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scomodi master privati ai quali per prima se cos deve essere comodi

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scomodi master privati ai quali per prima se cos deve essere comodi
COMMISSIONE SUL CICLO RIFIUTI
BOZZA NON CORRETTA
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MISSIONE IN BOLOGNA
17 febbraio 2010
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GAETANO PECORELLA
La seduta inizia alle 18.15.
PRESIDENTE. Le porremo qualche domanda, e la informiamo che, trattandosi di una
Commissione parlamentare d’inchiesta con i poteri della magistratura, è dovere di chi viene
ascoltato essere leali e dire la verità. Qualora alcune notizie dovessero a suo avviso restare
riservate, ce lo farà presente e proseguiremo in seduta segreta.
MARINO GANZERLA. Presumo di no, ma può darsi che le domande siano tali da richiedere la
segretazione.
PRESIDENTE. Vorrei chiederle innanzitutto se lei conosca la società Soleana di Vaduz.
MARINO GANZERLA. Sì.
PRESIDENTE. Ci può dire qualcosa?
MARINO GANZERLA. Non ha mai operato e deve essere andata in liquidazione. Ha forse
operato con qualcun altro?
PRESIDENTE. Poiché la conosce, vorremmo sapere che rapporti avesse con questa società.
MARINO GANZERLA. L’avevo chiesta io all’avvocato Lorenzo Gilardoni di Lugano, via al
Forte 3, il quale era il fiduciario, ma non si è mai operato.
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PRESIDENTE. Perché ha acquisito questa società? A cosa le serviva?
MARINO GANZERLA. L’avevo acquisita per effettuare lavori estero su estero, ma non è mai
stata usata, almeno da parte mia.
ALESSANDRO BRATTI. Di che cosa si occupava la società, a sua conoscenza?
MARINO GANZERLA. Doveva occuparsi di finanziario e di partecipazioni industriali, ma non
è mai stata operativa. Aveva acquisito una quota su un piccolo stabilimento di acqua minerale a
Fornovo Taro, ma non è mai stato portato a termine niente.
ALESSANDRO BRATTI. Quindi non si occupava di rifiuti di nessun genere.
MARINO GANZERLA. Assolutamente. Se qualcuno l’ha fatto secondo lo spirito di quelle due
denunce, mi ha doppiato e ha fatto il furbo, vorrei saperlo, perché così mi costituisco subito
parte civile, sporgo denunce penali, chiedo dimostrazione.
Soleana di Vaduz non ha mai operato, almeno per me. L’avvocato Gilardoni era il suo
fiduciario assieme agli avvocati. Mi chiedete cose di quindici anni fa!
ALESSANDRO BRATTI. Sì, ma stiamo verificando questioni successe 15-20 anni fa.
MARINO GANZERLA. Ci vuole una memoria di ferro.
ALESSANDRO BRATTI. Quello che si ricorda può aiutarci.
MARINO GANZERLA. C’erano gli avvocati Strauss a Vaduz, l’avvocato Gilardoni a Lugano.
GIOVANNI FAVA. A parte il fatto che abbia operato o meno, questa società deteneva
partecipazioni?
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MARINO GANZERLA. Non ha mai detenuto alcuna partecipazione. Doveva acquisire l’intero
patrimonio di una società di acqua minerale, ma l’operazione non è stata perfezionata.
CANDIDO DE ANGELIS. Conosceva Fonti?
MARINO GANZERLA. No, mai visto.
CANDIDO DE ANGELIS. Mai visto, né sentito.
MARINO GANZERLA. Ho sentito fare il suo nome da mio figlio, perché a fine anno sono
apparso come Belzebù su internet. Ecco il motivo della mia ultima denuncia. Vorrei conoscerlo.
Non dico spaccargli la faccia, ma capire come si sia permesso.
Quello che mi infastidisce maggiormente è il conto «Whisky» di Lugano, di cui ho
appreso dall’Espresso. Alla dottoressa Coccomello di Roma ho chiesto chi fossero i fruitori di
quel conto, come mai fosse intestato a me e i nomi dei suoi fiancheggiatori bancari.
ALESSANDRO BRATTI. Poi quindi si è verificato che quel conto fosse intestato a lei.
MARINO GANZERLA. Da un articolo dell’Espresso sembra che fosse stato acceso da me.
ALESSANDRO BRATTI. Ma questo l’ha saputo solo da notizie di stampa?
MARINO GANZERLA. Dall’Espresso. Siccome non leggo l’Espresso, è stato il figlio,
avvocato anche lui, del mio avvocato di Bergamo ad avvisarmi nel 2005, e ho sporto subito la
prima denuncia penale.
PRESIDENTE. Vorrei chiederle se conosca un signore che si chiama Candelieri.
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MARINO GANZERLA. No, mai sentito nominare.
PRESIDENTE. Non ha mai avuto rapporti con lui?
MARINO GANZERLA. Mai visto e mai conosciuto.
PRESIDENTE. Ha mai avuto rapporti con l’ENEA?
MARINO GANZERLA. No, mai.
PRESIDENTE. Sa di che cosa parliamo?
MARINO GANZERLA. Sì, conosco bene la parte tecnica energetica.
PRESIDENTE. Mi scusi, lei non conosce Fonti, ma avrà un’idea di come mai Fonti abbia
pensato che...
MARINO GANZERLA. Avrà avuto un fiancheggiatore vicino a me, con cui mi ha doppiato per
fare il famoso conto Whisky a Lugano.
PRESIDENTE. Mi spieghi meglio.
MARINO GANZERLA. Nel senso che hanno rubato la mia identità.
PRESIDENTE. Le hanno mai rubato il passaporto o un altro documento?
MARINO GANZERLA. No.
PRESIDENTE. Mi faccia capire, lei è un cittadino come altri 20 milioni in Italia. A un certo
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punto al signor Fonti viene in mente di dire che lei ha un conto, che noi stiamo verificando se
sia intestato a lei, che l’avrebbe addirittura incontrato, che lei avrebbe fatto un pagamento per
conto di Candelieri. Se lei non lo conosce, presumibilmente Fonti non conosce lei.
MARINO GANZERLA. Certo.
PRESIDENTE. Vorremmo quindi sapere se lei abbia un’idea, salvo quella che qualcuno..
MARINO GANZERLA. Ho qualche idea, ma non ho prove. Ecco perché sto zitto.
PRESIDENTE. Vorremmo conoscere la sua idea, perché si trova improvvisamente in mezzo a
una vicenda di questo genere, non conosce chi parla di lui, non ha un conto a Lugano, ma si sarà
fatto un’ idea di come sia stato coinvolto.
MARINO GANZERLA. Non so se mi abbiano preso dall’elenco del telefono. Se hanno
presentato una mia carta d’identità a Lugano, è impossibile, perché da trenta anni non ho mai
usato una carta di identità: ho solo un passaporto.
PRESIDENTE. Verificheremo se esista un conto aperto a Lugano a suo nome.
MARINO GANZERLA. Non c’è problema. Nelle mie denunce infatti chiedo di vederlo.
CANDIDO DE ANGELIS. Se dovevano prendere un nome dall’elenco telefonico, avrebbero
preso un soggetto qualsiasi. Lei è procuratore di una società del Liechtenstein e ha il 3 per cento
della società di Comerio, che lei conosce.
MARINO GANZERLA. Non ho il 3 per cento, dovevo avere il 15 per cento, perché io e mio
socio di Oleggio morto nel 2007 avevamo il 15 ed eravamo pagati 80 milioni perché si doveva
fare un certo lavoro. A Comerio ho fondato la società.
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CANDIDO DE ANGELIS. Tra l’altro, ha il 50 per cento di una società che si occupa di
trasporto dei rifiuti radioattivi: la NTM.
MARINO GANZERLA. Mai sentita nominare. Io conosco l’ODM.
CANDIDO DE ANGELIS. L’ODM è quella di Comerio. A noi risulta un’altra.
MARINO GANZERLA. Non so se lui aveva fatto qualche scatola cinese con varie società.
CANDIDO DE ANGELIS. Lei, procuratore della società Soleana, ha il 50 per cento della
società NTM.
MARINO GANZERLA. Mai avuto.
CANDIDO DE ANGELIS. Non l’ha mai avuto?
MARINO GANZERLA. Su quale libro è scritto?
CANDIDO DE ANGELIS. Risulta a noi. Era una società che ha sede in Ticino.
PRESIDENTE. Lei si è presentato spontaneamente alla Procura della Repubblica presso la
Pretura di Reggio Calabria. Parliamo di sue dichiarazioni risalenti al 1995. Lei ascolti prima le
domande, per favore, e poi risponda. Si trova davanti a una Commissione di inchiesta
parlamentare, per cui deve ascoltare e rispondere. La richiamo perché non stiamo scherzando.
Stiamo facendo una cosa estremamente importante, quindi lei mi ascolta e poi risponde. Le
faccio presente che nel 1995 lei ha dichiarato prima di aver acquistato per 20 milioni il 3 per
cento della ODM.
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MARINO GANZERLA. Non 20 milioni.
PRESIDENTE. L’ha dichiarato lei.
MARINO GANZERLA. Ci sarà stato uno sbaglio.
PRESIDENTE. Parliamo del 1995. Sarà forse il corrispondente in altra valuta. Ha poi detto:
«Sempre per conto della Soleana, ho acquistato il 50 per cento della NTM, società di trasporto
dei rifiuti radioattivi con sede in Ticino, Svizzera, anche se non è stata registrata per
opposizione di Comerio, versando al Comerio 29.000 dollari USA, che consegnai al Comerio in
varie riprese in Lugano». Questa è una sua dichiarazione.
MARINO GANZERLA. Non so da dove salti fuori questa dichiarazione.
PRESIDENTE. La vuole leggere?
CANDIDO DE ANGELIS. Salta fuori da una sua dichiarazione compatibile con tutto.
MARINO GANZERLA. Ma se l’ho pagato in fiorini olandesi!
PRESIDENTE. Non stia qui a prenderci in giro, perché, se lei ha fatto una dichiarazione a un
magistrato e noi gliela contestiamo, non può dire di aver pagato in fiorini quando lì c’è scritto in
dollari.
MARINO GANZERLA. A me sembra di aver pagato in fiorini.
PRESIDENTE. È sua quella dichiarazione?
MARINO GANZERLA. Come documento dal mio legale non l’ho trovato.
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PRESIDENTE. Lei ha reso quella dichiarazione?
MARINO GANZERLA. La firma è mia.
PRESIDENTE. Non è che hanno falsificato il contenuto delle sue dichiarazioni?
MARINO GANZERLA. Non lo so.
PRESIDENTE. Lei ha mai reso delle dichiarazioni davanti a quell’autorità giudiziaria?
MARINO GANZERLA. Sì, a Brescia.
PRESIDENTE. La firma è la sua?
MARINO GANZERLA. La firma è mia.
PRESIDENTE. Mi scusi, non parliamo di Brescia. Guardi l’intestazione di quel foglio. Ci vuole
dire adesso perché abbia negato di aver acquistato il 50 per cento di quella società?
MARINO GANZERLA. Non mi ricordo. So che avevo acquistato una quota dell’ODM.
PRESIDENTE. Dell’ODM abbiamo già detto e già controllato. Stiamo parlando di un’altra
società che si sarebbe dovuta occupare o si è occupata dello smaltimento dei rifiuti radioattivi.
Lei ci ha detto che di questa società non ha mai sentito parlare. Poiché ha anche pagato 29.000
dollari, lei dice fiorini, vogliamo capire come possa sostenere di non conoscerla.
MARINO GANZERLA. La firma in calce è mia. Avevo avuto una trattativa con la Guinea
Bissau, che è abortita e non ho fatto più niente. Non conosco Isabella Passerini.
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CANDIDO DE ANGELIS. Non la conosce?
MARINO GANZERLA. Al momento non la ricordo.
PRESIDENTE. Stiamo parlando di una società. Noi ci occupiamo di rifiuti radioattivi con
particolare interesse. Lei risulta aver acquistato il 50 per cento…
MARINO GANZERLA. Ho avuto una partecipazione nell’ODM di sicuro. Ma questa NTM che
cos’era?
PRESIDENTE. Non ponga domande a noi, perché non siamo in grado di rispondere. Facciamo
un passo indietro: quelle dichiarazioni sono sue?
MARINO GANZERLA. Sono in parte mie.
PRESIDENTE. Cosa vuol dire «in parte»?
MARINO GANZERLA. ODM di sicuro.
PRESIDENTE. Lei sostiene che una parte di quel documento sia falsa?
MARINO GANZERLA. Non sono ancora arrivato a questo.
PRESIDENTE. Voglio che lei ci dia delle risposte: dicendo «in parte», che cosa vuole dire?
MARINO GANZERLA. Non mi ricordo delle altre dichiarazioni. Mi ricordo una parte.
PRESIDENTE. Dove ha preso i 29.000 dollari?
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MARINO GANZERLA. Erano miei personali e del mio socio di Novara.
PRESIDENTE. Ricorda quindi di aver pagato 29.000 dollari.
MARINO GANZERLA. Certo. Avevo in mente un controvalore complessivo di 80 milioni di
vecchie lire.
PRESIDENTE. A questo punto, quindi, conferma di aver pagato 29.000 dollari per acquistare il
50 per cento.
MARINO GANZERLA. Non ricordo il cambio dollaro/lira di allora, ma so che il controvalore
era di 80 milioni di vecchie lire.
PRESIDENTE. Per acquistare il 50 per cento, più…
MARINO GANZERLA. Per acquistare queste due attività con Comerio…
PRESIDENTE. Ha quindi acquistato questa società, questo 50 per cento.
MARINO GANZERLA. Ho acquistato partecipazioni.
PRESIDENTE. Certo, il 50 per cento.
MARINO GANZERLA. Quando lei me lo chiederà, le racconterò però il finale.
PRESIDENTE. Adesso le sto chiedendo come mai abbia negato di aver acquistato il 50 per
cento di quella società.
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MARINO GANZERLA. Non ricordo se acquistando la parte dell’ODM ci fosse dentro anche il
50 per cento dei trasporti. Non mi ricordo.
PRESIDENTE. Questi fiorini o questi dollari erano in Italia o erano all’estero?
MARINO GANZERLA. Erano all’estero, proprietà mia personale.
PRESIDENTE. Presso quale banca?
MARINO GANZERLA. Erano personali nella mia abitazione di Lugano. Non erano nemmeno
in banca. Erano contanti. Non è mai stato fatto nessun assegno, solo una dazione per contante,
con ricevute ormai andate perse, perché risalivano a quindici anni fa.
PRESIDENTE. Lei ha dichiarato che Comerio non ha voluto che fosse registrata questa società.
Per quale motivo?
MARINO GANZERLA. Non ricordo di aver detto questo.
PRESIDENTE. Scusi, lì c’è scritto che l’ha detto lei.
MARINO GANZERLA. Non mi ricordo. Non l’aveva registrata per le condizioni operative,
perché nutrivo dubbi sulla possibilità di compiere quel lavoro. Teoricamente si poteva fare. Poi
avevo chiesto una…
ALESSANDRO BRATTI. Scusi, quale lavoro?
MARINO GANZERLA. Il lavoro di smaltimento dei rifiuti radioattivi con i penetratori.
CANDIDO DE ANGELIS. Lei che attività svolgeva?
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MARINO GANZERLA. Il faccendiere a Lugano, dicono.
CANDIDO DE ANGELIS. Come «dicono»?
MARINO GANZERLA. Io ero a Lugano…
CANDIDO DE ANGELIS. A Lugano, che attività svolgeva professionalmente?
MARINO GANZERLA. Promotore finanziario.
CANDIDO DE ANGELIS. Cioè, faceva il faccendiere?
MARINO GANZERLA. No, non ho mai fatto il faccendiere per nessun italiano.
CANDIDO DE ANGELIS. Non è un insulto!
MARINO GANZERLA. Lavoravo in proprio come promotore finanziario e non avevo nessun
padrone.
CANDIDO DE ANGELIS. Quale è la storia che ci vuole raccontare come sia andata a finire?
MARINO GANZERLA. A un certo momento, avendo dubbi su questa girandola di società, tra
cui non ricordo l’NTM veramente, signori onorevoli e signor presidente.
PRESIDENTE. Ma se ha appena detto di aver pagato 80 milioni di vecchie lire…
MARINO GANZERLA. Ma avevo pagato per l’ODM.
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PRESIDENTE. No, scusi, ma per l’ODM è specificato il prezzo che ha pagato, e non sono 80
milioni di vecchie lire.
MARINO GANZERLA. Il Comerio andò dal mio avvocato a Lugano, Lorenzo Gilardoni, per
dare le quote della società. Avevo già anticipato il pagamento, perché Comerio aveva sempre
bisogno di soldi, e di volta in volta gli facevo questi pagamenti...
ALESSANDRO BRATTI. Come aveva conosciuto Comerio?
MARINO GANZERLA. Non mi ricordo come l’ho incontrato. L’ho incontrato a Milano, in un
ufficio dove c’è una sopraelevata, dalle parti di viale Montenero, ma non ricordo chi me l’abbia
presentato.
GIOVANNI FAVA. Viale Montecenere.
MARINO GANZERLA. Montecenere o Montenero, adesso non so. Posso sbagliare. Ho
conosciuto Comerio, che mi propose di fare un lavoro. Risposi che con il mio socio carpentiere
avremmo potuto dargli una mano per costruire penetratori e svolgere il lavoro. Allora ogni tanto
veniva a Lugano a chiedere soldi e gli ho dato circa 80 milioni di vecchie lire. A un certo
momento, gli chiesi se fosse sicuro di poter fare il lavoro.
ALESSANDRO BRATTI. Scusi, 80 milioni di vecchie lire per fare che cosa?
MARINO GANZERLA. Per l’organizzazione della società.
ALESSANDRO BRATTI. Quindi, non le azioni che ha comprato. Questi sono extraquota
societaria. Lei ha acquistato le azioni della società e nel tempo gli ha dato circa 80 milioni per
fare cosa?
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MARINO GANZERLA. Gli chiesi perché non mi avesse ancora dato le azioni della società. Si
presentò quindi dal mio avvocato, Lorenzo Gilardoni, dandogli queste azioni della società.
L’avvocato mi telefonò per informarmi che qualcosa non andava, perché sembravano fotocopie
e si poteva presumere che avesse venduto le azioni a dieci o quindici persone. Chiesi
spiegazioni a Comerio, che mi assicurò che le azioni erano giuste, i documenti erano a posto e
non si trattava di fotocopie.
Mi sorse poi un dubbio sull’operatività della società. Chiesi quindi a un mio amico
avvocato di Locarno, esperto di diritto internazionale, se si potessero scaricare sotto il fondo
marino i rifiuti radioattivi. Dalla sua consulenza si evince che si può fare, ma che l’International
Maritime Organization (IMO) dell’ONU intende cambiare subito la legge, per cui la società che
avevo acquistato non avrebbe mai potuto operare.
Telefonai a Comerio e gli dissi che 80 milioni per me erano contemporaneamente tanti e
pochi, che non volevo più aver niente a che fare con lui e che, se avesse avuto bisogno di me,
avrebbe dovuto chiamarmi tramite legale. Questo è accaduto nel 1995 o agli inizi del 1996. Non
ho più avuto notizie di Comerio. Con il mio socio di Novara ci abbiamo rimesso i soldi, e basta.
Da quanto so, la società non ha mai operato. Non so se sia andato avanti per conto suo. Non ha
mai fatto niente. Io ho rinunciato a tutto, non gli ho fatto causa per truffa, mi sono tenuto la
perdita e non l’ho più visto.
ALESSANDRO BRATTI. Come mai non ha fatto causa, visto che si trattava di 80 milioni?
MARINO GANZERLA. Mi conveniva non far causa, dal momento che erano soldi miei in nero
e avrei dovuto dimostrarne la provenienza. Erano surplus finanziari personali.
PRESIDENTE. Lei ha mai sentito parlare di affondamento di navi contenenti sostanze?
MARINO GANZERLA. Ne ho sentito parlare a metà degli anni ‘80. Alcuni gentiluomini erano
venuti in stabilimento da me a Medolago a propormi l’accordo.
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ALESSANDRO BRATTI. A proporle l’affondamento delle navi?
MARINO GANZERLA. Sì, proprio così. Ho detto loro che erano dei cretini perché affondando
una nave avrebbero avuto alle costole i Lloyds di Londra, che non perdonano, e ci avrebbero
lasciato la firma. A me non interessava.
PRESIDENTE. Lei aveva uno stabilimento a Medolago?
MARINO GANZERLA. Sì.
PRESIDENTE. Che stabilimento?
MARINO GANZERLA. Bioproteine. Recuperi. Prima delle leggi e di tutte le altre normative:
l’ho avuto fino al 1985.
ALESSANDRO BRATTI. Se si occupava di bioproteine, perché venivano a chiedere a lei…
MARINO GANZERLA. Forse perché pensavano che fossi un esperto.
ALESSANDRO BRATTI. Per affondare delle navi?
MARINO GANZERLA. O forse che finanziassi l’operazione.
ALESSANDRO BRATTI. Venivano a chiederle di essere finanziatore dell’operazione.
MARINO GANZERLA. Se volevo entrare in società. Io ho rifiutato.
PRESIDENTE. Di chi si tratta?
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MARINO GANZERLA. Non mi ricordo. Uno era il socio che è morto nel 2000.
PRESIDENTE. Ricorda quello che è morto, e gli altri?
MARINO GANZERLA. Non li ricordo. Era una fauna che conosceva lui.
PRESIDENTE. Erano conoscenze del suo socio?
MARINO GANZERLA. Sì.
PRESIDENTE. Però ne hanno parlato con lei?
MARINO GANZERLA. Sono venuti una volta sola e ho detto di no.
PRESIDENTE. Questa è l’unica occasione in cui lei ha sentito parlare di affondamento di navi?
MARINO GANZERLA. Sì, perché anche al dottor Francesco Neri ho detto che indagando a
fondo avrebbe trovato la firma di chi aveva compiuto l’operazione in fondo al mare.
PRESIDENTE. Veramente lei ha detto una cosa completamente diversa al dottor Neri.
MARINO GANZERLA. Non è vero: ho detto questo. Mi sembrava di aver capito che lui avesse
detto di avere una casa vacanze a Siderno, ove c’era una nave affondata. Gli suggerii quindi di
controllare, perché doveva esistere un registro.
PRESIDENTE. Lei sa che sta rendendo delle dichiarazioni davanti a una Commissione che ha i
poteri dell’autorità giudiziaria, tra cui quello di segnalare le sue reticenze, perché la reticenza
davanti a questa Commissione corrisponde alla reticenza o falsa testimonianza …
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MARINO GANZERLA. Dico quello che mi ricordo, signor presidente. Non mi ricordavo più
della NTM.
PRESIDENTE. Lei ha fornito indicazioni precise e importanti al dottor Neri, che non sono
quelle che ha detto in questo momento.
MARINO GANZERLA. Ho detto che, se esistevano navi affondate vicino alle coste italiane …
PRESIDENTE. Lei oggi ha detto che delle navi affondate ha sentito parlare perché qualcuno è
venuto a proporle gli affondamenti. L’onorevole Bratti le ha giustamente chiesto come mai
fossero venuti a proporlo proprio a lei, ma lei ha deviato sul suo socio. Al dottor Neri lei ha
detto una cosa completamente diversa.
MARINO GANZERLA. Non me l’ha chiesto.
CANDIDO DE ANGELIS. Sì, gliel’ha chiesto.
PRESIDENTE. Forse lei non ha capito che è un testimone, che non può dire quello che vuole.
MARINO GANZERLA. Io dico quello che mi ricordo.
PRESIDENTE. Poiché le dichiarazioni che lei ha reso al dottor Neri o erano false all’epoca o
non può essersene dimenticato…
MARINO GANZERLA. Ho cercato di rispondere a quanto mi ha chiesto.
PRESIDENTE. Quelle non sono le dichiarazioni rilasciate al dottor Neri. Le faremo una serie di
domande su quello che ha detto e, poiché si tratta di cose importanti, nessuno di noi è disposto a
credere che lei non ricordi le circostanze che le sto per leggere.
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MARINO GANZERLA. Scusi, signor presidente, le vorrei dire anche il nome dell’avvocato di
Locarno che mi ha fatto la consulenza, dimostrandomi che l’ODM non avrebbe potuto operare
come anche la sua società NTM, per cui ho lasciato perdere tutto.
CANDIDO DE ANGELIS. Ce l’ha già detto.
MARINO GANZERLA. Non ho detto il nome dell’avvocato, di cui posso darvi gli estremi.
Potete chiedergli conferma di come io abbia chiuso dopo la sua consulenza.
PRESIDENTE. Ricorda molto bene tutte queste circostanze!
MARINO GANZERLA. Alcune cose le ricordo.
PRESIDENTE. Ricorda perfettamente il nome dell’avvocato, la consulenza.
MARINO GANZERLA. Mi ricordo del mio fiduciario Lorenzo Gilardoni e dell’avvocato Willy
Pedrioli di Locarno, di cui posso fornirvi anche il numero di telefono.
PRESIDENTE. Ricorda a memoria anche quello?
MARINO GANZERLA. Certo. Riesco ancora a ricordare 50 o 100 numeri di telefono.
PRESIDENTE. Bene, vedo che la sua memoria è ottima.
MARINO GANZERLA. Però talvolta ha dei vuoti, anche perché qui penso di essere il più
vecchio.
PRESIDENTE. Questo non ha importanza, visto che non siamo in una sala da tè. Sono
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osservazioni fuori luogo.
MARINO GANZERLA. Se volete, potete controllare quando ho lasciato Comerio ritenendomi
truffato. Non ho fatto niente perché non potevo dimostrare le cifre e ho lasciato perdere.
PRESIDENTE. Adesso le leggo quello che lei ha dichiarato al dottor Neri, che è completamente
diverso da quello che ci ha detto adesso, e la avverto che, se le cose andranno avanti in questo
modo e lei terrà questo atteggiamento, noi segnaleremo all’autorità giudiziaria la reticenza o
anche le dichiarazioni assolutamente smentite che lei ci sta dando. Dice: «Per quanto riguarda
l’affondamento delle navi, devo dire che circa dieci anni fa…» siamo nel 1995 ….
MARINO GANZERLA. Vede che ho parlato del 1985?
PRESIDENTE. Cosa ha detto del 1985?
MARINO GANZERLA. Che me l’avevano proposto.
PRESIDENTE. Sarebbe meglio che lei ascoltasse, invece di parlare inutilmente. «Circa dieci
anni fa, venni a conoscenza di progetti di affondamento di navi cariche di rifiuti chimici, il
cosiddetto sistema delle navi a perdere, truffando così anche le assicurazioni. Se ricordo bene, il
porto più sospetto era quello di La Spezia, e ricordo anche che si diceva che le coste dello Jonio
erano preferite non solo perché gestite dalla ’ndrangheta, ma anche perché i marinai, una volta
arrivati a terra con le scialuppe, affidavano detti mezzi di salvataggio a soggetti del luogo, che
provvedevano ad affondarle o comunque ad occultarle in maniera definitiva, per far sparire ogni
traccia dell’affondamento ed evitare così l’indagine giudiziaria.
Mi risulta anche che dette navi facevano capo ad armatori del Pireo. Nessuna rilevanza
hanno le bandiere, perché possono essere cambiate con facilità. Aggiungo che i marinai
potevano essere recuperati anche da altre navi amiche, che transitavano appositamente vicino al
punto di affondamento e trasportavano gli stessi in Paesi esteri anche perché, trattandosi di
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marinai stranieri, anche se a volte il comandante e il direttore delle macchine erano italiani o
comunque gente fidata degli spedizionieri…». Come ha avuto queste notizie?
MARINO GANZERLA. Se ne era parlato quando me l’avevamo proposto, dieci anni prima, e
avevo rifiutato.
PRESIDENTE. Lei ha dichiarato: «ciò mi fu riferito se ben ricordo da un greco nel corso di una
cena avvenuta circa dieci anni fa a Genova. Era preferito lo Jonio perché molto profondo. Mi
risulta che il Comerio trattava compravendita di navi». La dichiarazione che lei ha fatto a Neri
non ha niente a che vedere con i personaggi noti al suo socio che sarebbero venuti nel suo
stabilimento a proporle di farlo: si tratta di notizie precise, che riguardano il porto di La Spezia,
la ’ndrangheta…
MARINO GANZERLA. Parla di un greco?
PRESIDENTE. L’ho letto un minuto fa.
MARINO GANZERLA. C’è il nome?
PRESIDENTE. Lo chiediamo a lei.
CANDIDO DE ANGELIS. Konstantinos. Lo ricorda?
MARINO GANZERLA. Non lo ricordo.
PRESIDENTE. Lei ha detto che durante una cena a Genova un armatore greco le ha dato questa
notizia, che per noi è rilevante, tanto che le chiediamo chi fosse l’armatore greco.
MARINO GANZERLA. Ho avuto una cena a Bergamo…
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PRESIDENTE. Qui stiamo parlando di Genova, non di Bergamo. Le cene a Bergamo ci
interessano solo se riguardavano i rifiuti.
MARINO GANZERLA. Il nome è Konstantinos? A me sembra di aver conosciuto più di
vent’anni fa un certo Spiratos.
PRESIDENTE. Di dov’è?
MARINO GANZERLA. Greco, non so di dove. Mi era stato presentato da un italiano residente
ad Atene, che non saprei più identificare.
PRESIDENTE. Dove l’ha conosciuto? Lei ha una memoria molto discontinua.
MARINO GANZERLA. Con molti vuoti, perché è passato troppo tempo. Non ricordo
l’italiano, ma so che si interessava di pallacanestro o qualcosa del genere.
PRESIDENTE. In che circostanza ha conosciuto questo greco?
MARINO GANZERLA. Con il mio lavoro di promotore finanziario dovevo andare a suonare i
campanelli in tutte le parti d’Europa e probabilmente l’ho conosciuto. Ma non mi ricordo
adesso.
PRESIDENTE. Lei può dire che non si ricorda, ma non può pretendere che noi le crediamo…
MARINO GANZERLA. Fate quello che credete.
PRESIDENTE. No, facciamo quello che è nostro dovere fare.
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MARINO GANZERLA. Esatto. D’accordo. Se mi hanno fatto 23 processi, mi faranno anche il
ventiquattresimo.
PRESIDENTE. Perché ha avuto 23 processi?
MARINO GANZERLA. Inquinamento, balle varie, affari edilizi, evasione fiscale…
PRESIDENTE. La richiameremo a Roma per rispondere – lei ci pensi bene, perché le diamo la
possibilità di un altro esame –, perché, nel momento in cui lei rilascia dichiarazioni così precise,
ovvero di essere a conoscenza del fatto che le navi fossero usate per affondare rifiuti chimici e
che partissero dal porto di La Spezia…
MARINO GANZERLA. Non era La Spezia, mi sembra, o almeno non solo La Spezia.
PRESIDENTE. Allora ci dica quale fosse.
MARINO GANZERLA. Mi sembra che fosse coinvolta anche Pisa, o qualcosa del genere.
PRESIDENTE. Pisa non ha un porto: lo aveva ai tempi di Dante!
MARINO GANZERLA. Lo aveva interno, con navette piccole…
PRESIDENTE. Che partivano da Pisa?
MARINO GANZERLA. Sì, mi sembra, ma non ho mai operato, non ho mai voluto saperne
niente.
PRESIDENTE. Non le stiamo chiedendo questo. Vogliamo avere notizie su come lei abbia
appreso queste informazioni, anche perché corrispondono ad altri dati acquisiti nel corso delle
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nostre indagini. Vorremmo sapere da chi avrebbe avuto notizie relative a dati così precisi.
MARINO GANZERLA. Pour parler con qualcuno dell’ambiente, e basta. Non ricordo bene
adesso. Si tratta di cose che non ho mai preso in considerazione perché non mi interessavano.
PRESIDENTE. Lei ha rilasciato una dichiarazione molto precisa al dottor Neri, che adesso non
ricorda, sebbene rammenti invece una serie di cose. La vuole rileggere?
MARINO GANZERLA. Spero che mi venga in mente, signor presidente, altrimenti non so cosa
dirle.
PRESIDENTE. Va bene. L’avvertiamo che la richiameremo davanti alla Commissione a Roma.
MARINO GANZERLA. Controlli come mai mi sia ritirato dall’attività di Comerio, dicendogli
che non stava in piedi, e all’avvocato internazionale Willy Pedrioli…
PRESIDENTE. La inviterei a non dire quello che dobbiamo fare noi. Va bene, la ringrazio.
MARINO GANZERLA. Questo posso tenerlo, dato che noi l’abbiamo perso?
PRESIDENTE. Mi dispiace, ma non può tenerlo.
MARINO GANZERLA. Ce ne avevano dato una copia.
PRESIDENTE. Peggio per lei se l’ha persa: che cosa vuole che le dica?
MARINO GANZERLA. Va bene. Tenetevelo. Non so cosa dire.
PRESIDENTE. Non ha niente da dire: ha già detto troppo e male.
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MARINO GANZERLA. Ho detto quello che mi ricordo. Vorrei sapere chi mi abbia doppiato
con il conto Whisky a Lugano. Lo chiedo inutilmente da più di cinque anni. Vorrei sapere chi
abbia usufruito di quel conto a nome mio, chi siano gli ufficiali bancari che hanno dato corda al
giro. Da 15 anni non ho più rapporti con Comerio, che a quanto so non ha mai operato con
quello che aveva impiantato.
PRESIDENTE. Lei sa per caso dove potrebbe essere Comerio adesso?
MARINO GANZERLA. No, non so nemmeno questo. L’ho conosciuto a Milano in viale
Montecenere. Abitava in un palazzo vicino alla sopraelevata e il suo ufficio aveva una colonna
in mezzo. È la prima volta che l’ho visto. In seguito, l’ho incontrato a Lugano e a Garlasco in
via Costa, in una cascina agricola, dove sono stato solo un paio di volte perché non aveva
bonificato il terreno dalle zanzare. Poi lui veniva a Lugano…
PRESIDENTE. Grazie. Si accomodi.
MARINO GANZERLA. È possibile avere il verbale?
PRESIDENTE. Il verbale sarà trascritto, perché abbiamo registrato l’audizione.
MARINO GANZERLA. Non mi ricordavo dell’NTM. Mi ricordavo dell’ODM. Vorrei sapere
se 29.000 dollari di allora corrispondano a 80 milioni di vecchie lire.
CANDIDO DE ANGELIS. No. Neanche la somma di 29.000 dollari e 20 milioni di vecchie lire
raggiunge gli 80 milioni di vecchie lire. Abbiamo fatto anche questi conti.
MARINO GANZERLA. Quale era il cambio allora?
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CANDIDO DE ANGELIS. Circa 1,5.
MARINO GANZERLA. Quindi 29.000 dollari sono circa 45 milioni di vecchie lire, giusto?
CANDIDO DE ANGELIS. Esatto. Più 20 milioni fanno 65 milioni di vecchie lire, non 80
milioni.
MARINO GANZERLA. Ne mancano ancora 35, che sono pari a circa 40-45.000 fiorini.
CANDIDO DE ANGELIS. Gliel’ha detto il presidente: rifaccia mente locale e ci rivediamo a
Roma.
MARINO GANZERLA. Quando?
PRESIDENTE. La convocheremo.
La seduta termina alle 19.
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