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IL CONTROLLO STATISTICO DI QUALITA` 1. Introduzione
IL CONTROLLO STATISTICO DI QUALITA’ 1. Introduzione Realizzare un prodotto di qualità significa produrre rispettando certe specifiche e livelli di tolleranza prestabiliti, sulla base delle aspettative e preferenze dei clienti, che possono essere consumatori finali o le stesse aziende nel caso di prodotti industriali. Nell'accezione più ampia, infatti, si definisce qualità di un prodotto l'adeguatezza del medesimo all'uso per il quale è stato realizzato, ovvero la capacità del prodotto di possedere le proprietà garantite dal produttore e di soddisfare le esigenze del mercato. Per produrre prodotti di alta qualità è necessario quindi conoscere le esigenze e i desideri dei clienti; questo è compito del dipartimento marketing di un’azienda. Successivamente sarà necessario tradurre tali esigenze in un progetto operativo, fino ad arrivare alla completa ingegnerizzazione del processo produttivo che condurrà, finalmente, alla realizzazione del prodotto fisico. Infine, l’organizzazione commerciale e distributiva provvederà alla consegna del prodotto al cliente. Da quanto appena detto si capisce che, nell’ottica di quella che viene definita qualità totale, produrre con alti livelli di qualità significa migliorare tutti i processi aziendali che contribuiscono alla produzione di prodotti o servizi, in vista della piena soddisfazione del cliente. Nello spirito della qualità totale, gestire per processi vuol dire curare al massimo grado i collegamenti fra le varie attività attraverso l’idea del “cliente interno”. L’insieme delle attività che si svolgono nell’azienda viene considerato come un insieme di scambi fra clienti e fornitori interni. Qualità totale significa non solo qualità esterna (verso il cliente finale) ma anche qualità interna, relativa a tutte le varie transazioni che avvengono all’interno dell’azienda. La connotazione dinamica del mercato presuppone un continuo controllo e adeguamento del livello di qualità del prodotto. Diventa quindi necessario proporre un continuo miglioramento della qualità, che richiede un coinvolgimento di tutti i processi aziendali. In questo senso la strategia della qualità totale viene considerata come uno strumento per garantire la sopravvivenza e il successo dell’azienda nel lungo periodo. Le esigenze del mercato, infatti, non sono statiche e vengono ad essere, in qualche modo, correlate col livello stesso di qualità. Ad esempio, se la garanzia per le auto è di 3 anni per quasi tutte le marche, il mercato accetterà questo valore come uno standard di qualità. Se un produttore porta la garanzia a 5 anni lo standard tenderà ad alzarsi . In tale quadro di riferimento troverà una sua giustificazione l'applicazione di metodologie dirette al Controllo Statistico del Processo in quanto sono esse a rappresentare un primo valido strumento a sostegno dell'attività di Decision Making ad ogni livello organizzativo per il Controllo statistico di qualità raggiungimento della qualità. Infatti, nella presentazione dei metodi statistici per il controllo di qualità, la nostra attenzione sarà focalizzata sul processo di produzione e sul prodotto/servizio che ne esce. Tentiamo allora di esporre, in sintesi, le logiche che sottendono a questa metodologia. Cominciamo col definire il Controllo Statistico di Processo. Come universalmente riconosciuto esso può essere definito come una metodologia che, in riferimento ad una determinata attività, operazione, fase o processo caratterizzato da ripetitività, fa ricorso a tecniche statistiche al fine di definire, analizzare e verificare le condizioni che determinano la variabilità dell'oggetto di analisi. In modo più sintetico, rifacendoci alla definizione fornita da Juran potremmo definire l'SPCcome "l'applicazione di tecniche statistiche per comprendere ed analizzare le variabilità di un processo". Gli studi sull'SPC non sono certo temi nuovi alla Qualità. Già nel 1924, infatti, il dott. W.A. Shewart iniziò a sviluppare un approccio statistico al controllo di qualità, rilevando che il concetto di variabilità riferito ai fenomeni naturali era ugualmente adeguato all'analisi e alla descrizione dei processi produttivi. Con il contributo della statistica inferenziale e della statistica descrittiva, arrivò allora alla descrizione sintetica di fenomeni più ampi da impiegare come modelli di supporto alle attività di Problem Solving. Nacquero così le sue Carte di controllo uno degli strumenti statistici più impiegati nell'analisi dei processi produttivi. Da allora i passi avanti compiuti sul tema sono stati molti. Primo fra tutti il riconoscimento circa la validità di questi strumenti e un loro più vasto impiego. Il controllo Statistico della Qualità ha cessato di essere semplicemente un supporto al cosiddetto "Scientific Management" per divenire strumento diffuso da collocare all'interno di un vero e proprio approccio di gestione/organizzazione. In quest'ambito, le metodologie SPC seppur a livelli differenti di approfondimento sono divenute patrimonio aziendale comune e condiviso a tutti i livelli. Si è, in pratica, andato diffondendo all'interno dell'organizzazi one un orientamento finalizzato a coniugare l'approccio tradizionale ai problemi con un approccio fondato sullo Statistical thinking come atteggiamento culturale. Va sottolineato, tuttavia, come ciò valga non solo per ruoli tecnici piuttosto che manageriali, ma anche e soprattutto per coloro che, in quanto operatori, possono incidere direttamente sul proprio processo attraverso un'analisi che si configura come un vero e proprio Learning by doing. Il processo produttivo opera nel tempo realizzando una serie di prodotti che possono essere considerati elementi della popolazione di pezzi che il processo può produrre. E’ tuttavia presente una variabilità delle prestazioni del processo in quanto nessun pezzo prodotto è uguale ad un altro. Ovvero, misurando una medesima caratteristica X (che rappresenta l’elemento di qualità che interessa) su ogni prodotto, si osserverà una certa variabilità della stessa. La presenza di variabilità 2 Controllo statistico di qualità giustifica pienamente l’approccio statistico. E infatti la modalità o valore della ca ratteristica X, rilevata sul singolo prodotto, viene vista come la determinazione di una variabile casuale con una data distribuzione di probabilità. In particolare, si deve tenere conto che: • in ogni punto nel tempo (ricordiamo che una peculiarità del processo di produzione è la dimensione temporale), la grandezza X può essere descritta da un particolare modello distributivo. Qui faremo riferimento ad un modello parametrico: conoscendo i valori dei parametri siamo cioè in grado di identificare perfettamente la distribuzione (ad esempio, nel modello normale, conoscendo i parametri media e varianza si identifica completamento la distribuzione); • lo specifico valore osservato su un prodotto può essere considerato come un valore generato dal quel particolare modello e cioè può essere visto come un campione casuale semplice di 1 unità, estratto dalla popolazione caratterizzata da quel modello distributivo; • la distribuzione di X può cambiare nel tempo ovvero possono cambiare nel tempo i valori dei parametri distributivi (es., nel modello normale, si viene a modificare il valore della media). Quando intervengono tali modifiche significa che ci sono state variazioni sistematiche ovvero la popolazione è cambiata. Obiettivo ultimo quindi, nell'utilizzo di queste ecniche t statistiche è quello di dotare l'impresa di strumenti adeguati per migliorare il livello dei prodotti/servizi offerti/erogati attraverso l'eliminazione di errori, difformità che causano ripetizioni di lavoro, controlli inutili e quindi rallentamenti nei cicli di lavorazione. Garanzia di simili risultati sarà quindi, necessariamente una conoscenza chiara e approfondita dei processi, l'identificazione delle caratteristiche critiche del processo attraverso l'impiego di dati statisticamente significativ i, in quanto tali analizzabili, che consentano di determinare e interpretare performance e cause che determinano "cambiamenti indesiderati" rispetto al normale funzionamento del processo in analisi. Dopo queste premesse, il presente studio fornisce una sintetica descrizione delle principali metodologie statistiche utilizzate nell’ambito del controllo e del miglioramento della qualità di processo. Elenchiamo quindi tutte le principali tecniche statistiche impiegabili nella metodologia SPC, utili ad analizzare nel modo più obiettivo il comportamento del processo: • Foglio raccolta dati • Diagramma di Pareto • Diagramma causa-effetto 3 Controllo statistico di qualità • Istogramma di frequenza • Diagramma di correlazione • Analisi della stratificazione • Carte di controllo • Analisi della capability Accenniamo solo ad alcuni dei possibili impieghi di questi strumenti, la cui descrizione verrà svolta nei paragrafi successivi: • la previsione della possibilità di raggiungere le tolleranze di progetto; • la pianificazione di verifiche dei controlli di processo • l'analisi di possibili interdipendenze tra i processi • gli interventi correttivi durante la lavorazione • la valutazione di nuove attrezzature • l'elaborazione di specifiche Molti altri evidentemente ve ne sono associabili alle differenti tecniche, che giustificano quindi l'impiego e la scelta di uno strumento piuttosto che dell'altro. 4 Controllo statistico di qualità 2. Fogli di raccolta dei dati I fogli di raccolta dati sono semplicemente dei moduli organizzati in modo tale da rendere facile e rapida la raccolta dei dati, in funzione della loro successiva elaborazione. Risulta pertanto chiaro che tali schede debbano essere progettate in modo tale da favorire la raccolta dei dati e facilitare una loro interpretazione. Questo strumento di analisi è molto utilizzato in fase di localizzazione ed analisi delle cause di dispersione dei processi produttivi e per l’individuazione di eventuali unità difettose. Il foglio di raccolta dati é il supporto indispensabile sul quale riportare i dati di cui abbiamo bisogno; esso va costruito in funzione di obbiettivi e finalità che possono essere molto diversi da una situazione rispetto ad un’altra. Ad esempio: • tipologia e numero di difetti; • unità prodotte fuori specifica; • rispetto di una sequenza di operazioni; • valutazione complessiva di un problema; • valutazione in dettaglio di un problema; • grado di influenza sul problema di aspetti quali il turno, i materiali, le macchine; Per ognuno di questi casi andrebbe sviluppato un foglio raccolta dati specifico che però causerebbe difficoltà alla persona incaricata di impostare la raccolta dati. Per rendere agevole questa operazione sono stati definiti alcuni fogli standard ai quali far riferimento. Questi fogli vengono di volta in volta adattati alle specifiche esigenze di raccolta dati. I principali fogli standard sono i seguenti: • foglio di raccolta per dati numerabili; • foglio di raccolta per dati misurabili; • foglio di raccolta dati per posizione o concentrazione; • foglio di sintesi; • foglio impostato come lista di controllo; Ogni tipo di foglio di raccolta dati ha una parte comune che riguarda le informazioni che inquadrano la raccolta stessa, come ad esempio la data, la macchina o la procedura oggetto della raccolta e così via. Poiché i dati raccolti servono come base per prendere decisioni, per non vanificare la fase successiva di elaborazione, è importante completare il foglio raccolta dati con le informazioni che inquadrano la raccolta stessa. 5 Controllo statistico di qualità FOGLIO DI RACCOLTA PER DATI NUMERABILI La progettazione del foglio è vincolata a due decisioni: • come raccogliere i dati, • per quanto tempo raccoglierli. I dati possono essere raccolti per tipo di difetto, per macchina, per operatore, per turno, in funzione delle cause che si sospettano essere più probabili. Il tempo di raccolta dipende invece dalla quantità di dati che si possono raccogliere in un’unità di tempo e quindi dal ritmo del processo produttivo. Si può fare l’esempio di un’azienda automobilistica per rilevare la difettosità nei fari al termine della catena di montaggio. Si decide di raccogliere i dati per tipo di difetto e, supponendo che un campione per essere rappresentativo debba essere di 5000, se la produzione è di 500 auto al giorno si adotta un periodo di osservazione di 10 giorni. Si deve quindi dividere il foglio in 11 colonne, una per ogni giorno più i totali. Dopo aver identificato i tipi di difetto che si riscontrano maggiormente si divide il foglio in tante righe quanti sono i difetti più una per i difetti non compresi nelle categorie individuate e uno per i totali. L’operatore, ogni qualvolta è presente un difetto, segna un trattino sul foglio. Tipi di difetti individuati: • lampada fulminata • lampada male avvitata • baionetta faro difettosa • faro storto • lampada sporca Tabella 1.1 FOGLIO DI RACCOLTA PER DATI MISURABILI Un altro tipo di foglio di raccolta è quello per dati misurabili; i dati vengono qui rappresentati sotto forma di una distribuzione delle frequenze. Ciò richiede la definizione delle dimensioni delle classi nelle quali distribuire i dati raccolti. In questo modo si ottiene una rappresentazione grafica che consente di capire in maniera sintetica come si distribuiscono i prodotti esaminati in relazione alle dimensioni e di valutare il numero di prodotti che non soddisfano le caratteristiche richieste. 6 Controllo statistico di qualità Un esempio può essere dato dalla misurazione di una dimensione di un certo particolare meccanico: Tabella 1.2 FOGLIO DI RACCOLTA DATI PER POSIZIONE DEL DIFETTO Per evidenziare difetti che risultano visibili ad un esame esteriore si usano fogli per posizione del difetto. Nel foglio si rappresenta il prodotto che è oggetto di indagine in modo che sia possibile identificare il tipo di difetto nella loro effettiva posizione e quindi evidenziare eventuali fenomeni di concentrazione per poi risalire alle cause. FOGLIO DI SINTESI Supponiamo di aver seguito un fenomeno complesso e di aver registrato i dati su diversi fogli di raccolta. Può essere utile per la piena comprensione del fenomeno sintetizzare successivamente i dati raccolti in un unico foglio opportunamente costruito rispettando gli stessi criteri di classificazione impiegati nella raccolta. Un esempio può essere un foglio di sintesi della difettosità in cui i dati sono divisi per tipo di difetto, macchina, giorno della settimana, turno (tabella 1.3): Tabella 1.3 7 Controllo statistico di qualità Una volta terminata la registrazione un foglio di questo tipo può fornire numerose indicazioni: ad esempio se le macchine o gli operatori dei vari turni hanno lo stesso comportamento in termini di difettosità, se nel tempo si assiste o meno ad una concentrazione della difettosità. FOGLIO IMPOSTATO COME LISTA DI CONTROLLO La lista di controllo è un tipo di rappresentazione molto semplice che viene usata come promemoria per controllare determinate caratteristiche o per verificare l’avvenuta esecuzione di operazioni. Nella tabella 1.4 è riportata un lista di controllo relativa a un pannello elettrico. Tabella 1.4 8 Controllo statistico di qualità 3. Istogrammi Nell’ambito del controllo di processo è di capitale importanza interpretare i dati di output del processo produttivo analizzato, per fotografarne la dispersione (cioè l’intervallo tra il massimo ed il minimo dei valori) e capire la variabilità del fenomeno. Una volta che sono stati raccolti i dati (un esempio di dati potrebbero essere le misure dello spessore delle lamine prodotte) è allora necessario uno strumento per interpretarli correttamente. L’istog ramma, appunto, è uno strumento grafico che consente di avere una visione completa e sintetica dei dati raccolti fornendo anche un indirizzo all’analisi delle cause. Può essere allora utile monitorare, attraverso un istogramma, la dispersione delle variabili più importanti e critiche del processo produttivo in modo da definire ipotesi e contromisure per la risoluzione del problema. L'istogramma, che non è altro che un diagramma a colonne, presenta in ordinata il numero di osservazioni in ciascuna classe e in ascissa le classi (il centro di ogni colonna coincide con il valore centrale della classe). Dove per classe si intende la dimensione di un intervallo di variabilità dei dati che si è preso come base per la rappresentazione dei dati stessi. Figura 2.1 Alla base della costruzione di un istogramma sta la valutazione dell’escursione dei dati, per differenza tra il valore massimo ed il valore minimo, e la successiva suddivisione di questa per il numero di classi, per ottenere l’intervallo d i classe. La scelta del numero di classi non segue generalmente un criterio prestabilito ma spesso sta nell’esperienza del progettista il segreto per una corretta decisione; comunque, in alcuni casi, può essere utile adottare dei criteri che fanno uso di alcune formule empiriche (con K si indica il numero di classi e con N il numero dei dati in esame): K=3,3 log N + 1 K = N1/2 Ottenuto l’intervallo di classe ( h ) a partire dalla classe più bassa, con intervallo dato da X L (il valore minimo tra le misurazioni disponibili) e XL + h, le classi superiori saranno date per successiva somma dell'intervallo di classe.In corrispondenza di ciascun intervallo verranno 9 Controllo statistico di qualità conteggiati il numero di valori, tra i dati raccolti, rientranti nell'intervallo di classe e rip ortati come barra verticale sull'asse delle ordinate. Considerare l’istogramma come uno strumento solo di rappresentazione e non di analisi è fortemente sbagliato. Dopo avere costruito l’istogramma occorre infatti trarne informazioni utili; spesso possiamo rilevare l’esistenza di problemi nel processo in esame a seconda dell’aspetto della distribuzione. Importanti indicazioni sul comportamento del processo produttivo sono ottenibili con l’analisi di alcuni aspetti dell’istogramma in esame: FORMA DEL GRAFICO : può essere utile verificare se la distribuzione dei dati segue un andamento a campana o al contrario siano presenti due o più picchi di frequenza (distribuzione bimodale o multimodale) dovuti generalmente alla sovrapposizione di dati di origine diversa (due macchine, due operatori). L’istogramma può rilevare una asimmetria ( skewness) nella distribuzione dei dati, sintomatica di qualche errore nella raccolta dati o nella misurazione o nella sovrapposizione di dati non omogenei; il processo può essere sbilanciato in senso positivo (più valori a sinistra) o negativo (più valori a destra). Vadere figura 2.2 Figura 2.2 POSIZIONE O TENDENZA CENTRALE : l’istogramma evidenzia, anche,se la distribuzione de i dati provenienti dall’output di processo è centrata sull’obbiettivo (valore nominale) fornendo indicazioni sull’accuratezza del processo. Infatti dalla sovrapposizione dell’istogramma con la retta del valore obbiettivo si può verificare il posizionamento del valore centrale dei dati rispetto al target assegnato (figura 2.3). 10 Controllo statistico di qualità PROCESSO CENTRATO PROCESSO POSIZIONATO TROPPO IN BASSO PROCESSO POSIZIONATO TROPPO IN ALTO Figura 2.3 DISPERSIONE : un istogramma consente inoltre di valutare la precisione del processo produttivo tramite l’analisi di dispersione della distribuzione dei dati, anch e in relazione ai limiti di tolleranza. Si possono osservare diagrammi a campana fortemente appiattiti, che indicano una forte dispersione dei valori, e altri fortemente concentrati in corrispondenza del valore centrale. Importanti valutazioni si ottengono confrontando l’istogramma dei dati con i limiti di tolleranza imposti in fase di progetto ( figura 2.4). Il processo è entro i limiti di tolleranza Il processo non ha margini va ridotta la variabilità Processo spostato in basso. Il processo Processo troppo variabile, va deve essere centrato sui limiti ridotta la variabilità Figura 2.4 11 Controllo statistico di qualità ESEMPIO Una azienda farmaceutica decide di effettuare un controllo sul processo di iniezione di un farmaco, per le cure tumorali, all’interno di appositi flaconi. L’azienda assume come tollerabili un quantitativo minimo di medicinale nei flaconi pari a 82 ml e uno massimo di 118 ml e in fase di progetto stabilisce un quantitativo obbiettivo di 95 ml . Gli operatori addetti a tale compito hanno a disposizione le misure del contenuto dei flaconi del prodotto medicinale riportate nella tabella 2.1: LUN MAR MER GIO VEN SAB LUN MAR MER GIO VEN SAB 8.00 94 97 92 94 106 108 95 98 9.00 108 118 92 100 109 92 105 10.00 105 97 101 102 11.00 85 96 93 93 93 99 94 92 12.00 93 103 95 99 101 80 13.00 111 100 90 98 110 14.00 109 92 108 15.00 102 99 111 85 109 110 111 96 110 108 97 97 109 95 96 103 88 108 99 95 91 88 96 98 101 106 95 103 83 85 111 109 104 97 115 93 89 103 95 91 99 95 93 105 97 86 96 110 92 94 99 87 114 100 102 16.00 99 115 84 89 110 85 93 101 84 89 113 91 17.00 93 104 84 86 109 99 100 100 94 91 113 109 Tabella 2.1 Per un’immediata valutazione sul processo si decide di costruire un istogramma dei dati di output. Dalla tabella dei dati sono stati ricavati il valore massimo (M) e quello minimo (m). In questo caso M=118 e m=80. Quindi calcolata l’escursione (R) come differenza tra il valore massimo e quello minimo: R=M-m=38. Il numero delle classi, indicato con K, si sceglie in funzione del numero dei dati e viene usato il criterio della radice quadrata: K2=N. Nel qual caso, poiché N=120 si ottiene K=10.95 e per approssimazione si ottiene K=10. L’ampiezza di ogni singola classe (h) è ottenuta dividendo l’escursione di R per il numero delle classi K. Nel nostro caso si ottiene 3,8 arrotondato a 4 per comodità. A questo punto si definiscono i limiti delle classi iniziando dal valore minimo, che viene assunto come limite inferiore della prima classe. Il limite superiore sarà dato da quello inferiore più l’ampiezza di classe. I limiti delle classi successive si individuano sommando di volta in volta l’ampiezza di classe. 12 Controllo statistico di qualità La tabella delle frequenze ed il relativo istogramma che si ottengono sono: CLASSI FREQUENZE 80/84 2 84/88 10 88/92 11 92/96 25 96/100 21 100/104 12 104/108 10 108/112 15 112/116 2 116/120 1 Figura 2.5 Dall’istogramma di figura 2.5 si può subito notare come i dati seguano approssimativamente una distribuzione normale, con una piuttosto accentuata variabilità dei dati. Rispetto al target aziendale il processo è abbastanza centrato, mentre in termini dei limiti di tolleranza il processo sembra non avere margini per cui potrebbe essere necessaria una azione correttiva sulla variabilità del processo. 13 Controllo statistico di qualità 4. Diagramma di Pareto L’analisi di Pareto è una potente tecnica di supporto all’azione del problem solving frequentemente utilizzata nell’ambito del controllo statistico di processo. Questa è una metodologia grafica che consente di individuare su basi oggettive, più che su sensazioni dovute all'urgenza del momento, le priorità di intervento nella soluzione dei problemi evidenziando, tra una serie di cause, quelle che incidono maggiormente sul fenomeno in esame. L'obiettivo è sviluppare una mentalità atta a comprendere quali siano le poche cose più importanti, per concentrarsi solamente su esse. Il principio alla base di tale analisi stabilisce che tra tutte le possibili cause, poche di esse sono responsabili della maggior parte dei problemi riscontrati. Se registriamo i problemi che si verificano a seconda della tipologia o della causa che li ha provocati, possiamo presto scoprire che la maggior parte di essi (ed il conseguente costo) è attribuibile solamente ad una o poche cause tra le molte individuate. Il diagramma di Pareto e' una semplice rappresentazione grafica del sopraesposto principio, solitamente rappresentato come diagramma a barre,nel quale in ascissa sono riportati i tipi di difetti ed in ordinata la loro incidenza percentuale. Figura 3.1: Diagramma di pareto Dal grafico 1 si nota come la particolare struttura del diagramma di Pareto, in cui le colonne dell’ istogramma sono ordinate in ordine decrescente di frequenza, consenta un’individuazione immediata degli aspetti prioritari da affrontare (su quanti e quali difetti concentrarci e quali tipologie di difetti conviene trascurare). Generalmente per una maggiore completezza e chiarezza grafica , accanto al diagramma a barre, viene tracciata la linea dei valori cumulati (la linea segnata in rosso nella figura 3.1). Un aspetto utile dell’analisi di Pareto, da tenere in considerazione se il nostro obiettivo è ridurre i costi della qualità, è quello relativo ai costi del difetto. Si tratta di analizzare i costi di riparazione per ogni tipo di difetto o in generale le perdite di denaro dovute ai difetti. Per fare questo 14 Controllo statistico di qualità si parte dall’analisi di Pareto e si costruisce un nuovo grafico cartesiano con le tipologie dei difetti in ascisse e in ordinate il costo dei difetti, calcolato come il numero dei difetti moltiplicato il costo della riparazione di quel difetto. L’analisi di questo nuovo diagramma ci permette di scopri re i reali punti di intervento e quelli di maggiore convenienza. La figura 3.3 riporta un tipico esempio di analisi dei costi in cui si può notare, da un confronto con il grafico di figura 3.2, come il difetto più frequente non corrisponda necessariamente con quello più oneroso. Figura 3.2 Figura 3.3 Un altro aspetto da tenere in considerazione dell’analisi di Pareto, è che permette di confrontare due rappresentazioni dello stesso fenomeno in tempi differenti, evidenziando quindi i risultati dell’azione di miglioramento effettuata. Il diagramma viene ridisegnato dopo l’introduzione di cambiamenti ed affiancato a quello originario in modo da evidenziare l’effetto delle modifiche. Nel grafico di figura 3.4 è stato effettuato ad esempio un confronto tra due diagrammi in istanti di tempo successivi. Figura 3.4 Vediamo quali sono le fasi principali da seguire per la stesura del diagramma di Pareto: a) IDENTIFICAZIONE DELLE CARATTERISTICHE D' INTERESSE DEL PROCESSO 15 Controllo statistico di qualità vengono individuate le cause principali di errore e non conformità riscontrabili nel processo produttivo b) DEFINIZIONE DEL PERIODO DI OSSERVAZIONE DEL FENOMENO viene stabilito quando e per quanto tempo raccogliere le informazioni secondo il tempo necessario per avere dati sufficienti all’analisi c) RILEVAZIONE E RACCOLTA DATI viene determinata la frequenza di non conformità (o di errori ) prodotte, nel periodo di tempo in questione, da ogni causa individuata. Successivamente i difetti, con le corrispondenti quantità rilevate, sono registrate all’interno di un foglio di raccolta ordinate in senso decrescente di quantità di errore. d) COSTRUZIONE DEL DIAGRAMMA A BARRE si calcola il valore percentuale per ogni causa e si costruisce il relativo istogramma, ponendo in ascissa le diverse tipologie di difetti o cause e in ordinata la loro incidenza percentuale. ESEMPIO Andiamo ad analizzare il processo di produzione di uno stabilimento che produce pezzi meccanici per automobili. Supponiamo che ogni giorno dallo stabilimento escano un certo numero di prodotti difettosi. Si vuole stabilire quale tipologia di difetti, riscontrati in produzione, incide maggiormente sulla difettosità dei prodotti. Attraverso una discussione con i diversi responsabili si individuano le cause che si suppone possano influire sulla difettosità del prodotto e si stabilisce un periodo di osservazione di quattro mesi per la raccolta delle informazioni.Una volta deciso come raccogliere i dati non resta che preparare il foglio di raccolta e rilevare le informazioni utili alla nostra analisi. Il foglio compilato risulta la base per la costruzione del diagramma di Pareto. DIFETTI GEN FEB MAR Guarnizione rotta \ \ \ Pezzi mancanti \\\\\\\\\\\\\ \\\\\\\ \\ Pezzi sbagliati \\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\ \\\\\\\\\\\\\\\\\\ \\\\\\\\\\\\\\\\\\\ Montaggio errato \\\\\\\\\\\\\\\\\\\\ \\\\\\\\\\ \\\\ Superficie rugosa \\\\\\\\\\ \\\\\\ Rivestimento graffiato \\\\\\\\\\\\\\\ \\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\ Componente A difettoso \\ \ Componente B difettoso \\\\ \ Componente C difettoso \\\\\ Totale APR TOT \\ 5 22 \\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\ 147 34 16 \\\\\\\\\\\\\\\\\\ \\\\\\\\\\\\\\\\ 112 3 \ 6 5 92 91 84 81 350 Tabella 3.1 16 Controllo statistico di qualità Riordiniamo i dati in una nuova tabella per ordine di importanza e raggruppiamo i tipi di difetto che appaiono un numero di volte trascurabile sotto la voce varie, quindi valutiamo il valore percentuale di ogni tipo di difetto. DIFETTI N° % Pezzi sbagliati 147 42,0 Rivestimento graffiato 112 32,0 Montaggio errato 34 9,7 Pezzi mancanti 22 6,3 Superficie rugosa 16 4,6 Altre cause 19 5,4 350 100 Totale Tabella 3.2 Sulla base dei dati ottenuti possiamo compilare il relativo diagramma di Pareto : Figura 3.5 Nel nostro caso il primo difetto rappresenta il 42% della difettosità ed assieme al secondo difetto ricopre ben il 74% della difettosità globale; è evidente come una azione correttiva sul processo debba rivolgersi, in maniera prioritaria, verso le prime due tipologie di difetti. 17 Controllo statistico di qualità 5. Diagramma causa-effetto Messi a punto in Giappone da Kauru Ishikawa nel 1943, i diagrammi di causa effetto (detti per questo anche diagrammi di Ishikawa) sono tra gli strumenti più usati per la soluzione dei problemi di qualità. Il diagramma causa-effetto è un diagramma che mostra le relazioni tra una caratteristica e i suoi fattori o cause. Esso è dunque la rappresentazione grafica di tutte le possibili cause relative ad un fenomeno. Può essere inteso sia come mezzo per la rappresentazione sintetica delle cause di un problema, sia come strumento per l'individuazione delle cause stesse e quindi delle soluzioni del problema. Solitamente il diagramma prende una forma a lisca di pesce, da cui il nome alternativo di diagramma a lisca di pesce (vedi figura). Il problema di cui si vuole studiare la soluzione viene infatti disposto al termine di una linea, ai lati della quale si innestano altre linee che rappresentano le diramazioni principali, ovvero le cause primarie del problema; su queste si innestano a loro volta le cause secondarie, alle quali possono essere congiunte altre sottocause, e così via. In questo modo sono rappresentate, in modo ordinato, tutte le possibili cause che potrebbero determinare un problema, fornendo un’ottima base di partenza p er l’indagine delle vere cause che influenzano l’effetto in esame CAUSA 1 CAUSA 2 EFFETTO CAUSA 3 CAUSA 4 CAUSE EFFETTI Figura 4.1 L’analisi causa -effetto nel suo significato più completo è il processo che porta alla definizione precisa dell’effetto che vogliam o studiare e, attraverso la fotografia della situazione ottenuta con la costruzione del diagramma, permette di fare una analisi delle vere cause che influenzano l’effetto in esame. Possiamo individuare perciò 3 momenti che costituiscono questa fase di analisi: 18 Controllo statistico di qualità IDENTIFICAZIONE DELL’ EFFETTO CHE SI VUOLE STUDIARE L’identificazione dell’effetto è alla base di un’efficace analisi, in quanto meglio sarà definito l’effetto in esame, tanto più l’analisi sarà mirata ed efficace. COSTRUZIONE DEL DIAGRAMMA CAUSA EFFETTO Per la costruzione del diagramma causa-effetto è necessario individuare tutte le possibili cause dell’effetto studiato; la ricerca delle cause può seguire tre diversi metodi : • metodo della classificazione delle cause : si individuano prima di tutto le categorie principali di cause che serviranno per sviluppare in modo ordinato l’analisi di dettaglio (un criterio di suddivisione può essere quello di individuare le seguenti categorie: macchine, manodopera, metodi, materiali) e successivamente si procede alla associazione delle cause specifiche (magari la ricerca può essere fatta in gruppo con un procedimento di tipo brainstorming). Le cause suggerite vengono riportate sul diagramma come rametti dei quattro rami principali (le categorie principali). Le cause riportate possono poi successivamente venire ramificate a loro volta trattandole come effetti per trovarne le cause. Questo procedimento si porta avanti finché il livello di dettaglio non si ritiene sufficiente all’analisi. • metodo per elencazione delle cause : con questo metodo si parte da una semplice elencazione delle cause; l’elenco deve essere il più ampio e completo possibile e viene compilato attraverso un’azione di brainstorming. In una seconda fase le cause devono essere strutturate evidenziando le relazione reciproche sotto forma di diagramma. La difficoltà è nella costruzione logica delle relazioni reciproche tra le cause quindi nella loro organizzazione nel diagramma causa-effetto. • metodo per fasi di processo : questo metodo è particolarmente utile quando il fenomeno che vogliamo esaminare avviene attraverso fasi ben definite e separate, per esempio un processo produttivo composto dalle lavorazioni A,B,C (figura 4.2). Figura 4.2 19 Controllo statistico di qualità Un esempio può essere dato dallo studio di un processo costituito da sgrassatura e cromatura. Figura 4.3 Come si può vedere il vantaggio del metodo per fasi di processo è quello di potere esaminare singolarmente ogni fase di lavoro. ANALISI DEL DIAGRAMMA COSTRUITO Come detto la costruzione del diagramma dà origine a uno schema molto ricco; scopo dell’analisi sarà quindi esaminare criticamente le cause per individuare quelle più importanti e probabili e verificare quelle che effettivamente influenzano il problema. L’individuazione delle cause più probabili avviene attraverso un’analisi critica, se non si possiedono dati si procede attraverso una discussione. Successivamente si procede alla definizione delle cause più importanti valutando il peso che ognuna può avere nei confronti dell’effetto ( l’esito dovrebbe essere un elenco ordinato per importanza delle cause probabili). Se le cause sono state individuate e ordinate in modo appropriato si riesce presto a determinare la vera causa che influenza il fenomeno in oggetto; ci si può così concentrare su come rimuoverla definitivamente. Il diagramma di causa-effetto è indubbiamente un valido strumento di presentazione dei dati. Come metodo per la ricerca delle soluzioni di un problema, invece, non sempre risulta efficace. Il rischio può in effetti essere costituito dalla eccessiva formalizzazione del processo che porta ad analizzare cause ritenute già in partenza ininfluenti. Altro limite è nel fatto che esaminando una causa alla volta, si possono facilmente perdere le interazioni tra le diverse cause. 20 Controllo statistico di qualità ESEMPIO In un industria manifatturiera vengono valutate le cause che producono delle cattive saldature durante il processo di produzione. I responsabili del controllo di processo decidono di costruire un diagramma causa effetto coinvolgendo tutti gli operatori interessati, in modo da rappresentare in modo ordinato tutte le possibili cause che potrebbero determinare le cattive saldature. Per l’individuazione delle cause viene adottato il metodo della loro classificazione in categorie gen erali (macchine,manodopera,metodi,materiali). Il diagramma che risulta dalla discussione tra i diversi responsabili sarà di questo tipo (figura 4.4): Figura 4.4 Individuate le cause più probabili ed importanti, vengono poste a verifica per poter così individuare quella che influisce in maniera decisiva sull’effetto in esame. 21 Controllo statistico di qualità 6. Analisi per stratificazione L’analisi per stratificazione consiste nella suddivisione dei dati raccolti in una serie di sottogruppi omogenei, che permettano una migliore comprensione del fenomeno che si sta analizzando. Attraverso l’analisi per stratificazione è possibile far emergere tutta una serie di informazioni, già contenute nei dati raccolti, ma che non sarebbero così evidenti senza l’applicazion e di questo tipo di analisi. L'obiettivo della stratificazione é quello di farparlare i dati, cioè di individuare il fattore o i fattori più significativi relativamente ai dati che rappresentano un certo fenomeno. La stratificazione é un'operazione indis pensabile per un ottimale sviluppo risolutivo di un problema. Infatti, se i dati sono mescolati tra di loro, é facile confonderli o non riuscire ad interpretarli, dunque basare le considerazioni successive su informazioni vaghe o addirittura errate. Per stratificare è dunque necessario prima di tutto definire la caratteristica da analizzare; bisogna rappresentare poi i dati relativi al fenomeno in modo complessivo. Una volta individuati i fattori di stratificazione più adeguati si classificano i dati in gruppi omogenei secondo i fattori prescelti per poi rappresentarli graficamente e confrontare i gruppi così ottenuti. Se si rivelano differenze tra i vari gruppi, la stratificazione ha avuto successo. E’ bene poi tenere presente che la comprensione di un fe nomeno diventa più completa con l’aumentare del numero dei fattori di classificazione, è necessario quindi stratificare secondo tutti quei fattori che si ritiene possano essere utili alla definizione del fenomeno. Per individuare i fattori ci si può domandare: Come incide…………sul fenomeno? La parola mancante il più delle volte è un fattore di stratificazione. Consideriamo ad esempio che in un certo reparto si stia studiando un difetto di produzione e si siano raccolti dei dati rappresentati con un istogramma generale dei difetti (figura 6.1). Figura 6.1 Stratificando questi dati si possono ottenere delle informazioni utili; ad esempio, se questo reparto lavora a due turni, può essere utile stratificare i dati stessi nei due turni ed osservare se vi sono delle differenze. 22 Controllo statistico di qualità Nel caso in esame, come evidenziato negli altri due istogrammi riportati di seguito, osserviamo che la dispersione nel primo turno é minore rispetto a quella del secondo. Istogramma dei difetti nel primo turno Figura 6.4 Istogramma dei difetti nel secondo turno Figura 6.3 Questa osservazione ci da una chiave di lettura della situazione; ci dice infatti che il secondo turno ha una situazione meno positiva. Questa prima informazione ci fornisce la base per un'ulteriore analisi più approfondita orientata al secondo turno. In modo analogo a quanto visto per l’istogramma, la stratificazione consente di ottenere degli utili risultati anche se applicata ai restanti strumenti della qualità, in particolare al diagramma di Pareto e a quello di correlazione. Le suddivisioni logiche in cui vengono raggruppati i dati sono dette fattori di stratificazione. Esempi tipici di fattori di stratificazioni sono: • tempo (turno, giorno, settimana) • operatori (anzianità, esperienza, sesso) • macchine e/o attrezzature (modello, tipo, età, tecnologia, utensile) • materiale (fornitore, composizione, consegna) • metodo di controllo di misura (tipo di strumento di controllo, addetto alle analisi) 23 Controllo statistico di qualità 7. Carte di controllo Al fine di ottenere livelli di qualità accettabili può essere determinante intraprendere una azione di monitoraggio della variabilità (la fluttuazione dei valori misurati attorno alla media) del processo produttivo; una eccessiva variabilità comporterebbe infatti una non rispondenza del prodotto alle sue caratteristiche funzionali. In ogni processo produttivo è presente una variabilità intrinseca che non dipende da cause esterne detta variabilità naturale, originata da una serie di fluttuazioni interne al processo, risultato di numerose piccole cause che operano casualmente (dette cause comuni o casuali). Tali cause risiedono nel sistema di produzione e non possono essere attribuite ad esempio a macchine, dipendenti o fornitori particolari; in questo caso la causa ultima risiede e va ricercata nel sistema di produzione, che deve essere modificato, e non in un aspetto specifico del processo. Un processo produttivo la cui fonte di variabilità è imputabile esclusivamente a questo tipo di cause è un processo prevedibile, che può essere descritto mediante leggi statistiche. Si parla in questo caso di processo “sotto controllo statistico”. Sulla variabilità del processo possono però intervenire fattori esterni che ne alterano la variabilità naturale e generano una variabilità non prevedibile che disturba il funzionamento del processo. Tali fattori, denominati cause speciali di variazione, determinano la quota eccezionale di variabilità del processo e rappresentano grosse fluttuazioni nei dati, che non sono imputabili al processo oggetto di analisi. Queste fluttuazioni sono il risultato di cambiamenti nel processo, che possono indicare il verificarsi di problemi oppure, al contrario, l’insorgere di novità interessanti da esplorare. Esempi di fattori di variabilità speciali possono essere: scarsa esperienza e professionalità del personale, utilizzo di metodologie produttive non appropriate, sistemi di produzione non adeguati. Un processo la cui variabilità risente oltre che di cause comuni anche di cause speciali di variazione ha un andamento imprevedibile, per cui si parlerà di processo “fuori controllo statistico”. Saper distinguere fra le due cause di variabilità è essenziale, in quanto mentre le cause speciali di variazione possono essere corrette (se necessario) senza modificare il processo, le cause ordinarie di variazione, essendo fluttuazioni intrinseche al processo produttivo, possono essere ridotte solo cambiando il processo medesimo. La carta di controllo, supportando l’analista nel riconoscimento della causa di variazione, consente di individuare un processo fuori controllo consentendo di evitare due errori tipici. Il primo consiste nell’interpretare una causa comune di variazione come una causa straordinaria; in questo caso si potrebbe esercitare un’azione correttiva eccessiva che può a sua volta aumentare la variabilità del processo. Il secondo è l’errore speculare, e si commette quando una variazione straordinaria viene trattata come una variazione comune. In questo caso, si rischia di non intervenire prontamente e adeguatamente per “correggere” il sistema. 24 Controllo statistico di qualità Le carte di controllo rappresentano uno dei metodi più utilizzati per il controllo statistico di produzione. Messe a punto negli anni '30 da Walter Shewthard, il loro utilizzo si è rapida mente diffuso negli Stati Uniti e poi in Giappone già prima della seconda guerra mondiale. Negli anni successivi alla guerra la loro utilità è stata messa in discussione per il fatto di non fornire alcuno strumento per la risoluzione dei problemi. Tuttavia ancora oggi le carte di controllo sono lo strumento principe nel controllo statistico di processo. Le carte di controllo sono essenzialmente rappresentazioni grafiche di un processo nel tempo che, basandosi su teorie statistiche, rimangono di facile interpretazione e utilizzo anche per utenti meno esperti. In letteratura esistono diversi tipi di carte di controllo, la cui forma generale è riportata in figura. Figura 7.1 Le tre linee orizzontali continue chiamate linea centrale (CL), limite superiore di controllo (UCL) e limite inferiore di controllo (LCL) definiscono la tendenza centrale e un range di variazione naturale per i valori riportati sul grafico. I limiti inferiori e superiori sono calcolati in base a una distribuzione di frequenza teorica che cambia in funzione del tipo di dati che vengono analizzati (gaussiana, Poisson, binomiale, …). Tipicamente una carta di controllo stabilisce dei limiti che si collocano a ± 3 scarti quadratici medi dalla misura statistica di interesse (media, proporzione, range, ecc.). Quindi in generale per costruire una carta possiamo seguire la seguente semplice regola (indicando con W una statistica campionaria generica) : CL = E[W] UCL = E[W] + 3 (Var[W] ) 1/2 LCL = E[W] – 3 (Var[W]) 1/2 25 Controllo statistico di qualità Data una distribuzione di frequenza teorica di riferimento, ad esempio la gaussiana, l’interpretazione dei valori esterni alle linee di controllo inferiore e superiore è simile a quella di un generico test statistico di ipotesi, indicando come statisticamente significativi i valori che sono fuori controllo, testimonianza questa di un processo non omogeneo o comunque di un processo che produce un output sensibilmente diverso da quello di riferimento. Dunque, indipendentemente dal tipo di carta di controllo utilizzata, la lettura può considerarsi sempre la stessa. Una volta definiti i limiti di controllo, plottando i dati all’interno del grafico, la carta ci consente di individuare eventuali andamenti sistematici (pattern) dei valori che rappresentano il processo nel tempo e di stabilire se ciascun punto cade all’interno o all’esterno dei limiti imposti. In questo modo si individua immediatamente un processo fuori controllo. Nella pratica raramente vengono considerate singole osservazioni, il più delle volte i valori riportati nelle carte di controllo rappresentano a loro volta il risultato di una stima campionaria (pertanto il singolo valore riportato nella carta di controllo non rappresenta una singola misura, ma, ad esempio, la media di una serie di misure eseguite campionando vari elementi dallo stesso lotto). I vari campioni utilizzati (che possono essere più o meno grandi in funzione della produzione presa in esame) vengono chiamati sottogruppi e si presume che al loro interno presentino la sola variabilità casuale, mentre le cause speciali di variazione (se presenti) possono determinare solamente la variabilità fra diversi sottogruppi. Il grafico 7.2 mostra un tipico esempio di carta di controllo in cui al diciannovesimo periodo si ha un fuori controllo (un punto fuoriesce dai limiti di controllo), questo è sintomatico di un processo fuori controllo statistico sulla cui variabilità intervengono cause speciali di variazione. ALLARM UCL LCL Figura 7.2 La presenza di tutti i punti della carta all’interno dei limiti di contr ollo è solo una condizione necessaria ma non sufficiente per poter dire che un processo è in controllo. Si possono individuare sequenze temporali particolari che evidenziano che qualcosa di anomalo sta intervenendo nel processo. 26 Controllo statistico di qualità UCL LCL Figura 7.3 Nella carta riportata in figura 7.3 la maggioranza dei punti è collocata al di sotto del limite centrale, questo induce a pensare ad una anomalia nel processo, dovuta ad esempio ad un operatore inesperto o ad un difetto di macchina. Situazioni analoghe possono presentarsi anche nel caso in cui si evidenzia un andamento ciclico dei dati dovuto sicuramente a delle cause ricorrenti (un ambiente climaticamente non controllato durante le stagioni estreme può essere un esempio di causa) o nel caso in cui i punti del tracciato tendano a cadere vicino ai due limiti di controllo con assenza di punti nel centro (si parla di mistura), creando un effetto come quello mostrato in figura 7.5 (questo evidenzia la presenza di due popolazioni distinte che possono essere, ad esempio, il risultato di due operatori che settano la macchina in modo diverso all’inizio dei turni). UCL LCL Figura 7.4 Figura 7.5 Un caso ancora più evidente si verifica quando il tracciato dei valori segue un trend di crescita (o di decrescita) indicando una anomalia di processo dovuta ad esempio all’usura dell’utensile (si parla di tendenza) , ad una diminuzione dell’abilità dell’operatore o ad un peggioram ento dell’omogeneità del materiale. 27 Controllo statistico di qualità UCL LCL Figura 7.6 L’individuazione di eventuali anomalie nel tracciato di dati di una carta di controllo non è comunque compito semplice e necessita di esperienza e di una buona conoscenza del processo in esame. Esistono però delle semplici regole pratiche a supporto del lavoro dell’analista, come il test delle zone. Questo test è costruito in base al presupposto che la probabilità che una serie successiva di punti cada, per effetto del caso, in una data zona della carta di controllo sia piccola: ciò consente di concludere che siamo in presenza di una causa speciale e non di una causa comune di variazione. Allora un processo è fuori controllo nei seguenti casi: 1) Uno o più punti cadono fuori dei limiti di controllo 2) Nel caso in cui la carta di controllo sia divisa in zone, quando: +3σ Lim ite d i C o ntro llo S up erio re Zo na A +2σ Zo na B +σ Zo na C σ -σ M ed ia Zo na C -2 σ Zo na B -3 σ Zo na A Lim ite d i C o ntro llo Inferio re a) 2 punti, tra 3 consecutivi, sono nella zona A, dalla stessa parte rispetto al valor medio b) 4 punti, tra 5 consecutivi, sono dalla stessa parte rispetto al valor medio e in zona B c) Nove punti consecutivi sono dalla stessa parte rispetto al valor medio d) Ci sono 6 punti consecutivi crescenti o decrescenti e) Ci sono 14 punti consecutivi che si alternano su e giù f) Ci sono 15 punti consecutivi in zona C (sopra e sotto il valor medio) Una volta riconosciuto il fuori controllo del processo, compito dell’analista è di identificare le cause straordinarie di variazione. Se questi fattori determinano un peggioramento del prodotto, l’esperto deve pianificare strategie volte a eliminarl i; se al contrario i fattori straordinari di variazione occorsi hanno portato a un miglioramento della qualità, il processo deve essere modificato in modo da incorporarli al suo interno. In questo modo, la causa straordinaria di variazione del vecchio processo diventa nel processo modificato una causa comune di variazione. I limiti di controllo andranno modificati (è necessario ricalcolare tutti gli simatori) quando sono state 28 Controllo statistico di qualità trovate e rimosse le cause di fuori controllo, fino a quando il processo non viene cambiato. In questo caso, nel nuovo calcolo vanno tenuti in considerazione solo i dati del nuovo processo. Le carte di controllo comunemente utilizzate prendono il nome da Shewhart, il quale per primo utilizzò i dati a sua disposizione formulando diversi modelli grafici che si differenziano in base alle caratteristiche stesse dei dati e che sostanzialmente si dividono in due gruppi: • per variabili (utilizzano delle misure quantitative), • per attributi (utilizzano delle misure qualitative). Esistono in letteratura anche altri tipi di Carte di controllo; tra queste, la Carta CuSum (Cumulative Sum) si dimostra molto utile in diverse occasioni. 7.1 CARTE DI CONTROLLO PER VARIABILI Quando la rispondenza della caratteristica del prodotto, ottenuto con il processo oggetto del controllo, è espressa attraverso una misura, allora si dice cha la qualità è espressa per variabili. . E’ questo il caso di misurazioni di grandezze quali: lunghezza, peso, ecc. che hanno, generalmente, una precisa unità di misura. Ad esempio si consideri di controllare un processo di tempra attraverso la rilevazione della misura di durezza dei pezzi in uscita. In questi casi vanno utilizzate le cosidette carte per variabili. I dati espressi per variabili hanno le seguenti proprietà : • sono misurabili su una scala numerica tramite unità di lunghezza, diametro, peso, temperatura, ecc. ; • sono continui. L’accuratezza della loro misura dipenderà perciò dalla risoluzione dello strumento di misura ; • se riferiti alla stessa unità di misura, possono essere confrontati numericamente, permettendo di ricavare informazioni come media e dispersione. Tipicamente, le carte di controllo per dati quantitativi vengono sviluppate in coppia: una ha lo scopo di monitorare la variabilità del processo (carta X ) e l’altra riguarda la media del processo (carta R o carta S). Perché un processo possa essere considerato sotto controllo è necessario che entrambe le carte non presentino valori esterni ai limiti di controllo. La combinazione delle carte di controllo aumenta la possibilità di individuare un processo fuori controllo e, rispetto alla carta singola, fornisce una maggiore quantità di informazioni utili per eliminare le cause speciali di 29 Controllo statistico di qualità variazione. La letteratura ha sviluppato diversi tipi di carte per dati quantitativi; fra queste si è scelto di presentare le carte più tipiche, per lo studio del range (o escursione) e della media del processo. In funzione della numerosità del campione e delle misure effettuate vengono definite le seguenti carte di controllo: Statistica Carta di controllo Media e escursione carta X e R Media e deviazione standard carta X e S Media e variazione mobile carta Moving Range CARTA DELL’ESCURSIONE E CARTA DELLA MEDIA (CARTA X – R) Le Carte X medio e le Carte R sono le più utilizzate nel controllo e nell'analisi delle variabili di un processo. Le misurazioni inerenti ad una specifica caratteristica del processo sono raccolte in sottogruppi di limitate dimensioni (n ≤ 10), generalmente da due a sei per ogni campione. La carta di controllo sul range del processo (dove per range si intende Ri = max(xj) - min(xj) per j=1,…,n relativo al sottogruppo i-esimo di numerosità n) permette di effettuare un’analisi preliminare delle cause di variabilità: la presenza di valori esterni ai limiti di controllo in questa carta segnala l’esistenza di fonti straordinarie di variabilità, le quali devono essere identificate ed eliminate prima di continuare nell’analisi. Per costruire i limiti di controllo intorno al range occorre stimare il range medio ( E[R] ) e lo scarto quadratico medio del range ( σ R). Un fuori controllo rilevato dalla carta del range corrisponderà necessariamente ad un processo fuori controllo anche per la carta della media, mentre il viceversa non necessariamente si verifica. La carta di controllo per la media del processo (Carta X ), necessaria alla valutazione del processo dal punto di vista della media, è costruita sulla base di k sottogruppi (ciascuno per ogni istante temporale), ognuno composto da n unità. Per calcolare i limiti di controllo della media, è necessario determinare la media delle medie relative ai sottogruppi (che indicheremo con ) per la stima della media del processo ( µ ) ed effettuare la stima della deviazione standard del processo (σ ) 30 Controllo statistico di qualità Vediamo però più in dettaglio come si costruiscono le carte di controllo della media e dell’escursione per un processo produttivo; in pratica vediamo quali sono le formule che ci consentono di calcolare i limiti di controllo nei due diversi casi. Si supponga che una determinata caratteristica dell’output del processo produttivo a bbia media •µ e deviazione standard σ note entrambe. Come noto la media di un campione di dimensione n, x = ∑ xi n , è uno stimatore della media della popolazione ed è distribuita normalmente con media µ e deviazione standard σ / n. In questo caso i limiti di controllo per la carta della media sono: CL = µ UCL = µ •+3•σ / LCL = µ •-3•σ / n n L’aver fissato i limiti a 3 volte la deviazione standard corrisponde ad assumere un rischio di prima specie α = 0,0013. Ciò vuol dire che i campioni la cui variabilità rientra nella normale variabilità del processo produttivo dovrebbero restare all’interno dei limiti di tolleranza, mentre dovrebbero uscire quei campioni la cui variabilità è dovuta ad una causa di deriva del processo. Il problema è che nei casi reali non sono noti né la media né la varianza del processo produttivo. In tal caso, per costruire la carta della media, occorre una stima della deviazione standard (la stima di quest’ultima, a causa della piccola numerosità del campi one, non può essere ottenuta con la stima della d.s. dei dati) e della media del processo produttivo. A tal proposito può essere utilizzata l’escursione relativa W=R/ σ per la quale, media e deviazione standard sono dati da E(W) = d2, D(W) = d3 (i valori d2 e d3 dipendono solo da n e sono tabulati). In questo modo la deviazione standard del processo σ viene stimata come: σ = σ R / d2 ⇒ σˆ = R / d2 ( come stimatore di E[R] utilizziamo R ) Mentre lo stimatore della media sarà ricavato come: k X = ∑x i =1 i k Si hanno quindi i seguenti limiti di controllo per la carta della media : 31 Controllo statistico di qualità UCL = X + 3 R / (d2 n) = X + AR CL = X LCL = X - 3 R / (d2 n) = X - AR dove A è un parametro dipendente dalla numerosità di ciascun sottogruppo ottenibile con l’ausilio di apposite tabelle del tipo di quella riportata in seguito. Mentre con R si indica la media degli Ri di ciascun sottogruppo. Analogo discorso va fatto per la determinazione dei limiti di controllo della carta R. La carta di controllo teorica a 3 sigma per R ha i limiti teorici E(R) ± 3 σ R. Il valore stimato della deviazione standard del range σ R = σ •W ⇒ σ R R sarà: = σ d3 R d2 σˆ R = d 3 mentre la stima di E(R) è ottenuta, come accennato, dalla media campionaria delle escursioni : k R= ∑R i =1 i k Per cui i limiti di controllo della carta del range saranno: UCL = R (1 + 3 d3/d2) = B R CL = R LCL = R (1 - 3 d3/d2) = C R anche in questo caso B e C sono dei parametri, introdotti per semplicità, dipendenti dalla numerosità dei sottogruppi, riportati in apposite tabelle. La tabella 7.1 contiene i valori dei parametri A,B,C utilizzati nella costruzione delle carte R ed X 32 Controllo statistico di qualità N° eleme A nti C B 1 2,660 0,000 3,267 2 1,880 0,000 3,267 3 1,023 0,000 2,575 4 0,729 0,000 2,282 5 0,577 0,000 2,115 6 0,483 0,000 2,004 7 0,419 0,076 1,924 8 0,373 0,136 1,864 9 0,337 0,184 1,816 10 0,308 0,223 1,777 Tabella 7.1 ESEMPIO : costruzione carta R e carta X Si richiede di porre sotto controllo statistico un processo automatico per la produzione di imbuti cilindrici. In particolare occorre controllare il diametro interno degli imbuti. A tal fine, si decide di estrarre 25 campioni o sottogruppi di numerosità 5 ciascuno ad intervalli regolari di una settimana : k = 25 n=5 E’ evidente come sia necessario utilizzare una carta di controllo per variabili in quanto la rispondenza della caratteristica del prodotto è espressa attraverso una misura (diametro interno degli imbuti). I dati ottenuti per ciascun campione sono mostrati nella tabella 7.2, che oltre ai dati riporta la media ( x ) e il range ( Ri ) calcolati per ciascun campione. Tabella 7.2 33 Controllo statistico di qualità Si calcolano i valori di X e R ottenendo rispettivamente: X = 74,0014 R = 0,2268 Poiché la numerosità di ciascun sottogruppo è n = 5, dalla tabella 7.1 si evince come i valori dei parametri A,B,C siano rispettivamente : A = 0,577 B = 2,115 C=0 Si procede quindi alla valutazione della variabilità del processo tramite la costruzione della carta R (riportata in figura 7.7), ottenuta plottando i dati del range nella colonna verde, i cui limiti sono: UCL = 0,0479 CL = 0,02268 LCL = 0 e al monitoraggio della media del processo con la costruzione della carta X (riportata in figura 7.8), ottenuta invece riportando sulla carta i dati delle medie in colonna gialla, i cui limiti sono: UCL = 74,014 CL = 74,001 LCL = 73,988 Figura 7.7 Figura 7.8 La carta dell’escursione mostra un allarme, cioè un punto fuori dai limiti di controllo, relativo al sottogruppo 14. Come era facile attendersi anche la carta della media mostra un fuori controllo in 34 Controllo statistico di qualità corrispondenza del campione 1. A seguito dell’allarme rilevato si analizza quanto accaduto nella settimana in cui è stato estratto il campione 14 e si evidenzia una causa speciale di variazione che viene prontamente rimossa. Al fine di procedere alla nuova costruzione delle carte di controllo, si rianalizzano i dati avendo cura di rimuovere quelli relativi al campione 14 (k diviene pari a 24). I dati sono riportati nella nuova tabella 7.3 in base alla quale i nuovi valori di X e R sono pari a : X = 74,0019 R = 0,0215 Tabella 7.2 Alla luce dei nuovi valori di X e R i limiti di controllo della carta R sono: UCL = 0,0456 CL = 0,2154 LCL = 0 mentre i nuovi limiti della carta X della media sono: UCL = 74,014 CL = 74,0019 LCL = 73,988 Figura 7.9 35 Controllo statistico di qualità Figura 7.10 Le nuove carte, come è facile notare, non evidenziano alcun allarme per quanto concerne la variabilità del processo produttivo (la carta dell’escursione non presenta punti al di fuori dei limiti) mentre la carta della media denuncia un fuori controllo sul primo sottogruppo. Al fine di avere un processo in controllo statistico anche per quanto riguarda la carta della media si analizza quanto accaduto nella settimana in cui è stato estratto il campione 1 e si individua la causa speciale di variazione che viene prontamente rimossa. CARTA DELLA DEVIAZIONE STANDARD E CARTA DELLA MEDIA (CARTA X – S) Quando il numero n dei componenti i sottogruppi è maggiore di 10 alla Carta R si preferisce generalmente la Carta S : il range R infatti, calcola la variabilità di un campione semplicemente come la differenza tra il campione di valore più alto e quello di valore più basso. Quando il numero dei campioni diventa alto questo tipo di stima risulta impreciso, e si deve ricorrere al calcolo della deviazione standard S. La deviazione standard è un indice che tiene conto di quanto i valori che costituiscono una certa popolazione o campione differiscono dal valore medio. Anche le carte X - medio e le carte s sono usate in congiunzione. Lo scarto campionario S è un indicatore molto efficiente della variabilità di un processo, specialmente per campioni di grandi dimensioni, ma è meno facile da calcolare e meno sensibile alle cause speciali di variabilità che determinano l'anomalia di un unico valore in un campione; il range, infatti, definito come la differenza tra il valore massimo e il minimo dei valori all’interno di un campione, mette bene in evidenza valori che si allontanano eccessivamente dagli altri. Se consideriamo ciascun sottogruppo, per il calcolo della deviazione standard si preferisce utilizzare una forma del tipo: Si = ( ) 2 1 n ∑ x i − x n − 1 i =1 36 Controllo statistico di qualità Esistono poi due importanti relazioni che saranno utili per il calcolo dei limiti di controllo della carta S; E [S ] = 2 Γ(n / 2) σ = c4 ⋅ σ n − 1 Γ((n − 1)/ 2) ( σ s = σ ⋅ 1 − c4 2 ) La prima relazione indica che il valor medio E[S] della deviazione standard S dei campioni è proporzionale alla deviazione standard σ della popolazione tramite il parametro c4, che dipende dalla numerosità dei campioni n ed è tabulato. La seconda relazione pone invece in relazione la deviazione standard σ • Sdelle deviazioni standard dei campioni, con quella della popolazione σ • Alla luce di queste ultime considerazioni è facile ricavare i limiti di controllo delle carte X -S. Infatti i limiti della carta S a tre sigma, in via teorica hanno la forma : E[S] ± 3 σ S Siano,allora, S1, S2, . . . , Sk gli scarti quadratici medi calcolati sui k campioni di ampiezza n. Come stima di E(S) utilizziamo la media campionaria delle Si k S= ∑S i =1 i k e come stima di σ S utilizziamo (data la stima della deviazione standard del processo σˆ = S / c 4 ): ( ) 2 σˆ S = S / c 4 ⋅ 1 − c 4 I limiti di controllo a tre sigma per la carta S sono allora: ( ) ( ) UCL = S + 3 ⋅ S / c 4 ⋅ 1 − c 4 2 = B2 S CL = S LCL = S − 3 ⋅ S / c 4 ⋅ 1 − c 4 2 = C2 S 37 Controllo statistico di qualità dove B2 e C2 sono sempre valori tabellati in funzione della numerosità del sottogruppo. I limiti della carta di controllo della media, in base alla nuova stima di σ • Sattraverso la deviazione campionaria S, diventano: ( ) ( ) UCL = X + 3 ⋅ S / c 4 ⋅ n = X + A2 S CL = X LCL = X − 3 ⋅ S / c 4 ⋅ n = X - A2 S anche A2 è un parametro opportunamente tabellato in funzione di n. Le regole di costruzione e di interpretazione della carta X medio - S sono le stesse della carta X medio - R. CARTE PER MISURE SINGOLE A differenza delle Carte precedenti che raggruppano e valutano campioni di dati composti da diversi individui, le Carte per misure singole (spesso indicate col nome di Carte per gli Individui), sono caratterizzate dall'analisi di quantità individua li di misure. Ogni sottogruppo è cioè composto di un unico elemento, situazione tipica di produzioni per le quali: • il processo lavora con cadenza troppo lenta • la misurazione da effettuare su un’unità ne comporta la distruzione • la produzione avviene in lotti all’interno dei quali la variabilità è praticamente nulla per cui sono inutili misure ripetute • su ciascun pezzo è impostata un’ispezione automatica Un campione unitario non fornisce nessuna stima per µ quindi non possiamo utilizzare le carte X , R e S. Ecco allora la necessità di introdurre un nuovo tipo di carta di controllo. Per una Carta individuale l’indice di dispersone viene calcolato utilizzando l’ escursione mobile (moving range), definita come il valore assoluto della differenza tra due osservazioni successive MRi = xi +1 − xi dove xi+1 è la misura presente e xi è la misura precedente. 38 Controllo statistico di qualità Ovviamente se i campioni sono k il numero dei moving range è k -1 (MR1 non esiste). Per la compilazione di questo tipo di carta si seguono considerazioni analoghe a quelle fatte per la carta R e la carta X , tenendo conto che, nella determinazione dei diversi parametri statistici, al posto della semplice escursione Ri va utilizzato il valore calcolato di MRi. Per cui lo stimatore della E[R] è ricavato come: k −1 MR = ∑ MR i =1 i k −1 Utilizzando i valori B e C per n = 2 della carta R si ottiene la carta di controllo per le escursioni campionarie per le osservazioni singole, i cui limiti sono: UCL = B MR = 3,267 MR CL = MR LCL = C MR = 0 Mentre i limiti per la carta di controllo per la media, osservato che lo stimatore della deviazione standard è dato da σˆ = MR d2 ( ) ( ) (con d2 che vale 1,128) , sono: UCL = x + 3 MR / d 2 = x + 2,66 MR CL = x LCL = x - 3 MR / d 2 = x - 2,66 MR Poiché gli k-1 moving range sono correlati tra loro, si dovrà fare particolare attenzione ai calcoli e all’interpretazione della carta ed inoltre l’utilizzo di una carta Moving Range deve essere sempre accompagnato da uno studio della distribuzione di probabilità dei campioni, per valutare che sia di tipo gaussiano. Non calcolando medie, infatti, il Teorema del Limite Centrale non è applicabile, a differenza delle carte precedenti. 39 Controllo statistico di qualità ESEMPIO : costruzione carte di controllo per misure singole Consideriamo una azienda manifatturiera produttrice di bulloni. Il magement decide di effettuare un monitoraggio della media e della varianza del processo. L’azienda dispone, in uscita dalla catena di montaggio, un meccanismo di ispezione automatica di ciascuno dei pezzi prodotti. Il monitoraggio viene condotto sulla misura del diametro esterno dei pezzi in uscita. I dati a disposizione degli addetti al controllo sono riportati nella seguente tabella, in cui sono riportati i diametri interni dei primi 15 bulloni in uscita dal processo. K = 15 n=1 Tabella 7.3 Per la costruzione della carta di controllo del range è necessario il calcolo del moving range, come valore assoluto delle differenze tra due osservazioni successive. Nella tabella 7.3 sono riportati i 14 (15-1) valori del moving range, in colonna arancione. Alla luce dei dati ottenuti è stato possibile determinare i valori di MR e di x : MR = 0,4429 x = 10,02 Per cui i limiti di controllo della carta del range saranno: UCL = 1,4469 CL = 0,4429 LCL = 0 mentre i limiti della carta della media saranno del tipo: UCL = 11,198 CL = 10,02 LCL = 8,842 Le carte di controllo con i seguenti limiti sono costruite nelle figure seguenti. Per la carta del range vengono plottati i valori in colonna arancione (relativi ai MR) mentre nella carta della media sono riportati i dati relativi alla colonna in grigio (le singole misure). 40 Controllo statistico di qualità Figura 7.11 Figura 7.12 Le carte non evidenziano alcun allarme sia per quanto concerne la variabilità del processo produttivo che per quanto riguarda la media. Il processo può essere ritenuto in controllo statistico. 7.2 CARTE DI CONTROLLO PER ATTRIBUTI Quando la qualità di un processo produttivo è espressa da una variabile binaria che esprime la conformità o la non conformità del prodotto alle specifiche progettuali, le carte per variabili sono sostituite dalle carte per attributi. Ad esempio, si consideri di controllare il diametro di un pezzo cilindrico in uscita da un processo di tornitura attraverso un calibro passa- non passa; quando il pezzo passa attraverso il calibro esso è conforme, altrimenti non lo è. I dati attributi vengono espressi come variabili di tipo dicotomico conformi/non conformi ma anche come variabili classificate per non conformità. La non conformità è relativa ad un particolare attributo dell'oggetto prodotto, che non e' conforme alle specifiche, mentre un pezzo è non conforme in riferimento alle sue proprietà complessive. 41 Controllo statistico di qualità Un pezzo non conforme potrà dunque essere caratterizzato da una o più non conformità. Le carte di controllo per attributi sono quelle per: • frazioni di non conformi carta p • numero di non conformi carta np • numero di non conformità carta c • numero di non conformità per unità carta u CARTA P Queste sono le carte per attributi più diffuse ed utilizzate. Sono infatti impiegate per monitorare la qualità di un processo produttivo attraverso la determinazione della frazione (proporzione) di pezzi rigettati come non conformi. Tale frazione è definita come il rapporto tra il numero di pezzi trovati non conformi e il numero totale di pezzi costituenti la popolazione. In questo caso la misura della qualità X sul singolo prodotto si limita ad una classificazione del tipo: pezzo conforme, pezzo non conforme (o pezzo difettoso). La v.c. X può assumere solo due modalità o valori che possiamo codificare come: X=1 non conformità del prodotto X=0 conformità del prodotto La distribuzione adatta a rappresentare questo tipo di popolazione è la Bernoulliana, che ha funzione di massa di probabilità: p(x)= px (1-p)1-x dove p = P(X=1) è la probabilità che il processo produca un pezzo non conforme. Da notare che E(X) = p Var(X) = p(1-p); 42 Controllo statistico di qualità sia la media sia la varianza sono funzioni del parametro p. In questo caso il monitoraggio attraverso la carta ha lo scopo di tenere sotto controllo il valore di p; poiché V(X)=p(1–p), accade che tenendo basso p si tiene bassa sia la media sia la varianza del processo. Anche in questo caso il sistema di monitoraggio opera mediante l’estrazione di k sottogruppi estratti dal processo produttivo, ciascuno di dimensione n, sui quali viene stimata la proporzione di pezzi non conformi pˆ= xi n essendo xi il numero di pezzi non conformi nel campione;ciascun pˆi verrà plottato sulla carta di controllo. In generale, è necessario usare dimensioni campionarie abbastanza elevate, infatti gran parte dei processi produttivi ha una proporzione p di pezzi non conformi molto bassa (p<0.05) e, quindi, se scegliessimo ad esempio n=5 molti campioni non conterrebbero alcuna unità non conforme. Per l’individuazione dei limiti di cont rollo si usa generalmente l’approssimazione normale della v.c. Binomiale, per il teorema del limite centrale (questo procedimento è giustificato dal fatto che n assume valori abbastanza alti). Quindi pˆè distribuita approssimativamente come una gaussiana p(1 − p ) pˆ≈ N p, n Si possono allora valutare i limiti di controllo indicando, comunque, una distinsione tra il caso in cui il livello di difettosità del processo p è noto, perché un valore standard o in quanto definito dal management, dal caso in cui occorre una stima di p. Quando p è noto i limiti saranno del tipo: UCL = p + 3 ⋅ ( p (1 − p ))/ n CL = p LCL = p − 3 ⋅ ( p(1 − p )) / n mentre per un livello di difettosità del processo p incognito si adotta una stima del tipo: 43 Controllo statistico di qualità k p= ∑ pˆ i i =1 k ed i limiti assumeranno la forma UCL = p + 3 ⋅ CL = p LCL = p − 3 ⋅ (p(1 − p ))/ n (p(1 − p ))/ n E’ interessante notare che, in conseguenza del basso valore di p, una numerosità troppo ridotta può determinare LCL<0. Un valore negativo per il limite di controllo inferiore non è assolutamente informativo, in quanto la proporzione di pezzi non conformi su ogni campione è, al minimo, 0. Se vogliamo LCL>0 allora dovrà essere : ( p(1 − p ))/ n p − 3⋅ ⇒ n>9(1–p)/p. (ad esempio, con p=0.05 si avrà n=171) Si potrà obiettare che, il monitoraggio di p ha lo scopo di individuare eventuali shift verso l’alto (aumento della probabilità di produrre pezzi non co nformi e quindi peggioramento della qualità) e che il limite LCL abbia, in pratica, poca importanza. In realtà è utile verificare anche la presenza di eventuali shift verso il basso quali risultato di miglioramenti operati sul processo produttivo Spesso capita che la dimensione dei sottogruppi estratti dal processo sia diversa. In tal caso la costruzione della carta p si basa sulla determinazione di un valore medio di n (da sostituire ad n nella formula dei limiti di controllo), calcolato come segue: k n= ∑n i =1 i k ed utilizzando come stima di p: k k i =1 i =1 p = ∑ xi / ∑ ni ESEMPIO : costruzione carta di controllo p 44 Controllo statistico di qualità Un’azienda manifatturiera vuole sottoporre a controllo statistico di qualità il processo di produzione di un cuscinetto metallico. Il management dell’azienda decide di monitorare un campione, di numerosità variabile, di prodotti per un periodo di 32 giorni, valutando per ciascun cuscinetto la presenza o meno di oggetti difettosi. Ciascun cuscinetto è definito non conforme nel momento in cui presenta almeno un difetto relativo alle caratteristiche che ne definiscono le specifiche di qualità. k = 32 Nella Tabella 7… sono riportati i numeri e le proporzioni di cuscinetti “non conformi” rilevati per ciascuno dei 28 giorni considerati. Tabella 7.4 E’ evidente come per questo tipo di dati il monitoraggio del processo deve essere condotto attraverso la stesura di una carta p per la frazione di non conformi. Inoltre poiché la dimensione di ciascun sottogruppo è variabile sarà necessaria la valutazione di un valore medio della numerosità n. Il valore dell’n medio in questione sarà: n = 19926/32 =622,69 Il livello di difettosità del processo è incognito e quindi va stimato con il calcolo di p che in questo caso vale: p = 666/19926 = 0,0334 Per cui i limiti di controllo della carta p di monitoraggio del processo in questione, avrà i seguenti limiti di controllo: 45 Controllo statistico di qualità UCL= 0,0334 + 3 ⋅ (0,0334 ⋅ (1 − 0,0334)) / 622,69 = 0,055 CL= 0,0334 LCL= 0,0334 − 3 ⋅ (0,0334 ⋅ (1 − 0,0334)) / 622,69 = 0,0118 Plottando sulla carta p, con i seguenti limiti, i valori delle proporzioni segnati nella colonna in verde, otteniamo: Figura 7.13 Osserviamo che la carta descrive un sistema in stato di controllo statistico (nessun valore esterno ai limiti di controllo) e non evidenzia nessun andamento sistematico delle osservazioni, le quali sembrano oscillare casualmente intorno alla media p . In questo caso, come si è visto, non serve agire sui singoli valori: se le oscillazioni sembrano comunque eccessive, il management dovrà intervenire sull’intero processo modificandolo radicalmente. CARTA NP Invece che costruire la carta per la frazione di non conformi p possiamo costruire direttamente la carta per il numero di non conformità. Infatti se p è la frazione di pezzi non conformi, np rappresenta il numero di pezzi non conformi. L’utilizzo della carta del numero di difettosi è indicata quando la numerosità di ciascun sottogruppo estratto dal processo è costante. Si rammenta che utilizzando il numero di eventi e non la frequenza (come nel caso precedente) il valore della media e della varianza in una distribuzione binomiale sono pari rispettivamente a np ed a np(1-p). 46 Controllo statistico di qualità Pertanto i parametri della CC, nel caso sia richiesta la stima della difettosità del processo, sono: ( ) ( ) UCL = n p + 3 ⋅ n p ⋅ 1 − p CL = n p LCL = n p − 3 ⋅ n p ⋅ 1 − p Da questa carta di controllo, quando utilizzabile, si ottengono informazioni simili a quelle ottenibili con la carta p. ESEMPIO : costruzione carta di controllo np Consideriamo sempre il caso di un’azienda manifatturiera questa volta dedicata alla produzione di pezzi metallici. Il monitoraggio del processo viene questa volta condotto mediante una carta np per numero di pezzi difettosi. Consideriamo la tabella 7.5 in cui sono riportati i dati necessari all’analisi. Tabella 7.5 Poiché abbiamo che la numerosità totale dei prodotti campionati è: N= 10000 ed il numero di sottogruppi e di pezzi che li compongono sono: k=10 47 Controllo statistico di qualità n=1000 i valori del parametro p e di conseguenza di n p saranno: k p = ∑ x i / (k ⋅ n ) = 78/10000 = 0,078 i =1 n p = 7,8 Per cui i limiti di controllo della carta di controllo saranno: UCL = 15,845 CL = 7,8 LCL = -0,245 ⇒ LCL = 0 (il limite di controllo inferiore è stato annullato per le stesse considerazioni fatte per la carta p) Riportando i dati in colonna arancione relativi al numero di pezzi difettosi, la carta di controllo assumerà il seguente aspetto : Figura 7.14 La carta evidenzia un processo in controllo statistico, visto che nessun punto oltrepassa i limiti. CARTA C In determinate circostanze, la misura di qualità consiste, non nel monitoraggio di prodotti non conformi in output dal processo, ma nella enumerazione dei difetti (non conformità) presenti sul prodotto. Questo può esser il caso di prodotti complessi come un’automobile dove è importante la valutazione di diverse difformità per causare la classificazione del prodotto come non conforme. 48 Controllo statistico di qualità In tal caso, la misura di qualità X può assumere tutti i valori interi 0,1,2,…,T dove T è il massimo numero di difetti che il prodotto può possedere. Sotto certe condizioni (la probabilità di presentarsi di un difetto non dipende dal presentarsi o meno di nessuno degli altri difetti; ogni difetto ha la stessa importanza, ai fini della valutazione della qualità del prodotto) la X può essere adeguatamente descritta da un processo di tipo Poisson, con funzione di massa di probabilità: p ( x) = c x e −c x! ,c > 0 per cui si scriverà: X~Poisson(c). Si ricorda che, per la distribuzione Poisson, vale E(X)=Var(X)=c, e quindi c indica il numero atteso di difetti presenti sul prodotto ma è anche una misura di variabilità. Per l’individuazione dei limiti di controllo si usa generalmente l’approssimazione della della Poisson alla Gaussiana N(c, c). Questo procedimento richiede una numerosità n adeguata. Quindi noto il numero medio di difetti prodotti dal processo oggetto di analisi (perché indicato dal management) o stimato attraverso il calcolo di: k c= ∑c i =1 i k essendo ci il numero di difetti nell’unità i i limiti di controllo della carta c a tre sigma saranno del tipo: UCL = c + 3 ⋅ c CL = c LCL = c − 3 ⋅ c Attraverso questi limiti di controllo è quindi possibile effettuare il monitoraggio dei difetti presenti per ciascun prodotto, in modo da stabilire se il processo è in controllo o meno. ESEMPIO : costruzione carta di controllo c 49 Controllo statistico di qualità Consideriamo una società rivolta all’assembla ggio di moto. Uno dei processi è quello di spruzzare le moto con una verniciatura finale. Recentemente si sono avuti però dei problemi con i clienti che protestano su difetti della verniciatura del modello 700D. Il management del reparto verniciatura, ha deciso di registrare dati sul numero di difetti riscontrati sulle moto per monitorare e migliorare il processo di verniciatura. Sono stati registrati i dati presenti nella tabella 7.6, così come le moto uscivano dal processo di verniciatura. k = 40 Tabella 7.6 Per il monitoraggio del processo utilizziamo una carta di controllo c per numero di difetti, come è chiaro capire dal tipo di dati a disposizione. Il valore stimato del numero medio di difetti prodotti dal processo sarà: c = 448/40 = 11,2 ed i limiti della carta allora saranno: UCL = 21,23 CL = 11,2 LCL= 1,16 Plottando i dati relativi al numero di difetti per ciascuna moto all’interno dei seguenti limiti si ottiene un processo in controllo statistico come indicato nella figura 7.15: Figura 7.15 50 Controllo statistico di qualità CARTA U Questo tipo di carta di controllo per attributi è sostanzialmente analoga alla carta c presentata in precedenza, anche se si basa sul calcolo del numero medio di non conformità per unità di riferimento. Se vengono rilevate c difformità in n unità di riferimento di un sottogruppo, avremo che il numero medio di tali difformità per unità di riferimento è: u =c/n Anche u la assumiamo distribuita secondo una una v.c. Poisson (n u ). Da questo si ricava che la media di difetti su un campione di numerosità n ha valore atteso u e varianza u /n. La media campionaria è anche in questo caso la statistica test. Infatti il valore stimato del parametro della distribuzione di poisson è: k u= ∑u i =1 i k I limiti di controllo a tre sigma, operando sempre una approssimazione della distribuzione ad una normale, saranno allora: UCL = u + 3 u / n CL = u LCL = u − 3 u / n Il monitoraggio per questa carta di controllo avviene quindi monitorando i diversi valori del numero medio di difetti per campione (ui), in relazione ai predetti limiti. ESEMPIO : costruzione carta di controllo u Un’azienda manifatturiera vuole sottoporre al controllo statistico di qualità un certo prodotto. Viene rilevato il numero di elementi difettosi di un campione composto da 15 lotti, ognuno dei quali è formato da 50 elementi del prodotto in esame. I dati sono riportati in tabella 7.7 k=15 n=50 Tabella 7.7 51 Controllo statistico di qualità Per costruire la carta di controllo u sarà quindi necessario in primis calcolare per ciascun lotto il numero medio di difformità ui .I valori ottenuti sono riportati nella tabella 7.8 Tabella 7.8 Il valore medio delle ui allora sarà pari a: u = 0,2226 e la carta di controllo allora avrà i seguenti limiti di controllo: UCL = 0,4228 CL =0,2226 LCL =0,02247 Allora la carta di controllo del processo che si ottiene riportando i dati nella colonna gialla all’interno dei limiti prefissati sarà : Figura 7.16 Osserviamo che il processo non è perfettamente sotto controllo, poiché, in corrispondenza del lotto 15, il valore eccede il limite superiore di controllo. Compito del management in questo caso sarà quello di indagare le cause di variazione straordinaria che hanno determinato il “fuori controllo” del 52 Controllo statistico di qualità sistema e introdurre delle azioni correttive per modificare i risultati nel caso che la causa straordinaria di variazione si verifichi un’altra volta. 7.3 CARTE DI CONTROLLO CUSUM Nel caso di monitoraggio del processo attraverso le carte di controllo, la carta CUSUM (CUmulative SUM) è un’efficace alternativa alla carta di controllo di Shewhart, analizzate fin ora, per individuare piccoli shift nei parametri. Nel monitoraggio della media, per esempio, a causa della ridotta dimensione campionaria, può accadere che la carta della media X non riesca ad individuare piccoli shift del valore della media. Valori bassi di n comportano, infatti, intervalli di accettazione più ampi e, di conseguenza, una maggiore probabilità di accettare l’ipotesi nulla quando è falsa . La carta CUSUM risolve questo problema in quanto incorpora tutta l’informazione della sequenza dei campioni estratti. Questo tipo di carta di controllo può trovare utile impiego nei casi in cui n assume valori bassi (anche n=1). Le carte Shewart, infatti, utilizzano le informazioni solo dell’ultimo campione osservato; all’istante t non tengono conto dell’informazione contenuta nelle osservazioni effettuate agli istanti t - 1, t - 2, . . . Le carte CUSUM si basano, invece, sull’idea di sommare gli scostamenti (positivi o negativi) dal valore centrale e quindi risultano più sensibili ad un aumento o ad una diminuzione della caratteristica che si sta monitorando. Con riferimento al monitoraggio della media, la più semplice forma di carta CUSUM è quella basata sulla grandezza S i . Questa per una determinata serie di osservazioni x1,x2,, …, xi è definita come: i S i = ∑ ( xl − µ 0 ) l =1 nella quale µ0 rappresenta il parametro del processo sotto controllo. Ogni valore della S i viene riportato sulla carta di controllo in corrispondenza del campione i-esimo. Si può facilmente osservare che E(Si)=0 e quindi, se il processo rimane sotto controllo, Si fluttuerà casualmente intorno allo 0. Se c’è uno shift verso l’alto (µ>µ0) Si presenterà un trend verso l’alto. Nel caso di piccoli spostamenti della media, questi vengono ad essere cumulati e quindi evidenziati nel grafico del CUSUM. Al contrario, un forte shift può non essere immediatamente riconosciuto perché, proprio a causa della sommatoria estesa alla sequenza dei campioni, accade che tale variazione può rimanere nascosta dai dati dei campioni precedenti. Quindi, per individuare forti shift è preferibile la carta di controllo di Shewhart. 53 Controllo statistico di qualità Il grafico 7.17 rappresenta un tipico esempio di carta CUSUM per la media in cui è evidenziato un trend di crescita dei dati, sintomatico di una deriva del processo dai suoi standard. 0.6 0.5 Si (Diametro) 0.4 0.3 0.2 0.1 0 -0.1 0 5 10 15 20 25 30 Campioni Figura 7.17 Per verificare se i dati rappresentati su una carta CUSUM sono sotto controllo, a volte, si utilizza una procedura grafica proposta da Barnard nel 1959 conosciuta come maschera a ‘V’. Il suo nome deriva dalla sua particolare forma a V e viene adoperata sovrapponendola alla classica carta CUSUM. La Fig. 7.18 mostra un diagramma della maschera a V. Figura 7.18 Il punto di origine della maschera a V è posto in corrispondenza dell’ultimo punto del tracciato delle somme cumulate ed il vertice che unisce i due rami è collocato ad una distanza d da l’origine. I limiti di controllo sono definiti dalla lunghezza di d e dall’angolo è, che possono essere 54 Controllo statistico di qualità scelti in modo che la maschera offra la stessa probabilità statistica di controllo dei limiti di intervento/guardia tradizionali, conferendo al grafico di CUSUM una corrispondenza con la carta Shewhart. I limiti della maschera a V possono essere definiti anche mediante l’ausilio di altri due parametri: h e k (vedere figura 7…) I dati sulla carta CUSUM vengono esaminati appoggiando la maschera sui dati, con l’estremità sinistra del segmento di lunghezza d allineata di volta in volta a ciascun punto. La linea d è sempre mantenuta parallela all’asse x. Se i punti corrispondenti ai dati precedenti rientrano nei bracci della maschera, il sistema è sotto controllo. Quando essi cadono esternamente ai bracci della maschera, il sistema è fuori controllo. La Fig. 7.19 illustra l’uso di una maschera a V, posizionata su due posizioni diverse, su dati CUSUM soggetti a deriva. Al punto A della Figura 7.19 tutti i dati precedenti rientrano visibilmente nei bracci della maschera ed il sistema è sotto controllo, mentre al punto B alcuni i dati precedenti si trovano al di sotto del braccio inferiore della maschera, indicando che il sistema è fuori controllo. 0.6 0.5 Si (Diametro) 0.4 A 0.3 0.2 0.1 B 0 -0.1 0 5 10 15 20 25 30 Campioni Figura 7.19 Pertanto, i limiti di controllo possono essere definiti dalla lunghezza di h e di k, e devono quindi essere scelti con attenzione. In linea teorica possiamo definire delle formule che permettono il calcolo dei due coefficienti, appena menzionati, sulla base della conoscenza dei valori di α•(errore di primo tipo) , di β (errore di secondo tipo) e di δ (l’ammontare dello shift dalla media del processo che vogliamo investigare): 55 Controllo statistico di qualità Se ad esempio scegliessimo un α = 0,0027 (equivalente al criterio del ± 3σ usato per le carte di Shewhart ), un β =0,01 e decidiamo di voler investigare uno schift dalla media di 1, cioè•• otterremo un k=0,5 ed un h compreso all’incirca tra 2 e 3. 56 Controllo statistico di qualità 8. ANALISI DELLA CAPACITA’ DI PROCESSO Le carte di controllo, viste in precedenza, sono un potente mezzo per mantenere un processo sotto controllo statistico, indicando le azioni correttive che devono essere intraprese al fine di eliminare le cause di variabilità indesiderata, le cause speciali di variazione. Le carte di controllo non tengono conto, però, delle specifiche a cui il processo deve attenersi, come ad esempio le tolleranze di lavorazione o altre caratteristiche richieste al prodotto in output al processo. Il loro utilizzo non è dunque sufficiente a comprendere la reale capacità di un processo, né come questo può essere migliorato. Si è già detto come nell’attuale scenario economico è il c liente a stabilire la qualità di un servizio o di un prodotto. Il management di un’azienda deve prestare ascolto al cliente per poterne tradurre i bisogni e le aspettative in caratteristiche facilmente misurabili. Il management determina poi i limiti della specificazione di queste caratteristiche. I limiti di specificazione rappresentano, dunque, le specificazioni tecniche che il management fissa in risposta ai bisogni e alle aspettative dei consumatori. Il limite di specificazione superiore (USL) è il più grande dei valori che una caratteristica, oggetto di analisi, può assumere conformemente alle aspettative del consumatore. Il limite di specificazione inferiore (LSL) è il più piccolo dei valori che una caratteristica di interesse può assumere conformemente alle aspettative del consumatore. Ad esempio, se consideriamo la produzione di palline da golf, secondo gli standard delle caratteristiche fisiche, tre elementi caratterizzano la qualità della pallina: il diametro, il peso, la distanza massima raggiungibile in situazioni prestabilite. Ci limitiamo a considerare il diametro che deve essere all’incirca 4 cm e, supponiamo, non inferiore a 3.5 né superiore a 4.5 cm. I valori 3.5 e 4.5 rappresentano, rispettivamente, i limiti di specificazione inferiore (LSL: lower specification limit) e superiore (USL: upper specification limit), 4 cm rappresenta il valore target A, che, in presenza di due limiti di specificazione, è generalmente centrato rispetto a USL e LSL: A =(LSL+USL)/2 Vale la pena notare che i limiti di specificazione non dipendono dalla popolazione ovvero non dipendono dal modello distributivo (e cioè dai suoi parametri) ma sono stabiliti all’esterno del processo. Nel caso della pallina da golf, tali specifiche saranno stabilite dalle organizzazioni internazionali che regolamentano le competizioni sportive. Se un processo soddisfa i limiti superiori e inferiori ed è centrato rispetto al valore target assegnato, si dice che è capace di soddisfare il cliente. La capacità del processo si riferisce, allora, alla capacità che lo stesso ha di soddisfare le richieste dei clienti. 57 Controllo statistico di qualità In pratica la capacità del processo va valutata monitorando due aspetti caratteristici del processo : 1) VARIABILITÀ DEL PROCESSO IN CONTROLLO 2) CENTRATURA DEL PROCESSO RISPETTO AD UN TARGET DI RIFERIMENTO Dalle due figure 8.1 e 8.2 siamo in grado di apprezzare le due possibili cause che influenzano la probabilità di pezzi non conformi alle specifiche progettuali. 3 3 2.5 2.5 2 2 1.5 1.5 1 1 0.5 0.5 0 3 LSL=3.5 4 USL=4.5 5 Fig. 8.1 Caso di eccessiva variabilità X~N(4;0.04) 0 3 3.5 LSL=3.5 4 4.2 USL=4.5 4.5 5 Fig. 8.2 Processo non centrato sul target X~N(4.2;0.0225) L’eccessiva variabilità (Fig. 8.1) determina un’ampia porzione di area al di fuori dei limiti di specificazione, nelle due direzioni. Nell’esempio della figura (consultando le tabelle della distribuzione normale ) si ha una probabilità pari a 0.0124 di produrre pezzi non conformi (in media 1.24 pezzi su 100). Nel caso di variabilità molto bassa, la distanza fra media e il valore target (Fig. 8.2) può determinare un’ampia porzione di area, in questo caso, però, al di fuori di uno solo dei due limiti di specificazione. Nell’esempio della figura si ha una probabilità pari a 0.0228 di avere pezzi non conformi (2.28 pezzi su 100). Certamente le due situazioni di eccessiva variabilità e non ‘centratura’ della distribuzione rispetto al target possono agire anche simultaneamente. E’ pertanto importante definire misure di process capability in grado di evidenziare l’effetto delle due possibili cause responsabili di un’eventuale cattiva prestazione del processo. Per questo motivo sono state introdotte specifiche misure di process capability. L’utilizzo di queste misure risulta spesso particolarmente comodo se fatto in congiunzione con le carte di controllo, poiché in questo modo, oltre a non dover raccogliere appositamente i dati, 58 Controllo statistico di qualità la capacità del processo può essere analizzata indipendentemente dalla presenza di cause speciali di variazione (opportunamente individuate dalle carte) la cui influenza incide su variabilità e centratura del processo. Un semplice strumento impiegato per l’analisi di capacità di processo è l’istogramma di frequenze di cui abbiamo già parlato in precedenza. Utile alla valutazione della centratura e della rispondenza del processo ai limiti di specifica è anche l’impiego di particolari grafici chiamati CARTE DI TOLLERANZA. In figura 8.3 è riportato un esempio di carta di tolleranza relativa ad un processo in cui sono stati campionati 25 sottogruppi di numerosità 5. USL LSL Figura 8.3 Questo semplice strumento grafico riporta in corrispondenza di ciascun sottogruppo i dati relativi a ciascun elemento ispezionato al suo interno, uniti da una linea verticale. Quindi un confronto delle linee, così ottenute, con i limiti di specifica e il valore target, fornisce un immediata visualizzazione della centratura e della dispersione naturale del processo. Ma la misura della capacità di un processo produttivo viene più spesso effettuata mediante l’ausilio di particola ri indici statistici, in grado di relazionare le prestazioni o il potenziale del processo con il soddisfacimento a specifiche imposte. Il diffuso impiego di tali indici di capacità è imputabile alla possibilità di riassumere in modo molto conciso i dati di un processo produttivo, con il vantaggio, rispetto ad altri strumenti statisti, di essere quantità adimensionali, e quindi facilmente interpretabili e paragonabili tra loro; si prestano a confrontare infatti la capacità di processo rispetto a dimensioni differenti di qualità nonché a confrontare processi diversi. Tornando all’esempio delle palline da golf, è possibile confrontare la capacità di processo rispetto al peso con quella relativa al diametro (diversa unità di misura: grammi, cm.) oppure quella 59 Controllo statistico di qualità rispetto al diametro con quella relativa alla distanza massima di lancio (si tratta di due misure di lunghezza ma con diversa scala: cm. e metri). Descriviamo, a questo punto, gli indici di process capability usualmente impiegati nel controllo statistico di qualità. Il primo è definito come: Cp = USL − LSL 6σ L’indice Cp confronta l’ampiezza dell’intervallo di conformità, cioè la dispersione ammissibile per il processo (numeratore) con la variabilità naturale del processo rappresentata dal valore 6σ , detta anche Tolleranza Naturale (denominatore). A questo proposito è importante dire che, la grandezza 6σ è considerata una misura della cosiddetta variabilità naturale del processo in stato di sotto controllo. Per una distribuzione normale, l’int ervallo compreso fra i due estremi µ ±3σ•include il 99.73% dei valori di X e, in corrispondenza, si ha il 0.27% di valori esterni. Questa misura di variabilità naturale si è dimostrata, nella pratica, particolarmente efficace nella costruzione di indici e misure per il monitoraggio del processo. Infatti processi che sono inferiori alla soglia di conformità del 99.73%, sono da ritenersi poco capaci. Per cui, se l’intervallo di specificazione è maggiore di 6σ (ovvero se l’indice Cp>1) significa che, mediamente, si producono meno del 2.7% di pezzi non conformi e cioè che il processo è capable. Un valore superiore a 1 è un segnale positivo anche se, attualmente, le aziende tendono a porsi obiettivi più ambiziosi come l’ottenimento di un valore di Cp pari a 2 (si tratta dell’obiettivo della strategia 6-SIGMA, introdotta dalla Motorola). Si può facilmente notare, però, che l’indice Cp è funzione solo della variabilità del processo e non tiene conto della posizione della media rispetto ai limiti di specificazione. Con riferimento alle figure 8.1 e 8.2, ad esempio, vediamo che il secondo processo (2.28 pezzi non conformi su 100) ha una capacità inferiore al primo (1.24 pezzi non conformi su 100) ma ciò non viene segnalato da Cp che, addirittura, ci fa apparire migliore il processo di Fig. 8.2: USL=4.5, LSL=3.5; target 4 Cp=0,83 relativo a X~N(4;0.04) Cp=1,11 relativo a X~N(4.2;0.0225) 60 Controllo statistico di qualità Quindi poiché Cp controlla solo la dispersione del processo, senza fornire alcuna informazione sulla sua centratura, si introduce l’indice Cp,k , che tiene conto anche del grado di ‘centratura’ del processo rispetto al target: C p ,k = min{µ − LSL ;USL − µ } 3σ E’ interessante notare che Cp e Cp,k sono legati dalla seguente relazione: Cp,k= (1-k) Cp, 0≤ k ≤ 1 dove k= | 0.5( USL + LSL ) − µ | 0.5( USL − LSL ) Come si può facilmente verificare, se A=(LSL+USL)/2 e cioè se la media è centrata rispetto ai limiti di specificazione allora k=0 e i due indici coincidono. Se ciò non accade è da preferire il calcolo di Cp,k che tiene conto anche della distanza della media dal valore target (che, ripetiamo, è centrato rispetto ai limiti di specificazione). Anche per Cp,k il valore 1 separa situazioni di cattiva prestazione (inferiori a 1) da quelle di buona prestazione del processo. Calcolando questo indice per i casi in figua 8.1 e 8.2 vediamo che Cp,k è in grado di segnalare il peggiore rendimento del processo : USL=4.5, LSL=3.5; target 4 Cp,k =0,83 relativo a X~N(4;0.04) Cp,k =0,67 relativo a X~N(4.2;0.0225) In generale, è consigliabile utilizzare tutti e due gli indici. Con riferimento al caso X~N(4.2;0.0225), ad esempio, il valore Cp,k<1 ci segnalerebbe una cattiva capacità del processo, mentre il valore Cp >1 indica una situazione buona relativamente alla variabilità del processo. Si conclude che, nel complesso, il processo non è capace (Cp,k<1), ma ciò è da attribuire soprattutto al fatto che la media non è centrata rispetto all’intervallo di conformità (ovvero la media è lontana dal valore target), mentre la varianza appare adeguatamente bassa (Cp>1). Un miglioramento potrà essere pertanto realizzato abbassando il valore σ in modo da avvicinarlo al valore target. 61