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04 - CONSIGLIARE I DUBBIOSI E INSEGNARE AGLI IGNORANTI

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04 - CONSIGLIARE I DUBBIOSI E INSEGNARE AGLI IGNORANTI
FORMAZIONECLERO2016#4
Consigliare i dubbiosi e insegnare agli ignoranti
«Gesù, dinanzi alla moltitudine di persone che lo seguivano, vedendo che erano stanche e sfinite,
smarrite e senza guida, sentì fin dal profondo del cuore una forte compassione per loro (cfr Mt 9,36). In
forza di questo amore compassionevole guarì i malati che gli venivano presentati (cfr Mt 14,14), e con
pochi pani e pesci sfamò grandi folle (cfr Mt 15,37)» (MV 8)
La tradizione della Chiesa, in particolare per merito dell’interpretazione allegorica di Mt 25, 31-46 fatta da
Origene, accanto alle opere di misericordia corporali, ha conosciuto fin dai primi secoli il valore di altre opere,
chiamate in seguito spirituali. Di ciò ne era convinto Agostino, che scrive: «Fa elemosina chi dà da mangiare
all’affamato, dà da bere all’assetato, chi veste l’ignudo, chi accoglie il pellegrino, chi nasconde il fuggitivo, chi
visita l’infermo o il carcerato, chi riscatta il prigioniero, chi corregge il debole, chi accompagna il cieco, chi consola l’afflitto, chi cura l’ammalato, chi orienta l’errante, chi consiglia il dubbioso, chi dà il necessario a chiunque
ne abbia bisogno, ma anche chi è indulgente con il peccatore» (Manuale sulla fede, speranza e carità 19, 72).
E qualche secolo dopo anche Rabano Mauro, ispirandosi ad Agostino, afferma che esistono numerose forme
di elemosina: «Fa elemosina chi riconduce l’errante sulla via della verità; fa elemosina chi istruisce l’ignorante,
chi annuncia la parola di Dio ai suoi vicini; fa elemosina chi non cessa di condividere i propri beni materiali con i
propri fratelli, cioè con gli altri uomini; fa elemosina chi offre cibo e vesti ai bisognosi, li ospita, visita gli infermi,
sostiene con i propri beni i carcerati e i tribolati, e non manca di liberare i condannati a morte e ai supplizi» (La
formazione dei chierici 2, 28). A partire da Tommaso d’Aquino (Summa Theologiae II-II, q. 32, a. 2) poi queste
opere di misericordia spirituali si fissarono in un settenario, di cui le prime due sono insegnare agli ignoranti e
consigliare i dubbiosi.
L’ignorante è colui che non sa. Ma di tutte le ignoranze la più pericolosa è senza dubbio quella del Cristo, il
vero maestro (Mt 23, 10), il cui insegnamento è dettato dal Padre (Gv 7, 16) ed è volto a mostrare il Padre (Gv
14, 9). Dopo la resurrezione è il Signore Gesù ad inviare i suoi discepoli a tutte le genti per battezzarle e per
insegnar loro ad osservare tutte quelle cose che lui stesso ha comandato (Mt 28, 19-20). E per sostenerli in questo compito gli assicura l’assistenza dello Spirito Santo che insegnerà loro ogni cosa e gli ricorderà quanto lui
aveva detto (Gv 14, 26). Così gli apostoli nella loro predicazione non insegnano in nome proprio, ma nel nome
di Gesù (At 4, 18; 5, 28).
Il dubbioso, invece, come ricorda la parola stessa, è colui che non sa scegliere tra due cose, è colui che oscilla tra due pensieri. Ma il dubbioso può purtroppo diventare pian piano simile a quell’esitante della lettera di
Giacomo il quale «somiglia all’onda del mare mossa e agitata dal vento» che non può pensare «di ricevere qualcosa dal Signore» (Gc 1, 7-8). Nel vangelo è il Signore Gesù che si pone accanto ai dubbiosi e li stimola con
domande fino a portarli alla verità: così si comporta con i suoi discepoli, con la Samaritana e con i discepoli di
Emmaus. Anche nella Chiesa da sempre vi sono uomini e donne cui Dio ha fatto dono del consiglio, perché –
come ricorda Tertulliano – «cristiani non si nasce ma si diventa» (Apologetico XVIII, 5) grazie alla mediazione di
un padre o di una madre che sappiano esercitare l’arte dell’accompagnamento nello Spirito, che sappiano cioè
guidare con infinita pazienza e nella libertà alla vita secondo Dio, «il Padre dal quale ogni paternità nei cieli e
sulla terra prende nome» (Ef 3,14-15).
«Si mise a insegnare loro
molte cose»
Mc 6,34
Sal 119,88;
Mc 1,27; Mt 23, 1-10;
Mt 28, 19-20;
Gv 7, 16; Gv 14, 9; Gv 14, 26;
At 4, 18; At 5, 28; At 5,42;
2Tm 3, 16
Alla luce della Parola di Dio che hai letto e meditato, pregato e contemplato ecco alcune domande alle quali
dare una risposta franca: Secondo la celebre sentenza di Gregorio Magno l’ignoranza della Scrittura è l’ignoranza di Cristo: quanto tempo dedico alla Scrittura nella mia quotidianità? Sono intimamente convinto che il
Signore Gesù è il vero maestro? Nel mio ministero insegno nel nome del Signore Gesù o nel mio?
«La scienza del saggio
cresce come un diluvio e
il suo consiglio è come
sorgente di vita»
Sir 21,13
Tb 4, 18;
Gb 12, 13;
Sal 16, 7; Sal 32, 8;
Sir 21, 13; Sir 37, 7-15;
Is 41, 28;
Gc 1, 6-8
Alla luce della Parola di Dio che hai letto e meditato, pregato e contemplato ecco alcune domande alle quali
dare una risposta franca: Quando oscillo nei miei pensieri ho accanto a me un uomo o una donna di Dio a
cui poter aprire il cuore? Se Dio mi ha fatto dono del consiglio, lo metto a disposizione di chi ne ha bisogno?
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