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Roberto Keller
Roberto Keller Autismo: messa a fuoco del disturbo Si intende per autismo una serie di disturbi complessi e diversi: possiamo dire che ogni persona ha un suo autismo. È una malattia ad insorgenza precoce e dura per tutta la vita. Può essere a maggior disabilità cognitiva, cioè a basso funzionamento, o ad alto funzionamento, più difficile da scoprire. In Piemonte si presentano 16 casi ogni 10mila persone. Nell'età adulta spesso viene confuso con altre patologie psicotiche. Colpisce più i maschi che le femmine: 4:1 autismo classico 2:1 con ritardo mentale 5:1 con intelligenza nella norma 11:1 sindrome di Asperger Come si manifesta? Il bambino non alza gli occhi se chiamato, non risponde alle relazioni, alla voce di chi cerca attenzione, passa ore a giocare con lo stesso oggetto, vive in un mondo tutto suo, ascolta ripetutamente la stessa musica, segue rituali rigidi per andare a letto, è assorbito da se stesso, prende le cose molto alla lettera. Quali sono i tipi di autismo? 1. disturbo autistico propriamente detto 2. disturbo di Rett 3. disturbo disintegrativo dell'infanzia 4. disturbo di Asperger 1. L'autismo presenta: • compromissione qualitativa dell'interazione sociale, non interagiscono, non condividono gli interessi, manca la reciprocità emotiva • compromissione qualitativa della comunicazione, incapacità a sostenere una conversazione, linguaggio ripetitivo e stereotipato, mancanza di gioco di simulazione • interessi ristretti, ripetitivi e stereotipati, dedizione assorbente ad un solo interesse, abitudini rigide e ripetitive • manierismi motori stereotipati Si manifesta prima dei tre anni. 2. Il disturbo di Rett (attualmente non più classificato come autismo) si manifesta principalmente nelle bambine. Lo sviluppo è normale fino ai 5 mesi, poi vi è una regressione delle capacità di linguaggio e motorie tra i 5 e i 48 mesi, capacità che spesso non vengono riacquisite. 3. Il disturbo disintegrativo dell'infanzia presenta uno sviluppo normale fino ai 2 anni, poi vengono perse le capacità di linguaggio o motorie precedentemente acquisite. 4. La sindrome di Asperger presenta uno sviluppo intellettivo e del linguaggio adeguato, e spesso non viene riconosciuto fino all'età adulta. Si ha: • difficoltà di interazione sociale, di socializzazione con i coetanei, all'interno di un'intelligenza elevata • incapacità a riconoscere la comunicazione non verbale • estrema loquacità rispetto al solo argomento per cui manifestano interesse • ripetitività di routine • mimica limitata, uso limitato di gesti, difficoltà motorie La visione data da Kanner (1943), il primo a descrivere l'autismo, parlava di: isolamento, chiusura nel proprio mondo da cui gli altri sono esclusi, buona relazione con gli oggetti, ripetitività, isole di capacità, che possono diventare utili a livello sociale. Come si fa la diagnosi? • osservazione clinica • raccolta di esperienze raccontate dai genitori • esami medici • test cognitivi Con la risonanza magnetica il cervello appare normale: quello che non è corretto è il funzionamento dei circuiti. La mente presenta deficit di: • coerenza centrale, vedono il dettaglio, ma non le cose nella loro globalità • teoria della mente, incapacità di interpretare il problema dell'altro • neuroni a specchio, incapacità a capire e interpretare le azioni degli altri • funzioni esecutive, mancanza di programmazione delle attività e difficoltà ad essere elastico nel modificare le proprie azioni Vi è un'estremizzazione del cervello di tipo maschile, più sistematico, a danno della dimensione empatica. Inoltre vi è peculiarità sensoriale: i soggetti autistici percepiscono in modo diverso suoni, colori, tessuti, provando fastidio per sensazioni normali per gli altri. Lavorare con una persona autistica significa districarsi nell'universo dei suoi dettagli: non si può improvvisare né stravolgere la sua quotidianità. Modificare un solo dettaglio può voler dire cambiare la sua routine quotidiana in modo insopportabile. Ogni persona autistica ha una sua forma di autismo: l'intervento deve essere precoce e individualizzato. Bisogna conoscere bene la persona, il contesto, la famiglia. Il rischio è che dopo i 18 anni nessuno più se ne occupi. Per questo bisogna lavorare con una rete integrata: neuropsichiatria, ambulatorio adulti, centri abilitativi, scuola, percorsi lavoro, percorso sociale. Bisogna imparare a guardare il mondo dal suo punto di vista.