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La conferenza sul clima di Parigi – Per un nuovo

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La conferenza sul clima di Parigi – Per un nuovo
La conferenza sul clima di Parigi – Per un nuovo
accordo globale sui cambiamenti climatici.
Aprile 2015 I risultati attesi
• Un database di modelli esistenti, buone pratiche, metodologie e indicatori per l’implementazione di
strategie energetiche.
• Una Guida per l'attuazione efficiente di strategie energetiche locali attraverso la cooperazione fra i
partenariati.
• 11 Gruppi di Azione Locale e la redazione di 11 piani di formazione ed attuazione delle misure locali
concordate.
• 22 seminari per Enti pubblici coinvolti nella gestione energetica.
• Il miglioramento delle strategie energetiche locali in 11 aree pilota, con un piano di azione per le attività
future e i finanziamenti in collaborazione con i partenariati locali.
• La costituzione di 24 partenariati locali in 11 aree pilota, 11
attività pilota attuate e 24 casi pilota.
• 45 eventi dei partenariati locali (seminari, incontri per la creazione di contatti, tavole rotonde pubblico ‐
privato).
• 28 soluzioni tecniche (proposte di investimento/studi di fattibilità /business plan).
La conferenza sul clima di Parigi – Per un nuovo accordo globale sui cambiamenti climatici. Aprile 2015
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Kyoto Club
•
Il Kyoto Club è un'organizzazione no‐profit, nata nel 1999,
costituita da imprese, enti, associazioni e amministrazioni locali,
impegnati nel raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle
emissioni di gas‐serra assunti con il Protocollo di Kyoto e quelli
al 2020 resi obbligatori con il pacchetto europeo clima‐energia.
•
Kyoto Club promuove quindi iniziative di sensibilizzazione,
informazione e formazione nei campi dell’efficienza energetica,
dell’utilizzo delle rinnovabili e della mobilità sostenibile. Inoltre,
in qualità di interlocutore di decisori pubblici, Kyoto Club si
impegna a stimolare proposte e politiche di intervento mirate e
incisive nel settore energetico ‐ ambientale.
La conferenza sul clima di Parigi – Per un nuovo accordo globale sui cambiamenti climatici. Aprile 2015
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Clima e cambiamento climatico
Il “clima” è una condizione atmosferica a lungo termine, il “tempo” varia
costantemente.
I mutamenti del clima sono naturali: ad esempio, dopo l’ultima era glaciale
(11.500 anni fa) le temperature medie globali erano di 5 °C inferiori a quelle
attuali.
Ma ora gli innalzamenti delle temperature si producono a velocità senza
precedenti.
Gli scienziati ritengono che le attività umane ne siano responsabili.
I gas presenti nell’atmosfera intrappolano il calore proveniente dal sole.
Le emissioni di gas aumentano a causa delle attività umane.
L’accumulo dei gas provoca un surriscaldamento a lungo termine = il
cambiamento climatico !
La conferenza sul clima di Parigi – Per un nuovo accordo globale sui cambiamenti climatici. Aprile 2015
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Clima ‐ Il sistema climatico
Clima ‐ Il sistema climatico
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Il Ciclo del Carbonio
Le emissioni globali di CO2 riconducibili alle attività umane ammontano a 30 miliardi di tonnellate (Gt)
all’anno, corrispondenti a 8,1 Gt di carbonio: 6,5 Gt derivano dai combustibili fossili e 1,6 Gt dalla
deforestazione e dalle pratiche agricole. Parte delle 8,1 Gt di carbonio vengono riassorbite dalla
vegetazione, mentre 3,5 Gt si accumulano nell’atmosfera contribuendo al riscaldamento globale e 2,5
Gt vengono assorbite dagli oceani aumentandone l’acidificazione.
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Dati sul cambiamento climatico
Le temperature in Europa sono aumentate di quasi 1 °C
(0,76°C) dal 1850;
Un ulteriore aumento di 1,2 °C potrebbe provocare
mutamenti ambientali irreversibili, su larga scala e
potenzialmente catastrofici.
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Dati sul cambiamento climatico
Gli eventi atmosferici estremi (tempeste, alluvioni, siccità
e ondate di calore) diventano più frequenti e più acuti.
Il 90% delle catastrofi naturali in Europa dal 1980 è stato
provocato dal tempo e dal clima.
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Dati sul cambiamento climatico
I ghiacciai europei hanno perso due terzi della propria
massa dal 1850, e la tendenza sta accelerando.
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Qual è la causa?
Gli esseri umani stanno immettendo più “gas a effetto
serra” nell'atmosfera.
L’atmosfera si comporta come le pareti in vetro di una
serra.
I gas a effetto serra naturali aiutano a trattenere il
calore: senza di loro, le temperature sarebbero inferiori di
30 °C.
Ma le emissioni di gas a effetto serra imputabili all’uomo
sono aumentate del 70% dal 1970, pertanto nell’atmosfera
resta intrappolata una maggior quantità di calore, più del
necessario.
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Effetto Serra
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Gas a effetto serra
Biossido di carbonio o
anidride carbonica
(CO2)
- combustione di carbone, petrolio
e gas per energia, calore e
trasporti
Protossido di azoto
(N2O)
– Siti di smaltimento dei rifiuti,
dell'agricoltura e del bestiame
Metano (CH4)
Idrofluorocarburi (HFC) – Utilizzo in sistemi frigoriferi,
aria condizionata
Perfluorocarburi (PFC)
Esafluoruro di zolfo
(SF6)
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Effetti del Cambiamento Climatico
Considerando un aumento della temperatura a +2°C rispetto al periodo pre‐industriale:
 Livello del mare: + 0.09/0.88 m (aumento medio: 0.48 m), considerati gli
89.000 km di sviluppo costiero in Europa, 68 milioni di persone saranno
interessate.
 Eventi climatici estremi: frequenza in aumento di ondate di calore e di freddo,
inondazioni e siccità estreme. Si stima che già un aumento di 1.4°C esporrà 10
milioni di persone in Europa al rischio di inondazioni in zone costiere.
 Ecosistemi: per alcuni ecosistemi forestali è previsto un aumento di
produttività ma anche un incremento del rischio di incendio e malattia.
Spostamenti nella distribuzione degli ecosistemi (15‐20% dell’area mondiale) e
delle specie insieme alla scomparsa di specie minacciate sono considerate molto
probabili.
La conferenza sul clima di Parigi – Per un nuovo accordo globale sui cambiamenti climatici. Aprile 2015
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Cosa stanno facendo i governi ?
I governi lavorano congiuntamente nell’ambito della Convenzione
quadro ONU sul cambiamento climatico.
Il Protocollo di Kyoto, fissa obiettivi di emissione vincolanti per i paesi industrializzati aderenti.
Molti dei paesi non aderenti al Protocollo di Kyoto hanno iniziato
a fissare obiettivi propri di riduzione delle emissioni.
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Il Protocollo di Kyoto ‐ 1
Il Protocollo di Kyoto è un trattato internazionale e stabilisce che i Paesi
industrializzati debbano ridurre le proprie emissioni di quantità definite in %
partendo dalle emissioni misurate nel 1990.
GAS
ANNO BASE
PERIODO DI IMPEGNO
TARGET
CO2, CH4 (metano), N2O (protossido di azoto), HFC, PFC,
SF6
1990 (1995 per HFC, PFC, SF6)
5 anni (2008 – 2012)
Italia Δ 6,5%(100 milioni di t CO2 Eq), EU Δ 8%
Almeno il 5% per i paesi dell’Annesso 1 (ANNEX 1)
Il Protocollo di Kyoto è entrato in vigore il 16 febbraio 2005, ha coinvolto i Paesi
responsabili del 55% delle emissioni di CO2 dei Paesi industrializzati (rif. al 1990)
ed è scaduto il 31 dicembre 2012.
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Il Protocollo di Kyoto ‐ 2
Definisce regole diverse per due gruppi di Paesi
Paesi industrializzati e con economia in transizione
Paesi in via di sviluppo
Obiettivi: riduzione delle emissioni di GHG, diversificati per paese, da realizzarsi nel periodo 2008‐2012
Nessuna limitazione o riduzione di emissioni
e INDIA e CINA?
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Il Protocollo di Kyoto e l’Unione europea: 20‐20‐20
La decisione UE 20‐20‐20 dell’Unione Europea, fissa un triplice obiettivo,
entro il 2020, di riduzione dei consumi finali di energia del 20%, incremento
dell’uso di energia rinnovabile per una quota pari al 20% dei consumi e taglio delle
emissioni di CO2 di un eguale 20%. Calcolando per ciascun paese la sua quota e
applicando una componente fissa di base e una componente variabile in funzione del PIL di
ogni Stato Membro.
L’Italia dovrà, entro il 2020, soddisfare il 17%
dei propri consumi finali di energia ricorrendo alle risorse rinnovabili, partendo dal 5,2% del 2005.
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Il pacchetto energia e clima al 2030 e la Roadmap al 2050 dell’Unione europea
La Roadmap europea al 2050 per il clima prevede per la UE un taglio delle emissioni di CO2 rispetto ai livelli del 1990 del 40% al 2030, del 60% al 2040 e dell’80% al 2050.
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Conferenza ONU sui cambiamenti climatici ‐ Parigi – 30.11 – 11.12.2015
2 gradi: il limite all'aumento della temperatura media globale oltre il quale
l’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) delle Nazioni Unite ci ha
insegnato che dovremo aspettarci effetti pericolosi e irreversibili.
Per avere il 50% di probabilità di limitare a 2 gradi l’aumento, l'IPCC ha ormai più
volte chiarito che i paesi industrializzati devono ridurre le proprie emissioni di gas
climalteranti del 25-40% (su base 1990) entro il 2020 e dell’80-95% entro il 2050.
La conferenza sul clima di Parigi – Per un nuovo accordo globale sui cambiamenti climatici. Aprile 2015
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Verso la Conferenza di Parigi
Nel 2014 abbiamo registrato alcuni segnali si speranza, anche se ancora caratterizzati da insufficiente ambizione nelle decisioni rispetto alle sfide che abbiamo di fronte: gli obiettivi al 2030 decisi dalla UE in materia di energia e clima; l’accordo, senza precedenti, di Cina e USA per la riduzione delle emissioni di CO2; le timide conclusioni della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici di Lima, dove è però mancata la decisione sulla natura vincolante del nuovo trattato globale. Soprattutto, però, la speranza viene dalla valutazione degli esperti del Palazzo di Vetro, resa nota a settembre, degli effetti del Trattato di Montreal, del 1987, per fermare la distruzione dello strato di ozono che ci protegge dalle radiazioni ultraviolette del sole: ventisette anni dopo, grazie all'azione internazionale concertata contro i gas distruggi ‐ ozono, la situazione è significativamente migliorata e dovrebbe permettere un recupero entro il 2050. Un’altra dimostrazione che unendo le forze è possibile cambiare le tendenze in atto, anche dei cambiamenti climatici.
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I punti più controversi alla Conferenza di Parigi
1. Gli obiettivi di riduzione delle emissioni dei singoli paesi
I climatologi avvertono che il trend attuale delle emissioni, in continua crescita, è in linea con un aumento della temperatura che supererà i 4 gradi: un disastro di proporzioni planetarie. Per uscire dall'incubo bisognerebbe tagliare drasticamente e rapidamente i consumi dei combustibili fossili e bloccare la deforestazione. Ma gli obiettivi di riduzione delle emissioni serra che gli Stati hanno finora adottato portano a un risultato ben lontano dalla soglia di sicurezza climatica. E a livello globale crescono gli incentivi all'uso di petrolio, carbone e gas arrivati a quota 550 miliardi di dollari.
2. Lo scoglio dei finanziamenti L'impegno ad arrivare entro il 2020 a 100 miliardi di aiuti per la transizione green dei Paesi in via di sviluppo resta al momento sulla carta.
La conferenza sul clima di Parigi – Per un nuovo accordo globale sui cambiamenti climatici. Aprile 2015
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Cosa possiamo fare noi ?
Le semplici azioni quotidiane hanno un ruolo importante nella lotta
al cambiamento climatico
Quindi…
Riciclate,
Risparmiate acqua calda facendo la doccia anziché il bagno
(4 volte meno energia),
Piantate un albero a scuola, nel vostro giardino o nel
quartiere,
Usate i mezzi pubblici, andate in bicicletta, camminate,
Non lasciate gli apparecchi in stand‐by: usate il tasto on/off,
Non lasciate il caricabatterie nella presa quando non state ricaricando il cellulare.
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Scuole per Kyoto
Scuole per Kyoto affronta il problema della ancora insufficiente partecipazione dei cittadini alla diffusione di comportamenti in ambito civile volti alla conservazione dell'ambiente, attraverso percorsi educativi finalizzati allo sviluppo sostenibile delle comunità e dei territori.
Il progetto prevede che docenti, studenti con le loro famiglie, e cittadini siano direttamente coinvolti, attraverso il coordinamento di Kyoto Club, con le istituzioni locali di riferimento e i media, in percorsi formativi.
Il progetto intende coinvolgere le Scuole su tutto il territorio nazionale utilizzando da quest’anno strumenti web interattivi che hanno una lunga serie di vantaggi sia dal punto di vista didattico che dell’abbattimento dei costi e delle emissioni, si tratta di sessioni on‐line o in differita tramite web (i cosiddetti webinar) in cui è possibile interagire con il docente o con i tutor durante il webinar.
Scuole per Kyoto rappresenta un contenitore di importanti progetti didattici sui temi della sostenibilità e può essere declinato in base alle richieste delle direzioni scolastiche in 5 aree caratterizzanti:
EFFICIENTA LA TUA SCUOLA ‐ progetto sui temi del risparmio energetico in edilizia, rivolto principalmente a istituti tecnici;
STUDENTI RIGENERATI ‐ progetto sul tema delle rinnovabili e delle nuove applicazioni, rivolto a tutte le scuole di ogni ordine e grado;
MOBILITATI PER LA SCUOLA ‐ progetto sul tema degli spostamenti sostenibili casa‐scuola‐centri sportivi, rivolto a tutte le scuole di ogni ordine e grado;
RIFIUTATI DI SPRECARE ‐ progetto sul tema della differenziata e degli acquisti sostenibili, rivolto a tutte le scuole di ogni ordine e grado;
RECUPERA IL TUO HABITAT ‐ progetto di riqualificazione di aree urbane e periurbane e di pianificazione di nuove aree boschive secondo i principi dell’adattamento, rivolto a tutte le scuole di ogni ordine e grado.
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Grazie per la vostra attenzione !
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