Bastava, una volta, essere nati a poche miglia di distanza, perchè li
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Bastava, una volta, essere nati a poche miglia di distanza, perchè li
2G4 Bastava, una volta, essere nati a poche miglia di distanza, perchè li uomini avessero a riguardarsi, cd a chiamarsi, forestieri . La quale l,arola implicava sempre un sentimento di avversione, e di diftidenza, di cui non sono ancora del tu!!o cancellate, nelli animi vulgal'i, le traccie odiose. Anco ai di nostri è generale il lamento per il modo con cui, li albergatori cd i ne~ozianti, ad esempio, abusano dei foresLieri, per far 101'0 pagare più del dovere i prestati servizii, le merci vendute. Per fortuna, forestieri, anco dai meno instrulli cominciansi a chiamare quelli soltanto che l'adano ~hra lingua, c giungono da ahre nazion i. Ma quando il P"ògl'esso avrà totalmente aperte le barriere naturali e distrutti i morali pregiudizi i , nessun paese potrà' riguardat'si estraneo ad un altro; nessun uomo potrà da un altro essere chiamato stranie,'o. Così saranno adempiute le leggi ' della natura che ci fece tutti eguali. Cosi saranno osservati i precetti di quella religione che ci vuole tutti f,·atelli. Cosi sa)'anno sodisfatti i voti dcIIi apostoli di democrazia che faticano da tanti anni al trionfo di quella dOUrina , che dice li uomini, senza distinzione di nazionalità o di l'azza, tutti liberi, e tutti solidarii tra loro. Imperocchè.:. quel popolo che tolera presso di sè l' opp)'esSlOne di un altro popolo, né si crede obligato a movere III sua difesa, col pretesto della di versa nazione; quel popolo SI scava la fossa, ove andranno sepolte anco le proprie franchigie. 7. L' ITALIA E LA FRANCIA. :\'on uycle mai osservato un bambino, in mezzo a numerosa brigata ~ Lungi dal sentirsi in suggezionc per la presenza di persone assai più adulte e più in~tru!te . cgli scalpita e strilla scnza riguardi; e, quanI" è più ignorante, più sinceramente pretende che tuUi abbiano ad occuparsi di lui, e più permalosamente rsige che tullo a lui sia dovuto. E queslo, che avviene all' infanzia dell' uomo, si ossc"va eziandio nell' infanzia dell' umanità, La terra 110n il che un atomo, in confronto di quello stermi-, nuto polvel"io di pianeti, ond' è tutta consparsa l'immensità dello spazio. Eppure, li uomini hanno continuato pel' migliaja di secoli a credere, in buona fede, chc qucsto nostro globo pigmeo fosse il centro di tullo 7 266 il crcato; fosse, anzÌ, la ragione unica per cui l' universo sussiste. Questo miCl'oscopico nocciolo, sul quale formicola la nostra razza, Don era, per legge eterna, destinato ad aggirarsi perpetuamente intorno ad altro assai più maestoso pianeta, onde averne, quasi a mCI'cede di fedel vassallaggio, un lontano riflesso di quella luce, e di quel calore, senza cui SIi verrebbe meno ogni llotenza vitale. No; per migliaja di secoli alli uomini non venne neppure il sospetto che la madre terra s'aggirasse anch' essa, senza posa, ce me umile ancella, nella immensa danza delli astri; tant' erano con, 'illti che essa, invece, sedesse regina in mezzo al creato; e che, solo pCI' suo oma~gio, fossero disseminate nel firmamcnto anche quellc innumerevoli stelle, la cui luce, per passare di secoli, non il giunta per anco a colpire l'occhio dell' uomo; e, fo.'se, non vi arrjyerù mai, per quanto Iongamenle possa durare la nostra specie; e per quanto guizzi rapida la luce, in suo corso, al pari del fulmine. Tanto è vero che la supei'bia è natural figlia dell' ignol'anza. Lo stesso dicasi delle nazioni . Chi è esperto d' i· storia, uon ignora che ciascuno dei diversi popoli può l'accogliere, dalle vetuste sue tradizioni, il vanto di essere stato il popolo prediletto; e ciò, tanto più vallitosamente, quanto più coteste tradizioni rimontano ai tempi primith;i. E per essere sinceri, bisogna confessaI'e che le genti italiche non istetlero, né per fa .. ' tica, né per modestia, dal far valere, sopra ogni altra, le loro preten~ioni; non solo per quanto riguarda la supel'ioritit delle origini, provate con doeu- 267 menti reperibili soltanto nell'equivoca frase di qualche mitolorrica panzana: ma, eziandio, per ciò che l'i"uard: la prevalenza dei futuri destini, maturati al fatuo riflesso della fosforescenza passata. Talchè ci accade di scorgere il nostro misel'o paese, ridesto aFpena dal lorpore in cui l'avevano cullato, per tanto tempo, le braccia letali del pontificato e dell' impero, farsi baldanzosamente a pretendere il primato, per bocca de' suoi pii. clamorosi banditori. l\è si può dire che lale burbanza infantile, fosse produtta dal febrile delirio di una setta esclusiva, e retrograda; chè, pUl' troppo, si rileva l'a dalle prime pulsazioni di tutta la nazione. 1\'0; non fu solo Gioberti a predicare il Primalo cl' Jlalia sollO li auspicii, troppo ortodossi, di Dio e del papa: ma eziandio il Ma"iui, pur credendo pro· fessare la più contraria dottrina, pretenderebbe som· moyere il mondo diell'o l' iniziativa italiana, sono Ii auspici i, Iroppo poetici, di Dio e del popolo. Così, chi per una ragione, e chi per l'altra, i patrioti dei di'Cl'si partiti si vedono preoccupati tutti, in Italia, àello slrano concello che questo paese debba precedere li alll'i nella "ia della libertà e della filosofia. Il che sarebbe da attendel'si sol quando pOlesse verificarsi, all a lettera, il detto evangelico, che li ultimi saranno i 1J1'imi. Imperocchè, a dir vero, chi voglia farsi a studiare, senza pregiudizio d'orgoglio nazionale, lo stato in cui giace In patria .nostra, non potrà a meno di sco~gere qllanl' essa sia prost!'ata in fondo d'ogni miseria. Il core gronda sangue a pensal'\'i. Ma , a che giova dis- 268 simularlo ? Non è col negare le malattie, che le si possano guarire: anzi, questo è il modo più acconcio a renderle insanabili. Non è ragionevole l' atTello, non è sincera la pietà , che non lascia scorgere al figlio, le piaghe ond' è lacerato il corpo della madre. Se mia madre giacesse inferma, 'io stimerei pietoso colui che le si tenesse d'accanto, per farle amorevolmente coml' rendere lo stalo suo, onde persuaderla a prendere li opportuni rimedii, ed a procedere guardinga. E nii adonterei conlro lo scempio zelo di chi tentasse convincerla ch' essa è più rohusta d'ogni altra, per ispingerla, così, a pigliare temerariamente la CO I'sa. Le sciagure, materiali e morali, onde sono straziati, oggidi, i divCl'si popoli, derivano, solo, dall' ignoranza e dalla schiavitù, in cui giaciono tuttavia depressi ; come replicate volte ho già della. Tanl' è l'ero, che esse cominciano, alla fine, a farsi sentire 101'0 sempre più dolorosamente, e a divenire più incresciose, mano mano che soffia più forte questo nuovo alito di libertà, c che si ditTunde sul mondo la fatai luce dei nuovi tempi. E, per uscire dalle tenebre dell' ignoranza, o l,cr fl'angel'e le catene della schiavitù, l'orrassi 'far guida e maestra l' Italia nostra, che geme ancora sotto il molteplice giogo di tanti padroni politici; e, per amore o pel' forza, fa anCOra sgabello, del suo corpo, a quel pOlere religioso il quale, altro non è, ed allro non può essere, se non la negazione personificata di o~ni progresso civile e scientifico? Anzicchè pl'ecedere le all1'e nazioni nella lol.ta, omai irl'evocabi lmente impt'gnnl::l, fra il privilegio c l'eguaglianza, ft'a il pl'C- 269 dominio della conquista e l' istinto della nazionalità , fra il diritto al libero escrcizio della ragione e il do"m a " o della "olonlaria sommissione nella cieca fede; l' Italia, deve percorrere ancora lunghissima via, prima di raggiungere quelle altl'e nazioni, che, da secoli, hanno accolte le slogale membra nella voluta individualitù nazionale, e si sono sciolte, da secoli, dalle stringhe omicide del buddismo papale, colla conquista del libero esame. • Triste me, se tal uno volesse scorgere, in queste mie schiette considerazioni, men tenero e men figliaiç. atTello yerSO la patria nostl'a; alla quale dobbiamo, in.\'Cce, un amore tanto più forte, e più operoso, quant' essa e più misera; ed ha, per conseguenza, più urgenle bisogno dell'opera nostra. Il l'iiI beato delli uomini mi stimerei, se potessi, col. sacrificio della vita, alleviarle anche solo un affanno, ed aggiungerle un nuovo iitolo di gloria; o fal'la progredire di un passo sulla vi a della liberti., in cui già la precedono le nazioni sol'elle: e spero che i Icttori non a\Tanno bisogno di ulteriori proteste, pel' credere alle mie commosse pal'aie. Ma, appunto per questo , ho sentito più grave il dovere di scostarmi dalla mala consuetudine in cui si tennero, per troppo lungo tempo, i miei compatrioti; di abbandonarsi ad adulazioni, non saprei dire, se più insulse, o pii. perniciose. Abbiamo ancora il capo tutto lacero, per le tante sofferte ferite; ed imece di sopportare in pace le bende, onde potrebbero onorevolmente medicarcelo i fratelli noslri, con sllperbo delirio giù vorremmo fecingerlo, di regale diadema,; pre .. 270 tendendo metterei dinanzi alli allei, e far ,-alcl'c, (hm tl'atto, il (tirillo d'una fantastica iniziativa. Abbiamo le gambe ancor rolle dalle secolari catene ~ e vogliamo getlCU'e, d' improviso, le benefiche gruccie; presumendo di cosi precedere 'li altri nella gl'ao corsa, a . nome ili on ancor più fantastico primato. E non è questo, invcce, il modo di esporsi al ludihrio dclle gcnti? lo parlo così, perchè temo che li infortuni i delle passate rivoluzioni, pcr quanto orl'endi, non abbiano ancora portato sufficiente ammaestramento. Se, da l'una pa"te, io vedo che il nostro popola non ha anCO"a belle appreso quanto sia fatale l'affidare la propria sa"ezza ad altri che ai popoli; e, quindi, non ha anCOt'a risolutamente abbracciato il vessillo della democrazia; dall' altra, io scorgo che esso non sente, per aneo , la neçcssi!.à di riconoscere, sul serio, il nuovo ùogma dcll: hlleanza fra lc nazioni; se non per far valere la vana pretensione di un impossibile primato . sulli altl'i popoli. (1) Ncssuno più di me prova pungente il desiderio che l'Italia nostra compia, e a dismisura, il dehito suo, nella gran lotta deU'emancipazione universale. Ma, in pari tempo, non posso disconoscere quanto sia irragionevole il voler accordare al\' Italia (-I) Anch e Quille', il quale pur tanto ci ama, Ile fa amaro l'ilUpl'o~ vero, pcr siffalta IlOSU'3 pretcnsionc:« Excès d'humillté et d'orgueil: sup" thnalic ou scrvitude: tf:lle est la chance Glii acccplc !' I!f1lic .. Ile vou!ant dcn dc tempél'é, ui d<ll!s sa [ol'tune, Ili da!lS s:ll'uinc }l , - y, Rél'oluliol!s d' llfl.l{('J VoI. I. . 27t il diriUo esclUSIVO ll'iniziati"a; o privilegiarla di Ull primato, sempre in3iuslo ed olll'aggioso alle nazioni sorelle; sia che gli si yoglia dare, a pretesto, il dirillo di"ino del papa; o le avite tradizioni del popolo. :\on si creùa ch' io supponga, pC!' questo,. una relatÌ\'a inferiorità nel caraltere e nell' ingegno delli italiani. Tutl' allro. Se la moùestia, che de\'esi naturalmente osservare nelle cose nos("e, non mi consente di ripetere la Iroppo lusinghiera assm'ziVlle di Stendhall, il quale affermò che « un dato numero di romani, tolti a caso, saranno sempl'e superiori allo. stesso numero d'uomini di altre nazioni »; (1) sono però convinto, quanto chicchessia, che, a circostanze pal:i, essi non saranno certo inferiori. E non mi mancherebbero i fai ti, da cital'e, ad ogni epoca dell' isto,'ia, per cOll\'ulidare l'onol'cyole giudizio. Per il che, se yenisse il caso, saprei benissimo anch' io compilare Ulla sincera ed affettuosa apologia della patria nostra. E, senza risalire tropp' allo nell' antica istoria di Roma, saprei, ad esempio, ricordare, col Gioia, come il genio italiano sia valso co' suoi lampi, a rischiaI'are di t!"atto in tI'atto le tenelll'e onde fu il mondo ricoperto per lunghissimo evo. Fu dall'Italia che surse, in Etu'opa, il primo grido di libertà. Mentre tutte le na~ioni piegavano il collo sotto la spada dci conquistatori, e la terra, p8l~ poco, non presentava più che lo- spettacolo di città incendiate e distl'Ulte; soli (I) « Un cCI'taiu nOillbrc de romllins, pr.ìs au hasal'ù, :3irGlll. t leujours supéricul's il. JlurcjJ ilo:nlJro d'homnH's des autl'es Ilo.!.ions »_ ~,H2 popoli della Venezia, l'icovrandosi f,'a le lagune delj'Adriatico, seppe,'o sottrarsi al giogo di quel superbo, che dicev. non crcscerebbe più l'erba o,'e fosse passato il , suo ca\'allo, Il bel paese risonava già tutto del canto, o,' 6e,'o ed 01' voluttuoso, dei nostri poeti , quando alle altre nazioni' era tuLlavia sconosciuta ogni lll~inga di poesia, Li archi, le statue, le pitture , i templi, i mausolei, s' ergevano maestosi sull' Italia , 'Iuando alt,'ove non si vedevano surgere che umili capanne, La filosofia sgombrò in Italia il campo delle sèienze sperimentali dai pregiudizii dell' antico empirismo, mentre li altri popoli cominciavano appena ad avere le più elementari nozioni di quelli ardui studii, È dall' Italia che nacquero i Colombi, i Vespueci, i Cabot, i Vt1'ezzani, i quali seppero, pei primi, dare ad una metà del globo l'incredibile contezza dell'altra metà, II dominio dei mari restò, per secoli, pal,'imonio d'Halia; da cui solo più tardi l'eredirarono le altre na~ioni , Le Fiandre, l' Inghiltel'l'a, la Francia, ricevettero dall'Italia quelle manifatture, che portarono in seguito a tanta pe,'fezione (I), E, ,'enendo a tempi a noi più vicini , saprei ricor- due, col Mamiani, come una sola città dell' Italia abbia dato alle arti un Guido, un Guercino, tre Càracci, un Domenichino; e poi sopravivere a quelle scole rivali, e splendere di nuova luce col Cica"Qi " , con lo Schidone, col Tiepolo, col Salvator Rosa, Saprei ricordare ( 'I) GIOIA, Quale dd govemi li{J(t' i meglio cant'eflga çtll' l!.aUa; P;15Slffi , 27ii come, in pari tempo, l' Italia, con Galileo e co' suoi discepoli, abbia emancipato il pensiero, fondato i metodi, riformati li studii, iniziale tutte le scienze natu- rali, Saprei ricordare quell' eletta schim'a di alti e forti intelletti, Don inferiori ai primi delle altre nazioni: Alfieri, Volta, Galvani, Spallanzani, Filangieri, Lang,'agia, Pa,'ini, E non sono ancora finite le nostre glorie, L'Italia divisa, e collo straniero sul do,'so, entra arditamente nelle "ie della riforma, Né solo vi entra, ma sa inoltrarvisi cosi da proporre cd iniziare gran numero di sociali migIioramentf. Li ,tudii economici in Italia fio,'iscono; in Italia si perfezionano i metodi dei publici censimenti; il diritto criminale, illuminato dalla filosofia, s'informa dei dettami della giustizia (1)' Né li italiani soltanto; ma parecchi insigni stranieri resero alla patria nostra le più entusiastiche prove di ono,'e, Quel medesimo Lamartine, che, venuto un gio,'no a visitare l'Italia, né scorgendovi cosa di cui potesse congratularsi nelle sue condizioni odierne, pensò farle cortese complemento col ricorda,'c le sue passate gran(4) 'L S aggi di filo sofia c'·vile, lolti dalli Alli dett' Academia della {llo sof.a t1alica, Il. 43i. - I leUori possono agevolmente comprendere che, volendo scrivere in onore dell' halia nostra, acconono in troppo stcl'mìnala copia li autori da cllinmare quai testim onii. Per cui, a tosliermi più pl'e5l0 dall' imba razzo della scelta, mi sono deciso attenermi li !lrimi due clie, a caso, mi capitaro no solto mano. Questa è r unica rasione per cui ho citato il Mamiani ed il Gioia, di preferenza dcIIi altri mille. T31lto lliil che sono entrambi, Jler diverse r"sioni, assai competenti, per li uomini delle più opposte doltrine. 27)) 274 dezze; onei' ebbe a chiama.la la terra dei morti; complimento che, inteq1l'etato in sinistra parte,. provocò da parte anco dei nostri migliori, tan lo permalose proteste; <luci medesimo Lamartine, io dico, Ila ben saputo dichiarare, altre vo lle, che l' llalia il la S&""ce des 'U<tions, la 1·eine, la mere commune; aggiungendo che:. de lo"e ce 9lti nai! granel, san ombre ese la pae,·ie. E<l il Fahas, enfaticamenie sostenne che; se s'a"esse a sopprimere dal passato il genio italiano, la civiltà europea: ne resterebbe incompleta, nlQnca, @sclll'ata; ed, a sopprimerlo per l'avvenire, la civiltà ",uropea ne resterebbe compromessa; imperocchè, fra le naz~oni tulle, è ancora l'Italia, cluella che possiede le individualità più potenti (1). Questi , a me sembrano sì alti encomi;, da potei' mandare sodisfatla ogni più schizzinosa suscettività naziouale, E, volendo, si potrebbe continua,'e all' infinitO' nelle lusinghie,'e citazioni, Ma,. l'CI' essere sinceri', bisogna convenire, che li stessi. più caldi ammirator' della patria nostra, non osarono dissimulare le sue attuali miserie, E, poichè si tratta di una verità troppo ingrata, laseie,'ò in disparte le osservazioni delli stra(I) Ecco le sue parole:!( Rélran chez du pa-ssé le gé nie itaEell,. la civilisal ion euroJléen ne f este incompléte, boileuse, terne :- rétrancht'z-Ie de l'av-en ir, la civilisation européenne s'altere el se d~grade . Parmi les natiolls eU rOIJéennes, c'est encore l'Italie qui }losséde les organisillion sUlléricures »), - Anche lort! Byronall'..aV<l il nostro lHICSe,. come una seconda potria ~ R.om ~ J my l tOII1!11'y _ mel'1, e solo ricorderò ' quanl' ebbero onestamente a confessare i due pat,'ioti, da cui tolsi il caldo panegirico, testè riferito. Dirò, dunque, che il Mamiani, in mezzo a tanlR ammil'uzione, non potè a meno di riconoscere che, all' Italia , • crehbero i ceppi, mentre alli altri popoli cresceva la civiltà » . Per il che, ne lamenta « i costumi sempre più imbelli, la servitù più profonda, l'ozio c la lascivia dapertullo " E finisce pe,' esclamare; • Che sarebbe della scienza in Italia, da t,'enl' anni in qua , se i più vivi raggi di essa non le fossero V(lnuti dal di fuori? • (I) Ed il Gioia, che fu più effuso nella lode, non manca di mostrarsi più eloquente nel rimpianto; e le piaghe ch' egli trova sull' Italia di· mezzo secolo fa, quasi tutte sussistono, pur troppo, anche oggidì; per cui, escluso in parte ciò che riguarda il Piemonte, si direbbe che lo scritto del yalente economista porti la data dell' ogg' , lo \"Cdo reguare sull' Italia, egli dice, constituzioni assurde, consuetudini bizzarre, usi stravaganti; un rimescolamento insensato di sacro e di profano.; la giurisprudenza romana unita alle massim~ della tirannia; il diritto civile e politico in contl'adizione colla rehnione dominante ; la feodalità inasprita piuttosto, per le sue perdite, che interamente distrutta; mille leggi d'eccezione, per una di principio; mille leggi interpretati"e, pe,' una fondamentale; i costumi in opposizione colle leggi ; le leggi in conlradizione fra loro; (I) V. S(t!J[li di filosofia , 11. ,13i e .Jf:)7. 277 276 i' arbilrio accanto al diritto; mille barbari regolamenti che disseccano la fon te delle ricchezze, ed impediscono all' agl'icnltura di fertilizzare i campi, ed alle derrate di scambiarsi libCl'amente, lo ,'edo il clero ingoial'c un terzo dei beni nazionali, in premio delle tcnebrc che sparge sul popolo; le imposte pesare iniquamente sulle classi più bisognose; le prigioni apel'lc per chiunque osa invocare giustizia e libétiì: Sem>J'cte le varie pro"incie d'Italia; e vi scorgerete le traccic evidenti dell' antica barbarie: qui, la supcrstizione del secolo duodecimo; là, l'ignoranza del decimo e del nono, In !talia' sonsi introdntte, è vero, ~olle dottrine a dispetto dell' inc[uisizione, che pur tuttavia sussiste in qualche sua parte; ma non sono diffuse sopra le classi del popolo, percllè, alle ragioni delli scrittori, si risponde, sinora, coll' esilio e col ca l'cere ; attendendo i nostri padroni a fomentare, con ogni mezzo, l'ignoranza; senza cui non potrebbe durare più oltre la schiavitù, Napoli, che sotto i legislatori greci formava la delizia e l' ammirazione delli stranieri, la scola delle arti e delle scienze, il cel;tro, da cui il commercio traeva le produzioni pi ù rare e più prezlose, or giace in tanta degl'adazione, che fa raccapriccio a pensarvi. Roma, che fu mad re cosi feconda di eroi, or geme, da secoli, sotto la V'Crga sacerdotale; onde la sua antica maestà è ~epolta nella poh'ere, le provincie vuote d'abitatori, le campagne prive di cultura, i porti spogli di bastimenti, Firenze, già culla delle arti e soggiorno della libertà, ha perduto ogni gloria; e pare non sappia più produrre alcun genio. Venezia che fèce, da ~ola , un , llo di tutta Europa, giace commercio superIOre a que Piacenza celebre nelle d 'nviso domma tore, , concuIcata a I , d l tiranno Pietro Farnese; " essersi IIbel'ata a , ' L IstOl'le per al di sotto di ogni lUlSCl'la, a è caduta, con Parma, ltura vede la maggior fertile ma senza cu , Sal'degna, , , ' t' dalla nobiltà c dal clero. ' a i belli IO"Ola I parte de su ' ''d'I l' la bella favorita della " 'l' '\ (l'ranalO ta la, La ~ICI la, I" " , d o da fare pietà (,I ), , trova VIlipesa pel mo natura, SI l dell'Italia li UODlini che l' hanDo Ecco, come par ano , piil _randi servigi. Si ., e che le resero l v plU amata, , dire. che la nostra letteratura venne potrebbe, anZI, ila severa enumerazione delle noiniziata, appunto, co d ' " arditi riformatori ; instre miserie, per Iloce.a el p'" l d . (overni li!Jcri meglio convenga ali' lf(,l~·(~. et 9 li dozzina di eloquentissime paSlile _ Vedi, in prOpOSito, que, a F t . hiude la sua Appendic e (~) GIOIA, Qua ~ ..' '0 Ausol1lO ; rane \I c . con CUI' amico mi . l' Bisognerebbe riporlar1e (l'll, aUa flosofia delle scuole tla tan to . probabile cbe i miei lellor i lo se non fosse ass:n . '2 almeno per sun, . 'l' S'no dai lJrimi mesI del ~S5 . ~ nella loro mtegrl il. I . le conoscano . la al mio libro su Giober tI. . ·l b ·SO/'P {\O di fare una no '\ io bo sentito I , I l). delli italiani sopra questo scrittore ;. '. per chiamare \ at~enzlOne )ubUcalo cbe poche pati ne dt quale, bencbè non avesse, . all~ra., 1 rcsentiya destinato ad cscrcl~ cose pedagogiche e gramallcal.1, IO ]l Ilo sviluppo <leile idee d salutare mfluenza su .. lare una gran e e E . molti lavori da. lui già COffijlltl, e filosofiche nel Do~tro .paes . ~31 ODO a aarc la più ampia co{\~ in si breve spazIo di tempo" g .\ ome di Ausonio Franchi ferma al mio giudizio. A qlle.sl orla, l. n otoDi amico di libertà ; • . aro in Itaha e uorl, ad l) .. suona gia :ISsai C , .. ' /'P. e od a' suoi meD lOgiCI ed assai formidabile ai nemiCI dena r3l)10n , cultori. 278 cominciando dal Sàvonarola; incominciando anzi d' I lladl'e Dante ; il quale Don si mostl'ò mai t.ant~ eloq~en~ 1l~! n~a l1 eggiO della lingua noyella, come <)uando SC3~"OSSI contl'o le diver~e città italiane. E nessuno, ~lIlo~'a , . ~la pensato accusarlo di poco patriotismo , per '~ \ el SCllltO, ID note Immortali , che Pisa è il vit"pe' ,IO detle geni'; che FIrenze è sì triste che sin nel] ~ n ferllO ~t .nm~ze suo si spande; e che i genovesi son~ tWllmli d.vp,r'8i, l,ieni d' ogni magagna' sicché merI terebbero d'essere dal mondo 81'e"8i, ' l D' onde mai venue, dunque, tra li odierni scrittori , a smallla d, voler elevare, d' un tratto, questa pO"fra martll'e , al primato delle nazioni 9 , Il ,disSi già. Questi politici di ~uovo stampo, anzlcch~ attendCl'e gravemente allo studio delle attuali mISerie, ?n~e farsi, con pietosa cura, a sollevarle; si sono laSCIatI gonfiare la testa dalla boria delle memorie passate: e perché, altre volte, Roma fu dominatl'ice del mondo , colla morale sonintendenza del pontificato, o colla materIale conquista dell' imperio; essi credono che lIoma Sia destinata a primeggiare anca in avvenire sopra tutte le genti, a nome di altri, ed opposti prin: CIp": Sono pure, dal più al meno, democratici cotesti pubhClstl; eppure non s'accorgono che, a voler privilegIare l' Italia di una preponderanza pel futuro, in forza , della sua preponderanza passata, somigliano alli estre~l ,rampolli delle antiche famiglie feodali; i quali , benche amaI l'Idutti all' indigenza, ,"orl'ebbero esercitare tuttavia il predominio delli avi; od, almeno. ostentarne ' la boria. 279 L'influenza esercitata da Roma s ulle altre nazioni, è troppo pagana, se si pa!'la dell'evo antico; ed è tl'OppO catolica, se si tralla del medio evo, Per il che, ora che quelle credenze sono del tutto spente, o quasi; ora che l'ingegno umano si affatica per inaugurare nel mondo una religione novella, la missione che Roma perdelle pcr la senile lascivia dell' idolatria sacerdo~le, è passata, di Iilrmo, ad aUra nazione. E quale sarà la Roma novella? ~on esi lO a dil'lo: la Roma novella è pa.rigi. So bene ehe queSila franca asserzione non piacerà alla ma"ior parle de' miei compaLrioti; perché so . o, se nn. ehe essa""offende molte nazionali prevensiolll; è lecitI} il dirlo, molti vulgari pregÌlulizii. Sinora, non si è yo1ulO, o Hon si è saputo, distinguere come si dOHebbe, i fatti materiali che si SOllO compiuti nel corso dell' isloria, e che si vanno ll.ltta,'ia compiendo, PC" opera dei pochi che indegnamente sO"lrastano ai destini della nazione; ~alla mOI'ale influenza che , conscIamente, od inconsciamente, ese,rcita la nazione slessa. Da ciò la tanta di\'ersità di giudizio, fra quelli che maledicono alla Francia, chiamandola corrutrice, versatile, fatale alla libertà del mondo: e li altri che l'acclamano, invèce, come la stella polal'e ; anzi come il CI'is!o delle nazioni, Si enorme discrepanza di opiDioni e di sentImentI , dipende da un equivoco, tanto più strano, qnant' esso è più semplice; eppnre sì universale, e sì dillturno, Li uni, e li altri, considerano la questione salto un diverso punto di vista; ed è, qnindi, naturalissimo se ne portano cosi diversa sentenza. La meraviglia 28\ 280 si è che, in tanto tempo, e fra tanla gente, non siasi mai IrovalO un galantu~mo che avesse il semplice buon senso di far riflettere I ai dissenzienti, che potevano llene aver tulti ragion'e, senza, per ahro, riescil' mai ad intendersi; finché si facevano a giudicare la questione sotto cosi contrarii aspetti, Per lJle, confesso che, .ogni volta mi accade veder disputare intorno ai merili della Francia, e che odo li uni imprecare conll'O di essa pm'chè, non paga di stuprare la liber,tà in casa propria, ha varcato più volte le Alpi, per andare a stl'ozzarla in casa altrui; ed ascollo altri, invece, a benedirla come (Iuella che, a cosIo di tanto sangue e di tanti sacrifici i , va spargendo 11cr tlllto il mondo i germi preziosi di libertà, mi pat'C sempl'e di assistm'e alle querele di una povera madI'e: la quale, a chi le viene celebrando la potenza animatrice e fecondatrice delle aque, risponda, coi singhiozzi, che, in una sciagurata occasione, il fiume ha travolto nelle sue onde il figlio di una dilella amica, od il proprio, E, chi potrebbe dar torto a quella misera donna, se crede poler con dh'illo sostenere che le correnti sono micidiali; e se, pel' ciò, tenia distoglierne li altri giovani, cl1e vede presti ad affidarvisi ? Ma, si dirà, per questo, che hanno meno l'agione coloro che, senza negare quei tristi falli, pnl' continuano a riconoscere le feconde forze delle fiumane? E questa fiumana che, por troppo, dilatassi, e forse ancora dilaterassi, ad affogare qualche libero popolo, senza cessare, per questo, di esercitare sua benefica inRuenza su lutta l:t lerra; la francia, (Iuesta fiumana, io dico; è ' l enle si arreslano al maleriale Coloro che superficla m I ' efbaloio dell' isloria , d' 'nel 'ampIo s , anicendarsl e~ caSI, t IpO copiosa di falli, I cco~bere messe l'al ' ' possono ra" l' l e lo spre"io e l'odIO conl ad a Imen al' " , quab va gano , " n(lo dalla fatale venuta 'ODe' IDcommcla , 11 'ti! il pOlere pontificio, sIno tra que a naZI di Carlo Magno a fa o~zare Formia ed alla ancor Po all' iniqno Irallato , dI damn a E lol'~ non mancano, .. ' ' spedIZIone I om , plU IBlqua , 'd' rammemoral'e con 01', d le occaSlOm I , " strada .aecn o, naie d.a Gino Capponi, lO FI, Genova' "o"lio le campane suo U ù . • :riO'li ,rilipesi dal Fregoso, lO.. ' renze, ed I g"" ricordati con SlOgai are , \' ' ]latri fasll, vengono , ' d' P I mo le Pasqne dI Verona, SIOC le, tra I " , , l'eSpI'I, I' , a er he, li amatori dI'l'h ' compIacenza, I erta, , Il ù' AlfierI E vela c e il ~hsoga o ' , ',l'immensa epopea eno dI ammIrale non possono a m I 'al<e ad inau"lU'are un'era , l' ,la qua e v,.' " della rIvo nZlOne , , l'intera Eul l' la Franew, ma per novella, non so o pe 'ono che quella nazione , l' si SOO'lTlUllf'l' ropa, Pero, allc l es """ , .. d Il' aquila , .. d "onizzare sotto h strazll e • commclO a a" l l'h t' col pretesto della 'l h tra!lpaVa a I er a, imperla e, c e s , " b hon'l~ che Slrappava , Il l' IpOel'l<la or "", gloria: pOI so o • le"ittimità' poi solto la la "loria col \lteteslo della" 'l', del popolo " , he alla sonaDl ,a ' ciurmeria orleanese, c ' . . sotto la l'eazione , ,del bote"alO; pOI SUl'l'ogava l USUI a , che accanlo alla bottega delmascherata da repubh~aì ; , pel' morire senza Oliare l'ebreo, pOJleva qu~lIba e pr;e~~ or-ie pretoriane, ul(Ii sepoltura fra l e rezza " 285 282 tima delle servitù, suprema delle infamie " Quella nazione cominciò ad agonizzare, essi dicono, « quando llssisleva fl'eddamcrile all' inaugurazione del monumento di V.terloo; e, cantando spiritosi rÌlornelli, accoglieva due volte cosacchi., l,,'ussiani c tedeschi: quando, colla 1Jandierrr constituzionale, l'ecavasi a distruggere la constituzione in Ispagna; quando promulgava il principio di non intervento , a favore dci liberi popoli; ed assisteva, colle armi al braccio, all' eccidio d' Italia; quando prometteva che la Polonia non peri l'ebbe, e scriveva lettel'e di complimento allo CZa!', fl'a l'incendio di Varsa"ia; quando, chiamata dal sllffragio universale a dal' base alle libertà del mondo, crcava un' assemblea di mercanti e di saereslani che restaura,'ano il ghetto in Parigi, e l'inquisizione a Roma " Siechè conchiudono che essa ha cessalo di esistere, « quando piacque ad un avventuriero di pestarle il calcagno ,sulla fl'onte; dopo av.erla svcrgognata, battuta, e messa alr asta publica, per mezzo de' suoi manigoldi " La F.rancia, dunque, dopo la lunga agonia qui dcscritta, è divenuta cadavere, proprio nella notte del primo decembl'e 18tH? Cosi fu detto, e stampato, da uomini di molto inge.gno, e di rara eloquenza; e cosi vcnne ripetuto dalla turba dei vulgari politici; i quali proferirono sentenza di morte contl'o un intero popolo, con tanto più baldo sussiego, quanto sono più innegabili le ennmerate accuse, Ma, per tornare alla nostra simililudine, si pUlÌ egli dire che vada dispersa, o che resti infeconda, la corrente, perchè, in suo corso, abbia avuto la sventlll'a di faI' qualche yi!tima? , c' to \lernicioSO alla li- ' sarehbe !'Ics I ' Vedendo quanto, , ' 'mprovidamente SUSCI, I eli' OdIO COSI I ' herti! umversa e (\U " O mi sono creduto 1Il la FrancIa, I d' ' tato allora contro a i miei concitta IDI; e in avvertenz . . do,ere di mettern " 'una lettera; in CUI mI ' t a quel "IOrnl, I 'l 'e ed ho pubI Ica o, "fosse irra"ionevo e I Cl , ro,are (\uanto " in"e~navO dI p , da un giorno all' aItro, " " lo possa morire, 'd dere che un popo t fosse illogico il gl'I are , d' 'd o' quan o ' .. come un tn IVI U , l" acclama,'a ieri, ,COI plU , ' " ' contro c 11 SI · .. d' anatema" In oogl: 'chè invero, quelli che plU IspeclamoroSI osanna , pel , 'l Colpo di Slato, furono rarono della FranCIa dopo I , fidenti nel prossimo " .. Sl mostra" ano f i medeSimi che Il'u ,il uale credevano doyesse ~trionfo (IcI soclahsmo , Iql lezioni del maggio \ 852, , d ora fissa co e e "I e feuuarsl a " l ra"ioni pel' CUI I tem, ello scrltlo, e '" ' Spiegava, !Il qu enza anche la successn'a , e per cousegu ~ , . rado tentalIVO, " ", favore (\el Bonaparte; senza votazione, fossero rle,sci tl I~: si l,ossa dire che la Franche pel restaurato Impe 'l bb'la cessato di eserCl, , , eppure Cle a " eia sIa morta, e n 'favore della democrazia unltare la sua influenza, In ' versale (1). " ' d' compressione si ,-idero, Inauditi fallI dI l'eaZlone e F' 'a e dalla Francia; )' ere in l'aOCl, .. e si yedranno, co ml 1 d I delle moltitudlm, Ma ed lÌ ciò che ' fornm lo scan a o l Democ1'a:=ia (U1'0IJca . - Torino (I) Y. Il Colpo di S~al~ Se5" ~ Spero che i \)iù benevoli f.ra ~ ~S";)I; e Geno,,:;!: ge nnaio. 'd: overchia immodestia, se qUI mi lettori non mi farann o cancQ r I : posteriori , ,ublicati su qu el S ritti ,errnc\lo di ossef'liare cO~Le' ltl slr', fauto d (le\\a democrnia fran~ t , dai niu I U ' . tri ~ l C 3\'\' f'OI fficnto, l' 284 in queste assidue lotte, impegnate in favore della libertà e dell' emancipazione universale, i saggi sanno scorgere ben altro che la condanna di morte contro il popolo che le sostiene; per la ragione che esso non ha ancora sapnto riportare la vittoria; o, riportata, non ha saputo conservarla più a lnngo, In questi conlinui sussuhi, essi scorgono, al contrario, i sintomi di uua vita novella; che è costrelta a fremere ancora per poco, SOltO l' incubo del passato, e che anela a manifestarsi definitivamente per l'avvenire, Se la nazione francese, benchè così grande, non surge a battaglia ogni volta che piacerebbe a' suoi improvidi amici; ossia, ogni volta che vi è provocata da'suoi implacabili nemici; non si può affermare, per questo, che essa giaccia rassegnata nella schiavitù, E se, quando si riscuote, non raggiunge sempre il pl'ezzo de' suoi sacrificii e del suo sangue, nOIl è lecito conchiuderne ch' essa sia divenuta impotente, La democrazia, è inutile dissimularselo, non ha per anco raggiunto, neppur là, quella preponderanza di forze che è necessaria IleI' combattere con duraturo successo, contro le armi opposte dall' immane moltitudine; la ([oale è costretta di obedire a chi tiene a sua disposizione l'esercito, ed ha tanti gendarmi che bastano , a preoccupare le tese, come i.ouis B/ane, Villar Hugo, ProudlIon, Ferrari, Scùrel( ileI' c('{' ,: abbiano pienamente confermalo l' apprezial i o~ sui f~Ui l'~S~ ... tjJ c le \l\'p\'isìoni sui f.l Ui avvenire, che io aveva esposto, di rci solo per inspira1. ion e .di selJtimento, nell' opuscoleuo dellato a jlrerillizlo in quei gior ni ili !'i 3ngoscios3: concitazione. , , l' dere \' aula parlamentare ,. a ' , eltt'! a c l\U ,-ie dl una < '. t'na'lo (\i. l'annresentantl te dI un cen I \"l' violare le por , .' d' t" c."ionati dalla soldatesca, , mblll Isas Il, ,~ l d Però cotesti o , , Cile se ciò ma gra o, '. . f 'ono prevISti.' . dai vert saggI Ul . , l Ina è di quei generOSI , eveml'e a CO l' non si seppero pr 'fitt.re della momentanea i qua,li non p~nsa~ono e;r~isf~rsi del più pericoloso , ,ittOl'lll della libertà" P l II l'lbertà' l' .rmata pereOllCO (e a ' anzi deU' UDlCO, n , l'lllel'"l si credevano p'l'esslerano , , manente (l), OIC le Il forza la libert,! ai popoli in dovere di portare co' ad' che biso"nasse tenersi , d Imeno ere e\ ano ~, Ed fratelli; o , a ' . ' dii' Eurona dispotIca, , ,, t o le \1lmacele e " l agguerrIli con r "' Solo ebbero torto ne non in fondo , a,'e,ano, ra~~~~e'altra maniera di forza, meno a,'ere salmto trovaI su 't stanziale' non hanno " d' lIa dell'esercl o '.. ' libertlclda" I que, \"3lera nazione, come sta eras l <anuto mlhtarlzz are I " Itre epoche più gran ; - " d" successO tn a ' fallO con pro .'glOso . I anno saputo rendere CIto per dirla tn bre\e, nfon l ldat'l tl!tti i ciltadini, pcr , .. Il t" e are so IItadini tuttI l so l a I, f o lfilta di nuoVO su a , " caduta' e u C I , lanto, la FranCIa e d I{O stato d' assedio, come altrI Cl'oce della prefettura e e )I. . pierre Lerou'\. ., fatidicbe parole, con CUI . (1) Memora\Hh sono le '\ C Ipo di Stato, Sin dal \ , " e a assemblea, I [) . ' , ha preconl17.ato, III p l n 'l' n'ofl"" nise rien, egli di 55!.', '8 ' S La Conslilu lon~" . He '20 settembre .. 'l : « e civile' }lour le molOS, e : amener la guerr , , ,'ar elle est de nature .a ' a d'organis~, auiourd'ItUl, que . . ameoera le desllotlsme. 11 D Y , . ' . lora. ceHe constilu!taR lI , t' t mzh lau't qU I c . mée~ ce sera le despo lsm o ' ed il Pl' ojtt d'un e cons r~w. _ \"edi 11 Mon ilttW di q~el lem~li~ato in seguito dal medeSimo tioR démocralique et SOC iale, pu Leroux, 287 28G già disse, Ma ,questo nou toglie ch'essa debba, coll'iudomita sua parola, farsi redentl'ice del genere umano, Quindi le anime oneste lll'ovano indicibile disgusto quando vedono il vulgo ignaro vilipenderla, con stupide imprecazioni; e gridare contl" essa, come già fecero i giudei contl'O il Cl'isto: dicevi voler salvare li altl'i, e non hai saputo salvare te stessa ('l) , Questo è l' amaro sarcasmo che venne scagliato, in ogni teOlpO, dai profani, al martirio dcIIi individui, o dei popoli redentori, E non doveva essere risparmiato alla Francia, Né valse, a destare nelle turbe più equo c più umano consiglio, il l'edere l'enorme numero delle l'i !lime che costò, in qucl paese, l' opel'a liberticida, Siamo, dunque, di buona fede, e vediamo di Ilortare giudizio più retto sulli altri, almeno col paragone di noi medesimi. lo credo che la maggioranza dei piemontesi sia illlcomparabilmente più alfetta alla dinastia di Savoia, ed ai vigenti ordini constituzionali , di quel che fosse la maggioranza dei francesi devota alla republica; e noo è cel'to -contro questa opioione, che abbia a temere di veder surgere più numerosi i contl'uditol'i; ritengo anzi, che SII questo speciale proposito, i più solleciti a darmi ragione, saranno quelli chc più dissentono meco sul l'alol'e della Francia, Ebbene, facciasi, pel' un momento, l'assurdo si, ma non impossibile supposto, che una bella notte, in seguito a qualche grande sventura, la camari lla ausII'o-gesuitica (che nessuno può credere ri(I) V. Mom'/o Je bi(;lio!J/'a.feo del 183Z. N. 3C·31. " za e che acquista, aH' occasione , u~~ ,lulta aU Impoten " " fOl'01idahile quanto sono plU forza emmera, tanlo plU" , " e' in un modo o ' \ alami la ) l'IeSCI.5 , "l'avi le pu bI lele c , 'I dello Stato; ed , ", , "Iicre di mezzo I capo " Dell altro, a to" d ciascuno pei fatti SUOI , al matino Su&scgueo~, lIusce~" () un ]Jroclama sotloscrillo trovasse, sulh angoli e da CI ,_a, (Clui il SUPllOS tO divcota tra ItOI e, , , I "lerale da quaIne ~el' , r "ente simile non ne fII mal meno difficile; perocche (,I "d'cesse che il re si era (\0, I peOUl'la a mondo) 1Il CUI ,>l I o condul'l'e lontano , , \' d 'o una lortQzZtl, VIlLO flUC \lU ere I , l' ,1' rn'oa' o per '\ aese a rIse HO tll . pcrcbè meueva I p , , Cf la non completa soo1l'eccezionale hberallsl\l(}, 0 P "ione qualsiasi, cJw , 1 a o per a1tra ra" ' messlone a Jlap, , , d ai tempi, A. tale VISt., , ,, rtuna al casI e ) appala p'" ol'po to (l'o"\io ammetterlo lutti li onesti accorrebller~.'f cec:el'e' an~be a costo deUa " 1 mI \)er ul. ' eo I , a nlO'hare e ar, ' turpemente m8:, r" , ed il pl'lUClpe, COSI vita, la patria, , f ' " in"ombee dalla sol, 'I le vIe osseI " \' nomessi. 11 a. se d o S'" '1Itctannata con fa Si . esLa sol atcsca,,, ' datesca; ma se qll '\'~ , ne d'I qllel moto, ed esal. . . su ~ raglO ordlUl del gIOrno, ' acqu'avite rimanesse fedele , \O' pa"a e c o n ' , tata con c ppla " " , e ciecamente obedisse aUa tanto vantata d"sc,phna",\ ohi e traditori; come, , " sero pllre saClI e" SUOI ~apl f .os , , d" Iina' e si scagliasSel'o la nuhtar lSCI-p , . appunto, eSI "e , Ila le""e colla ferocia con Clli contro i defen?ol'l de" "", 'dalla "alera' anzi contl'o , bb banditI evasI ,,' , si assatlre ero d 'drofobia' (i soldati , \ f ssero prese a I ', bestie ferOCI, e le o d llallno ben mostrato, al, " s' del mOli o , , fi di tutti I pae l , d' tanto) sicche, lO llIe l'occasione, di essere capaCI ,I li sse alla forza' C,, della cruenta giornata, forza lima C l .1 • (T , :188 311" ID domam' , fosse proclamato 'lo ' , Il OUOyO "OYCrllo _ stato d assedIo' ed , c u,urpalore fos b ' stltUitO: _ dicasi ripet ' se, enc o male, Con, , o , ID buona fed SCI re fra noi a tanta ' f:' , e, se, pCI' rioIII amw, blso"nerebl ' numero di yittime cos' , c le .are un I ' I stel'mlnato qua t ero III Francia, perchè ' n e ce ne rol-., Stato, Quand'o an'en"ono non ,alndasse fallito il Colpo di ,, " " SlIn. l catastrofi 'd,' , , l ozzillal! PolItlcantl rtferiscono il loro ' " spacci telegrafici qual' gIUdIZIO al tenore dei di. , J veoO'ono ID\" r d Il torlOsa, E quei medesi n' l" la I a a parte vitI I, C le avrebbero " acc Iamato alla prima' l'li! puerilmente I d nazIOne dpl mond I pol'o o ella terra qllalld ~ " ,o, a l'l'i mo proprio partito' s~no 110 osse SortIto trionfante il nano ai più in;ensati ;i~: I, ,appunto , che si abbando_ nel solito gergo che l' perI".' se le notizie recano 'b ,anarc lla "enn . ' l'! elli sconfitti e l'o d" e sogglOgata, i , l ' me rIstabilito Q , I , , , ,uaSI c le, non dlI'O la vita ma l' , " onore ed II m 't d' , f,ome dl un indl" 'I'duo eli o I una nazione , avessero a d' d ' fortunato o infelice ' l' 'pen ere dall'esito . ' , ( I un combau' pensa che, se cosi fosse i 'sold ' IInento, E non si non doy;'ebbero ,,'. ali che muoiono sul campo ~ ' . plU onorarsI COllie i . , . ' ,cherlllrsl come i più imbelli' s , IlIU l'rodI, ma l' Ungal'ia, l'Italia e tut'e le '1 e COSI fosse, la Polonia, , L atrena" l' da tanto tempo schiave e d' ZlOm, Cle g.aciono; a . .' Isperse non me ' bb mmu'azlOne e compianto ..', l'Ilere ero Se il semplice buon s' ma lISentullento e disprezzo, ' enso e le Ili ' , deIl a glUsti' zia ci apI' d ' u OVVie norme . '. , t ren ono che i l' IndIVIdui, possono essere co l'' li , pltl da!'e popo ' , I, come , versle, publiche o I,ri t ' l'w g.'avl tra. va e, senza la anz., mal"l'ado onnl' , menoma colpa ' ~ ~ merito', perch'e non vorremo, o' , '289 sapremo più applicare quelle normc medesime, l'iguardo alla Francia? La sola Francia, dunque, contro la qualc sono pure conversi li sforzi supremi di tuui li agenti della reazione, sa,'1\ in obligo di trionfar sempre, contro tutti li attacchi; sotto pena di divenire, d'un Irallo, il ludibrio del genere umano? L'antica e pietosa sentcnza che ad ogni core gentile rende sacra la causa dei vinti, varrà, dunque, per tutti j ad eccezione del solo popolo francese? Non basta, a mel'it.rsi la slima e la riconoscenza dei fautori di democl'azia, il sapere chc questo popolo aperse la nuova ,"l'a di libertà, di fratellanza, e di eguaglianza, colla portenlosa rivoluzione dell' 89; il sapere che, 'dopo di allora, esso corse alle armi, in difesa di quei principii, quasi tanle volte, quanti sono li anni che vi trasco l'SCI'O ? Ncl 18 ..8 non insurse tre volte, per costringere i successivi governi ad un più equo ordinamento sociale? E, nel 1849, non dovelle il governo ricorrere alla mitraglia di Changarnier, per disperdere le moltitudini , ch' eransi sollevate nella speranza di impedire r eccidio, allora tentato a nostro danno? Q',ale altra nazione, àl mondo, .fece altretanlo? Forse la Germania , o l'Inghilterra, o l' (spagna? E lanto eroismo, e tanti sacrificii, sal'anno tulti posti in non cale, per la bella ragione che l'esito non codspose completamente ai magnanimi sforzi? È vero, o no, che, nelli scorsi anni, la democrazia enropea s'aspettava di prendere, a giorno fisso, la re,-incila sulli attuali opprcssori, contando snlle elezioni francesi, che do,evano farsi nel maggio 1852? 01' bene : 1I0n 49 290 29\ poiché questo fatto è innegabile, l'eSla solo a cercare: se fossero, o no , ragionnoli, quella universale aspettazione dei reJlublicani, e quel mal celato sgomento dei reazionari i, Per volere , adesso, sostenere che il terrore nelli uni, e la lusinga nelli altri, el'ano assurdi , bisognerebbe poter affermare che l'Eul'opa intera sia rimasta, per tanti mesi, in uno Sltlto di stullidità o di demenza. lmperocche, bisogna bene essere dementi, per aUendere la salute o la perdizione universale, da un fa tto che doveva compiersi, legalmente e paCIficamente, m un solo paese; quando le vicende di 'luesto paese non esercilino una grande, ed immediata, influenza, auco salli altl'i. Ma se (IUelIa grande aspettazione era ragionevole, talchè la riescita della congiura che la distrusse parve eccedere o'ni umana ' , prevIsIOne; come giustificare le in vettive che sca 'lia, d fonsl, a tutle parli, dopo il due decembre; non solo contl'o il colpo liberlicida, ma eziandio conlro tuUa la Ilazione~ Si, in quel giorno fatale, al parlito democratico toccò un' enorme sconfitta; ond' era lecito a' suoi adepti di restarne coslernati. ~Ia Irarre ar'omento perciò, di maledire tutto un popolo, e di ~ crederl~ Ibvenulo, da un giorno alI: altro, men de"no de' suoi gloriosi destini, no, non è giusto. Odiareù 1a Prancia perche , cadendo sotto il proditorio allentato del 51 lIon .si. trovò più in grado di porgere, alle oppresse na~ zlOnl, il soccorso che queste, naturalmente, attende. vansi dal Irionfo della sua democrazia nel tl2, mi sembra cosi iniquo, come il sarebbe di odiare un 'lmico perchè, sorpreso per' vi a dalli assassini, nOli ~ ~ polesse giungere col promesso sussidio, all' epoca convenula. I fautori del diritto popolare, non meno dei fautori del diritto divino, furono vinli e dispersi, perché le moltitudini, disgustale dalli errori immensi che, pur 11'01'1'0, l'l'ansi commessi, da l'una l'arIe e dall'a ltra , 1I0n poterono essere concitate da quell' ebro entusiasmo: che è indispensabile, l'CI' esporsi di grand' anllno al fulmini della milraglia. Li eroi non mancarono, ID quella tremenda giornata; né mancarono i martiri. Ma le masse, per le tante ragioni che allrove. ho narralo, si rassegnarono a fare, pel' poco, esperienza anche del diritto della forza. Esse vollero provare se la spad~ fosse, eccezionalmente, più efficace a sciogliere le .gravl questioni politiche, c sociali, che le . garrule dlssen'oni dei diversi partiti avevano quasI fatto parere mZl . r l solubili. Parvero ad esse non affatlo irraglOnevo I e su.aestioni di coloro, i quali andavano gridando, sulle. pi:z~e, e per le campagne, che i,' popolo frances~ avrebbe meglio p,'oveduto al I,,'oprlo benessere, e, pm aperlamente sfidate le potenze dispotiche, e I"IvendlCala l'onla europea del \8\5, concentrando i poteri nelle mani di un uomo, il cui nome risonava quale eco d. guerra" e che li stessi in~eg~i più eminenti, e plU democratici, avevano conlrlbUlto a rendere ta~to popolare, collo splendore delle loro Istone, e coli IllSplrazione delle loro poesie. Le masse avranno sbagllalo a credere. che non valesse la pena di sacrificare la vita per impedire, dopo lante disillusioni, anche quesI' ullimo esperimento, Ma potrebbe anche darSI che, 295 292 nel 101'0 vulgul'e iSLinto, andussCl'o errate assai mellQ di quel che credono i saggi. Ed evenLi non molLo lon.tani, forse, ce lo proveranno (I), Ad ogni modo, se si ,'uol portare imparziale giudizio di un popolo, non basta l'andar ricordando l'indegno pl'ocedere dei vincitori; ma bisogna non lasciare inosservata, cziandio, la mirabi le condoLla dei vinti , Potrà bene il poeta elevare un grido supremo d' indegnazione, a nome della coscienza umana oltraggiata, e vituperare, col marchio di sua infocata parola, lo spergiUl'o trionfante, e tutta la turba dei rinegati che gli stanno d'intorno; cominciando dai generali che lo sostengono, e dai magistl'ati che lo assolvono, sino ai ( l) Di\'crs i o}lUseoli si sono publicati, ancbe fra noi, assai ostili ;dla Fran ci a, in segui Lo alla catastl'ofc del Decembre. ~Ialgrado jl risentililcnto, più o meno ragionevole, onde sono ',lnimnti j diversi scriltori, contro quella nazione, dei falli sfugono loro, lal· volta, e Lelle circostanu, che basterebbero a giustificare, forse più del doycre, le buone in 'cnzioni, almeno, del popolo francese. L'u n ti' ~ss jJ inraUi, ricollosce che.« i lcgittimisti, aveVilllO eleHo il Bonaparte, in odio ai d'Orlea us; questa razionc, per oltroggio od Enrico V; il ceto me(Ho, Jler isp::lVenLO del socia lismo e del comffiullismo ; e la 1)lebe, a vendetta dello s{,'anicro che av('va lJ1'Oscritto l'im]1t1'atol'e, e calpe stalo fl suolo della libera Francia I., - V. La F,.anci>x, LlH'gi Napoleone, e il DIte Dccemò" c, COll .-13t3 d' Halia, ~852. - Anche il signor Jvan Goloyinc, poco do po li Colpo di Stato, publicò in Torino una raccoha d'anicoli in odio alla Fr:mci:J; cct il grnn{lc csaltDziollc adI' rngb iJterr:J. Veramente, non varrebbe 13 pena di occuJlilrci di un libro, in cui è detto persino che l' Ingllillcrra pros pera, J)crchè quivi « la rc li;Gion à ctt' étroitcrncnl uni c à la ll o1i lique l); ('. ID Fran cia dccnd!.!, prelati che lo benedicono, Ma, dopo essersi concitati alle immortali imprecazioni del poeta conll'O I violatori della giustizia, bisogna leggere ; eziandio,. le, pa"ine dell' istorico; onde ammirare, come conVleCSI, le rncomparabili ,'il'tù de' suoi difensori. Bisogn~ legg~J'.e con quanta dignità, li uomini dei più Opposti partiti, abbiano subito l'immenso infortunio, piuttosto che mostrarsi infedeli ai proprii principii; eccezion falla di qualche rarissima individualità. Bisogna leggçre con quanta lealtà, centinaja di poveri impiegati preferirono la miseria, piuttosto che pronunc.are, neppure a fi~r di labra, una formola di giuramento, che molti, senz' essere disonesti, proclamano vana, Bisogna leg"ere con 'InanI' eroismo, migliaja di cittadini si la~ciarono carcerare, deportare, uccidere, piuttosto cheastenersi dal r endere publico omaggio alla libertà conc ulcata, Bisogna leggere con quale sovrumana virtù , perchè-, I( ilU contr3ire, le progrès en politique a mar!.:hé d,e pair avec l'abaisscmenl de la religion ll. Ma ho creduto bene dI f~rnc menzione, perchè sappiano i lettori che, precisamente l' ar ucolo in cui J'autore ci chiama ali assistere ali' Ayollù! de la France, finisce con queste con lradilorie l)ilrole, che sembr:lno tolte ùi bOc~ ai più callE ammiratori di quella nazione: - « Nous aVORs faI dans le "'tnie de la France, ùnns lil toute puissance de !'idee : c~r, ce n'est 1:lpOint ;u k.l1out-, c'est à l'id ee, qui aj)\lartiendra l'emp ire lI.oi\'erselle ». _ Ed illtrove riesce I)Crsino , senZil avveder sen~, l :I fare \'apologiil della spedizione di Roma, dicendo: (( Les frallça s son1 à Rome; mais i1s n'en sortiront que pour marcher co~trc Ics autrichiens ». _ V. La France et l' AngleW'l'(, compat'ee s ) par Jva 11 Golc:"in('; Il. 43, 2', 33. 294 uomInI e donne, preferirono di continual'e una inenal'rabile agonia, tra le cocenti sabie dell' Africa, o : u,lle, \'Cnefiche spi~ggie dell' Oceano, piuttosto che, non ,,~a ~mplorar grazia, ma neppure riconoscere il diritto dI rttorn,arlt alla p~tria, alle dilette ,fam iglie, nell' uomo ~he ,Ile lt aveva VIOlentemente divelti. Se tal uno avesse Il pIetoso accorgimento di raccogliere, onde evitare il pel'lcol~ ,che vadano disperse, 1e tante proteste che , dalle ,fIU tetre carcerI e dai piu remoti esilii ven. uero fatte , dai cittadini francesi, a rischio dell; vita contr? qualsiasi ostentazione di clemenza che i domi: lIatorl volessero fare a loro profitto, io credo che si 1,otrebbe trasmettere ai posteri, con quella raccolta , un tesoro Inapprezzabile di eroici esempIi; tale da dis~l'adarne quei pochi dell' antichità, spartana e romana, c.le" da seco~l, vengono dati a leggere nelle cristomazle scolastIChe, quali inimitabili modelli alle succedentisi generazioni. ' E la patria di tanti, e si recenti 'd dir morta ? ' eroI, oyrassi Ma', tullo questo, ritengasi pUI'e per nOn detto ; chè l~ questl?ne debbe riguardarsi sotto un altro punto di VIsta, vuoI credere I che la Francia s'a 'l e, e l'h "d Cilld " I ertlCI a, e entrata oramai in un period6 di decadimento, da paragonar~i a quello del basso imperio; cui gIOva affermare che I francesi sono fl'ivoli versatili e veramente degni della sentenza che li dic~ "O pe,,;lc de valels; faccia pure a suo grado : purchè pensi a uon cadere In troppo grossolana contl'adizione; ed a 295 non pel'mcttersi, in altl'e occasioni , 'sentenze di un tenore affallo opposto, ed incompatibile, Se si vuoi dil'e che il francese è un popolo d' istinti servii i , quando sembra ch'ci s' adagi, pel' poco, a sopportare di buon garbo il giogo dei vincitori i bisogna, poi, asteQ~rsi dal chiamarlo spl'egevolmente ingovcrnabile, perchè, dopo breve servitù, egli comincia a dar segni d' impazienza; 'c continua a commoversi, finchè non riesce ad una di quelle tremende esplosioni , che fanno. crollare i troni; e che, nel breve periodo di mezzo secolo, mandano l'un re sul patibolo, ed alh'i due ne caccia in irl'evocato esilio. Che se queste sono le imprese di un pellple de valcls, io amerei di apprendere le più gloriose dei popoli sovrani; perche, finora, ,'el'amente, non le conosco, Onde sono, per conseguenza, portato a credere, che mai si possa fare più acconcia applicazione della favola delle due bisaccie, e della corrispondente sentenza evangelica contro chi, vede la lestuca nell' occhio altrui, senza accorgcl'sl della trave ehe ha nel proprio, come a coloro che si permetton o tanle impertinenze eontro i francesi. Tanla è la copia delle ragioni che mi soccorl'OIlO contro qllesto pregiudizio, e tanta la necessità che provo di combatterlo" che, malgrado il proposito di accorrcre dritto alla mèta , faccio fatica a non divagarmi più oltre in digressioni, Scopo mio Jlon è di farmi apo: Jogista, o difensore" della Francia, Esso è qu.ello dI provare: che la Francia, meritamente od immeritamente che sia, ha -la missione. di propagare, nel mondo mo, 296 derno , le idee di liberlù, cd i pl'inciliii del !'iDl'dinamenlO sociale, La quale missione, siccome è superiore ad ogni umana "oIonta, così è forza che si compia, buono o malgrado, attraverso a tutti li ostacoli, in me4Z0 alle sconfiue più sanguinose, sotto' i governi anco i più tristi, I polilici superficiali, quando vogliono aizzal'e l'odio delle nazioni conlro la l'l'ancia, ricordano, Con amara oSlentazione, illiberticiùa inter venlo de' suoi eserciti , le deteslabili malversazioni de' snoi prefetti, i brutali proclami de' suoi generali, E non s'accorgono che, quando ·IJUre « . al commando di diltatori qualsiansi, le armi della Fmncia sono inviale a slabilire altrove la servitù , ram polla no, SOllo il passo de'suoi soldali, i germ i della libOl'là " Non s'accorgono .che , « mentl'e la conquisla francese sembra insultare ai dil'iui delle altl'e nazioni, essa allerra le carceri dell' inquisizione spagnllola ; essa fa surgel'e dalla gleba feudale il popolo ledesco " Non s'accorgono che, se l' Ilalia ha ragione di deplorare i mali che', a nome della l'l'ancia, le . hanno falto i due Bonaparle, a Campoformio ed a Roma, deve pure allo sll'epilo delle sue armi d'essere Slala riscossa dal profondo lelargo, in / ' cui l'avevano immersa due secoli di domiliio auslroispano. La l'l'ancia, si, ha fatto solfrire l'/(alia, perché, r ichiamatala alla vita, le ha dato d'improviso il pungolo di nuovi bisogni, e il senso delle piaghe antiche. La rivoluzione francese, colla terribile sua voce, bruscamenle rideslò anche la povera Italia; la quale , naturalmente, aperse li occhi alla luce novella , con -infantili grida di dolore, Le pal'Ole di libertà, d' indi- 297 . ' che s'udivano sempre snllò pendenza, di patl'lOtlsmo, l' oll,i di spada nel core eSI erano lan I c d. f labl'a . . . Clr rane . E vi 'laSCIarono un,a insa.nabile , e salutare,. dcIII Ila Hnll, ha recato alla patria nostra Il cicalrice, Molte olfese , d do col l'C "no d'Italia, rte' ma lon an, ., .primo Bonap a " . . .. dell' istl'u. dell' ammllllSlraZlOne, I l' unilà delle eggl, ' . I di nazionalità, che , . , I dato quel sentl/nen o zione, Ie la , 'one di tutta la IleOl.a suprema aspu'aZl . divenne, pOSCI , pro,'ederebbcro al I (i) Assai male, perlanto, . d I so a , r . d' ".di quando ID o IO a proprii interessi li ita I3Ul ogol : ' Id~ti della l'isscro a combattei c 1 so nipote, SI acclDoele , . loro l'ad l'i voluzione francese, coll'accanimento con CtUl d~llo zio a '1 so a quelle capI lana e , contraslarono I pas l Bisa"no ad Lu"o ad Arquata, a o' Pavia, a Vcro~}a, a "~. '~nerebbero IlU~ Napo li ' l)el'che , COSI facendo, '\ l'ezzo a" . e hapl'oin fav;l'e dell' Austria e della reaZ@le; com "iudica '1 Q . et il 'In'lle conosce COSI bene , e o vato 1 U1U, ~ " lde di casa nostra; senza cosi amorevolmenle, le Vlcel . ('l) essere cieco, per vanitil, su quelle di casa sua _ . • • (T , . . l' liniouc che l' EuroJla pOI'li di Nall o ~ ( -I) «( Qua lUlHiuc ~Ias\ ,0,\ debilo di ri"uardarlo come il suo 010' Icone, l'ltaliil s.eUcn lnon3 ~ e III I o "or3 con ammirazione i pro.o C.e l'll"ha rammen il "n<. . derno Caslruccl ...... , ~ " rr o C3slr uccio Cas :ra cani oper(j digi che, colle inshlUzl olll e coll llltl e~n ' . o co n minore meravigli3 " , s' 'icordcl'a un giOrn a Lucco, iUlll9cl anlll;,non II , , e ualc spa zio di tempo, la m3);cllcNapolconc3\'cYn lIlalzato, I!l qU,3SlA I S d di' una po[enzn ». _ ' d' italia i.H sra o dor parte dci sottenlrlOne \. I non Iluo' cel'lo cadere ", , ' t Pece \IO (; le Così sl'rlsse anche l econoffilS il S ' . . torico sull'a1llminr~ . , ,') - V. aggIO 1$ in sospetto di 8illmo senI e. d'lt l' dal 1802 al /814. . d U ' C'X. )'C'gllO a l a, , stl'a~ione fìnall~1t'ra C' lO-it o il valente sCfll. (2) « Je n'ignore p:lS, dice ti questo prol ,:, 298 Però, nDn è cDlla spada che la Francia .è destinata ad esercitare sua benefica influenza; sibbene cDlla diffusiDne de~ pensiero.. Essa è ,sIDriDsamente impD(ente a slabllirS1 a lungo. in paese di cDnquista. Simile al NilD, ciò 'che sembra -dDver sDmmergere, essa lo. fecDnda., -e pas~a; secondo. la frase di uno. tra i più fervidi apDstDIi delle idee francesi (f). MissiDne della Francia è d'interpDrsi, quasi mediatrice, fra l' EurDpa seuen~iDnale e quella del mezzDdi, per ~Dnciliarie InSIeme I!l una più vasta famiglia, a nDme della fratellanza. e della libertà. A tanto. DfficiD le SDC. 'cDrre, nDn sDID l'agevolezza della lingua, ma eziandio la posizione geografica. Imperocchè la Francia tocca, "olle sue frontiere, alla patria di Dante, cd a quella ·{h . Calderon, di Shakpeare, e di GDethe. Meglio di 'clllcchesslU, essa può comprendere le aspirazioni dei jJopoli che la circondano., cd elevarsi sino al CDncettD supremo. che dDvrà, un giorllD, pacificarli ed unirli. ,Ecco. perchè, menlre, in altri paesi, si cDmpiDuD talvDlta le più radicali rifDrme, senza che abbiano. al. lore, que lout ce qui vient de la Fr:tncc, doit paraitre suspect aux peuplcs ttrangcrs; et, ponr ma part, j'accellte, comme Ul1 cbatimenl, la rcsponsabilité qui pese sur nous lOus, dans Ics actes consommés au nom de Ja France ..• Que les peuples qui nous enlou~ rent nous bai·ssent pour tant de promeS6es laussées, d'apostasie et de rraudes, il serait pueril de Ics cn accuser. Mais, qu'en noos ha"issant, ils n'ailleni pas iusqu'ù rdpoustr le drapeau dc salu! pla"JiU dl'vant nous D. - Quinet. Révolutìons d'ftalie. (~) LoUls BLAI"W, Alliance intdltctutlle mtre l' Allunufj nr et LG Fl'o, llce. 299 cllna influenza sulli stati "CI m , lo. sparo del cannDne alle barricate di Parigi, ha violenw rimbDmbD m amo bedue li emisferi. Ecco. perché, quando tace II cann,vne, la VDce che risuDna sulla tribuna francese ha \In eco. in 11ltti i cDri delle circDstanti naziDni; e quando., come Dra è rD"esciala anche la lI'ibuna , basta che uno de' s~oi più nDti scrittori publichi un IibrD, perchè esso. pigli le prDpDrziDni di un avvelllmentD eu: ropeD, Ed ecco, eziandiD, perohè, sulle Dpe~e d~1 publicisti francesi, nDi vedemmD~ Dra SDn pDchl, anm : tutte le aSSDClaZlOlll red,Igere .l loro. nllDvI' prD"ramml ù . . demDcratiche d' EurDpa; cDmprese quelle dei cartlslI d' [nghilterra, e dei prDgressisti d' [spagna, Da due secoli si go,'eroava l'Inghilterra CDI sistema raplJre· sentativD, senza che nDi, quasi, ce ne avvedessimo.; cd erano. passati pDchi lustri, dacchè la FranCia ,aveva saputo. rivendicare, nelle giornate di luglID"II rlspett~ dDvutD alla cDnstituziDne, quando., perslDo I ImperatDI d'Austria e il re di Napoli, fnrDnD CDstretti di assumere, al~éno per pDCO, il titolo. di cDnstituzionale. E le idee sDciali, da quanto tempo. nDn SI vanno. ~Iabo. rando in Germania senza il menDmo successo. di pro.· 't' o 9 ,11'[a , nD~ appena se ne é immischiata la sel115m. Francia, s'udì parlare di sDcialismD per t~tt~ EU!Dpa, È bensì vero che, in oggi, le.diverse genti rlguard~no la Francia senza cDmprenderla, passando dall' ammira: zione all' Ddio, dall' entusiasmo. allo. spavento., per che non CDnDSCDno qual lievito. di ,'ita nUDva fermenti nelle sue viscere, né da quale febre sia cDncitata; ond' è che, vedendDla Dra s.urgere, ed Dr eadere Im- 500 501 pl'ovisa, mal sanno discernere se essa. corra al trionfo od al precipizio; e, da una yolta all' altra, non ri: co.rdano che, quand' essa sembra più prossima alla l'uina ~ è proprio quando si rileva più gigantesca. ' Ma giova ricordare che, quando la Francia Qeme sconlìtta dali i assalti de' suoi nemici, esterni od int~rni, cadono, pur anco, le infelici nazioni che la circondano. Vinta nel 1~ la Francia, ecco l' Ilalia ceduta all' Austria; il Belgio assOI'bilo dall'Olanda; la Germania divisa pel' modo, da essere più ageyolmente oppressa dalla Prussia e dall' Austria. Vinta la Francia nel 51, ecco l' Ispagna slraziata dalle continue minaccie di un Colpo di Stato; ecco persino la Svizzera repllblicana riùutta a subire, con umile rassegnazione, i Pl'ovocanti oltraggi delle potenze vicine. La rivoluzione del 24 febraio scosse eleltricamente tutta l'Europa; e la presidenza conferita nel decembl'e ad un pretendente, fu l'incubo di tulti i popoli. Tanl' egli è vero che i disastri della Francia sono disastri per la libertà universale: tauta è yera la sentenza che le sorli della Franoia sono divenute communi a tutto il vecchio mondo. Imperocchè: quale il la società francese, tale debb' essere il genere limano. E quelli stessi che più si ostinano a disconoscere siffalta 'Verifà, le rendono ogni giorno ina,'vcrlilo, e (lui ridi lanlo più spontaneo, omaggio. È da Parigi che Intli aspeltano la parola d'ordine dell' a,'venire; sì, tutti: ed i rÌvoluzional'ii Hon meno 'dei retrogradi; j politici nOR meno dcIIi usurai. Quale nazione può vanlare, tra i suoi fusti parlamcntal'i, quella costellazione di !:randi oratori d' o"ni • c,; opinione, e d' ogni partito, che comincia con Mirabeau, e finisce con Vittor Hugo; e che conta, fra i mille, Vergniaud, Camille Desmoulin, Saint-Just, Danton, Robespiel're, Condorcet, Mal'at, Carnot, Cambacérés; Talleyl'anò, Benjamil\ Constant, Laffitte, Royer-Collard, Mantlcì, Chateallbriand, Dupont de l'Eure, Villemain, Arago ; Louis Blanc e Lammenais, Michel · de Bourges e Jules Favre, Thiers e Guizot, Quinet e Moutalembert, LedruRollin e Berryel', Esqniros e Defiotte, Hennequin e Leroux? Fintanto che la tribuna francese fu eretta, 'Iuanti servigi non ha dessa reso alla cansa del progresso, della scienza, e della filosofia? Essa era come un faro, cui tutti li occhi, anco delle altre nazioni, stayano intenti. Dalle estremità del mondo incivilito, lo sguardo dei popoli sta"a fisso sopra quel punto luminoso, da cui irradiava lo spil'ìto umano. Da quella tribuna spal'geyasi il terrore per tutti i despoti, e si diffnndeva la speranza a tutt i li oppressi. Chiunque la saliva, per poco she fosse d'animo eletto, senti va battere in sé il core dell'umanità; per dirla colla grandiosa frase di Vitlor Hngo. La mente dell' ol'alore si dilatava, e si sentiva vivere della vita -collettiva delle nazioni. Da quella tribuna, incessantemente difl'ùndevansi, come onde sonore, immense oscillazioni di sentimenti e di idee; le quali, di paese in paese, andavano sino ai coùfini delia -terra, a commovere tutte le fibre intelligenti. La tribuna francese aveva, sin dall' 89, elaborato ttttli i principii dell'eguaglianza politica; e, nel [1'8, aveva cominciato ad • elaborare quelli dell' eguaglianza sociale; che, da essa, spal'gevansi poscia alli altri popoli; fra i 'Inali ' " • 502 50S si stabiliva come un' elettl'iea corrente di pensieri c di affeui. È in tal modo che, a poco a poco, lo spirito francese 5' assimilava le altre nazioni, grazie al progresso universale. È in tal modo che Parigi eonquista,-a il mondo. Non è questo un falto? E polchè siffatta missione della Francia si fonda sulla difl"usione della dottriua, anziechè sulla prevalenza delle armi, essa può sempre esercitarla, senza interruzione, malgl'ado le tristi vicende politiche in cui possa alternativamente versare. Noi abbiamo udito la Francia parlare alla ragione ed al sentimento universale, sotto la monarchia legitima, colla voce di Voltaire, di ROllsseau, e della vecchia enciclopedia; onde si affrellò l'inaugurazione dei nuovi tempi, i quali spodestarono l'aristocrazia ed il e1C1'O, a vantaggio della borghesia. Sollo la monal'chia cittadina, fu la parola di Lonis Blanc, di Pierre Leroux, di Lamennais, di Sue, e dell' cllcicoJllcrlia novella, che fecondò, dapertutto, i germi della democrazia e del socialismo. Ed anche ora, sollo il despotismo del rinovellato imperio, è pur sempre la Francia che si rivolge all' Europa; dall' esilio, coll' organo di Vittor Hngo, di Ledru-Rollin, di Pyat, di Quinet; e dell' istessa Parigi, con quella di Michelet, di Com te , di Girardin, di Proudhon; i qnali tutti, con cento altri, mantengoÌlO viva, nelli oppressi d'ogni paese, la fede ,'acillante; ed annunciano al mondo il prossimo ordinamento sociale, e il non remoto trionfo della religione positiva. Se tanta è la sua forza, se tanti sono • mel'iti suoi, perché, dunque', la Fl"Uncia non ha saputo per anco far trionfare durevolmente la· libertà in casa FI'opria; anzi ha mosso, talvolta, a spegnel'la in casa, altrui? lo credo aver. dat9 sufiieientr spiegazioni, a questo riguardo, in altro mio scritto; per cui, invece di dal"flli. la pena di ripetere mc stesso, mi procurerò il I,iacere di cital'e quanto ne disse il Montanelli; il q)lale comincia col chiedere se le nazioni, che fanno alla Francia siffatto rimpro"ero, compirono, a casa loro, la rivoluzione democratica .• L'lnghilt~rra ha fallO, o ha da fare, questa rivoluzione ~ L'Italia ha vinta la clerocrazia? l'Allemaglla si liliero dall' imperio, e da' suoi cento tiranni? • Quindi pr.osegue; « AI modo con cui alcuni giudicano- li avvenimenti francesi, sembrerebbe che la Francia avesse dello un gi3rno ai popoli;. l'i voglio liber are; e poi, un altro gior.no ~ voglio che r.estiate schiavi .. E, se così fosse, sarebberu più che giustificate le recriminazioni· contxo di lei . Ma la Francia, gettando il grido liberatore, afferma la propria, come l'altrui libertà; ed ha da comBattere, non mnro per aar mano al riscatto' dcIIi altri popolI., quanto per riscattare sé stessa. Ora, con qual gillsli~ia si può ~retendere che la rivoluzione in Francia sia sempl'e vittoriosa, sempre immune d'errori e di tradimenti, e non pretendere lo stesso. dali i altri popoli? E se nemici, aperti o nascosi, rapiscono al popolo francese i frutti della vittoria, con quale buon senso si fa la rivoluzione solidale della contro-rivoluzione? I popoli si lamentano che Franci" li chiami a iibcrt~, e poi li abbandoni, Francia pu~ 50~ ;;04 lamcntarsi di 101'0, pel'chè non rispondano abbastanza solletici, abbastanza nnanimi ed energici, alla chiamata: c lascino che i nemici esterni prendano forza, e rendano questa a' suoi nemici interni . Quel che importa vedere è se l'io chc promette è l'io che tradisce; « se l'io che fa la rivoluzione, è l' io che la combatte ". E fa, quindi, la seguente dichiarazionc: , Per me, quando vedo questa formidabil e cittadella stretta d'assedio CORtinuo, ora assedio di libertà, ora di privilegio; e pl'enderla, e riprenderla, i soldati dell' avveuire; e la guelTa durare incessante; abdical'e i liberali , succedere i democratici; abdicare i democratici, succedere i socialisti i la borghesia corrumpersi, ed il core della Francia battere cavalleresco, come ai tempi di Goffredo, sotto la blusa del proletario; io per me, a questo sublime spettacolo, mi sento compl'eso di ammirazione per la Francia, malgrado i falli, e li errori, che possa in lei notare, come in ogni altra nazione; e mi repugna chiamare apostasia della uazione, quella che è apostasia d'uomini, . di partiti, di classi '. Tal chè, in fine , conchiude dicendo: , Certo è che la tribuna cosmopolita della rivoluzione è in Francia: che il quartier generale della rivoluzione è in lei; che amici, e nemici, guardano a lei: che nessuna vittol'ia, come nessu na disfatta, vale per la democrazia europea, quanto una vittoria, o una disfatta di Parigi" ( I). Per il che, ben a ragione esclama anche il Gabussi: , In \Crità, quando noi democratici facciam causa commune con coloro che gl'idano la croce adosso alla Francia, e la maledicono, noi serviamo ai nostri nemici, combattiamo conh'o noi medesimi, scaviamo la fossa alla nostra liberti" ed all' indipendenza nostra. E noi italiani , più di tutti, ci lordiamo di ingratitudine verso 'ltwlle vittime che, nel giugno del 1849, si esposero per noi , c che SOffl'OIlO, tuttora, i tormenti dell'esilio e della rclegazione. La Francia non merita il disprezzo e l' odio nostro, più di quanto potremmo meritarlo noi medesimi, per ciò che, nella lotta, fummo sconfitti. Avversare la Francia, è farsi alleato dell' Austria e del papa; poi chC la Francia ha l'iniziativa di ogni movimento democratico europeo. E, d'ora inanzi, non ci sarà pitì l'i voluzione che non sia, ad nn tempo , europea e democratica " (1). SUI'ebbe troppo lunga fatica, pel' i lettori c per me, se avessi a citare tutti li sCl'i ttori moderni che parlarono nel medesimo senso. Però, senza tener conto dei francesi; i quali darebbero, bensi, la messe più bella e più cop iosa di citazioni, ma, nella presente questione, potrebbero parere s2spetti ; io sento il bisogno di citarne qualcuno fra i più illustri d' altre nazioni; affinchè li uomini di buona fede, i quali fossero disposti a cl'edere, massime nei momenti attuali, un' utopia assurda e contraria al sentimento universale, questa mia opinione a riguardo della Francia; 'Iuando m' abbiano letto, finiscano pcr (! ) V. JJemorfe per s('r vire ali' istoria d c·lla r ivo[uztime ddU ( I) V. Appunti t'slon h s'uUa r it:o!u =ù:Jr.t' d ' lte,lia, ::iOilt , p. 406- 115. l nll'ocl u. . stati r om am~ Vol. Hl. 20 306 convincersi che essa forma, i1nece, la convinzione universale; s' inlende fra le persone cl' inlelligenza; onde quei medesimi che, per anenlura, avessero creduLo, da pl'incipio, inutile la mia fatica, disperando che alcuno fosse pcr convenir mai nel mio consiglio; finiscano per repularla soverchia, vedendo quesla opinione già pro pugnala da tl'oppi allri, assai più valenti di mc, Che se tanto accadesse, io non potrei aver meglio raggiunto il mio intento, come ho già dichiarato. Cominciamo dal Gioia: - ,Quando risuoni> in Francia (egli dice) il grido di libertù, il popolo rispose con entusiasmQ, per la cognizione già riflessa ch' egli areva dei propri i diritti. Le idee morali giù cil'colavano, in FI'ancia, per tutte le classi; le teorie pol itichc, adeguate alla capacità della maggior parte, Voi avresle trovalo, anche prima della rivoluzione , ~[ontesquieu, Elvezio, Rousseau, 0(1 altro simile scrittore di morale e di polilica, Ira li strumenti delli arligiani (1); sicché nOli fa meraviglia se il lume della ( .[) In Italia, in,~ec(', se si avesse a dimandare, anche ofrSiòì, cd al!c persone più culte, quali sia no i filosofi onde meglio j i onora l;) nazione, è certo che la grande maggioranza ripeterebbe i nomi di Giobe rti e di Rosmini. Or b€Ill", egli è certo che questi du e scrittori , corrisponderehbero, tutt' al più, al Dossuet cd al Pa sca l dei fran cesi: 1/ cIl e vorr ehhe ù:re chI', in fatto di fil050fi~ , noi sia mo in arrelrato della Fran cia alm euo due s(' coli. Le utle7'e acl un prov incia le di Pasc aI, vennero pUblicate, sal vo errore, nel ~64S ; ed es se sono ben pi ù ra dic:a! menle inCe nse alla Co mJl :!~ gnia di Gesù, che non il G{$It1~a Moderno, stamp alo da Gioberti nel 'IU 6. I Vollaire cd i .Rousseau dcll'l!al i'a J non si conosrono 501 ra"ione e il disllre"io dci clero, affrettarono . in Francia 1:1! ti una J'ivolnzione nelle idee, e disposel'o l' anImo alla 11bertà ed alla fl'atellanza, AI contrario, in Italia le idee di dirilto e di dovere sono quasi estranee alla maggior parte, Le teorie politiche sonsi arrestate ad una cel'ta altezza, a cui lo sguardo del popolo communemenle non giunge, La confusione del sacro e del profano, per cui nasce timore d' offendere la religione, esammando la politica, tiene lo spil'ito ad una certa distanz~ anche da quest' ultima, la quale non fa che rendere, pm sacro il velo delP ignoranza. L'inquisizione, di CUI w ~lcum stati dura tuuavia l' orrihile ricordanza, ha parahzzalo nelli italiani il vigore necessario per marciare intrepidamen te sulle ruine dei pregiudizii " , Ed 11 ~ alen tuomo voleva far intendere, con queste ragIOni, ali Ilaha che gran ventura sarebhe stato per lei l'adottare il codice francese: ma, sciaguratamente, e gw passa to l ' aU{oril; c la U:osofia r.1 ~ c s' insegl.a fra noi, anche nell e U ni vel'::iti~ lai chr è più ortodossa della reolotia pro:css:lla , altl'ove, nel scmin;rii ecclesiastici. Che se Giuseppe Ferrilri ed Ausonio Fl' an l!1 li si 5; no accinti, !)ei pr imi, a fure così intrepida guerra alle nen ie metafisiche del passato, convi en nOl"re ell e essi, appal'tengono ber:sì aH' lLalia Il ei fallo {'a'suale delta Jl\lscila; ma , jJc r iSludio, appal'ten gono entrambi 3i:a Fr:t1U!ia. Il che si scorge: nel Pl'i.lllCt, II un5i ad ogni pa gin a de' suoi scritti; sicclJè s' è pers ino de{'lso, molli anni or sono, di trasfer ire sua dimora in Parig i, e di olte~ IIcni la cittadinanza. Ed il sccondo ha voluto solennemente mani~ frstarlo nello stesso nome ch e, Jl er modesta ticpidanzil, C ]Jer ùomestlci riguardi, ba creduto bene di assumere, qu an do si 5~nli rigeul' ralo aHa rrligione socia le. • ;;08 309 mezzo . secolo, senza che il suo voto si veda sodisfa!!o. Che anzi, se continua ancora di questo passo, temo che debba restar inesaudito ancora per un pezzo. E si, ch' egli poneva in ciò (e a buon diritto) si gl'ave . imlJOrtanza, che mise in bocca del popolo questa ill~enu a preghiera, rivolta a' suoi raplJrcsentanti: , q~ando abbiate il codice francese" se mai de' mali momentanei mi facessero cambial'e di risoluzione, o mi conducessero ad un istante di avvilimento, vi prevengo di non ascoltare quei reclami indegni di mc, e che disap11I'oVO sin dal presente , (1). Odasi, ol'a, il Ferrari: - « La Francia trovasi alla testa delle nazioni, e non a caso. Essa è la naturale alleata di tutto il risorgimento europeo, la naturale nemica di lutti i barbari. Nel medio-evo essa diede alla republica europea la legge di Carlo Magno; ed attualmente, dà a tutti i popoli la legge che deve so;;ti!llirsi alla tradizione di Carlo Magno. La Francia non si deve invocare ad una conquista militare, come fece Machiavelli; ma alla conquista morale, mediante la fratellanza predicata da una nuova religione. Di ciò dimentichi li italiani, nel 1799, nel 1814, nel 1848, candel'O nel proprio sangue, come veri suicidi. Stando alle loro parole, essi temevano l'ambizione di Francia; temevano di veder sostituito il dominio francese all'ausU'iaco: io credo, invece, che i democratici italiani abbiano paventata la logica della rivoluzione. Per man,'anza di fede, non vedevansi in Francia che li 110(1) V. Quale .dei gal'eI'ni /jfJ(,Tt' me!Jlio cQ.'1vellga (lU' ltaU" . mini del governo, i capi, i condultiel'i; nè .scorge\'ansi quei pl'incipii che dovevano (e dovranno) l'a. "eseiare i nemici dell' unh'ersale fratellanza. I capI che mettono ostacolo alla missione rivoluzionaria della Francia, sono i più crudeli nemici della Francl3 stessa (I). - La rivoluzione, in Italia, non fu ~he .la l.otta fra l'A.ustria e la Francia; e la democrazia Italiana debbe, a questa, la caduta delle famigli~ feudali,' l'uniti. delle le"~i il concetto del regno d' lIalm; che e quanto dire il c~~~etto dell'unità nazionale. - Si rappresenta la Francia ora debole, ora forte, ora alleata, ed ora nemica; ed a questo caos di contr~~izioni, chI. m31 non ravviserebbe ìl difetto di. princIPIl, e la pertlllac~ !flfluenza di una politica d. dlsordlDe, dI fur~rla. (2) _ Sembra irritante, in oggi, il dire che l' lIaha debba rivolgersi alla Francia, se pensiamo ai casi del 1851; andamento e pa l'e fuori di luo~o, o se teniam conIo dell' "fl attuale del governo francese. Pure, vi sono !fl ~enze morali che agiscono fuori delle politiche dlfficolta: e sono queste influenze che l'Italia non deve co~ballere. L'influenza della stampa francese è si grande !fl italia, da farsi ~ioco di tutte le censure; essa penetra do- o vunque ,ocontraponsi alla letteratura it~liana, I~ surl'aga nella politica, la soppianta nell'opllllOne. LI. scrltteri italiani si indispettiscono: ma, a chspetto. Òl loro inveuive, la stampa francese gov~rna . l' opi.Olone 11l Italia; con un fàscino che non puo splCgarsl, se non (,I) Machia vclli giudice della ,·ivol!'z.ionc dci nosln' ln7lpl: (2) Dell' A,·isIOCl'a.~i(, ilalicma. , 310 pei' la possanza dei principii (1). - Non è da jeri che. la Francia è l' alleala inseparabile della libertà lIaltana. Essa fu sempre l'avvei'saria dell'imperio: e, qUindi, le basta di esistere, per soccorrere l'Italia; le basta di operare , per intervenire fatalmente in favore della hbertà ik1liana. Nel secolo XVIII la Francia si rialza colle idee; e l' Italia divien francese: li enciclopedisti sono i suoi veri legislalori. Colla rivoluzione la Fi'ancia giunge all' apogèo di sua gi'andezza ; e quando la FranCia è republicana, essa organizza il : isorgllMnto della penisola colle republiche; quando e lluperiale, essa organizza il regno d'Italia: quando socc~mbe: anche l' Italia è ,'inta a Waterloo; e per trent anm aspetta che la Francia si svegli. Che, dun~ ue, è mat la Francia per l' Italia? È più che ti"" ( 4) La "Ivol uzione ed i r iuolu:#ouarif in Italia • - S'I OuOno ., SJless~,. fra I~oi, .i siornalisli c li autori dI'amatici, movere Inroenla percile I CDJlI-comici (lrefcriscano me.ltel'C in is cena le produzioni (ra~u lte. d31 leatl'O fl'an cesc, ch e 11011 le originali dei nostri serit.IOI·~; c l,I accus:JIlO pertanto, di Iloeo amol' piltriu. lo sono molto :Iml,co di un uomo clie forma la prima gloria dell'arte scenica Il~ h~1I3, e. che lutti onorano, del pal'i ~ come patriota incolTlPJra- ~l le. Un SlOrn~, ~i sono, dunque, fatto a chiedergli, come ape/'~?n:l so tto oglll ngttardo competentissima, quanto ci {asse di ra- ~~o nevo,le in quei lamenti. Ed cg!i~ schieltamentt! l'ispondendo, mi tII ma,ndo: - Fa un 1>0' il piacere di dirmi lu~ quale tra li iln li:!JJi $J ~)PJa fa~e UlJlte~ e sì bel/e, comedie come SCl'ibe; o tanti e sì bei dl'a~l ~ c~me il Dumas?... Sta pur sicuro (egli conchiuse ) che fj ~ 3 r. do il italiani sapl'anllo Jlresentil re lilvori elle Jliaciano al pu1l~ICO ~offi e i francesi.. i capi-comici non si d~ranno più la brir!'a !lI farli tradurre da questi autori. ... 311 nazione; i! ww religione; ho diritto di dirlo (i ). - La prospera, o l' avversa vicenda della rivoluzione francese, ha, per conseguenza, il trionfo, o 1a caduta, della rivoluzione italiana. l'iapoleone non può combattere la libertà in Francia, senza restaurare e confiscare, a StIO pro, il sistema papale ed imperiale. Lui sconfitto, l' opera sua ricade di peso nelle mani del papa o dell' impei'atoi'e. La ristorazione francese è ri storazione italiana; la moderazione di Lnigi Filippo è la concessione di Pio IXe (li Cari' Alberto; la republica di febraio, pi'ima democratica, ]loscia reazionaria , dà la vinoria, poi la sconfitta, all'insurrezione del 1848. Fuori della Francia 1teSs!tna salti/e. - È d'uopo che il risorgimenlo torni in casa sua. Bisogna che li italiani brucino Pomponaccio, Machiavelli, Bi'uno, Galileo , Vanini, i Socini; o che accettiuo Voltaire, Rousseau, Robespierre, Danton; bisogna che brucino Campanella, o ehe rispettino la città del Sole da lui profetizzata. - Abbiamo accusato la Francia del febraio. E sia pure la donna . adultera. Ma, qual è il popolo senza peccato, che possa geLlal'le la prima pietra? Forse l' Italia ~ La nuova rivoluzione distruggerà in Fi'ancia instituzioni, che in Italia sarebbero estimati beneficii insperati. Soppi'imerà, per esempio, il sa lario del clero; mentre l' Italia sarebbe fclice di accordarlo, in iscambio dei benefici i ecclesiastici , e dciii immensi stabili posseduti dalla Chiesa. Combatterà la corruzione della scienza, la filosofia officiale, li eco(I) L'3. l'i uoluziOll C e le "1(OI'TilC Ùl ltCllia • . 5 15 .nomisti governativi; mentl'e, in Italia, l'eclettismo e l'economia politica sono riguardati come grandi trionfi della ragione. Combatterà il modo con cui è ordinato l'esercito, il suo stato maggiore avvilllo al govcl'no, stretto alla reazione, interessato alla repressione; mentre l'Italia, nel 1848, reputava grande ventura solo il poter ottenere un generale f.'ancese, credendo che, con esso, l'Austria non anebbe vinto, sicu.'amente. - Indarno i dottrina.'ii politici, e clericali, s' attentano di respingere l'iniziativa della Francia, col pretesto deIl' orgoglio pat"iotico; dicendo di non volere compromettere l'originalità, l'autonomia, il genio nazionale; imperocchè i loro libri non sono che reminiscenze dei pensieri di Bossuet o di Bonald, di Chateaubl'iand o di Demaistrc; o, se si vuole, del protestante Guizot, e dci volterriano Dupin. - I damerini di Firenze c di Torino, benché schiavi delle leggerezze parigine, ci accuseranno di predicare il. primato della razza, dciii interessi, e dell' ingegno. Ma no; non si tratta di razza, né d'ingegno. In Italia i' individno potrà pareggiare, o superare, la scienza fI'ancese; l'inferiorità italiana é nella scienza stessa, che diviene sentimento, legge, dovere; nella scienza che COllstitnisce il carattere, la fede, di un popolo; nella scienza, i cui dettami più vit.ali diventano moneta corrente non messa in dubio da nessuno. - L' Italia ignor~ le dolorose stazioni percorse dalla Francia sul calvario della libertà. E, come si potrà giungere all'invocata solidarietà dei popoli, se .si considerano tutte le stazioni della Francia quali capricci, o viltà, di un po- polo degenere? se si fa eco alla calcolata illfam~a dei reazionarii francesi, che bandiscono la nazIOne lmpopotente e decadnta? se si odia la Francia, per no.n a,-ere ancora compiuto atti, i quali suppongono gla trionfante il socialismo, da cui, pertanto, si abborre? (1)-Dieon che la Francia ha perduto ogni iniziativa; che è decaduta, corrotta, avvilita. E perchè la Francia sarebbe decaduta? Forse perchè soggiace a un dittatore? Ma l'Italia soggiace da secoli ai principi, ai re, all' imperatore, ·ed al papa; i quali sono i suoi ,'eri dittatori; e govcl'llano spietati con un perpetuo colpo di stato. • (2): . . Che se i moderati non vogliono dar peso alla test.monianza dci republicani Gioja e Ferrari, ascohino quella del loro maestro Gioberti, i.l quale fece il paneoirico della Francia, colle seguenti parole: o " La nazione francese è, fuor di dubio, la più viva ed impetuosa d'Europa: eppure ella usò sempre una pazienle moderazione, che sarebbe mirabile anche in pochi individui. Per castigare la monarelna asso.luta, si contentò due volte della civile; e, pe.' pUllll' la c.v.le, mutò il ramo dei regnanti, non la famiglia . E, 111 ciascuno· dei periodi che si trovò ingannata nelle sue speranze, seppe indugiare tre lustri, prima di scuotere il giogo, e abbandonare coloro che tradita l'avevano. _ L'amislà francese è nat~rale, onorevole, SIllCCl'U , ( I) La (edc1'uz/Of!C t'e1mbliwna. (2) U Italia dopo il Colpo di Stato:. 514 utile. Italia e Francia appart<,ngono alla medesima famiglia; e la loro stabile unione sarà, forse, Ull giorno il nòcciolo e l'apparecchio ,li quella colleganza più ampia di Occidente, che contrapol"l'à i popoli latini alla lega boreale. Ciascuno dei due stati ha d' uopo, e si rifà, dell' altro; il che io trovo si1l)..ooleggiato in Cesal'e e iII Napoleone. L'uno dei quali , nato in Roma, ottenne i primi allori in Francia; l'altro, cittadino fl'ancesc, li ebbe in Ilalia. Tanto è \'ero che le due nazioni si servono di aiuto, e di elaterio, scambievolmente. - Benvenuto Cellini scrive che a' suoi tempi francesi erano con z'taliani quasi tutti nemici morlali. Pera chi volesse rinol'are, ai nostri giol'lli, il brUllO z' esempio. .Se la sorte disfavorisce la Fl'aneia, cadiamo con una potenza che può risurgere, e che risurgedt certo; perchè il tl'ionfo finale della democrazia è indubitato. A niuno meDO si aspetta il pigliare scandalo dei traviamenti passati; o futuri, della francia, che ai partigiani della lega austro-russa: conciOSSiachè, una furi a passeggiera di setta, o di popolo, è assai mello odiosa c disonorevole, che le stragi meditate di Lombardia, Ungaria, Polonia. - L'Italia è men bene condizionata della Francia, la quale già possiede una plebe civile; ed ha, in quella di Parigi, la prima det mondo, In essa trovi svegliati spiriti; una cultura che si accosta a gentilezza; l'amor della patl'ia; il senso vivo e profo ndo della dignità; unione e autonomia nazionale; l'istinto del buon ordine; la generosità dei sentimenti; l'ampiezza delle iùee, aliena da ogni angustia di municiIJio; la riverenza e l'ammirazione dei singolari in- 51l) lelletti; la carilà fraterna delli altri popoli; il senso della communità universale; l' impeto nell' intraprendere i moti politici; e, nell' effettuarli, u~ valore che rende uomini i fanciulli, e li adulti megho che uomllll. DIresti che il o"enio cavalleresco, per cui . rifulse in addietro la nobiltà francese, siasi ora ritirato, dalle somme nelle ime parti del popolo. E, come Il ta più civile, cosi non la cede in moralità a nessuna. lo 1)01'[0 OPInione che la ptebe parigina avanzi l"tte te all"e, principalmente per quella vivacità di istinto pl'Ogressivo, e sociale, che fa di essa come un sol uomo, ed imprime, non solo un' energia insuperablie, ma un razionale indirizzo alle sue mosse. Dal tempI della Lega ai nostri l' istoria di questo popolo , e lo. sue commozioni ~lraordinarie, rendono imagine di un processo così }ol"rico così ~raduaLO, cosi sapiente , che nessun altro c:to ~uò, a v gran pezza, paragonarglisi; tanto il senso e l'istinto popolare, quando è giunto a un certo grado di vivezza e di maturità ~ super~ di perfezio~e il senno individuale, e la dottrma delll IOgegOl prnlIegiali. - La plebe (,'aneese è, senza d'tlbio, la più gene1'osa; anzi, diciamolo pur francament~ a onore del vero, la più savia d'Europa. - I dIverSI. popoh d'Europa, oggimai, per recare ordine c uOlta nel~ l'azione, consentono a pigliar - lingua dalla Fra?cla, la quale, per le sue condizioni geografiche, pohtlChe, ci,-ili, Il più atta a dare il segno, e levare. ,/ gndo dei -movimenti. - Dalla rivoluzione a~erlCana . In poi, il moto andò sempre an~plia~dosi dI ,estensl_on~ e di vigore; comm"nicandosl l?I pnma alla .ola Han 517 516 eia, e poi 'raggiando intorno ad essa in un giro sem- p!'e più vaslo » (I), E, dopo quella di Gioberti, s'ascolti la lestimonianza non meno auto!'evole di Alessandro Manzoni; il quale, parlando delle leuel'e, espresse sentimenti cosi ,'eri, cosi naturali, che ben si possono applicare, senza scambiarvi una siUaba, anche alla polilica, E siccome si tratla di lino scrittore che forma la prima gloria della nazione, almeno dal Ialo dell' arte; e siccome è iroppo notorio ch' egli melte tanto scrupolo nella ricerca delle parole, e nella scerna dei sinonimi; in tulto ciò, infine, che, poi, contribuisce a rendere il 5110 stile inar!'ivabile, cosi a me parrebbe quasi di commellere IIna profanazione, traducendo, colle disadorne mie frasi, i suoi peregrini concctli. Mi sento, per ciò, in obligo di riferirli in francese, com'egli li ha scritti, « Je ne puis, Ili ne veux, me dMendre de l'impression heureuse que toute :ime honnète eprouve en voyant ce besoin de bienviellance et de justice dewnir de jour co jour plus général en France et, en Italie, et succéder à des haines, que, lcur exlrème ridiClùe, n'empechait pas d'èlre affiigeanles, Il Il'y a pas longtemps encorc que, juger avec illlpartialité les génics ètrangers, attirait le reproche de manquer de palriolisme, comme si le crellr humain élail si l'essere pour Ics atTections sympalhiques, qu'il ne pÙI forlemenl aimer, sans hair; l'ùm:ne si les mèmes douleurs et la mème esperance, le sentiruec: de la mème digoilé, ct dc la mème fai - blesse le liell uuiverselle de la vcrilé, ne devait p~s plus :'approcher les hommes, que ne peuvent le~ separer la ditTérence dc langage, ~I quelques degr,es de C'esI un <eotimenl pemble, mais "al" que la tI'tu de, F 'le qUI audes eeri vains distingués, (lue ceux a meD . raienl dll se servir de leur ascendant pour CO,I'I' I g cI' le I' d cet eo-oisme 1J1"etendu national, meni, au pub.le e ., . l 'o )1 , h l ' ; le renforcel" mais e sens c I contralre, C erc le ..\ '. , l" et un senliment preponderant mun des peup les , " 001 vaincu les effol"lS, el Irompe Ics especoncorde, , ' - l ces de la haine. L'ltalie a donne, naguere, un exemp e :::solanl de ceue disposition, Le illisogallo a par~; sa voi x sortant du lombeau, n' a et Ia V'd'Alfieri OIX, . oinl eu d'écho en \lalie ; parce qu'une VOIX plus pUlSP t s'élévail dans tous les creurs, contre un ressensan e l u' aspirail à fonder le patriotismc sur la hame, lImen , q I 'Il ' ' "'OIlT la H'ance! PO!l1' ceae H'ance, , ust,'ee L a hame r I D' , sont l ,,c laT tanl de gé"ies et par tant de vertlt$, . O" "S01'I18 lant d ' "t'et tant d'exemples! Poltr cette e ve) 1 es . 'F q ,'on ne "'eltt voir sans éproltver "ne affeC/lO n 'l'ance, l r . f on Ile ,'essemble l'amoltr de la l,atrle; ~t que , q t q'I,'lter sans q,,'alt so,wenir de l avolT /tabl" ne 1Jell . l" l tee, il ne se mele qltelqlte chose de mela~co .qlle , e de l,,'o(on(!, qui tient des impresswas ,le l eXIl • ( l ), a I V S/lr l' unité de u mp$ ecC'. Lellr e de ~I. M:luzoni a (C) , O e-t' ullimo pensiero di Mar!zoni ve olle eS?reS5o anche ~l. l U - _u ~ .. I le prc- . . il quale disse : pQur lo"( !omme da un fi\oso~o ameflcano . l ' et le sccon d c' es t l (t F,·allct ... parce 7Iltt r pays c'est sa p!l. l'II.'; (J ) Del j'ÙWI'(OIll'Jllo d I'i!e- d? ltalfa, Tomo Il; pass im. , quI.' ! Cf, F'ra:!CC C"t:s . l. ',lall' ie U.'l1'Jt1'St !lt. 318 31 9 Fin qui abbiam() visto come la pensino, intorn'o alla prevalenza della Francia sulle alt,'e nazioni d'Eu,'opa , I Ilberail d'ogni opinione; c quelli che professano le dottrine più radicali, non meno dcIIi altri che s'attengono ai più moderati sistem i, Ma, eziaudi6 i farrtori del despotismo clericale e politico , sono coslreui a rIConoscere, loro malgl'ado, questo fauo; il quale fol'tl13: appunto, Ulla di loro più se,'ie apprensioni. E.' pOICM m, sono già dilongato anche troppo nelle Cilazwn" .~i limiter~ a rifct'i,'c poche parole dci due U.OI~lJll~ pm enllnenll, di questi rCflzionarii partiti; CIO", li conte de Maistre, l'CI' queTli che vo,'rcbbero far l'et"ocedere il mondo sino al medio-evo nell' ordine religioso; e r istesso imperatore Nicolò, p~r' quelli che lo vorrebb~ro respinto' sino alla barbarie, in politica. Potrei IO ricorrere ad autorità più vcnerare? E.bbene, dai documenti sccrNi Imblicati, per ,'appresaglia, dal goyerno inglese, chiaramente si scor"e che se lo Czar ha osalo mettere a soqquadro l' EUI';pa, fl: pel.terrore di vedere, tra breve, compromessi anche i SUOI stah dalle idee nuove e SU1""/iciali (com' egl i le cIlIama,. n~l' augusta sua ignnranza) d'origine franc-ese; le quah SI vanno vieppiù dill'undcndo o"ni "ioroo' . l' Ù Ù , s'cc le sant>, a quest' ora, già penetrate anche nell' impero turco. Ragione per cui l'imperatol'c biso"na che ~ s'all'retti a dislruggerlo (I). , Pa.rty or th y uew S/lpt'1'(lcial Frt'lIch l'(furm ~ n, V. il 20 mnrz o 18;)4; cd j giornali ingle si, o francesi. CO!JllJreso Il MOlit1rw', di quei giorni. DOCUffiPnto ~. ~~ ,(-l'l « TWIC5 . d('1 I E il conte De-Maisu'c ancora plli esplicitamente : Il Ogni nazione, eome ogni individuo, lla ricevuto una missione, che de"e compiere. La H'ancia ha q'1eUa di esercilare suU' Eta'01Jlt una 'lTera magistralura, che sarebbe inutile ,"alcI' disconoscere, .... La pro"idenza, che sempre proporziona i mezzi al fine )lrol'ostosi, e che dà alle nazion i , eomc alli indiYidui, li organi necessari i al compimcnw del loro destino, ha voluto dare alla nazione fl'aneese due instrumenti ; o, per così dire; due braccia; coi qunl i essa potesse sommo vere il mondo; ossia, la sua lingun, e lo spirilo di proselitismo, che forma l'essenza stessa del suo ca,'attere ; per modo che, essa Ila incessantemente il bisogno, c il potere, ù' influire sulli uomini. - La possanza della lingua è troppo riconosciuta, onde non occorre pm:lar~e. E, <luanto allo spirito di proselitismo, è man,festa anch' esso come il sole, dalla mercantessa di mode sino al filosofo. Questo proselitismo appare vulgarmente cosa ridicola; c lo è infalli, per ciò ehe rigu31'lla alle forme. Ma, quanto alla sostanza, esso è un" missione • (I). Si può padare più chiaramente 't _ Tulle queste citazioni dovrebbero essere più che sufficienti, mi sembra, a persuadere li uomini d'ogni parlito, dell' ascendente che la Francia è ehi amata ad esercitare sull'Europa; onde assai triste è il consi glio (I) çonsid 4ratio!ls SUl' la FruncC', pal' ~1. le Com:e D.~ :\l'lislre illlcicn ministre Jll eni pot~\l(ia'rc ile S. M. le roi de S:Hdaig ne c(r! . Ch ap. n. 52l 520 di quei patriDti che la vituperanD, per le individuali cD lpe, e per sue infauste sCDnfitte. In lulli i paesi del mDndD, ,"Dlte,'riani si chiaman.o CDIDrD chederidDnDe cQmbattQnQ la religiQneantica; e ;Dcialisli li apQSlQli della religiQne n.ovella. Chi ha dalD quei nDmi? NQn è, fQrse, la Francia? E nDn è questa una prQva evidente che la Francia è la naziQne che più CQnCQrse a sgDmbrare dal mQndD le macerie del passatQ, ed a PQrtare le prime pietre per la cQstruziQne dell'edificiQ futur.o? ('l) A ragiQne, dunque, al mDmentQ che le armate (rancesi invadevanQ la Germania, anzicchè rammaricarsene, GQethe, il PQeta, esclamava: , SianQ ben venuli fra noi cotesti stranieri, che giungooC' appol'tatori di nuo"j diritti ". E, nQn a tDrtD, ArnQldQ Ruge, il fiIQSQfQ, scriyeva: « Rischiarare il mondo colla scienza, e congiungere la scienza alla pQlitica, VUQI dire allearsi alla Francia. Esser CQnlrQ la Francia, è ID stessQ CD me esse" cQntrQ la libertà. La Francia rappresenta, da pcr sè sQla, in EurQpa, il principiD della libertà umana. Essa ha CQnquislat.o e prQClamatD i diritti dell' UDmQ. Che se, mQmentaneamente, ba perdutD sì preziosa cDnquista, saprà ben tDstD ricuperarla, e realizzare i grandi principii SDciali; che, cDlIa sua rivQluziDne, ha disseminatQ nel mondQ. La Francia cQmpie una missiQne cQsmQPQlitica. Il fruttQ delle sue fatiche appartiene a tulto il genere umanD. L' .odiD naziQnale conlro siffattD 'paese, equivale ad una cieca avversiDne pe,' la libert.. In Germania si può giudicare dell' intelligenza e dell' indipendenza di un UQmo, dall' opiniQne ch' ci prDfessa intQrnQ alla Frauciao Più il SllQ spiritQ è cDnfuso, più il suo carattere è servile, e più .ostile sarà il SUQ giudiziQ. Egli nQn saprà scorgere che immQ"alità, nella grandezza mQrale di una naziDne che ha saputQ cQnquistare per sé medesima, e per l'Europa, le civili franchigie, di cui questa .ora gDde. Il vero punto di contatto, il principiQ d'unione fra 1.0 spiritQ francese ed il germanicQ, sta nel dogma dell' umanismo. Perché i due pDpoli si uniscanQ in questa fede CQmmune, bisQgna che cessino le antipatie nazionali, e che entrambi si cQmprendanD, a vicenda, nei rispeuivi elementi. Si tratta, inanzi tutto, d'una emancipaziQne intellettuale; ed. i francesi sQno, SQUQ qnestQ rapPQrto, assai più avanzati di nDi. Lo spiritQ francese può salvarci, eziandiQ, dalle cieche e tiranniche esigenze d'un sentimentQ nazionale trQPPQ gelosQ, e spingerei alla conquista di quella vita pQlitica, che tuttavia ci manca » (1). Una vQlta era il papato che presiedeva ai destini dei PQPoli. Ma poichè la fede nelle sue dottrine venne ( t) La Francia fu la prima a far cenno dell' emancipazione delli schiavi, Famosa è la formula adoperalo, in pr oposito, da Luigi X, fi n dal 3 luglio ~31B: ( Con~iderant (l,ue notre royaume est appelé le royaume des FRA.NKS; et voulanl ., qu'en effet, la . c hose soil :lccortlantt' au Horn ete, ). V. CAR:'i:OT, De l'E." clavage ARNOLD Coloni'll. Tom. XII. (J) V. Deutsch-Fran:;oesichc Jahrbiicher her(lusgegeben, vo,. RUGE und KARL MARX. - Ret'ue l ndépcnda-nU, 21 522 meno, esso credette salvarsi, convertendo la l'elioione in istrumento di politica. E non ha fatto che a~cele rare la propria caduta. Nel 181;; quando tUlle le potenze del male, rappresentanti il fantasma del passato, s'erano raccolte in Vienna, onde allearsi contro la Francia, rappresentante il genio dell' avvenire; il papa non isdegnò di meucrsi in alleanza coi principj., e coi gran sacerdoti della Prussia, deUa Russia, e dell' Inghilterra, quantuuque sdsmatici, per lacerare ed opprimere i popolI di . Fra~cIa, della Polonia, d'Italia, quantunque crlstlamSSllnI. Anch' esso, il papato, accorse a dividere, con quelli scriba e con quei. farisei, le sacre vestimenta delle nazioni, nel Con gl'esso si miseramente dilaniate. - Poco stanLe,. si tornò a discutere, in Verona, sulle sorti del mondo. E là, qual parte prese il pontefice ~ Qual popolo Ila egli cercato di sollevare o proteggere ~ In mezzo a quella solemle assemblea, cui sta,'a intenta tutta la terra, l'Cl' cl,i perorarono i suoi legati ~ Proferirono essi un accento., in favore dell'Irlanda, della Boemia, dell'Ungaria, e di tutte le viltime, che pur professano la sua fede, e riconoscono la suprema sua autorità? SciagUl'ati! Essi non si sono preoccupati ehe del dominio temporale; ogni loro sforzo, ogni loro astuZia, fW'ono rivolti ad allargare la superficie del terl'itorio da smungere, e da devastare. Ed ora che nuovamente si tratta di rifare· i diritti delle genti, è Rom." forse, che propone l'abolizione della schiavitù in America, o sono le assemblee dei protestanti? È Roma che s'interpone per migliorare le condizioni dei cristiani n Oriente, o sono le potenze scismatiche? È il papa ehe invoca l'abolizione della pena di morte, od è un ci ttadino di Francia? - Non si può, dunque, più dire che le questioni per cui s'agita attualmente la. cOSCIenza universale, abbiano ad essere risolte dalla Cillesa che S I vanta universale. . Ed è la Francia che ereditò dal papato la subllOle missione. Le solenni asSemblee della rivoluzione fran: cese furono i primi concilii ecumenici della religione. novella. Che altro fu mai la dichiarazione de! dmtt! dell' "omo se non la professione di una nuova fede, . falta, a n~me della Francia, a tutta la terra? Se l' Ispa: gna fu il braccio destro di Roma, ,mettendo. foca al l'aghi dell' inquisisione; la FranCIa sara 11 braccIO destro dell' umanità, spargendo il seme fecondo di tulte le idee di emancipazione. Il mondo sa che la sola Francia può pronunciare la parola vivificante, onde l'Itaha, l' Ispagna, il Portogallo, l'lrlanda, la BoemIa, la Polonia, l' Ungaria, saranno chiamate alla risurreZIOne. Queste sono tutle gemme che debbono cadel'e dal logoro ." La Chiesa ha lasciato che i popolI Ulllti nella tl'll'e~no. . ' . . . Ebb . sua fede, divenissero stranierI h Ulll allI altri, ene . ciò che la decadenza di Roma ha diviso, la nascente grandezza della Francia dovrà ricongiungere . . c Fu grande ventura che in Fr~ncia non a~bla po!U~~ trionfare esclusivamente 11 catolIclsmo, come III Ispa~na , nè esclusivamente il protestantismo, come III Germallla. Così dovendo abbracciare, con nuova toleranza, le Jue 'religioni, il suo spirito fu costretto ad estenderSI; e la sua chiesa doveue allargarsi, per modo, da ca: pirei, alla fine, tuUa l'umanità. Intanto, essa serve di 524 mediatrice , come "enne già detto, tra il settentrione ed il mezzodi, fra Roma e Ginevra; fra i popoli di razza latina e quelli di l'azza germanica. Cosi avvenga cile , quando suoni l'ora dell' estl'ema battaglia, tutte Je genti riconoscano, nella Francia, il commune vesillo, l'intento commune. La Francia è la nazione che più confuse i propri i destini, i proprii interessi , con quelli dell' inte,a uma· nità. La sua legenda nazionale è una striscia luminosa, ,era "ia lattea, verso la quale tutto il mondo tiene intento lo sguardo; secondo la bella espressione di Michele!. Faccia essa, dunque, che i popoli non abbiano più un diritto, che in lei non trovi la propria difesa: 8. IL SISTEMA RAPPRESENTATIV O E IL SUFFRAGIO UNIVERSALE. essa faccia che, come l'unh crso del paganesimo era 1 interessato alla conservazione dello stato romano, cosi l'uni"erso del socialismo sia interessato alla sua salvezza. Nessuno più di me è convinto, che, tra i popoli rinati a libertà, deve regnare una perfetta eguaglianza, ed una cordiale fratellanza, come tra li individui; senza più alcun odioso primato, E questa fratellanza debbono iniziarla col riconoscere, sin d'ora, il bisogno e il dovere della solidarietà. Ma, come avverti il Montanelli, la solidarieta òei popoli non implica perfetta parità di condizioni tra 101'0, Siccome ogni sistema ba un punto in cui si con· densa la maggior yitalità delle forze convergenti ; cosi un centro deve avere anco la rivoluzione, che è pure un sistema. E il cent,·o del movimenlO euro]leo, dal 1789 in poi, ti l a Francia. Do di avere, per secoli, piegato la testa ai co~: ~d' un principe, e servilmente obedlto alle le~~1 man I " ' opoh a seuodi dispotico governo, or commClano I P, delle , 'd inerzia e ad avere coscienza terSI dalla IOrpl a , d'ed infiniti martirii, prevalenti loro forze. Dopo orren I . tiranno po.mClano ' d accor"erSI ch e Dlun , ora a ~ com . r .. esSI med" eSllDl Irebbe infiigger loro tanl1 snpp .CII, se , , '1 d so alle batt.ture, e non prestassero vOloDteros. I or. che spontanei al giogo non piegassero III ncolàll~o~::' allo r' rdi esseni ' essi noi sanno d·I andare, ner r ,'o o ma·"lOr parte, la d ~'lcatoio' e cre ono,~" sco. ., . d' 'li oppressori. l1'aseiBali da una forza superIOre, I CUI