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Edizione Settembre 2010 - Il Giornale di Castelnuovo

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Edizione Settembre 2010 - Il Giornale di Castelnuovo
Il Giornale di Castelnuovo
Periodico di informazioni, opinioni e approfondimenti della Garfagnana
Redazione via traversa Vecchiacchi, 17 - 55032 Castelnuovo di Garfagnana (Lucca).
Email: [email protected] - www.ilgiornaledicastelnuovo.it
Anno IV - Numero 33 - Settembre 2010
IO
G
AG
OM
Direzione via Terme di Traiano, 25 - 00053 Civitavecchia (Roma)
Registrazione n. 871/07 del 19/12/2007 presso il Tribunale di Lucca
E’ l’ora di avere coraggio e dire NO all’inceneritore
Siamo tutti di fronte ad una scelta
E' come quando piove e ci troviamo
tutti quanti per strada senza ombrello.
L'acqua cade giù e non fa distinzione
bagnando tutti.
Ecco la presunta e ventilata follia della
riapertura dell'inceneritore di Castelnuovo è come subire tutti quanti un rovescio
di
acqua
e
gelo
contemporaneamente. Tutti quanti,
tutti, ma proprio tutti, inzuppati e fradici come essere finiti dentro al lago di
Pontecosi.
Non c'è scampo. Inutile cercare di fuggire perché questa volta la mannaia
della tragedia tocca tutti. Inutile cercare
di nascondersi dietro ad un dito.
Avere un inceneritore dentro la Garfagnana significa avere più morti di cancro, leucemie dei bambini, malattie
polmonari e coronariche e mille altri
mali, dall'asma all'aumento delle allergie.
Per non parlare dell'ecosistema. Si parla
tanto di valle del Bello e del Buono e poi
si vanno a bruciare migliaia di tonnellate di plastica e robaccia varia.
A cosa serve investire sulle Fortezze, sui
Musei, sugli eventi culturali se i turisti
non verranno più?
A cosa serve stimolare la produzione
del miele, dei formaggi, delle carni,
degli insaccati, del latte o raccogliere
funghi, castagne, mirtilli se tutto sarà
contaminato dalle polveri assassine e
dalla diossina e noi saremo morti e sepolti di un male terribile che ci porteremo dentro.
Ma non solamente malattia dei nostri
preziosi organi. Un altro cancro oggi è
già presente tra noi e si chiama codardia e ignavia. Non partecipazione e
scelta del silenzio. E' l'ora invece di alzare la mano e di non essere asini.
E' l'ora di avere il coraggio di dire no.
No per i nostri figli; No per le nostre
terre; No per i nostri animali; No per il
nostro cielo; No per la nostra acqua;
No per ogni momento che vogliamo
ancora vivere in Garfagnana.
Quella di riaprire l'inceneritore è una
scelta destinata a cancellare ognuno di
noi. Tanto vale iniziare ad allargare i cimiteri della Valle perché presto saranno
pieni. Pieni dei nostri sogni, delle nostre
speranze, dei nostri sorrisi.
I loculi non basteranno perché non ci
sarà spazio neppure per chi ora non ha
avuto il coraggio di dire NO.
Presto anche la Garfagnana non esisterà
più colma di cenere. Grigia di un male
silenzioso con le ambulanze lente verso
i reparti di oncologia di mezza Italia. E
non basteranno i letti degli ospedali ad
accogliere i nostri corpi finiti e dolorosi.
No, noi non ci stiamo a seguire questa
pazzia.
Pazzia che ognuno di noi deve impedire. E' l'ora che ognuno di noi dica un
forte NO.
No all'inceneritore perché qui vogliamo
la vita.
E se trovate forte e duro, oltre ogni limite, questo mio editoriale è perché non
NO
sapete che di immondizia bruciata in
una valle chiusa come la Garfagnana si
muore. Non c'è scampo. Non ci sono alternative. Il mio non è allarmismo senza
freni; è una dura, cruda, terribile verità
e sfido chiunque ad affermare il contrario. A dimostrare che i fumi di un inceneritore a pieno regime, che brucia ogni
cosa, oltre all'immondizia, in una valle
chiusa come la nostra valle, sono fumi
benefici e salutari. A me basta anche
solo un morto per dire, sottolineare, per
ribadire il mio NO.
E voglio vedere in volto, pubblicamente, chi firmerà per questa riapertura. Chi si prenderà la responsabilità di
apporre la propria firma su questo atto
di morte.
Ebbene chi è pronto a firmare deve poi
andare a vivere con la propria famiglia
accanto all'inceneritore. Dormire, mangiare, vivere a venti metri dal male che
ha voluto riaprire. Stare vicino, vicinissimo, alla propria creatura e se tra due,
tre, quattro, cinque, sei anni, saranno lui
e tutta la sua famiglia ancora sani, sarò
pronto a scusarmi pubblicamente.
Ma che ci sia questa postilla nei contratti. Chi firma va a vivere all'inceneritore.
Eppure siamo ancora in tempo per
uscire da questo dramma.
Possiamo ancora evitare tutto il male
derivato dall'inceneritore.
Come? Riciclaggio; raccolta differenziata; compostaggio.
Raccogliere carta e cartone; ridurre l'uso
della plastica; consumare meno e usare
il cervello quando si utilizzano gli oggetti.
Esempi concreti: non comprare per
esempio più l'acqua imbottigliata ma
costringere i gestori degli acquedotti a
darla sana e pulita (che controsenso in
Garfagnana non bere l'acqua del rubinetto); tutti gli scarti dei cibi (come le
bucce delle banane o delle mele) possono essere messi nei compost per fare
concimi naturali per le piante. La plastica come il vetro possono essere raccolti e venduti alle società che si
occupano del riclico dei prodotti. Se, se
la vengono a prendere, possiamo anche
regalargliela, basta che non venga bruciata.
Cari lettori qui non sta solo piovendo,
sta diluviando e ognuno di noi si sta
inzuppando. A questo punto tutti
siamo chiamati, prima che sia troppo
tardi, ad esprimere il proprio NO, forte
e chiaro.
Non è il momento di chiacchiere, di litigi, di nascondimenti. Solo i pazzi sono
disposti a firmare il proprio atto di
morte. Che lo facciano, ma a casa loro.
Non si gioca con la pelle degli garfagnini. Da Ponte di Calavorno, dalla
Garfagnana Lucchese, e salendo verso
Barga, alla Garfagnana Fiorentina, e poi
verso Castelnuovo alla Garfagnana
Estense, deve essere univoco e forte il
NO alla riapertura dell'inceneritore.
A primavera del 2011 si voterà per le
elezioni provinciali. Ora più che mai abbiamo bisogno di politici pronti a lottare
per la nostra terra. Pensateci.
Nel frattempo, se non si fosse ancora capito, io grido il mio no all'inceneritore.
Punto e basta.
Andrea Giannasi
LEȱAVVENTUREȱDIȱLUDOVICOȱARROSTO
Benvenuti nella città del bello e del buono…..se non fosse per quello strano fumo!!!
Non ci sarebbe
da stupirsi se...
Ma cosa sta accadendo di grave alla
nostra terra?
Semplice: sulle mappe geopolitiche la
Garfagnana sta diventando lentamente sempre più trasparente. Logica
del voto e dei giochi politici. Logica di
un mancato sviluppo legato a fattori
antropologici e geografici endemici e
storici.
Fatto sta che la Garfagnana sta diventando sempre più invisibile.
Trasparente.
E questa trasparenza la rende terra di
passaggio, di confine. Limes come le
più lontane province di un impero con
una testa molle e vuota. Una testa sempre più tesa al profitto e sempre meno
attenta ai bisogni quotidiani della
gente.
Insomma contiamo sempre meno e
sempre di più diventiamo terra di piccola conquista.
Terra adatta a piccoli grandi saccheggi di nuovi barbari, pronti ad
ogni gesto.
Non ci sarebbe da stupirsi dunque se
ci troveremo sommersi dalle enormi
ecoballe della crisi dell'immondizia
napoletana. Ecoballe gettate nei fuochi
di enormi inceneritori. Oppure scoprire che nelle visceri carsiche delle
Apuane si possono buttare i resti delle
barre impoverite delle centrali nucleari
europee. Roba contaminata e radioattiva che nessuno vuole, ma che in una
terra trasparente e silenziosa, si potrebbe anche andare a gettare.
O che l'acqua dei nostri laghi e dei nostri fiumi o ruscelli possa essere intubata a fondovalle e venduta a peso
d'oro. Perchè questo lo sappiamo tutti:
l’acqua della garfagnana NON è dei
garfagnini.
E non mi stupirei neppure di vedere al
posto della Croce sulla Pania una
enorme pala eolica che farà compagnia
ad altre cento fino sul Pisanino. Tanto
nessuno andrebbe più in giro sulle
montagne. E poi ci sarebbero i campi
fotovoltaici, enormi e lucenti spalmati
fino a coprire ogni filo d'erba nella
parte “calda” della valle.
Per non parlare del business del futuro: la cacca.
Non è sconosciuto che è “la cosa maggiormente prodotta al mondo e gettata
via”. Insomma non sfruttata. Ebbene
dalla Germania al Canada stanno studiando il sistema per riciclarla.
Ma la cosa puzza.
E molto.
Preparatevi a turarvi il naso perché ci
scommetterei che qualcuno sta già
pensando a quella zona invisibile che
se ne sta al nord della Toscana e che si
chiamava...
Il direttore
Pagina 2
Numero 33 - Settembre 2010
Il Giornale di Castelnuovo
Uno speciale “Dito nell’occhio” con due lettere ricevute in redazione
Chi ha perso un cantiere?
Abbiamo ricevuto in redazione
negli ultimi giorni due segnalazioni.
Vi segnalo che sul Piano della
Pieve, precisamente in via
Gino Bartali, da maggio esiste
una situazione perlomeno paradossale. Ve la racconto.
A maggio 2010 una ditta ha
cominciato i lavori per l’interramento sotto la sede stradale
dei tubi per il metano e la sistemazione delle valvole che
serviranno poi le nuove
utenze che si affacciano proprio in quella via.
Ovvia la presenza di escavatori, camion e l’inizio delle
profonde tracce sotto la
strada.
Poi è arrivato il caldo e l’iniziale lentezza dei lavori è finita per trasformarsi in un
totale abbandono di tutto il
cantiere.
Ad oggi la strada si presenta
come un sentiero di guerra
con cartelli, transenne, buche,
tubi che spuntano da sotto,
ghiaia, materiale inerte e piastre di ferro.
Non manca nemmeno il reale
pericolo che qualcuno finisca
per farsi del male.
I residenti della zona chiedono a chi sa qualche cosa di
ricordare alla ditta incaricata
che se avessero perso il cantiere, noi lo abbiamo ritrovato
ed assicuriamo che è esattamente come lo hanno lasciato.
Lettere firmata
Salve,
volevo segnalarvi il problema
che da diversi mesi interessa
il piazzale del Boario, in via
Pascoli, e noi direttamente
come negozio posto nelle immediate vicinanze.
Oltre al dover sopportare vere
nuvole di polvere al passaggio dei veicoli per la man-
canza della pavimentazione,
da qualche mese di notte vengono scaricati nei pressi dei
cassonetti rifiuti ingombranti
di ogni tipo: stufe, frigoriferi,
televisori, materassi, divani,
mobilia varia.
redamento e il dubbio che
possiamo partecipare direttamente alla discarica è venuto
a diverse persone nelle ultime
settimane. Un dubbio che ci
fa male dato che abbiamo
sempre portato tale tipo di ri-
Il conferimento di tali rifiuti
ingombranti presso il centro
Severa è gratuito.
Noi, oltre che abitare qui, abbiamo anche un negozio di ar-
fiuto nei centri di smaltimento adatti.
Grazie per l'attenzione.
Roberta Toni
Lia Grossi Arredamenti
Abbiamo incontrato un artista castelnuovese
La pittura di Mario Lemmi
Ancora una volta la Garfagnana presenta un artista che
a molti potrà risultare
“nuovo”: Mario Lemmi.
Siamo andati ad incontrarlo
nella sua casa di Castelnuovo
dove egli si esercita nella passione dell’arte pittorica.
Lemmi è più conosciuto per la
sua carica di Priore nella confraternita parrocchiale e per
l’impiego in Enel che per questa sua passione.
Entrati nel suo laboratorio
personale per vedere, sentire
e capire dalle sue parole le
molte tele dipinte ed i tanti
progetti artistici in creazione,
subito ci rendiamo conto di
avere di fronte l’ennesimo artista, abitante nella laboriosa e
commerciale cittadina di
fondo valle.
Tutto ciò testimonia ancora
una volta, se ce ne fosse bisogno, che dobbiamo imparare
molto per apprezzare e valorizzare a pieno i nostri “talentuosi”. Mario Lemmi nasce a
Castelnuovo di Garfagnana
nel 1948.
Dipinge da sempre, a parte un
incidente di percorso con un
insegnante di educazione artistica che lo ha portato a nascondere i suoi lavori fino al
1992 quando il pittore Flavio
Salvatore Raiola lo scopre e lo
lancia verso il mondo dell’arte.
Nel 1997 espone a Pieve Fosciana per la festa della Libertà ed è solo l’inizio di tante
altre mostre.
Oggi, la sua pittura espressionistica, è conosciuta più oltre
le Apuane che in Garfagnana
tanto è che il celebre Romano
Battaglia lo ha definito “il pittore garfagnino che dipinge il
mare”.
Che Lemmi abbia riscosso notevole successo in Versilia lo
dimostrano le parole del Maestro Giorgio Michetti, celebre
pittore viareggino, che ha eseguito grandi cicli pittorici e, riproposto
mirabilmente
l'antica tecnica dell'affresco,
consacrato tra i Maestri dell'arte contemporanea.
Ecco cosa egli dice di Mario:
“Visto invece con occhio più
attento e letto predisponendo
l'animo a più consapevoli letture, Lemmi, ci appare come
pittore fresco e spontaneo; la
sua gente appartiene a quella
parte di umanità la quale, anziché lieta delle conquiste del
progresso e delle sue concessioni, è triste, preoccupata, incerta.
Questi volti esasperati, deformi nella struttura anatomica, ti guardano pieni di
dubbi, di paure e sconcertano.
Si interrogano e ti interrogano
come se aspettassero da te
una spiegazione oppure un
confronto.
Il colore asseconda la scena
con pennellate decise e violente che sembrano cadute
per caso; invece il pittore, con
caparbia decisione, pone con
cura ad esaltare espressioni e
contenuti.
La baldanza delle tinte domina su la malinconia e muta
conversazione e finisce per
coinvolgere anche te in questo
dialogo infinito fatto di eterni
silenzi senza conclusione.
Il razionale si diffonde si'
come il finito all'infinito e ne
consegue una creazione dove
il sentimento oscilla tra il bene
e il male, la relazione e la sottomissione”.
Tutto questo merito all’evento
risalente al novembre 2004
quando nella prestigiosa Sala
delle Grasce, presso il Chiostro di Sant'Agostino a Pietrasanta espone la mostra dal
titolo: “L'evoluzione della
Forma tra Sentimenti e Fantasia”.
Oggi si sta preparando per il
prossimo appuntamento con
il pubblico.
Mario Lemmi sarà Lucca nella
sala espositiva in Corte dell’Angelo, nei pressi di piazza
San Michele, dal 23 ottobre al
7 novembre, con la mostra dal
titolo “il rosso e il nero” in
onore delle gesta calcistiche
della Libertas Lucchese.
Il critico d’arte torinese Aldo
Albani recensisce la mostra
con queste parole: “è nella fe-
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lice occasione di questa rassegna dedicata alla recente performance della squadra di
calcio della lucchese, per la
quale Lemmi nutre una grandissima dedizione, che assistiamo ad un ennesimo
evento d’arte, tempestato di
avventure chiaroscurali intense, laddove ognuno di noi
può riconoscere il volo di un
gabbiamo, assetato di libertà.
Forte l’integra spiritualità metafisica di una pittura audace
schietta ed incisiva, capace di
stupire fino all’inverosimile”.
E’ così che Mario Lemmi
porta le sue “facce” ad olio su
tela, iuta, lino e compensato
nelle sale d’arte della Toscana
a rappresentare la vita di tutti
i giorni con tutte le sue peculiarità, belle o cattive.
Nei dipinti, dal bel “viandante” a “il risveglio” l’attento occhio osservatore
dell’artista ci riporta gli
sguardi di speranza incrociati
al mercato, alla partita, per le
strade e la tela non smette mai
di raccontare la vita.
La figlia Catia definisce con
queste parole la pittura del
padre: “Nella sua pittura è
centrale la manifestazione
dell'espressione ovvero il
"trarre fuori" gli elementi costitutivi del quadro dalla sua
interiorità psicologica ed essenziale.
Le tele comunicano sentimenti forti, scanditi dagli
sguardi penetranti dei soggetti, che stabiliscono un continuo trasferimento emotivo,
tra la realtà vissuta del personaggio rappresentato e quella
dello spettatore, in un processo espressivo che si conclude in una fusione dei
sentimenti”.
Intervista di
Marco Giannasi
Abbiamo ricevuto in redazione molte lettere ed email
legate alla questione di Castelnuovo2 e della costruzione sul Piano della Pieve.
Unanime il giudizio: si tratta
di due ecomostri che deturpano l’ecosistema.
Molte le domande che giriamo a chi ha dato i permessi. Tra queste: come è
stato possibile costruire in un
campo, in zona residenziale
come quella del Piano della
Pieve, una immensa costruzione a tre piani? Stesso discorso per Castelnuovo2 ex
Valserchio: qualcuno ricorda
la fabbrica e la sua estensione
e altezza?
Perchè fare così tanti piani in
un centro storico medievale
come quello di Castelnuovo?
Infine: come mai il cantiere
della exValserchio è fermo da
mesi, mentre quello del Piano
procede a rilento? E’ vero che
ci sono difficoltà? E se sì
quali?
Insomma la popolazione si
pone delle domande.
A chi tocca rispondere?
Il Giornale di Castelnuovo
Redazione: via traversa
Vecchiacchi, 17
55032 Castelnuovo Garfagnana
Direttore
Andrea Giannasi
Caporedattrice Barbara Coli
In redazione
Marco Giannasi
Gabriele Coli
Matteo Ferranti
Fabrizio Ferrari
Piergiorgio Leaci
Fotografie
Antonella Bertolini
Gabriele Coli
STUDIO BIANCO
Direzione e sede legale:
via Terme di Traiano, 25
Civitavecchia ROMA
Gruppo editoriale
Giannasi editore
P.iva 09345201009
Stampa
Tipografia Etruria
via della Vittoria
Civitavecchia ROMA
www.ilgiornaledicastelnuovo.it
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di via San Giovanni
Barga - Edicola Poli (via Pascoli)
Gallicano - Edicola (via Serchio)
Castiglione di Garfagnana
(all’edicola bar Marcalli)
Camporgiano
Poggio (Bar Valiensi)
Roggio (presso l’edicola/bar)
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Lucca, Girovita, Piazza San
Martino
Il Giornale di Castelnuovo
Numero 33 - Settembre 2010
Pagina 3
Intervento dell’Associazione che da anni lotta per la valle e i suoi abitanti
Non bruciamoci la Garfagnana
L'Associazione per il Turismo
in Garfagnana e Media Valle
del Serchio interviene con
questo comunicato stampa sul
tema riguardante il destino
dell'inceneritore di Castelnuovo di Garfagnana e del
soggetto gestore (Se.Ver.A.
Spa). In particolare le notizie
riguardanti il futuro dell'impianto, attualmente fermo per
inadeguatezze tecniche e
ormai a fine vita, sono ritenute non sostenibili in quanto
riferibili alle seguenti due ipotesi:
il quinto adeguamento
consecutivo
con
enormi costi che ricadranno
su Comuni e Cittadini mantenendo la stessa potenzialità
nonostante la legge imponga
di diminuire drasticamente i
rifiuti prodotti (mediante riduzione alla fonte e raccolte
differenziate)
costruzione ex novo
di un grosso inceneritore mediante l'ingresso di un nuovo
socio in Se.Ver.A. spa.
L' Associazione, di fronte all’ennesima proposta di trasformare la Garfagnana (terra
per antonomasia di montagne, acque, parchi e buon vivere)
in
un
sito
di
importazione e incenerimento
rifiuti afferma a nome delle
circa 60 aziende associate la
netta avversione a quanto
proposto.
Oltre alle ovvie questioni di
salute pubblica, preme sottolineare il danno di immagine
e marketing che già oggi deriva a causa della profonda incoerenza tra la presenza di un
inceneritore e l'idea di “Garfagnana terra di parchi e prodotti
agroalimentari
di
qualità”. In termini economici
significa danneggiare il turismo, cioè il settore in cui sono
stati realizzati i più importanti
investimenti privati e pubblici
negli ultimi anni e che dà occupazione a centinaia di persone offrendo opportunità di
reddito per molte famiglie
della valle, sia direttamente,
sia per la positiva ricaduta
sull'indotto (si pensi alle ditte
che svolgono servizi o vendono prodotti alle strutture ricettive, a quelle coinvolte
nelle ristrutturazioni edilizie,
ecc.). Tale incongruenza pare
particolarmente grave per
quanto riguarda le produzioni agroalimentari tipiche
che costituiscono uno dei motivi di maggiore attrazione
per la valle e la ragion d'essere
dell'agricoltura, cioè della
principale forma di salvaguardia del territorio e del
paesaggio e di prevenzione
del dissesto idrogeologico.
Per questi motivi, rivolgendosi a tutti gli amministratori
della Garfagnana, l' Associazione chiede che i rifiuti vengano finalmente gestiti in
modo consono alle caratteristiche della nostra Valle e alla
sua vocazione agricolo-turistico-ambientale.
In particolare, si individua
come priorità la pianificazione del modo più rapido
per raggiungere i livelli di raccolta differenziata previsti
dalla legge (55% adesso e 65%
al 2012) dopo di che lo smaltimento del poco indifferenziato
residuo
non
rappresenterà un problema né
potrà giustificare qualsiasi investimento per impianti di
smaltimento finale di rifiuti
(inceneritori e/o discariche)
sul nostro territorio.
Infine, a conoscenza dell’inizio dell’iter per la revisione
del "Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia
di Lucca", l'Associazione
chiede che l’Amministrazione
Provinciale applichi correttamente per la Garfagnana le
"Norme per la tutela dei territori con produzioni agricole
di particolare qualità e tipicità" previste dal D.lgs.
228/2001, che, all'art. 21, che
vietano espressamente la presenza d’impianti di tratta-
LETTERA IN REDAZIONE
Tutti possono sbagliare!
Spett.le Redazione,
ho letto sull’edizione cartacea del vostro giornale di Agosto, uscito in questi primi giorni di Settembre, la lettera di Gabriele Turri, presidente del Cai di Castelnuovo, riguardo il depliant della
Settimana del Commercio.
Gli stimoli a migliorare sono sempre molto graditi e siamo concordi nel dire che molte cose possono essere migliorate. Per questo ringrazio il contributo dell’amico Gabriele Turri, fa piacere
vedere che qualcuno non osserva e basta, ma si accolla anche la briga di prendere, una volta
carta e penna, oggi di accendere un pc, e scrivere un commento.
Quest’anno ho avuto il piacere di collaborare ad alcuni aspetti organizzativi della Settimana del
Commercio e credo di poter dire che organizzatori, redattori e tipografo chiedono quindi scusa
per il “pressappochismo professionale” che ha portato alla pubblicazione del depliant con un
gravissimo refuso che rischia di far ricoprire l’intera manifestazione sotto un “manto di ridicolo”. Si, è vero, nel depliant “Forze dell’Ordine” era scritto con una “s” al posto della “z”. Non
per ipotizzare una presunta assenza d’ordine, ma, semplicemente, per una grave svista. Siamo
felici che al riguardo non ci sia stata indifferenza.
Ci permettiamo però di segnalare che in Inghilterra (come riporta l’Oxford Dictionary pubblicato dalla Oxford University) per dire BALLO si usa la parola BALL (sostantivo maschile). Addirittura “Baby Ball” risulta essere meno maccheronico del più comune – IN ITALIA - “Baby
Dance”. La lezione da trarre? Che tutti possono sbagliare e che è sempre bene non dare nulla per
scontato.
Luca Dini
mento rifiuti nelle zone con
produzioni agro-alimentari
certificate (DOP, DOC, IGP),
agricoltura biologica e agriturismo. Intenzionati ad indire
alcuni incontri per confrontarsi su questo tema, invitiamo fin d'ora tutti gli
organismi associativi della
valle che vedono danneggiati
i propri interessi ad un tavolo
di lavoro congiunto per evitare i danni irreversibili che
decisioni scellerate nella materia qui trattata potranno determinare.
Danilo Musetti
Presidente dell'Associazione per
il Turismo in Garfagnana e
Media Valle del Serchio
I nuovi bandi emessi dal
Gal Garfagnana
Presentati presso la sede della Comunità Montana due nuovi bandi
emessi dal Gal Garfagnana a sostegno di attività sociali e culturali.
“Sono due bandi molto importanti della nostra programmazione commenta il Presidente del Gal Luigi Favari - e la novità rispetto alla
programmazione passata è quella di aver alzato la percentuale di
contribuzione, infatti i bandi presentati portano una percentuale di
contributo pari al 100% con il fine di sostenere le azioni progettuali
degli enti locali senza grosse partecipazioni economiche.
Questo è stato possibile grazie a una forte attività di concertazione
fatta tra il Gal Toscani la Regione e l’Unione Europea.
Nei bandi le priorità qualificanti per accedere alle risorse sono i fini
occupazionali dell’intervento con il chiaro scopo di contribuire alla
crisi occupazionale in essere. In definitiva la nostra intenzione e
quella di promuovere sul territorio azioni di sviluppo che valorizzi
la nostra realtà territoriale con elementi innovativi per avviare nuove
azioni di crescita economica e sociale. E su questa impostazione che
come gal vogliamo operare, impostazione che già nel passato ha dato
buoni frutti. Con progetti innovativi abbiamo creato nuove realtà
economiche e aperto nuovi canali di valorizzazione territoriale creando opportunità e crescita.
Con questi due bandi nel 2010 il Gal Garfagnana Ambiente e Sviluppo - aggiunge Favari - ha messo a Bando sul territorio circa 5 milioni di euro per gli interventi di sviluppo rurale con la concreta
possibilità di arrivare a 11 milioni di euro nella seconda fase di programmazione 2011- 2013.”
Il Bando misura 321 “servizi essenziali per l’economia rurale reti di
protezione sociale” consente di sostenere la realizzazione, l’avvio e
il consolidamento di strutture per i servizi sociali in zone rurali a favore di: anziani; persone a bassa contrattualità; giovani; famiglie; minori. Il contributo è al 100% per quanto riguarda gli investimenti
mentre la gestione del progetto è finanziabile con percentuali diverse
fino ad un massimale dell’80%.
Per quanto riguarda la 323, tutela e riqualificazione del patrimonio
rurale “Riqualificazione e valorizzazione del patrimonio culturale”.
“La finalità del bando - conclude Luigi Favari - prevede il recupero
delle emergenze storico-architettoniche, culturali e naturali per migliorare il contesto ambientale a favore dei residenti e dei turisti.
L’altro obiettivo e quello di integrare le attività economiche dei vari
settori con l’identità dei cittadini.
Con questi due bandi nel 2010 il Gal Garfagnana Ambiente e Sviluppo ha messo a Bando sul territorio circa 5 milioni di euro per gli
interventi di sviluppo rurale con la concreta possibilità di arrivare a
11 milioni di euro nella seconda fase di programmazione 2011- 2013.
L’interesse dimostrato fino ad oggi dalle imprese e gli enti locali fa
ben sperare che le risorse messe a bando possono contribuire in maniera positiva alla crescita economica della nostra area.”
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Numero 33 - Settembre 2010
Il Giornale di Castelnuovo
Si sta avvicinando la Giornata del Senso Civico
Le barriere dell’ignoranza
Dolore: perché non adirarsi con Dio?
Intervista con il Teologo Angelo Pini
"Nudo uscii dal grembo di mia madre, e nudo vi ritornerò. Il Signore ha dato, il Signore ha tolto, sia benedetto il nome del Signore!". In tutto questo Giobbe non peccò e non attribuì a Dio nulla di ingiusto.
(Giobbe cap 1 – 22,23)
La giornata del senso civico
dedicate alle “Barriere Architettoniche” e non solo . .
Il prossimo ottobre si svolgerà la terza edizione della
“Giornata del senso civico”;
per questa edizione abbiamo
pensato ad un tema che coinvolge a diverso titolo amministratori, portatori di handicap
e cittadini “normo dotati”.
Parleremo ma soprattutto cercheremo soluzioni al problema
delle
barriere
architettoniche.
Per certo parlare di problema,
come potrete anche voi constatare venendoci a trovare, è
errato: quando parliamo di
problemi ci limitiamo molto
spesso ad intendere questioni
difficoltose che ci sono capitate fra le mani, in questo
caso, nella maggior parte dei
casi, i problemi le causiamo
noi.
Li causano gli amministratori
distratti quando accettano
progetti insensati che non tengono conto di chi, non certo
per scelta, non può vedere e
non può camminare o più
semplicemente di chi, si pensi
ad una madre, deve potersi
muovere in tutta tranquillità
con il proprio passeggino; lo
causiamo noi stessi quando
“invalidiamo” le poche vie di
accesso con la nostra imperiosa ignoranza che si chiama:
auto parcheggiata sul marciapiede, auto parcheggiata in
stalli dedicati ai disabili ecc.
Insomma, il prossimo ottobre
parleremo dell’ignoranza a
360°, quella che prima o poi
colpisce tutti, in maniera attiva o passiva; comprenderemo come la questione della
barriere architettoniche è soprattutto culturale prima che
politica o progettuale.
Saremo chiamati in causa tutti
NOI come personaggi attivi,
nel bene e nel male, nella città
che viviamo e che siamo chiamati a far vivere.
Ecco, quando parliamo di accessibilità per tutti i luoghi
pubblici (Ospedali, scuole,
teatri, piazze, cinema, giardini
ecc) parliamo del diritto ad
avere un vita normale ma soprattutto, basterebbe, non di-
versa dagli altri per tutti i nostri concittadini (o ospiti della
nostra città) che sono chiamati
a vivere con l’ausilio di una
carrozzina o di un bastone o
non possono vedere.
Parlare del buon vivere senza
trattare, questa volta, di ambiente salubre o di buona tavola ci porterà a comprendere
piccoli dettagli della nostra
vita che a volte, non per cattiveria ma per una mancanza di
cultura e di senso civico (appunto!) trascina a terra la vita
degli altri; nella loro invalidità
la nostra violenza (perché parcheggiare su di una rampa di
accesso è pura violenza) diventa insopportabile ed
odiosa.
Ma assieme cercheremo anche
buone prassi, valuteremo prospettive e cercheremo di impegnarci: noi ed i nostri
amministratori per far diventare Castelnuovo una città
davvero aperta ed accessibile;
lo faremo con tanti amici: Lorenzo, Angelo, Cinzia; saranno presenti i nostri
amministratori e cercheremo
di affrontare, magari con
qualche nome conosciuto,
questo nostro modo egoistico
di vivere.
Con Angelo Pini, teologo e da
sempre in sedia a rotelle per
una tetraparesi spastica, affronteremo in questi giorni un
giro per la nostra città, riprenderemo tutto con la nostra telecamera per individuare i
punti nevralgici e le barriere
più insidiose; sarà uno strumento in più per avviare un
dibattito e far aprire gli occhi
su questo tema.
Insomma di carne al fuoco ne
metteremo tanta e non ci accontenteremo delle sole barriere “in cemento o asfalto”
ma oseremo affrontare, ancora con il nostro amico Angelo, quelle barriere, forse più
insidiose e nascoste, che ci impediscono di rapportarci normalmente e tranquillamente
con i portatori di handicap,
troppo presi ad averne pietà o
disinteressati forse in medio
stat virtus?
Ci vediamo presto!
Matteo Ferranti
In tutto il dolore di Giobbe (i propri beni ed i propri figli vengono spazzati via nel medesimo
giorno) non si trova il minimo risentimento verso il Signore, anzi.
“Il Signore ha dato il Signore ha tolto, sia benedetto il nome del Signore!”, che fede folle, insensata, al limite dell’incomprensibile, anzi ben oltre. Che fede meravigliosa.
Con queste parole nel cuore mi sono voltato verso il mio caro amico e Teologo Angelo Pini, e
con lui abbiamo guardato i molti volti presenti durante la Santa Messa domenicale: quanti dolori, quante tragedie, tante quante quei volti e quelle mani protese egualmente verso Dio Padre.
Perché non sono adirati verso Dio? Hanno davvero risposto come Giobbe?
Mi sono permesso di chiedere spontaneamente ad Angelo, in sedia a rotelle da sempre e da
sempre impossibilitato a parlare: perché non ce l’hai con Dio? Affido a voi e a me la sua risposta.
Quando parli di “rabbia” che può essere presente in quelle famiglie che hanno un figlio, una
figlia, un fratello, una sorella affetti da una malattia grave o hanno perso un loro caro , la
prima questione potrebbe essere molto più complessa: sono arrabbiati con Dio o con se stessi?
Vorrei cominciare con un brano del vangelo di Giovanni, nel capitolo 9, il brano parla di quel
cieco che Gesù ha guarito ed in particolare voglio sottolineare la domanda che i discepoli fanno
a Gesù diretta a capire se è per colpa sua o per colpa dei suoi genitori che egli è in quella situazione. Gesù risponde molto chiaro: “Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio”, in altre parole, non hanno nessuna colpa entrambi ma è la
volontà del Padre che sta nei cieli.
Gesù è stato molto chiaro con i suoi discepoli ed è chiaro con noi: la vita che ci ha dato è un suo
dono, e non importa, per farti un esempio concreto, se io sono in carrozzina e tu sei sano! Certo,
questo si rivela ai semplici, coloro che vivono la loro vita semplice nella “povertà” profondamente arricchiti nello Spirito.
La presenza di queste bellissime persone è cementata nella profondità del loro cammino di fede,
non facile, assolutamente, aiutati dalla semplicità e sincerità!
C’è però un interagire tra questa fede degli “ultimi” o meglio dei primi e noi che ci riteniamo
fortunati per non essere toccati da simili dolori?
Certo, è il sapere amarli per chi soffre è importante sentirsi amato, quella piena e vera caritas che
non è banale pietà ma è qualche cosa di più coinvolgente ed impegnativo: il punto cruciale è lì!
Quale invito, allora?
Cercare di vivere e vedere, ed insegnare ai propri figli a fare lo stesso, con gli occhi della fede
pura, allora si che riusciremo a vivere in serenità, così, anche un figlio disabile o malato riceve
il vero bene perché sa di essere un dono che Dio ha dato ai suoi genitori, anche se è sulla carrozzina!
Intervista di
Matteo Ferranti
Il Giornale di Castelnuovo
Numero 33 - Settembre 2010
Pagina 5
Intervista al presidente Marco Bertoncini
Torrite United: una squadra decisa!
Abbiamo incontrato il Presidente dell’ A.S.D. “Torrite
United” Marco Bertoncini.
Cosa ha spinto un gruppo di
ragazzi ad impegnarsi in
questa nuova avventura calcistica?
Oltre alla nostra grande passione per tutto ciò che è calcio,
abbiamo deciso di impegnarci
in prima persona perché sposiamo a pieno lo spirito guida
di questa società, che è, e resterà, quello del divertimento
e della partecipazione collettiva in modo da poter creare
un numero sempre maggiore
di momenti di aggregazione
sociale.
Dare un’alternativa ed una
possibilità a tutti quelli che
per qualche ora a settimana
vogliono fare dello sport e dimenticare per un attimo i piccoli grandi problemi che tutti
hanno.
Non è un caso che alla fine di
ogni partita ci ritroviamo tutti
davanti ad una bella pizza ed
una birra a commentare la
gara appena trascorsa e praticamente ogni mese cerchiamo
di organizzare una grigliata o
una cena per passare una serata in allegria.
In Garfagnana il calcio dilettantistico ha raggiunto un
buon livello grazie anche
alla serietà delle singole
squadre.
Verissimo, difatti tra i valori
fondanti della mia società ci
sono la serietà, la lealtà e ovviamente la passione per questo sport.
Il paese vi segue in questa
avventura o c’è freddezza?
Tutto il paese è sempre stato
molto vicino alla squadra, sia
nelle amichevoli prima del
campionato che alle partite
ufficiali, sostenendoci anche
in trasferta. Addirittura nelle
trasferte più vicine, erano presenti sugli spalti più tifosi nostri che tifosi locali. In casa,
poi, il nostro pubblico è il classico dodicesimo uomo in
Torrite: la rosa completa
campo sempre pronto a incitarci. Numeroso e caloroso,
con cori e coreografie, è un
pubblico di parecchie categorie superiori.
Dovendo riassumere in una
parola la sua squadra quale
userebbe?
Decisa, decisa a fare bene.
Dove pensa che possa arrivare il “Torrite United” quest’anno?
Essendo il nostro primo anno,
non conosciamo l’organico
delle altre squadre partecipanti al campionato quindi
saremo molto più in difficoltà
rispetto agli altri, comunque
la mia squadra ha iniziato ad
allenarsi dal 23 agosto, inizio
della preparazione, consapevole del livello di forma fisica
dei nostri giocatori e delle difficoltà che incontreremo durante l’anno.
Ciò premesso credo sia impossibile ad oggi fare una previsione di dove arriverà la
nostra squadra, so che qualsiasi sarà il nostro posto in
classifica, ce lo saremo guadagnato giorno per giorno, con
umiltà, voglia, entusiasmo e
spensieratezza che solo un
gruppo affiatato di amici può
avere.
Che cosa si sente di dire ai
suoi giocatori?
Come presidente, ma anche
come tifoso, li invito a dare
sempre il meglio delle loro
possibilità in campo. Serietà e
professionalità per un loro futuro calcistico nella speranza
che qualcuno di loro faccia
carriera nel mondo del calcio.
Infatti all'interno della squadra ci sono molti elementi validi che per caratteristiche e
qualità di gioco potrebbero
andare avanti ed altri ancora
che stanno crescendo calcisticamente.
Intervista di
Barbara Coli
Alla 4^ geometri
il “Campedelli”
La finalissima dell’annuale
torneo di calcetto tra gli
alunni dell’Itcg “Campedelli” di Castelnuovo, disputata sul campo in
sintetico di Parco Dronero a
Castelnuovo, è stata vinta
dalla formazione della 4A
Geometri, composta da Ferrari, Alessio Muccini, Matteo
Bechelli, Alessandro Borgia,
Matteo Rinaldi, Francesco
Satti. I campioni hanno superato per 3-2 la squadra
della 5A Geometri (Andrea
Gonnella, Elvin Sheu, Rilind
Sheu, Gianluca Pierotti, Lorenzo Dini, Stefano Bertolini,
Matteo Giovannetti). L’organizzazione del torneo, a cui
hanno partecipato 18 squadre, è stata dei professori di
Educazione fisica Lino Tognocchi e Luigi Mele.
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Cucina casalinga a base di pesce
Via Fratti 386 - Viareggio
Tel. 058449788 - Cell. 3336952206
Chiuso il mercoledì
Cristian Bonaldi -ATTACCO
Giovanni Buonocore - DIFESA
Alessandro Mazzei - PORTIERE
Valentino Bonini - ATTACCO
Stefano Dini - DIFESA
Luca Marcucci - ATTACCO
Mohamed Amar - CENTROCAMPO
Abdellah EL Hamidi - DIFESA
Makhlouf Abdelfattah - CENTROCAMPO
Marco Marchetti - CENTROCAMPO
Nicola Pucci - ATTACCO
Riccardo Marinai - DIFESA
Simone Mazzei - ATTACCO
Andrea Previtali - ATTACCO
Riccardo Evangelisti - CENTROCAMPO
Matteo Pieroni - DIFESA
Stefano Pioli - DIFESA
Francesco Cecchini - CENTROCAMPO
Federico Pioli - CENTROCAMPO
Valerio Venturelli - ATTACCO
Matteo Fabiani - PORTIERE
Carlo Pucci - ATTACCO
Edoardo Stefani - CENTROCAMPO
Saverio Turri - DIFESA
Liviu Rarunchi - CENTROCAMPO
Ingraniola Chatura Cesare - ATTACCO
Angelo Cagnoni - PORTIERE
A Vergnano il Santa Maria
Tradizionale appuntamento con il calcio di fine estate a Borsigliana in comune di Piazza al Serchio. Infatti, presso il campo
de "La Bora" di Borsigliana si è disputata la finale della XXXIV
edizione del Torneo "Santa Maria", di calcio a sette, tra le formazioni dei limitrofi paesi di Vergnano e Borsigliana. I biancocelesti del Vergnano hanno vinto la sfida per 5-1 sui
gialloneri del Borsigliana, controllando quasi sempre la gara e
mettendo in difficoltà gli avversari con un gioco corale. Per i
vincitori, in gol Lorenzo Accardi, Luca Magistrelli (2), Stefano
Bertolini (2). Per il Borsigliana, Eros Bertolini. All'altezza l'arbitraggio. La "rosa" del Vergnano: Virgilio Brega, Stefano Bertolini, Daniel Pelli, Luca Magistrelli, Andrea Pellini, Lorenzo
Accardi, Fabrizio Guidetti, Alessio Pellegrinetti, Michele Magistrelli, Alex Guidetti.
Borsigliana: Massimo Accardi, Vittorio Fontanini, Eddy Suffredini, Andrea Bertei Daniele Bertolini, Eros Bertolini, Rossano Brega, Alessandro Tonini.
Per tanti ragazzi è anche l'occasione di ritrovarsi insieme, ogni
anno, durante le vacanze estive, tra locali, figli e nipoti di emigrati e villeggianti.
Cena Slow Food
Slow Food Toscana per TERRA MADRE
Per sostenere Terra Madre (Torino, 21-25 ottobre 2010), oltre
alle iniziative delle singole Condotte, abbiamo organizzato tre
cene in tre differenti zone della Toscana, in modo da coprire
tutto il territorio. Abbiamo chiesto la collaborazione volontaria di alcuni chef della Rete dei cuochi di Terra Madre Toscana, coordinati da Salvatore Toscano. A loro va il nostro
ringraziamento.
Venerdì 8 ottobre al Ristorante I Diavoletti Via Stradone di
Casigliano, 302 – Capannori (LU)
Alda e Paola Bosi (“I Diavoletti“ - Capannori)
Elena Pardini ("Alle Camelie" Pieve di Compito)
Salvatore Toscano (“Mangiando Mangiando” – Greve in
Chianti).
Ci presentano il seguente MENÙ:
Biroldo con pane di neccio - Zuppetta di patate
Farinata con granoturco ottofile rosso della Garfagnana
Tordelli di grano saraceno ai porri
Capocollo di maiale grigio al finocchietto cotto in forno e Cannellini di San Ginese
Frittura di trotelline della comunità dell'acqua di Valle di Soraggio
Dolce al tè del Compitese e biscottini all'olio extravergine di
oliva
VINI
Palistorti Bianco doc 2009 Tenuta di Valgiano
Fabbrica di S. Martino Rosso doc 2007 Az. Fabbrica di S. .Martino. Greco delle Gaggie Vin Santo doc 2006 Fattoria Colleverde.
Slow Food Garfagnana e Valle del Serchio
Pagina 6
Numero 33 - Settembre 2010
Il Giornale di Castelnuovo
In occasione del concerto tenuto in fortezza questa estate
L’incontro con Roberto Vecchioni
L'attesa cresce e l'atmosfera si
permea già di quell'aurea intellettuale e poetica che accompagna chi per metà è
professore di materie umanistiche e per l'altra metà è artista romantico e profondo.
Roberto Vecchioni per un
giorno a Castelnuovo.
Era già accaduto qualche
anno fa, il cantautore aveva
cantato ad una festa dell'Unità.
Questa volta sono i giovani di
Castelnuovo, quelli della Consulta Giovanile, ad ospitare
Vecchioni a "Parliamone". Arriva trafelato, impastoiato dal
traffico che in Garfagnana potrebbe sembrare un evento
straordinario e che invece è la
normalità. Pure qui.
L'11 agosto Roberto Vecchioni
ha cantato e suonato alla Fortezza di Montalfonso, proponendo uno spettacolo in cui
musica, letteratura e teatro si
mischiano mirabilmente.
E prima di suonare alla Fortezza, si è concesso al suo
pubblico in una chiacchierata
che a tratti ha assunto la caratteristica del monologo,
quasi il professore non potesse distaccarsi completamente dalla sua dimensione
di docente.
Ma piacevolissima e ricca di
punti di vista originali e pungenti.
Come si fa a diventare Roberto Vecchioni?
La domanda è forse tra le più
difficili, ma anche tra le più
semplici. I miei inizi come artista risalgono ad un periodo
molto difficile per i giovani,
fine anni '50 primi anni '60,
ma assolutamente bellissimo.
Quelli erano anni in cui si
rompeva con il passato, in cui
si respirava un'aria nuova
proveniente dall'America.
All'età di diciotto, vent'anni,
la mia generazione viveva
stretta in una morsa tra una
sorta di esistenzialismo sartriano, ovvero presa dall'angoscia del vivere, dal
pessimismo quotidiano, dal
dubbio, dall'insicurezza, pensate a Luigi Tenco o Gino
Paoli ad esempio, e allo stesso
momento aveva però un'incredibile voglia di conoscere,
di sapere. Ci ritrovavamo per
leggere i grandi autori americani, eravamo presi dalla poesia, dai cantautori francesi
come Aznavour.
Non avevamo connotazioni
politiche nè sociali, quelle
sono venute dopo, negli anni
'70, ma era comunque un
tempo di cambiamento e sperimentazione. Pensate che in
Italia fino a quel momento si
cantava "mamma son tanto felice" oppure "vecchio scarpone".
Il nostro , intendo dire quello
della mia cerchia di artisti, era
un paese non geografico, ma
intellettuale, e soprattutto eravamo preda di una grande
emozione.
Non si badava alla carriera,
ma si parlava di futuro, speranze e solidarietà.
Proprio come i quattro amici
al bar della celebre canzone.
E cosa è cambiato oggi?
Non ci si può più permettere
di essere così oggi in Italia, nel
2010.
Quella è stata l'epoca del tutto
è possibile. E molto di questo
tutto è possibile, è stato sbagliato, ha portato a risposte
violente o irrazionali.
Per i giovani di oggi è forte la
tentazione di cedersi, lo slogan che va per la maggiore è
"life is now", e quindi tutto è
da consumare velocemente,
ora, con lo sguardo ai valori
effimeri e senza la capacità di
vedere il futuro.
Altro errore è quello opposto,
ovvero pensare solo al domani, é questo il rischio delle
religioni e delle filosofie. Ma i
ragazzi oggi non sono tutti
uguali. Alcuni sono rincoglioniti già a 14 anni, ma altri
hanno speranze da rinfocolare e la capacità di conoscere
altri come loro.
Qualcuno chiede a Vecchioni
se si rivede nella definizione
che sua figlia ha dato di lui in
un'intervista, ovvero quella
del padre bambino.
Certo, basta non diventare irresponsabile. Lei, mia figlia,
mi vedeva come il padre che
ha sempre dato a tutti i quattro figli un po di magia della
vita.
Ho cercato di sporcare la realtà quando era troppo brutta,
e sono quello che un po' li ha
sempre maledettamente difesi. E sono bambino perchè
sono completamente leggibile
nei miei stati d'animo.
Confessa candidamente di non
essere mai stato a Samarcanda.
Samarcanda è un modo di
pensare al destino che avevo
allora e che non ho più oggi,
perchè si cambia nella vita e
penso che il libero arbitrio sia
molto più forte del destino.
Dopo 35 anni ne ha viste di
tutti i colori, e penso che ci sia
un senso in quello che succede, anche se spesso non lo
sappiamo.
Come è possibile pensare a
Mozart, Shakespeare, Sofocle,
senza pensare che ci sia un disegno, grandissimo, che tessera
a
tessera
stiamo
costruendo.
Credo di aver incontrato Dio,
e credo che questo compito di
intessere il mosaico ci sia dato
da lui.
Roberto Vecchioni se ne va rapidamente come è arrivato,
hai l'impressione che la sua
vita sia in continuo movimento come lo è senz'altro il
suo pensiero, acuto e sferzante.
T-shirt e bermuda da rocker e
occhialini da professore, in un
connubio che continua ad appassionare generazioni ed età
diverse.
Gabriele Coli
Il maestro Pietro Ciambelli ricorda un’antica professione scomparsa
I segantini della Garfagnana
Mestiere molto faticoso praticato almeno da tre uomini.
Ve n’erano in ogni circondario delle nostre zone, ma provenivano anche da altre
regioni.
Il lavoro di segantini consisteva nel ridurre i rocchi soprattutto di castagno, ma
anche di faggio e noce, in tavole, travi, travicelli e tavoloni, materiale di cui le
famiglie contadine dei monti
e delle campagne si servivano
abbondantemente nella costruzione di case, capanne,
metati, loggiati e quant’altro.
Del resto non solo il legname
doveva essere reperito in
loco, ma anche tutto il resto
come sassi, rena, calce in epoche e luoghi privi di strade rotabili
e
quindi
mezzi
meccanici di trasporto.
La trasformazione del tronco
in tante unità lavorative era
un’operazione lunga e complessa.
Prima si procedeva all’abbattimento della pianta poi la si
suddivideva in tronchi col segone a due manici, a quel
tempo non c’erano le motoseghe, facendo in modo da evitare natte e storture: il tronco
doveva risultate il più possibile diritto.
Entrava quindi in funzione lo
squadratore che, con un tipo
di accetta a taglio largo, riquadrava il rocchio renden-
dolo quasi simile ad un parallelepipedo rettangolo.
Dopo di che veniva fatta la segnatura che consisteva nel
battere un filo, inzuppato in
un liquido rossiccio, tenuto
teso alle due estremità del
tronco dai segantini e lasciato
andare di scatto.
Questa operazione, effettuata
sia di sotto che di sopra del
rocchio, segnava ben visibili
le linee lungo le quali doveva
scorrere la sega, un attrezzo
chiuso a forma rettangolare
con due manici ancorati ai lati
minori dove nel centro era fissata anche la lama dentata, la
sega appunto che penetrava
nel legno in seguito ai movimenti ritmici e alle spinte che
i segantini le imprimevano in
senso verticale, in su e in giù.
Finita questa fase iniziava
quella più impegnativa e fati-
cosa.
Bisognava individuare un’altura sopra cui sistemare il
tronco onde poterlo segare.
Trovato il poggio si procedeva alla costruzione di una
specie di piattaforma sulla
quale veniva ancorato il
tronco in modo molto solido e
stabile, sistemato a sbalzo, più
o meno a metà, a circa due
metri e mezzo da terra così da
permettere all’operatore di
sotto di avere una sufficiente
possibilità di manovra nello
svolgimento della sua mansione.
Quello di sopra, posizionato
sul tronco non aveva di questi
problemi, ma forse un impegno più gravoso.
Terminata la segatura da una
parte si provvedeva a girare il
rocchio per poterla effettuare
anche da quella opposta al
fine del completamente dell’operazione.
I vari tipi di legname ottenuti
venivano accatastati sia al coperto che all’aperto in modo
che tra i vari pezzi potesse circolare l’aria e nel contempo
potessero essiccare bene
prima dell’uso.
I tavoloni che non erano altro
che tavole dallo spessore più
alto, prodotti per ricavarne un
beneficio economico, venivano portati dai proprietari
su strade rotabili per essere
poi indirizzati verso i luoghi
di trasformazione.
Da notare che il tavolone era
un carico molto fastidioso per
chi lo portava sia perché generalmente di notevole lunghezza e pesantezza, sia
perché molto propenso a scivolare lungo le sue spalle.
La retribuzione dei segantini
veniva calcolata un tanto alla
canna.
Non era certo un calcolo approssimativo come a prima
vista può sembrare, ma derivato da precise misurazioni
che i professionisti del mestiere sapevano fare sul prodotto finito, tenendo presente
che la canna era considerata
circa due metri lineari.
Pietro Ciambelli
Un premio a Riccardo Pieri
Prestigioso riconoscimento per il giovane chimico castelnuovese, dottor Riccardo Pieri, a Bruxelles in Belgio, denominato
“Innovation Trophy” (Trofeo dell’Innovazione), che ogni tre
anni la multinazionale chimica Solvay bandisce, riservato ai
ricercatori interni alla stessa multinazionale, invitati a presentare le loro ricerche.
Riccardo Pieri è stato proclamato vincitore davanti a oltre 500
colleghi scienziati, provenienti da ogni parte del mondo.
Dopo molteplici selezioni, la proclamazione ufficiale della vittoria di Riccardo Pieri è avvenuta a Bruxelles, legata ad un lavoro sui materiali innovativi delle batterie al litio.
Tali materiali hanno utilizzi plurimi, a cominciare dall’intero
settore automobilistico fino a nuovi cellulari.
Un momento di commozione è stato quando Riccardo ha dedicato il premio conferitogli alla memoria del padre, dottor
Rino Pieri, scomparso da 23 anni, quando lui era ancora adolescente.
Nel mese di ottobre, sempre a Bruxelles, Riccardo Pieri presenterà il proprio lavoro nel corso di una conferenza a livello
mondiale, alla presenza anche di diversi premi Nobel per la
chimica.
Il Giornale di Castelnuovo
Numero 33 - Settembre 2010
Pagina 7
La ricostruzione, attraverso i documenti americani, dell’abbattimento e la cattura di due piloti
Storie di guerra in Garfagnana
Castelnuovo e la Garfagnana
dalla primavera del 1944 e
fino all'aprile del 1945 furono
più volte obiettivi dei cacciabombardieri e dei bombardieri alleati. Dalla fine del
mese di settembre la Linea
Gotica si assestò sul crinale tra
la Pania, Molazzana, Palleroso, Treppignana, Lama. Da
quel momento i ponti di Castelnuovo diventarono elementi stradali che gli
anglo-americani segnalarono
come da distruggere per scardinare i collegamenti delle retrovie.
I caccia maggiormente utilizzati per questo compito furono i robusti P47 Republic
“Thunderbolt”.
Il reparto che operava nel settore era lo Squadron 66th Fighter, con sede operativa a
Grosseto, e appartenente al
Group 57th Fighter sotto il comando del 12th Group. I piloti erano stati trasferiti in
Toscana dalla Corsica nel settembre del 1944 e iniziarono
ad operare nella Valle del Po
e sull'Italia settentrionale colpendo soprattutto ponti stradali e ferroviari, ma anche
bunker e postazioni nemiche,
fotografate dai ricognitori e
poi inseriti tra i punti da bombardare.
In realtà si trovarono nei mesi
a sorvolare e attaccare convogli e postazioni in Garfagnana
anche altri reparti: tra i quali
gli aerei della Força Expedicionaria Brasileira.
L'8 febbraio gli aerei statunitensi appoggiarono dal cielo
l'operazione “Quarto Termine”, ovvero l'attacco della
92^ divisione di fanteria Buffalo alle linee italo-tedesche
nella Valle del Serchio. I cieli
furono solcati da numerosi
cacciabombardieri che mitragliavano e gettavano bombe
su obiettivi diversi. Tra questi
si trovavano due P47 Thunderbild in missione di ricognizione che furono vittime della
Flak e delle schegge di una
esplosione ravvicinata. I due
aerei in fiamme precipitarono
a Caprignana e Torrite tra le
10 e le 11 del mattino, mentre
i due piloti si lanciarono con il
paracadute.
I piloti erano il Tenente
Theodore Matula e il Sottotenente Alfred R. Lyth.
L'aereo di Matula venne colpito dalla Flak dopo aver
sganciato una bomba su
Aulla. Il pilota con l'aereo
danneggiato scese in Garfagnana dove si lanciò con il paracadute. L'aereo in fiamme
precipitò a Caprignana.
Come siamo soliti vedere nei
vecchi film di guerra alla fine
di ogni missione venivano stilati rapporti e segnalati i dati
sugli aerei di coloro che non
erano rientrati alla base.
I documenti originali sono
custoditi dal Dipartimento
della Guerra americano, che
li aveva registrati e secretati
il 15 marzo 1945.
Questi dossier riportano tutti i
dati del pilota abbattuto, gli
eventi, le circostanze, una
mappa con indicato il punto
di caduta del velivolo e la testimonianza firmata dell'ultimo pilota ad aver visto
l'aereo caduto.
Ebbene da questi si evince che
il Tenente Theodore Matula
(numero di matricola 0817989) era alla guida di un P47 soprannominato “Leona”
(numero
di
matricola
P47D27RE, modello 2800-59),
armato con sei cannoncini da
50mm Browning. Fu abbattuto nel quadrante L-06-16
Italy, alle ore 11.00 dell'8 febbraio del 1945 in combattimento.
L'ultimo ad aver visto l'aereo
del Tenente Matula fu il Sottotenente George M. Blackburn, che in sede di inchiesta
l'11 febbraio presso il comando, di fronte al Capitano
Edward J. Silks dichiarò:
“Ho sganciato la mia bomba
ad Aulla quando ho notato
che il mio aereo era stato colpito da un fuoco accurato di
mitragliatrici Flak da 88 millimetri. Ho proceduto alla ricognizione della zona, ma non
ho rilevato alcun movimento.
Ho continuato verso sud dove
ho mitragliato una piccola
città, ma senza risultati visibili. Tirando l'aereo su ho notato i serbatoi sotto la pancia
dell'aereo #83 in fiamme. Ho
chiamato il Tenente Matula e
gli ho detto di gettare a mare
il suo serbatoio sotto la pan-
cia, ma non ho ricevuto risposta. Evidentemente sapeva
che era nei guai perché ha subito tirato su in una ripida salita, il suo aereo stava
bruciando in quel momento.
Ha guadagnato circa 1000
piedi di altitudine e l'aereo ha
poi iniziato una picchiata ripida. A questo punto l'ho osservato
gettarsi
fuori
dall'abitacolo e il suo paracadute si è aperto immediatamente. Due uomini vestiti in
abiti civili sono corsi verso di
lui e ho visto l'ultima volta il
Tenente Matula quando si
stava avvicinando verso una
casa vicina. Credo che potesse
essere stato ustionato dalle
fiamme e che quegli uomini lo
stavano aiutando. Mi sono
trattenuto dal mitragliare quegli uomini prima che raggiungessero il pilota, perché non
c'era niente che indicasse che
essi fossero erano soldati”.
Firmato Sottotenente George
M. Blackburn.
Per il Tenente Lyth i documenti seguirono lo stesso iter
del Tenente Matula. Registrati l'11 febbraio furono secretati il 15 marzo dal
Comando. Il giorno 8 febbraio, con cielo sereno e visibilità illimitata, dopo essere
stato colpito dalle schegge di
una precedente esplosione
(nel rapporto si parla dell'esplosione di un treno carico
di munizioni), alle ore 10.05
nel quadrante L-10-10, Italy,
l'aereo del tenente Lyth precipitò in fiamme. Il P47 senza
un nomignolo, numero di matricola P47D28RA, armato con
6 cannoncini Browning da 50
mm, secondo la mappa originale cadde sopra Torrite.
Ad assistere alla tragedia fu il
Tenente George A. Mosites.
Nel rapporto si legge: “Il tenente Lyth, il mio gregario, è
stato investito dall'esplosione
di una bomba mentre era in
Vendita - Affitto
- Locali uso ufficio
- Locali commerciali
- Immobili singoli e appartamenti
ammobiliati e non
- Capannoni industriali
Per informazioni contattare
327 0987797
picchiata. Come ha tirato su
dal bersaglio ha detto che era
stato colpito. Ho visto le
fiamme in diretta in prossimità del motore, e visto che
eravamo appena a nord delle
linea del fronte, gli ho detto di
dirigersi a sud. Le fiamme
erano aumentate; il suo aereo
è salito bruscamente in una
curva progressiva a circa 4000
piedi, poi si è capovolto di
schiena. Ho visto cadere una
forma che presto è sbocciata
in un paracadute.
Il vento portava il paracadute
in una serie di orbite a 360
gradi. Il pilota è atterrato un
chilometro a ovest di Castelnuovo. L'ora dell'atterraggio
del pilota era circa le 10.00.
Mentre stavo lasciando la
zona, ho visto un aereo L-5 diretto verso il pilota. In quel
momento L-5 era a circa un
miglio e mezzo a sud di Castelnuovo.
Il Tenente Mosites rilasciò la
sua dichiarazione l'11 feb-
braio presso il Comando del
66th a Grosseto di fronte al
Capitano Edward J. Silks.
Don Palmiro Pinagni ricorda
nel suo diario questi due casi,
raccontando di aver visto i
due piloti prigionieri degli alpini della Monterosa, condotti
al Comando a Camporgiano.
Ma mentre il Tenente Matula
al termine del conflitto poté
tornare in patria, per il Tenente Lyth i fatti andarono diversamente e oggi le sue
spoglie riposano nel cimitero
Militare Statunitense all'Impruneta a Firenze. Il Tenente
Lyth morì ucciso a Camporgiano e fu sepolto l'8 febbraio
al cimitero di Pontardeto. Intorno a questo evento nacque
una leggenda ancora viva
nella memoria di molti. Un
evento tremendo avvolto da
un mistero.
Ma questa è un'altra storia che
vi racconterò nel prossimo numero.
Andrea Giannasi
Chi si riconosce in questa foto?
Lo storico Davide Del Giudice ha ritrovato questa fotografia
scattata nell’inverno tra il 1944 ed il 1945 in Garfagnana.
Si tratta di un bambino che gioca con un Bersaglieri della
Divisione “Italia” della RSI.
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Numero 33 - Settembre 2010
NOTIZIE IN BREVE
Grazie al Dr. Pier Luigi Vangi
A molti cittadini della Valle
del Serchio è passato inosservato il pensionamento del
dott Pier Luigi Vangi, primario del reparto Ostetricia dell'Ospedale di San Francesco
di Barga. Noi lo ringraziamo
con affetto, augurandogli un
meritato riposo, nel contempo
chiediamo al respossabile dell'USL2 di Lucca, dott. Tavanti,
chi sostituirà il dott. Vangi?
Non vorremmo che a discapito dei nostri bravi ostetrici
di reparto nell'unità ospedaliera stessa, con anzianità e
porfessionalità di reparto,
siano scavalcati da nominativi indicati da pressioni politiche.
Vede, dott.Tavanti, noi utenti
della Sanità nella Media Valle
del Serchio, siamo affezionati
ai nostri medici, ci curano da
anni e diamo loro fiducia incondizionata. E questo vale
anche per altre U.O. della
Valle, come i reparti di Ort
ope dia e Cardiologia dell'Ospedale Santa Croce di Castelnuovo Garfagnana.
Per la cittadinanza della Valle
del Serchio:
Giulio Fiorentini
Gli Aquilini
in scena
Giancarlo Aquilini in occasione del bicentenario della
nascita di Frédéric Chopin
con la Compagnia teatrale
Alfabeto ha scritto e diretto
lo spettacolo Io, Frédéric
Chopin che a ottobre sarà al
Teatro Alfieri di Castelnuovo. Con le musiche per
pianoforte di: Fréderic Chopin, Johann Sebastian Bach e
Giancarlo Aquilini con gli attori: Mario Lucarelli e Giordano Aquilini.
Lo spettacolo trae la sua ispirazione tanto dalla musica
classica quanto da quella minimalista.
Gli alunni del Geometri pronti per il Terex
Gli alunni di Geometri del
“Campedelli” prenderanno
parte attiva, nel prossimo autunno dal 24 al 28 novembre,
alla grande esercitazione nazionale ed internazionale di
prevenzione sismica programmata in alta Garfagnana
e che coinvolgerà un po’ tutti i
comuni della zona.
Si tratta di Eu Terex 2010 (Tuscany Earthquake Relif Exercise)che simulerà il sisma del
1920.
Tra i paesi che invieranno
aiuti giungeranno in Garfagnana francesi, sloveni, croati,
austriaci e russi.
Nei mesi scorsi gli alunni
delle classi del biennio del
corso Geometri e la classe terminale del corso “Costruzioni
in zona sismica” dell’Itcg
“Campedelli” di Castelnuovo,
guidato dal dirigente scolastico Massimo Fontanelli,
hanno preso parte a due incontri con gli esperti esterni
del servizio sismico della regione Toscana e con i componenti
dipartimento
di
Geologia dell’università degli
studi di Pisa.
Gli studenti del biennio hanno
Conoscersi
seguito una serie di seminari
tenuti dal dottor Baglione del
coordinamento regionale prevenzione sismica e dal professor Puccinelli del dipartimento di
Geologia dell’Università di
Pisa, sui temi riguardanti il rischio sismico e la prevenzione, la storia della geologia
della zona e le caratteristiche
geologiche dei suoli della Garfagnana. Gli studenti della
quinta classe si sono, invece,
incontrati con il geometra Melozzi del coordinamento regionale di prevenzione sismica e
con i geometri Della Bimba e
Piagentini dell’ufficio del
Genio civile di Lucca, che
hanno trattato dei parametri
relativi alla vulnerabilità degli
edifici.
Il Giornale di Castelnuovo
Nota ai lettori. Le interviste ai sindaci della Garfagnana proseguono. Tutti hanno ricevuto le domande e attendiamo le
risposte. Il prossimo sarà l’Avv. Pifferi primo cittadino di
Camporgiano.
Le foto “vere”
dell’Apericena in piazza
Nel precedente numero - a causa di un disguido nell’archivio fotografico - abbiamo pubblicato la fotografia della manifestazione dedicata ai sigari. Ripariamo mettendo su questo numero le fotografie
della festa in piazza questa estate.
Ricordo di Anna Marcucci
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PONTI NEL TEMPO
ALTA VERSILIA GARFAGNANA VALLE DEL SERCHIO
Anna Marcucci era una donna intelligente e appassionata, che
si è sempre battuta – insieme all’inseparabile compagno Marco
- contro le devastazioni del territorio e i danni provocati alla
salute delle persone. Un lavoro meticoloso e faticoso, non solo
per la ricerca dei dati, per lo scrupolo e la serietà con cui veniva portato avanti, ma anche (ed era una diretta conseguenza
del metodo usato), perché si scontrava con gli interessi di poteri economici-politici fortissimi, smentiva i loro alibi, i loro
castelli di carta e di parole. La sua prematura scomparsa, ci
priva non solo di una compagna di lotte coraggiosa e coerente
(qualità non più di moda nella politica locale e nazionale), ma
di un’amica carissima e premurosa.
Cara Anna, per te non possiamo fare più nulla, se non prometterti che cercheremo di portare avanti le battaglie che hai
sostenuto per tutta la vita.
Massimiliano Piagentini, Giovanna e Massimo Duranti
Gli eventi di oobre
3 oobre – Piegaio (Pescaglia) – 5° edizione Festa della Zucca
10 oobre – Castiglione di Garfagnana – Fiera di Oobre 4° Rassegna del fungo, tartufo e castagna
10 oobre – Castelvecchio Pascoli (Barga) – Festa del Borgo della Poesia
10 oobre – Trassilico (Gallicano) – Festa della Castagna
17 oobre – Riana (Fosciandora) – Festa del Vino
17 oobre – Fortezza di Mont’Alfonso (Castelnuovo di Garfagnana) – Castagnata del CAI
17 oobre – Cascio (Molazzana) – Castagnata
24 oobre – Colognora (Pescaglia) – 7° edizione Mondine nel Borgo antico
24 oobre – Careggine – Festa della Castagna
24 oobre – Gallicano – Mondinata Alpina
30-31 oobre – Borgo a Mozzano – Festa di Halloween
ALTA VERSILIA GARFAGNANA VALLE DEL SERCHIO
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