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Bastava, una volta, essere nati a poche miglia di distanza, perchè li

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Bastava, una volta, essere nati a poche miglia di distanza, perchè li
2G4
Bastava, una volta, essere nati a poche miglia di
distanza, perchè li uomini avessero a riguardarsi, cd
a chiamarsi, forestieri . La quale l,arola implicava sempre
un sentimento di avversione, e di diftidenza, di cui
non sono ancora del tu!!o cancellate, nelli animi vulgal'i, le traccie odiose. Anco ai di nostri è generale il
lamento per il modo con cui, li albergatori cd i ne~ozianti, ad esempio, abusano dei foresLieri, per far
101'0 pagare più del dovere i prestati servizii, le merci
vendute.
Per fortuna, forestieri, anco dai meno instrulli cominciansi a chiamare quelli soltanto che l'adano ~hra
lingua, c giungono da ahre nazion i. Ma quando il P"ògl'esso avrà totalmente aperte le barriere naturali e
distrutti i morali pregiudizi i , nessun paese potrà' riguardat'si estraneo ad un altro; nessun uomo potrà da
un altro essere chiamato stranie,'o.
Così saranno adempiute le leggi ' della natura che
ci fece tutti eguali. Cosi saranno osservati i precetti
di quella religione che ci vuole tutti f,·atelli. Cosi sa)'anno sodisfatti i voti dcIIi apostoli di democrazia
che faticano da tanti anni al trionfo di quella dOUrina ,
che dice li uomini, senza distinzione di nazionalità o
di l'azza, tutti liberi, e tutti solidarii tra loro. Imperocchè.:. quel popolo che tolera presso di sè l' opp)'esSlOne di un altro popolo, né si crede obligato a movere
III sua difesa, col pretesto della di versa nazione; quel
popolo SI scava la fossa, ove andranno sepolte anco
le proprie franchigie.
7.
L' ITALIA E LA FRANCIA.
:\'on uycle mai osservato un bambino, in mezzo a
numerosa brigata ~ Lungi dal sentirsi in suggezionc
per la presenza di persone assai più adulte e più in~tru!te . cgli scalpita e strilla scnza riguardi; e, quanI" è più ignorante, più sinceramente pretende che tuUi
abbiano ad occuparsi di lui, e più permalosamente
rsige che tullo a lui sia dovuto.
E queslo, che avviene all' infanzia dell' uomo, si
ossc"va eziandio nell' infanzia dell' umanità, La terra
110n il che un atomo, in confronto di quello stermi-,
nuto polvel"io di pianeti, ond' è tutta consparsa l'immensità dello spazio. Eppure, li uomini hanno continuato pel' migliaja di secoli a credere, in buona fede,
chc qucsto nostro globo pigmeo fosse il centro di tullo
7
266
il crcato; fosse, anzÌ, la ragione unica per cui l' universo sussiste. Questo miCl'oscopico nocciolo, sul quale
formicola la nostra razza, Don era, per legge eterna,
destinato ad aggirarsi perpetuamente intorno ad altro
assai più maestoso pianeta, onde averne, quasi a mCI'cede di fedel vassallaggio, un lontano riflesso di quella
luce, e di quel calore, senza cui SIi verrebbe meno ogni
llotenza vitale. No; per migliaja di secoli alli uomini
non venne neppure il sospetto che la madre terra
s'aggirasse anch' essa, senza posa, ce me umile ancella, nella immensa danza delli astri; tant' erano con, 'illti che essa, invece, sedesse regina in mezzo al
creato; e che, solo pCI' suo oma~gio, fossero disseminate nel firmamcnto anche quellc innumerevoli stelle,
la cui luce, per passare di secoli, non il giunta per
anco a colpire l'occhio dell' uomo; e, fo.'se, non vi
arrjyerù mai, per quanto Iongamenle possa durare la
nostra specie; e per quanto guizzi rapida la luce, in
suo corso, al pari del fulmine. Tanto è vero che la
supei'bia è natural figlia dell' ignol'anza.
Lo stesso dicasi delle nazioni . Chi è esperto d' i·
storia, uon ignora che ciascuno dei diversi popoli può
l'accogliere, dalle vetuste sue tradizioni, il vanto di
essere stato il popolo prediletto; e ciò, tanto più vallitosamente, quanto più coteste tradizioni rimontano
ai tempi primith;i. E per essere sinceri, bisogna confessaI'e che le genti italiche non istetlero, né per fa .. '
tica, né per modestia, dal far valere, sopra ogni altra, le loro preten~ioni; non solo per quanto riguarda la supel'ioritit delle origini, provate con doeu-
267
menti reperibili soltanto nell'equivoca frase di qualche
mitolorrica panzana: ma, eziandio, per ciò che l'i"uard: la prevalenza dei futuri destini, maturati al
fatuo riflesso della fosforescenza passata. Talchè ci accade di scorgere il nostro misel'o paese, ridesto aFpena dal lorpore in cui l'avevano cullato, per tanto
tempo, le braccia letali del pontificato e dell' impero,
farsi baldanzosamente a pretendere il primato, per bocca
de' suoi pii. clamorosi banditori. l\è si può dire che
lale burbanza infantile, fosse produtta dal febrile delirio
di una setta esclusiva, e retrograda; chè, pUl' troppo,
si rileva l'a dalle prime pulsazioni di tutta la nazione.
1\'0; non fu solo Gioberti a predicare il Primalo cl' Jlalia sollO li auspicii, troppo ortodossi, di Dio e
del papa: ma eziandio il Ma"iui, pur credendo pro·
fessare la più contraria dottrina, pretenderebbe som·
moyere il mondo diell'o l' iniziativa italiana, sono Ii
auspici i, Iroppo poetici, di Dio e del popolo. Così, chi
per una ragione, e chi per l'altra, i patrioti dei di'Cl'si partiti si vedono preoccupati tutti, in Italia, àello
slrano concello che questo paese debba precedere li
alll'i nella "ia della libertà e della filosofia. Il che sarebbe da attendel'si sol quando pOlesse verificarsi, all a
lettera, il detto evangelico, che li ultimi saranno i
1J1'imi.
Imperocchè, a dir vero, chi voglia farsi a studiare,
senza pregiudizio d'orgoglio nazionale, lo stato in cui
giace In patria .nostra, non potrà a meno di sco~gere
qllanl' essa sia prost!'ata in fondo d'ogni miseria. Il
core gronda sangue a pensal'\'i. Ma , a che giova dis-
268
simularlo ? Non è col negare le malattie, che le si
possano guarire: anzi, questo è il modo più acconcio
a renderle insanabili. Non è ragionevole l' atTello, non
è sincera la pietà , che non lascia scorgere al figlio,
le piaghe ond' è lacerato il corpo della madre. Se mia
madre giacesse inferma, 'io stimerei pietoso colui che
le si tenesse d'accanto, per farle amorevolmente coml' rendere lo stalo suo, onde persuaderla a prendere li
opportuni rimedii, ed a procedere guardinga. E nii
adonterei conlro lo scempio zelo di chi tentasse convincerla ch' essa è più rohusta d'ogni altra, per ispingerla, così, a pigliare temerariamente la CO I'sa.
Le sciagure, materiali e morali, onde sono straziati,
oggidi, i divCl'si popoli, derivano, solo, dall' ignoranza
e dalla schiavitù, in cui giaciono tuttavia depressi ;
come replicate volte ho già della. Tanl' è l'ero, che
esse cominciano, alla fine, a farsi sentire 101'0 sempre
più dolorosamente, e a divenire più incresciose, mano
mano che soffia più forte questo nuovo alito di libertà,
c che si ditTunde sul mondo la fatai luce dei nuovi
tempi. E, per uscire dalle tenebre dell' ignoranza, o
l,cr fl'angel'e le catene della schiavitù, l'orrassi 'far
guida e maestra l' Italia nostra, che geme ancora sotto
il molteplice giogo di tanti padroni politici; e, per
amore o pel' forza, fa anCOra sgabello, del suo corpo,
a quel pOlere religioso il quale, altro non è, ed allro
non può essere, se non la negazione personificata di
o~ni progresso civile e scientifico? Anzicchè pl'ecedere
le all1'e nazioni nella lol.ta, omai irl'evocabi lmente impt'gnnl::l, fra il privilegio c l'eguaglianza, ft'a il pl'C-
269
dominio della conquista e l' istinto della nazionalità ,
fra il diritto al libero escrcizio della ragione
e il do"m
a
"
o
della "olonlaria sommissione nella cieca fede; l' Italia,
deve percorrere ancora lunghissima via, prima di raggiungere quelle altl'e nazioni, che, da secoli, hanno
accolte le slogale membra nella voluta individualitù
nazionale, e si sono sciolte, da secoli, dalle stringhe
omicide del buddismo papale, colla conquista del libero esame.
•
Triste me, se tal uno volesse scorgere, in queste
mie schiette considerazioni, men tenero e men figliaiç.
atTello yerSO la patria nostl'a; alla quale dobbiamo, in.\'Cce, un amore tanto più forte, e più operoso, quant' essa
e più misera; ed ha, per conseguenza, più urgenle bisogno dell'opera nostra. Il l'iiI beato delli uomini mi
stimerei, se potessi, col. sacrificio della vita, alleviarle
anche solo un affanno, ed aggiungerle un nuovo iitolo di gloria; o fal'la progredire di un passo sulla vi a
della liberti., in cui già la precedono le nazioni sol'elle: e spero che i Icttori non a\Tanno bisogno di
ulteriori proteste, pel' credere alle mie commosse pal'aie. Ma, appunto per questo , ho sentito più grave il
dovere di scostarmi dalla mala consuetudine in cui si
tennero, per troppo lungo tempo, i miei compatrioti;
di abbandonarsi ad adulazioni, non saprei dire, se più
insulse, o pii. perniciose. Abbiamo ancora il capo
tutto lacero, per le tante sofferte ferite; ed imece di
sopportare in pace le bende, onde potrebbero onorevolmente medicarcelo i fratelli noslri, con sllperbo delirio giù vorremmo fecingerlo, di regale diadema,; pre ..
270
tendendo metterei dinanzi alli allei, e far ,-alcl'c, (hm
tl'atto, il (tirillo d'una fantastica iniziativa. Abbiamo
le gambe ancor rolle dalle secolari catene ~ e vogliamo getlCU'e, d' improviso, le benefiche gruccie; presumendo di cosi precedere 'li altri nella gl'ao corsa,
a . nome ili on ancor più fantastico primato.
E non è questo, invcce, il modo di esporsi al ludihrio dclle gcnti?
lo parlo così, perchè temo che li infortuni i delle
passate rivoluzioni, pcr quanto orl'endi, non abbiano
ancora portato sufficiente ammaestramento. Se, da l'una
pa"te, io vedo che il nostro popola non ha anCO"a
belle appreso quanto sia fatale l'affidare la propria
sa"ezza ad altri che ai popoli; e, quindi, non ha anCOt'a risolutamente abbracciato il vessillo della democrazia; dall' altra, io scorgo che esso non sente, per
aneo , la neçcssi!.à di riconoscere, sul serio, il nuovo
ùogma dcll: hlleanza fra lc nazioni; se non per far valere la vana pretensione di un impossibile primato
. sulli altl'i popoli. (1) Ncssuno più di me prova pungente il desiderio che l'Italia nostra compia, e a dismisura, il dehito suo, nella gran lotta deU'emancipazione
universale. Ma, in pari tempo, non posso disconoscere
quanto sia irragionevole il voler accordare al\' Italia
(-I) Anch e Quille', il quale pur tanto ci ama, Ile fa amaro l'ilUpl'o~
vero, pcr siffalta IlOSU'3 pretcnsionc:« Excès d'humillté et d'orgueil:
sup" thnalic ou scrvitude: tf:lle est la chance Glii acccplc !' I!f1lic ..
Ile vou!ant dcn dc tempél'é, ui d<ll!s sa [ol'tune, Ili da!lS s:ll'uinc }l ,
- y, Rél'oluliol!s d' llfl.l{('J VoI. I.
.
27t
il diriUo esclUSIVO ll'iniziati"a; o privilegiarla di Ull
primato, sempre in3iuslo ed olll'aggioso alle nazioni
sorelle; sia che gli si yoglia dare, a pretesto,
il
dirillo di"ino del papa; o le avite tradizioni del
popolo.
:\on si creùa ch' io supponga, pC!' questo,. una relatÌ\'a
inferiorità nel caraltere e nell' ingegno delli italiani.
Tutl' allro. Se la moùestia, che de\'esi naturalmente
osservare nelle cose nos("e, non mi consente di ripetere la Iroppo lusinghiera assm'ziVlle di Stendhall, il quale
affermò che « un dato numero di romani, tolti a caso,
saranno sempl'e superiori allo. stesso numero d'uomini
di altre nazioni »; (1) sono però convinto, quanto
chicchessia, che, a circostanze pal:i, essi non saranno
certo inferiori. E non mi mancherebbero i fai ti, da
cital'e, ad ogni epoca dell' isto,'ia, per cOll\'ulidare l'onol'cyole giudizio. Per il che, se yenisse il caso, saprei
benissimo anch' io compilare Ulla sincera ed affettuosa
apologia della patria nostra. E, senza risalire tropp' allo
nell' antica istoria di Roma, saprei, ad esempio, ricordare, col Gioia, come il genio italiano sia valso co' suoi
lampi, a rischiaI'are di t!"atto in tI'atto le tenelll'e onde fu il
mondo ricoperto per lunghissimo evo. Fu dall'Italia
che surse, in Etu'opa, il primo grido di libertà. Mentre
tutte le na~ioni piegavano il collo sotto la spada dci
conquistatori, e la terra,
p8l~
poco, non presentava più
che lo- spettacolo di città incendiate e distl'Ulte; soli
(I) « Un cCI'taiu nOillbrc de romllins, pr.ìs au hasal'ù,
:3irGlll. t
leujours supéricul's il. JlurcjJ ilo:nlJro d'homnH's des autl'es Ilo.!.ions »_
~,H2
popoli della Venezia, l'icovrandosi f,'a le lagune delj'Adriatico, seppe,'o sottrarsi al giogo di quel superbo,
che dicev. non crcscerebbe più l'erba o,'e fosse passato il , suo ca\'allo, Il bel paese risonava già tutto del
canto, o,' 6e,'o ed 01' voluttuoso, dei nostri poeti ,
quando alle altre nazioni' era tuLlavia sconosciuta ogni
lll~inga di poesia, Li archi, le statue, le pitture , i
templi, i mausolei, s' ergevano maestosi sull' Italia ,
'Iuando alt,'ove non si vedevano surgere che umili
capanne, La filosofia sgombrò in Italia il campo delle
sèienze sperimentali dai pregiudizii dell' antico empirismo, mentre li altri popoli cominciavano appena ad
avere le più elementari nozioni di quelli ardui studii,
È dall' Italia che nacquero i Colombi, i Vespueci, i
Cabot, i Vt1'ezzani, i quali seppero, pei primi, dare
ad una metà del globo l'incredibile contezza dell'altra
metà, II dominio dei mari restò, per secoli, pal,'imonio
d'Halia; da cui solo più tardi l'eredirarono le altre na~ioni , Le Fiandre, l' Inghiltel'l'a, la Francia, ricevettero
dall'Italia quelle manifatture, che portarono in seguito
a tanta pe,'fezione (I),
E, ,'enendo a tempi a noi più vicini , saprei ricor-
due, col Mamiani, come una sola città dell' Italia abbia
dato alle arti un Guido, un Guercino, tre Càracci, un
Domenichino; e poi sopravivere a quelle scole rivali,
e splendere di nuova luce col Cica"Qi
" , con lo Schidone, col Tiepolo, col Salvator Rosa, Saprei ricordare
( 'I) GIOIA, Quale dd govemi li{J(t' i meglio cant'eflga çtll' l!.aUa;
P;15Slffi ,
27ii
come, in pari tempo, l' Italia, con Galileo e co' suoi
discepoli, abbia emancipato il pensiero, fondato i metodi, riformati li studii, iniziale tutte le scienze natu-
rali, Saprei ricordare quell' eletta schim'a di alti e forti
intelletti, Don inferiori ai primi delle altre nazioni:
Alfieri, Volta, Galvani, Spallanzani, Filangieri, Lang,'agia,
Pa,'ini, E non sono ancora finite le nostre glorie, L'Italia
divisa, e collo straniero sul do,'so, entra arditamente
nelle "ie della riforma, Né solo vi entra, ma sa inoltrarvisi cosi da proporre cd iniziare gran numero di
sociali migIioramentf. Li ,tudii economici in Italia fio,'iscono; in Italia si perfezionano i metodi dei publici
censimenti; il diritto criminale, illuminato dalla filosofia,
s'informa dei dettami della giustizia (1)'
Né li italiani soltanto; ma parecchi insigni stranieri
resero alla patria nostra le più entusiastiche prove di
ono,'e, Quel medesimo Lamartine, che, venuto un gio,'no
a visitare l'Italia, né scorgendovi cosa di cui potesse
congratularsi nelle sue condizioni odierne, pensò farle
cortese complemento col ricorda,'c le sue passate gran(4) 'L S aggi di filo sofia c'·vile, lolti dalli Alli dett' Academia
della {llo sof.a t1alica, Il. 43i. - I leUori possono agevolmente
comprendere che, volendo scrivere in onore dell' halia nostra,
acconono in troppo stcl'mìnala copia li autori da cllinmare quai
testim onii. Per cui, a tosliermi più pl'e5l0 dall' imba razzo della
scelta, mi sono deciso attenermi li !lrimi due clie, a caso, mi
capitaro no solto mano. Questa è r unica rasione per cui ho citato
il Mamiani ed il Gioia, di preferenza dcIIi altri mille. T31lto lliil
che sono entrambi, Jler diverse r"sioni, assai competenti, per li
uomini delle più opposte doltrine.
27))
274
dezze; onei' ebbe a chiama.la la terra dei morti; complimento che, inteq1l'etato in sinistra parte,. provocò da
parte anco dei nostri migliori, tan lo permalose proteste; <luci medesimo Lamartine, io dico, Ila ben saputo
dichiarare, altre vo lle, che l' llalia il la S&""ce des 'U<tions, la 1·eine, la mere commune; aggiungendo che:.
de lo"e ce 9lti nai! granel, san ombre ese la pae,·ie. E<l
il Fahas, enfaticamenie sostenne che; se s'a"esse a sopprimere dal passato il genio italiano, la civiltà europea:
ne resterebbe incompleta, nlQnca, @sclll'ata; ed, a sopprimerlo per l'avvenire, la civiltà ",uropea ne resterebbe
compromessa; imperocchè, fra le naz~oni tulle, è ancora
l'Italia, cluella che possiede le individualità più potenti (1).
Questi , a me sembrano sì alti encomi;, da potei'
mandare sodisfatla ogni più schizzinosa suscettività naziouale, E, volendo, si potrebbe continua,'e all' infinitO'
nelle lusinghie,'e citazioni, Ma,. l'CI' essere sinceri', bisogna convenire, che li stessi. più caldi ammirator'
della patria nostra, non osarono dissimulare le sue attuali miserie, E, poichè si tratta di una verità troppo
ingrata, laseie,'ò in disparte le osservazioni delli stra(I) Ecco le sue parole:!( Rélran chez du pa-ssé le gé nie itaEell,.
la civilisal ion euroJléen ne f este incompléte, boileuse, terne :- rétrancht'z-Ie de l'av-en ir, la civilisation européenne s'altere el se
d~grade . Parmi les natiolls eU rOIJéennes, c'est encore l'Italie qui
}losséde les organisillion sUlléricures »), - Anche lort! Byronall'..aV<l il nostro lHICSe,. come una seconda potria ~ R.om ~ J my
l
tOII1!11'y _
mel'1, e solo ricorderò ' quanl' ebbero onestamente a
confessare i due pat,'ioti, da cui tolsi il caldo panegirico, testè riferito.
Dirò, dunque, che il Mamiani, in mezzo a tanlR
ammil'uzione, non potè a meno di riconoscere che,
all' Italia , • crehbero i ceppi, mentre alli altri popoli
cresceva la civiltà » . Per il che, ne lamenta « i costumi sempre più imbelli, la servitù più profonda, l'ozio c la lascivia dapertullo " E finisce pe,' esclamare;
• Che sarebbe della scienza in Italia, da t,'enl' anni in
qua , se i più vivi raggi di essa non le fossero V(lnuti dal di fuori? • (I)
Ed il Gioia, che fu più effuso nella lode, non manca
di mostrarsi più eloquente nel rimpianto; e le piaghe
ch' egli trova sull' Italia di· mezzo secolo fa, quasi tutte
sussistono, pur troppo, anche oggidì; per cui, escluso
in parte ciò che riguarda il Piemonte, si direbbe che
lo scritto del yalente economista porti la data dell' ogg' ,
lo \"Cdo reguare sull' Italia, egli dice, constituzioni
assurde, consuetudini bizzarre, usi stravaganti; un
rimescolamento insensato di sacro e di profano.; la
giurisprudenza romana unita alle massim~ della tirannia;
il diritto civile e politico in contl'adizione colla rehnione dominante ; la feodalità inasprita piuttosto, per
le sue perdite, che interamente distrutta; mille leggi
d'eccezione, per una di principio; mille leggi interpretati"e, pe,' una fondamentale; i costumi in opposizione colle leggi ; le leggi in conlradizione fra loro;
(I) V. S(t!J[li di filosofia , 11. ,13i e .Jf:)7.
277
276
i' arbilrio accanto al diritto; mille barbari regolamenti
che disseccano la fon te delle ricchezze, ed impediscono
all' agl'icnltura di fertilizzare i campi, ed alle derrate
di scambiarsi libCl'amente, lo ,'edo il clero ingoial'c
un terzo dei beni nazionali, in premio delle tcnebrc
che sparge sul popolo; le imposte pesare iniquamente
sulle classi più bisognose; le prigioni apel'lc per chiunque
osa invocare giustizia e libétiì: Sem>J'cte le varie pro"incie d'Italia; e vi scorgerete le traccic evidenti dell' antica barbarie: qui, la supcrstizione del secolo duodecimo; là, l'ignoranza del decimo e del nono, In
!talia' sonsi introdntte, è vero, ~olle dottrine a dispetto
dell' inc[uisizione, che pur tuttavia sussiste in qualche sua
parte; ma non sono diffuse sopra le classi del popolo, percllè, alle ragioni delli scrittori, si risponde, sinora,
coll' esilio e col ca l'cere ; attendendo i nostri padroni
a fomentare, con ogni mezzo, l'ignoranza; senza cui
non potrebbe durare più oltre la schiavitù, Napoli, che
sotto i legislatori greci formava la delizia e l' ammirazione delli stranieri, la scola delle arti e delle scienze,
il cel;tro, da cui il commercio traeva le produzioni
pi ù rare e più prezlose, or giace in tanta degl'adazione, che fa raccapriccio a pensarvi. Roma, che fu
mad re cosi feconda di eroi, or geme, da secoli, sotto
la V'Crga sacerdotale; onde la sua antica maestà è
~epolta nella poh'ere, le provincie vuote d'abitatori,
le campagne prive di cultura, i porti spogli di bastimenti, Firenze, già culla delle arti e soggiorno della
libertà, ha perduto ogni gloria; e pare non sappia più
produrre alcun genio. Venezia che fèce, da ~ola , un
,
llo di tutta Europa, giace
commercio superIOre a que
Piacenza celebre nelle
d 'nviso domma tore,
,
concuIcata a I
,
d l tiranno Pietro Farnese;
"
essersi IIbel'ata a
, ' L
IstOl'le per
al di sotto di ogni lUlSCl'la, a
è caduta, con Parma,
ltura vede la maggior
fertile ma senza cu
,
Sal'degna,
, , ' t' dalla nobiltà c dal clero.
'
a
i
belli
IO"Ola
I
parte de su
' ''d'I l' la bella favorita della
" 'l' '\ (l'ranalO
ta la,
La ~ICI la, I" "
, d o da fare pietà (,I ),
, trova VIlipesa pel mo
natura, SI
l
dell'Italia li UODlini che l' hanDo
Ecco, come par ano
, piil _randi servigi. Si
.,
e che le resero l
v
plU amata, , dire. che la nostra letteratura venne
potrebbe, anZI,
ila severa enumerazione delle noiniziata, appunto, co
d ' " arditi riformatori ; instre miserie, per Iloce.a el p'"
l d . (overni li!Jcri meglio convenga ali' lf(,l~·(~.
et 9 li
dozzina di eloquentissime paSlile
_ Vedi, in prOpOSito, que, a F
t . hiude la sua Appendic e
(~) GIOIA, Qua ~
..'
'0 Ausol1lO ; rane \I c
.
con CUI' amico mi
. l'
Bisognerebbe riporlar1e (l'll,
aUa flosofia delle scuole tla tan to . probabile cbe i miei lellor i
lo se non fosse ass:n
.
'2
almeno per sun,
.
'l' S'no dai lJrimi mesI del ~S5 . ~
nella loro mtegrl il. I
.
le conoscano
.
la al mio libro su Giober tI.
. ·l b ·SO/'P {\O di fare una no
'\
io bo sentito I , I l).
delli italiani sopra questo scrittore ;. '.
per chiamare \ at~enzlOne
)ubUcalo cbe poche pati ne dt
quale, bencbè non avesse, . all~ra., 1 rcsentiya destinato ad cscrcl~
cose pedagogiche e gramallcal.1, IO ]l
Ilo sviluppo <leile idee
d
salutare mfluenza su
..
lare una gran e e
E . molti lavori da. lui già COffijlltl,
e
filosofiche nel Do~tro .paes . ~31 ODO a aarc la più ampia co{\~
in si breve spazIo di tempo"
g .\ ome di Ausonio Franchi
ferma al mio giudizio. A qlle.sl orla, l. n otoDi amico di libertà ;
•
. aro in Itaha e uorl, ad l)
..
suona gia :ISsai C ,
.. '
/'P. e od a' suoi meD lOgiCI
ed assai formidabile ai nemiCI dena r3l)10n ,
cultori.
278
cominciando dal Sàvonarola; incominciando anzi d' I
lladl'e Dante ; il quale Don si mostl'ò mai t.ant~ eloq~en~
1l~! n~a l1 eggiO della lingua noyella, come <)uando SC3~"OSSI contl'o le diver~e città italiane. E nessuno,
~lIlo~'a , . ~la pensato accusarlo di poco patriotismo , per
'~ \ el SCllltO, ID note Immortali , che Pisa è il vit"pe' ,IO detle geni'; che FIrenze è sì triste che sin nel] ~ n ferllO ~t .nm~ze suo si spande; e che i genovesi
son~ tWllmli d.vp,r'8i, l,ieni d' ogni magagna' sicché
merI terebbero d'essere dal mondo 81'e"8i,
'
l D' onde mai venue, dunque, tra li odierni scrittori ,
a smallla d, voler elevare, d' un tratto, questa pO"fra
martll'e , al primato delle nazioni 9
, Il ,disSi già. Questi politici di ~uovo stampo, anzlcch~ attendCl'e gravemente allo studio delle attuali
mISerie, ?n~e farsi, con pietosa cura, a sollevarle; si
sono laSCIatI gonfiare la testa dalla boria delle memorie
passate: e perché, altre volte, Roma fu dominatl'ice del
mondo , colla morale sonintendenza del pontificato, o
colla materIale conquista dell' imperio; essi credono che
lIoma Sia destinata a primeggiare anca in avvenire
sopra tutte le genti, a nome di altri, ed opposti prin:
CIp": Sono pure, dal più al meno, democratici cotesti
pubhClstl; eppure non s'accorgono che, a voler privilegIare l' Italia di una preponderanza pel futuro, in
forza , della sua preponderanza passata, somigliano alli
estre~l ,rampolli delle antiche famiglie feodali; i quali ,
benche amaI l'Idutti all' indigenza, ,"orl'ebbero esercitare
tuttavia il predominio delli avi; od, almeno. ostentarne
'
la boria.
279
L'influenza esercitata da Roma s ulle altre nazioni,
è troppo pagana, se si pa!'la dell'evo antico; ed è tl'OppO
catolica, se si tralla del medio evo, Per il che, ora
che quelle credenze sono del tutto spente, o quasi; ora
che l'ingegno umano si affatica per inaugurare nel
mondo una religione novella, la missione che Roma perdelle pcr la senile lascivia dell' idolatria sacerdo~le, è
passata, di Iilrmo, ad aUra nazione.
E quale sarà la Roma novella?
~on esi lO a dil'lo: la Roma novella è pa.rigi.
So bene ehe queSila franca asserzione non piacerà
alla ma"ior parle de' miei compaLrioti; perché so
. o, se nn.
ehe essa""offende molte nazionali prevensiolll;
è lecitI} il dirlo, molti vulgari pregÌlulizii. Sinora, non
si è yo1ulO, o Hon si è saputo, distinguere come si
dOHebbe, i fatti materiali che si SOllO compiuti nel
corso dell' isloria, e che si vanno ll.ltta,'ia compiendo, PC"
opera dei pochi che indegnamente sO"lrastano ai destini
della nazione; ~alla mOI'ale influenza che , conscIamente,
od inconsciamente, ese,rcita la nazione slessa. Da ciò la
tanta di\'ersità di giudizio, fra quelli che maledicono alla
Francia, chiamandola corrutrice, versatile, fatale alla
libertà del mondo: e li altri che l'acclamano, invèce,
come la stella polal'e ; anzi come il CI'is!o delle nazioni,
Si enorme discrepanza di opiDioni e di sentImentI ,
dipende da un equivoco, tanto più strano, qnant' esso
è più semplice; eppnre sì universale, e sì dillturno,
Li uni, e li altri, considerano la questione salto un
diverso punto di vista; ed è, qnindi, naturalissimo
se ne portano cosi diversa sentenza. La meraviglia
28\
280
si è che, in tanto tempo, e fra tanla gente, non siasi
mai IrovalO un galantu~mo che avesse il semplice buon
senso di far riflettere I ai dissenzienti, che potevano
llene aver tulti ragion'e, senza, per ahro, riescil' mai
ad intendersi; finché si facevano a giudicare la questione sotto cosi contrarii aspetti, Per lJle, confesso
che, .ogni volta mi accade veder disputare intorno ai
merili della Francia, e che odo li uni imprecare
conll'O di essa pm'chè, non paga di stuprare la liber,tà
in casa propria, ha varcato più volte le Alpi, per
andare a stl'ozzarla in casa altrui; ed ascollo altri,
invece, a benedirla come (Iuella che, a cosIo di
tanto sangue e di tanti sacrifici i , va spargendo 11cr
tlllto il mondo i germi preziosi di libertà, mi pat'C
sempl'e di assistm'e alle querele di una povera madI'e: la quale, a chi le viene celebrando la potenza
animatrice e fecondatrice delle aque, risponda, coi
singhiozzi, che, in una sciagurata occasione, il fiume
ha travolto nelle sue onde il figlio di una dilella
amica, od il proprio, E, chi potrebbe dar torto a
quella misera donna, se crede poler con dh'illo sostenere che le correnti sono micidiali; e se, pel' ciò,
tenia distoglierne li altri giovani, cl1e vede presti ad
affidarvisi ? Ma, si dirà, per questo, che hanno meno
l'agione coloro che, senza negare quei tristi falli, pnl'
continuano a riconoscere le feconde forze delle fiumane?
E questa fiumana che, por troppo, dilatassi, e forse
ancora dilaterassi, ad affogare qualche libero popolo,
senza cessare, per questo, di esercitare sua benefica
inRuenza su lutta l:t lerra;
la francia,
(Iuesta fiumana, io dico; è
' l enle si arreslano al maleriale
Coloro che superficla m I
' efbaloio dell' isloria
, d'
'nel 'ampIo s
,
anicendarsl e~ caSI,
t IpO copiosa di falli, I
cco~bere messe l'al
' '
possono ra"
l'
l e lo spre"io e l'odIO conl
ad a Imen al'
"
,
quab va gano
,
"
n(lo dalla fatale venuta
'ODe' IDcommcla
,
11
'ti!
il pOlere pontificio, sIno
tra que a naZI
di Carlo Magno a fa o~zare Formia ed alla ancor
Po
all' iniqno Irallato , dI damn a E lol'~ non mancano,
.. ' '
spedIZIone I om ,
plU IBlqua
, 'd' rammemoral'e con 01',
d le occaSlOm I ,
"
strada .aecn o,
naie d.a Gino Capponi, lO FI, Genova'
"o"lio le campane suo
U ù
.
•
:riO'li ,rilipesi dal Fregoso,
lO..
'
renze, ed I g""
ricordati con SlOgai are
, \'
' ]latri fasll, vengono
,
' d' P I mo le Pasqne dI Verona,
SIOC le, tra I "
,
, l'eSpI'I, I' ,
a er he, li amatori dI'l'h
'
compIacenza,
I erta,
,
Il
ù'
AlfierI
E vela c
e il ~hsoga o
' ,
',l'immensa epopea
eno dI ammIrale
non possono a m
I 'al<e ad inau"lU'are un'era
, l'
,la qua e v,.'
"
della rIvo nZlOne ,
,
l'intera Eul
l' la Franew, ma per
novella, non so o pe
'ono che quella nazione
,
l' si SOO'lTlUllf'l'
ropa, Pero,
allc l es
""" ,
.. d Il' aquila
, .. d "onizzare sotto h strazll e
• commclO a a"
l l'h t' col pretesto della
'l
h tra!lpaVa a I er a,
imperla e, c e s ,
" b hon'l~ che Slrappava
,
Il l' IpOel'l<la or
"",
gloria: pOI so o
•
le"ittimità' poi solto la
la "loria col \lteteslo della"
'l', del popolo
"
,
he alla sonaDl ,a
'
ciurmeria orleanese, c ' .
. sotto la l'eazione
,
,del bote"alO; pOI
SUl'l'ogava l USUI a
,
che accanlo alla bottega delmascherata da repubh~aì
; , pel' morire senza Oliare
l'ebreo, pOJleva qu~lIba e pr;e~~ or-ie pretoriane, ul(Ii sepoltura fra l e rezza
"
285
282
tima delle servitù, suprema delle infamie " Quella
nazione cominciò ad agonizzare, essi dicono, « quando
llssisleva fl'eddamcrile all' inaugurazione del monumento
di V.terloo; e, cantando spiritosi rÌlornelli, accoglieva
due volte cosacchi., l,,'ussiani c tedeschi: quando, colla
1Jandierrr constituzionale, l'ecavasi a distruggere la constituzione in Ispagna; quando promulgava il principio
di non intervento , a favore dci liberi popoli; ed assisteva, colle armi al braccio, all' eccidio d' Italia; quando
prometteva che la Polonia non peri l'ebbe, e scriveva
lettel'e di complimento allo CZa!', fl'a l'incendio di Varsa"ia; quando, chiamata dal sllffragio universale a dal'
base alle libertà del mondo, crcava un' assemblea di
mercanti e di saereslani che restaura,'ano il ghetto in
Parigi, e l'inquisizione a Roma " Siechè conchiudono che essa ha cessalo di esistere, « quando piacque ad un avventuriero di pestarle il calcagno ,sulla
fl'onte; dopo av.erla svcrgognata, battuta, e messa alr asta publica, per mezzo de' suoi manigoldi "
La F.rancia, dunque, dopo la lunga agonia qui dcscritta, è divenuta cadavere, proprio nella notte del
primo decembl'e 18tH?
Cosi fu detto, e stampato, da uomini di molto inge.gno, e di rara eloquenza; e cosi vcnne ripetuto dalla
turba dei vulgari politici; i quali proferirono sentenza di
morte contl'o un intero popolo, con tanto più baldo
sussiego, quanto sono più innegabili le ennmerate accuse, Ma, per tornare alla nostra simililudine, si pUlÌ
egli dire che vada dispersa, o che resti infeconda, la
corrente, perchè, in suo corso, abbia avuto la sventlll'a
di faI' qualche yi!tima?
, c' to \lernicioSO alla li- '
sarehbe !'Ics I
'
Vedendo quanto,
,
' 'mprovidamente SUSCI,
I
eli' OdIO COSI I
'
herti! umversa e (\U
"
O mi sono creduto 1Il
la FrancIa, I
d' '
tato allora contro
a i miei concitta IDI;
e in avvertenz
. .
do,ere di mettern
"
'una lettera; in CUI mI
' t a quel "IOrnl,
I 'l 'e
ed ho pubI Ica o,
"fosse irra"ionevo e I Cl ,
ro,are
(\uanto
"
in"e~navO dI p
, da un giorno all' aItro,
" "
lo possa morire,
'd
dere che un popo
t fosse illogico il gl'I are
, d' 'd o' quan o
' ..
come un tn IVI U ,
l"
acclama,'a ieri, ,COI plU
,
' " ' contro c 11 SI ·
.. d'
anatema" In oogl: 'chè invero, quelli che plU IspeclamoroSI osanna , pel
, 'l Colpo di Slato, furono
rarono della FranCIa dopo I ,
fidenti nel prossimo
"
.. Sl mostra" ano
f
i medeSimi che Il'u ,il uale credevano doyesse ~trionfo (IcI soclahsmo , Iql lezioni del maggio \ 852,
, d ora fissa co e e
"I
e
feuuarsl a
" l ra"ioni pel' CUI I tem,
ello
scrltlo,
e
'"
'
Spiegava, !Il qu
enza anche la successn'a
, e per cousegu ~ ,
.
rado tentalIVO, "
", favore (\el Bonaparte; senza
votazione, fossero rle,sci tl I~: si l,ossa dire che la Franche pel restaurato Impe 'l
bb'la cessato di eserCl, ,
,
eppure Cle a
"
eia sIa morta, e n
'favore della democrazia unltare la sua influenza, In '
versale (1). "
'
d' compressione si ,-idero,
Inauditi fallI dI l'eaZlone e F'
'a e dalla Francia;
)' ere in l'aOCl,
..
e si yedranno, co ml 1
d I delle moltitudlm, Ma
ed lÌ ciò che ' fornm lo scan a o
l Democ1'a:=ia (U1'0IJca . - Torino
(I) Y. Il Colpo di S~al~ Se5" ~ Spero che i \)iù benevoli f.ra ~
~S";)I; e Geno,,:;!: ge nnaio. 'd: overchia immodestia, se qUI mi
lettori non mi farann o cancQ r I :
posteriori , ,ublicati su qu el
S ritti
,errnc\lo di ossef'liare cO~Le' ltl slr', fauto d (le\\a democrnia fran~
t
,
dai niu I U
'
.
tri ~ l C 3\'\' f'OI fficnto,
l'
284
in queste assidue lotte, impegnate in favore della libertà e dell' emancipazione universale, i saggi sanno
scorgere ben altro che la condanna di morte contro
il popolo che le sostiene; per la ragione che esso
non ha ancora sapnto riportare la vittoria; o, riportata, non ha saputo conservarla più a lnngo, In questi
conlinui sussuhi, essi scorgono, al contrario, i sintomi
di uua vita novella; che è costrelta a fremere ancora
per poco, SOltO l' incubo del passato, e che anela a manifestarsi definitivamente per l'avvenire, Se la nazione
francese, benchè così grande, non surge a battaglia
ogni volta che piacerebbe a' suoi improvidi amici;
ossia, ogni volta che vi è provocata da'suoi implacabili nemici; non si può affermare, per questo, che
essa giaccia rassegnata nella schiavitù, E se, quando
si riscuote, non raggiunge sempre il pl'ezzo de' suoi
sacrificii e del suo sangue, nOIl è lecito conchiuderne
ch' essa sia divenuta impotente, La democrazia, è inutile dissimularselo, non ha per anco raggiunto, neppur là, quella preponderanza di forze che è necessaria
IleI' combattere con duraturo successo, contro le armi
opposte dall' immane moltitudine; la ([oale è costretta
di obedire a chi tiene a sua disposizione l'esercito,
ed ha tanti gendarmi che bastano , a preoccupare le
tese, come i.ouis B/ane, Villar Hugo, ProudlIon, Ferrari, Scùrel( ileI' c('{' ,: abbiano pienamente confermalo l' apprezial i o~ sui f~Ui
l'~S~ ... tjJ c le \l\'p\'isìoni sui f.l Ui avvenire, che io aveva esposto,
di rci solo per inspira1. ion e .di selJtimento, nell' opuscoleuo dellato
a jlrerillizlo in quei gior ni ili !'i 3ngoscios3: concitazione.
, ,
l' dere \' aula parlamentare ,. a
'
,
eltt'! a c l\U
,-ie dl una
< '.
t'na'lo (\i. l'annresentantl
te dI un cen I
\"l'
violare le por , .' d' t" c."ionati dalla soldatesca,
, mblll Isas Il, ,~
l d
Però cotesti o
, , Cile se ciò ma gra o,
'.
. f 'ono prevISti.'
.
dai vert saggI Ul . ,
l
Ina è di quei generOSI ,
eveml'e a CO l'
non si seppero pr
'fitt.re della momentanea
i qua,li non p~nsa~ono e;r~isf~rsi del più pericoloso ,
,ittOl'lll della libertà" P l II l'lbertà' l' .rmata pereOllCO (e a
'
anzi deU' UDlCO, n
,
l'lllel'"l si credevano
p'l'esslerano
,
,
manente (l), OIC le
Il forza la libert,! ai popoli
in dovere di portare co' ad'
che biso"nasse tenersi
, d Imeno ere e\ ano
~,
Ed
fratelli; o , a
' .
' dii' Eurona dispotIca, ,
,,
t o le \1lmacele e
"
l
agguerrIli con r
"'
Solo ebbero torto ne non
in fondo , a,'e,ano, ra~~~~e'altra maniera di forza, meno
a,'ere salmto trovaI su
't stanziale' non hanno
"
d'
lIa dell'esercl o
'..
'
libertlclda" I que, \"3lera nazione, come sta eras l
<anuto mlhtarlzz are I
"
Itre epoche più gran ;
- "
d"
successO tn a
'
fallO con pro .'glOso .
I anno saputo rendere CIto per dirla tn bre\e, nfon l ldat'l tl!tti i ciltadini, pcr
,
.. Il t" e are so
IItadini tuttI l so l a I,
f o lfilta di nuoVO su a
, " caduta' e u C I
,
lanto, la FranCIa e
d I{O stato d' assedio, come altrI
Cl'oce della prefettura e e
)I.
. pierre Lerou'\.
.,
fatidicbe parole, con CUI
.
(1) Memora\Hh sono le
'\ C Ipo di Stato, Sin dal
\
,
" e a assemblea, I [)
.
'
,
ha preconl17.ato, III p l n
'l'
n'ofl"" nise rien, egli di 55!.',
'8 ' S
La Conslilu lon~"
.
He
'20 settembre .. 'l : «
e civile' }lour le molOS, e
: amener la guerr
,
, ,'ar
elle est de nature .a
' a d'organis~, auiourd'ItUl, que . .
ameoera le desllotlsme. 11 D Y , . '
. lora. ceHe constilu!taR lI ,
t' t mzh lau't qU I c
.
mée~ ce sera le despo lsm
o ' ed il Pl' ojtt d'un e cons r~w.
_ \"edi 11 Mon ilttW di q~el lem~li~ato in seguito dal medeSimo
tioR démocralique et SOC iale, pu
Leroux,
287
28G
già disse, Ma ,questo nou toglie ch'essa debba, coll'iudomita sua parola, farsi redentl'ice del genere umano,
Quindi le anime oneste lll'ovano indicibile disgusto
quando vedono il vulgo ignaro vilipenderla, con stupide imprecazioni; e gridare contl" essa, come già fecero
i giudei contl'O il Cl'isto: dicevi voler salvare li altl'i,
e non hai saputo salvare te stessa ('l) ,
Questo è l' amaro sarcasmo che venne scagliato, in
ogni teOlpO, dai profani, al martirio dcIIi individui, o
dei popoli redentori, E non doveva essere risparmiato
alla Francia, Né valse, a destare nelle turbe più equo
c più umano consiglio, il l'edere l'enorme numero
delle l'i !lime che costò, in qucl paese, l' opel'a liberticida, Siamo, dunque, di buona fede, e vediamo di
Ilortare giudizio più retto sulli altri, almeno col paragone di noi medesimi.
lo credo che la maggioranza dei piemontesi sia illlcomparabilmente più alfetta alla dinastia di Savoia, ed
ai vigenti ordini constituzionali , di quel che fosse la
maggioranza dei francesi devota alla republica; e noo
è cel'to -contro questa opioione, che abbia a temere di
veder surgere più numerosi i contl'uditol'i; ritengo anzi,
che SII questo speciale proposito, i più solleciti a darmi
ragione, saranno quelli chc più dissentono meco sul
l'alol'e della Francia, Ebbene, facciasi, pel' un momento,
l'assurdo si, ma non impossibile supposto, che una
bella notte, in seguito a qualche grande sventura, la
camari lla ausII'o-gesuitica (che nessuno può credere ri(I) V. Mom'/o Je bi(;lio!J/'a.feo del 183Z. N. 3C·31.
"
za e che acquista, aH' occasione , u~~
,lulta aU Impoten " " fOl'01idahile quanto sono plU
forza emmera, tanlo plU"
, " e' in un modo o
' \
alami la ) l'IeSCI.5 ,
"l'avi le pu bI lele c ,
'I
dello Stato; ed ,
",
,
"Iicre di mezzo I capo
"
Dell altro, a to"
d ciascuno pei fatti SUOI ,
al matino Su&scgueo~, lIusce~" () un ]Jroclama sotloscrillo
trovasse, sulh angoli e da CI ,_a, (Clui il SUPllOS tO divcota
tra ItOI e,
,
,
I "lerale
da quaIne
~el'
, r "ente simile non ne fII mal
meno difficile; perocche (,I "d'cesse che il re si era (\0, I
peOUl'la
a mondo) 1Il CUI ,>l I
o condul'l'e lontano ,
, \' d
'o una lortQzZtl,
VIlLO flUC \lU ere I
, l' ,1' rn'oa' o per
'\ aese a rIse HO tll
.
pcrcbè meueva I p , , Cf la non completa soo1l'eccezionale hberallsl\l(}, 0 P "ione qualsiasi, cJw
,
1
a o per a1tra ra"
'
messlone a Jlap,
,
, d ai tempi, A. tale VISt.,
, ,,
rtuna al casI e
)
appala p'" ol'po
to (l'o"\io ammetterlo
lutti li onesti accorrebller~.'f cec:el'e' an~be a costo deUa
"
1
mI \)er ul. '
eo I
,
a nlO'hare
e ar,
' turpemente m8:, r"
, ed il pl'lUClpe, COSI
vita, la patria,
, f
' " in"ombee dalla sol, 'I
le vIe osseI
"
\'
nomessi. 11 a. se
d o S'" '1Itctannata
con fa Si
.
esLa sol atcsca,,,
'
datesca; ma se qll '\'~
, ne d'I qllel moto, ed esal. .
.
su ~ raglO
ordlUl del gIOrno,
'
acqu'avite rimanesse fedele
,
\O' pa"a e c o n '
,
tata con c ppla " "
,
e ciecamente obedisse
aUa tanto vantata d"sc,phna",\ ohi e traditori; come,
,
"
sero pllre saClI e"
SUOI ~apl f .os
, , d"
Iina' e si scagliasSel'o
la nuhtar lSCI-p
,
.
appunto, eSI "e , Ila le""e colla ferocia con Clli
contro i defen?ol'l de"
"", 'dalla "alera' anzi contl'o
, bb
banditI evasI
,,'
,
si assatlre ero
d 'drofobia' (i soldati
, \ f ssero prese a I
',
bestie ferOCI, e le o
d llallno ben mostrato, al,
"
s' del mOli o
, , fi
di tutti I pae l
, d' tanto) sicche, lO llIe
l'occasione, di essere capaCI ,I li sse alla forza' C,,
della cruenta giornata, forza lima C
l
.1
• (T ,
:188
311" ID domam' , fosse proclamato 'lo
'
,
Il OUOyO "OYCrllo _
stato d assedIo' ed
,
c
u,urpalore fos
b
'
stltUitO: _ dicasi ripet '
se, enc o male, Con,
, o , ID buona fed
SCI re fra noi a tanta ' f:'
,
e, se, pCI' rioIII amw, blso"nerebl
'
numero di yittime cos'
,
c
le .are un
I
'
I stel'mlnato qua t
ero III Francia, perchè
'
n e ce ne rol-.,
Stato, Quand'o an'en"ono non ,alndasse fallito il Colpo di
,,
"
" SlIn. l catastrofi 'd,' ,
, l ozzillal!
PolItlcantl rtferiscono il loro ' "
spacci telegrafici qual'
gIUdIZIO al tenore dei di.
, J veoO'ono ID\" r d Il
torlOsa, E quei medesi n' l"
la I a a parte vitI I, C le avrebbero "
acc Iamato alla prima'
l'li! puerilmente
I d
nazIOne dpl mond
I
pol'o o ella terra qllalld ~ "
,o, a l'l'i mo
proprio partito' s~no
110 osse SortIto trionfante il
nano ai più in;ensati ;i~: I, ,appunto , che si abbando_
nel solito gergo che l' perI".' se le notizie recano
'b
,anarc lla "enn
.
'
l'! elli sconfitti
e l'o d"
e sogglOgata, i
, l ' me rIstabilito Q , I
, ,
,
,uaSI c le, non
dlI'O la vita ma l'
,
"
onore ed II m 't d'
,
f,ome dl un indl" 'I'duo
eli o I una nazione
, avessero a d' d
'
fortunato o infelice ' l'
'pen ere dall'esito
.
'
, ( I un combau'
pensa che, se cosi fosse i 'sold '
IInento, E non si
non doy;'ebbero ,,'.
ali che muoiono sul campo
~
' .
plU onorarsI COllie i . ,
.
'
,cherlllrsl come i più imbelli' s
, IlIU l'rodI, ma
l' Ungal'ia, l'Italia e tut'e le '1 e COSI fosse, la Polonia,
,
L
atrena"
l'
da tanto tempo schiave e d'
ZlOm, Cle g.aciono;
a . .'
Isperse non me ' bb
mmu'azlOne e compianto
..',
l'Ilere ero
Se il semplice buon s' ma lISentullento e disprezzo,
'
enso e le Ili '
,
deIl a glUsti'
zia ci apI' d '
u OVVie norme
. '.
, t ren ono che i
l'
IndIVIdui,
possono essere co l''
li
,
pltl da!'e popo
' , I, come
,
versle, publiche o I,ri t
' l'w g.'avl tra.
va e, senza la
anz., mal"l'ado onnl'
,
menoma colpa '
~
~
merito', perch'e non vorremo, o'
,
'289
sapremo più applicare quelle normc medesime, l'iguardo alla Francia? La sola Francia, dunque, contro
la qualc sono pure conversi li sforzi supremi di tuui
li agenti della reazione, sa,'1\ in obligo di trionfar
sempre, contro tutti li attacchi; sotto pena di divenire, d'un Irallo, il ludibrio del genere umano? L'antica e pietosa sentcnza che ad ogni core gentile rende
sacra la causa dei vinti, varrà, dunque, per tutti j ad
eccezione del solo popolo francese? Non basta, a mel'it.rsi la slima e la riconoscenza dei fautori di democl'azia, il sapere chc questo popolo aperse la nuova
,"l'a di libertà, di fratellanza, e di eguaglianza, colla
portenlosa rivoluzione dell' 89; il sapere che, 'dopo di
allora, esso corse alle armi, in difesa di quei principii, quasi tanle volte, quanti sono li anni che vi trasco l'SCI'O ? Ncl 18 ..8 non insurse tre volte, per costringere i successivi governi ad un più equo ordinamento
sociale? E, nel 1849, non dovelle il governo ricorrere
alla mitraglia di Changarnier, per disperdere le moltitudini , ch' eransi sollevate nella speranza di impedire
r eccidio, allora tentato a nostro danno? Q',ale altra
nazione, àl mondo, .fece altretanlo? Forse la Germania ,
o l'Inghilterra, o l' (spagna? E lanto eroismo, e tanti
sacrificii, sal'anno tulti posti in non cale, per la bella
ragione che l'esito non codspose completamente ai
magnanimi sforzi?
È vero, o no, che, nelli scorsi anni, la democrazia
enropea s'aspettava di prendere, a giorno fisso, la re,-incila sulli attuali opprcssori, contando snlle elezioni
francesi, che do,evano farsi nel maggio 1852? 01' bene :
1I0n
49
290
29\
poiché questo fatto è innegabile, l'eSla solo a cercare:
se fossero, o no , ragionnoli, quella universale aspettazione dei reJlublicani, e quel mal celato sgomento
dei reazionari i, Per volere , adesso, sostenere che il
terrore nelli uni, e la lusinga nelli altri, el'ano assurdi , bisognerebbe poter affermare che l'Eul'opa intera sia rimasta, per tanti mesi, in uno Sltlto di stullidità o di demenza. lmperocche, bisogna bene essere
dementi, per aUendere la salute o la perdizione universale, da un fa tto che doveva compiersi, legalmente
e paCIficamente, m un solo paese; quando le vicende
di 'luesto paese non esercilino una grande, ed immediata, influenza, auco salli altl'i. Ma se (IUelIa grande
aspettazione era ragionevole, talchè la riescita della
congiura
che la distrusse parve eccedere o'ni umana
' ,
prevIsIOne; come giustificare le in vettive che sca 'lia, d
fonsl, a tutle parli, dopo il due decembre; non solo
contl'o il colpo liberlicida, ma eziandio conlro tuUa la
Ilazione~ Si, in quel giorno fatale, al parlito democratico toccò un' enorme sconfitta; ond' era lecito a' suoi
adepti di restarne coslernati. ~Ia Irarre ar'omento
perciò, di maledire tutto un popolo, e di ~ crederl~
Ibvenulo, da un giorno alI: altro, men de"no de' suoi
gloriosi destini, no, non è giusto. Odiareù 1a Prancia
perche , cadendo sotto il proditorio allentato del 51
lIon .si. trovò più in grado di porgere, alle oppresse na~
zlOnl, il soccorso che queste, naturalmente, attende.
vansi dal Irionfo della sua democrazia nel tl2, mi
sembra cosi iniquo, come il sarebbe di odiare un
'lmico perchè, sorpreso per' vi a dalli assassini, nOli
~
~
polesse giungere col promesso sussidio, all' epoca convenula.
I fautori del diritto popolare, non meno dei fautori
del diritto divino, furono vinli e dispersi, perché le
moltitudini, disgustale dalli errori immensi che, pur
11'01'1'0, l'l'ansi commessi, da l'una l'arIe e dall'a ltra ,
1I0n poterono essere concitate da quell' ebro entusiasmo:
che è indispensabile, l'CI' esporsi di grand' anllno al
fulmini della milraglia. Li eroi non mancarono, ID
quella tremenda giornata; né mancarono i martiri. Ma
le masse, per le tante ragioni che allrove. ho narralo,
si rassegnarono a fare, pel' poco, esperienza anche
del diritto della forza. Esse vollero provare se la spad~
fosse, eccezionalmente, più efficace a sciogliere le .gravl
questioni politiche, c sociali, che le . garrule dlssen'oni dei diversi partiti avevano quasI fatto parere mZl
.
r l
solubili. Parvero ad esse non affatlo irraglOnevo I e
su.aestioni di coloro, i quali andavano gridando, sulle.
pi:z~e, e per le campagne, che i,' popolo frances~
avrebbe meglio p,'oveduto al I,,'oprlo benessere, e, pm
aperlamente sfidate le potenze dispotiche, e I"IvendlCala
l'onla europea del \8\5, concentrando i poteri nelle
mani di un uomo, il cui nome risonava quale eco d.
guerra" e che li stessi in~eg~i più eminenti, e plU
democratici, avevano conlrlbUlto a rendere ta~to popolare, collo splendore delle loro Istone, e coli IllSplrazione delle loro poesie. Le masse avranno sbagllalo
a credere. che non valesse la pena di sacrificare la
vita per impedire, dopo lante disillusioni, anche quesI' ullimo esperimento, Ma potrebbe anche darSI che,
295
292
nel 101'0 vulgul'e iSLinto, andussCl'o errate assai mellQ
di quel che credono i saggi. Ed evenLi non molLo lon.tani, forse, ce lo proveranno (I),
Ad ogni modo, se si ,'uol portare imparziale giudizio di un popolo, non basta l'andar ricordando l'indegno pl'ocedere dei vincitori; ma bisogna non lasciare inosservata, cziandio, la mirabi le condoLla dei
vinti , Potrà bene il poeta elevare un grido supremo
d' indegnazione, a nome della coscienza umana oltraggiata, e vituperare, col marchio di sua infocata parola,
lo spergiUl'o trionfante, e tutta la turba dei rinegati che
gli stanno d'intorno; cominciando dai generali che lo
sostengono, e dai magistl'ati che lo assolvono, sino ai
( l) Di\'crs i o}lUseoli si sono publicati, ancbe fra noi, assai ostili
;dla Fran ci a, in segui Lo alla catastl'ofc del Decembre. ~Ialgrado
jl risentililcnto, più o meno ragionevole, onde sono ',lnimnti
j diversi scriltori, contro quella nazione, dei falli sfugono loro, lal·
volta, e Lelle circostanu, che basterebbero a giustificare, forse più
del doycre, le buone in 'cnzioni, almeno, del popolo francese. L'u n
ti' ~ss jJ inraUi, ricollosce che.« i lcgittimisti, aveVilllO eleHo il Bonaparte, in odio ai d'Orlea us; questa razionc, per oltroggio od Enrico V; il ceto me(Ho, Jler isp::lVenLO del socia lismo e del comffiullismo ; e la 1)lebe, a vendetta dello s{,'anicro che av('va lJ1'Oscritto l'im]1t1'atol'e, e calpe stalo fl suolo della libera Francia I.,
- V. La F,.anci>x, LlH'gi Napoleone, e il DIte Dccemò" c, COll
.-13t3 d' Halia, ~852. - Anche il signor Jvan Goloyinc, poco do po
li Colpo di Stato, publicò in Torino una raccoha d'anicoli in
odio alla Fr:mci:J; cct il grnn{lc csaltDziollc adI' rngb iJterr:J. Veramente, non varrebbe 13 pena di occuJlilrci di un libro, in cui è
detto persino che l' Ingllillcrra pros pera, J)crchè quivi « la rc li;Gion à ctt' étroitcrncnl uni c à la ll o1i lique l); ('. ID Fran cia dccnd!.!,
prelati che lo benedicono, Ma, dopo essersi concitati
alle immortali imprecazioni del poeta conll'O I violatori della giustizia, bisogna leggere ; eziandio,. le, pa"ine dell' istorico; onde ammirare, come conVleCSI, le
rncomparabili ,'il'tù de' suoi difensori. Bisogn~ legg~J'.e
con quanta dignità, li uomini dei più Opposti partiti,
abbiano subito l'immenso infortunio, piuttosto che
mostrarsi infedeli ai proprii principii; eccezion falla
di qualche rarissima individualità. Bisogna leggçre con
quanta lealtà, centinaja di poveri impiegati preferirono
la miseria, piuttosto che pronunc.are, neppure a fi~r
di labra, una formola di giuramento, che molti,
senz' essere disonesti, proclamano vana, Bisogna leg"ere con 'InanI' eroismo, migliaja di cittadini si la~ciarono carcerare, deportare, uccidere, piuttosto cheastenersi dal r endere publico omaggio alla libertà conc ulcata, Bisogna leggere con quale sovrumana virtù ,
perchè-, I( ilU contr3ire, le progrès en politique a mar!.:hé d,e pair
avec l'abaisscmenl de la religion ll. Ma ho creduto bene dI f~rnc
menzione, perchè sappiano i lettori che, precisamente l' ar ucolo
in cui J'autore ci chiama ali assistere ali' Ayollù! de la France,
finisce con queste con lradilorie l)ilrole, che sembr:lno tolte ùi bOc~
ai più callE ammiratori di quella nazione: - « Nous aVORs faI
dans le "'tnie de la France, ùnns lil toute puissance de !'idee : c~r,
ce n'est 1:lpOint ;u k.l1out-, c'est à l'id ee, qui aj)\lartiendra l'emp ire
lI.oi\'erselle ». _ Ed illtrove riesce I)Crsino , senZil avveder sen~,
l
:I fare \'apologiil della spedizione di Roma, dicendo: (( Les frallça s
son1 à Rome; mais i1s n'en sortiront que pour marcher co~trc Ics
autrichiens ». _ V. La France et l' AngleW'l'(, compat'ee s ) par
Jva 11
Golc:"in('; Il. 43,
2', 33.
294
uomInI e donne, preferirono di continual'e una inenal'rabile agonia, tra le cocenti sabie dell' Africa, o
: u,lle, \'Cnefiche spi~ggie dell' Oceano, piuttosto che, non
,,~a ~mplorar grazia, ma neppure riconoscere il diritto
dI rttorn,arlt alla p~tria, alle dilette ,fam iglie, nell' uomo
~he ,Ile lt aveva VIOlentemente divelti. Se tal uno avesse
Il pIetoso accorgimento di raccogliere, onde evitare il
pel'lcol~ ,che vadano disperse, 1e tante proteste che ,
dalle ,fIU tetre carcerI e dai piu remoti esilii ven.
uero fatte , dai cittadini francesi, a rischio dell; vita
contr? qualsiasi ostentazione di clemenza che i domi:
lIatorl volessero fare a loro profitto, io credo che si
1,otrebbe trasmettere ai posteri, con quella raccolta ,
un tesoro Inapprezzabile di eroici esempIi; tale da dis~l'adarne quei pochi dell' antichità, spartana e romana,
c.le" da seco~l, vengono dati a leggere nelle cristomazle scolastIChe, quali inimitabili modelli alle succedentisi generazioni.
'
E la patria di tanti, e si recenti
'd
dir morta ?
' eroI, oyrassi
Ma', tullo questo, ritengasi pUI'e per nOn detto ; chè
l~ questl?ne debbe riguardarsi sotto un altro punto di
VIsta,
vuoI credere I
che la Francia
s'a 'l e, e l'h
"d Cilld
"
I ertlCI a, e entrata oramai in un period6 di decadimento, da paragonar~i a quello del basso imperio; cui
gIOva affermare che I francesi sono fl'ivoli versatili e
veramente degni della sentenza che li dic~ "O pe,,;lc
de valels; faccia pure a suo grado : purchè pensi a
uon cadere In troppo grossolana contl'adizione; ed a
295
non pel'mcttersi, in altl'e occasioni , 'sentenze di un tenore affallo opposto, ed incompatibile, Se si vuoi dil'e
che il francese è un popolo d' istinti servii i , quando
sembra ch'ci s' adagi, pel' poco, a sopportare di buon
garbo il giogo dei vincitori i bisogna, poi, asteQ~rsi
dal chiamarlo spl'egevolmente ingovcrnabile, perchè,
dopo breve servitù, egli comincia a dar segni d' impazienza; 'c continua a commoversi, finchè non riesce
ad una di quelle tremende esplosioni , che fanno. crollare i troni; e che, nel breve periodo di mezzo secolo,
mandano l'un re sul patibolo, ed alh'i due ne caccia
in irl'evocato esilio. Che se queste sono le imprese di
un pellple de valcls, io amerei di apprendere le più
gloriose dei popoli sovrani; perche, finora, ,'el'amente,
non le conosco, Onde sono, per conseguenza, portato
a credere, che mai si possa fare più acconcia applicazione della favola delle due bisaccie, e della corrispondente sentenza evangelica contro chi, vede la lestuca nell' occhio altrui, senza accorgcl'sl della trave
ehe ha nel proprio, come a coloro che si permetton o
tanle impertinenze eontro i francesi.
Tanla è la copia delle ragioni che mi soccorl'OIlO
contro qllesto pregiudizio, e tanta la necessità che provo
di combatterlo" che, malgrado il proposito di accorrcre
dritto alla mèta , faccio fatica a non divagarmi più
oltre in digressioni, Scopo mio Jlon è di farmi apo:
Jogista, o difensore" della Francia, Esso è qu.ello dI
provare: che la Francia, meritamente od immeritamente
che sia, ha -la missione. di propagare, nel mondo mo,
296
derno , le idee di liberlù, cd i pl'inciliii del !'iDl'dinamenlO sociale, La quale missione, siccome è superiore
ad ogni umana "oIonta, così è forza che si compia,
buono o malgrado, attraverso a tutti li ostacoli, in
me4Z0 alle sconfiue più sanguinose, sotto' i governi
anco i più tristi, I polilici superficiali, quando vogliono
aizzal'e l'odio delle nazioni conlro la l'l'ancia, ricordano, Con amara oSlentazione, illiberticiùa inter venlo
de' suoi eserciti , le deteslabili malversazioni de' snoi
prefetti, i brutali proclami de' suoi generali, E non
s'accorgono che, quando ·IJUre « . al commando di diltatori qualsiansi, le armi della Fmncia sono inviale a
slabilire altrove la servitù , ram polla no, SOllo il passo
de'suoi soldali, i germ i della libOl'là " Non s'accorgono
.che , « mentl'e la conquisla francese sembra insultare
ai dil'iui delle altl'e nazioni, essa allerra le carceri
dell' inquisizione spagnllola ; essa fa surgel'e dalla gleba
feudale il popolo ledesco " Non s'accorgono che, se
l' Ilalia ha ragione di deplorare i mali che', a nome
della l'l'ancia, le . hanno falto i due Bonaparle, a Campoformio ed a Roma, deve pure allo sll'epilo delle sue
armi d'essere Slala riscossa dal profondo lelargo, in
/ ' cui l'avevano immersa due secoli di domiliio auslroispano. La l'l'ancia, si, ha fatto solfrire l'/(alia, perché,
r ichiamatala alla vita, le ha dato d'improviso il pungolo di nuovi bisogni, e il senso delle piaghe antiche.
La rivoluzione francese, colla terribile sua voce, bruscamenle rideslò anche la povera Italia; la quale ,
naturalmente, aperse li occhi alla luce novella , con
-infantili grida di dolore, Le pal'Ole di libertà, d' indi-
297
. '
che s'udivano sempre snllò
pendenza, di patl'lOtlsmo,
l' oll,i di spada nel core
eSI erano lan I c
d. f
labl'a
.
. . Clr rane
. E vi 'laSCIarono
un,a insa.nabile , e salutare,.
dcIII Ila Hnll,
ha recato alla patria nostra Il
cicalrice, Molte olfese , d do col l'C "no d'Italia,
rte' ma lon an,
.,
.primo Bonap a "
. . ..
dell' istl'u. dell' ammllllSlraZlOne,
I
l' unilà delle eggl,
' .
I di nazionalità, che
, .
,
I dato quel sentl/nen o
zione, Ie la
, 'one di tutta la IleOl.a suprema aspu'aZl
.
divenne, pOSCI ,
pro,'ederebbcro al
I (i) Assai male, perlanto,
. d I
so a ,
r . d' ".di quando ID o IO a
proprii interessi li ita I3Ul ogol : ' Id~ti della l'isscro a combattei c 1 so
nipote, SI acclDoele
, . loro l'ad l'i
voluzione francese, coll'accanimento con CtUl d~llo zio a
'1 so a quelle capI lana e
,
contraslarono I pas
l Bisa"no ad
Lu"o ad Arquata, a
o'
Pavia, a Vcro~}a, a
"~.
'~nerebbero
IlU~
Napo li ' l)el'che , COSI facendo,
'\ l'ezzo a"
.
e hapl'oin fav;l'e dell' Austria e della reaZ@le; com "iudica
'1 Q . et il 'In'lle conosce COSI bene , e o
vato 1 U1U,
~ " lde di casa nostra; senza
cosi amorevolmenle, le Vlcel
.
('l)
essere cieco, per vanitil, su quelle di casa sua _ .
•
•
(T
,
. . l' liniouc che l' EuroJla pOI'li di Nall o ~
( -I) «( Qua lUlHiuc ~Ias\ ,0,\ debilo di ri"uardarlo come il suo 010'
Icone, l'ltaliil s.eUcn lnon3 ~ e III
I o "or3 con ammirazione i pro.o C.e l'll"ha rammen il "n<.
.
derno Caslruccl ...... , ~
" rr o C3slr uccio Cas :ra cani oper(j
digi che, colle inshlUzl olll e coll llltl e~n ' . o co n minore meravigli3
"
,
s' 'icordcl'a un giOrn
a Lucco, iUlll9cl anlll;,non II ,
, e ualc spa zio di tempo, la m3);cllcNapolconc3\'cYn lIlalzato, I!l qU,3SlA I S d di' una po[enzn ». _
'
d' italia i.H sra o
dor parte dci sottenlrlOne
\.
I non Iluo' cel'lo cadere
",
,
' t Pece \IO (; le
Così sl'rlsse anche l econoffilS il
S ' . . torico sull'a1llminr~
. ,
,') - V. aggIO 1$
in sospetto di 8illmo senI e.
d'lt l' dal 1802 al /814.
.
d U ' C'X. )'C'gllO
a l a,
,
stl'a~ione fìnall~1t'ra C'
lO-it o il valente sCfll.
(2) « Je n'ignore p:lS, dice ti questo prol ,:,
298
Però, nDn è cDlla spada che la Francia .è destinata
ad esercitare sua benefica influenza; sibbene cDlla diffusiDne de~ pensiero.. Essa è ,sIDriDsamente impD(ente
a slabllirS1 a lungo. in paese di cDnquista. Simile al
NilD, ciò 'che sembra -dDver sDmmergere, essa lo. fecDnda., -e pas~a; secondo. la frase di uno. tra i più
fervidi apDstDIi delle idee francesi (f).
MissiDne della Francia è d'interpDrsi, quasi mediatrice,
fra l' EurDpa seuen~iDnale e quella del mezzDdi, per
~Dnciliarie InSIeme I!l una più vasta famiglia, a nDme
della fratellanza. e della libertà. A tanto. DfficiD le SDC.
'cDrre, nDn sDID l'agevolezza della lingua, ma eziandio
la posizione geografica. Imperocchè la Francia tocca,
"olle sue frontiere, alla patria di Dante, cd a quella
·{h . Calderon, di Shakpeare, e di GDethe. Meglio di
'clllcchesslU, essa può comprendere le aspirazioni dei
jJopoli che la circondano., cd elevarsi sino al CDncettD
supremo. che dDvrà, un giorllD, pacificarli ed unirli.
,Ecco. perchè, menlre, in altri paesi, si cDmpiDuD
talvDlta le più radicali rifDrme, senza che abbiano. al.
lore, que lout ce qui vient de la Fr:tncc, doit paraitre suspect aux
peuplcs ttrangcrs; et, ponr ma part, j'accellte, comme Ul1 cbatimenl, la rcsponsabilité qui pese sur nous lOus, dans Ics actes consommés au nom de Ja France ..• Que les peuples qui nous enlou~
rent nous bai·ssent pour tant de promeS6es laussées, d'apostasie et
de rraudes, il serait pueril de Ics cn accuser. Mais, qu'en noos
ha"issant, ils n'ailleni pas iusqu'ù rdpoustr le drapeau dc salu!
pla"JiU dl'vant nous D. - Quinet. Révolutìons d'ftalie.
(~) LoUls BLAI"W, Alliance intdltctutlle mtre l' Allunufj nr et
LG Fl'o, llce.
299
cllna influenza sulli stati "CI m , lo. sparo del cannDne
alle barricate di Parigi, ha violenw rimbDmbD m amo
bedue li emisferi. Ecco. perché, quando tace II cann,vne,
la VDce che risuDna sulla tribuna francese ha \In eco.
in 11ltti i cDri delle circDstanti naziDni; e quando.,
come Dra è rD"esciala anche la lI'ibuna , basta che
uno de' s~oi più nDti scrittori publichi un IibrD, perchè esso. pigli le prDpDrziDni di un avvelllmentD eu:
ropeD, Ed ecco, eziandiD, perohè, sulle Dpe~e d~1
publicisti francesi, nDi vedemmD~ Dra SDn pDchl, anm :
tutte le aSSDClaZlOlll
red,Igere .l loro. nllDvI' prD"ramml
ù
. .
demDcratiche d' EurDpa; cDmprese quelle dei cartlslI
d' [nghilterra, e dei prDgressisti d' [spagna, Da due
secoli si go,'eroava l'Inghilterra CDI sistema raplJre·
sentativD, senza che nDi, quasi, ce ne avvedessimo.; cd
erano. passati pDchi lustri, dacchè la FranCia ,aveva
saputo. rivendicare, nelle giornate di luglID"II rlspett~
dDvutD alla cDnstituziDne, quando., perslDo I ImperatDI
d'Austria e il re di Napoli, fnrDnD CDstretti di assumere, al~éno per pDCO, il titolo. di cDnstituzionale. E
le idee sDciali, da quanto tempo. nDn SI vanno. ~Iabo.
rando in Germania senza il menDmo successo. di pro.·
't' o 9 ,11'[a , nD~ appena se ne é immischiata la
sel115m.
Francia, s'udì parlare di sDcialismD per t~tt~ EU!Dpa,
È bensì vero che, in oggi, le.diverse genti rlguard~no
la Francia senza cDmprenderla, passando dall' ammira:
zione all' Ddio, dall' entusiasmo. allo. spavento., per che
non CDnDSCDno qual lievito. di ,'ita nUDva fermenti
nelle sue viscere, né da quale febre sia cDncitata;
ond' è che, vedendDla Dra s.urgere, ed Dr eadere Im-
500
501
pl'ovisa, mal sanno discernere se essa. corra al trionfo
od al precipizio; e, da una yolta all' altra, non ri:
co.rdano che, quand' essa sembra più prossima alla
l'uina ~ è proprio quando si rileva più gigantesca. '
Ma giova ricordare che, quando la Francia Qeme
sconlìtta dali i assalti de' suoi nemici, esterni od int~rni,
cadono, pur anco, le infelici nazioni che la circondano.
Vinta nel 1~ la Francia, ecco l' Ilalia ceduta all' Austria;
il Belgio assOI'bilo dall'Olanda; la Germania divisa pel'
modo, da essere più ageyolmente oppressa dalla Prussia
e dall' Austria. Vinta la Francia nel 51, ecco l' Ispagna
slraziata dalle continue minaccie di un Colpo di Stato;
ecco persino la Svizzera repllblicana riùutta a subire,
con umile rassegnazione, i Pl'ovocanti oltraggi delle
potenze vicine. La rivoluzione del 24 febraio scosse
eleltricamente tutta l'Europa; e la presidenza conferita
nel decembl'e ad un pretendente, fu l'incubo di tulti
i popoli. Tanl' egli è vero che i disastri della Francia
sono disastri per la libertà universale: tauta è yera
la sentenza che le sorli della Franoia sono divenute
communi a tutto il vecchio mondo. Imperocchè: quale
il la società francese, tale debb' essere il genere limano.
E quelli stessi che più si ostinano a disconoscere siffalta
'Verifà, le rendono ogni giorno ina,'vcrlilo, e (lui ridi
lanlo più spontaneo, omaggio. È da Parigi che Intli
aspeltano la parola d'ordine dell' a,'venire; sì, tutti:
ed i rÌvoluzional'ii Hon meno 'dei retrogradi; j politici
nOR meno dcIIi usurai.
Quale nazione può vanlare, tra i suoi fusti parlamcntal'i, quella costellazione di !:randi oratori d' o"ni
•
c,;
opinione, e d' ogni partito, che comincia con Mirabeau,
e finisce con Vittor Hugo; e che conta, fra i mille, Vergniaud, Camille Desmoulin, Saint-Just, Danton, Robespiel're, Condorcet, Mal'at, Carnot, Cambacérés; Talleyl'anò, Benjamil\ Constant, Laffitte, Royer-Collard, Mantlcì,
Chateallbriand, Dupont de l'Eure, Villemain, Arago ;
Louis Blanc e Lammenais, Michel · de Bourges e Jules
Favre, Thiers e Guizot, Quinet e Moutalembert, LedruRollin e Berryel', Esqniros e Defiotte, Hennequin e Leroux? Fintanto che la tribuna francese fu eretta, 'Iuanti
servigi non ha dessa reso alla cansa del progresso,
della scienza, e della filosofia? Essa era come un faro,
cui tutti li occhi, anco delle altre nazioni, stayano intenti. Dalle estremità del mondo incivilito, lo sguardo
dei popoli sta"a fisso sopra quel punto luminoso, da
cui irradiava lo spil'ìto umano. Da quella tribuna spal'geyasi il terrore per tutti i despoti, e si diffnndeva la
speranza a tutt i li oppressi. Chiunque la saliva, per poco
she fosse d'animo eletto, senti va battere in sé il core dell'umanità; per dirla colla grandiosa frase di Vitlor Hngo.
La mente dell' ol'alore si dilatava, e si sentiva vivere
della vita -collettiva delle nazioni. Da quella tribuna,
incessantemente difl'ùndevansi, come onde sonore, immense oscillazioni di sentimenti e di idee; le quali,
di paese in paese, andavano sino ai coùfini delia -terra,
a commovere tutte le fibre intelligenti. La tribuna francese aveva, sin dall' 89, elaborato ttttli i principii dell'eguaglianza politica; e, nel [1'8, aveva cominciato ad
• elaborare quelli dell' eguaglianza sociale; che, da
essa, spal'gevansi poscia alli altri popoli; fra i 'Inali
' "
•
502
50S
si stabiliva come un' elettl'iea corrente di pensieri c di
affeui. È in tal modo che, a poco a poco, lo spirito
francese 5' assimilava le altre nazioni, grazie al progresso universale. È in tal modo che Parigi eonquista,-a
il mondo. Non è questo un falto?
E polchè siffatta missione della Francia si fonda sulla
difl"usione della dottriua, anziechè sulla prevalenza delle
armi, essa può sempre esercitarla, senza interruzione,
malgl'ado le tristi vicende politiche in cui possa alternativamente versare. Noi abbiamo udito la Francia parlare alla ragione ed al sentimento universale, sotto la
monarchia legitima, colla voce di Voltaire, di ROllsseau,
e della vecchia enciclopedia; onde si affrellò l'inaugurazione dei nuovi tempi, i quali spodestarono l'aristocrazia ed il e1C1'O, a vantaggio della borghesia. Sollo
la monal'chia cittadina, fu la parola di Lonis Blanc, di
Pierre Leroux, di Lamennais, di Sue, e dell' cllcicoJllcrlia
novella, che fecondò, dapertutto, i germi della democrazia e del socialismo. Ed anche ora, sollo il despotismo del rinovellato imperio, è pur sempre la Francia
che si rivolge all' Europa; dall' esilio, coll' organo di
Vittor Hngo, di Ledru-Rollin, di Pyat, di Quinet; e
dell' istessa Parigi, con quella di Michelet, di Com te ,
di Girardin, di Proudhon; i qnali tutti, con cento altri,
mantengoÌlO viva, nelli oppressi d'ogni paese, la fede
,'acillante; ed annunciano al mondo il prossimo ordinamento sociale, e il non remoto trionfo della religione
positiva.
Se tanta è la sua forza, se tanti sono
•
mel'iti
suoi, perché, dunque', la Fl"Uncia non ha saputo per
anco far trionfare durevolmente la· libertà in casa
FI'opria; anzi ha mosso, talvolta, a spegnel'la in casa,
altrui?
lo credo aver. dat9 sufiieientr spiegazioni, a questo
riguardo, in altro mio scritto; per cui, invece di dal"flli.
la pena di ripetere mc stesso, mi procurerò il I,iacere
di cital'e quanto ne disse il Montanelli; il q)lale comincia
col chiedere se le nazioni, che fanno alla Francia siffatto rimpro"ero, compirono, a casa loro, la rivoluzione
democratica .• L'lnghilt~rra ha fallO, o ha da fare,
questa rivoluzione ~ L'Italia ha vinta la clerocrazia?
l'Allemaglla si liliero dall' imperio, e da' suoi cento tiranni? • Quindi pr.osegue; « AI modo con cui alcuni
giudicano- li avvenimenti francesi, sembrerebbe che la
Francia avesse dello un gi3rno ai popoli;. l'i voglio liber are; e poi, un altro gior.no ~ voglio che r.estiate
schiavi .. E, se così fosse, sarebberu più che giustificate
le recriminazioni· contxo di lei . Ma la Francia, gettando
il grido liberatore, afferma la propria, come l'altrui
libertà; ed ha da comBattere, non mnro per aar mano
al riscatto' dcIIi altri popolI., quanto per riscattare sé
stessa. Ora, con qual gillsli~ia si può ~retendere che
la rivoluzione in Francia sia sempl'e vittoriosa, sempre immune d'errori e di tradimenti, e non pretendere
lo stesso. dali i altri popoli? E se nemici, aperti o nascosi, rapiscono al popolo francese i frutti della vittoria,
con quale buon senso si fa la rivoluzione solidale della
contro-rivoluzione? I popoli si lamentano che Franci"
li chiami a iibcrt~, e poi li abbandoni, Francia pu~
50~
;;04
lamcntarsi di 101'0, pel'chè non rispondano abbastanza
solletici, abbastanza nnanimi ed energici, alla chiamata:
c lascino che i nemici esterni prendano forza, e rendano questa a' suoi nemici interni . Quel che importa
vedere è se l'io chc promette è l'io che tradisce; « se
l'io che fa la rivoluzione, è l' io che la combatte ".
E fa, quindi, la seguente dichiarazionc: , Per me, quando
vedo questa formidabil e cittadella stretta d'assedio CORtinuo, ora assedio di libertà, ora di privilegio; e pl'enderla, e riprenderla, i soldati dell' avveuire; e la guelTa
durare incessante; abdical'e i liberali , succedere i democratici; abdicare i democratici, succedere i socialisti i
la borghesia corrumpersi, ed il core della Francia battere cavalleresco, come ai tempi di Goffredo, sotto la
blusa del proletario; io per me, a questo sublime spettacolo, mi sento compl'eso di ammirazione per la Francia,
malgrado i falli, e li errori, che possa in lei notare,
come in ogni altra nazione; e mi repugna chiamare
apostasia della uazione, quella che è apostasia d'uomini,
. di partiti, di classi '. Tal chè, in fine , conchiude
dicendo: , Certo è che la tribuna cosmopolita della
rivoluzione è in Francia: che il quartier generale della
rivoluzione è in lei; che amici, e nemici, guardano
a lei: che nessuna vittol'ia, come nessu na disfatta, vale
per la democrazia europea, quanto una vittoria, o una
disfatta di Parigi" ( I).
Per il che, ben a ragione esclama anche il Gabussi:
, In \Crità, quando noi democratici facciam causa
commune con coloro che gl'idano la croce adosso alla
Francia, e la maledicono, noi serviamo ai nostri nemici, combattiamo conh'o noi medesimi, scaviamo la
fossa alla nostra liberti" ed all' indipendenza nostra.
E noi italiani , più di tutti, ci lordiamo di ingratitudine
verso 'ltwlle vittime che, nel giugno del 1849, si esposero per noi , c che SOffl'OIlO, tuttora, i tormenti dell'esilio e della rclegazione. La Francia non merita il
disprezzo e l' odio nostro, più di quanto potremmo
meritarlo noi medesimi, per ciò che, nella lotta, fummo
sconfitti. Avversare la Francia, è farsi alleato dell' Austria e del papa; poi chC la Francia ha l'iniziativa di
ogni movimento democratico europeo. E, d'ora inanzi,
non ci sarà pitì l'i voluzione che non sia, ad nn tempo ,
europea e democratica " (1).
SUI'ebbe troppo lunga fatica, pel' i lettori c per me, se
avessi a citare tutti li sCl'i ttori moderni che parlarono nel
medesimo senso. Però, senza tener conto dei francesi; i
quali darebbero, bensi, la messe più bella e più cop iosa di
citazioni, ma, nella presente questione, potrebbero parere s2spetti ; io sento il bisogno di citarne qualcuno
fra i più illustri d' altre nazioni; affinchè li uomini di
buona fede, i quali fossero disposti a cl'edere, massime
nei momenti attuali, un' utopia assurda e contraria al
sentimento universale, questa mia opinione a riguardo
della Francia; 'Iuando m' abbiano letto, finiscano pcr
(! ) V. JJemorfe per s('r vire ali' istoria d c·lla r ivo[uztime ddU
( I) V. Appunti t'slon h s'uUa r it:o!u =ù:Jr.t' d ' lte,lia, ::iOilt , p. 406- 115.
l nll'ocl u.
. stati r om am~ Vol. Hl.
20
306
convincersi che essa forma, i1nece, la convinzione universale; s' inlende fra le persone cl' inlelligenza; onde quei
medesimi che, per anenlura, avessero creduLo, da pl'incipio, inutile la mia fatica, disperando che alcuno
fosse pcr convenir mai nel mio consiglio; finiscano
per repularla soverchia, vedendo quesla opinione già
pro pugnala da tl'oppi allri, assai più valenti di mc,
Che se tanto accadesse, io non potrei aver meglio raggiunto il mio intento, come ho già dichiarato.
Cominciamo dal Gioia: - ,Quando risuoni> in
Francia (egli dice) il grido di libertù, il popolo rispose con entusiasmQ, per la cognizione già riflessa
ch' egli areva dei propri i diritti. Le idee morali giù
cil'colavano, in FI'ancia, per tutte le classi; le teorie
pol itichc, adeguate alla capacità della maggior parte,
Voi avresle trovalo, anche prima della rivoluzione ,
~[ontesquieu, Elvezio, Rousseau, 0(1 altro simile scrittore di morale e di polilica, Ira li strumenti delli arligiani (1); sicché nOli fa meraviglia se il lume della
( .[) In Italia, in,~ec(', se si avesse a dimandare, anche ofrSiòì,
cd al!c persone più culte, quali sia no i filosofi onde meglio j i onora
l;) nazione, è certo che la grande maggioranza ripeterebbe i nomi
di Giobe rti e di Rosmini. Or b€Ill", egli è certo che questi du e
scrittori , corrisponderehbero, tutt' al più, al Dossuet cd al Pa sca l
dei fran cesi: 1/ cIl e vorr ehhe ù:re chI', in fatto di fil050fi~ , noi
sia mo in arrelrato della Fran cia alm euo due s(' coli. Le utle7'e
acl un prov incia le di Pasc aI, vennero pUblicate, sal vo errore,
nel ~64S ; ed es se sono ben pi ù ra dic:a! menle inCe nse alla Co mJl :!~
gnia di Gesù, che non il G{$It1~a Moderno, stamp alo da Gioberti
nel 'IU 6. I Vollaire cd i .Rousseau dcll'l!al i'a J non si conosrono
501
ra"ione
e il disllre"io
dci clero, affrettarono . in Francia
1:1!
ti
una J'ivolnzione nelle idee, e disposel'o l' anImo alla 11bertà ed alla fl'atellanza, AI contrario, in Italia le idee
di dirilto e di dovere sono quasi estranee alla maggior
parte, Le teorie politiche sonsi arrestate ad una cel'ta
altezza, a cui lo sguardo del popolo communemenle
non giunge, La confusione del sacro e del profano, per
cui nasce timore d' offendere la religione, esammando
la politica, tiene lo spil'ito ad una certa distanz~ anche
da quest' ultima, la quale non fa che rendere, pm sacro
il velo delP ignoranza. L'inquisizione, di CUI w ~lcum
stati dura tuuavia l' orrihile ricordanza, ha parahzzalo
nelli italiani il vigore necessario per marciare intrepidamen te sulle ruine dei pregiudizii " , Ed 11 ~ alen ­
tuomo voleva far intendere, con queste ragIOni, ali Ilaha
che gran ventura sarebhe stato per lei l'adottare il
codice francese: ma, sciaguratamente, e gw passa to
l '
aU{oril; c la U:osofia r.1 ~ c s' insegl.a fra noi, anche nell e U ni vel'::iti~
lai chr è più ortodossa della reolotia pro:css:lla , altl'ove, nel
scmin;rii ecclesiastici. Che se Giuseppe Ferrilri ed Ausonio Fl' an l!1 li
si 5; no accinti, !)ei pr imi, a fure così intrepida guerra alle nen ie
metafisiche del passato, convi en nOl"re ell e essi, appal'tengono
ber:sì aH' lLalia Il ei fallo {'a'suale delta Jl\lscila; ma , jJc r iSludio,
appal'ten gono entrambi 3i:a Fr:t1U!ia. Il che si scorge: nel Pl'i.lllCt,
II
un5i ad ogni pa gin a de' suoi scritti; sicclJè s' è pers ino de{'lso,
molli anni or sono, di trasfer ire sua dimora in Parig i, e di olte~
IIcni la cittadinanza. Ed il sccondo ha voluto solennemente mani~
frstarlo nello stesso nome ch e, Jl er modesta ticpidanzil, C ]Jer
ùomestlci riguardi, ba creduto bene di assumere, qu an do si 5~nli
rigeul' ralo aHa rrligione socia le.
•
;;08
309
mezzo . secolo, senza che il suo voto si veda sodisfa!!o.
Che anzi, se continua ancora di questo passo, temo
che debba restar inesaudito ancora per un pezzo. E
si, ch' egli poneva in ciò (e a buon diritto) si gl'ave .
imlJOrtanza, che mise in bocca del popolo questa ill~enu a
preghiera, rivolta a' suoi raplJrcsentanti: , q~ando
abbiate il codice francese" se mai de' mali momentanei
mi facessero cambial'e di risoluzione, o mi conducessero ad un istante di avvilimento, vi prevengo di non
ascoltare quei reclami indegni di mc, e che disap11I'oVO sin dal presente , (1).
Odasi, ol'a, il Ferrari: - « La Francia trovasi alla
testa delle nazioni, e non a caso. Essa è la naturale
alleata di tutto il risorgimento europeo, la naturale
nemica di lutti i barbari. Nel medio-evo essa diede
alla republica europea la legge di Carlo Magno; ed
attualmente, dà a tutti i popoli la legge che deve so;;ti!llirsi alla tradizione di Carlo Magno. La Francia
non si deve invocare ad una conquista militare, come
fece Machiavelli; ma alla conquista morale, mediante
la fratellanza predicata da una nuova religione. Di ciò
dimentichi li italiani, nel 1799, nel 1814, nel 1848,
candel'O nel proprio sangue, come veri suicidi. Stando
alle loro parole, essi temevano l'ambizione di Francia;
temevano di veder sostituito il dominio francese all'ausU'iaco: io credo, invece, che i democratici italiani
abbiano paventata la logica della rivoluzione. Per man,'anza di fede, non vedevansi in Francia che li 110(1) V. Quale .dei gal'eI'ni
/jfJ(,Tt'
me!Jlio
cQ.'1vellga
(lU' ltaU" .
mini del governo, i capi, i condultiel'i; nè .scorge\'ansi quei pl'incipii che dovevano (e dovranno) l'a. "eseiare i nemici dell' unh'ersale fratellanza. I capI che
mettono ostacolo alla missione rivoluzionaria della
Francia, sono i più crudeli nemici della Francl3 stessa (I). - La rivoluzione, in Italia, non fu ~he .la l.otta
fra l'A.ustria e la Francia; e la democrazia Italiana
debbe, a questa, la caduta delle famigli~ feudali,' l'uniti.
delle le"~i il concetto del regno d' lIalm; che e quanto
dire il c~~~etto dell'unità nazionale. - Si rappresenta la
Francia ora debole, ora forte, ora alleata, ed ora nemica; ed a questo caos di contr~~izioni, chI. m31 non
ravviserebbe ìl difetto di. princIPIl, e la pertlllac~ !flfluenza di una politica d. dlsordlDe, dI fur~rla. (2)
_ Sembra irritante, in oggi, il dire che l' lIaha debba
rivolgersi alla Francia, se pensiamo ai casi del 1851;
andamento
e pa l'e fuori di luo~o,
o se teniam conIo dell' "fl
attuale del governo francese. Pure, vi sono !fl ~enze
morali che agiscono fuori delle politiche dlfficolta: e
sono queste influenze che l'Italia non deve co~ballere.
L'influenza della stampa francese è si grande !fl italia,
da farsi ~ioco di tutte le censure; essa penetra do- o
vunque ,ocontraponsi alla letteratura it~liana, I~ surl'aga nella politica, la soppianta nell'opllllOne. LI. scrltteri italiani si indispettiscono: ma, a chspetto. Òl loro
inveuive, la stampa francese gov~rna . l' opi.Olone 11l
Italia; con un fàscino che non puo splCgarsl, se non
(,I) Machia vclli giudice della ,·ivol!'z.ionc dci nosln' ln7lpl:
(2) Dell' A,·isIOCl'a.~i(, ilalicma.
,
310
pei' la possanza dei principii (1). - Non è da jeri
che. la Francia è l' alleala inseparabile della libertà
lIaltana. Essa fu sempre l'avvei'saria dell'imperio: e,
qUindi, le basta di esistere, per soccorrere l'Italia; le
basta di operare , per intervenire fatalmente in favore
della hbertà ik1liana. Nel secolo XVIII la Francia si
rialza colle idee; e l' Italia divien francese: li enciclopedisti sono i suoi veri legislalori. Colla rivoluzione
la Fi'ancia giunge all' apogèo di sua gi'andezza ; e
quando la FranCia è republicana, essa organizza il
: isorgllMnto della penisola colle republiche; quando
e lluperiale, essa organizza il regno d'Italia: quando
socc~mbe: anche l' Italia è ,'inta a Waterloo; e per
trent anm aspetta che la Francia si svegli. Che, dun~ ue, è mat la Francia per l' Italia? È più che ti""
( 4) La "Ivol uzione ed i r iuolu:#ouarif in Italia • - S'I OuOno
.,
SJless~,. fra I~oi, .i siornalisli c li autori dI'amatici, movere Inroenla
percile
I
CDJlI-comici (lrefcriscano me.ltel'C in is cena le produzioni
(ra~u lte. d31 leatl'O fl'an cesc, ch e 11011 le originali dei nostri serit.IOI·~; c l,I accus:JIlO pertanto, di Iloeo amol' piltriu. lo sono molto
:Iml,co di un uomo clie forma la prima gloria dell'arte scenica
Il~ h~1I3, e. che lutti onorano, del pal'i ~ come patriota incolTlPJra-
~l le. Un SlOrn~, ~i sono, dunque, fatto a chiedergli, come ape/'~?n:l so tto oglll ngttardo competentissima, quanto ci {asse di ra-
~~o nevo,le in quei lamenti. Ed cg!i~ schieltamentt! l'ispondendo, mi
tII ma,ndo: - Fa un 1>0' il piacere di dirmi lu~ quale tra li iln li:!JJi
$J ~)PJa fa~e UlJlte~ e sì bel/e, comedie come SCl'ibe; o tanti e sì
bei dl'a~l ~ c~me il Dumas?... Sta pur sicuro (egli conchiuse ) che
fj ~ 3 r. do il italiani sapl'anllo Jlresentil re lilvori elle Jliaciano al pu1l~ICO ~offi e i francesi.. i capi-comici non si d~ranno più la brir!'a
!lI farli tradurre da questi autori.
...
311
nazione; i! ww religione; ho diritto di dirlo (i ). -
La prospera, o l' avversa vicenda della rivoluzione
francese, ha, per conseguenza, il trionfo, o 1a caduta,
della rivoluzione italiana. l'iapoleone non può combattere la libertà in Francia, senza restaurare e confiscare, a StIO pro, il sistema papale ed imperiale. Lui
sconfitto, l' opera sua ricade di peso nelle mani del
papa o dell' impei'atoi'e. La ristorazione francese è ri storazione italiana; la moderazione di Lnigi Filippo è
la concessione di Pio IXe (li Cari' Alberto; la republica di febraio, pi'ima democratica, ]loscia reazionaria ,
dà la vinoria, poi la sconfitta, all'insurrezione del 1848.
Fuori della Francia 1teSs!tna salti/e. - È d'uopo che
il risorgimenlo torni in casa sua. Bisogna che li italiani brucino Pomponaccio, Machiavelli, Bi'uno, Galileo ,
Vanini, i Socini; o che accettiuo Voltaire, Rousseau,
Robespierre, Danton; bisogna che brucino Campanella, o ehe rispettino la città del Sole da lui profetizzata. - Abbiamo accusato la Francia del febraio. E sia pure la donna . adultera. Ma, qual è il
popolo senza peccato, che possa geLlal'le la prima
pietra? Forse l' Italia ~ La nuova rivoluzione distruggerà in Fi'ancia instituzioni, che in Italia sarebbero estimati beneficii insperati. Soppi'imerà, per esempio, il
sa lario del clero; mentre l' Italia sarebbe fclice di accordarlo, in iscambio dei benefici i ecclesiastici , e dciii
immensi stabili posseduti dalla Chiesa. Combatterà la
corruzione della scienza, la filosofia officiale, li eco(I) L'3. l'i uoluziOll C e le "1(OI'TilC Ùl ltCllia • .
5 15
.nomisti governativi; mentl'e, in Italia, l'eclettismo e
l'economia politica sono riguardati come grandi trionfi
della ragione. Combatterà il modo con cui è ordinato
l'esercito, il suo stato maggiore avvilllo al govcl'no,
stretto alla reazione, interessato alla repressione; mentre l'Italia, nel 1848, reputava grande ventura solo
il poter ottenere un generale f.'ancese, credendo che,
con esso, l'Austria non anebbe vinto, sicu.'amente.
- Indarno i dottrina.'ii politici, e clericali, s' attentano di respingere l'iniziativa della Francia, col pretesto deIl' orgoglio pat"iotico; dicendo di non volere
compromettere l'originalità, l'autonomia, il genio nazionale; imperocchè i loro libri non sono che reminiscenze dei pensieri di Bossuet o di Bonald, di Chateaubl'iand o di Demaistrc; o, se si vuole, del protestante Guizot, e dci volterriano Dupin. - I damerini di Firenze c di Torino, benché schiavi delle
leggerezze parigine, ci accuseranno di predicare il.
primato della razza, dciii interessi, e dell' ingegno.
Ma no; non si tratta di razza, né d'ingegno. In Italia
i' individno potrà pareggiare, o superare, la scienza
fI'ancese; l'inferiorità italiana é nella scienza stessa, che
diviene sentimento, legge, dovere; nella scienza che COllstitnisce il carattere, la fede, di un popolo; nella scienza,
i cui dettami più vit.ali diventano moneta corrente
non messa in dubio da nessuno. - L' Italia ignor~
le dolorose stazioni percorse dalla Francia sul calvario della libertà. E, come si potrà giungere all'invocata
solidarietà dei popoli, se .si considerano tutte le stazioni della Francia quali capricci, o viltà, di un po-
polo degenere? se si fa eco alla calcolata illfam~a dei
reazionarii francesi, che bandiscono la nazIOne lmpopotente e decadnta? se si odia la Francia, per no.n
a,-ere ancora compiuto atti, i quali suppongono gla
trionfante il socialismo, da cui, pertanto, si abborre? (1)-Dieon che la Francia ha perduto ogni iniziativa; che è decaduta, corrotta, avvilita. E perchè la
Francia sarebbe decaduta? Forse perchè soggiace a un
dittatore? Ma l'Italia soggiace da secoli ai principi,
ai re, all' imperatore, ·ed al papa; i quali sono i suoi
,'eri dittatori; e govcl'llano spietati con un perpetuo
colpo di stato. • (2):
.
.
Che se i moderati non vogliono dar peso alla test.monianza dci republicani Gioja e Ferrari, ascohino
quella del loro maestro Gioberti, i.l quale fece il paneoirico della Francia, colle seguenti parole:
o " La nazione francese è, fuor di dubio, la più
viva ed impetuosa d'Europa: eppure ella usò sempre
una pazienle moderazione, che sarebbe mirabile anche
in pochi individui. Per castigare la monarelna asso.luta,
si contentò due volte della civile; e, pe.' pUllll' la c.v.le,
mutò il ramo dei regnanti, non la famiglia . E, 111 ciascuno· dei periodi che si trovò ingannata nelle sue
speranze, seppe indugiare tre lustri, prima di scuotere
il giogo, e abbandonare coloro che tradita l'avevano.
_ L'amislà francese è nat~rale, onorevole, SIllCCl'U ,
( I) La (edc1'uz/Of!C t'e1mbliwna.
(2) U Italia dopo il Colpo di Stato:.
514
utile. Italia e Francia appart<,ngono alla medesima famiglia; e la loro stabile unione sarà, forse, Ull giorno
il nòcciolo e l'apparecchio ,li quella colleganza più
ampia di Occidente, che contrapol"l'à i popoli latini
alla lega boreale. Ciascuno dei due stati ha d' uopo, e
si rifà, dell' altro; il che io trovo si1l)..ooleggiato in Cesal'e e iII Napoleone. L'uno dei quali , nato in Roma,
ottenne i primi allori in Francia; l'altro, cittadino
fl'ancesc, li ebbe in Ilalia. Tanto è \'ero che le due
nazioni si servono di aiuto, e di elaterio, scambievolmente. - Benvenuto Cellini scrive che a' suoi tempi
francesi erano con z'taliani quasi tutti nemici morlali. Pera chi volesse rinol'are, ai nostri giol'lli, il brUllO
z'
esempio. .Se la sorte disfavorisce la Fl'aneia, cadiamo
con una potenza che può risurgere, e che risurgedt
certo; perchè il tl'ionfo finale della democrazia è indubitato. A niuno meDO si aspetta il pigliare scandalo
dei traviamenti passati; o futuri, della francia, che ai partigiani della lega austro-russa: conciOSSiachè, una furi a
passeggiera di setta, o di popolo, è assai mello odiosa c
disonorevole, che le stragi meditate di Lombardia, Ungaria, Polonia. - L'Italia è men bene condizionata
della Francia, la quale già possiede una plebe civile;
ed ha, in quella di Parigi, la prima det mondo, In
essa trovi svegliati spiriti; una cultura che si accosta
a gentilezza; l'amor della patl'ia; il senso vivo e profo ndo della dignità; unione e autonomia nazionale;
l'istinto del buon ordine; la generosità dei sentimenti;
l'ampiezza delle iùee, aliena da ogni angustia di municiIJio; la riverenza e l'ammirazione dei singolari in-
51l)
lelletti; la carilà fraterna delli altri popoli; il senso
della communità universale; l' impeto nell' intraprendere
i moti politici; e, nell' effettuarli, u~ valore che rende
uomini i fanciulli, e li adulti megho che uomllll. DIresti che il o"enio cavalleresco, per cui
. rifulse in addietro la nobiltà francese, siasi ora ritirato, dalle somme
nelle ime parti del popolo. E, come Il ta più civile,
cosi non la cede in moralità a nessuna. lo 1)01'[0 OPInione che la ptebe parigina avanzi l"tte te all"e,
principalmente per quella vivacità di istinto pl'Ogressivo, e sociale, che fa di essa come un sol uomo, ed
imprime, non solo un' energia insuperablie, ma un
razionale indirizzo alle sue mosse. Dal tempI della Lega
ai nostri l' istoria di questo popolo , e lo. sue commozioni ~lraordinarie, rendono imagine di un processo
così }ol"rico così ~raduaLO, cosi sapiente , che nessun
altro c:to ~uò, a v gran pezza, paragonarglisi; tanto il
senso e l'istinto popolare, quando è giunto a un certo
grado di vivezza e di maturità ~ super~ di perfezio~e
il senno individuale, e la dottrma delll IOgegOl prnlIegiali. - La plebe (,'aneese è, senza d'tlbio, la più
gene1'osa; anzi, diciamolo pur francament~ a onore del
vero, la più savia d'Europa. - I dIverSI. popoh
d'Europa, oggimai, per recare ordine c uOlta nel~
l'azione, consentono a pigliar - lingua dalla Fra?cla,
la quale, per le sue condizioni geografiche, pohtlChe,
ci,-ili, Il più atta a dare il segno, e levare. ,/ gndo
dei -movimenti. - Dalla rivoluzione a~erlCana . In
poi, il moto andò sempre an~plia~dosi dI ,estensl_on~
e di vigore; comm"nicandosl l?I pnma alla .ola Han
517
516
eia, e poi 'raggiando intorno ad essa in un giro sem-
p!'e più vaslo » (I),
E, dopo quella di Gioberti, s'ascolti la lestimonianza
non meno auto!'evole di Alessandro Manzoni; il quale,
parlando delle leuel'e, espresse sentimenti cosi ,'eri,
cosi naturali, che ben si possono applicare, senza
scambiarvi una siUaba, anche alla polilica, E siccome
si tratla di lino scrittore che forma la prima gloria
della nazione, almeno dal Ialo dell' arte; e siccome
è iroppo notorio ch' egli melte tanto scrupolo nella ricerca delle parole, e nella scerna dei sinonimi; in
tulto ciò, infine, che, poi, contribuisce a rendere il
5110 stile inar!'ivabile, cosi a me parrebbe quasi di commellere IIna profanazione, traducendo, colle disadorne
mie frasi, i suoi peregrini concctli. Mi sento, per ciò,
in obligo di riferirli in francese, com'egli li ha scritti,
« Je ne puis, Ili ne veux, me dMendre de l'impression heureuse que toute :ime honnète eprouve en voyant
ce besoin de bienviellance et de justice dewnir de jour
co jour plus général en France et, en Italie, et succéder à des haines, que, lcur exlrème ridiClùe, n'empechait pas d'èlre affiigeanles, Il Il'y a pas longtemps
encorc que, juger avec illlpartialité les génics ètrangers,
attirait le reproche de manquer de palriolisme, comme
si le crellr humain élail si l'essere pour Ics atTections
sympalhiques, qu'il ne pÙI forlemenl aimer, sans hair;
l'ùm:ne si les mèmes douleurs et la mème esperance,
le sentiruec: de la mème digoilé, ct dc la mème fai -
blesse le liell uuiverselle de la vcrilé, ne devait p~s
plus :'approcher les hommes, que ne peuvent le~ separer la ditTérence dc langage, ~I quelques degr,es de
C'esI un <eotimenl pemble, mais "al" que
la tI'tu de,
F
'le qUI audes eeri vains distingués, (lue ceux a meD
.
raienl dll se servir de leur ascendant pour CO,I'I' I g cI' le
I' d cet eo-oisme 1J1"etendu national, meni, au
pub.le e
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ces de la haine. L'ltalie a donne, naguere, un exemp e
:::solanl de ceue disposition, Le illisogallo a par~;
sa voi x sortant du lombeau,
n' a
et Ia V'd'Alfieri
OIX,
.
oinl eu d'écho en \lalie ; parce qu'une VOIX plus pUlSP t s'élévail dans tous les creurs, contre un ressensan e l u' aspirail à fonder le patriotismc sur la hame,
lImen , q I
'Il
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' "'OIlT la H'ance! PO!l1' ceae H'ance, , ust,'ee
L a hame r
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laT tanl de gé"ies et par tant de vertlt$, . O"
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' "t'et tant d'exemples! Poltr cette
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q ,'on ne "'eltt voir sans éproltver "ne affeC/lO n
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l'amoltr de la l,atrle; ~t que
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tee, il ne se mele qltelqlte chose de mela~co .qlle , e
de l,,'o(on(!, qui tient des impresswas ,le l eXIl • ( l ),
a
I V S/lr l' unité de u mp$ ecC'. Lellr e de ~I. M:luzoni a
(C) , O e-t' ullimo pensiero di Mar!zoni ve olle eS?reS5o anche
~l. l U - _u ~
..
I
le prc- .
.
il quale disse : pQur lo"( !omme
da un fi\oso~o ameflcano
.
l ' et le sccon d c' es t l (t F,·allct ... parce
7Iltt r pays c'est sa p!l. l'II.';
(J ) Del j'ÙWI'(OIll'Jllo d I'i!e- d? ltalfa, Tomo Il; pass im.
,
quI.' ! Cf,
F'ra:!CC C"t:s . l. ',lall' ie U.'l1'Jt1'St !lt.
318
31 9
Fin qui abbiam() visto come la pensino, intorn'o alla
prevalenza della Francia sulle alt,'e nazioni d'Eu,'opa ,
I Ilberail d'ogni opinione; c quelli che professano le
dottrine più radicali, non meno dcIIi altri che s'attengono ai più moderati sistem i, Ma, eziaudi6 i farrtori del despotismo clericale e politico , sono coslreui
a rIConoscere, loro malgl'ado, questo fauo; il quale
fol'tl13: appunto, Ulla di loro più se,'ie apprensioni.
E.' pOICM m, sono già dilongato anche troppo nelle
Cilazwn" .~i limiter~ a rifct'i,'c poche parole dci due
U.OI~lJll~ pm enllnenll, di questi rCflzionarii partiti;
CIO", li conte de Maistre, l'CI' queTli che vo,'rcbbero
far l'et"ocedere il mondo sino al medio-evo nell' ordine
religioso; e r istesso imperatore Nicolò, p~r' quelli che
lo vorrebb~ro respinto' sino alla barbarie, in politica.
Potrei IO ricorrere ad autorità più vcnerare?
E.bbene, dai documenti sccrNi Imblicati, per ,'appresaglia, dal goyerno inglese, chiaramente si scor"e che
se lo Czar ha osalo mettere a soqquadro l' EUI';pa, fl:
pel.terrore di vedere, tra breve, compromessi anche i
SUOI stah dalle idee nuove e SU1""/iciali (com' egl i le
cIlIama,. n~l' augusta sua ignnranza) d'origine franc-ese;
le quah SI vanno vieppiù dill'undcndo o"ni "ioroo'
. l'
Ù
Ù
,
s'cc le sant>, a quest' ora, già penetrate anche nell' impero turco. Ragione per cui l'imperatol'c biso"na che
~
s'all'retti a dislruggerlo (I).
,
Pa.rty or th y uew S/lpt'1'(lcial Frt'lIch l'(furm ~ n, V. il
20 mnrz o 18;)4; cd j giornali ingle si, o francesi. CO!JllJreso Il MOlit1rw', di quei giorni. DOCUffiPnto ~. ~~
,(-l'l
«
TWIC5 . d('1
I
E il conte De-Maisu'c ancora plli esplicitamente :
Il Ogni nazione, eome ogni individuo, lla ricevuto
una missione, che de"e compiere. La H'ancia ha q'1eUa
di esercilare suU' Eta'01Jlt una 'lTera magistralura, che
sarebbe inutile ,"alcI' disconoscere, .... La pro"idenza,
che sempre proporziona i mezzi al fine )lrol'ostosi,
e che dà alle nazion i , eomc alli indiYidui, li organi
necessari i al compimcnw del loro destino, ha voluto
dare alla nazione fl'aneese due instrumenti ; o, per così
dire; due braccia; coi qunl i essa potesse sommo vere
il mondo; ossia, la sua lingun, e lo spirilo di proselitismo, che forma l'essenza stessa del suo ca,'attere ;
per modo che, essa Ila incessantemente il bisogno, c
il potere, ù' influire sulli uomini. - La possanza della
lingua è troppo riconosciuta, onde non occorre pm:lar~e. E, <luanto allo spirito di proselitismo, è man,festa anch' esso come il sole, dalla mercantessa di mode
sino al filosofo. Questo proselitismo appare vulgarmente
cosa ridicola; c lo è infalli, per ciò ehe rigu31'lla
alle forme. Ma, quanto alla sostanza, esso è un"
missione • (I).
Si può padare più chiaramente 't
_
Tulle queste citazioni dovrebbero essere più che sufficienti, mi sembra, a persuadere li uomini d'ogni parlito, dell' ascendente che la Francia è ehi amata ad
esercitare sull'Europa; onde assai triste è il consi glio
(I) çonsid 4ratio!ls SUl' la FruncC', pal' ~1. le Com:e D.~ :\l'lislre
illlcicn ministre Jll eni pot~\l(ia'rc ile S. M. le roi de S:Hdaig ne c(r! .
Ch ap. n.
52l
520
di quei patriDti che la vituperanD, per le individuali
cD lpe, e per sue infauste sCDnfitte.
In lulli i paesi del mDndD, ,"Dlte,'riani si chiaman.o CDIDrD chederidDnDe cQmbattQnQ la religiQneantica; e ;Dcialisli li apQSlQli della religiQne n.ovella. Chi ha dalD
quei nDmi? NQn è, fQrse, la Francia? E nDn è questa
una prQva evidente che la Francia è la naziQne che
più CQnCQrse a sgDmbrare dal mQndD le macerie del
passatQ, ed a PQrtare le prime pietre per la cQstruziQne
dell'edificiQ futur.o? ('l)
A ragiQne, dunque, al mDmentQ che le armate (rancesi invadevanQ la Germania, anzicchè rammaricarsene,
GQethe, il PQeta, esclamava: , SianQ ben venuli fra
noi cotesti stranieri, che giungooC' appol'tatori di nuo"j
diritti ". E, nQn a tDrtD, ArnQldQ Ruge, il fiIQSQfQ, scriyeva: « Rischiarare il mondo colla scienza, e congiungere la scienza alla pQlitica, VUQI dire allearsi alla Francia.
Esser CQnlrQ la Francia, è ID stessQ CD me esse" cQntrQ
la libertà. La Francia rappresenta, da pcr sè sQla, in
EurQpa, il principiD della libertà umana. Essa ha CQnquislat.o e prQClamatD i diritti dell' UDmQ. Che se, mQmentaneamente, ba perdutD sì preziosa cDnquista, saprà
ben tDstD ricuperarla, e realizzare i grandi principii SDciali; che, cDlIa sua rivQluziDne, ha disseminatQ nel mondQ.
La Francia cQmpie una missiQne cQsmQPQlitica. Il fruttQ
delle sue fatiche appartiene a tulto il genere umanD.
L' .odiD naziQnale conlro siffattD 'paese, equivale ad
una cieca avversiDne pe,' la libert.. In Germania si
può giudicare dell' intelligenza e dell' indipendenza di
un UQmo, dall' opiniQne ch' ci prDfessa intQrnQ alla Frauciao Più il SllQ spiritQ è cDnfuso, più il suo carattere
è servile, e più .ostile sarà il SUQ giudiziQ. Egli nQn
saprà scorgere che immQ"alità, nella grandezza mQrale
di una naziDne che ha saputQ cQnquistare per sé medesima, e per l'Europa, le civili franchigie, di cui
questa .ora gDde. Il vero punto di contatto, il principiQ
d'unione fra 1.0 spiritQ francese ed il germanicQ, sta nel
dogma dell' umanismo. Perché i due pDpoli si uniscanQ
in questa fede CQmmune, bisQgna che cessino le antipatie nazionali, e che entrambi si cQmprendanD, a vicenda, nei rispeuivi elementi. Si tratta, inanzi tutto,
d'una emancipaziQne intellettuale; ed. i francesi sQno,
SQUQ qnestQ rapPQrto, assai più avanzati di nDi. Lo spiritQ francese può salvarci, eziandiQ, dalle cieche e tiranniche esigenze d'un sentimentQ nazionale trQPPQ gelosQ,
e spingerei alla conquista di quella vita pQlitica, che
tuttavia ci manca » (1).
Una vQlta era il papato che presiedeva ai destini
dei PQPoli. Ma poichè la fede nelle sue dottrine venne
( t) La Francia fu la prima a far cenno dell' emancipazione delli
schiavi, Famosa è la formula adoperalo, in pr oposito, da Luigi X,
fi n dal 3 luglio ~31B: ( Con~iderant (l,ue notre royaume est appelé le royaume des FRA.NKS; et voulanl ., qu'en effet, la . c hose
soil :lccortlantt' au Horn ete, ). V. CAR:'i:OT, De l'E." clavage
ARNOLD
Coloni'll.
Tom. XII.
(J) V. Deutsch-Fran:;oesichc Jahrbiicher her(lusgegeben, vo,.
RUGE
und KARL MARX. -
Ret'ue l ndépcnda-nU,
21
522
meno, esso credette salvarsi, convertendo la l'elioione
in istrumento di politica. E non ha fatto che a~cele­
rare la propria caduta. Nel 181;; quando tUlle le potenze del male, rappresentanti il fantasma del passato,
s'erano raccolte in Vienna, onde allearsi contro la Francia, rappresentante il genio dell' avvenire; il papa non
isdegnò di meucrsi in alleanza coi principj., e coi gran
sacerdoti della Prussia, deUa Russia, e dell' Inghilterra,
quantuuque sdsmatici, per lacerare ed opprimere i popolI di . Fra~cIa, della Polonia, d'Italia, quantunque
crlstlamSSllnI. Anch' esso, il papato, accorse a dividere,
con quelli scriba e con quei. farisei, le sacre vestimenta delle nazioni, nel Con gl'esso si miseramente dilaniate. - Poco stanLe,. si tornò a discutere, in Verona, sulle
sorti del mondo. E là, qual parte prese il pontefice ~
Qual popolo Ila egli cercato di sollevare o proteggere ~
In mezzo a quella solemle assemblea, cui sta,'a intenta
tutta la terra, l'Cl' cl,i perorarono i suoi legati ~ Proferirono essi un accento., in favore dell'Irlanda, della
Boemia, dell'Ungaria, e di tutte le viltime, che pur
professano la sua fede, e riconoscono la suprema sua
autorità? SciagUl'ati! Essi non si sono preoccupati ehe
del dominio temporale; ogni loro sforzo, ogni loro astuZia, fW'ono rivolti ad allargare la superficie del terl'itorio da smungere, e da devastare. Ed ora che nuovamente si tratta di rifare· i diritti delle genti, è Rom."
forse, che propone l'abolizione della schiavitù in America, o sono le assemblee dei protestanti? È Roma che
s'interpone per migliorare le condizioni dei cristiani n
Oriente, o sono le potenze scismatiche? È il papa ehe
invoca l'abolizione della pena di morte, od è un ci ttadino di Francia? - Non si può, dunque, più dire
che le questioni per cui s'agita attualmente la. cOSCIenza
universale, abbiano ad essere risolte dalla Cillesa che S I
vanta universale.
.
Ed è la Francia che ereditò dal papato la subllOle
missione. Le solenni asSemblee della rivoluzione fran:
cese furono i primi concilii ecumenici della religione.
novella. Che altro fu mai la dichiarazione de! dmtt!
dell' "omo se non la professione di una nuova fede, .
falta, a n~me della Francia, a tutta la terra? Se l' Ispa:
gna fu il braccio destro di Roma, ,mettendo. foca al
l'aghi dell' inquisisione; la FranCIa sara 11 braccIO destro
dell' umanità, spargendo il seme fecondo di tulte le
idee di emancipazione. Il mondo sa che la sola Francia può pronunciare la parola vivificante, onde l'Itaha,
l' Ispagna, il Portogallo, l'lrlanda, la BoemIa, la Polonia, l' Ungaria, saranno chiamate alla risurreZIOne.
Queste sono tutle gemme che debbono cadel'e dal logoro
."
La Chiesa ha lasciato che i popolI Ulllti nella
tl'll'e~no.
. ' . .
. Ebb .
sua fede, divenissero stranierI h Ulll allI altri,
ene .
ciò che la decadenza di Roma ha diviso, la nascente
grandezza della Francia dovrà ricongiungere . .
c
Fu grande ventura che in Fr~ncia non a~bla po!U~~
trionfare esclusivamente 11 catolIclsmo, come III Ispa~na ,
nè esclusivamente il protestantismo, come III Germallla.
Così dovendo abbracciare, con nuova toleranza, le
Jue 'religioni, il suo spirito fu costretto ad estenderSI;
e la sua chiesa doveue allargarsi, per modo, da ca:
pirei, alla fine, tuUa l'umanità. Intanto, essa serve di
524
mediatrice , come "enne già detto, tra il settentrione
ed il mezzodi, fra Roma e Ginevra; fra i popoli di
razza latina e quelli di l'azza germanica. Cosi avvenga
cile , quando suoni l'ora dell' estl'ema battaglia, tutte
Je genti riconoscano, nella Francia, il commune vesillo,
l'intento commune.
La Francia è la nazione che più confuse i propri i
destini, i proprii interessi , con quelli dell' inte,a uma·
nità. La sua legenda nazionale è una striscia luminosa,
,era "ia lattea, verso la quale tutto il mondo tiene intento lo sguardo; secondo la bella espressione di Michele!. Faccia essa, dunque, che i popoli non abbiano
più un diritto, che in lei non trovi la propria difesa:
8.
IL SISTEMA RAPPRESENTATIV O
E IL SUFFRAGIO UNIVERSALE.
essa faccia che, come l'unh crso del paganesimo era
1
interessato alla conservazione dello stato romano, cosi
l'uni"erso del socialismo sia interessato alla sua salvezza.
Nessuno più di me è convinto, che, tra i popoli rinati a
libertà, deve regnare una perfetta eguaglianza, ed una
cordiale fratellanza, come tra li individui; senza più alcun
odioso primato, E questa fratellanza debbono iniziarla
col riconoscere, sin d'ora, il bisogno e il dovere della
solidarietà. Ma, come avverti il Montanelli, la solidarieta
òei popoli non implica perfetta parità di condizioni tra
101'0, Siccome ogni sistema ba un punto in cui si con·
densa la maggior yitalità delle forze convergenti ; cosi
un centro deve avere anco la rivoluzione, che è pure
un sistema.
E il cent,·o del movimenlO euro]leo, dal 1789 in
poi, ti l a Francia.
Do
di
avere, per secoli, piegato la testa ai co~:
~d' un principe, e servilmente obedlto alle le~~1
man
I
"
' opoh a seuodi dispotico governo, or commClano I P,
delle
,
'd inerzia e ad avere coscienza
terSI dalla IOrpl a
,
d'ed infiniti martirii,
prevalenti loro forze. Dopo orren I .
tiranno po.mClano
'
d accor"erSI
ch e Dlun ,
ora
a
~
com
.
r ..
esSI med"
eSllDl
Irebbe infiigger loro tanl1 snpp .CII, se
,
, '1 d so alle batt.ture, e
non prestassero vOloDteros. I or.
che
spontanei al giogo non piegassero III ncolàll~o~::' allo
r' rdi esseni
'
essi noi sanno d·I andare, ner
r ,'o o
ma·"lOr
parte,
la
d
~'lcatoio' e cre ono,~"
sco.
.,
.
d' 'li oppressori.
l1'aseiBali da una forza superIOre, I CUI
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