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Hi-end allo stato puro
Accademia dell’audio di Roberto Pallocchia Hi-end allo stato puro Costruiti a mano, fuori dagli schemi convenzionali, cercando una riproduzione musicale senza compromessi, i Ground Zero Plutonium Reference sono la pura rappresentazione di quello che si definisce audio hi-end. D iventato oramai di uso comune, il termine anglofono high-end, abbreviato hi-end, si riferisce a quei prodotti per la riproduzione audio musicale che puntano a soddisfare la richiesta più estrema ed esigente in termini qualitativi. A tal fine vengono adottate le tecnologie ed i materiali ritenuti più adatti per raggiungere il risultato desiderato, indipendentemente dalle difficoltà di produzione e dal costo, che inevitabilmente finisce per essere molto elevato. I costruttori che operano in questo settore seguono spesso filosofie di progetto assai originali, talvolta anche divergenti tra loro, e il più delle volte negano valore ai test di laboratorio. Quel che conta, dal loro punto di vista, è esclusivamente la soddisfazione dell’utilizzatore finale, e questa non si misura in laboratorio ma, al massimo, può essere simulata con prove d’ascolto. In questo caso resta il problema della sog- gettività delle valutazioni espresse, per cui l’unico modo veramente valido per approcciare i prodotti hi-end è quello di effettuare delle prove in prima persona. Per fortuna dietro il marchio Ground Zero c’è un costruttore abbastanza illuminato da non sfuggire alle valutazioni oggettive e soggettive di terze parti; evidentemente è sicuro del fatto suo e, guarda caso, sia i test di laboratorio sia quelli d’ascolto da noi effettuati danno ragione dell’ottima qualità dei suoi prodotti. In questo caso ci riferiamo, ovviamente, a quelli che rappresentano il vertice assoluto della sua produzione per l’audio di qualità, ossia i componenti della serie Plutonium Reference. Ciò non toglie che anche i prodotti delle linee indirizzate alle competizioni SPL e all’alta efficienza raggiungano sovente l’eccellenza assoluta, ma in quel caso gli obiettivi sono molto diversi e riguardano essenzialmente la capacità di gestire GROUND ZERO PLUTONIUM REFERENCE GZPW 18 - GZPT 28 GZPX 2 WAY Woofer da 180 mm, tweeter a cupola da 28 mm, crossover passivo 2 vie Distributore per l’Italia: Evolution Car Audio, Ankaraska cesta 7A, 6000 Koper, Slovenia; Audioxplus, Viale Marconi 20, 87100 Cosenza. Tel. 0984 37628 Prezzo: GZPW Ref.18 euro 1.499,00; GZPT Ref. 28 euro 999,00; GZPX Ref. 2 Way euro 899,00 CARATTERISTICHE DICHIARATE GZPW Reference 18 Diametro nominale: 180 mm. Châssis: antirisonante in “Stabilit”. Magnete: ibrido ceramico + neodimio. Equipaggio mobile: cono composito in carta, bobina 25 mm in rame su supporto in alluminio. Potenza applicabile: 100 W rms. Impedenza nominale: 4 ohm. Sensibilità: 85,4 dB/m. Risposta in frequenza: 40 Hz-3 kHz. Re: 3,6 ohm. Fs: 42,7 Hz. Qms: 3,33. Qes: 0,84. Qts: 0,67. Vas: 24,5 litri. Mms: 15,3 g. BL: 4,2 Txm. Foro di montaggio: Ø 157 mm. Profondità di montaggio: 70 mm. Volume consigliato: 15 litri cassa chiusa, 25 litri cassa reflex, condotto Ø 5 cm, lunghezza 5 cm GZPT Reference 28 Châssis: alluminio. Equipaggio mobile: cupola in seta con trattamento speciale doppio strato, bobina 28 mm in rame su supporto in alluminio. Potenza applicabile: 100 W rms. Impedenza nominale: 4 ohm. Risposta in frequenza: 1,5-30 kHz. Fs: 600 Hz GZPX Reference 2 Way Numero vie: 2. Frequenza di taglio: selezionabile 2,0-2,8 kHz. Pendenza di taglio: 6 dB/ott. Potenza applicabile: 100 W rms. Impedenza nominale: 4 ohm. Induttori: in rame a nastro. Condensatori: Mcap Supreme e ZN. Resistori: M-Resist Supreme. Controlli: livello tweeter +2, 0, -2, -4 dB. Dimensioni: 172x142x53 mm 48 ACS AudioCarStereo n. 212 Accademia dell’audio Caratteristica saliente del GZPW 18, l’estrema ariosità della struttura portante che sostituisce il classico cestello. pressioni acustiche e correnti elettriche mostruose. Tornando agli altoparlanti “hi-end” della serie GZP, oltre a presentare delle soluzioni costruttive molto originali essi permettono di realizzare diverse combinazioni di sistema, essendo tutti disponibili come componenti separati. Nei fatti non esiste in commercio un kit Plutonium Reference preconfezionato ma, partendo dal tweeter con cupola da 28 mm GZPT 28, è possibile configurare un sistema come meglio si crede, accoppiandolo al medio da 100 mm GZPM 100, al mediobasso GZPK 180 o al woofer GZPW 18. Le combinazioni di altoparlanti che si possono realizzare vanno dal due vie senza sub (sfruttando la buona estensione e presenza in gamma bassa del woofer GZPW 18 se inserito in un box di adeguato volume), a più complessi sistemi a due vie più sub o a tre vie, aggiungendo il medio da 100 mm. Tutti gli altoparlanti sono progettati per lavorare sia in modalità attiva (“fullactive”), sia in modalità passiva, in combinazione con il filtro crossover GPZX Reference 2 Way, appositamente costruito per Ground Zero dalla Mundorf, nota azienda tedesca leader nella produzione di componenti elettronici passivi di altissima qualità per impiego audio. Il sistema in prova, formato dal tweeter GZPT 28, dal mediobasso GZPW 18 e dal filtro GZPX 2 Way, realizza un kit dal prezzo non certo economico ma, come vedremo, del tutto giustificato dalla qualità della loro costruzione. Trattandosi di componenti preziosi, viaggiano tutti ben protetti in solide casse di legno. Estratte le viti e tolto il coperchio della più grande, si mettono in luce due woofer da 180 mm, dai coni neri e lucidi come dischi in vinile, corredati da griglie metalliche. Al primo contatto si rimane sorpresi dalla particolare struttura del cestello, che in effetti cestello non è. Esso è costituito da quattro colonnine di metallo che uniscono ACS AudioCarStereo n. 212 punto di ascolto con un angolo compreso entro ±15 gradi, sia in senso verticale sia orizzontale. Questo significa che il posizionamento in abitacolo va curato facendo attenzione al raggiungimento di questi obiettivi. Non potendo soddisfare nella mia auto tutte queste condizioni, ho deciso di effettuare un doppio ascolto. Il primo in casa, per saggiare le potenzialità del sistema posizionando gli altoparlanti in due diffusori di prova, in modo da soddisfare l’esigenza di mantenere entro i ±15 gradi il punto di ascolto del woofer e del tweeter, ed in un secondo momento trasferendo tutto in auto, per verificare il sistema in un ambiente ostico per il quale è stato progettato. la flangia esterna (quella con i fori di fissaggio dell’altoparlante) ad una singolare flangia interna, di forma squadrata, accoppiata alla piastra polare superiore del gruppo magnetico. In questo modo si lascia ampio respiro alla faccia posteriore del cono e si evita la realizzazione di uno stampo per il cestello. Una soluzione brillante che tuttavia non permette l’inserimento diretto del corposo altoparlante nei tipici fori da 142 mm delle predisposizioni presenti nelle porte, normalmente adatti per componenti da 165 mm. La differenza non è abissale, e si potrebbe pensare che siano sufficienti delle semplici smussature praticate in corrispondenza delle quattro colonnine, ma se si vuole eseguire un montaggio accurato, come merita la qualità dei componenti, è opportuno realizzare appositi supporti adattatori. Poco male, anche perché nell’installazione c’è da soddisfare una condizione primaria, indicata nel manuale del crossover, secondo cui per garantire la migliore qualità della resa sonora i centri di emissione degli altoparlanti devono essere orientati verso il Un primo ascolto Devo dire che non ci ho messo molto a regolare il flessibile crossover passivo dedicato al sistema, aiutato anche dalle indicazioni fornite a corredo dal manuale del filtro che suggerisce le migliori regolazioni in funzione del posizionamento adottato. Mi aspetto un suono tipico di scuola “tedesca”, ossia asciutto e un po’ duro, con il tweeter che rende bene i dettagli ma “spara” sui 10 kHz e alla lunga può risultare stancante, almeno per me. Invece devo dire che il sistema risponde bene, no, anzi, molto bene, con un eccellente amalgama ed una ricchezza di dettaglio notevole. Un comportamento eccezionale, tanto che ascoltando molti dei miei brani in HD, ripresi direttamente dal vinile, vengono fuori dei transienti eccezionalmente dinamici, compresi i tic e i toc presenti nel solco, che con altri sistemi quasi sparivano. Nello stesso modo vengono fuori molti più dettagli e particolari minuti; noto allora che anche il livello delle sibilanti è eccessivo. Eccolo qui, il tweeter comincia a mostrare quella impostazione di suono alla tedesca che a me Il crossover GZPX Reference 2 Way è un capolavoro di ordine e perfezione. 49 Woofer Ground Zero GZPW Reference 18 misure RISPOSTA IN FREQUENZA CON 2,83 V / 1 m: MODULO ED ARGOMENTO DELL'IMPEDENZA: PARAMETRI MISURATI L’originale costruzione del cestello di questo woofer, un cestello praticamente costituito da quattro colonnette metalliche, permette di avere una risposta in gamma mediobassa molto pulita ed esente da ondulazioni particolari. Gli inserti di irrigidimento della membrana consentono inoltre all’altoparlante di esprimersi con un buon livello fino alle alte frequenze, sia nella rilevazione eseguita in asse che in quella fuori asse, pur esibendo un vistoso picco a 4.000 Hz in entrambe le condizioni. Tanto dovrebbe bastare a decidere una frequenza di incrocio molto alta ma appena inferiore al citato picco di break-up. Poco male, visto che anche il tweeter di questo sistema consente di scendere in buona sicurezza. Insomma, questo è uno dei pochi casi in cui si ha una buona libertà di scelta per quanto riguarda l’incrocio, in modo da poter adattare facilmente il sistema alle caratteristiche dell’abitacolo da sonorizzare. La variazione di modulo all’aumentare della frequenza non provoca grosse complicazioni a livello di filtro crossover, così da non richiedere particolari compensazioni esterne al filtro passa-basso che nelle simulazioni è venuto su abbastanza secco, con una induttanza ed un condensatore. Anche un primo ordine acustico Fs = 48,147 Hz Re = 3,85 ohm Dia. = 133 mm Vas = 17,369 litri Mms = 16,955 grammi Cms = 0,64 mm/N Qts = 0,803 Qms = 3,253 B x L = 4,304 50 DISTORSIONE DI 2a, 3a, 4a, 5a ARMONICA ED ALTERAZIONE DINAMICA A 100 dB SPL MOL - LIVELLO MASSIMO DI USCITA: (per distorsione di intermodulazione totale non superiore al 5%) è possibile, grazie ad una sola induttanza ed una vigorosa cella notch che smorza il picco ad alta frequenza. Accade, non a caso, quando la membrana non emette break-up continui e quando l’andamento fuori asse è ben regolare senza alcuna vistosa alterazione del comportamento. La risposta fuori asse, anche oltre i 45° visualizzati, è infatti molto pulita, così che se la frequenza di incrocio è scelta con saggezza si ottiene l’invidiabile condizione di una risposta fuori asse molto simile a quella diretta, con una discreta semplificazione tra il canale sinistro e quello destro per ottenere una risposta quanto più simile. La distorsione a 100 decibel di pressione media è quasi da manuale, con la terza armonica che all’aumentare della frequenza scende molto più in basso della seconda, che invece ha un andamento quasi costante attorno all’uno per cento, un valore abbastanza limitato. Oltre ai 1.000 Hz le due componenti più basse risalgono in maniera visibile, probabilmente a causa delle interazioni tra membrana e sospensione, seguite ad una certa distanza dalle due armoniche di ordine superiore. Dal punto di vista dell’interfacciamento elettrico vediamo una discreta risalita del modulo dell’impedenza all’aumentare della frequenza, indicatore di una induttanza non limitata da eventuali anelli di cortocircuito. La risonanza di 48 Hz, il fattore di merito totale non basso ed il limitato valore del Qms identificano il componente nella sua destinazione d’uso in portiera, magari dotato di un buon passa-alto attorno ai 70-80 Hz. Gian Piero Matarazzo ACS AudioCarStereo n. 212 Tweeter Ground Zero GZPT Reference 28 misure RISPOSTA IN FREQUENZA CON 2,83 V / 1 m: DISTORSIONE DI 2a, 3a, 4a, 5a ARMONICA ED ALTERAZIONE DINAMICA A 100 dB SPL MODULO ED ARGOMENTO DELL'IMPEDENZA: MOL - LIVELLO MASSIMO DI USCITA: (per distorsione di intermodulazione totale non superiore al 5%) L’altoparlante sotto test rappresenta un’eccellente dimostrazione di come deve essere realizzato un tweeter per abitacolo, almeno nell’accezione pura delle rilevazioni strumentali. Iniziando dal grafico di impedenza possiamo notare come la risonanza sia particolarmente bassa, alterata invero dalla cavità di decompressione posteriore che può essere “accordata” alla stregua di una vera e propria camera reflex, anche se con una quantità elevata di perdite per assorbimento. L’aumento del modulo all’aumentare della frequenza appare molto contenuto e ciò consente un andamento del filtro crossover più prevedibile oltre la frequenza di incrocio, specialmente quando la rete di filtraggio contempla un resistore in serie per attenuare il livello di emissione. La frequenza di incrocio più bassa possibile senza mettere in crisi il trasduttore può essere desunta dalla misura della distorsione armonica, tenendo presente l’andamento della terza armonica alle frequenze più basse. Come possiamo vedere dal grafico, al di sotto dei 1.200 Hz la terza armonica è notevole, maggiore anche della seconda. Dopo tale frequenza le armoniche di ordine superiore si abbassano drasticamente fino a sparire, mentre la seconda si mantiene su valori abbastanza contenuti. Notiamo attorno ai 5 kHz che la terza armonica si risolleva fino ai valori assunti dalla seconda, Il tweeter è orgogliosamente “manufatto ma comunque nelle vici- in Germania”. La griglia è tenuta in posizione dal campo magnetico. nanze dello 0,32%, un valore molto ridotto. La risposta della cupola mostra un andamento in salita, leggermente perturbato dalla griglia metallica nella ripresa in asse. Ai fini dell’interfacciamento con l’abitacolo vi faccio notare la risposta ottenuta a 45° fuori asse, che potete vedere essere molto regolare fino all’estremo superiore, senza enfasi localizzate né esitazioni. Ciò comporta un posizionamento ed un filtro crossover molto oculato, senza enfasi notevoli in gamma altissima vista la buona risposta del trasduttore fuori asse. La MOL avvalora una frequenza di incrocio ragionevolmente vicina ai 2.000 Hz e lo fa dimostrando che da questa frequenza a salire la massima pressione indistorta è letteralmente appiccicata ai 115 decibel, limitata nei primi terzi di ottava soltanto dalla presenza delle seconde armoniche del doppio tono di prova. Gian Piero Matarazzo I terminali di collegamento sono dorati e differenziati per i due poli. Cupola da 28 mm in seta trattata per il tweeter. Accademia dell’audio non convince. Decido allora di regolare il filtro sulla posizione +2, che di fatto bypassa le resistenze di attenuazione, ed imposto la curva dell’equalizzatore parametrico con una attenuazione di 3 dB sulla gamma del tweeter, oltre ad una ulteriore attenuazione di 3 dB centrata a 10 kHz dal Q molto alto (F Fig. 1) per attenuare l’effetto delle sibilanti. Il sistema ringrazia. Ora le voci ed i cori sono maggiormente amalgamati e si beneficia di una eccellente ariosità e ricchezza di dettaglio, che con la particolare equalizzazione realizzata non viene intaccata, e questo è davvero stupefacente; con i brani in alta definizione si gode di una libertà di espressione davvero insolita per un tweeter a cupola di grande diametro, essendo questa caratteristica più nelle corde di un ottimo componente a nastro. Altra cosa che stupisce è la definizione della gamma bassa e mediobassa che risulta asciutta e senza il minimo cenno di coda o rimbombo, tanto da sembrare assente per quanto controllata sia. Belle e reali le piccole percussioni, con il vibrare delle pelli che presenta un decadimento naturale, mentre veloce è il transiente di attacco, segno che il woofer è dotato di una eccellente risposta agli impulsi. Sarà difficile a questo punto accoppiargli un sub altrettanto veloce! Insomma un ascolto assolutamente lusinghiero, per un sistema che fa apprezzare la musica senza obbligare ad estenuanti sessioni di taratura per allineare l’emissione dei componenti. Certo, queste erano le impressioni in un ambiente casalingo, con un posizionamento ottimale dei componenti rispetto al punto di ascolto, ma nessuno vieta di ottenerle anche in auto, dove a questo punto il sistema è chiamato ad offrire il meglio di sé in una installazione che non metta in secondo piano nessuna voce. Ma di questo parleremo più avanti, prima passiamo ad esaminare i componenti. Il woofer GZPW Reference 18 Del woofer GZPW 18 abbiamo già detto che adotta una particolarissima struttura portante, costituita da quattro colonnine in Tra la piastra polare superiore, cromata, e quella di supporto del cestello, in nero, sono presenti delle apertura semicircolari per la decompressione e ventilazione della bobina mobile. La faccia posteriore del cono presenta lunghi baffi in materiale smorzante. alluminio che sostituiscono il classico cestello, lasciando la massima libertà di movimento all’aria mossa dal cono. La flangia anteriore è realizzata in materiale antirisonante definito “Stabilit”. Lo stesso dicasi per la piastra quadrata che sostiene il complesso magnetico. Si tratta di una resina fenolica termoindurente composta, nel caso della flangia quadrata, da 5 o 6 strati dello spessore complessivo di 6 mm, mentre quella esterna è spessa ben 9 mm. Quest’ultima è rivestita internamente da una guarnizione dalla finitura vellutata, che ne migliora la tenuta. Le ottime caratteristiche di isolamento elettrico della resina hanno permesso di fissare i terminali di collegamento direttamente sulla piastra quadrata di sostegno. Essi sono di tipo ad innesto (Faston), dorati. Anche la piastra polare superiore è di forma quadrata, ma più piccola rispetto a quella di sostegno, in modo da lasciare spazio a quattro aperture semicircolari (una per lato) che permettono di arieggiare la zona al di sotto dello spider. Una realizzazione costruttiva di questo tipo è sicuramente più semplice da attuare e consente di ottenere il massimo di trasparenza anche dalla parte posteriore del cono, non essendoci alcun impedimento alla libera circolazione dell’aria. Ma vediamo come è realizzato il resto dell’altoparlante, partendo dal cono che è composto dall’accoppiamento di due membrane di cellulosa diversamente trattata. Quella inferiore è in carta pressata e cotta, su cui sono riportati cinque lunghi Figura 1 - Bypassate le resistenze di attenuazione del tweeter, l’intervento dell’equalizzatore parametrico permette di riallineare il livello di emissione e di applicare una attenuazione di 3 dB centrata a 10 kHz e dal Q molto alto. “baffi” di colla che percorrono la superficie dall’attacco della bobina fino al margine esterno. Lo strato superiore è invece realizzato in polpa di cellulosa pressata, su cui è applicato un trattamento smorzante sull’intera superficie, così come sul cupolino parapolvere. Il cono è incollato ad una sospensione esterna in gomma butilica ed è pilotato nei suoi movimenti da una bobina mobile da 25 mm, avvolta a mano con filo di rame su di un formatore in alluminio. Il retro dell’altoparlante è coperto da un pannellino di spugna sintetica trattenuto in sede da un anello in alluminio che riveste il magnete per l’intera altezza. Dalle caratteristiche del costruttore apprendiamo che il gruppo magnetico è composto da una soluzione ibrida, ceramico più neodimio. Non potendo accedere all’interno dell’altoparlante, ipotizziamo la presenza di una pasticca al neodimio posta sul polo centrale, con funzione di simmetrizzazione del campo magnetico, in aggiunta al consueto anello in ferrite. I parametri elettromeccanici dichiarati ci parlano di un componente dalla bassa sensibilità, 85,4 dB (1 W, 1 m), capace di scendere in frequenza con una risposta ben definita in fabbrica, visto che la risonanza è posta a 42,7 Hz ed il Qts è pari a 0,67. Il costruttore ne consiglia l’uso in volumi chiusi di almeno 15 litri o in cassa da 25 litri con condotto reflex da 5 cm di diametro per 5 cm di lunghezza. Con un Vas di 24,5 litri non pensate di inserirlo in 4-5 litri chiusi ed ottenere estensioni da primato: la coperta in questo caso è sempre troppo corta. Il tweeter GZPT Reference 28 Il GZPT è un tweeter con cupola in seta da 28 mm su cui vengono depositati due strati di materiale smorzante; la bobina mobile è dello stesso diametro della cupola ed è avvolta con filo di alluminio rivestito in rame per cercare di alleggerire il più possibile l’equipaggio mobile. ACS AudioCarStereo n. 212 Accademia dell’audio Un supporto troppo ravvicinato può introdurre colorazioni in gamma media; per evitarle è opportuno smussare con cura il bordo interno del pannello. Il corpo del tweeter è rivestito da un cilindro in alluminio del diametro di 48 mm e alto 35 mm. Oltre a questo bisogna considerare lo spazio necessario al collegamento elettrico, per il quale è presente una coppia di Faston differenziati per polo. Le dimensioni totali non sono certo lillipuziane, ma necessarie a contenere all’interno una camera di risonanza riempita con fonoassorbente che ha il compito di tenere bassa la risonanza del tweeter. Il dato nominale è infatti di appena 600 Hz. Per evitare ostacoli alla dispersione del suono, la flangia anteriore presenta due svasature di raccordo, una che scende sino ad incontrare la cupola ed una che si allarga verso l’esterno, a formare la battuta per il sistema di fissaggio. Questo si avvale di un anello di alluminio che funge da seconda battuta, inserito dietro al pannello di supporto e fissato al tweeter mediante tre grani. La rete metallica di protezione presenta ampi fori esagonali e consente una rapida asportazione in caso di ascolto critico, essendo tenuta in loco dal campo magnetico generato dall’altoparlante. I dati dichiarati ci dicono che la risposta in frequenza del tweeter si estende a partire dai 1.500 Hz sino ai 30 kHz. L’impedenza nominale è di 4 ohm e la potenza applicabile di 100 W rms, con filtro a 2 kHz. Il filtro GZPX Reference 2 Way Il filtro è un vero capolavoro sotto ogni punto di vista. Difficile fare di meglio. Una realizzazione così ben fatta è un peccato doverla nascondere, anche in considerazione delle possibilità di accedere alle regolazione offerte. La componentistica è tutta Mundorf di alto livello. A cominciare dai condensatori, che sono due; il primo è della serie Supreme, in alluminio e olio, il secondo della linea ZN, in poliestere. Della stessa Supreme sono anche i resistori dalla elevata tenuta in potenza, oltre ad un induttore variabile avvolto con nastro di rame OFC, con uscite intermedie a 0,56 mH, 0,82 mH e 1,20 mH. I componenti sono montati su un supporto in vetronite, le cui piazzole sono realizzate non mediante asportazione chimica dello ACS AudioCarStereo n. 212 strato di rame ma praticando dei solchi che intagliano sia lo strato di rame che la vetronite stessa. Il circuito così realizzato è racchiuso tra due coperchi di materiale plastico, nero quello inferiore e in perspex trasparente con scritte indelebilmente incise quello superiore. Il filtro effettua un taglio a 6 dB sia per il passa-alto che per il passa-basso, ed offre ampie possibilità, tra cui quella di variare la frequenza di taglio del tweeter tra 2.000 e 2.800 Hz (aggiungendo il condensatore da 3,3 μF in poliestere) e di regolarne l’attenuazione a passi di 2 dB, partendo da +2 (condizione di bypass) fino a -4 dB. Il filtro prevede anche l’impiego del sistema in multiamplificazione, attuabile mediante due jumper che aprono il circuito in ingresso. In questo caso, potendo regolare il livello del tweeter mediante il DSP o il finale di potenza ad esso dedicato, la sezione di attenuazione del tweeter può essere esclusa ponendo il relativo jumper su +2 dB. Molto utili, infine, le indicazioni riportate sul manuale, che consentono di districarsi nelle varie regolazioni possibili in funzione della posizione degli altoparlanti, nonché utilizzare tagli in frequenza ed attenuazioni differenziate per canale. Da segnalare infine l’ottima morsettiera di ingresso/uscita che accetta cavi spellati di buona sezione. L’ascolto in auto molto naturale, fatta di sfumature, colori e nuance molto piacevoli, in grado di portarti a pochi metri dal palco. Il palcoscenico sonoro riprodotto è leggermente spostato a sinistra. Le regolazioni effettuate, sia sulla scelta di taglio della bobina che del tweeter, contribuiscono a riportare al centro l’evento sonoro, anche se per ottenere la perfezione devo agire sul ritardo temporale del canale sinistro. Ora che tutto torna, noto come il sistema risponda ottimamente, soprattutto con i segnali di basso livello, evidenziando rumori o commenti degli esecutori sul palco. La cosa che più mi colpisce è l’apparente assenza della gamma mediobassa e bassa che, anche in auto, malgrado il non ottimale carico dato dalla portiera, continua ad essere controllato e molto smorzato, senza alcun cenno a risonanze o rimbombi estranei alla musica. In effetti basse e mediobasse ci sono, e me ne accorgo quando entrano in gioco strumenti in questa regione, anche se apparentemente viene meno quel tappeto di basse alle quali siamo abituati, ma che poco hanno a che fare con la musica vera. Dall’altro capo si gode di una eccezionale gamma media, con voci definite e dettagliate in tutti i particolari, ed una gamma alta ed altissima di notevole qualità, capace di estendersi ben oltre il limite dei 20 kHz. Voglio approfondire ulteriormente la risposta in basso e allora cambio brano passando a quelli 24/96 di Yo Yo Ma, Meyer e O’Connor che suonano basso, violino e violoncello anche con una certa veemen- Realizzata una coppia di flange di supporto per il woofer, mi armo di seghetto alternativo e tanta pazienza, per cercare di installare il GZPW 18 nella predisposizione da 165 mm della portiera della Jazz. In questo caso non potrò soddisfare l’indicazione del costruttore di mantenere l’angolazione del woofer entro i ±15° rispetto al punto di ascolto, essendo riuscito a mala pena a fissarli, dopo un lavoro di fino, paralleli alle struttura della portiera. Per i tweeter GZPT 28 la soluzione adottata è quella di posizionarli sul cruscotto, alla base del parabrezza, in modo da mantenere quasi identiche le distanze dall’orecchio dello stesso lato. In questa fase non collego il sub ed amplifico il sistema con un finale stereo, in modo da verificare l’efficacia delle regolazioni del filtro, anche in considerazione di possibili interventi differenziati per canale. Naturalmente trasferisco sul mio car PC la stessa equalizzazione impostata nel computer di casa. Inizio l’ascolto con Diana Krall in “Live at Montreal Jazz Festival” che mostra la stessa qualità sonora ascoltata in Comodissimi ponticelli a contatti dorati permettono di adattare il filtro alle diverse configurazioni di installazione. casa, con una impostazione timbrica 53 Accademia dell’audio za, soprattutto nel brano “Emily’s Reel” dove violoncello e basso vengono spinti sulle note più profonde portando in risonanza tutta la cassa armonica. La prestazione resta ancorata a quel controllo e smorzamento che sono caratteristiche salienti di questo sistema di altoparlanti. Volendo completarlo con un subwoofer, per dare più corpo e presenza ad una prestazione un po’ troppo asciutta, è bene non accoppiargli sub dalle elevate escursioni, pena la perdita di questo con- trollo; sarebbe preferibile un sub veloce, dalla sospensione piuttosto rigida e dalla escursione limitata. Decido allora di provare il mio nuovo carico realizzato per il sub; oltre ad avvalersi di un componente dalla bassa escursione, lo vede caricato in una tromba esponenziale che, dopo un minimo di taratura, riempie e amplifica quella sensazione di precisione e profondità. Il taglio in questo caso è del primo ordine, sia per il woofer che per il sub, con una zona di sovrapposizione che va dai 70 ai 150 Hz circa. Insolito, lo so, ma che emozione! Già, perché un sistema siffatto riesce ad accontentare tutti per definizione, dettaglio, microdinamica e rigore timbrico, senza lasciare per strada l’Emozione, con la E maiuscola, di tornare ad ascoltare la musica e non l’impianto che la riproduce. Conclusioni Un sistema dedicato ai veri cultori della musica che richiede qualche sforzo di installazione in più ma è in grado, una volta tarato e messo a punto, di regalarvi emozioni vere. L’ascolto del Direttore N on c’è due senza tre, dice il proverbio, ed ecco quindi che alle due prove d’ascolto eseguite da Roberto Pallocchia se ne aggiunge una terza. Il motivo fondamentale è che, dopo aver letto la recensione, mi è rimasta una certa curiosità. Anzi, più d’una. Le conclusioni del redattore sono molto lusinghiere ma nelle sue note d’ascolto rilevo delle critiche che mi sembrano delle stroncature. Le sibilanti sono così evidenti che ha dovuto inserire una equalizzazione. La gamma bassa sembra assente… Possibile che dei componenti costruiti con tanta cura possano mostrare dei limiti così evidenti? Un altro aspetto che mi ha lasciato perplesso è l’indicazione di dover posizionare gli altoparlanti in modo che il loro asse di emissione sia orientato verso il punto di ascolto entro ±15 gradi. Per il tweeter non dovrebbe essere difficile, ma per il woofer l’unico montaggio possibile che mi viene in mente è quello in “kick panel”; ma poi non è facile trovargli un volume di almeno 15 litri o, meglio ancora, di 25 litri con accordo reflex. E poi a cosa serve se le misure del nostro laboratorio dicono che il tweeter ha una risposta pressoché perfetta angolato di 45°, e anche il woofer sembra dare il meglio fuori asse? Per rispondere a tutte queste domande l’unico modo era di verificare personalmente come suonano questi altoparlanti. Ed è così che con un po’ di pazienza ho installato i componenti nella sala d’ascolto della redazione, dove ho potuto sfruttare un impianto d’eccezione, composto da elettroniche McIntosh C2300 (pre) e MC601 (finali), lettore CD Arcam CD37. Le prime impressioni d’ascolto sono state agghiaccianti: alti sparatissimi, bassi quasi assenti, nonostante il woofer lavori in box da 30 litri. Se questo è il risultato, Roberto Pallocchia è stato fin troppo buono. Gian Piero Matarazzo, di passaggio, rimane anche lui molto perplesso ed esce dalla sala. Dopo un po’ ritorna con i suoi CD di riferimento. Nel frattempo do un’occhiata al filtro e vedo che il controllo del tweeter è nella posizione +2 dB. Attenuo subito di 4 dB, anzi, esagero, e scendo a -4 dB. Poi controllo anche i ponticelli della sezione woofer: non ho il manuale ma ricordo che Roberto aveva accennato ad un valore di 1,2 mH per la bobina serie. Il ponticello è lì. Gli altoparlanti, intanto, cominciano a “sciogliersi”. Ora il suono è già più gradevole. Con i CD di Gian Piero si comincia ad apprezzare un suono di qualità. Tiro un sospiro di sollievo. Questa è musica! Scorro rapidamente vari brani e tutto mi sembra suonare come si deve, ricco di piacevolissimi dettagli. Musica vera. Scambio qualche opinione con GPM. Anche lui si dichiara soddisfatto. Gli cito la questione delle sibilanti denunciate da Pallocchia ma qui sembra tutto ok. Mi propone allora un brano a suo dire rivelatore: una raffinata versione di “Die Tänzerin” cantata da Ulla Meinecke. La voce è presente, perfettamente delineata, e le sue “s” e “z” passano con naturalezza. Proseguo l’ascolto con brani di ogni tipo e ogni tanto “gioco” con i ponticelli del filtro per individuare il loro effetto sul suono e cercare la configurazione ottimale. Dopo varie prove, il risultato migliore mi sembra quello con il taglio del woofer su 0,82 mH, mentre per il tweeter opto per il taglio più alto. Poi Gian Piero mi svela un trucco: “togli la griglia del tweeter!”. L’operazione è facilissima, poiché è tenuta in sede dall’attrazione del magnete. Ora sì che ci siamo. Mi sembrava di avere già raggiunto il massimo ma stavolta è come se avessi ripulito le orecchie! Difficile descrivere la qualità musicale. L’amalgama è perfetto. La voce maschile (Hans Theessink, “Call Me”) è calda e proiettata in avanti. La voce femminile è stupenda (Diana Krall, “My Love is”). Notevole anche il contrabbasso che l’accompagna. Qui apprezzo la qualità della gamma bassa, ben presente, modulata e abbastanza profonda (ma è chiaro che con l’aiuto di un sub si può avere di meglio). Passo in rassegna altri brani di vari generi musicali: Classica, Jazz, Rock. Ogni volta emerge qualche dettaglio che cattura la mia attenzione. Un suono che consiglio a tutti di ascoltare, per capire cosa può offrire un sistema di altoparlanti raffinatissimo nella riproduzione dei dettagli. Perfettamente controllato nella riproduzione della gamma bassa. Se vi piace la “botta” o un basso “generoso”, per non dire invadente, ci sono tanti altoparlanti più economici che sotto questo aspetto offrono di più, ma dubito che possiate trovare la stessa gamma media, e molto difficilmente velocità e controllo di pari levatura. Su tutto, infatti, questo sistema brilla per l’equilibrio della gamma media: voci maschili e femminili, chitarre acustiche ed elettriche (Mark Knopfler), fiati, ottoni (grandioso il sax). Con questi componenti se ne gode senza limiti. Per concludere, ringrazio Roberto Pallocchia che indirettamente mi ha spinto a fare questo ascolto, e se è vero che “non c’è due senza tre… il quattro vien da sé”, questa volta mi aspetto che il quarto ascolto lo facciate voi. Per questo sarebbe opportuno che qualche valido specialista dell’installazione, o lo stesso distributore che commercializza gli altoparlanti, mettesse a disposizione un’auto dimostrativa con questi componenti montati a dovere, in modo da permettere a chiunque ne avesse desiderio di ascoltarne il suono. Passaggio indispensabile per apprezzarne anche il valore e, qualora se lo potesse permettere, deciderne l’acquisto. Buon ascolto. M. Neri