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Note Biografiche e storiche parte 3
DOMENICO CENNINI ed il suo periodo a Gravina 1645 - 1684 Terza parte Sanctae Gravinensis Ecclesiae Episcopi Intanto, il giorno 8 settembre 1677, avviene l'attesa consacrazione della chiesa di Santa Maria per mano del figlio della Duchessa, fra Vincenzo Maria, allora Cardinale e Arcivescovo di Manfredonia. È coadiuvato da Mons. Cennini. Ritornato a Napoli, Cennini alterna le sue cariche e, in qualità di vescovo di «Eminentissimi e Reverendissimi Signori,Donna Giovanna della Tolfa, duchessa di Gravina, devotissima oratrice dell’EE.VV., riverentissimamente espone, come in detto luogo di Gravina si ritrova un Conservatorio di donne vergini sotto il titolo e la denominazione di Santa Maria in abito di San Domenico, qual Conservatorio, detta oratrice ispirata dalla divina pietà, ha ampliato e ridotto a sue spese in forma decente di fabbrica con tutte le comodità necessarie per un nobile e conveniente Monastero, e con una decente chiesa provvista di tutte le suppellettili sagre per gli Divini Officii.Desiderando oggi detta oratrice erigere detto Conservatorio in Monastero, formato di clausura dell’Ordine di San Domenico, sotto la regola, che si osserva nel Monastero di Santa Caterina da Siena della città di Napoli con i soliti voti ed abito di detta Religione sotto il governo e giurisdizione del vescovo pro tempore di detta città, con condizione, che li confesso ridi detto monastero, così ordinarii come straordinarii debbano sempre essere della Religione di San Domenico, come più informati delle cose concernenti a detta Regola;della qual Religione v’è in detta città un comodo convento, essendo provvisto parimenti detto conservatorio d’entrade certe, mentre di presente vi sono docati seicento, consistenti in affitti di terre e di case, annui censi, ed annui canoni con la Comunità di Gravina, quali assegnamenti può credersi, che colla diligenza del vescovo non possono mancare,e per il particolare pensiero che ne ha l’oratrice, come costa da pubblici strumenti, che si danno.Pertanto supplica umilmente l’EE.VV. degnarsi primieramente concedere licenza al vescovo di detta città di gravina, che dal suddetto Conservatorio di Santa Maria ne formi un monastero dell’Ordine, Regola e condizioni suddette, come anche dar licenza, che si possino levare dal Monastero di Santa Caterina di Siena di Napoli due monache professe, ed una conversa per istruire nella Regola di detto Ordine, e nell’osservanza di quella le novelle monache, concorrendo in ciò la volontà di due monache e conversa, che sono dispostissime ad assumere quest’incombenza per maggior gloria di Dio e della loro Religione, contribuire a mons. Vescovo di Gravina tutte le facoltà necessarie, ed opportune per l’effetto suddetto, che è il tutto.+ Domenico vescovo di Gravina Gravina, scrive alla competente Congregazione della Sede Apostolica: La Sacra Congregazione dei cardinali preposti agli affari e consultazioni dei vescovi e regolari, risponde positivamente il 10 settembre. Sempre da Napoli, Cennini il 29 ottobre 1677, redige e sottoscrive la “Bolla” con cui istituisce il monastero di clausura di S. Maria delle Domenicane, assecondando l'opera e la volontà di Giovanna della Tolfa. Nella “Bolla” scrive di aver visionato nel maggio 1677 la struttura, le suppellettili e altre cose necessarie, e detta alcune condizioni su come deve essere regolata la vita all’interno del Monastero. Sanctae Gravinensis Ecclesiae Episcopi 1677 ottobre 29, Napoli Bolla di monsignor Domenico Cennini, vescovo di Gravina, con cui istituisce il monastero di clausura di S. Maria delle Domenicane, assecondando l'opera e la volontà di Giovanna Frangipani della Tolfa. Gravina, Archivio Unico Diocesano Sanctae Gravinensis Ecclesiae Episcopi La chiesa è consacrata alla Vergine Assunta e ai Dodici Apostoli. L'evento collegato alla prima consacrazione è ricordato in una lapide all'interno della stessa chiesa (oggi la chiesa è conosciuta come Santa Maria delle domenicane). La Sacra Congregazione Apostolica fa trasferire per sei anni due suore dal Monastero di Santa Caterina da Siena di Napoli, affinché instaurassero la regola domenicana richiesta dalla duchessa. Gravina, esterno del Monastero ed interno della chiesa “Santa Maria delle Domenicane” Sanctae Gravinensis Ecclesiae Episcopi Gravina, chiostro del monastero di Santa Maria delle Domenicane in una foto d’epoca Dopo tale positiva esperienza, Cennini si preoccupa di altri monasteri femminili e ingiunge ad alcune monache del Conservatorio di San Matteo di imparare a leggere. Il 26 giugno 1678, a Napoli, nella chiesa del Carmine Maggiore, Domenico Cennini, unitamente al vescovo di Ischia Girolamo Rocca, assistono l’arcivescovo di Napoli, cardinale Innico Caracciolo nella consacrazione episcopale di Salvatore Scaglione dell’Ordine Carmelitano, eletto vescovo di Castellamare di Stabia. Il 25 agosto arriva la positiva autorizzazione alla richiesta della Chiesa di Gravina, fatta precedentemente alla Sacra Congregazione dei Riti, di poter celebrare solennemente la festa di Santa Maria di Costantinopoli. A Napoli Cennini, come inquisitore aveva molto lavoro da compiere. Delle più varie e curiose tematiche riguardanti la Dottrina della Fede, si pronuncia su alcune immaginette in circolazione e distribuite a Napoli nella Chiesa di Santa Maria degli Angeli da padri Teatini, che ritraggono suor Orsola Benincasa che si presenta accanto a San Gaetano, porgendo entrambi un giglio alla Madonna col Bambino che si affacciava da una nuvola. L’errore su cui Cennini deve sentenziare riguarda l’aureola, anche se più modesta di San Gaetano, che circondava il capo di suor Orsola, non ancora esaminata e studiata sulle sue sante virtù.1 1 Il fascicolo è intitolato Acta in images impressas in charta pergamena distribuita in ecclesia Angelorum PP. Congregationis Theatinorum in die festa S. Cajetani Neapolis, in quibus in parte dextera adest imago S. Cajetani, a parte sinistra imago Sororis Sanctae Gravinensis Ecclesiae Episcopi E’ datata 20 maggio 1679 una ulteriore “Relatio ad Limina” inviata a Roma. A Napoli Cennini sente parlare di un certo Simone Coya di Gravina, di cui cominciavano a circolare composizioni musicali, cantate e serenate. Esprime molto piacere nel sapere che un suo “diocesano” compone anche musica sacra.2 Nel 1679 mons. Cennini da Napoli si porta a Gravina per alcune incombenze. Artale Giuseppe “Della Enciclopedia poetica” Poesia dedicata a Mons. Cennini Ursulae Benincasa cum gilio praemanibus, et diadema super caput subdictae imaginis B. MAriae Virginis habentis brachio Puerorum Iesum in acto indicanti, ut praesumitur cultum erga dictam sorore Ursulam non dum declaratam Beatam. Napoli 1678 2 Coya Simone — Compose: «L’Amante impazzito con altre Cantate. La sua cantata “in lingua napolitana” è una pagina ampia e coinvolgente, in cui la forma, di nobile e aulica origine, si piega, in un continuo oscillare tra stile “alto” e “basso”, all'adozione di stilemi popolari, tra cui quello, inconfondibile, della tarantella. Mottetti sacri a una e 2. Voci. Per il santissimo sacramento. Mottetta. Per ogni tempo a 2 Voci C.B. Sanctae Gravinensis Ecclesiae Episcopi È il card. Orsini a comunicare a Cennini il proprio trasferimento alla sede vescovile di Cesena, avvenuto Il 22 gennaio 1680. Il 2 luglio del 1681 la duchessa indossa l'abito di San Domenico. Come da prassi le sono tagliati i capelli per mano del suo confessore padre mastro fra Pietro Martire Ceramella. La duchessa diviene suor Maria Battista dello Spirito Santo. Le monache del convento la eleggono badessa. Ella rinuncia a tutti i titoli nobiliari. Diventata suora vuole essere chiamata solo con il nuovo nome religioso, questo è comunicato tanto alle consorelle tanto al vescovo. Il 15 dicembre 1681 è la data apposta sull’ultima “Relatio ad Limina” di Cennini. Egli scrive di essere residente a Napoli e, tra le altre cose, narra dell’entrata in convento della duchessa di Gravina. Anonimo Ritratto di Suor Battista dello Spirito Santo Al secolo Giovanna Della Tolfa Orsini Duchessa di Gravina Gravina, Monastero Santa Maria Sanctae Gravinensis Ecclesiae Episcopi Gravina, Monastero Santa Maria, affreschi sugli ingressi delle celle Sanctae Gravinensis Ecclesiae Episcopi Angelo Solimena “Il Paradiso” Sec. XVIII Gravina, Monastero Santa Maria delle domenicane Santa Lucia e Sant’Agata Bassorilievi in pietra (ricordi dell’antico conservatorio Santa Maria del Piede) Gravina, Monastero Santa Maria delle domenicane Sanctae Gravinensis Ecclesiae Episcopi Pianete Sec. XVII Gravina, Monastero Santa Maria3 Nel 1682 la città di Gravina è visitata e descritta dall’abate Giovan Battista Pacichelli, consigliere del duca di Parma Ranuccio, titolare del feudo di Altamura. Quello del 1682 è il primo viaggio, come “visitatore” del duca in Puglia e, oltre ad Altamura, visita molte altre città. Giunto a Gravina annota: «Una meza giornata lontana da Matera è Gravina, da me in tre ore ben veduta, città e ducato della nobilissima Casa Orsina, la quale possiede ancor sovra Salerno la terra nobile di Solofra, con vaghi tempi e lavoro di pergameni. Gravina è uno de‟ migliori granai della Puglia, onde sovra una delle sue porte si legge: Grana dat, et Vina clara Urbs Gravina; così chiamata dalle sue grotte o caverne, che alimenta 1916 fameglie. Ha qualche simiglianza con Matera di fuori, dove il castello ad un miglio non è punto considerabile, creduto di Federigo II nel sito delle caccie de‟ falconi. Non più ivi stanzan, sì come già a divorar le serpi, nella state le cicognie, dove pur si 3 Si racconta di pianete realizzate con vesti della duchessa madre il quale aveva avuto presentimenti che il figlio sarebbe salito in alto nella gerarchia ecclesiastica. Sanctae Gravinensis Ecclesiae Episcopi diffonde un aggradevole luogo da divertirsi cacciando. I Padri di San Domenico ed altri Regolari vicino alle mura alloggiano in assai comodi conventi. Le vie di dentro sono pur molto lorde e non ben lastricate. La chiesa madrice, dedicata all‟Assunta, che serba un braccio di San Tomaso Cantuariense, ha un pavimento di marmi bianchi, un comodo coro, chiuso pe‟l verno, l‟altare di un divoto crocefisso e, sotto, un‟altra chiesa co‟ sepolcri. È stato migliorato il Vescovado, che frutta due mila ducati, da Monsignor Cennini Sanese, oggi Inquisitore in Napoli. Nel vicino monastero novello sta, dedicata allo Spirito, la Duchessa, madre del Signor Cardinale e del giovane Duca, che dopo morte dell‟Altieri ha sposato la Tocco, sorella del Principe di Montemiletto. Ultima scintilla è quella dama della nobilissima Casa della Tolfa, dalla quale Teodora Contessa di Aquino diede in luce il gran San Tommaso, e vi è picciola chiesa. Quella, che chiaman del Purgatorio, di architettura moderna, custodisce otto corpi santi, ed è quasi cappella ducale. Il palazzo si torna a fabricare di pietre bianche, con piazza, buoni quarti, e un cornicione in cime, con alcuni cannoni di pietra esposti fra gli stucchi di color metallo. Mostran di essere comode le case, vi è molta civiltà, con diverse fameglie nobili, le quali nodriscon galanteria, e vi si fabrica la majolica grossa, smaltendosi col bestiame e con altro nella sua fiera di aprile. Sfuggii le forme di complimento offertemi dall‟erudito Canonico Donat‟Angelo Lettieri, da me praticato in Roma, e da altri, sendomi raffrescato di passaggio e in piedi nel più picciol chiostro fuor delle porte. Sodisfacendomi per molti in questa dominante la conversazion amabile del dottor medico Federigo Meninni, filologo ben conosciuto in Italia per le sue poesie e per l‟Idea del sonetto e della canzone. Fa menzion di Gravina Giovanni Lorenzo Anania nella Descrizzion di Europa, e la dimanda Academia Auberio Mireo in Politica sive Statu Religionis Christianae.”. Gravina nel XVII secolo, vista dall’Abate Pacichelli Sanctae Gravinensis Ecclesiae Episcopi Mons. Cennini ha sempre un buon rapporto con la famiglia Orsini. A causa di questo comportamento è però denunciato di connivenza e costretto, in una lunga lettera alla Segreteria di Stato del 19 dicembre 1682, a giustificarsi da questa accusa di «haver assoluto senza facultà il Duca di Gravina dalla scomunica incorsa per l’eccesso stato commesso nelle mie carceri vescovali, et offese fatte ad un chierico, che vi si trovava carcerato», ammettendo di «haver passato assai buona corrispondenza con la Casa di Gravina» e concludendo orgogliosamente «io ho sostenuto anco la mia dignità, et in tutte le materie, o di giurisdizione, o d’altro». In quest’anno 1682, parte da Gravina la gigantesca vasca battesimale destinata alla cattedrale di Cesena, il committente è il vescovo Vincenzo Maria Orsini, che vi fa scolpire in latino sul piedistallo: Fra’ Vincenzo Maria Orsini romano, dell’Ordine dei Domenicani, cardinale presbitero di santa romana Chiesa, del titolo di San Sisto, arcivescovo di Manfredonia, vescovo della santa Chiesa di Cesena. Scolpito a Gravina in Puglia nell’anno del Signore 1682.4 Cesena, Fonte Battesimale della Cattedrale Il 23 marzo 1683 è la data degli ammonimenti e delle censure sottoscritte da mons. Cennini a scapito di mandatari che volevano liberare chierici dal carcere ecclesiastico. Nel 1684 Cennini compila il suo testamento, annunciando il card. Orsini quale esecutore. Nel testamento predispone minuziosamente le destinazioni dei suoi beni e i lasciti occorrenti per le celebrazioni in suffragio della sua anima. Tra l’altro scrive : «L’anima mia in quell’hora che si partirà dal corpo 4 In questa Fonte, agli inizi del Settecento, fu battezzato anche Angelo Onofrio Melchiorre Natale Giovanni Antonio Braschi, che di lì a qualche anno sarebbe diventato Papa Pio VI. Sanctae Gravinensis Ecclesiae Episcopi all’eterno riposo, et in quanto al mio cadavere la Maestà Sua se compiacesse di farmi morire nella città di Gravina, dove sono stato sin hora 39 anni vescovo, voglio che sia seppellito nella Chiesa Cattedrale in quel luogo separato, che già sta disegnato nella cappella della gloriosa Vergine (cappella Santa Maria Consolazione degli Afflitti n.d.r), fatta accomodare da me, con quelle esequie, che parerà all’infrascritto mio erede, quando poi havessi da morire in questa città di Napoli, voglio che sia seppellito nella chiesa di San Domenico Maggiore dove la porto più particolare affetto, per essere stato a trovarmi Ministro generale della Santa e Suprema Inquisizione di Roma». Gravina Basilica Cattedrale, Cappella Santa Maria degli Afflitti Particolare dello stemma del vescovo Cennini (sopra) Particolare del Cristo morto scolpito sul davanti dell’altare (sotto) Sanctae Gravinensis Ecclesiae Episcopi Gravina Basilica Cattedrale, Cappella Santa Maria degli Afflitti Mausoleo funebre de vescovo Domenico Cennini Particolare degli angeli, uno con la mitria e l’altro che reggeva il pastorale Gravina Basilica Cattedrale, Cappella Santa Maria degli Afflitti Particolare della decorazione sull’altare Sanctae Gravinensis Ecclesiae Episcopi «È mia intenzione, e così ordino, che i libri, che si trovano qui in Napoli nel mio studio, si facciano condurre in Gravina, per unirsi con gli altri che tengo in detta città, et il mio sentimento sarìa che si trovasse modo di fare una stanza da tenerceli e servire per studio con che il capitolo debbia eleggere un costode per un anno al più, ad havere pensiero di mantenere detti libri e consignarseli per inventario ed obligo di dar comodità ai capitolari et altre persone ecclesiastiche che habbi bisogno di studiare, di poterlo fare ma non estrahere alcuno libro da detto luogo» . Inoltre: 5 Il vescovo inquisitore muore a Napoli il 21 agosto 1684, così com’è riportato in una seduta del Capitolo Cattedrale. La Basilica di San Domenico Maggiore è per l’occasione predisposta per il rito funebre: «al centro, con un apparato effimero a scalinate a modo di mausoleo, coperto di panni e drappi rossi, sulla cui cima fu posizionata la “cascia” di castagno che conteneva la salma. Tutt’intorno ardevano candelabri. La Basilica fu parata tutta a lutto, dappertutto disegni con teste di morte»6. Le esequie sono certamente celebrate dall’arcivescovo di Napoli. È eseguita una messa a due cori, diretta dal celebre maestro di cappella Francesco Provenzale7. Anche a Gravina, appena giunta la notizia, si mette in moto la macchina organizzativa per le celebrazioni in sua memoria. Anche nella cattedrale è predisposta una “castellana” che supportava una cassa vuota che simbolicamente ospitano le spoglie del vescovo. Dopo le solenni esequie è certamente inumato nella Basilica di San Domenico Maggiore, adempiendo così alle sue volontà. Nella cappella dell’Annunciazione è posta la lapide che riporta l’iscrizione dettata ma mons. Pompeo Sarnelli: Domenico Cennini Patritio Senensi, Gravinensium Pontifici, Magno Cardinali Cennini Consobrino Suo sola Inferiori porpora. Vitæ integritate, morum suavitate, doctrinae ubertate, Illi nec, nec Ulli, SECUNDO. Nel Pontificio exercendo esemplare constantia in Fidei da hæresibus tuendæ generalizzato Ministerio summa prudentia, cum primis admirando. De DOMINICI familia8, deceduto nomine nuncupatus est defunto meliora charismata æmulari non desiit, deceduto Templo corpus suum commendavit optime Merito. Anno LXXXIII. M. II DI nato, cum Gravinæ sedisset Ann. XXXIX. MVD XVI. XXI. Agostino M. DC. LXXXIV. perennem renato ad vitam. Ven VINCENTIVS MARIA URSINVS Ordinis praedicatorum, tituli S. Xysti SRE cardinalis presbitero Archiepiscopus Sipontinus, Maltis nominibus da ineunte aetate uovo devinctissimus, ejusdemque postremæ voluntatis Publicis tabulis expressæ esecutore lubens, mutum hunc lapidem vocalem factum, veritatis e animi Testem, ceu Patri amantissimo BM P. Nell’incarico di inquisitore gli succede Davide de Scribanis, a cui però non è dato il titolo di Ministro. Alcuni sacerdoti gravinesi sottoscrivono le somme percepite per le celebrazioni di messe in sua memoria. 5 ADG, Fondo capitolare, I K 10, Della eredità Cennini [1684], ADG, Fondo capitolare, I K 10, Della eredità Cennini [1684], 7 Francesco Provenzale (Napoli, prima del 15 settembre 1624 – Napoli, 6 settembre 1704) è stato un compositore e insegnante italiano, il primo grande compositore napoletano a comporre opere, ma il suo prestigio risiede principalmente nella sua attività didattica, la quale formò i più importanti compositori napoletani attivi agli inizi del XVIII secolo.. (Cfr. Wikipedia) 8 Sulla lapide l’unico riferimento di appartenenza alla famiglia domenicana. Per il resto del materiale sia documentario, sia lapidario che araldico niente lascia supporre la sua appartenenza all’Ordine dei Predicatori come alcuni riportano, è comunque certa una forte simpatia per i domenicani. 6 Sanctae Gravinensis Ecclesiae Episcopi Mons. Domenico fece molti doni alla Cattedrale di Gravina. Tra questi un Crocifisso di avorio « prezzo dato da Monsignore>>, numerosi e preziosi paramenti 9 di assai e altri oggetti per uso liturgico. Gravina Basilica Cattedrale Pianeta feriale con lo stemma di mons. Cennini Gravina Basilica Cattedrale Stemma di mons. Cennini sulla coperta di un libro liturgico 9 Alcuni paramenti, poiché laceri e non conformi furono dal card. Orsini, nella Visita del 1714, distrutti dopo averne ricavato le parti in oro e argento per realizzare altri parati. Sanctae Gravinensis Ecclesiae Episcopi Si parla anche di un copioso e importante epistolario politico che, rimasto inedito, è gelosamente conservato dal canonico Bonaventura Maiorana. Quest' ultimo, morendo, lo affida al nipote D. Antonio, illustre giureconsulto, canonico della stessa Cattedrale di Gravina. Oggi quest'epistolario è andato sventuratamente perduto. L’Orsini tenendo fede alla volontà testamentaria del Vescovo Cennini, fa impreziosire il trono vescovile della cattedrale di Gravina. Nella stessa cattedrale, il Cardinale dà il compito a un «marmoraro idoneo» di riassettare l’altare maggiore commissionato da Mons. Cavalieri con un lascito di Cennini. Riguardo la biblioteca privata del defunto vescovo di Gravina, alcune note di spesa del 1685 attestano l’arrivo da Napoli di diciassette casse di libri. Sono quindi avviati i relativi lavori per la sistemazione della libreria del vescovo Cennini, che per un certo tempo occupano dei locali della sacrestia. Per la memoria futura è incisa una lapide in cui il card. Orsini indica gli scopi della stessa biblioteca. Dal latino si può leggere Una volta il luogo sacro per il culto era collocato tra due stanze destinate ai sacerdoti, delle quali una era la sacrestia e l’altra la biblioteca. Ciò sta a significare che il ministro dell’altare, nel momento in cui si accinge ad accedere al Sancta Sanctorum, deve indossare i paramenti sacri non meno che l’abito della dottrina. Sono infatti respinti dal sacerdozio coloro che hanno ricusato la scienza. Affinché voi, chierici di Gravina, non abbiate scuse, ecco che Domenico Cennini, vostro beneficentissimo vescovo, vi ha lasciato i libri e fra’ Vincenzo Maria Orsini dell’Ordine dei Predicatori, cardinale presbitero di Santa Romana Chiesa del titolo di San Sisto, arcivescovo di Benevento, piissimo esecutore testamentario di un volere altrettanto pio, ha eretto in verità la Biblioteca nell’anno 1686. Intraprendete quindi l’opera con i sacri studi e ricolmi di virtù dimostratevi degni dei divini ministeri. Gravina Basilica Cattedrale Affresco con iscrizione dell’istituzione della biblioteca “Cennini” un tempo collocata in un ambiente della sagrestia L’anno successivo, il vescovo Domenico Valvassori (1686-1689) riferisce di aver visitato la biblioteca «seu libreria» che «estat ante ecclesiam cathedralem» con una porta, chiave e serratura nuova, ben costruita. Il bibliotecario, eletto dal Capitolo, è all’epoca don Giuseppe Camerata. Sempre all’epoca, la biblioteca è Sanctae Gravinensis Ecclesiae Episcopi costituita da tre stanze e conserva molti libri di diritto «legali, canonicisti e altri». Ai fini di un maggiore controllo sul patrimonio librario, lo stesso vescovo dispone la redazione di un inventario di tutti i libri.10 Gravina Biblioteca Capitolare “Finy” Bibbia latina Venezia, 1497 Gravina Biblioteca Capitolare “Finy” Disposizione interna prima dei lavori del 2010-2011 10 Il fondo librario lasciato dal vescovo Cennini fu ulteriormente arricchito con le donazioni dell’arcidiacono Donato Angelo Lettieri (1700) e dal papa Benedetto XIII (1729). Tuttavia la donazione più cospicua dal punto di vista del patrimonio librario e finanziario alla Biblioteca Capitolare si deve al cardinale Francesco Antonio Finy (1669-1743), stretto collaboratore del papa Benedetto XIII, al seguito dell’Orsini fin dai tempi in cui lo stesso era arcivescovo di Benevento. Finy, infatti, nominando suo esecutore testamentario il cardinale Giuseppe Spinelli, arcivescovo di Napoli, dispose che fossero assegnate al Capitolo della Cattedrale di Gravina la sua ricca biblioteca personale e una dote di duemila ducati. Il cardinale Finy stanziò altri 600 ducati in favore del Capitolo Cattedrale, perché provvedesse alla costruzione di un contenitore dove collocare la biblioteca e all’acquisto delle relative suppellettili. Sanctae Gravinensis Ecclesiae Episcopi Gravina Biblioteca Capitolare “Finy” Disposizione interna dopo i lavori del 2010-2011 Gravina Biblioteca Capitolare “Finy” e Chiesa del Purgatorio in un disegno Sanctae Gravinensis Ecclesiae Episcopi Ceci P. Ritratto di mons Domenico Cennini (copia del ritratto ufficiale) 1893 firma autografa di mons. Cennini Sanctae Gravinensis Ecclesiae Episcopi Si ringrazia dott. Renzo Paternoster Bibliografia essenziale AAVV "Ordini religiosi e società nel Mezzogiorno moderno: Atti del Seminario di studio, Lecce, 29-31 gennaio 1986", Volume 1 AAVV Archivio storico per la Calabria e la Lucania, Volumi 33-34, 1964 AAVV Confraternite, arte e devozione in Puglia: dal Quattrocento al Settecento Electa, 1994 AAVV Ricerche sul '600 napoletano: dedicato a Ulisse Prota-Giurleo nel centenario della nascita L & T, 1986 Aggravi L. Toponimia di Castiglioncello del Trinoro....... Alfredo G. Musicisti e cantanti di Terra di Bari, Tip. Mare,1968 Amabile L., Il Santo Officio della inquisizione in Napoli, Lapi tip. ed., Città di Castello 1892 Bandini D. Francesco Cennini, cardinale di S.R.C., Siena 1942 Boaga E. La soppressione innocenziana dei piccoli conventi in Italia, Ed. di Storia e Letteratura, 1971 Canosa R., Storia dell'Inquisizione in Italia: dalla metà del Cinquecento alla fine del Settecento, vol. 5, Napoli e Bologna, Sapere 2000, Roma 1990 Capecelatro F. 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Nobile, 1854 Gaudioso F. – Pellegrino B a cura di AAVV Ordini religiosi e società nel Mezzogiorno moderno: atti del Seminario di studio, Lecce 29-31 gennaio 1986, vol. 3, Congedo, Lecce 1987 Gelao C. a cura di Confraternite, arte e devozione in Puglia: dal Quattrocento al Settecento Electa, 1994 Gilbert P. L'uomo moderno e la chiesa: Atti del congresso 16-19 novembre 2011, Gregorian Biblical BookShop, 2012 Giura Longo R. La Bolla in Coena Domini e le franchigie al clero meridionale in archivio storico per la Calabria e la Lucania anno XXXII (1963) Fasc. III – IV Collezione Meridionale Editrice Guglielmotti A. 8: pontificia La squadra ausiliaria della marina romana a Candia ed alla Morea : storia dal 1644 al 1699 Roma : Voghera Carlo, 1883 Mocchi G. a cura di Omaggio a Tommaso Cornelio, t. 1, Rubbettino 2005 Pacichelli G.B. 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Famiglie nobili Tipografia delle scienze 1847 Fonti Archivistiche Archivio Unico Diocesano Gravina - Dell’eredità Cennini Voti Capitolari Epistole Le notizie e le immagini contenute non si ritengono essere esaustive, qualora si possiedono notizie ed immagini sulla figura di Mons. Domenico Cennini ed il suo periodo a Gravina, saremmo molto grati se venissero inoltrate a : [email protected] Ultimo aggiornamento ottobre 2015 Sanctae Gravinensis Ecclesiae Episcopi e/o [email protected]