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Una “hotline” per smascherare la corruzione
IL CAFFÈ 1. aprile 2012 C1ATTUALITÀ @ www.pardo.ch www.ti.ch/pharma www.swissmedic.ch 9 Una “hotline” per smascherare la corruzione Giovani udc e del partito dei pirati lanciano l’attacco alle lobbies di Berna scono pressioni, che possano prendere pure delle mazzette. Ma che prove ci sono? “È difficile delineare o quantificare il rischio corruzione - replica Gloor - in quanto la questione è molto più complessa, per il fatto che la corruzione è legata al peso dei vari gruppi di interesse”. Ma il leader dei Pirati ricorda quanti parlamentari sono membri di un consiglio di amministrazione, con tutti i problemi che ci possono esserequando si trovano a dover votare su qualcosa che interessa la società che rappresentano. “L’esempio più recente- rincara Gloor - è il credito per l’acquisto dei 22 caccia Gripen, i nuovi aerei da combattimento. Non si capisce bene come sia andata, ci sono cose poco chiare, eppure il risultato è FRANCO ZANTONELLI Stanare i politici corrotti con una hotline. D’ora in poi, in Svizzera i cittadini potranno farlo anonimamente, chiamando un numero di cellulare, lo 078 202 20 13. L’idea è venuta al giovane consigliere nazionale udc sangallese, Lukas Reimann, il quale ha raccolto adesioni, praticamente, in tutti gli schieramenti politici, dalla destra alla sinistra, passando per il centro. “Ci sono socialisti, verdi, verdi-liberali, ppd e liberali-radicali ”, conferma Pascal Gloor, vice-presidente del Partito svizzero dei pirati, lui pure in prima fila, in questa iniziativa. Una hotline contro la corruzione presuppone il sospetto, quanto meno, che in Svizzera ci siano parecchi politici che subi- quelli delle varie lobbies”. L’attivazione di un numero di cellulare cui si possano segnalare comportamenti sospetti, da parte di esponenti politici, è un gesto di buona PASCAL GLOOR vice-presidente del Partito svizzero dei pirati che si spendono dei miliardi. A noi che siamo giovani, questo andazzo non piace più. Soprattutto siamo stufi dei politici che, invece, di fare gli interessi di chi li ha eletti, fanno volontà, nella direzione delle intenzioni, espresse dal vice-presidente del Partito svizzero dei pirati. Per il momento, però, si è ancora nella fase amatoriale. L’auspi- cio di questi giovani don chisciotte della politica svizzera è che, in futuro, sia la stessa Confederazione ad attivare un numero anti-corruzione. Lukas Reimann, il Consigliere nazionale Udc che si è esposto in prima persona, in questa vicenda, è tuttavia scettico, sull’eventualità che si possa andare al di là delle buone intenzioni. Nel giugno dello scorso anno Reimann, che ha quantificato in 2.045 i consigli di amministrazione in cui siedono dei parlamentari, ha lanciato un’iniziativa popolare, a favore della trasparenza. La raccolta delle firma sta, però, procedendo a fatica. “Se, entro il sei maggio, non ne avremo totalizzate 30 mila, lasceremo perdere”, ha detto sconsolato. A quel punto rischierebbe di fare la stessa fine la hotline anti corruzione. I rischi L’allarme IL CROCEVIA Le strade di molte città del cantone di notte si trasformano in un crocevia per traffici ambigui “Senza la prescrizione medica c’è serio pericolo per la salute” “Assolutamente no. Senza la prescrizione medica il Viagra non va preso, perché mette in serio pericolo la salute della persona, giovane o anziano non importa”. È perentoria la risposta del dottor Franco Denti, presidente dell’Ordine dei medici del cantone. “Non sono mica pilloline da prendere sottogamba - rincara -. Per cardiopatici, diabetici e per tutti quei pazienti che assumono regolarmente dei farmaci o hanno delle patologie croniche è necessario che sia MAURO SPIGNESI Da internet ai giovani, nelle piazze e nelle strade l’ultimo fenomeno di un rischioso commercio illegale Il puzzo di fritto di patatine si confonde con quello dell’haschisc, che arriva dalla sigaretta appena “rollata” da un ragazzo con il piercing sul labbro. Siede su una panchina vicina alla stazione di Muralto, dove la notte il centro diventa periferia. E dove s’aggirano tribù di giovani, giovanissimi che si scambiano di tutto. A cominciare dalle pasticche di Viagra, l’ultima frontiera dello spaccio del sabato sera. Confezionata dentro una bustina, frantumata come la cocaina, una “dose” costa 10 franchi. Perché il prezzo nasconde il trucco: non sono pillole originali, quelle costerebbero il doppio. Arrivano dalla gigantesca farmacia di Internet, dove si pagano attorno ai 5 franchi se se ne ordinano centinaia; 2, 3 franchi se si richiedono dosi più massicce ma c’è il rischio che il pacchetto venga bloccato alla dogana. E addio business. Lontano da taccuini e da sospetti del cronista, in un giro notturno tra locali del Ticino, i ragazzi si fanno avvicinare, tra silenzi, battute e rifiuti. “Viagra? No, non so dove lo vendano. Io non ne ho mai sentito parlare”, dice il ragazzino con il piercing di Muralto tenendo gli occhi bassi. Nega anche l’altro ragazzo davanti al quartiere Maghetti a Lugano, quello indicato da altri suoi coetanei come il re dei pusher della pillola blu. Ma basta attendere un quarto d’ora ed eccolo appoggiato al muro con accanto a un amico. Il passaggio avviene tenendo le mani nascoste dietro la schiena. Il venerdì e il sabato il mercato nero del farmaco da sesso matto si apre su scenari che vedono protagonisti giovani, giovanissimi. “È da tempo che va avanti questa storia, si sballano e poi per paura di andare a vuoto con le ragazzine si bombano di Viagra”, racconta il gestore di un locale del centro di Lugano: “Io li vedo, li osservo e conosco le loro mosse da tempo”. E che lo spaccio di pilloline miracolose per l’erezione sia diffuso, lo conferma anche il buttafuori di una discoteca del centro: “Le distribuiscono tra di loro, io più d’una volta gli ho detto di stare attenti, quella è robaccia”. Robaccia, già. Lo conferna anche il farmaci- Al mercato clandestino di Viagra, spacciato dai ragazzini a 10 franchi sta cantonale, Giovan Maria Zanini: “Abbiamo sufficienti elementi per dire che questo tipo di farmaco, che continua ad avere un alone mitico, si vende fuori dal circuito ordinario delle farmacie. Si tratta tuttavia di prodotti non garantiti. Un anno fa ci sono arrivate segnalazioni concrete di una combinazione tra Viagra ed ecstasi”. Una bomba, soprattutto se costruita con prodotti non conformi alle norme, di quelli che possono contenere di tutto. Basta guardare le pastiglie: la scritta della casa di produzione, la Pfizer, non è mai marcata con i caratteri originali. E anche il colore spesso è diverso. Ma ai ragazzi, questo, importa poco. Lo spaccio continua, notte dopo notte. Si spaccia a Locarno, a Bellinzona e Lugano. Tra le stazioni, le piazze, fuori da discoteche e bar. Chi ha necessità può andare dal suo pusher. Che, IL PERICOLO Pastiglie di Viagra, al mercato nero vengono vendute pasticche simili molto pericolose un medico a dire sì o no al Viagra”. Insomma, la faccenda è seria. Il mercato clandestino di Viagra rivelato dal Caffè preoccupa soprattutto per i rischi che comporta. Comperata per strada, la “magica” pillola potrebbe anche mettere in serio pericolo la salute di una persona. “Proprio perché stiamo parlando di farmaci potenzialmente rischiosi - ribadisce Denti-, la prescrizione medica è assolutamente indispensabile”. fanno notare alla Polizia, commette diversi reati. Dalla vendita di farmaci non omologati, visto che si tratta peraltro di prodotti che hanno bisogno di una prescrizione medica (possono creare seri problemi a chi ha disturbi di cuore) e che solo in casi rari vengono rimborsati dalla cassa malattia, “sino al pericolo per terzi”. E qui si va sul penale: perché nel caso in cui qualcuno dovesse stare male sarebbero guai seri. “Ma i ragazzi a questo non pensano, a loro importa solo aumentare le prestazioni”, nota il gestore del locale di Lugano. Il consumo di Viagra ha un mercato vasto. Chi lo vende ha anche un altro tipo di clientela: quella promossa dal passaparola, e formata soprattutto da italiani che arrivano per un tour attraverso i locali a luci rosse. Ma in questo caso, racconta chi è bene informato, il prezzo lievita: da 10 a 15 franchi. Tanto lo comprano lo stesso. [email protected] Udienza con rito abbreviato per il direttore marketing del Casinò di Lugano accusato di truffa e bancarotta Il fallimento del club dei vip davanti al giudice Ti-Press IL DIRIGENTE Paolo Guarnieri, responsabile marketing del Casinò di Lugano La sentenza arriverà a fine maggio. Per ora restano le accuse. Si è aperto venerdì scorso nell’aula 32 al settimo piano del palazzo di giustizia di Milano il processo con rito abbreviato nei confronti del responsabile marketing del Casinò di Lugano, Paolo Guarnieri. Le accuse al manager della casa da gioco riguardano il fallimento della società Circle Club, di cui era amministratore delegato, creata nel 2005 dall’imprenditore svizzero Riccardo Schmid, anch’egli finito sotto indagine. Il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Milano Giuseppe Vanore, ha rinviato al prossimo 3 maggio la discussione e al 23 la sentenza del giudizio abbreviato per Guarnieri (Schmid invece ha scelto la via ordinaria). Il giudice, in prima battuta, ha cercato di ricostruire la vicenda attraverso le dichiarazioni di Guarnieri, che si è difeso dalle ipotesi d’accusa di truffa e bancarotta fraudolenta promosse dal pub- blico ministero Isidoro Palma, titolare dell’inchiesta con il collega Luigi Orsi. L’indagine della Procura era nata a seguito delle denunce presentate contro il manager del Casinò e contro Schmid da parte di Riccardo Pietro Lippolis e Michele Tritto, due imprenditori che quat- A fine maggio la sentenza per una vicenda nata da un crac contestato tro anni fa avevano deciso di rilevare la società. CircleClub, secondo le intenzioni del suo creatore e del suo management, avrebbe dovuto consentire una nuova formula per la fruizione dei beni di lusso. Dietro il pagamento di una quota annuale di circa 20mila euro gli iscritti al “circolo” avrebbero potuto utilizzare aerei, auto di grossa cilindrata, elicotteri, yacht, barche a vela, ville e opere d’arte per un determinato periodo di tempo. Ma le cose non andarono come sperava Schmid che, nel 2008, decide di cedere la quasi totalità delle quote societarie. Ma, e questo è uno dei particolari contenuti in una delle denunce, non appena comincia l’analisi dei conti, Lippolis e Tritto sostengono che qualcosa nei bilanci non torna e si rifiutano di pagare quanto ancora dovuto. Una mossa che non solo dà il via alla guerra giudiziaria, ma che inevitabilmente segna la fine del CircleClub. Che arriva nel 2009 e a seguito della quale Lippolis e Tritto presentano un esposto contro l’ex socio e l’ex ad (nel frattempo sostituito). Accuse che sia Schmid sia Guarnieri hanno sempre rigettato con decisione, sostenendo che i problemi di liquidità erano stati determinati dalla volontà dei due acquirenti di non procedere all’aumento di capitale. g.b.