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Edizione Settembre 2010 - Il Giornale di Castelnuovo
Il Giornale di Castelnuovo Periodico di informazioni, opinioni e approfondimenti della Garfagnana Redazione via traversa Vecchiacchi, 17 - 55032 Castelnuovo di Garfagnana (Lucca). Email: [email protected] - www.ilgiornaledicastelnuovo.it Anno IV - Numero 33 - Settembre 2010 IO G AG OM Direzione via Terme di Traiano, 25 - 00053 Civitavecchia (Roma) Registrazione n. 871/07 del 19/12/2007 presso il Tribunale di Lucca E’ l’ora di avere coraggio e dire NO all’inceneritore Siamo tutti di fronte ad una scelta E' come quando piove e ci troviamo tutti quanti per strada senza ombrello. L'acqua cade giù e non fa distinzione bagnando tutti. Ecco la presunta e ventilata follia della riapertura dell'inceneritore di Castelnuovo è come subire tutti quanti un rovescio di acqua e gelo contemporaneamente. Tutti quanti, tutti, ma proprio tutti, inzuppati e fradici come essere finiti dentro al lago di Pontecosi. Non c'è scampo. Inutile cercare di fuggire perché questa volta la mannaia della tragedia tocca tutti. Inutile cercare di nascondersi dietro ad un dito. Avere un inceneritore dentro la Garfagnana significa avere più morti di cancro, leucemie dei bambini, malattie polmonari e coronariche e mille altri mali, dall'asma all'aumento delle allergie. Per non parlare dell'ecosistema. Si parla tanto di valle del Bello e del Buono e poi si vanno a bruciare migliaia di tonnellate di plastica e robaccia varia. A cosa serve investire sulle Fortezze, sui Musei, sugli eventi culturali se i turisti non verranno più? A cosa serve stimolare la produzione del miele, dei formaggi, delle carni, degli insaccati, del latte o raccogliere funghi, castagne, mirtilli se tutto sarà contaminato dalle polveri assassine e dalla diossina e noi saremo morti e sepolti di un male terribile che ci porteremo dentro. Ma non solamente malattia dei nostri preziosi organi. Un altro cancro oggi è già presente tra noi e si chiama codardia e ignavia. Non partecipazione e scelta del silenzio. E' l'ora invece di alzare la mano e di non essere asini. E' l'ora di avere il coraggio di dire no. No per i nostri figli; No per le nostre terre; No per i nostri animali; No per il nostro cielo; No per la nostra acqua; No per ogni momento che vogliamo ancora vivere in Garfagnana. Quella di riaprire l'inceneritore è una scelta destinata a cancellare ognuno di noi. Tanto vale iniziare ad allargare i cimiteri della Valle perché presto saranno pieni. Pieni dei nostri sogni, delle nostre speranze, dei nostri sorrisi. I loculi non basteranno perché non ci sarà spazio neppure per chi ora non ha avuto il coraggio di dire NO. Presto anche la Garfagnana non esisterà più colma di cenere. Grigia di un male silenzioso con le ambulanze lente verso i reparti di oncologia di mezza Italia. E non basteranno i letti degli ospedali ad accogliere i nostri corpi finiti e dolorosi. No, noi non ci stiamo a seguire questa pazzia. Pazzia che ognuno di noi deve impedire. E' l'ora che ognuno di noi dica un forte NO. No all'inceneritore perché qui vogliamo la vita. E se trovate forte e duro, oltre ogni limite, questo mio editoriale è perché non NO sapete che di immondizia bruciata in una valle chiusa come la Garfagnana si muore. Non c'è scampo. Non ci sono alternative. Il mio non è allarmismo senza freni; è una dura, cruda, terribile verità e sfido chiunque ad affermare il contrario. A dimostrare che i fumi di un inceneritore a pieno regime, che brucia ogni cosa, oltre all'immondizia, in una valle chiusa come la nostra valle, sono fumi benefici e salutari. A me basta anche solo un morto per dire, sottolineare, per ribadire il mio NO. E voglio vedere in volto, pubblicamente, chi firmerà per questa riapertura. Chi si prenderà la responsabilità di apporre la propria firma su questo atto di morte. Ebbene chi è pronto a firmare deve poi andare a vivere con la propria famiglia accanto all'inceneritore. Dormire, mangiare, vivere a venti metri dal male che ha voluto riaprire. Stare vicino, vicinissimo, alla propria creatura e se tra due, tre, quattro, cinque, sei anni, saranno lui e tutta la sua famiglia ancora sani, sarò pronto a scusarmi pubblicamente. Ma che ci sia questa postilla nei contratti. Chi firma va a vivere all'inceneritore. Eppure siamo ancora in tempo per uscire da questo dramma. Possiamo ancora evitare tutto il male derivato dall'inceneritore. Come? Riciclaggio; raccolta differenziata; compostaggio. Raccogliere carta e cartone; ridurre l'uso della plastica; consumare meno e usare il cervello quando si utilizzano gli oggetti. Esempi concreti: non comprare per esempio più l'acqua imbottigliata ma costringere i gestori degli acquedotti a darla sana e pulita (che controsenso in Garfagnana non bere l'acqua del rubinetto); tutti gli scarti dei cibi (come le bucce delle banane o delle mele) possono essere messi nei compost per fare concimi naturali per le piante. La plastica come il vetro possono essere raccolti e venduti alle società che si occupano del riclico dei prodotti. Se, se la vengono a prendere, possiamo anche regalargliela, basta che non venga bruciata. Cari lettori qui non sta solo piovendo, sta diluviando e ognuno di noi si sta inzuppando. A questo punto tutti siamo chiamati, prima che sia troppo tardi, ad esprimere il proprio NO, forte e chiaro. Non è il momento di chiacchiere, di litigi, di nascondimenti. Solo i pazzi sono disposti a firmare il proprio atto di morte. Che lo facciano, ma a casa loro. Non si gioca con la pelle degli garfagnini. Da Ponte di Calavorno, dalla Garfagnana Lucchese, e salendo verso Barga, alla Garfagnana Fiorentina, e poi verso Castelnuovo alla Garfagnana Estense, deve essere univoco e forte il NO alla riapertura dell'inceneritore. A primavera del 2011 si voterà per le elezioni provinciali. Ora più che mai abbiamo bisogno di politici pronti a lottare per la nostra terra. Pensateci. Nel frattempo, se non si fosse ancora capito, io grido il mio no all'inceneritore. Punto e basta. Andrea Giannasi LEȱAVVENTUREȱDIȱLUDOVICOȱARROSTO Benvenuti nella città del bello e del buono…..se non fosse per quello strano fumo!!! Non ci sarebbe da stupirsi se... Ma cosa sta accadendo di grave alla nostra terra? Semplice: sulle mappe geopolitiche la Garfagnana sta diventando lentamente sempre più trasparente. Logica del voto e dei giochi politici. Logica di un mancato sviluppo legato a fattori antropologici e geografici endemici e storici. Fatto sta che la Garfagnana sta diventando sempre più invisibile. Trasparente. E questa trasparenza la rende terra di passaggio, di confine. Limes come le più lontane province di un impero con una testa molle e vuota. Una testa sempre più tesa al profitto e sempre meno attenta ai bisogni quotidiani della gente. Insomma contiamo sempre meno e sempre di più diventiamo terra di piccola conquista. Terra adatta a piccoli grandi saccheggi di nuovi barbari, pronti ad ogni gesto. Non ci sarebbe da stupirsi dunque se ci troveremo sommersi dalle enormi ecoballe della crisi dell'immondizia napoletana. Ecoballe gettate nei fuochi di enormi inceneritori. Oppure scoprire che nelle visceri carsiche delle Apuane si possono buttare i resti delle barre impoverite delle centrali nucleari europee. Roba contaminata e radioattiva che nessuno vuole, ma che in una terra trasparente e silenziosa, si potrebbe anche andare a gettare. O che l'acqua dei nostri laghi e dei nostri fiumi o ruscelli possa essere intubata a fondovalle e venduta a peso d'oro. Perchè questo lo sappiamo tutti: l’acqua della garfagnana NON è dei garfagnini. E non mi stupirei neppure di vedere al posto della Croce sulla Pania una enorme pala eolica che farà compagnia ad altre cento fino sul Pisanino. Tanto nessuno andrebbe più in giro sulle montagne. E poi ci sarebbero i campi fotovoltaici, enormi e lucenti spalmati fino a coprire ogni filo d'erba nella parte “calda” della valle. Per non parlare del business del futuro: la cacca. Non è sconosciuto che è “la cosa maggiormente prodotta al mondo e gettata via”. Insomma non sfruttata. Ebbene dalla Germania al Canada stanno studiando il sistema per riciclarla. Ma la cosa puzza. E molto. Preparatevi a turarvi il naso perché ci scommetterei che qualcuno sta già pensando a quella zona invisibile che se ne sta al nord della Toscana e che si chiamava... Il direttore Pagina 2 Numero 33 - Settembre 2010 Il Giornale di Castelnuovo Uno speciale “Dito nell’occhio” con due lettere ricevute in redazione Chi ha perso un cantiere? Abbiamo ricevuto in redazione negli ultimi giorni due segnalazioni. Vi segnalo che sul Piano della Pieve, precisamente in via Gino Bartali, da maggio esiste una situazione perlomeno paradossale. Ve la racconto. A maggio 2010 una ditta ha cominciato i lavori per l’interramento sotto la sede stradale dei tubi per il metano e la sistemazione delle valvole che serviranno poi le nuove utenze che si affacciano proprio in quella via. Ovvia la presenza di escavatori, camion e l’inizio delle profonde tracce sotto la strada. Poi è arrivato il caldo e l’iniziale lentezza dei lavori è finita per trasformarsi in un totale abbandono di tutto il cantiere. Ad oggi la strada si presenta come un sentiero di guerra con cartelli, transenne, buche, tubi che spuntano da sotto, ghiaia, materiale inerte e piastre di ferro. Non manca nemmeno il reale pericolo che qualcuno finisca per farsi del male. I residenti della zona chiedono a chi sa qualche cosa di ricordare alla ditta incaricata che se avessero perso il cantiere, noi lo abbiamo ritrovato ed assicuriamo che è esattamente come lo hanno lasciato. Lettere firmata Salve, volevo segnalarvi il problema che da diversi mesi interessa il piazzale del Boario, in via Pascoli, e noi direttamente come negozio posto nelle immediate vicinanze. Oltre al dover sopportare vere nuvole di polvere al passaggio dei veicoli per la man- canza della pavimentazione, da qualche mese di notte vengono scaricati nei pressi dei cassonetti rifiuti ingombranti di ogni tipo: stufe, frigoriferi, televisori, materassi, divani, mobilia varia. redamento e il dubbio che possiamo partecipare direttamente alla discarica è venuto a diverse persone nelle ultime settimane. Un dubbio che ci fa male dato che abbiamo sempre portato tale tipo di ri- Il conferimento di tali rifiuti ingombranti presso il centro Severa è gratuito. Noi, oltre che abitare qui, abbiamo anche un negozio di ar- fiuto nei centri di smaltimento adatti. Grazie per l'attenzione. Roberta Toni Lia Grossi Arredamenti Abbiamo incontrato un artista castelnuovese La pittura di Mario Lemmi Ancora una volta la Garfagnana presenta un artista che a molti potrà risultare “nuovo”: Mario Lemmi. Siamo andati ad incontrarlo nella sua casa di Castelnuovo dove egli si esercita nella passione dell’arte pittorica. Lemmi è più conosciuto per la sua carica di Priore nella confraternita parrocchiale e per l’impiego in Enel che per questa sua passione. Entrati nel suo laboratorio personale per vedere, sentire e capire dalle sue parole le molte tele dipinte ed i tanti progetti artistici in creazione, subito ci rendiamo conto di avere di fronte l’ennesimo artista, abitante nella laboriosa e commerciale cittadina di fondo valle. Tutto ciò testimonia ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, che dobbiamo imparare molto per apprezzare e valorizzare a pieno i nostri “talentuosi”. Mario Lemmi nasce a Castelnuovo di Garfagnana nel 1948. Dipinge da sempre, a parte un incidente di percorso con un insegnante di educazione artistica che lo ha portato a nascondere i suoi lavori fino al 1992 quando il pittore Flavio Salvatore Raiola lo scopre e lo lancia verso il mondo dell’arte. Nel 1997 espone a Pieve Fosciana per la festa della Libertà ed è solo l’inizio di tante altre mostre. Oggi, la sua pittura espressionistica, è conosciuta più oltre le Apuane che in Garfagnana tanto è che il celebre Romano Battaglia lo ha definito “il pittore garfagnino che dipinge il mare”. Che Lemmi abbia riscosso notevole successo in Versilia lo dimostrano le parole del Maestro Giorgio Michetti, celebre pittore viareggino, che ha eseguito grandi cicli pittorici e, riproposto mirabilmente l'antica tecnica dell'affresco, consacrato tra i Maestri dell'arte contemporanea. Ecco cosa egli dice di Mario: “Visto invece con occhio più attento e letto predisponendo l'animo a più consapevoli letture, Lemmi, ci appare come pittore fresco e spontaneo; la sua gente appartiene a quella parte di umanità la quale, anziché lieta delle conquiste del progresso e delle sue concessioni, è triste, preoccupata, incerta. Questi volti esasperati, deformi nella struttura anatomica, ti guardano pieni di dubbi, di paure e sconcertano. Si interrogano e ti interrogano come se aspettassero da te una spiegazione oppure un confronto. Il colore asseconda la scena con pennellate decise e violente che sembrano cadute per caso; invece il pittore, con caparbia decisione, pone con cura ad esaltare espressioni e contenuti. La baldanza delle tinte domina su la malinconia e muta conversazione e finisce per coinvolgere anche te in questo dialogo infinito fatto di eterni silenzi senza conclusione. Il razionale si diffonde si' come il finito all'infinito e ne consegue una creazione dove il sentimento oscilla tra il bene e il male, la relazione e la sottomissione”. Tutto questo merito all’evento risalente al novembre 2004 quando nella prestigiosa Sala delle Grasce, presso il Chiostro di Sant'Agostino a Pietrasanta espone la mostra dal titolo: “L'evoluzione della Forma tra Sentimenti e Fantasia”. Oggi si sta preparando per il prossimo appuntamento con il pubblico. Mario Lemmi sarà Lucca nella sala espositiva in Corte dell’Angelo, nei pressi di piazza San Michele, dal 23 ottobre al 7 novembre, con la mostra dal titolo “il rosso e il nero” in onore delle gesta calcistiche della Libertas Lucchese. Il critico d’arte torinese Aldo Albani recensisce la mostra con queste parole: “è nella fe- AGENZIA FUNEBRE Tel. e Fax 24 ORE SU 24 Via XX Aprile 8/A - Castelnuovo Garfagnana 058362449 0583607009 Via della Stazione 14 - Piazza al Serchio ROBERTO ALESSANDRO 3398711200 3473064963 e-mail: [email protected] lice occasione di questa rassegna dedicata alla recente performance della squadra di calcio della lucchese, per la quale Lemmi nutre una grandissima dedizione, che assistiamo ad un ennesimo evento d’arte, tempestato di avventure chiaroscurali intense, laddove ognuno di noi può riconoscere il volo di un gabbiamo, assetato di libertà. Forte l’integra spiritualità metafisica di una pittura audace schietta ed incisiva, capace di stupire fino all’inverosimile”. E’ così che Mario Lemmi porta le sue “facce” ad olio su tela, iuta, lino e compensato nelle sale d’arte della Toscana a rappresentare la vita di tutti i giorni con tutte le sue peculiarità, belle o cattive. Nei dipinti, dal bel “viandante” a “il risveglio” l’attento occhio osservatore dell’artista ci riporta gli sguardi di speranza incrociati al mercato, alla partita, per le strade e la tela non smette mai di raccontare la vita. La figlia Catia definisce con queste parole la pittura del padre: “Nella sua pittura è centrale la manifestazione dell'espressione ovvero il "trarre fuori" gli elementi costitutivi del quadro dalla sua interiorità psicologica ed essenziale. Le tele comunicano sentimenti forti, scanditi dagli sguardi penetranti dei soggetti, che stabiliscono un continuo trasferimento emotivo, tra la realtà vissuta del personaggio rappresentato e quella dello spettatore, in un processo espressivo che si conclude in una fusione dei sentimenti”. Intervista di Marco Giannasi Abbiamo ricevuto in redazione molte lettere ed email legate alla questione di Castelnuovo2 e della costruzione sul Piano della Pieve. Unanime il giudizio: si tratta di due ecomostri che deturpano l’ecosistema. Molte le domande che giriamo a chi ha dato i permessi. Tra queste: come è stato possibile costruire in un campo, in zona residenziale come quella del Piano della Pieve, una immensa costruzione a tre piani? Stesso discorso per Castelnuovo2 ex Valserchio: qualcuno ricorda la fabbrica e la sua estensione e altezza? Perchè fare così tanti piani in un centro storico medievale come quello di Castelnuovo? Infine: come mai il cantiere della exValserchio è fermo da mesi, mentre quello del Piano procede a rilento? E’ vero che ci sono difficoltà? E se sì quali? Insomma la popolazione si pone delle domande. A chi tocca rispondere? Il Giornale di Castelnuovo Redazione: via traversa Vecchiacchi, 17 55032 Castelnuovo Garfagnana Direttore Andrea Giannasi Caporedattrice Barbara Coli In redazione Marco Giannasi Gabriele Coli Matteo Ferranti Fabrizio Ferrari Piergiorgio Leaci Fotografie Antonella Bertolini Gabriele Coli STUDIO BIANCO Direzione e sede legale: via Terme di Traiano, 25 Civitavecchia ROMA Gruppo editoriale Giannasi editore P.iva 09345201009 Stampa Tipografia Etruria via della Vittoria Civitavecchia ROMA www.ilgiornaledicastelnuovo.it [email protected] SOSTENETE IL GIORNALE 25,00 € per l’abbonamento ordinari o annuale 50,00 € per l’abbonamento sostenitore su conto corrente postale n. 11507530 intestato a Giannasi editore IL GIORNALE SI TROVA A Castelnuovo - Presso tutte le edicole e le librerie Pieve Fosciana - Edicola di via San Giovanni Barga - Edicola Poli (via Pascoli) Gallicano - Edicola (via Serchio) Castiglione di Garfagnana (all’edicola bar Marcalli) Camporgiano Poggio (Bar Valiensi) Roggio (presso l’edicola/bar) Fornaci di Barga - Edicola e libreria c/o Conad Lucca, Girovita, Piazza San Martino Il Giornale di Castelnuovo Numero 33 - Settembre 2010 Pagina 3 Intervento dell’Associazione che da anni lotta per la valle e i suoi abitanti Non bruciamoci la Garfagnana L'Associazione per il Turismo in Garfagnana e Media Valle del Serchio interviene con questo comunicato stampa sul tema riguardante il destino dell'inceneritore di Castelnuovo di Garfagnana e del soggetto gestore (Se.Ver.A. Spa). In particolare le notizie riguardanti il futuro dell'impianto, attualmente fermo per inadeguatezze tecniche e ormai a fine vita, sono ritenute non sostenibili in quanto riferibili alle seguenti due ipotesi: il quinto adeguamento consecutivo con enormi costi che ricadranno su Comuni e Cittadini mantenendo la stessa potenzialità nonostante la legge imponga di diminuire drasticamente i rifiuti prodotti (mediante riduzione alla fonte e raccolte differenziate) costruzione ex novo di un grosso inceneritore mediante l'ingresso di un nuovo socio in Se.Ver.A. spa. L' Associazione, di fronte all’ennesima proposta di trasformare la Garfagnana (terra per antonomasia di montagne, acque, parchi e buon vivere) in un sito di importazione e incenerimento rifiuti afferma a nome delle circa 60 aziende associate la netta avversione a quanto proposto. Oltre alle ovvie questioni di salute pubblica, preme sottolineare il danno di immagine e marketing che già oggi deriva a causa della profonda incoerenza tra la presenza di un inceneritore e l'idea di “Garfagnana terra di parchi e prodotti agroalimentari di qualità”. In termini economici significa danneggiare il turismo, cioè il settore in cui sono stati realizzati i più importanti investimenti privati e pubblici negli ultimi anni e che dà occupazione a centinaia di persone offrendo opportunità di reddito per molte famiglie della valle, sia direttamente, sia per la positiva ricaduta sull'indotto (si pensi alle ditte che svolgono servizi o vendono prodotti alle strutture ricettive, a quelle coinvolte nelle ristrutturazioni edilizie, ecc.). Tale incongruenza pare particolarmente grave per quanto riguarda le produzioni agroalimentari tipiche che costituiscono uno dei motivi di maggiore attrazione per la valle e la ragion d'essere dell'agricoltura, cioè della principale forma di salvaguardia del territorio e del paesaggio e di prevenzione del dissesto idrogeologico. Per questi motivi, rivolgendosi a tutti gli amministratori della Garfagnana, l' Associazione chiede che i rifiuti vengano finalmente gestiti in modo consono alle caratteristiche della nostra Valle e alla sua vocazione agricolo-turistico-ambientale. In particolare, si individua come priorità la pianificazione del modo più rapido per raggiungere i livelli di raccolta differenziata previsti dalla legge (55% adesso e 65% al 2012) dopo di che lo smaltimento del poco indifferenziato residuo non rappresenterà un problema né potrà giustificare qualsiasi investimento per impianti di smaltimento finale di rifiuti (inceneritori e/o discariche) sul nostro territorio. Infine, a conoscenza dell’inizio dell’iter per la revisione del "Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Lucca", l'Associazione chiede che l’Amministrazione Provinciale applichi correttamente per la Garfagnana le "Norme per la tutela dei territori con produzioni agricole di particolare qualità e tipicità" previste dal D.lgs. 228/2001, che, all'art. 21, che vietano espressamente la presenza d’impianti di tratta- LETTERA IN REDAZIONE Tutti possono sbagliare! Spett.le Redazione, ho letto sull’edizione cartacea del vostro giornale di Agosto, uscito in questi primi giorni di Settembre, la lettera di Gabriele Turri, presidente del Cai di Castelnuovo, riguardo il depliant della Settimana del Commercio. Gli stimoli a migliorare sono sempre molto graditi e siamo concordi nel dire che molte cose possono essere migliorate. Per questo ringrazio il contributo dell’amico Gabriele Turri, fa piacere vedere che qualcuno non osserva e basta, ma si accolla anche la briga di prendere, una volta carta e penna, oggi di accendere un pc, e scrivere un commento. Quest’anno ho avuto il piacere di collaborare ad alcuni aspetti organizzativi della Settimana del Commercio e credo di poter dire che organizzatori, redattori e tipografo chiedono quindi scusa per il “pressappochismo professionale” che ha portato alla pubblicazione del depliant con un gravissimo refuso che rischia di far ricoprire l’intera manifestazione sotto un “manto di ridicolo”. Si, è vero, nel depliant “Forze dell’Ordine” era scritto con una “s” al posto della “z”. Non per ipotizzare una presunta assenza d’ordine, ma, semplicemente, per una grave svista. Siamo felici che al riguardo non ci sia stata indifferenza. Ci permettiamo però di segnalare che in Inghilterra (come riporta l’Oxford Dictionary pubblicato dalla Oxford University) per dire BALLO si usa la parola BALL (sostantivo maschile). Addirittura “Baby Ball” risulta essere meno maccheronico del più comune – IN ITALIA - “Baby Dance”. La lezione da trarre? Che tutti possono sbagliare e che è sempre bene non dare nulla per scontato. Luca Dini mento rifiuti nelle zone con produzioni agro-alimentari certificate (DOP, DOC, IGP), agricoltura biologica e agriturismo. Intenzionati ad indire alcuni incontri per confrontarsi su questo tema, invitiamo fin d'ora tutti gli organismi associativi della valle che vedono danneggiati i propri interessi ad un tavolo di lavoro congiunto per evitare i danni irreversibili che decisioni scellerate nella materia qui trattata potranno determinare. Danilo Musetti Presidente dell'Associazione per il Turismo in Garfagnana e Media Valle del Serchio I nuovi bandi emessi dal Gal Garfagnana Presentati presso la sede della Comunità Montana due nuovi bandi emessi dal Gal Garfagnana a sostegno di attività sociali e culturali. “Sono due bandi molto importanti della nostra programmazione commenta il Presidente del Gal Luigi Favari - e la novità rispetto alla programmazione passata è quella di aver alzato la percentuale di contribuzione, infatti i bandi presentati portano una percentuale di contributo pari al 100% con il fine di sostenere le azioni progettuali degli enti locali senza grosse partecipazioni economiche. Questo è stato possibile grazie a una forte attività di concertazione fatta tra il Gal Toscani la Regione e l’Unione Europea. Nei bandi le priorità qualificanti per accedere alle risorse sono i fini occupazionali dell’intervento con il chiaro scopo di contribuire alla crisi occupazionale in essere. In definitiva la nostra intenzione e quella di promuovere sul territorio azioni di sviluppo che valorizzi la nostra realtà territoriale con elementi innovativi per avviare nuove azioni di crescita economica e sociale. E su questa impostazione che come gal vogliamo operare, impostazione che già nel passato ha dato buoni frutti. Con progetti innovativi abbiamo creato nuove realtà economiche e aperto nuovi canali di valorizzazione territoriale creando opportunità e crescita. Con questi due bandi nel 2010 il Gal Garfagnana Ambiente e Sviluppo - aggiunge Favari - ha messo a Bando sul territorio circa 5 milioni di euro per gli interventi di sviluppo rurale con la concreta possibilità di arrivare a 11 milioni di euro nella seconda fase di programmazione 2011- 2013.” Il Bando misura 321 “servizi essenziali per l’economia rurale reti di protezione sociale” consente di sostenere la realizzazione, l’avvio e il consolidamento di strutture per i servizi sociali in zone rurali a favore di: anziani; persone a bassa contrattualità; giovani; famiglie; minori. Il contributo è al 100% per quanto riguarda gli investimenti mentre la gestione del progetto è finanziabile con percentuali diverse fino ad un massimale dell’80%. Per quanto riguarda la 323, tutela e riqualificazione del patrimonio rurale “Riqualificazione e valorizzazione del patrimonio culturale”. “La finalità del bando - conclude Luigi Favari - prevede il recupero delle emergenze storico-architettoniche, culturali e naturali per migliorare il contesto ambientale a favore dei residenti e dei turisti. L’altro obiettivo e quello di integrare le attività economiche dei vari settori con l’identità dei cittadini. Con questi due bandi nel 2010 il Gal Garfagnana Ambiente e Sviluppo ha messo a Bando sul territorio circa 5 milioni di euro per gli interventi di sviluppo rurale con la concreta possibilità di arrivare a 11 milioni di euro nella seconda fase di programmazione 2011- 2013. L’interesse dimostrato fino ad oggi dalle imprese e gli enti locali fa ben sperare che le risorse messe a bando possono contribuire in maniera positiva alla crescita economica della nostra area.” Pagina 4 Numero 33 - Settembre 2010 Il Giornale di Castelnuovo Si sta avvicinando la Giornata del Senso Civico Le barriere dell’ignoranza Dolore: perché non adirarsi con Dio? Intervista con il Teologo Angelo Pini "Nudo uscii dal grembo di mia madre, e nudo vi ritornerò. Il Signore ha dato, il Signore ha tolto, sia benedetto il nome del Signore!". In tutto questo Giobbe non peccò e non attribuì a Dio nulla di ingiusto. (Giobbe cap 1 – 22,23) La giornata del senso civico dedicate alle “Barriere Architettoniche” e non solo . . Il prossimo ottobre si svolgerà la terza edizione della “Giornata del senso civico”; per questa edizione abbiamo pensato ad un tema che coinvolge a diverso titolo amministratori, portatori di handicap e cittadini “normo dotati”. Parleremo ma soprattutto cercheremo soluzioni al problema delle barriere architettoniche. Per certo parlare di problema, come potrete anche voi constatare venendoci a trovare, è errato: quando parliamo di problemi ci limitiamo molto spesso ad intendere questioni difficoltose che ci sono capitate fra le mani, in questo caso, nella maggior parte dei casi, i problemi le causiamo noi. Li causano gli amministratori distratti quando accettano progetti insensati che non tengono conto di chi, non certo per scelta, non può vedere e non può camminare o più semplicemente di chi, si pensi ad una madre, deve potersi muovere in tutta tranquillità con il proprio passeggino; lo causiamo noi stessi quando “invalidiamo” le poche vie di accesso con la nostra imperiosa ignoranza che si chiama: auto parcheggiata sul marciapiede, auto parcheggiata in stalli dedicati ai disabili ecc. Insomma, il prossimo ottobre parleremo dell’ignoranza a 360°, quella che prima o poi colpisce tutti, in maniera attiva o passiva; comprenderemo come la questione della barriere architettoniche è soprattutto culturale prima che politica o progettuale. Saremo chiamati in causa tutti NOI come personaggi attivi, nel bene e nel male, nella città che viviamo e che siamo chiamati a far vivere. Ecco, quando parliamo di accessibilità per tutti i luoghi pubblici (Ospedali, scuole, teatri, piazze, cinema, giardini ecc) parliamo del diritto ad avere un vita normale ma soprattutto, basterebbe, non di- versa dagli altri per tutti i nostri concittadini (o ospiti della nostra città) che sono chiamati a vivere con l’ausilio di una carrozzina o di un bastone o non possono vedere. Parlare del buon vivere senza trattare, questa volta, di ambiente salubre o di buona tavola ci porterà a comprendere piccoli dettagli della nostra vita che a volte, non per cattiveria ma per una mancanza di cultura e di senso civico (appunto!) trascina a terra la vita degli altri; nella loro invalidità la nostra violenza (perché parcheggiare su di una rampa di accesso è pura violenza) diventa insopportabile ed odiosa. Ma assieme cercheremo anche buone prassi, valuteremo prospettive e cercheremo di impegnarci: noi ed i nostri amministratori per far diventare Castelnuovo una città davvero aperta ed accessibile; lo faremo con tanti amici: Lorenzo, Angelo, Cinzia; saranno presenti i nostri amministratori e cercheremo di affrontare, magari con qualche nome conosciuto, questo nostro modo egoistico di vivere. Con Angelo Pini, teologo e da sempre in sedia a rotelle per una tetraparesi spastica, affronteremo in questi giorni un giro per la nostra città, riprenderemo tutto con la nostra telecamera per individuare i punti nevralgici e le barriere più insidiose; sarà uno strumento in più per avviare un dibattito e far aprire gli occhi su questo tema. Insomma di carne al fuoco ne metteremo tanta e non ci accontenteremo delle sole barriere “in cemento o asfalto” ma oseremo affrontare, ancora con il nostro amico Angelo, quelle barriere, forse più insidiose e nascoste, che ci impediscono di rapportarci normalmente e tranquillamente con i portatori di handicap, troppo presi ad averne pietà o disinteressati forse in medio stat virtus? Ci vediamo presto! Matteo Ferranti In tutto il dolore di Giobbe (i propri beni ed i propri figli vengono spazzati via nel medesimo giorno) non si trova il minimo risentimento verso il Signore, anzi. “Il Signore ha dato il Signore ha tolto, sia benedetto il nome del Signore!”, che fede folle, insensata, al limite dell’incomprensibile, anzi ben oltre. Che fede meravigliosa. Con queste parole nel cuore mi sono voltato verso il mio caro amico e Teologo Angelo Pini, e con lui abbiamo guardato i molti volti presenti durante la Santa Messa domenicale: quanti dolori, quante tragedie, tante quante quei volti e quelle mani protese egualmente verso Dio Padre. Perché non sono adirati verso Dio? Hanno davvero risposto come Giobbe? Mi sono permesso di chiedere spontaneamente ad Angelo, in sedia a rotelle da sempre e da sempre impossibilitato a parlare: perché non ce l’hai con Dio? Affido a voi e a me la sua risposta. Quando parli di “rabbia” che può essere presente in quelle famiglie che hanno un figlio, una figlia, un fratello, una sorella affetti da una malattia grave o hanno perso un loro caro , la prima questione potrebbe essere molto più complessa: sono arrabbiati con Dio o con se stessi? Vorrei cominciare con un brano del vangelo di Giovanni, nel capitolo 9, il brano parla di quel cieco che Gesù ha guarito ed in particolare voglio sottolineare la domanda che i discepoli fanno a Gesù diretta a capire se è per colpa sua o per colpa dei suoi genitori che egli è in quella situazione. Gesù risponde molto chiaro: “Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio”, in altre parole, non hanno nessuna colpa entrambi ma è la volontà del Padre che sta nei cieli. Gesù è stato molto chiaro con i suoi discepoli ed è chiaro con noi: la vita che ci ha dato è un suo dono, e non importa, per farti un esempio concreto, se io sono in carrozzina e tu sei sano! Certo, questo si rivela ai semplici, coloro che vivono la loro vita semplice nella “povertà” profondamente arricchiti nello Spirito. La presenza di queste bellissime persone è cementata nella profondità del loro cammino di fede, non facile, assolutamente, aiutati dalla semplicità e sincerità! C’è però un interagire tra questa fede degli “ultimi” o meglio dei primi e noi che ci riteniamo fortunati per non essere toccati da simili dolori? Certo, è il sapere amarli per chi soffre è importante sentirsi amato, quella piena e vera caritas che non è banale pietà ma è qualche cosa di più coinvolgente ed impegnativo: il punto cruciale è lì! Quale invito, allora? Cercare di vivere e vedere, ed insegnare ai propri figli a fare lo stesso, con gli occhi della fede pura, allora si che riusciremo a vivere in serenità, così, anche un figlio disabile o malato riceve il vero bene perché sa di essere un dono che Dio ha dato ai suoi genitori, anche se è sulla carrozzina! Intervista di Matteo Ferranti Il Giornale di Castelnuovo Numero 33 - Settembre 2010 Pagina 5 Intervista al presidente Marco Bertoncini Torrite United: una squadra decisa! Abbiamo incontrato il Presidente dell’ A.S.D. “Torrite United” Marco Bertoncini. Cosa ha spinto un gruppo di ragazzi ad impegnarsi in questa nuova avventura calcistica? Oltre alla nostra grande passione per tutto ciò che è calcio, abbiamo deciso di impegnarci in prima persona perché sposiamo a pieno lo spirito guida di questa società, che è, e resterà, quello del divertimento e della partecipazione collettiva in modo da poter creare un numero sempre maggiore di momenti di aggregazione sociale. Dare un’alternativa ed una possibilità a tutti quelli che per qualche ora a settimana vogliono fare dello sport e dimenticare per un attimo i piccoli grandi problemi che tutti hanno. Non è un caso che alla fine di ogni partita ci ritroviamo tutti davanti ad una bella pizza ed una birra a commentare la gara appena trascorsa e praticamente ogni mese cerchiamo di organizzare una grigliata o una cena per passare una serata in allegria. In Garfagnana il calcio dilettantistico ha raggiunto un buon livello grazie anche alla serietà delle singole squadre. Verissimo, difatti tra i valori fondanti della mia società ci sono la serietà, la lealtà e ovviamente la passione per questo sport. Il paese vi segue in questa avventura o c’è freddezza? Tutto il paese è sempre stato molto vicino alla squadra, sia nelle amichevoli prima del campionato che alle partite ufficiali, sostenendoci anche in trasferta. Addirittura nelle trasferte più vicine, erano presenti sugli spalti più tifosi nostri che tifosi locali. In casa, poi, il nostro pubblico è il classico dodicesimo uomo in Torrite: la rosa completa campo sempre pronto a incitarci. Numeroso e caloroso, con cori e coreografie, è un pubblico di parecchie categorie superiori. Dovendo riassumere in una parola la sua squadra quale userebbe? Decisa, decisa a fare bene. Dove pensa che possa arrivare il “Torrite United” quest’anno? Essendo il nostro primo anno, non conosciamo l’organico delle altre squadre partecipanti al campionato quindi saremo molto più in difficoltà rispetto agli altri, comunque la mia squadra ha iniziato ad allenarsi dal 23 agosto, inizio della preparazione, consapevole del livello di forma fisica dei nostri giocatori e delle difficoltà che incontreremo durante l’anno. Ciò premesso credo sia impossibile ad oggi fare una previsione di dove arriverà la nostra squadra, so che qualsiasi sarà il nostro posto in classifica, ce lo saremo guadagnato giorno per giorno, con umiltà, voglia, entusiasmo e spensieratezza che solo un gruppo affiatato di amici può avere. Che cosa si sente di dire ai suoi giocatori? Come presidente, ma anche come tifoso, li invito a dare sempre il meglio delle loro possibilità in campo. Serietà e professionalità per un loro futuro calcistico nella speranza che qualcuno di loro faccia carriera nel mondo del calcio. Infatti all'interno della squadra ci sono molti elementi validi che per caratteristiche e qualità di gioco potrebbero andare avanti ed altri ancora che stanno crescendo calcisticamente. Intervista di Barbara Coli Alla 4^ geometri il “Campedelli” La finalissima dell’annuale torneo di calcetto tra gli alunni dell’Itcg “Campedelli” di Castelnuovo, disputata sul campo in sintetico di Parco Dronero a Castelnuovo, è stata vinta dalla formazione della 4A Geometri, composta da Ferrari, Alessio Muccini, Matteo Bechelli, Alessandro Borgia, Matteo Rinaldi, Francesco Satti. I campioni hanno superato per 3-2 la squadra della 5A Geometri (Andrea Gonnella, Elvin Sheu, Rilind Sheu, Gianluca Pierotti, Lorenzo Dini, Stefano Bertolini, Matteo Giovannetti). L’organizzazione del torneo, a cui hanno partecipato 18 squadre, è stata dei professori di Educazione fisica Lino Tognocchi e Luigi Mele. e|áàÉÜÉ _t cÉáàxÜ|t Cucina casalinga a base di pesce Via Fratti 386 - Viareggio Tel. 058449788 - Cell. 3336952206 Chiuso il mercoledì Cristian Bonaldi -ATTACCO Giovanni Buonocore - DIFESA Alessandro Mazzei - PORTIERE Valentino Bonini - ATTACCO Stefano Dini - DIFESA Luca Marcucci - ATTACCO Mohamed Amar - CENTROCAMPO Abdellah EL Hamidi - DIFESA Makhlouf Abdelfattah - CENTROCAMPO Marco Marchetti - CENTROCAMPO Nicola Pucci - ATTACCO Riccardo Marinai - DIFESA Simone Mazzei - ATTACCO Andrea Previtali - ATTACCO Riccardo Evangelisti - CENTROCAMPO Matteo Pieroni - DIFESA Stefano Pioli - DIFESA Francesco Cecchini - CENTROCAMPO Federico Pioli - CENTROCAMPO Valerio Venturelli - ATTACCO Matteo Fabiani - PORTIERE Carlo Pucci - ATTACCO Edoardo Stefani - CENTROCAMPO Saverio Turri - DIFESA Liviu Rarunchi - CENTROCAMPO Ingraniola Chatura Cesare - ATTACCO Angelo Cagnoni - PORTIERE A Vergnano il Santa Maria Tradizionale appuntamento con il calcio di fine estate a Borsigliana in comune di Piazza al Serchio. Infatti, presso il campo de "La Bora" di Borsigliana si è disputata la finale della XXXIV edizione del Torneo "Santa Maria", di calcio a sette, tra le formazioni dei limitrofi paesi di Vergnano e Borsigliana. I biancocelesti del Vergnano hanno vinto la sfida per 5-1 sui gialloneri del Borsigliana, controllando quasi sempre la gara e mettendo in difficoltà gli avversari con un gioco corale. Per i vincitori, in gol Lorenzo Accardi, Luca Magistrelli (2), Stefano Bertolini (2). Per il Borsigliana, Eros Bertolini. All'altezza l'arbitraggio. La "rosa" del Vergnano: Virgilio Brega, Stefano Bertolini, Daniel Pelli, Luca Magistrelli, Andrea Pellini, Lorenzo Accardi, Fabrizio Guidetti, Alessio Pellegrinetti, Michele Magistrelli, Alex Guidetti. Borsigliana: Massimo Accardi, Vittorio Fontanini, Eddy Suffredini, Andrea Bertei Daniele Bertolini, Eros Bertolini, Rossano Brega, Alessandro Tonini. Per tanti ragazzi è anche l'occasione di ritrovarsi insieme, ogni anno, durante le vacanze estive, tra locali, figli e nipoti di emigrati e villeggianti. Cena Slow Food Slow Food Toscana per TERRA MADRE Per sostenere Terra Madre (Torino, 21-25 ottobre 2010), oltre alle iniziative delle singole Condotte, abbiamo organizzato tre cene in tre differenti zone della Toscana, in modo da coprire tutto il territorio. Abbiamo chiesto la collaborazione volontaria di alcuni chef della Rete dei cuochi di Terra Madre Toscana, coordinati da Salvatore Toscano. A loro va il nostro ringraziamento. Venerdì 8 ottobre al Ristorante I Diavoletti Via Stradone di Casigliano, 302 – Capannori (LU) Alda e Paola Bosi (“I Diavoletti“ - Capannori) Elena Pardini ("Alle Camelie" Pieve di Compito) Salvatore Toscano (“Mangiando Mangiando” – Greve in Chianti). Ci presentano il seguente MENÙ: Biroldo con pane di neccio - Zuppetta di patate Farinata con granoturco ottofile rosso della Garfagnana Tordelli di grano saraceno ai porri Capocollo di maiale grigio al finocchietto cotto in forno e Cannellini di San Ginese Frittura di trotelline della comunità dell'acqua di Valle di Soraggio Dolce al tè del Compitese e biscottini all'olio extravergine di oliva VINI Palistorti Bianco doc 2009 Tenuta di Valgiano Fabbrica di S. Martino Rosso doc 2007 Az. Fabbrica di S. .Martino. Greco delle Gaggie Vin Santo doc 2006 Fattoria Colleverde. Slow Food Garfagnana e Valle del Serchio Pagina 6 Numero 33 - Settembre 2010 Il Giornale di Castelnuovo In occasione del concerto tenuto in fortezza questa estate L’incontro con Roberto Vecchioni L'attesa cresce e l'atmosfera si permea già di quell'aurea intellettuale e poetica che accompagna chi per metà è professore di materie umanistiche e per l'altra metà è artista romantico e profondo. Roberto Vecchioni per un giorno a Castelnuovo. Era già accaduto qualche anno fa, il cantautore aveva cantato ad una festa dell'Unità. Questa volta sono i giovani di Castelnuovo, quelli della Consulta Giovanile, ad ospitare Vecchioni a "Parliamone". Arriva trafelato, impastoiato dal traffico che in Garfagnana potrebbe sembrare un evento straordinario e che invece è la normalità. Pure qui. L'11 agosto Roberto Vecchioni ha cantato e suonato alla Fortezza di Montalfonso, proponendo uno spettacolo in cui musica, letteratura e teatro si mischiano mirabilmente. E prima di suonare alla Fortezza, si è concesso al suo pubblico in una chiacchierata che a tratti ha assunto la caratteristica del monologo, quasi il professore non potesse distaccarsi completamente dalla sua dimensione di docente. Ma piacevolissima e ricca di punti di vista originali e pungenti. Come si fa a diventare Roberto Vecchioni? La domanda è forse tra le più difficili, ma anche tra le più semplici. I miei inizi come artista risalgono ad un periodo molto difficile per i giovani, fine anni '50 primi anni '60, ma assolutamente bellissimo. Quelli erano anni in cui si rompeva con il passato, in cui si respirava un'aria nuova proveniente dall'America. All'età di diciotto, vent'anni, la mia generazione viveva stretta in una morsa tra una sorta di esistenzialismo sartriano, ovvero presa dall'angoscia del vivere, dal pessimismo quotidiano, dal dubbio, dall'insicurezza, pensate a Luigi Tenco o Gino Paoli ad esempio, e allo stesso momento aveva però un'incredibile voglia di conoscere, di sapere. Ci ritrovavamo per leggere i grandi autori americani, eravamo presi dalla poesia, dai cantautori francesi come Aznavour. Non avevamo connotazioni politiche nè sociali, quelle sono venute dopo, negli anni '70, ma era comunque un tempo di cambiamento e sperimentazione. Pensate che in Italia fino a quel momento si cantava "mamma son tanto felice" oppure "vecchio scarpone". Il nostro , intendo dire quello della mia cerchia di artisti, era un paese non geografico, ma intellettuale, e soprattutto eravamo preda di una grande emozione. Non si badava alla carriera, ma si parlava di futuro, speranze e solidarietà. Proprio come i quattro amici al bar della celebre canzone. E cosa è cambiato oggi? Non ci si può più permettere di essere così oggi in Italia, nel 2010. Quella è stata l'epoca del tutto è possibile. E molto di questo tutto è possibile, è stato sbagliato, ha portato a risposte violente o irrazionali. Per i giovani di oggi è forte la tentazione di cedersi, lo slogan che va per la maggiore è "life is now", e quindi tutto è da consumare velocemente, ora, con lo sguardo ai valori effimeri e senza la capacità di vedere il futuro. Altro errore è quello opposto, ovvero pensare solo al domani, é questo il rischio delle religioni e delle filosofie. Ma i ragazzi oggi non sono tutti uguali. Alcuni sono rincoglioniti già a 14 anni, ma altri hanno speranze da rinfocolare e la capacità di conoscere altri come loro. Qualcuno chiede a Vecchioni se si rivede nella definizione che sua figlia ha dato di lui in un'intervista, ovvero quella del padre bambino. Certo, basta non diventare irresponsabile. Lei, mia figlia, mi vedeva come il padre che ha sempre dato a tutti i quattro figli un po di magia della vita. Ho cercato di sporcare la realtà quando era troppo brutta, e sono quello che un po' li ha sempre maledettamente difesi. E sono bambino perchè sono completamente leggibile nei miei stati d'animo. Confessa candidamente di non essere mai stato a Samarcanda. Samarcanda è un modo di pensare al destino che avevo allora e che non ho più oggi, perchè si cambia nella vita e penso che il libero arbitrio sia molto più forte del destino. Dopo 35 anni ne ha viste di tutti i colori, e penso che ci sia un senso in quello che succede, anche se spesso non lo sappiamo. Come è possibile pensare a Mozart, Shakespeare, Sofocle, senza pensare che ci sia un disegno, grandissimo, che tessera a tessera stiamo costruendo. Credo di aver incontrato Dio, e credo che questo compito di intessere il mosaico ci sia dato da lui. Roberto Vecchioni se ne va rapidamente come è arrivato, hai l'impressione che la sua vita sia in continuo movimento come lo è senz'altro il suo pensiero, acuto e sferzante. T-shirt e bermuda da rocker e occhialini da professore, in un connubio che continua ad appassionare generazioni ed età diverse. Gabriele Coli Il maestro Pietro Ciambelli ricorda un’antica professione scomparsa I segantini della Garfagnana Mestiere molto faticoso praticato almeno da tre uomini. Ve n’erano in ogni circondario delle nostre zone, ma provenivano anche da altre regioni. Il lavoro di segantini consisteva nel ridurre i rocchi soprattutto di castagno, ma anche di faggio e noce, in tavole, travi, travicelli e tavoloni, materiale di cui le famiglie contadine dei monti e delle campagne si servivano abbondantemente nella costruzione di case, capanne, metati, loggiati e quant’altro. Del resto non solo il legname doveva essere reperito in loco, ma anche tutto il resto come sassi, rena, calce in epoche e luoghi privi di strade rotabili e quindi mezzi meccanici di trasporto. La trasformazione del tronco in tante unità lavorative era un’operazione lunga e complessa. Prima si procedeva all’abbattimento della pianta poi la si suddivideva in tronchi col segone a due manici, a quel tempo non c’erano le motoseghe, facendo in modo da evitare natte e storture: il tronco doveva risultate il più possibile diritto. Entrava quindi in funzione lo squadratore che, con un tipo di accetta a taglio largo, riquadrava il rocchio renden- dolo quasi simile ad un parallelepipedo rettangolo. Dopo di che veniva fatta la segnatura che consisteva nel battere un filo, inzuppato in un liquido rossiccio, tenuto teso alle due estremità del tronco dai segantini e lasciato andare di scatto. Questa operazione, effettuata sia di sotto che di sopra del rocchio, segnava ben visibili le linee lungo le quali doveva scorrere la sega, un attrezzo chiuso a forma rettangolare con due manici ancorati ai lati minori dove nel centro era fissata anche la lama dentata, la sega appunto che penetrava nel legno in seguito ai movimenti ritmici e alle spinte che i segantini le imprimevano in senso verticale, in su e in giù. Finita questa fase iniziava quella più impegnativa e fati- cosa. Bisognava individuare un’altura sopra cui sistemare il tronco onde poterlo segare. Trovato il poggio si procedeva alla costruzione di una specie di piattaforma sulla quale veniva ancorato il tronco in modo molto solido e stabile, sistemato a sbalzo, più o meno a metà, a circa due metri e mezzo da terra così da permettere all’operatore di sotto di avere una sufficiente possibilità di manovra nello svolgimento della sua mansione. Quello di sopra, posizionato sul tronco non aveva di questi problemi, ma forse un impegno più gravoso. Terminata la segatura da una parte si provvedeva a girare il rocchio per poterla effettuare anche da quella opposta al fine del completamente dell’operazione. I vari tipi di legname ottenuti venivano accatastati sia al coperto che all’aperto in modo che tra i vari pezzi potesse circolare l’aria e nel contempo potessero essiccare bene prima dell’uso. I tavoloni che non erano altro che tavole dallo spessore più alto, prodotti per ricavarne un beneficio economico, venivano portati dai proprietari su strade rotabili per essere poi indirizzati verso i luoghi di trasformazione. Da notare che il tavolone era un carico molto fastidioso per chi lo portava sia perché generalmente di notevole lunghezza e pesantezza, sia perché molto propenso a scivolare lungo le sue spalle. La retribuzione dei segantini veniva calcolata un tanto alla canna. Non era certo un calcolo approssimativo come a prima vista può sembrare, ma derivato da precise misurazioni che i professionisti del mestiere sapevano fare sul prodotto finito, tenendo presente che la canna era considerata circa due metri lineari. Pietro Ciambelli Un premio a Riccardo Pieri Prestigioso riconoscimento per il giovane chimico castelnuovese, dottor Riccardo Pieri, a Bruxelles in Belgio, denominato “Innovation Trophy” (Trofeo dell’Innovazione), che ogni tre anni la multinazionale chimica Solvay bandisce, riservato ai ricercatori interni alla stessa multinazionale, invitati a presentare le loro ricerche. Riccardo Pieri è stato proclamato vincitore davanti a oltre 500 colleghi scienziati, provenienti da ogni parte del mondo. Dopo molteplici selezioni, la proclamazione ufficiale della vittoria di Riccardo Pieri è avvenuta a Bruxelles, legata ad un lavoro sui materiali innovativi delle batterie al litio. Tali materiali hanno utilizzi plurimi, a cominciare dall’intero settore automobilistico fino a nuovi cellulari. Un momento di commozione è stato quando Riccardo ha dedicato il premio conferitogli alla memoria del padre, dottor Rino Pieri, scomparso da 23 anni, quando lui era ancora adolescente. Nel mese di ottobre, sempre a Bruxelles, Riccardo Pieri presenterà il proprio lavoro nel corso di una conferenza a livello mondiale, alla presenza anche di diversi premi Nobel per la chimica. Il Giornale di Castelnuovo Numero 33 - Settembre 2010 Pagina 7 La ricostruzione, attraverso i documenti americani, dell’abbattimento e la cattura di due piloti Storie di guerra in Garfagnana Castelnuovo e la Garfagnana dalla primavera del 1944 e fino all'aprile del 1945 furono più volte obiettivi dei cacciabombardieri e dei bombardieri alleati. Dalla fine del mese di settembre la Linea Gotica si assestò sul crinale tra la Pania, Molazzana, Palleroso, Treppignana, Lama. Da quel momento i ponti di Castelnuovo diventarono elementi stradali che gli anglo-americani segnalarono come da distruggere per scardinare i collegamenti delle retrovie. I caccia maggiormente utilizzati per questo compito furono i robusti P47 Republic “Thunderbolt”. Il reparto che operava nel settore era lo Squadron 66th Fighter, con sede operativa a Grosseto, e appartenente al Group 57th Fighter sotto il comando del 12th Group. I piloti erano stati trasferiti in Toscana dalla Corsica nel settembre del 1944 e iniziarono ad operare nella Valle del Po e sull'Italia settentrionale colpendo soprattutto ponti stradali e ferroviari, ma anche bunker e postazioni nemiche, fotografate dai ricognitori e poi inseriti tra i punti da bombardare. In realtà si trovarono nei mesi a sorvolare e attaccare convogli e postazioni in Garfagnana anche altri reparti: tra i quali gli aerei della Força Expedicionaria Brasileira. L'8 febbraio gli aerei statunitensi appoggiarono dal cielo l'operazione “Quarto Termine”, ovvero l'attacco della 92^ divisione di fanteria Buffalo alle linee italo-tedesche nella Valle del Serchio. I cieli furono solcati da numerosi cacciabombardieri che mitragliavano e gettavano bombe su obiettivi diversi. Tra questi si trovavano due P47 Thunderbild in missione di ricognizione che furono vittime della Flak e delle schegge di una esplosione ravvicinata. I due aerei in fiamme precipitarono a Caprignana e Torrite tra le 10 e le 11 del mattino, mentre i due piloti si lanciarono con il paracadute. I piloti erano il Tenente Theodore Matula e il Sottotenente Alfred R. Lyth. L'aereo di Matula venne colpito dalla Flak dopo aver sganciato una bomba su Aulla. Il pilota con l'aereo danneggiato scese in Garfagnana dove si lanciò con il paracadute. L'aereo in fiamme precipitò a Caprignana. Come siamo soliti vedere nei vecchi film di guerra alla fine di ogni missione venivano stilati rapporti e segnalati i dati sugli aerei di coloro che non erano rientrati alla base. I documenti originali sono custoditi dal Dipartimento della Guerra americano, che li aveva registrati e secretati il 15 marzo 1945. Questi dossier riportano tutti i dati del pilota abbattuto, gli eventi, le circostanze, una mappa con indicato il punto di caduta del velivolo e la testimonianza firmata dell'ultimo pilota ad aver visto l'aereo caduto. Ebbene da questi si evince che il Tenente Theodore Matula (numero di matricola 0817989) era alla guida di un P47 soprannominato “Leona” (numero di matricola P47D27RE, modello 2800-59), armato con sei cannoncini da 50mm Browning. Fu abbattuto nel quadrante L-06-16 Italy, alle ore 11.00 dell'8 febbraio del 1945 in combattimento. L'ultimo ad aver visto l'aereo del Tenente Matula fu il Sottotenente George M. Blackburn, che in sede di inchiesta l'11 febbraio presso il comando, di fronte al Capitano Edward J. Silks dichiarò: “Ho sganciato la mia bomba ad Aulla quando ho notato che il mio aereo era stato colpito da un fuoco accurato di mitragliatrici Flak da 88 millimetri. Ho proceduto alla ricognizione della zona, ma non ho rilevato alcun movimento. Ho continuato verso sud dove ho mitragliato una piccola città, ma senza risultati visibili. Tirando l'aereo su ho notato i serbatoi sotto la pancia dell'aereo #83 in fiamme. Ho chiamato il Tenente Matula e gli ho detto di gettare a mare il suo serbatoio sotto la pan- cia, ma non ho ricevuto risposta. Evidentemente sapeva che era nei guai perché ha subito tirato su in una ripida salita, il suo aereo stava bruciando in quel momento. Ha guadagnato circa 1000 piedi di altitudine e l'aereo ha poi iniziato una picchiata ripida. A questo punto l'ho osservato gettarsi fuori dall'abitacolo e il suo paracadute si è aperto immediatamente. Due uomini vestiti in abiti civili sono corsi verso di lui e ho visto l'ultima volta il Tenente Matula quando si stava avvicinando verso una casa vicina. Credo che potesse essere stato ustionato dalle fiamme e che quegli uomini lo stavano aiutando. Mi sono trattenuto dal mitragliare quegli uomini prima che raggiungessero il pilota, perché non c'era niente che indicasse che essi fossero erano soldati”. Firmato Sottotenente George M. Blackburn. Per il Tenente Lyth i documenti seguirono lo stesso iter del Tenente Matula. Registrati l'11 febbraio furono secretati il 15 marzo dal Comando. Il giorno 8 febbraio, con cielo sereno e visibilità illimitata, dopo essere stato colpito dalle schegge di una precedente esplosione (nel rapporto si parla dell'esplosione di un treno carico di munizioni), alle ore 10.05 nel quadrante L-10-10, Italy, l'aereo del tenente Lyth precipitò in fiamme. Il P47 senza un nomignolo, numero di matricola P47D28RA, armato con 6 cannoncini Browning da 50 mm, secondo la mappa originale cadde sopra Torrite. Ad assistere alla tragedia fu il Tenente George A. Mosites. Nel rapporto si legge: “Il tenente Lyth, il mio gregario, è stato investito dall'esplosione di una bomba mentre era in Vendita - Affitto - Locali uso ufficio - Locali commerciali - Immobili singoli e appartamenti ammobiliati e non - Capannoni industriali Per informazioni contattare 327 0987797 picchiata. Come ha tirato su dal bersaglio ha detto che era stato colpito. Ho visto le fiamme in diretta in prossimità del motore, e visto che eravamo appena a nord delle linea del fronte, gli ho detto di dirigersi a sud. Le fiamme erano aumentate; il suo aereo è salito bruscamente in una curva progressiva a circa 4000 piedi, poi si è capovolto di schiena. Ho visto cadere una forma che presto è sbocciata in un paracadute. Il vento portava il paracadute in una serie di orbite a 360 gradi. Il pilota è atterrato un chilometro a ovest di Castelnuovo. L'ora dell'atterraggio del pilota era circa le 10.00. Mentre stavo lasciando la zona, ho visto un aereo L-5 diretto verso il pilota. In quel momento L-5 era a circa un miglio e mezzo a sud di Castelnuovo. Il Tenente Mosites rilasciò la sua dichiarazione l'11 feb- braio presso il Comando del 66th a Grosseto di fronte al Capitano Edward J. Silks. Don Palmiro Pinagni ricorda nel suo diario questi due casi, raccontando di aver visto i due piloti prigionieri degli alpini della Monterosa, condotti al Comando a Camporgiano. Ma mentre il Tenente Matula al termine del conflitto poté tornare in patria, per il Tenente Lyth i fatti andarono diversamente e oggi le sue spoglie riposano nel cimitero Militare Statunitense all'Impruneta a Firenze. Il Tenente Lyth morì ucciso a Camporgiano e fu sepolto l'8 febbraio al cimitero di Pontardeto. Intorno a questo evento nacque una leggenda ancora viva nella memoria di molti. Un evento tremendo avvolto da un mistero. Ma questa è un'altra storia che vi racconterò nel prossimo numero. Andrea Giannasi Chi si riconosce in questa foto? Lo storico Davide Del Giudice ha ritrovato questa fotografia scattata nell’inverno tra il 1944 ed il 1945 in Garfagnana. Si tratta di un bambino che gioca con un Bersaglieri della Divisione “Italia” della RSI. EDILIZIA - FERRAMENTA ANTINFORTUNISTICA GIARDINAGGIO NOLEGGIO MACCHINE E ATTREZZATURA PER L’EDILIZIA PRODOTTI PER PISCINA CASTELNUOVO GARFAGNANA (LU) TEL 0583/644386 - FAX 0583/641507 [email protected] CHIFENTI –BORGO A MOZZANO (LU) TEL 0583/867793 - FAX 0583/867817 [email protected] Pagina 8 Numero 33 - Settembre 2010 NOTIZIE IN BREVE Grazie al Dr. Pier Luigi Vangi A molti cittadini della Valle del Serchio è passato inosservato il pensionamento del dott Pier Luigi Vangi, primario del reparto Ostetricia dell'Ospedale di San Francesco di Barga. Noi lo ringraziamo con affetto, augurandogli un meritato riposo, nel contempo chiediamo al respossabile dell'USL2 di Lucca, dott. Tavanti, chi sostituirà il dott. Vangi? Non vorremmo che a discapito dei nostri bravi ostetrici di reparto nell'unità ospedaliera stessa, con anzianità e porfessionalità di reparto, siano scavalcati da nominativi indicati da pressioni politiche. Vede, dott.Tavanti, noi utenti della Sanità nella Media Valle del Serchio, siamo affezionati ai nostri medici, ci curano da anni e diamo loro fiducia incondizionata. E questo vale anche per altre U.O. della Valle, come i reparti di Ort ope dia e Cardiologia dell'Ospedale Santa Croce di Castelnuovo Garfagnana. Per la cittadinanza della Valle del Serchio: Giulio Fiorentini Gli Aquilini in scena Giancarlo Aquilini in occasione del bicentenario della nascita di Frédéric Chopin con la Compagnia teatrale Alfabeto ha scritto e diretto lo spettacolo Io, Frédéric Chopin che a ottobre sarà al Teatro Alfieri di Castelnuovo. Con le musiche per pianoforte di: Fréderic Chopin, Johann Sebastian Bach e Giancarlo Aquilini con gli attori: Mario Lucarelli e Giordano Aquilini. Lo spettacolo trae la sua ispirazione tanto dalla musica classica quanto da quella minimalista. Gli alunni del Geometri pronti per il Terex Gli alunni di Geometri del “Campedelli” prenderanno parte attiva, nel prossimo autunno dal 24 al 28 novembre, alla grande esercitazione nazionale ed internazionale di prevenzione sismica programmata in alta Garfagnana e che coinvolgerà un po’ tutti i comuni della zona. Si tratta di Eu Terex 2010 (Tuscany Earthquake Relif Exercise)che simulerà il sisma del 1920. Tra i paesi che invieranno aiuti giungeranno in Garfagnana francesi, sloveni, croati, austriaci e russi. Nei mesi scorsi gli alunni delle classi del biennio del corso Geometri e la classe terminale del corso “Costruzioni in zona sismica” dell’Itcg “Campedelli” di Castelnuovo, guidato dal dirigente scolastico Massimo Fontanelli, hanno preso parte a due incontri con gli esperti esterni del servizio sismico della regione Toscana e con i componenti dipartimento di Geologia dell’università degli studi di Pisa. Gli studenti del biennio hanno Conoscersi seguito una serie di seminari tenuti dal dottor Baglione del coordinamento regionale prevenzione sismica e dal professor Puccinelli del dipartimento di Geologia dell’Università di Pisa, sui temi riguardanti il rischio sismico e la prevenzione, la storia della geologia della zona e le caratteristiche geologiche dei suoli della Garfagnana. Gli studenti della quinta classe si sono, invece, incontrati con il geometra Melozzi del coordinamento regionale di prevenzione sismica e con i geometri Della Bimba e Piagentini dell’ufficio del Genio civile di Lucca, che hanno trattato dei parametri relativi alla vulnerabilità degli edifici. Il Giornale di Castelnuovo Nota ai lettori. Le interviste ai sindaci della Garfagnana proseguono. Tutti hanno ricevuto le domande e attendiamo le risposte. Il prossimo sarà l’Avv. Pifferi primo cittadino di Camporgiano. Le foto “vere” dell’Apericena in piazza Nel precedente numero - a causa di un disguido nell’archivio fotografico - abbiamo pubblicato la fotografia della manifestazione dedicata ai sigari. Ripariamo mettendo su questo numero le fotografie della festa in piazza questa estate. Ricordo di Anna Marcucci Agenzia per Single Cerchi l’amore?Invia un SMS con età e nome al 3667203218. Riceverai alcuni profili di persone che come te hanno voglia di innamorarsi. Iscrizione gratuita alle donne fino a 45 anni. Via Zanardelli 170 Viareggio Tel. 0584941436 PONTI NEL TEMPO ALTA VERSILIA GARFAGNANA VALLE DEL SERCHIO Anna Marcucci era una donna intelligente e appassionata, che si è sempre battuta – insieme all’inseparabile compagno Marco - contro le devastazioni del territorio e i danni provocati alla salute delle persone. Un lavoro meticoloso e faticoso, non solo per la ricerca dei dati, per lo scrupolo e la serietà con cui veniva portato avanti, ma anche (ed era una diretta conseguenza del metodo usato), perché si scontrava con gli interessi di poteri economici-politici fortissimi, smentiva i loro alibi, i loro castelli di carta e di parole. La sua prematura scomparsa, ci priva non solo di una compagna di lotte coraggiosa e coerente (qualità non più di moda nella politica locale e nazionale), ma di un’amica carissima e premurosa. Cara Anna, per te non possiamo fare più nulla, se non prometterti che cercheremo di portare avanti le battaglie che hai sostenuto per tutta la vita. Massimiliano Piagentini, Giovanna e Massimo Duranti Gli eventi di oobre 3 oobre – Piegaio (Pescaglia) – 5° edizione Festa della Zucca 10 oobre – Castiglione di Garfagnana – Fiera di Oobre 4° Rassegna del fungo, tartufo e castagna 10 oobre – Castelvecchio Pascoli (Barga) – Festa del Borgo della Poesia 10 oobre – Trassilico (Gallicano) – Festa della Castagna 17 oobre – Riana (Fosciandora) – Festa del Vino 17 oobre – Fortezza di Mont’Alfonso (Castelnuovo di Garfagnana) – Castagnata del CAI 17 oobre – Cascio (Molazzana) – Castagnata 24 oobre – Colognora (Pescaglia) – 7° edizione Mondine nel Borgo antico 24 oobre – Careggine – Festa della Castagna 24 oobre – Gallicano – Mondinata Alpina 30-31 oobre – Borgo a Mozzano – Festa di Halloween ALTA VERSILIA GARFAGNANA VALLE DEL SERCHIO