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non spegnete il nostro cuore
Un teatro…. in movimento NON SPEGNETE IL NOSTRO CUORE !! Il palcoscenico di un teatro, piccolo o grande che sia, è un cuore, vivo, che batte in frammenti di storie, musiche e scene diverse e che racconta ogni volta una storia, divertente, drammatica, surreale o bizzarra, ma che ci rappresenta. Il nostro, di palcoscenico, se potesse parlare racconterebbe di amici, di uomini, di giovani che hanno portato avanti per quasi vent’anni una “follia”. Quella di far vivere nella nostra zona, fra la via Paolo Sarpi e Chinatown, un teatro, il cui spazio potesse essere aperto a giovani artisti di talento, per permettere loro di muovere i primi passi nel mondo dell’arte e dello spettacolo e al quartiere e alla zona, soprattutto ai giovani, perché potessero imparare ad amare la magia delle scene. Durante questi anni abbiamo creduto che la parola “impossibile”, contagiata dal nostro entusiasmo, diventasse “possibile”: abbiamo ristrutturato il teatro, con l’aiuto della Fondazione Cariplo, realizzato rassegne uniche a Milano, come quella del dramma antico” che coinvolge migliaia di studenti, avvicinando il loro cuore a quello dei classici. Abbiamo collaborato con il Comune, con istituzioni come l’Università statale di Milano, con realtà che operano nel mondo del sociale, come Itaca e l’Amico Charlie, realizzato spettacoli di qualità e alcuni di grande successo, il tutto senza sovvenzioni esterne. Negli anni abbiamo finanziato interventi umanitari, collaborando a progetti sia della parrocchia sia esterni. Il nostro cuore batte in una piccola scuola in Ciad, realizzata con i proventi di alcuni spettacoli e nell’ orfanotrofio di Sighet, in Romania, perché i bambini del nostro corso di teatro hanno realizzato e promosso uno spettacolo, devolvendo l’incasso a SOS bambini, permettendoci di aiutarne altri. Dal 1 di marzo 2012 il palcoscenico, il cuore del nostro teatro, ha momentaneamente smesso di battere. Come altre realtà milanesi, è stato obbligato alla sospensione dell’attività da una visita delle autorità competenti, che hanno richiesto documenti relativi all’agibilità. Questa documentazione è in mano alla proprietà dello stabile, che nonostante una causa legale vinta dal teatro, non sembra collaborare, perché sembrerebbe interessata a destinare l’intero spazio ad un altro utilizzo. E’ una perdita per il pubblico, che viene privato della possibilità di vedere spettacoli di qualità ad un prezzo accessibile, per le scuole, che da anni affollano la nostra “Rassegna del dramma Antico”, per gli artisti, perché è sempre più difficile, nella Milano del 2012, trovare spazi che rischiano, credendo in loro. E’ una perdita anche per la comunità civile, alla quale il teatro ha regalato iniziative come il festival “Follemente” sul disagio psichico, giunto nel 2011 alla sua settima edizione, nella quale personaggi del mondo della scienza, giornalisti ed attori salgono insieme sul palco per combattere i pregiudizi e, con le parole e gli spettacoli “piantare fiori sui sassi del disagio”. E’ una perdita soprattutto per tutti quelli che credono che sia ancora possibile che un cuore possa battere anche al di là delle logiche economiche, e che possa, con la sola forza della passione, vincere difficoltà di ogni tipo, affinchè il palcoscenico torni a vivere e a raccontare nuove storie. il direttore artistico Roberto De Simone