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Dalla conquista delle stelle a un quarto d`ora di poesia

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Dalla conquista delle stelle a un quarto d`ora di poesia
L’ARENGARIO Studio Bibliografico
Dalla conquista delle stelle a un quarto d’ora di poesia
Marinetti raccontato dai suoi libri (1902 - 1945)
Viaggio attraverso immagini e parole
insieme a Paolo Tonini
collaudato da
UN FUTURISTA A GUSSAGO: GINO BONOMI
(Eugenio Giulio Bonomi, Cremona 1888 - Gussago 1980)
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1923
1925
UNA PITTRICE DI CELLATICA NEL GRUPPO FUTURISTA
SAVONESE:
MARIA FERRERO GUSSAGO (Cellatica 1893 - 1982)
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1929
1939
TULLIO D’ALBISOLA
PENNONE
Non futurista, Maria Ferrero apprezza
molto lo sforzo rivoluzionario del futurismo per il suo potere di svecchiamento, ed anche perché crede possibile l’espressione pittorica e plastica
della realtà astratta. L’odierna pittura
astratta la interessa molto. Ha un culto per gli ideali di rapidità e di sintesi,
sentiti anche dai futuristi...
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Hélas, les foules vivent dans
une ignorance parfaite des
poètes...
Fratelli, a un tempo stesso, Amore e Morte
Ingenerò la sorte. (...)
Nasce dall’uno il bene
Nasce il piacere maggiore
Che per lo mar de l’essere si trova;
L’altra ogni gran dolore,
Ogni gran male annulla...
(Giacomo Leopardi)
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1904
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1911
L’Odio, lo spaventevole Odio e la Discordia
si scatenano nel mio corpo!
Le mie membra si mordono tra loro
mentre tu ti abbandoni
alle mie dita scellerate!...
1909
Qu’importe d’où
vient l’extase... si
l’extase vient?
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1908
Car Giovanni Pascoli n’a pas le charme de D’Annunzio. Nous chercherions vainement dans son oeuvre ces poèmes luisants,
ciselés et polis comme des bijoux, cette fausse verdure décorative, ces idées malades et plaintives sous les poids des
richesses inutiles, cette roulette de banalités, ces rastas et cocottes qui font de l’oeuvre du divin Gabriele le Monte-Carlo de
toutes les littératures. Giovanni Pascoli, qui ne sait pas sourire aux croupiers, aura-t-il, malgré tout, une chance durable au
trente et quarante de l’immortalité?
1908
...il poeta F.T. Marinetti è italiano
per versatilità, francese come
causeur, turco pel tabacco e pel caffè che
consuma, più frondista e spiritosamente
anarchico che conservatore, costantemente
giocondo anche quando l’amore lo afferra lo
travolge in vampe di passione irrefrenabile,
novello arbiter elegantiarum, charmeur nella
voce, nel sorriso e nei modi.
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1909
Noi canteremo le grandi folle
agitate dal lavoro, dal piacere o dalla sommossa: canteremo le maree
multicolori e polifoniche delle rivoluzioni
nelle capitali moderne; canteremo il vibrante fervore notturno degli arsenali e dei
cantieri incendiati da violente lune elettriche; le stazioni ingorde, divoratrici di serpi
che fumano; le officine appese alle nuvole
pei contorti fili dei loro fumi; i ponti simili a
ginnasti giganti che scavalcano i fiumi, balenanti al sole con un luccicchio di coltelli;
i piroscafi avventurosi che fiutano l’orizzonte, le locomotive dall’ampio petto, che
scalpitano sulle rotaie, come enormi cavalli
d’acciaio imbrigliati di tubi, e il volo scivolante degli aeroplani, la cui elica garrisce al
vento come una bandiera e sembra applaudire come una folla entusiasta.
1920
1909
Et c’est toujours
l’électricité qui fait
vibrer vos nerfs comme des fils bons conducteur de volupté...
C’est pour cela que
j’aime les avoir tous
deux [en indiquant les fantoches [il Signor Matrimonio e la
Signora Famiglia] parmi nous, les soirs orageux comme celui-ci... Je trouve dans leur présence un prodigieux excitant
pour mon coeur! C’est comme un alcool pour mon amour...
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1910
Grandi Poeti Incendiari! Fratelli miei
Futuristi!... Ecco il grande romanzo
esplosivo che vi promisi. - E’ polifonico come le anime nostre, ed è, insieme, un canto lirico,
un’epopea, un romanzo d’avventure
e un dramma.
1909
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Per troppo tempo, io mi
sono divertito a sedurli e
a commuoverli meglio e
con maggior sicurezza
di tutti gli altri declamatori d’Europa, introducendo nei loro cervelli
ottusi le immagini più
strabilianti, accarezzandoli con raffinatissimi
spasimi di voce, con
mollezza e brutalità vellutate finché, domati dal
mio sguardo o allucinati
da un mio sorriso, essi
sentivano il bisogno
femminile di applaudire ciò che non avevano capito e che non amavano.
1917
1918
Cosa bisogna avere per sedurre tante donne? Avere
tutte le qualità di un futurista italiano. Corpo
agile, forte, aggressivo. Muscoli militarizzati.
L’eleganza e i capelli meravigliosi di Bruno
Corra, oppure la calvizie elettrica di Marinetti. Potente vitalità. Tutta la scala dei semitoni
nella voce maschia. (...) Il denaro necessario
per prendere una carrozza o un’automobile di
piazza e affittare una camera d’albergo. Forti
attitudini oratorie. Ingegno novatore. Saper
dare uno schiaffo decisivo a tempo e soprattutto coraggio, coraggio, volontà, coraggio,
coraggio. Non essere mai pedante, professorale, culturale. (...) Odiare i mezzi termini...
Adorano la forza del più coraggioso, del più
eroico. Eroismo: ecco l’afrodisiaco supremo
della donna!
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1918
E’ un libro che volta le spalle (...) a
tutte le noiose e gravose persone le
quali dedicano solitamente la loro
attività alle cose letterarie: scrittori, giornalisti,
filosofi, critici, pensatori, intenditori d’arte. (...)
Per le stesse ragioni per le quali dispiacerà
alle persone di lettere questo libro piacerà
agli altri, a quelli che sono lontani dalla letteratura. Sarà letto con simpatia da ufficiali, da
professionisti, da studenti, da industriali, da
signore. Con simpatia e con disinvoltura:
senza pedanteria. (...) Esso è, in complesso, un pezzo di vita. Può quindi essere veramente capito soltanto da chi ama la vità
più della letteratura, da chi ama le discussioni, le risate, le burle, le conversazioni, le
sassate, le polemiche e le ubbriacature più che non le parole
stampate. Noialtri autori ci siamo divertiti immensamente a scriverlo. Lo
abbiamo scritto senza annoiarci e senza affaticarci...
1919
Unico nella storia il nostro Partito è
stato concepito, voluto e attuato da un
gruppo di artisti poeti, pittori, musicisti, ecc.: che, carichi di genio e di coraggio ormai provati, dopo avere
svecchiato brutalmente e modernizzato l’arte italiana
sono giunti logicamente ad una concezione di politica assolutamente sgombra di retorica, violentemente italiana e violentemente rivoluzionaria, libera,
dinamica e armata di metodi
assolutamente pratici. (...) Il
futurismo, nel suo programma totale, era un’atmosfera
d’avanguardia; la parola d’ordine di tutti gl’innovatori o
franchi-tiratori intellettuali del
mondo; l’amore del nuovo; l’arte appassionata della velocità;
la denigrazione sistematica dell’antico, del vecchio, del lento,
dell’erudito e del professorale; un nuovo modo di vedere il
mondo; una nuova ragione di amare la vita...
1919
Eroismo spensierato, Allegria seduttrice,
Potenza artistica, Italianità duttile brutale guerriera sfottente, Lussuria, Nostalgia
sentimentale, Genio-rivoluzione, Purezza.
1919
Ringrazio le forze che pre1920
siedettero alla mia nascita
e alla mia adolescenza, perché mi
hanno, fino ad oggi, evitata una delle peggiori disgrazie che possano
capitare: la Monotonia. Ebbi una
vita tumultuosa, stramba, colorata. Cominciai in rosa e nero; pupo
fiorente e sano fra le braccia e le
mammelle color carbone coke della mia nutrice sudanese. Ciò spiega forse la mia concezione un po’ negra
dell’amore e la mia franca antipatia per le politiche e le
diplomazie al lattemiele.
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1920
Ai socialisti ufficiali noi domandiamo: 1) siete voi disposti come noi
a liberare l’Italia dal Papato? 2) vendere il nostro patrimonio artistico
per favorire tutte le classi povere e particolarmente il proletariato degli
artisti? 3) abolire radicalmente tribunali, polizie, questure e carceri?
Se non avete queste tre volontà rivoluzionarie, siete dei conservatori,
archeologi clericali polizieschi e reazionari sotto la vostra vernice di
comunismo rosso (...). Al vostro immenso sistema di ventri comunicanti e livellati, al vostro tedioso refettorio tesserato, noi opponiamo
il nostro meraviglioso paradiso anarchico di libertà assoluta, arte,
genialità, progresso, eroismo, fantasia, entusiasmo, gaiezza, varietà, novità, velocità, record. (...) Grazie a noi il tempo verrà in cui la
vita non sarà più semplicemente una vita di pane e di fatica, né una
vita d’ozio, ma in cui la vita sarà vita-opera d’arte. Ogni uomo vivrà
il suo miglior romanzo possibile. Gli spiriti più geniali vivranno il
loro miglior poema possibile. Non vi saranno gare di rapacità né di prestigio. Gli uomini
gareggeranno in ispirazione lirica, originalità, eleganza musicale, sorpresa, giocondità, elasticità
spirituale. Non avremo il paradiso terrestre, ma l’inferno economico sarà rallegrato e pacificato dalle
innumerevoli feste dell’Arte.
...gli esseri umani si parlano colla bocca e cogli occhi, ma non giungono ad
una vera sincerità, data
l’insensibilità della pelle,
che è tuttora una mediocre conduttrice del
pensiero. (...) Da ciò la
necessità di trasformare la stretta di mano,
il bacio e l’accoppiamento in trasmissioni continue di pensiero. Ho cominciato
col sottoporre il mio tatto ad una
cura intensiva localizzando i fenomeni confusi della
volontà e del pensiero su diversi punti del mio corpo
e particolarmente sul palmo delle mani.
1921
1922
E’ un libro parolibero. Nudo
crudo sintetico. Simultaneo
policromo polirumorista. Vasto violento
dinamico. Certo lo avevo nelle mie vene
libere e nei miei liberi muscoli quando
giocavo bambino nudo coi monelli negri nudi sulle dune roventi di Ramleh.
(...) Ma la concezione di questo poema
parolibero mi assalì il cervello nel dormiveglia di un mattino di settembre,
qualche giorno dopo aver compiuto
L’alcova d’acciaio, ad Antignano. Sulle officine livornesi occupate dagli operai
garrivano bandiere rosse. Ma sembravano grigie sulla bianca
scarlatta risata negra del mare ispiratore.
1922
Noi vogliamo invece una letteratura che dica al lettore: infischiati di
ciò che fu! Ciò che fu ha sempre torto! Scegli,
trova, decidi, fai e domina ciò che sarà! Colla
mia solita fecondità
inesauribile e geniale
io invento un nuovo
genere letterario,
un nuovo divertimento spirituale:
il Programma di
Vita, proposta allegra, multiforme,
drammatica e balzante di
fatti da compiere, di emozioni da provare e di spasimi da godere giocondamente con
una centuplicata fede nella bellezza della vita.
Aumentate le ineguaglianze umane! Scatenate dovunque e esasperate l’originalità individuale!
Differenziate, valorizzate! Sproporzionate
ogni cosa! Imponete
la varietà nel lavoro!
Ad ogni uomo
ogni giorno
un mestiere
diverso. Liberate i
lavoratori dalla massacrante monotonia dell’identico lavoro grigio e dell’identica domenica rossa. (...) Distruggete, annientate la politica che opaca ogni corpo!
1922
1923
1924
Vittorio Veneto e l’avvento del fascismo al
potere costituiscono la realizzazione del
programma minimo futurista. Questo programma minimo
propugnava l’orgoglio italiano, la fiducia illimitata nell’avvenire degli italiani, la
distruzione dell’impero
austro-ungarico, l’eroismo quotidiano, l’amore del pericolo, la violenza riabilitata come
argomento decisivo, la
religione della velocità,
della novità, dell’ottimismo e dell’originalità, l’avvento dei giovani al potere contro lo spirito
parlamentare, burocratico, accademico e pessimista.
Il Futurismo italiano, tipicamente patriottico, che ha
generato innumerevoli futurismi esteri, non ha nulla a
che fare con i loro atteggiamenti politici, come quello
bolscevico del Futurismo russo divenuto arte di Stato.
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1929
Questo nostro «Primo dizionario aereo
Italiano» è anche il primo Dizionario Aereo che appare nel mondo mentre si
inizia l’era del volo e va sorgendo il linguaggio aereo caratteristico delle nuove
generazioni.
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1929
1930
Concludendo: questi Programmi di Vita con Varianti a scelta velocizzeranno, alleneranno
alla simultaneità,
sprovincializzeranno lo spirito del lettore con una sana
ginnastica extralogica, e lo rinvigoriranno di ottimismo artificiale, divertendolo.
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1939
In questo romanzo futurista ho voluto realizzare: 1.
Una anatomia della morale con un accurato sezionamento degli orli vivi ed elastici del male. 2. Una elettrochimica dell’Amore osservato in molte coppie di pile
elettriche umane. 3. Una psicologia degli aeroplani ed
un primo impiego del Dizionario Aereo Marinetti Azari
per elogiare l’aviazione.
1932
Contrariamente alle critiche lanciate e a quelle prevedibili, la rivoluzione cucinaria futurista (...) si propone lo
scopo alto, nobile ed utile a tutti di modificare radicalmente l’alimentazione della nostra
razza, fortificandola, dinamizzandola e spiritualizzandola con nuovissime vivande in cui
l’esperienza, l’intelligenza e la fantasia sostituiscano economicamente la quantità, la banalità, la ripetizione e il costo. Questa nostra
cucina futurista, regolata come il motore di
un idrovolante per alte velocità, sembrerà ad alcuni tremebondi passatisti pazzesca e pericolosa: essa invece vuole finalmente creare un’armonia tra il palato degli uomini e la loro vita di oggi e
di domani.
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L’incretinimento e l’anchilosi prodotti dai lunghi bridge affumicati e dalle parole incrociate sono altrettanto deleteri quanto il ruralismo bovino opaco scontento e invidioso.
Queste immobilità vegetative poco umane deteriorano muscoli e facoltà cerebrali ingobrandoli di sovrapposizioni parassitarie come la sporcizia e la nostalgia, mantenendo
d’altra parte l’antigienica pigiatura urbanistica
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Questa plastica murale che ha avuto un suo nuovo mondo polimaterico nettamente futurista sostituisce
la pittura e la scultura. Non può
essere ospitata nelle esposizioni
d’arte pura, realizza l’arte-vita, arricchendo la giornata e la notte dell’uomo con
un’esaltante e continua sintesi della radiosa civiltà meccanica.
1937
Con precisione lo pensai e scrissi in parte
sotto il fuoco di molte mitragliatrici abissine imprecise mentre Menin disegnava sulla carta fragori odori colori. (...) Quasi tutti gli scrittori subendo
più o meno l’influenza mondiale delle nostre parole in
libertà e agilità parolibere
hanno riconosciuto che
fuori dalla sintassi e senza punteggiatura con la
varietà di tempi dei verbi
e l’aggettivo-atmosfera
si ottiene la presenza
poetica simultanea dei
simultanei stati d’animo d’oggi e di domani.
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Da un po’ di mesi si delineavano in Italia le prime avvisaglie di un movimento razzista ed antiebraico. Credo che fosse dell’epoca o giù di lì un
grottesco manifesto di alcuni sedicenti scienziati italiani che avevano
scoperto la razza italiana, suscitando l’ilarità della Francia, dell’Inghilterra
e dell’America del Nord. Già nell’ottobre del 1937 sul n. 108 di «Artecrazia», Mino Somenzi in un articolo dal titolo Hitler e noi aveva violentemente preso di petto le teorie naziste sulle origini semitiche dell’arte moderna
e di avanguardia in generale e futurista in particolare. Marinetti sempre
su «Artecrazia» nel dicembre 1937 e dopo la sua venuta in Egitto aveva
affiancato e sorretto la reazione dei futuristi alle sciagurate campagne
razziste che trovavano poca eco nel popolo nonostante la grancassa e i
tromboni di un’orchestra di scrittori falliti. La reazione di Marinetti e dei
futuristi fu sommersa dalla realtà. Nel novembre del 1938 apparve sulla
«Gazzetta Ufficiale» la legge che sanzionava e tramutava in realtà l’invenzione della razza italiana e le misure antisemite contro gli italiani di «razza
ebraica». (Nelson Morpurgo)
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drammatica da campo di battaglia le pagine dei
nostri romanzi
sintetici futuristi
e specialmente le pagine dei
quotidiani fusi o
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paragonabili a urbanismi futuristi i
cui avvisi luminosi marcianti in alto
spingono il lettore verso altre piazze-pagine altri libri altre azioni altri
voli sopra-marini e stratosferici.
1942
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Questo è
il libro di
uno specialista. Sono infatti l’unico poeta specialista di guerre moderne. Fra gli scrittori poeti o prosatori che per occasione
sentimento o destino si sono occupati di
battaglie sono il solo che se ne è occupato da futurista cioè da innamorato del
fenomeno cosmico Guerra considerato
non come cosa orrenda ma come sola
igiene del mondo. Da futurista convinto
che la guerra sia una inesauribile ispiratrice di poesia.
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un’ardente alata repubblica originale
pregate il buon Gesù che largisca nella
strozza del nemico un buon pesce d’aprile a superdentata lisca e nel mio stremato
corpo di volontario del fronte russo l’indiscusso lusso di una buona salute
sul campo.
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