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Cambio Automatico Allison Familiarizzazione
CAMBI ALLISON WT Cambio Allison e sistema WTECIII Familiarizzazione 1 1. Descrizione Generale Targhetta Identificativa Sul lato destro della scocca principale della trasmissione è presente una targhetta identificativa che raccoglie tutte le informazioni necessarie per garantire la tracciabilità dell‟unità e delle parti di ricambio. Le targhette usate prima del 14 Aprile, 98 riportano: Ante 14 Aprile ‘98 - Numero di Disegno ( Part. Number o Assembly Number) - Numero Seriale (Serial Number - S/N) - Modello (Model Number) Successivamente, a partire dal 14 Aprile „98, le targhette sono state modificate come nella figura che segue: Dal 14 Aprile ‘98 Su di essa sono riportate: - Modello (Model) - Numero Seriale (Serial Number - S/N) - Data (Date) - Identificatore (TransID) - Gruppi (Groups - identificatore per le parti di ricambio) 2 1. Descrizione Generale I Moduli Componenti Le trasmissioni Allison della serie World Transmission (WT) sono state progettate secondo una logica modulare allo scopo di renderne agevole l‟assemblaggio e l‟assistenza. Tali moduli vengono rappresentati nelle figure di questa sezione. 2. Modulo riduttore 3. Modulo di uscita 1. Modulo di Ingresso con predisposizione PTO Trasmissione WT 4. Modulo Attuatore marce 3 2. I Moduli Componenti 2.1 Il Modulo di Ingresso Il Modulo di Ingresso è composto a sua volta dai seguenti moduli elementari: - Modulo Alloggiamento del Convertitore di Coppia - Modulo Convertitore di Coppia (TC- Torque Converter) - Modulo di Supporto Anteriore/Pompa 2.1.1Alloggiamento del Convertitore di Coppia il modulo alloggia il convertitore di coppia e connette il motore al successivo Modulo Riduttore (anche grazie all‟utilizzo di altri componenti ausiliari). Inoltre su di esso è prevista la predisposizione per il collegamento alla Presa di Forza (PTO). Le scocche con predisposizione alla PTO risultano circa 10 cm più lunghe di quelle senza predisposizione. Predisposizione PTO Modulo Alloggiamento TC 4 2. I Moduli Componenti Il Modulo Convertitore di Coppia Il Convertitore di Coppia è un dispositivo che realizza un accoppiamento idro-meccanico che permette il trasferimento del moto rotatorio e della conseguente coppia del motore ai gruppi epicicloidali contenuti nel Modulo Riduttore della trasmissione. I suoi 4 componenti, illustrati nell‟esploso in figura sono: - La Pompa del convertitore - Lo Statore - La Turbina(accoppiata all‟albero turbina) - La Frizione di Presa Diretta (o Lock-up) Albero Turbina Pompa Carter Presa Diretta Statore Turbina 5 2. I Moduli Componenti Principi funzionali Il Convertitore di Coppia segue la seguente logica funzionale: - La Pompa ruota con i giri motore essendo ad esso direttamente connessa - A causa della rotazione l‟olio entra dal mozzo della Pompa - La forza centrifuga spinge l‟olio ad uscire dalla periferia della pompa ed attraversare il convertitore verso la turbina - Quando l‟olio raggiunge una forza di spinta sufficiente anche la Turbina comincia a ruotare, trasmettendo il moto all‟albero turbina al quale è accoppiata. - L‟olio esce attorno al mozzo Turbina ed attraversa lo Statore - Lo Statore dirige nuovamente l‟olio verso il mozzo della Pompa - Quando l‟olio urta la parte frontale delle palette dello Statore, quest‟ultimo viene bloccato dalla ruota libera - l‟olio, deviato dalle palette dello Statore, aumenta la propria velocità e quindi la propria energia cinetica, provocando un aumento della coppia sulla Turbina - La Turbina continua ad accelerare. In tal modo, raggiunta una certa velocità, l‟olio colpisce le palette dello statore sul dorso anziché sulla parte frontale. La spinta sullo Statore inverte dunque il senso, liberando quest‟ultimo dal blocco della ruota libera. - L‟olio non è più accelerato dalle palette dello statore e non si ha più il conseguente incremento di coppia. 6 2. I Moduli Componenti Lo Statore Nel mozzo dello statore sono inserite una serie di molle e rulli che realizzano una frizione in grado di garantire il blocco della ruota in un verso e la sua libera rotazione nel verso opposto. Come si può notare dalla figura quando l‟olio colpisce la parte frontale delle palette, lo Statore tenta di ruotare in senso antiorario. Questo inizio di movimento spinge i rulli nella parte degli alloggiamenti conici. Lo Statore si blocca e non può dunque ruotare in senso antiorario. Quando, all‟aumentare del regime della Turbina, l‟olio colpisce le palette dello Statore sul dorso, la spinta sullo Statore si inverte liberando i rulli che permetteranno allo stesso di ruotare liberamente un senso orario 7 2. I Moduli Componenti La Fase Convertitore: il Regime Vorticoso Il cosiddetto Regime Vorticoso del fluido all‟interno del Convertitore si ottiene quando lo statore rimane bloccato. E‟ questa la fase (definita anche Fase Convertitore) in cui il Convertitore garantisce l‟effetto tipico di moltiplicatore di coppia. Nella figura viene indicato la circolazione dell‟olio. - L‟olio è spinto dalla Pompa sulla Turbina. - Inizialmente la Turbina è quasi in stallo oppure ruota molto lentamente. - L‟olio uscendo dalla turbina colpisce frontalmente le palette dello Statore che, spinto in senso antiorario, si blocca. - Lo Statore bloccato dirige il flusso d‟olio verso il mozzo della Pompa e fa aumentare la sua velocità - Questo aumento di velocità dell‟olio all‟ingresso della Pompa agevola la Pompa ad accelerare ulteriormente la massa dell‟olio. - La Turbina può così raccogliere maggior energia ed aumentare in questa fase la coppia trasmessa. 8 2. I Moduli Componenti Termine della Fase Convertitore: il Regime Laminare Quando per effetto del Regime Vorticoso la Turbina raggiunge regimi ormai prossimi a quelli della Pompa, l‟olio colpisce le palette dello Statore sul dorso e sblocca la ruota libera permettendo allo Statore di ruotare liberamente in senso orario. - Il flusso d‟olio che attraversa lo Statore diviene più tranquillo e poco per volta cessa. - Non si ha più incremento di coppia 9 2. I Moduli Componenti Frizione e Fase di presa diretta. La Frizione di Presa Diretta è composta da 4 elementi semplici come indicato nella figura della sezione. - Il Controdisco: posizionato direttamente sul dorso della Turbina e imbullonato sul coperchio del Convertitore - Il Disco con Smorzatore Torsionale: calettato sull‟albero turbina - Il Pistone: calettato sul Coperchio del Convertitore e sempre in rotazione con i giri motore - Il Coperchio del Convertitore. Controdisco Coperchio Disco con Smorzatore Torsionale Pistone L‟accoppiamento idraulico del Convertitore non permetterebbe mai alla Turbina di ruotare allo stesso regime del motore. Appena raggiunto il Moto Laminare dell‟olio ed una velocità di rotazione accettabile per il rapporto meccanico inserito, si realizza la Fase di Presa Diretta Tramite la Frizione di Presa diretta (Lock-up) si realizza un collegamento meccanico tra la Pompa (solidale con il motore) e la Turbina. La Turbina ruota agli stessi giri del motore. 10 2. I Moduli Componenti Il Modulo Supporto Anteriore e Pompa dell’olio Il Modulo di Supporto Anteriore è imbullonato alla scocca del Modulo Riduttore. La parte del Supporto Anteriore su cui ruota il Convertitore di coppia e dentro cui è infilato l‟Albero Turbina è chiamato Albero dello Statore o “Ground Sleeve”. Sul Supporto Anteriore è fissata la Pompa principale dell’olio la cui funzione è quella di garantire, ruotando alla velocità del motore e aspirando olio dalla coppa, un flusso costante del fluido pressurizzato al resto della trasmissione. Albero dello Statore Supporto Pompa dell‟olio Assemblaggio Modulo Riduttore Modulo Supporto e Pompa 11 2. I Moduli Componenti Il Modulo Riduttore Il Modulo Riduttore contiene le frizioni ed è composto a sua volta dai seguenti moduli elementari: - Il Modulo delle Frizioni Rotanti - Il Modulo Alloggiamento Principale - Il Modulo Planetario P1 - Il Modulo Planetario P2 - Il Modulo Albero Principale ed eventuali moduli ausiliari per 7 marce : - Il Modulo Adattatore per il Transfert Case - Il Modulo Adattatore C6 (solo per modello HD 4070) Prima di passare alla descrizione dettagliata dei singoli sub-componenti qui elencati, introduciamo i concetti di base secondo cui il Modulo Riduttore completo garantisce la trasmissione del flusso di potenza tra ingresso (Albero Turbina) ed uscita (Albero Principale). Per questo motivo, nelle prossime due sezioni saranno enunciati i principi funzionali di un gruppo epicicloidale e di frizioni. Nel capitolo successivo sarà chiarito come essi interagiscano tra loro realizzando i differenti rapporti di marcia. Modulo Frizioni Rotanti Modulo Alloggiamento Principale Modulo Planetario P2 Modulo Planetario P1 Albero Principale 12 2. I Moduli Componenti Il Gruppo Epicicloidale: principi funzionali Il gruppo epicicloidale è costituito da un Ingranaggio Sole, 4 Ingranaggi Satelliti supportati dal Portatreno, la Corona e la Frizione. Frizione Corona Portatreno Satelliti Sole La dinamica che regola il gruppo epicicloidale è semplicemente riassunta da questi punti: • Quando un ingranaggio a dentatura esterna ingrana con una corona a dentatura interna (es. Satellite e Corona), le rotazioni sono concordi. • Quando due ingranaggi a dentatura esterna (es. Sole e Satellite) ingranano, le rotazioni hanno verso opposto. • Il Sole, i Satelliti e la Corona sono elementi mobili. La Frizione ed il Portatreno sono vincoli. • La struttura del gruppo sfrutta il fatto che quando uno dei suoi 3 elementi mobili è “bloccato”, mentre uno degli altri due, chiamato Ingresso, viene messo in rotazione, il terzo elemento si comporta come un meccanismo di Uscita. • Scegliendo opportunamente le combinazioni dei tre elementi, si può variare il rapporto tra la coppia/velocità dell‟elemento scelto come Ingresso e quella dell‟elemento scelto come Uscita. Queste combinazioni sono riassunte nella tabella M1nella sezione “Allegati”. 13 2. I Moduli Componenti Le Frizioni Le frizioni provvedono alla trasmissione della potenza in ingresso ai gruppi epicicloidali ed al bloccaggio dei componenti stessi. Contro-dischi Pistone Dischi Il gruppo Frizione consiste, come rappresentato in figura, in un set di dischi (in fibra)e da un set di contro-dischi (in acciaio)che si alternano e che vengono compressi tra loro dal pistone. Uno dei due gruppi di dischi è fissato ad un componente interno, l‟altro ad un componente esterno (tipicamente la scocca dell‟alloggiamento.) Se la frizione non è attiva (pistone non applicato)i due gruppi di dischi sono liberi di ruotare indipendentemente. Se la frizione è attiva (pistone applicato) i due gruppi ruotane come un unico corpo. Se uno dei due componenti a cui sono fissati i dischi è stazionario si parla di gruppo Frizione Stazionaria. Se entrambi i componenti a cui sono fissati i dischi sono liberi di ruotare si parla di Frizione Rotante. • Le Frizioni Rotanti (C1 e C2)garantiscono la trasmissione del moto rotatorio ai componenti di ingresso della catena di gruppi epicicloidali. Sono alloggiate nel Modulo delle Frizioni Rotanti. • Le Frizioni Stazionarie (C3, C4 e C5) hanno il compito di trattenere fermi alcuni dei componenti dei gruppi epicicloidali permettendo agli altri componenti di agire come elemento di Ingresso o d‟Uscita. Nelle trasmissioni WT le 3 frizioni sono parte del Modulo di Alloggiamento Principale. Nel caso di sistemi a 7 marce una frizione stazionaria C6 è tipicamente alloggiata nel Modulo Adattatore. 14 2. I Moduli Componenti Il Modulo Frizioni Rotanti Il Modulo Frizioni Rotanti è calettato sull‟Albero Turbina e ruota con la Turbina del Convertitore di Coppia ed alloggia i gruppi frizione C1 e C2. Si accoppia direttamente con il gruppo epicicloidale P1al quale fornisce l‟Ingranaggio Sole. Albero Turbina Ingranaggio Sole P1 Il Modulo Frizioni Rotanti è situato immediatamente dietro il Modulo di Supporto/Pompa Principale e garantisce la trasmissione del moto dal Modulo Convertitore al Modulo Riduzione: • Applicando C1 la potenza rotazionale è trasmessa dall‟Albero Turbina all‟Albero Principale • Applicando C2 la potenza rotazionale è trasmessa dall‟Albero Turbina al Portatreno del gruppo epicicloidale P2. • Poiché nella sua parte posteriore la scocca del Modulo Frizioni Rotanti porta l‟Ingranaggio Sole P1, questo ruoterà sempre con il modulo stesso. 15 2. I Moduli Componenti Il Modulo Alloggiamento Principale Gli elementi che compongono questo Modulo sono illustrati in figura: Frizioni C3 e C4 Frizioni C5 Scocca Principale della Trasmissione Il gruppo di frizione C3 nella figura alloggia anche la Corona del gruppo epicicloidale P1. •I dischi frizione C3 calettati sul portatreno P1 ruotano con esso se C3 non è attiva. I contro-dischi invece sono stazionari e solidali con il corpo del gruppo C3/C4. Alla sua applicazione la frizione C3 blocca la rotazione della Corona P1. •I dischi frizione C4 sono invece calettati sulla Corona di P2 ed i contro-dischi sono stazionari, solidali con il corpo del gruppo C3/C4. Quando C4 è applicata la Corona P2 si blocca. •I dischi frizione C5 sono calettati sulla Corona di P3 (Modulo di Uscita) mentre i contro-dischi sono stazionari e trattenuti dalla Scocca Principale della Trasmissione. All‟applicazione di C5 la Corona P3 si blocca. •La Scocca Principale alloggia i suddetti componenti e si connettono ad essa i restanti Moduli che compongono la trasmissione. Sulla sua parte alta si trovano le staffe per il fissaggio della trasmissione al veicolo, sui lati le predisposizioni per l‟ingresso del tubo di rabbocco olio e per un eventuale asticciola di misura livello olio e la targhetta di identificazione. 16 2. I Moduli Componenti Il Modulo Planetario P1 Il Modulo Planetario P1è posizionato immediatamente dopo il Modulo delle Frizioni Rotanti ed accoglie il Modulo Planetario P2. E‟ costituito da: - Il Portatreno P1 e relativi 4 Ingranaggi Satelliti P1 - La Corona del gruppo epicicloidale P2 Accoppiandosi con l‟Ingranaggio Sole P1 portato sul mozzo del Modulo Frizioni Rotanti e con la Corona P1integrata nella frizione C3 realizza il Gruppo Epicicloidale P1. 17 2. I Moduli Componenti Il Modulo Planetario P2 Il Modulo Planetario P2 è posizionato tra il Modulo Planetario P1 ed il Modulo Planetario P3. E‟ costituito da: - Il Portatreno P2 e relativi 4 Ingranaggi Satelliti P2 - La Corona del gruppo epicicloidale P3 Accoppiandosi con l‟Ingranaggio Sole P2 portato sul mozzo del Modulo Albero Principale e con la Corona P2 integrata nel Modulo Planetario P1 realizza il Gruppo Epicicloidale P2. La rotazione del Portatreno P2 è guidata dalla Frizione Rotante C2 18 2. I Moduli Componenti Il Modulo Albero Principale Il Modulo Albero Principale attraversa assialmente il Modulo Riduttore. Ingranaggio Sole P2 Ingranaggio Sole P3 Il Modulo permette la trasmissione del moto dall‟Albero Turbina agli Ingranaggi Sole P2 e P3 (quando si applica C1). I due Ingranaggi Sole P2 e P3 infatti sono parte di esso. La figura rappresenta il modulo per le configurazioni “base” delle Trasmissioni WT. Nei modelli con Modulo Ripartitore (Transfert Case)o con diversi rapporti di marcia l‟Albero Principale ha il mozzo di lunghezza diversa e degli Ingranaggi Sole diversi. 19 2. I Moduli Componenti I Moduli di Uscita I Moduli di Uscita sono i seguenti: - Il Modulo Coperchio Posteriore - Il Modulo Rallentatore (se previsto) I Moduli di Uscita sono la parte conclusiva della trasmissione e hanno la funzione di garantire potenza e coppia alla catena di trasmissione del veicolo. Portano l‟Albero di Uscita il cui verso di rotazione è concorde con quello di Ingresso se vengono selezionate le marce avanti. Il Modulo Coperchio Posteriore Il Modulo fornisce supporto all‟Albero di Uscita ed è imbullonato sulla parte posteriore della Scocca Principale della trasmissione. L‟Albero d‟Uscita fuoriesce dal Coperchio attraverso la sua guarnizione. Il Coperchio alloggia inoltre: •Il Portatreno P3 e relativi Ingranaggi Satelliti P3, completando così l‟ultimo gruppo epicicloidale P3. • il sensore di velocità di uscita • Il pistone della frizione C5 20 2. I Moduli Componenti Il Modulo Rallentatore Quando richiesto nell‟applicazione è possibile utilizzare un Modulo di Uscita in grado di fornire un rallentamento assistito durante la frenata. In questo modo oltre ad assicurare un maggiore controllo del veicolo durante la discesa in forti pendenze, si limita l‟usura del suo sistema frenante. Il modulo ed i suoi componenti sono illustrati nella figura che segue. Corpo Rotore Corpo Flangia di uscita Porte per il circuito di raffreddamento Anche in questo modulo, l‟Albero d‟Uscita fuoriesce posteriormente attraverso la sua guarnizione. Ed alloggia: •Il Portatreno P3 e relativi Ingranaggi Satelliti P3, completando così l‟ultimo gruppo epicicloidale P3. • il sensore di velocità di uscita • Il pistone della frizione C5 Il costruttore o il carrozziere può decidere diverse strategie di attivazione del Rallentatore che può avvenire sia per azione del conducente (leve in plancia o pedali) che automaticamente (tramite la ECU) 21 2. I Moduli Componenti Il Modulo Attuatore Marce Il Modulo Attuatore è fissato alla parte bassa della Scocca Principale della Trasmissione. In esso sono alloggiati: - I Solenoidi e le Valvole - Sensori e Regolatori di pressione - I Filtri dell‟olio Tali componenti, anche grazie al pilotaggio dalla Centralina Elettronica (ECU) realizzano il controllo delle pressioni e del flusso del fluido che va alle frizioni, al Convertitore di Coppia ed al rimanente circuito idraulico di Lubrificazione/Raffreddamento. Sono inoltre alloggiati nella scocca del Modulo Attuatore la presa per lo spurgo dell‟olio e per la misurazione della Pressione del circuito Principale, del circuito di Lubrificazione di ciascuna frizione. Spurgo Pressione frizione Lock-up Coperchi dei Filtri Pressione circuito di Lubrificazione Pressione Principale e frizioni 22 2. I Moduli Componenti Componenti di Supporto I Componenti di Supporto sono tutti quei componenti che servono alla Trasmissione per interfacciarsi correttamente con il veicolo e quelle parti di equipaggiamento necessarie all‟esecuzione di funzioni specifiche (PTO, etc…) Presa di Forza (PTO) Staffa di Supporto Posteriore Intefaccia Motore Astina olio Flangia Raffreddatore olio In funzione del tipo di applicazione del veicolo il gruppo dei componenti di supporto può variare. I più comuni sono in figura: • Interfaccia con il Motore • La Presa di Forza (PTO) • Adattamento per l‟albero d‟uscita - diversi tipi di flange • Il Modulo remoto di raffreddamento dell‟olio • L‟astina per la misura dell‟olio (sulla destra dell‟unità) • La staffa di supporto posteriore per i modelli con Modulo Rallentatore o PTO. 23 3. I L FLUSSO DI POTENZA Trasmissione del moto I Moduli presentati nella sezione precedente permettono la trasmissione del moto, dal motore all‟albero di trasmissione del veicolo. Gli “anelli” essenziali di tale catena sono i gruppi epicicloidali. In questa sezione si illustra con uno schema di principio come, all‟applicazione delle frizioni, i gruppi P1, P2 e P3 interagiscano tra loro trasmettendo in modo appropriato coppia e velocità. Albero Principale Albero Turbina Albero Uscita Frizioni Rotanti Frizioni Stazionarie Il moto del motore trasferito per accoppiamento idromeccanico o meccanico (Fase Convertitore o Fase Lockup) si trasferisce all‟Albero Turbina. Se nessuna delle due Frizioni Rotanti (C1 e C2) è applicata la trasmissione di moto si ferma all‟Ingranaggio Sole P1 . Il cambio è in posizione di Folle (N). Questo indipendentemente dall‟applicazione di C3,C4 o C5. Se C1 viene applicata allora l‟Albero Principale su cui è calettata va in rotazione mettendo in rotazione gli Ingranaggi Sole P2 e P3. Se C2 viene applicata il moto raggiunge il Portatreno P2 La successiva applicazione di una delle altre frizioni Stazionaria determina la trasmissione del moto all‟Albero di Uscita. I questo modo secondo la logica della Tabella F1 allegata sono generate tutte le marce avanti e indietro. 24 3. I L FLUSSO DI POTENZA Assemblaggio Moduli Planetari e Frizioni In questo paragrafo è illustrato come i Moduli Planetari e le Frizioni sono assemblate tra loro allo scopo di realizzare lo schema funzionale precedente presentato. C3 C4 P1 P2 C5 C2 C1 Frizioni P3 • C1 è la frizione rotante interna e se attiva fa ruotare l‟albero Principale; C2 è la frizione rotante esterna e se attiva fa ruotare il Portatreno di P2 • C3 se attiva blocca la Corona di P1; C4 se attiva blocca la Corona di P2; C5 se attiva blocca la Corona P3 Gruppo Epicicloidale P3 • Il Portatreno P3 è connesso direttamente all‟Albero d‟Uscita • Il suo ingranaggio Sole è calettato sull‟Albero Principale • La Corona è portata dal Portatreno del Modulo Planetario P2 Gruppo Epicicloidale P2 • Il Portatreno P2 è connesso direttamente alla Corona P3 • Il suo ingranaggio Sole è calettato sull‟Albero Principale • La Corona è portata dal Portatreno del Modulo Planetario P1 Gruppo Epicicloidale P1 • Il Portatreno P1 è connesso direttamente alla Corona P2 • Il suo ingranaggio Sole è portato dal tamburo del Modulo Frizioni Rotanti (ruota sempre con la Turbina) • La Corona è integrata tra i dischi frizione di C3 25 4. IL CONTROLLO WTECIII Introduzione Il funzionamento della Trasmissione è gestito da un Sistema di Controllo Elettronico. Nel seguito è riportato il suo schema di principio. Selettore marce Sensore livello olio Sensori di velocità Solenoidi Sensore accel. TPS Rallentatore Pressostato C3 Linea di comunicazione veicolo/Motore Sensore di Temperatura Ingressi Uscite • Il sistema di Controllo Elettronico è in grado di riconoscere le condizioni del circuito idraulico ed elettrico/elettronico che non rientrano nei limiti operativi corretti memorizzati nel microchip della ECU. • Il sistema è in generale costituito da un‟Unità Elettronica di Controllo(ECU), le elettrovalvole, il selettore marce, i sensori ed il cablaggio • La ECU è il cuore del sistema di controllo • La ECU processa i segnali di ingresso (sensori, selettore, etc…)e manda i senali di comando alla Trasmissione per garantire appropriati cambi di marcia e la funzione diagnostica. • La ECU provvede a garantire la gestione di ingressi/uscite che sono utilizzate per le funzioni di interfacciamento con il veicolo (spie, prese di forza, etc…) • Il Sistema Elettronico WTECIII è stato introdotto come opzionale a partire dalle Trasmissioni prodotte nel „97 ed è diventato il sistema standard dal „98. 26 4. IL CONTROLLO WTECIII L’unita Elettronica di Controllo WTECIII La Centralina elettronica è il cervello del Sistema di Controllo. • La ECU WTECIII è più piccola e fine di quella dei sistemi WTECII. •Ha tre connettori di tre diversi colori: nero, grigio e blu, rispettivamente utilizzati per la gestione del Selettore Marce, per l‟Interfaccia veicolo e la gestione dei componenti della Trasmissione. • E‟ possibile alimentarla a 12 o 24 V, gestisce 13 Ingressi e 8 uscite. • Le azioni eseguite dal conducente raggiungono la ECU tramite il selettore marce ed i sistemi di Interfaccia Veicolo (VIM, WIM e cablaggi). I segnali d‟ingresso relativi allo stato del Sistema Trasmissione sono indirizzati alla ECU dai sensori (sensori di velocità,TPS,etc..) • La ECU contiene una “flash” EEPROM in cui sono memorizzati il software di programma, i dati e anche le calibrazioni per la realizzazione del cambio di marcia ottimale per ogni tipo di applicazione • Dall‟analisi dei dati di ingresso e dei parametri di calibrazione memorizzati nella sua memoria, la ECU genera in uscita i segnali di controllo delle elettrovalvole in modo da seguire in modo “adattativo” il profilo di cambio marcia ottimale • La ECU è in grado di identificare malfunzionameti della Trasmissione e memorizzare dei codici di errore relativi ad essi. I codici possono essere letti dal servizio di assistenza. • La ECU è dotata di una funzione di identificazione automatica di alcuni collegamenti al resto del Sistema di Controllo 27 4. IL CONTROLLO WTECIII Logica Adattativa della ECU Durante la sua missione la Centralina Elettronica affina continuamente le caratteristiche di cambio marcia. La ECU controlla la curva dei giri Turbina durante i cambi marcia e la confronta continuamente con la curva ideale memorizzata Se il profilo del cambio marcia realizzato non incontra quello ideale, la ECU ha la possibilità di variare molti parametri per migliorare il successivo passaggio di marcia. Questa capacità della ECU è conosciuto come Controllo Adattativo. Quando la ECU è nuova oppure quando riceve il comando specifico dal Tester Diagnostico (DDR) Pro-Link, opera secondo un modo “Adattativo Veloce”. • In questa fase la Centralina esegue le modifiche più importanti ai parametri, in modo da avvicinare la caratteristica dei passaggi di marcia a quella ideale. Quando la prima fase è conclusa ed il profilo di cambio marcia è vicino a quello ottimo, la ECU passa al modo “Adattativo Lento”. • In questa fase la Centralina segue un procedimento di continuo affinamento dei parametri per ogni cambio marcia. • Affinché il profilo dei cambi marcia converga a quello ideale, possono essere necessari diversi passaggi di marcia (fino a 15-20 per ciascuna salita di marcia). 28 4. IL CONTROLLO WTECIII Funzione di Identificazione Automatica WTECIII La ECU WTECIII ha una funzione di Identificazione Automatica di alcuni componenti del sistema di controllo. La funzione è attiva durante i primi 30 sec delle prime 24 o 49 accensioni (in funzione dei componenti identificati). In questa fase la ECU verifica la presenza dei seguenti componenti/collegamenti: Modulo Rallentatore Sensore di Livello Olio Posizione Acceleratore (*) Temperatura Motore Presente/Non presente Presente/Non presente Analogico, J1939, J1587 Analogico, J1939, J1587 (*) Un segnale di posizione acceleratore in PWM non viene identificato. Questo tipo di segnale richiede una specifica calibrazione o la selezione manuale da tester diagnostico. Durante tutta la fase di Identificazione Automatica (24 o 49 accensioni), dopo ciascun spegnimento del motore, la ECU non memorizza la configurazione identificata nel ciclo d‟accensione precedente.Dunque se alla 23a accensione, la ECU riconoscesse la presenza di un Modulo Rallentatore, la diagnosi sul solenoide H verrebbe eseguita fino allo spegnimento del motore. Se in seguito a ciò, ma prima della 24a accensione , il solenoide H venisse danneggiato l‟ultimo ciclo di Identificazione Automatica non riconoscerebbe la presenza del Modulo Rallentatore e neppure condurrebbe la diagnosi su H. Utilizzando il Tester diagnostico (Pro-Link) un nuovo ciclo di Identificazione Automatica può essere attivato anche se uno precedente è stato concluso. Ciò può essere utile nel caso in cui l‟identificazione di un componente presente non sia avvenuta correttamente oppure in seguito all‟aggiornamento del sistema con nuovi componenti. Tramite tale strumento diagnostico è anche possibile “saltare” la funzione di Identificazione Automatica e procedere con la selezione manuale dei componenti presenti modificando delle “variabili modificabili dall‟utente” nella memoria della ECU WTECIII. 29 4. IL CONTROLLO WTECIII Il Selettore Marce WTECIII Sono disponibili due tipi di Selettore Marce: a pulsanti ed a leva. Non sono disponibili versioni Selettore integrate con la ECU. Pulsante di sblocco selettore Indicatore “Mode On” Pulsante di selezione Modo secondario ID Mode Display Digitale Display Digitale ID Mode Indicatore “Mode On” Pulsante di selezione Modo secondario Pulsante display - simbolo Allison (lett. olio/ diagnosi) • Il Selettore è fornito di un Display che mostra una sola cifra o lettera alla volta • Sul display si leggono le posizioni delle marce selezionate dall‟operatore. • Sul Display si possono leggere i codici diagnostici memorizzati dalla centralina, le segnalazioni di avaria del sistema e, quando presente il relativo sensore, il livello dell‟olio della Trasmissione • Il Pulsante di Sblocco Selettore (nella versione a leva)deve essere premuto nei passaggi della leva a N, R e D • Il Pulsante “Mode”, di selezione modo secondario, attiva, se premuto, una funzione programmata nella ECU (es:attivazione PTO). La sua pressione è segnalata dalla spia “Mode On”. • L‟etichetta di Identificazione Modo (ID Mode)riporta il tipo di funzione programmato nella ECU che deve essere eseguita alla pressione del pulsante “Mode”. • Il livello dell‟olio (opzionale) e i codici diagnostici si possono visualizzare premendo, nel Selettore a leva, il Pulsante Display o, nel caso del Selettore a pulsanti, premendo simultaneamente le frecce “SU” e “GIU‟” 30 4. IL CONTROLLO WTECIII Il Selettore WTECIII: funzioni standard In questa sezione vengono riportate le caratteristiche di funzionamento del Selettore Marce riscontrabili durante lo svolgimento del ciclo di lavoro di un veicolo. • Selezionando la Folle compare sul display una N. Selezionando la Retromarcia compare una R • Selezionando Drive compare a display il valore della marcia più alta che la Trasmissione può raggiungere. • Selezionando manualmente una marcia con la leva o la pulsantiera il display mostrerà il relativo valore di marcia. • Se il display lampeggia, il cambio marcia è temporaneamente o permanentemente inibito. L‟inibizione scompare se la sua causa viene rimossa entro 0.5 sec (in funzione dei giri motore) oppure 3 sec (in funzione dei sensori TPS e giri uscita)dalla richiesta di cambio marcia, altrimenti l‟operatore deve ri-selezionare la marcia. • Se tutti i segmenti del display si illuminano simultaneamente per più di 12 sec, la ECU non ha completato il ciclo di inizializzazione. A questa situazione sarà associata la memorizzazione di un codice diagnostico. • Un dispaly completamente spento indica un collegamento difettoso oppure un malfunzionamento della linea di comunicazione con la ECU. In questo secondo caso dopo 12 sec sul display comparirà una piccola “o” . Se il display resta spento non sta ricevendo l‟alimentazione. • Più in generale una piccola “o” sul display indica un‟avaria del Selettore, il posizionamento improprio della leva tra due posizioni di marcia oppure un malfunzionamento della sua linea di comunicazione con la ECU. Ad ogni caso è associata la memorizzazione di un codice diagnostico. • In caso di avaria grave, la spia di “Check Transmission” (su plancia) si illumina permanenetemente e sul display del Selettore compare la marcia in cui la Trasmissione è stata forzata dalla procedura d‟emergenza della ECU. 31 4. IL CONTROLLO WTECIII Il Selettore WTECIII durante la Diagnosi L‟operatore ha accesso alla memoria guasti della centralina utilizzando strumenti diagnostici opportuni (Pro-Link) ma anche tramite il Selettore Marce. L‟apertura di una sessione diagnostica avviene nei modi seguenti: • Premendo, a veicolo fermo, il “Pulsante Display” (due volte se la Trasmissione è equipaggiata con il sensore livello olio opzionale) • Premendo, a veicolo fermo, simultaneamente le frecce “SU” e “GIU‟” (due volte se la Trasmissione è equipaggiata con il sensore livello olio opzionale) Il display visualizzerà lampeggiando una cifra/lettera alla volta: dapprima la posizione (nella memoria centralina) del codice - d1, d2, d3, etc..- e quindi farà comparire il codice errore principale seguito da quello secondario (entrambi numeri di due cifre. Es. 2-1-1-2 per il guasto 21 12) La spia “Mode On” si illumina segnalando l‟attivazione della modalità di diagnosi. Per passare al codice guasto successivo è necessario premere brevemente il pulsante “Mode” Per chiudere la sessione diagnostica è sufficiente premere nuovamente il “Pulsante Display” sul Selettore a leva oppure il tasto “N” (Folle) sul Selettore a pulsanti. 32 4. IL CONTROLLO WTECIII Il Selettore WTECIII durante il controllo olio Nelle Trasmissioni equipaggiate con il Sensore di Livello dell‟Olio opzionale, l‟operatore ha anche la possibilità di controllare il livello dell‟olio tramite il Selettore Marce. La procedura da seguire prevede i passi qui riportati: 1. Veicolo fermo e freno di stazionamento attivo 2. Cambio in posizione di Folle 3. Motore veicolo al minimo di giri 4. L‟olio deve essere alla temperatura d‟esercizio ( >70°C) 5. Premere il “Pulsante Display” per il Selettore a leva oppure premere simultaneamente le frecce “SU” e “GIU‟” per il Selettore a pulsanti (una volta sola). 6. Il controllo delle condizioni ai punti da 1. a 4. da parte della ECU può richiedere un tempo di circa 2 minuti durante i quali appare sul display un conteggio alla rovescia 7. Se tutte le condizioni sono soddisfatte sul display è possibile vedere comparire ciclicamente, una cifra alla volta, un messaggio di livello OK oppure livello basso o troppo alto (in multipli di un quarto del totale) 8. Nel caso in cui invece qualcuna delle condizioni da 1. a 4. non sia soddisfatta il display del Selettore visualizzerà il relativo codice d‟errore. Per uscire dal Modo Lettura di Livello Olio è sufficiente premere N sul Selettore a Pulsanti oppure posizionare su “D” il Selettore a leva. (Attenzione: La trasmissione può effettivamente inserire il rapporto selezionato) Display Descrizione Indicazione di condizioni non soddisfatte OL - OK Livello Corretto Display Descrizione LO - 01 Basso 1 lit OL - 50 Giri Motore troppo bassi LO - 02 Basso 2 lit OL - 59 Giri Motore troppo alti LO - 03 Basso 3 lit OL - 65 Cambio non in Folle LO - 04 Meno di 4 lit OL - 70 Temperatura olio troppo bassa HI - 01 Alto 1 lit OL - 79 Temperatura olio troppo alta HI - 02 Alto 2 lit OL - 89 Albero di uscita in rotazione HI - 03 Alto 3 lit OL - 95 Guasto al sensore HI - 04 Più di 4 lit 33