EdItorIALE Non spegnete le stelle Manovra. Il tempo dei sacrifici
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EdItorIALE Non spegnete le stelle Manovra. Il tempo dei sacrifici
della diocesi di como Periodico Settimanale | Poste Italiane S.P.A. | Sped. In Abbonamento Postale | D.L. 353/2003 (Conv. In L. 27/02/2004 N° 46) Art. 1, Comma 1, Dcb Como Anno XXXV - 10 dicembre 2011 - € 1,20 Europa 5 In Missione 46 13 Como 14 Sondrio 26 Codice etico per il Parlamento europeo I bambini di strada rinascono a Natale Iubilantes, 15 anni di attività Catechesi e arte con don Straffi issati principi e norFrodeputati me ai quali gli eudovranno Korogocho gli ex A bambini di strada escono dai centri di re- associazione imL’ pegnata nella riscoperta della comune n t e re s s a n t e i n Ineicontro di riflessiosull’Immacolata attenersi. Editoriale Non spegnete le stelle cupero. Una nuova vita. identità europea. Concezione. Manovra. Il tempo dei sacrifici di don Angelo Riva P ochi paesi sono belli come la Svizzera. Il canton Vaud, ad esempio, è un piccolo gioiello lindo e verdeggiante. La conca di Losanna – il capoluogo vivace e pulsante – si adagia placida verso le acque del Lemano increspate dal vento. Poco lontano i casinò brulicanti di vita di Vevey e Montreaux. Sullo sfondo la corona maestosa delle Alpi… Proprio questo scenario incantato è stato teatro, qualche giorno fa, di un fatto sinistro e raggelante. Lucio Magri, firma storica del giornalismo italiano, ha detto basta con la vita. Troppo dolore, dopo la perdita dell’amata moglie e l’incalzare inesorabile della malattia. Ad armare l’artiglio della “dolce morte” un’associazione con sede a Ginevra dal nome inequivocabile: Exit. Una clinica di Losanna, sita in località Forch (anche qui, un nome un programma), ha espletato con elvetico puntiglio il protocollo medico-legale. Nessuna intenzione, certamente, di giudicare una scelta troppo tragica per sopportare paternali e commenti (certo non ci si chieda di lodarla, però). Lasciamola al suo autore e a Domineddio. Da parte nostra solo cordoglio, preghiera e speranza. Il punto è un altro. Dolore e morte fanno parte della vita. Ma noi, la nostra civiltà (l’Europa dei diritti dell’uomo e delle radici cristiane) quale cultura vi stiamo costruendo attorno? Una cultura che mastica l’assenzio della morte o che sa ancora sperare nella vita? Una cultura dell’abbandono e della solitudine o una cultura della vicinanza, del farsi prossimo, dell’assistere (ab-existere: “vivere-accanto”)? Chiamati in causa non sono tanto il grido di chi non spera più, ma aule parlamentari, toghe e camici bianchi. C’è un sistema medico e giuridico-legislativo che vorrebbe farci digerire la “dolce morte”. Dimenticando che un medico c’è per curare la vita, e non per inoculare la morte, moderno untore. Dimenticando che la civiltà dei diritti taglia il ramo su cui è seduta, nel momento in cui legittima un osceno “diritto alla morte”. Più a fondo ancora, c’è da riflettere sul destino di un’Europa che, come papa Benedetto ha più volte richiamato, a furia di ripetere come un mantra il dogma della libertà individuale, sembra aver perso la bussola del bene comune. Anzi, sembra non volersi più bene. Ne parliamo nelle pagine interne del giornale. Il pensiero però mi corre a quel dottor X che ha spinto nelle vene del povero Magri la mortale pozione. Me lo immagino colto e raffinato, moglie e figli nell’elegante villetta con giardino del ridente borgo svizzero, poca confidenza coi vicini, ma i modi sempre molto urbani e pacati. Eccolo salire, nel fine settimana, sulle piste da sci delle sue splendide montagne per una giornata luccicante di azzurro e di sole. E poi terminare la giornata nel classico chalet svizzero a gustare la fondue vallesana innaffiata da un Còte du Rhone d’annata. E quindi uscire fuori, e vedere il cielo e l’immenso tappeto di stelle. Forse, allora, una voce busserà alla coscienza del dottor X, a dirgli, sommessamente, “figliolo mio, oggi una di quelle stelle l’hai spenta tu”. “Ma è stato lui a chiedermelo”, proverà a scusarsi il dottor X. “Non conta, figliolo”, ribadirà la voce. “Proprio non conta”. La manovra economica varata dal governo Monti è un intervento da 25-30 miliardi di euro. Un pacchetto articolato di misure che richiederanno sacrifici importanti agli italiani nei prossimi anni. Le decisioni, seppure dolorose, sembrano restituire all’Italia la fiducia dell’Europa e allontanare il rischio di un default finanziario. 3 Caritas Il 35° convegno nazionale a Fiuggi 8-9 Azione Cattolica 11 La Giornata dell’adesione: il momento favorevole Como e Olgiate 19 Torna il convegno del Coordinamento Pace Sondrio L’impegno di “A dança da Vida” 24 Da fiuggi a Roma. L’incontro delle Caritas con il santo padre Idee e opinioni 2 Sabato, 10 dicembre 2011 A ppunti stesi prima delle misure del Governo per far fronte alla crisi. E’ la voce della gente semplice che avverte sia il difficilissimo momento sia il timore di dovere, ancora una volta, pagare oltre modo e misura. Nell’opera Politica e morale, che è del 1938, Sturzo così definisce la politica: “la partecipazione al governo di un paese per il raggiungimento del bene comune. In quanto tale, il fine ultimo della attività politica è il vantaggio dello stato considerato come il bene comune. In questo senso la politica fa parte dell’ordine morale, perché cercare il bene comune con mezzi adatti è certamente uno scopo morale”. Il fine ultimo della politica, dunque, è il bene comune, conseguito con mezzi adatti. Dobbiamo essere onesti con noi stessi: abbiamo vissuto per troppo tempo oltre le nostre possibilità, non abbiamo saputo –per tempo- comprendere che il danaro di tutti, il danaro ✎ FUORI DAL CORO | di Arcangelo Bagni Se i privilegi diventano “diritti intoccabili” e i diritti acquisiti semplici parole al vento... pubblico, non poteva essere una risorsa senza fine e che, prima o poi, avremmo fatto i conti con la cattiva gestione di esso. Per decenni, complici alcune leggi i cui effetti ben pochi hanno avuto la correttezza di presentare ai cittadini, abbiamo gettato al vento risorse di intere generazioni. Tanto, si diceva, paga papà-Stato. Dimenticando che i soldi di papà-Stato erano le nostre tasse. Sperpero di danaro alla grande, di cui nessuno, salvo rarissimi casi, ha voluto chiedere conto anche e soprattutto di fronte alla legge. Opere pubbliche incompiute, attivate solo per dare danaro agli amici o per sostenere partiti; stipendi di dipendenti pubblici che –a parità di impiego- non trovavano corrispondenti in nessun paese europeo; leggi e leggine fatte appositamente su misura dai politici: danaro pubblico ovunque. Il “fare politica” è diventata una professione ben remunerata e fonte di tanti privilegi per sé e per gli “amici”, a discapito dei cittadini: così essa crea legami talmente profondi da compromettere ogni seria riforma e genera una voluta burocrazia che garantisce privilegi rallentando ogni cambiamento. Una seria riforma della burocrazia dovrà ribadire le necessarie garanzie per la carriera, chiudere le porte alle immissioni arbitrarie di gente non formata o deformata, immunizzare gli uffici dagli influssi dei partiti, così che nessun impiegato tema di perdere promozioni e stabilità, per ragioni politiche. Il punto centrale della finanza statale –secondo Sturzonon è e non può essere quello di ottenere dal contribuente quanto più gettito è possibile; perché lo Stato moderno tende a diventare il Moloch del mondo: più ha e più spende; più spende e più ha bisogno di avere; aumentando di anno in anno bilanci di spesa, debito pubblico, oneri di tesoreria, contributi e donazioni per innumerevoli enti quasi sempre in bolletta. Già allora egli diceva: via quel numero di automobili non necessarie; basta con quei viaggi rapidissimi per visite superflue e per discorsi amplificatori. A che servono i gabinetti inflazionati e gli uffici ripieni di impiegati superflui? Sarà bene rivedere queste sinecure create - egli diceva - a vantaggio di alti e bassi burocrati. Da allora cosa è cambiato? I privilegi sembrano essere diventati diritti e i diritti della gente comune quasi un privilegio: un mondo capovolto! Sono tanti i politici che si sono autoproclamati cattolici e difensori dei valori del cristianesimo! Mi tornano alla mente le parole di Kierkegaard: “Iddio non sa che farsene di questa caterva di politicanti in seta e velluto che benevolmente hanno preteso di trattare il cristianesimo e di servire Iddio servendo a se stessi. No, dei politicanti Iddio se ne strafischia”. Eppure, mai come ora, abbiamo bisogno non di politicanti ma di veri politici… COLPO D’OCCHIO | di Piero Isola Quelle “isole” del Papa. Avvento e silenzio G Un interessante omaggio necessariamente in ran bella terra la Baviera. Soprattutto per i casa”. Il silenzio della al Santo padre, offerto panorami delle montagne. casa diventa allora, sabato scorso dalla E per il silenzio, il silenzio per la fede, “attesa televisione bavarese, delle isole sulle quali rifugiarsi. del Signore, gioia offre lo spunto per E per le tradizioni del Natale, della sua presenza”. festa particolarmente sentita dai Da qui, da questa vivere con intensità tedeschi. No, non c’è un qualche attesa gioiosa per lo il tempo presente che elemento estraneo in questo straordinario evento, ci prepara al Natale inizio di discorso a prima vista “sono nate tutte strampalato (colpa, ovviamente, queste melodie, tutte del sottoscritto). Tutto è collegato, ha un filo, solo se si queste tradizioni che rendono un po’ il abbia la bontà di proseguire nella lettura. cielo presente sulla terra”. È stato un omaggio al Papa e alla sua regione quello Ma, ahimè, l’incanto è spezzato, altro offerto sabato scorso dalla Televisione bavarese a che Avvento “tempo di silenzio”! Oggi, Benedetto XVI nella Sala Clementina. Un omaggio, fatto ha osservato il Papa, “è spesso proprio di musiche, canti e immagini filmate che hanno portato il contrario: tempo di una sfrenata attività: si compra, in Vaticano l’atmosfera di una Baviera che forse non c’è si vende, si pensa ai preparativi per i grandi pranzi”. più ma rivive nelle tradizioni per la preparazione del Per fortuna “le tradizioni popolari della fede non sono Natale nelle chiese, nelle cittadine, nelle famiglie del sparite, anzi, sono state rinnovate, approfondite; e Land. “Avvento e Natale nelle Prealpi bavaresi – Da cielo così creano isole per l’anima, isole del silenzio, isole in terra”, era il suggestivo titolo del programma. della fede, isole per il Signore. E speriamo che anche in In Baviera l’Avvento è chiamato “tempo silenzioso”, futuro questa forza della fede, la sua visibilità, rimanga ha ricordato il Papa, parlando a braccio ed evocando e aiuti ad andare avanti, come vuole l’Avvento, verso il già nel tono caldo della voce l’immagine di un Signore”. momento incantato, quasi magico, in cui “la natura Abbiamo detto che parlava a braccio, Benedetto XVI. fa una pausa; la terra è coperta dalla neve; il mondo Ma ha lasciato immagini di forte presa, più di quanto contadino è fermo, non potendo lavorare; tutti sono potessero mille parole scritte e preparate. Quelle “isole”, chissà perché, mi hanno colpito. Ma al di là della sensazione tutta personale, le parole del Papa suonano come un invito affinché ciascuno riesca a trovare, magari nei semplici gesti suggeriti dalla tradizione, la sua “isola” di silenzio, di fede, sulla quale approdare e salvarsi dal frastuono che pure in questo tempo di Avvento, per motivi contingenti, ci assale da tutte le parti. In Baviera come in Italia, in Europa come nel mondo. Un’“isola” per l’anima, per il Signore, nella quale ritrovare il senso vero del Natale, lontani, almeno per un giorno, da quella “sfrenata attività” che ci prende e ci distrae dal senso vero della vita. ◆ Stella Polare di don angelo riva Attendere, infinito del verbo amare C on la prima di Avvento sono ripartiti i percorsi di preparazione dei fidanzati al matrimonio cristiano. Avvento e matrimonio: un accostamento felice, nel segno comune dell’attesa. Attendere, infinito del verbo amare, troviamo scritto nelle schede per la riflessione. Bello. Poi però getti un’occhiata sul gruppetto dei fidanzati e ti sorge una perplessità: ma l’attesa dov’è finita? I fidanzati che non convivono prima di sposarsi ormai sono una rarità. Sempre più capita di trovare coppie già con figli al seguito. Cartolina ingiallita dal tempo ci appare la poesia della sposina che accarezza col desiderio il giorno magico delle nozze, e vibra nell’attesa dell’incontro con l’amato. “Oh don, vieni giù dalla pianta…non è così che va il mondo”, sentenziano quelli coi piedi per terra. Non ci resta che il ruolo dei nostalgici sognatori? La Chiesa si ostina a considerare la convivenza prima del matrimonio una scelta pagana, contraria al vangelo. Molti non la prendono bene: “siamo alle solite, i preti non dovrebbero curiosare troppo sotto le lenzuola”. Castità pre-matrimoniale? “Reverendo, lasci fare a noi, che siamo del mestiere”. Sarà. Ma ho l’impressione che, a lasciar fare a loro, non tutto poi gira per il verso giusto. Si comincia con lunghi periodi di convivenza, perché non ci sono i soldi per sposarsi, e poi è bene non essere sprovveduti, e avanzare adagio. Il menage è già matrimoniale (tetto, letto, mensa) senza esserlo ancora nella volontà. Lo è - forse nell’intenzione, certamente no (particolare non proprio trascurabile) nella grazia del sacramento. Finalmente ci si sposa, ma il matrimonio sembra aver poco da aggiungere. Anzi, forse toglie qualcosa. Per esempio la “leggerezza” che c’era prima, e che derivava da un impegno non preso, lascia il posto alla pesantezza della stabilità. Così la suocera da visitare: prima era una cortesia, adesso è diventato un dovere!...Pronostici su come andrà a finire? A mio modesto parere i conviventi d’oggi sono vittima di un’illusione: che l’amore ci sia già tutto e fin da subito. Non è vero. Forse lo è nell’emozio- ne del sentimento, certo non lo è nella capacità di dono reciproco. L’amore all’inizio è gracile: deve crescere. E il carburante della crescita è l’attesa. E’ aspettando che si rafforza, è desiderando che si consolida. Anche dopo, da sposati, allorchè l’attesa sarà quella dei figli, e poi della loro crescita. Privandosi dell’attesa, chi convive non dà modo all’amore di crescere come potrebbe, come dovrebbe. Si pretende un amore diventato adulto tutto d’un colpo, senza avergli dato il tempo di essere bambino. La convivenza esprime una voracità che riempie lo stomaco, ma non fa crescere la fame. Non sarà per questo che i matrimoni oggi si disfano con tanta facilità? Ma allora, non ci sarà forse da tornare a quanto insegna la Chiesa? “Eh no! Reverendo, mica possiamo aspettarci per anni: sa, la carne è debole!”. Può darsi. Ricordo però Paolo VI: il cristianesimo non è facile, ma felice. E poi non rassegnamoci troppo in fretta all’umana debolezza: ci sono gli integratori energetici. Sono in vendita (gratis) all’altare e al confessionale… Attualità Commenti Sabato, 10 dicembre 2011 3 Molto è ancora da fare ma la strada intrapresa sembra andare nella direzione giusta Manovra, il segnale è arrivato I l segnale è arrivato. I dettagli dovranno essere analizzati con attenzione, in particolare sui due grandi capitoli delle pensioni e della tassazione della casa, oltre che su quello delle addizionali. Ma il segnale è arrivato, chiaro e forte. All’Europa, prima di tutto. Confusa e frastornata, la leadership dell’Eurozona ha bisogno dell’Italia, non solo per tenere la sostenibilità dell’Euro, ma anche per consolidare definitivamente questa realtà così cruciale. C’è bisogno dell’Italia per fare l’Europa, e l’Italia deve essere in grado di giocare la sua partita. Il segnale è arrivato anche al sistema politico italiano: il governo “tecnico” ha saputo parlare alle tre maggiori gambe della sua maggioranza e alle parti sociali, dando così corpo a quella fase politica intermedia che dovrà portare a riarticolare l’offerta con la prossima legislatura. Infine, ma è forse la cosa decisiva, il segnale è arrivato anche ai cittadini, che hanno bisogno di fiducia, avere fiducia nei propri mezzi per poter lavorare e avere fiducia nei governanti. In questo senso conta molto anche lo stile di gestione e di servizio della leadership. Certo su tutti e tre questi versanti c’è moltissimo da fare. C’è da riarticolare l’Unione europea, e in particolare l’Eurozona, c’è da avviare la ristrutturazione del sistema politico e c’è da lavorare sulla coesione sociale, cioè sul sistema-Paese. C’è molto da lavorare sul piano dei conti pubblici, nelle pieghe della stratificazione antica di rendite e privilegi. C’è ancora molto da fare sulla distribuzione e redistribuzione dei carichi, che oggi risultano veramente molto gravosi, su una platea tutto sommato ben nota, che continua a dare. E, allora, in positivo si tratta di premiare le famiglie e di sviluppare la lotta all’evasione. C’è, infine, ancora molto da fare sulle prospettive dello sviluppo. Qualche giorno fa, quella sorta di autocoscienza collettiva che il Censis propone nel suo Rapporto annuale aveva certificato una sorta di blocco, la fragilità e il disorientamento nel Paese. Aveva certificato, però, anche che i fondamentali restano, così come le risorse essenziali della società, anche se a rischio di erosione. Il segnale è arrivato, ma la strada è lunga e ardua per tutti. La disponibilità ai duri sacrifici che questo “grande Paese”, oggi offre – che, in particolare, rinnova quel ceto medio allargato che ne rappresenta la spina dorsale – ha precise condizioni. Le ha rilevate lo stesso presidente del Consiglio quando ha rivendicato una prospettiva lunga, pur nella brevità dei limiti temporali di questa legislatura. Così le parole-chiave servizio, responsabilità, condivisione, coesione, giustizia, equità, libertà diventano anche criteri di giudizio per valutare il governo e la politica. E anche per auto-valutarci, tutti e ciascuno. In un sistema connesso e globalizzato, infatti, tutti contano, tanto. FRANCESCO BONINI Crisi. In Parlamento l’illustrazione del nuovo pacchetto di norme deciso dal governo U n riflesso condizionato, quello del ministro del Welfare, Elsa Fornero, che annunciando i nuovi sacrifici sulle pensioni, s’è messa a piangere: s’immaginava le reazioni di milioni di italiani, in particolare quelli che hanno tra 45 e 55 anni (i più giovani sono disillusi: sanno che mai avranno una pensione). La manovra – l’ennesima di questi mesi – varata dal governo Monti è una strizzata alle tasche degli italiani da 25-30 miliardi di euro. E due terzi li fornirà il capitolo previdenziale. In dettaglio, le più penalizzate saranno le donne, entro breve dovranno lavorare circa una decina d’anni più di oggi: la loro “colpa” è quella di vivere più a lungo, troppo per i conti Inps. Il pensionamento anticipato a 40 anni di versamenti a prescindere dall’età, finisce in soffitta: salirà a 41-42 anni e poi si aggancerà alle aspettative di vita. Le misure sono assai articolate, ma in sostanza possiamo riassumere così: addio alle pensioni di anzianità, addio alle finestre mobili (buona cosa: si andrà in pensione un mese dopo averne raggiunto i requisiti), addio al sistema retributivo per calcolarle (ora tutti con il contributivo, si avrà in proporzione a quanto versato). L’età minima sarà flessibile, con un sistema di incentivi-disincentivi: 6270 anni per le donne; 66-70 anni per gli uomini. Non è passato molto tempo da quando la politica si accapigliava attorno a quota 62, giudicata “insostenibile e punitiva”. Bei tempi. Per fare cassa, il governo ha pure congelato per il 2012 e il 2013 gli adeguamenti delle pensioni al carovita (già ora solo parziale). Significa che le pensioni superiori a 936 euro saranno in pratica impoverite di circa un 2% annuo. Seconda bastonata, questa volta all’italiana. Non saranno aumentate le aliquote Irpef sui redditi dichiarati, questo Tempo di sacrifici no. Saranno infatti aumentate le aliquote Irpef di base relative all’addizionale regionale: dallo 0,90 all’1,23%. In sostanza, rincara ancora la tassazione dei redditi da lavoro, ma sembra di no. La tassazione su produzione e consumi (Iva) sarà rincarata non oggi, e con un se: cioè se dalla spremitura delle agevolazioni fiscali decisa dal precedente governo non si riuscirà ad estrarre 4 miliardi di euro, la copertura sarà data dall’aumento delle aliquote Iva al 23 e al 12%. Ciò a partire dal secondo semestre 2012. E dal primo gennaio del prossimo anno saliranno ancora le accise sulla benzina. Terza bastonata: il mattone. Torna l’Ici sulla prima casa, anche se chiamata con altro nome. L’aliquota su di esse sarà dello 0,4%, con la possibilità da parte dei Comuni di abbassarla; sulle seconde case sarà flessibile: dallo 0,46% all’1,06%. In più, sarà rivalutata del 60% la base imponibile dei fabbricati su cui calcolare l’imposta dovuta. A mitigare la stangata, i 200 euro di detrazione previsti per l’abitazione principale. La quarta bastonata è più selettiva: riguarda i possessori di auto con potenza superiore a 170 kw (superbollo di ben 20 euro ogni kw eccedente); di barche più lunghe di 10 metri, di elicotteri e jet privati. Un mix di imposte giuste e sbagliate (che comunque daranno poco gettito, più simboliche che altro): la soglia per le barche è molto bassa e rischia di cancellare la cantieristica italiana e con essa migliaia di posti di lavoro. Una spremutina pure per fondi, polizze e titoli che oggi non pagavano l’imposta di bollo: un “privilegio” destinato a terminare. Queste le lacrime. Sul fronte del cosiddetto “sviluppo”, tre le misure più interessanti: chi lascia gli utili in azienda o la ricapitalizza, avrà un aiutino dal Fisco; che aiuterà le aziende pure nelle neo-assunzioni di “donne e giovani” (ancora non è stato specificato chi rientrerà nella categoria e con quali modalità) con uno sgravio dell’Irap; infine dovrebbe essere riconfermata l’agevolazione del 55% o giù di lì per gli interventi edilizi che favoriscono il risparmio energetico. Il ministro delle Infrastrutture, Corrado Passera, ha promesso che si sbloccheranno alcuni grandi lavori pubblici, vuoi con normative più snelle, vuoi con qualche alchimia finanziaria per smuovere un settore fondamentale per l’economia italiana. Infine lo Stato garantirà le emissioni bancarie dai 3 mesi ai 7 anni: un salvagente di fronte all’imminente crac che poteva travolgere le banche, alle prese con un innalzamento dei tassi micidiale. Viene quindi liberalizzato ovunque l’orario degli esercizi commerciali: finisce in soffitta il dibattito se sia più o meno opportuno tenere i negozi aperti di domenica. E tutti gli ordini professionali entro il 13 agosto dovranno riformarsi (ad esempio: addio alle tariffe minime e ai blocchi negli accessi), pena la soppressione degli ordini stessi. C’è dell’altro ancora (effettivo svuotamento delle Province, ad esempio), in una manovra studiata in soli 17 giorni per rastrellare un bel po’ di soldi da gettare sull’altare del debito pubblico. Ora si sperano due cose: che i “mercati” la considerino roba buona, allentando la presa sui nostri titoli di Stato (più il loro valore crolla, più interessi sul debito dobbiamo pagare); e che certe misure facciano ripartire un’economia che si appresta ad affrontare il quinto anno consecutivo di recessione. Solo così si potranno creare lavoro, redditi, consumi, entrate fiscali... insomma allentare la cinghia di almeno un buco. NICOLA SALVAGNIN 4 Italia Sabato, 10 dicembre 2011 Rapporto Censis. Quattro attenzioni per ripartire D alla recente presentazione del 45° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese si possono trarre alcune indicazioni per il futuro. Nella situazione di crisi e nella consapevolezza di vivere dentro un “mare in tempesta” si possono estrarre quattro nuclei sotto pressione da sostenere e incentivare, perché tradizionalmente fertili per il nostro Paese. Così oltre a tappare le falle di una nave da riparare, forse si potrebbe ripartire proprio prestando attenzione ad alcune risorse indebolite. Dalla rilevazione si segnala, in primo luogo, una forte sensibilità alla coesione nazionale, molto probabilmente anche incentivata dai festeggiamenti per i 150 anni dell’Unità d’Italia. Il 46% si sente legato allo “spirito nazionale”, mentre soltanto il 31% è legato al territorio (poi un altro 15% si percepisce come cittadino globale e un 7% pensa solo a se stesso). Queste percentuali poi, specificano i ricercatori, sono spalmate su tutto lo Stivale. Molti cittadini si dichiarano disponibili a fare qualche sacrificio se fosse in prospettiva di un progetto. E qui si evidenzia il primo affaticamento: l’ultimo quindicennio è stato vissuto nell’incertezza di una politica dal respiro corto che non era capace di alzare lo sguardo oltre la tornata elettorale. Il secondo nucleo in affanno è la famiglia che tuttora è la centrale operativa della solidarietà. Sui nuclei familiari incombono numerosi servizi di assistenza e di cura. Allo stesso tempo, però, denuncia l’Istituto, la famiglia non è più la stessa. Da una parte ha cambiato la sua morfologia sia a seguito di fattori demografici, sia a seguito di fattori culturali, dall’altra parte ha cambiato la sua dimensione economica. Gli italiani, infatti, non riescono più a risparmiare e da famiglie capaci di investire si passa a famiglie capaci di re-distribuire sottolineando la forza solidale della rete parentale, ma anche l’impossibilità di accrescere i patrimoni. Il terzo riguarda la produzione. Il Censis sottolinea che se l’Italia è riuscita in questi ultimi due anni a mantenere le sue quote di mercato nell’export e, dunque, è riuscita a sostenere la sua produzione, non è invece riuscita a riorganizzarsi, mantenendo una scarsa produttività. Il confronto con gli altri Paesi è impietoso. Il futuro è nell’antico? Coesione nazionale, famiglia, impresa e formazione i quattro nuclei su cui investire per ripartire Basta notare che un’ora frutta in media 32 euro in Italia a fronte dei 42 euro in Germania. Un importante indicatore che mostra come bisognerebbe investire in una migliore efficienza. Il Censis inoltre indica che la difficoltà maggiore è nel terziario. Proprio lì non cresciamo e non siamo riusciti a “internazionalizzarci”. Proprio in quel settore cresce il lavoro sommerso e l’evasione fiscale. Il sistema formativo è il quarto nucleo. Dal Rapporto emerge come il nostro sia fuori centro. Denuncia il Censis la debolezza della fascia intermedia dell’istruzione (la scuola secondaria), quella utile ai giovani per l’inserimento lavorativo. Le difficoltà sono diverse: il disorientamento in mille rivoli tra istituti, enti di formazione e licei che spesso sono separati dal mondo produttivo; la forte dispersione scolastica che rivela la fragilità dell’accompagnamento di molti giovani nel loro percorso di studi; e, infine, l’altissima licealizzazione e la bassissima professionalizzazione che porta poi ad un gap tra le esigenze della domanda e la preparazione dell’offerta nel mercato del lavoro. In fondo, secondo l’ultimo Rapporto Censis, si evince che per il futuro bisognerebbe tornare all’antico: coesione nazionale, famiglia, impresa e formazione diventano i quattro nuclei su cui investire perché l’Italia possa ripartire. ANDREA CASAVECCHIA ✎ Giovani e futuro È pieno di suggestioni provocanti il 45° Rapporto Censis sulla situazione sociale e sembra disegnare un quadro del nostro Paese in bilico tra una crisi paralizzante e le risorse che pure continuano ad esserci. Il Censis parla di un’Italia più fragile rispetto agli anni scorsi, isolata, cioè fuori dai grandi processi internazionali e anche eterodiretta, talora in balia di un’agenda dettata da altri. Lascia balenare, così, il rischio non tanto di un default economico – quello, per intendersi, che occupa lo scenario della cronaca – ma più ancora di un default sociale, di fiducia. In sostanza siamo ad un punto critico che chiede un sussulto, un passo significativo in avanti, una scossa, recuperando consapevolezza delle basi solide che pure continuano ad esserci nel Paese e che il Censis elenca nel valore dell’economia reale, base del sistema delle piccole e medie aziende, nelle eccellenze dei territori, nella capacità di aggregazione. Quella capacità che alimenta anche il fenomeno della solidarietà orizzontale e verticale, pur presente nel nostro tessuto sociale. Anche se, ad esempio, la famiglia, vero asse portante della società italiana e tradizionale rete di salvezza, comincia a mostrare “segni di debolezza”. In un quadro molto sfaccettato e che meriterebbe attenzioni selettive, una specifica è dedicata ai giovani che il Censis pone al centro della crisi. Per giovani considera gli under 35, per i quali in 4 anni, ad esempio, si è verificato un crollo dell’occupazione. Nel 2010 quasi 1 su 4 tra i 15 e i 29 anni non studia né lavora. Più inquietante è il dato sugli scoraggiati, molto alto rispetto alla media dell’Unione europea: l’11,2% tra i 15 e 24 anni, e addirittura il 16,7% di quelli tra i 25 e 29, non è interessato né a lavorare né a studiare, mentre in Europa la percentuale media è pari rispettivamente al 3,4% e all’8,5%. Sempre a proposito dei giovani il Rapporto evidenzia dati “faticosi” sul piano dei processi formativi e della scuola: il tasso di diploma delle superiori non va oltre il 75% dei 19enni. All’Università va circa il 65% dei diplomati, ma tra il primo e il secondo anno di corso quasi il 20% abbandona gli studi. Sul versante formazione e lavoro, il Censis rileva che spesso i giovani iniziano i percorsi professionali al di sotto delle loro competenze: il 49,2% dei laureati e il 46,5% dei diplomati al primo impiego risultano sottoinquadrati. Al di là delle questioni specifiche, appare chiaro che la crisi ampia della nostra società, caratterizzabile per molti aspetti come una crisi di fiducia, diventa un vero spauracchio per le giovani generazioni, per coloro, cioè, che per primi avvertono la necessità di aprirsi al futuro, che dovrebbero avere nel dna la dimensione progettuale, le forze e l’entusiasmo per costruire il nuovo. Questo è un vero nodo da sciogliere. E lo stesso Rapporto del Censis lo individua quando delinea “il bisogno e la prospettiva vitale del ‘tornare a desiderare’ come enzima da immettere nel corpo sociale, nella cultura collettiva, nei comportamenti individuali”. Tornare a desiderare, fare progetti, individuare mete individuali e collettive. Va in questa direzione la responsabilità di oggi. L’emergenza economica e politica non può sottovalutare ciò che veramente è in gioco: la capacità e la possibilità di un popolo di sollevare la testa e guardare avanti. È illusorio pensare che i poteri finanziari disegnino sviluppo, dice il Censis. Per questo servono consapevolezza chiara del momento, esempi virtuosi e un governo politico della realtà, capace di mobilitare le energie collettive. ❚❚ Nota economica In cerca dell’architettura di un nuovo sistema Paese L a crisi economico/politico/culturale, ripropone ai cattolici il tema del male (peccato), il quale ha generato: disoccupazione, tangentopoli, corruzione, criminalità organizzata, truffe, violenza e via dicendo. Seguo il solco, tracciato dai classici cristiani, per cogliere due tipi di male, quello naturale, sul quale non mi soffermo e quello morale, ossia quello “causato deliberatamente dagli uomini” ed è su quest’ultimo che sviluppo la mia riflessione. Inizio col dire che esso afferma la responsabilità personale, nonché quella del corpo sociopolitico, in tutte le sue espressioni e componenti. In breve, l’uomo, singolarmente, collegialmente, o attraverso le Istituzioni, ha la possibilità di compiere il male in modo attivo e passivo, o di operare il bene. In sintesi, ha la possibilità di compiere scelte libere, coscienti e responsabili. Posso pertanto affermare che l’attuale crisi economica, finanziaria, etica e culturale, non è riconducibile a “punizione divina”, a malefiche forze ancestrali, a catastrofi non imputabili all’uomo ed alla sua dissennatezza. Gli attuali dissesti sono riconducibili a disonestà, omissione, incompetenza tecnica, ignoranza nelle discipline economiche, giuridiche e mora- li, miopia ed egoismi della classe dirigente e in misura minore dei cittadini in generale. Per rendere chiaro il concetto prendo ad esempio la vicenda Finmeccanica, la quale riconferma la frequenza sconcertante, con la quale le aziende pubbliche fungono da bancomat, per politici e faccendieri disonesti, grazie alla complicità di amministratori avidi e senza scrupoli. Non intendo essere un critico feroce dell’attuale classe dirigente e della maggioranza dei miei concittadini, semplicemente mi prefiggo di riflettere su fatti ed errori del passato e del presente. In questi giorni si sproloquia, con saccenteria, su Ici, patrimoniale, lotta all’evasione e sulla riforma delle pensioni. Discorsi e scelte vecchie destinate a bruciare ricchezza, inincidenti sul problema del come uscire dalla crisi e sul come progettare il futuro delle giovani generazioni. Ad esempio, l’indeterminatezza e le ipocrisie sulla lotta all’evasione e sulla patrimoniale, dicono che i poteri forti tentano sempre di difendere i propri interessi, anche a danno del bene comune, quindi attendo i risultati della manovra prospettata dal governo Monti, per poter esprimere il mio giudizio. La tanto discussa riforma pensionistica, al di là degli indubbi e immediati risparmi per l’erario, non fa intravvedere nulla di realmente positivo per il prossimo futuro. Non intendo dire che detta riforma non fosse necessaria e urgente, semplicemente dico che doveva essere preceduta da una severa patrimoniale. Temo che, il governo Monti, fatichi a sganciarsi dai criteri ragionieristici, tanto cari all’ex Ministro Tremonti. Un discorso non ragionieristico e contingente, ma politico e lungimirante, si sarebbe limitato a eliminare le pensioni di anzianità, elevare l’età di accesso alla pensione di vecchiaia, con eccezione per i lavori usuranti, che sono pochi, e avrebbe garantito, per il futuro prossimo, livelli pensionistici superiori agli attuali. Avrebbe inoltre presentato i criteri attraverso i quali si sarebbero definite le modalità richieste per assicurare ai precari e alle cosiddette “partite Iva” lo stesso trattamento pensionistico dei lavoratori dipendenti. Ho esaurito lo spazio, quindi concludo dicendo che, nelle linee programmatiche del governo Monti, non riesco a cogliere linee di sviluppo, ovvero l’architettura di un nuovo Sistema/ Paese, quindi dico attendiamo e se son rose fioriranno. Gianni Munarini Europa CONFLITTO DI INTERESSI Da gennaio 2012 tutti i deputati dovranno rendere pubblici (on-line) tutti i guadagni a partire da tre anni prima della loro elezione Notizie flash ■ Scozia Crescono le violenze di matrice religiosa Un codice etico per il Parlamento europeo U n “Codice di condotta” che stabilisce principi e norme cui si devono attenere gli eurodeputati per evitare conflitti d’interesse. Così pure - e altrettanto importante - un segnale verso i cittadini europei, che vorrebbe indicare la trasparenza dell’istituzione politica. Il Parlamento Ue ha approvato il Codice nel corso della seduta del 1° dicembre, con 619 voti favorevoli, 2 soli contrari e 6 astenuti. Il “Codice di condotta”, che entrerà in vigore dal 1° gennaio 2012, “sarà uno scudo contro comportamenti contrari all’etica”. Il presidente dell’Assemblea, il polacco Jerzy Buzek, ha dichiarato: “Mi felicito del largo consenso in favore del Codice, preparato nel tempo record di 10 settimane. Oggi è il secondo anniversario dell’entrata in vigore del Trattato di Lisbona, un giorno perfetto per adottare” tali norme. A SIR Europa Buzek conferma che il Codice non ha solo valore legale all’interno dell’istituzione, ma è anche un segnale Sabato, 10 dicembre 2011 chiaro ai cittadini in questo momento di difficoltà per il processo d’integrazione comunitaria. Ma queste regole sono le più rigorose possibili? “Si tratta - risponde - di norme tra le più rigorose in Europa”, anche considerando testi analoghi già in vigore nei parlamenti nazionali. “Abbiamo adottato soluzioni severe in modo da garantire” il binomio “più responsabilità più trasparenza da parte degli eurodeputati”. “D’ora in avanti - chiarisce una nota del Parlamento - i deputati saranno tenuti a presentare una dichiarazione d’interessi su tutte le loro attività remunerate praticate al di fuori del Parlamento e l’ammontare dei guadagni, così come il resoconto di qualsiasi altra funzione che potrebbe generare un conflitto d’interessi”. Viene ovviamente introdotto il divieto di ricevere pagamenti o altri compensi al fine di influenzare le decisioni parlamentari. Ulteriori articoli si concentrano sul divieto di accettare regali del valore superiore a 150 euro. I deputati dovranno pertanto dichiarare pubblicamente, e online, “ogni attività professionale svolta nei tre anni precedenti le elezioni, così come l’appartenenza a qualsiasi consiglio aziendale, organizzazione non governativa o associazione”. Ogni attività remunerata intrapresa durante la durata del mandato dovrà essere resa pubblica nel caso i compensi superino i 5mila euro l’anno. Vede la luce un Comitato consultivo che dovrà fornire “indicazioni ai deputati” in materia di trasparenza e consiglierà al presidente del Parlamento le misure da adottare in caso di violazioni del Codice stesso. Vari i tipi di sanzioni previste: un deputato potrà essere sanzionato con un richiamo verbale, la perdita dell’indennità giornaliera da due fino a dieci giorni, la sospensione temporanea dalle attività del Parlamento, la perdita del ruolo di relatore o di altre cariche elettive all’interno dell’Assemblea. Le sanzioni saranno rese pubbliche mediante il sito www.europarl.europa.eu. “Abbiamo voluto lanciare un messaggio rassicurante a tutti i cittadini europei che ci osservano”, spiega Diana Wallis, britannica, vice presidente del Parlamento. “Ora terremo monitorato il funzionamento di questo Codice chiarisce a SIR Europa - e stileremo una relazione annuale proprio in tal senso”, così da stabilire se il Codice ha raggiunto i suoi scopi o debba essere rivisto o reso più rigido. Kosovo: continua la “crisi delle barricate” Decine di feriti negli scontri della scorsa settimana in Kosovo del nord tra manifestanti serbi e forze KFOR. I manifestanti protestano contro la decisione del governo di imporre dazi alle merci in ingresso dalla Serbia. Una scelta legittima e per certi versi scontata per uno stato sovrano se non fosse che i serbi - la maggioranza della popolazione in questo angolo del Kosovo - non riconoscono l’indipendenza kosovara proclamata unilateralmente nel febbraio 2008 dal parlamento (a maggioranza albanese). Da allora, di fatto, il governo di Pristina non ha mai avuto la sovranità su questa porzione del Paese che rimane legata alla Serbia. Il 9 dicembre il Consiglio europeo deciderà se accettare la candidatura UE della Serbia, decisione che peserà sugli sviluppi della “crisi delle barricate”. In Scozia un rapporto governativo, curato dal “Crown office”, l’Ufficio della pubblica accusa, conferma il ritorno della discriminazione nei confronti dei cattolici. Il rapporto si riferisce al biennio 2010-2011, durante il quale sono stati registrati 693 casi di violenza legati alla religione, il livello più alto in quattro anni. Il 58% di questi attacchi (400) sono stati contro cattolici e il 37% (253) contro protestanti, il 2,3% contro ebrei e il 2,1% contro musulmani. Gli incidenti, che nel 95% dei casi hanno coinvolto giovani uomini, che nel 58% dei casi avevano tra i 16 e i 30 anni, hanno avuto luogo, per la maggioranza, nella Scozia occidentale, oltre la metà a Glasgow. In questa città il settarismo si è concentrato, negli ultimi anni, attorno alle squadre di football dei Celtic, cattolica, fondata nel 1888 per aiutare gli irlandesi più poveri, e quella protestante dei Rangers, del 1873, che, fino agli anni Ottanta, si rifiutava di arruolare giocatori cattolici. Il problema ha origini lontane: dopo una Riforma molto cruenta furono pochissimi i cattolici rimasti in queste isole. Nel 1840, quando la carestia delle patate colpì l’Irlanda, centinaia di migliaia di cattolici arrivarono sulle coste occidentali scozzesi per sfuggire alla fame. Belgio: fine della crisi Un italo-belga eletto premier Elio Di Rupo sarà il prossimo primo ministro del Belgio dopo una crisi politica durata 535 giorni. Primo italobelga ad essere indicato come primo ministro, primo premier socialista e vallone dal 1974, primo capo di un governo europeo dichiaratamente omosessuale, è riuscito a mettere d’accordo, dopo mesi, ben sei partiti. Finisce così la più lunga crisi politica della storia contemporanea. ■ Portogallo ■ 2014-2020: stanziati 19 miliardi di euro per studenti e giovani All’estero con “Erasmus per tutti” “ F ino a 5 milioni di persone, quasi il doppio delle attuali, potrebbero avere la possibilità di studiare o di formarsi all’estero” con una borsa “Erasmus per tutti” il nuovo programma europeo per l’istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport. Lo ha stabilito la Commissione Europea nell’iter per la definizione del Quadro finanziario pluriennale del periodo 2014-2020. Proposte danno l’idea degli investimenti che l’Ue intende concretamente realizzare nei prossimi anni utilizzando il bilancio comunitario (il 30 novembre vengono fra l’altro rese note le linee di budget nel campo della ricerca). Il programma “Erasmus per tutti” sarà rivolto alla formazione professionale e a quella universitaria e post universitaria (master). Il programma settennale avrebbe, a partire dal 2014 e per sette anni, un bilancio totale di 19 miliardi di euro. “L’investimento nell’istruzione e nella formazione è il migliore che possiamo fare per il futuro dell’Europa”, ha commentato Androulla Vassiliou, commissario UE con deleghe all’istruzione e cul- tura. “Un’esperienza di studio all’estero accresce le competenze delle persone, ne favorisce lo sviluppo personale, l’adattabilità e aumenta la loro occupabilità”. I fondi compresi nella proposta di “Erasmus per tutti” verrebbero orientati in diversi campi della conoscenza. La Commissione ritiene infatti che 2,2 milioni di studenti universitari fruirebbero di borse per compiere una parte del loro percorso formativo all’estero (nel quadro dei programmi del precedente Quadro pluriennale, 2007-2013, i finanziamenti erano stabiliti per 1,5 milioni di studenti). Inoltre 735mila giovani potrebbero frequentare corsi di formazione professionale in un altro Stato (in questi sette anni sono stati 350mila). Il programma intende consentire un periodo all’estero anche a un milione di insegnanti, formatori e operatori giovanili (600mila nel quadro dei programmi attuali). Il medesimo programma si rivolgerebbe inoltre a studenti di master postlaurea, a giovani che intendono partecipare ad attività di volontariato all’estero o a scambi culturali. Con la crisi crescono le disuguaglianze La Commissione nazionale Giustizia e Pace (Cnjp) ha diffuso un documento intitolato “Vincere la crisi”, con il quale critica “l’eccessiva preoccupazione del governo per il bilancio dello stato a scapito dell’aumento delle disuguaglianze sociali”. “La preoccupante situazione economica sta toccando il livello di benessere generale dei cittadini portoghesi, colpendo in modo profondo e devastante in particolare le persone più vulnerabili” afferma nella nota l’associazione cattolica presieduta da Alfredo Bruto da Costa: “L’azione governativa ha lasciato da parte altri obiettivi, come la crescita, il lavoro, l’equità, la qualità della vita umana: veramente in causa sono la fragilità degli attuali modelli di produzione e la distribuzione della ricchezza, basati sull’ingiustizia e sulla mancanza di solidarietà, che impediscono una vera innovazione sociale”. 5 6 Mondo Sabato, 10 dicembre 2011 Notizie flash ■ America Latina Nasce la Celac, senza gli Stati Uniti Una nuova Comunità di Stati dell’America Latina e dei Caraibi – la Celac, formata da 33 Paesi - è stata fondata la scorsa settimana a Caracas. La particolarità di questo nuovo gruppo è la mancata partecipazione degli Usa, membri invece dell’Osa (Organizzazione degli stati americani), una delle principali organizzazioni sovranazionali delle Americhe. L’idea della Celac è stata formalmente proposta nel 2010 al Summit dell’America Latina e dei Caraibi (Calc) ospitato in Messico, due anni dopo uno storico vertice che aveva visto insieme i 33 leader della regione per la prima volta senza la presenza di rappresentanti statunitensi e canadesi ma con quella di Cuba, sospesa dall’Osa mezzo secolo fa. Con la Celac, erede della Calc e del Gruppo di Rio, America Latina e Caraibi mandano un chiaro messaggio: la regione intende procedere verso il futuro con un’istituzione ‘locale’, fuori dalla storica influenza di Washington. Elezioni in Russia Patriarca Kirill: “l’inizio di un nuovo cammino” L’inizio di cammino in cui la Russia ha molte cose ancora da fare. Così il patriarca di Mosca, Kirill, ha commentato i risultati delle elezioni legislative del 4 dicembre che hanno sancito la vittoria “dimezzata” del partito di Vladimir Putin, Russia Unita. La formazione ha subito un forte calo di consensi che l’ha fatto scendere dal 64% a un umiliante 50%. Il risultato rappresenta di fatto la fine di un’epoca: quella del controllo assoluto del parlamento da parte di Putin, costretto ora ad aprire ad alleanze. Le urne hanno rafforzato la posizione dei comunisti, che si attestano come secondo partito (24,7%), dei centristi di Russia Giusta (12,8%) e dei liberaldemocratici (9,6%). ■ Cina La chiusura della Conferenza ONU di Durban in Sudafrica e t n e i amb L’accordo sul clima deve attendere C ome ci si poteva aspettare – salvo colpi di scena dell’ultimo Il cammino verso un nuovo Protocollo minuto (andiamo in stampa martedì 6 dicembre) – dalla Conferenza ONU sul clima di Durban non uscirà il tanto atteso di Kyoto sembra lungo e in salita. Dalla nuovo Protocollo di Kyoto e nemmeno vedrà la luce il Fondo verde per il clima, lanciato lo scorso anno alla conferenza di Cancun. I Conferenza non è arrivato il cambio di lavori che hanno visto in Sudafrica la partecipazione dei delegati marcia tanto atteso dalla società civile di 195 Paesi e di organizzazioni governative e non governative di tutto il mondo, chiuderanno domenica 11 dicembre senza grandi rivoluzioni. Una situazione ben inquadrata dal pochi giorni fa, il presidente di Caritas che il vertice dell’Onu, che si concluderà ministro dell’Ambiente italiano Corrado Internationalis, card. Oscar Rodriguez il 9 dicembre, sancisca “un passo in Clini che alla vigilia della chiusura Maradiaga, aveva ribadito: “Il fallimento avanti invece di un passo indietro”. sottolineava come quella a Durban “sarà del vertice sui cambiamenti climatici di Serve cioè “un accordo ambizioso e una missione prettamente esplorativa Durban, sarebbe una sorta di “apartheid giuridicamente vincolante fondato sul sulle modalità di trovare più avanti morale”. “Proprio come in Sudafrica le protocollo di Kyoto. Sono necessarie un accordo”. Per Clini “si tratta di far politiche durante il periodo dell’apartheid decisioni per ridurre le emissioni di convergere le strategie energetiche globali hanno creato divisioni razziali – ha detto il gas serra di oltre il 40 per cento entro il e gli investimenti sull’energia con gli card. Maradiaga -, oggi i temi ambientali e 2020 nei Paesi sviluppati”. Di fronte alla obiettivi ambientali. Dobbiamo avere le politiche energetiche dividono l’uomo difficoltà di arrivare a scelte vincolanti, la una strategia globale da qui ai prossimi dalla natura”. Il presidente di Caritas speranza è che il documento finale della 30 anni”. Di fronte allo stallo dei negoziati, internationalis ha ribadito la necessità Conferenza possa contenere gli elementi per instaurare un serio negoziato che porti ad un nuovo accordo globale entro il 2015. Una richiesta sottolineata anche da Legambiente: “L’Europa ha la possibilità di costruire un’alleanza trasversale tra i ppena cinque paesi – nell’ordine, Cina, Stati Uniti, India, Russia e Giappone – paesi industrializzati e in via di sviluppo sono da soli responsabili della metà delle emissioni di gas nocivi nell’atmosfera, in grado di spingere Stati Uniti, Cina secondo una classifica stilata dalla società britannica ‘Maplecroft’. Se a questi si e India ad approvare un mandato per aggiungono altri cinque paesi – Brasile, Germania, Canada, Messico e Iran – sempre sottoscrivere un accordo globale che secondo ‘Maplecroft’, avremo i responsabili dei due terzi delle emissioni al livello abbia come architrave il protocollo di globale. Dei primi sei paesi, tre sono economie emergenti che crescono a grande Kyoto. Il nuovo accordo dovrà rispettare velocità. La Cina ha scavalcato gli Usa già da qualche anno emettendo 9,441 miliardi i principi di equità riconosciuti dalla di tonnellate di CO2e, ovvero anidride carbonica mischiata ad altri gas a effetto convenzione sul clima (UNFCCC), tener serra responsabili dei mutamenti climatici come il metano o il protossido d’azoto. conto delle responsabilità storiche dei Tra i paesi del Nord del mondo, gli Usa sono invece arrivati a emettere 6,539 miliardi paesi industrializzati, essere adottato di CO2e. Il metodo di calcolo utilizzato unisce i dati relativi al consumo di energia entro il 2015 ed entrare in vigore non oltre nel 2009 e quelli stimati del 2010. L’indice che classifica 176 paesi è basato su dati la fine del secondo periodo d’impegno provenienti da fonti diverse, tra cui anche l’Agenzia d’informazione sull’energia e del protocollo di Kyoto. Solo in questo l’Agenzia di tutela dell’ambiente americane. A margine di Durban, dagli Usa giunge modo sarà possibile avviare un processo anche un’altra notizia: l’Artico continua a riscaldarsi con gravi conseguenze sul suo credibile di riduzione delle emissioni ecosistema secondo uno studio internazionale pubblicato dall’Agenzia nazionale - in coerenza con le ultime previsioni oceanica e atmosferica americana (Noaa). I mutamenti si osservano già dal 2006.Nel scientifiche - di almeno l’80% entro il 2011 la temperatura media dell’aria sulla superficie dell’oceano Glaciale Artico è 2050 e tenere sotto controllo i mutamenti stata in media di 1,5 gradi Celsius più elevata che tra il 1981 e il 2010. climatici in atto”. M.L. LA SCHEDA: CHI INQUINA DI PIU’ A Sempre più donne vittime della tratta Un numero sempre maggiore di ragazze e donne originarie del Sud-est asiatico entra clandestinamente in Cina, per essere avviate alla prostituzione oppure vendute a uomini che le obbligano a matrimoni forzati. È quanto riferisce il quotidiano ufficiale China Daily, che riporta uno studio elaborato dal Dipartimento contro la tratta di esseri umani, del ministero della Pubblica sicurezza. Il documento non pubblica le cifre dell’emergenza, che restano segrete; tuttavia, sono state proprio le politiche sulle nascite promosse da Pechino – fra cui la famigerata legge sul figlio unico – che hanno portato all’enorme squilibrio fra i sessi della Cina odierna. Il prezzo della vendita varia tra i 20mila yuan (poco più di 3mila dollari) fino ai 50mila yuan, a seconda della nazionalità e dell’area di provenienza. Molte fra le donne originarie del Sud-est asiatico vengono trasportate fino alla provincia settentrionale dell’Hebei, per poi venire indirizzare verso la capitale Pechino. Fonti della sicurezza pubblica riferiscono che dal 2009 sono state liberate 206 donne, cadute nella rete dei trafficanti di vite umane. ■ A trent’anni dai massacri che fecero scoprire il Sudan al mondo Un “nuovo” appello per i Monti Nuba A volte la storia si ripete. Non sono serviti a nulla quasi trent’anni di lotte e rivendicazioni, sui Monti Nuba in Sudan si torna a morire. A lanciare l’appello a favore delle popolazioni nuba sono i membri della diaspora in Italia e una serie di associazioni legate al mondo missionario e della cooperazione. “Il 10 novembre – si legge nell’appello, pubblicato sul sito www.nigrizia.it - un aereo militare del governo di Khartoum è entrato nello spazio aereo del Sud Sudan per circa 15 km e ha bombardato il campo profughi di Yida, dove oltre 20mila persone nuba avevano trovato scampo, dopo essere fuggiti dai loro villaggi, perché vittime di una feroce repressione. Almeno 12 i morti; 20 i gravemente feriti. Le agenzie umanitarie dell’Onu stavano proprio in quei giorni organizzando l’assistenza dei rifugiati per aiutarli a sopravvivere nel nuovo e ostile ambiente”. L’azione rientra in un contesto di guerra crescente negli stati sudanesi del Sud Kordofan e del Nilo Blu, dove da alcuni mesi si fronteggiano l’esercito regolare e le milizie del SPLM-N. Tensioni riesplose dopo la procla- mazione di indipendenza del Sud Sudan quando le popolazioni che per oltre vent’anni avevano combattuto a fianco del sud contro il governo centrale si sono rese conto di essere state tagliate fuori dalla tanto agognata indipendenza. Una rabbia che si è associata alla volontà di Karthoum di riprendere il controllo su queste zone per evitare il rischio di nuove secessioni. “Questa – si legge nell’appello - è stata l’ennesima prova che nulla fermerà il regime di Khartoum dall’usare ogni mezzo per piegare la volontà dei nuba di affermare il loro diritto all’autodeterminazione. Pare ormai certo che il governo di Omar El-Bashir è deciso a riprendere il genocidio culturale e fisico del popolo nuba, interrotto momentaneamente dal cessateil-fuoco del 2002, e forse anche pronto a provocare una nuova guerra con il Sud Sudan”. Negli anni novanta erano stati proprio gli appelli a favore delle popolazioni nuba a riportare l’attenzione mondiale sul conflitto sudanese, dando un contributo all’apertura dei negoziati che hanno portato - molti anni e molti morti dopo - alla fine della guerra. Scienza e Vita a bioetic Sabato, 10 dicembre 2011 7 Una riflessione sulla pratica del suicidio assistito ammessa in Ticino Ogni medico non può che essere a favore della vita “ I l medico, anche su richiesta del malato, non deve effettuare né favorire trattamenti finalizzati a provocarne la morte”. E’ l’articolo 17 del Codice di Deontologia Medica emanato dalla federazione degli ordini dei medici italiani. E ancora, il giuramento di Ippocrate recita: “giuro….di non compiere mai atti idonei a procurare deliberatamente la morte di una persona”. Quindi il medico è per la vita, dall’alba della propria professione (Ippocrate, IV secolo a.c., isola di Kos) fino al più moderno codice che regolamenta la propria etica comportamentale, che dovrebbe venire di gran lunga prima delle leggi di una nazione. Come può quindi un medico aver dato la morte al povero Lucio Magri? E come può una struttura sanitaria essere specializzata in eutanasia? L’umanità è purtroppo ricca di strumenti di morte e diversi Paesi sono tristemente noti per praticare ancora la pena di morte, ma quello che rende questa storia insopportabile è che la morte sia procurata da medici ed operatori sanitari. A parte i princìpi etici che sostengono la nostra professione, vi è poi una considerazione di carattere strettamente scientifico che stride, e che vado ad argomentare. La Medicina ben sa che esiste un istinto di sopravvivenza in ciascun individuo, che è, a volte, più forte anche delle cure e degli interventi chirurgici nel tenere in vita un malato e a dargli la guarigione. Ora, colui che chiede di morire è in una evidente condizione di malattia, di distorsione mentale, avendo perduto, magari solo momentaneamente, quell’istinto di vita, di conservazione, che in condizioni normali ci lascia Il caso Magri solo all’ultimo istante della nostra esistenza terrena. Quindi colui che chiede l’eutanasia è per definizione una persona non libera di esprimere la propria volontà, perché malata. Perché magari una grave depressione, o altra malattia della mente o perché uno stato di prostrazione terminale ne ha alterato la coscienza. E quindi proprio il medico, più di chiunque altro sa che quel consenso non è valido, perché non espresso in libertà. Infatti un consenso ✎ commento | Scuole per laici Da gennaio il corso diocesano multidisciplinare Partirà sabato 21 gennaio, con la lezione del prof. FRANCO CARDINI su “Le radici cristiane della civiltà europea”, il Corso Multidisciplinare organizzato, come ogni anno, dalla Diocesi. Il corso si propone di mettere a fuoco le radici e il destino del cristianesimo in Europa, partendo dalle sollecitazioni profetiche di Benedetto XVI e passando in rassegna visuali fra loro anche molto differenti. L’obiettivo non è la sintesi, ma l’accostamento sinfonico dei differenti punti di vista. Gli altri appuntamenti in calendario: - sabato 11 febbraio: Benedetto XVI e il destino del Cristianesimo in Europa (don ANGELO RIVA); - sabato 25 febbraio: Profili di laicità in Occidente (mons. GIUSEPPE ANGELINI); - sabato 3 marzo: Cristianesimo e cultura liberale (don EZIO PRATO); - sabato 10 marzo: Per un cristianesimo identitario (dott. MAGDI CRISTIANO ALLAM); - sabato 17 marzo: Identità e alterità. L’esperienza cristiana come relazione (prof.ssa CHIARA GIACCARDI); - sabato 24 marzo: Cristianesimo e Islam nella vicenda dell’Europa contemporanea (prof. PAOLO BRANCA); - sabato 31 marzo: Le cattedrali della fede (don ANDREA STRAFFI). Le lezioni si terranno presso il SEMINARIO VESCOVILE dalle 17.00 alle 18.45. Info [email protected] poi quella della disparità legislativa tra due nazioni che condividono la frontiera. Può ciò che è vietato in Italia essere legale ed ammesso in Svizzera? Badate bene, non stiamo parlando di dadi da cucina o prezzi dei carburanti. Stiamo parlando della vita e della morte. Possono due popoli confinanti, che parlano la stessa lingua, non condividere gli stessi princìpi fondanti la vita umana? Esagero: possono esistere di qua della dogana medici per la vita e di là medici che procurano la morte? Proseguendo su questo ragionamento, è venuta forse l’ora che le nazioni creino i propri legami su fondamenta umanitarie ben prima che su regole monetarie, viabilistiche e commerciali. Che senso ha l’esistenza dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che guarda caso ha sede proprio a Ginevra, se non declina un codice di deontologia medica universale? Che sia valido in ogni angolo del pianeta. Pensate che la stessa agenzia, emanazione dell’ONU per la salute, ha come obiettivo nella propria costituzione “il raggiungimento da parte di tutte le popolazioni del livello più alto possibile di salute”. Bene, e che medici possono essere coloro che invece di perseguire questo sacrosanto princìpio in chi mostra una grave sofferenza, gli procurano morte? Lucio Magri, politico e giornalista italiano, è stato deputato Questa terribile del PCI al Parlamento italiano. Nel 1969 fonda la rivista “Il storia che racconta Manifesto” poi trasformatosi in quotidiano nel 1971, di cui di sofferenza e di diventa il primo direttore. suicidio assistito, ci La sua storia personale è tornata a scuotere l’opinione insegna che erano pubblica italiana lo scorso 28 novembre quando è stata altri i veri bisogni di annunciata la sua morte in una clinica di Bellinzona dove il chi non voleva che giornalista si era rifugiato chiedendo la pratica del suicidio esprimere il proprio medicalmente assistito. dolore. E da un medico ci si sarebbe aspettati ben altra risposta. ad una pratica medica ha valore se è libero ed informato. La seconda MARIO GUIDOTTI riflessione che ci offre questa storia è medico neurologo I di don Angelo Riva Una sfida di civiltà: coniugare libertà e verità l fatto di cronaca a cui, in questa pagina, fa riferimento l’articolo del dott. Mario Guidotti ripropone all’attenzione la delicata questione dell’eutanasia. Diventata legge in Paesi come Belgio, Olanda e Svizzera, e prassi in alcune cliniche ospedaliere, bussa anche alla porta delle nostre coscienze. In gioco sono i grandi temi dell’uomo: la vita e la morte, la sofferenza e la cura, la solidarietà e l’indifferenza. Su questi temi è da tempo in atto, nelle società occidentali, una rovinosa dimenticanza. Ippocrate, medico di Kos vissuto diversi secoli prima di Cristo, aveva detto che l’arte medica non può che essere a servizio della vita e della sua cura. Il mondo moderno è nato sull’affermazione dei diritti fondamentali dell’uomo, dei quali il primo è il diritto a vivere. I padri del liberalismo moderno si infervoravano per la causa della libertà individuale, però affermavano che nessuno è libero di vendere la propria vita a un altro. Tutto questo, e molto altro ancora, sembra oggi preda di quella che il filosofo allucinato Nietzsche ha chiamato la trasmutazione dei valori, ossia il rovesciamento di quel patrimonio ideale sul quale la civiltà occidentale ha edificato se stessa. Non si tratta di fare dell’allarmismo, ma di saper cogliere l’urgenza La libertà individuale minaccia di mangiarsi ogni cosa, non ultimo il senso elementare dell’umano dell’ora presente. Comportamenti criminali, nella storia, sono sempre successi, e prevedibilmente sempre succederanno. Ma è proprio della nostra epoca – Giovanni Paolo II ce l’ha ripetuto in tutte le salse – vedere come il delitto si trasforma in diritto, il crimine si legittima nelle leggi e nei codici deontologici, il mercante di morte si accredita come paladino di civiltà. Mentre non possiamo certo abbassare la guardia sul fronte delle tante ingiustizie criminali che ancora si commettono nel mondo – chi può dimenticare il dramma della fame, i bambini che muoiono, la dignità offesa delle donne, dei giovani, di chi perde il lavoro –, ci è chiesto di suonare uno squillo di allarme. Il boia di Forch si traveste da angelo della luce, si compiace al comparire dell’impiccato autocandidatosi alla gogna, e sotto il cappuccio nero (o, se volete, sotto il camice bianco) sibila un ghigno diabolico… Il punto cruciale – vicende come questa ne sono l’esempio lampante – rimane la questione della libertà individuale, la sua dignità, ma anche i suoi limiti. Valore sommo, indubbiamente, la libertà. Ma non l’unico. Lo sono anche la verità e il bene. Agitata come indice unico e sufficiente di valore, la libertà individuale minaccia di mangiarsi ogni cosa, non ultimo il senso elementare dell’umano. Lo slogan classico del permissivismo (“se tu non vuoi per te, lascia però che io possa per me”) sta facendo danni peggio di un’alluvione. Anche fra molti cattolici. E in tutto questo le radici cristiane dell’Europa che fine hanno fatto? Possibile che siano così atrofizzate da non saper più impedire l’insorgere della lebbra del “diritto alla morte”? Più di una volta papa Benedetto ci ha messo sull’avviso circa un’Europa che, dimentica delle sue radici laiche e cristiane, sembra aver preso in odio se stessa. E’ così debilitato questo organismo che non sa più sviluppare gli anticorpi contro l’autolesionismo? E’ proprio sul filo di queste riflessioni che la Diocesi intende proporre un interessante percorso di riflessione sul tema delle radici e del destino del cristianesimo in Europa. Ne riferiamo nella colonna qui a parte. 8 InformaCaritas Sabato, 10 dicembre 2011 Fiuggi. Dal 21 al 23 novembre si è svolto il 35° Convegno nazionale. Il 24 a Roma l’incontro con il Papa per i 40 anni di Caritas Italiana Educare servendo carità P ubblichiamo una sintesi dell’intervento di monsignor Francesco Cacucci arcivescovo di Bari-Bitonto e presidente della Conferenza episcopale pugliese - dal titolo “Memoria, fedeltà, profezia: 40 anni di Caritas Italiana”. PAGINE A CURA DELLA CARITAS DIOCESANA I testi integrali degli interventi sono disponibili sul sito della Caritas diocesana: www.caritascomo.it «... Qual è il contesto culturale nel quale viviamo e operiamo? Gli esiti del villaggio globale hanno condotto a quella che è ormai definita in modo evidente post-globalizzazione; mentre, come aveva a stigmatizzare Régis Debray, le cose (i prodotti) si globalizzano e le persone si tribalizzano, in un particolarismo talvolta esasperato. Nel frattempo siamo chiamati ad abitare un mondo sempre più complesso, che interpella e pervade anche l’esercizio della carità. La coscienza della complessità può aiutarci a fare memoria e ad esercitare la profezia di fronte ai rischi cui oggi è esposta la charitas, essenza della vita cristiana e della sequela che personalmente e comunitariamente intendiamo perseguire...». «... La memoria delle comunità in cui operiamo, del territorio in cui viviamo, ci rimanda all’altra parola presente nel titolo della relazione che mi è stata assegnata: fedeltà. Se uno dei modi più fuorvianti di intendere la globalizzazione consiste nell’omogeneizzazione etnica, culturale, religiosa, allora comprendiamo come sia in gioco, direi oggi non più di ieri, la stessa identità cristiana... Essa è, come sempre, di fronte alla tentazione della riduzione e della dissolvenza in quella che oggi potremmo chiamare la “religione civile”, dove il rapporto al Signore Gesù risulta marginale rispetto al nostro essere nel mondo. A nessuno sfuggono le conseguenze di questa “fedeltà cristiana” nell’esercizio della carità, che richiama l’ispirazione profonda della Caritas fin dal suo nascere il 2 luglio 1971. Questo aspetto è centrale nella riflessione che stiamo svolgendo. Finalmente la terza parola: profezia. Non solo nel senso di apertura o predizione di un futuro, ma nel senso etimologico di essere portatori di una Parola che non è nostra, e che da sinistra: Vittorio Nozza, Francesco cacucci e giuseppe merisi proprio perché tale non possiamo imporre, ma solo proporre...». Dopo aver tracciato i passaggi storici del cammino della Chiesa italiana dopo il Concilio Vaticano II, monsignor Cacucci sottolinea come la Caritas si è collocata in termini pastorali nei decenni postconciliari, in un cammino di crescita, non sempre facile, che ha toccato anche gli aspetti della fede, della testimonianza attraverso i sacramenti, dell’evangelizzazione, della promozione umana e della funzione pedagogica. «... È indubbio che, nel frattempo, la Caritas italiana - continua l’arcivescovo - manifesta una progressiva vivacità. La Carta pastorale del 1995 (Lo riconobbero nello spezzare il pane) lo evidenzia. L’obiezione di coscienza, la costituzione in buona parte delle chiese locali della Caritas diocesana, lo sviluppo e la strutturazione del volontariato, il sorgere di Centri di Ascolto e accoglienza, degli Osservatori permanenti dei bisogni e delle povertà, l’apertura alle urgenze internazionali, la Consulta ecclesiale degli organismi socioassistenziali sono tappe di un denso cammino...». Soltanto quarant’anni e tanta strada da fare D al 21 al 23 novembre scorsi, oltre 600 direttori e operatori delle 220 Caritas diocesane e di Caritas Italiana si sono incontrati al PalaFiuggi a Fiuggi Terme (FR) per il 35° Convegno nazionale delle Caritas diocesane. Il titolo del convegno era: “La Chiesa che educa servendo carità «… Si mise ad insegnare loro molte cose» (Mc 6,34)”. Il Convegno ha avuto il suo epilogo giovedì 24 novembre con la celebrazione eucaristica del cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei e con l’udienza del Santo Padre ad oltre 10.000 pellegrini confluiti nella Basilica di San Pietro a Roma. Tra i momenti salienti delle giornate di Fiuggi ricordiamo: la presentazione di Vittorio Nozza, direttore di Caritas Italiana, la prolusione di Giuseppe Merisi, vescovo di Lodi e presidente di Caritas Italiana; l’intervento di Francesco Cacucci, arcivescovo di Bari-Bitonto e presidente della Conferenza episcopale pugliese; la relazione di Mariano Crociata, segretario generale della Cei; l’intervista dell’inviato di “Avvenire” Paolo Lambruschi con il primo presidente di Caritas Italiana, Giovanni Nervo; l’intervento di Mauro Magatti, preside della Facoltà di Sociologia della Cattolica di Milano; la relazione di Lorenzo Loppa, vescovo di Anagni-Alatri; una tavola rotonda coordinata da Gianfranco Brunelli, direttore de “Il Regno”, cui hanno partecipato Giuseppe Pasini, già direttore di Cari- tas Italiana, Enrico Giovannini, presidente dell’Istat, Riccardo Bonacina, direttore editoriale di “Vita”, Enzo Romeo, caporedattore esteri del Tg2 Rai. L’ultimo giorno di lavori ha visto gli interventi di Franco Miano, presidente dell’Azione Cattolica Italiana, don Dario Vitali, docente di Ecclesiologia presso la Pontificia Università Gregoriana, Pierluigi Dovis, direttore della Caritas diocesana di Torino. Al termine, l’intervento del presidente del Pontificio Consiglio “Cor Unum”, il cardinale Robert Sarah e una seconda intervista di Paolo Lambruschi con don Elvio Damoli, che ha diretto Caritas Italiana dal 1996 al 2001. «... Il riferimento allo stile cristiano, precedentemente richiamato, mette in campo la necessità della formazione. La Chiesa italiana aveva fortemente richiamato nella nota pastorale del 1996 Con il dono della carità dentro la storia, nel capitolo sulla necessità della formazione: “Come tendere seriamente alla santità? Come maturare una spiritualità incarnata nella concretezza della vita quotidiana e della storia? Come diventare soggetti credibili della nuova evangelizzazione? Non c’è altra via se non quella di una seria formazione alla vita cristiana (…)”. L’impressionante parallelismo tra la situazione culturale e religiosa del tempo patristico e l’attuale condizione dell’uomo post-moderno e post-globalizzato, suggerisce di far riemergere l’inscindibile rapporto tra la fede celebrata e la fede vissuta... Una formazione catechetica e liturgica a nulla varrebbe senza l’educazione alla carità. E viceversa: non potrebbe esistere carità senza fede celebrata nel mistero cristiano». E sulla “sacramentalità della carità”, monsignor Cacucci insiste in modo particolare: «La sacramentalità della carità - dice - si esprime anche nella capacità dei nostri gesti di accoglienza, di soccorso, di amore di diventare parabole del Regno e della sua presenza nella storia. Possiamo spingerci fino a tanto? Nell’enciclica Deus Charitas est Benedetto XVI lo indica in modo ardito: “Dio […] questo principio creativo di tutte le cose - il Logos, la ragione primordiale - è al contempo un amante con tutta la passione di un vero amore. In questo modo l’eros è nobilitato al massimo, ma contemporaneamente così purificato da fondersi con l’agape” (n. 10). Questa visione eroticoagapica di Dio affonda le sue radici in un’antica tradizione (Agostino e Pseudo Dionigi) e ci dice che la passione che anima la nostra azione creativa va riportata a questo fondamento teologico, che deve trasparire dal nostro fare e dire quotidiano, come dall’elaborazione dei nostri progetti e dall’articolazione delle nostre strutture caritative. È una risposta ai nostri legittimi interrogativi sull’autenticità dell’esercizio della carità. Tutti abbiamo bisogno di purificare costantemente la nostra “passione caritativa” dai nostri “bisogni” psicologici e affettivi (eros), per spingerci verso quella carità «sulla misura del cuore di Cristo» (agape)...». Nella parte finale del suo intervento, l’arcivescovo di BariBitonto si sofferma sugli aspetti della globalizzazione e della solidarietà. «...L’Europa non può ripiegarsi su se stessa. Essa non può né deve disinteressarsi del resto del mondo, al contrario deve avere piena coscienza del fatto che altri Paesi, altri Continenti, si aspettano da essa iniziative audaci per offrire ai popoli più poveri i mezzi per il loro sviluppo e la loro organizzazione sociale, e per edificare un mondo più giusto e più fraterno. Il tema dell’immigrazione vi è totalmente inserito. Per realizzare in modo adeguato tale missione, sarà necessario un ripensamento della cooperazione internazionale, nei termini di una nuova cultura di solidarietà...». La Caritas in cifre In Italia e nel mondo al servizio degli ultimi Animazione e promozione. 2.832 Centri di Ascolto; 191 Osservatori diocesani delle povertà e delle risorse; 196 Laboratori diocesani per le Caritas parrocchiali. Servizio civile. 760 i giovani immessi in servizio civile da Caritas tramite il bando 2010. Progetti otto per mille Italia. Nel periodo 2001-2010: 1.045 progetti realizzati da parte di oltre 180 Caritas diocesane; 78 milioni di euro investiti in tali progetti, che hanno previsto una partecipazione economica diretta delle diocesi per circa 67 milioni di euro; 171 progetti destinati al sostegno della rete dei Centri di Ascolto. Nel periodo 2009-2010: 204 progetti approvati a 119 Caritas diocesane. Servizi vari. 1.269 servizi socio-sanitari e sociali non residenziali; 311 servizi socio-sanitari residenziali; 33 servizi sanitari. Settore socio-assistenziale. 580 centri di erogazione beni primari; 130 servizi residenziali per le persone senza dimora; 106 mense; 78 servizi residenziali per famiglie in difficoltà; 66 Centri di ascolto per immigrati. Le risorse umane coinvolte. 30.902 operatori in totale; di cui: 27.630 volontari. Attività anti-crisi economica. 68 Fondazioni antiracket e antiusura; 806 iniziative anti-crisi economica in 203 diocesi. Nel mondo. 56 i Paesi del mondo dove sono state realizzate decine di progetti e 297 microprogetti; 140 le iniziative condotte da un centinaio di Caritas in Italia per la campagna Zero Poverty. InformaCaritas Sabato, 10 dicembre 2011 Il saluto del Papa Aiutate la Chiesa a rendere visibile l’amore di Dio Pubblichiamo la sintesi del discorso di Papa Benedetto XVI alle delegazioni delle Caritas Italiane raccolte nella Basilica di San Pietro, giovedì 24 novembre scorso, in occasione del 40esimo di fondazione. I RAPPRESENTANTI CARITAS DELLA DIOCESI DI COMO ALL’INCONTRO CON IL PAPA Cari fratelli, vivete la gratuità e aiutate a viverla. Richiamate tutti all’essenzialità dell’amore che si fa servizio. Accompagnate i fratelli più deboli. Animate le comunità cristiane Volti e voci, le testimonianze D urante la celebrazione nella Basilica di San Pietro sono state lette alcune testimonianze. Eccone una sintesi. Chiesa di Agrigento, comunità in cui vive la gente di Lampedusa «Lampedusa si è fatta, quasi unanimemente, migrante con i migranti che da diversi anni la incontrano lungo quell’asse della speranza che li condurrà su altri lidi e in altre terre... Abbiamo incontrato i volti, dei migrati, che raccontano la paura del passato e della morte sempre in agguato; volti che chiedono libertà... È così che abbiamo imparato ad ascoltare, capire, conoscere, consolare i diversi volti segnati da storie diverse ma accomunati dal medesimo dolore». Rita, giovane volontaria di Piacenza «...Fare esperienza di volontariato in Caritas mi ha portato ad un forte arricchimento personale: ho potuto riconoscere, capire e combattere i miei pregiudizi, ho imparato a non chiudere gli occhi, a vedere, a prestare attenzione, ad avere cura delle persone, di un progetto o di un servizio. Ho sperimentato la reciprocità...». Parrocchia Maria Madre della Chiesa di Matera «Nella parrocchia Maria Madre della Chiesa la Caritas parrocchiale ha preso in carico circa 50 famiglie... Ciò nonostante i bisogni della comunità sono maggiori di quelli che riusciamo a soddisfare o intercettare presso il Centro di Ascolto: persone anziane e sole, ammalate, situazioni di disagio sociale o psicologico. Per queste situazioni ci attiviamo per realizzare visitate domiciliari e quindi ascolti personalizzati...». Sergio, accompagnato dalla Caritas di Vicenza «Nel 1998 con mio grande piacere in Caritas è nato Davide & Golia, un gruppo di auto-muto aiuto per persone con sofferenza mentale... Prima di frequentare il gruppo avevo difficoltà di relazione, ero piuttosto riservato... Poi, conoscendo altre persone che avevano avuto esperienze di sofferenza simile alle mie, mi sono sentito più accolto e più libero di potermi esprimere senza paura di essere giudicato male...». Roberto, accompagnato dalla Caritas di Torino «Sono Roberto, da 15 anni a questa parte “proprietà dello Stato” perché detenuto. Da 4 anni ho lasciato stabilmente il carcere torinese grazie alla possibilità di collaborare con la Caritas diocesana locale. Nel frattempo ho continuato i miei studi tanto che, tra una ventina di giorni, discuterò la tesi di specialistica in Scienze politiche. Gli amici della Caritas non mi hanno fatto un secondo processo, ma semplicemente mi hanno detto che desideravano rendere concreta la parola charis e l’apertura verso i problemi dei carcerati, offrendomi una opportunità di stare con loro, rendendo un servizio a chi aveva bisogno...». Caritas diocesana di Roma «La famiglia di Carlo e Margherita si presenta al Centro di ascolto Caritas della sua parrocchia alla periferia sud di Roma. Entrambi i coniugi hanno perso il lavoro e hanno due figlie piccole di 13 e 4 anni... Il sostegno del Centro di ascolto si concentra inizialmente sull’emergenza. Inoltre, si attivano tutte le reti informali per cercare di procurare dei piccoli lavori. La parrocchia provvede a sostenere la famiglia, finché Margherita ottiene un lavoro come cuoca... Ora hanno più fiducia e forza per ricominciare a progettare un futuro... ». «Con gioia vi accolgo... vi saluto con affetto, unendomi al ringraziamento dell’intero Episcopato italiano per il vostro prezioso servizio... A voi è affidato un’importante compito educativo nei confronti delle comunità, delle famiglie, della società civile in cui la Chiesa è chiamata ad essere luce. Si tratta di assumere la responsabilità dell’educare alla vita buona del Vangelo, che è tale solo se comprende in maniera organica la testimonianza della carità... Cari amici, non desistete mai da questo compito educativo, anche quando la strada si fa dura e lo sforzo sembra non dare risultati. Vivetelo nella fedeltà alla Chiesa e nel rispetto dell’identità delle vostre Istituzioni, utilizzando gli strumenti che la storia vi ha consegnato e quelli che la “fantasia della carità” – come diceva il beato Giovanni Paolo II – vi suggerirà per l’avvenire. Nei quattro decenni trascorsi, avete potuto approfondire, sperimentare e attuare un metodo di lavoro basato su tre attenzioni tra loro correlate e sinergiche, ascoltare, osservare, discernere, mettendolo al servizio della vostra missione: l’animazione caritativa dentro le comunità e nei territori. Si tratta di uno stile che rende possibile agire pastoralmente, ma anche perseguire un dialogo profondo e proficuo con i vari ambiti della vita ecclesiale, con le associazioni, i movimenti e con il variegato mondo del volontariato organizzato». «Ascoltare per conoscere, certo, ma insieme per farsi prossimo, per sostenere le comunità cristiane nel prendersi cura di chi necessita di sentire il calore di Dio attraverso le mani aperte e disponibili dei discepoli di Gesù. Questo è importante: che le persone sofferenti possano sentire il calore di Dio e lo possano sentire tramite le nostre mani e i nostri cuori aperti. In questo modo le Caritas devono essere come “sentinelle”, capaci di accorgersi e di far accorgere, di anticipare e di prevenire, di sostenere e di proporre vie di soluzione nel solco sicuro del Vangelo e della dottrina sociale della Chiesa...». «... Quella dei gesti, dei segni è una modalità connaturata alla funzione pedagogica della Caritas. Attraverso i segni concreti, infatti, voi parlate, evangelizzate, educate...». «Fin dall’inizio del vostro cammino pastorale, vi è stato consegnato, come impegno prioritario, lo sforzo di realizzare una presenza capillare sul territorio, soprattutto attraverso le Caritas Diocesane e Parrocchiali. È obiettivo da perseguire anche nel presente...». «Rispondere ai bisogni significa non solo dare il pane all’affamato, ma anche lasciarsi interpellare dalle cause per cui è affamato... Il pensiero non può non andare anche al vasto mondo della migrazione. Spesso calamità naturali e guerre creano situazioni di emergenza. La crisi economica globale è un ulteriore segno dei tempi che chiede il coraggio della fraternità...». «...L’umanità... cerca segni di speranza. La nostra fonte di speranza è nel Signore. Ed è per questo motivo che c’è bisogno della Caritas; non per delegarle il servizio di carità, ma perché sia un segno della carità di Cristo, un segno che porti speranza. Cari amici, aiutate la Chiesa tutta a rendere visibile l’amore di Dio. Vivete la gratuità e aiutate a viverla. Richiamate tutti all’essenzialità dell’amore che si fa servizio. Accompagnate i fratelli più deboli. Animate le comunità cristiane. Dite al mondo la parola dell’amore che viene da Dio. Ricercate la carità come sintesi di tutti i carismi dello Spirito...». 9 Vita diocesana 10 Sabato, 10 dicembre 2011 Verso il Natale Avvento ■ Scuola La luce di Betlemme S Una preghiera prima delle lezioni «U n breve momento di preghiera, insieme a compagni e amici, prima di iniziare la scuola». È questa la proposta che arriva da Ufficio pastorale dei Giovani, Ufficio pastorale per la Scuola, Ufficio pastorale per le Vocazioni della Chiesa di Como e rivolta agli studenti degli Istituti Superiori presenti sul territorio diocesano. «Un segno piccolo ma significativo in un tempo forte di preparazione come l’Avvento», spiega don Emanuele Corti, direttore della Pastorale giovanile comense. L’iniziativa si rinnova da sei anni: «Attraverso i docenti di religione – riprende don Emanuele – invitiamo i ragazzi ad aprire la propria giornata con un incontro di preghiera fatto o all’interno di spazi messi a disposizione dalla scuola oppure, se presente nelle vicinanze, in chiesa. Abbiamo chiesto anche ai giovani impegnati nel Movimento Studenti di Ac di farsi promotori, fra i compagni, di tale iniziativa». L’Avvento 2011 è dedicato al tema “Non tarderò”. Schema e testi sono preparati settimanalmente dall’Ufficio di pastorale dei Giovani e messi a disposizione sul sito internet www.cgdcomo.org. G.F. abato 10 dicembre, come ormai da consolidata tradizione che ha visto ogni anno accrescere il numero delle persone interessate, giungerà anche Como la Luce della Pace proveniente da Betlemme. A portare la lampada saranno gli scout accolti, alle 15.30, nella basilica di Sant’Abbondio. Per chi già si è lasciato coinvolgere, questo è diventato un piccolo segno del Natale, del tutto alternativo al “natale del consumo” che anche in tempi di profonda crisi economica e di difficoltà per tante persone, continua ad essere per molti l’unica vera dimensione di questa festa cristiana. Come noto, un lume viene acceso direttamente dalla fiamma che da molti secoli arde in una lampada nella chiesa della Natività a Betlemme, alimentata dall’olio donato a turno da tutte le Nazioni cristiane della Terra. Venerdì 9 dicembre 15 dicembre, incontro dell’ Associazione familiari del clero A Tirano, in mattinata, Lectio Magistralis all’Istituto superiore “Pinchetti”. Alle 17.00, a Sondrio, inaugurazione della mostra “in confidenza con il Sacro, Statue vestite al centro delle Alpi”, al cinema Excelsior”. Sabato 10 dicembre A Brunate, in mattinata, inaugurazione scuola materna. A Como, in mattinata, Consiglio diocesano Affari Economici. Pomeriggio, incontro con i seminaristi. Martedì 13 dicembre A Como, in mattinata, udienze e colloqui. Alle 19.00 S. Messa all’Istituto Ozanam a Como. Mercoledì 14 dicembre A Como, in mattinata, collegio dei Consultori. Nel pomeriggio incontro con i docenti presso le Suore Canossiane di via Balestra. Giovedì 15 dicembre A Como, in mattinata, Consiglio Episcopale. Nel pomeriggio S. Messa presso l’Hospice San Martino. Venerdì 16 dicembre A Como, inizio novena di Natale. Per le parrocchie A portare la luce a Como saranno gli scout. Da lì si diramerà in decine di parrocchie della diocesi Agenda del Vescovo Lunedì 12 dicembre Sabato 10 dicembre arriverà a Como la Luce della Pace proveniente direttamente dalla Basilica della Natività Parrocchie e singoli cittadini sono invitati a condividere il momento di distribuzione organizzato dalle associazioni scout comasche. Per informazioni è possibile contattare il Masci di Como al numero 3472182998 Dal 1986 un bambino austriaco viene accompagnato per questa operazione e riporta il lume acceso a Linz. Dal 1988 gli Scout austriaci hanno accompagnato l’arrivo della “Luce della Pace da Betlemme”: con una cerimonia ecumenica che si svolge a Vienna, alla quale sono invitate le delegazioni scout delle varie Nazioni, che si rendono disponibili alla sua distribuzione in tutta Europa. In Italia la Luce della Pace L’ Associazione Familiari del clero di Como e Sondrio si prepara al Natale con un incontro che si terrà giovedì 15 dicembre a Como, presso il seminario vescovile. PROGRAMMA Ore 9.30 Accoglienza Ore 10.00 Recita delle Lodi arriva per la prima volta 1992, nell’Alto Adige-Süd Tirol, e dal 1993 a Trieste, direttamente da Vienna. Nel 1994 le associazioni Scout triestine costituiscono il Comitato che promuove la diffusione della Luce della Pace dapprima in città e dal 1996 in tutta Italia, con l’ausilio delle ferrovie. Da oltre 10 anni la luce giunge a Como ed è offerta come segno natalizio di Fratellanza, di Amicizia, di Carità. La fragile fiammella che senza spegnersi arriva e meditazione condotta da mons. Bernasconi. Momento di silenzio con possibilità di confessarsi. Ore 12.00 S. Messa concelebrata da don Armando e don Silverio. Ore 13.00 Pranzo Ore 14.30 Consiglio Diocesano dell’associazione e comunicazioni della Presidente circa il cammino Parola fra noi Domenica 11 dicembre - III di Avvento Is 61,1-2.10-11; 1Ts 5,16-24; Gv 1,6-8.19-28 I giudei che interrogano Giovanni sono i capi religiosi in polemica con Gesù, sono gli avversari, i rappresentanti del mondo che non crede. Sono distinti dagli israeliti, che invece ascoltano la parola e sono il resto d’Israele che attende il Messia. I giudei, dunque, pongono a Giovanni la fondamentale domanda della sua identità: Tu chi sei? Giovanni confessa di non essere il Cristo, il Salvatore atteso da Israele. Egli non è Elia o il Profeta. Al disorientamento dei suoi interlocutori presenta se stesso come la voce di uno che grida nel deserto e prepara la via al Cristo, vera salvezza. Egli è la voce; non richiama l’attenzione su di sé, ma su colui che sta per arrivare. Giovanni Battista porta in sé tutta la profezia del primo Testamento e indica, con la sua testimonianza, la presenza del Messia. È lo stesso compito che abbiamo anche noi, oggi, chiamati a testimoniarlo presente tra noi e nella storia dell’umanità. Più vicino è il Messia, più si fa piccola la figura del profeta perché la sua testimonianza vuole essere tutta e solo indicazione del Cristo. Questo è il senso del voler scomparire del Battista, del suo “non essere” che una voce. Giovanni sente di dover diminuire perché il Signore Gesù è in mezzo a noi. Anche i gesti e le azioni del Battista, confermano le sue parole. Il Battesimo di Giovanni è tutt’altro rispetto a quello del Signore: questo è di acqua, quello è di spirito e fuoco. Il più grande profeta è anche il più umile nella conoscenza. Giovanni ha il compito di nelle nostre case è simbolo fragile ma concreto del fatto che prima di noi altri hanno posto il loro impegno per farci partecipi di questo segno, che altri di noi si sono uniti in questo messaggio di fraternità, che noi stessi, se lo vorremo, potremo fare altri partecipi di questo stesso dono. Fiammella fragile che, come la pace, può resistere solo a costo di una cura quotidiana, che vorremmo che tanti condividessero per mantenerla accesa fino all’Epifania. Nel sito www. lucedibetlemme.it è possibile trovare ulteriori dettagli. BRUNO MAGATTI Movimento Adulti Scout Cattolici italiani formativo dell’anno con scambio di esperienze. Ore 15.30 Congedo Si raccomanda di dare la propria adesione all’iniziativa entro e non oltre domenica 11 dicembre alle seguenti persone: Giovanna Della Monica (031 240242). Geltrude Morcelli (0342 635726) parlare a favore della luce. Lo dice il suo stesso nome, Giovanni, e il padre, Zaccaria, lo canta nei secoli col suo Benedictus: Dio è pieno di amore misericordioso per tutta l’umanità. L’umiltà e la fedeltà del Battista sono esemplari: egli allontana l’attenzione e lo sguardo da sé per orientare tutti verso il Signore, verso il grande sconosciuto che vive tra gli uomini e che essi non conoscono. Gesù è luce, autentica e perfetta; la sola che esaudisce le aspirazioni e dà senso a tutte le altre luci sulla scena del mondo. È luce nell’intimo dell’essere come presenza e salvezza. È il motivo per cui questa è detta la domenica della gioia. Gioia per tutta la Chiesa in missione di speranza verso ogni povertà dell’uomo. ANGELO SCEPPACERCA Azione Cattolica Sabato, 10 dicembre 2011 Giornata dell’adesione. Nella solennità dell’Immacolata per rilanciare l’associazione «A lzati, ti chiama!» è l’invito che i discepoli di Gesù rivolgono a Bartimeo, il cieco di Gerico, come racconta il Vangelo di Marco (10,46-52), icona biblica di questo anno associativo per tutta l’Azione Cattolica. È il Signore che vuole incontrare ciascuno di noi come accade anche a Bartimeo, ma questo incontro si realizza grazie all’opera dei discepoli, che materialmente vanno a portare l’annuncio della chiamata. Proprio questo vuole essere l’Azione Cattolica: uno strumento nelle mani del Signore per portare l’annuncio a tutti coloro che incontreranno l’esperienza associativa lungo il loro cammino, personale e comunitario. In molte parrocchie della Diocesi, si è svolta proprio questa settimana, in coincidenza con la solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, la festa dell’Azione Cattolica, giorno in cui ragazzi, giovani e adulti hanno rinnovato il loro “sì” a Cristo, alla Chiesa, all’associazione. L’ adesione all’AC ricorda ai soci di essere laici chiamati ad assumere la vita della Chiesa come la vita della propria famiglia; laici vicini ai propri pastori con l’affetto dei figli e la maturità di persone adulte che sanno assumersi le proprie responsabilità. L’adesione all’AC, accompagnata dal segno visibile della tessera, manifesta la disponibilità a collaborare – in una particolare modalità, quella dell’associazione – all’opera della creazione ed evangelizzazione, perché Dio sia conosciuto ed amato e il suo progetto di vita buona sia comunicato all’uomo. Come si concretizza il servizio dell’Azione Cattolica nella nostra diocesi? La Chiesa di Como sta vivendo un tempo particolare, caratterizzato dalla riorganizzazione del territorio in vicariati, nell’intento di operare un rinnovamento pastorale e favorire lo slancio missionario. Questo chiama i laici ed in particolare i laici di AC ad un dovere di e – se servisse – con l’aiuto del Consiglio diocesano di AC, sarà possibile anche in altre parrocchie. La seconda questione è quella di “riflettere a tutto campo con e sull’Azione Cattolica, per riposizionarla adeguatamente nelle comunità, con la sua originale presenza e missione” (sono ancora parole del Vescovo, al cap. 20). Oggi il tempo appare favorevole per superare alcune difficoltà del passato e perché “la forma di apostolato laicale stabile ed associato in stretta collaborazione con i pastori” possa essere considerata con attenzione e favore. Ecco, è il momento favorevole Due priorità: ricostruire il tessuto associativo dove è andato perduto e riscoprire il ruolo dell’AC nelle comunità corresponsabilità. Anche la società civile ci interpella sulla capacità di saper trasmettere la fede, sull’urgenza dell’impegno educativo, sul bisogno di formare uomini e donne in grado di affrontare con serietà e responsabilità il servizio al bene comune del Paese. In tutto ciò, l’Azione Cattolica diocesana conferma l’impegno a servizio della Chiesa locale e continuerà a spendersi soprattutto a servizio della formazione dei laici - ragazzi, giovani e adulti - come sempre ha fatto. Questo impegno deve fare i conti con un limite: oggi l’AC è presente solo in circa 60 parrocchie della Diocesi talvolta in forma completa, vitale e vivificante, con adesioni in crescita, altre volte è ridotta ad espressione residuale di una esperienza che nel passato fu invece assai significativa per i soci e per la parrocchia stessa. Fortunatamente accade anche che alcune parrocchie chiedano di far nascere o rinascere esperienze di AC ed il Consiglio diocesano si sta impegnando in questa prospettiva. Il Vescovo, nel piano pastorale “Il Maestro è qui e cammina con noi”, pensa all’Azione Cattolica “per il futuro, e non solo per il suo lodevole passato” (cap. 20). Per costruire questo futuro, occorre affrontare due questioni, e dovremmo farlo insieme, associazione e Chiesa diocesana, principalmente nei Questo servizio deve fare i conti con un limite: la presenza dell’Azione Cattolica solo in circa 60 parrocchie della diocesi vicariati, che sono stati invitati a cooperare per il “rilancio dell’Azione Cattolica” (cap 5). La prima questione è quella di ricostruire il tessuto associativo in quelle parrocchie dove questo si sia un po’ sfilacciato nei decenni scorsi, dove si sia interrotta la proposta dell’Azione Cattolica ai ragazzi e ai giovani, lasciando invecchiare gli iscritti. In alcune parrocchie ciò è stato possibile, e addirittura facile. Con il sostegno dei sacerdoti La situazione di crisi del Paese, e la situazione di rinnovamento della nostra Chiesa di Como, dovrebbero spingerci a riscoprire alcuni tratti profetici che hanno caratterizzato e continuano a connotare le scelte dell’Azione Cattolica: la coltivazione di una profonda interiorità, per non lasciarsi sopraffare dal tumultuoso accavallarsi degli eventi, anche quando questi dovessero assumere aspetti drammatici; il sincero desiderio di partecipazione, accompagnato da un impegno di corresponsabilità nella vita civile e in quella ecclesiale, con una presenza che diviene ancor più significativa e incisiva nei momenti di passaggio; la scelta della fraternità, quale scelta di vita e atteggiamento costante che inequivocabilmente connota la nostra vita di relazione, e costantemente ci induce a uno stile di prossimità. “Ecco, è il momento favorevole”: lo slogan che accompagna l’Azione Cattolica in questo triennio, diventa in questo momento la scelta consapevole di una opportunità di stare da credenti nel mondo e nella Chiesa, riscoprendo la ricchezza e la bellezza dello stare insieme, di condividere gioie e dolori che vengono dalla scelta di associarsi, non per divertirsi o per motivi di evasione, ma in vista di un bene più alto. MARCO ARIGHI Vice-presidente diocesano AC Settore Adulti ■ Il convegno a Grosio il 3 e 4 dicembre Ac-Giovani: “Noi ci mettiamo la faccia” S i sente spesso parlare della difficoltà dei giovani ad interessarsi di quanto avviene nel mondo, dell’assumere un impegno reale e produttivo nei confronti della realtà che respirano e di cui sono anima. I giovani si sentono chiamati in prima persona ad andare oltre ai confini del metro quadrato in cui abitano per essere attenti al mondo, affrontarlo con consapevolezza. Non è facile. Un flusso variegato di stimoli li colpisce da ogni dove, frastornandoli. Cercano risposte, ma non sanno orientarsi: i media spesso filtrano la realtà cercando la spettacolarità degli eventi, restituendo del mondo fotografie tristemente parziali. Il Settore Giovani dell’Azione Cattolica della Diocesi di Como ha voluto cogliere questo vissuto e portarlo come tema del Convegno Giovanile del 2011, svoltosi a Grosio il 3 e 4 dicembre e aperto a tutti i giovani della diocesi. Un convegno creato da giovani per giovani, che non ha voluto dare risposte alle problematiche del mondo quanto fornire modi e stili per affrontare, informarsi, crearsi un’opinione senza fermarsi ai quadri forniti da altri. Non da ultimo, l’incontro ha voluto suscitare queste esigenze in chi spesso evita o non affronta la questione. In particolare, la quarantina di giovani presenti ha potuto approfondire il tema della crisi economica che sta colpendo i nostri giorni, guidati da Francesco Mazza, Presidente Diocesano dell’Azione Cattolica, e da don Emanuele Corti, Assistente Diocesano per i Giovani e i Ragazzi dell’Azione Cattolica e Direttore dell’Ufficio Pastorale dei Giovani. Per poter leggere l’evento con l’occhio di giovani cristiani, sono stati portati spunti da documenti del Magistero e della Dottrina Sociale della Chiesa, come le Encicliche “Populorum Progressio” di Paolo VI e “Caritas in Veritate” di Benedetto XVI. A conclusione del fine settimana i partecipanti hanno raccolto spunti per concretizzare le riflessioni condivise e dare loro spazio nella vita quotidiana; per mettere, in altre parole, il loro cuore nel mondo. I giovani sono il futuro ed il presente. Sono chiamati ad informarsi con sguardo ampio ed attento al mondo per vivere consapevolmente la realtà, come invitano le note di una canzone del Laboratorio del Suono Ensemble del Sermig di Torino “Io ci sto! Ci metto la faccia, ci metto la testa, ci metto il mio cuore”. LUCIA SCALCO 11 Visita Pastorale 12 Sabato, 10 dicembre 2011 Vicariato di Marchirolo. Il 6 e 7 dicembre è iniziato l’incontro con le comuità di Cugliate e Fabiasco. Il 17 dicembre la S. Messa conclusiva A braccia spalancate Il Comune conta 3100 abitanti e sorge su un poggio della Valmarchirolo, alle pendici del Monte Sette Termini. La sua popolazione - triplicata dagli anni ‘60 è in gran parte giovane e il frontalierato rappresenta la principale fonte di lavoro L a celebrazione della Santa Messa con tutti i sacerdoti della zona, martedì 22 novembre a Marzio, ha dato il via alla visita pastorale di mons. Diego Coletti alle 12 parrocchie del Vicariato di Marchirolo. Dopo aver visitato alcune delle parrocchie limitrofe del Vicariato, il Vescovo il 6 e 7 dicembre ha visitato le due comunità di Cugliate e Fabiasco, riunite sotto lo stesso parroco don Giovanni Corradini. Una visita che si concluderà con un secondo incontro il 17 dicembre. Le due parrocchie sono pronte a spalancare le loro porte e soprattutto i loro cuori per accogliere il loro Vescovo e vivere insieme l’Eucaristia, per ascoltare le sue parole e cogliere incoraggiamenti fortificanti per meglio affrontare, specie in questi tempi, il non sempre facile cammino di fede. LA CHIESA DI CUGLIATE LA CHIESA DI FABIASCO LE PARROCCHIE Le parrocchie di Cugliate (2700 abitanti) e Fabiasco (400) sono situate nel comune omonimo che conta circa 3.100 abitanti. Esse si trovano su un ampio poggio morenico della Valmarchirolo, dal quale è possibile risalire la cima del Monte Sette Termini (972m). La storia del paese è documentata dall’anno Mille. La sua popolazione è in gran parte giovane. Il lavoro frontaliero verso la vicina Svizzera rappresenta la fonte primaria per molte famiglie. E’ stata questa disponibilità di posti di lavoro la causa del triplicarsi della popolazione a partire dagli anni ’60 del secolo scorso dove si è registrato un forte flusso immigratorio da tutte le regioni d’Italia. Ognuna delle due parrocchie ha una sola chiesa, la parrocchiale. Ancora vive e sentite le tradizioni legate alle feste patronali. Le due parrocchie che fino a vent’anni fa erano caratterizzate da un vivo campanilismo sono andate via via sempre più avvicinandosi aumentando le collaborazioni e tendono sempre più a sentirsi un’unica comunità cristiana, pur nel rispetto delle tradizioni proprie a ciascuna. Questo sentimento di unità si è consolidato sotto la guida dell’unico Parroco don Giovanni il quale si avvale della collaborazione del Consiglio Pastorale Parrocchiale congiunto. E’ in questo contesto di unità che l’animazione della vita ecclesiale si avvale di un discreto numero di persone di buona volontà che aiutano il parroco nella liturgia domenicale, nell’animazione oratoriale, nel cammino di iniziazione cristiana dei ragazzi, dei giovani, delle famiglie. La Corale polifonica San Giulio è una realtà da più di venti anni. La chiesa di Cugliate, la parrocchia più grande, è dedicata a S. Giulio prete. La parrocchiale fu eretta nel 1490, staccata dalla Pieve di Agno (Canton Ticino) alla quale apparteneva. I recenti lavori di rifacimento del pavimento (2009), hanno permesso di tracciare la storia di questo edificio le cui basi risalgono al 1200. Modifiche ed ampliamenti si sono susseguiti a partire dal 1300 sino alla attuale forma che risale al 1850. La chiesa della piccola frazione di Fabiasco, dedicata alla Purificazione della Beata Vergine Maria è menzionata in documenti del 1200. Completamente restaurata alla fine del secolo scorso, la chiesa rappresenta un piccolo gioiello di arte perfettamente conservata. In questi giorni sono stati completati i lavori di restauro conservativo del campanile. Sarà proprio Mons. Coletti che benedirà, nel corso della funzione prevista il 7 Dicembre sera, questa nuova opera che testimonia, tra l’altro, il grande attaccamento della popolazione fabiaschese alla loro chiesa. Martedì 6 dicembre a Cugliate in oratorio, il Vescovo ha incontrato nel pomeriggio i ragazzi delle elementari di Cugliate, poi i ragazzi delle medie e a seguire i giovani di tutto il Vicariato. Alla sera l’incontro con la Comunità apostolica di Cugliate Fabiasco. Mercoledì 7 dicembre al mattino visita alla Scuola dell‘ Infanzia di Cugliate Fabiasco; a seguire visite ad alcuni ammalati ed alla sera, presso la Chiesa di Fabiasco, recita del Santo Rosario e benedizione del campanile appena restaurato. PROSSIMI APPUNTAMENTI La visita avrà il suo culmine il giorno 17 dicembre quando alle ore 17 il Vescovo celebrerà la S. Messa nella chiesa di Cugliate a conclusione della sua visita alle comunità di Cugliate Fabiasco. La visita pastorale è una grande occasione che i Cugliatesi e Fabiaschesi attendono con grande gioia. Il vescovo Diego troverà una popolazione attenta alle sue parole e desiderosa di cogliere da essa preziose indicazioni per un rinnovato percorso di fede. Sabato 3 dicembre. Mons. Coletti ha partecipato all’appuntamento vicariale di preghiera Il Vescovo in pellegrinaggio ad Ardena S abato 3 dicembre 2011. Come ogni primo sabato del mese, ormai per il terzo anno, persone, provenienti da tutte le parrocchie del Vicariato, con tutti i loro preti, si sono ritrovate, alle 7.30 del mattino, al punto convenuto, sulla strada che da Marchirolo porta ad Ardena, per la preghiera del Rosario, recitato camminando verso il Santuario. Poi giunti là, il canto delle lodi mattutine, un momento di adorazione eucaristica e la Comunione eucaristica, secondo il messaggio che la Madonna ha dato a suor Lucia di Fatima. La novità di questa mattina è stata la presenza del Vescovo. Il cielo coperto da nubi è ancora avvolto nella semioscurità della notte, e così la preghiera, attendendo l’alba ci aiuta a pensare a Maria, mistica aurora della Redenzione. E’ bella la scelta del nostro Vescovo di condividere, durante la sua visita pastorale, tutti i momenti parrocchiali o vicariali, già in program- ma. E’ il segno del pastore che cammina con il suo popolo e lo guida. Infatti, questa mattina, il vescovo ci precedeva nel cammino verso il Santuario aiutandoci a meditare i misteri gaudiosi del Rosario. Per il nostro vicariato questo appuntamento di preghiera e di conversione è nato dalla convinzione dell’importanza della preghiera che precede e sostiene ogni realizzazione interparrocchiale e vicariale del cammino pastorale. Ci affidiamo, come figli poveri, alla potente intercessione del Cuore Immacolato di Maria. Il Vescovo oggi ci ha invitato a vivere l’Adorazione eucaristica in tutti i momenti possibili per legarci con un’amicizia sempre più profonda e sincera con Gesù. Commentando poi la lettura delle lodi, che parlava dello Spirito del Signore come Sapienza e Intelletto, Consiglio e Fortezza, Conoscenza e Timor di Dio, ci ha fatto notare come questi sei doni dello Spirito Santo vanno a coppia. I primi due riguardano la mente, per conoscere Gesù, i secondi due la forza per amare Gesù e gli ultimi la spinta a un rapporto sempre più intenso con Gesù fino a quando saremo con Lui, come dice San Paolo. Oggi il Vescovo ha pregato con noi e al termine ci ha chiesto di ricordarci di pregare per Lui. E’ quanto abbiamo fatto spesso in questi pellegrinaggi, in modo particolare abbiamo pregato per Lui oggi. In cuore silenziosamente, ciascuno, crediamo, ha promesso di continuare a pregare il Signore Gesù per il nostro Vescovo Diego e il suo ministero tra noi. Potenza della preghiera. Dove anche le opere nostre non possono giungere là certo possiamo arrivare con la nostra preghiera. Soprattutto se questa supplica o lode è posta nelle mani di Maria che, come abbiamo cantato al termine, dell’aurora sorge più bella. In Missione ✎ La speranza kenya A Korogocho, dicembre è un mese speciale: gli ex bambini di strada escono dai centri di recupero per iniziare una nuova vita P I bambini di strada rinascono a Natale bambini che affollano le strade di questa baraccopoli di Nairobi costruita sulla discarica perché hanno una famiglia o un tutore da cui poter tornare, perché hanno lasciato la scuola, perché non hanno ancora fatto uso di droga o alcool, grandi piaghe anche per bambini molto piccoli qui. Da febbraio frequentano quotidianamente il Centro, quella che per loro piano piano diventa una vera e propria casa (Boma del resto vuol dire proprio questo). Qui entrano alla mattina, mangiano, lavorano nelle classi per prepararsi a tornare a scuola, si lavano, giocano, frequentano corsi di pittura, di danza, fanno sport… fanno i bambini, insomma. Bambini che pian piano tornano a imparare a fidarsi degli altri, ad essere responsabili di sé. Nel frattempo gli assistenti sociali gli insegnano la tenerezza e girano nelle scuole e nelle loro famiglie per prendere contatti che garantiscano loro un corso regolare di studi e perché le famiglie possano riprendere in casa i figli, bambini cresciuti sulla strada. Il Napenda Kuishi Center è invece una struttura più complessa. Qui i ragazzi sono di meno, sono tutti maschi, sono ragazzi più difficili. Hanno dipendenze R iabilitazione. Vuol dire “ritornare ad essere capaci”. Ma spesso i percorsi di riabilitazione sono molto più complessi che un semplice “tornare a fare”. Spesso bisogna imparare di nuovo ad “essere”. Ben lo sanno i circa centoventi ragazzi che stanno terminando al Boma Rescue Center e al Napenda Kuishi Center di Korogocho il loro percorso di riabilitazione. Quando alla fine di dicembre si apriranno i cancelli per loro per l’ultima volta dopo la cerimonia di “diploma”, questi ragazzi che sono partiti dalla strada dovranno dimostrare di saper farcela, di essere diventati ragazzi nuovi, di essersi ripresi il loro “essere”. Non è facile. Il Boma Rescue Center è un centro diurno di accoglienza per ragazzi di strada. Hanno tra i sei e i diciassette anni e sono stati contattati dagli assistenti sociali nello scorso mese di gennaio. Sono stati scelti tra i tanti M Centrafrica, Una cassa missionaria Sabato, 10 dicembre 2011 13 ettere in sicurezza i risparmi e farli circolare in forma di microcrediti: questi gli obiettivi con cui i missionari di Bozoum, nel nordovest del Centrafrica, hanno dato vita ad una Cassa di risparmio e credito che ha già riscosso un significativo successo. “Da qui a gennaio – spiega all’agenzia Misna padre Aurelio Gazzera, missionario carmelitano – prevediamo l’apertura di altre tre casse a Ndim, Mgaundaye e da alcool o droga e faticano a staccarsi dalla strada. Per loro il percorso è più difficile e più lungo. Il primo anno lo passano a Korogocho nel centro diurno. Studiano, giocano, imparano il rispetto delle regole, imparano a prendersi cura di sé, imparano a dire napenda kuishi, “mi piace vivere”. Poi vengono trasferiti a Kibiko, sulle colline del Ngong per un altro anno. Alcuni non possono tornare a casa, altri hanno dei brevi periodi di vacanza. Vanno a scuola sulle colline, lontano dalla città, lontano dalla strada, dalla baraccopoli. Alcuni lì non ci vogliono proprio stare. A tutti si cerca di trovare una sistemazione presso i familiari che sono rimasti nei villaggi così che al termine dell’anno non debbano tornare in città e stiano lontani da ciò che li ha rovinati la prima volta. Ma è difficile: Korogocho, nonostante tutto il suo dolore e la sua miseria, attira come un mondo pieno di contatti, amicizie, vita. Eppure… eppure questi ragazzi, con il loro impegno, con le loro storie, con le loro fatiche, sono segni chiari di speranza, la speranza di chi lotta per un futuro. E a gennaio, instancabili, gli assistenti sociali saranno di nuovo sulle strade nella speranza di offrire una casa ad altri bambini. Koui rispettivamente a 210, 160 e 170 chilometri da Bozoum. Abbiamo iniziato grazie al sostegno del Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo. Ora la Cassa - sottolinea padre Aurelio Gazzera - conta 840 membri, ha risparmi per 31 milioni di franchi Cfa (46.500 euro circa). In un anno e mezzo di attività ha concesso crediti per 26 milioni (quasi 40.000 euro)”. La Cassa offre anche servizi per il trasferimento adre Stefano Giudici, comboniano di Villa Guardia, da Korogocho, baraccopoli di Nairobi, ci parla di Speranza. “Già, la speranza. Stiamo arrivando a dicembre che per noi a Korogocho e Kibiko, è il mese del “ritorno a casa” dei ragazzi di strada, ormai riabilitati, che sono stati nei nostri centri per tutto questo anno. Una fase indubbiamente molto delicata, di continui incontri e dialogo serrato con le famiglie per capire dove il ragazzo andrà ad abitare, con chi, e dove studierà. I genitori, cioè quasi sempre la mamma, sono sempre un po’ restii, titubanti, non per malavoglia, ma proprio perché sono consapevoli della complessità della situazione. “Ce la faremo? Ce la farà mio figlio? Saprò aiutarlo? E come?”. Ma è comunque un passaggio obbligato per testare la solidità della riabilitazione avvenuta, sia nel ragazzo che nel genitore. Mercoledì scorso ero a Kibiko e durante la Messa di ringraziamento per il compleanno di Anastasia, la coordinatrice, i ragazzi hanno deposto sull’altare i loro biglietti con scritto le loro paure e i loro desideri, cioè la loro speranza. Mi hanno chiesto, un po’ vergognosi, di non leggerli ad alta voce davanti a tutti, cosa alla quale ho ovviamente ubbidito. Me li sono letti a casa, da solo, in un momento di preghiera: nel loro kiswahili storpiato (i tanti anni in strada si sentono anche nella grammatica...), hanno espresso paure e sogni, riguardanti soprattutto le loro famiglie: “Signore, aiutami a non ricadere in cattive compagnie. Signore, fa’ che mio papà smetta di bere. Signore, fammi passare gli esami. Signore, aiutami a continuare su questa strada...” Il sogno di una vita buona, bella, piena. È il sogno nel cuore di ogni persona, se ha il coraggio di scoprirlo e dargli voce. È senz’altro il sogno del nostro Dio, almeno del Dio in cui credo. È la speranza che ci muove, che diventa obiettivo di vita.” A CURA DI BENEDETTA MUSUMECI di denaro tra Bozoum e la capitale Bangui, che dista circa 400 chilometri. Attualmente, i ritardi sul pagamento dei crediti concessi è inferiore al 4%. “Un risultato straordinario - sottolinea padre Aurelio - che ha riscosso successo tra gli abitanti”. “La Cassa rappresenta una risposta a un bisogno, la volontà di dare una spinta a un’economia un po’ debole, ma che ha una certa vitalità (lo testimonia la capacità di risparmio) e che ha bisogno spesso di piccole cifre per poter far crescere le attività locali”. Con 150 euro una donna può fare acquisti all’ingrosso, nel momento del raccolto, e poi rivendere con un buon margine di guadagno. Un artigiano o un contadino, con 100 euro, possono comprare sementi e concime. “Basta poco – conclude il missionario – per dare un po’ di speranza e per rafforzare la dignità di un lavoro”. La stampa missionaria lancia un appello contro la chiusura di sette sedi di corrispondenza della Tv di Stato Non chiudete gli occhi alla Rai! “N on possiamo accettare che la Rai decida di ridurre drasticamente gli uffici di corrispondenza e addirittura di chiudere le sedi di Nairobi, Beirut, Istanbul, Nuova Delhi e Buenos Aires e il canale Rai Med”. Inizia così l’appello lanciato nei giorni scorsi da alcune testate missionarie e dalle associazioni dei giornalisti di fronte alla decisione della direzione generale della Rai di chiudere sette sedi di corrispondenza all’estero. In base alla decisione del direttore generale Lorenza Lei, approvata all’unanimità dal Consiglio di amministrazione, restano in funzione solo gli uffici di Berlino, Il Cairo, Gerusalemme, Londra, New York e Washington, Parigi e Pechino. Una decisione necessaria, secondo l’azienda, per far fronte agli 85 milioni di euro di tagli decisi per il 2012. “Questo progetto – scrivono i firmatari dell’appello - è profondamente contrario agli interessi dell’Italia e degli italiani che devono essere messi nelle condizioni di affrontare da protagonisti le grandi sfide del nostro tempo. Al contrario serve una maggiore apertura internazionale della Rai che ci deve aiutare a capire in tempo reale quello che accade nel mondo costruendo ponti fra le culture e le civiltà e diffondendo la cultura della pace, del dialogo, della cooperazione e dell’integrazione. Le sedi di corrispondenza della Rai non sono uno spreco ma un investimento strategico per il nostro paese. Non vanno chiuse, ma sostenute da nuovi spazi nei palinsesti quotidiani capaci di portare in primo piano la vita delle persone e dei popoli”. La riorganizzazione prevede anche la formazione di un unico canale “all-news” internazionale che integrerà il servizio “Rainews 24” e “Televidio”, creando un unico portale web tra tutte le reti della Rai. Tra i primi firmatari dell’appello ci sono Flavio Lotti, coordinatore nazionale Tavola della pace, Franco Moretti, direttore rivista Nigrizia, Carmine Curci, direttore Misna, Mario Menin, direttore rivista Missione Oggi, Gian Mario Gillio, direttore rivista Confronti, Alex Zanotelli, direttore rivista Mosaico di Pace, Franco Siddi, segretario nazionale FNSI (Federazione Nazionale Stampa Italiana) e Roberto Natale, presidente FNSI. Como Cronaca 14 Sabato, 10 dicembre 2011 “Costruttori di cammini”. L’avventura di Iubilantes in un libro. I l volume «“Costruttori” di cammini. Iubilantes, quindici anni» sarà presentato giovedì 15 dicembre, alle ore 20.45, presso il Salone Arcobaleno della Casa Divina Provvidenza - Opera Don Guanella, a Como (via T. Grossi 18, ampio parcheggio interno), con la partecipazione del giovane duo Lemon Lime Bitter. La serata è a ingresso libero. Per informazioni sull’evento, sul libro e sulle attività dell’associazione: Iubilantes, Via G. Ferrari 2, Como; tel. 031.279684; fax 031.2281470 e-mail: [email protected]; sito internet: www. iubilantes.eu. Il libro sarà presentato giovedì 15 dicembre presso il Salone Arcobaleno della Casa Divina Provvidenza di Como Traguardo. Un’associazione ispirata ai valori della solidarietà, dell’ospitalità, della cooperazione fra i popoli, della riscoperta della comune identità culturale europea Iubilantes: 15 anni di vita C ’era una volta… un gruppo di amici che hanno fondato un’associazione. Erano in sette, avevano storie diverse, ma erano legati da una comune passione: riscoprire le antiche vie dei pellegrini e condividere e diffondere il gusto del pellegrinaggio a piedi. Li univa un sogno: come gli antichi “romei”, mettersi in cammino per Roma... E perché non farlo, tanto per iniziare, proprio per il grande evento del Grande Giubileo del 2000? Perché per loro, il gusto della riscoperta era anche, e soprattutto, gusto della scoperta lenta dei luoghi e della storia… È nata così Iubilantes: l’hanno chiamata così non solo per il Giubileo, ma anche, e soprattutto, per un sogno di libertà. Avevano intuito infatti che, come il giubileo biblico liberava dai debiti e dalla schiavitù, così il mettersi in cammino li rendeva fragili, sì, ma anche liberi di ritrovare se stessi e il proprio tempo, in spirito di partecipazione e condivisione. Scriveva Henry David Thoreau: «Se sei un uomo libero, allora sei pronto a metterti in cammino». Sono andati a Roma, i nostri amici, e hanno scoperto che la loro intuizione era giusta. Il cammino ti mette di fronte alla tua condizione di eterno viandante. Fragile, provvisorio, mai padrone, sempre ospite, che deve andare piano, rispettare ciò che ha intorno e ringraziare per ciò che riceve, come ci ricorda il libro del Levitico: «La terra è mia, e voi siete forestieri e ospiti presso di me» (Lev 25,23). Ci racconta la presidente di Iubilantes, Ambra Garancini: «La nostra associazione si ispira ai valori della solidarietà, dell’ospitalità, della cooperazione fra i popoli, della riscoperta della comune identità culturale europea, dell’approccio umano e personale alla Iubilantes, 2011: dal “viaggio del cuore” in Romania C’era una volta un gruppo di amici accomunati dalla passione per le vie dei pellegrini... storia, all’arte, alla cultura in generale. Questi valori sono evidenti nella dimensione del pellegrinaggio, fattore unificante di civiltà e radice storica del nostro presente. In concreto, ci poniamo l’obiettivo di riproporre in termini moderni questa esperienza, riscoprendo, praticando e diffondendo il gusto antico e sempre nuovo del viaggiare a piedi e lo spirito di accoglienza e solidarietà che lo caratterizzano, nonché il gusto del contatto dolce con l’ambiente, i monumenti e le tradizioni». Anche il logo è significativo: l’immagine Visita guidata a S. Abbondio con “Mondo Turistico” L sempre più amici. Ci riferiamo ad esempio al Cammino di San Pietro martire, da Cantù a Seveso, sulle orme di questo santo predicatore, secondo patrono della Diocesi comense, un percorso nato dalla ricerca storica e documentaria, verificato sulle antiche mappe e ritrovato sul terreno, ma che poi dovrà essere esteso fino a raggiungere la prima Milano e poi la Via Francigena per Roma. Oppure al “Cammino” dei Tesori, per la riscoperta e la rilettura delle chiese e dei luoghi di culto lariani non solo dal consueto punto di vista storico e artistico, ma anche attraverso quello, più sentito e più “vero” del loro legame con il territorio e con la gente. E poi ancora il “Cammino” della vecchia ferrovia Grandate – Malnate, una interessante green way da recuperare come bene e valore comune; il “Cammino” del parco del’ex OPP San Martino, da luogo di San Cristoforo, protettore dei viandanti, affiancato dal Duomo di Como e la Basilica di S. Pietro di Roma, emblemi rispettivamente della sede sociale dell’associazione e della meta del pellegrinaggio romeo, uno dei più antichi del mondo cristiano. Lo accompagna il motto: “Viaggiare a piedi – Viaggiare con il cuore”. Passo dopo passo sono trascorsi quindici anni. Iubilantes è cresciuta. Ha intrapreso nuove strade, si è fatta tanti nuovi amici in tutto il mondo. «Ma la cosa più bella – prosegue Ambra Garancini - è scoprire, ora, guardando indietro, che il suo lavoro di questi anni è stato soprattutto quello di “costruire” cammini. Cammini veri, fatti di sentieri e di strade, ma anche di cultura, di ricerca, di tentativi di scoprire nuovi modi di leggere il nostro territorio. Culturale “Mondo ’Associazione Turistico” organizza per sabato 17 dicembre una visita guidata alla Basilica di S. Abbondio a Como. L’appuntamento è fissato per le ore 14.30 a Como, davanti all’ingresso della Basilica (via Regina Teodolinda). S. Abbondio è uno dei massimi esempi del romanico comasco. L’edificio, costruito in pietra moltrasina, ha cinque navate, un’abside molto allungata ed è fiancheggiato da due Nel suo piccolo, per come ha potuto e saputo fare, Iubilantes è diventata “costruttrice” di cammini e intende continuare a farlo… Perché la cosa ancora più bella è sapere che, guardando avanti, al futuro, molti altri cammini aspettano, pronti a farsi scoprire…. Un futuro antico sempre alle porte, pronto a rivelare, se sapremo vedere, ciò che siamo stati e ciò che potremo meglio essere…». Ed è proprio in quest’ottica che, in occasione del quindicesimo anno di attività, Iubilantes ha dato alle stampe un’interessante pubblicazione «“Costruttori” di cammini. Iubilantes, quindici anni», in cui non indulge su quanto già fatto, ma presenta i cammini ancora “in costruzione”, iniziati e non ancora conclusi, ma che lo saranno presto con l’entusiasmo, il sostegno e la voglia di camminare di slanciati campanili. L’interno è una foresta di colonne, che conferiscono all’ambiente solennità e fascino. Nel presbiterio vanta un ciclo d’affreschi d’epoca giottesca, fra i meglio conservati del territorio e recentemente restaurati. Sul lato nord della chiesa si trova una grande costruzione, nata come monastero benedettino, adibita a usi diversi nei secoli passati e poi abbandonata. Dal 2007 un Un nome che si lega all’anno del Giubileo, ma racchiude anche un sogno di libertà di dolorose memorie a luogo di “ben-essere” per la città; il “Cammino” della Memoria, un viaggio per i nostri territori attraverso le vecchie immagini; il Cammino di San Giorgio vescovo, addirittura in Sardegna, nell’Ogliastra e in Barbagia. Senza dimenticare anche il “Camminacittà” per la cultura dell’accessibilità dei luoghi e degli strumenti per la loro conoscenza, e la partecipazione al Cammino di don Guanella, recentemente ideato dalla Provincia Sacro Cuore dei Servi della Carità – Opera Don Guanella. SILVIA FASANA accurato restauro ha permesso di riutilizzare questo edificio come sede universitaria e di rendere fruibile al pubblico il bellissimo chiostro centrale. La quota di partecipazione è di 7 euro per i soci, di 8 euro per i non soci (inclusa donazione per la chiesa). Per informazioni e prenotazioni (obbligatorie): Mondo Turistico, tel. 339.4163108; e-mail: [email protected]. (s.fa.) Como Cronaca Strade La prima è stata presentata dall’Amministrazione Provinciale, la seconda da Infrastrutture Lombarde Tangenziale: due ipotesi C ronoprogramma alla mano tra dieci mesi potremo al massimo non solo sapere quale sarà (si spera) il tragitto del secondo lotto della tangenziale di Como ma disporre anche della progettazione definitiva di tale intervento. La scorsa settimana presso il nuovo Palazzo Lombardia, sede della Giunta regionale, si è svolto un incontro dell’Assessore regionale alla Viabilità, Raffaele Cattaneo, nell’ambito del quale sono state La scorsa settimana sono state presentate in Regione le due varianti relative al secondo lotto dei lavori presentate le due proposte attualmente al vaglio e relative alla realizzazione del “Secondo Lotto della Tangenziale di Como”. Nel dettaglio una a firma dell’Amministrazione Provinciale (svincolo in località Acquanera, ingresso in galleria a sud di Albate ed interconnessione sulla SP 342 tra Montorfano ed Orsenigo) ed una seconda predisposta da Infrastrutture Lombarde (svincoli più contenuti in località Bernate Rosales ed a Navedano, ingresso in galleria prima di Senna Comasco ed interconnessione sulla SP 342 tra Montorfano ed Orsenigo) che prevedono differenze tecniche nella realizzazione dei tunnel dal lotto attualmente in costruzione tra Grandate e la località Acquanera. I consiglieri regionali comaschi hanno ottenuto che ora l’Amministrazione Provinciale potrà avviare un confronto con i Comuni e le realtà interessate per formulare proposte in proposito a Regione Bollino: multe più care Raddoppia la multa che si rischia di prendere se si viene colti a percorrere le autostrade svizzere senza aver esposto la “vignetta”, ovvero il contrassegno adesivo obbligatorio valido un anno e che deve essere applicato ben in vista sul parabrezza. Dal primo dicembre, quando è entrato in vigore il nuovo tagliando per il 2012 a doppia tonalità verde, si pagheranno 200 franchi (circa 180 euro) anziché gli attuali cento. La decisione è stata assunta dal Consiglio federale svizzero. E’ stata al momento congelata invece l’ipotesi di un rincaro del contrassegno che continuerà ad essere venduto ad un prezzo di 40 franchi contro l’ipotizzato costo di cento annunciato a inizio anno. Un aumento che si era preso in considerazione per far fronte ai costi crescenti di gestione e manutenzione della rete autostradale svizzera. La “vignetta”, per i veicoli privi di parabrezza come le moto e i rimorchi deve essere incollata, ben visibile, su un fianco e su una parte del veicolo non intercambiabile. Le misure previste in caso di abusi sono state infatti inasprite. La dogana ha trasferito ad organizzazioni private i controlli al confine e il perseguimento delle infrazioni. Il riutilizzo o la manipolazione di un contrassegno è un reato che può essere perseguito secondo le norme del diritto penale elvetico. (l.cl.) terminale del lotto 1, con la possibilità che se tali variazioni saranno ritenute sostanziali occorrerà una nuova approvazione del progetto da parte del CIPE (Comitato Interministeriale Programmazione Economica). Di certo c’è solo la sospensione temporanea delle lavorazioni di cantiere attualmente in corso per la galleria di Grandate, valutate in un periodo di tempo compreso tra 5 e 10 mesi. (l.cl.) Notizie flash ■ Regione Menzione speciale all’Opera don Guanella nell’ambito del Premio per la Pace 2011 La Congregazione dei Servi della Carità – Opera don Guanella riceverà una Menzione Speciale nell’ambito della XIV edizione del “Premio per la Pace” di Regione Lombardia, la cui cerimonia di consegna si svolgerà martedì 13 dicembre alle ore 17.00 presso l’Auditorium di Palazzo Lombardia a Milano (Piazza Città di Lombardia 1). L’iniziativa, nata nel 1997, ha lo scopo di favorire la cultura della pace e della solidarietà attraverso l’assegnazione di riconoscimenti a persone, enti pubblici e privati ed associazioni regionali che hanno realizzato azioni di pace o testimonianze di solidarietà attraverso iniziative per la cooperazione allo sviluppo. La candidatura è stata avanzata e promossa dalla Provincia di Sondrio, che ha inteso così onorare il suo concittadino più illustre, nell’anno della sua canonizzazione. Grande la gioia della Congregazione, di cui il Superiore Provinciale della Provincia Sacro Cuore, don Remigio Oprandi (che ritirerà la benemerenza, insieme ai rappresentanti dell’Istituto S. Gaetano di Milano) si fa interprete: «Siamo veramente commossi di questo riconoscimento, perché ci rende ancora più consapevoli e orgogliosi del grande compito indicatoci dal nostro Fondatore: quello di portare “Pane e Signore” ai più poveri ed abbandonati in ogni parte del mondo, per favorire una cultura di pace». ◆ Freccia lombarda Notizie flash ■ Svizzera Lombardia, tenendo conto che, attualmente, i problemi da risolvere sono due: il reperimento delle risorse necessarie nonché la garanzia che, in ogni caso, vengano rispettati i contenuti dell’accordo di programma relativo al sistema viabilistico Pedemontano che prevedono la realizzazione complessiva della tangenziale di Como. Inoltre in base a quella che sarà la soluzione scelta occorrerà poi apportare modifiche al tratto Sabato, 10 dicembre 2011 15 In mezz’ora da Como a Milano? I n mezz’ora da Como a Milano a bordo di una “Freccia lombarda”, treno ad alta velocità destinato a integrare il servizio dei tradizionali convogli regionali, che sulla stessa tratta di tempo ce ne mettono almeno il doppio. Si tratta per ora di una ipotesi, lanciata la scorsa settimana a Milano dall’assessore regionale alla Mobilità, Raffaele Cattaneo, varesino, e che riguarda capoluoghi e grossi centri distanti una cinquantina di chilometri dalla metropoli. “E’ un’idea in fase di studio e su cui stiamo ragionando - ha affermato l’assessore - una delle cose da verificare è la possibilità di far stare sulle linee un ser- Continua a Rebbio la vendita benefica di prodotti in ulivo per le famiglie della Terra Santa vizio che non intralci con il servizio esistente, la freccia regionale non può essere fatta a danno dei collegamenti ordinari”. L’intenzione di Regione Lombardia e Trenord, la Srl costituita da Trenitalia e FNM per operare da monopolista nel settore del trasporto ferroviario passeggeri lombardo, è offrire un “servizio diverso con treni nuovi e confortevoli” ad un prezzo più conveniente dell’alta velocità nazionale, già presente su alcune tratte. L’ipotesi ri- « I guarderebbe i capoluoghi di provincia e le città più significative del territorio nel raggio di 50 chilometri che sarebbero così collegati a Milano in circa 30 minuti (da Como a Varese, da Lecco a Cremona a Crema per esempio). Una tratta come la Como-Milano, percorsa ogni giorno da migliaia di pendolari, sia su treno che su strada, con numerosi problemi e disagi, potrebbe quindi trovare una soluzione ai suoi problemi all’ordine del giorno (ritardi, cancellazioni, disagi sui convogli). n considerazione della situazione relativamente tranquilla in Terra Santa c’è il forte rischio di dimenticare che i “nostri cristiani” hanno ancora bisogno del nostro aiuto». Chi parla è Mario Bianchi, presidente del GTR, il Gruppo Turistico Rebbiese, associazione che da anni promuove la vendita di prodotti in ulivo, per «esprimere solidarietà e carità cristiana a quanti hanno deciso di rimanere in quella Terra benedetta, pur in mezzo ad enormi difficoltà». Mario Bianchi si rivolge in particolare ai parroci, alle Commissioni Missionarie e ai tanti amici della Terra Santa perché incoraggino, nel proprio ambito, tale vendita, contribuendo così in modo concreto alle necessità delle famiglie cristiane della zona di Betlemme. I prodotti in ulivo provenienti dalla Terra Santa sono in vendita presso la Sala Incontri “Mons. Erminio Bardella”, a Rebbio, in via P. Paoli 25 (nei pressi della sede del giornale “La Provincia”), ogni lunedì dalle h. 14.30 alle h. 17.30 e dalle h. 20.45 alle h. 21.30. 16 Sabato, 10 dicembre 2011 Como Cronaca AsLiCo Torna “Opera Education” O “ pera Education”, la Proposta l’edizione 2012 piattaforma ideata da di un appuntamento che, AsLiCo, che da sedici da sedici anni, produce anni produce progetti musicali didattici e di spettacolo rivolti progetti musicali didattici seleziona bambini di dieci anni a bambini e giovani, ha scelto per appassionati di canto, chiamati a e di spettacolo rivolti l’edizione 2012 l’opera di Wolfgang reinterpretare un estratto delle opere a bambini e giovani. Amadeus Mozart. Una musica che del grande genio secondo i vari generi verrà approfondita da bambini di musicali (Mozart in versione pop, Sarà l’anno di Mozart diverse fasce d’età e da liceali, prima rock, blues, rap, classico). I bambini in classe con un percorso didattico appropriato, poi nei che rientrano nella fascia d’età indicata, e intendessero più importanti teatri italiani. “Opera Education 2012” partecipare, potranno consultare, dal 19 dicembre, il approfondisce, in particolar modo, il Mozart degli ultimi bando di concorso e le tracce musicali scaricabili sul anni viennesi prendendo in considerazione la “Sinfonia sito www.operaeducation.org. Il debutto di “Orchestra in do maggiore K. 551” (“Jupiter”) e “Il flauto magico”, una in gioco”, con la Sinfonia “Jupiter”, è stato il 7 dicembre fiaba adatta ai bambini, una sorta di figura poliedrica che al Teatro Sociale di Como. L’Orchestra 1813 è diretta da racchiude una miriade di significati e suggerisce letture Matthieu Mantanus. Obiettivi della rassegna, per ragazzi differenti, a seconda di come e chi la guarda. Un ottimo dai nove ai quindici anni, è familiarizzare i giovani oggetto di studio, di conoscenza e di apprendimento alla musica sinfonica rendendoli partecipi e non solo dei tre progetti d’introduzione all’opera (“Opera kids”, semplici spettatori; trasmettere ai docenti strumenti “Opera domani” e “Opera it”), che coprono l’intero arco per poter insegnare musica a scuola senza avere una educativo, dai tre ai diciotto anni. Un’importante novità specifica preparazione e fare in modo che l’esperienza dell’edizione 2012 è data dal felice connubio fra AsLiCo con la musica non sia episodica, bensì parte integrante e DeAKids, il canale televisivo satellitare per ragazzi di della vita del bambino. “Opera it”, che debutterà al Teatro De Agostini Editore. L’obiettivo condiviso è quello di Sociale il prossimo 20 gennaio, presenterà “W.A.M., trovare nuovi modi che possano contribuire a modificare ovvero Mozart e l’esaltante tragedia dell’essere Pop”, un la percezione del belcanto fra i ragazzi, dando vita a un adattamento musicale di Federica Falasconi (progetto e vero e proprio evento di “I-do-tainment”, ossia divertirsi regia di Francesco Micheli, scene e costumi di Federica facendo le cose in prima persona. “Mozart a modo mio” Parolini, tenore Stefano Ferrari, voce recitante Fabrizio è un progetto che parte con un bando di concorso che Pagella, pianoforte Federica Falasconi). “Opera it” è nata con l’intento di avvicinare gli adolescenti all’opera lirica, un genere di spettacolo dal vivo considerato oggigiorno desueto, lontano dalla modernità e dalla tecnologia attuali. Superato questo pregiudizio è invece possibile scoprire come l’opera sia vicina ai ragazzi. Il 27 e 28 gennaio, sempre al Teatro Sociale, debutterà “Il piccolo flauto magico”, per il ciclo “Opera kids”, un progetto dedicato alle scuole dell’infanzia. L’adattamento musicale è di Federica Falasconi (drammaturgia e regia Stefania Panighini, scene e illustrazioni Giada Abiendi, soprano Bianca Tognocchi, baritoni Mattia Olivieri e Tommaso Quantilli, pianoforte Elisa Montipò). Il Teatro Sociale di Como, il 27 febbraio, per “Opera domani”, un progetto per la produzione di opere liriche introdotte da percorsi didattici adatti a ragazzi di età compresa fra i sette e i quindici anni, proporrà “Il flauto magico, ovvero sconfiggere i mostri” (regia Stefano Simone Pintor, scene Gregorio Zurla, costumi Stefania Barreca, cantanti AsLiCo, Orchestra 1813). “Opera Education” è un’attività che sta diventando sempre più importante, tanto più se si considera la crisi economica in atto che tende a ridurre drasticamente i fondi per la cultura. E’ un importante investimento per il futuro e per una società migliore. E’ un progetto vincente, un piccolo miracolo che continua a crescere. Alberto Cima Presepe vivente in piazza Duomo L a sacra rappresentazione del presepe vivente, l’11 dicembre in piazza Duomo, a Como, alle 14.30, alle 16 e alle 17.30, raggiunge quest’anno la 18° edizione. Si può dire, dunque, che il presepe vivente a Como diventa maggiorenne. Nasce infatti nel 1993 dall’esigenza di alcuni amici che - interrogati dai propri figli piccoli e colpiti da una certa dimenticanza del senso ultimo partecipazione densa di del Natale così come proposto umanità e passione da nelle vie della città - decidono di parte di mons. Coletti mettersi insieme nel preparare negli ultimi tre anni. Il un gesto pubblico che, nella sua presepe vede il coinvolsemplicità, potesse essere di aiuto gimento di 30 coristi, 13 a far memoria dell’Incarnazione attori recitanti, 100 comdel figlio di Dio nel mondo che parse e 20 persone addette alle strutture, tutti al con Cristo diventa compagnia lavoro sin dal mese di settembre. L’iniziativa è proquotidiana e sostegno al vivere mossa dall’associazione “De-Sidera” onlus, con il quotidiano. Mons. Maggiolini ha patrocino di Comune e Provincia di Como. Scopo partecipato al gesto fin dalle pri- della rappresentazione è quello di testimoniare, me edizioni dimostrando il suo attraverso un gesto semplice, il senso ultimo del affetto e il suo sostegno paterno. Natale, oltre che assicurare sostegno alle iniziative La stessa cosa è avvenuta con la dell’Associazione volontari per lo sviluppo inter- Notizie flash ■ Agorà Riflessione e cena al Card. Ferrari Martedì 13 dicembre, alle ore 18, avrà luogo l’incontro di riflessione e dialogo dell’associazione “Agorà” presso il Centro Card. Ferrari, secondo il seguente programma: ore 18 S.Messa nella chiesa del centro; ore 18.30 introduzione di mons. Angelo Riva sul tema: “Chiesa e politica all’epoca del bipolarismo e del pluralismo religioso” dal libro di Stefano Ceccanti: “Al cattolico perplesso”, ed. Borla. Seguirà il confronto tra i partecipanti. Verso le 20.30 un buffet condiviso consentirà di continuare il dialogo in modo più conviviale. Per la cena è richiesto un contributo spese, prenotazioni al numero 031-262371. Notizie flash ■ Rebbio Profughi: quali prospettive? nazionale. I progetti attualmente promossi da Avsi sono in Kenia, dove anche nella carestia del Corno d’Africa l’emergenza è l’educazione; in Egitto per offrire sostegno alle scuole del patriarcato e formazione degli insegnanti; ad Haiti per un centro educativo per bambini e ragazzi; nella Repubblica del Congo per permettere l’accesso di tutti alla scuola attraverso un sostegno a distanza. La circoscrizione 3 di Camerlata ha organizzato l’incontro: “Profughi: quali prospettive? La situazione degli immigrati dalla Libia, tra presente e futuro”. L’appuntamento è per lunedì 12 dicembre, alle ore 20.45, presso la sede della Circoscrizione 3, in via Varesina 1, a Camerlata. Interverranno: Corrado Conforto Galli, capo Gabinetto Prefettura di Como; Franca Gualdoni, responsabile Servizi Sociali e Politiche Educative Comune di Como; Roberto Bernasconi, direttore Caritas Diocesi di Como; Marco Servettini, Coordinatore profughi Acli – Caritas; Luigi Capiaghi, responsabile Centro di Accoglienza di Prestino; Luciana Spalla, responsabile CRI profughi MiniHotel Baradello, Piero Camporini, coordinatore corsi di lingua italiana; don Giusto Della Valle, parroco di Rebbio. Moderatore: Marco Gatti, giornalista de ‘Il Settimanale della Diocesi’. ■ S. Fedele Proseguono i “sabati d’organo” per l’Avvento Presso la basilica di S. Fedele, a Como proseguono, il sabato alle 17.30, le elevazioni musicali con brani d’organo promosse in questo periodo d’Avvento. Le prossime date in programma saranno: 10 dicembre, con l’organista Gianluca Origgi, e il 17 dicembre, con l’organista Stefano Venturini. ComoCronaca Pietro Lingeri, Giuseppe Terragni, Cesare Cattaneo... E cco l’elenco dei progetti analizzati ed illustrati nel corso di questo “viaggio” dentro l’architettura comasca: Pietro Lingeri Monumento ai caduti di Ossuccio, 1924 Tomba Surdo a Bolvedro, 1968. Sabato, 10 dicembre 2011 17 Giuseppe Terragni Cappella Funeraria per Domenico Ortelli, Cimitero di Cernobbio, 1929; Edicola funeraria per Leonardo Pirovano, Cimitero Monumentale di Como, 1928-1930-1931; Edicola funeraria per Gianni Stecchini, Cimitero Monumentale di Como, 1928-1930-1931; Progetto di Cattedrale in cemento armato, 1932; Basamento e Cripta del Monumento ai caduti di Como, 1931-33; Monumento a Roberto Sarfatti, Col d’Echele, 1934-35. Cesare Cattaneo Progetto di Chiesa a settore circolare, 1939-1943. Architettura. I documenti di un concorso che prevedeva l’edificazione, tra il Broletto e S. Giacomo, di un’opera a commemorazione dei contadini - soldato defunti Un monumento ai caduti N egli anni immediatamente successivi alla Prima Guerra Mondiale verranno edificati diversi monumenti celebrativi in commemorazione dei milioni di contadini - soldati morti per la Patria. È del 1926 il Concorso per il Monumento ai Caduti di Como nella zona monumentale tra il Broletto e San Giacomo. La cartografia elaborata da Gianfranco Caniggia ricostruisce l’assetto della città in quel luogo: davanti alla basilica di San Giacomo un Pronao allineato sul filo del Broletto e del Duomo. L’ipotesi ricostruttiva posta alla base del concorso del 1926 è quella di Federico Frigerio, architetto eclettico comasco e responsabile della fabbrica del Duomo di Como. Attorno al destino e al disegno di quest’area si sono condotte cruente battaglie polemiche tra cui quella di Giuseppe Terragni nell’inedita veste del “Pepin”: disegnatore della rivista Satirica “ la Zanzara” incisivamente presente in quel primo dopoguerra. Quella ritratta dal “Pepin” è l’umanità varia che abita l’antica Como, una città dove la residenza è più o meno stratificata orizzontalmente e dove tutte le funzioni coesistono frontalmente: le grandi fabbriche, le antiche vie lacuali, le Ferrovie Nord, le tramvie, l’antico WestwerkPronao della chiesa doppia di San Giacomo, la Cortesella, il macello, il portico della Casa Vietti (non ancora ritrovato), i bar e altri luoghi più o meno segreti, lo stadio, il calcio, il canottaggio e, non ultimo, il lago. Le vicende del WestwerkPronao di San Giacomo e della Cortesella qualche anno dopo, testimoniano di come i Razionalisti Comaschi e in particolar modo Giuseppe Terragni costruiscano i loro progetti dentro il cuore della città antica e come il confronto con la struttura fisica e monumentale sia naturalmente obbligato come se la città antica sia ancora artefice del moderno. E’ una vicenda drammatica, ma decisiva nella quale Giuseppe Terragni, “Pepin” viene colto prima nell’esercizio del furore iconoclasta volto a richiedere a gran voce l’intervento del piccone demolitore attraverso la rivista satirica, dopo a riproporre insieme a Pietro Lingeri, sullo stesso identico luogo, essenzialmente un nuovo Westwerk-Pronao. Tale progetto sarà “moderno” e contemporaneamente Westwerk-Pronao. Moderno scala interamente percorribile dove sono collocate le lapidi commemorative dei cadutimartiri. Il grande arco di trionfo sarà collocato sul prolungamento delle navate di San Giacomo in corrispondenza della campata posteriore del Broletto. In questo modo la piazza del Duomo verrà chiusa e San Giacomo potrà riaffacciarsi sulla piazza principale della città. A fronte Nel progetto il confronto con l’architettura romanica appare serrato nell’essere interamente percorribile anche se osservante delle prescrizioni stilistiche contenute nel bando di concorso, Westwerk-Pronao nell’essere figura architettonica consapevole dell’antico lessico urbano. In adesione a questo binomio, Terragni realizzerà numerosi progetti, forse quelli meno celebrati: altri “motori compositivi” avranno ben altra fortuna mediatica. A pochi passi dal Westwerk-Pronao, di fronte e dietro i Portici Plinio (sede fisica di diversi bar frequentati anche dal Nostro) inizierà nei fatti lo smantellamento della città secondaria-produttiva, mediante la demolizione dell’antichissimo quartiere popolare della Cortesella e l’insediamento delle funzioni terziarie-commerciali. Inutili il progetto urbano della Cortesella e quello per la conservazione e il mantenimento della Loggia della Casa Vietti dove erano previsti il restauro della Loggia e la costruzione di una nuova sala civica. Il loggiato della casa Vietti restaurato tra il 1939 e il 1941 da Giuseppe Terragni sarà purtroppo demolito dopo la seconda guerra mondiale, e così il nuovo quartiere potrà essere interamente completato. Gli architetti comaschi recano un L’avvio del lungo sodalizio con Pietro Lingeri che fu interrotto soltanto dalla morte proprio originale contributo nel solco del Movimento Moderno. A questo proposito così scrive Enrico Mantero: “: (...) si può leggere (...) la costruzione di una linea moderna dell’architettura, di una linea consapevole che riprende i fondamenti contestuali dell’architettura romanica, barocca e neoclassica superando, attraverso una visione dinamica del ruolo dell’architettura della città, sia le convinzioni che gli apparati stilistici dell’architettura tardoottocentesca e dell’eclettismo, sia le astrazioni futuristiche e anche, infine, la pura e semplice risposta funzionalista ai temi offerti dalla committenza sia privata che pubblica”. Nel progetto del monumento ai caduti il confronto con l’architettura romanica è serrato: il gruppo arco di trionfo–abside–cripta-scala (caposaldo della basilica romanica – ancora visibile in tante chiese romaniche) è la matrice dell’arco doppio con di queste scelte “tradizionali” il monumento diventerà interamente percorribile: scelta funzionale che prelude ad una rinnovata interpretazione del ruolo del monumento, memore di certi monumenti del nascente Movimento Moderno mitteleuropeo. Sarà così che, nel solco della tradizione figurativa architettonica, inizierà quel lungo sodalizio con Pietro Lingeri, interrotto solo dalla morte, capace di costruire quella particolare linea architettonica ancora viva. Alberto Novati Luca Novati Como Cronaca XiV convegno annuale venerdì nove sabato dieci dicembre 2011 coordinamento comasco per la pace in collaborazione con acli como arci como associazione del Volontariato comasco centro servizi per il Volontariato como comune di olgiate comasco donne in nero como ecoinformazioni emergency como ipsia como la rosa bianca liceo scientifico statale G.terragni di olgiate comasco Sabato, 10 dicembre 2011 19 9 e 10 dicembre. XIV appuntamento se vuoi la Ingredienti: Comprensione 20%, Dialogo 20%, Nonviolenza 20%, Solidarietà 20%, Uguaglianza 20%. Ingredients: Understanding 20%, Dialogue 20%, Nonviolence 20%, Solidarity 20%, Equality 20%. Ingrédients: Compréhension 20%, Dialogue 20%, Non-violence 20%, Solidarité 20%, Egalité 20%. Zutaten: Verständnis 20%, Dialog 20%, Gewaltlosigkeit 20%, Solidarität 20%, Gleichheit 20%. Ingredienti: Comprensione 20%, Dialogo 20%, Nonviolenza 20%, Solidarietà 20%, Uguaglianza 20%. Ingredients: Understanding 20%, Dialogue 20%, Nonviolence 20%, Solidarity 20%, Equality 20%. Ingrédients: Compréhension 20%, Dialogue 20%, Non-violence 20%, Solidarité 20%, Egalité 20%. Zutaten: Verständnis 20%, Dialog 20%, Gewaltlosigkeit 20%, Solidarität 20%, Gleichheit 20%. Ingredien20%, e vuoi la pace preparati: Comprensione 20%, Dialogo 20%, Nonviolenza 20%, Solidarietà 20%, Uguaglianza 20%. Ingredients: Understanding 20%, Dialogue 20%, Nonviolence sensibilizzazione capillare Solidarity 20%, Equality 20%. Ingrédients: Compréhension 20%, Dialogue 20%, Non-violence 20%, Solidarité 20%, Egalité 20%. Zutaten: Verständnis 20%, Diala pace”, è il monito, il log 20%, Gewaltlosigkeit 20%, Solidarität 20%, Gleichheit 20%. Ingredienti: Comprensione 20%, Dialogo 20%, Nonviolenza 20%, Solidarietà 20%, spinta in profondità”. “Tra i Uguaglianza Ingredients: Understanding 20%, Dialogue 20%, Nonviolence 20%, Solidarity 20%, Equality 20%. Ingrédients: Compréhension 20%, Dialogue 20%, Nonprogramma e insieme20%. relatori presenti al convegno violence 20%, Solidarité 20%, Egalité 20%. Zutaten: Verständnis 20%, Dialog 20%, Gewaltlosigkeit 20%, Solidarität 20%, Gleichheit 20%. Ingredienti: Comprensione 20%, Dialogo 20%, Nonviolenza 20%, Solidarietà 20%, Uguaglianza 20%. Ingredients: Understanding 20%, Dialogue 20%, Nonviolence –20%, Solidarity il ribaltamento continua il direttore - un 20%, Equality 20%. Ingrédients: Compréhension 20%, Dialogue 20%, Non-violence 20%, Solidarité 20%, Egalité 20%. Zutaten: Verständnis 20%, Dialog 20%, 20%, Solidarität 20%, Gleichheit 20%. Ingredienti: Comprensione 20%, Dialogo 20%, Nonviolenza 20%, Solidarietà 20%, Uguaglianza In- piano sarà polemico dell’antico precetto Gewaltlosigkeit ruolo di20%. primo gredients: Understanding 20%, Dialogue 20%, Nonviolence 20%, Solidarity 20%, Equality 20%. Ingrédients: Compréhension 20%, Dialogue 20%, Non-violence 20%, Solidarité 20%, Egalité 20%. Zutaten: Verständnis 20%, Dialog 20%, Gewaltlosigkeit 20%, Solidarität 20%, Gleichheit 20%. Ingredienti:di Comprensione “Se vuoi la pace prepara competenza 20%, Dialogo 20%, Nonviolenza 20%, Solidarietà 20%, Uguaglianza 20%. Ingredients: Understanding 20%, Dialogue 20%, Nonviolence 20%, Solidarity 20%, di Fabrizio Equality 20%. Ingrédients: Compréhension 20%, Dialogue 20%, Non-violence 20%, Solidarité 20%, Egalité 20%. Zutaten: Verständnis 20%, Dialog Ge- della biografia la guerra” di ascendenza Truini,20%, autore waltlosigkeit 20%, Solidarität 20%, Gleichheit 20%. Ingredienti: Comprensione 20%, Dialogo 20%, Nonviolenza 20%, Solidarietà 20%, Uguaglianza 20%. Ingre20%, della pace romana e imperiale. “Se vuoi dients: Understanding 20%, Dialogue 20%, Nonviolence 20%, Solidarity 20%, Equality 20%. Ingrédients: Compréhension 20%, Dialogue 20%, Non-violence dell’ “apostolo” Solidarité 20%, Egalité 20%. Zutaten: Verständnis 20%, Dialog 20%, Gewaltlosigkeit 20%, Solidarität 20%, Gleichheit 20%. Ingredienti: Comprensione 20%, la pace prepara la pace” è Aldo Dialogo 20%, Nonviolenza 20%, Solidarietà 20%, Uguaglianza 20%. Ingredients: Understanding 20%, Dialogue 20%, Nonviolence 20%, Solidarity 20%,Capitini, Equality ma avremo 20%. Ingrédients: Compréhension 20%, Dialogue 20%, Non-violence 20%, Solidarité 20%, Egalité 20%. Zutaten: Verständnis 20%, Dialog 20%, Gewaltlosigkeit un po’ anche il tema cardine 20%, modo diUnderconfrontarci anche Solidarität 20%, Gleichheit 20%. Ingredienti: Comprensione 20%, Dialogo 20%, Nonviolenza 20%, Solidarietà 20%, Uguaglianza 20%. Ingredients: standing 20%, Dialogue 20%, Nonviolence 20%, Solidarity 20%, Equality 20%. Ingrédients: Compréhension 20%, Dialogue 20%, Non-violence con 20%,ilSolidarité e il filo conduttore del XIV vicepresidente di 20%, Egalité 20%. Zutaten: Verständnis 20%, Dialog 20%, Gewaltlosigkeit 20%, Solidarität 20%, Gleichheit 20%. Ingredienti: Comprensione 20%, Dialogo 20%, Nonviolenza 20%, Solidarietà 20%, Uguaglianza 20%. Ingredients: Understanding 20%, Dialogue 20%, Nonviolence 20%, Solidarity 20%, Equality 20%. InConvegno annuale del Emergency Alessandro grédients: Compréhension 20%, Dialogue 20%, Non-violence 20%, Solidarité 20%, Egalité 20%. Zutaten: Verständnis 20%, Dialog 20%, Gewaltlosigkeit 20%, 20%, Gleichheit 20%. Ingredienti: Comprensione 20%, Dialogo 20%, Nonviolenza 20%, Solidarietà 20%, Uguaglianza 20%. Ingredients: UnderstanCoordinamento Comasco per Solidarität Cristiana ding 20%, Dialogue 20%, Nonviolence 20%, Solidarity 20%, Equality 20%. Ingrédients: Compréhension 20%, Dialogue 20%, Non-violence 20%, Bertani, Solidaritécon 20%, Egalité 20%. Zutaten: Verständnis 20%, Dialog 20%, Gewaltlosigkeit 20%, Solidarität 20%, Gleichheit 20%. Ingredienti: Comprensione 20%, Dialogo 20%, Nonla Pace in programma venerdì violenza Fiamingo esperta di quella 20%, Solidarietà 20%, Uguaglianza 20%. Ingredients: Understanding 20%, Dialogue 20%, Nonviolence 20%, Solidarity 20%, Equality 20%. Ingrédients: Compréhension 20%, Dialogue 20%, Non-violence 20%, Solidarité 20%, Egalité 20%. Zutaten: Verständnis 20%, Dialog 20%, Gewaltlosigkeit 20%, Solidarität 9 e sabato 10 dicembre tra Primavera Araba che è il 20%, Gleichheit 20%. Ingredienti: Comprensione 20%, Dialogo 20%, Nonviolenza 20%, Solidarietà 20%, Uguaglianza 20%. Ingredients: Understanding 20%, Como e Olgiate Comasco. grande tema di attualità Dialogue 20%, Nonviolence 20%, Solidarity 20%, Equality 20%. Ingrédients: Compréhension 20%, Dialogue 20%, Non-violence 20%, Solidarité 20%, Egalité 20%. Zutaten: Verständnis 20%, Dialog 20%, Gewaltlosigkeit 20%, Solidarität 20%, Gleichheit 20%. Ingredienti: Comprensione 20%, Dialogo 20%, Nonviolenza Una due giorni integralmente 20%, della discussione sulla Solidarietà 20%, Uguaglianza 20%. Ingredients: Understanding 20%, Dialogue 20%, Nonviolence 20%, Solidarity 20%, Equality 20%. Ingrédients: Com20%, Dialogue 20%, Non-violence 20%, Solidarité 20%, Egalité 20%. Zutaten: Verständnis 20%, Dialog 20%, Gewaltlosigkeit 20%, Solidarität 20%, dedicata all’approfondimento préhension e soprattutto con Gleichheit 20%. Ingredienti: Comprensione 20%, Dialogo 20%, Nonviolenza 20%, Solidarietà 20%, Uguaglianza 20%. Ingredients: Understandingpace, 20%, Dialogue 20%, Nonviolence 20%, Solidarity 20%, Equality 20%. Ingrédients: Compréhension 20%, Dialogue 20%, Non-violence 20%, Solidarité 20%, Egalité 20%. Zutaten: degli aspetti problematici Giorgio Beretta della Rete Verständnis 20%, Dialog 20%, Gewaltlosigkeit 20%, Solidarität 20%, Gleichheit 20%. Ingredienti: Comprensione 20%, Dialogo 20%, Nonviolenza 20%, Solidarietà 20%, Uguaglianza 20%. Ingredients: Understanding 20%, Dialogue 20%, Nonviolence 20%, Solidarity 20%, Equality 20%. Ingrédients: Compréhension 20%, della diffusione del valore Italiana Disarmo, che farà Dialogue 20%, Non-violence 20%, Solidarité 20%, Egalité 20%. Zutaten: Verständnis 20%, Dialog 20%, Gewaltlosigkeit 20%, Solidarität 20%, Gleichheit 20%. Ingredienti: Comprensione 20%, Dialogo 20%, Nonviolenza 20%, Solidarietà 20%, Uguaglianza 20%. Ingredients: Understanding 20%, Dialogue 20%, Nonviodella pace in territorio il punto della situazione lence 20%, Solidarity 20%, Equality 20%. Ingrédients: Compréhension 20%, Dialogue 20%, Non-violence 20%, Solidarité 20%, Egalité 20%. Zutaten: Verständnis 20%, lariano, e specificamente alla 20%, Dialog 20%, Gewaltlosigkeit 20%, Solidarität 20%, Gleichheit 20%. Ingredienti: Comprensione 20%, Dialogo 20%, Nonviolenza 20%, Solidarietà sull’aspetto forse prioritario Uguaglianza 20%. Ingredients: Understanding 20%, Dialogue 20%, Nonviolence 20%, Solidarity 20%, Equality 20%. Ingrédients: Compréhension 20%, Dialogue sensibilizzazione popolare questione, poiché 20%, Non-violence 20%, Solidarité 20%, Egalité 20%. Zutaten: Verständnis 20%, Dialog 20%, Gewaltlosigkeit 20%, Solidarität 20%, Gleichheit dell’intera 20%. Ingredienti: Comprensione 20%, Dialogo 20%, Nonviolenza 20%, Solidarietà 20%, Uguaglianza 20%. Ingredients: Understanding 20%, Dialogue 20%, Nonviolence 20%, intorno a un nodo tra i più ogni discorso Solidarity 20%, Equality 20%. Ingrédients: Compréhension 20%, Dialogue 20%, Non-violence 20%, Solidarité 20%, Egalité 20%. Zutaten: Verständnis 20%, Dia-serio sulla log 20%, Gewaltlosigkeit 20%, Solidarität 20%, Gleichheit 20%. Ingredienti: Comprensione 20%, Dialogo 20%, Nonviolenza 20%, Solidarietà 20%, Uguaglianza cruciali del nostro tempo, pace non 20%. Ingredients: Understanding 20%, Dialogue 20%, Nonviolence 20%, Solidarity 20%, Equality 20%. Ingrédients: Compréhension 20%, Dialogue 20%, può Non- prescindere violence 20%, Solidarité 20%, Egalité 20%. Zutaten: Verständnis 20%, Dialog 20%, Gewaltlosigkeit 20%, Solidarität 20%, Gleichheit 20%. Ingredienti: Comprenspecie se lo si collega alla sione 20%, Dialogo 20%, Nonviolenza 20%, Solidarietà 20%, Uguaglianza 20%. Ingredients: Understanding 20%, Dialogue 20%, Nonviolence dall’interpretare 20%, Solidarity le possibilità Equality 20%. Ingrédients: Compréhension 20%, Dialogue 20%, Non-violence 20%, Solidarité 20%, Egalité 20%. Zutaten: Verständnis 20%, Dialog 20%, spinosa questione del disarmo, 20%, di una dismissione degli Gewaltlosigkeit 20%, Solidarität 20%, Gleichheit 20%. Ingredienti: Comprensione 20%, Dialogo 20%, Nonviolenza 20%, Solidarietà 20%, Uguaglianza 20%. Ingredients: Understanding 20%, Dialogue 20%, Nonviolence 20%, Solidarity 20%, Equality 20%. Ingrédients: Compréhension 20%, Dialogue 20%, Non-violence che trova ancora pochi armamenti. Le conclusioni 20%, Solidarité 20%, Egalité 20%. Zutaten: Verständnis 20%, Dialog 20%, Gewaltlosigkeit 20%, Solidarität 20%, Gleichheit 20%. Ingredienti: Comprensione ardenti sostenitori nel grande 20%, Dialogo 20%, Nonviolenza 20%, Solidarietà 20%, Uguaglianza 20%. Ingredients: Understanding 20%, Dialogue 20%, Nonviolence 20%, saranno Solidarityinfine 20%, affidate al Equality 20%. Ingrédients: Compréhension 20%, Dialogue 20%, Non-violence 20%, Solidarité 20%, Egalité 20%. Zutaten: Verständnis 20%, Dialog 20%, Gecalderone politico mondiale, waltlosigkeit 20%, Solidarität 20%, Gleichheit 20%. Ingredienti: Comprensione 20%, Dialogo 20%, Nonviolenza 20%, Solidarietà 20%, Uguaglianza giornalista di “Guerra e 20%. Ingredients: Understanding 20%,sotto Dialogue 20%,dei Nonviolence 20%, Solidarity 20%, Equality 20%. Ingrédients: Compréhension 20%, Dialogue 20%, Non-violence 20%, al di là del solito frasario di circostanza. quando la luce riflettori la preziosa collaborazione artisti e Pace” PieroComprensione Maestri, rivista con la quale Solidarité 20%, Egalité 20%. Zutaten: Verständnis 20%,del Dialog 20%, Gewaltlosigkeit 20%, Solidaritätdi20%, Gleichheit 20%. Ingredienti: 20%, 20%, Nonviolenza 20%, Solidarietà 20%, Uguaglianza Understanding 20%, Franco DialogueD’Auria 20%, Nonviolence 20%, Solidarity 20%,già Equality La pensa allo stesso modo ancheDialogo Mauro Convegno caddero Tolstoj e Non-violence il suo 20%. Ingredients: musicisti come ilEgalité jazzista abbiamo un feeling collaudato da anni”. 20%. Ingrédients:XIII Compréhension 20%, Dialogue 20%, 20%, Solidarité 20%, 20%. Zutaten: Verständnis 20%, Dialog 20%, Gewaltlosigkeit como olGiate comasco comasco 20%, Solidarität 20%, Gleichheit 20%. Ingredienti: Comprensione 20%, Dialogo 20%, Nonviolenza 20%,olGiate Solidarietà 20%, Uguaglianza 20%. Ingredients: UnderOricchio, direttore del Coordinamento, inimitabile capolavoro “Guerra e Pace”), e i20%. componenti della Settegrani. Ma un Si partirà venerdì 9 allo “Spazio Gloria” di standing 20%, Dialogue 20%, Nonviolence 20%, Solidarity 20%, Equality Ingrédients: Compréhension 20%, Dialogue 20%, Non-violence 20%, Solidarité spazio Gloria teatro aurora liceo G.terraGni 20%, Egalité 20%. Zutaten: Verständnis 20%, Dialog 20%, Gewaltlosigkeit 20%, Solidarität 20%, Gleichheit 20%. organizzatore del convegno, per il quale punteremo ancora una volta 72su una solida occhio di riguardo è offerto via anche alla Via Varesina a Como, per poi proseguire via varesina v. emanuele via segantini 41 S “ p re p a r a l a Se vuoi la pace... Torna l’appuntamento promosso da Coordinamento comasco, con svariati appuntamenti tra Como e Olgiate Comasco VenerdìnoVedicembre il cammino dell’idea pacifista continua a corrispondenza simbolica, ricorrendo ore 8.30 - 13.00 della prima svolgersi “tra alti e bassi, a testimoniare il cammino quest’anno il 50° anniversario domani torno a casa un percorso che è molto meno lineare dellaMarcia più che pace della Pace Perugia-Assisi: film documentario di emergency tra storia interventi di: di quanto possa sembrare, anche se in una coincidenza cronologica, un invito a alessandro bertani teoria la pace dovrebbe rappresentare presente ripercorrere l’itinerario che da allora è stato vicepresidente di Emergency e futuro lucia Viscardi e nicola Giusti un’idea forte e una sensata aspirazione compiuto, tracciandone un consuntivo partecipanti al Meeting per tutti. Come ogni anno, il nostro che vuole anche agire stimolo 1000da giovani per la Paceper convegno tratterà il tema della Pace nella le nuove e sostanziali prospettive da ore 21.00 ufficio stampa sua interrelazione con un altro argomento schiudere”. Il Coordinamento, com’è noto, interventi di: ecoinformazioni fabrizio truini gli sforzi 268425 raccoglie i contributi etico e sociale di urgenza estrema che in031 e orienta autore del libro Aldo CAPitini: www.ecoinformazioni.it passato è stato per esempio la Legalità, di 34 comuni della provincia delle più lE rAdiCi dEllA nonviolEnzA piraccini per informazioni mentre stavolta sarà la Giustizia, essendo diverse dimensioni,piero come, per citarne solo cofondatore della tavola della Pace coordinamento comasco palese che anche questo è un binomio per la pace alcuni, Olgiate, Orsenigo, Fino Mornasco e la serata 031 927644 indissolubile e che non sarebbe possibile Casnate con Bernate,durante di 46diassociazioni 50eanni musica di pace [email protected] con vari gruppi www.comopace.org realizzare l’una se venisse a mancare da tempo attive nell’area lariana, tra cui il l’altra. E come abbiamo già sperimentato Centro Servizi Volontariato (CSV), le ACLI, nelle precedenti occasioni (da ricordare l’ARCI, la cooperativa Garabombo e “In per citarne una quella dello scorso anno, Viaggio” di Menaggio, senza dimenticare sabatodiecidicembre formazione, che da otto anni a questa parte nella giornata di sabato 10 con il doppio ore 8.00 - 13.00 sull’esecuzione del oreprogetto 15.00 - 18.00 della si articola appuntamento olgiatese del Liceo Terragni decima Giornata proiezione video sui Scuola Diritti Umani, distribuita sui territori di Via Segantini (ore 8-13) e del Teatro 50 anni della marcia dei diritti umani peruGia assisi al di terraGni Como, Cantù e Mariano Comense e Aurora di Via Vittorio Emanuele (15-18). gli studenti del liceo e delegazioni interventi di: chealtre propone ai giovani, al termine della Il tutto accompagnato dal ricco repertorio delle scuole approfondiscono cristiana fiamingo Comitato italo - libico ilfase tema con conferenze di importanti esperti didattica, esperienze di Ma’an li’l Ghad musicale che vedrà esibirsi alcuni giovani insieme per il domani tenute nelle classi volontariato locale e internazionale. “Che artisti comaschi, forse nella consapevolezza Giorgio beretta italiana disarmo vengono sempre condotte arete termine che l’ideale della pace riesce talvolta fabrizio truini - precisa Oricchio - in sinergia con le meglio a tradursi nelle sonorità di un Pax Christi maestri delle associazioni aderenti, senzapiero l’apporto canto che nell’eloquenza verbosa di una Guerre&Pace quali ogni ipotesi di lavoro risulterebbe dissertazione erudita. In ogni caso, ne mutilata in partenza. L’obiettivo che ci sarà comunque valsa la pena. Perché della siamo prefissi un anno fa, e che intendiamo pace sono in molti a proclamarsi entusiasti ulteriormente sviluppare inaperitiVo futuro, èconclusiVo assertori, eppure il capitolo delle spese a cura della cooperatiVa quello di elaborare le specificità di cui Garabombo militari rimane una delle voci ai primissimi disponiamo, perché l’approfondimento posti in tutti i bilanci degli stati nazionali del tema della pace passa anzitutto contemporanei. attraverso un risveglio delle coscienze, una SALVATORE COUCHOUD sabatodiecidicembre Pastorale universitaria. L’intervento del cardinale Scola all’inaugurazione dell’anno accademico della Cattolica Per una presenza stabile, pubblica e universale del pensiero cristiano Riportiamo una parte dell’intervento del Card. Scola, arcivescovo di Milano, all’inaugurazione dell’anno accademico 2011/12 dell’Università Cattolica di Milano. Con una serie di lucidi passaggi viene delineato il compito evangelizzatore dell’università nel contesto attuale. Vale la pena di leggere e riflettere. [email protected], www.facebook.com/home.php Don Andrea Messaggi e l’equipe di Pastorale Universitaria I Università e nuova evangelizzazione L’università come “casa della verità” «L’università è stata ed è tuttora chiamata ad essere sempre la casa dove si cerca la verità propria della persona umana». Con queste parole rivolte ai professori universitari radunati in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù lo scorso 19 agosto 2011, Benedetto XVI aggiungeva un ulteriore tassello al ricco insegnamento che in questi anni sta offrendo agli uomini dell’università e della cultura sia in occasione dei suoi viaggi apostolici, sia in altre significative ricorrenze. Si tratta, come si può vedere, di un’affermazione sintetica che mette in campo alcuni elementi essenziali dell’esperienza universitaria, così come essa è da sempre proposta e vissuta dalla Chiesa. II. Le tre caratteristiche del pensiero cristiano nell’Università Quali sono le caratteristiche proprie della ricerca della verità che dovrebbero essere coltivate nell’ambito universitario? Ad esse si è riferita la dichiarazione Gravissimum educationis del Concilio Vaticano II parlando delle scuole cattoliche di grado superiore, specialmente delle Università e delle Facoltà. (Per inciso mi permetto di sottolineare l’importanza di ritornare, anche in questa Università Cattolica, in modo organico sull’insegnamento conciliare - le quattro costituzioni, i nove decreti e le tre dichiarazioni - che, nella prospettiva dell’Anno della Fede voluto da Benedetto XVI, rappresentano una preziosa bussola per la talora tormentata navigazione dell’attuale frangente storico). Al n. 10 della dichiarazione Gravissimum educationis si afferma che le Università della Chiesa sono chiamate ad «effettuare una presenza, per così dire, pubblica, stabile ed universale del pensiero cristiano in tutto lo sforzo dedicato a promuovere la cultura superiore». Questi tre aggettivi, pubblica, stabile ed universale, ci spingono a considerare l’università non come un precario luogo di passaggio, bensì come un vero e proprio ambito ecclesiale e culturale, ben definito nella sua natura e nei suoi compiti di studio e di ricerca. 1. Il carattere pubblico del pensiero cristiano Una Università cattolica come ambito superiore di educazione ecclesiale è tenuta, anzitutto, ad attuare una presenza pubblica del pensiero cristiano. Possiamo in proposito domandarci: perché non c’è vera conoscenza della verità se questa non è ultimamente pubblica, se cioè non tende alla comunicazione? Perché la ragione non compie il suo percorso fino a quando non rende “nota” la verità incontrata? Il carattere pubblico del pensiero cristiano deriva sia dalla natura del pensiero come tale, sia dalla sua qualificazione di pensiero cristiano. Approfondiamo anzitutto il primo aspetto che riguarda il pensiero in quanto tale e quindi anche quello cristiano. a) Il carattere pubblico del pensiero in quanto tale Se la affrontiamo con uno sguardo semplice e leale, è la realtà stessa che, in forza del suo dinamismo comunicativo, introduce la risposta alle domande poste. La verità di un ente, infatti, in una sua prima descrizione, può essere colta nel suo dis-velarsi: Verità, a-letheia, dice infatti non nascondimento. La realtà racconta di sé; essa è comunicazione in forza del suo stesso apparire. Una conoscenza della realtà che non arrivasse a dare testimonianza della sua verità resterebbe in un certo senso incompiuta. È proprio dell’atto conoscitivo raccogliere la “confessione” che la realtà fa di sé e testimoniarla. La conoscenza umana ha sempre la struttura di un rapporto in cui le cose si danno nella loro verità al soggetto e gli chiedono di essere accolte. Bisogna poi considerare il fatto che la struttura di ogni atto conoscitivo non è mai ultimamente conclusa. Ogni atto di conoscenza implica infatti il riconoscere che l’essere di ogni “cosa” (ente) si dona al soggetto senza che questi possa mai trattenerlo. Una conoscenza che non rispettasse questa dinamica fallirebbe il suo obiettivo e, per finire, le “cose” verrebbero conosciute solo per una loro manipolazione, in modo pertanto riduttivo. (continua) Como Cronaca 20 Sabato, 10 dicembre 2011 La RSA “Don Guanella” si prepara al Natale N ella R.S.A. “Don Guanella” di Como fervono i preparativi per i numerosi eventi organizzati in occasione delle feste natalizie per coinvolgere gli ospiti, i loro familiari, ma anche tutta la città che è invitata a stringersi intorno ai suoi “nonni”. Segnaliamo in particolare lunedì 12 dicembre, alle ore 16.00, presso il salone dell’animazione a piano terra della RSA, one i z a i m Pre l’inaugurazione della mostra dei manufatti natalizi realizzati dagli anziani nei laboratori creativi; mercoledì 14 dicembre, alle ore 15.45, la Tombola di Natale con la Circoscrizione 5; mercoledì 21 dicembre, alle ore 15.30, concerto natalizio del Coro “Anziani don Guanella”. Inoltre sabato 24 dicembre dalle ore 10.30, la carovana di Babbo Natale consegnerà i doni agli Lunedì 12 dicembre, alle 20.30, a Tavernola Alla Società italiana della Camelia il “Mughetto d’oro” I n epoca di stravaganze meteoclimatiche, il Mughetto della Società Ortofloricola Comense fiorisce a dicembre. Non ci stiamo riferendo, naturalmente, al bianco e profumato fiore che rallegra i nostri boschi nel mese di maggio, ma al prestigioso premio annuale “Giorgio Rigamonti” (più conosciuto come “Mughetto d’oro”), istituito nel 1991 dall’associazione comasca per ricordare il suo fondatore (già direttore della storica Scuola di Giardinaggio e Floricoltura di Como) scomparso nel 1988, persona semplice, ma sensibile ai valori del bello e generoso dispensatore di cultura. Luisella Monti, vice-presidente dell’Associazione, ci spiega il significato di questo riconoscimento, unico nel suo genere e giunto quest’anno alla sua ventesima edizione: «Il mughetto rappresentato sulla medaglia, si riallaccia ad una tradizione della gloriosa Scuola di Giardinaggio, quando il miglior allievo veniva premiato appunto con il simbolo del candido fiore. Con l’istituzione di questo premio, la Società Ortofloricola Comense intende segnalare, ogni anno, una persona o un’associazione che abbia dedicato con passione la sua attività al mondo vegetale, nelle varie espressioni della cultura e dell’arte». Secondo un’antica leggenda lombarda, il mughetto, profumato fiorellino bianco dallo stelo incurvato, avrebbe assunto questa conformazione il giorno in cui s’inchinò al passaggio della Madonna, mentre fuggiva in Egitto con Gesù Bambino e S. Giuseppe. Nel corso della sua storia il riconoscimento è andato a persone e gruppi con competenze e professionalità molto diverse, ma accomunate dall’impegno verso il verde: giardinieri delle più belle ville dei laghi, professionisti ed operatori del settore floro-vivaistico, associazioni di volontariato, divulgatori e illustratori di natura. Quest’anno il “Mughetto d’oro” è stato assegnato alla Società Italiana della Camelia con sede a Cannero Riviera (VB) rappresentata dal presidente dott. Andrea Corneo, che riceverà il premio nel corso della tradizionale serata dedicata allo scambio di auguri lunedì 12 dicembre alle ore 20.30 presso il salone dell’Oratorio di Tavernola (Via Tibaldi). La Società Italiana della Camelia nasce nel 1965 per iniziativa dell’ing. Antonio Sevesi, industriale che univa all’intuito imprenditoriale tipicamente lombardo, “ Un soffio d’arte per i bambini anziani; sabato 31 dicembre, alle ore 15.30, Capodanno in allegria con l’associazione M.U.S.A. e infine venerdì 6 gennaio, alle ore 15.30, musica popolare con i Rosacoque. Per informazioni e adesioni: Matteo e Silvia, tel. 031.296867 o 031.296821, dal lunedì al venerdì dalle ore 9.30 alle 12.30 e dalle 14.00 alle 17.30; e-mail como.rsa@ guanelliani.it. U lavoro di ricerca storica e di reperimento di antiche cultivar, ma incoraggia anche l’introduzione e la diffusione di nuove cultivar da tutte le parti del mondo. Oggi la Società Italiana della Camelia svolge il compito di allacciare i rapporti tra gli appassionati, fornire informazioni specifiche sulla camelia e organizzare o patrocinare manifestazioni e mostre. L’Associazione pubblica da più di quarant’anni anni il “Notiziario” che viene inviato gratuitamente ai soci. Appuntamenti annuali, prontamente comunicati ai soci, sono le mostre di fiori recisi che si svolgono in numerose località d’Italia, congressi e conferenze specialistiche sulla camelia e altre specie acidofile affini, visite organizzate dall’associazione a giardini e altre mete di interesse specialistico. La Società Italiana della Camelia è in stretto rapporto con l’International Camellia Society, associazione internazionale che registra soci in tutto il mondo e organizza ogni due anni un congresso internazionale della Camelia con relativo tour di visite alle più notevoli collezioni di camelie. La serata della premiazione sarà arricchita da composizioni natalizie curate dalle socie dell’associazione e dal brindisi finale. Per informazioni: Società Ortofloricola Comense, Via Ferabosco 11, 22100 Como, tel e fax 031.531705; tel. 031.572177; e-mail [email protected]; sito web: www.ortofloricola.it. silvia fasana L’albo d’oro una straordinaria passione per i giardini ed i fiori. L’Associazione, costituita per perseguire scopi tecnici e scientifici, si propone di incoraggiare e diffondere l’interesse per la camelia, fiore che dopo il primo travolgente successo della seconda metà dell’Ottocento, aveva conosciuto nei primi del Novecento un totale declino. La Società Italiana della Camelia svolge sin dalla sua nascita un n soffio d’arte” per curare il respiro dei bambini. È l’iniziativa benefica promossa dalle classi ’43, ’54 e ‘55 dell’associazione comasca “La Stecca” con l’intento di raccogliere fondi per la realizzazione di un Centro di Pneumologia Pediatrica all’ospedale Sant’Anna di San Fermo della Battaglia. Il progetto coinvolge i più importanti artisti del territorio comasco. Le opere da loro donate - 58 artisti che hanno donato 65 opere - sono 1991 Nino Gandola, giardiniere di Villa Melzi - Bellagio 1992 Ambrogio Tagliabue, maestro giardiniere - Erba 1993 Miro Peroggi, giardiniere di Villa Vigoni - Menaggio 1994 Corinna Collini, acquerellista - Moltrasio 1995 Francesco Manni, 25° presidenza Società Orticola Ticinese - Lugano 1996 Antonio Vimercati, pioniere Scuola di Giardinaggio - Villa Guardia 1997 Ernesto Cattoni, vignettista - Brunate 1998 Pupa Lonati Frati, creatrice del “Giardino della Valle” – Cernobbio 1999 “Natura e Civiltà”, da quarant’anni rivista del Gruppo Naturalistico della Brianza - Canzo 2000 Umberto Cattaneo, ibridatore rododendro dedicato ad Alessandro Volta 2001 Ester Boschetti Fumagalli, presidente A.I.Rosa - Monza 2002 Federica Galli, pittrice – Milano 2003 Gruppo Ambiente – Territorio, associazione di volontari - Tavernola 2004 Pierfausto Bagatti Valsecchi, architetto di giardini storici – Milano 2005 Gruppo Botanofilo Comense, associazione di volontari - Ponzate di Tavernerio 2006 Libereso Guglielmi, giardiniere - Sanremo 2007 Gruppo Alpini - Griante 2008 Gianfranco Giustina, Capo giardiniere Isole Borromeo - Verbania 2009 Alberto Grossi, Rappresentante International Society Bulb 2010 Beno Reverdini, Interprete dell’eredità botanica di Carlo Pisani Dossi 2011 Società Italiana della Camelia - Cannero Riviera esposte da martedì 6 dicembre alle 18 nello spazio culturale “Antonio Ratti” (ex chiesa di S. Francesco) e vendute al miglior offerente giovedì 15 dicembre (h. 18). “A nome dell’ospedale e dei nostri piccoli pazienti – sottolinea il professor Riccardo Longhi, primario dell’Unità Operativa di Pediatria dell’ospedale Sant’Anna – desidero ringraziare tutti i componenti dell’associazione per la sensibilità e l’impegno dimostrati scegliendo di sostenere la realizzazione di un Centro di Pneumologia Pediatrica presso il nostro presidio”. In ambito pediatrico, infatti, è stata riscontrata un’elevata frequenza di patologie respiratorie che richiedono cure e assistenza di elevata complessità diagnosticoassistenziale attualmente disponibili in Centri di terzo livello, in ambito regionale, che obbligano i bambini della nostra provincia e i loro genitori a lunghe e faticose trasferte. “La nostra associazione – spiega il presidente de “la Stecca” Marco Malinverno – è animata da sentimenti autentici di amicizia e reciproco sostegno tra i suoi iscritti, così come il fondatore Felice Baratelli aveva auspicato con la frase “ tessere amicizia come i telai e donare bontà”. Con questo spirito e con questi sentimenti oggi siamo impegnati a sostenere il progetto di un servizio pneumologico pediatrico all’avanguardia per attrezzature e professionalità per il nostro Ospedale a vantaggio dei bambini e delle loro famiglie”. Como Salute G Tumore al seno: bellezza e prevenzione iovedì 1 dicembre 2011, si è svolto un incontro per monitorare l’andamento del progetto “bellezza e prevenzione”. Si tratta di un progetto pilota, innovativo nel suo genere, lanciato a Gravedona nel marzo 2010, che si prefigge l’obiettivo di sensibilizzare le donne alla prevenzione del tumore della mammella attraverso le parrucchiere e le estetiste. È stato pensato per le parrucchiere ed estetiste, perché sono le uniche artigiane che lavorano sul corpo delle persone e perché hanno indiscutibilmente tempo per chiacchierare con le loro clienti. “Dalla revisione dei dati – spiega il dott. Giorgio Baratelli, chirurgo senologo, direttore dell’Unità di Senologia, dell’ospedale MoriggiaPelascini di Gravedona e del Centro di Senologia, Delegazione Altolario, LILT - sono stati centrati tre obiettivi importanti: il riconoscimento scientifico del progetto, che è stato accettato Sabato, 10 dicembre 2011 21 e presentato alla 13° Milan Breast Cancer Conference di giugno; il numero delle visite procurate dalle parrucchiere e dalle estetiste è incrementato di 1.9% al mese; il 76% delle donne inviate alla visita-ecografia di prevenzione dalle parrucchiere ed estetiste era di età inferiore ai 50 anni, che è la fascia d’età non coperta dallo screening mammografica regionale e nella quale si sta osservando un aumento di incidenza del tumore della mammella». «L’incontro - conclude Baratelli - è servito a discutere come monitorare al meglio il progetto, che è risultato essere un punto cruciale e di difficile soluzione. Infine, si è constatato l’entusiasmo di tutti i partecipanti a continuare in questa avventura singolare ed unica nel suo genere e si è registrata l’adesione di un nuovo negozio, “L’arte del benessere” di Mezzegra, gestito da Jessica e Stefania». Sindrome di Rett. Anche alcuni comaschi impegnati per combattere la malattia P romuovere e sostenere la ricerca genetica, clinica e riabilitativa, creare centri di riferimento altamente specializzati per la diagnosi e la cura, organizzare convegni e manifestazioni per l’informazione e la raccolta di fondi, ricercare e mettere in contatto tra loro i genitori e diffondere la conoscenza della Sindrome di Rett, una rara e grave malattia che colpisce una persona su 10.000, sono le attività dell’Associazione Italiana Rett, che anche in provincia di Como è presente con alcuni volontari come il signor Nicola Sini, vicepresidente nazionale. La Sindrome di Rett è una patologia progressiva dello sviluppo neurologico d’origine genetica che colpisce quasi esclusivamente le bambine durante i primi anni di vita e dopo un periodo d’apparente normalità. E’ stata riconosciuta per la prima volta nel 1966 da Andreas Rett, un medico austriaco, ma solo nel 1983, grazie ad uno studio realizzato da un’equipe europea di neurologi, si risveglia l’interesse per questa malattia. Le persone colpite dalla Sindrome di Rett presentano una grave disabilità a molti livelli e sono completamente dipendenti dagli altri nel corso della loro vita. Dopo una fase iniziale di sviluppo normale si assiste ad un arresto dello sviluppo e poi ad una regressione o perdita delle capacità acquisite. Si osserva un rallentamento dello sviluppo del cranio (di grandezza normale alla nascita) rispetto al resto del corpo tra i primi 5 e i 48 mesi di vita con successiva perdita delle capacità manuali precedentemente sviluppate e comparsa di movimenti stereotipati delle mani (torcerle, batterle, morderle, strizzarle). Si possono osservare gravi ritardi nell’acquisizione del linguaggio e della coordinazione motoria e spesso la sindrome è associata a ritardo mentale grave o gravissimo. Si assiste ad una progressiva perdita d’interesse per l’ambiente sociale, possono essere anche presenti irregolarità nella respirazione (iperventilazione, apnea, inghiottimento d’aria) anomalie dell’elettroencefalogramma, epilessia (oltre il 50% delle persone affette ha avuto almeno una crisi epilettica) aumento della rigidità muscolare che può provocare deformità e atrofie muscolari, deambulazione a base allargata, ritardo della crescita, scoliosi (curvatura della colonna vertebrale). Spesso i piedi sono freddi, bluastri e gonfi a causa di problemi di trofismo e la debolezza, l’atrofia e la spasticità impediscono a molte ragazze di camminare. La malattia genera indubbiamente non poche difficoltà legate Le bimbe dagli occhi belli Conosciamo da vicino una rara e grave malattia che colpisce una persona su 10 mila, in genere bimbe nei primi anni di vita a numerosi handicap ma il quadro evolutivo della patologia non segue mai un percorso preordinato per tutti i soggetti. I quadri clinici di deterioramento, di miglioramento e di stasi dell’evoluzione patologica sono variabili e diversi fra loro. “La nostra associazione – spiega Nicola Sini – nasce a Siena nel 1990, con sede presso il Policlinico Le Scotte, per volere di alcuni genitori che si sono ritrovati a condividere la medesima realtà della malattia. La sua struttura prevede un Presidente e un Consiglio Direttivo che tracciano le linee programmatiche, nonché dei responsabili regionali che coordinano il lavoro associativo. Una parte importante della nostra attività è quella di informare sulla Sindrome di Rett, e lo facciamo attraverso pubblicazioni come la nostra rivista dal titolo “ViviRett”, il sito internet il cui indirizzo è www.airett.it , i contatti con i medici di base e organizzando convegni. Chi ha appena scoperto che la propria bimba è affetta da questa malattia cerca di avere le maggiori informazioni possibili sul decorso della patologia, su cosa dovrà aspettarsi, ma soprattutto ha bisogno di essere aiutato ad affrontare il difficile momento della diagnosi, sicuramente il più duro e quello in cui c’è veramente bisogno di un punto di riferimento. Non mancano, inoltre, le richieste di natura legislativa per le pesanti carenze delle istituzioni nel supportare le “malattie rare”. L’AIR cerca di promuovere la ricerca di base per trovare la cura senza trascurare la ricerca clinica e riabilitativa per dare un sollievo quotidiano alle nostre bambine/ragazze/donne ed alle loro famiglie”. Recentemente è stato scoperto che la gran percentuale delle persone affette dalla Sindrome di Rett presenta una mutazione o un difetto sul gene MECP2 del cromosoma X, e la malattia è diagnosticata attraverso una diagnosi clinica, valutando il quadro dei sintomi e dei comportamenti. In molti casi è confermata facendo un test genetico. Non esiste una terapia risolutiva per questa malattia, tuttavia si ritiene che il suo decorso possa essere modificato da una varietà di terapie mirate a ritardare la progressione della disabilità motoria e migliorare la capacità di comunicazione. I farmaci si affiancano a terapie volte a conseguire miglioramenti sul piano educativo e cognitivo o su una migliore gestione delle emozioni, come l’ippoterapia, l’attività in piscina, la pet – therapy, la musicoterapica. Spesso queste bambine comunicano con gli occhi. E’ per questo che la Sindome di Rett è detta anche “delle bimbe dagli occhi belli”. Proprio perché conservano la luce della vita nello sguardo. “L’Associazione Italiana Rett – aggiunge Nicola Sini – finanzia borse di studio a centri di ricerca genetica e studi indirizzati alla ricerca clinica sulle numerose problematiche (crisi epilettiche, problemi gastro – intestinali, respiratori, cardiaci ecc.). Sostiene progetti di ricerca per aiutare le ragazze con Sindrome di Rett nella comunicazione, promuovendo studi su ausili informatici e programmi multimediali, e propone annualmente un convegno nazionale o internazionale per condividere informazioni aggiornate sulla patologia e promuovere la ricerca e la collaborazione tra medici e ricercatori. Inoltre finanzia la formazione di medici e terapisti riabilitativi presso centri per la Sindrome di Rett all’avanguardia a livello internazionale nel campo delle problematiche motorie e della scoliosi. La ricerca genetica in questi ultimi anni ha dato molte speranze a tutti noi genitori in quanto si è visto che la Rett non è una patologia degenerativa e da questa malattia si può guarire. Anche se la strada da fare è ancora molto lunga siamo sicuri che arriveremo un giorno a non parlare più di Sindrome di Rett”. Chiunque è interessato a conoscere da vicino l’Associazione Italiana Rett può telefonare al numero 328 – 9129069. Como Cronaca 22 Sabato, 10 dicembre 2011 visitabile fino al 15 gennaio. Tema: “La famiglia” Rovellasca e il presepe di S. Marta S ul filo di lana. L’11 dicembre, entro le ore 10, è l’ultima data disponibile per poter partecipare al concorso presepi promosso dalla parrocchia Santi Pietro e Paolo di Rovellasca. Come da regolamento i presepi partecipanti al concorso devono essere realizzati su apposite tavole cm 60x60 precedentemente ritirate dalla sacrestia della chiesa parrocchiale Santi Pietro e Paolo. Il presepe può essere realizzato da uno o più persone e basato sulle forme di creatività più diverse. La consegna dei lavori deve avvenire, come detto, entro l’11 dicembre presso la chiesa di Santa Marta negli orari di apertura delle visite del presepe. Tutti i presepi pervenuti entro questa data inaugurato lo scorso 4 dicembre. Il tema saranno esposti fino all’8 gennaio di quest’anno è “La famiglia”. “Si, la vera 2012. I presepi consegnati saranno famiglia – spiegano i promotori – sul suddivisi in due categorie: adulti e modello di quella di Nazareth, perché ragazzi e saranno giudicati da tutti i se l’acqua limpida è la sorgente della visitatori. I premi andranno al 1° e 2° vita, la vera famiglia sana è la sorgente classificato per la categoria “Adulti” e della società”. dal 1° al 5° classificato per la categoria Un presepe da ammirare nelle sue “Ragazzi”. Un premio speciale andrà componenti principali: una grande anche all’ “Organizzazione”. La cascata di acque pura di sorgente “che partecipazione al concorso è gratuita. A dà vita al Figlio di Dio” e un isolotto tutti i partecipanti verrà consegnato un scaturito dalla sorgente della vita da cui diploma di partecipazione e un premio nasce “La Sacra famiglia”. A sinistra il di consolazione. La premiazione dei villaggio con le persone e le loro case, vincitori avverrà domenica 8 gennaio, il Muro del Tempio. A destra il deserto alle ore 17, presso la chiesa di S. Marta. di Giuda, simbolo della desolazione, Accanto al tradizionale concorso da della miseria, della morte. Non manca segnalare l’altrettanto tradizionale uno sguardo sul mondo agricolo con il e caratteristico presepe di S. Marta, Un’opera che tutti gli anni attira circa 5 mila visitatori. L’11 dicembre ultima data del concorso campo dei pastori dove Dio annunciò per primo la nascita di suo figlio “Il Cristo”. Il tutto contornato da un cielo che simboleggia l’universo. La grotta, con la nascita di Gesù, è rappresentata in modo evidente “perché la famiglia nella società deve essere affermata e stabile”. Il presepe nella chiesa di S. Marta potrà essere visitato fino al 15 gennaio con i seguenti orari: nei giorni festivi dalle ore 10 alle 12.15 e dalle ore 15 alle ore 19, nei giorni feriali dalle ore 15 alle ore 18.30. Il 24 dicembre solo dopo la S. messa di mezzanotte e il 25 dicembre soltanto al mattino. Il presepe attira tutti gli anni qualcosa come 5000 visitatori. I 100 anni di nonna crosta di pianello è un avvenimento! Poche persone hanno la fortuna di arrivare a questa età. Per di più la signora Dina vive ancora sola, è lucida di mente e in grado di badare a se stessa e alla sua casa. è dispiaciuta di non poter più frequentare regolarmente la chiesa e partecipare alla S. Messa. Supplisce con le preghiere in casa, davanti al Crocifisso, alla Madonna e alla fotografia del “Sciur Notizie flash ■ Guanzate “Natività sull’acqua” in Santuario Sotto le antiche volte del Santuario di Guanzate, dove da secoli è venerata la Madre di Dio, tutto è pronto per l’appuntamento annuale con il presepio. Giovedì 8 dicembre, festa dell’Immacolata, ha avuto luogo la cerimonia di benedizione del Presepio che verrà aperto a tutti i pellegrini e devoti che frequentano il Santuario fino al 22 gennaio 2012. Il tema dell’edizione di quest’anno è “Natività sull’acqua”, in quanto la natività è posizionata su una barca che galleggia su un grande specchio d’acqua che occupa la scena centrale del presepio, costituito anche da una zona desertica ed una zona prospera e rigogliosa in tutti i suoi aspetti. La barca è stata usata più volte da Gesù e dagli apostoli ed ancora oggi è un mezzo di lavoro per tanti pescatori. Essa è anche simbolo della presenza della Chiesa e della Madonna che vigila su di essa. Gli Amici del Santuario sono soddisfatti del lavoro che anche quest’anno appare ben riuscito, ma lo saranno ancor più se sarà ancora maggiore degli altri anni il numero delle persone che accorreranno al Santuario per visitarlo dall’8 fino al 22 gennaio 2012, tutti i giorni dalle ore 14.30 alle ore 17.00. Per visite fuori orario si prega di rivolgersi al seguente numero telefonico: 031-976472 (ore pasti). Notizie flash ■ S. Fedele Int. “Racconti della Valle”, l’ultimo libro di Rina Sabato 17 dicembre, alle ore 16.00, presso la sala assembleare della Comunità Montana Lario Intelvese a San Fedele Intelvi (via Roma 9), si terrà la presentazione del volume “Racconti della Valle”, scritto dell’indimenticata Rina Carminati Franchi, per anni preziosa collaboratrice de “Il Settimanale della Diocesi di Como” e recentemente scomparsa. Sarà una bella occasione per ricordarla. ■ Tavernerio Festa con i bambini il 10 dicembre Sabato 10 dicembre, alle ore 14.30, a Tavernerio, presso il Centro Civico “R. Livatino” (via Risorgimento 21), l’area Cultura del Comune di Tavernerio, in collaborazione con l’associazione Cappelletta di Albavilla, organizza un momento di festa per i bambini con il lancio dei palloncini con le letterine dei desideri, alla presenza di Babbo Natale sulla slitta. Alle ore 16 la festa continua presso l’Auditorium Comunale (via Provinciale 45), dove la Compagnia di Burattini Pigliapupazzi di Como proporrà lo spettacolo “La vera storia di Babbo Natale”. Ingresso libero. Curaa”, don Michele Giudici, morto nel 1937, quando Dina aveva già 26 anni. Dina ricorda che don Michele veniva spesso in casa sua e ha lasciato in lei e in tutta la sua famiglia una memoria che lo scorrere degli anni non è riuscito a scalfire. Suor Antonia è andata in casa di Dina con i bimbi della Scuola dell’Infanzia e l’insegnante Giovanna per porgerle gli auguri. Nella foto si vede Dina che tiene in mano la fotografia di don Michele Giudici, parroco successore di don Luigi Guanella santo. è stato don Michele ad acquistare a sue spese nel 1913 il capannone in riva al lago, vicino alla chiesa parrocchiale, per collocarvi l’asilo, che iniziò la sua attività nel 1921 con due suore di don Guanella.. E’ quindi una felice coincidenza che i bimbi dell’attuale Scuola dell’Infanzia abbiano cantato gli auguri alla centenaria signora Dina che mostrava loro l’iniziatore dell’asilo di Pianello. Buona continuazione alla signora Dina e onore al “Sciur Curaa” don Michele Giudici! Recital a Sagnino Prendere o lasciare I n questi giorni i ragazzi di Tavernola che si ritrovano in oratorio non fanno le solite cose: gente che balla, che canta e che recita. Vorrà dire qualcosa? Forse che si stanno preparando a portare in tournèe il recital “Prendere o Lasciare?” Esattamente! La prima replica è già fissata: oratorio di Sagnino (via Sagnino 60), 10 dicembre, ore 20.45, e «dato che ci teniamo a fare le cose bene – spiegano - ci siamo presi il tempo necessario ad apportare le modifiche giuste. In noi è viva la speranza che il nostro impegno, la nostra volontà ma soprattutto il nostro messaggio riscuotano il successone avuto in quel di Tavernola. Impresa ardua, direte voi, ma noi ci crediamo e siamo convinti di poter portare qualcosa di buono anche fuori dalla nostra comunità. Ma replichiamo anche per chi vuole dare una rinfrescata alla memoria: non pensate di scamparla dicendo “io l’ho gia visto”, perché è proprio nella testimonianza presso le altre comunità che abbiamo bisogno di voi, del vostro aiuto e sostegno per Il 10 dicembre i ragazzi dell’oratorio di Tavernola replicano, presso un altro oratorio, il recital proposto con grande successo in “casa” testimoniare la fatica, l’impegno e l’immancabile felicità nel fare quel che facciamo. Ora, sappiamo che alcuni si stanno chiedendo “qual era questo benedetto messaggio?”, e noi potremmo rispondere: “venite e vedrete”, ma siamo troppo buoni e, invitandovi ad esserci, vi diamo un’anticipazione. Luci, sipario, voce fuoricampo sulle immagini di una coppia singolare, un angelo e un diavolo: ogni giorno ci troviamo a fare delle scelte, grandi o piccole che siano, e dato che la perfezione non è umana, non possiamo pretendere di imboccare sempre la strada giusta. La cosa importante non è, però, l’esito, ma l’azione, la capacità di metterci davanti ad un bivio, la volontà di non rimanere nella mediocrità. Prendere o lasciare, per non rimanere immobili nello stesso punto come stoccafissi, rendendo inutile la nostra vita». Cultura 24 Sabato, 10 dicembre 2011 Roma di fronte all’Europa e al mondo, nel ‘600 Con la conferenza di Flavio Rurale si è concluso il ciclo di incontri dedicati alla figura di Innocenzo XI a 400 anni dalla nascita Un percorso che ha permesso di mettere in luce molti aspetti della figura di questo Papa C on la conferenza tenuta il 1° dicembre da Flavio Rurale, docente all’Università di Udine, si è concluso il ciclo di incontri sulla figura di Innocenzo XI promosso dalla Diocesi di Como in occasione del quarto centenario della nascita del pontefice. Studioso della storia degli di Fabio Bustaffa ordini e congregazioni religiose – in particolare della Compagnia di Gesù – il professor Rurale ha evidenziato prima di tutto l’impegno del papa comasco per la riforma morale e disciplinare della Chiesa, nonché per un risanamento delle finanze dello Stato Ecclesiastico che non ha esitato ad accostare ad una moderna “riforma dei costi della politica”. Quelle dell’Odescalchi furono scelte che misero in crisi un consolidato sistema poggiato su clientele e compravendita degli uffici (similmente a ciò che accadeva nel resto d’Europa) e che avrebbero dovuto trovare il loro coronamento in una bolla contro il nepotismo preparata dal papa e dai suoi collaboratori e tuttavia mai promulgata per l’opposizione di una parte del collegio cardinalizio. Nonostante questo parziale fallimento, con l’Odescalchi la Chiesa del Seicento conobbe il primo pontefice che non volle vicino a sé un cardinal nepote. Una scelta che era stata auspicata da molti ecclesiastici e religiosi del tempo, come tra gli altri il generale dei gesuiti Giovanni Paolo Oliva, che proprio nel nepotismo indicò uno dei più grandi ostacoli alla credibilità della Chiesa presso i protestanti e i non cristiani. L’incontro con il professor Rurale è stato occasione per conoscere la situazione politica europea, l’attività ● Interessante meditazione sui Vangeli dell’infanzia ● Un’approfondita analisi del testi di Matteo e Luca missionaria della Chiesa e alcune questioni teologiche con cui Benedetto Odescalchi dovette misurarsi. È stato evidenziato, in particolare, il difficile rapporto tra il pontefice e Luigi XIV, fermamente deciso a porre la Chiesa francese sotto la propria influenza. Ne nacque una vera e propria crisi politico-religiosa che rese difficile l’impegno diplomatico del papa per la costituzione di un’alleanza militare europea che si opponesse all’’avanzata ottomana in Europa Orientale. Un obiettivo che venne comunque conseguito dall’Odescalchi e che portò all’importante successo militare conseguito a Vienna nel 1683. Durante il pontificato innocenziano l’impegno missionario conobbe nuovo slancio. Buone notizie giungevano dalla Cina dove – qualche anno dopo la morte dell’Odescalchi – l’imperatore avrebbe emanato un editto di tolleranza verso il cristianesimo. Negli stessi anni si preparavano i missionari all’evangelizzazione delle popolazioni musulmane, come testimonia la fioritura degli studi di arabistica nella stessa Roma. Quello con l’Islam fu un incontro-scontro segnato da pagine oscure di conversioni forzate, riduzione in schiavitù da parte musulmana ed episodi di intolleranza da parte dei missionari cristiani. Gli anni di “regno” di Innocenzo XI – ha ricordato Rurale – videro svolgersi dibattiti su importanti temi teologici. Come quello sull’Immacolata Concezione – che vedeva opporsi domenicani e soprattutto gesuiti – e quello sulla persistenza del giansenismo tra gli ecclesiastici di Francia e Belgio. Negli anni del pontificato dell’Odescalchi il Sant’Offizio condannò gli eccessi in senso lassista della teologia morale, e più tardi quella nuova spiritualità “quietista” che pure aveva trovato sostenitori in alcune personalità vicine allo stesso papa. Roma, conobbe negli anni di papa Innocenzo anche una certa vivacità culturale, come provano la presenza di Cristina di Svezia e poi, a fine pontificato, il viaggio in Italia del filosofo e matematico tedesco Leibniz. Con i limiti e le caratteristiche che le erano proprie, anche Roma si misurava con le novità scientifiche, filosofiche e politiche che nei decenni successivi avrebbero mutato il volto della civiltà occidentale. A conclusione di questo ciclo di conferenze l’augurio è che nei prossimi mesi altri comaschi possano riscoprire una figura così significativa per la nostra città, per l’Europa e la Chiesa. Notizie flash ■ Chiasso A Teatro la prima di assoluta di “Angeli” Nei giorni scorsi al Teatro di Chiasso è andato in scena, in prima assoluta, “Angeli”, liberamente ispirato al romanzo “Amabili resti” di Alice Sebold su progetto teatrale di Laura Negretti, pure splendida attrice. Ha messo in luce nel migliore dei modi possibili, con profonda sensibilità, pudore, delicatezza e rispetto il personaggio di Susie, quattordicenne stuprata da un vicino di casa insospettabile. Dato lo scabroso argomento sarebbe stato facile cadere in un’inutile retorica, banalizzandolo, eppure Laura ha trovato una perfetta chiave di lettura, contribuendo a far pensare, riflettere e meditare. Si è adeguatamente calata anche nel ruolo della sorella di Susie e della madre. Non ha poi trascurato un aspetto importante, quello degli “amabili resti”, cioè della famiglia dilaniata dal dolore, che tende a ricomporsi nell’amore e nel ricordo di Susie. All’altezza della situazione pure Marco Ballerini, che ha interpretato George Harvey (lo stupratore), e Sacha Oliviero nel ruolo del padre di Susie (Jack Salmon). Hanno saputo penetrare psicologicamente nell’intimo di ogni personaggio. Uno spettacolo che intende, con merito e validità, superare l’omertà intellettuale che spesso colpisce argomenti di questa natura e costituire una sorta di prevenzione e di consapevolezza sia nei ragazzi sia negli adulti. Bella e appropriata la regia di Eleonora Moro, in sintonia la drammaturgia di Marco Filatori, minimalista ma conforme al copione la scenografia di Armando Vairo. “Angeli” è un piccolo capolavoro e merita tanto successo. (al. ci) ● Il libro è stato pubblicato dall’editrice Ancora Bruno Maggioni: “Venne fra la sua gente” G iunge più che mai opportuno –mentre siamo in cammino verso il Natalequesto volume di mons. Maggioni: pagine che conducono il lettore ad una approfondita e accattivante lettura di testi che gli evangelisti Matteo e Luca dedicano all’ “infanzia di Gesù”. Il percorso seguito dall’Autore ha una sua peculiarità. La prospettiva: “I due evangelisti hanno inserito i personaggi dell’infanzia, che hanno ritenuto opportuno ricordare, nella narrazione di uno o più avvenimenti, e queste narrazioni sono a loro volta all’interno di un Vangelo preciso con una sua teologia determinata”. Precisata la prospettiva entro la quale si collocano i testi, l’Autore indica il metodo di lettura messo in atto: “L’intenzione è di porre in risalto i molti personaggi che popolano i racconti dell’infanzia di Gesù… E’ chiaro che questi personaggi non vanno studiati a sé stanti, staccati dal contesto narrativo in cui si trovano. Perderebbero in tal modo il loro colore e il loro sapore. Per questo ho deciso di mantenere ogni personaggio dentro il contesto narrativo, anche se questa scelta può comportare qualche ripetizione”. Così accostati, i testi rivelano una nuova profondità e specifica originalità. Innazitutto, “personaggi e figure sono descritti in modo sobrio, a volte semplicemente accennati. Ma tutti hanno un loro posto nella storia del tempo, non sono personaggi inventati. Sono tuttavia descritti tipicamente: diventano cioè tipi di situazioni e comportamenti generali, possibili in ogni tempo. In questo senso, qualcuno ha potuto parlare non del tutto a torto di narrazioni ‘poetiche’ ”. Poi, emerge un aspetto che non sempre viene tenuto presente in molte letture: nei racconti dell’infanzia “molti sono i silenzi. Questi silenzi sono da rispettare. Riempire i vuoti di significati, magari desunti altrove, non significa affatto arricchire i testi. Diventano semplicemente più ovvi. In qualsiasi racconto i silenzi sono importanti come le parole, gli spazi in ombra come gli spazi in piena luce. I silenzi e le ombre concentrano l’attenzione del lettore su ciò che il narratore intende veramente suggerire”. Quindi, in questo contesto e in questa prospettiva di parole e di silenzi, emerge quasi spontaneo il problema degli apocrifi. I vangeli apocrifi dell’infanzia abbondano di molte notizie straordinarie. La pietà popolare ha cercato appunto di riempire i silenzi introducendo negli anni oscuri di Gesù episodi agiografici e miracolosi. Infine, ciò che distanzia i vangeli apocrifi dalle narrazioni di Matteo e di Luca è la prospettiva teologica, il modo cioè di intendere l’agire di Dio rivelatosi nella storia di Gesù. Così dal miracoloso degli apocrifi si passa al quotidiano e anonimo vivere umano delle pagine di Matteo e Luca: “Gesù vive per molti anni la vita quotidiana e anonima degli uomini, Lo straordinario è che un Figlio di Dio abbia vissuto per anni una vita in nessun modo straordinaria. E questo non significa assenza del divino, neppure significa un suo nascondimento, ma, al contrario, una sua sorprendente rivelazione”. Bruno Maggioni. VENNE FRA LA SUA GENTE. Meditazioni sui Vangeli dell’infanzia, Edizioni Ancora, Milano 2011, pp. 136, euro 13,50. Arcangelo Bagni Valli Varesine T Tanta gente a Cittiglio per parlare di famiglia e educazione anta gente Venerdì scorso 2 dicembre all’oratorio di Cittiglio per seguire la conferenza dal titolo: “La meravigliosa sfida educativa” proposta dal dott. Paolo Piccinelli, primario del reparto di neuropsichiatria dell’Ospedale “Filippo del Ponte” di Varese. L’incontro fa parte della rassegna di momenti formativi dedicati alla famiglia, in preparazione del VII incontro mondiale delle famiglie che si svolgerà a Milano ed è stato organizzato dal gruppo famiglie della Viabilità. Una volta ultimata la strada permetterà agli automobilisti valcuviani di baipassare il centro abitato. Al via i lavori per la Gavirate-Besozzo G Nella foto il momento della posa della prima pietra iornata importante quella di sabato 3 dicembre per la viabilità nel medio Verbano. In quella data, infatti, è stata posata la prima pietra per la costruzione di una nuova strada: il collegamento Gavirate – Besozzo (1° lotto) in comune di Gavirate. Siamo fuori dalla Valcuvia, ma la notizia è comunque importante anche per gli automobilisti valcuviani perché questa nuova arteria, una volta terminata e completata col 2° lotto, permetterà di raggiungere la superstrada Besozzo – Vergiate senza più transitare all’interno dell’abitato di Besozzo. A posare la prima pietra del nuovo tronco erano presenti i vertici della provincia di Varese con il presidente Dario Galli e l’assessore alla viabilità Simeoni, il sindaco di Gavirate, il senatore Rizzi e l’assessore alle infrastrutture e viabilità della Regione Lombardia Raffaele Cattaneo. Nelle parole pronunciate dai politici intervenuti la sottolineatura di come gli enti locali assieme alla Regione e alla Provincia, nonostante la crisi evidente che interessa il mondo intero, riescano a trovare i fondi per realizzare in sobrietà quelle opere che vengono valutate e ritenute prioritarie ed indispensabili per il territorio. In sintesi il progetto della nuova strada è così riassumibile: lunghezza circa 440 m; sezione stradale tipo C1 formata da 2 corsie da 3,75 m con due banchine laterali asfaltate da 1,50 m e margine esterno da 1,00 m; velocità di progetto compresa tra 60 e 80 km/h; pendenza max. 5%opera principale il viadotto di 168 m, a quattro campate, per superare la valle del torrente Bardello; costo 5 milioni e 100 mila Euro. Il progetto del nuovo tronco viario è stato redatto dall’ufficio tecnico della provincia e porta la firma dell’Ing. Luca Cremona, mentre la gara d’appalto ha visto prevalere l’impresa Civelli Costruzioni di Gavirate in associazione temporanea con l’impresa Angelo Bianchi di Laveno Mombello e con il consorzio Profacta di Rovereto (TN). Il tempo utile contrattuale per realizzare l’opera è fissato in 390 gg a partire dal 1/12/2011. La nuova strada avrà origine a Gavirate da una rotonda sulla SP1 e terminerà a Bardello innestandosi sulla doppia rotatoria già esistente lungo la SP 50, in prossimità di Olginasio. Il lavoro sarà completato con la posa di barriere fonoassorbenti in corrispondenza di alcune abitazioni, mentre dal punto di vista ambientale il progetto prevede una ripiantumazione arborea lungo i versanti che oggi sono stati disboscati per aprire il cantiere e permettere l’esecuzione dei lavori. A.C. ■ Fotonotizia: a Malpensa con don Angelo Introzzi Appena prima di partire D on Angelo Introzzi è ripartito per l’Argentina nel pomeriggio di domenica 4 dicembre dall’aeroporto della Malpensa dove, prima dell’imbarco, ha celebrato una S. Messa di saluto nella cappella dell’aeroporto, dove erano presenti oltre ai familiari anche molti amici tra cui anche un numeroso gruppo proveniente da Cittiglio, paese ove don Angelo è stato vicario per 15 anni dal 1977 al 1992. Don Angelo era rientrato in Italia nel luglio scorso per festeggiare nel suo paese di Fino Mornasco (CO) i 90 anni della mamma, la quale, però, già malata da tempo, è deceduta il 16 ottobre. Don Angelo, al suo rientro in Sudamerica ritornerà ad occuparsi della parrocchia di Clodomira, nella diocesi di Santiago del Estero, nel centro nord dell’Argentina. (a.c.) Sabato, 10 dicembre 2011 25 parrocchia a cui si sono aggiunte altre coppie provenienti dai paesi vicini. Una serata seguita ed interessante per i temi proposti e per la competenza del relatore che, con esposizione semplice e chiara, ha avvicinato la platea dei presenti all’argomento trattato. Le attività del gruppo famiglie si completerà nel 2012 con l’organizzazione di altre due conferenze, una programmata per venerdì 23 marzo sul tema della coppia; l’altra il 20 aprile sul tema della spiritualità in famiglia. Notizie flash ■ Gemonio Venerdì 9 dicembre un incontro sui 150 anni dell’Unità d’Italia Organizzata dal sistema bibliotecario dei laghi, dalla commissione cultura del comune di Gemonio e dalla biblioteca civica, venerdì 9 dicembre alle ore 21,00 è programmata una serata al “Museo Bodini“ di Gemonio dal titolo: “Parole per 150 anni”. Letture liberamente ispirate alla raccolta “La Patria, bene o male” di Carlo Fruttero e Massimo Gramellini. Sarà un viaggio nella storia degli ultimi 150 anni che ripercorrerà il cammino della nostra nazione attraverso l’analisi di alcune date significative e particolari. La voce narrante e il canto saranno di Marita Viola, mentre Francesco Notari eseguirà l’accompagnamento musicale con fisarmonica e chitarra. ■ Giovani Domenica 11 dicembre ritiro d’Avvento intervicariale La Commissione Giovanile Intervicariale Valli Varesine ha programmato per Domenica 11 dicembre, dalle 14.30 alle18.00 il “Ritiro d’Avvento” per i giovani dalla 1° superiore di Valcuvia e Valmarchirolo, inoltre, in vista delle prossime vacanze natalizie ha organizzato il campo invernale 2011 dal 27 al 31 dicembre p.v. a Gualdera di Fraciscio, in alta Valchiavenna (SO) aprendo le iscrizioni a tutti i ragazzi e ragazze dalla 1° alla 5° superiore. Referente ciascun parroco. ■ Teatro Sabato 17 dicembre uno spettacolo teatrale con i giovani di Cittiglio Proposto e organizzato dai ragazzi del catechismo e dal Gruppo Animatori si svolgerà sabato 17 dicembre, presso il salone dell’oratorio di Cittiglio, alle ore 20.30, lo spettacolo “Un magico Natale”. Al termine scambio degli auguri e panettonata. A.C. Sondrio Cronaca 26 Sabato, 10 dicembre 2011 Notizie flash ■ Primolo Il Santuario Madonna delle Grazie in dvd ● Una serata con don Andrea Straffi proposta dal Vicariato di Sondrio Consiglio Pastorale Il Consiglio Pastorale Vicariale si inconterà martedì 10 gennaio, alle ore 21, in Arcipretura a Sondrio. ■ 14 gennaio Veglia per la pace La veglia per la pace si svolgerà a Sondrio sabato 14 gennaio, con partenza alle ore 21 dal Campus scolastico. La conclusione sarà nella chiesa di San Rocco ■ 17 gennaio “Manca il respiro” Martedì 17 gennaio, alle ore 21, è in programma, al Cinema Excelsior, “Manca il respiro” , conferenza di monsignor Saverio Xeres sulla situazione attuale della Chiesa Italiana. ■ 20 gennaio Preghiera per l’unità Venerdì 20 gennaio, alle ore 21 in Collegiata, in occasione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani si svolgerà la preghiera ecumenica ispirata al tema dell’ottavario, “Tutti saremo trasformati dalla vittoria di Gesù Cristo, nostro Signore”. ■ 21 gennaio Pellegrinaggio vocazionale Sabato 21 gennaio, con partenza alle ore 7 da piazzale Fojanini, appuntamento con il mensile pellegrinaggio vocazionale alla Sassella. Per informazioni: [email protected] ● Anche la bandiera europea è ispirata alla corona dell’Immacolata Catechesi e arte: un incontro sull’Immacolata Concezione Le parrocchie di Chiesa Valmalenco e Primolo hanno realizzato un dvd sul Santuario della Madonna delle Grazie. Il filmato della durata di 42 minuti, realizzato per le riprese e il montaggio da Antonio Viani e per la voce narrante del parroco don Alfonso Rossi, viene presentato nel pomeriggio di giovedì 8 dicembre alle ore 15, con la proiezione nello stesso santuario dopo un momento di preghiera e la benedizione delle tessere dell’Azione Cattolica. Vicariato di Sondrio ■ 10 gennaio ● L’arte ha riflesso l’evoluzione del dogma dell’Immacolata O rganizzata da don Ferruccio Citterio, nella sua veste di referente per la Catechesi nel Vicariato di Sondrio (catechesi attraverso l’arte), lo scorso 29 novembre si è svolta a Sondrio una serata particolare, dedicata a “L’Immacolata Concezione”. Relatore dell’incontro, don Andrea Straffi , responsabile dell’Ufficio diocesano di Arte Sacra. Con un’appassionante relazione, supportata dalla proiezione di numerose opere d’arte, don Andrea ha attraversato i secoli, offrendo allo sguardo del pubblico, raccolto nella sala del teatro Excelsior, una significativa selezione di dipinti dedicati alla Vergine Maria. L’obiettivo era mostrare come l’arte ha riflesso l’evoluzione teologica e dottrinale del dogma dell’Immacolata Concezione. Proclamato ufficialmente da Pio IX l’8 dicembre del 1854, il dogma non fu, dunque, una novità, ma il coronamento di una lunghissima tradizione e di una devozione già accettata dal punto di vista teologico e diffusa in tutto il mondo cattolico. «Il canone più diffuso nella rappresentazione dell’Immacolata è quello sintetizzato dal pittore spagnolo Murillo nel suo celebre dipinto del 1630 (nella foto sopra), conservato al Museo del Prado di Madrid», ha esordito il sacerdote. In quest’opera, Maria appare nella caratteristica veste bianca, simbolo della grazia, e col manto azzurro, simbolo del cielo, mentre viene assunta nella gloria della Luce che l’accoglie alle sue spalle, circondata da una teoria di angeli in volo. Ai suoi piedi, il globo bianco della luna. L’origine di questo canone, ha spiegato Straffi, va cercata nella visione di Giovanni espressa nel capitolo dodici dell’Apocalisse, dove appare una donna “vestita di sole, con la luna sotto ai suoi piedi e sul capo una corona di dodici stelle”, nel travaglio del parto. E, poi, la nascita del bimbo e il dragone rosso che tenta di divorarlo, personificazione delle forze nemiche di Dio. «Fiumi d’inchiostro sono stati versati per interpretare questa visione. Chi è questa donna? Israele, cioè il popolo di Dio, che genera il Messia? La Chiesa, perseguitata e protetta? Maria, madre del Messia? Le tre interpretazioni s’integrano a vicenda», ha spiegato don Andrea, e legittimano anche la possibile idea della Madonna come colei che sconfigge il Male, un assunto che già si trova nei Padri della Chiesa. Per cominciare a descrivere l’origine del concetto di Maria Immacolata, nata cioè senza la macchia del peccato originale, don Andrea ha mostrato gli affreschi sublimi dipinti da Giotto, che si trovano oggi nella Cappella degli Scrovegni a Padova. Nelle sue scene, come in quelle di un film, Giotto illustra la vicenda raccontata nel Proto-vangelo di Giacomo, il testo apocrifo scritto nel II secolo, dove si narra come Maria fu concepita per opera della Spirito Santo, frutto miracoloso dell’“albero sterile” dei suoi genitori, Anna e Gioachino. Concepita, appunto, senza macchia. Giotto realizzò quest’opera tra il 1303 e il 1305. Già da due secoli l’idea di Maria preservata dal peccato originale era uno dei nodi cruciali della discussione teologica. La questione animava, soprattutto, gli ordini mendicanti. Da un lato, i Domenicani, “macolisti”, negavano il concetto dell’Immacolata Concezione, che consideravano in contrasto con l’azione redentrice di Cristo. Maria “senza macchia” avrebbe contraddetto il senso del riscatto universale di Gesù. Dall’altra, i Francescani, “immacolisti”, ne erano, invece, appassionati sostenitori e diffusori. La questione fu, per così dire, risolta da un francescano scozzese, Duns Scoto, che nel Trecento dimostrò con la sua dottrina che l’immacolatezza di Maria non è un’eccezione alla redenzione di Cristo, ma il pieno compimento della sua mediazione salvifica (“Dottore dell’Immacolata”, lo definì nel 1996 Giovanni Paolo II). Per illustrare questo concetto, Straffi ha mostrato la “Madonna dei Palafrenieri” di Caravaggio. In questo quadro del 1605, c’è un’insolita Maria, prosperosa e vestita in maniera mondana, che sostiene un bambino Gesù, più grande del solito, quasi un ragazzino. Un dettaglio rivela la “genialità teologica” del Caravaggio: il piedino di Gesù poggia sopra quello della Madre che, a sua volta, schiaccia la testa del serpente, simbolo, come il dragone, del male. «Caravaggio riassume così la verità teologica del ruolo di Salvatore di Cristo insieme a quella della Madre che vince sul male», ha spiegato Straffi. «Ed esprime l’importanza di Maria nel piano di salvezza dell’opera di Dio». Ancora don Andrea ha mostrato l’interpretazione del dogma attraverso le Immacolate Concezioni dipinte da Leonardo, Rubens, El Greco, Velasquez ed altri autori. Tra loro, il valtellinese Pietro Ligari: la sua Immacolata Concezione si trova nell’omonima chiesa parrocchiale di Andalo Valtellino (nella foto al centro). Straffi ha quindi posto l’accento sull’”Immacolata”, dipinta dallo spagnolo Zurbaran, dove ha grande risalto la corona di dodici stelle dell’Apocalisse che le circonda il capo (nella foto sopra). A questo proposito, don Andrea ha citato un articolo di Vittorio Messori, pubblicato dal Corriere della Sera il 14 luglio del 2003, nel quale lo scrittore cattolico racconta l’origine della bandiera europea. Per “aggiornare” l’articolo, abbiamo parlato con Messori al telefono. «Mi piace definirlo come un’ironico scherzo di Maria ai burocrati europei, quelli stessi che, al momento della costituzione, non hanno voluto riconoscere le radici cristiane dell’Europa», ci ha detto l’autore del celebre Ipotesi su Gesù. «Senza saperlo, hanno scelto per l’Europa proprio una bandiera mariana». Infatti, racconta Messori, questa bandiera fu ideata nel 1949 da Arsène Heiz, giovane e poco noto designer che, come molti cattolici francesi, portava al collo la cosiddetta “Medaglia miracolosa”, coniata in seguito alle visioni avute a Parigi, nel 1830, da santa Catherine Labouré. Questa religiosa rivelò di aver avuto incarico dalla Madonna stessa di far coniare e diffondere una medaglia con le dodici stelle dell’Apocalisse e l’invocazione: “Maria concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a te”. Con il suo bozzetto, Heiz vinse il concorso indetto dal Consiglio d’Europa. Allora i Paesi erano solo sei, ma in seguito a una serie di valutazioni fu scelto di mettere dodici stelle perenni. «L’ironia della Madonna si è spinta oltre», insiste lo scrittore. «La presentazione della bandiera e, dunque, la sua proclamazione ufficiale fu fatta a Roma l’8 di dicembre, giorno dell’Immacolata Concezione!». Lo “scherzo”, secondo Messori, di Maria accompagna gli automobilisti d’Europa. Su tutte le targhe, italiane comprese, campeggiano le dodici stelle su fondo azzurro dell’apocalittica bandiera. MILLY GUALTERONI Valchiavenna Sabato, 10 dicembre 2011 27 Figlie della Croce. La religiosa è stata trasferita a Roma per seguire nuovi incarichi Suor Paola Canzi saluta la “sua” Chiavenna S uor Paola ha lasciato Chiavenna e l’istituto Immacolata. E’ arrivata nello scorso fine settimana la notizia del trasferimento a Roma della religiosa della Congregazione delle Figlie della Croce della città del Mera. Suor Paola, attiva per molti anni sia alla scuola dell’infanzia, sia in altri contesti nella comunità chiavennasca, ha visto terminare nei giorni scorsi la propria lunga e significativa esperienza in città. Nel fine settimana ha salutato moltissimi concittadini - a cominciare dai bambini, dai genitori e da tanti ex-alunni - ed è stata chiamata a fare le valigie. Per una religiosa non si tratta di una novità. L’obbedienza alle indicazioni dei superiori, chiamati ad assumere decisioni a volte inattese e sotto alcuni punti di vista poco comprensibili, non è mancata, e suor Paola si è attenuta alle disposizioni ricevute. Ma naturalmente a Chiavenna c’è stato un certo dispiacere per la partenza di una suora sempre sorridente e cordiale e al tempo stesso attiva e preparata in ogni ambito del proprio ruolo. Suor Paola è stata fino all’ultimo il punto centrale dell’asilo a livello educativo in una struttura che i fondatori hanno sempre voluto legare allo spirito e all’esperienza delle Figlie della Croce, presenti anche con un’altra religiosa molto attiva e stimata, suor Teresanna. Sin dall’inizio dell’esperienza di questa scuola di ispirazione cattolica, la congregazione - quella di suor Maria Laura Mainetti - ha avuto un ruolo da protagonista e suor Paola ha rappresentato una vera e propria guida. «La partenza di suor Paola ci lascia grande vuoto - ha commentato Paolo Lorenzini, presidente dell’Associazione educativa Immacolata (una realtà particolarmente attiva nella promozione di La pietra ollare utlizzata per la nuova stazione tiburtina C’ s.bar. Cultura ■ In mostra Un pezzo di Valle sbarca a Roma era anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano lunedì all’inaugurazione della stazione di Roma Tiburtina, costruita con un ampio utilizzo di pietra ollare. Paolo Succetti, direttore della Succetti graniti di Chiavenna, ribadisce di essere orgoglioso di aver contribuito ad un’opera così importante e soprattutto improntata al futuro. «Coniugare tradizione e tecnologia è la via d’uscita da questo periodo di crisi. Se qualche anno fa si poteva pensare di puntare esclusivamente sul terzo settore e su un progresso che tralasciasse la “materia”, oggi questa crisi ci sta facendo riflettere. Non possiamo permetterci di iniziative educative rivolte alla collettività e alla popolazione e di progetti a favore di bambini in difficoltà) -. La suora ha avuto sempre un rapporto molto bello ed educativo con gli alunni della scuola e le famiglie dei piccoli scolari. Ma è stata sempre pronta a darsi da fare anche in altri ambiti della comunità chiavennasca, senza fermare il proprio impegno e la propria testimonianza di fronte a eventuali differenze di credo o di altra natura. Tutti noi la ringraziamo per la sua testimonianza». Ovviamente nei confronti di tutte le suore della Congregazione c’è un sentimento di stima e affetto da parte dei chiavennaschi, e ora toccherà a chi rimane il compito di continuare la propria opera con lo spirito che ha caratterizzato anche il lavoro di suor Paola. Conclusa l’esposizione di Sara Munari “S perdere quelle attività che fanno parte della nostra tradizione, ma dobbiamo coniugarle con ricerca e sviluppo. Le cave e il lavoro degli inerti oggi possono tranquillamente convivere in un sistema fatto di turismo e rispetto per l’ambiente. Io credo che con un po’ di buon senso si possa continuare a produrre ricchezza e lavoro, ma anche interesse e aspettativa. A Roma non è stata in mostra solo la mia azienda, ma tutta la Valchiavenna con la storia e la cultura collegate all’estrazione della pietra ollare”. Non manca una riflessione sulle difficoltà del comparto. «Mi chiedo perché il Trentino Alto Adige venga preso sempre ad esempio solo per il turismo e mai come modello per le cave. Ci sono località come Lasa, in provincia di Bolzano, dove l’estrazione del marmo è diventata una risorsa per tutta la zona, pubblicizzando in tutto il mondo il nome del paese. Il tutto in accordo con la popolazione e l’amministrazione locale». s.bar. ■ L’Istituto Garibaldi di Chiavenna a favore di Caritas e disabili Studenti a scuola di solidarietà U na casa per i disabili delle Filippine, un aiuto prezioso alla Caritas della Valchiavenna. Sono due i progetti di solidarietà che nel corso dell’anno scolastico 2011-12 vedono impegnati gli alunni della scuola media dell’Istituto comprensivo Garibaldi di Chiavenna. Grazie alla generosità delle famiglie è stato raggiunto un importante obiettivo legato alla missione di padre Luigi De Giambattista. Attraverso la vendita di torte sono stati raccolti duemila euro. Saranno utilizzati per la costruzione di una casa per una famiglia con un figlio disabile nella periferia di Manila. «Nell’anno della santificazione di don Guanella, abbiamo voluto offrire un sostegno concreto al missionario guanelliano originario di Mese, uno dei comuni di provenienza degli alunni che frequentano la nostra scuola - ha spiegato il di- rigente scolastico Angelo Passerini -. Da parte delle famiglie degli studenti delle sedi di Chiavenna e Gordona c’è stata un’ottima risposta». Nelle scorse settimane la busta con l’offerta è stata consegnata al missionario in occasione di una messa celebrata a Mese. Poi padre Luigi è tornato nelle Filippine e, insieme agli altri aiuti raccolti, ha portato in Asia anche quello degli studenti. Gli allievi della Garibaldi sono stati impegnati anche nella giornata della Colletta alimentare. Insieme a Passerini e ad alcuni genitori hanno partecipato alla raccolta di alimenti che si è tenuta sabato 26 novembre al supermercato Dimeglio di Mese. «L’attenzione nei confronti delle situazioni di povertà è un argomento centrale per la formazione degli studenti», ha concluso Passerini. s.bar. treet photography” in mostra a palazzo Pretorio con le Argonaute. Si è chiusa martedì 6 dicembre la mostra “Esistenze confinanti, istantanee ferme di donne in movimento”. L’esposizione di fotografie di Sara Munari, fotografa e artista di Lecco, è stata organizzata dall’associazione Argonaute, nata con l’obiettivo di valorizzare la donna in ambito sociale, culturale e artistico, con il patrocinio delle amministrazioni comunali di Chiavenna e Sondrio.«La mostra presenta una serie di bellissime immagini di Sara Munari - ha sottolineato per le Argonaute Lilia Piacentini -. Gli scatti, realizzati in diverse località del mondo, ritraggono l’universo femminile in ambiti e situazioni differenti. L’artista racconta momenti di gioia, attesa, amicizia, malinconia e tristezza». Le foto sono state affiancate dai testi di alcune poesie scelti dalle Argonaute di Chiavenna in base alla propria sensibilità e all’affinità con le immagini. «Ne è scaturita una rosa di poetesse che si muove nel tempo e nello spazio, da Antonia Pozzi e Alda Merini a Elisabeth Bishop per arrivare alle nostre Leda Zanon e Licia Galli». Dopo la presentazione di Sara Munari c’è stata la lettura interpretativa delle poesie da parte di Pia Mazza dell’associazione “Fata Morgana” di Como, accompagnata alla viola dalla figlia Carlotta Bresciani. All’iniziativa ha partecipato un pubblico numeroso. «Il primo obiettivo della nostra associazione è il benessere della donna come presupposto per giovare a tutta la società, dai nuovi nati agli anziani - hanno aggiunto le organizzatrici -. Un obiettivo ambizioso, ma che perseguiamo con entusiasmo attraverso incontri e presentazioni di libri o confronti su argomenti che riguardano la donna, ma anche momenti piacevoli come lettura di poesie e spettacoli musicali». (s.bar.) 28 Sabato, 10 dicembre 2011 Notizie flash ■ A dança da Vida In vendita il calendario 2012: Educar para vencer L’Associazione A dança da Vida, che realizza diversi interventi socioeducativi per i bambini, gli adolescenti ed i giovani più poveri della città di São Mateus in Brasile, propone ogni anno un calendario che illustra aspetti significativi della vita del popolo brasiliano. Quest’anno le foto sono di Rafael dos Santos Verly, giovane e promettente fotografo brasiliano che si sta perfezionando con il sostegno dell’Associazione. Con il ricavato della vendita vengono finaziate borse di studio per giovani poveri e meritevoli. Quattro hanno già conseguito il diploma e sono attualmente immessi nel mondo del lavoro. Il calendario può essere acquistato alla Bottega della solidarietà di Sondrio ed alla Libreria San Paolo. Inoltre alla manifestazione ‘Ulemes ben domenica 18 dicembre in Piazza Garibaldi. Lo si può anche richiedere direttamente all’Associazione (0342.515409 o 338.8450507). ■ Sondrio Per Natale un aiuto a chi è in carcere Anche questo anno, come ormai tradizione, la Bottega della Solidarietà di Sondrio raccoglie caffè, dolci, pasta e prodotti per l’igiene personale da destinare ai detenuti della Casa Circondariale di Sondrio. Chiunque volesse partecipare alla raccolta può recarsi alla Bottega e chiedere alle volontarie indicazioni su cosa comperare, oppure contattare l’Associazione Quarto di Luna (luna. [email protected]). La consegna di quanto raccolto ai detenuti avverrà il prossimo martedì 13 dicembre in occasione dello scambio di auguri nella struttura del carcere di via Caimi. Sondrio Cronaca L’impegno dell’associazione A dança da Vida Lo scorso 26 novembre la cena tra amici e compagni di solidarietà, poi assemblee nelle scuole, vendita di calendari. Un giornalista brasiliano, membro della Pastorale per gli Immigrati dell’Arcidiocesi di Fortaleza, racconta la sua esperienza a Sondrio. A vendo trascorso alcuni giorni in Italia, ho avuto modo di partecipare, a Sondrio, a due eventi che mi hanno profondamente emozionato e coinvolto, entrambi volti ad approfondire la conoscenza e ad incrementare la solidarietà con il Brasile che è giunto ad essere la quinta potenza mondiale. di Francisco Vladimir Personalmente sento un profondo disagio di fronte a questa classifica: quanto più il Paese è potente, tanti più sono i poveri che vivono sulla strada, le persone che si trovano in stato di necessità. Essere una grande potenza non ha significato aver posto fine alla miseria, anzi. La sera del 26 novembre si è tenuta una cena tra amici e compagni di solidarietà: così li chiamo perché è quello che mi trasmettono. Lì ho potuto capire che semplici gesti possono cambiare, se non il mondo certamente la condizione di molte persone. E questo è già molto: per molti significa cambiare tutto. Questo realizza l’associazione A dança da Vida, in questa valle ricca di impegno, cultura, sogni. Nel corso di questa serata, dopo una presentazione ed un dibattito sulla situazione del popolo brasiliano, in particolare di São Mateus, è stato presentato uno dei più bei calendari che mi sia stato dato di vedere. Di calendari in questo periodo ne vengono proposti tanti, ma questo è proprio speciale: oltre ad avere l’obiettivo di reperire fondi per i progetti educativi dell’Associazione, presenta delle bellissime foto realizzate da un giovane brasiliano, Rafael. Ha 21 anni e studia fotografia. Questo ragazzo ha una storia molto simile alla mia: può frequentare un corso di studi perché riceve aiuto da persone di qui, italiani. Penso che avrà un buon futuro poiché le foto sono belle ed efficaci. Rispecchiano la vita, la quotidianità, la realtà, i desideri ed i sogni; il presente e il futuro. Anch’io ho avuto la possibilità di studiare grazie ad una borsa di studio sostenuta da amici e volontari italiani, in particolare da una famiglia che mi ha praticamente adottato. Ho così potuto frequentare la facoltà di giornalismo ed oggi presto il mio impegno professionale a vantaggio della mia comunità (sono nato e cresciuto in una favela di Fortaleza) e del mio Paese. Posso testimoniare che gli aiuti che ho ricevuto hanno fatto di me una persona migliore, che guarda verso il futuro, lavora per il cambiamento, vede negli altri un segno di speranza. Un secondo momento significativo è stata un’assemblea in una scuola superiore di Sondrio, a cui hanno partecipato più di 250 studenti tra i 15 ed i 16 anni. Ancora una volta è emerso l’impegno dei volontari dell’associazione A dança da Vida. I giovani, dopo aver assistito ad un interessante film brasiliano, La città di Dio, che illustra con grande realismo la vita in una favela di Rio, hanno dato vita ad un vivace dibattito, animato da grande curiosità e con molte domande. La questione oggi è: essendo ormai il Brasile una potenza mondiale, vale ancora la pena, è necessario, aiutare gli abitanti delle favelas, i poveri del Brasile? Sì, certamente. Il processo di trasformazione del Paese è lungo e difficile. Non basta un Presidente, non basta un Governo. Occorrono interventi radicali orientati all’educazione, alla difesa dei diritti, alla valorizzazione delle persone oggi escluse. Occorre l’impegno di quanti credono che solo con la solidarietà le cose possono cambiare. I cambiamenti dipendono da noi: insieme potremo danzare la danza della vita. Parrocchie di Sondrio. Concluso il ciclo di incontri sul tema dell’educazione familiare A concludere il ciclo promosso dalle Parrocchie di Sondrio in collaborazione con il Cras sul tema Educazione familiare e contesto sociale è stato presentato e commentato dal cinefilo Rino Bertini il film dei fratelli belgi Jean Pierre e Luc Dardenne, Il ragazzo con la bicicletta, Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes 2011. Introducendo la serata, il presidente del Cras, Maurizio Gianola, ha ricordato che l’educazione non ha mai una ricetta, perché ogni ragazzo è un mondo a sé e ogni famiglia ha la sua storia e, allo scopo, è importante anche il contributo che può venire dalla visione di un film. «Come ne La promesse (1996) e ne L’enfant (2005) – ha spiegato Bertini – anche in questa pellicola, più dolce e meno sofferta delle precedenti, i due registi svolgono un discorso educativo e il loro viaggio nella disperazione e nel dolore per la prima volta termina lasciando aperta una via alla speranza. Si tratta di un lavoro asciutto ed essenziale, che mantiene un certo carattere documentaristico (tanto che si è parlato di neorealismo belga), dove i sentimenti sono portati alla luce senza abbandoni al sentimentalismo, mentre una parsimoniosa colonna sonora commenta i passaggi cruciali». Il protagonista dodicenne, Cyrill, ricorda da vicino Antoine Doinel de I quattrocento colpi di François Truffaut: entrambi hanno alle spalle una storia molto simile con gli stessi Il film di un percorso educativo è stata proposta la visione del film dei fratelli Dardenne “Il ragazzo con la bicicletta”, premiato a Cannes. problemi e le stesse movenze. Cyrill è alla disperata e testarda ricerca del padre che lo ha abbandonato presso un centro di accoglienza per l’infanzia, facendo perdere le proprie tracce. Quando finalmente riesce a trovarlo, il padre rifiuta di riprenderlo con sé: ha rinunciato al suo compito, perché se ne dichiara incapace. Della madre i registi non fanno cenno, probabilmente per lasciare libero spazio a Samantha, la parrucchiera e “fatina buona”, personaggio davvero positivo che, seguendo il proprio istinto materno, si dona a Cyrill con un amore totale e disinteressato. È lei a fargli ritrovare la bicicletta, simbolo di libertà e indipendenza, che invece il padre aveva venduto per pochi soldi (quasi a sancire la chiusura di ogni rapporto con il figlio), è lei che cerca di proteggerlo dai personaggi cattivi e di tenerlo lontano dai pericoli. Tuttavia, il ragazzino (il termine gamin del titolo originale, Le gamin au vélo, indica l’adolescente, ma anche il ragazzo di strada) la metterà più e più volte alla prova, anche duramente, prima di cedere e affidarsi. «Spesso capita che i ragazzi appaiano come provocatori di professione – ha commentato Gianola –, in realtà, attraverso la provocazione cercano di capire se l’adulto che hanno di fronte sta realmente dalla loro parte». In questo senso, due sono i momenti chiave del film: il primo, quando Cyrill vede che Samantha sceglie lui al posto del suo compagno; il secondo, quando, dopo averla combinata grossa con un tentativo di rapina, minacciato di morte dal giovane capo della gang e di nuovo rifiutato dal padre, torna da lei, l’unica che fa davvero il tifo per lui. Resterà a vivere con lei e finalmente vediamo il primo sorriso di Cyrill. PIERANGELO MELGARA Sondrio Cronaca ● La professoressa Maria Gabriella Martini è intervenuta a Tirano ● Tracce culturali delle beatitudini anteriori al messaggio evangelico ● Un legame influente tra il macarismo ebraico e la sapienza egizia Il concetto di «beatitudine» nel mondo antico I nvitata dall’associazione Terzo Millennio a inaugurare il quinto corso di preparazione per accompagnatori pastorali volontari, Maria Gabriella Martini, specializzata in filosofia della scienza, logica, teologia, ermeneutica del rapporto parola-immagine, ha tenuto la prima di due serate sul tema Gesù e le beatitudini: la via maestra della felicità, parlando delle Tracce culturali anteriori al messaggio evangelico. Nel secondo incontro, sabato 21 gennaio ancora a Madonna di Tirano alle ore 15, sarà sviluppato il tema Le Beatitudini evangeliche secondo Matteo e secondo Luca. «Il tema delle beatitudini investe un ampio ambito della conoscenza e della riflessione – ha esordito la relatrice – e va ben oltre il genere letterario macaristico (dal greco macaría, felicità, beatitudine). Il macarismo appartiene alla vasta ricerca sulla felicità umana e inerisce al desiderio di una vita non più contrassegnata dal dolore, dalla sofferenza, dalla morte, limiti propri della creatura: la beatitudine è l’anelito del cuore di ogni uomo a qualsiasi popolo o civiltà appartenga. Molti sono stati i tentativi per cercare di svincolarsi dai limiti, dai tentativi speculativopratici a quelli pragmaticoedonistici. Questo era già l’obiettivo della riflessione nei tempi antichi nell’Oriente assiro babilonese, in Egitto e in Grecia. Tuttavia, a parte embrionali individuazioni di prodromi letterari, la maggior parte degli studiosi concorda che l’origine di tale genere non si debba ricercare nelle culture cananeo-fenicie o mesopotamiche, mentre l’esistenza del macarismo nell’antico Egitto sembra facilitare la ricostruzione delle radici bibliche della beatitudine». A supporto di questa affermazione Martini ha citato vari esempi di scambi tra Egitto e regione siro-palestinese durante il Medio Regno (1897-1780 a.C.), il Nuovo Regno (1567 e il 1080 a.C.) e il Tardo Regno (700-332 a.C.), quando i contatti si intensificano (libro dei Re 11, 14-22). «Si è sostenuta a lungo l’inesistenza di legami tra sapienza egizia e riflessione israelitica, ma le Massime del gran visir Ptahhotep (2450 a.C.) – dieci pensieri che presentano somiglianze incredibili con la letteratura sapienziale e i Salmi – e le Istruzioni di Amenemope (databili tra 1320-1080 a.C.) – trenta detti scritti in demotico – sono la dimostrazione opposta, come ha illustrato il semitista francese André Dupont-Sommer» ha concluso Martini. Venendo al mondo greco, vi si trova il termine makários (felice, beato), usato nella letteratura epica: Omero proclama beati gli dei, oi mákares, mentre Esiodo (IX sec. a.C.) dice che l’uomo può essere felice solo dopo la morte, quando vivrà nell’isola dei beati, un luogo di delizia. Nella letteratura greca esiste il sinonimo olbios, felice, nel senso di benedetto dagli dei, perché agiato; un altro sinonimo è eudaímon, fortunato, felice. Per Epicuro, eudaimonía è il piacere che dà la felicità; per Aristotele, invece, è da intendersi nella semantica della radice del termine, cioè la felicità equivale alla bontà. Fuori dal contesto letterario e filosofico, sappiamo che per l’uomo greco la felicità stava nei beni e nei valori immediati: beati erano i genitori di figli eccellenti, la madre di un figlio devoto (se ne ritrova traccia in Lc. 11, 27), lo sposo di una moglie umile, non pettegola, chi ha conseguito fama e onore servendo il bene comune, ma soprattutto il sapiente, che possiede la scienza per farne dono anche agli altri. «Sono concetti che rimangono in un orizzonte intellettualistico e antropologico, senza indicare una via sicura al conseguimento del sommo bene. Con Israele, invece, le cose cambiano: grazie alla rivelazione, comprende che l’uomo non rimane prigioniero della propria contingenza, ma dispone dell’intervento di Dio amore che dona la beatitudine a colui che la merita». PIERANGELO MELGARA Le influenze egizie sul macarismo ebraico Le Massime di Ptahhotep sono di immediata comprensione: parlano dell’umiltà, della necessità di ascoltare chi viene a confidarsi, della necessità di non ascoltare la maldicenza, ecc. Ecco un esempio: Dell’indulgenza “Se sei indulgente a proposito di una questione che ha avuto luogo, / favorisci un uomo in virtù della sua rettitudine. / Passa sopra il suo antico errore, non ricordartene, / non appena egli è silenzioso verso di te il primo giorno”. Richiama un po’ l’invito evangelico a non guardare la pagliuzza nell’occhio del prossimo, ma piuttosto la trave nel tuo. Le Istruzioni di Amenenope sono conservate al British di Londra, trenta detti che presentano coincidenze incredibili con i Proverbi della Bibbia, soprattutto da Pro. 22, 17-24, 22 (dove sono citati), ma anche con i Salmi. Ad es., i due seguenti detti - “Non invidiare il podere del povero agricoltore, né affamarlo del suo pane, perché il boccone ti si fermerà nella gola, ti si rivolterà nello stomaco”; “Non affliggere il cieco, non deridere il nano e non intralciare il percorso dello zoppo” – richiamano l’incipit del salmo 41: “Beato l’uomo che è attento al misero: / nel giorno della sventura Jahvè lo libera. / Jahvè veglierà su di lui, / gli darà vita e felicità sulla terra...”. Nella lingua ebraica il termine “ašrê” è l’unico utilizzato per introdurre il macarismo ed è molto frequente nel periodo in cui la letteratura I PRO VALTELLINA E AG&B TIRELLI PER IL SOCIALE egizia influenza il mondo tribale israelitico. Modello di macarismo perfetto è il salmo 1, che contrappone il comportamento del giusto a quello dell’empio: “Beato l’uomo che non entra in comunione con i malvagi, / non indugia sulla via dei peccatori, / non siede nel consesso dei diffamatori, / al contrario, nella legge del Jahvè trova la sua gioia, / la sua legge medita giorno e notte... / Tutte le sue opere avranno successo...”. La beatitudine si consegue solo se si segue la via del giusto. Anche Gesù porrà il bivio: o seguite Dio, o Mammona. Però il simbolo delle due vie, del giusto e dei malvagi, è presente anche nell’antico mondo egizio nell’iscrizione 62 della tomba di Petosiris (IV l prossimo 31 gennaio scade il bando lanciato dalla Provaltellina e della Fondazione AG&B Tirelli rivolto ad enti senza fini di lucro della Provincia di Sondrio, che si occupano di migliorare la qualità della vita di soggetti e famiglie che versano in stato di bisogno. è quindi ampio il target delle persone beneficiarie di tali interventi: minori, anziani, malati, famiglie. Nello specifico sono interessate le seguenti aree, come riporta il testo del bando: sec. a. C.) e richiama molto da vicino il contenuto del salmo 1: “Ti guiderò sulla via della vita, sulla via buona di chi obbedisce a Dio. / Beato colui il cui cuore ad essa lo indirizza. / Chi cammina con il cuore deciso sulla strada della vita / è fermamente fondato nella terra. / Colui che teme Dio profondamente è molto beato sulla terra”. Gesù riprende la metafora delle due vie nel discorso della montagna: “Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che porta alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa”. Lo stesso accade anche per altri simboli come l’acqua e l’albero rigoglioso, che ritroviamo nella letteratura egizia, nei Salmi e nell’Apocalisse. «Aiuto a famiglie o singoli in un particolare stato di bisogno, aiuto a persone che necessitano di assistenza domiciliare, mobilità o cure onerose, educazione/istruzione per figli di famiglie con difficoltà economico-sociale, dotazione di attrezzature per servizi dedicati a finalità sociali». Vengono messi a disposizione 120 mila euro, 20 mila disposti dalla Provaltellina e 100 mila dalla Fondazione AG&B Tirelli. Il finanziamento prevede una Sabato, 10 dicembre 2011 29 Cultura ■ Sondrio Presentato il libro “Ricordi di gioventù” Con un’edizione speciale fuori commercio dei “Ricordi di gioventù - Cose vedute o sapute (1847-1860)” opera maggiore di Giovanni Visconti Venosta e documento prezioso per lo studio e la comprensione del Risorgimento lombardo -, commissionata dalla propria Fondazione alla Rizzoli, anche il Gruppo Credito Valtellinese ha inteso esprimere una “doverosa” adesione alle celebrazioni per i 150 anni dell’Italia unita. Alla conferenza per presentare il volume, cui è stato concesso il logo ufficiale del 150° per l’alto valore storico e letterario, alla presenza di autorità politiche e militari della provincia e di un folto pubblico, sono intervenuti il Presidente della Fondazione Angelo Palma, il presidente della Società Storica Valtellinese Augusta Corbellini e lo storico Bruno Ciapponi Landi. Palma ha osservato che dalla lettura del libro emerge la figura di un cittadino amante della patria e un ottimo scrittore, di cui si apprezza la freschezza e la semplicità dello stile e del linguaggio, l’attenta rappresentazione dei fatti, l’attualità di alcune situazioni e il richiamo a grandi ideali. Ha poi osservato che nel passato, quando l’Italia era un piccolo Stato e gli Italiani molto poveri e analfabeti, si è stati capaci di porre le basi per creare una delle nazioni più ricche e industrializzate. Oggi, di fronte alle sfide di un presente difficile e di un futuro incerto, si pone il problema di ritrovare il senso della storia nazionale, di rimuovere gli ostacoli e di mantenere alti gli ideali, per trasmettere ai giovani valori veri, entusiasmo e fiducia. La Corbellini ha ricordato invece che nel 1959 la Società Storica si era adoperata, perché si pubblicasse la riedizione dei Ricordi proprio nel centenario della liberazione della Valtellina e della Lombardia, «anche allora intesa non come occasione meramente celebrativa, ma per fare memoria di fatti, eventi e personaggi che avevano animato quelle vicende». Dopo aver citato alcuni episodi salienti del libro, come già aveva fatto anche Palma, ha evidenziato che, oltre alle pagine che trasudano di storia e di amor di patria, troviamo descritta la vita nella Milano del tempo, le malattie che attaccavano le vigne della Valtellina e quelle che mietevano gran numero di vittime come il colera. Per tutto questo e molto altro il volume potrebbe comparire a buon diritto tra i libri di lettura per i giovani accanto alle più note opere di Silvio Pellico e Luigi Settembrini. Infine, Bruno Ciapponi Landi, dopo aver ricordato l’alto ruolo svolto dai Visconti Venosta e da numerosissimi personaggi di spicco a favore dell’Italia, ha sostenuto che non avrebbe senso sopprimere la provincia di Sondrio proprio per la sua forte identità e per il contributo dato. Pi. Me. copertura fino al 65% del costo del progetto, che dovrà concludersi entro la fine del 2012. Il testo del bando, il modulo della richiesta e tutte le informazioni necessarie sono reperibili sul sito internet www.provaltellina.org. La domanda dovrà essere consegnata presso la sede delle Provaltellina, preferibilmente per via telematica all’indirizzo [email protected]. Non è la prima volta che la Provaltellina e la Fondazione AG&B Tirelli collaborano unendo le proprie risorse per il sociale. Altri due bandi precedono quello attuale e con essi sono stati sostenuti 39 interventi, distribuendo complessivamente 260.000 euro. I presidenti Marco Dell’Acqua e Antonio Tirelli hanno dichiarato la propria soddisfazione nell’unire ancora una volta le forze in modo da contribuire a potenziare gli interventi sul sociale, in un momento in cui la crisi accentua le problematiche e rende difficoltosi gli aiuti dallo Stato. Lu. S. 30 Sabato, 10 dicembre 2011 Spettacoli ✎ il telecomando | TV2000 Intervista al nostro Vescovo Diego Coletti Domenica 11 dicembre alle 20.30 su Tv2000 (Canale 28 del Digitale Terrestre e in streaming su www. tv2000.it) durante il programma “Un Vescovo, una città”, Memo Remigi, intervista il Vescovo di Como, mons. Diego Coletti. Si tratta di una trasmissione storica di TV2000 che, in questi anni, ha permesso ad oltre centocinquanta vescovi italiani di raccontare se stessi e le proprie diocesi, intervistati da noti giornalisti, uomini di spettacolo, poeti, scrittori e presentatori televisivi. Ognuno rivolgendosi al Vescovo della propria terra d’origine, permettendo così di tracciare un ritratto sia personale (la storia della propria vocazione, come un Vescovo trascorre la giornata, il rapporto con la comunità), sia quello della propria Diocesi (dal punto di vista storico, religioso, economico e sociale) e rivelando il pensiero il Vescovo su tanti fatti di attualità. L’insieme di queste interviste ci restituisce nel tempo una preziosa mappa dell’Italia, vista e commentata dai Pastori della nostra Chiesa. Ogni puntata, poi, è ricca d’immagini che illustrano la città, il territorio e la vita del Vescovo. Domenica 11 dicembre, ore 20.30, TV2000 Domenica 11. Frontiere dello Spirito, C5,8,50. Ravasi commenta il magnificat e C. Sangiorgi ci parla dei medici missionari. A sua immagine, Rai1, 10,30. Jack e il fagiolo magico, It1, 14,00. Film Tv fantasy. Il ponte sul fiume Kwai, R4,15,30. Film di guerra con A. Guinnes. Downtown Abbey, R4, 21,30. Fiction inglese con M. Smith da non perdere. Report, Rai3, 21,30. Si indaga sul crack del San Raffaele. Padre Pio, Tv2000,21,20. Film tv. A proposito di Schmidt. La7 21,30. Film. L’arrivo del pensionamento e della vecchiaia per uno strepitoso Jack Nicholson. Speciale Tg1, Rai1,23,35. Attualità Lunedì 12. Grazie signora Thatcher, La7, 14,05. Film sui minatori inglesi in sciopero, si ride e ci si commuove. Preferisco il Paradiso, Rai1, 21,10. Fiction su San Filippo Neri con G. Proietti in un’unica puntata. Ritorno a Cold Mountain, Rai3, 21,05. Bel film drammatico di Tiziano Raffaini di A. Minghella con N. Kidman. L’infedele, La7, 21,10. Con G. Lerner. Martedì 13. Thank you for smoking, Rai5, 21,20. Commedia sulle lobbies del tabacco. Ironico. Tutti pazzi per amore 3, Rai1, 21,10. Fiction. Regalo di Natale, Tv2000, 21,25. Film amaro di Pupi Avati. Un giocatore d’azzardo la notte di Natale rovina un amico, sulla cui spalla ha appena pianto. L’ispettore Barnaby, La7, 21,10. Cambia giorno il detective inglese più amato dal pubblico. Shakira Live from Paris, It1, 23,30. Concerto. Mercoledì 14. Andrea Boccelli: One night in Central Park, Rai2, 21,05. Concerto tenuto il 15 settembre scorso. Chi l’ha visto? Rai3, 21,05. Chocolat, La7, 21,10. Divertente commedia con J. Binoche. Cerchi nell’acqua, C5,21,10. Fiction con A. Boni 1°parte. I racconti di Padre Brown, Tv2000, 21,25. Fiction con R. Rascel. Giovedì 15. Che Dio ci aiuti, Rai1, 21,10. Fiction con E. Sofia Ricci ambientata in un convento. Faccia a faccia, Rai3, 21,05. Film con B.Willis costretto a fare i conti con se stesso da ragazzo. Piazzapulita, La7, 21,10. Attualità. Venerdì 16. L’amore ha due faccie, R4,16,05. Commedia di e con B. Streisand. Io Robot, It1 21,10. Adrenalinico film di Fantascienza con W.Smith. I migliori anni, Rai1, 21,10. Varietà. Italialand, La7, 21,10. Varietà con Crozza. Tv7, Rai1, 23,35. Attualità. Sabato 17. Sulla via di Damasco, Rai2, 10,15. Rubrica religiosa. Tv Talk, Rai3,14,50. Programma di critica televisiva. E se domani, Rai3, 21,30; Programma con Alex Zanardi. Si parla del boom economico cinese. Lourdes, Tv2000, 21,20. Fiction 1° p. L’amore non va in vacanza, C5, 21,10. Commedia divertente, intelligente e ben recitata. commedia fantastico commedia Midnight in Paris Breaking Dawn Lezioni di cioccolato 2 Woody Allen torna a raccontare le dinamiche dell’innamoramento attraverso una riflessione sulla vita e i suoi misteri. Una commedia ambientata nella magica notte parigina. Torna la saga di Twilight con la prima parte dell’ultimo episodio. Dopo molte indecisioni, finalmente Bella e Edwards si sposano. Dopo la cerimonia vanno in viaggio di nozze e Bella resta incinta. Ma iniziano i problemi. Le vite del geometra Mattia e dell’egiziano Karmal tornano ad intrecciarsi. Ma questa volta la situazione è più complicata: c’è di mezzo Nawal, figlia di Kamal, di cui il donnaiolo Mattia si innamora e anche l’intenzione di Karmal di dare la figlia in sposa ad un altro egiziano... Valutazione ACEC: consigliabile/semplice Il film nella sala della Comunità di Chiavenna dal 10 al 12 dicembre. Valutazione ACEC: consigliabile/brillante Il film all’Astra di Como dall’8 all’11 dicembre e il 14 e 15 dicembre. A Sondrio dall’8 al 13 dicembre. Il film sarà proiettato nella sala della comunità di Livigno dall’8 all’11 dicembre. A Chiavenna l’8 dicembre. A Menaggio dal 9 al 15 dicembre. Lettere e Rubriche PAROLE PAROLE / 111 Narciso narcisismo ● Tutti i popoli delle terra crescano nella concordia e nella pace D al greco “nàrkissos” e dal latino “narcissus”. La radice della parola è la stessa del greco “nàrke”,torpore,sonno. I Narcotici sono droghe che procurano uno stato di torpore. Il profumo del fiore “narciso” avrebbe questa proprietà,secondo gli antichi. Non per caso Narciso è anche il nome del personaggio mitologico talmente innamorato di sé da scivolare nello stagno in cui era riflessa la sua ● I bambini e i giovani siano messaggeri del Vangelo Sabato, 10 dicembre 2011 31 immagine e rimanervi annegato. Da qui “narcisismo”, che indica la caratteristica di persona che cura ossessivamente la propria immagine esteriore per attirare sempre l’attenzione degli altri. Un umorista inglese, forse il solito Oscar Wilde, ha scritto che un tale era tanto narcisistico da desiderare, a un funerale,di essere al posto della salma. Del resto Dorian Gray, protagonista del famoso romanzo di O.Wilde, e il ● Lo Spirito Santo susciti una più profonda e autentica comunione cui ritratto invecchiava al suo posto, mentre lui rimaneva sempre giovane ventenne, finisce male, anche peggio del mitologico Narciso: con una coltellata da lui inferta a sé stesso attraverso il proprio ritratto,di uomo oscenamente decrepito. Sia il mito antico,sia il romanzo insegnano che l’amore non può essere “riflessivo”,ma solo “transitivo”, rivolto ad altri o ad altro. Attilio Sangiani Lettera Apostolato della preghiera Dicembre 2011 Intenzione generale Intenzione missionaria Intenzione dei vescovi N C Q Tutti i popoli della terra crescano nella concordia e nella pace. el mondo globalizzato, caratterizzato da società sempre più multi-etniche e multi-confessionali, le grandi religioni possono costituire un importante fattore di unità e di pace per la famiglia umana. Sulla base delle proprie convinzioni religiose e della ricerca razionale del bene comune, i loro seguaci sono chiamati a vivere con responsabilità il proprio impegno in un contesto di libertà religiosa. Nelle svariate culture religiose, mentre dev’essere rigettato tutto quello che è contro la dignità dell’uomo e della donna, occorre invece fare tesoro di ciò che risulta positivo per la convivenza civile. (Benedetto XVI, Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2011, n.10) I bambini e i giovani siano messaggeri del Vangelo e sia rispettata la loro dignità. onvenientemente aiutati ed amati, i bambini stessi sanno farsi protagonisti di pace, costruttori di un mondo fraterno e solidale. Con il loro entusiasmo e con la freschezza della loro dedizione, essi possono diventare «testimoni» e «maestri» di speranza e di pace a beneficio degli stessi adulti. Per non disperdere tali potenzialità, occorre offrire ai bambini, con il dovuto rispetto per la loro personalità, ogni occasione favorevole per una maturazione equilibrata ed aperta. […] I piccoli imparano ben presto a conoscere la vita […] L’esperienza fatta in famiglia influirà fortemente sugli atteggiamenti che assumeranno da adulti. Pertanto, se la famiglia è il primo luogo nel quale si aprono al mondo, la famiglia deve essere per loro la prima scuola di pace. Giovanni Paolo II, Messaggio Giornata Mondiale della Pace 1996, n.7-8) uanto ai rapporti dei presbiteri con i laici, il Concilio li considera nella luce della comunità viva, attiva e organica, che il sacerdote è chiamato a formare e a guidare. A questo scopo il Concilio raccomanda ai presbiteri di riconoscere e promuovere sinceramente la dignità dei laici: dignità di persone umane, elevate dal Battesimo alla figliolanza divina e insignite dei propri doni di grazia. Per ciascuna di esse, il dono divino comporta un ruolo proprio nella missione ecclesiale di salvezza anche in ambiti – come quelli della famiglia, della società civile, della professione, della cultura, ecc. – nei quali i presbiteri ordinariamente non possono svolgere i ruoli specifici dei laici. La coscienza di questa specificità dev’essere acquisita sempre più sia dai laici sia dai presbiteri, in base a un più perfetto senso dell’appartenenza e della partecipazione ecclesiale. (Giovanni Paolo II, Udienza generale, settembre 1993) ✎ parola di vita | Lettere al direttore posta Lo Spirito Santo susciti una più profonda e autentica comunione fra i laici e i presbiteri “Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!” (Lc 3,4)1. I V.le Cesare Battisti,8 22100 Como fax mail [email protected] 031.3109325 Editrice de Il Settimanale della Diocesi Soc. Coop. a r.l. Sede (direzione, redazione e amministrazione): V.le Cesare Battisti, 8 - 22100 Como Telefono 031-26.35.33 Fax Redazione 031-30.00.33 E-mail Redazione [email protected] Fax Segreteria 031-31.09.325 E-mail Segreteria [email protected] conto corrente postale C aro Direttore, nella nostra epoca penso diventi sempre più difficile avere fiducia nella Chiesa, in quanto nei nostri Paesi è in atto una netta e profonda crisi sacerdotale, visibile nel calo numerico dei preti; inoltre assistiamo purtroppo a molti scandali all’interno del clero un po’ ovunque. Evidentemente questa crisi è tuttora pienamente aperta e ci riguarda personalmente da vicino. Da questo fenomeno storico attuale deriva quello scetticismo che, ahimè, diventa più profondo. Trova quindi necessità una attenta riflessione, specialmente sul piano etico morale. Ritengo che si debba ritrovare quel senso di unità di tutte le Confessioni cristiane e non, in grado di ristabilire quel clima di serenità che dovrebbe abbracciare tutta la terra, possibilmente sotto un unico tetto, ossia quello di un unico Dio. GIANNI NOLI di Chiara Lubich Dicembre 2011: “Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri” n questo tempo d’Avvento, ecco una nuova “parola”, che siamo invitati a vivere. L’evangelista Luca la riprende da Isaia, il profeta della consolazione. Per i primi cristiani, essa va riferita a Giovanni il Battista, che ha preceduto Gesù. E la Chiesa, in questo tempo che precede il Natale, presentando appunto il Precursore, ci invita alla gioia, perché il Battista è come un messaggero che annunzia il Re. Questi, infatti, sta per venire. E’ vicino il tempo in cui Dio compie le sue promesse, perdona i peccati, dona la salvezza. “Preparate la via del Signore, raddrizzate n. 20059226 intestato a: Il Settimanale della Diocesi di Como Redazione di Sondrio: Via Gianoli, 18 - 23100 Sondrio Telefono e Fax 0342-21.00.43 E-mail [email protected] Stampa: A. G. Bellavite S.r.l. Missaglia (Lc) Registrazione Tribunale di Como numero 24/76 del 23.12.1976 Pubblicità: In cammino verso l’unità i suoi sentieri!” Ma se questa è parola di gioia, è anche un invito ad un nuovo orientamento di tutta la nostra esistenza, ad un cambiamento radicale della vita. Il Battista invita a preparare la strada del Signore. Ma qual è questa strada? Gesù, annunziato dal Battista, prima d’uscire a vita pubblica per iniziare la sua predicazione, è passato per il deserto.Questa la sua strada. E nel deserto, se ha trovato la profonda intimità col Padre suo, ha incontrato anche le tentazioni, facendosi solidale così con tutti gli uomini. E ne è uscito vincitore. E’ la stessa strada che ritroviamo poi nella sua morte e resurrezione. Avendo Gesù percorso la sua strada sino in fondo, diventa egli stesso “via” per noi che siamo in cammino. E’ lui stesso la via per la quale dobbiamo incamminarci per poter realizzare sino in fondo la nostra vocazione umana, che è entrare nella piena comunione con Dio. Ognuno di noi è chiamato a preparare la via a Gesù, che vuole entrare nella nostra vita. Occorre, allora, raddrizzare i sentieri della nostra esistenza, perché egli possa venire in noi. Bisogna preparagli la strada, togliendo gli ostacoli ad uno ad uno: quelli posti dal nostro modo limitato di vedere, dalla nostra volontà debole. Occorre Direttore responsabile: Alberto Campoleoni Direttore editoriale: mons. Angelo Riva La Provincia Essepiemme Pubblicità Via Pasquale Paoli, 21 - 22100 Como Telefono 031-58.22.11 Fax 031-52.64.50 Tariffe: euro 31 a modulo commerciale Prezzo abbonamenti 2011: Annuale euro 50 Europeo ed extraeuropeo euro 50 più spese postali La testata Il settimanale della diocesi di Como fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 250. Questo giornale è associato alla FISC (Federazione Italiana Settimanali Cattolici) e all’USPI avere il coraggio di scegliere fra una nostra strada e la sua per noi, fra la nostra volontà e la sua volontà, fra un programma voluto da noi e quello pensato dal suo amore onnipotente. E una volta presa questa decisione, lavorare per adeguare la nostra volontà recalcitrante alla sua. Come? I cristiani realizzati insegnano un metodo buono, pratico, intelligente: ora, adesso. Nel momento, togliere sasso dopo sasso perché non più la nostra volontà viva in noi, ma la sua. Avremo così vissuto la Parola: “Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!”. (Unione Stampa Periodica Italiana) Informativa per gli abbonati: La società Editrice de Il Settimanale della Diocesi di Como, titolare del trattamento, tratta i dati, liberamente conferiti per ricevere il ns. periodico in abbonamento, in ottemperanza al D.Lgs. 196/2003. Per i diritti di cui all’art. 7 (aggiornamento, cancellazione, ecc.) e per l’elenco di tutti i responsabili del (pubblicata su Città Nuova n. 22/1997) trattamento, rivolgersi al Titolare del Trattamento presso la sede di viale Cesare Battisti 8, 22100 Como, tel. 031-263533. I dati potranno essere trattati da incaricati preposti agli abbonamenti, al marketing, all’amministrazione e potranno essere comunicati a società esterne per la spedizione del periodico e per l’invio di materiale promozionale. 32 Sabato, 3 dicembre 2011 Pubblicità ABBONATI Il Settimanale entra nella tua casa con una nuova proposta promozionale. Ritaglia il coupon e spediscilo all’indirizzo indicato o portalo direttamente in redazione. Potrai beneficiare di un ottimo sconto! Ai parroci: Aiutateci a raggiungere un obiettivo! Una rivendita con almeno 5 copie in tutte le parrocchie Promozione per nuovi abbonati!!! Compila questo volantino Approfitta! Abbonamento 2012 a 40 euro solo per te! 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