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Bibbia alla mano A4 - Assemblea di Yahshua

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Bibbia alla mano A4 - Assemblea di Yahshua
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La Bibbia
e i suoi perché
2
INDICE
1)
2)
3)
4)
5)
6)
7)
8)
Chi è Dio? .................................................................................................. pag. 5
Qual è il nome personale di Dio? .......................................................................... 6
Dio è uno solo o vi sono tre persone in Dio? .......................................................... 6
Chi è Gesù Cristo? .............................................................................................. 7
Quale natura assunse Gesù alla risurrezione? ......................................................... 9
Chi e che cosa è lo Spirito Santo? ...................................................................... 10
Quali altri prove dimostrano che la dottrina della trinità è errata? ............................ 11
Ma l’ordine di battezzare “Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”
non è una prova delle tre persone della trinità? ..................................................... 12
9) Come ha avuto origine l’universo? ...................................................................... 13
10) L’uomo viene davvero dalla scimmia? .................................................................. 13
11) Come è fatto l’uomo? Ha un’anima immortale? .................................................... 14
12) Perché certi passi biblici sembrano dire che l’uomo
abbia un’anima o uno spirito immortale? ............................................................. 14
13) Quando e dove è nata la menzogna della immortalità dell’anima?
Chi l’ha inventata? ............................................................................................ 14
14) Che cosa succede all’uomo quando muore? ........................................................ 14
15) I morti non sono in cielo, ma nelle tombe.
L’unica certezza che dà Gesù per i morti è la risurrezione. ...................................... 15
16) Perché Dio ci ha creati? ..................................................................................... 16
17) Se Adamo ed Eva furono creati perfetti, come mai si ribellarono a Dio? .................. 16
18) Che cos’è il peccato?
Che cos’era l’albero della conoscenza del bene e del male? ................................... 16
19) Il peccato aveva a che fare col sesso? ................................................................. 16
20) Se Satana li tentò, che colpa ebbero Adamo ed Eva? ........................................... 17
21) Perché Dio non ha sostituito Adamo ed Eva con un’altra coppia perfetta? ............... 17
22) Perché per il peccato di Adamo ed Eva dobbiamo subirne le conseguenze tutti? ...... 17
23) Chi è Satana? ................................................................................................... 18
24) Perché Dio non ha subito eliminato Satana? E perché Dio permette il male? ............ 18
25) Se Satana sarà annientato, la giustizia non è equilibrata?
Che bisogno c’era che Gesù morisse? ................................................................. 18
26) Come mai fra tanti popoli Dio scelse Israele come suo popolo?
E perché lo scelse? ............................................................................................ 19
27) Dopo la morte di Gesù, Israele viene abbandonato da Dio.
Qual è il futuro di questo popolo? ....................................................................... 19
28) Chi sono i santi? ................................................................................................ 21
29) Bisogna essere morti e andare in cielo per essere santi?
Il culto ai santi è biblico? Chi santifica? ................................................................ 22
30) Chi sono i 144.000 e la Grande Folla? ................................................................. 23
31) Qual è il compito dei santi? ................................................................................ 24
32) Se i santi avranno natura divina, come mai regneranno sulla terra? ........................ 25
33) Qual è lo scopo della predicazione? .................................................................... 26
34) Che cos’è la Chiesa? ......................................................................................... 26
35) Esistono davvero i doni spirituali? ........................................................................ 29
36) Quando verrà la fine del mondo? E quando ritornerà Gesù Cristo? ......................... 30
37) Il ritorno di Gesù sarà visibile o invisibile? ............................................................ 34
38) Gesù ritornerà proprio sulla terra? ........................................................................ 35
39) Qual è il vero significato della parola “Parousía”? ................................................. 37
40) E i santi vivi e morti? ......................................................................................... 38
41) Che cos’è il Giorno del giudizio? ......................................................................... 38
42) Che cosa accadrà dopo il Millennio? ................................................................... 41
43) Esiste l’inferno? ................................................................................................. 42
44) Che cos’è la legge che Dio diede ad Israele?
Gesù venne a dare una nuova legge? .................................................................. 44
3
45) Bisogna ancora osservare il sabato?
Ci si deve astenere dal mangiare carni di certi animali? ......................................... 45
46) Che cos’è la Pasqua ebraica? I Cristiani devono osservarla? ................................... 46
47) Che cos’è la Santa Cena? .................................................................................. 47
48) I Cristiani devono festeggiare il Natale? ............................................................... 48
49) Gesù aveva fratelli e sorelle carnali, figli di Maria? .................................................. 49
50) Perché Dio permetteva al suo popolo di far guerre?
Dio approva le guerre? ....................................................................................... 49
51) Le donne devono mettere il velo quando pregano? ................................................ 49
52) A chi si devono confessare i peccati? ................................................................... 50
53) Che cos’è la bestemmia contro lo Spirito Santo? ................................................... 50
54) Da chi fu scritta la Bibbia? Perché bisogna crederla? .............................................. 50
55) Che cos’è il battesimo? Perché è necessario? Qual è quello giusto? ......................... 51
56) Che cos’è l’apostasìa? ........................................................................................ 52
57) Se la Bibbia non parla di altri figli avuti da Adamo ed Eva prima di Caino,
perché poi dice che Caino ebbe moglie e andò ad abitare in un altro paese?............. 53
58) La Bibbia vieta le trasfusioni di sangue? . ............................................................. 53
59) La questione dell’anima (per chi vuole approfondire) ............................................. 56
60) Altri argomenti biblici in breve ............................................................................. 62
Gesù ritornerà!
Allora apparirà nel cielo
il segno del Figlio dell’uomo;
e allora tutte le tribù della terra
faranno cordoglio e vedranno
il Figlio dell’uomo
venire sulle nuvole del cielo
con gran potenza e gloria.
E manderà i suoi angeli
con gran suono di tromba
a radunare i suoi eletti
dai quattro venti
da un capo all’altro dei cieli.
(Matteo 24:30-31)
4
1
CHI È DIO?
COME DIO SI RIVELA NELLE VISIONI DEI PROFETI.
Come possiamo immaginarci Dio? Che aspetto ha, considerato che noi siamo a sua
immagine e somiglianza?
Ecco come Dio si rivela in visione a tre santi profeti:
«E vidi collocare dei troni, e un vegliardo sedersi. La sua veste era bianca come la neve
e i capelli del suo capo erano simili a lana pura; fiamme di fuoco erano il suo trono, che
aveva ruote di fuoco ardente. Un fiume di fuoco scaturiva e scendeva dalla sua presenza;
mille migliaia lo servivano, diecimila miriadi gli stavano davanti» (Daniele 7:9-10). Salvo
diversa indicazione, è usata la Versione Nuova Riveduta.
«Ed ecco, un trono era posto nel cielo e sul trono c’era uno seduto. Colui che stava
seduto era simile nell’aspetto alla pietra di diaspro e di sardonico; e intorno al trono c’era
un arcobaleno che, a vederlo, era simile allo smeraldo» (Apocalisse 4:3).
«Su questa specie di trono appariva come la figura di un uomo, che vi stava seduto
sopra, su in alto. Vidi pure come un bagliore di metallo, come del fuoco, che lo
circondava tutto intorno dalla sembianza dei suoi fianchi in su; e dalla sembianza dei
suoi fianchi in giù vidi come del fuoco, come uno splendore tutto attorno a lui. Qual è
l’aspetto dell’arco che è nella nuvola in un giorno di pioggia, tale era l’aspetto di quello
splendore che lo circondava. Era un’apparizione dell’immagine della gloria del Signore»
(Ezechiele 1:26-28). Vedi anche Isaia 61:1-2; Salmo 104:1-2.
DIO SI PRESENTA.
«Io sono Colui che è; io sono il primo e sono pure l’ultimo. La mia mano ha fondato la
terra, e la mia destra ha spiegato i cieli» (Isaia 48:12-13). Vers. Riveduta.
IDENTITÀ DI DIO.
SPIRITO: «Dio è spirito» (Giovanni 4:24 - CEI).
ETERNO: «Prima che i monti nascessero e venissero alla luce la terra e il mondo,
da sempre e per sempre tu sei, o Dio» (Salmo 90:2 - Edizioni Paoline).
SANTO: «Nessuno è santo come il Signore» (1 Samuele 2:2).
PERFETTO: «Siate perfetti, come è perfetto il Padre vostro celeste» (Matteo 5: 48).
ONNIPOTENTE: «Io sono l’alfa e l’omega, colui che è, che era e che viene,
l’Onnipotente» (Apocalisse 1:8).
UNICO: «Il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo» (Deuteronomio 6:4 - CEI).
AMORE: «Dio è amore» (1 Giovanni 4:8). Vedi Romani 5:8.
SAPIENZA: «Grande è il nostro Signore, e immenso è il suo potere;
la sua intelligenza è infinita» (Salmo 147:5).
CREATORE: «Così parla Dio, il Signore, che ha creato i cieli e li ha spiegati,
che ha distesola terra… che dà il respiro al popolo che c'è sopra,
e lo spirito a quelli che vi camminano» (Isaia 42:5).
PADRE: «V’è un solo Dio e Padre di tutti» (Efesini 4:6).
VERITÀ: «Tu m’hai riscattato, o Signore, Dio di verità» (Salmo 31:5).
GIUSTIZIA: «Quanto alla Rocca [Dio] l’opera sua è perfetta, poiché tutte le sue vie
sono giustizia. È un Dio fedele e senza iniquità; egli è giusto e retto».
(Deuteronomio 32:4 - Vers. Riveduta). Vedi anche: Salmo 145:17 e 119:137-138.
Ecco ancora un passo biblico che ci fa conoscere Dio:
«Il Signore è bontà e misericordia, è paziente, costante nell’amore. Il Signore è buono
con tutti, ha misericordia per ogni creatura… è fedele alle sue promesse, misericordioso
nelle sue opere. Sostiene chi sta per cadere, rialza chi è abbattuto.
Gli occhi di tutti sono fissi su di te e tu doni il cibo a tempo opportuno. Apri la tua
mano generosa e sazi ogni vivente. Il Signore è giusto in tutto, buono in ogni sua azione.
È vicino a chiunque lo invoca, a chi lo cerca con cuore sincero. Non delude le attese di
chi gli è fedele, ascolta il loro grido e li salva. Il Signore veglia su quanti lo amano, ma
distrugge tutti i malvagi» (Salmo 145:8-9,13-20 - Parola del Signore).
5
2
QUAL È IL NOME PERSONALE DI DIO?
Dio rivelò il suo nome personale a Mosè quando gli disse:
«Dirai così ai figli d’Israele: “l’IO SONO mi ha mandato da voi… Tale è il mio nome in
eterno; così sarò invocato di generazione in generazione”» (Esodo 3:14-15).
Perciò, il nome personale di Dio è IO SONO, dal tetragramma ebraico:
(YHWH).
Con questo straordinario nome il Signore ha rivelato Sé Stesso come Colui che esiste da
sempre e che sempre sarà. Ma il nome esprime anche quel che Dio vorrà rivelarsi secondo
la sua volontà.
È necessario dire che l’ebraico si scriveva con le sole consonanti. Le vocali venivano
aggiunte automaticamente dal lettore. Quindi, anche il nome divino era scritto con le sole
consonanti. Gli Ebrei, però, per timore riverenziale, preferivano non pronunciarlo. Perciò,
quando, leggendo le Sacre Scritture, incontravano il nome divino, al suo posto
pronunciavano la parola Adhonày, che significa Signore, oppure la parola Elòah, che vuol
dire Dio.
Questa tradizione fu tramandata oralmente. Ma così, col passare dei secoli, causa anche
le varie deportazioni degli Ebrei in territori stranieri, la pronuncia esatta del nome divino è
andata perduta.
Nei secoli V-X d. C. i Masoreti, sapienti ebrei, inventarono un sistema di punti e segni posti
sotto e sopra le consonanti, per indicare la pronuncia delle parole ebraiche nella Scrittura. Al
nome di Dio YHWH venivano poste le vocali delle parole Adhonày o Elòah, per ricordare al
lettore che doveva leggere Signore o Dio. Quindi, il tetragramma assumeva le forme Yahowàh
o Yehowàh.
La forma Yehowàh fu introdotta nelle versioni della Bibbia in altre lingue e adattata alla
pronuncia in ogni lingua. In italiano, ad esempio, assunse la forma Geova.
In merito alla pronuncia originaria del nome divino non vi è certezza assoluta. Comunque,
gran parte degli studiosi oggi ritiene che il nome di Dio in ebraico debba essere Yahwèh e
che si debba pronunciare “Iauè”. Non pochi sostengono che sia Yehowàh.
Noi accettiamo tutte le versioni, perché pensiamo che, al di là della pronuncia, con questo
nome ci si rivolge all’unico e vero Dio.
Nella Bibbia il nome sacro è scritto quasi settemila volte, ma quasi tutte le traduzioni lo
sostituiscono con i titoli Signore o Eterno.
3
DIO È UNO SOLO O VI SONO TRE PERSONE IN DIO?
Dio stesso dice: «Io sono IL SIGNORE [Yahwèh], e non ce n’è alcun altro; fuori di me
non c’è altro Dio!» (Isaia 45:5-6).
Gesù dice: «Questa è la vita eterna: che conoscano te, il solo vero Dio e colui che tu
hai mandato, Gesù Cristo» (Giovanni 17:3).
Parlando con uno scriba, Gesù citò la Scrittura e disse:
«Ascolta, Israele: IL SIGNORE [Yahwèh], nostro Dio, è l’unico SIGNORE [Yahwèh]… Lo
scriba gli disse: Bene, Maestro! Tu hai detto secondo verità, che vi è un solo Dio e che
all’infuori di lui non ce n’è alcun altro…» (Marco 12:29-32 e Deuteronomio 6:4).
È scritto nella Bibbia:
«E conoscano che tu, il cui nome è IL SIGNORE [Yahwèh], tu solo sei l’Altissimo su
tutta la terra» (Salmo 83:18).
«Sappiamo che l’idolo non è nulla nel mondo, e che non c’è che un Dio solo… Per noi
c’è un solo Dio, il Padre, dal quale sono tutte le cose» (1 Corinti 8:4-6).
«V’è un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo, un solo Dio e Padre di tutti»
(Efesini 4:5-6).
«Al Re eterno, immortale, invisibile, all’unico Dio, siano onore e gloria nei secoli dei
secoli. Amen» (1 Timoteo 1:17).
Vedi anche: Galati 3:20; Giacomo 2:19; Giuda 25; Neemia 9:6; Romani 3:30; 1 Timoteo
2:5 e 6:15-16; Deuteronomio 4:39.
6
La dottrina della “trinità” nella sua prima forma nacque nel 325 d. C., nel concilio di
Nicea. Fu fatta approvare forzatamente, in un clima di paura, dall’imperatore romano
Costantino, il quale non si “convertì” se non in punta di morte. Fu poi perfezionata nella
forma attuale nel concilio di Costantinopoli del 381.
Con la complicità dello stesso imperatore, tale dottrina fu ripudiata ed accolta diverse
volte prima di essere definitivamente inclusa fra le dottrine del cattolicesimo. Ma essa non fu
insegnata né da Cristo né dai suoi apostoli, né viene insegnata dalla Parola di Dio.
Con tale dottrina si vorrebbe far chiarezza sulla natura di Dio; ma, essendo frutto di
speculazione filosofica priva di basi bibliche, essa venne definita “un mistero”. E quando mai
“un mistero” è servito a spiegare un altro mistero?
Gli Ebrei hanno da sempre adorato il Dio unico, lo stesso Dio che nel Nuovo Testamento
non ha cambiato natura, ma è rimasto unico, e che per i veri Cristiani sarà sempre unico.
La dottrina della “trinità” è vero e proprio “triteismo” e non ha niente a che vedere col
monoteismo. L’autentico monoteismo consiste nella fede nel Dio unico, vero, eterno ed
onnipotente.
La dottrina della trinità è errata per le seguenti ragioni:
1) crea confusione, distorce, offusca e sminuisce la Maestà
del vero Dio e ne compromette la giusta adorazione;
2) fa di Gesù il padre di sé stesso ed il figlio di sé stesso;
3) fa di Gesù un uomo-dio, svuotando il valore del suo sacrificio,
mentre invece Egli fu perfettamente uomo, il secondo Adamo;
4) fa diventare l’eterno Creatore (il Padre, che è increato)
una creatura (il Figlio, che è stato creato) - vedi più avanti;
5) fa morire il Padre in croce, mentre Egli è immortale;
6) fa di Maria la madre di Dio, superiore a Dio stesso;
7) fa commettere idolatria.
Perciò, attenendoci alla verità, noi crediamo nell’unico vero Dio onnipotente, e siamo certi
di non sbagliare.
4
CHI È GESÙ CRISTO?
GESÙ È IL FIGLIO DEL DIO VIVENTE.
Gesù «è il Figlio del Dio vivente» (Matteo 16:16).
Molti, però, dicono che Gesù era Figlio come uomo, e che prima di venire nel mondo era
il Padre. In altre parole, credono che Dio Padre si sia fatto uomo, assumendo il ruolo di Figlio
nella carne, mentre nello spirito era sempre Dio Padre. Ma un tale concetto nella Bibbia non
esiste, e ne daremo appresso la dimostrazione.
GESÙ È LA PRIMA CREATURA CREATA DA DIO.
La Bibbia dichiara che Gesù è «il principio della creazione di Dio» (Apoc. 3:14). La qual
cosa significa che Cristo è in assoluto la prima creatura creata da Dio. Infatti, è pure scritto
che «Egli è l’immagine del Dio invisibile, il primogenito di ogni creatura» (Colos. 1:15).
Gesù stesso, quale Sapienza di Dio (1 Corinti 1:24), dice:
«Il Signore [Yahwèh] mi ha creato all’inizio del suo operare, prima delle sue opere più
antiche» (Proverbi 8:22 - Edizioni Paoline).
Eppure, anche davanti a tali prove, tanti affermano che Gesù non fu creato, ma generato.
Ma generare significa dare vita o dare origine; perciò, è comunque evidente che Cristo ha
avuto origine e vita dal Padre. E ciò vuol dire che Gesù ha avuto un principio, per cui non è
esistente dall’eternità, ma dal tempo in cui Dio lo ha creato.
GESÙ È IL PRIMOGENITO E L’UNIGENITO FIGLIO DI DIO.
È scritto che Gesù è «il primogenito di ogni creatura» (Colossesi 1:15; Ebrei 1:6) e che è
l’«unigenito dal Padre» (Giovanni 1:14).
Riflettiamo: Gesù, come uomo, non poteva essere né il primogenito né l’unigenito, perché
prima e dopo di Lui sono esistiti miliardi di uomini, fra cui il primo uomo Adamo.
7
Cristo fu ed è primogenito e unigenito come primo ed unico Figlio spirituale creato
direttamente da Dio e avente essenza e sostanza del Padre. La Bibbia dice, infatti: «Egli è
avanti ogni cosa e tutte le cose sussistono in lui» (Colossesi 1:17).
GESÙ È LA PAROLA CHE ERA CON DIO.
Nel principio della creazione dell’universo e di tutte le altre creature, Gesù esisteva già col
Padre, essendo stato creato prima, ed ha collaborato il Padre nella creazione.
Sia prima che venisse sulla terra, sia dopo la sua risurrezione, nessun’altra creatura ha
avuto la gloria che ha Cristo, perché Egli soltanto è il Figlio primogenito ed unigenito di Dio,
«splendore della sua gloria e impronta della sua essenza» (Ebrei 1:3).
Solo Gesù è Ho Logos, cioè La Parola, proprio perché per mezzo di Lui il Padre realizza i
suoi piani divini. Giovanni 5:30; 6:38.
Tale era ed è la gloria di Cristo, che il Padre stesso dice che suo Figlio è Dio. Infatti, è
scritto che il Padre «quando introduce il primogenito nel mondo dice: “Tutti gli angeli di
Dio lo adorino!”… Parlando del Figlio dice: “Il tuo trono, o Dio, dura di secolo in secolo e
lo scettro del tuo regno è uno scettro di giustizia”» (Ebrei 1:6,8).
Ecco perché l’apostolo Tommaso chiamò Gesù «Signor mio e Dio mio!» (Giov. 20:28).
Ed ecco perché Giovanni apostolo nel suo Vangelo scrisse: «Nel principio era la Parola
[Gesù], la Parola era con Dio [il Padre], e la Parola era Dio. Essa era nel principio con Dio.
Ogni cosa è stata fatta per mezzo di lei» (Giovanni 1:1-3). 1
Facendo uso di questo passo, molti tentano di far credere che Gesù e il Padre sono il
medesimo essere divino.
La Scrittura, invece, è chiarissima: nel principio della creazione dell’universo, la Parola,
cioè Gesù, era assieme al Padre e lo collaborava; tanto è vero che “ogni cosa è stata fatta
per mezzo di lei [la Parola]”. La Parola era Dio perché aveva e ha natura spirituale.
Giovanni stesso nella sua 1^ Lettera conferma ciò che ha scritto nel suo Vangelo e toglie
ogni dubbio: «La Parola che dà la vita esisteva fin dal principio… La vita si è manifestata
e noi l’abbiamo veduta. Siamo i suoi testimoni e perciò ve ne parliamo. Vi annunziamo la
vita eterna che era accanto a Dio Padre, e che il Padre ci ha fatto conoscere. Perciò
parliamo anche a voi di ciò che abbiamo visto e udito; così sarete uniti a noi nella
comunione che abbiamo con il Padre e con Gesù Cristo suo Figlio» (1 Giovanni 1:1-3 Parola del Signore).
Ecco un altro passo dove la distinzione fra Gesù e il Padre è chiarissima, anche se tutti e
due sono chiamati “Dio”: Ebrei 1:9, dove è scritto che il Padre dice al Figlio: «Hai amato la
giustizia e hai odiato l’iniquità, perciò, o Dio [Gesù], il tuo Dio [il Padre] ti ha unto con
olio di esultanza a preferenza dei tuoi compagni» - Ediz. Paoline.
Qualcuno potrà obiettare: Allora voi dite che ci sono due dii? Rispondiamo:
Assolutamente no! E chiariamo subito.
La Scrittura dice che il Padre è «il Dio degli dèi» (Salmo 136:2). La parola “dèi” qui è
riferita non agli idoli, ma alle creature celesti, nel senso che ogni spirito celeste è un dio.
Ad esempio, è scritto che Giacobbe lottò con un angelo, ma viene detto che “lottò con
Dio”, perché quell’angelo era mandato da Dio e lo rappresentava.
Vedi Genesi 32:25-31 e Osea 12:3-5.
Ora, Gesù, essendo superiore a tutte le altre creature celesti (1 Pietro 3:22), è anch’Egli
un Dio. Anzi, Gesù viene chiamato «Dio potente» (Isaia 9:5), ma questo non significa che
Egli sia il Padre.
Infatti, in tutta la Bibbia solo ed esclusivamente il Padre viene chiamato L’IDDIO
ONNIPOTENTE o L’ONNIPOTENTE (Esodo 6:2-3; Apocalisse 1:8; 4:8; 19:6; 21:6-7).
Quindi, per noi vi è un solo Dio onnipotente: Yahwèh, il Padre.
Mentre Gesù è stato creato, il Padre invece esiste da sempre! Infatti, è scritto: «Da
eternità in eternità, tu sei Dio» (Salmo 90:2).
Solo Yahwèh è il «Padre degli spiriti» (Ebrei 12:9). Ed è, quindi, anche il Padre di Gesù.
Gesù stesso disse: «Il Padre mio… è più grande di tutti». E disse: «Il Padre è maggiore di
me» (Giovanni 10:29 e 14:28).
1
Per correttezza e per chiarezza il verso di Giovanni 1:1 dovrebbe
tradursi: «…La Parola era con Dio e la Parola era un Dio…».
8
GESÙ È L’EMMANUELE.
Riguardo alla nascita di Gesù, la profezia annunciava: «La vergine sarà incinta e partorirà
un figlio, al quale sarà posto nome Emmanuele, che tradotto vuol dire: “Dio con noi”»
(Matteo 1:23 e Isaia 7:14).
Molti prendono questo passo nell’intento di dimostrare che Gesù e il Padre sono lo stesso
Dio. Ma sbagliano.
Gesù doveva chiamarsi Emmanuele (Dio con noi), semplicemente perché il Padre voleva
essere presente fra gli uomini mediante il proprio Figlio. Cristo, infatti, compiva ogni cosa in
nome del Padre, cioè rappresentando il Padre. Vedi Giovanni 5:43 e 6:38.
Ecco perché Gesù rimproverò Filippo (che non aveva ancora capito che Egli
rappresentava il Padre), dicendogli: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai
conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre; come mai tu dici: “Mostraci il
Padre”? Non credi tu che io sono nel Padre e che il Padre è in me? Le parole che io vi
dico, non le dico di mio; ma il Padre che dimora in me, fa le opere sue» (Giov.14:9-10).
Crediamo non ci sia bisogno di altri commenti!
Da notare anche che il nome Gesù, dall’ebraico Yehoshua, vuol dire “Yehowah è
salvezza”, a testimonianza che Dio ha provveduto la salvezza agli uomini mediante il Figlio.
Va sottolineato che “Yehoshua” viene tradotto “Gesù” ed anche “Giosuè”, ed era un nome
che centinaia (e forse migliaia) di Ebrei portarono prima e dopo la venuta di Cristo.
Anche Giosuè, capo dell’esercito d’Israele ai tempi di Mosè, si chiamava Yehoshua, tredici
secoli prima di Cristo. Il nome di Giosuè si rivelò profetico, perché a lui Dio affidò il compito
di portare alla salvezza il suo popolo, nella Terra Promessa. Vedi il Libro di Giosuè.
Ma il nome Yehoshua ebbe la pienezza del suo significato in Gesù, perché in Lui si compì
la salvezza di Dio per l’umanità. Matteo 1:20-25.
Va detto che era usanza degli Ebrei mettere ai neonati nomi che contenessero parte del
nome di Dio. Ad esempio:
Gioele, ebraico Yo’èl, vuol dire: “Yehowah è Dio”;
Matteo, ebraico Mat.tith.yàh, significa: “Dono di Yahwèh”;
Isaia, ebraico Yesha yàhu, significa: “Salvezza di Yehowah”.
Ovviamente, i nomi Emmanuele e Gesù non furono messi a Cristo in rispetto dell’usanza
d’Israele, ma per ordine di Dio. Ma abbiamo qui accennato al significato di alcuni nomi
ebraici, al fine di chiarire che, alla luce della Scrittura, chi vuol tentare di provare la dottrina
della “trinità” usando i nomi di Cristo, è completamente fuori strada.
Ecco uno stupendo quadro di Gesù e della sua opera di salvezza: «Dio, dopo aver parlato
anticamente molte volte e in molte maniere ai padri per mezzo dei profeti, in questi ultimi
giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che egli ha costituito erede di tutte le cose,
mediante il quale ha pure creato l’universo. Egli, che è splendore della sua gloria e
impronta della sua essenza, e che sostiene tutte le cose con la parola della sua potenza,
dopo aver fatto la purificazione dei peccati, si è seduto alla destra della Maestà nei luoghi
altissimi» (Ebrei 1:1-3). Filippesi 2:5-11.
5
QUALE NATURA ASSUNSE GESÙ ALLA RISURREZIONE?
Mentre era sulla terra come uomo, Gesù un giorno pregò il Padre: «Ora, o Padre,
glorificami tu presso di te della gloria che avevo presso di te prima che il mondo
esistesse» (Giovanni 17:5).
Gesù, dunque, quale primogenito e unigenito Figlio di Dio, prima di venire sulla terra
come uomo aveva natura spirituale.
Quando Dio lo risuscitò il terzo giorno dalla morte, gli diede non la stessa gloria che aveva
prima, ma una gloria ancora maggiore.
Infatti: «Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato il nome che è al di sopra di
ogni nome, affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra, e
sotto terra, e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre»
(Filippesi 2:9-11). Vedi anche: Efesini 1:21; 1 Pietro 3:22; Matteo 28:18; Colossesi 1:15-20.
La Bibbia dice che Gesù «è stato messo a morte quanto alla carne, ma vivificato quanto
allo spirito» (1 Pietro 3:18) e che il Padre «lo ha risuscitato dai morti per non tornare più
nella corruzione» (Atti 13:34).
9
Perciò Gesù, alla risurrezione, assunse la natura spirituale e più precisamente la natura
divina. E l'apostolo Paolo lo testimonia dicendo che Gesù è diventato: «Spirito vivificante»
(1 Corinti 15:45). Vedi anche: 2 Corinti 3:17.
Ma che ne è stato del suo corpo quando Egli risuscitò?
Prima di morire, ai Giudei Gesù aveva detto: «Disfate questo tempio, e in tre giorni lo
farò risorgere… Egli parlava del tempio del suo corpo» (Giovanni 2:19-21).
Quindi, secondo le sue parole, il suo corpo doveva risuscitare dopo tre giorni dalla morte,
come poi avvenne. Il corpo di Gesù, infatti, fu da Dio risuscitato e trasformato in corpo
spirituale; venne assorbito dal suo nuovo corpo spirituale. Vedi: 2 Corinti 5:4.
La risurrezione dei santi morti, che sarà simile a quella di Cristo, e la trasformazione dei
santi che saranno ancora vivi alla sua venuta, chiariscono meglio quanto stiamo dicendo.
L’apostolo Paolo profetizzò: «Non tutti morremo, ma tutti saremo trasformati, in un
momento, in un batter d’occhio, al suono dell’ultima tromba. Perché la tromba squillerà, e
i morti risusciteranno incorruttibili, e noi saremo trasformati» (1 Corinti 15:51-53).
Ancora un esempio illuminante: Paolo scrive che Gesù «trasformerà il corpo della nostra
umiliazione [il corpo di carne] rendendolo conforme al corpo della sua gloria» (Filip.3:21).
Tanti dicono che alla risurrezione Gesù abbia assunto una natura umana glorificata,
perché in Giovanni 20:27 si legge che Egli invitò l’apostolo Tommaso a mettere la mano
nella ferita del suo costato.
Ma basta leggere il versetto prima per notare che il Signore si presentò in casa dei suoi
discepoli «a porte chiuse» (Giovanni 20:26); la qual cosa significa che un corpo di carne non
poteva passare attraverso la porta chiusa, ma uno spirito si.
È evidente che Gesù entrò nella casa nella sua natura spirituale e, mediante la sua
potenza divina, assunse istantaneamente un corpo umano, che poi smaterializzò quando
scomparve. Vedi ad esempio: Luca 24:31.
Nella storia biblica vi sono numerosi casi in cui degli angeli inviati da Dio sulla terra hanno
assunto corpi umani, che poi smaterializzavano quando scomparivano. Vedi: Genesi capitoli
18, 19 e 32:1; Giudici capitolo 13; Luca 24:4; Atti 1:9-11.
Ora, se dei semplici angeli hanno potuto far questo, quanto più poteva e può farlo il Figlio
di Dio, che è al di sopra degli angeli!
6
CHI E CHE COSA È LO SPIRITO SANTO?
Con le parole Spirito Santo o semplicemente Spirito, la Scrittura identifica Dio o suo
Figlio Gesù. Alcuni esempi:
del Padre è detto: «Dio è Spirito» (Giovanni 4:24) - CEI.
del Figlio è detto che è «Spirito vivificante» (1 Corinti 15:45),
perché è l’impronta dell’essenza del Padre (Ebrei 1:3).
In Atti 5:3-4 è detto che Anania mentì allo Spirito Santo, cioè a Dio. In Atti 28:25 è
detto: «Ben parlò lo Spirito Santo ai vostri padri per mezzo del profeta Isaia» (Vers. Rived.).
Più in generale, lo Spirito Santo o lo Spirito, è la manifestazione in potenza di Dio o di
suo Figlio Gesù.
Ad esempio, lo Spirito Santo come potenza divina (o energia dinamica divina) si è
manifestato:
- come «un suono come di vento impetuoso che soffia e riempì
tutta la casa dov’essi [i discepoli] erano seduti» (Atti 2:2);
- in «lingue come di fuoco» (Atti 2:3);
- «come una colomba» (Matteo 3:16);
- come energia o forza: l’apostolo Paolo scrisse: «…Mi affatico, combattendo con la sua
forza [di Dio], che agisce in me con potenza» (Colossesi 1:29).
Atti 1:8; Luca 1:35; Romani 15:13; Giovanni 20:22; Michea 3:8.
La Scrittura non identifica mai lo Spirito Santo o lo Spirito come una terza persona di una
trinità.
Avendo Gesù parlato dello Spirito Santo come di «un altro Consolatore» che doveva stare
con i fedeli per sempre (Giovanni 14:16-18,26; 15:26; 16:7-15), molti dicono che Egli
menzionava la cosiddetta terza persona della trinità. Ma sono in errore.
10
Ma vediamo Chi in realtà doveva stare con i fedeli per sempre.
Mentre parlava del Consolatore, Gesù disse: «Non vi lascerò orfani; tornerò a voi».
Egli disse pure: «Dove due o tre sono riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».
Disse anche: «Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell’età presente».
(Giovanni 14:18; Matteo 18:20; Matteo 28:20).
Da queste parole è evidente che il Consolatore è Gesù stesso, che si è manifestato: sia
direttamente (Atti 22:6-21), sia mediante un angelo da Lui inviato che lo rappresentava
parlando e compiendo la sua opera nel suo nome (Giovanni 16:13-15; Apoc.1:1 e 22:16-17).
Da notare che la parola Consolatore, dal greco Parakletos, principalmente significa:
AVVOCATO, “Intercessore”, “Difensore”.
Riflettiamo: se lo Spirito Santo fosse davvero la terza persona di una trinità, non potrebbe
essere né l’Avvocato, né l’Intercessore, né il Difensore dei credenti, perché non è venuto a
morire per noi.
Solo Gesù è venuto a morire per noi, perciò soltanto Lui ha il diritto di essere l’Avvocato,
l’Intercessore ed il Difensore dei fedeli. Vedi: Giovanni 14:6; 1 Timoteo 2:5-6.
La parola greca Parakletos nel Nuovo Testamento è usata solo cinque volte e soltanto
dall’apostolo Giovanni: quattro volte nei capitoli 14, 15 e 16 del suo Vangelo e una volta
nella sua prima Epistola al capitolo 2, verso 1. Sia perciò lo stesso Giovanni a dirci Chi è il
Parakletos.
Proprio nella sua prima Epistola, Giovanni toglie ogni dubbio sull’identità del Consolatore
(o Avvocato o Intercessore o Difensore). Egli scrive: «Se qualcuno ha peccato, noi abbiamo
un avvocato [greco: Parakletos] presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto».
Quindi, il Parakletos è Gesù!
Anche l’apostolo Paolo identifica Gesù come Spirito Santo. Parlando di Cristo, disse: «Il
Signore è lo Spirito» (2 Corinti 3:17-18). E in Atti 16:6-7 Paolo dice che lo Spirito Santo è lo
«Spirito di Gesù».
Ma attenzione: Gesù non è il Padre. Egli è una Entità spirituale diversa dal Padre. Egli è
Spirito Santo perché è stato costituito tale dal Padre (1 Pietro 3:18; Romani 1:3-4).
Ma il Sommo, il Supremo Spirito Santo è Dio Padre, che è «Il Padre degli spiriti»
(Ebrei 12:9).
7
QUALI ALTRE PROVE DIMOSTRANO
CHE LA DOTTRINA DELLA TRINITÀ È ERRATA?
1) Nelle visioni profetiche della Corte Celeste vengono visti sempre il Padre e il Figlio,
ma una terza persona non viene mai vista e mai menzionata.
Daniele 7:9-14; Atti 7:55-56; Apocalisse capitoli 4-5; 21:22; 22:1-5.
2) Se esistessero davvero tre persone uguali in una trinità, Gesù non avrebbe mai detto:
avrebbe mai detto: «A chiunque parli contro il Figlio dell’uomo, sarà perdonato;
ma a chiunque parli contro lo Spirito Santo non sarà perdonato» (Matteo 12:32).
3) Se, come sostengono alcuni, Gesù era Dio Padre fattosi uomo, come mai Egli disse:
«Il Padre è maggiore di me»? (Giovanni 14:28). Che senso avevano le preghiere di
Gesù rivolte al Padre? (Matteo 26:39; Marco 15:34). E come mai Gesù non aveva
l’autorità di stabilire chi dovrà sedere alla sua destra e alla sua sinistra nel suo regno?
(Matteo 20:23). E ancora: come mai Gesù non sa il giorno e l’ora della fine, ma li sa solo il
Padre? (Matteo 24:36).
4) A chi si chiede perché sia il Padre sia il Figlio vengono chiamati Salvatore (Isaia 43:11;
Tito 1:3-4), proponiamo di leggere: 1 Giovanni 4:14; Giuda verso 25; Giovanni 3:17;
1 Giov.5:11 ed infine Atti 5:30-31.
5) A chi cita Isaia 43:10, dove Dio Padre dice: «Prima di me nessun Dio fu formato, e
dopo di me, non ve ne sarà nessuno», rispondiamo che in Deuteronomio 10:17 e Salmo
136:2 è detto che Dio è «il Dio degli dèi» (non dèi idoli, ma dèi riferito alle creature celesti).
Quindi, il senso di Isaia 43:10 è che non è mai esistito né esisterà mai altro Dio all’infuori di
Yahwèh, che è l’unico, vero, onnipotente ed eterno Dio. Stesso discorso vale per Isaia 42:8.
11
6) Isaia 40:3, profetizzando la missione di Giovanni Battista, dice: «Preparate nel deserto
la via del Signore». Come mai in Giovanni 1:23-34 il Battista prepara in realtà la via a
Gesù? La risposta la dà Gesù stesso: vedi Giovanni: 6:38; 5:30; 14:7-11; 5:43; 12:44-50.
7) In Giovanni 2:19-21, parlando del suo corpo che stava per dare in sacrificio, Gesù disse:
«Distruggete questo tempio, ed in tre giorni lo farò risorgere!». Proponiamo di
confrontare i seguenti passi: Giovanni 10:17-18; Romani 1:3-4; Atti 2.24,32 e 3:15; 5:30;
Galati 1:1; 1 Pietro 1:21; 1 Tessalonicesi 1:10 e Romani 10:9.
8) C’è chi dice che Gesù fosse sottomesso al Padre nella carne e non nello spirito, e che era
Figlio nella carne e non nello spirito. Ma la Bibbia dice il contrario. Infatti, l’apostolo Paolo,
più di venti anni dopo che Gesù era stato glorificato in cielo, disse: «Il capo di Cristo è Dio»
(1 Corinti 11:3) e disse pure: «Il Figlio stesso sarà sottoposto a Colui [il Padre] che gli ha
sottoposto ogni cosa» (1 Corinti 15:28).
E una prova inoppugnabile della sottomissione di Gesù al Padre è in Apocalisse, dove
Cristo glorificato chiama suo Padre «Mio Dio» (Apocalisse 3:12). Ciò vuol dire che il Signore
Yahwèh è anche il Dio di Gesù, lo è stato e lo sarà sempre. Vedi: 2 Corinti 11:31;
Apocalisse 1:6; Giovanni 20:17.
9) C’è chi sostiene che Gesù e il Padre sarebbero lo stesso essere divino, credendo che
nella Scrittura anche Cristo venga chiamato “l’Alfa e l’Omega”; e anche perché Gesù è
chiamato “il Primo e l’Ultimo”, come il Padre. Ma nella Bibbia è chiarissimo che solo il Padre
è chiamato “l’Alfa e l’Omega” (Apocalisse 1:8; 21:6 e 22:13).
Invece, il titolo “il Primo e l’Ultimo” è riferito anche al Figlio (Apocalisse 1:17). E la
spiegazione è semplice: Gesù è il Primo e l’Ultimo, cioè il solo Figlio Primogenito ed
Unigenito di Dio; nessun’altra creatura ha la gloria di Gesù;
Yahwèh è il Primo e l’Ultimo, cioè il solo, vero, unico, eterno
onnipotente Dio; non ce n’è nessun altro. Isaia 44:6; Apoc.22:13.
10) C’è chi dice che Gesù sia il Padre, perché disse: «Prima che Abraamo fosse nato,
io sono» (Giov.8:58). Qui, con l’espressione verbale “io sono”, cioè “io esisto”, con cui
Gesù indicò la sua esistenza pre-umana, i trinitari vorrebbero dare a intendere che Gesù sia
Yahwèh. La frase di Gesù non ha nulla a che vedere col nome di Dio “IO SONO”. Essi sono
completamente fuori strada!
11) Se Dio è uno solo, perché a volte parla al plurale? Con chi parla?
Uno di tali casi è in Genesi 1:26, quando Dio disse: «Facciamo l’uomo a nostra
immagine, conforme alla nostra somiglianza». È chiarissimo che Dio stava parlando con
suo Figlio Gesù e con la Corte Celeste, che erano presenti al momento della creazione
dell’uomo. Vedi Giobbe 38:4-7. La stessa cosa vale per gli altri casi.
12) Perché Gesù disse: «Io e il Padre siamo uno»? (Giovanni 11:30).
Con queste parole, Gesù non intese affatto dire che Lui ed il
Padre siano il medesimo essere divino. Egli stava parlando della perfetta unione che c’è fra
Lui e il Padre, della perfetta intesa fra Loro nella realizzazione della volontà del Padre.
In un’altra occasione Gesù, pregando il Padre di mantenere uniti i discepoli, disse: «Padre
santo, conservali nel tuo nome, quelli che tu mi hai dati, affinché siano uno, come noi».
E disse ancora: «Io ho dato loro la gloria che tu hai data a me, affinché siano uno come
noi siamo uno; io in loro e tu in me; affinché siano perfetti nell’unità» (Giov. 17:11, 2223). Più chiaro di così!…
8
MA L’ORDINE DI BATTEZZARE “NEL NOME DEL PADRE, DEL FIGLIO E DELLO
SPIRITO SANTO” NON È UNA PROVA DELLE TRE PERSONE DELLA TRINITÀ?
No, perché nella Bibbia non esiste un solo versetto dove si legga che lo Spirito Santo sia
una terza persona di una trinità. E non esiste un solo versetto che dica che lo Spirito Santo
abbia un nome.
Come abbiamo visto, “Spirito Santo” è Dio Padre stesso o suo Figlio Gesù. Nella Scrittura
non è mai riferito ad una terza persona. E non esiste un solo versetto in cui si legga di un
battesimo trinitario.
12
Chi si battezza in Cristo si battezza «nella sua morte» (Romani 6:3-11; Colossesi 2:1112), cioè facendo morire il vecchio uomo carnale, seppellendolo nell’immersione dell’acqua
(simbolo della tomba), che poi risorge uomo nuovo, uscendo fuori dall’acqua (come se
uscisse fuori dalla tomba, come se risuscitasse).
Ora, la ragione stessa ci dice che è impossibile battezzarsi nella morte di Dio, perché Dio
non è mai morto; ed è pure impossibile battezzarsi nella morte dello Spirito Santo, perché
non esiste una terza persona che è venuta a morire per noi. Invece, è possibile battezzarsi
nella morte di Gesù, perché solo Lui è morto per noi.
Ecco perché tutti i passi biblici che documentano di battesimi effettuati, testimoniano che
sono stati somministrati esclusivamente NEL NOME DI GESÙ CRISTO.
Se confrontiamo Matteo 28:19 con i passi paralleli degli altri Vangeli, vedremo nel nome di
Chi i discepoli predicavano la conversione e compivano grandi opere:
- Marco 16:17: Gesù stesso disse: «nel nome mio»;
- Luca 24:47: «nel suo nome» (cioè nel nome di Gesù);
- Giov. 20:21: Gesù mandò i discepoli a compiere l’opera sua nel suo
nome, dicendo: «Come il Padre mi ha mandato, anch’io mando voi».
Non è strano che un ordine di così vitale importanza come quello di Matteo 28:19 non sia
riportato negli altri Vangeli e neanche nel resto del Nuovo Testamento? Ma il fatto più
incredibile è questo: come mai tutti i discepoli disubbidirono a quell’ordine? Infatti tutti
battezzarono esclusivamente NEL NOME DI GESÙ CRISTO!
Vedi: Atti 2:38-41; 8:16; 10:48; 19:5; Romani 6:3-4; Galati 3:27.
Il nostro atteggiamento di fronte a questa situazione è questo: crediamo che una verità
biblica debba avere il sostegno di tutta la Scrittura. E, visto che il battesimo nel nome di
Gesù è confermato da tutto il Nuovo Testamento, noi ci atteniamo ad esso, battezzando nel
nome di Gesù Cristo, cioè seguendo l’esempio degli apostoli.
Quanto a ciò che è scritto in Matteo 28:19, lo leggiamo così com’è, lasciando che sia il
Signore a far luce in merito.
Solo a titolo informativo:
Eusebio di Cesarea (265-340 d. C.), vescovo e famoso storico, nella sua opera Prova
Biblica scrisse che Gesù aveva detto ai discepoli: “Andate, dunque, e fate discepoli da tutte
le nazioni nel mio nome”. Eusebio aveva diretto la Biblioteca di Panfilo di Antiochia e,
quindi, conosceva bene gli scritti evangelici del primo secolo, fra cui le prime copie
manoscritte del Vangelo di Matteo.
Nella nota a Matteo 28:19 della Bibbia di Gerusalemme è scritto: «È possibile che
questa formula risenta, nella sua precisione, dell’uso liturgico stabilitosi più tardi nella
comunità primitiva. Si sa che gli Atti parlano di battezzare “in nome di Gesù” (Cf. At. 1:5;
2:38)…».
La Bibbia non lascia ombra di dubbio sulla unicità di Dio. Credere nel Dio unico è
credere nel vero Dio, così come suo Figlio Gesù lo rivela, come la Bibbia lo rivela, come gli
apostoli lo hanno rivelato, come il popolo d'Israele stesso lo ha fatto conoscere al mondo.
Gesù dice che la vita eterna consiste nella conoscenza del solo vero Dio, ovviamente con
tutto ciò che di profondo essa comporta. Infatti dice: «Questa è la vita eterna: che
conoscano te, il solo vero Dio, e colui che tu hai mandato, Gesù Cristo» (Giovanni 17:3).
Tutti i veri servitori di Dio di ogni tempo hanno conosciuto e fatto conoscere che l’Eterno,
il nostro Dio, è l’UNICO ETERNO.
9
COME HA AVUTO ORIGINE L’UNIVERSO?
La scienza non sa dare una risposta certa, ma solo teorie.
L’unico e vero Dio, invece, dice: «Io ho fatto la terra e ho creato l’uomo su di essa; io,
con le mie mani, ho spiegato i cieli e comando tutto il loro esercito» (Isaia 45:12). Vedi
anche Genesi capitoli 1-2.
10
L’UOMO VIENE DAVVERO DALLA SCIMMIA?
No, perché Dio creò tutti gli esseri viventi direttamente «secondo la loro specie» (Genesi
1:21-25). Per cui, una specie non può dare origine ad una specie diversa.
13
Creò l’uomo a sua immagine e somiglianza (Genesi 1:26). L’uomo è quindi una creatura
speciale, dotata di intelligenza e di ragione, simile al suo Creatore, e per tale ragione non può
venire da una specie inferiore. È infatti scritto: «Tu l’hai fatto solo di poco inferiore a Dio»
(Salmo 8:5). Chi pensa che l’uomo venga dalla scimmia rifletta:
1) Come mai non esistono scimmie (e uomini) a progressivi stadi evolutivi?
2) Come mai esistono solo scimmie allo stato puramente animale?
3) Perché le scimmie esistono ancora?
11
COME È FATTO L’UOMO? HA UN’ANIMA IMMORTALE?
La Sacra Scrittura dice: «Dio il Signore formò l’uomo dalla polvere della terra, gli soffiò
nelle narici un alito vitale e l’uomo divenne un’anima vivente» (Genesi 2:7).
Anima vivente (ebraico lenèfesh chaiyàh) significa creatura vivente che respira. Le
stesse parole ebraiche vengono usate in riferimento alla creazione degli animali in Genesi
1:20,21,30. Vedi Ecclesiaste 3:19-21.
Dunque, l’anima vivente non è qualcosa a sé stante dentro l’uomo, ma è l’uomo stesso,
perché solo la fusione della materia e dell’alito vitale di Dio dà origine all’uomo. Se si
separano questi due elementi, l’uomo non può esistere.
La Bibbia conferma: «Tu [Dio] ritiri il loro fiato e muoiono, ritornano nella loro polvere»
(Salmo 104:29). Giobbe 34:14; Salmo 146:4.
12
PERCHÉ CERTI PASSI BIBLICI SEMBRANO DIRE CHE L’UOMO
ABBIA UN’ANIMA O UNO SPIRITO IMMORTALE?
Anima, in ebraico nèphesh e in greco psykhé, significava originariamente: essere o
creatura vivente, vita o esistenza.
Spirito, ebraico: ruach e greco: pneuma, originariamente indicava l’alito o soffio vitale di
Dio nelle creature ed il vento.
Ma nel corso dei secoli, entrambe le parole sono state usate per significare anche: l’io, la
coscienza, l’intimo, il cuore in senso figurato, la personalità, il carattere, l’intelletto (o sede
dei pensieri e dei sentimenti) ecc. Ne è nata una grande confusione e hanno avuto origine
dottrine non bibliche che hanno influenzato anche i traduttori della Bibbia. Ma dal confronto
dei passi biblici, la verità viene sempre alla luce. Chi vuole approfondire veda il punto 59.
13
QUANDO E DOVE È NATA LA MENZOGNA
DELLA IMMORTALITÀ DELL’ANIMA? CHI L’HA INVENTATA?
La menzogna dell'immortalità dell'anima nacque ad opera di Satana, nel Paradiso terrestre,
dove Dio aveva posto la prima coppia umana, Adamo ed Eva.
Scopo del Diavolo era quello di assoggettare i due alla sua volontà, per condurli alla
morte. In sembianze di serpente, si presentò a loro quasi come un liberatore e un
benefattore, dando ad intendere che Dio proibiva che essi mangiassero del frutto dell'albero
della conoscenza del bene e del male, perché non voleva che diventassero uguali a Lui.
Il Maligno disse ad Adamo ed Eva: «No, non morirete affatto; ma Dio sa che nel giorno
che ne mangerete, i vostri occhi si apriranno e sarete come Dio, avendo la conoscenza del
bene e del male» (Genesi 3:4-5).
Invece Dio aveva detto ad Adamo: «Mangia pure da ogni albero del giardino [cioè il
Paradiso terrestre], ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare;
perché nel giorno che tu ne mangerai, certamente morirai» (Genesi 2:16-17).
I due, illusi di diventare uguali a Dio, cioè immortali, mangiarono il frutto proibito. Satana
aveva loro detto: "Non morirete affatto", mentre Dio li aveva avvertiti: "Certamente
morirete". E morirono!
Eppure, la menzogna di Satana è ancora creduta. Egli convince tuttora la maggior parte
degli uomini che essi sono immortali.
14
CHE COSA SUCCEDE ALL’UOMO QUANDO MUORE?
La Parola di Dio insegna che la morte è l’esatto contrario della vita. Per cui, alla morte
cessa ogni attività corporea e mentale dell’essere umano.
14
Quando il primo uomo, Adamo, peccò, Iddio gli disse: «Sei polvere, e in polvere
ritornerai» (Genesi 3:19).
Dell’uomo che muore il Salmo 146:4 dice: «Il suo fiato se ne va, ed egli ritorna alla sua
terra; in quel giorno periscono i suoi progetti».
La Parola di Dio dice anche: «La sorte dei figli degli uomini è la sorte delle bestie; agli
uni e agli altri tocca la stessa sorte; come muore l'uno, così muore l'altra; hanno tutti un
medesimo soffio, e l'uomo non ha superiorità di sorta sulla bestia; poiché tutto è vanità.
Tutti vanno in un medesimo luogo; tutti vengono dalla polvere, e tutti ritornano alla
polvere» (Ecclesiaste 3:19-20).
La Scrittura dice pure: «I viventi sanno che moriranno; ma i morti non sanno nulla…
Tutto quello che la tua mano trova da fare, fallo con tutte le tue forze; poiché nel
soggiorno dei morti dove vai, non c'è più né lavoro, né pensiero, né scienza, né saggezza».
(Ecclesiaste 9:5,10).
La Parola di Dio è, dunque, chiarissima:
l’uomo è una creatura mortale e quando muore cessa di esistere.
15
I MORTI NON SONO IN CIELO, MA NELLE TOMBE.
L’UNICA CERTEZZA CHE DÀ GESÙ PER I MORTI È LA RISURREZIONE.
Come abbiamo visto, la Bibbia dice che l'uomo è mortale.
Se l’uomo possedesse davvero un’anima che sopravvive alla morte, sarebbe, invece, una
creatura immortale. Nel qual caso, il sacrificio di riscatto fatto da Cristo per l’uomo
risulterebbe inutile, in quanto Egli sarebbe venuto a morire per far riavere la vita ad uomini di
per sé immortali!
Ma la verità è che Gesù è venuto a riscattarci proprio dalla morte, e non dalla immortalità
che non possediamo. Egli infatti disse: «Io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano
ad esuberanza» (Giovanni 10:10).
Nessun uomo, in nessun tempo, in nessun modo e in nessuna forma è salito in cielo
presso Dio. Lo dichiarò Gesù: «E nessuno è salito in cielo, se non colui che è disceso dal
cielo» (Giovanni 3:13).
Egli disse ai suoi discepoli: «Tornerò, e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io
siate anche voi» (Giovanni 14:3).
La qual cosa vuol dire che prima del suo ritorno nessuno può essere con Lui in cielo.
Sarà proprio al suo ritorno che «il Signore stesso... scenderà dal cielo» e tutti i credenti vivi e
morti risuscitati andranno a «incontrare il Signore nell’aria» (1 Tess.4:16-17).
Ma prima del suo ritorno nessuno può andare a Cristo in cielo, in nessuna maniera. La
Bibbia è chiarissima.
La dottrina dell’immortalità dell’anima e dell’ascesa dell’anima in cielo dopo la morte, non
solo rende vano il sacrificio di Cristo, ma rende inutile anche il suo ritorno.
Infatti, se tutte le anime degli uomini, buoni e cattivi, fossero già in cielo, e già giudicate e
collocate ognuna al proprio posto, che bisogno ci sarebbe che Cristo ritorni?
La verità è, invece, che Gesù deve ritornare per «giudicare i vivi e i morti» (2 Timot.4:1).
E, come Egli stesso disse, per i morti vi è una sola speranza: la risurrezione, al suo ritorno.
Infatti, disse che quando ritornerà «tutti quelli che sono nelle tombe udranno la sua voce
e ne verranno fuori» (Giovanni 5:28). Per cui, i morti non si trovano in cielo, ma nei sepolcri,
da dove essi usciranno fuori alla risurrezione.
La Scrittura ancora chiarisce: «Or quando il Figliuolo dell’uomo sarà venuto nella sua
gloria, avendo con sé tutti gli angeli, allora sederà sul trono della sua gloria. E tutte le
genti saranno radunate dinanzi a lui ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore
separa le pecore dai capri» (Matteo 25:31-32).
Quindi, prima del ritorno di Gesù nessuno può essere giudicato e nessuno può andare in
cielo. E poi, qui è detto che dinanzi a Cristo non saranno radunate “tutte le anime”, ma
«tutte le genti» fisicamente intese. E ciò vuol dire che non sarà l'anima, alla morte, a essere
giudicata, ma l'uomo nella sua interezza, alla risurrezione.
Perciò, chi insegna e chi crede nell’immortalità dell’anima e nell’ascesa di essa a Dio,
subito dopo la morte, è in grande errore, perché tale dottrina è in netto contrasto col piano di
salvezza di Dio e annulla il ritorno di Cristo in gloria.
15
16
PERCHÉ DIO CI HA CREATI?
Dio ci ha creati per un atto d’amore e affinché vivessimo felici per sempre. È scritto: «Dio
è amore» (1 Giovanni 4:8).
I primi due esseri umani, Adamo ed Eva, furono creati perfetti, per una vita senza fine!
Riguardo alle creature la Scrittura dice: «Dio ha fatto ogni cosa bella al suo tempo: egli
ha perfino messo nei loro cuori il pensiero dell’eternità» (Ecclesiaste 3:11). Salmo 8:3-8;
Genesi 1:26-29.
17
SE ADAMO ED EVA FURONO CREATI PERFETTI,
COME MAI SI RIBELLARONO A DIO?
Se Adamo ed Eva fossero stati solo due robot nelle mani di Dio, avrebbero avuto una
sola scelta: l’ubbidienza forzata, perché sarebbero stati impossibilitati alla disubbidienza.
In tal caso, non ci sarebbe stato bisogno degli avvertimenti che Dio diede loro riguardo
alle conseguenze di un’eventuale ribellione, e neanche della sua legge d’amore, che Egli
insegnò loro affinché vivessero nel bene.
Il Signore, invece, li aveva creati a sua immagine e somiglianza e aveva dato loro la
capacità di pensare, di ragionare e di decidere autonomamente. Erano perciò perfettamente
coscienti delle responsabilità relative alle loro scelte; per cui, potevano decidere liberamente
se ubbidire o disubbidire alla legge e agli avvertimenti divini.
Dio non li obbligò all’obbedienza e non influì nella loro scelta. Tanto erano liberi, che poi,
purtroppo, scelsero la disubbidienza, cioè la ribellione, peccando e violando la legge divina,
pur sapendo delle conseguenze alle quali sarebbero andati incontro.
18
CHE COS’È IL PECCATO? CHE COS’ERA L’ALBERO
DELLA CONOSCENZA DEL BENE E DEL MALE?
È scritto: «Il peccato è la violazione della legge [di Dio]» (1 Giovanni 3:4).
Vedi: 1 Giovanni 5:17 e Giacomo 4:17.
Come già detto, Dio aveva inculcato nelle menti e nei cuori di Adamo ed Eva la sua
perfetta legge, osservando la quale avrebbero preservato la loro integrità spirituale e fisica,
perpetuando la loro esistenza. L’integrità era la condizione per accedere all’albero della vita
che Dio aveva messo a loro disposizione, il cui frutto aveva la virtù di mantenere perfetto il
loro corpo.
Il Signore, dunque, fece in modo che essi intendessero che l’osservanza della sua legge
avrebbe loro prodotto il bene più grande: la vita, mentre la trasgressione avrebbe loro recato
il più grande danno: la morte.
Ad Adamo Dio disse: «Mangia pure da ogni albero del giardino, ma dell’albero della
conoscenza del bene e del male non ne mangiare: perché nel giorno che tu ne mangerai,
certamente morirai» (Genesi 2:16-17).
Si può dire che l’albero della conoscenza del bene e del male costituisse il limite fra il
lecito e l’illecito.
Il proposito di mangiarne il frutto non solo equivaleva a ribellarsi a Dio, mettendo in
dubbio la sua sovranità, il suo amore e la sua giustizia, ma equivaleva anche a causarsi la
morte. Ovviamente, il reale problema non era l’albero, ma la volontà di osservare o meno la
legge divina.
Effettivamente, la ribellione nacque nel momento in cui fu concepita da Adamo ed Eva
(dietro inganno del Diavolo), mentre il mangiare il frutto dell’albero della conoscenza del
bene e del male fu la messa in atto della ribellione.
E la terribile conseguenza fu l’inizio dell’imperfezione che li avrebbe portati alla morte, in
quanto il frutto aveva in sé, come dire, la proprietà di causare degenerazione e morte.
19
IL PECCATO AVEVA A CHE FARE COL SESSO?
Il peccato di Adamo ed Eva fu un atto di disubbidienza alla legge divina, e non un atto
sessuale illecito.
16
Essi potevano avere rapporti sessuali già subito dopo la loro creazione, perché era volontà
di Dio che la terra si popolasse. Infatti, il Creatore aveva detto loro: «Siate fecondi e
moltiplicatevi; riempite la terra» (Genesi 1:28).
E disse questo prima che essi commettessero il peccato di inosservanza della sua legge.
20
SE SATANA LI TENTÒ, CHE COLPA EBBERO ADAMO ED EVA?
Vediamo come avvennero le cose (Genesi 3:3-6).
Satana, prese le sembianze d’un serpente, con parole ingannevoli disse a Eva: «Come!
Dio vi ha detto di non mangiare da nessun albero del giardino?».
Eva gli rispose: «Del frutto degli alberi del giardino ne possiamo mangiare; ma del
frutto dell’albero che è in mezzo al giardino Dio ha detto: “Non ne mangiate e non lo
toccate, altrimenti morirete”».
Satana continuò: «No, non morirete affatto; ma Dio sa che nel giorno che ne mangerete,
i vostri occhi si apriranno e sarete come Dio, avendo la conoscenza del bene e del male».
Con queste parole, il Maligno cercava di convincere i due che Dio proibiva loro di mangiare
quel frutto perché non voleva che essi diventassero uguali a Lui.
Eva si persuase che Satana aveva ragione. Non tenne più conto dell’avvertimento divino
e, attratta dallo splendore dell’albero e stimolata dalla prospettiva di diventare come Dio,
«osservò che l’albero era buono per nutrirsi, che era bello da vedere e che l’albero era
desiderabile per acquistare conoscenza; prese del frutto, ne mangiò e ne diede anche a
suo marito, che era con lei, ed egli ne mangiò».
E il male cominciò a produrre i suoi terribili effetti!
Ora, che l’inganno di Satana fu… diabolico, non c’è dubbio! Che Adamo ed Eva erano,
come dire, inesperienti riguardo al male, è pure vero. Ma non si può dire che essi non fossero
stati informati ed avvertiti. Non si può neanche dire che avessero opposto grande resistenza
al Maligno. Anzi, non gli resistettero affatto, come se desiderassero sentirsi dire quelle parole
dal Diavolo, dalle quali probabilmente trassero la rassicurante conclusione: Beh, se
mangiamo il frutto, che cosa potrà succedere, in fondo?!
Quindi, non pensarono più a Dio, perché erano convinti di diventare come Lui. Perciò,
che bisogno avevano più di Lui? Cosicché, non lo interpellarono e non gli si rivolsero
neanche per chiedergli aiuto, affinché li liberasse dal tentatore prima che peccassero.
Ecco, dunque, quale fu la loro colpa.
Il Creatore non intervenne per non violare la loro libertà.
21
PERCHÉ DIO NON HA SOSTITUITO ADAMO ED EVA
CON UN’ALTRA COPPIA PERFETTA?
Dio, nella sua perfetta giustizia, considerò che il peccato di ribellione non fu ideato da
Adamo ed Eva, ma da Satana. Essi, quindi, non peccarono per propria predeterminazione,
ma furono indotti alla disubbidienza dal Maligno.
Così, Iddio, nel suo immenso amore, ne ebbe pietà e diede ad essi e alla loro discendenza
una speranza di redenzione.
Nella Bibbia è scritto: «La creazione è stata sottoposta alla vanità non di sua propria
volontà, ma a motivo di colui che ve l’ha sottoposta, nella speranza che anche la
creazione stessa sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella gloriosa
libertà dei figli di Dio» (Romani 8:20-21).
22
PERCHÉ PER IL PECCATO DI ADAMO ED EVA
DOBBIAMO SUBIRNE LE CONSEGUENZE TUTTI?
Quando il Signore li creò, disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi», indipendentemente
da ciò che essi avrebbero scelto dopo fra il bene e il male. Se avessero continuato a vivere
nella perfezione, avrebbero generato figli perfetti. Siccome peccarono, divennero imperfetti e
“moltiplicarono” nella imperfezione, e anche i loro discendenti ereditarono la degenerazione e
la morte.
È scritto: «Per mezzo di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo, e per mezzo del
peccato la morte, così la morte è passata su tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato»
(Romani 5:12).
17
23
CHI È SATANA?
In origine, Satana era una splendida e potente creatura angelica, un cherubino, al servizio
di Dio. Fu creato perfetto, ma poi cominciò a nutrire in sé l’orgoglio e l’egoismo, perché
desiderava essere grande, potente e glorioso più di quanto lo era, ed essere adorato come
Dio. Basta pensare che tentò di farsi adorare persino da Gesù.
Vedi Matteo 4:9-10.
Essendosi dunque insuperbito, divenne perverso e si ribellò a Dio. Riuscì a trascinare nella
sua ribellione molti angeli e, come abbiamo già visto, anche la prima coppia umana. Isaia
14:12-14; Apoc.12:3-4.
Con l’uso del suo potere e della menzogna ha sempre cercato di farsi adorare dagli
uomini. Vedi 2 Corinti 11:14.
Egli diventò Satana (ebraico: Satan), che significa oppositore, perché si costituì
avversario di Dio. Diventò anche Diavolo, (greco Diabolos), che significa calunniatore,
accusatore, perché calunnia e accusa i servi di Dio.
Vedi: Apocalisse 12:7-10; Giobbe 1:7-12; Zaccaria 3:1-2.
Gesù disse di Satana: «Egli è stato omicida fin dal principio e non si è attenuto alla
verità, perché non c’è verità in lui. Quando dice il falso, parla di quel che è suo, perché è
bugiardo e padre della menzogna» (Giovanni 8:44).
24
PERCHÉ DIO NON HA SUBITO ELIMINATO SATANA?
E PERCHÉ DIO PERMETTE IL MALE?
Il male ha avuto origine in Satana. Poi, avendogli dato ascolto, molte creature celesti e i
primi uomini si sono corrotti, così il male è entrato anche in loro.
Il male, che è la pratica del peccato, ha causato la degenerazione fisica e spirituale degli
uomini. Per tale ragione essi hanno conosciuto dolore, malattie, tribolazioni, violenza, guerre
e morte. Tutto ciò è successo per colpa del Maligno.
Dio non ha tolto di mezzo Satana ed ha tollerato il suo dominio temporaneo sul mondo,
perché Egli ha stabilito un preciso piano di redenzione dell’umanità.
Il Signore ha lasciato gli uomini sotto l’influenza del Diavolo per un tempo fissato,
permettendo che il male sperimenti le sue oscure vie, affinché essi ne comprendano appieno
i terribili effetti e giungano a ravvedimento: chi ora, i santi, e chi nel prossimo millennio di
rigenerazione, il resto dell’umanità.
Vedi: 2 Pietro 3:9; 1 Timoteo 2:3-4; Ezechiele 18:23.
Riguardo al dominio temporaneo del Diavolo sul mondo, nella Parola di Dio è scritto:
«Tutto il mondo giace sotto il potere del maligno» (1 Giovanni 5:19).
Gesù, però, disse: «Il principe di questo mondo [Satana] è stato giudicato» (Giov. 16:11).
E la profezia dice: «E il diavolo… fu gettato nello stagno di fuoco e di zolfo» [che è la
morte eterna]» (Apocalisse 20:1021:8). Egli è stato già giudicato e sarà annientato a causa
della sua perversione irreversibile.
25
SE SATANA SARÀ ANNIENTATO, LA GIUSTIZIA NON È GIÀ EQUILIBRATA?
CHE BISOGNO C’ERA CHE GESÙ MORISSE?
Come abbiamo visto, Satana ha volontariamente causato la morte del genere umano. È
perciò omicida (Giovanni 8:44).
La perfetta legge di Dio, riformata e raffinata da Gesù, per l’omicidio prevede la pena di
morte. Vedi: Levitico 24:17-22 e Matteo 5:21-22. Perciò, come è profetizzato, «per… gli
omicidi… la loro parte sarà nello stagno ardente di fuoco e di zolfo, che è la seconda
morte» (Apocalisse 21:8). Quindi, anche l’omicida Satana perirà.
Però, il fatto che Satana perirà equilibra la giustizia divina dal lato delitto-pena, dato che il
delitto viene punito (con la morte di Satana). Ma dal lato del danno, esso è rimasto: infatti,
l’uomo è rimasto morto (cioè soggetto alla morte).
Allora, per liberare l’uomo dalla morte e fargli riavere la vita eterna, Gesù offrì un riscatto.
Venne sulla terra come uomo perfetto, come era Adamo, e donò Sé stesso quale prezzo di
riscatto per riacquistare la vita eterna per l’uomo.
18
Per riscattare Adamo, Gesù diventò come lui, cioè uomo perfetto, tant’è vero che Egli
viene chiamato «l’ultimo Adamo» (1 Corinti 15:15). Così, offrendo la sua vita di uomo
perfetto (e non di uomo-dio, come molti dicono), Egli pagò un prezzo di riscatto
corrispondente, greco antilytron, cioè perfettamente equivalente.
Infatti è scritto che c’è «un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo, che
ha dato sé stesso come prezzo di riscatto per tutti» (1 Timoteo 2:5-6). Vedi anche: 1
Corinti 6:20; Matteo 20:28; Colossesi 1:19-20; Efesini 1:7-10.
Gesù è, dunque, il nostro liberatore e la sua morte è stata un dono, una grazia, un prezzo
di riscatto, affinché gli uomini possano riacquistare la vita eterna perduta. Perciò, per avere la
vita eterna, è necessario accettare il suo sacrificio.
La Parola di Dio dice: «È per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non
viene da voi; è il dono di Dio. Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne
vanti» (Efesini 2:8-9).
Dice anche: «Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché
chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna» (Giovanni 3:16).
26
COME MAI FRA TANTI POPOLI DIO SCELSE ISRAELE
COME SUO POPOLO? PERCHÉ LO SCELSE?
Da quando l’umanità esiste, vi sono stati uomini fedeli a Dio. Ma tempo dopo il diluvio
universale, Dio scelse un uomo di nome Abramo per la sua grande fede e fece un patto con
lui, dicendogli: «Tutte le nazioni della terra saranno benedette nella tua discendenza,
perché tu hai ubbidito alla mia voce» (Genesi 22:18).
E Dio benedisse la sua discendenza.
A Giacobbe (figlio di Isacco), nipote di Abramo, Dio cambiò il nome chiamandolo Israele
(= Colui che lotta con Dio). Così, il popolo che si formò dalla discendenza di Abramo fu
chiamato Israele.
Riguardo al popolo d’Israele, la Bibbia dice:
«L’Eterno ha riposto in voi la sua affezione e vi ha scelti, non perché foste più
numerosi di tutti gli altri popoli, ché anzi siete meno numerosi di ogni altro popolo; ma
perché l’Eterno vi ama, perché ha voluto mantenere il giuramento fatto ai vostri padri…»
(Deuteronomio 7:7-8) - Versione Riveduta.
Dio si scelse questo popolo affinché esso fosse una nazione santa, la luce dei popoli, e
testimoniasse di Lui e della sua volontà fra le genti. Egli disse al suo popolo:
«Dunque, se ubbidite davvero alla mia voce e osservate il mio patto, sarete fra tutti i
popoli il mio tesoro particolare; poiché tutta la terra è mia; e mi sarete un regno di
sacerdoti, una nazione santa» (Esodo 19:5-6). Vedi Deuteronomio 7:6-7.
«I miei testimoni siete voi, dice il Signore» (Isaia 43:10).
«Tu sei il mio servo, Israele, per mezzo di te io manifesterò la mia gloria» (Isaia 49:3).
27
DOPO LA MORTE DI GESÙ, ISRAELE VIENE ABBANDONATO DA DIO.
QUAL È IL FUTURO DI QUESTO POPOLO?
ISRAELE RIGETTA GESÙ CRISTO E LA CHIAMATA ALL’ELEZIONE.
Gli Israeliti conoscevano le profezie riguardo a Cristo. E Gesù stesso si era fatto
riconoscere come Figlio di Dio e Messia, compiendo opere potenti fra loro. Isaia capitolo 53;
Giovanni 8:12-59 e capitolo 9.
Eppure, anche se le folle israelite lo acclamarono, proprio quando fu preso e crocifisso
venne abbandonato e rinnegato quasi da tutti. Vedi Giovanni 1:11.
Dopo la risurrezione e l’ascesa di Cristo al cielo, i discepoli annunziarono il suo sacrificio,
la sua chiamata all’elezione e il regno di Dio agli Ebrei, ovunque questi si trovassero (vedi i
punti 28-29). Una piccola parte di essi si convertì a Gesù, ma il resto non credette. Dio
perciò abbandonò Israele, popolo incredulo, che aveva pure perseguitato ed ucciso suo
Figlio, e gli tolse il privilegio di essere il suo unico popolo.
19
Israele si era macchiato di una grave colpa e aveva rifiutato la chiamata all’elezione e,
quindi, anche il regno di Dio. Per cui, Dio aprì le porte dell'elezione e del regno alle genti
delle nazioni non israelite, o Gentili. 2
Pietro apostolo accusò il popolo d’Israele: «Voi rinnegaste il Santo, il Giusto e chiedeste
che vi fosse concesso un omicida; e uccideste il Principe della vita, che Dio ha risuscitato
dai morti» (Atti 3:14-15).
DIO RIGETTA ISRAELE E SCEGLIE I SUOI ELETTI DAI GENTILI.
I discepoli Paolo e Barnaba dissero agli Israeliti: «Era necessario che a voi per i primi si
annunziasse la parola di Dio; ma poiché voi la respingete e non vi giudicate degni della
vita eterna, ecco, noi ci volgiamo ai Gentili» (Atti 13:46). Versione Riveduta.
E Gesù stesso disse agli Ebrei 3: «Il regno di Dio vi sarà tolto, e sarà dato a gente che ne
faccia i frutti» (Matteo 21:43).
DISTRUZIONE DI GERUSALEMME E DISPERSIONE D’ISRAELE.
Gesù profetizzò che gli Israeliti dovevano subire una severa punizione per quello che
avevano fatto: «Vi sarà grande calamità nel paese ed ira su questo popolo. Cadranno sotto
il taglio della spada, e saranno condotti prigionieri fra tutti i popoli, e Gerusalemme sarà
calpestata dai popoli, finché i tempi delle nazioni 4 siano compiuti» (Luca 21:23-24). Vedi
anche: Luca 19:41-44; Ezechiele 39:22-29.
Le parole di Gesù si adempirono alla lettera: Israele perse il favore divino e nel 70 E. V.
Gerusalemme fu distrutta dai Romani, con terribili tribolazioni per gli Israeliti che, da allora,
sono stati dispersi fra tutte le nazioni della terra, subendo persecuzioni ed afflizioni quasi
ovunque. Da non dimenticare il barbaro olocausto nazista, ove ne morirono milioni!
RITORNO D’ISRAELE IN TERRA SANTA ED ULTIMI AVVENIMENTI PRIMA
DELLA RESTAURAZIONE DEFINITIVA DEL REGNO DI DIO IN ISRAELE.
Gesù disse che le tribolazioni del suo popolo non sarebbero durate per sempre, ma
«finché i tempi delle nazioni siano compiuti».
Ciò vuol dire che quando scadrà il tempo della chiamata alla elezione riservata ai Gentili
(cioè a tutte le persone delle nazioni non israelite), l’attenzione del Signore si volgerà
nuovamente ad Israele. Ed anche queste sue parole fra breve si adempiranno alla lettera.
Intanto, nei primi decenni del secolo scorso, gli Israeliti hanno cominciato a ritornare nella
terra dei padri e nel 1948 Israele venne riconosciuto come Stato. L’immigrazione è tuttora
in corso: si sta adempiendo proprio sotto i nostri occhi la profezia di Isaia 11:12, la quale
dice che Dio «raccoglierà gli esuli d’Israele, e radunerà i dispersi di Giuda dai quattro
canti della terra». Vedi Zaccaria 10:8-10.
Quindi, i tempi del calpestamento di Gerusalemme e del suolo d’Israele da parte dei Gentili
volgono al termine. Israele dovrà soffrire ancora per breve tempo. Dovranno verificarsi le
ultime, dolorose profezie che lo riguardano, come è scritto:
«Ecco, viene il giorno del Signore in cui le tue spoglie saranno spartite in mezzo a te. Io
radunerò tutte le nazioni per far guerra a Gerusalemme, la città sarà presa, le case
saranno saccheggiate, le donne violentate; metà della città sarà deportata, ma il resto del
popolo non sarà sterminato dalla città. Poi il Signore si farà avanti e combatterà contro
quelle nazioni...
In quel giorno i suoi piedi si poseranno sul monte degli Ulivi, che sta di fronte a
Gerusalemme, a oriente, e il monte degli Ulivi si spaccherà a metà, da oriente a occidente,
tanto da formare una grande valle; metà del monte si ritirerà verso settentrione e l’altra
metà verso il meridione.
Voi fuggirete per la valle dei miei monti, poiché la valle dei monti si estenderà fino ad
Asal; fuggirete come fuggiste per il terremoto ai giorni di Uzzia, re di Giuda; il Signore, il
mio Dio, verrà e tutti i suoi santi con lui.
In quel giorno non ci sarà più luce; gli astri brillanti ritireranno il loro splendore. Sarà
un giorno unico, conosciuto dal Signore, non sarà né giorno né notte, ma verso sera ci
2
3
4
Per gli Israeliti i Gentili erano tutti gli altri popoli, i quali non conoscevano il vero Dio ed erano quindi pagani.
Ebrei o Giudei: sono altri modi di chiamare gli Israeliti.
“Tempi delle nazioni” o anche “Tempi dei Gentili”.
20
sarà luce. In quel giorno delle sorgenti usciranno da Gerusalemme; metà delle quali
volgerà verso il mare orientale e metà verso il mare occidentale, tanto d’estate quando
d’inverno. Il Signore sarà re di tutta la terra; in quel giorno il Signore sarà l’unico e unico
sarà il suo nome.
…Questo sarà il flagello con cui il Signore colpirà tutti i popoli che avranno mosso
guerra a Gerusalemme: la loro carne si consumerà mentre stanno in piedi, i loro occhi si
scioglieranno nelle orbite, la loro lingua si consumerà nella loro bocca. In quel giorno vi
sarà in mezzo a loro un gran tumulto prodotto dal Signore; ciascuno di loro afferrerà la
mano dell’altro, e la mano dell’uno si alzerà contro la mano dell’altro. Giuda stesso
combatterà contro Gerusalemme; le ricchezze di tutte le nazioni circostanti saranno
ammassate…
Tutti quelli che saranno rimasti di tutte le nazioni venute contro Gerusalemme,
saliranno di anno in anno a prostrarsi davanti al Re, al Signore degli eserciti, e a
celebrare la festa delle Capanne» (Zaccaria 14:1-16).
- NOTA: Nei sette giorni della Festa delle Capanne gli Ebrei ricordano la dimora dei padri in
capanne, nel deserto, ai tempi di Mosè. È una festa di grande letizia (fra settembre ed
ottobre).
Paolo, riguardo ai tempi dei Gentili aveva predetto: «Un indurimento s'è prodotto in una
parte d’Israele, finché non sia entrata la totalità degli stranieri [i Gentili]» (Rom. 11:25).
E ciò vuol dire che l’incredulità degli Israeliti riguardo a Gesù (indurimento) finirà quando
il numero stabilito (la totalità) dei santi scelti dai Gentili sarà completo. Dopodiché, gli Ebrei
riceveranno lo spirito di conversione e riconosceranno Gesù quale Figlio di Dio, Messia e Re,
ma non prima delle ultime afflizioni profetizzate.
Ecco, dunque, che cosa farà il Signore per il suo popolo, Israele:
«Spanderò sulla casa di Davide e sugli abitanti di Gerusalemme lo spirito di grazia e di
supplicazione; essi guarderanno a me, a colui che essi hanno trafitto, e ne faranno
cordoglio come si fa cordoglio per un figlio unico, e lo piangeranno amaramente come si
piange amaramente un primogenito» (Zaccaria 12:10).
Leggi le straordinarie profezie di: Michea 7:18-20; Zaccaria capitoli 12,13,14; Ezechiele
capitoli 37,38, 39; Isaia capitoli 11, 12, 24 ecc.; Romani capitoli 10 e 11.
Gesù stesso aveva profetizzato:
«Ecco, la vostra casa sta per esservi lasciata deserta. E io vi dico che non mi vedrete
più, finché venga il giorno che diciate: Benedetto colui che viene nel nome del Signore!»
(Luca 13:35) - Versione Riveduta.
E ciò significa che quando gli Ebrei si convertiranno a Cristo, lo acclameranno e lo
vedranno di nuovo, in Gerusalemme, come duemila anni fa. Lo disse Gesù stesso:
Matteo 21:1-11.
Gesù allora ristabilirà il regno di Dio in Israele e il trono di Davide 5 in Gerusalemme, e poi
nella nuova Gerusalemme, da dove regnerà sul mondo con i suoi santi in eterno. Luca 1:3233; Apocalisse capitoli 21-22.
28
CHI SONO I SANTI?
I santi sono tutti gli uomini e le donne di fede d'ogni tempo passato, presente e futuro
(sino a poco prima del ritorno di Cristo) scelti da Dio per essere a Lui consacrati.
Essi ricercano e praticano la volontà di Dio e sono condotti dal suo Spirito. Vengono
chiamati pure eletti, eredi, figli di Dio, chiamati.
Riguardo all’elezione e al compito dei santi vedi più avanti.
I SANTI SONO I “CHIAMATI” O “ELETTI”.
Paolo scrisse: «Egli [Dio] ci ha salvati e ci ha rivolto una santa chiamata, non a motivo
delle nostre opere, ma secondo il suo proposito e la grazia che ci è stata fatta in Cristo
Gesù» (2 Timoteo 1:9). Romani 8:28-30.
I SANTI SONO PARTECIPI DELLA NATURA DIVINA.
Paolo apostolo dice: «Quanto a noi, la nostra cittadinanza è nei cieli» (Filippesi 3:20).
5
Davide, servo di Dio, fu re in Israele nell’antichità. Il suo regno
fu glorioso e prefigurò il regno eterno di Gesù, suo discendente.
21
E dice anche: «Voi [i santi] diventaste partecipi della natura divina» (2 Pietro 1:4).
Efesini.1:11-14 e 2:6-7; Colossesi 3:4.
I SANTI SONO MEMBRI DELLA FAMIGLIA DI DIO.
Paolo scrisse agli Efesini: «Per mezzo di lui [Gesù] gli uni [Israeliti] e gli altri [Gentili]
abbiamo accesso al Padre in un medesimo Spirito. Così dunque non siete più né stranieri
né ospiti; ma siete concittadini dei santi e membri della famiglia di Dio» (Efesini 2:1819).
L’apostolo Giovanni scrisse: «Vedete quale amore ci ha manifestato il Padre, dandoci di
essere chiamati figli di Dio! E tali siamo» (1 Giovanni 3:1). Vedi Romani 8:14-16.
I SANTI SONO NUOVE CREATURE.
È scritto: «Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura» (2 Corinti 5:17).
Giovanni 3:5-8; Efesini 4:21-24; Colossesi 3:9-10.
Gesù disse: «Se uno non è nato di nuovo, non può vedere il regno di Dio» (Giov. 3:3).
È pure scritto: «A tutti quelli che l’hanno ricevuto egli [Gesù] ha dato il diritto di
diventare figli di Dio: a quelli, cioè, che credono nel suo nome; i quali non sono nati da
sangue, né da volontà di carne, né da volontà d’uomo, ma sono nati da Dio» (Giov.1:12-13)
I SANTI SONO SEME D’ABRAMO - EREDI DI DIO E DI CRISTO.
L’apostolo Paolo scrisse ai Galati:
«Abraamo credette a Dio e ciò gli fu messo in conto come giustizia. Riconoscete
dunque che quanti hanno fede sono figli [cioè progenie, seme] d’Abraamo… Siete tutti
figli di Dio per la fede in Cristo Gesù. Infatti voi tutti che siete stati battezzati in Cristo vi
siete rivestiti di Cristo… voi tutti siete uno in Cristo Gesù. Se siete di Cristo, siete dunque
discendenza d’Abraamo, eredi secondo la promessa» (Galati 3:6-7,26-29).
Paolo scrisse ai Romani: «Se siamo figli, siamo anche eredi; eredi di Dio e coeredi di
Cristo» (Romani 8:17). Galati 4:6-7 e Romani 4:16-25.
I SANTI SONO UN PICCOLO GREGGE.
Anche se Gesù disse di annunziare il Vangelo ad ogni creatura, ciò non vuol dire che in
questo sistema di cose malvagio il mondo si convertirà, oppure che si convertirà la maggior
parte degli uomini.
Anzi, Gesù stesso disse che i convertiti saranno pochi: «Entrate per la porta stretta,
poiché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli
che entrano per essa. Stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e
pochi sono quelli che la trovano» (Matteo 7:13-14).
Disse pure: «Molti sono i chiamati, ma pochi eletti» (Matteo 22:14).
Disse anche: «Non temere, piccolo gregge; perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il
regno» (Luca 12:32).
Quindi, i santi sono un piccolo gregge, cioè pochi eletti.
29
BISOGNA ESSERE MORTI E ANDARE IN CIELO PER ESSERE SANTI?
IL CULTO AI SANTI È BIBLICO? CHI SANTIFICA?
Santi si diventa da vivi, non da morti. Solo mentre siamo in vita possiamo fare la
volontà di Dio e ricevere il suo spirito, e solo da vivi possiamo essere da Lui approvati e
santificati. Infatti, è scritto: «Non sono i morti che lodano il Signore, né alcuno di quelli
che scendono nella tomba» (Salmo 115:17).
E ricordandoci che l’uomo è mortale, la Scrittura dice: «Il suo fiato se ne va, ed egli
ritorna alla sua terra; in quel giorno periscono i suoi progetti» (Salmo 146:4).
Come tutti gli altri defunti, anche i santi che sono morti si trovano nei sepolcri, nella
polvere, in attesa della risurrezione. Infatti, Dio aveva detto all’uomo peccatore: «Sei polvere
e in polvere ritornerai» (Genesi 3:19). E perciò Gesù disse: «Tutti quelli che sono nelle
tombe udranno la sua voce [di Gesù stesso] e ne verranno fuori» (Giovanni 5:28).
Gesù non disse che i santi morti verranno fuori… dal cielo, ma disse che verranno fuori
dalle tombe, alla risurrezione dei giusti.
22
In cielo, quindi, presso Dio, non è salito nessuno dei santi, né da vivi né da morti. Lo
dichiarò Gesù stesso: «Nessuno è salito in cielo, se non colui che è disceso dal cielo [cioè
Egli stesso]» (Giovanni 3:13).
Il Signore promise ai santi che li avrebbe accolti presso di Lui, in cielo, non subito dopo la
loro morte, ma al suo ritorno, quando
Egli stesso li risusciterà e si incontrerà con loro
nell’aria (1 Tessalonicesi 4:13-18). Infatti, disse loro: «Tornerò e vi accoglierò presso di me,
affinché dove sono io siate anche voi» (Giovanni 14:3).
Perciò, né Maria, né gli apostoli e nessuno dei santi morti si trova in cielo. Quindi, è
sbagliato l’insegnamento che fa credere che i santi morti siano in cielo a fare da “avvocati”.
L’apostolo Giovanni scrisse: «Se qualcuno ha peccato, noi abbiamo un avvocato presso
il Padre: Gesù Cristo, il giusto». (1 Giovanni 2:1).
Il nostro unico Avvocato è perciò Gesù. Non ve ne sono altri.
Quanto alla santificazione, nessun uomo può santificare un altro uomo, perché gli
uomini sono tutti peccatori.
Solo Dio (in Cristo) può santificare i fedeli. Egli dice: «Io sono il Signore, e vi santifico»
(Levitico 20:8). Vedi anche: 2 Tessalonicesi 2:13-14; Ebrei 2:11 e 1 Giovanni 2:20.
Quanto alle statue, alle immagini, alle reliquie e cose simili, Dio dice: «Non farti scultura,
né immagine alcuna delle cose che sono lassù nel cielo o quaggiù sulla terra o nelle
acque sotto la terra. Non ti prostrare davanti a loro e non li servire, perché io, il Signore, il
tuo Dio, sono un Dio geloso» (Esodo 20:4-5). Vedi: Deut.4:16 e 1 Giovanni 5:21.
Davanti a questo chiaro comandamento di Dio, non ci sono scuse. Non ci si può
giustificare dicendo che le statue e le immagini sono raffigurazioni o fotografie di persone
sante da imitare. È scritto: «Non v’illudete; né fornicatori, né idolatri… erediteranno il
regno di Dio» (1 Corinti 6:10). Apocalisse 22:15.
30
CHI SONO I 144.000 E LA GRANDE FOLLA?
Leggere Apocalisse capitoli 6 e 7.
Il suggellamento dei 144.000 Israeliti e la scelta della Grande Folla di eletti fra i Gentili,
fanno parte degli eventi che si svolgono nel corso del sesto suggello: capitoli 6,7, 8 e
seguenti di Apocalisse.
Come si può notare, i versi dal 6:12 alla fine del capitolo 7 presentano lo stesso quadro
profetico di Matteo 24:20-29 e riguardano senza alcun dubbio il tempo che precede il ritorno
di Cristo. Infatti, vi si parla di piaghe e tribolazioni per il mondo e paurosi fenomeni celesti;
nonché di angeli che scelgono eletti. Confronta bene i due passi!
Come abbiamo visto, quasi duemila anni fa, al popolo d’Israele fu preclusa la chiamata
all’elezione, per la sua incredulità verso Cristo, e fu aperta ai Gentili. Matteo 23:37-39.
Abbiamo pure visto che Gesù profetizzò la rovina d’Israele e la sua dispersione fra i Gentili,
«finché i tempi dei Gentili siano compiuti» (Luca 21:24 - Versione Riveduta).
Anche l’apostolo Paolo profetizzò che «un induramento parziale s’è prodotto in Israele,
finché sia entrata la pienezza dei Gentili; e così tutto Israele sarà salvato» (Romani
11:25-26) - Versione Riveduta.
Che cosa significano le parole di Gesù e di Paolo?
Significano che poco prima del ritorno di Cristo, Dio completerà la chiamata e l'elezione
dei santi dai Gentili (cioè da tutti i popoli non israeliti), a cui aveva aperto le porte dopo la
risurrezione di Gesù. La schiera degli eletti Gentili, allora al completo, sarà una Grande Folla,
un numero conosciuto solo da Dio e da Gesù.
Questa Grande Folla è quella profetizzata in Apocalisse 7:9-17.
Quando la pienezza, o totalità degli eletti scelti da Dio fra i Gentili sarà completata, Dio
chiuderà la chiamata e l'elezione per i Gentili e la riaprirà al popolo d’Israele, dal quale
popolo sceglierà un ultimo residuo eletto, e molti Israeliti si convertiranno a suo Figlio Gesù.
Vedi: Zaccaria 12:10-14; Michea 4:6-8; Sofonia 3:11-13,18-20; Amos 9:8-15; Isaia 11:1016. È molto importante leggere queste profezie!
Gli Israeliti che si convertiranno a Cristo prima della sua venuta vengono chiamati dalla
Scrittura resto o residuo o rimanente, e la profezia di Apocalisse 7:1-8 ne stabilisce il
numero in 144.000, scelti dalle dodici tribù d’Israele.
23
Un notevole contributo di chiarezza, in merito alla questione che stiamo trattando, ce lo
dà l’apostolo Paolo. Leggi il capitolo 11 della sua Lettera ai Romani.
Egli dice che come ai tempi del profeta Elia Dio salvò ed elesse un residuo di 7.000
uomini fedeli d'Israele, così anche nel suo tempo (al tempo di Paolo) il Signore scelse
«un residuo eletto per grazia» (versi 1-10), e cioè quelli fra Israele che credettero in
suo Figlio Gesù.
Paolo prosegue dicendo che poi Dio chiuse le porte della elezione a Israele per la sua
incredulità e le aprì ai Gentili (versi 11-12), i quali vengono innestati come rami d’ulivo
selvatico nell’ulivo domestico, cioè Israele, diventando anch’essi parte del suo popolo
spirituale (versi 13-21).
Ma Paolo continua dicendo che Dio non ha abbandonato per sempre gli Israeliti, perché li
ama, e profetizza che nel tempo della fine gli Israeliti «se non perseverano nella loro
incredulità, saranno innestati; perché Dio ha la potenza di innestarli di nuovo» (versi 2325); cioè Dio riaprirà la chiamata all’elezione di un ultimo residuo da Israele, che andrà a far
parte della schiera dei santi.
Quindi, poco prima del ritorno di Gesù, saranno gli Israeliti ad essere innestati «nel loro
proprio ulivo» (verso 24). Ciò avverrà dopo che sarà «entrata la pienezza dei Gentili» (verso
25 - Versione Riveduta), vale a dire quando sarà completo il numero degli eletti fra i
Gentili.
E conclude: «E così tutto Israele sarà salvato, secondo che è scritto: Il liberatore [Cristo]
verrà da Sion; Egli allontanerà da Giacobbe [cioè Israele] l’empietà; e questo sarà il mio
patto con loro, quand’io torrò via i loro peccati» (versi 26-27).
31
QUAL È IL COMPITO DEI SANTI?
I santi vengono scelti da Dio perché hanno un ruolo ben preciso:
NELL’ATTUALE SISTEMA DI COSE:
Sono testimoni e messaggeri della volontà di Dio, come disse Gesù: «Mi sarete testimoni
in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samarìa, e fino all’estremità della terra»
(Atti 1:8). Vedi anche: Matteo 28:19-20; Marco 16:15; 1 Pietro 2:9; Salmo 96:2-3.
Sono sacerdoti di Dio, come disse Pietro: «Voi siete una stirpe
eletta, un sacerdozio regale, una gente santa» (1 Pietro 2:9).
Sono «collaboratori di Dio» (1 Corinti 3:9).
Sono «ambasciatori per Cristo» (2 Corinti 5:20).
Sono «servitori di Cristo e amministratori dei misteri di Dio» (1 Corinti 4:1).
Vedi: 2 Corinti 3:5-6; Matteo 25:14-30 e Luca 12:42.
Sono operai di Dio, come è scritto: «Studiati di presentare te stesso approvato dinanzi a
Dio: operaio che non abbia ad essere confuso, che tagli rettamente la parola della
verità» (2 Timoteo 2:15 - Versione Riveduta). Vedi anche: Matteo 9:37-38.
Sono «gli ultimi di tutti e i servitori di tutti» (Marco 9:35).
Sono discepoli di Gesù, come Egli disse: «Se uno vuole venire dietro a me,
rinunzi a sé stesso, prenda ogni giorno la sua croce e mi segua».
- «E chi non porta la sua croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo»
(Luca 9:23 e 14:27).
NEL REGNO DI DIO:
Saranno compiutamente «fatti partecipi della natura divina».
(2 Pietro 1:4 - Versione Riveduta).
Riceveranno l’eredità del Regno, quali «eredi di Dio e coeredi
di Cristo» (Romani 8:17).
Saranno re, sacerdoti e giudici e regneranno con Cristo.
È scritto che i santi saranno «un regno e dei sacerdoti;
e regneranno sulla terra» (Apocalisse 5:10).
È profetizzato: «Vidi dei troni. A quelli che vi si misero seduti fu
dato di giudicare… saranno sacerdoti di Dio e di Cristo e regneranno
con lui quei mille anni» (Apocalisse 20:4,6).
24
32
SE I SANTI AVRANNO NATURA DIVINA,
COME MAI REGNERANNO SULLA TERRA?
Come abbiamo già visto, la Bibbia dice che i santi avranno cittadinanza celeste (Filippesi
3:20-21), perché partecipi della natura divina (1 Pietro 1:4); saranno perciò simili a Gesù
Cristo (1 Giov.3:2).
Ma anche se gli eletti avranno natura spirituale, non sono scelti per andare a governare il
reame celeste, ma per governare la terra, sulla terra (Apocalisse 5:10), come abbiamo
visto e come ancora vedremo.
Il concetto secondo cui i santi dovrebbero regnare (o governare) la terra dal cielo è
estraneo alla Bibbia. Non esiste, infatti, un solo passo, un solo versetto nella Bibbia che
sostenga una simile idea.
I santi vengono scelti proprio perché, avendo provato le debolezze della natura umana e
avendo perseverato nelle prove (come Gesù), saranno adatti a giudicare, disciplinare e
governare sugli uomini, indubbiamente più adatti degli angeli.
E anche se gli eletti dovranno governare sulla terra, Dio ha donato loro la natura divina
per i seguenti motivi:
quale premio per la loro fedeltà, essendo essi «un sacrificio vivente» a Lui già in questa
vita (Romani 12:1 e 2 Corinti 4:17);
perché avranno lo straordinario privilegio di salire in cielo, davanti al trono celeste di
Dio, al suo cospetto, e di vederlo e adorarlo personalmente (Salmo 24:3-6; Matteo 5:8);
perché mediante la loro natura divina, che è gloriosa, potente e incorruttibile,
dispenseranno, unitamente a Cristo, direttamente agli uomini la vita e le benedizioni di Dio, e
amministreranno perfettamente la sua giustizia, e il loro regno non potrà mai essere ridotto in
rovina (Daniele 2:44; 7:13-14,26-27).
La Parabola delle mine è chiarissima. Leggila in Luca 19:11-27. Vedi anche Matteo 25:14-30.
Questa straordinaria parabola, ci dice che quando Gesù (l’uomo nobile) ritornerà nella sua
gloria, farà i conti con i suoi servitori, ai quali prima di partire aveva affidato i suoi beni. Gesù
premierà i servitori fedeli, investendoli di autorità regale ed essi saranno posti a regnare chi
su dieci città, chi su cinque ecc., mentre i servi malvagi saranno stroncati.
Tutto ciò, si noti bene, avverrà non in cielo, ma sulla terra.
Dunque, è qui, sulla terra, e non in cielo, che gli eletti riceveranno «potere sulle nazioni e
le reggera[nno] con una verga di ferro» (Apocalisse 2:26-27).
È qui che essi «sedera[nno] su troni per giudicare le dodici tribù d’Israele» (Luca 22:30).
Ed è qui che gli eletti che per amore di Cristo hanno «lasciato case, o fratelli, o sorelle, o
padre, o madre, o figli, o campi… ne ricevera[nno] cento volte tanto…» (Matteo 19:29).
E anche se essi saranno creature spirituali, non vuol dire affatto che non debbano
manifestarsi visibilmente agli uomini. Anzi, è proprio il contrario. La Bibbia, infatti, dice
chiaramente: «Quando Cristo, la vita nostra, sarà manifestato, allora anche voi [cioè i
santi] sarete con lui manifestati in gloria» (Colossesi 3:4).
Gli eletti, perciò, nel Millennio regneranno da Gerusalemme, dove Gesù ristabilirà «il
trono di Davide» (Luca 1:32). Michea 4:2-3.
E questo è provato dal fatto che alla fine del Millennio, quando il Diavolo e i suoi seguaci
saranno liberati per breve tempo «salir[anno] sulla superficie della terra e assedi[eranno] il
campo dei santi e la città diletta [Gerusalemme]; ma un fuoco dal cielo disce[nderà] e le
divor[erà]» (Apocalisse 20:9).
Ed è ancora provato dal fatto che sulla nuova terra restaurata Dio farà poi scendere «la
nuova Gerusalemme», una vera e propria città dalle dimensioni e dalla gloria divine, adatta
quale dimora di Gesù Cristo e degli eletti, affinché sia «il Tabernacolo di Dio con gli uomini»
(Apoc.21:1-3). E Cristo e i santi dimoreranno in essa (Apoc.22:3).
Da notare che la profezia dice che la Gerusalemme celeste scenderà dal cielo, ma non
dice che poi risalirà in cielo. E non può essere altrimenti, perché essa è destinata ad essere il
Tabernacolo di Dio con gli uomini per sempre!
Essa è la città «celeste, la città che ha le vere fondamenta e il cui architetto e
costruttore è Dio», la Patria migliore preparata da Dio, mediante Gesù, per Abramo,
25
Isacco, Giacobbe e tutti i santi (Ebrei 11:10-16; Giovanni 14:2-3). Essa è quel Luogo dove
Gesù li accoglierà e dove essi dimoreranno e che alla fine del Millennio di rigenerazione
scenderà dal cielo per essere il visibile Tempio di Dio sulla terra.
È bene ricordare che il Tabernacolo della Legge mosaica prefigurava il Tabernacolo del
regno di Dio, cioè la Gerusalemme celeste che scenderà dal cielo.
In quell'antico Tabernacolo la gloria di Dio era presente (Esodo 40:34-35) e in esso i
sacerdoti servivano il Signore (Ebrei 9:6-7). Nel più glorioso Tabernacolo eterno, cioè nella
Gerusalemme celeste che scenderà dal cielo, la gloria di Dio sarà presente mediante Gesù.
Anzi, vi sarà il trono di Dio, su cui sederà il Figlio quale suo rappresentante assieme ai suoi
santi. Apocalisse 3:12,21; 22:1 e 21:22-23.
La Gerusalemme celeste scenderà dal cielo e sarà insediata sul monte Sion, al posto della
Gerusalemme terrena, dopo il Millennio di rigenerazione, cioè dopo l’ultimo scontro di Cristo
e gli eletti con le forze del male.
La Gerusalemme celeste non può essere insediata prima sulla terra, perché essendo il
Tabernacolo puro e santo di Dio, essa scenderà solo quando la terra sarà purificata dal
male.
E come il Tabernacolo antico era la Sede di convegno fra Dio e i suoi sacerdoti da dove
uscivano le sue sante decisioni per il popolo d’Israele (Esodo 33:7-11 e cap.40), così la
nuova Gerusalemme sarà la Sede del governo mondiale, da dove Gesù e i santi
spanderanno la luce dell’amore di Dio e della Legge divina agli uomini.
La Gerusalemme celeste sarà la Casa, la Dimora, la Tenda, il Tabernacolo, la Città di
Dio sulla terra, come è profetizzato:
«Nella città non vidi alcun tempio, perché il Signore, Dio onnipotente, e l’Agnello sono
il suo tempio. La città non ha bisogno di sole, né di luna che la illumini, perché la gloria
di Dio la illumina, e l’Agnello è la sua lampada.
Le nazioni cammineranno alla sua luce e i re della terra vi porteranno la loro gloria. Di
giorno le sue porte non saranno mai chiuse (la notte non vi sarà più), e in lei si porterà la
gloria e l’onore delle nazioni» (Apocalisse 21:22-26).
Come già detto, Gesù aveva parlato agli apostoli della gloriosa Casa del Padre: «Nella
casa del Padre mio ci sono molte dimore; se no, ve l’avrei detto; io vo’ a prepararvi un
luogo; e quando sarò andato e v’avrò preparato un luogo, tornerò, e v’accoglierò presso di
me, affinché dove sono io, siate anche voi» (Giovanni 14:2-3).
33
QUAL È LO SCOPO DELLA PREDICAZIONE?
È scritto che il «Vangelo è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede; del Giudeo
prima e poi del Greco 6; poiché in esso la giustizia di Dio è rivelata da fede a fede, com’è
scritto: Il giusto per fede vivrà» (Romani 1:16-17).
Vangelo vuol dire Buona Notizia. I servitori di Dio annunziano la Buona Notizia che il
regno di Dio si è avvicinato, perché Gesù ha compiuto il sacrificio per la salvezza di tutti,
salvezza che nell’ormai prossimo regno di Dio sarà offerta al mondo intero.
Lo scopo principale della predicazione è l’annunzio della santa chiamata (2 Timoteo 1:911) che Dio rivolge in questo sistema di cose a tutti coloro che dovranno diventare santi (o
eletti), destinati a regnare con Cristo quali sacerdoti, giudici e re nel suo regno.
Perciò, i servi di Dio predicano per fare discepoli a Gesù, affinché prima del suo ritorno si
compia la chiamata di tutti gli eletti. Infatti, è scritto: «Per quelli che sono chiamati, tanto
Giudei quanto Greci, predichiamo Cristo, potenza di Dio e sapienza di Dio» (1 Corinti 1:24).
34
CHE COS’È LA CHIESA?
DALL’INIZIO ALL’ERA GIUDAICA.
Come abbiamo visto, di uomini fedeli a Dio ne sono esistiti in ogni tempo, ancor prima
che il popolo d’Israele venisse all’esistenza. Ricordiamo alcuni uomini di grande fede: Abele,
Enoc, Noè; ma ve ne sono tanti altri. Essi sono tutti eletti di Dio, santi e eredi del Regno.
6
Greco, vale a dire qualsiasi persona Gentile (non israelita).
26
DALL’ERA GIUDAICA ALL’ERA CRISTIANA.
Fu tempo dopo il diluvio universale che Dio si formò un popolo suo particolare, Israele.
Esso costituiva l’antica Qehal Yahwèh, cioè l’Assemblea di Dio, in cui i Gentili erano una
rara eccezione (cioè Gentili che diventavano Ebrei nei casi previsti dalla Legge di Mosè).
Appunto perché Israele era il popolo di Dio che, secoli dopo, il Figlio di Dio nacque in
Israele, dalla progenie di Davide, anche se poi quel popolo lo rigettò e lo mise a morte.
È scritto infatti: «È venuto in casa sua e i suoi non l’hanno ricevuto; ma a tutti quelli
che l’hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio» (Giovanni 1:11).
Nel corso dei secoli e sino a poco tempo dopo la risurrezione del Figlio, Dio operò fra gli
Ebrei una chiamata all’elezione. Soltanto una piccola parte del popolo (cioè un residuo o
resto o rimanente) “sentì” la chiamata spirituale e accolse Cristo alla sua venuta.
È scritto: «Non tutti i discendenti da Israele sono Israele» (Romani 9:6). Ciò vuol dire
che, benché gli Israeliti fossero molti, solo quelli che risposero alla chiamata di Dio, mediante
lo spirito di Cristo (1 Pietro 1:11), erano il vero «Israele di Dio» (Galati 6:16), cioè l’Israele
spirituale (ben diverso da quello carnale). Vedi Romani 2:28-29.
Venuto Cristo, il rifiuto della chiamata spirituale da parte degli Israeliti determinò la loro
preclusione all’elezione e la fine dell’era giudaica. La chiamata all’elezione fu quindi rivolta ai
popoli di tutte le altre nazioni, o Gentili, per cui si aprì quella che venne nominata era
cristiana. E, a differenza degli Israeliti, molti fra i Gentili accolsero la chiamata spirituale
all’elezione. Vedi Atti capitoli 10 e 11.
LA CHIESA CRISTIANA: IL NUOVO POPOLO DI DIO.
In merito a quanto già detto, l’apostolo Pietro (o Simone) disse: «Dio all’inizio ha voluto
scegliersi tra gli stranieri [o Gentili] un popolo consacrato al suo nome. E con ciò si
accordano le parole dei profeti, come sta scritto: Dopo queste cose ritornerò e ricostruirò la
tenda di Davide [cioè la Chiesa israelita], che è caduta; e restaurerò le sue rovine, e la
rimetterò in piedi, affinché il rimanente degli uomini [cioè gli Israeliti rimasti fedeli a Dio] e
tutte le nazioni, su cui è invocato il mio nome [cioè i chiamati fra i Gentili], cerchino il
Signore, dice il Signore che fa queste cose, a lui note fin dall’eternità» (Atti 15:14-19).
Il nuovo popolo che Dio formò fu dunque costituito principalmente da Gentili (o Stranieri)
e da una piccola parte di Ebrei (il rimanente, come li chiama la Bibbia, cioè quelli che
credettero in Gesù).
Tant'è vero che Gesù, il Buon Pastore, venne prima a raccogliere il rimanente dei fedeli
israeliti, poi iniziò la raccolta dei fedeli Gentili, e tutti saranno «un solo gregge», come Egli
disse. Vedi Giovanni 10:1-21.
Infatti, era Israele l'ovile da cui Egli portò fuori le “sue pecore”, (il residuo degli eletti
israeliti di allora); mentre «le altre pecore», di cui parlava, erano gli eletti che avrebbe poi
scelto dai popoli Gentili.
Ma, come per gli Israeliti, anche per i Cristiani vale il discorso che non tutti i chiamati sono
eletti. Gesù disse: «Molti sono chiamati, ma pochi eletti» (Matteo 22:14).
E ciò vuol dire che, benché la Chiesa comprenda un gran numero di persone (cioè
tutti i credenti sparsi nel mondo), solo pochi in realtà costituiscono la vera Chiesa,
quella spirituale.
Il nuovo popolo del Signore non cambiò nome, ma continuò a chiamarsi Assemblea di
Dio o Chiesa del Signore (in greco: Ekklesìa Kyriou), appunto perché Essa era ed è la
continuazione dell’antica Assemblea di Dio d’Israele.
E SU QUESTA PIETRA EDIFICHERÒ LA MIA CHIESA.
La Chiesa tradizionale ha interpretato il passo di Matteo 16:14-19 nel senso che Gesù
avrebbe fondato la sua Chiesa su Pietro.
Vediamo qual è la verità. Riportiamo il passo [Versione Riveduta]:
Gesù domandò ai discepoli: «E voi, chi dite ch’io sia?».
Simon Pietro, rispondendo, disse: «Tu sei il Cristo, il Figliuolo dell’Iddio vivente».
E Gesù, replicando, gli disse: «Tu sei beato, o Simone, figliuol di Giona, perché non la
carne e il sangue t’hanno rivelato questo, ma il Padre mio che è nei cieli. E io altresì ti
dico: Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa, e le porte dell’Ades non la
27
potranno vincere. Io ti darò le chiavi del regno dei cieli; e tutto ciò che avrai legato sulla
terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che avrai sciolto in terra sarà sciolto nei cieli»
RIFLETTIAMO. Pietro, per grazia, rivelò: «Tu sei il Cristo». Ed è appunto sul Cristo
rivelato, cioè su Sé stesso, che Gesù doveva edificare la Chiesa. La Pietra, dunque, è il
Cristo rivelato da Pietro.
Infatti, Gesù, riferendosi proprio alla dichiarazione di Pietro, disse: «Tu sei Pietro [greco:
PETROS, nome maschile che significa “pietra” nel senso di sasso], e su questa pietra [greco:
PETRA, nome femminile che significa “masso di roccia”] edificherò la mia Chiesa».
Quindi, il Cristo che Pietro aveva riconosciuto era (ed è) il Masso di Roccia, su cui è
edificata la Chiesa.
Pietro era solo un sasso, uno dei tanti della Chiesa; ma non poteva essere “la pietra”, cioè
la “pietra angolare”, perché essa era fondamentale nella costruzione di un edificio, essendone
il sostegno. E solo Gesù è il vero e unico sostegno della Chiesa!
Pietro e gli altri discepoli vengono chiamati “pietre viventi” dell’edificio spirituale che è la
Chiesa, in aggiunta alla Pietra Angolare che è Cristo.
E Pietro aveva capito molto bene le parole di Gesù, tant’è vero che egli dice ai fedeli di
accostarsi «a Lui [Cristo], pietra vivente, rifiutata dagli uomini, ma davanti a Dio scelta e
preziosa, anche voi, come pietre viventi, siete edificati per formare una casa
spirituale» (1 Pietro 2:4-5).
Pietro disse anche: «Egli [Gesù] è la pietra che è stata da voi costruttori rifiutata, ed è
diventata la pietra angolare» (Atti 4:11). Vedi anche: Matteo 21:41-44.
L’apostolo Paolo disse ai fedeli di Efeso: «Siete stati edificati sul fondamento degli
apostoli e dei profeti, essendo Cristo Gesù stesso la pietra angolare sulla quale l’edificio
intero, ben collegato insieme, si va innalzando per essere un tempio santo nel Signore. In
lui voi pure entrate a far parte dell’edificio che ha da servire come dimora a Dio per mezzo
dello Spirito» (Efesini 2:20-22).
Paolo dice pure che uno solo è il fondamento della Chiesa, cioè Cristo, e ogni vero
Cristiano deve costruire su di Lui. Perciò Paolo avverte: «Nessuno può porre altro
fondamento oltre a quello già posto, cioè Cristo Gesù» (1 Corinti 3:11).
Ma lo stesso Paolo dà una prova incontestabile che Gesù era (ed è) la Pietra. Egli scrive
infatti: «E la roccia (greco: PETRA) era Cristo» (1 Corinti 10:4).
Chiarito questo, è importante ora chiarire che Gesù non disse che doveva “fondare” la
Chiesa, ma disse che la doveva edificare.
E proprio Pietro, in Atti 15:14-19 (passo riportato a pagina 36) disse che Dio doveva
ricostruire, restaurare, rimettere in piedi (o rialzare) la tenda di Davide che era caduta. La
tenda di Davide era la Qehal Yahwèh, cioè l’Assemblea (o Chiesa) israelita di Dio.
In effetti, quando Gesù venne, la Chiesa israelita, cioè il popolo d’Israele, versava in uno
stato spirituale rovinoso. Tanto, che Gesù «è venuto nella sua casa, e i suoi non l’hanno
ricevuto» (Giovanni 1:11).
Ed è per tale ragione che Gesù doveva rimetterla in piedi. Così, Egli cominciò a riedificare
(non a fondare) la Chiesa. Infatti, all’allora rimanente degli uomini d’Israele che lo accolsero
iniziò ad aggiungere i Gentili che via via credevano, formando un solo popolo, una nuova
Chiesa. Di questa Chiesa farà parte anche l’ultimo rimanente degli Israeliti che si convertirà
prima del suo ritorno.
Da notare che la nuova Chiesa aveva ed ha le radici, o il fondamento, della vecchia
Chiesa d’Israele. Infatti, quando Gesù dice che «venne nella sua casa» (cioè Israele), è
evidente che la sua casa esisteva già prima che Egli venisse.
Fu, dunque, questa sua casa, cioè la Chiesa israelita trovata cadente, che Gesù rimise in
piedi, facendo entrare a farne parte anche i popoli delle altre nazioni o Gentili. Perciò la
nuova Chiesa, che Egli sta ancora edificando, è la continuazione di quella israelita, perché di
essa ha fondamenta e radici.
E ciò, perché il fondamento o radice primaria della Chiesa spirituale in ogni tempo è
stato, è e sarà sempre Cristo.
Egli stesso, infatti, dice: «Io sono la radice e la progenie di Davide» (Apocalisse 22:16).
E Paolo conferma «Nessuno può porre altro fondamento che quello già posto, cioè Gesù
Cristo» (1 Corinti 3:11).
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Perciò, duemila anni fa, alla Pentecoste, la Chiesa non è stata fondata, ma rialzata,
riedificata, ravvivata con lo Spirito Santo. È vero, la Chiesa non era più come quella di prima,
perché Essa ora conteneva più Gentili che Israeliti. Per cui si può dire anche che era una
nuova Chiesa, appunto la Chiesa dei Gentili, di cui tutti noi facciamo parte per la grazia di
Dio in Cristo.
GESÙ CAPO DELLA CHIESA.
LA CHIESA CORPO SPIRITUALE DI CRISTO.
L’apostolo Paolo scrisse: «Ogni cosa egli [Dio] ha posta sotto i suoi piedi [di Cristo] e lo
ha dato per capo supremo alla chiesa, che è il corpo di lui» (Efesini 1:22-23).
E scrisse ai santi di Corinto: «Voi siete il corpo di Cristo e membra di esso, ciascuno per
parte sua» (1 Corinti 12:27).
Vedi: Colossesi 1:18; Efesini 5:22-24; Romani 12:4-8.
LA CHIESA TEMPIO SPIRITUALE DI DIO.
Rileggi Efesini 2:20-22 (passo riportato nella pagina precedente).
Ai santi della chiesa di Corinto Paolo scrisse: «Non sapete che siete il tempio di Dio e che
lo Spirito di Dio abita in voi?» (1 Corinti 3:16-17). Vedi 2 Corinti 6:16.
CHI FA PARTE DELLA CHIESA E COME È COMPOSTA.
Della vera Chiesa, cioè quella spirituale, fanno parte tutti coloro che hanno risposto o
rispondono alla chiamata di Dio ad esser santi, rimanendogli fedeli per tutta la vita.
La chiamata di Dio è cominciata dalla caduta dell’uomo e si concluderà appena prima del
ritorno di Cristo in gloria.
Fanno parte della Chiesa tutti coloro che «sono nati da Dio», secondo «il proponimento
dell’elezione di Dio» (Giovanni 1:13; Romani 9:11), per essere figli spirituali di Dio. Essi,
perciò, sono consacrati ed approvati mediante l’unzione del suo spirito, e da esso condotti,
come è scritto: «Tutti quelli che son condotti dallo spirito di Dio, son figliuoli di Dio»
(Romani 8:14) - Versione Riveduta.
La Chiesa è quindi l’Assemblea degli eletti,o santi.
La Chiesa è chiamata anche: Tempio di Dio, Edificio di Dio, Casa spirituale di Dio, Chiesa
di Cristo, Corpo di Cristo e in altri modi.
La Bibbia dice che oltre a Cristo, che ne è il Capo, «Dio ha posto nella chiesa in primo
luogo degli apostoli, in secondo luogo dei profeti, in terzo luogo dei dottori, poi miracoli,
poi doni di guarigioni, assistenze, doni di governo, diversità di lingue» (1 Corinti 12:28).
Vedi Efesini 4:11-16.
LE CHIAVI DEL REGNO DEI CIELI.
Quanto alle «chiavi del regno dei cieli» (Matteo16:19), esse sono le chiavi della
conoscenza dei misteri riguardanti il regno di Dio.
Queste “chiavi” Gesù le ha date non solo a Pietro, ma anche a tutti i credenti. Infatti, Egli
disse ai discepoli le stesse parole che disse a Pietro:
«Io vi dico in verità che tutte le cose che legherete sulla terra, saranno legate nel cielo;
e tutte le cose che scioglierete sulla terra, saranno sciolte nel cielo» (Matteo 18:18).
Vedi anche Giacomo 1:5.
35
ESISTONO DAVVERO I DONI SPIRITUALI?
Certamente!
Essendo ogni credente parte del corpo di Cristo, riceve un dono spirituale secondo la
funzione che Dio gli ha assegnato nella Chiesa. Vedi 1 Corinti 12:28.
Paolo apostolo scrisse: «A ciascuno è data la manifestazione dello Spirito per il bene
comune. Infatti, a uno è data, mediante lo Spirito, parola di sapienza; a un altro parola di
conoscenza, secondo il medesimo Spirito; ad un altro fede, mediante il medesimo Spirito;
a un altro, doni di guarigioni, per mezzo del medesimo Spirito; a un altro, potenza di
operare miracoli; a un altro, profezia; a un altro, il discernimento degli spiriti; a un altro,
diversità di lingue, e a un altro, la interpretazione delle lingue; ma tutte queste cose le
opera quell’unico e medesimo Spirito, distribuendo i doni a ciascuno in
particolare come vuole» (1 Corinti 12:7-11).
29
Come dice Paolo, i doni sono concessi da Dio, come vuole e per il bene comune. Quindi,
chi riceve un dono spirituale, non lo riceve per servirsene, ma per servire. E significa anche
che Dio dà i doni per scopi ben precisi, affinché mediante essi sia compiuta la sua volontà. 1
Pietro 4:10-11; Romani 12:4-14; Efesini 4:1-16.
Paolo scrisse: «Desiderate ardentemente l’amore, non tralasciando però di ricercare i
doni spirituali, principalmente il dono di profezia» (1 Corinti 14:1). E diede autorevoli
consigli alla Chiesa di Corinto, affinché i doni spirituali fossero usati secondo la volontà di
Dio. Vedi 1 Corinti capitoli 12, 13 e 14.
Se un dono spirituale viene veramente da Dio, si può capire dai frutti spirituali di chi lo ha
ricevuto. Vedi: Marco 9:38-40; 1 Giovanni 4:1; Matteo 7:15-23; Galati 5:16-26.
Paolo ammonisce: «Se uno pensa di essere qualcosa pur non essendo nulla, inganna sé
stesso» (Galati 6:3).
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QUANDO VERRÀ LA FINE DEL MONDO?
E QUANDO RITORNERÀ GESÙ CRISTO?
Quasi duemila anni fa, i discepoli fecero a Gesù le stesse domande: «Dicci, quando
avverranno queste cose e quale sarà il segno della tua venuta e della fine dell’età
presente?» (Matteo 24:1-3).
Gesù rispose loro indicando una serie di avvenimenti che si sarebbero verificati da allora
fino al suo ritorno, e in modo particolare nel periodo che ha da precedere la sua venuta.
Leggi la profezia di Gesù: Matteo cap.24; Marco cap.13; Luca cap.21 e 17:20-37.
Ecco ciò che è avvenuto, secondo le parole di Gesù.
Come abbiamo visto, a causa dell’incredulità degli Israeliti riguardo a Cristo, che li portò
ad ucciderlo, Dio abbandonò tale popolo ed aprì le porte dell’elezione a tutte le altre nazioni
(o Gentili), come Gesù aveva predetto. Nel 70 E. V. Gerusalemme fu distrutta dai Romani ed
il popolo d'Israele disperso fra le nazioni.
Nel I secolo ebbe inizio l’apostasia, cioè la defezione di molti cristiani, che abbandonarono
l’insegnamento apostolico per seguire dottrine e pratiche di falsi maestri e falsi profeti. Vi fu
anche un periodo di terribili persecuzioni per i Cristiani.
Nel IV secolo il Cristianesimo si lasciò inquinare dal paganesimo, fino a diventare religione
di stato dell’impero romano.
Nei secoli successivi, il cristianesimo paganizzato perseguitò ferocemente i dissidenti, fino
a torturarli barbaramente e metterli al rogo come eretici. Intraprese pure delle guerre dette
“sante”, per la conquista dei luoghi sacri in Palestina e per la detenzione del potere (la
chiesa-stato), potere e posizione che detiene tuttora.
Nonostante le persecuzioni e i roghi, dal cristianesimo paganizzato nacque il
Protestantesimo che, non senza oscure macchie, si è sviluppato sempre più e fino ai giorni
nostri.
IL TEMPO DELLA FINE.
Gesù ha detto: «Imparate dal fico questa similitudine: quando già i suoi rami si fanno
teneri e mettono le foglie, voi sapete che l’estate è vicina. Così anche voi, quando vedrete
tutte queste cose, sappiate che egli è vicino, proprio alle porte» (Matteo 24:32-33).
Di quali cose e di quali segni parlava Gesù?
Vediamo quali sono i segni del tempo della fine, citando la profezia di Gesù e le profezie di
altri santi profeti.
L’esame di tali segni consentirà di comprendere meglio sia la situazione del tempo attuale
sia quella che verrà a determinarsi nel prossimo futuro.
I mali che hanno già cominciato ad affliggere il mondo, e che si aggraveranno sempre
più, sfoceranno fra breve in quella che Gesù chiama «grande afflizione» che non avrà uguali
nella storia umana.
Cristo predisse: «Allora vi sarà una grande afflizione; tale, che non v’è stata l’uguale
dal principio del mondo fino ad ora, né mai più vi sarà» (Matteo 24:21). Vedi Daniele 12:1.
«E se il Signore [il Padre] non avesse abbreviato quei giorni, nessuno scamperebbe; ma
a cagione dei suoi propri eletti, egli ha abbreviato quei giorni» (Marco 13:20).
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ECCO, DUNQUE, I SEGNI DEL TEMPO DELLA FINE
(L’ordine numerico non è necessariamente l’ordine cronologico):
1 - IMMORALITÀ E MANCANZA DI FEDE IN DIO.
Il Signore Gesù profetizzò:
«E come fu ai giorni di Noè, così sarà alla venuta del Figliuolo dell’uomo. Infatti, come
nei giorni innanzi al diluvio si mangiava e si beveva, si prendeva moglie e si andava a
marito, sino al giorno che Noè entrò nell’arca, e di nulla si avvide la gente, finché venne
il diluvio che portò via tutti quanti, così avverrà alla venuta del Figliuolo dell’uomo»
(Matteo 24:37-39). Vedi Genesi capitoli 6, 7 e 8.
«Nello stesso modo che avvenne anche ai giorni di Lot; si mangiava, si beveva, si
comprava, si vendeva, si piantava, si edificava; ma nel giorno che Lot uscì di Sodoma
piovve dal cielo fuoco e zolfo, che li fece tutti perire. Lo stesso avverrà nel giorno che il
Figliuolo dell’uomo sarà manifestato» (Luca 17:28-30). Vedi Genesi 19:1-29.
«E il fratello darà il fratello alla morte, e il padre il figliuolo; e i figliuoli si leveranno
contro i genitori e li faranno morire» (Marco 13:12).
«E perché l’iniquità sarà moltiplicata, l’amore dei più si raffredderà» (Matteo 24:12).
L’apostolo Paolo predisse: «Negli ultimi giorni verranno dei tempi difficili; perché gli
uomini saranno egoisti, amanti del danaro, vanagloriosi, superbi, bestemmiatori,
disubbidienti ai genitori, ingrati, irreligiosi, senza affezione naturale, mancatori di fede,
calunniatori, intemperanti, spietati, senza amore per il
bene, traditori, temerari, gonfi,
amanti del piacere anziché di Dio, aventi le forme della pietà, ma avendone rinnegata la
potenza» (2 Timoteo 3:1-5).
Nella società odierna i sani valori quasi non esistono più. Al loro posto vi sono: corruzione
ad ogni livello, sete di potere e di onori, violenza, razzismo, ipocrisia, disgregazione della
famiglia, ricerca dei piaceri e del lusso, mangiare, bere, droga, sesso, omosessualità, pedofilia,
sadismo, vizi, idolatria, occultismo... e si può continuare.
La situazione di oggi fa impallidire quella dei tempi di Noè e di Sodoma e Gomorra! Non
per niente Gesù aveva detto: «Quando il Figlio dell’uomo verrà, troverà egli la fede sulla
terra?» (Luca 18:8).
2 - GUERRE E RUMORI DI GUERRE.
Gesù profetizzò: «Or voi udirete parlare di guerre e di rumori di guerre; guardate di non
turbarvi, perché bisogna che questo avvenga, ma non sarà ancora la fine. Poiché si leverà
nazione contro nazione e regno contro regno» (Matteo 24:6-7).
Vedi: Apocalisse 6:4; Daniele 7:23.
Si dirà che le guerre nella storia ci sono sempre state. È vero, ma il XX secolo è stato
particolare. Sono scoppiate due guerre mondiali a distanza di poco più di vent’anni l’una
dall’altra! Incredibile! Vi sono stati quasi 70.000.000 di morti! La distruzione è stata
tremenda! I danni incalcolabili!
Vi saranno altre guerre globali prima della venuta di Cristo? Non c’è da augurarselo! Una
battaglia si combatterà di sicuro, al ritorno del Signore: la battaglia di Harmaghedòn, tra le
forze del male e Cristo col suo esercito celeste, quando il Diavolo si opporrà all’instaurazione
del Regno sulla terra, aizzando le nazioni contro Gerusalemme (Apocalisse 16:16; 19:11-21).
Tale battaglia sarà spaventosa! - Vedi: Zaccaria 14:1-5 e Gioele 3:1-17.
3 - FENOMENI SPAVENTOSI NELLA NATURA E SEGNI NEL CIELO.
Il Signore Iddio dice: «Ecco, il giorno dell’Eterno giunge: giorno crudele, di indignazione
e di ira ardente, che farà della terra un deserto, e ne distruggerà i peccatori. Poiché le
stelle e le costellazioni del cielo non faranno più brillare la loro luce; il sole si oscurerà fin
dalla sua levata, e la luna non farà più risplendere il suo chiarore.
Io punirò il mondo per la sua malvagità, e gli empi per la loro iniquità; farò cessare
l’alterigia dei superbi e abbatterò l’arroganza dei tiranni. Renderò gli uomini più rari
dell’oro fino, più rari dell’oro d’ofir. Perciò farò tremare i cieli, e la terra sarà scossa dal
suo luogo...» (Isaia 13:9-13).
Gesù profetizzò: «Vi saranno gran terremoti, e in diversi luoghi pestilenze e carestie; vi
saranno fenomeni spaventevoli e gran segni dal cielo... E vi saranno dei segni nel sole, nella
luna e nelle stelle; e sulla terra, angoscia delle nazioni, sbigottite dal rimbombo del mare e
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delle onde; gli uomini venendo meno per la paurosa aspettazione di quel che sarà per
accadere al mondo; poiché le potenze dei cieli saranno scrollate» (Luca 21:11,25-26).
4 - ROVINA DELLA TERRA.
È scritto: «È giunto il tempo... di distruggere quelli che distruggono la terra»
(Apocalisse 11:18).
L’uomo sta irresponsabilmente rovinando il pianeta in cui vive, in nome del progresso e
del benessere (=consumismo).
Ecco il quadro dei problemi che oggi affliggono la terra ed i suoi abitanti:
inquinamento atmosferico, delle falde acquifere, dei fiumi, dei laghi e dei mari, a causa
degli scarichi tossici delle industrie e dei veicoli a motore; distruzione delle aree boschive e
verdi in favore della cementificazione; fughe frequenti di nubi tossiche dalle industrie
chimiche; abbandono di rifiuti tossici e radioattivi nell’ambiente; effetto serra e buchi
nell’ozonosfera; clima sconvolto e piogge acide; pericolo di scioglimento dei ghiacciai polari;
uso sempre più frequente di pesticidi e di fertilizzanti chimici in agricoltura e cibi
geneticamente modificati; estinzione continua di razze animali; inquinamento da onde
elettromagnetiche e dell’immediato spazio circostante la terra per affollamento di apparecchi
satellitari ecc.; aumento dei decessi per tumori da inquinamento…
Fra non molto si avrà l’esaurimento dei pozzi petroliferi, con grande disagio per ogni
settore a livello mondiale.
Più volte i governi hanno preso accordi per porre un qualche rimedio a questa situazione,
ma nessuno li ha poi rispettati a causa di interessi economici. E per l’immediato futuro le
previsioni non sono affatto ottimistiche!
5 - PESTILENZE, CARESTIE E FAME NEL MONDO.
Gesù predisse: «Vi saranno... in diversi luoghi pestilenze e carestie» (Luca 21:11).
Il cibo sarà scarso e costerà molto: «Una chènice (circa un litro) di frumento per un
denaro e tre chènici d’orzo per un denaro» (Apocalisse 6:6). - NOTA: Il denaro: moneta
d’argento romana equivalente alla paga di un giorno di lavoro.
Carestie, fame e pestilenze non sono mancate nel corso dei secoli. Però, oggi che
vantiamo progressi scientifici e tecnologie avanzatissime in qualsiasi campo, è inconcepibile
che la fame nel mondo e i morti per inedia siano in aumento, che la gente muoia a milioni
per AIDS, per tumori vari, per infarto (ora anche a vent’anni), per malattie mentali e per
malattie varie. È pure incredibile che con tutta la scienza di oggi si muoia ancora di influenza!
6 - MANIFESTAZIONE DI FALSI CRISTI E FALSI PROFETI. L’APOSTASIA.
FALSI CRISTI. Gesù predisse: «Molti verranno sotto il mio nome, dicendo: “Io sono il
Cristo”, e ne sedurranno molti...
Allora, se alcuno vi dice: “Il Cristo eccolo qui, eccolo là”, non lo credete; perché
sorgeranno falsi cristi e falsi profeti, e faranno grandi segni e prodigi da sedurre, se fosse
possibile, anche gli eletti. Ecco, ve l’ho predetto. Se dunque vi dicono: “Eccolo, è nel
deserto”, non v’andate; “Eccolo, è nelle stanze interne”, non lo credete; perché, come il
lampo esce da levante e si vede fino a ponente, così sarà la venuta del Figliuolo
dell’uomo» (Matteo 24:5, 23-27).
FALSI PROFETI. Gesù avvertì: «Guardatevi dai falsi profeti, i quali vengono a voi in
vesti da pecore, ma dentro sono lupi rapaci. Voi li riconoscerete dai loro frutti» (Mat. 7:15).
Rispetto al passato, nel nostro tempo si è moltiplicato grandemente il numero dei
personaggi che hanno dichiarato di essere l’incarnazione di Cristo, trascinando alla rovina i
loro seguaci.
I falsi profeti non si contano più. Le religioni proliferano come non mai e molti lupi ne
approfittano, schiavizzando e tosando le loro “pecore”, arricchendosi e creando potenti
imperi “teocratici” ove signoreggiano da onnipotenti.
L’APOSTASIA. (L’apostasìa è l’allontanamento dalla verità, da Dio, dalla fede, per
seguire false dottrine).
L’apostolo Paolo profetizzò: «Lo Spirito dice espressamente che nei tempi a venire
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alcuni apostateranno dalla fede, dando retta a spiriti seduttori, e a dottrine di demoni per
via della ipocrisia di uomini che proferiranno menzogna, segnati di un marchio nella loro
propria coscienza; i quali vieteranno il matrimonio e ordineranno l’astensione da cibi che
Dio ha creati affinché quelli che credono e hanno ben conosciuta la verità, ne usino con
rendimento di grazie. Poiché tutto quel che Dio ha creato è buono; e nulla è da riprovare,
se usato con rendimento di grazie; perché è santificato dalla parola di Dio e dalla
preghiera» (1 Timoteo 4:1-5).
L’apostasìa manifestatasi ai tempi dei primi Cristiani si è via via sviluppata sino ad
arrivare ai livelli obbrobriosi dei nostri tempi. Ci sono chiese che vietano il matrimonio ai loro
ministri ed altre che vietano i rapporti fra coniugi. Altre ancora vietano di mangiare cibi
ritenuti impuri. Tutto ciò in aperto contrasto con le Scritture.
7 - L’UOMO DEL PECCATO.
Paolo apostolo profetizzò: «Quel giorno non verrà se prima non sia venuta l’apostasìa e
non sia stato manifestato l’uomo del peccato, il figliuolo della perdizione, l’avversario, colui
che si innalza sopra tutto quello che è chiamato dio od oggetto di culto; fino al punto da
porsi a sedere nel tempio di Dio, mostrando sé stesso e dicendo che egli è Dio.
…E ora voi sapete quel che lo ritiene onde egli sia manifestato a suo tempo. Poiché il
mistero dell’empietà è già all’opera: soltanto v’è chi ora lo ritiene e lo riterrà finché sia
tolto di mezzo. E allora sarà manifestato l’empio, che il Signor Gesù distruggerà col soffio
della sua bocca, e annienterà con l’apparizione della sua venuta.
La venuta di quell’empio avrà luogo per l’azione efficace di Satana, con ogni sorta di
opere potenti, di segni e prodigi bugiardi; e con o gni sorta d’inganno d’iniquità». (2
Tessalonicesi 2:3-10).
Ai tempi degli apostoli, lo spirito dell’anticristo (del Diavolo) era già operante e lottava
contro la vera Chiesa. Lo testimonia anche l’apostolo Giovanni. Vedi: 1 Giov.2:18-23 e 4:1-6.
L’uomo del peccato, di cui parla Paolo è l’anticristo, cioè un personaggio, un uomo, che
riceverà da Satana potenza per compiere prodigi di menzogna, facendo credere che egli è il
Cristo ritornato. Molti gli crederanno, perché l’inganno sarà ben congegnato.
8 - PERSECUZIONE DEI CRISTIANI.
Gesù predisse persecuzioni per i suoi seguaci:
«Vi metteranno le mani addosso e vi perseguiteranno, dandovi in mano delle
sinagoghe e mettendovi in prigione, traendovi dinanzi a re e governatori, a cagione del
mio nome» (Luca 21:12).
«Vi getteranno in tribolazione e vi uccideranno, e sarete odiati da tutte le genti a
cagione del mio nome» (Matteo 24:9).
I Cristiani sono stati sempre perseguitati, specialmente nel periodo dell’impero romano e in
quello dell’inquisizione cattolica. Ma è predetto che in un futuro non lontano «la forza del
popolo santo sarà interamente infranta» (Daniele 12:7). Vedi: Apoc.13:7 e Daniele 7:24-25.
9 - PREDICAZIONE MONDIALE DELL’EVANGELO DEL REGNO.
Gesù Cristo predisse: «E questo evangelo del Regno sarà predicato per tutto il mondo,
onde ne sia resa testimonianza a tutte le genti; e allora verrà la fine» (Matteo 24:14).
L’impegno di tanti Cristiani in quasi duemila anni ha fatto si che l’annunzio del Vangelo
toccasse ogni angolo della terra, grazie anche al lavoro di copiatura e traduzione della Bibbia
in molte lingue.
Ma il dato straordinario è che ai nostri giorni la Bibbia è disponibile in più di 2.000 lingue,
coprendo l’intera popolazione mondiale! Dio si è servito e si serve tuttora di profeti,
predicatori, copisti, traduttori e di ogni uomo che ha avuto ed ha a cuore l’annunzio della sua
Parola.
Oggi possiamo dire che la profezia di Gesù relativa alla predicazione a livello mondiale è
quasi adempiuta! E questo è uno dei grandi segni del termine di questo sistema di cose.
10 - IL SEGNO DEL FIGLIO DELL’UOMO E IL CORDOGLIO DELLE GENTI.
Gesù profetizzò: «E allora apparirà nel cielo il segno del Figliuolo dell’uomo; ed allora
tutte le tribù della terra faranno cordoglio, e vedranno il Figliuolo dell’uomo venire sulle
nuvole del cielo con gran potenza e gloria» (Matteo 24:30).
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È noto che quando Gesù nacque apparve in cielo, visibile a tutti, un astro molto luminoso,
quale segno del grande evento.
Riguardo al suo ritorno, Gesù non dà indicazioni sul suo segno, che apparirà in cielo
poco prima della sua venuta. Indubbiamente sarà un segno straordinario, che gli eletti
riconosceranno subito.
Ma anche le genti capiranno che si tratterà di un evento soprannaturale, al quale seguirà
l’apparizione di Cristo.
Infatti, allora faranno cordoglio o, come è precisato in Apocalisse 1:7, «faranno cordoglio
per lui», letteralmente: “si batteranno il petto per lui”, cioè a causa di Cristo; perché le
genti, non aspettando la sua venuta, saranno sorprese dalla sua improvvisa comparsa. E,
consapevoli del loro stato di peccatori, saranno nell’angoscia (Apocalisse 6:14-17). Sarà
proprio come ai tempi che precedettero il diluvio. Matteo 24:37-42.
11 - PACE E SICUREZZA.
L’apostolo Paolo predisse: «Or quanto ai tempi ed ai momenti, fratelli, non avete
bisogno che vi se ne scriva; perché voi stessi sapete molto bene che il giorno del Signore
verrà come viene un ladro nella notte. Quando diranno: Pace e sicurezza, allora subito
una improvvisa rovina verrà loro addosso, come le doglie alla donna incinta; e non
scamperanno affatto» (1 Tessalonicesi 5:1-3).
Proprio mentre in Israele e nel mondo verranno assicurate pace e sicurezza, gli eventi
rovinosi finali si verificheranno improvvisamente, e inaspettatamente il Signore verrà, come
un ladro di notte, con tutte le conseguenze che ne seguiranno.
12 - LA FINE DEI TEMPI DEI GENTILI E LE ULTIME PROFEZIE
CHE RIGUARDANO ISRAELE ED IL MONDO INTERO.
Come abbiamo visto, il ritorno del popolo d’Israele nella terra dei padri e la sua
conversione a Cristo segneranno presto la fine dei tempi dei Gentili.
L’insediamento degli Ebrei in Palestina è indubbiamente uno degli eventi storici maggiori
del nostro tempo ed uno dei segni del tempo che precede il ritorno di Cristo e l’instaurazione
del Regno.
Riguardo al popolo d’Israele, abbiamo già parlato delle profezie che si stanno adempiendo
e si dovranno adempiere fra breve, relative, oltre che al suo ritorno in Terra Santa, anche alle
sue ultime tribolazioni, alla sua conversione a Cristo e al ristabilimento del regno in
Gerusalemme.
Come abbiamo pure visto, la battaglia che avrà luogo fra le potenze del mondo aizzate da
Satana e le potenze celesti di Cristo riguarderà sia Israele sia il mondo intero.
Sarà in quel tempo che Gesù ritornerà, perché allora Egli verrà a radunare gli eletti, i quali
parteciperanno allo scontro suddetto. Satana agirà con i suoi «spiriti di demoni capaci di
compiere dei miracoli. Essi vanno dai re di tutta la terra per radunarli per la battaglia del
gran giorno del Dio onnipotente… E radunarono i re nel luogo che in ebraico si chiama
Harmaghedòn» (Apocalisse 16:14,16).
Dio, mediante Gesù, annienterà le potenze mondiali avverse, come è scritto: «Il Signore si
farà avanti e combatterà contro quelle nazioni» (Zaccaria 14:3). Gioele capitolo 3;
Apocalisse 19:11-21; Isaia 66:15-18.
Preso il potere nel mondo, Gesù e i santi procederanno all’instaurazione del regno di Dio
sulla terra. Vedi più avanti.
Dunque, riguardo al ritorno di Gesù, possiamo dire che siamo in primavera inoltrata e
che l’estate è vicina! Il ritorno di Gesù è vicino!
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IL RITORNO DI GESÙ SARÀ VISIBILE O INVISIBILE?
Gesù stesso disse che il suo ritorno sarà visibile a tutti.
Dio aprirà gli occhi degli uomini per vedere la magnificenza della gloria di suo Figlio, degli
eletti e degli angeli santi.
Gesù profetizzò: «Ecco, egli [Gesù stesso] viene colle nuvole, ed ogni occhio lo vedrà; lo
vedranno anche quelli che lo trafissero, e tutte le tribù della terra faranno cordoglio per
lui» (Apocalisse 1:7).
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«E allora tutte le tribù della terra faranno cordoglio, e vedranno il Figliuolo dell’uomo
venire sulle nuvole del cielo con gran potenza e gloria» (Matteo 24:30). Vedi Luca 21:27.
«E allora si vedrà il Figliuolo dell’uomo venire sulle nuvole con gran potenza e gloria»
(Marco 13:26).
«Come il lampo esce da levante e si vede fino a ponente, così sarà la venuta del
Figliuolo dell’uomo» (Matteo 24:27).
Le parole di Gesù non hanno bisogno di interpretazioni!
Ma alcune chiese insegnano che il Signore sarà visto simbolicamente o, come dicono
loro, “con gli occhi della fede”. In pratica, dicono che non sarà visto.
Chiediamo loro: che senso ha la manifestazione di gran potenza e gloria di Gesù, se
nessuno lo vedrà?
La verità è che Gesù deve venire proprio «nella sua gloria» (Matteo 25:31-32) e tutti lo
vedranno, «anche quelli che lo trafissero». Questi ultimi sono non solo coloro che lo
uccisero letteralmente, ma in generale tutti i peccatori e quelli che non hanno creduto in Lui.
Essi lo vedranno con i loro occhi di carne e non “con gli occhi della fede”, perché non
avranno fede quando Egli tornerà (Luca 18:18).
Infatti, il Signore disse che «faranno cordoglio per Lui», cioè saranno nell’afflizione, nel
dolore più profondo per il timore di Lui, perché saranno sorpresi dalla sua improvvisa
manifestazione e avranno paura delle conseguenze. Ma chi avrà fede non avrà nessun
motivo d’essere nel dolore all’apparizione del Signore.
La venuta reale e visibile di Cristo è pure dimostrata dalla risposta che Egli diede al
sommo sacerdote che lo interrogò nel Sinedrio, prima di essere messo a morte:
«Daccapo il sommo sacerdote lo interrogò e gli disse: “Sei tu il Cristo, il Figliuolo del
Benedetto?”.
E Gesù gli disse: “Si, lo sono: e vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra della
Potenza e venire sulle nuvole del cielo”» (Marco 14:61-62).
Come si può notare, anche il sommo sacerdote, che fu uno di coloro che lo
condannarono, vedrà Gesù al suo ritorno, alla risurrezione generale dei morti. Ancora una
dimostrazione.
Paolo apostolo profetizzò: «…Gesù apparirà dal cielo con gli angeli della sua potenza,
in un fuoco fiammeggiante, per far vendetta di coloro che non conoscono Iddio, e di
coloro che non ubbidiscono al Vangelo del nostro Signor Gesù. I quali saranno puniti di
eterna distruzione, respinti dalla presenza del Signore e dalla gloria della sua potenza…»
(2 Tessalonicesi 1:6-10).
Qui, non solo è detto che Gesù «apparirà dal cielo con gli angeli», ma anche che i
malvagi lo vedranno, dato che saranno «respinti dalla presenza del Signore», cioè dal suo
cospetto. Paolo, evidentemente, si riferiva alle parole di Gesù:
«Chi mi avrà rinnegato davanti agli uomini, sarà rinnegato [da Lui] davanti agli angeli
di Dio» (Luca 12:9).
Anche le parole di Paolo apostolo, come quelle di Gesù, sono chiarissime e non hanno
bisogno di interpretazioni.
Ma daremo molte altre prove del ritorno visibile di Cristo.
38
GESÙ RITORNERÀ PROPRIO SULLA TERRA?
L’apostolo Paolo profetizzò:
«Questo vi diciamo per parola del Signore: che noi viventi, i quali saremo rimasti fino
alla venuta del Signore, non precederemo quelli che si sono addormentati; perché il
Signore stesso, con potente grido, con voce d’arcangelo e con la tromba di Dio, scenderà
dal cielo, e i morti in Cristo risusciteranno i primi; poi noi viventi, che saremo rimasti,
verremo insieme con loro rapiti sulle nuvole, ad incontrare il Signore nell’aria; e così
saremo sempre col Signore» (1 Tessalonicesi 4:15-17).
Dunque, non sarà né l’ombra, né la sembianza, né la presenza invisibile a manifestarsi,
ma sarà «il Signore stesso» che «scenderà dal cielo», cioè personalmente Lui! Non c’è
alcun dubbio!
In Atti 1:9-11 è scritto: «Mentre
essi
guardavano,
fu elevato ed una
nuvola,
35
accogliendolo, lo tolse d’innanzi agli occhi loro. E come essi avevano gli occhi fissi in
cielo, mentre egli se ne andava, ecco che due uomini in vesti bianche si presentarono loro
e dissero:
‘Uomini Galilei, perché state a guardare verso il cielo? Questo Gesù che è stato tolto da
voi ed assunto in cielo, verrà nella medesima maniera che l’avete veduto andare in cielo’.
Allora essi tornarono a Gerusalemme dal monte chiamato dell’Uliveto, il quale è vicino a
Gerusalemme».
Gli angeli, dunque, dissero ai discepoli che Gesù dovrà ritornare «nella medesima
maniera». In quale maniera?
Basta immaginare la scena al contrario: Egli, scendendo, attraverserà l’atmosfera e quindi
le nuvole. Sarà allora visibile a tutti. Scenderà in prossimità del suolo e poserà i suoi piedi a
terra. Gli angeli lo accompagneranno. Le parole degli angeli sono semplici e chiare, non
lasciano adito ad equivoci o a dubbi.
Ma un altro fatto straordinario è che Gesù scenderà sul Monte degli Ulivi (o Monte
dell’Uliveto), cioè proprio sul monte da dove salì al cielo! Infatti Zaccaria, parlando del
ritorno del Signore, profetizzò: «I suoi piedi si poseranno in quel giorno sul monte degli
Ulivi che è dirimpetto a Gerusalemme a levante» (Zaccaria 14:4).
Annunciando la nascita di Gesù, l’angelo Gabriele disse: «Il Signore Iddio gli darà il
trono di Davide suo padre ed egli regnerà sulla casa di Giacobbe in eterno, e il suo
regno non avrà mai fine» (Luca 1:32-33).
Gesù era della discendenza del re Davide, servo di Dio, che regnò sul popolo d’Israele dal
trono di Gerusalemme.
Il trono di Davide fu un tipo del glorioso trono di Gesù. Egli ristabilirà in Gerusalemme il
trono di Davide, con maggior gloria e in eterno, e sarà Re d’Israele e del mondo (Apocalisse
21:22-27; 22:1-5).
Il trono di Davide non era in cielo, ma sulla terra. Perciò è qui, sulla terra, che il Signore
verrà a ristabilirlo.
Al riguardo, è da notare che circa duemila anni fa, quando Gesù entrò in Gerusalemme a
cavallo di un asinello, il popolo lo accolse gridando: «Osanna al Figliuolo di Davide!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore!» (Matteo 21:4-9).
Alcuni giorni dopo, Gesù rimproverò gli Israeliti increduli: «Vi dico che d’ora innanzi non
mi vedrete più, finché diciate: Benedetto colui che viene nel nome del Signore!»
(Matteo 23:39).
Attenzione: il Signore non disse che gli Israeliti non lo avrebbero più visto, ma disse che
non dovevano vederlo più finché, cioè fino a che (e fino a quando) essi non si sarebbero
convertiti a Lui. Quando ciò avverrà, lo vedranno di nuovo!
Quindi, le parole di Gesù non si sono ancora adempiute. Si adempiranno al suo ritorno.
Allora si ripeterà la scena del suo ingresso trionfale in Gerusalemme e il popolo lo acclamerà
con le stesse parole, perché allora molti Israeliti si convertiranno a Lui e lo riconosceranno
quale Figlio di Dio, Messìa e Re.
In Luca 13:35 le parole di Gesù agli Ebrei sono più chiare: «E io vi dico che non mi
vedrete più, finché venga il giorno che diciate: Benedetto colui che viene nel nome del
Signore!».
Gesù, dunque, verrà proprio sulla terra, visibilmente. Sarà riconosciuto ed acclamato da
Israele e ristabilirà il trono di Davide in Gerusalemme. Vediamo altre prove.
Parabola delle mine (Luca 19:11-27 - Matteo 25:14-30). Spiegazione.
L’uomo nobile è Gesù stesso, che dopo la risurrezione doveva salire in cielo per ricevere
dal Padre l’investitura ufficiale del Regno universale, per poi ritornare a suo tempo.
Le mine che Egli ha affidato ai suoi servi sono i beni spirituali, cioè i doni spirituali che
ogni fedele ha ricevuto. Tali beni devono essere trafficati, cioè utilizzati per produrre frutti
spirituali e nuovi discepoli.
Al suo ritorno, Gesù farà i conti con i suoi servitori: ripudierà i servi malvagi e infedeli, ma
loderà i servitori fedeli, che hanno fatto fruttare i doni spirituali, e li premierà investendoli di
autorità regale per governare le nazioni della terra.
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I nemici che vengono stroncati sono i malvagi che si opporranno all’instaurazione del
Regno di Dio.
La parabola testimonia che Gesù tornerà proprio sulla terra, dove affiderà il governo delle
nazioni ai suoi servitori, i santi.
A conferma che Gesù verrà proprio sulla terra a regnare con i santi è scritto che essi
«saranno sacerdoti di Dio e di Cristo e regneranno con lui quei mille anni» e
«regneranno sulla terra» (Apocalisse 20:6 e 5:9).
Gesù promette ai suoi servitori: «A chi vince e persevera nelle mie opere sino alla fine io
darò potestà sulle nazioni, ed egli le reggerà con una verga di ferro frantumandole a mo’
di vasi d’argilla» (Apocalisse 2:26-27)
Sarà perciò sulla terra, sull’umanità, che i santi, assieme a Gesù, eserciteranno la loro
«potestà sulle nazioni» quali sacerdoti e re.
Nella notte della Santa Cena, Gesù disse ai discepoli: «Io vi dico
che d’ora in poi non berrò più di questo frutto della vigna, fino al giorno che lo berrò
nuovo con voi nel regno del Padre mio» (Matteo 26:29).
La qual cosa vuol dire che quando Egli stabilirà il Regno sulla terra, verrà proprio qui a
bere nuovamente il vino con i santi. Sarà il vino nuovo, quello che si produrrà nel nuovo
Regno.
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QUAL È IL VERO SIGNIFICATO DELLA PAROLA “PAROUSIA”?
La parola greca Parousìa (italiano: Parusìa) nel greco biblico vuol dire: Venuta, Arrivo o
Presenza personale constatabile e visibile.
Tale parola è usata nella Bibbia per indicare sia la prima venuta, sia la seconda venuta di
Cristo. E in ambedue i casi indica venuta reale e tangibile.
Riguardo alla PRIMA VENUTA di Gesù, Pietro apostolo scrisse:
«Non è con l’andare dietro a favole artificiosamente composte che vi abbiamo fatto
conoscere la potenza e la venuta [parousìa] del nostro Signor Gesù Cristo, ma perché
siamo stati testimoni oculari della sua maestà» (2 Pietro 1:16).
Riguardo alla FUTURA VENUTA di Gesù, Paolo apostolo scrisse:
«Questo vi diciamo per parola del Signore: che noi viventi, i quali saremo rimasti fino
alla venuta [parousìa] del Signore, non precederemo quelli che si sono addormentati;
poiché il Signore stesso, con potente grido, con voce d’arcangelo e con la tromba di Dio,
scenderà dal cielo» (1 Tessalonicesi 4:15-16).
Come personale e reale fu la prima venuta di Gesù, tanto che molti ne furono «testimoni
oculari», così altrettanto personale e reale sarà la sua futura seconda venuta, tanto che «il
Signore stesso scenderà dal cielo»!
A comprova di quanto detto, riportiamo di seguito altri passi biblici non riferiti alla venuta
di Cristo, dove è usata la parola parousìa, per dimostrare che essa ha sempre il significato di
venuta (o arrivo) o presenza reale e personale.
L’apostolo Paolo scrisse ai Corinti ed ai Filippesi:
«Io mi rallegro della venuta [parousìa] di Stefana, di Fortunato e d’Acaico» (1 Cor.16:17).
«Iddio che consola gli abbattuti, ci consolò con la venuta [parousìa] di Tito» (2 Cor.7:6).
«Dice taluno, ben sono le sue lettere gravi e forti; ma la sua presenza personale
[parousìa] è debole» (2 Corinti 10:10).
«…Il vostro gloriarvi abbondi in Cristo Gesù a motivo di me, per la mia presenza
[parousìa] di nuovo in mezzo a voi» (Filippesi 1:26). Filippesi 2:12.
Non v’è alcun dubbio che la parousìa, cioè la venuta di Gesù, sarà reale, vera, autentica,
concreta, personale, percettibile, visibile.
Ragion per cui, le dottrine che teorizzano un ritorno invisibile di Gesù non sono in linea con
gli insegnamenti biblici.
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E I SANTI VIVI E MORTI?
I SANTI CHE AL RITORNO DI CRISTO SARANNO VIVENTI.
Paolo apostolo scrisse ai santi di Filippi: «Quanto a noi, la nostra cittadinanza è nei cieli,
da dove aspettiamo anche il Salvatore, Gesù Cristo, il Signore, che trasformerà il corpo
della nostra umiliazione rendendolo conforme al corpo della sua gloria» (Filippesi 3:20-21).
Scrisse pure: «La tromba squillerà e i morti risusciteranno incorruttibili, e noi [i santi che
saranno ancora vivi] saremo trasformati» (1 Corinti 15:52).
I SANTI CHE AL RITORNO DI CRISTO SARANNO MORTI.
Gesù disse: «Quelli che saranno ritenuti degni di aver parte al mondo avvenire e alla
risurrezione dai morti non prendono né danno moglie; neanche possono più morire perché
sono simili agli angeli e sono figli di Dio, essendo figli della risurrezione» (Luca
20:35-36). 1 Corinti 15:12-58.
I santi morti faranno parte della «prima risurrezione», a loro riservata, chiamata anche
«risurrezione dei giusti» o «risurrezione di vita» (Apoc.20:5-6; Luca 14:14; Giovanni 5:29).
Essi risusciteranno direttamente alla gloria e alla immortalità, come Gesù aveva detto:
«Chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna; e non viene
in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita» (Giovanni 5:24).
Questa frase di Gesù significa non solo che coloro i quali credono vengono subito
(mentre sono in vita) vivificati con lo spirito, ma significa anche che i credenti che
muoiono, alla sua venuta saranno risuscitati direttamente alla vita eterna in gloria, perché
partecipi della prima risurrezione, e non del Giudizio generale.
TUTTI ASSIEME AD INCONTRARE IL SIGNORE!
Dunque, i santi che al ritorno di Gesù saranno ancora in vita verranno trasformati in gloria,
ed assieme ai santi risuscitati in gloria andranno ad incontrare il Signore nell'aria!
Ecco la scena profetizzata dall’apostolo Paolo:
«Il Signore stesso… scenderà dal cielo, e prima risusciteranno i morti in Cristo; poi noi
viventi, che saremo rimasti, verremo rapiti insieme con loro, sulle nuvole, a incontrare il
Signore nell’aria; e così saremo sempre col Signore» (1 Tessalonicesi 4:16-17).
Vedi: Colossesi 3:4; Matteo 24:31; Marco 13:26-27.
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CHE COS’È IL GIORNO DEL GIUDIZIO?
La Scrittura dice che Dio «ha fissato un giorno, nel quale giudicherà il mondo con
giustizia» (Atti 17:31).
Tale giorno viene chiamato anche: «Giorno del Giudizio» o «l’ultimo giorno» o «giorno
del Signore» e in altri modi. (Matteo 10:15; Giovanni 6:54; 2 Pietro 3:10; Atti 2:10).
Esso non è un giorno di ventiquattro ore, ma un periodo di tempo della durata di mille
anni. Vedremo più avanti. E non è nemmeno una semplice emissione di sentenze di
condanna o di assoluzione nell’istante in cui Cristo ritornerà.
Il Giorno del Giudizio è l’ultimo millennio del piano di salvezza di settemila anni stabilito
da Dio per la redenzione dell’umanità.
Per seimila anni gli uomini debbono sottostare al dominio del male, affinché, secondo la
sentenza pronunciata da Dio quando Adamo ed Eva si ribellarono (Genesi 3:17-19), essi
comprendano veramente che cosa sia il male, provandone i terribili effetti; nel successivo
settimo millennio avranno la opportunità d'essere liberati dal giogo del male e dai suoi
effetti.
Il settimo millennio viene chiamato dalla Bibbia «riposo di Dio» e anche «settimo giorno».
Leggi Ebrei 4:1-11 e noterai che la settimana viene presa ad esempio del piano di settemila
anni. Infatti, nella settimana vi sono sei giorni di affanni ed uno, il settimo, di riposo.
Il Giorno del Giudizio è il tempo della restaurazione della creazione. La parola giudizio
(in greco: krisis) ha il più ampio significato di ”sentenza a seguito di una prova”; per cui
sarebbe più esatto che il Giorno del Giudizio venisse chiamato Giorno della prova.
Infatti, l’umanità sarà rigenerata mediante una rieducazione, che comprenderà un severo
disciplinamento, seguìto da un esame finale.
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Ecco che cosa avverrà nel Giorno del Giudizio:
1) NEL MILLENNIO SATANA E I SUOI ANGELI SARANNO IMPRIGIONATI.
Come abbiamo visto, il Diavolo opporrà resistenza all’insediamento del regno di Dio sulla
terra, aizzando le nazioni a far guerra ad Israele, nel tentativo di distruggerlo definitivamente
e quindi impedire la realizzazione delle profezie. Ma sarà un tentativo vano, perché Cristo e i
santi trionferanno.
Allora, Gesù farà imprigionare Satana e i suoi angeli malvagi per mille anni, affinché non
ostacolino l’opera di restaurazione della terra e dei suoi abitanti.
La profezia dice: «Vidi scendere dal cielo un angelo con la chiave dell’abisso e una grande
catena in mano. Egli afferrò il dragone, il serpente antico, cioè il diavolo, Satana, lo legò
per mille anni, e lo gettò nell’abisso che chiuse e sigillò sopra di lui perché non seducesse
più le nazioni finché fossero compiuti i mille anni; dopo i quali dovrà essere sciolto per
un po’ di tempo» (Apocalisse 20:1-3). Vedi Isaia 24:21-22.
2) GESÙ RISTABILIRÀ IL TRONO DI DAVIDE.
Gesù quindi ristabilirà in Israele il regno di Davide, di cui Egli fu discendente quando
venne sulla terra come uomo.
Si adempirà così la profezia annunciata a Maria dall’angelo Gabriele prima della nascita di
Gesù: «Ecco, tu concepirai e partorirai un figlio, e gli porrai nome Gesù. Questi sarà
grande e sarà chiamato Figlio dell’Altissimo, e il Signore Dio gli darà il trono di Davide,
suo padre. Egli regnerà sulla casa di Giacobbe [cioè in Israele] in eterno, e il suo regno
non avrà mai fine» (Luca 1:31-33).
Vedi anche: Isaia 9:5-6; Geremia 23:5-6; Daniele 2:44 e 7:13-14; Salmo 2:7-9.
Il trono di Davide sarà ristabilito in Gerusalemme, qui sulla terra, e questa è un’altra
prova della venuta personale e visibile di Gesù. Dal trono di Gerusalemme Cristo e i santi
governeranno il mondo.
3) GESÙ E I SANTI REGNERANNO QUALI RE, GIUDICI E SACERDOTI.
La profezia dice che Gesù «non giudicherà secondo le apparenze, né renderà sentenza
per sentito dire; ma giudicherà con giustizia i miseri e con equità renderà sentenze in
favore dei poveri del paese; percuoterà il violento con la verga della sua bocca, e farà
morire l’empio con il soffio delle sue labbra. La giustizia sarà la cintura dei suoi lombi e
la fedeltà la cintura dei suoi fianchi» (Isaia 11:3-5). La Bibbia, Ed. Paoline. Vedi Salmo 2:6-12.
I santi regneranno con Gesù e avranno potere come Lui.
Gesù, infatti, ai discepoli aveva promesso: «In verità vi dico: voi che mi avete seguito, nella
rigenerazione, quando il Figlio dell’uomo sederà sul suo trono di gloria, sederete anche
voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele» (Matteo 19:28). Edizioni Paoline. NOTA: Il fatto che Gesù stesso chiami il Giorno del giudizio Rigenerazione (greco:
Palinghenesìa) è prova chiarissima che esso è il tempo della restaurazione della creazione.
Ancor più ricco di particolari è il passo parallelo di Luca 22:28-30:
«Or voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove; io dispongo che
vi sia dato un regno, come il Padre mio ha disposto che fosse dato a me, affinché
mangiate e beviate alla mia tavola nel mio regno, e sediate su troni per giudicare le
dodici tribù d’Israele».
Egli disse pure: «A chi vince e persevera nelle mie opere sino alla fine, darò potere sulle
nazioni, ed egli le reggerà con una verga di ferro e le frantumerà come vasi d’argilla»
(Apocalisse 2:26-27).
È scritto che gli eletti saranno «un regno e dei sacerdoti; e regneranno sulla terra»
(Apocalisse 5:10).
È pure scritto: «Poi vidi dei troni. A quelli che vi si misero seduti fu dato di giudicare…
saranno sacerdoti di Dio e di Cristo e regneranno con lui quei mille anni» (Apocalisse
20:4,6). Vedi: Daniele 7:27; 1 Corinti 6:1-3.
4) LA RISURREZIONE GENERALE DEI MORTI.
Della risurrezione dei santi abbiamo già parlato e abbiamo visto che è una risurrezione in
gloria. Ma anche gli ingiusti saranno risuscitati, nella seconda ed ultima risurrezione o
risurrezione generale. L’apostolo Paolo, infatti, disse: «Ci sarà una risurrezione dei giusti e
degli ingiusti» (Atti 24:15).
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Gesù precisò: «L’ora viene in cui tutti quelli che sono nelle tombe udranno la sua voce
[di Gesù] e ne verranno fuori; quelli che hanno operato bene, in risurrezione di vita; quelli
che hanno operato male, in risurrezione di giudizio» (Giovanni 5:28-29).
La risurrezione di giudizio, come Gesù stesso dice, è per quelli che hanno operato male.
Essa è la risurrezione degli ingiusti. La risurrezione di giudizio (o degli ingiusti) è quella di
tutto il resto dell’umanità. Essa è una risurrezione in carne. I morti risusciteranno con un
corpo di carne come quello che avevano prima di morire.
Vedi come esempio Ezechiele 37:1-14. Vedi anche: Isaia 66:22-24.
5) LA RIGENERAZIONE.
LA RIGENERAZIONE DELL'UMANITÀ.
Gesù e i santi, dunque, governeranno sui vivi e sui morti risuscitati applicando la legge e la
giustizia divina. Essi, come dice la profezia, ammaestreranno le nazioni nelle vie dell’amore,
della pace e della giustizia e useranno la «verga di ferro» (Apoc.2:26-27), cioè la disciplina
più severa, nei riguardi di coloro che non vorranno sottostare alle legge di Dio.
Nel Millennio avverrà l’inverso di quel che accade ora: saranno i giusti a governare e i
malvagi a subire… la giustizia. Gesù, prevedendo ciò, a chi l’ascoltava disse: «Beati voi che
ora piangete, perché riderete… Guai a voi che ora ridete, perché sarete afflitti e
piangerete» (Vedi l’intero passo di Luca 6:20-26). Vedi: Isaia 65:13-14.
Per molti sarà dura, e difficilmente si sottometteranno alla legge divina, perché prima
erano abituati al male, al potere, ai piaceri, agli onori e alla prepotenza a scapito dei deboli.
Infatti, la profezia dice: «Se si fa grazia all’iniquo, egli non apprende la giustizia; sulla
terra del bene, egli opera il male e non riconosce la maestà del Signore» (Isaia 26:10) - La
Bibbia, Edizioni Paoline. NOTA: La “terra del bene” è la terra in fase di restaurazione.
Spirito, conoscenza e benedizioni di Dio saranno donati a tutti gli uomini, come dice la
profezia: «Verranno molte nazioni e diranno: ”Venite, saliamo al monte del Signore, alla
casa del Dio di Giacobbe; egli ci insegnerà le sue vie e noi cammineremo nei suoi
sentieri!”. Poiché da Sion uscirà la legge, da Gerusalemme la parola del Signore.
Egli sarà giudice fra molti popoli, arbitro fra nazioni potenti e lontane. Dalle loro spade
fabbricheranno vomeri, dalle loro lance, roncole; una nazione non alzerà più la spada
contro l’altra e non impareranno più la guerra.
Potranno sedersi ciascuno sotto la sua vite e sotto il suo fico, senza che nessuno li
spaventi; poiché la bocca del Signore degli eserciti ha parlato» (Michea 4:2-4).
«Il lupo abiterà con l’agnello, e il leopardo si sdraierà accanto al capretto; il vitello, il
leoncello e il bestiame ingrassato staranno assieme, e un bambino li condurrà. La mucca
pascolerà con l’orsa, i loro piccoli si sdraieranno assieme, e il leone mangerà il foraggio
come il bue. Il lattante giocherà sul nido della vipera, e il bambino divezzato stenderà la
mano nella buca del serpente.
Non si farà né male né danno su tutto il mio monte santo, poiché la conoscenza del
Signore riempirà la terra, come le acque coprono il fondo del mare» (Isaia 11:6-9).
Vedi anche: Isaia 65:13-25 e Salmo 22:26-31.
Sotto l’amorevole guida di Cristo e dei santi e per il loro potere di rigenerare la vita,
l’umanità entro il Millennio raggiungerà una condizione fisica e spirituale di perfezione.
La profezia dice: «Un re regnerà secondo giustizia e i principi governeranno con equità.
Ognun d’essi sarà come un riparo dal vento, come un rifugio contro l’uragano, come dei
corsi d’acqua in luogo arido, come l’ombra d’una gran roccia in una terra che langue. Gli
occhi di quei che veggono non saranno più accecati, e gli orecchi di quei che odono
staranno attenti. Il cuore degli inconsiderati capirà la saviezza, e la lingua dei balbuzienti
parlerà spedita e distinta. Lo scellerato non sarà più chiamato nobile, e l’impostore non
sarà più chiamato magnanimo» (Isaia 32:1-5 - Vers. Riveduta).
È scritto: «Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e saranno sturati gli orecchi dei sordi;
allora lo zoppo salterà come un cervo e la lingua del muto canterà di gioia» (Isaia 35:5-6).
I malvagi irrecuperabili che avranno «oltraggiato lo Spirito della grazia» (Ebrei 10:26-29 Vers. Riveduta), che allora riceveranno, saranno stroncati a cent’anni anche entro lo stesso
Millennio, quindi subiranno la seconda morte, cioè quella definitiva, da cui non c’è più
risurrezione. Vedi anche: Matteo 12:31-32; 1 Giovanni 5:16.
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Infatti, la profezia dice: «Chi morirà a cent’anni morirà giovane e il peccatore sarà
colpito dalla maledizione a cent’anni» (Isaia 65:20).
Dice pure: «”Quando gli adoratori usciranno, vedranno i cadaveri degli uomini che si
sono ribellati a me” dice il Signore» (Isaia 66:24).
LA RIGENERAZIONE DELLA TERRA. La Bibbia dice che a causa del peccato anche la
terra è stata maledetta: «La terra è profanata dai suoi abitanti, perché essi hanno
trasgredito le leggi, hanno violato il patto eterno. Perciò una maledizione ha divorato la
terra e i suoi abitanti ne portano la pena» (Isaia 24:5-6). Vedi anche Genesi 3:17-19.
Quindi, essendo il nostro pianeta diventato imperfetto, ha anch’esso bisogno d’essere
rigenerato. La terra sarà perciò restaurata allo splendore originale.
Il Signore dice: «Io farò scaturire dei fiumi sulle nude alture, delle fonti in mezzo alle
valli; farò del deserto uno stagno, della terra arida una terra di sorgenti; pianterò nel
deserto il cedro, l’acacia, il mirto e l’olivo selvatico; metterò nei luoghi sterili il cipresso, il
platano e il larice tutti assieme, affinché quelli vedano, sappiano, considerino e capiscano
tutti quanti che la mano del Signore ha operato questo e che il Santo d’Israele ne è il
creatore» (Isaia 41:18-20). Vedi Isaia 35:6-7.
Quando la terra sarà riportata alla perfezione, si adempirà la profezia: «I giusti
erediteranno la terra e l’abiteranno per sempre» (Salmo 37:29).
Vedi: Proverbi 2:21-22; Matteo 5:5.
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CHE COSA ACCADRÀ DOPO IL MILLENNIO?
L’ESAME FINALE.
Finito il Millennio di rigenerazione, il Diavolo ed i suoi angeli malvagi verranno liberati per
breve tempo, prima della loro definitiva distruzione. Essi istigheranno per l’ultima volta gli
uomini a ribellarsi a Dio. Quindi, useranno ancora le armi della tentazione.
L’umanità, così, sarà sottoposta all’ultimo esame, dal cui esito si vedrà se l’amore, la
fede, la giustizia e la pace saranno veramente radicati nei cuori e nelle menti.
È scritto: «Quando i mille anni saranno trascorsi, Satana sarà sciolto dalla sua prigione
e uscirà per sedurre le nazioni che sono ai quattro angoli della terra, Gog e Magog, per
radunarle alla battaglia; il loro numero è come la sabbia del mare.
E salirono sulla superficie della terra e assediarono il campo dei santi e la città diletta;
ma un fuoco dal cielo discese e le divorò. E il diavolo che le aveva sedotte fu gettato
nello stagno di fuoco e di zolfo…» (Apocalisse 20:7-10).
La profezia prosegue: «Poi vidi un grande trono bianco e colui che vi sedeva sopra. La
terra e il cielo fuggirono dalla sua presenza e non ci fu più posto per loro. E vidi i morti,
grandi e piccoli, in piedi davanti al trono. I libri furono aperti, e fu aperto anche un altro
libro che è il libro della vita; e i morti furono giudicati dalle cose scritte nei libri, secondo
le loro opere... E se qualcuno non fu trovato scritto nel libro della vita, fu gettato nello
stagno di fuoco» (Apocalisse 20:11-15).
Gli uomini, anche se al termine del Millennio saranno completamente rigenerati, cioè
perfetti, non avranno ancora ereditato la vita eterna. Per cui, nella profezia vengono ancora
chiamati morti. Infatti, essi saranno ancora soggetti alla seconda morte.
Soltanto dopo aver superato l’esame finale gli uomini erediteranno la vita eterna, cioè
dopo essersi purificati “lavando le vesti”, abbandonando la pratica del male. Infatti, è scritto:
«Beati quelli che lavano le loro vesti per aver diritto all’albero della vita e per entrare
per le porte della città» (Apocalisse 22:14). La città è la nuova Gerusalemme.
Quindi, tutti coloro che non si lasceranno sedurre dal Diavolo, rimanendo fedeli a Dio
entreranno «nella gloriosa libertà dei figli di Dio» (Vedi il passo di Romani 8:19-21).
Compiuta l’opera di rigenerazione del mondo ed estirpato definitivamente il male, Gesù
«consegnerà il regno nelle mani di Dio Padre» (1 Corinti 15:24).
L’ETERNO REGNO DI DIO SULLA NUOVA TERRA.
Noi uomini imperfetti possiamo solo immaginare la bellezza e la perfezione della creazione
restaurata. L’apostolo Paolo scrisse: «Le cose che occhio non ha veduto, e che orecchio
non ha mai udito e che non sono salite in cuor d'uomo, son quelle che Dio ha preparato
per coloro che l’amano» (1 Corinti 2:9).
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Ecco un quadro profetico del regno di Dio:
«Vidi un nuovo cielo e una nuova terra, poiché il primo cielo e la prima terra erano
scomparsi, e il mare non c’era più. E vidi la santa città, la nuova Gerusalemme, scender
giù dal cielo da presso Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo.
Udii una gran voce dal trono, che diceva: “Ecco il tabernacolo di Dio con gli uomini!
Egli abiterà con loro, essi saranno suoi popoli e Dio stesso sarà con loro e sarà il loro Dio.
Egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non ci sarà più la morte, né cordoglio, né
grido, né dolore, perché le cose di prima sono passate”» (Apocalisse 21:1-5).
«Nella città non vidi alcun tempio, perché il Signore, Dio onnipotente, e l’Agnello sono
il suo tempio. La città non ha bisogno di sole, né di luna che la illumini, perché la gloria
di Dio la illumina, e l’Agnello è la sua lampada. Le nazioni cammineranno alla sua luce e
i re della terra vi porteranno la loro gloria. Di giorno le sue porte non saranno mai chiuse
(la notte non vi sarà più), e in lei si porterà la gloria e l’onore delle nazioni. E nulla di
impuro, né chi commetta abominazioni o falsità, vi entrerà; ma soltanto quelli che sono
scritti nel libro della vita dell’Agnello» (Apocalisse 21:22-27).
«Poi mi mostrò il fiume dell’acqua della vita, limpido come cristallo, che scaturiva dal
trono di Dio e dell’Agnello. In mezzo alla piazza della città e sulle due rive del fiume stava
l'albero della vita. Esso dà dodici raccolti all’anno, porta il suo frutto ogni mese e le
foglie dell’albero sono per la guarigione delle nazioni. Non ci sarà più nulla di maledetto.
Nella città vi sarà il trono di Dio e dell’Agnello; i suoi servi lo serviranno, vedranno la sua
faccia e porteranno il suo nome scritto sulla fronte. Non ci sarà più notte; non avranno
bisogno di luce di lampada, né di luce di sole, perché il Signore Dio li illuminerà e
regneranno nei secoli dei secoli» (Apocalisse 22:1-5).
Gesù disse ai discepoli: «E io vi dico che molti verranno da Oriente e da Occidente e si
metteranno a tavola con Abraamo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli» (Matteo 8:11).
La profezia dice: «Gli umili mangeranno e saranno saziati; quelli che cercano il Signore
lo loderanno; il loro cuore vivrà in eterno. Tutte le estremità della terra si ricorderanno del
Signore e si convertiranno a lui; tutte le famiglie delle nazioni adoreranno in tua
presenza» (Salmo 22:26-27).
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ESISTE L’INFERNO?
In molte chiese si insegna che le anime dei malvagi morti vanno a finire in un luogo
infuocato, in cielo, dove sarebbero tormentate dai diavoli in eterno. Vediamo, invece, come
stanno le cose.
SIGNIFICATO DELLA PAROLA “INFERNO”.
La parola inferno, dal latino “infernus” o “inferus”, significa: ciò che è posto sotto, il
sottoterra, la fossa, il sepolcro. È l’equivalente della parola ebraica sheol e della parola
greca hades. Nella Bibbia inferno, sheol e hades (o ades) non danno mai l’idea di un luogo
infuocato in cielo dove i malvagi morti sarebbero tormentati, ma indicano il luogo di
sepoltura di tutti i morti, cioè il sepolcro.
LA MORTE È INESISTENZA.
Come si legge in Genesi 2:7, l’anima è l’uomo stesso.
Dio disse al peccatore Adamo: «Sei polvere e in polvere ritornerai» (Genesi 3:19).
La Bibbia dice di chi muore: «Il suo fiato se ne va, ed egli ritorna alla sua terra; in quel
giorno periscono i suoi progetti» (Salmo 146:4).
Dice pure: «Nel soggiorno dei morti [la tomba] dove vai, non c’è più né lavoro, né
pensiero, né scienza, né saggezza» (Ecclesiaste 9:10).
Dice ancora: «I viventi sanno che moriranno; ma i morti non sanno nulla» (Eccles.9:5).
Tutto ciò significa che la morte è inesistenza, cioè il contrario della vita. Tant’è vero che,
come dice la Parola di Dio, i morti non pensano e non sanno nulla.
Quindi, chi muore non esiste più e non può essere tormentato né in un inferno di fuoco e
né in nessun altro modo.
La Bibbia dichiara che sia i giusti che i malvagi rivivranno alla risurrezione, quando
Gesù ritornerà (Atti 24:15) e che soltanto allora saranno posti sotto giudizio, e non prima (2
Timoteo 4:1).
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Perciò, i morti non si trovano in cielo, ma nei sepolcri, da dove essi «udranno la sua voce
[di Gesù] e ne verranno fuori» (Giovanni 5:28).
GEENNA, STAGNO DI FUOCO O LAGO DI FUOCO, FORNACE ARDENTE.
La Bibbia non parla mai di un luogo infuocato in cielo, ma parla di geenna, stagno o lago
di fuoco e di fornace ardente.
Che cosa sono?
La geenna di fuoco, in ebraico: Geh Hinnòm, cioè Valle di Hinnòm, era la valle a sud di
Gerusalemme dove c’era l’immondezzaio sempre acceso. In esso venivano gettati i peccatori
giustiziati, i cui cadaveri erano consumati lentamente dal fuoco.
Il fuoco della geenna è detto inestinguibile perché esso non si spegneva; bruciava e
consumava in continuazione tutto ciò che vi era gettato, essendo anche alimentato dallo
zolfo che vi si spargeva per facilitare la combustione dei rifiuti.
A volte i cadaveri andavano a finire in zone dell’immondezzaio dove il fuoco era debole o
quasi spento, per cui imputridivano ed erano consumati dai vermi.
Gesù stesso, parlando agli Israeliti, indicò la geenna quale luogo di annientamento. Essi
sapevano che cos’era e l’avevano in orrore.
Il Signore parlò della geenna soprattutto in relazione al Giorno del Giudizio. Ed ebbe a
dire: «Se l’occhio tuo ti fa cadere in peccato, cavalo; meglio è per te entrare con un occhio
solo nel regno di Dio, che avere due occhi ed essere gettato nella geenna, dove il verme
loro non muore e il fuoco non si spegne» (Marco 9:47-48).
Anche la fornace ardente, lo stagno di fuoco o lago di fuoco sono la medesima cosa
della geenna, e cioè un luogo di eterna distruzione per i malvagi.
Gesù disse: «Come dunque si raccolgono le zizzanie e si bruciano con il fuoco, così
avverrà alla fine dell’età presente. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli che
raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono l’iniquità, e
li getteranno nella fornace ardente. Lì sarà il pianto e lo stridor dei denti» (Matteo
13:40-42).
Il paragone fatto da Gesù è straordinario e chiarissimo. Come delle zizzanie che vengono
bruciate non resta nulla, così anche dei malvagi che verranno gettati nella fornace ardente
non resterà nulla. La qual cosa vuol dire che la fornace ardente distrugge. Quanto al pianto e
allo stridor di denti, vedi appresso.
Ancora una dimostrazione. È scritto: «Per i codardi, gli increduli gli abominevoli, gli
omicidi, i fornicatori, gli stregoni, gli idolatri e tutti i bugiardi, la loro parte sarà nello
stagno ardente di fuoco e di zolfo, che è la morte seconda» (Apocalisse 21:8).
Lo stagno di fuoco è dunque la morte seconda, cioè quella definitiva.
Quindi, non v’è alcun dubbio che la geenna, lo stagno di fuoco, la fornace ardente (e
simili) sono la stessa cosa, cioè un mezzo di annientamento, e giammai di tortura eterna. La
geenna sarà solo per il periodo del compimento del Giudizio.
TORMENTI ETERNI O DISTRUZIONE ETERNA?
Che cosa è il tormento nei secoli dei secoli di cui si parla in certi passi biblici? Vediamo i
passi biblici in cui se ne parla.
È scritto che alla fine del Giudizio «il diavolo che le aveva sedotte [le nazioni] fu gettato
nello stagno di fuoco e di zolfo, dove sono anche la bestia e il falso profeta; e saranno
tormentati giorno e notte, nei secoli dei secoli» (Apocalisse 20:10).
NOTA: La bestia: simbolo di una potenza governativa diabolica.
È pure scritto: «Chiunque adora la bestia e la sua immagine e ne prende il marchio
sulla fronte o sulla mano, egli pure berrà il vino dell’ira di Dio versato puro nel calice
della sua ira; e sarà tormentato con fuoco e zolfo davanti ai santi angeli e davanti
all’Agnello. Il fumo del loro tormento sale nei secoli dei secoli» (Apocalisse 14:10-11).
È scritto anche: «Così avverrà alla fine dell’età presente. Verranno gli angeli, e
separeranno i malvagi dai giusti e li getteranno nella fornace ardente. Lì sarà il pianto e
lo stridor dei denti» (Matteo 13:49-50).
Non sono pochi coloro che prendendo questi passi cercano di far credere che i malvagi
(falsi profeti ed uomini empi in genere) saranno gettati in un luogo infuocato chiamato
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“inferno”, che sarebbe situato in cielo, dove piangeranno e subiranno atroci tormenti in
eterno. Qual è la verità?
Intanto, abbiamo già dimostrato che in cielo non esiste nessun inferno di fuoco. Ed
abbiamo pure dimostrato che cos’è la geenna o stagno di fuoco o fornace ardente: un luogo
terreno e non celeste.
Il pianto ed il tormento dei malvagi irrecuperabili, che saranno giudicati degni di
distruzione nella geenna, in loro dureranno finché giungerà la morte. Il fumo è il ricordo del
loro tormento e della loro morte, che sarà di monito a tutti.
Un esempio ci è dato dalla distruzione di Sodoma e Gomorra. È scritto: «Allo stesso modo
Sodoma e Gomorra e le città vicine, che si abbandonarono, come loro, alla fornicazione e
ai vizî contro natura, sono date come esempio, portando la pena di un fuoco eterno»
(Giuda 7).
E Gesù disse: «Ricordatevi della moglie di Lot» (Luca 17:32).
Quindi, come abbiamo visto in precedenza, i malvagi subiranno la distruzione eterna. E la
Scrittura non lascia dubbi in merito.
Altre prove:
Paolo apostolo scrisse che gli empi «saranno puniti di eterna distruzione» (2 Tess. 1:9) Vers. Riveduta. Vedi Salmo 37:10.
Gesù disse: «Io vi mostrerò chi dovete temere. Temete colui che, dopo aver ucciso, ha il
potere di gettare nella geenna. Si, vi dico, temete lui» (Luca 12:5).
Vedi anche Matteo 10:28.
La profezia di Isaia è quanto mai chiara e precisa. Essa, riferendosi al Giudizio del
Millennio, dice: «Quando gli adoratori usciranno, vedranno i cadaveri degli uomini che si
sono ribellati a me; poiché il loro verme non morirà, e il loro fuoco non si estinguerà; e
saranno in orrore a ogni carne» (Isaia 66:24).
Non c’è bisogno di commenti!
La dottrina degli eterni tormenti dei malvagi in un inferno di fuoco non è biblica ed è in
aperto contrasto col piano divino di «restaurazione di tutte le cose» (Atti 3:21).
Non è infatti concepibile che accanto al Regno eterno di pace, di amore e di felicità per i
giusti vi sia un luogo di eterni tormenti, dove i malvagi siano nel dolore, nel pianto e nella
disperazione in eterno.
Come si potrebbe nel regno di Dio vivere nella gioia, sapendo che in un altro luogo le
“anime cattive” piangono e soffrono atrocemente per sempre?
E come si fa a concepire che un uomo, per quanto male si sia comportato in questi
settant’anni di vita, debba poi essere condannato a terribili sofferenze per l’eternità? Quale
proporzione ci sarebbe fra il male fatto e le pene subìte?
Coloro che credono che Dio abbia concepito la tortura eterna per i figli disubbidienti
riflettano, perché Dio non è né crudele, né sadico, ma è giustizia, amore e misericordia; e per
tale ragione farà perire i malvagi irrecuperabili (come abbiamo dimostrato), ma non ha mai
concepito di torturarli in eterno.
La verità è che, come dice la Bibbia, nei nuovi cieli e nella nuova terra «non ci sarà più la
morte, né cordoglio, né grido, né dolore, perché le cose di prima sono passate» (Apoc.21:4).
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CHE COS’È LA LEGGE CHE DIO DIEDE A ISRAELE?
GESÙ VENNE A DARE UNA NUOVA LEGGE?
La Legge che Dio diede a Mosè per Israele era un insieme di norme che disciplinavano la
vita sociale del popolo e regolavano l’adorazione ed il culto.
Essa è chiamata Legge mosaica (o Legge di Mosè) o semplicemente La Legge, ma anche
in altri modi. È contenuta nei primi cinque libri della Bibbia (Pentateuco).
Gesù disse: «Non pensate che io sia venuto per abolire la legge o i profeti; io sono
venuto non per abolire ma per portare a compimento. Poiché in verità vi dico: finché non
siano passati il cielo e la terra, neppure un iota o un apice della legge passerà senza che
tutto sia adempiuto» (Matteo 5:17-18).
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Come si può rilevare dalle parole di Cristo, Egli non è venuto ad annullare le profezie della
Legge mosaica e dei profeti, ma a realizzarle, da allora e fino a quando Egli compirà ogni
cosa nel regno di Dio, secondo il piano divino.
La Scrittura dice che «Cristo è il termine della legge, per la giustificazione di tutti coloro
che credono» (Romani 10:4).
Quindi, tutta la Legge si incentra su di Lui, perché è Lui il compimento di ogni cosa.
Gesù, dunque, non ha rigettato le altissime norme morali della Legge, ma le ha invece
raffinate e trasformate, adattandole al popolo che ha da ereditare il Regno di Dio.
Vedi: Romani 8:1-4.
La Bibbia dice che Gesù operò una vera e propria «riforma» (Vedi Ebrei 9:10 e 7:11-19),
dando origine ad un «nuovo patto» (1 Corinti 11:25), in adempimento della profezia di
Geremia che dice:
«“Ecco i giorni vengono”, dice il Signore, “che io concluderò con la casa di Israele e la
casa di Giuda un patto nuovo; non come il patto che feci con i loro padri nel giorno in
cui li presi per mano per farli uscire dal paese d’Egitto; perché essi non hanno
perseverato nel mio patto, e io, a mia volta, non mi sono curato di loro” dice il Signore.
“Questo è il patto che farò con la casa d’Israele dopo quei giorni” dice il Signore: “Io
metterò le mie leggi nelle loro menti, le scriverò sui loro cuori…”» (Ebrei 8:8-10).
Vedi anche Geremia 31:31-33.
Così, Mosè fu mediatore di un patto (la Legge scritta su pietra) col quale si era
sottoposti a «regole carnali» (Ebrei 9:10; 7:16). Gesù è invece mediatore di un patto col
quale si è sottoposti alla Legge dello Spirito e della Grazia (scritta nei cuori con lo Spirito).
2 Corinti 3:1-11.
Il Vecchio Patto veniva osservato in modo letterale, e anche col peso di riti, cerimonie,
sacrifici ecc. (Ebrei capitolo 9).
Il Nuovo Patto, invece, deve essere osservato col cuore, con lo spirito e con la fede.
Romani 7:6; 8:1-4; Galati. 5:1-6 e cap.3.
I Cristiani, dunque, non sono obbligati ad osservare la Legge mosaica. L’apostolo Paolo,
infatti, scrisse ai Cristiani di Roma: «Non siete sotto la legge, ma sotto la grazia» (Romani
6:14). Vedi: Efesini 2:14-16; Colossesi 2:14; Atti capitolo 15.
Essendo perciò i Cristiani sotto il nuovo patto, devono osservare la Legge spirituale
di Cristo.
I Vangeli (particolarmente Matteo 5:21-48) e tutto il Nuovo Testamento sono pieni delle
nuove norme spirituali di Cristo, che Paolo sintetizza in una sola parola “amore”, come egli
disse: «l’amore quindi è l’adempimento della legge» (Romani 13:10).
Vedi anche Giovanni 15:12
Ma perché la Legge di Mosè è stata sostituita con la Legge di Cristo? Era forse imperfetta?
Paolo dice che «la legge è santa» e «spirituale», ma a causa della debolezza umana essa
è stata sempre violata (Romani 7:7-25). Vedi anche: Isaia 24:5; Geremia 31:32.
Cosicché non è la Legge ad essere imperfetta, ma è la debolezza dell’uomo che l’ha resa
debole e inutile, per cui essa «non ha portato nulla alla perfezione» (Ebrei 7:19).
Perciò, si è reso necessario «un cambiamento di legge» (Ebrei 7:12), con un patto
«migliore del primo» (Ebrei 7:22).
Infatti, è scritto che Gesù «ha ottenuto un ministero di tanto superiore quanto migliore è
il patto fondato su migliori promesse, del quale egli è mediatore. Perché se quel primo
patto fosse stato senza difetto, non vi sarebbe stato bisogno di sostituirlo con un secondo»
(Ebrei 8:6-7), così «egli abolisce il primo per stabilire il secondo» (Ebrei 10:9).
Si consiglia di leggere: Ebrei 7:11-28 e i capitoli 8,9 e 10.
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BISOGNA ANCORA OSSERVARE IL SABATO? CI SI DEVE
ASTENERE DAL MANGIARE CARNI DI CERTI ANIMALI?
Sabato, in ebraico “Shabbat”, vuol dire “riposo”, ed era per gli Israeliti il giorno di riposo
settimanale, consacrato al Signore.
L’osservanza del sabato era inclusa nella Legge di Mosè, fu uno dei dieci comandamenti:
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«Ricordati del giorno del riposo per santificarlo. Lavora sei giorni e fa’ tutto il tuo
lavoro, ma il settimo è giorno di riposo, consacrato al Signore Dio tuo; non fare in esso
nessun lavoro ordinario» (Esodo 20:8-10). Vedi anche Esodo 31:12-18.
Anche l’ordine di non mangiare carni di certi animali, allora ritenuti impuri, era nella Legge
mosaica. Vedi: Levitico capitolo 11 e Deuteronomio 14:3-21.
Ai tempi degli apostoli, fra i primi Cristiani nacque una controversia, perché i Giudei
convertiti a Cristo sostenevano che bisognava circoncidere i convertiti Gentili e far loro
osservare la Legge di Mosè, mentre i discepoli Paolo e Barnaba dicevano che ciò non era più
necessario dopo il sacrificio di Gesù. Vedi: Atti 15:1-5 e Galati 5:1-12).
Bisognava osservare ancora la Legge di Mosè, o no?
La questione fu risolta a Gerusalemme dagli apostoli e dagli anziani, sotto la guida dello
Spirito Santo. Ed ecco la decisione che ne scaturì:
«È parso bene allo Spirito Santo e a noi di non imporvi altro peso all’infuori di queste
cose, che sono necessarie: di astenervi dalle carni sacrificate agli idoli, dal sangue, dagli
animali soffocati, e dalla fornicazione» (Atti 15:28-29).
Come si può notare, nella decisione suddetta fra le “cose che sono necessarie” non vi
sono né l’osservanza del sabato, né il divieto di mangiare carni di certi animali che per la
Legge mosaica erano impuri.
Se fosse stato necessario osservare ancora queste prescrizioni, sarebbe stato
espressamente detto. Anzi, oltre alle cose necessarie, non venne imposto altro peso, perché
la Legge mosaica era stata sostituita dalla Legge di Cristo.
Nel periodo di transizione dalla Legge di Mosè alla Legge di Cristo molti Cristiani
continuarono ad osservare il sabato.
Ma, come abbiamo visto, la decisione apostolica fu chiarissima.
L’apostolo Paolo ancora chiarì: «L’uno stima un giorno più di un altro; l’altro stima tutti
i giorni uguali; sia ciascuno pienamente convinto nella propria mente. Chi ha riguardo al
giorno, lo fa per il Signore; e chi mangia di tutto, lo fa per il Signore, poiché rende grazie
a Dio; e chi non mangia di tutto, fa così per il Signore, e rende grazie a Dio» (Romani
14:5-6) - Versione Riveduta.
E disse pure: «Nessuno dunque vi giudichi quanto al mangiare o al bere, o rispetto a
feste, a noviluni, a sabati, che sono l’ombra di cose che dovevano avvenire» (Colossesi
2:16-17). Vedi anche: 1 Timoteo 4:3-5; 1 Corinti 10:25-31; Tito 1:15; Matteo 15:10-11.
Vedi in Atti 10:9-16 e 11:1-18 la visione dell’apostolo Pietro.
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CHE COS’È LA PASQUA EBRAICA? I CRISTIANI DEVONO OSSERVARLA?
La Pasqua ebraica.
Per comprendere bene che cos’è la Pasqua ebraica è necessario dire quanto segue.
Nell’antichità, il popolo d’Israele fu prigioniero degli Egiziani per più di quattrocento anni.
Quando Dio decise di liberare il suo popolo, mandò Mosè dal faraone a chiederne il rilascio.
Ma il faraone si fece beffe di Dio, cosicché il Signore castigò gli Egiziani in diversi modi.
Per fiaccare la durezza di cuore del faraone, Dio decise di inviare un angelo a provocare la
morte dei figli primogeniti degli Egiziani. Ma, volendo risparmiare i primogeniti degli Israeliti, il
Creatore ordinò che questi scannassero un agnello o un capretto di un anno, senza difetto, e
che il sangue d’esso fosse passato sugli stipiti e sugli architravi delle loro porte, affinché fosse
da segno all’angelo.
Si doveva scannare un agnello per ogni famiglia, avendo cura di non rompere alcun osso
all'animale. Si doveva arrostire e, nella notte stabilita, consumare possibilmente tutto,
assieme a del pane senza lievito (azzimo) e a delle erbe amare. Gli eventuali avanzi dovevano
bruciarsi entro la mattina seguente.
Tutto ciò andava fatto in fretta, tenendosi pronti a partire, tra la fine del giorno 14 del
mese di Nisan (fra marzo e aprile) e l'inizio del giorno 15. Nella notte l’angelo della morte
passò e colpì ogni primogenito degli Egiziani, ma “passò oltre” le case degli Ebrei segnate
col sangue, e li risparmiò.
Pasqua, dall’ebraico Pesach, vuol dire proprio passare oltre, e ricorda agli Ebrei che Dio
risparmiò i primogeniti del suo popolo, facendo passare oltre le loro case il suo angelo.
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Dio disse ad Israele: «Osservate questo rito. Quando i vostri figli vi diranno: “Che
significa per voi questo rito?”, risponderete: “Questo è il sacrificio della Pasqua in onore
del Signore, il quale passò oltre le case dei figli d’Israele in Egitto, quando colpì gli
Egiziani e salvò le nostre case”» (Esodo 12:25-27). Vedi l’intero capitolo 12 di Esodo.
I Cristiani osservano la Pasqua di Cristo, non quella ebraica.
I Cristiani non osservano la Pasqua ebraica, perché l’antico sacrificio dell’agnello pasquale
prefigurava il più grande sacrificio poi compiuto da Gesù.
Infatti, come il sangue dell’agnello salvò dalla morte i primogeniti degli Ebrei e il popolo
stesso, così il sangue preziosissimo dell’Agnello di Dio, che è Cristo, salva dalla morte gli
eletti e il mondo.
Perciò, essendo compiuto il sacrificio di Gesù, non è più necessario il vecchio sacrificio
dell’agnello pasquale, perché la Pasqua ha il suo compimento nel sacrificio espiatorio di
Cristo. Quindi, non va celebrata alla vecchia maniera (come ancora gli Ebrei fanno), ma
commemorando la morte sacrificale di Gesù.
Paolo apostolo, infatti, disse: «La nostra Pasqua, cioè Cristo, è stata immolata.
Celebriamo dunque la festa, non con vecchio lievito, né con lievito di malizia e di
malvagità, ma con gli azzimi della sincerità e della verità» (1 Corinti 5:7-8).
La commemorazione della morte di Cristo è dunque la Pasqua dei Cristiani. Essa viene
chiamata Santa Cena o Cena del Signore, e Gesù la istituì la sera prima di morire.
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CHE COS’È LA SANTA CENA?
La Santa Cena.
È la Cena spirituale che Gesù istituì prima della sua morte.
Il 13 Nisan era da poco trascorso e da poche ore era iniziata la sera del 14 Nisan, quando
Gesù, riunito coi dodici apostoli, istituì la Santa Cena.
La Santa Cena era destinata a sostituire il rito della Pasqua ebraica, perché in Cristo la
Pasqua veniva adempiuta. Gesù, infatti, col suo sacrificio adempiva e aboliva l’antica
Pasqua.
Egli era il vero «Agnello di Dio, che toglie il peccato dal mondo» (Giovanni 1:29), cioè
Colui, mediante il quale il Padre riscatta il mondo dalla morte adamitica.
Paolo apostolo, infatti, scrive: «C’è un solo Dio e anche un solo mediatore fra Dio e gli
uomini, Cristo Gesù uomo, che ha dato sé stesso come prezzo di riscatto per
tutti» (1 Timoteo 2:5-6).
Nell’antica Pasqua:
il sangue dell’agnello liberò Israele dalla schiavitù dell’Egitto e prefigurò il sangue
di Gesù Cristo, che ha liberato il mondo dalla schiavitù del peccato e della morte;
il pane senza lievito prefigurò il corpo incontaminato di Gesù Cristo;
le erbe amare prefigurarono le sofferenze di Cristo.
Matteo, uno dei dodici apostoli presenti alla prima Cena testimonia:
«Mentre mangiavano, Gesù prese del pane e, dopo aver detto la benedizione, lo ruppe e
lo diede ai suoi discepoli dicendo: “Prendete, mangiate,questo è il mio corpo”. Poi, preso
un calice e rese grazie, lo diede loro, dicendo: “Bevetene tutti, perché questo è il mio
sangue, il sangue del patto, il quale è sparso per molti per il perdono dei peccati» (Matteo
26:26-28).
Gesù disse: «Fate questo in memoria di me… Poiché ogni volta che mangiate di questo
pane e bevete da questo calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga» (1
Corinti 11:24-26). Vedi anche 1 Corinti 11:23-34.
Nella Santa Cena il pane e il vino, rappresentano il corpo e il sangue di Cristo. E
partecipando al pane e al vino, i fedeli ricordano il suo sacrificio e rinnovano la loro
comunione con Lui, essendo essi stessi parte del suo corpo (1 Corinti 12:27).
Gesù disse che la Santa Cena è anche un patto, il Nuovo Patto, mediante il quale
vengono rimessi i peccati al mondo.
Questo nuovo patto, a suo tempo ha adempiuto ed abolito il vecchio patto mosaico (cioè la
Legge). Ciò, perché il vecchio patto fu fatto solo col popolo d’Israele e prefigurava il nuovo,
che fu fatto col mondo intero, vale a dire con tutti quelli che hanno accettato, accettano e
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accetteranno il sacrificio di Cristo, e cioè:
in questo sistema di cose, i chiamati all’elezione;
nel Millennio di rigenerazione, il resto dell’umanità.
Vedi Ebrei capitoli 8, 9 e 10.
Gli eletti e la Santa Cena.
Partecipare alla Santa Cena per gli eletti è necessario e vitale, perché Gesù disse: «In
verità, in verità vi dico che se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il
suo sangue, non avete vita in voi. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha vita
eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio
sangue è vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io
in lui» (Giovanni 6:53-56).
La partecipazione alla Cena del Signore è dunque condizione indispensabile per avere la
vita e per rimanere nella vita. Chi non partecipa non ha vita, ma rimane nella carne e nella
morte.
Nessuno sarebbe degno di avvicinarsi a Dio o di partecipare alla Santa Cena, se Gesù
non fosse morto per purificarci dai peccati. È Lui che rende degni gli uomini davanti a Dio:
sia i chiamati, sia tutti coloro che crederanno in Lui nel Millennio.
Quanto ai chiamati, in Cristo vengono riconosciuti figli di Dio e parte del suo corpo
(di Gesù) ed in Lui acquisiscono il diritto di partecipare alla sua Cena spirituale. Apoc. 3:20.
Bisogna però accostarsi alla mensa del Signore con una coscienza pura e santa, come
santo e puro è il corpo di Lui.
Paolo apostolo disse: «Chiunque mangerà il pane o berrà dal calice del Signore
indegnamente, sarà colpevole verso il corpo e il sangue del Signore. Ora ciascuno esamini
sé stesso, e così mangi del pane e beva dal calice; poiché chi mangia e beve, mangia e
beve un giudizio contro sé stesso, se non discerne il corpo del Signore» (1 Corinti 11:27-29).
Come già detto, la Santa Cena ha sostituito la Pasqua ebraica, che veniva celebrata una
volta all’anno. La Cena del Signore deve essere celebrata almeno una volta l’anno.
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I CRISTIANI DEVONO FESTEGGIARE IL NATALE?
La festa di Natale ebbe origine tre secoli dopo la morte di Cristo. Essa forse dapprima si
contrappose e poi sostituì la festa pagana della nascita del dio sole del 25 dicembre.
La data del 25 dicembre non può essere la data della nascita di Gesù Cristo per alcune
buone ragioni:
1) In Luca 2:1-7 si parla di un censimento che Cesare Augusto fece in tutto l’impero
romano. E ognuno doveva andare a farsi registrare nella propria città. Ora Giuseppe,
essendo discendente della casa di Davide, dovette spostarsi da Nazareth (Galilea) a Betleem
(Giudea) con sua moglie Maria che era incinta, facendo più di 150 km probabilmente a
dorso d’asino. Per permettere alla gente di muoversi più agevolmente, il censimento deve
essere stato fatto d’estate. Solo in tale stagione Giuseppe può avere affrontato un viaggio
così lungo con Maria incinta.
2) In Matteo 2:1-12 si parla dei Magi che si spostarono dall’oriente per adorare Gesù a
Betleem. Soltanto d’estate è pensabile che abbiano potuto fare un viaggio così lungo. E la
stella che li guidò dovette apparire in un cielo estivo, perché in un cielo invernale difficilmente
sarebbe stata visibile per molti giorni consecutivi.
3) In Luca 2:8-20 è scritto che nella notte in cui Gesù nacque i pastori facevano la guardia
alle greggi all’aperto, mentre si sa che nei mesi freddi esse erano tenute al coperto. La qual
cosa porta a dedurre che non poteva essere d’inverno.
Quindi, con molta probabilità, la nascita di Gesù avvenne nel mese di settembre.
Nel mese di dicembre i Romani celebravano i “baccanali” (in onore del loro dio Bacco) e i
“saturnali” (in onore del loro dio Saturno), feste di orge, sfrenatezza e confusione, che
probabilmente culminavano con la festa della nascita del dio Sole. I Romani le copiarono dai
Babilonesi. Tradizioni e riti di tali feste furono cristianizzati, ed ancor oggi se ne vedono i
segni nella festa natalizia.
A parte l’origine pagana del Natale, nella Bibbia non esiste traccia di tale festa. Né gli
apostoli, né i primi Cristiani festeggiarono la nascita di Gesù e noi seguiamo il loro esempio.
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GESÙ AVEVA FRATELLI E SORELLE CARNALI, CIOÈ FIGLI DI MARIA?
La Scrittura testimonia che Gesù aveva fratelli e sorelle carnali. Dopo la nascita di Cristo,
Maria ebbe altri figli, di cui la Bibbia non precisa il numero.
Quando Gesù predicò a Nazareth, tutti quelli che lo conoscevano dissero:
«Non è questi il figlio del falegname? Sua madre non si chiama Maria e i suoi fratelli,
Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle non sono tutte fra di noi?» (Matteo
13:55-56). Vedi: Marco 6:3.
È scritto: «Mentre Gesù parlava ancora alle folle, ecco sua madre e i suoi fratelli che,
fermatisi di fuori, cercavano di parlargli. E uno gli disse: “Tua madre e i tuoi fratelli sono
là fuori che cercano di parlarti» (Matteo 12:46-47). Vedi anche Marco 3:31-32 e Luca 8:19-20.
È pure scritto: «Dopo questo, scese a Capernaum egli con sua madre, con i suoi fratelli
e i suoi discepoli, e rimasero là alcuni giorni» (Giovanni 2:12).
Vedi: Giovanni 7:1-10; Atti 1:14; 1 Corinti 9:5.
50
PERCHÉ DIO PERMETTEVA AL SUO POPOLO DI FAR GUERRE?
DIO APPROVA LE GUERRE?
La Bibbia dice che «Dio è amore» (1 Giovanni 4:8) e che è «il Dio della pace» (1 Tess.
5:23), perciò non può volere le guerre.
Il Creatore è così amorevole e misericordioso che «fa levare il suo sole sopra i malvagi e
sopra i buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti» (Matteo 5:45).
Il Signore Dio dice: «Io non mi compiaccio della morte dell’empio» (Ezechiele 33:11).
Ma quando le potenze diaboliche cercano di ostacolare il compimento della sua volontà,
Dio è costretto ad intervenire.
Nel caso di molte guerre (ma non tutte) fatte dal suo popolo, gli interventi divini servirono
a controbattere le forze del male, il cui scopo era ed è quello di annientare il popolo di Dio e
di contrastare l’adempimento dei piani divini.
Dio deve realizzare il suo Piano di salvezza per l’umanità, e le potenze del male non
potranno impedirglielo! - Vedi ad esempio: 1 Samuele capitoli 4,5,6,7; Giudici capitoli
6,7,8; 2 Re capitoli 18,19; Giudici capitolo 11.
Non dimentichiamo che il Diavolo tentò persino di uccidere Gesù appena nato, nell’intento
di impedire che Cristo compisse il suo sacrificio di riscatto per l’umanità. Matteo 2:13.
Quindi, anche quando Dio mette in opera la sua perfetta giustizia, in Lui non vi è il male,
perché in Dio non può esistere il male. Vedi: Giobbe 34:10-11.
Ogni azione di Dio è finalizzata al bene dell’uomo, anche quando Egli dà corso alla sua
santa indignazione.
L’apostolo Paolo infatti dice: «Ma se la nostra ingiustizia fa risaltare la giustizia di Dio,
che diremo? Che Dio è ingiusto quando dà corso alla sua ira? No di certo! Perché,
altrimenti, come potrà Dio giudicare il mondo?» (Romani 3:5-6).
51
LE DONNE DEVONO METTERE IL VELO QUANDO PREGANO?
Risponde l’apostolo Paolo:
«Ma voglio che sappiate che il capo di ogni uomo è Cristo, che il capo della donna è
l’uomo, e che il capo di Cristo è Dio. Ogni uomo che prega o profetizza a capo coperto fa
disonore al suo capo; ma ogni donna che prega o profetizza senza avere il capo coperto fa
disonore al suo capo, perché è come se fosse rasa.
Perché se la donna non ha il capo coperto, si faccia anche tagliare i capelli! Ma se per una
donna è cosa vergognosa farsi tagliare i capelli o radere il capo, si metta un velo.
Poiché, quanto all’uomo, egli non deve coprirsi il capo, essendo immagine e gloria di
Dio; ma la donna è la gloria dell’uomo; perché l’uomo non viene dalla donna, ma la
donna dall’uomo; e l’uomo non fu creato per la donna, ma la donna per l’uomo. Perciò la
donna deve, a causa degli angeli [cioè gli uomini eletti], avere sul capo un segno di
autorità» (1 Corinti 11:3-10).
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52
A CHI SI DEVONO CONFESSARE I PECCATI?
L’apostolo Giovanni dice: «Se confessiamo i nostri peccati, egli [Dio] è fedele e giusto da
perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità» (1 Giovanni 1:9).
Il servo di Dio, Davide, ringraziando il Signore perché gli aveva perdonato i suoi peccati,
disse: «Davanti a te ho ammesso il mio peccato, non ho taciuto la mia iniquità. Ho detto:
“Confesserò le mie trasgressioni al Signore”, e tu hai perdonato l’iniquità del mio peccato»
(Salmo 32:5).
È dunque evidente che i peccati devono essere confessati a Dio, che ci perdona per
mezzo di Gesù Cristo.
Anche se gli apostoli ricevettero da Gesù autorità di rimettere i peccati (Giovanni 20:23),
essi non sottoposero mai nessuno a nessun tipo di confessione segreta o auricolare.
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CHE COS’È LA BESTEMMIA CONTRO LO SPIRITO SANTO?
Gesù ne parlò, dicendo:
«Perciò io vi dico: ogni peccato e bestemmia sarà perdonata agli uomini; ma la
bestemmia contro lo Spirito non sarà perdonata. A chiunque parli contro il Figlio
dell’uomo, sarà perdonato; ma a chiunque parli contro lo Spirito Santo, non sarà
perdonato né in questo mondo né in quello futuro» (Matteo 12:31-32).
La bestemmia contro lo Spirito Santo è la ribellione a Dio, dopo averlo conosciuto ed aver
ricevuto la santa unzione del suo spirito. È anche la ribellione a Gesù, in quanto per mezzo di
Lui Dio compie la propria volontà e dispensa lo spirito.
La bestemmia contro lo Spirito Santo è il ritorno alla pratica del peccato dopo aver
conosciuto la volontà di Dio ed aver pregustato la santità. È l’apostasia, il rigetto della fede, il
passare da figli di Dio a figli di Satana.
È scritto: «Quelli che sono stati una volta illuminati e hanno gustato il dono celeste e
sono stati fatti partecipi dello Spirito Santo ed hanno gustato la buona parola di Dio e le
potenze del mondo futuro, e poi sono caduti, è impossibile ricondurli di nuovo al
ravvedimento perché crocifiggono di nuovo per conto loro il Figlio di Dio e lo espongono
a infamia» (Ebrei 6:4-6). Vedi: Ebrei 10:26-29; 2 Pietro 2:20-22.
Quindi, chi ha ricevuto lo spirito di Dio deve condursi da figlio di Dio e operare secondo la
sua volontà. Chi si ribella e ritorna alla pratica volontaria del male bestemmia contro lo
Spirito Santo, cioè contro Dio, e si contamina di peccato che conduce alla morte.
In merito, l’apostolo Giovanni disse: «Se qualcuno vede suo fratello commettere un
peccato che non conduca a morte, preghi, e Dio gli darà la vita: a quelli, cioè, che
commettono un peccato che non conduca a morte. Vi è un peccato che conduce a morte;
non è per quello che dico di pregare» (1 Giovanni 5:16).
Quel peccato che conduce alla morte è appunto la bestemmia contro lo Spirito Santo.
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DA CHI FU SCRITTA LA BIBBIA? PERCHÉ BISOGNA CREDERLA?
Da quando l’uomo è stato creato, il Creatore gli ha dato conoscenza di Sé e della sua
volontà. Egli, mediante il suo spirito, ha dato la sua rivelazione ai suoi santi servitori, i quali
l’hanno divulgata e tramandata oralmente per parecchio tempo; poi la misero per iscritto.
Israele, in particolare, fu, sino alla venuta di Cristo, il popolo a cui l’Onnipotente si rivelò e
mediante il quale si fece conoscere fra le nazioni. A questo popolo diede la sua Legge,
osservando la quale esso poteva mantenersi puro. Ispirò anche un buon numero di profeti a
far conoscere il suo piano di salvezza per Israele e per il mondo intero.
Dopo la risurrezione di Cristo, fu volontà di Dio che il messaggio relativo al suo piano
divino fosse integrato e completato. La rivelazione completa del piano di Dio viene chiamata
Parola di Dio o Sacra Scrittura.
La Parola di Dio viene chiamata anche Bibbia (dal greco: Biblìa), che letteralmente
significa “I Libri”, perché Essa è realmente un insieme di scritti sacri di epoche diverse, per la
precisione sessantasei.
La storia scritta nella Bibbia è veritiera ed accurata. Buona parte delle profezie bibliche si
sono già adempiute con sbalorditiva precisione e puntualità. Molte altre profezie devono
ancora realizzarsi, ed alcune sono in corso di adempimento.
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La Parola di Dio, per le sue altissime norme morali, è tuttora la più grande Maestra di vita.
La Bibbia è anche il libro più antico, il più tradotto, il più stampato, il più diffuso, il più
conosciuto ed il più letto di tutti i tempi! Ai nostri giorni Essa è disponibile in quasi tutte le
lingue del mondo!
La Bibbia è stata convenzionalmente divisa in due parti:
IL VECCHIO TESTAMENTO
o Antica Alleanza o Antico Patto
Esso comprende la Legge Mosaica e tutti i libri profetici fino alla venuta di Cristo. Gesù li
chiamò «la legge e i profeti» (Matteo 7:12). In totale sono trentanove libri.
Il Vecchio Testamento parla della creazione; della storia umana antica; della storia e delle
profezie su Israele; delle profezie sulla prima e seconda venuta di Gesù; delle profezie
riguardanti l’umanità e l’instaurazione del regno di Dio.
IL NUOVO TESTAMENTO
o Nuova Alleanza o Nuovo Patto
Esso comprende la Legge della Grazia, vale a dire la Legge di Cristo, che è venuta ad
adempiere e a sostituire la Legge Mosaica, la storia di Cristo e del primo Cristianesimo.
In totale sono ventisette libri.
Il Nuovo Testamento parla dei trentatre anni di vita di Cristo uomo, del suo sacrificio di
riscatto e del Nuovo Patto che Egli è venuto a stabilire; della storia dei primi Cristiani; delle
profezie riguardanti Israele, la Chiesa ed il mondo; della seconda venuta di Cristo in gloria;
della instaurazione del regno di Dio.
Gli scrittori della Bibbia.
È scritto: «Nessuna profezia della Scrittura proviene da un’interpretazione personale;
infatti nessuna profezia venne mai dalla volontà dell’uomo, ma degli uomini hanno
parlato da parte di Dio, perché sospinti dallo Spirito Santo» (2 Pietro 1:20-21).
La Bibbia ispirata da Dio.
È scritto: «Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a
correggere, a educare alla giustizia, perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per
ogni opera buona» (2 Timoteo 3:16-17).
Perché credere alla Bibbia?
Perché Essa, essendo la Parola di Dio, è la Verità. Gesù stesso, rivolgendosi al Padre,
disse: «La tua Parola è verità» (Giovanni 17:17).
Nelle traduzioni della Sacra Scrittura si possono riscontrare delle inesattezze dovute
ad errori di copiatura o all’influenza stessa dei traduttori; ma studiando, ricercando,
meditando e confrontando i passi biblici che trattano uno stesso argomento, la Verità
viene sempre fuori!
Non bisogna dimenticare la cosa più importante: chiedere a Dio il discernimento, nella
ricerca della sua Verità. Vedi Giacomo 1:5.
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CHE COS’È IL BATTESIMO?
PERCHÉ È NECESSARIO? QUAL È QUELLO GIUSTO?
Battesimo (greco Baptismos) significa: immersione, perché il credente pronto al
battesimo viene letteralmente immerso nell’acqua, come avvenne per Gesù stesso.
Vedi Marco 1:9-10.
IL BATTESIMO DI GIOVANNI BATTISTA
(BATTESIMO DI RAVVEDIMENTO, SOLO D’ACQUA)
È scritto: «Venne Giovanni il battista nel deserto predicando un battesimo di
ravvedimento per il perdono dei peccati. E tutto il paese della Giudea e tutti quelli di
Gerusalemme accorrevano a lui ed erano da lui battezzati nel fiume Giordano,
confessando i loro peccati…
E predicava, dicendo: “Dopo di me viene colui che è più forte di me; al quale io non
sono degno di chinarmi a sciogliere il legaccio dei calzari. Io vi ho battezzati con acqua,
ma lui vi battezzerà con lo Spirito Santo”» (Marco 1:4-8). Vedi anche: Atti 19:4.
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Il battesimo di Giovanni Battista era un battesimo di ravvedimento, che doveva preparare
Israele ad accogliere il Messia, cioè Cristo. Infatti, Giovanni fu il messaggero che preparò la
via a Gesù. Vedi Marco 1:2.
Giovanni disse che Cristo doveva battezzare con un battesimo ben più potente, non più
solo in acqua, ma con lo Spirito Santo.
IL BATTESIMO DEL SIGNOR GESÙ
(BATTESIMO DELLA NUOVA NASCITA, D’ACQUA E DI SPIRITO)
Il Signor Gesù disse: «Se uno non è nato di nuovo non può vedere il regno di Dio» e «Se
uno non è nato d’acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio» (Giov. 3:3-5).
Ecco, dunque, la necessità del battesimo.
Dalle parole di Cristo, è chiaro che il battesimo è completo quando, oltre all’immersione
completa in acqua, il credente riceve lo Spirito Santo di Dio, come avvenne per Gesù stesso
e per tutti i primi Cristiani.
Del battesimo di Gesù è scritto: «Gesù venne da Nazaret di Galilea e fu battezzato da
Giovanni nel Giordano. A un tratto, come egli usciva dall’acqua, vide aprirsi i cieli e lo
Spirito scendere su di lui come una colomba» (Marco 1:9-10).
SIGNIFICATO DEL BATTESIMO.
Immergendosi, il credente seppellisce la sua vecchia personalità di peccatore, e uscendo
fuori dall’acqua risorge alla nuova vita in Cristo. L’unzione dello Spirito Santo è il segno della
nuova nascita e il suggello di approvazione di Dio, mediante il quale l’accetta come figlio
spirituale.
Paolo apostolo dice infatti che il battesimo «consiste nello spogliamento del corpo della
carne: siete stati con lui sepolti nel battesimo, nel quale siete anche stati risuscitati con
lui mediante la fede nella potenza di Dio che lo ha risuscitato dai morti» (Colos.2:11-12).
Romani 6:3-11; 1 Pietro 3:21.
NEL NOME DI GESÙ CRISTO.
Tutti i primi Cristiani battezzarono esclusivamente nel nome di Gesù Cristo. Un esempio:
l’apostolo Pietro disse agli Israeliti: «Ravvedetevi, e ciascuno di voi sia battezzato nel nome
di Gesù Cristo, per il perdono dei vostri peccati, e voi riceverete il dono dello Spirito
Santo» (Atti 2:38). Vedi: Atti 8:16; 10:48; 19:5; Romani 6:3-4; Galati 3:27.
Perché il battesimo deve essere amministrato (e ricevuto) nel nome di Gesù Cristo?
Semplicemente perché Egli disse: «Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al
Padre se non per mezzo di me» (Giovanni 14:6). Quindi, è Lui il nostro redentore, il nostro
mediatore e la nostra vita. E solo per mezzo di Lui si può arrivare a Dio.
È scritto: «In nessun altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome
che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati» (Atti
4:12). Perciò, oltre a Cristo, non v’è altro nome che ci dà salvezza. Ecco, perché bisogna
battezzarsi nel Suo nome.
Appunto per questo, il credente che si battezza, nel significato del battesimo, viene
sepolto con Cristo, cioè nella sua morte, e viene risuscitato con Cristo, cioè alla nuova
vita. Vedi Romani 6:4.
UN SOLO BATTESIMO.
La Scrittura dichiara che per tutti i credenti esiste «un solo battesimo» (Efesini 4:5).
Vedi 1 Corinti 12:13.
La Bibbia non parla mai di battesimo ai neonati e nemmeno di battesimo per aspersione.
In merito a Matteo 28:19 vedi il punto 8.
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CHE COS’È L’APOSTASIA?
L’apostasia è l’allontanarsi dalla verità, la rinuncia alla vera fede per seguire false dottrine.
È il rigetto degli insegnamenti di Cristo e della Sacra Scrittura.
Apostasia è di conseguenza rinnegare Dio e suo Figlio Gesù Cristo.
Gesù aveva avvertito: «Guardatevi dai falsi profeti i quali vengono a voi in vesti da
pecore, ma dentro sono lupi rapaci. Voi li riconoscerete dai loro frutti» (Matteo 7:15-16 Versione Riveduta).
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Pietro apostolo scrisse: «Ci furono anche falsi profeti tra il popolo, come ci saranno
anche tra di voi falsi dottori che introdurranno occultamente eresie di perdizione, e
rinnegando il Signore che li ha riscattati, si attireranno addosso una rovina immediata.
Molti li seguiranno nella loro dissolutezza; e a causa loro, la via della verità sarà
diffamata. Nella loro cupidigia vi sfrutteranno con parole false; ma la loro condanna già
da tempo è all’opera e la loro rovina non si farà aspettare» (2 Pietro 2:1-3).
Vedi: 1 Giovanni 2:18-23 e 4:1-6.
L’apostasia si manifestò effettivamente sin dai primi tempi del cristianesimo e di lì a poco
tempo sfociò in quella che venne chiamata la grande apostasia, per l’inquinamento del
cristianesimo da parte del paganesimo.
Per il tempo della fine è profetizzata la più grande manifestazione di apostasia di
tutti i tempi.
Gesù aveva profetizzato: «Poiché molti verranno nel mio nome, dicendo: Io sono il
Cristo. E ne sedurranno molti… Allora, se qualcuno vi dice: “Il Cristo è qui”, oppure: “È
là”, non lo credete; perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti, e faranno grandi segni e
prodigi da sedurre, se fosse possibile, anche gli eletti» (Matteo 24:5,23-24).
L’apostolo Paolo predisse:
«Ma lo Spirito dice espressamente che nei tempi futuri alcuni apostateranno dalla fede,
dando retta a spiriti seduttori e a dottrine di demoni, sviati dall’ipocrisia di uomini
bugiardi, segnati da un marchio nella propria coscienza. Essi vieteranno il matrimonio e
ordineranno di astenersi da cibi che Dio ha creati» (1 Timoteo 4:1-3).
L’apostasia culminerà fra breve con la manifestazione dell’anticristo o uomo del peccato,
come è scritto: «Quel giorno non verrà se prima non sia venuta l’apostasia e non sia stato
manifestato l’uomo del peccato, il figlio della perdizione, l’avversario, colui che s’innalza
sopra tutto ciò che è chiamato Dio od oggetto di culto; fino al punto da porsi a sedere nel
tempio di Dio, mostrando sé stesso e proclamandosi Dio» (2 Tessalon. 2:3-4).
Vedi l’intera profezia in 2 Tessalonicesi 2:1-12.
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SE LA BIBBIA NON PARLA DI ALTRI FIGLI AVUTI DA ADAMO ED EVA
PRIMA DI CAINO, PERCHÉ POI DICE CHE CAINO EBBE MOGLIE E ANDÒ
AD ABITARE IN UN ALTRO PAESE?
È necessario leggere il capitolo 4 della Genesi.
Come riferisce la Scrittura, i primi uomini vivevano anche più di novecento anni. Essa
però non dice a che età Caino uccise Abele. Sicuramente aveva un’età adulta, perché subito
dopo l’omicidio andò ad abitare nel paese di Nod e lì generò un figlio.
Il fatto stesso che Caino avesse preso moglie, e che già esisteva tale paese, dimostra di
per sé che Adamo ed Eva, oltre a lui e ad Abele, avevano generato altri figli, anche se la
Bibbia non ne fa menzione.
La Scrittura non parla degli altri figli e figlie di Adamo ed Eva, ma solo dei primi due, per
una ragione ben precisa. Dai primi due figli dovevano nascere due discendenze: una carnale,
da Caino, ed una spirituale, da Abele.
Essendo stato ucciso Abele, al suo posto Dio fece nascere Seth. Però ciò non vuol dire
che prima di Seth non fossero nati altri figli. Semplicemente non vengono menzionati, perché
non necessario.
La nascita di Seth fu infatti particolare, voluta da Dio, perché fu scelto dal Signore
affinché continuasse la discendenza spirituale che doveva portare a Cristo, interrotta con
l’uccisione di Abele.
Infatti, se si legge la genealogia di Gesù nel Vangelo di Luca capitolo 3, si noterà al
versetto 38 che come discendente diretto di Adamo viene nominato Seth, e non Caino,
appunto perché si tratta una discendenza spirituale.
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LA BIBBIA VIETA LE TRASFUSIONI DI SANGUE?
No, la Bibbia non vieta le trasfusioni di sangue.
Sia nella Legge mosaica, sia nel Nuovo Testamento, Dio proibisce di mangiare sangue.
Dio diede al popolo d’Israele questa prescrizione:
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«Io volgerò la mia faccia contro la persona che avrà mangiato del sangue, e la
eliminerò dal mezzo del suo popolo. Poiché la vita della carne è nel sangue…. E se uno
qualunque dei figli d’Israele o degli stranieri che abitano fra loro prende alla caccia un
quadrupede o un uccello che si può mangiare, ne spargerà il sangue e lo coprirà di
polvere; perché la vita di ogni carne è il sangue ; nel suo sangue sta la vita; perciò ho
detto ai figli d’Israele: “Non mangerete il sangue di nessuna creatura, poiché la vita di
ogni creatura è il suo sangue; chiunque ne mangerà sarà eliminato”» (Levitico 17:1011,13-14). Vedi anche Genesi 9:3-4.
Nel Nuovo Testamento è scritto: «È parso bene allo Spirito Santo e a noi di non imporvi
altro peso all’infuori di queste cose, che sono necessarie: di astenervi dalle carni
sacrificate agli idoli, dal sangue, dagli animali soffocati, e dalla fornicazione; da queste
cose farete bene a guardarvi. State sani» (Atti 15:28-29). Vedi pure il verso 20.
Per l’azione del mangiare (il sangue), nella Legge mosaica è stato usato il verbo akal, che
significa mangiare, cioè introdurre cibo dalla bocca. Per cui, “non mangiare sangue”
significava “non ingerire sangue”.
Nel Nuovo Testamento, in Atti 15:20,28-29, siccome vengono vietate ai credenti diverse
pratiche pagane usando lo stesso verbo, è stato usato il verbo greco apechestai, che
significa “astenersi”. Infatti, è scritto di «astenersi dalle carni sacrificate agli idoli, dal
sangue, dagli animali soffocati e dalla fornicazione».
Ovviamente, non poteva essere usato il verbo mangiare, in greco “paghein”, perché se è
letteralmente possibile mangiare le cose sacrificate, le cose soffocate ed il sangue, non è
però possibile mangiare la fornicazione. Cosicché, per proibire tutte queste cose in un'unica
frase, deve essere usato un verbo adatto, quale è appunto il verbo “astenersi”.
Quindi, è più che evidente che “astenersi dal sangue” significa “non mangiare sangue”,
come “astenersi dalla fornicazione” significa “non commettere fornicazione”.
Perciò, coloro che vogliono far credere che nel caso del sangue il verbo astenersi
comprenda il divieto delle trasfusioni, sono in grande errore. Equiparano erroneamente il
mangiar sangue alla trasfusione di sangue, non distinguendo la funzione delle due attività.
DIFFERENZA FRA LA TRASFUSIONE E IL MANGIARE
La trasfusione
Il mangiare
1) È una terapia medica.
1) È l'ingestione di cibi.
2) È praticata in casi eccezionali,
solo per salvare una vita.
2) Bisogno quotidiano (più volte
al giorno), nulla di eccezionale.
3) Nella trasfusione il paziente
non gusta il sangue che riceve
e non prova piacere, ma dolore
3) Nel mangiare si gustano i
cibi, si sentono gli odori e si
prova grande piacere.
4) Il paziente desidera che la
trasfusione finisca subito.
4) Chi mangia non vorrebbe
mai smettere!
5) Chi riceve una trasfusione è in
uno stato d'ansia e sofferenza.
5) Chi mangia è in uno stato di
rilassamento e soddisfazione.
6) Chi non fa una trasfusione
necessaria rischia la vita.
6) A chi salta un pasto,
non succede nulla.
Dunque, la differenza fra trasfusione e mangiare è enorme!
Ed è evidente che il divieto riguardo al sangue non riguarda la terapia medica, ma il
mangiare il sangue come alimento.
Infatti, il sangue trasfuso nella terapia medica non è un piatto da gustare, ma un farmaco
che ha la funzione di curare, di guarire un malato. Mentre il sangue che si mangia a tavola è
un alimento, una pietanza. Ed è quest’ultima pratica che la Bibbia vieta.
Ad esempio: un conto è fare uso di droghe per vizio, un altro conto è l’uso di farmaci,
contenenti droghe, per terapia medica. Nel primo caso le droghe sono un mezzo di
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contaminazione del corpo, nel secondo caso sono farmaci. Nel primo caso l’uso è
peccaminoso, nel secondo no.
Chiarito che la Bibbia non vieta affatto le trasfusioni, chiariremo ora perché Dio vieta di
mangiare sangue:
1) perché, come è scritto in Levitico 17:11 «La vita della carne è nel sangue». Infatti, il
sangue è per eccellenza il veicolo di vita delle creature animali ed umane.
2) per salvaguardare il corpo dai pericoli di infezioni a causa di elementi e microrganismi
dannosi contenuti in modo particolare nel sangue di animali malati (non dimentichiamo
anche che il sangue è… lo spazzino del corpo).
3) perché, sia ai tempi di Mosè che ai tempi degli apostoli, presso i popoli pagani il
mangiar sangue era una pratica normale. Cosicché, l’ordine di Dio era (ed è) diretto ad
evitare che i fedeli facessero (e facciano) del sangue un alimento, come avveniva fra i
pagani.
Coloro che ritengono che Dio vieti le trasfusioni riflettano.
Se ad esempio incontrano un malato di talassemia major, come si comporteranno? Si sa
che questa forma di talassemia è la più grave e richiede periodiche trasfusioni di sangue,
altrimenti il paziente muore.
Secondo la loro dottrina, dovranno dire al malato che se vuole essere salvato da Dio, deve
rinunciare alle trasfusioni.
Il guaio è che se il malato rinuncia alle trasfusioni, muore. Se, invece, le fa e rinuncia a
credere alle loro dottrine, essi gli diranno che sarà distrutto da Dio e, quindi morirà lo stesso.
In pratica il talassemico deve scegliere fra una delle due morti! Una bella prospettiva, non c’è
che dire!
No, Dio non proibisce le trasfusioni, perché non è un essere crudele e barbaro; Egli,
invece, è amore e misericordia.
Chi avesse degli scrupoli riguardo alle trasfusioni, può seguire, senza peccare, l’esempio
illuminante di Gesù.
I Farisei accusarono i suoi discepoli perché nel giorno di riposo (sabato), strappavano le
spighe per sfamarsi. Secondo loro, strappare le spighe per sfamarsi era un’attività lavorativa
e, dato che la Legge proibiva di sabato ogni lavoro, accusavano i discepoli di violare la
Legge. Vedi Matteo 12:1-7.
Gesù rimproverò i Farisei, dicendo loro che anche Davide e i suoi soldati, per fame,
violarono la Legge, mangiando i pani consacrati che solo i sacerdoti potevano mangiare.
Cristo fece dunque capire che bisogna osservare la Legge di Dio secondo spirito, amore,
giustizia e misericordia, e non con morbosa pedanteria letterale tale da sfociare nel
bigottismo. Quindi, nella eccezionalità, al posto della Legge letterale, va applicata la Legge
dell’amore. Ma attenzione, nella eccezionalità.
In diversi altri casi Gesù applicò la legge dell’amore, anziché la legge letterale, ma erano
sempre casi eccezionali.
Ad esempio, quando Gesù guarì, di sabato, l’uomo dalla mano secca, suscitò le ire dei
Farisei per aver svolto attività (la guarigione) nel giorno di riposo. Vedi Matteo 12:9-13.
Il Signore li rimproverò per la loro durezza di cuore e per la loro mancanza di spirito. Gesù
dimostrò che anche se era sabato, era lecito liberare dalla sofferenza un malato, anche
violando, eccezionalmente, il comandamento di osservanza del sabato.
Infatti, Egli disse: «Il sabato è stato fatto per l'uomo, non l'uomo per il sabato»
(Marco 2:27). Lo stesso vale per la Legge di Dio, perché vi è una legge che è superiore a
tutte le leggi: LA LEGGE DELL'AMORE.
L'apostolo Paolo conosceva bene il pensiero di Gesù e scrisse: «L'amore non fa male
alcuno al prossimo; l'amore, quindi, è l'adempimento della legge» (Romani 13:10).
Questo è l'insegnamento di Gesù!
Anche la trasfusione, dunque, è un evento eccezionale, non voluto, nella vita di una
persona. Le trasfusioni non si fanno per piacere né per abitudine.
Quindi, ripetiamo, chi avesse scrupoli in merito alle trasfusioni, si regoli come si regolò
Gesù. Perciò, quando è inevitabile fare una trasfusione, applichi la Legge dell’amore, e la
faccia.
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LA QUESTIONE DELL’ANIMA. (Per chi vuole approfondire).
Esamineremo ora alcuni passi biblici che, a causa di inesatta traduzione e/o
interpretazione o per altri motivi, sembrano dire che l’uomo abbia un’anima immortale.
Vedremo, alla luce della Scrittura, qual è la verità.
1) In Genesi 2:7 è scritto che l’uomo è fatto di polvere e di alito vitale di Dio, mentre Paolo
apostolo scrisse ai Tessalonicesi: «L’intero essere vostro, lo spirito, l’anima e il corpo, sia
conservato irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo» (1 Tess. 5:23).
Paolo mise forse in dubbio l’atto creativo di Dio, dicendo che l’uomo comprende spirito,
anima e corpo? No, perché l’anima di cui egli parla è la coscienza, l’io.
2) Matteo 10:28 - «Non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere
l’anima; temete piuttosto colui che può far perire l’anima e il corpo nella geenna».
Per comprendere bene quel che Gesù effettivamente stava dicendo, è indispensabile
confrontare i seguenti passi paralleli: Matteo 10:39; Giovanni 12:25; Luca 12:4-5 e 9:24-26;
Matteo 16:25-27; Marco 8:35-37.
In tutti questi passi, come in Matteo 10:28, le parole “anima” e “vita” sono tradotte dalla
stessa parola greca “psykhé”. Considerato questo, ti renderai conto che Gesù non voleva
dire affatto che chi perdeva il corpo non avrebbe perso l’anima intesa quale entità
immateriale e immortale.
Come avrai già capito, Gesù stava dicendo che chi perdeva questa vita terrena (di carne,
di corpo) non avrebbe perso la vera vita, quella futura ed eterna.
E Gesù non può contraddirsi, perché Egli disse: «Nessuno è salito in cielo, se non colui
che è disceso dal cielo» (Giovanni 3:13). Quindi, quando l’uomo muore, muore l’intero suo
essere e non c’è un’entità immortale che esce dal suo corpo e se ne vola in cielo.
E poi, lo stesso versetto di Matteo 10:28 dice che Dio può uccidere non solo il corpo, ma
anche l’anima nella geenna. Il che vuol dire che l’anima non è immortale, dato che può
essere uccisa.
Quindi, i sostenitori dell’immortalità dell’anima dovrebbero riflettere meglio, perché
quando citano Matteo 10:28 per sostenere che l’anima non può morire, non fanno altro che
dimostrare proprio il contrario!
3) In Matteo 27:50, Marco 15:37, Luca 23:46, Giovanni 19:30, Atti 7:59, Eccles.12:9 è
detto che lo spirito viene rimesso a Dio o che torna a Dio. Come stanno le cose?
Tali espressioni non significano che alla morte l’anima, intesa quale entità immortale,
salga a Dio. Significano, invece, che l’alito o principio vitale (o soffio o energia vitale) o la
potenza spirituale, alla morte, viene a mancare, perché torna a Dio che l’ha dato.
Infatti, è scritto: «Tu ritiri il loro fiato e muoiono, ritornano nella polvere» (Salmo 104:29).
4) Leggere 2 Corinti 4:16 ed Efesini 4:24.
Che cosa vuol dire Paolo quando parla del «nostro uomo interiore» e «uomo nuovo che è
creato a immagine di Dio»?
Vuole forse dire che dentro il nostro corpo vive un’altra entità, un altro essere interiore
indipendente creato appositamente da Dio? O parla, invece, di un cambiamento, di un
rinnovamento profondo della nostra personalità, del nostro modo di essere, che avviene
mediante la potenza rigeneratrice dello Spirito Santo?
Prova a leggere: Efesini 4:17-32; Colos.3:1-17; Efesini 3:15-21 e 2:1-10; Colos.2:11-13;
Rom.6:1-14 e 7:21-25. Confronta 1 Pietro 1:22-25.
5) Diversi testi biblici traducono il passo di Luca 23:43 in questo modo:
«In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso» (Vers. CEI).
Gesù stava parlando al buon ladrone.
Secondo i sostenitori dell’immortalità dell’anima, Gesù avrebbe promesso al ladrone che
immediatamente dopo la morte, cioè quel giorno stesso, Egli lo avrebbe portato con sé in
cielo, in paradiso.
Gesù, è vero, ha fatto al ladrone la promessa che sarà in paradiso con Lui.
Ma quando lo sarà?
La frase originale in greco è la seguente: «Veramente io dico a te oggi con me tu sarai in
paradiso».
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Ora vediamo come stanno le cose. Gli Ebrei rimarcavano sempre il tempo in cui facevano
delle promesse. E Gesù indicò oggi quale tempo della sua promessa.
Tant’è vero che il ladrone stesso gli aveva detto: «Gesù, ricordati di me quando sarai
venuto nel tuo regno!» (Luca 23:42). E il ladrone, che era israelita, sapeva che il Messia
doveva venire in gloria a ristabilire il regno di Dio, e sapeva che si trattava di un evento
futuro. Infatti, dalle sue stesse parole notiamo che stava chiedendo una grazia che doveva
avverarsi al ritorno di Cristo e alla risurrezione dei morti.
Tutto ciò è confermato dai fatti accaduti dopo la risurrezione di Gesù. Infatti, Egli fu
risuscitato dopo tre giorni e tre notti dalla sua morte (Matteo 12:40); e dopo la risurrezione
disse a Maria Maddalena di non essere ancora salito in cielo, al Padre. (Giovanni 20:17).
Quindi, il buon ladrone non poteva essere in cielo con Gesù subito dopo la loro morte. E
non poteva andarci prima di Gesù e senza di Gesù! Egli sarà con Gesù al suo ritorno in
gloria, come tutti gli altri fedeli (1 Tessalonicesi 4:13-18). Questa è la verità.
Alla luce di questi fatti, la promessa di Gesù deve essere tradotta con la giusta
punteggiatura (che allora non esisteva) e cioè: «In verità ti dico oggi: tu sarai con me in
paradiso». Tradotta con la giusta punteggiatura, la promessa di Gesù è riferita al futuro,
quando Egli ritornerà in gloria, e non subito dopo la sua morte.
E deve essere così, perché questa è la verità.
6) In 1 Corinti 5:5 Paolo parla di un credente che era caduto nel peccato di fornicazione e
dice: «Ho deciso che quel tale sia dato in mano di Satana, a perdizione della carne,
onde lo spirito sia salvo nel giorno del Signor Gesù» - Versione Riveduta.
Alcuni, con questa frase di Paolo, vogliono far credere che egli dica che quel credente,
anche se perderà il corpo, non perderà l’anima immortale. Ma una interpretazione del genere
distorce il pensiero di Paolo. Che cosa vuole dire in realtà Paolo?
Paolo dice ai fedeli di Corinto di abbandonare quel peccatore nelle mani di Satana,
affinché sia schiaffeggiato dal Maligno fino a che perda la sua carnalità e riacquisti la
spiritualità, così da essere integro al ritorno di Cristo (ritenuto imminente).
Infatti, in un'altra occasione, Paolo stesso, di alcuni credenti che erano caduti nel peccato,
scrive: «Tra questi sono Imeneo e Alessandro, che ho consegnati a Satana affinché
imparino a non bestemmiare» (1 Timoteo 1:20).
Vedi anche: 2 Corinti 12:7-10; Ebrei 12:4-11; 1 Pietro 4:1-6.
7) Leggere 2 Corinti 5:1-10.
Fra i credenti era viva l’attesa della venuta di Cristo, da un giorno all’altro, e in questo
passo l’apostolo Paolo parla ai credenti di farsi trovare integri, affinché al ritorno del Signore
siano rivestiti dell’abitazione celeste. Egli parla della trasformazione dei santi che saranno
ancora viventi alla venuta di Gesù. Vedi Filippesi 3:21 e tutto sarà chiarissimo.
8) In Filippesi 1:23-24 l’apostolo Paolo scrive:
«Sono messo alle strette infatti tra queste due cose: da una parte il desiderio di essere
sciolto dal corpo per essere con Cristo, il che sarebbe assai meglio; d’altra parte, è più
necessario per voi che io rimanga nella carne» (Versione CEI).
Che cosa vuole dire Paolo con l’espressione “essere sciolto dal corpo per essere con
Cristo”? Basta leggere due versi prima e Paolo stesso dà la spiegazione: «Per me infatti il
vivere è Cristo e il morire guadagno» (Filippesi 1:21).
Paolo quindi sta parlando di morire, e non di andarsene in cielo; e dice che preferisce la
morte per essere liberato dal corpo carnale, che è solo causa di afflizioni. Morire è per lui
avere raggiunto il traguardo, avere conseguito la sicurezza che sarà con Cristo, ovviamente
al suo ritorno. In nessun modo Paolo intende dire che dopo morto la sua “anima” sarà con
Cristo. Egli sarà con Cristo nel senso che, non essendovi nella morte cognizione del tempo,
quando si sveglierà alla presenza di Lui sarà come se fosse passato solo un attimo.
Identica cosa Paolo esprime in 2 Timoteo 4:6-8, scrivendo:
«Quanto a me, il mio sangue sta per essere sparso in libagione ed è giunto il momento
di sciogliere le vele. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho
conservato la fede. Ora mi resta solo la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice,
mi consegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti coloro che attendono con
amore la sua manifestazione».
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Qui Paolo precisa e chiarisce tutto: sente la sua morte vicina [sciogliere le vele], ma ha
terminato la sua corsa, conservando la fede, per cui pur morendo è sicuro che sarà con
Cristo, che gli darà la vita eterna in gloria (cioè, la corona di giustizia) in quel giorno, vale a
dire al suo ritorno, quando Gesù la darà non solo a lui, ma a tutti i santi, come Paolo stesso
profetizza in 1 Tessalonicesi 4:13-18.
Anche Pietro dice cose simili a quelle di Paolo: «E quando apparirà il supremo pastore,
riceverete la corona della gloria che non appassisce» (1 Pietro 5:4).
E se qualcuno avesse ancora qualche dubbio su quando si verificheranno queste cose,
Gesù toglie ogni dubbio, dicendo: «Tornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono
io, siate anche voi» (Giovanni 14:3). La qual cosa vuol dire che prima del suo ritorno
nessuno può essere con Lui.
9) Leggere 2 Corinti 12:1-5.
Paolo parla di una sua esperienza spirituale avuta al tempo della sua conversione. In Atti
22:17-21 è narrato lo stesso episodio e Paolo dice d’essere stato «rapito in estasi».
Paolo però non sa dire che cosa gli è successo esteriormente, appunto perché era in
estasi. Infatti, lo spirito di Cristo lo indusse in uno stato di comunione con Lui, per cui egli
ebbe le sublimi visioni di cui parla, non rendendosi più conto della realtà materiale.
Se fosse stato rapito col corpo, Luca, che ha riportato il fatto in Atti 22:17-21, l’avrebbe
senz’altro detto, considerando che il fatto stesso accadde nel tempio, dove v’erano dei
testimoni da cui Luca l’avrà saputo informandosi “accuratamente”, come era sua abitudine
fare (Luca 1:3).
Quindi, Paolo fu rapito in spirito; in altre parole, ebbe una visione. Confronta l’esperienza
di Pietro in Atti 10:10-20 e quella di Giovanni in Apocalisse 1:10-11. Vedi anche Atti 11:5-10.
10) 1 Pietro 3:18-20 - Pietro scrisse che Gesù «fu messo a morte quanto alla carne, ma
reso vivente quanto allo spirito. E in esso andò a predicare agli spiriti trattenuti in
carcere, che una volta furono ribelli, quando la pazienza di Dio aspettava, al tempo di
Noè, mentre si preparava l’arca…».
Parecchi qui interpretano che quando Gesù morì il suo spirito (o la sua anima, come
dicono) se ne andò a predicare agli spiriti dei peccatori morti.
Intanto c’è da dire una cosa: se fosse vero che esiste un’anima o uno spirito immortale,
Gesù non avrebbe certo avuto bisogno di essere «reso vivente quanto allo spirito», se lo
spirito immortale ce l’aveva già.
La verità è, invece, che Gesù fu «reso vivente quanto allo spirito» perché era proprio
morto. Quindi, è evidente che Pietro parla della risurrezione e della glorificazione di Gesù non
più nel corpo carnale, ma nella gloria spirituale.
In Matteo 12:40 è scritto che Cristo risuscitò dopo “tre giorni e tre notti” dalla sua morte.
E ciò vuol dire che prima della risurrezione, Gesù non poteva andare in nessun luogo.
Le stesse parole di Pietro dicono: «E in esso andò a predicare agli spiriti trattenuti in
carcere». “In esso”, significa “in spirito” (riferito alla frase precedente), vale a dire nella gloria
spirituale in cui Gesù fu risuscitato. Quindi, fu dopo la risurrezione che Gesù andò a predicare
agli spiriti trattenuti in carcere. E chi sono questi spiriti?
Pietro ci dà sufficienti indicazioni per identificarli. Afferma che questi spiriti furono ribelli al
tempo di Noè. E li identifica nella sua 2^ Epistola al verso 4, dove dice che erano angeli
ribelli. Pietro si riferiva a quanto scritto in Genesi 6:1-4.
Anche il servo di Dio, Giuda, al verso 6 della sua Epistola riporta il medesimo fatto.
Si tratta, dunque, di angeli (o figli di Dio) che nei tempi che precedettero il diluvio
lasciarono i luoghi celesti e scesero sulla terra per provare i piaceri sessuali con le donne,
dando vita a una discendenza innaturale ed estremamente malvagia.
Per tale peccato Dio «li inabissò, confinandoli in antri tenebrosi per esservi custoditi per
il giudizio» (2 Pietro 2:4).
Dunque, non si tratta di “anime” di uomini morti, bensì di angeli (o spiriti). Ne dà
conferma la Settanta 7, la quale, dove in Genesi 6:2 si parla di “figli di Dio”, traduce
“angeli”.
7
Settanta: nome dato alla più antica versione greca della Bibbia ebraica (Vecchio Testamento),
a cui lavorarono 72 esperti ebrei, fra il III e il II secolo a. C.
58
11) 1 Pietro 4:6. Pietro scrisse: «Poiché per questo è stato annunziato l’evangelo anche ai
morti; onde fossero bensì giudicati secondo gli uomini quanto alla carne, ma
vivessero secondo Dio quanto allo spirito» (Versione Riveduta).
C’è chi usa tale passo, isolandolo dal contesto, nell’intento di sostenere la dottrina
dell’immortalità dell’anima. Ma di che “tipo” di morti parlava Pietro?
Egli parlava di coloro che non fanno la volontà di Dio, i quali agli occhi di Dio, benché
vivi, è come se fossero morti. Leggi l’intero passo di 1 Pietro 4:1-6 e tutto sarà chiaro.
Vedi: Luca 9:59-60; Efesini 2:1; 1 Timoteo 5:5-6; Romani 6:12-13.
12) Leggere 1 Re 17:17-24 e Atti 20:7-12.
In questi testi si parla della risurrezione di due ragazzi ad opera di Elia e Paolo, e viene
detto che l’anima tornò in loro.
Riflettiamo: se l’anima intesa quale entità immortale fosse davvero tornata (da chissà
dove!) nei corpi dei due ragazzi, ciò che fecero Elia e Paolo, non aveva alcun senso!
Che cosa fecero? Con i loro corpi coprirono i corpi morti dei due giovani e trasmisero in
essi lo spirito vitale di cui erano stati dotati da Dio. Non dimentichiamo che l’uno era profeta
e l’altro apostolo.
Non fu, quindi, “l’anima” venuta da… luoghi celesti a tornare nei corpi morti dei fanciulli,
ma fu la vita che tornò in essi, mediante la potenza dello spirito vitale trasmesso dai due
servi di Dio.
13) Leggi 1 Samuele capitolo 28.
Vi si narra che il re Saul consultò un’indovina perché gli evocasse lo spirito del profeta
Samuele. Non sono pochi coloro che per sostenere la dottrina della immortalità dell’anima
fanno uso di questo passo.
Facciamo alcune considerazioni:
consideriamo che il Signore Dio condanna le pratiche spiritiche e divinatorie (Lev.19:31),
cosa che Samuele e Saul sapevano bene (Vedi 1 Samuele 15:22-23 e 2:8-9);
consideriamo che Samuele, in vita, non volle più parlare a Saul,
da quando questi peccò contro Dio (1 Samuele 15:35);
consideriamo che Saul aveva precedentemente consultato Dio,
ma Dio non gli aveva risposto (1 Samuele 28:5-6).
Ora, alla luce di quanto detto, chiediamoci: come poteva essere lo spirito del profeta
Samuele quello poi apparso alla indovina? Chi era realmente lo spirito che apparve?
Non ci sono dubbi: era uno spirito demoniaco che si spacciava per il profeta Samuele.
Vedi 2 Corinti 11:14-15.
14) In 2 Re 2:11 è scritto: «Essi [i profeti Elia ed Eliseo] continuarono a camminare
discorrendo insieme, quando ecco un carro di fuoco e dei cavalli di fuoco che li
separarono l’uno dall’altro, ed Elia salì al cielo in un turbine».
In Genesi 5:24 è scritto: «Enoc camminò con Dio; poi scomparve, perché Dio lo prese».
I due servi di Dio, Elia ed Enoc, furono “presi” da Dio. Che cosa significa? Essi furono
forse portati in Paradiso? Questa tesi è sostenuta da chi crede nell’immortalità dell’anima.
Ma ancora diciamo: riflettiamo.
Com’è possibile pensare che Enoc ed Elia siano già in cielo, in Paradiso, se Gesù a quel
tempo non era ancora venuto a sacrificarsi?
Essi non potevano essere glorificati né prima che fosse risuscitato e glorificato Gesù, né
prima del suo ritorno in gloria.
Gesù stesso infatti aveva detto: «Nessuno è salito in cielo, se non colui che è disceso dal
cielo» (Giovanni 3:13).
E l’apostolo Paolo profetizzò che i santi saranno rapiti soltanto al ritorno di Cristo, e
non prima (1 Tessalonicesi 4:15-17).
Paolo stesso ci aiuta a chiarire il mistero. Riguardo al caso di Enoc, che vale anche per il
caso di Elia, egli scrive: «Per fede Enoc fu rapito perché non vedesse la morte; e non fu più
trovato, perché Dio lo aveva portato via» (Ebrei 11:5).
Con molta probabilità i due santi uomini ebbero una sorte simile a quella di Mosè, il quale
salì in alto, sul monte Nebo e per volere divino passò dalla vita alla morte senza vedere le
pene della morte. Poi Dio provvide alla sua sepoltura (Deuter. 32:48-50 e 34:6).
59
Ma nessuno ha mai saputo dove fosse la tomba di Mosè. E nessuno ha mai saputo dove
Enoc ed Elia siano stati posti da Dio.
15) Leggi Matteo 17:1-13, Marco 9:2-13 e Luca 9:28-36.
In questi passi si parla della Trasfigurazione.
È narrato che apparvero Mosè ed Elia in gloria e che Gesù fu trasfigurato, cioè fu
trasformato nell’aspetto in modo glorioso.
I sostenitori dell’immortalità dell’anima, usando incautamente l’esperienza della
Trasfigurazione, vorrebbero far credere che i profeti Elia e Mosè sarebbero già in gloria.
Ripetiamo quanto detto al punto precedente: Gesù disse che prima di Lui nessuno è
salito in cielo; Paolo disse che i santi saranno rapiti e glorificati esclusivamente al ritorno di
Cristo e non prima. Quindi, non è assolutamente possibile che Elia e Mosè siano già stati
glorificati prima della morte, risurrezione, glorificazione e ritorno di Gesù Cristo. Perché,
dunque, la Trasfigurazione?
Gesù precisò che fu una visione (cioè l’apparizione di Mosè ed Elia - Vedi Matteo 17:9),
mediante la quale Egli diede ai discepoli una dimostrazione della gloria che i fedeli morti
assumeranno nel regno di Dio. E la stessa trasfigurazione di Gesù, è la dimostrazione della
trasformazione dei fedeli che saranno ancora vivi al suo ritorno.
Vedi ancora: 1 Tessalon. 4:15-17. Vedi anche: Filippesi 3:20-21 e 1 Corinti 15:51-52.
16) Leggi Apocalisse 6:9-11.
Qui si parla di “anime sotto l’altare”. Anche questo passo viene frequentemente preso da
coloro che credono nell’immortalità dell’anima. Ma basta leggere il contesto, cioè gli interi
capitoli 6 e 7 per rendersi conto di che cosa si parla.
Chi sono quelle “anime sotto l'altare”? E perché si trovano «sotto l’altare» e “gridano”?
Si legge che esse sono «le anime di quelli ch’erano stati uccisi per la parola di Dio…»
(Apocalisse 6:9). Quindi, sono i santi morti che appaiono nella visione. Ma questo non vuol
dire che essi siano risuscitati. Anche Mosè apparve “vivo” nella Trasfigurazione, ma
sappiamo che Mosè è morto e risusciterà solo al ritorno di Cristo.
Essi, infatti, vengono visti non in gloria ma “sotto l’altare”, cioè come vittime sacrificate.
Ricordiamo che proprio “sotto l’altare” si depositava il sangue dei sacrifici animali,
all’ingresso dell’antico Tabernacolo (Levitico 4:7). E siccome i santi sono anch’essi sacrifici a
Dio (Romani 12:1), ecco la ragione per cui vengono visti sotto l’altare. Essi sono sotto
l’altare perché sono ancora morti.
E come figuratamente il sangue di Abele “grida” a Dio dalla terra (Genesi 4:10), così ci si
può immaginare che nella visione le “anime”, cioè i santi, “gridino” a Dio che vendichi il loro
sangue! (dato importantissimo - Apocalisse 6:10).
Altri elementi di grande importanza che provano quel che stiamo dicendo, contenuti nei
capitoli 6 e 7 di Apocalisse:
Dal contesto del capitolo 6 si può notare che senza dubbio lo scenario è quello del tempo
che precede il ritorno di Cristo. Infatti, vi sono descritte piaghe e tribolazioni per il mondo e
paurosi fenomeni celesti. È lo stesso quadro profetico di Matteo 24:20-29.
Quindi, se Gesù non è ancora ritornato, nessuno può essere risuscitato e glorificato.
Il capitolo 7 parla di scelta di eletti Israeliti e Gentili.
Il fatto che alle anime sotto l’altare sia detto che «si riposassero ancora un po’ di tempo,
finché fosse completo il numero dei loro conservi e dei loro fratelli che hanno ad essere
uccisi come loro» (verso 11), conferma che si tratta di una figurazione e che esse non sono
ancora risuscitate, perché debbono aspettare nel riposo della morte ancora un po’, fino a
quando gli altri santi siano chiamati.
Le “anime” (cioè i santi morti) non possono essere glorificate prima dei santi che debbono
ancora essere suggellati e scelti. L’apostolo Paolo dice che gli eletti incontreranno il Signore
tutti assieme, e non chi prima e chi dopo. Vedi di nuovo 1 Tess. 4:15-17.
Alle anime sotto l’altare «fu data una veste bianca» (verso 11) e fu loro detto di
aspettare la chiamata degli altri santi.
Qui è chiarissimo che la veste bianca è il pegno della loro approvazione, per cui il loro
premio di gloria è sicuro. Ma esse non possono ancora “indossare” quella veste bianca, cioè
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non possono essere ancora risuscitate in gloria, perché debbono attendere nel riposo della
morte ancora un poco. Vedi Apocalisse 3:5-6.
Il fatto stesso che le anime sotto l’altare “gridino” che sia vendicato il loro sangue,
evidenzia che Dio non ha ancora proceduto a vendicarle.
Perciò, nel quadro della visione, è chiaro che Gesù non è ancora ritornato e non è ancora
avvenuta la risurrezione. Per cui, i santi non possono essere già in gloria prima del ritorno di
Cristo, perché essi riposano ancora nella morte.
17) Leggi Luca 16:19-31 – La Parabola del ricco e Lazzaro.
Pure questa parabola viene citata spesso per sostenere la dottrina dell’immortalità
dell’anima; ma Gesù non la narrò per parlare di paradiso e inferno, di santificati e dannati,
come la intendono molti.
Il ricco ed il povero Lazzaro rappresentano due popoli:
il ricco rappresenta il popolo d’Israele. Agli Israeliti, infatti, Dio aveva concesso per
primi la ricchezza della chiamata all’elezione per l'eredità del Regno; ad essi aveva
donato il grande privilegio del sacerdozio;
il povero Lazzaro rappresenta il popolo dei Gentili, cioè tutte le altre genti non israelite.
I Gentili erano poveri perché lontani da Dio e fino ad allora esclusi dalla chiamata alla
elezione e dall’eredità del Regno e per tale ragione erano considerati morti (versi 30-31).
La loro morte è simbolo del cambiamento della loro condizione spirituale:
per gli Israeliti segna la fine quale popolo di Dio;
per i Gentili segna la fine quale popolo rigettato da Dio.
Tutto ciò avviene a causa del passaggio dalla Legge mosaica alla Legge di Cristo,
mediante il suo sacrificio, per cui tra i due popoli vi fu una grande voragine (verso 26).
Quindi, i Gentili che accettano Cristo non possono passare sotto la Legge mosaica,
perché essa è stata sostituita. Gli Israeliti che non accettano Cristo non possono passare
sotto la Legge della Grazia, ma restano nella morte.
Fino ad allora il seno d’Abramo (verso 22), vale a dire la progenie spirituale di Abramo,
era costituito esclusivamente da Israeliti. Da Cristo in poi, Israele viene rigettato (per aver
rifiutato la salvezza e messo a morte Gesù), e al suo posto nel seno d’Abramo entrano a far
parte i Gentili. Vedi: Galati 3:26-29; Romani 9:6-8; Giov.8:30-47.
Gli angeli (o messaggeri) sono i servi di Cristo che annunciano la salvezza e l’elezione
ai Gentili.
È importante notare che:
il ricco va nell’ades, cioè alla morte spirituale, e passa dalla vita alla morte, perché agli
occhi di Dio ora è morto;
Lazzaro va nel seno d’Abramo e passa dalla morte alla vita, perché agli occhi di Dio
è ora vivo, come risuscitato (versi 22-23).
Ovviamente, Lazzaro ora è spiritualmente consolato e il ricco è nei tormenti, tribolato, per
aver perso il favore divino (versi 23-25).
I due, dunque, non sono morti fisicamente, perché, altrimenti non potrebbero né il primo
(Lazzaro) godere le consolazioni, né il secondo (il ricco) subire le tribolazioni. I morti non
provano né gioie né dolori (Salmo 146:4).
Quindi, in questa parabola non si parla affatto di anime che vanno alle torture e ai
tormenti eterni in un inferno di fuoco con diavoli e forconi, e di anime che vanno alle delizie
in paradiso! La spiegazione dettagliata della Parabola è disponibile a richiesta.
18) Per la spiegazione dei testi di Apocalisse 14:10-11 e 20:10, dove si parla del tormento
dei demoni e di tutti i malvagi nello stagno di fuoco, vedi il punto 43.
19) In 1 Timoteo 6:14-16 è scritto che soltanto Dio possiede l'immortalità, vale a dire
l’immortalità per sua natura, in sé e per sé. Ciò vuol dire che, ad eccezione di Gesù che
l’ha ereditata dal Padre (quindi, per concessione), nessun’altra creatura in cielo o in terra
possiede l’immortalità.
Questo è confermato in Romani 2:7, dove è detto che la immortalità si deve cercare con
la «perseveranza nel fare il bene». Ma, è ovvio, è concessa solo agli eletti.
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Ora, se gli uomini debbono cercare l’immortalità, è evidente che non la possiedono! E
ciò vuol dire che gli uomini non sono immortali, non possiedono un’entità immateriale
immortale chiamata “anima”.
Se gli uomini fossero immortali, il sacrificio di Gesù sarebbe inutile! Insomma, Cristo non è
venuto a morire per dare l’immortalità a chi già la possiede!
Infatti, la Bibbia afferma che Gesù col suo sacrificio «ha distrutto la morte e ha prodotto
in luce la vita e la immortalità mediante l’Evangelo» (2 Timoteo 1:10). Versione Riveduta.
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ALTRI ARGOMENTI BIBLICI IN BREVE.
1) ADORAZIONE.
Di Dio: Esodo 20:2-7; Deuteronomio 6:13-14.
Adorare Dio in spirito e verità: Giovanni 4:23-24.
Di Gesù: Ebrei 1:6; Matteo 2:1-2, 11 e 28:9,16-17; Luca 24:52.
2) ADULTERIO - FORNICAZIONE. (Vedi anche: Divorzio e Matrimonio).
Appetire una donna è adulterio. Matteo 5:27-28.
Il legame matrimoniale e l’adulterio: Romani 7:2-3.
L’adulterio può causare il divorzio: Matteo 5:32; 19:9; Marco 10:11-12; Romani 7:2-3.
Il fornicatore pecca contro il proprio corpo: 1 Corinti 6:18-19.
L’uomo non separi ciò che Dio ha unito: Marco 10:6-9.
Adulteri e fornicatori saranno giudicati: Ebrei 13:4; Efesini 5:5.
3) ADUNANZA. - Ebrei 10:24; Matteo 18:20; Atti 2:42; Deuteronomio 31:12.
4) AGAPE - (greco: amore).
Festa d’amore dei Cristiani con banchetto fraterno. (Giuda 12; Salmo 133).
5) AMORE.
Di Dio: 1 Giovanni 4:8-10; Giovanni 3:16; Romani 5:8; Matteo 5:45; Efesini 2:4-10.
Di Cristo: 1 Giovanni 3:16; Efesini 3:18-19 e 5:2; Romani 8:35-39.
Amore per Dio: Marco 12:28-34; 1 Giovanni 4:20-21 e 5:1-3.
Amore per Cristo: Giovanni 14:15,21-23 e 15:9-10; Romani 8:36.
Fra i credenti: Giov.13:34-35; 15:12-13; 1 Giov.3:10-18; 1 Giov.4:7-8; 1 Pietro 4:8; Deut.15:1-18.
Per il prossimo: Luca 10:25-37; Romani 13:8-10; 1 Giovanni 3:17-18 e 4:18-21.
Per i nemici: Luca 6:27-38; Romani 12:20-21.
Massimo frutto spirituale: Galati 522.
Chi ama è da Dio: 1 Giovanni 4:7.
Sovrana eccellenza dell’amore. Discorso di Paolo 1 Corinti 13:1-8.
6) ANZIANI (Responsabili nella Chiesa - Vescovi - Anziani - Diaconi)
Irreprensibili e d’esempio: 1 Timoteo 3:1-13; Tito 1:5-9; 1 Corinti 4:1-2.
Degni di stima e di doppio onore: 1 Tessalonicesi 5:12-13; 1 Timoteo 5:17-19.
7) AUTORITÀ. (Rispettare le autorità).
Le autorità sono ordinate da Dio: Romani 13:1.
Sottomissione alle autorità: Romani 13:1-7; Tito 3:1-2.
Rispettare e onorare le autorità: 1 Pietro 2:13-17.
Rendere a Cesare quel che è di Cesare: Matteo 22:21.
Pregare per le autorità: 1 Timoteo 2:1.
Ubbidire a Dio anziché agli uomini, quando le disposizioni delle autorità
si contrappongono alla volontà di Dio: Atti 4:19 e 5:29; Daniele 3:14-18.
8) CELIBATO.
Gesù non obbligò i fedeli al celibato. Molti discepoli erano sposati.
Vedi: 1 Corinti 9:5; Matteo 8:14; 1 Timoteo 3:1-5.
Consigli di Paolo apostolo: 1 Corinti 7:8-9,24-40.
9) CIRCONCISIONE.
La circoncisione consisteva nel taglio del prepuzio dell’organo sessuale maschile praticato
sia ai neonati all’ottavo giorno, sia a tutti i servi comprati che entravano a far parte del
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popolo d’Israele. Essa fu il segno del patto che Dio fece con Abrahamo e la sua discendenza
e più in generale il segno di appartenenza al popolo d’Israele.
Vedi: Genesi 17:9-14; Levitico 12:3; Esodo 12:44.
Cristo l’ha abolita: Galati 5:6.
10) COMUNIONE - (greco: koinonìa).
Con Dio: 1 Giovanni 4:12-13;
Con Gesù: 1 Corinti 1:9; 10:15-17; Giovanni 15:4; Filippesi 3:10.
Col Padre e col Figlio: 1 Giovanni 1:3; Giovanni 14:23 e 17:21-23.
Comunione dello Spirito Santo: 2 Corinti 13:13; 1 Corinti 12:13.
Comunione fraterna: Giovanni 17:22-23; 1 Corinti cap.12; 1 Giovanni 1:7; Atti 2:42.
11) CONDOTTA CRISTIANA.
Essere d’esempio: 1 Timoteo 3:1-13 e 4:12; Romani 12:9-21;
Efesini 5:8-21; Ebrei 12:14; Tito capitoli 2-3; 1 Pietro 2:11-17; 5:1-9.
Perseveranti nella volontà di Dio: Romani 12:2; 1 Pietro 2:15-17; 4:1-2.
Perseveranti nella fede: Colossesi 1:23; 1 Pietro 5:8-9; Efesini 6:10-18.
Perseveranti nelle prove: Matteo 10:22; Giovanni 15:18-21 e 16:33.
Non amare il mondo: 1 Giovanni 2:15-17; Giacomo 4:4; Romani 12:2.
12) CONOSCENZA (DELLE COSE DI DIO).
La conoscenza di Dio e Gesù porta alla vita: Giovanni 17:3 e 8:31-32; Proverbi 9:10;
Colossesi 1:9-12; Filippesi 1:9-11; 1 Timoteo 2:3-4; Salmo 119:105.
Dio dà conoscenza a chi gliela chiede: Giacomo 1:5; Salmo 97:11; 51:6.
Lo spirito di Dio ci insegna la verità: Giovanni 16:12-15; 1 Giovanni 2:27.
Negli ultimi tempi la conoscenza abbonderà: Daniele 12:4.
Nel regno di Dio conosceremo appieno: 1 Corinti 13:12; Isaia 11:9; Ebrei 8:10-11; Giov.16:25.
13) CONSACRAZIONE (DEI CREDENTI).
Battezzati nella morte di Cristo: Romani 6:3-14 e 12.
Consacrarsi alla volontà di Dio: 1 Pietro 4:1-2.
Consacrarsi senza distrazione: 1 Corinti 7:35.
Cristo deve vivere in noi: Galati 2:20.
Essere uno spirito solo con Gesù: 1 Corinti 6:17.
Essere sacrifici viventi: Romani 12:1-2.
14) CROCE.
Per indicare lo strumento su cui fu inchiodato Gesù, nella Bibbia vengono usate due
parole: “stauros”, che significa “palo” (verticale); “xylon”, che significa “legno”, “palo”.
Sussistono tuttora fra gli studiosi tre diverse ipotesi sulla sua forma:
- che si trattasse di un palo verticale;
- che il legno avesse la forma di una T;
- che il legno avesse la forma di una croce.
La parola “croce” viene dal latino “crux”, e probabilmente in origine aveva il significato di
palo ed in seguito assunse il significato attuale.
Quel che veramente conta è che Gesù è morto per salvarci. Poi, se sia morto su una croce
o su un palo non è così importante da farne un motivo di inutile contesa.
Una cosa che invece è importante dire è questa: i veri Cristiani non fanno della croce (o
palo) un oggetto di culto, e non si inginocchiano davanti ad essa, perché è solo un pezzo di
legno. Vedi 1 Giovanni 5:21.
15) DISCIPLINA.
Il Signore corregge colui che Egli ama: Ebrei 12:6.
La disciplina di Dio sui suoi figliuoli: Ebrei 12:4-17.
Io ti ammaestrerò e ti insegnerò la via: Salmo 32:8.
Quel che fu scritto è per nostro ammaestramento: Romani 15:4.
La Scrittura è utile ad insegnare e a correggere: 2 Timoteo 3:16-17.
Ammaestratevi ed ammonitevi gli uni gli altri: Colossesi 3:16.
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Chi non dimora nella sana dottrina non lo ricevete in casa e non lo salutate:
2 Giovanni 7-11; Romani 16:17-18.
16) DIVORZIO. (Vedi anche: Adulterio e Matrimonio).
L’uomo non separi ciò che Dio ha unito. Marco 10:6-9.
L’unica causa di divorzio è l’adulterio. Matteo 5:32 e 19:9; Marco 10:11-12; Romani 7:2-3.
17) FEDE.
Che cos’è la fede: Ebrei 11:1-3.
Fede ed opere: Giacomo 2:14-26.
Perseverare nella fede: Colossesi1:23; 1 Pietro 5:8-9; 1 Timoteo 6:12.
Provare sempre la propria fede: 2 Corinti 13:5.
La fede fa parlare delle cose di Dio: 2 Cor.4:13-15; Romani 10:8-10.
Esempi di fede: Ebrei capitolo 11.
18) FRATELLANZA.
Amate la fratellanza: 1 Pietro 2:17; Romani 12:10-16.
I fratelli dimorino assieme: Salmo 133.
L’amor fraterno e l’ospitalità: Ebrei 13:1.
L’amore più grande è dare la vita per i proprî amici: Giovanni 5:13.
19) IDOLATRIA.
Statue, immagini, reliquie ecc.: Esodo 20:4-5; Isaia 44:12-20; Salmo 115;
Geremia 10:1-16; 1 Giovanni 5:21.
Gesù solo mediatore: 1 Timoteo 2:5; 1 Giovanni 2:1-2; Giovanni 14:6; Romani 8:34.
Brama di cose materiali: Giacomo 4:1-10 e 1:14-15; 1 Timoteo 6:9-10; Colossesi 3:5.
L’avarizia è idolatria: Efesini 5:5.
Orgoglio, egoismo, superbia: Luca 18:9-14 e 14:7-11; 1 Pietro 5:5.
20) MATRIMONIO. (Vedi anche: Adulterio e Divorzio).
L’uomo e la donna sposati sono una sola carne: Matteo 19:3-6.
Ciò che Dio unisce l’uomo non separi: Marco 10:6-9.
Il matrimonio sia tenuto in onore: Ebrei 13:4; Efesini 5:5.
Amore e rispetto fra marito e moglie: Efesini 5:22-33.
Discorso di Paolo sul matrimonio: 1 Corinti capitolo 7.
Sposarsi nel Signore: 1 Corinti 7:39.
21) MIRACOLI.
Non rinnegare la potenza di Dio: 2 Timoteo 3:5.
Se aveste fede quanto un granello di senape: Luca 17:6.
Le cose che chiederete, se avete fede le otterrete: Matteo 21:22.
Chiedere senza dubitare: Giacomo 1:5-8.
Ogni cosa è possibile a chi crede: Marco 9:23.
Chi crede in me farà anch’egli le opere che io faccio: Giovanni 14:12.
Se chiedete qualche cosa nel mio nome, io la farò: Giovanni 14:14.
Quando due o tre si accordano a domandare: Matteo 18:19.
Gesù guarisce all’istante: Matteo 8:1-4 e 20:29-34; Luca 13:10-13
Miracoli e guarigioni sono doni di Dio: 1 Corinti 12:7-11,28-31.
Quando c’è incredulità il Signore non opera: Matteo 13:53-58.
Alcuni miracoli dei discepoli: Atti 5:15-16; 9:33-34 e 28:8-9.
Miracoli di menzogna e prodigi bugiardi: Mat.24:5,23-27; 7:22-23; 2 Tess.2:3-12; Apoc.13:13.
22) PATTI.
Patto di Dio con gli uomini che non sterminerà più il mondo con un altro diluvio:
Genesi 9:8-17.
Patto abramico: Genesi 17:1-8 e 22:15-18; Romani capitolo 4; Galati capitolo 3 e 4:21-31.
Patto della Legge: Esodo 19:5-6 e 24:1-8; Romani cap.7; Galati capitoli 3 e 4;
Ebrei 7:11-28 e cap.8, 9 e 10:1-18.
Nuovo Patto di Cristo: Matteo 26:27-28; 1 Corinti 11:25; Ebrei capitoli 8, 9 e 10:1-18;
Geremia 31:31-34.
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23) PREGHIERA.
Padre nostro: Matteo 6:9-13; Luca 11:2-4.
Non pregare come gli ipocriti: Matteo 6:5-8; Luca 18:9-14.
Pregare anche per i nemici: Matteo 5:44; Luca 6:27-28.
Pregare senza stancarsi e in ogni tempo: Luca 18:1-8 e 21:36; Colossesi 4:2; Efesini 6:18.
Pregare con fede di ricevere: Marco 11:22-24; 1 Giovanni 3:22.
Dio esaudisce le preghiere dei giusti: Proverbi 15:29.
Molto può la supplicazione del giusto: Giacomo 5:16.
Pregare nel nome di Gesù: Giovanni 15:16 e 16:23-24.
Le preghiere dei santi sono coppe piene di profumi: Apocalisse 5:8.
Le donne devono pregare a capo coperto: 1 Corinti 11:5-13.
24) PROFEZIA.
La profezia è ispirata da Dio: 2 Pietro 1:19-21; 2 Timoteo 3:16-17.
ALCUNE GRANDI PROFEZIE GIÀ ADEMPIUTE:
Nascita di Gesù. Michea 5:1 (7 secoli prima) - Adempimento Matteo 2:1-6.
Sacrificio di Gesù. Isaia capitolo 53 (più di 7 secoli prima) - Ademp. Matteo cap.26 e 27.
Distruzione di Gerusalemme. Luca 19:41-44 (33 E.V.) - Adempimento 70 E. V.
ALCUNE PROFEZIE IL CUI ADEMPIMENTO È INIZIATO ED È ANCORA IN CORSO:
Inizio/fine Tempi Gentili. Luca 21:24; Romani 11:25 (33 E.V.) In corso di adempimento la parte finale.
Ritorno d’Israele in Terra Santa. Isaia 11:12; Zaccaria 10:8-10.
Corruzione ultimi tempi (I sec. E. V.) 2 Timoteo 3:1-5; 2 Piet.3:3-4. In corso.
PROFEZIE CHE SI ADEMPIRANNO FRA BREVE:
Grande tribolazione e ritorno di Gesù in gloria. Matteo capitolo 24; Luca capitolo 21; 1
Tessalonicesi 4:13-18; Apocalisse 1:7.
Instaurazione del Regno di Dio. Michea 4:1-5; Isaia capitolo 11 e 65:13-25; Apocalisse
capitoli 20, 21 e 22:1-5.
25) SACERDOZIO.
Istituzione del sacerdozio: Esodo capp.28 e 29; Levitico capp.8, 9,21 e 22; Numeri cap.18.
Divisione dei sacerdoti in 24 mute: 1 Cronache 24:1-19; Luca 1:8-10.
I Leviti: Numeri 3:5-17, capitolo 4 e 8:5-26; 1 Cronache capitoli 23,25,26.
Sacerdozio e sua figura: Ebrei capitoli 7, 8, 9 e 10:1-18.
I santi sacerdozio regale: 1 Pietro 2:4-10; Apocalisse 1:6; 5:10 e 20:6.
26) SALUTO: “PACE DEL SIGNORE!”.
Luca 24:36; Giovanni 14:27; 1 Pietro 5:14; Efesini 6:23; Romani 16:16.
27) SPIRITISMO - OCCULTISMO.
Spiritisti, indovini e maghi di professione hanno un’apparenza di fede e perbenismo, per
nascondere la loro natura diabolica.
Essi compiono dei prodigi di menzogna, con i quali ingannano le persone (2 Tess.2:9).
Fanno credere persino di parlare con i morti. Ma vedi: Salmo 146:3-4 ed Ecclesiaste 9:5-10.
La Bibbia dice che Satana e i suoi demoni si travestono da angeli di luce e da ministri di
giustizia. Attenzione, dunque! (2 Corinti 11:14-15).
Dio condanna lo spiritismo. Levitico 19:31; Deuteronomio 18:9-14; Matteo 7:22-23.
28) TABERNACOLO - TEMPIO.
Tenda di convegno (Mosè lo chiamò così, perché in esso egli si incontrava con Dio:
Esodo 33:7-11.
Vi dimorava la gloria di Dio: Esodo 40:34-38; 1 Re 8:10-11.
Costruzione del Tabernacolo: Esodo capitoli 25,26,27,30 e 31:1-11.
Tabernacolo e sua figura: Ebrei capitolo 9.
Il Tempio di Salomone: edificio maestoso che comprendeva il Tabernacolo:
1 Re capitolo 6; 7:13-51 e capitolo 8; 2 Cronache capitoli 3- 6.
I santi sono il Tempio di Dio: 1 Corinti 3:16-17 e 6:19-20; Efesini 2:19-22; 1 Pietro 2:4-10.
La Gerusalemme celeste che scenderà dal cielo sarà il nuovo ed eterno Tabernacolo di
Dio con gli uomini: Apocalisse capitolo 21 e 22:1-5.
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29) UNITÀ.
Che siano tutti uno come noi siamo uno: Giovanni 17:20-23.
Un unico corpo: Efesini 4:4-6; Romani 12:4-5.
Unità del corpo e varietà delle sue membra: 1 Corinti 12:12-31.
Unità nello spirito e nella fede: Efesini 4:1-16.
Un medesimo sentimento: Romani 15:5-6 e 12:16.
Un unico parlare e sentire, un’unica mente: 1 Corinti 1:10-13.
Conservare l’unità dello spirito con la pace: Efesini 4:3.
Chi si separa cerca il proprio orgoglio: Proverbi 18:1.
30) VOTO - ELEZIONI.
Nessuna norma della Sacra Scrittura vieta ai Cristiani di votare nelle pubbliche elezioni, e
nemmeno il contrario.
Solo a titolo informativo: secondo la Costituzione italiana, e forse della totalità dei paesi
del mondo, l’esercizio del voto è un diritto, ma è anche un dovere. Ognuno si regoli secondo
la propria coscienza.
Il giusto fiorirà come la palma,
crescerà come il cedro sul Libano.
Quelli che sono piantati nella casa dell'Eterno
fioriranno nei cortili del nostro Dio.
Porteranno ancora del frutto nella vecchiaia;
saranno pieni di vigore e verdeggianti,
per annunziare che l'Eterno è giusto;
Egli è la mia rocca,
e non v'è ingiustizia in Lui.
(Salmo 92:12-15
VENITE ALLE ACQUE!
O voi tutti che siete assetati,
venite alle acque…
Cercate il Signore,
mentre lo si può trovare;
invocatelo, mentre è vicino.
Lasci l’empio la sua via
e l’uomo iniquo
i suoi pensieri;
si converta al Signore
che avrà pietà di lui,
al nostro Dio
che non si stanca
di perdonare.
(Isaia 55:1-7)
Distribuito gratuitamente. Stampato in proprio Aprile 2011.
Comunità Cristiana
Piazza Macaluso 7 - 92024 Canicattì (AG)
www.comunitacristiana.org
Puoi rivolgerti anche:
Via Cattolica 34 - 92010 Montallegro (AG)
Tel. 0922-847613 - Cell. 389-2752801
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