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Le visioni di Basilio

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Le visioni di Basilio
Le visionidi Basilio
ovvero la battaglia
dei tarli e degliéroi
Potenzaefragtlità dei tibri secondoBufalino
I I racconto di Gesualdo
I Bufalinoche viene propoI sto è ricco di suggestioni
ed immagini:ne appunteròalcune,su1temabiblioteca-librolettore.
La bibliotecacome luogo deila
memoria,che si conservaattraversoi "monumentidella
scrittura";
la seduzione("iusinga") suscitata
dai testiscritti,
che induce alla loro lettura:
ma proprio attraversola lettura
un tarlo può insinuarsitra le
paginedei libri e provocarne
la corruzione,o entrarenella
mentedel lettoresuscitando
visioni, ondeggiamenti
della
ngione, pazzia,
I libri sono oggettifragili che
tarll, acqua,fuoco possonodistruggere(ricordiamoil rogo
cui il curato,il barbiere,la nipote e la governantecondannano parte dei libri di Don
C h i s c i o t t e )p; e r a l t r o v e r s o ,
non sono affattoinnocui, soprattutto se otganizzaft in
compagineall'internodi una
biblioteca.Don Chisciotteesce
di senno,il professorKien, l'eroe - tragicocome quello del
raccontodi Bufalino- di Auto da fé di Canetti,condanna
se stessoe la propria biblioteca a1fuoco e i1 monacoBasilio, con la mente invasada
visioni,salvai libri co1sacrificio della propriavita.
Sicchéil Senatodel Mondo quello cbe sifaceuapomposamentecbiamarecosi- decise
in un soprassaltodi zelo di difendere d,al rnorbo alrneno le
cartepiù nobili e di serbarleal
sicuro dentro un unicofortilizio, Fu sceltomonteAthos,luogo eccentrico,imprend.ibiled,al
Biblioteche
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lato del mare, e di pochi imperui accessilungo il confine
terrestre.Qu\ dagli archiui e
bibliotechedi tuui i paesi,su
un nauigliop reuentiuamente
impeciatoe disinfettatoa douere,furonofatte giungere le opere che a giudizio dei saui
meritasserodi saluarsie di uincereil tempo,Catastedi uolumi, né si poteuapretenderedi
proteggerlitutti in ugualemisura,.Bensi, dispersii molti nei
monasteriminori, la centuúa
superstite,Ia píù preziosa, uenne raccolta in un torrione del
San Gregorio,ffidand,one la
custodiaal patriarca Spiridione e alla sua conuenticola,in
attesacbeda parte dei cbimici
si scoprisse
un a,ntidotocontro
l'inuulnerabile uerme.Era, questo, una uarietà di trogium
pulsatorium,apparsain Occidentesubitodopola fine della
secondaEcatornbe,e diffusasi
da,ppertuttocon taleprontezza
da far pensarecbe una Natura misantropa,delusanel suo
propositodi spegnereI'uomo
per m6no dell'uomosfesso,
sl
quanto menodi
contentasse
corronxperne
le memoriesuscitandogli contro, dalle proprie
fficine, questonem.iconouissiÍno: innocuo alla salutedei
corpi nxamicidiale ai monumenti della scrittura.
Correuala penultima decade
del uentunesimosecolo;un'età
di passioni sazie,doueI'eccesso
d.i morte aueuaprodotto una
comunanza.e una concordia
insperate
fra i pocbi milioni di
per
uiui. I quali, soprauuissuti
assueÍazi one all' inuisibiletabe
dell'atomo,non neportauano
perciò menostancoepallido il
SAngue:
e si uedeuAno
camminare con'tesonnambuli,stramazzando a ogni cantone e
rialzandosi quindi a fatica; né
aueuanosenipresgombra la
menleo lucido il discrimine
fra falso e uero.
Nonfa merauiglia,quind,i,cbe
il nouizio Basilio,prepostoda
Spiridíonealla guardia del tesorettoe reclusocon esso,ueníssescordatoín clausura,priuo d'istruzioni ulteriori, non
meno ostaggiocbe carceriere
della sua truppa di larue, Né
gli occorsemoltoperchési ritrouasse
in balia d'un ozio uizioso, quale suoleduranîe gli
assediaccompagnarele ore
cbeprecedonoI'assalto,e cadessein uno statodi uisionario
languore,
Gí.à,con I'ausilio dei confratelli Macario e Niceforo, egli aueua riposto ciascun esemplare
denîro una busta di plastica
impermeabile;surrogatogli
scaffali di rouerecon ahri di
uirtuosometallo; dato opera
cbezolfi profilattici fumassero
giomo e nottedinanzi alle soglie... E con ciò?Tornatii due
compagnialle incornbenzedella uita comunitaria,e costretto
lui a una solitudinedi sentí-
nella, ridotto a non uederaltro, dura,ntele uentiquattr'ore,
se non la mano cbe attrauerso
uno sportellinogli porgeuala
ciotola del desinare,il monaco er6,trascorsoa.patire come
una scomunicala sua ua,canza e a sentirsiripungeresottopelle il uecchioassillodei sensi.
Era, Basilio, di membragrandi, di carnagioneoliuastra,di
barbafosca efitta, sotto cui
quasi spariuala uogliadi uino
cbesin dalla nascitagli attrauenaualafaccia e cbe taluolta,
nei mezzogiornidi caldo,pareua.sottoil rouetodeipeli arderecomeuna stimmate,Gli
toccauain quei momenticorrere a tuÍfa,reil capo in un secchio,fin quasia sentircila nxorte in gola; indi grond,antee ispido buttarsi sul pauimentoe
pregare: risorsasuperstite,nella Eola stenninatadei giomí,
dalla quale wciua strenxatocome da una dissolutezzaamoper soccornbere
rosa;sebbene
subito all'altra, più abusiua,
del trasognare,..
Ma íl mattinoera I'ora innocente,cb'era I'ora dell'ispezione. Quand,o,estraendocon dita lieui dai ripiani le buste,
una per una le osseruaua.
con
la lente,per stud,iarnela salute. Lisciauacon le dita gl'inuolucri trasparenti, li guardaua
controluce.I sigilli appariuano
inta,tti,nessunuarcos'era.aperto alla camol.a.E tuttauia lo
coglieuaogni uolta una deserta.
lusinga,di fronte a tanteproibite delizie, di delibarne qualcuna,gli antichi romanzi, soprattutto, alla luce d'una lampada cieca.uiolandoi termini
della consegna.Cedette
finalnxenteun giorno,fiàucioso nelle difeseestemee nella propria
personalenettezza;conuinto
cbe I'infrazione non presentassepericoli e che bastasseun
suffumigio, dopo ogni lettura,
per tenerlonlano il conlagio.
Da allora uiuerenon glifu più
cosi duro, diuenneperfino dolce.Ieggeua,fanta,sticaua,pregaua. Spesso
le tre coseinsieme. CosipassaronoI'au-
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tunno e I'inuemo.
Marzopot"tòganiti dí rondine
fra glí spalti della torre e una
fragorosaspumad'Egeoa rompersi lietanxenteappiè delle
rocce.Era la prima uolta, doPo
molti anni. chele slagioniPaalla discireuanosottonl.ettersi
plina di un tempo.A Basilio
quei guizzi neri nel cielo,quel
ribollire bianco lagiù, comeli
miraua dalla finestra, notificauanoun presagio,forse un annunzio, di risorgimento.Presto
buonenuouegiunserodalla
capitaledel Mondo e lui le ud.i
attrauersola grata, ilflagello
uolgeuaalla fine. Gli dísPiacque,s'er6affezionatoalle cbímeredel suo leggio.Per cui a
Spirid.ionecbe lo sollecitauaa
interromperela quarantena,
opposepretestid.i cautela, cbiese una prorogache i! benigno
patríarca non ritenne di ffiutare. E il nouizio rimase di
consé.
nuouoe lungamenle
Ebberoquindí inÌzio le sueuisioni. Visioni,non sogni.Poichéegli d,ormiuasonní di Pie- :
tra, senzaricordare al risueglio c
nessunadelleparuenzecbePur (-)
doueuano auerglip enosamente
d,alinuasoil pensiero,se spesso
le celluzzelimitrofe lo si ud.iua, soggettoe il titolo ricorrentedel
miraggio: una tenzonea olla notte,lagnarsi e riuoltarsisul
pagliericcio...Visioni,o Piuttolranza. da combatlusifra i caualieri e gl'insetti, di cui lui fossto miscbied,'ombrecinesisul
e il
muro, al cui tremulouisibilio se a un tempolo spettcttore
- sia che I'abusodel leggere mossiere.Glieneera sofia I'urfomentasseín lui una crea.tiua genza da quando,una notte,
per un bisogno,ecneurastenia;sia chesi tra.ttasse, suegliatosi
d.opotanto silenzio, di un biso- co, nel silenzioe nel buio, tit
gno di recit6 e gioco - egli
toc aueuaudito, un battitomeprestaua,
una,uoce,unafacoltà
no forte di un tamburo e più
la cui senun nome.I
di ridere e gem,ere,
lorte di un orolctgio.
nomi eranogli stessid.eiperso- tenza alle sueorecchierisonanaggi dellesue letture: esangue ua irreuocabile,quasi trasmessr
atmatadi zombi,tutlauianso- dagli zoccoli d,'un cauallo
E c'eranotutti.
d'apocalísse.
luta a resistere.
. la soTrogiumpulsatorium..
Chiunque,uogliod.ire,nellepagine sfogliatefebbrilmentee di
lennedenominazionecheauefrodo, auessemai impugnato ua.imparatosul suo manuale
d'ígiene libraria gli sali alle
un'arma. o indossato una
labbra. E, con essa,il secondo
squíllantediuisa.Ia loro grabattesimoche dai tempi di
uítà era di ueteranisolenni,aPpostati a fronteggiare I'orda
Linneo distingueuail mostricino: Atropos.Valea dire...
delletignoledal uarcod'una
Basilio, bisognaríconoscerlo,
Termopili.Questoera, ù.fatti, il
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era di menteestaticúe torbida,
un oreccbiomimapossedeud
racoloso,capaced'intenclere
nel balticuoredei suoni la minima fibrillazione e di gustare
dietro il sensod'ogni parola il
grumo di musicacheui sí cela
comein un cristallola luce.
Cosi,per fare il primo esempio
"poISSichecapita,pa.rolecome
"algebra",
prima d.i riflora" o
ferirsi, nel comprendoniodella
gentecomune,a unJiore oscuro o alla chiara scienzadei
calcoli, istigoua,noin lui uolta
di un mia uoltail scntimento
serereo di un'alleluia,e gli bastaua riciirseleaclagioper assumereistintiuamente,cosi nel
passocomenel gesto,ora la cupezza di una res(t,ora I'orgoglio inflessibiledi una sfida
della ragione.
Questospiegaperchéle sillabe
di cui s'eranutrito in tutti quei
mesi,grassee magre,umide e
seccbe,e con esseI'anagrafe
stessadeipersonagi, e l'intreccio cleiloro casi,più cbe d,isporsinella sua mentein attendibili sequenzestoriche,si
mescolassero
comei diesise i
bemolledi un pentntgramtna
impazzito: un guazzabuglio
sonoro,a cui per spiegarloe
dargli sanzionedi uerità,quell'Atropos
ueniuaora ad agiungersicon suo stricl,oredi sega.E
quellafunebre solfa, tic toc,
d ora inrtartzi
checerlamente
non aurebbetaciutopiù.
D'un cosffitto crepito,Basilio
l rtrigine
nefu subitopersuttso.
non era rombod'arteriainsorto a mortilicargliI udito: né
uentod,ellaCalcid,ecbefacesse
scriccbiolarein cadenzale imposte.L/Iaeranoi passidel diauolo Capotarlo in persona, lo
strategoe signoredei tarli, che,
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fiutata d.alontano la,preda,
lasciandoin abbandonole terre restantie con ciò illudendole di un finto armistizio, s'era
indottoa uarcareflutti e gioghi
di montiper assalirenel cuore
il santuario e la patria più uera dell'uomo.
Con I'alba il ticcbettiocessò
e il
nlonacosi died.econ la lentea
perlustrare ogni angolo della
stanza.Senzaesito:i libri uisibilmentestaua,nobene,nessun
segnoappariua di baua o escrementoin nessunmobile o
suppellenile;nessunaferita s'apriua nella dlrta, nei tessuti,
nei legni,
Allora Basiliosi rincoro,si conuínsecbe il diauolo Tarlofosse
solo una fisima della sua inedia claustrale.Senoncbéla
notte seguenteil úc toc ricominciò. Qualcuno era entrato
nellafortezza, non era possibile dubitarne. E d,oueua
essere
una femrnina, secondoche il
suo manualeínsegnaua:
solole
fernminepulsanoa quel modo,
battendoconforza l'addome
sulpiano d'appoggio,e con ciò
inuiando nell'aria una proposîa d'amore.A chi, se non a
un maschiopresentee uicino?
E con qualí prospettiuese non
di unafat alefe condità?
Da quellauoltail nxonaconon
dormi cbesonni breuie conuulsi. Udendouidentro,o traudendo,la percussianedi morte,
Né d,aluegliarericauauaminore sconforto,bensisi muoueua
canin&mentesu e giù per la
cella, raspando,origliando,
annusando.Qui irrorandodi
petrolio le crepe,li spargendo
per scrupoloin ogni angolo infficaci polueri uelenose.Girandosi taluolta di colpoper
coglierealla sprouuista
il nemico. Ma la riserua supremafu
di scbierarein lizza i suoiprodi, Di cui delineauale sagome,
una alla uolta,con le due mani nell'aria; o cbeeuocauadalle muffe e ornbraturein figura
d'angeli portaspada,percbé
a,ccorressero
a sterminarein
un sffio soloI'esercitodegli inuasori.Don Chisciotte
e D'ArtaBiblioteúe
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gnan, Aiacee Rolando,il principe Bolkonskij e il principe
d'Homburg.tutti insieme.palad.ini, moschettierie templari,
gli sfilauano d.auanti,cinema
d.i ualoree di oltranza, presidio di Dio sulla terya. Otello
guidaua la flotta. Sansonei
fanti. il Cid la caualleria;e ne
seguiuanctgiostre efiamme,
grida, squilli di tromba, languide morti, ridoni gli eroí da
una baccbettastregataa infinitesinxípupi, cresciuti i tarli a
ugualiarnela statura,comein
un doppio e inuersogioco di
specchi.
Col tornar della notte, dallo
scbermodellaparete la battaglia si trasferiuaai suoi occbi,
Cbiusì,ma non si cbe non tra.uedesserofrale ciglia una luna dalla finestra abbarbigliare
Ia cella. E in un fílo d'essa,come danzano in un raggio d,i
sole le miriad,í del puluiscolo,
globuli di latteoturbine muouersi,astrali disincarnazioni
per
d'oblio.Era comea,uanzare
naue dentro il cercbiod,'una
bonaccianotturna, quando
I'acquasi marezzasenzadiuid.ersid,auantialla prua: fluida
nxorgana,
difumo a gara con
l'immensotremoliodelle stesse.Allora a Basilio ueniuada
pianBeredi dolcezza,si sentiua d'improuuisocolmodi pace.
Era tempodi guidare per mano i campionisottale biancbe
tende a dormire; ternpod,i asper un minulo.Un misopirsi
nulo. Poi l/tic toc ricominciaua.
Un mattino.alla solita inquisizione, la Bibbia di Borsod'kte
denunziò un irreuocabilese8no: una.galleria. che non si
sarebbenotata,senon aprendo
il uolumealla pagina giusta'
correuddal d,orsouersoI'interno, su su per il margine bianco,fino a inuaderesinuosamentelo scritto. In superficie,
per ora, e con questqtstranezza: cbegl'insettipareuanoauer
mirato a eroderenella stampa
sopraIIuIto l'onomastíca. quasi
cbe in essa.e nonpiu nei ca-
pelli o nellapianta deipiedi risiedesseI'energia d'un eroe.
Cominciandodalla desinenza
furbamente,doueil sanguecola più torpido e non s'a,ccorge
di nulla. Di modo che, sulla
pergarnena,erano
uenerabile
pochi i souranie guenieri cbe
non apparisserosmozzicati e
scodati e di cui non restasse
che un inizio di flebile identità, una Sper Saul, una M, e
nonpiù, per Mosè...
Sbigottito,Basilio corseal controllo dellerimanenti custodie,
Abimè, l'attaccl era stato simultaneoeferoce,le traccene
eranoouunque,simili a briciole d'un pasto immane, a trucioli e scbeggeresiduesotto il
bancod'un falegname.Pagina
dopopagína Basílio recensii
uolumi, contò le spaiaternembra d,ellasua legionesconfitta.
Troncati dai corpi, i bustí restnuanoa sfarinarsi, ciascuno
là douel'aueuacolto il morso
nel sonno.Nési poteuasperare
dbe qua,ntoprima, masticati
e trangugiati essi stessi,non
scomparissero
affano..,
Il nouizioanossi,una porpora
gl'inondò l'onestacaluizie,si
sourappose
alla uogliapurpurea cbeglí sfregiaualafaccia,
Chefare?Fra lepiegbedei uolumí, lungo i solchid,eítate4,
cercòcon la lentepiù aguzza
di coglieregli aggressori.E li
appurò. Irîi di peli, di squame,
li uidealfaccendarsicomeformiche,incolonnatia distruggerequalunque restodi persona incontrasseronei righi di
sta.nxp6.
doueresisteuaíl sacro
incbiostro dei secoli.Taluno
era caduto trafitto sull'orlo della trincea conquístata,dopotutto le uittim.eaueua.no
uenduta cara la pelle, ma gli altri- quanti! - brulicauano
per ogni doue.sgranocchiando, quando la carta m,ancat)a,
cannibalescamente
se stessi.
Fra la ressauno spiccaua,più
grosso,più gonfio, cilindrico,
d'unforte colorarancio,Doueua.essereil capoccia,re Capotarlo in persona,allepresecol
bersagliopiù alto, nellapagina
della Genesi,douelui crea il
cielo e la tema.Basilio confusamentepensòcbe la terra e il
percbéquel nocielo esisteuano
me in quella scrittura,esisteua,
cbe cancellarlosarebbeualso
come cancellareogni cosa.
OsseruòCapotarlosotto la lente:giaceuain momentaneoriposo su un dossodi macerie,
di consonanlie uocali,e incrociaua sull'addomele ali. Ali?
In realtà setoleminime, ueline
deperibilicbe non bastauanoa
nascondereuno solo d,einèi
brunicci del corpo,e sullequaIi, pure in quelloslato di quiete, inint errottamente criccbia uano le interminabili a,ntenne,
Basiliaprouò a scbiacciarlosotto la mole d'uno spillo dí feno,
ma lo uidesgusciare,perd,ersi
cbissàdoue,a dirotto, lungo il
crínab della costolad'un in-folio. Cbefare?La,gueffa erapersa.A menocbe...
Basilíosi souuenne
di una certa nozioneche aueuaudito da
fra' Macario, al tempoche apprestauanoínsi.emeleprime difese.Ríguardoa,questitarli di
nuouoconio, a questiuampiri
d'inchiostro,fra' Macario soleua,Npeterecbe un solo cíbo era
buono a distrarli da papiri e
incunaboli,uersoil quale nutriuano particolarissimagola:
il miele.Di cui Basiliopassedeua, cenle uiueri di soccorso,
una fila d,i boccepiene. Il nouizio si spogliò nudo, conserua.ndosopra,la pelle il rocifisso soltanto,cauòdall'altana i
uasi,se ne spalmòsulle membra I'interoportato.Poi si stese
immobilesull'itnpiantino.Presto iltrc tocfamiliare gli parue
s'auuicinasse,
migliaia di zampette uellicanti gli zdmpettassero addosso.Attesecosidelleore,fincbéfu certo d'auereattratto su sé I'intero popolo dei
nemici. Poi con un balzo si
spiccòda tena, spalancò la finestra e, scaualcatoil dauanzale, con la crocenelpugno e
gri.dandoprecipitò nell'Egeo.
(Trattoda GesualdoBufalino,
I'uomo inuaso,Milano,
Bompiani,1986,p. 73-80)
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