIERA 8. SEDE SOLE 24 ORE di RENZO PIANO C.Babin, F.Romano 9. PALAZZO E.Tiberi, G.Campisi DI 10. TORRE 11. IL 12. RHO di MASSIMILIANO FUKSAS DELLA REGIONE di PEI COBB FREED & PARTNERS UNICREDIT di CÉSAR PELLI BOSCO VERTICALE di STEFANO BOERI TORRE SOLARIA di STUDIO ARQUITECTONICA 13. TORRE ISOZAKI C.Spadoni, C.Mariani di ARATA ISOZAKI M.Livi, S.Ascough R.Spedicato, E.Fumagalli G.Ragone, F.Pezza P.Selleri, P.Pozzi Progetto1_progetto arte 10/06/15 13.55 Pagina 55 GRANDI ARCHITETTI PER MILANO GIOVANNI MUZIO nacque il 12 febbraio del 1893 a Milano. Molto attento e partecipe nella vita culturale di Milano negli anni Venti partecipa al “Novecento Milanese” sia nel gruppo artistico formatosi intorno a Margherita Sarfatti, sia in quello architettonico. Fonda con Giuseppe de Finetti, Gio Ponti e altri il “Club degli Architetti Urbanisti”, che studia lo sviluppo della città e dell’architettura cercando una mediazione tra modernità e tradizione. La sua prima opera, la Ca’ Brutta, diventa il manifesto del movimento. Con una enorme produttività architettonica, le sue realizzazioni danno una notevole impronta alla città di Milano tra gli anni Venti e Quaranta. PIERO PORTALUPPI, nato nel 1888 a Milano, da padre ingegnere edile, si diploma all’istituto Carlo Cattaneo e nel 1910 si laurea in architettura al Politecnico. Durante gli anni ‘30 si concentra su progetti per le centrali elettrichenella Val Formazza, soprattutto per le imprese elettriche Conti. Gli anni della guerra sono segnati dall’esperienza drammatica della morte del figlio, mentre negli anni successivi interverrà in progetti di importanti edifici milanesi e ottiene il posto di preside della facoltà di architettura. Diverse prestigiose nomine gli sono assegnate negli anni del dopoguerra, sebbene l’attività professionale stia rallentando. Gli ultimi anni trascorrono con l’architetto impegnato in altri interventi a importanti edifici storici, fino alla sua morte avvenuta il 6 luglio 1967. Progetto1_progetto arte 10/06/15 13.55 Pagina 56 Lo studio BBPR , fondato a Milano nel 1932 da Gian Luigi Banfi, Lodovico Barbiano di Belgiojoso, Enrico Peressutti ed Ernesto Nathan Rogers, costituisce uno dei primi e più interessanti casi di sodalizio artistico e culturale fondato sul lavoro di gruppo. Questa forma d’intesa operativa si è rivelata un’intuizione fondamentale, che ha permesso di superare la dimensione artigianale dello studio professionale per orientarsi verso una concezione dell’attività dell’architetto basata sull’apporto collegiale come principio metodologico, e capace di affrontare temi sempre più vasti ed eterogenei, dal disegno degli interni alla progettazione paesaggistica. Lo studio diventa, tra gli anni Quaranta e Sessanta, un vero e proprio laboratorio della modernità e un ponte con il dibattito internazionale per la diffusione della cultura progettuale italiana. GIO P ONTI nacque a Milano nel 1891, dove si laureò in architettura all’attuale Politecnico di Milano nel 1921 e lì morì nel 1979. Negli anni venti partecipò prima alla Biennale delle arti decorative e poi alle Triennali di Monza e di Milano e in quegli stessi anni iniziò la sua attività di designer presso l’industria ceramica Ginori e l’attività editoriale, con una rivista centro del dibattito architettonico e del design italiano. L’attività di Ponti si estende negli anni successivi al punto di diventare professore al Politecnico nel 1936. Il suo stile è universale e passa dal tradizionale neoclassicismo ad uno stile più innovativo e si oggettiva in varie opere. OSCAR N IEMEYER (1907-2012) è stato uno degli architetti più famosi a livello internazionale del XX secolo. Tra i pionieri nell’esplorazione delle possibilità costruttive ed espressive del cemento armato, collaborò per diversi anni con Le Corbusier del quale ritroviamo l influenza nei primi progetti di Niemeyer. In seguito sviluppa uno stile personale in cui l’originale organizzazione plastica dei volumi e l’introduzione di linee curve accanto a griglie razionali, derivate dalle forme del barocco spagnolo e dei paesaggi naturali del Brasile, gli permettono di realizzare edifici di grande impatto. Niemeyer ha lavorato anche in Italia con la celebre opera “La Sede Mondadori” a Segrate. Progetto1_progetto arte 10/06/15 13.55 Pagina 57 VITTORIO GREGOTTI (Verona, 1927) consegue nel 1952 la laurea presso il politecnico di Milano dove insegna dal 1964 al 1978, anno in cui passa all’Istituto Universitario di Venezia. All’attività didattica affianca quella redazionale per alcune riviste di architettura e design molto celebri come ad esempio “Edilizia moderna”, “Rassegna” e “Casabella”. L’attività pratica lo vede inizialmente fra gli apologeti del neoliberty italiano ma successivamente sviluppa un interesse per il concetto di megastruttura.L’attenzione verso la grande scala del paesaggio trova espressione a livello sia teorico sia pratico in numerosi progetti e realizzazioni degli anni ‘70. Negli anni ‘80 si rivela sempre di più l’ambizione di un paesaggio urbano disegnato dalle grandi infrastrutture architettoniche, come nel recente progetto di trasformazione dell’area industriale della Bicocca a Milano. MASSIMILIANO FUKSAS naque a Roma nel 1944. Architetto e urbanista, tra le sue opere ricordiamo le Twin Towers di Vienna, il Peace Center di Jaffa, la sede della Ferrari a Maranello, gli Europark di Salisburgo, la nuova Fiera di Milano, il grattacielo della Regione al Lingotto di Torino. “Sembrerà strano, ma per l’architetto Massimiliano Fuksas la prima fonte d’ispirazione è il cinema. “Il movimento è vita. La realtà è fatta di cambiamenti, di sorprese, di infinite possibilità”, dice Fuksas: “E se l’architettura è chiamata a interpretare la vita reale, allora dev’essere adatta a ospitare l’inestinguibile pluralità di scelte e di indirizzi. L’architettura deve andare contro la fisicità degli oggetti, deve dare movimento alla staticità”. L’architetto RENZO PIANO naque a Genova nel 1937 e il suo nome è diventato fondamentale nel mondo della grande architettura internazionale. Sotto la sua firma si trovano opere di straordinario ingegno, sparse per il pianeta: dal Centre Pompidou di Parigi allo stadio San Nicola di Bari, dal New York Times Building a una delle torri del Centro culturale Jean-Marie Tjibaou in Nuova Caledonia. Renzo Piano vinse il premio Pritzker (il “Nobel” dell’architettura) nel 1998, due anni dopo ricevette il Leone d’oro alla carriera. Inoltre fu anche il primo italiano, che nel 2006, figurò nell’elenco del NY TIME delle 100 personalità più influenti del mondo. Nell’agosto 2013 il presidente della repubblica G. Napolitano, lo nominò senatore a vita. Progetto1_progetto arte 10/06/15 13.55 Pagina 58 PAOLO CAPUTO è professore Ordinario di Progettazione Architettonica Urbana presso la Facoltà di “Architettura e Società” del Politecnico di Milano. Dal 1978 svolge, insieme all’attività didattica e di ricerca, quella di Progettista in forma individuale e con la Caputo Partnership. Ha firmato progetti di scala urbana e architettonica. Tra i primi: il progetto di trasformazione dell’Area IP di La Spezia, quello relativo alle aree di Santa Giulia, Parco Adriano e Cascina Merlata a Milano, alle aree Bassetti di Vimercate e Falck di Arcore e, alla area Necchi di Pavia. Il progetto è firmato dall’architetto argentino C ÉSAR P ELLI , la cui opera più famosa è quella delle Petronas Towers a Kuala Lumpur in Malaysia. Studiò architettura presso la Universidad Nacional di Tucumán dove ottenne la laurea nel 1949. L’attaccamento al territorio argentino lo porta a lavorare nel suo Paese dove contribuisce all’urbanistica accettando la direzione del dipartimento di design della OFEMPE. STEFANO BOERI. Le due torri del Bosco Verticale sono state realizzate da Boeri Studio. Laureato in architettura al Politecnico di Milano, divenuto poi professore di progettazione urbanistica nella stessa università. Nella sua vita ha collaborato alla realizzazione di diversi progetti tra cui: • Quartier generale RCS Rizzoli – masterplan e architettura, Milano, 2006 • Expo 2015 Milano - Concept Masterplan sviluppato con Herzog & De Meuron, Richard Burdett e William MacDonough, Milano 2009 • Italo Treno, Casa Italo – Progettazione delle lounge e sale d’attesa per la compagnia Italo Treno, in tutte le principali stazioni ferroviarie italiane nel 2011. A RATA I SOZAKI nasce a Oita nel 1931. Studia all’università di Tokio dove é allievo di Kenzo Tange, con cui lavora fino al 1963. La sua opera conosce negli anni ‘60 un periodo manierista in netta rottura con i principi razionalisti dell’ architettura moderna. Negli anni ‘70 si avverte un crescente avvicinamento allo storicismo con la ripresa dell’architettura occidentale del passato. Negli anni ‘80 la tendenza all’eclettismo si esaspera e all’uso di un linguaggio classicista si sostituisce un linguaggio High tech.Nelle opere degli anni ‘90 Isozaki compie una sintesi equilibrata delle tendenze stilistiche precedenti e ritorna alla forma geometrica elementare. Progetto1_progetto arte 10/06/15 13.56 Pagina 59 Gli autori: S COUGH SEAN A LBERTO, BABIN C RISTIAN D ANIEL, BASTIA E LENA, BURINI MATTIA , CAMPISI G IONATA, CATTANEO MARCO, DANINI MARTA, FANTINI EMANUELE, FUMAGALLI ELENA, HU RO XI, LA PAGLIA EMILIANO, LIVI MATTEO, MARIANI CAMILLA, MARULLI GIANLUCA, MENGHINI MATTEO, PEZZA FILIPPO, POZZI PAOLO, R AGONE G IACOMO, R OBBIATI FILIPPO, R OMANO F RANCESCA, R UFFINI D AVIDE, S ELLERI PIETRO, SPADONI CECILIA, SPEDICATO ROBERTA, TIBERI ELIA. Il rilievo cartografico è stato eseguito da RICCARDO SALA e GUGLIELMO NOVELLI. Progetto1_progetto arte 10/06/15 13.56 Pagina 60 6 7 9 11 10 8 4 12 13 1 2 3 5